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nascita del rational dress society (si parla dell’occidente e dell’europa occidentale)
La Rational Dress Society era un'organizzazione fondata nel 1881 a Londra, fondata da
Lady Harberton. Ha descritto il suo scopo in questo modo: La Rational Dress Society
protesta contro l'introduzione di qualsiasi moda nel vestire che deformi la figura, impedisca i
movimenti del corpo o tendesse in qualche modo a nuocere alla salute.
Solo con l’Ottocento e grazie alle scoperte in campo medico scientifico, si uniforma il
concetto di lotta alla sporcizia, soprattutto in tutti i paesi coinvolti dalla Rivoluzione
industriale, tanto che nei grandi centri urbani come Londra, dove non esisteva ancora la rete
fognaria e dove il sapone era razionato perché fortemente tassato, dal 1860 inizia la
costruzione delle fogne, che garantisce l’arrivo dell’acqua in ogni zona della città, dai
fontanili nelle strada sino alle cucine delle case private.
-è Helena Rubinstein, trasferitasi dall’Australia a Londra nel 1907, ad aprire la prima vera e
propria “industria” cosmetica. Jean Cocteau la definì l’imperatrice della Bellezza.
Iniziò lavorando come collaboratrice di un farmacista per la preparazione di unguenti
emollienti per la cura del corpo. Chiamò la crema per la cura della pelle «Valaze» ; la novità
fu quella di prepararla in grandi quantità, richiuderla in vasetti di vetro e incollarvi sopra delle
etichette esplicative. Ha soli 30 anni a Myfair a Londra, a casa del marchese di Salisbury,
aprì il salone per le cure per le signore.
Un successo senza precedenti, soprattutto perché ciascuna donna poteva acquistare
liberamente il prodotto e fare il trattamento di bellezza dentro un centro pubblico o a casa.
Fu la prima ad operare una classificazione delle “pelli” in grassa, secca o normale. Questa
operazione farà diventare Valaze una linea che comprenderà: la prima maschera contro
l’acne, tonici restringenti e stimolanti, l’acqua d’oro, verde, l’acqua che pizzica, ecc. Inoltre,
propose l’idroterapia che Colette descriverà: “per le donne farsi massaggiare è un dovere,
altrimenti come faranno a mantenersi l’amante?” Nel 1923 il suo catalogo comprende 80
prodotti: era nata dunque l’ industria della bellezza. Nel 1950 inventò il primo detergente che
puliva in profondità dal trucco, nel 1954 la prima crema ricca di vitamine, nel 1956 la prima
emulsione idratante, quindi il mascara automatico ricaricabile, il rossetto e l’ombretto
assieme allo smalto rosso diventano il “necessario” per la signora da bene degli anni
Cinquanta. La rivista Time scriverà di lei: “un’immigrante polacca che veste come una
chiromante, tiene riunioni a letto, e si soffi a il naso su lenzuola di seta”.
-Nel 1880, a Parigi, viene pubblicato “L’Art et la Mode” e i suoi contenuti sono un mix tra
testo e disegno illustrato, talvolta colorato, il cui stile è molto artistico e poco grafico.
-In Italia la rivista “Gran Mondo” del 1901 utilizza nel medesimo tempo l’illustrazione, la
fotografia e il disegno; la copertina illustrata in stile Liberty, il dagherrotipo ritraente la
persona importante di cui raccontare la storia e i disegni di abiti come segno per la
“pubblicizzazione” dello stile del periodo.
-Negli Stati Uniti, vengono pubblicati “Harper’s Bazaar” e “Vogue”, rispettivamente nel 1867
e nel 1892. Queste due riviste periodiche diverranno, in breve tempo, due degli elementi più
importanti per la diffusione della Moda a livello internazionale. Proprio Vogue fu la prima
rivista a considerare la fotografia come una forma d’arte fondamentale; i primi collaboratori
della rivista furono infatti Man Ray, George Hoyningen-Huene, Cecil Beaton a cui si
aggiunsero, nel tempo, Irving Penn, Richard Avedon, Erving Blumenfield e molti altri.
-La rivista più famosa al mondo che illustrava le collezioni di Alta Moda, di prêt-à-porter e
forniva i modelli realizzabili a livello casalingo, fu la tedesca Burda, fondata nel 1949
Burda diffonde l’idea di prodotto
LE AVANGUARDIE
-i futuristi furono i primi a pensare all’abbigliamento come strumento di comunicazione da un
punto di vista "politico",io mi vesto e in base a ciò che indosso cambia la percezione che gli
altri hanno di me
-usare l’abbigliamento per mostrare o celare un modo d’essere in ambito maschile
-lo fanno utilizzando il colore fortemente acceso e colorato per l’uomo
-fanno una sorta di rendiconto di come un capo di abbigliamento deve essere sul mercato
-creazione dei modificanti
-nel 1916 viene pensato il manifesto della moda femminile futurista
-il capo più innovativo del movimento fu la tuta di Thayaht (La tuta ebbe una prima
produzione nell’estate del 1920 e un certo successo anche per via del modico prezzo.
Commentava l’artista in un manoscritto dedicato, redatto l’anno successivo: << un vestito
usuale anche se di cotone ha sempre un prezzo considerevole tra stoffa, fornitura e fattura
che va subito sulle 100 o 150 lire a dir poco. Ecco invece che l’abito a linee rette, col minimo
di stoffa e il minimo di cuciture viene a risolvere il problema, riducendo il prezzo di un
vestiario completo a meno di 50 lire con garanzia di comodità e confort>>,Un prodotto quindi
che a differenza della tuta da lavoro del 1922 di Aleksandr Rodcenko potesse avere una
vocazione un po’ aristocratica e raffinata […] un abito unisex, semplice ed essenziale,
ottenibile con pochi tagli da un unico pezzo di stoffa, abbottonata davanti, tinta unita, con
quattro tasche e collo basso aperto sul davanti. Accessori coordinati: cintura di stoffa,
cappello, bastone da passeggio e sandali. A proposito di queste calzature, proprio all’autore
pare si debba l’elaborazione di due modelli, i Sandali di Forte dei Marmi e i Sandali di
Firenze)
-il designer non pensa solo al prodotto finito
-“Il vestito antineutrale” del settembre 1914 dichiara che gli abiti futuristi debbono essere
aggressivi, agilizzanti, dinamici, semplici e comodi, igienici, gioiosi, illuminanti, volitivi,
asimmetrici, di breve durata e variabili. Disegna ed elabora vestiti interi, panciotti e cravatte
per gli uomini e golf, borsette e sciarpe per le donne. Caratteristica della sua ricerca è la
creazione dei "modificanti" elementi che grazie a speciali bottoni si possono applicare in
qualsiasi parte del vestito. Si tratta nella maggioranza dei casi di pezzi di stoffa ricamata e
colorata.