Sei sulla pagina 1di 151

Politica Economica e Monetaria

Lezione 04
Economia del Benessere III
La valutazione delle politiche pubbliche: indicatori e strumenti di supporto alle decisioni

Antonio Massarutto
Dipartimento di scienze economiche e statistiche
antonio.massarutto@uniud.it
Disclaimer

• Queste presentazioni sono destinate agli studenti della Facoltà di Economia


dell’Università di Udine
• Esse possono essere liberamente riprodotte dagli studenti e utilizzate
nell’ambito delle attività didattiche all’interno dell’Università
• Si diffida dalla riproduzione, integrale o parziale, del materiale qui contenuto,
per qualunque altro uso diverso da quelli sopra indicati, senza il consenso
dell’autore
• L’autore declina ogni responsabilità per errori od omissioni contenuti in queste
pagine
LA SCELTA DEGLI
INDICATORI
Come fa un medico a prescrivere una cura?
• Individuazione degli obiettivi
– Generali
• Mantenimento in buona salute
• Performance sportiva
– Intermedi
• Peso corporeo
• Attività fisica

• Valutare lo stato di salute


– Analisi delle caratteristiche fisiche del paziente
– Analisi di una serie di indicatori (es. analisi del sangue; temperatura, anamnesi generale; esami radioscopici
ed endoscopici preventivi; prove attitudinali; prova sotto sforzo)
– Stato di salute percepito (forma fisica, forma psicologica)
– Presenza di sintomi
• Comprendere cosa influisce sullo stato di salute
– Stile di vita
– Ambiente di vita e di lavoro
– Esposizione a rischi
– Familiarità pregressa
• Individuare possibili rimedi
– Farmacologici vs. non farmacologici
– Intervento chirurgico
– Cambiamenti stile di vita
L’economista come «medico» del sistema economico
• Valutare lo stato di salute
– Livello di ricchezza e sua distribuzione
– Livello di benessere materiale
– Livello di felicità
• Quali sono gli indicatori che possono misurare lo «stato di salute»
dell’economia, e le possibilità di migliorarlo?
– Indicatori che misurano il livello di benessere materiale
– Indicatori che misurano l’accessibilità dei beni fondamentali («capabilities»)
– Indicatori che misurano la vulnerabilità e la «resilienza»
– Indicatori che descrivono l’ambiente fisico e sociale
• Individuare possibili rimedi
– Politiche economiche «attive»
– «Soft regulation», «nudging»
– Incentivi e disincentivi (economici e non)
– …
LA MISURA DEL BENESSERE:
IL PIL E I SUOI LIMITI
Un indicatore di benessere: il PIL
• L’obiettivo dell’attività economica è la capacità di soddisfare i bisogni (= benessere) della
popolazione sia nel presente che in futuro
– La teoria economica si concentra sulla produzione di “utilità” derivante dal consumo di beni e
servizi
– La tradizionale misura del benessere medio è il consumo pro capite
– Il consumo corrente può essere aumentato diminuendo il risparmio (gli investimenti), ma ciò va
a scapito del consumo futuro
• Da qui l’idea di misurare la ricchezza creata in un certo periodo come la somma dei
consumi e degli investimenti fatti ovvero attraverso il PIL
– 𝑃𝐼𝐿 = 𝐶 + 𝐼 + 𝐺 + 𝑋 − 𝑀;
– In economia chiusa o saldo della bilancia dei pagamenti in pareggio: 𝑃𝐼𝐿 = 𝐶 + 𝐼 + 𝐺
– Esso misura il «valore della produzione» che un’economia produce in un certo anno e viene
scambiata sul mercato
• Le identità fondamentali della macroeconomia ci consentono di guardare al PIL da tre prospettive
diverse e complementari:
– Valore aggiunto complessivamente prodotto dall’economia (salari + dividendi + interessi)
– Destinazione della spesa (consumo + investimenti + spesa pubblica)
– Reddito delle persone (consumo + risparmio + imposte)
Cosa misura precisamente il PIL?
• Il PIL registra solo le transazioni che avvengono sul mercato!
– Esso è pari alla quantità dei beni scambiati moltiplicata per il loro prezzo di mercato (al netto delle imposte)
– In un’economia di pura sussistenza in cui non vi è commercio il PIL è pari a zero
• Il PIL valorizza la produzione del settore pubblico al costo
– Inevitabile, dal momento che la produzione del settore pubblico non viene venduta e manca un prezzo di
mercato
– Tuttavia, in questo modo, si «svalutano» tutti quei beni che i cittadini ricevono gratuitamente ma sarebbero
disposti a pagare (es. sanità pubblica e sanità privata)
– D’altro canto, viene valorizzata anche la produzione di beni e servizi che nessuno acquisterebbe (es. il valore
del prodotto di un «ente inutile»; l’ufficio caccia e pesca di Checco Zalone)
• Il PIL è «neutrale» in merito alla natura delle spese
– Non conta «quanto benessere» le spese generino: se bevo una bottiglia di Barolo o assisto a uno spettacolo
teatrale il mio benessere aumenta; se mi si rompe il PC e devo spendere l’equivalente per ripararlo, o se devo
mettere una serratura più robusta per difendermi dai furti, no
– Il PIL è indifferente a ciò che viene scambiato: si può comperare con la stessa spesa un chilo di cibo
spazzatura o un etto di San Daniele, il nuovo modello dell’iPhone o un abbonamento al Teatro dell’Opera
• Il PIL non si cura di chi effettua la spesa
– Non conta come la ricchezza sia distribuita e chi concretamente possa spendere e chi no, se la spesa sia in
capo ai privati o alla collettività
– Un euro speso da un ricco e un euro speso da un povero sono sempre un euro di PIL
Cosa non misura il PIL?
• Non tutto ciò che ha valore transita per il mercato!
– Non include la produzione per autoconsumo (es. lavoro domestico; orto; fai-da-te)
– Non misura il benessere, ma piuttosto i prezzi (es. uno sciatore in pista aumenta il PIL, uno scialpinista no!)
– Non include tutte le attività che le persone svolgono in ambiti diversi dal mercato (es. volontariato)
– Non include le attività sommerse e quelle illegali
– Non include i beni che lo stato mette a disposizione dei cittadini in forma gratuita (l’output del settore pubblico
entra nel PIL «al costo dei fattori»)
– Non include il benessere che le persone ricavano dalla semplice esistenza di certe cose (es. la lettura della
Divina Commedia, la contemplazione di un’opera d’arte o di un paesaggio, l’affetto delle persone care, godere
di buona salute)
– Non include i «servizi ecosistemici» che riceviamo dalla natura (il calore del sole, il ciclo dell’acqua, la
fotosintesi)
• Il PIL è una misura di flusso (reddito, consumo), e non considera la ricchezza (stock)
– Il PIL non registra le variazioni di valore dello stock di capitale naturale (es. la distruzione di una foresta,
l’estinzione di una specie non fanno diminuire il PIL!)
– Il PIL non distingue il «prelievo dei frutti» dal «consumo di capitale»
I vantaggi del PIL
• Alcune cose da non dimenticare
– Il PIL è un indicatore; e come tutti gli indicatori, è necessariamente parziale e imperfetto
– Piuttosto che lamentarci di quello che NON ci dice, faremmo bene a cercare di comprendere
quello che (anche indirettamente) è in grado di dirci!
– Anche se è vero che «i soldi non danno la felicità», molti beni che hanno valore sono correlati
con il PIL.
• Ad esempio, la spesa sanitaria è finanziata dalla tassazione, e se il PIL non è abbastanza elevato, non disporremo
neppure delle risorse da destinare alla sanità e all’istruzione
– Soprattutto nelle prime fasi dello sviluppo, il PIL misura anche il grado di uscita dalla sfera dell’
«autoconsumo autarchico»  la divisione del lavoro aumenta il benessere, e il mercato ne è il
presupposto
• Il PIL non è così «ottuso» come può sembrare a prima vista …
– PIL pro-capite e distribuzione tra le diverse fasce della popolazione
– Correttivi per includere nel PIL anche variabili extra-mercato (es. economia sommersa, lavoro
domestico), consumo di capitale etc
– Il PIL misura, tra le altre cose, il buon funzionamento dell’economia di mercato; se il PIL
diminuisce o non aumenta abbastanza, ciò in genere è indizio di disoccupazione crescente,
disuguaglianza  la «decrescita» non è certo la soluzione!
Limiti del PIL
• Tuttavia, soprattutto (ma non solo) per le economie sviluppate
– E’ sempre più evidente che il consumo è una proxy del benessere, ma sempre più
insoddisfacente man mano che le persone escono dalla soglia di povertà
– Nelle società opulente, il «tempo libero» è altrettanto fondamentale che il mero disporre di beni
di consumo in quantità! (anche se la pubblicità vorrebbe convincerci del contrario)
– Per quanto molte componenti del benessere sfuggano al PIL, possono essere correlate con il
PIL, ma ciò non avviene necessariamente (es. il gettito fiscale presuppone il PIL, ma non è
detto che il governo voglia effettivamente spenderlo per la salute o l’istruzione)
– Il PIL può essere «aggiustato» per tenere conto di diverse questioni, ma non sempre siamo in
grado di valutarle in modo obiettivo  valutazione degli «intangibili»
– Attribuisce il medesimo valore sia alle spese che generano utilità, sia a quelle che rimediano a
delle disutilità (es. spegnimento incendi; acquisto serrature e sistemi antifurto; mascherine e gel
igienizzante)
• Per queste ragioni sono stati proposti altri indicatori, ad es.:
– Index for Sustainable Economic Welfare (ISEW) (Cobb),
– Genuine Progress Indicator (GPI) (Cobb, Anielski),
– Index for Economic Well-being (IEW) (Osberg and Sharpe)
– Index for Social Health (ISH) (Miringoff)
– «PIL verde»
• Un indicatore ormai ben conosciuto usato dall’ONU è:
– Human Development Index (HDI)
– Ma soprattutto, oggi si cerca di integrare il PIL usando una batteria di indicatori diversi,
ricercando per questa via una «diagnosi» più puntuale e precisa
L’indice di benessere economico sostenibile
• Limite del PIL: somma tutte le spese, a prescindere dalla loro natura
• Le spese per il consumo sono corrette tenendo conto di altri fattori come:
– la distribuzione del reddito,
– il deperimento delle risorse naturali
– le perdite economiche dovute al degradamento dell’ambiente;
– si valorizza, invece, il tempo libero inserendo un suo valore economico e un’approssimazione del valore del
lavoro domestico non pagato.
– Le spese per la ricerca e lo sviluppo, per l’istruzione e per la sanità non contribuiscono alla formazione sono
parte integrante del consumo.
• ISEW = (consumo personale + spesa pubblica non-defensive
+ formazione del capitale + servizi da lavoro domestico)
- (spesa privata defensive + costi di degrado ambientale + deprezzamento del capitale
naturale)
• Fu proposto da Nordhaus e Tobin nel 1989; successivamente fu ulteriormente affinato
portando alla definizione del GPI
Il Genuine Progress Indicator (GPI)
• Il Genuine Progress Indicator (GPI), cioè l'indicatore del progresso genuino (spesso
tradotto anche come indice di progresso effettivo o indicatore del vero/reale progresso) è
un indicatore che ha l'obiettivo di misurare l'aumento della qualità della vita di una
nazione.
• Per questi motivi è calcolato distinguendo tra spese positive (che aumentano il
benessere, come quelle per beni e servizi) e negative (come i costi di criminalità,
inquinamento, incidenti stradali) diversamente dal PIL, al quale si propone come
alternativa, che considera tutte le spese come positive e che non considera tutte quelle
attività che, pur non registrando flussi monetari, contribuiscono ad accrescere il
benessere di una società (casalinghe, volontariato)
• L'indice, che deriva dall‘ISEW, è stato proposto nel 1994 ed è frutto dello studio di un
gruppo di ricercatori ed economisti, tra cui H. Daly, J. Cobb e P.Lawn.
• Alcuni studi sul GPI hanno mostrato che mentre il PIL è cresciuto negli ultimi decenni, il
GPI è aumentato solo fino ai primi anni 70, dopodiché ha iniziato a ristagnare e perfino a
decrescere.
L’indice di sviluppo umano (HDI)
• L'Indice di sviluppo umano (HDI-Human development index) è un indicatore di sviluppo
macroeconomico realizzato dall‘economista pakistano Mahbub ul Haq nel 1990, sviluppando
un’iniziale proposta di Amartya Sen.
– Viene utilizzato, accanto al PIL, dalle Nazioni Unite a partire dal 1993 per valutare la qualità della vita nei paesi membri.
– Si cercò quindi, attraverso l'Indice di sviluppo umano, di tener conto di differenti fattori, tra i quali anche il PIL pro capite,
che non potevano essere detenuti in modo massiccio da un singolo individuo, come l‘alfabetizzazione e la speranza di vita.
– Il concetto di sviluppo umano viene elaborato, alla fine degli anni 80, dall’UNDP, al fine di superare ed ampliare
l'accezione tradizionale di sviluppo incentrata solo sulla crescita economica.
• Lo sviluppo umano coinvolge alcuni ambiti fondamentali dello sviluppo economico e sociale:
– la promozione dei diritti umani e l'appoggio alle istituzioni locali con particolare riguardo al diritto alla convivenza pacifica,
– la difesa dell‘ambiente e lo sviluppo sostenibile delle risorse territoriali,
– lo sviluppo dei servizi sanitari e sociali con attenzione prioritaria ai problemi più diffusi ed ai gruppi più vulnerabili,
– il miglioramento dell‘educazione della popolazione, con particolare attenzione all'educazione di base,
– lo sviluppo economico locale,
– l'alfabetizzazione e l'educazione allo sviluppo,
– la partecipazione democratica,
– l'equità delle opportunità di sviluppo e d'inserimento nella vita sociale
• Idea retrostante all’indice
– Un buon indicatore deve mediare tra la sintesi, la semplicità di calcolo e il contenuto informativo
– Molti di questi ambiti sono tra loro correlati, e non occorre monitorarli sistematicamente tutti
– L’indice si concentra su tre dimensioni: la ricchezza pro-capite, la salute (aspettativa di vita) e l’istruzione
Metodo di calcolo di HDI
• HDI = media aritmetica dei tre indici seguenti:
– Indice di Aspettativa di Vita (AV) = (AV – 25) / (85 – 25)
– Indice di Educazione = LIA * 2/3 * ILI * 1/3
• Con Livello di Istruzione degli Adulti (LIA) = (TIA / 100)
• TIA = tasso di istruzione degli adulti
• Indice di iscrizioni scolastiche (ILI) = TCLI / 100
• TCLI = tasso combinato lordo di iscrizioni scolastiche
– Indice PIL procap = (log(PILpc) – log 100) / log 40000 – log 100
• La scala dell'indice è in millesimi decrescente da 1 a 0
– paesi ad alto sviluppo umano (indice compreso tra 1 e 0,800),
– paesi a medio sviluppo (indice compreso tra 0,799 e 0,500),
– paesi a basso sviluppo (indice compreso tra 0,499 e 0).
L’indice di sviluppo umano: il rapporto 2018
• Indice medio globale dal 1990 passa da 0,598 a 0,728
– Andamento abbastanza parallelo,
– incremento significativo negli anni 90 e un incremento più lento negli anni successivi
• Al di sotto del valore soglia di 0,5 stanno 22 paesi, tutti localizzati in Africa
– I paesi Africani subsahariani con il più alto indice sono Gabon e Sud Africa, che si posizionano al 119° e
121° posto.
– Ben nove paesi sono passati alla fascia di medio sviluppo rispetto al precedente rapporto.
• Al di sopra della soglia 0,8 troviamo 70 paesi,
– sono presenti tutti i paesi sviluppati di Nord America, Europa occidentale, Far East e Oceania,
– oltre ad alcuni PVS soprattutto localizzati in Europa dell’est, America latina, Caraibi, Sud-est asiatico e i paesi
del petrolio della ricca Penisola Araba.
– Le promozioni in fascia alta sono 7 (Albania, Bielorussia, Brasile, Libia, Macedonia e Arabia Saudita
• Relazione tra PIL pro capite e HDI
– Si conferma la tesi secondo cui la correlazione è diretta e piuttosto forte nei primi stadi dello sviluppo 
uscita dal sottosviluppo comporta una crescente intermediazione del mercato e una minore produzione
destinata ad autoconsumo
– La correlazione è più debole per livelli di PIL pro-capite più elevati
HDI, 1990 - 2017
1,000

0,900

0,800

0,700

0,600

0,500

0,400

0,300

0,200

0,100

0,000
1990 2000 2010 2017

Developing countries Least developed countries Small island developing states OECD World
HDI per area geografica, 1990 - 2017
0,900

0,800

0,700

0,600

0,500

0,400

0,300

0,200

0,100

0,000
1990 2000 2010 2017

Arab States East Asia and the Pacific Europe and Central Asia Latin America and the Caribbean South Asia Sub-Saharan Africa
HDI e PIL pro capite
Relazioni positive tra PIL e benessere
• PIL e clima
– Crescita del PIL nel XX secolo ha portato una drastica riduzione della mortalità
associata alle catastrofi naturali
– Bangladesh: rischio legato a inondazioni è oggi notevolmente inferiore rispetto a un
secolo fa
– USA: mortalità associata a ondate di calore è diminuita del 75% dagli anni 60 a oggi
• PIL e inquinamento
– Livello degli inquinanti locali è fortemente diminuito in associazione con la crescita del
PIL (es. polveri; SOx; inquinamento idrico; gestione rifiuti)
• PIL e biodiversità
– Se a livello globale e nella maggior parte dei paesi poveri la relazione è ancora
negativa (+ PIL  - biodiversità), in Europa Occidentale la tendenza si è da tempo
invertita
– Superficie foreste in Europa e USA sta aumentando
Il rapporto Stiglitz-Sen-Fitoussi

• Nel febbraio 2008, il governo francese istituisce una


commissione con l’incarico di:
– Riflettere su limiti del PIL come indicatore di benessere e sviluppo sociale
– Proporre indicatori alternativi ed evidenziare i dati e le informazioni
necessarie per calcolarli in modo sistematico
– I risultati dei lavori sono disponibili su: www.stiglitz-sen-fitoussi.fr
• Le premesse
– Gli indicatori statistici e quantitativi sono di grande importanza nel
guidare l’azione dei policymakers e nel rendere confrontabili le situazioni
– La scelta degli indicatori è pertanto cruciale: un indicatore distorto può
favorire analisi non corrette e ispirare decisioni che non si muovono nella
giusta direzione
Il rapporto Stiglitz-Sen-Fitoussi
• Attenzione a non buttare via il bambino insieme all’acqua sporca
– Per quanto il PIL abbia molti limiti, la misura della produzione è comunque un dato
fondamentale
– Soprattutto per i paesi poveri, il PIL misura anche la fetta di sistema economico che
transita dall’economia domestica, informale e di sussistenza al mercato
• Il principale problema per i paesi sviluppati e inseriti in un’economia di scambio
globale consiste nella maggiore difficoltà di misurazione
– Dimensione qualitativa vs. quantitativa
– Valore del tempo libero
– Dimensione formale vs. informale: se nei PVS l’uscita dall’informalità è generalmente
sinonimo di sviluppo, nei PS non è necessariamente vero (es. no-profit)
– Presenza di esternalità (es. consumo di capitale naturale)
– Divergenza tra valore d’uso e valore di scambio (es. beni forniti dall’amministrazione
pubblica vengono valutati in base al costo degli input e non al valore dell’output)
• Necessario passare da un sistema di misurazione focalizzato sulla produzione a
uno focalizzato sul benessere delle persone
Il rapporto SSF: raccomandazioni (1)
• Nel valutare il benessere materiale, focalizzarsi sul reddito e il consumo, e non
sulla produzione
– Il PIL misura solo la produzione scambiata sul mercato; per quanto importante, questa non va
confusa con il benessere
– Il benessere materiale è più facilmente correlato con il reddito reale e i livelli di consumo
• Enfatizzare la prospettiva a partire dalle famiglie
– La famiglia rimane dappertutto la cellula di base della società; ragionare del reddito e del
consumo familiare è più utile e indicativo che il valore totale o pro-capite
– Evidenza che PIL per famiglia è cresciuto meno rapidamente di PIL pro capite
– Una prospettiva focalizzata sulla famiglia deve tener conto anche delle componenti di reddito
monetario o reale trasferito dallo stato (es. welfare e servizi) così come dei processi di
autoconsumo
– Problema: cosa si deve intendere esattamente per «famiglia»?
• Considerare reddito e consumo congiuntamente alla ricchezza
– Una famiglia che risparmia molto e incrementa la propria ricchezza (invece che il consumo
corrente) non gode per questo di un benessere inferiore
– Occorre considerare non solo i flussi (reddito) ma anche gli stock (ricchezza), eventualmente
anche ricorrendo a indicatori non monetari (es. il possesso della casa)
Il rapporto SSF: raccomandazioni (2)
• Attribuire importanza al modo con cui reddito e ricchezza sono distribuiti
– I valori medi sono importanti, ma non dicono tutto
– Occorrono indicatori che illustrino la struttura della distribuzione
– Occorre anche concentrare l’attenzione su ciò che accade ai livelli più bassi della piramide
sociale
• Considerare anche la produzione non per il mercato
– Autoproduzione all’interno della famiglia
– Non profit e reti di collaborazione sociale
– Considerare il valore del tempo libero e della ricreazione
• Al fine della valutazione del benessere complessivo, può essere opportuno
disaggregare il consumo e valutare separatamente alcune dimensioni cruciali
– Standard di vita materiale (consumi e ricchezza)
– Salute
– Istruzione
– Soddisfazione derivante dalle attività personali (incluso il lavoro)
– Capacità di manifestare la propria voce nel processo politico
– Reti sociali, inclusione sociale e qualità delle relazioni umane
– Qualità dell’ambiente (per la generazione presente e per quelle future)
– Sicurezza personale
Il rapporto SSF: raccomandazioni (3)
• La qualità della vita dipende dalle obiettive condizioni di accesso alle principali
funzionalità dell’esistenza (capabilities); le politiche pubbliche dovrebbero
prioritariamente puntare ad accrescere:
– I livelli di salute, istruzione e qualità delle attività personali
– La qualità dell’ambiente
– Il rafforzamento e miglioramento delle connessioni e dell’inclusione sociale
– Il rafforzamento della capacità delle persone di partecipare alla vita politica
– La sicurezza personale
• Gli indicatori di consumo e ricchezza devono pertanto integrare anche
indicatori riferiti alle principali capabilities
– Gli indicatori di qualità della vita devono essere in grado, a loro volta, di comprendere non
solo i valori assoluti e le medie, ma anche e con maggior enfasi la distribuzione e la situazione
delle fasce sociali più deboli e degli immigrati
– E’ fondamentale conoscere le relazioni che sussistono tra le diverse componenti della qualità
della vita, e non considerarle come isolate e indipendenti
– Le statistiche nazionali dovrebbero fornire informazioni sufficientemente disaggregate al fine
di consentire l’elaborazione di indicatori alternativi
– Accanto agli indicatori quantitativi e oggettivi, è opportuno affiancare anche gli indicatori di
benessere percepito e la valutazione soggettiva
Il rapporto SSF: raccomandazioni (4)
• La valutazione della sostenibilità è fondamentale, ma
controversa; occorre un approccio pragmatico
– A sua volta, la costruzione di indicatori di sostenibilità non è neutrale
– La misurazione solo monetaria delle variazioni dello stock di capitale naturale, allo
stato attuale dell’arte, è utile ma non sufficiente; occorre affiancare agli indicatori
monetari anche indicatori fisici opportunamente scelti
– Coinvolgendo una componente intergenerazionale, la dimensione della
sostenibilità potrebbe essere in contraddizione con i livelli di vita della generazione
presente; anziché fornire valori “netti” è preferibile presentare le due questioni
separatamente
– Poiché in natura i processi sono discontinui, occorre che gli indicatori di
sostenibilità diano conto anche della maggiore o minore vicinanza di soglie
potenzialimente critiche, e della velocità con cui ci si sta avvicinando a questi valori
«Economia della ciambella»
https://sustainabledevelopment.un.org
https://sdgs.un.org/goals
GOAL 1 Target Indicator
By 2030, eradicate extreme poverty for all people everywhere, Proportion of population below the international poverty line, by sex, age,
1.1 currently measured as people living on less than $1.25 a day employment status and geographical location (urban/rural)
End poverty in all its forms everywhere
By 2030, reduce at least by half the proportion of men, women Proportion of population living below the national poverty line, by sex and age
and children of all ages living in poverty in all its dimensions
1.2 according to national definitions Proportion of men, women and children of all ages living in poverty in all its
dimensions according to national definitions

Implement nationally appropriate social protection systems Proportion of population covered by social protection floors/systems, by sex,
and measures for all, including floors, and by 2030 achieve distinguishing children, unemployed persons, older persons, persons with
substantial coverage of the poor and the vulnerable disabilities, pregnant women, newborns, work-injury victims and the poor and
1.3 the vulnerable

By 2030, ensure that all men and women, in particular the poor Proportion of population living in households with access to basic services
1.4 and the vulnerable, have equal rights to economic resources, as
well as access to basic services, ownership and control over
Proportion of total adult population with secure tenure rights to land, with
land and other forms of property, inheritance, natural
legally recognized documentation and who perceive their rights to land as
1.5 resources, appropriate new technology and financial services, secure, by sex and by type of tenure
including microfinance

By 2030, build the resilience of the poor and those in Number of deaths, missing persons and persons affected by disaster per
vulnerable situations and reduce their exposure and 100,000 people
vulnerability to climate-related extreme events and other
Direct disaster economic loss in relation to global gross domestic product
1.6 economic, social and environmental shocks and disasters (GDP)a
Number of countries with national and local disaster risk reduction strategies

Ensure significant mobilization of resources from a variety of Proportion of resources allocated by the government directly to poverty
sources, including through enhanced development reduction programmes
cooperation, in order to provide adequate and predictable
1.a means for developing countries, in particular least developed Proportion of total government spending on essential services (education,
health and social protection)
countries, to implement programmes and policies to end
poverty in all its dimensions
Create sound policy frameworks at the national, regional and Proportion of government recurrent and capital spending to sectors that
international levels, based on pro-poor and gender-sensitive disproportionately benefit women, the poor and vulnerable groups
1.b development strategies, to support accelerated investment in
poverty eradication actions
ESERCITAZIONE: IL RAPPORTO ISTAT
SUL BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE
Gli indicatori del BES
ISTRUZIONE E
SALUTE FORMAZIONE
Gli indicatori del BES
LAVORO E CONCILIAZIONE
BENESSERE ECONOMICO
TEMPI DI VITA
Gli indicatori del BES
POLITICA E ISTITUZIONI
RELAZIONI SOCIALI
Gli indicatori del BES
SICUREZZA
BENESSERE
SOGGETTIVO
Gli indicatori del BES AMBIENTE

PAESAGGIO E PATRIMONIO
NATURALE
Gli indicatori
INNOVAZIONE, RICERCA
del BES
QUALITA’ DEI SERVIZI
E CREATIVITA’
LA VALUTAZIONE DELLE POLITICHE:
L’ANALISI COSTI - BENEFICI
Le decisioni di investimento private
• Come fanno le imprese private a prendere decisioni strategiche ?
– Individuazione delle alternative a disposizione (compresa quella di lasciare le cose come
stanno)
– Individuazione delle conseguenze (positive e negative) di ciascuna alternativa: input da
acquistare, output che è possibile ottenere
– Attribuzione di un valore economico a input e output
– Confrontare i valori positivi con quelli negativi
• Quali sono le variabili da considerare?
– Logica with / without: vanno presi in considerazione solo i benefici e i costi che si verificano nel
caso in cui si intraprenda l’iniziativa, e non si verificherebbero in caso contrario
– Attenzione ai doppi conteggi!
• Come confrontare costi e benefici ?
– Problema principale: costi e benefici si manifestano con un profilo temporale differenziato (in
particolare, i costi si concentrano nella fase iniziale, mentre in futuro possiamo attenderci un
flusso di benefici per un certo periodo
– Soluzione: scontare tutti i valori riportandoli a un momento di tempo predefinito
– Un’impresa privata sconterà i valori monetari utilizzando un tasso di sconto pari al costo del
capitale investito; la decisione avrà un effetto atteso positivo se il suo “valore attuale netto” è >
0
Un esempio
• Voglio aprire un ristorante
– Che tipo di costi devo sostenere?
– Quali costi devono essere anticipati, e quali invece saranno variabili in funzione del volume di
attività?
– Devo sostenere un investimento per attrezzare la cucina: meglio farlo o tenermi le attrezzature
che ho già? Meglio farlo oggi o rinviarlo di un anno?
– E’ desiderabile per l’economia locale che aprano nuovi ristoranti? Di che genere?
• A seconda del tipo di posizionamento che scelgo:
– Cambiano i flussi economici a mia disposizione
– Cambiano i flussi economici che interessano l’insieme delle attività di mio interesse
– Cambiano i flussi economici del sistema economico nel suo insieme (es. occupazione; valore
aggiunto delle filiere legate alla mia attività; «marketing territoriale» e attrattività del territorio
• La valutazione dei progetti mi fornisce alcune informazioni utili
– Il progetto genera un valore positivo o negativo?
– Come si posiziona il progetto rispetto alle alternative di cui dispongo?
– Come cambia la risposta se adottiamo una prospettiva della singola iniziativa, dell’impresa o del
gruppo di imprese di cui fa parte, della collettività, delle generazioni future?
Quando un progetto è conveniente?
Quando migliora la Quando la qualità è
situazione, anche ambientale! migliore, a parità di
Quando i benefici
costo
superano i costi

Quando costa meno,


a parità di qualità
Quando un progetto è conveniente ?
• Tutte le risposte date sono corrette, a seconda delle circostanze!
– La risposta giusta dipende dalla prospettiva nella quale ci poniamo e dagli obiettivi
della valutazione
– La risposta giusta dipende anche dalle informazioni che abbiamo a disposizione (ad
es. se siamo in grado di quantificare in termini economici tutte le dimensioni rilevanti
oppure no)
– La risposta giusta dipende dai vincoli entro i quali operiamo (es. di tipo normativo)
• Prospettive di valutazione
– Pubblica  ci interessa l’impatto complessivo del progetto sul benessere della
collettività
– Privata  ci interessa l’impatto del progetto sull’impresa
Generalità sull’ACB
• Che cos’è l’ACB
– tecnica di analisi finalizzata a confrontare l’efficienza di differenti alternative (politiche
pubbliche, progetti, interventi di regolazione) utilizzabili in un dato contesto per raggiungere un
obiettivo ben definito.
– verifica se i benefici che un’alternativa è in grado di apportare alla collettività nel suo
complesso, i benefici sociali, sono maggiori dei relativi costi (costi sociali).
– Un progetto è giudicato desiderabile nel caso in cui dal confronto tra i benefici totali e i costi
totali risulti una prevalenza dei primi, il che equivale a sostenere che la collettività nel suo
insieme riceve un beneficio netto dalla sua realizzazione.
– In presenza di opzioni alternative di intervento, è giudicata preferibile l’opzione in cui la
prevalenza dei benefici sui costi è maggiore.
– Logica: le risorse di una collettività sono limitate e il decisore politico deve destinarle agli
interventi che massimizzano il beneficio netto per la società.
• Comporta un confronto – implicito o esplicito – tra più alternative.
– Nel caso in cui oggetto di un’ACB è una sola opzione di intervento, il risultato ottenuto
permette di verificare se la stessa è preferibile al lasciare immutata la situazione attuale (status
quo); si è quindi in presenza di un confronto implicito tra l’intervento e lo status quo.
– Se invece l’ACB è sviluppata con riferimento a due o più possibili opzioni alternative di
intervento, finalizzate al raggiungimento del medesimo obiettivo, allora costituisce uno
strumento per la scelta dell’alternativa preferibile.
Principi generali
• Approccio microeconomico
– Vengono considerati gli effetti diretti dell’intervento sulle variabili obiettivo
– Non vengono considerati di solito – soprattutto per difficoltà di calcolo – effetti indiretti,
quali la crescita economica o gli impatti indiretti su altri settori
• Costo-opportunità sociale
– Vanno considerate tutte le variazioni di utilità (benessere) che l’intervento genera
– E’ sempre necessario considerare ciò che accadrebbe in assenza del progetto
– I «costi» da considerare sono i costi-opportunità, ossia i sacrifici che l’intervento
comporta per altre eventuali destinazioni delle stesse risorse
• Es. il costo-opportunità di un immobile pubblico esistente non è il suo costo di costruzione, ma la
migliore destinazione d’uso alternativa cui lo potrei adibire se non lo impiegassi nel progetto

• Prospettiva di lungo periodo


– Vanno considerati benefici e costi futuri, con un orizzonte temporale il più possibile
lungo
– Ciò comporta la difficoltà di ricondurre ad oggi i valori futuri  operazione di sconto
– E comporta anche la necessità di considerare l’incertezza e il rischio
Principi generali
• Metro monetario
– Per essere valutati nell’ACB, tutti i benefici e i costi devono essere
ricondotti a una comune unità di misura, il valore monetario
– Ciò comporta la necessità di effettuare valutazioni «fuori mercato»
• Logica incrementale
– Si deve considerare gli effetti dell’intervento secondo una logica «with-
without»
– Il «controfattuale» rispetto al quale effettuare il confronto va scelto con
attenzione
– Tutti i costi e benefici che si sarebbero verificati comunque vanno
esclusi
– Attenzione ai doppi conteggi!
Perché «monetizzare» i benefici?
• Esempio: come scegliere tra:
– A pesa di più; B è più alto; C è più bello; D costa meno
– Solo se un’alternativa «domina» le altre sotto tutti i punti di vista la monetizzazione è inutile
• Esigenza fondamentale: ricondurre a un’unità di misura comune
– Per rendere confrontabili alternative «non dominate è necessario ricondurle a un’unità di
misura comune
– Es. quanto «vale» per noi il fatto di avere un’alternativa più alta? O più pesante? Quanti kg in
più deve pesare A per compensare la differenza di altezza con B, rendendoci indifferenti tra le
due soluzioni?
– Utilizzo del metro monetario implica il fare riferimento all’utilità (benessere) che i portatori di
interesse ricevono per effetto della politica
• Una conseguenza importante
– Il beneficio va misurato in termini di WTP, non di prezzo di mercato!
• Es. se un individuo che possiede una WTP di 10 euro per un litro di vino il cui prezzo di mercato è 8 euro, il
beneficio corrispondente all’ottenimento a titolo gratuito del litro di vino è pari per l’individuo a 10 euro, non a 8 euro.
– La WTP della collettività per fruire o evitare l’impatto di una politica pubblica si può derivare
dalla stima della variazione del surplus del consumatore relativo a quella collettività.
Come monetizzare i «costi»?
• I costi rilevanti sono i «costi opportunità»
– Es. se un imprenditore si attribuisce un salario annuo di 30 mila euro, quando, se lavorasse per altre imprese data la
propria specializzazione, guadagnerebbe 50 mila euro l’anno, il costo (opportunità) del suo lavoro da imputare alla sua
impresa nell’analisi costi-benefici è di 20 mila euro.
– L’impatto in termini di costo opportunità di una politica pubblica si può derivare dalla variazione del surplus del produttore
corrispondente alla politica.
• Nei casi in cui i costi ed i benefici siano riferibili a beni il cui mercato esiste e funziona bene (ossia
nel caso in cui non vi siano fallimenti di mercato) i prezzi di mercato forniscono informazioni sulle
preferenze degli individui e riflettono i costi opportunità.
– Il surplus del consumatore e del produttore, e le loro variazioni, possono essere ottenute
dalla stima delle curve di domanda e di offerta del mercato.
• L’assenza di mercati ai quali riferire i costi ed i benefici complica l’espressione in termini monetari
dei costi e dei benefici.
– Si pensi per esempio ai benefici riferibili al senso della giustizia, o alla bellezza di un paesaggio.
– I beni immateriali in questione non possono essere oggetto di scambio, e non esistono curve di domanda e di offerta ad
essi riferibili.
– In queste circostanze la letteratura economica ha elaborato e fatto uso di particolari metodologie e criteri di analisi che
permettono la derivazione in termini monetari delle poste per l’analisi costi-benefici (cfr. oltre)
• Nei casi in cui, invece, i mercati non funzionano bene, come nel caso dei monopoli o falliscono,
come nel caso dei beni pubblici o in presenza di esternalità, i benefici e costi possono ancora
derivarsi delle variazioni di surplus, ma è necessario effettuare alcune correzioni per derivare delle
misure del surplus che riflettano i veri costi e benefici sociali.
Criteri di scelta
• I possibili indicatori:
– Valore attuale netto (se VAN > 0 il progetto è positivo)
– Rapporto benefici / costi (se B/C > 1 il progetto è positivo)
– Saggio di rendimento interno = valore di r che rende nullo il VAN (se
SRI > r di riferimento, il progetto è positivo)
• Criteri di scelta tra più alternative
– Si ordinano le alternative in funzione del saldo B-C, oppure del
rapporto B/C oppure di SRI
– Se le alternative presentano un profilo uniforme (tutti i costi nel primo
periodo e tutti i benefici nei periodi successivi) l’ordine che ne risulta è
sempre lo stesso
– Se invece presentano un andamento irregolare, possono risultare
ordinamenti diversi
Un esempio numerico

r = 10% r = 2%
Anno Benefici Costi Profitti (1 / (1+r))^t Profitto (1 / (1+r))^t Profitto
scontato scontato
1 3000 -3000 1 -3000 1 -3000
2 1200 200 1000 0,909 909 0,980 980
3 1200 200 1000 0,826 826 0,961 961
4 1200 200 1000 0,751 751 0,942 942
5 1200 200 1000 0,683 683 0,924 924

Totale 4800 3800 1000 170 808


VAN 170 808
B/C 1,047 1,215

SRI: tasso r per cui vale (Bt - Ct ) = 0


∑ t
(1 + r ) t

Nel nostro caso, il valore è SRI ≈ 12,6%


Dal privato al pubblico: principali differenze
• Criteri di valutazione
– Per un privato, la profittabilità dell’investimento è il criterio-guida dominante
– Per il pubblico esso non è unico (es. equità, sostenibilità ambientale)
– o si trova il modo di esprimere gli altri criteri nello stesso metro (convertendoli in valori
monetari), o si devono considerare a parte
• L’impresa si confronta con il mercato, lo stato non sempre lo fa
– Alcuni mercati potrebbero non esistere
– I prezzi di mercato divergono dai costi e benefici sociali
– In molti casi potrebbe non essere opportuno utilizzare il prezzo come misura del valore (es. beni
pubblici o quasi-pubblici)
• La valutazione sociale deve considerare tutto il “surplus del consumatore”
– L’impresa privata contempla solo i costi che sostiene direttamente e i benefici di cui si appropria
direttamente  considera solo il «surplus del produttore»
– Per la collettività contano anche costi e benefici “diffusi”
– Attenzione alle partite di giro (es. gettito fiscale)
• La valutazione deve essere focalizzata sul benessere sociale
– Fino a che punto è lecito utilizzare il metro monetario?
– Fino a che punto è lecito confrontare tra loro le dimensioni di valore?

WTP0

WTP1

WTP2

WTP3
DEMAND =
Marginal utility

Q0 Q1 Q2 Q3 Quantity
Someone is willing to pay WTP0 for Q0, etc.
The TOTAL VALUE associated to Q is the sum of individual WTP for each quantity
SUPPLY =
€ Marginal cost

MC3

MC2

MC1

Q1 Q2 Q3
Supplying Q1 implies an additional cost of MC1, etc Quantity
The TOTAL COST associated to Q is the area below the MC curve (integral)
€ Marginal cost

Consumers’ surplus Market price

Marginal utility

Q1 Q* Q2 Quantity
A private investor will consider Benefits = market price * Q
Consumers’ + Producers’ surplus (= net social benefit) is the difference between total value and total cost
Misunderstandings about money
• John Adams’ paradox: what’s the price of your grandmother?
– There is no money that can compensate for the loss of absolute values (such as the life of
an individual from its own perspective)
– Individuals may be more or less open to risk, but there is a threshold above which no
compensation will be accepted
– (may I add heroes donate their life to values that they deem superior, surely not money)
• We can ask a number of similar questions:
– What is our WTP to avoid that Venice sinks into the lagoon like Atlantis, because of
climate change?
– What is the minimum price you would deem acceptable for having your daughter
prostituting on the main street?
– What is the right price for selling your brother to slave merchants?
• Joseph’s price: 20 silver shekels (Gen. 37, 28)
• Read M.Sandel book “What money can’t buy” for further examples
– Clearly, our ethics refuses the idea that certain things can be sold
– Attaching a monetary value to such things means to degrade them
– But is this what we are actually doing when we use the money metric to support
decisions?
What is «valuation» about?
• When we are in front of mutually excludible choices, i.e.
– If I choose A, I cannot have B
– If I choose B, I cannot have A
– I have to choose whether to have A or B
• How to make a choice?
– At random
– Following values and norms that are imposed from the outside
– Rationally
• What does «rational» mean?
– Identify your objectives
– Identify available options (assume: A or B)
– Analyze the consequences of choosing A or B
• Whose perspective is considered?
• Identify causal relationships (and their degree of uncertainty)
• Direct vs. indirect consequences
• Strategic implications
• Leave space for the unknown
– Identify all relevant dimensions that are affected
– Measure the impact of predictable consequences on each relevant dimension
– Identify a criterion according to which a comparison can be made (must be coherent with your
objectives!!)
The problem of valuation
• Valuation requires that values are traded-off, i.e. compared
– A implies higher GHG emissions and less particles with respect to B.
– To decide which one is «better» we must establish a value hierarchy between GHG and particles.
How many particles are equivalent to 1 m3 of CO2?
• Key problem: choosing the metric
– A metric allows to make dimensions comparable
– Any metric we choose allows (some) comparison and neglects other possible comparisons
• E.g. meter, kg: A is longer than B, B is heavier than A
• Other criteria: beauty, age, healthiness
– The metric must be the same for all items if we want to reach an «objective» decision. In case they are
not, the choice will remain undetermined
• The economic metric: money
– An economist view: the important thing is not using money or anything else; it is instead the fact of
using the same metric for all items
– The market price indicates that someone is willing to pay that price to have something, and someone
else is willing to accept the equivalent amount of money in exchange
– MCArefuses to apply a common metric, but in the end people make a choice, and by doing so they
reveal the relative weight of each item, as if such a metric exists
• Why money and not something else?
– Money is the best indicator of the trade-offs in terms of value
• If someone willingly pays p for Q, it reveals that the value of Q is «at least» p
• If someone willingly gives Q in exchange for p, it reveals that its sacrifice is «not higher than» p
– Market transactions can be observed; no need to introduce value judgments
Economic and non-economic values
• Economic value  “willingness to pay” vs. “willingness to accept”
– Something has an economic value if it is tradeable  the economic value of
something for you is what you would be ready to accept (or give up) in order to accept
the loss of (obtain) an additional quantity
• Key assumption: values are commensurable  can be expressed in the same metric
– Money is a metric like any other  using monetary values implies that we consider
acceptable the idea of giving up some A if we get some B
– monetary valuation ≠ “commodification”: it does NOT mean that we are
considering to sell them on the market, abandoning them to “law of supply & demand”
– Other valuation techniques (e.g., MCA) do trade-offs as well!
– Algorithms are opaquer than monetization (which is at least easier to replicate)
• Non-economic values  no trade-off admitted
– “Market fundamentalism” refuses that such values exist (or should be considered)  if no one is
willing to pay to have something, this thing is valueless
– Maybe too narrow! What about justice, beauty, health, love, honor?
– The money metric is not neutral: it means that we accept that the perspective to consider is that
of individual utility (well-being)
The money metric
• Is money a universal metric?
– probably not
– but this is not particularly interesting, since we are not discussing about
«selling grandmothers»
• Monetary valuation concerns trade-offs that we actually make
when we decide
– Even if unpleasant to admit, our choices most of the times reveal that a
trade-off exists, at least implicit
– if I accept that the risk of having an accident is double, in exchange for
a shorter trip, it means that I evaluate this risk less worth than the time
saving. I am not selling anyone’s life, not even my own life
– Nobody is trying to measure the value of human life in absolute; we are
just trying to decide whether it makes sense to introduce a stricter
speed limit
• If individuals make this kind of consideration – or behave in a way
that is consistent with it - why should we not adopt the same
approach to evaluate options that concern society as a whole?
The money metric
• Questions about using monetary valuation
– What kind of information do we obtain? Is it worth knowing?
– Is monetary valuation reliable?
– Does it improve the degree of rationality of our decision?
– Are we better off if we apply this method?
– Is the world a better place to live, if economic valuation inspires
choices?
• What use can we make of this information?
– Following an «imperialistic» attitude, the response of economic
valuation should be regarded as a definitive test
– Following a more modest attitude, we may still retain it useful at
least because it unmasks value judgments and obliges those who
invoke non-tradeable values to make them explicit
Alternative ways to apply economics to decisions
• The (mainstream) economist’s answer  weak sustainability
– Using the money metric is a way as any other to make the «trade-off» explicit
– People face trade-offs all of the time, but remain implicit
– e.g. What is the optimal speed limit? If it were 30 km/hr, probably no one
would be killed or injured in road accidents anymore. Hence, why are people
driving faster? Why would people not accept such a speed limit?
– In principle, economics refuses all dimensions that cannot be monetized
• The (ecological) economist’s answer  strong sustainability
– The money metric is very useful anyway, BUT:
– Trade-offs are not all the same since values are not always comparable with
each other («a blue whale is not just like a very big cup of coffee»)
– Even if «in theory» many trade-offs can be made, we lack the information for
doing this in practice  precautionary principle
– To decide whether the trade-off is acceptable, one should identify «critical
ecosystem services» (no-regret approach)
– Whether something is critical, depends on culture (e.g. cows in India)
– What is critical today may not be critical in the future  burden of proof
Sustainability concepts and implications for valuation

TOTAL ECONOMIC VALUE TOTAL VALUE


Private use value Social use value Social use and Social economic and
non-use value non-economic value

Market fundamentalism: market prices are the sole indicator of value


Very Weak sustainability: market prices should be corrected to account for market failures
Weak sustainability: market prices must be corrected to incorporate non-market items
Strong sustainability: monetary prices capture only a part of the total value
Criteria to decide: mainstream economics
• Private cost-benefit: it is worth doing because it is convenient (from the
decisionmaker’s perspective)
– Economic indicator for producers: P – C > 0
– Economic indicator for buyers: WTP – P > 0
– If WTP – C > 0, there will always be a price inbetween that is satisfactory for both  the
market allows them to meet;
– Problems:
• does the market price include all dimensions that have value?
• Are all valuable dimensions traded on markets?
• Public cost-benefit: it is worth doing because it is convenient for the society as a
whole (even if it is not from the decisionmakers’ perspective)
– Economic indicator: WTPsocial – Csocial > 0
– Market values must be corrected if they fail to incorporate dimensions that have a value
for the society (e.g. externalities)
– Problems:
• can all values be measured in this way?
• What’s the implication of using money (or another metric) to aggregate and compare C&B?
• What is «the society», and who is entitled to represent it?
• How to consider redistributive outcomes?
Criteria to decide: ecological economics
• Ecological criterion: it is worth doing because otherwise a critical ecological
function associated to the natural capital would be lost
– Critical  not reproducible, not substitutable, essential input for an indispensable
ecological process
– Ecologic-economic indicator: Kn > K*; «tipping points» should not be trespassed
– Problem: identify what is really «critical»
• there are many ways to replace «natural capital» with «artificial capital»;
• many «natural capitals» have been lost in the past (e.g. dynosaurs) without affecting the planet’s
survival
• Technology and innovation have managed to find solutions to absolute scarcity of raw natural
resources: why shouldn’t they continue in the future?
• Ethical criterion: worth or not, it must be done because a superior norm
imposes it
– As a general rule, trade-offs are not admissible  «ecocentrism»
– The «common sense» and conventional wisdom are not always a good hint
– What was obvious for our grandfathers is not automatically valid today
– Problems:
• who is entitled to decide what are the superior principles and the ethical values?
• Who is entitled to speak in the name of Nature?
Implications for policy
• Very-weak sustainability
– Ensure that markets can function and «laissez-faire»
• Weak sustainability
– Send signals to correct prices in case the market fails
– Use economic incentives (e.g. taxes, subsidies)
• Strong sustainability
– Introduce norms and mandatory quantity targets
– Use economic valuation as a guidance, but admit exceptions in
case of CNC (e.g. precautionary principle)
• Very strong sustainability
– Fix norms according to ethics, justice etc, regardless of economic
valuation
Un esempio: le infrastrutture
• Le caratteristiche economiche delle infrastrutture
– Prevalenza dei costi fissi (investimento) su quelli variabili (gestione)
– Vita economica lunga
– Investimento “corposo” (bulky): l’infrastruttura si fa o non si fa, difficilmente può essere
incrementata al margine; ma se si fa, e fino al raggiungimento della congestione, è
indifferente che la usi un individuo in più
• Benefici privati e benefici diffusi
– Cfr. figura: il surplus del consumatore (pari all’area sottesa dalla D, al netto del prezzo
che occorre pagare) è massimo se non viene applicato alcun prezzo;
– ma in questo modo per l’impresa privata l’operazione sarebbe in perdita
– lo stato può finanziare l’infrastruttura attraverso le imposte, e renderla disponibile
gratuitamente
– Ma come fa lo stato a stabilire se il costo vale la pena di essere sostenuto? Bisogna
misurare il surplus del consumatore (area sottesa dalla D) e confrontarlo con il costo
complessivo
– Come per l’investimento privato, anche qui ci troviamo in una situazione caratterizzata
da flussi di costi e benefici che si sviluppano nel tempo
Surplus del consumatore e investimenti in infrastrutture
Capacità dell’infrastruttura

H
Domanda

Costo totale dell’opera


P = CMe A D

B C
P < CMe
Dimensione
C infrastruttura
O
Qg Qc
Se il surplus del consumatore (area sottesa dalla D compensata) è > del costo, conviene realizzare l’opera.
Il surplus del consumatore è f dell’eventuale pedaggio: SC = ADH (P=CMe): SC = BCH (P<CMe)
Il surplus totale è dato da ST = SC – CT, ed è massimo per P = 0
Individuazione dei costi e dei benefici
• Benefici associati all’infrastruttura (es. tunnel per la TAV)
– Riduzione dei tempi necessari a collegare due località
– Riduzione dei costi di trasporto e aumento della competitività delle imprese localizzate nell’area
– Riduzione dell’inquinamento (es. trasporto su rotaia vs. gomma)
– Opportunità di lavoro e scambi economici rese possibili dall’abbattimento di costi e tempi di
trasporto
• Costi necessari per realizzare l’infrastruttura
– Costi monetari per realizzare l’opera
– Impatto sul paesaggio
– Costi ambientali per smaltire i materiali di risulta
– Impatto sulla salute dei cittadini dovuto al cantiere
– Mancato guadagno per alcune iniziative economiche che si basavano proprio sul fatto che il
trasporto richiedesse più tempo (es. bar e distributori di benzina)
– Costi relativi alle attività economiche che vengono sostituite (pedaggi autostradali; reddito netto
degli autotrasportatori)
– Costi legati allo «status» delle comunità che ospitano l’infrastruttura (es. «dustbin effect»)
Il valore dei “beni intangibili”

• Esempio: realizzazione di un’area protetta


– Benefici = protezione dell’ambiente;
– Costi = mancate opportunità di sfruttamento economico
• Caratteristiche del problema
– Non tutti i beni sono scambiati sul mercato; dunque non hanno un prezzo
– Come confrontare situazioni non commensurabili e sapere se un certo costo
economico “vale la pena” a fronte dei benefici non monetari che ne derivano?
• La soluzione dell’ACB: ricorrere a stratagemmi che permettano di
associare ai beni intangibili un valore economico
– L’obiettivo non è tanto quello di stabilire un valore, ma quello di rendere omogenei i
termini di confronto tra diverse alternative
– Spesso non serve sapere quanto vale il bene, ma individuare una certa soglia al di
sotto della quale il valore del bene sicuramente non sta
Strumenti e metodi per valutare i beni senza prezzo
• Metodi indiretti: cercano di ricostruire il valore del bene intangibile a partire dal comportamento del
consumatore e dalle variazioni di valore di beni che sono in qualche modo correlati
– Travel cost method: si basa sui costi che gli individui sopportano per fruire del bene
– Hedonic price method: si basa sulle variazioni di valore di certi beni privati (tipicamente, gli immobili, ma anche
i salari, i redditi agricoli etc)
– Averting behaviour: si basa sui comportamenti che gli individui pongono in essere per evitare certi effetti
dannosi (es. installazione doppi vetri alle finestre; spese assicurative)
– Costi di ripristino: es. costi che il sistema sanitario deve sostenere per curare le patologie associate
all’inquinamento; costo che si dovrebbe sostenere per recuperare la situazione preesistente; costi che si
dovrebbero sostenere per mettere a disposizione un certo bene pubblico con la migliore tecnologia disponibile
• Metodi diretti:
– Contingent valuation: si basa su interviste volte a valutare la disponibilità a pagare (teorica) degli individui sulla
base di un ragionamento ipotetico nel quale si “finge” che l’individuo debba pagare
– Experimental choice: agli individui viene chiesto di scegliere tra diversi scenari strutturati, in cui alla presenza
del bene ambientale è associato un certo costo
– Sondaggi e indagini di mercato: si valuta la disponibilità teorica a pagare per un certo bene pubblico
ADVANTAGES DRAWBACKS APPLICABILITY TO WASTE
MANAGEMENT
1.1 Simple and easy to understand
Market Readily available for marketed items only Financial cost of waste
prices May be distorted by market power processing phases
Fail to include externalities Market price of materials and
energy
1.2 Good proxy of market prices if not available
Production Requires ad-hoc assumptions about Compare recycled w/ virgin
function alternative solutions materials
High data requirement
1.3 Appropriate to evaluate critical ES
Restoration May severely overestimate value of non- Restoration of contaminated
cost critical ES land
Does not measure the value of the ES
2.1 HPM Based on real market data (even indirectly Data requirement Disamenity cost of disposal
linked with the relevant one) Applicable only to limited cases facilities
2.2 Relatively inexpensive if data are available Capture only a part of TEV Light damages to health
Averting
behavior Value of ES influenced by proximity to
settlements
2.3 TCM Not applicable

3.1
Contingent Very flexible and cheap Hypothetical situation  biased answers Participation to separate
valuation “Protest zero” collection
3.2 Easy to manipulate
Choice With respect to 3.1, allows to reduce Valuation of quality
experiment “embedding bias” and consider many value Respondents not qualified or informed improvements of WM service
components simultaneously Reflects volatile crowd’s sentiments Demand for recycled
Reflects possibly irrational pulsions products
4.1 Most inexpensive CAC and GHG cost
Benefit Reliability of original studies
transfer Comparability of situations
4.2
Meta- With respect to 4.1 reduces arbitrariness Results influenced by “cherry-picking”
analysis
4.3
Engineering Relatively inexpensive Requires ad-hoc assumptions Financial cost of waste
cost Also applicable to restoration cost Theoretical cost not always coherent with processing phases
market
4.4 Expert-based Relatively inexpensive Highly hypothetical and possibly biased
Il valore economico del tempo
• Esempio: realizzazione del Passante di Mestre
– Costi = realizzazione dell’opera; impatto ambientale; consumo di suolo
– Benefici = riduzione dei tempi di attesa in coda; riduzione numero incidenti
• Soluzioni possibili
– Si considera un campione di utenti tipici dell’infrastruttura in questione nell’ora di punta, o
attraverso specifici questionari o indagini dirette sul comportamento dei viaggiatori
– Si calcola il loro saggio di salario orario
– Beneficio = salario orario * numero di ore risparmiate
– Ipotesi sottostanti:
• Il salario è la misura al margine del valore del tempo libero  se per quel salario l’individuo decide di
lavorare un certo n di ore, vuol dire che per lui è indifferente rinunciare a un’ora di tempo libero
aggiuntiva in cambio di quel salario
• In realtà, numerosi studi mostrano che occorre distinguere a seconda del tipo di lavoratore (dipendente
o autonomo, usurante o piacevole) e del motivo del viaggio
– In alternativa, si può effettuare una valutazione basata sulla stima della “disponibilità a pagare”,
simulando ad es. una situazione in cui l’intervistato è chiamato a esprimere una preferenza tra
la situazione attuale e una in cui l’infrastruttura esiste ma il suo reddito viene decurtato
Un esempio: le linee guida UK
• Il Department of Transport inglese ha elaborato sulla base dei risultati della
letteratura economica alcune raccomandazioni volte a uniformare il calcolo
del valore del tempo nell’analisi dei progetti di trasporto
– Se il viaggio è svolto durante l’orario di lavoro, o come parte di esso, V = costo lordo
del lavoro, comprensivo degli oneri fiscali, previdenziali e degli altri costi a carico del
datore
– Il valore del tempo speso per recarsi al lavoro è pari a 1,27 – 1,43 volte il reddito orario
medio
– Il valore del tempo speso ad attendere il mezzo o per recarsi alla fermata è da
considerarsi pari al doppio del salario
– Utilizzare un unico valore per il “tempo equivalente”, a meno che i viaggiatori
interessati non presentino profili sociali e familiari molto diversi dalla media nazionale
(es. uno scuolabus)
– Per la durata temporale considerata, il valore del tempo cresce annualmente in
relazione alle ipotesi di crescita del PIL
– Il valore unitario del tempo è lo stesso sia che si tratti di attese brevi che lunghe
Il valore economico della vita umana
• Esempi: è giustificata la spesa per …
– ricoprire una strada con asfalto drenante per ridurre il rischio di “acquaplanning” ?
– adottare una cura che, in media, prolunga la vita di un ammalato di tumore di un anno?
– una terapia che non migliora la speranza di vita, ma consente una migliore qualità della vita nel
periodo che rimane?
– Utilizzare tecnologie inquinanti (es. per la produzione di energia o per la gestione dei rifiuti) cui
sono associate patologie e mortalità?
• Esempi: disponiamo di un budget limitato e dobbiamo decidere:
– un nuovo reparto di terapia intensiva o dotare tutte le case in cui vivono persone anziane di
corrimano di sicurezza per prevenire le cadute?
– ricoprire le strade di asfalto drenante o dotarle di pannelli elettronici che segnalano le code?
• Esempi: dobbiamo decidere
– Qual è il limite di velocità da imporre sulle autostrade?
– E’ preferibile adottare limiti differenziati se la strada è a due o tre corsie, o in galleria?
– È opportuno imporre l’obbligo di casco in moto o cintura di sicurezza in auto?
– Quali sono i limiti da imporre alle emissioni inquinanti di una centrale elettrica?
– E’ opportuno porre un limite massimo alla presenza di determinate sostanze nell’acqua di
rubinetto?
Il valore economico della vita umana
• Esempi: è giustificata la spesa per …
– ricoprire una strada con asfalto drenante per ridurre il rischio di “acquaplanning” ?
– adottare una cura che, in media, prolunga la vita di un ammalato di tumore di un anno?
– una terapia che non migliora la speranza di vita, ma consente una migliore qualità della vita nel
periodo che rimane?
– tecnologie inquinanti (es. per la produzione di energia o per la gestione dei rifiuti) cui sono
associate patologie e mortalità?
• Esempi: disponiamo di un budget limitato e dobbiamo decidere:
– un nuovo reparto di terapia intensiva o dotare tutte le case in cui vivono persone anziane di
corrimano di sicurezza per prevenire le cadute?
– ricoprire le strade di asfalto drenante o dotarle di pannelli elettronici che segnalano le code?
• Dibattito molto delicato e spesso frainteso
– La prima risposta che verrebbe in mente: ogni vita ha un valore inestimabile
– In realtà non stiamo parlando di “vita” con riferimento all’individuo, ma in termini statistici: es. su
una popolazione di 1000 persone, diminuire dello 0,1% la prob di morire in un incidente
equivale a una vita
– Misurare il valore economico degli “intangibles” non significa trasformarli in merci, ma piuttosto
identificare una soglia rispetto a cui il valore cercato è sicuramente superiore
– Occorre anche considerare che il «non fare niente» a sua volta può avere conseguenze per il
benessere collettivo o per la salute umana
Metodi utilizzati per valutare la vita umana
• Metodo “costruttivo” (detto anche “del capitale umano”): si basa sul salario che
la persona avrebbe guadagnato se fosse rimasta in vita
– Ipotesi sottostante: il valore economico di una vita equivale al contributo che quella
persona potrebbe dare al prodotto nazionale
– svantaggio: attribuirebbe un valore pari a 0 alle vite di chi non lavora
• Metodo della disponibilità a pagare
– Preferenze espresse: si basa su questionari che portano l’individuo ad esprimere in
modo velato e guidato la propria WTP per ridurre la probabilità di morire
– Preferenze rivelate: si basa sull’osservazione dei comportamenti di un campione di
individui di fronte a situazioni rischiose (es. prezzo delle polizze vita)
• Metodo dei «costi di ripristino»
• In entrambi i casi, si stima in primo luogo il beneficio fisico (in termini di anni di
vita guadagnati), e si procede poi all’applicazione del valore monetario
– Concetto di “quality adjusted life years” (QALY): Si tiene conto non solo del
prolungamento della speranza di vita del paziente, ma anche delle condizioni in cui
dovrà vivere in questi anni aggiuntivi
Estimation of the cost of a QALY for
some competing therapies
THERAPY QALY cost ($)

Neurosurgical intervention for head injury 240


GP advice to stop smoking 270
Pacemaker implantation 1.100
Valve replacement for aortic stenosis 1.140
Hip replacement 1.180
Coronary artery by-pass graft 2.090
Kidney transplant 4.710
Breast cancer screening 5.780
Heart transplantation 7.840
Continuous ambulatory peritoneal dialysis 18.830
Hospital haemodialysis 21.970
Neurosurgical intervention for malignant intracranial tumours 107.780
Source: Maynard, 1991
Estimated value of statistical life (VSL)

Authors Country Method VSL

Leiter and Pruckner Austria CV 1,9-5,1 M€


Alberini et al., 2005 Czech Republic CV 2,9 M€
Alberini et al., 2004 Fra/Ita/UK CV 2,3 M€
Alberini et al., 2004 Canada CV 0,9-3,7 M$
Alberini et al., 2004 US CV 1,5-4,8 M$
EU, DG Env, 2000 EU different 0,7-2,5 M€
Liu et al., 2004 Taiwan CV 2,8-11,8 M$
Persson et al., 2001 Sweden CV 2,6 M€
Viscusi et al., 2003 different Labour data 4,0-9,0 M$
Weiss et al., 1986 Austria Labour data 3,9-4,7 M$
Il costo-opportunità degli input

• Esempio: è giustificato trasferire del personale infermieristico dal


reparto di radiologia a una sala operatoria?
• Beneficio = valore da attribuire al prodotto del personale nella
sala operatoria
• Costo
– (predictive opportunity cost): Valore del prodotto cui si è di fatto
rinunciato (produzione di un’ora di lavoro nel reparto di radiologia)
– (ideal opportunity cost): valore max che si sarebbe potuto ottenere
impiegando il personale nella mansione più utile possibile
• In teoria la seconda alternativa è quella più corretta, ma non è
sempre facile conoscere la produttività del personale in tutte le
possibili mansioni
Il problema dei “prezzi ombra”
• Il costo di certi input per la collettività è diverso che per l’impresa privata
– Esempio: il costo del lavoro. Per l’impresa privata è dato dal saggio di salario, per lo Stato è dato dal saggio
di salario meno il sussidio di disoccupazione
• Più in generale: si deve tener conto del “costo opportunità”
– per le risorse che non presentano vincoli di scarsità, il costo opportunità è 0 !!
– es. uso di un immobile pubblico abbandonato (es. le caserme)
– Attenzione alle partite di giro! (es. il gettito delle accise sulla benzina nel caso della TAV)
• Il prezzo di mercato riflette il costo opportunità solo in concorrenza perfetta;
– d’altra parte in molti casi valutarlo correttamente è così difficile che in pratica si preferisce comunque
considerare il p di mkt.
– Rischio: provocare distorsioni “spiazzando” il settore privato
– Prezzi ombra “ottimali” si dovrebbero determinare in un contesto di equilibrio economico generale, trovando
il valore che massimizza il benessere complessivo;
– tuttavia data la complessità di questo esercizio, si utilizzano in pratica delle regole approssimate
• Harberger-Mishan: si basa su un criterio ortodosso dal punto di vista dell’economia del benessere (rifiuta le
comparazioni interpersonali)
– il prezzo-ombra ottimale deriva da una media ponderata fra il costo di produzione dell’input e il suo valore di mercato; i pesi
dipendono dalla variazione marginale che la spesa pubblica induce nell’offerta del settore privato e dall’aumento dei consumi
• Mirrlees-Dreze-Stern: i pesi dipendono anche dagli obiettivi redistributivi e “meritori”
• Tinbergen: si basa su indicatori che misurano il raggiungimento di obiettivi pubblici
I «prezzi ombra» in pratica
• Prezzi ombra degli input
– Se si tratta di beni scambiati sul mercato, considerare il prezzo alla frontiera (ossia il
prezzo CIF, comprensivo di trasporto e assicurazione prima dell’applicazione di
eventuali dazi all’importazione)
– Se si tratta di beni non acquisiti dal mercato e di importanza secondaria (es. costi
amministrativi, overheads), si applica uno «standard conversion factor» che misura il
rapporto tra il livello dei prezzi all’interno del paese e all’esterno (v. box)
– Se si tratta di beni fuori mercato ma rilevanti, si deve procedere con una correzione
ad hoc
– Per i costi del personale, si adotta un «salario ombra», che tiene conto della presenza
di imposte sui redditi, sussidi di disoccupazione etc (vedere oltre)
• Prezzi ombra degli output
– Il valore degli output deve essere ricondotto alla WTP


I fattori di conversione
Il «salario ombra»
• I salari di mercato possono risultare distorti
– imperfezioni presenti nel mercato del lavoro
– squilibri macroeconomici (es. disoccupazione persistente)
– I lavoratori percepiscono sussidi e integrazioni al salario
– presenza di un vasto settore di lavoro irregolare ed economia sommersa
• Salario ombra  costo opportunità sociale del lavoro
– Per lavoratori specializzati, si considera di solito il valore di mercato al netto delle
imposte
– Per quelli non specializzati assunti con forme di sussidio pubblico, si può presumere
pari al sussidio di disoccupazione o simili proxies
– Per quelli non specializzati assorbiti dai settori dell’economia informale, il salario
ombra corrisponde al valore dell’output unitario di quei settori (es. lavoro domestico)
• Una formula spesso utilizzata: 𝑆𝑊 = 𝑊 1 − 𝑡 1 − 𝑢
– t = aliquota media di imposta; u = tasso di disoccupazione
Saggio sociale di sconto e saggio di mercato
• Un problema delicato: la scelta del saggio di sconto
• Un privato sceglierà un tasso di mercato che rappresenta il costo del capitale
• Per le scelte pubbliche questo non è necessariamente ottimale
• Saggio sociale di sconto e tasso di mercato
– benefici e costi si estendono a più generazioni o per un periodo molto lungo
• Esempio: le scorie nucleari
• Il valore a oggi di 1.000 € tra 200 anni, al tasso del 5%, è pari a 0,06 € !!
– situazioni di elevata incertezza
• es. è opportuno investire in ricerca per ottenere un vaccino contro il carbonchio?
• collettività dovrebbe essere più neutrale rispetto al rischio  il privato corre il rischio di fallire, il
pubblico può sempre aumentare le imposte
– investimenti per preservare risorse naturali o patrimoni “irripetibili”
• decisioni irreversibili dovrebbero essere affrontate con un “più lungimiranza”
• concetto di “strong sustainability”: si applica in particolare al “capitale naturale critico”
• Principio di precauzione: equivale ad attribuire un valore molto alto (al limite infinito) al rischio di creare
situazioni irreversibili
• Es: il caso degli OGM
Pro e contro il “saggio sociale di sconto”
• Rischio di “spiazzamento” degli investimenti privati
– Sostenitori del saggio di mercato: il saggio di mercato misura il costo opportunità del risparmio
(valore di un € oggi in cambio di un certo pagamento domani
– Il k ha comunque un costo opportunità (crescita del debito pubblico)  concetto di «costo
opportunità dei fondi pubblici»
– Ma per molti economisti si dovrebbe usare un saggio nullo, o molto basso, soprattutto nei casi in
cui sono coinvolte dimensioni “cruciali” (es. “capitale naturale critico”) o sono in gioco rischi
irreversibili
• Costo-opportunità dei fondi pubblici (SRRI):
– si basa sull’idea che procurare 1 € di entrate pubbliche ha un costo per la collettività maggiore di
1 €, a causa delle distorsioni introdotte dalla tassazione
– Regola HM: r = media ponderata fra costo opportunità del K e saggio di mkt
– Una buona approssimazione: il tasso sui titoli di stato a lungo termine (risk-free)
• Saggio sociale di preferenza intertemporale (SRTP)
– Regola di Harberger-Mishan-Stern: SRTP = ηg + p
• p = saggio di preferenza intertemporale pura (senza premi per il rischio)
• g = tasso di crescita della spesa pubblica; η = elasticità del benessere sociale a g
Il SDR in pratica
• Il calcolo del SDR dipende da ipotesi arbitrarie
– Il saggio di preferenza intertemporale dipende sia dall’intrinseca «impazienza» e «miopia» degli
esseri umani, sia dal rischio di non poter godere dei benefici in quanto «potremmo essere morti»
• I valori stimati dagli economisti oscillano in genere tra 1 e 3%
• Ma è lecito trasporre questo ragionamento alla società intera? Es. Stern usa 0,1%
• EUROSTAT (2011) stima valori compresi tra 0,99% e 1,47% per i vari paesi dell’UE
– Da un punto di vista sociale, il «rischio di morte» dovrebbe essere considerato a livello aggregato
come «rischio di estinzione dell’umanità»
– L’elasticità del benessere sociale alla crescita del PIL discende in ultima analisi dal principio
dell’utilità marginale decrescente
• Se domani saremo più ricchi vuol dire che oggi siamo più poveri; e un € di consumo genera maggiore utilità per il
povero che per il ricco
• Tuttavia, gli individui hanno anche la tendenza a preferire di risparmiare in vista di necessità future
• Stime empiriche forniscono in genere valori > 1
• Linee guida nazionali applicate nei vari paesi
– Sono in genere stati individuati da speciali commissioni di esperti
– Linee guida EU (Cohesion Funds): si basano su analisi dei tassi di crescita di lungo periodo e su
una stima del «puro saggio di preferenza intertemporale)
• Valori suggeriti: 5,5% per i paesi destinatari dei fondi di coesione; 3,5% per gli altri
– Tendenza generale ad applicare SDR via via più bassi
SDR applicato in alcuni paesi

Fonte: Florio (2013)


L’approccio adottato in UK

Il SDR diminuisce man mano che aumenta l’orizzonte temporale


Ratio: aumenta l’incertezza

Fonte: Florio (2013)


Stima del SDR basata su metodo SRTP

Fonte: Florio (2013)


Un’applicazione: il costo sociale delle emissioni di CO2

• Se «scontiamo» al tasso del 3% annuo 0 - 75$


• Se «scontiamo» al tasso dell’1% annuo -100 –
600$
• Se «non scontiamo» -100 – 1000$

Le implicazioni di politica economica sono ovvie!


A simulation: the price of Diesel fuel

CO2 price €/t 30 100 200 500 1000

CO2 emissions per kg of Diesel kgCO2/kg 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2

Specific weight of Diesel kg/m3 850 850 850 850 850

CO2 emissions per l of Diesel kgCO2/l 0,0038 0,0038 0,0038 0,0038 0,0038

External cost of Diesel fuel €/l 0,11 0,38 0,75 1,88 3,76
L’analisi di sensibilità
• Molte delle variabili considerate in una valutazione
economica sono stimate o note solo con un certo margine
di incertezza
• Analisi di sensibilità consiste in una ripetizione dell’analisi
utilizzando diverse ipotesi circa i valori delle variabili più
incerte
– Non è detto che una variabile molto incerta sia anche la più
critica, perché potrebbe avere un’incidenza modesta sul
risultato finale
– Viceversa, il risultato finale può essere molto sensibile a
variazioni anche molto piccole delle variabili più critiche
– Obiettivo dell’analisi di sensibilità è proprio quello di individuare
le variabili critiche e valutare la “robustezza” del risultato finale
L’analisi di sensibilità: metodi
• Metodo 1: si formulano varie ipotesi realistiche sulle principali
variabili-chiave e si confrontano i risultati ottenuti
• Metodo 2: si fa variare il valore di una variabile-chiave fino al
punto in cui il risultato si inverte, e si valuta se quel valore è un
valore realistico (o a quali specifici eventi potrebbe essere
associato)
• Metodo 3: si costruiscono degli “scenari” ipotizzando degli stati del
mondo in cui le diverse variabili assumono determinati valori,
associando queste ipotesi a determinati stati del mondo
– Per valutare la plausibilità di un determinato scenario, si può ricorrere a
interviste con esperti (es. metodo Delphi)
– Stress-test: si può considerare la peggiore delle alternative possibili, sulla
base della Legge di Murphy (“se qualcosa può andar male, lo farà”)
Ambiti di applicazione
• Uno strumento potente:
– Inizialmente l’ACB è stata proposta e utilizzata soprattutto per
la valutazione di progetti di investimento (es. in infrastrutture)
– Oggi l’approccio viene esteso a un ambito più generale,
considerando che le politiche pubbliche possono incidere sul
benessere collettivo attraverso diversi canali, diretti e indiretti
• L’analisi di impatto della regolamentazione
– Consiste in una valutazione degli effetti di una determinata
politica (es. introduzione di norme in materia ambientale o
urbanistica; modifica di normative)
– Cfr. Dipartimento della funzione pubblica (letture consigliate)
ACB e implicazioni distributive
• L’ACB si richiama all’approccio utilitaristico
– Valori monetari come «proxy» del benessere sociale
• L’ACB applica il criterio di Kaldor-Hicks
– Valuta i costi e i benefici totali, come se essi fossero riferiti in modo indistinto “alla collettività”
– Tuttavia, anche se B/C è favorevole, non è detto che tutti ci guadagnino
– Ma se i benefici totali superano i costi totali, vuol dire che almeno in teoria i beneficiari possono
compensare i danneggiati
– Ovviamente, perché ciò sia vero occorre che tutti i benefici e i costi, anche intangibili, siano stati
correttamente calcolati
• L’ACB è indifferente all’impatto distributivo
– Non importa chi sopporti i costi e riceva i benefici, basta che la somma totale dei benefici sia
superiore a quella dei costi
• Spesso l’obiettivo di una politica è quello di attuare un trasferimento a vantaggio di determinati
soggetti o aree territoriali; in tal caso anche se B/C è negativo, questo non vuol dire che la
politica è indesiderabile
• Per ovviare a questo problema l’ACB si può effettuare anche per gruppi sociali o territori più
limitati, in modo da evidenziarne anche gli effetti distributivi
Oggettività vs. manipolazione
• Misurabilità e trasparenza
– L’ACB presuppone che tutti i costi e benefici possano essere misurati attraverso lo strumento
monetario  il che equivale a dire che tutti i costi e benefici sono tra loro commensurabili e
sostituibili
– L’ACB è uno strumento “tecnocratico” molto sensibile alle ipotesi che vengono adottate in sede di
valutazione; strumento opaco e si presta a manipolazioni
• Se un’impresa privata “sbaglia” nel fare un’indagine di mercato, sarà l’impresa stessa a pagarne le
conseguenze
• Se lo stato sbaglia nel valutare l’opportunità di un investimento pubblico, il decisore non ne sopporta le
conseguenze; spesso il politico “ha già deciso” e dall’ACB vuole solo la conferma della sua decisione

• Un caso emblematico: la TAV


– RFI ha effettuato un’analisi costi-benefici della nuova linea Torino-Lione che evidenzia un VAN
positivo
– Questo studio è stato pesantemente criticato (es. da M.Ponti e S.Maffii su www.lavoce.info, sia
dal punto di vista metodologico che per le ipotesi adottate
– Lo studio effettuato da M.Ponti per il Ministero delle Infrastrutture è stato a sua volta criticato per
motivi opposti (cfr. articoli pubblicati su lavoce.info)
– Problema: come valutare le innovazioni che non hanno effetti “incrementali”, ma cambiano
profondamente la struttura del sistema?
Approcci alternativi
• Meccanismi correttivi all’interno dell’ACB
– Si considerano separatamente i diversi “stakeholder” e si valutano B e C per ciascun
gruppo rilevante di soggetti
– La mediazione può essere effettuata attraverso l’imposizione di criteri e pesi prefissati
(es. ipotizzando una certa FBS), oppure essere lasciata al dibattito politico
– Si può sostituire l’approccio “Kaldor-Hicks” con uno basato sulla compensazione
effettiva (Wicksell-Lindahl) o sull’integrazione tra diverse politiche
• Metodi alternativi
– Analisi multicriterio (MCA): si identificano le diverse dimensioni positive e negative e si
utilizzano indicatori specifici per misurare l’impatto su ciascuna di esse; il trade-off può
essere analizzato attraverso algoritmi di confronto oppure lasciato al confronto politico
– Analisi costi-efficacia: si considerano esogeni gli obiettivi da raggiungere e ci si
concentra sull’individuazione dell’alternativa meno costosa
ESERCITAZIONE: ESEMPI DI ACB NEL
SETTORE SANITARIO
Estimate methods
• Human capital approach: based on the income the individual would gain
– Underlying assumption: the economic value of a human being is equal to the
contribution that the person could give to the national product
– “Years of life lost” (YOLL): considers not only the number of casualties, but also the
expected duration of the residual lifetime
– “Quality adjusted life years” (QALY): Considers the living conditions  «equivalence
ladder»
– Implicit assumption: accept that health is a «luxury good» (demand elasticity to income
> 1)  social preferences reflect individual preferences
– Shortcoming: jobless life is worth zero
• Willingness to pay approach
– Declared preferences: based on questionnaires that induce individuals to declare in an
indirect form their WTP for reducing the probablity to incur in a casualty
– Revealed preferences: based on the observation of the behavior of a sample of
individuals facing situations that involve a risk for their health
• In both cases, estimates are conducted with a multiple step procedure
– First step: assess the benefit in physical terms (e.g. in terms of YOLL)
– Second step: apply monetary valuation
Estimation of the cost of a QALY for
some competing therapies
THERAPY QALY cost ($)

Neurosurgical intervention for head injury 240


GP advice to stop smoking 270
Pacemaker implantation 1.100
Valve replacement for aortic stenosis 1.140
Hip replacement 1.180
Coronary artery by-pass graft 2.090
Kidney transplant 4.710
Breast cancer screening 5.780
Heart transplantation 7.840
Continuous ambulatory peritoneal dialysis 18.830
Hospital haemodialysis 21.970
Neurosurgical intervention for malignant intracranial tumours 107.780
Source: Maynard, 1991
Estimated value of statistical life (VSL)

Authors Country Method VSL

Leiter and Pruckner Austria CV 1,9-5,1 M€


Alberini et al., 2005 Czech Republic CV 2,9 M€
Alberini et al., 2004 Fra/Ita/UK CV 2,3 M€
Alberini et al., 2004 Canada CV 0,9-3,7 M$
Alberini et al., 2004 US CV 1,5-4,8 M$
EU, DG Env, 2000 EU different 0,7-2,5 M€
Liu et al., 2004 Taiwan CV 2,8-11,8 M$
Persson et al., 2001 Sweden CV 2,6 M€
Viscusi et al., 2003 different Labour data 4,0-9,0 M$
Weiss et al., 1986 Austria Labour data 3,9-4,7 M$
Opportunity cost of inputs
• Example: is it justified to transfer nurses from radiology department to an
operating theatre?
• Benefit = value of the «product» of the operating theatre (e.g. reduced
waiting times = higher probability of success)
• Cost
– (predictive opportunity cost): value of the product that has given up (longer waiting
times at radiology = less timely diagnosis for non-priority radiographies)
– (ideal opportunity cost): highest possible value that could be obtained in the most
productive allocation (in theory this is the optimal approach, but it is not always easy
to have reliable data)
Un caso di studio
• Il caso: introduzione di un farmaco antidepressivo che causa minori effetti collaterali rispetto alla
vecchia categoria
– Quali sono preferenze dei pazienti riguardo a riduzione di prob. di effetti collaterali?
– Quali sono i fattori cui è correlata questa preferenza?
– Quali sono i benefici netti associabili all’introduzione del farmaco?
• Struttura del questionario
– Informazioni socio-demografiche e relative alla gravità della patologia
– Domande relative agli effetti collaterali subiti in passato e alla loro graduatoria
– Identificazione delle riduzioni di probabilità (desunte da casistica epidemiologica) e presentazione delle
situazioni (vecchio e nuovo) in modo chiaro e comprensibile
– Domande:
• Preferireste il nuovo farmaco rispetto al vecchio se fosse gratis?
• Qual è la cifra massima che sareste disposti a pagare per avere il nuovo farmaco?
• Elaborazione
– Stima del costo netto aggiuntivo = costo/mese del nuovo farmaco – costo/mese del vecchio
– Per ciascun paziente i, si è considerata la più alta tra le WTP manifestate per la riduzione di ciascuno dei
7 effetti collaterali j (WTP*ij)
– La WTP totale è stata stimata come intervallo:
• Limite superiore Σ iΣj (WTPij) / N
• Limite inferiore: Σi (WTP*ij) / N
WTP per la riduzione degli effetti collaterali

Incidenza % Pazienti disposti a WTP max / mese ($)


Nuovo Vecchio prendere il nuovo farmaco media IC 95%
Visione confusa 5 10 86 21,9 16,3 27,5
Tremore 5 15 78 19,4 13,2 25,6
Sonnolenza 5 10 82 18,6 14,2 23
Vertigini 5 10 77 16,8 11,6 32
Stipsi 5 15 80 15,8 11,2 20,4
Sudorazione 5 15 84 13,9 9,6 18,2
Secchezza alla bocca 15 40 82 11,4 8 14,8
Un caso di studio (Johansson, 1991)
• Esame comparato di due alternative per la cura dell’ipertensione
– Terapia solo farmacologica (F)
– Terapia farmacologica accompagnata da misure preventive e monitoraggio (TNF)
– Con TNF, l’impiego di farmaci (e il relativo costo) si riduce, mentre aumentano i costi del personale e i
costi per il trattamento e la comunicazione delle informazioni (es. sullo stile di vita più appropriato) al
paziente
– Con la TNF si offre una cura più personalizzata ed efficace, oltre a ridurre l’impiego di farmaci
• Raccolta dei dati epidemiologici
– Un gruppo di pazienti viene sottoposto per 2 anni alla terapia F e per altri 4 anni a TNF
– Nei due periodi vengono raccolti dati relativi ai consumi di farmaci e ai costi (personale etc)
– Alla fine della cura TNF, con un questionario si valuta il gradimento dei pazienti per la cura TNF e si
chiede la loro WTP per continuare con questa cura anziché tornare alla precedente
– Vengono stimati i risparmi di costi “a regime”, derivanti dal fatto che per ogni paziente i costi di
monitoraggio e di informazione si concentrano nel primo periodo e poi si riducono
• Limiti dello studio
– Periodo molto breve (2+4 anni); i benefici di lungo periodo sono sottostimati
– Non vengono considerati i benefici legati al miglioramento dello stile di vita, ma solo la percezione
soggettiva
Risultati: la cura TNF non conviene

Valori in SKR
COSTI
Farmaci - 1.021
Monitoraggio e controllo 4.565
Informazione ed educazione 1.757
Totale per paziente 5.301

BENEFICI
WTP individuale 374
Risparmi di costi diretti non sanitari 1.463
Risparmi di costi a regime 1.382
Totale per paziente 3.219

BENEFICI - COSTI - 2.082


ANALISI COSTI-EFFICACIA E ANALISI
MULTI-CRITERIO
L’analisi costi-efficacia
• L’analisi costi-efficacia rinuncia a misurare il valore monetario dei benefici,
concentrandosi solo sui costi finanziari
• Come funziona
– Ogni alternativa progettuale ottiene uno «score» che misura la sua efficacia rispetto
agli obiettivi
• Problema: se il progetto ha un impatto multidimensionale, occorre ricondurre tutte le dimensioni a un
unico indicatore, il che implica la ponderazione dei vari output
• Esempio: riduzione della mortalità, impatto ambientale, minore tempo perso in coda
– Si definisce una «soglia di accettabilità» minima per l’indicatore di efficacia
– Ad ogni alternativa progettuale vengono associati i relativi costi
• Problema: potrebbero esserci anche dei costi non monetari; di questi si dovrebbe tenere conto nella
costruzione dell’indicatore di efficacia
– Si scartano tutti i progetti la cui efficacia è inferiore alla soglia
– Tra quelli rimasti, si sceglie quello che comporta il costo inferiore
Un esempio di analisi costi-efficacia
L’analisi multi-criterio
• L’analisi multicriterio (AMC) tenta di superare la debolezza di ACB, che è
costretta a riportare a un’unica unità di misura tutte le variabili
• Come funziona
– Si basa sull’esplicitazione di diversi criteri rilevanti per la valutazione, ciascuno dei quali
viene espresso in un punteggio
– Il punteggio (dato nell’unità di misura caratteristica di quel criterio) viene “normalizzato”,
ossia riferito ad una scala 0-1
– I criteri vengono poi “pesati”, attribuendo loro dei coefficienti in qualche maniera correlati
con la loro importanza
– Infine, i valori normalizzati e pesati vengono sommati per giungere a un punteggio finale
• Limiti
– Arbitrarietà nell’individuazione di criteri e indicatori (in parte superabile se la selezione
avviene attraverso un procedimento di democrazia partecipata)
– Arbitrarietà nella fissazione dei pesi e degli indicatori
– Opacità del processo di aggregazione
ESERCITAZIONE: E’ SOCIALMENTE
DESIDERABILE RICICLARE I RIFIUTI?
Results from a LCC study
• From cradle to grave
– Cradle: the moment when materials become waste (acquire negative value)
– Grave: the moment when materials acquire again positive value after
treatement, or ar definitively disposed of
• Distinctive features
– Address the totality of MW produced by a community (and not a specific
waste flow)
– Consider all flows regardless their belonging to MW or commercial waste
– Social cost-benefit approach (including externalities, net of all subsidies and
taxes)
• Key assumptions
– Diminishing returns of SS
– Optimal use of WtE capacity
Methodology
• Construction of alternative management scenarios based on different
combinations of techniques
– Separate collection: drop-off or curbside, with growing intensity in order to
achieve source separation rates between 35% and 85%
– Incineration of residual waste (unsorted waste + materials discarded from
sorting); other options also tested (MBT, RDF, composting, downcycling)
• Application of scenarios to two fictitious regions, modeled on the typical
features of Northern Italy
– A metropolitan area
– A small urban center + rural suburbs
– Composition of waste coherent with field data
– Material flows and energy recovery potential coherent with field data
• Interdisciplinary work
– LCA (Consonni et al.) aimed at assessing the materials balance and the
impact on the main environmental targets
– LCC (Massarutto et al.) aimed at assessing social costs and benefits
Costs and benefits that should be accounted for
Costs Benefits
• Financial cost of SWM • Market value of materials
– Opex + Capex
– Economic risk • External benefits from
– Net of all incentives, subsidies etc! recovery and recycling
• External costs – Spared emissions
– Pollution
– (“Warm-glow” utility)
– Disamenity / landscape

• Scarcity cost (user cost)


– associated with non-renewable
resources
• (Household costs)
– Utility loss
– Private services handling waste
before accessing the public service
Assessment of costs and benefits
• Financial costs
– Collection: optimized LP model based on input data from direct
survey
– Treatment: detailed meta-analysis of literature + desktop simulations
based on engineering cost functions
– Landfill: actual spot market price as proxy of scarcity cost
• Financial benefits
– Market price of energy and recycled materials when available
– Net-back analysis for some outputs (eg RDF, compost)
• External costs and benefits
– Detailed meta-analysis of literature reporting the energy saving
potential for each ton of recovered material for each material
– For incineration: impact pathway analysis based on ExternE model
– CO2: 35 €/t (from the Stern report)
Steps of the analysis
• A cost per t of treated material is calculated per
each technique (€/t)
• The standard ton (with the standard
composition) is collected with a mix of
techniques that are appropriate for each
scenario
• The resulting total cost per each phase is
divided for the total amount of waste generated
(€/tMW)
Average cost of collection
Phase Cost (€/t)
Drop-off Kerbside
Collection of USW 70 - 85 150 – 187
Separate collection: glass 22 - 85 77 – 190
Separate collection: paper 22 - 29 62 – 101
Separate collection: plastics 245 - 249 307 – 372
Separate collection: mixed 75 - 103 94 - 123
Separate collection: Organic 82 – 138
Multimaterial (platform) 61

Note: unitary costs vary because techniques are optimized according to the SSL targeted in each scenario
Average cost of treatment
Phase Cost (€/t)
WtE (small area) 110 – 120
WtE (large area) 80 - 85
Sorting downstream of separate collection (paper) 110
Sorting downstream of separate collection (other materials) 43
Production of inerts for building industry (including refined sorting 100
of URW)
Composting 45
Mechanical sorting of URW 39
Production of low quality RDF (from selected URW) 20,90
Production of high-quality RDF (including adaptation of the 40,90
receiving plant)
Landfill (financial cost) 37 – 44
Landfill (scarcity cost) 100
Market prices of recovered materials and energy
Unity of
Market prices considered Value Reference year Source
measure
Electricity €/MWhE 75 2008 GME
Massarutto and Kaulard, 1997 (net-back
Heat €/MWhT 35 2008
analysis)
Glass (mixed) €/t 5,15 2002-2009 Chamber of Commerce (Milano)
Paper and cardboard (mixed) €/t 30,32 2000-2009 Chamber of Commerce (Milano)
Plastics €/t 294 1999-2009 Chamber of Commerce (Milano)

Aluminium (from separate coll.) €/t 723,77 2000-2009 Chamber of Commerce (Milano)

Aluminium (from ashes) €/t 1173,33 2000-2009 Chamber of Commerce (Milano)

Recovery of ashes in cement mills €/t 20 2009 Direct survey

Iron €/t 8 2008 Bianchi, 2008

Compost from separate collection €/t 8 Ricci et al., 2003

Compost from mech. sorting €/t 0 2008 Direct survey

RDF (for cement mills) €/t 17,1 2008 Net-back analysis based on direct survey
Inert materials €/t 0 2008 Net-back analysis based on direct survey
External costs
BACINO PICCOLO BACINO GRANDE
S35 S50 P50 P65 PC75
DATI SUI COSTI ESTERNI
RABL S35 S50 P50 P65 PC75
EL COG EL COG EL COG EL COG EL COG

EL 202 458 423 433 479 479 - 685 - 650 - 664 - 738 - 738

COG
kWh/t
1.64
Heat 607 2.230 2.214 2.262 2.519 2.519 - 1.498 - 1.449 - 1.479 - 1.647 -
7

EL only EL 270 - - - - - 770 - 732 - 749 - 832 - 832 -

No energy recovery 21,2 21,2 21,2 21,2 21,2 21,2 21,2 21,2 21,2 21,2 21,2 21,2 21,2 21,2 21,2 21,2

Incinerator (€/t) Electricity only 15,9 - - - - - 6,1 - 6,8 - 6,5 - 4,9 - 4,9 -

Heat + Electricity 13,1 -5,7 -5,2 -5,8 -8,8 -8,8 - -0,7 - 0,2 - -0,3 - -2,7 - -2,7

No energy recovery - - - - - - - - - - - - - - - -
Saved
eissions Electricity only 5 - - - - - 15,1 - 14,4 - 14,7 - 16,3 - 16,3 -
(€/t)
Heat + Electricity 8,1 26,9 26,4 27,0 30,0 30,0 - 21,9 - 21,0 - 21,5 - 23,9 - 23,9

Disamenity impacts (€/t) 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1


Emissions(
No energy recovery 12,8 12,8 12,8 12,8 12,8 12,8 12,8 12,8 12,8 12,8 12,8 12,8 12,8 12,8 12,8 12,8
€/t)
Landfill
Disamenity impacts (€/t) 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Damage from leachate (€/t) 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5
Materials balance of scenarios
SMALL BASIN LARGE BASIN
D35 D50 K50 K65 K75 K85 D35 D50 K50 K65 K75 K85
EL COG EL COG EL COG EL COG EL COG
MATERIAL BALANCE (kt/year)
Total waste flow 150 150 150 150 150 150 750 750 750 750 750 750 750 750 750 750 750
Recycling 32 45 33 40 47 57 159 159 226 226 165 165 202 202 236 236 283
Downcycling 15 10 14 11 6 33 76 76 52 52 68 68 53 53 39 39 164
High quality compost and domestic 3 4 10 12 39 39 14 14 19 19 48 48 60 60 115 115 197
compost
Material recovery 50 59 56 63 93 129 250 250 297 297 280 280 315 315 390 390 645
107 90 88 74 43 0 533 533 450 450 441 441 371 371 275 275 0
Incineration
Landfill 6,9 5,7 5,4 6,3 4,5 0 22,9 22,9 16,9 16,9 16,3 16,3 20 20 13 13 0

ENERGY RECOVERED (MWh/year)

Electricity 202 458 423 433 479 479 770 685 732 650 749 664 832 738 832 738 270

Heat 607 2.230 2.214 2.262 2.519 2.519 - 1.498 - 1.449 - 1.479 - 1.647 - 1.647 607

OVERALL LCA RESULTS


Cumulative Energy Demand
-1,6 -1,8 -1,5 -1,6 -7,7 -8.5 -8,9 -9,5 -7,1 -7,8 -7,8 -8,4
(TJ eq/y)
Global Warming Potential
-15,8 -32,1 -21,2 -19,4 -82,1 -121,7 -163 -195 -107,8 -140,2 -99.1 -129,2
(kt CO2 eq/y)
Acidification Potential
-0,12 -0,23 -0,16 -0,18 -1,25 -1,22 -1,36 -1,33 -1,05 -1,02 -1,14 -1,12
(kt SO2 eq/y)
Human Toxicity Potential
-25 -35 -22 -31 -128 -132 -176 -180 -112 -115 -156 -160
(kt 1,4-DHB-eq/y)
Photochemical Ozone Production
-24 -31 -18 -21 -118 -131 -156 -167 -92 -103 -104 -114
Potential (t C2H4-eq/y)
Overall results
SMALL AREA LARGE AREA
BU35 BU50 K50 K65 K75
BU35 BU50 K50 K65 K75 K85 K85
E H&E E H&E E H&E E H&E E H&E

Collection (+) 71 85 147 127 106 89 61 61 72 72 130 130 105 105 93 93 73

Treatment (+) 122 115 120 119 94 90 94 94 93 93 93 93 98 98 88 88 89

Financial costs 193 200 267 246 200 179 156 156 165 165 223 223 203 203 181 181 163

Revenues (-) 90 88 86 80 61 29 51 84 55 82 54 80 50 75 48 67 29

Net financial costs 103 112 181 166 139 150 104 72 110 83 170 143 153 128 132 114 134

External costs (+) 18 17 16 14 10 8 18 18 16 16 16 16 14 14 12 12 8

External benefits (-) 70 84 69 64 79 82 61 66 76 80 62 66 68 72 79 82 82

Net social cost 51 46 127 116 70 76 61 24 50 19 123 93 100 71 65 44 60

Cost increase for sub-scenarios (additional cost with respect to baseline)

MBT+ WtE +60 +46 +44 +36 +25 +47 +44 +47 +37 +34

MBT+ RDF +71 +52 +48 +45 +26 +73 +73 +71 +62 +49

MBT+ RDF-Q +83 +70 +59 +59 +31

All values in €/tMW, (referred to the initial standard ton of waste produced)
Net social cost – small city + rural suburbs
140

120

100

80

S
PP
60

40

20

0
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%
Net social cost – metropolitan area
140

120

100

80 S (EL)
PP (EL)
S (H&E)
60
PP (H&E)

40

20

0
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%
Sensitivity analysis
Assumption Variation tested Result
Rank Gap
Efficiency of energy Energy recovery as in K85 as best option --
recovery average existing EU facilities S50 as second-best
(reduction of 30-50%) K75 as third-best option
S35 as fourth-best
Market value of Market prices doubled No change --
recovered materials Market prices halved S35 as the best option; +
otherwise no change
Market price of ashes = 0 No change -
Market price of ashes = -200
--
Efficient sizing of No buffer capacity assumed No change +
facilities Optimal achievement of No change + (small area)
economies of scale
Quality of source- Residuals halved No change - (for K75-K85)
separated materials Residuals doubled S35 as best option
No change otherwise
Failure to achieve the 0 < SSL < 100% (K75) Increase of costs if SSL<70% ++ (if SSL
targeted SSL % of population equipped No major change if SSL> 70% <70%)
with home composting up No break even
to 100%
Alternative hypotheses External costs doubled No change ++
for external costs and External costs halved S35 as the best option; -
CO2 otherwise no change
Key messages
• Landfill diversion can be maximized up to a “nearly zero landfill”
target
• This target makes economic sense once the landfill price duly
accounts for scarcity
• The target can be achieved at best with a balanced combination of
WtE and material recovery
• Extreme recycling scenarios are cost effective only if very high
source separation (> 75%) is achieved (feasible in small
communities, not in large urban areas
• Incineration should be optimized (economies of scale + full use of
capacity + full exploitation of energy recovery potential)
• Market signals are not enough for addressing the management
system towards the optimal mix
ALTRI STRUMENTI DI SUPPORTO
ALLE DECISIONI
L’analisi costi-efficacia
• L’analisi costi-efficacia rinuncia a misurare il valore monetario dei benefici,
concentrandosi solo sui costi finanziari
• Come funziona
– Ogni alternativa progettuale ottiene uno «score» che misura la sua efficacia rispetto
agli obiettivi
• Problema: se il progetto ha un impatto multidimensionale, occorre ricondurre tutte le dimensioni a un
unico indicatore, il che implica la ponderazione dei vari output
• Esempio: riduzione della mortalità, impatto ambientale, minore tempo perso in coda
– Si definisce una «soglia di accettabilità» minima per l’indicatore di efficacia
– Ad ogni alternativa progettuale vengono associati i relativi costi
• Problema: potrebbero esserci anche dei costi non monetari; di questi si dovrebbe tenere conto nella
costruzione dell’indicatore di efficacia
– Si scartano tutti i progetti la cui efficacia è inferiore alla soglia
– Tra quelli rimasti, si sceglie quello che comporta il costo inferiore
Un esempio di analisi costi-efficacia
L’analisi multi-criterio
• L’analisi multicriterio (AMC) tenta di superare la debolezza di ACB, che è
costretta a riportare a un’unica unità di misura tutte le variabili
• Come funziona
– Si basa sull’esplicitazione di diversi criteri rilevanti per la valutazione, ciascuno dei quali
viene espresso in un punteggio
– Il punteggio (dato nell’unità di misura caratteristica di quel criterio) viene “normalizzato”,
ossia riferito ad una scala 0-1
– I criteri vengono poi “pesati”, attribuendo loro dei coefficienti in qualche maniera correlati
con la loro importanza
– Infine, i valori normalizzati e pesati vengono sommati per giungere a un punteggio finale
• Limiti
– Arbitrarietà nell’individuazione di criteri e indicatori (in parte superabile se la selezione
avviene attraverso un procedimento di democrazia partecipata)
– Arbitrarietà nella fissazione dei pesi e degli indicatori
– Opacità del processo di aggregazione
CASO DI STUDIO: LA REVISIONE
DELLA DRINKING WATER DIRECTIVE
Obiettivi e opzioni di intervento
Le diverse opzioni sul tavolo
Per saperne di più

• Materiali e testi di riferimento


– N.Acocella, Economia del benessere, Carocci
– M.Florio, a cura di, Guida all’analisi costi-benefici dei progetti di investimento,
http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/guides/cost/guide02_it.pdf

• Approfondimenti
– Sugli indicatori alternativi al PIL:
• Undp, HDR Report 2020, www.undp.org
• E.Giovannini, L’utopia sostenibile, Laterza, 2018
• Rapporto Stiglitz-Sen-Fitoussi: : www.stiglitz-sen-fitoussi.fr
• K.Raworth, «Doughnut Economics», tr. it. «L’economia della ciambella: sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo»,
Edizioni Ambiente, Milano, 2017
• ISTAT, Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile, https://www.istat.it/it/archivio/254761

Potrebbero piacerti anche