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MUSEO DEL TESSUTO DI PRATO

IL NOVECENTO
Nei primi del 900, dopo l’austero periodo del dopoguerra la vita artistica e culturale
europea ri orisce a Parigi, dove i prestigiosi atelier di alta moda diventano punto di
riferimento per le nuove tendenze. L’Italia, invece, conosce diverse esperienze,
industriali e artistiche, che accendono l’interesse internazionale nei confronti delle
nostre creazioni di moda e tessuto. Dal mondo dell’arte inoltre arrivano signi cativi
impulsi a ristudiare le tradizioni tessili italiane. Nel 1909, nel suo atelier veneziano,
Mariano Fortuny progetta e brevetta l’abito più celebre indossato dalla società
elegante del tempo, il Delphos realizzato in tessuto di seta plissettato, l'abito ha
una foggia tubolare con maniche corte o a giro spalla ed elabora tecniche di
stampa su cotone e velluto con soggetti ispirati al repertorio italiano del medioevo
e del rinascimento, caratterizzate dalla decolorazione che simula l’usura. Sulla
stessa scia, Maria Monaci Gallenga esordisce alla III Mostra della Secessione di
Roma nel 1915, dove presenta le sue creazioni tessili per arredamento e
abbigliamento. I disegni, ripresi fedelmente da modelli della tradizione antica, sono
stampati a matrice di legno con pigmento in oro e in argento. Alla ne degli anni 20
l’architetto Giò Ponti fonda la rivista di interior design “Domus” (1928) che celebra
il suo impegno nell’adeguare e orientare il design tessile alle esigenze estetiche e
funzionali della modernità. L’aria di guerra degli anni 40 porta un clima di austerità
che privilegia il riuso del tessuto e il risparmio della sto a destinata alle confezioni,
mentre gli anni 50 aprono la strada ad un rinnovamento produttivo e estetico:
grazie ad eventi come la Triennale di Milano, il design tessile si sposa con i nomi
più autorevoli dell’arte contemporanea come Lucio Fontana e altri autori della
corrente astrattista.

1900-1925
Tra 1900-1920, si viveva la cosiddetta “Bella Epoque”, ovvero un periodo di
bellezza e spensieratezza. In quegli anni, prima dell’arrivo del 1918, ovvero con la
Prima Guerra mondiale, la moda iniziò a essere completamente nuova con modelli
di uomini e di donne completamente rivisti. Infatti, nacquero linee più armoniose
e sottili tipiche dell’art nouveau e i capi di donna divennero più sensuali e
ra nati. In questo periodo particolare per la storia dell’umanità, le tendenze di
moda divennero davvero molto particolari. Nei primi anni del 900 i cambiamenti
sociali in seguito ai movimenti di emancipazione femminile determinano anche
un cambiamento nei costumi e nella vita quotidiana delle donne. Infatti, con la
Prima Guerra mondiale era cambiata la condizione femminile con la donna che
voleva sempre più assumere un ruolo di primo piano in quanto aveva dovuto
sostituire i mariti partiti per il fronte. Si iniziarono a di ondere anche i tailleur,
ovvero capi di abbigliamento, no a quel momento tipicamente maschili che
diventano accessibili anche per le donne. Sempre più presenti nel mondo del
lavoro, nelle attività culturali e nello sport, ragazze e signore iniziano ad
abbandonare gli stereotipi costrittivi dell'abbigliamento; busti, corsetti, crinoline.
Nel primo decennio le fogge si sempli cano, le lunghezze diminuiscono e le
complesse acconciature lasciano il passo a tagli corti e pratici. In questo arco di
tempo le scuole di design della Mitteleuropa si dedicano alla progettazione di
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tessuti per arredo e abbigliamento destinati all'industria e caratterizzati da disegni
moderni e funzionali. Dopo l'austero periodo del dopoguerra la vita artistica e
culturale europea ri orisce a Parigi, dove i prestigiosi atelier di alta moda diventano
punto di riferimento per le nuove tendenze. Arte e moda sono ambiti sempre più
vicini e molti artisti come Raoul Dufy trovano nel design tessile una e cace forma
espressiva.

1925-1940
Nel primo ventennio del 900 l'Italia conosce diverse esperienze, industriali e
artistiche, che accendono l'interesse internazionale nei confronti delle nostre
creazioni di moda e tessuto. Dal mondo dell'arte arrivano signi cativi impulsi a
ristudiare le tra dizioni tessili italiane. In questi anni molti sono i nuovi nomi della
moda europea: tra i principali ricordiamo Chanel, Vionnet, Patou, Lanvin. Per la
prima volta l’Europa volge lo sguardo all’America attraverso il cinema e da qui
arriva proprio la nuova moda delle Flapper Girls. Il nome “Flapper Girls” è una
parola in slang americano che può avere due signi cati diversi: da una parte
de nisce ragazze da poco diventate donne; dall’altra era il nome con cui, in
Inghilterra, venivano chiamate le prostitute alle prime armi, per poi trasformarsi ed
andare ad indicare una qualsiasi adolescente troppo irrequieta. Le caratteristiche
principali di questa nuova moda erano il trucco eccessivo, le gonne corte, le
caviglie in mostra e i capelli corti. Ma le Flapper erano anche note per una
sessualità disinvolta e libera, bere alcolici, fumare in pubblico e guidare automobili
come facevano gli uomini. Insomma, la maggiore libertà ottenuta dalle donne si
ri ette sul loro modo di vestire.

SALA DEI TESSUTI ANTICHI


Si tratta dello spazio più antico dell’intero complesso architettonico, che si presta a
valorizzare le collezioni di manufatti antichi (tessuti, abiti, accessori, campionari)
del museo. Queste vengono esposte a rotazione, presentando di volta in volta
nuovi contenuti. Il pubblico ha così la possibilità di approfondire la conoscenza dei
diversi nuclei collezionistici .

ABITI DA SERA NEL 900


⁃ COPPIA DI BORSE DA SERA (inizio 900 Francia): inizio 900 le borsette
iniziano ad apparire con vari colori e disegni, di seta ricamata con perline o in
rete metallica, adornate da chiusure in argento scolpito. Piccole e ra nate,
create con materiali di pregio queste borsette appaiono ancor oggi come
gioielli. Spesso sono in metallo, perline o seta e vengono utilizzate per la sera
abbinate agli abiti. Poiché le linee rette degli abiti Regency non fornivano
spazio alle tasche, le donne sono state costrette a portare gli oggetti necessari
in piccole borse con coulisse chiamate reticoli. Precursore della borsa di oggi,
il reticolo forniva un posto dove conservare cose importanti (piccoli pacchi,
cambi di ricambio, il fazzoletto sempre presente, un piccolo specchio, forse
una tabacchiera, tutta la rabbia all'epoca o in polvere, sali profumati e una
lettera d'amore o due) a portata di mano. Queste due borsette risalgono ai
primi anni del 900. Quella a sinistra è realizzata in micro perline di vetro nero e

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argento tessute a telaio e fodera di crespo in seta. Quella a destra è composta
da perline in vetro ricamate e fodera di raso.
⁃ ABITO DA SERA (1925): Ad in uenzare gli abiti da sera è un ballo nato in
America, il Charleston, che sviluppatosi assieme alla musica Jazz, è
l’incarnazione della gioia e della frenesia dei “ruggenti anni Venti”. Dalle curve
di inizio secolo, lo stile anni ’20 sposta l’attenzione sulle gambe, nuovo fulcro
dell’erotismo. Gli abiti da sera si accorciano e le calze, confezionate in nuovi
materiali sintetici, si assottigliano, mentre il movimento viene sottolineato da
applicazioni e frange. Le profonde scollature frontali appartengono al passato
(spesso si fa uso addirittura di corsetti per appiattire il seno!): ora sono le spalle
a scoprirsi o, frequentemente, la schiena. Questo vestito risale al 1925 e
proviene dalla sartoria Hirsch & Cie di Bruxelles. É realizzato in tessuto
ricamato con perline di vetro tessute a telaio, invece la fodera è in cresco e
seta.
⁃ GIROCOLLO O GOLINO ( ne 19 secolo): Sebbene i girocolli siano visti come
simboli della prostituzione in alcune parti d'Europa, godettero di grande
popolarità in Inghilterra, specialmente durante l'era vittoriana. Le donne della
società e della nobiltà sfoggiavano girocolli adornati con perle, cristalli e
gioielli. Questo girocollo viene collocato a cavallo tra 19 e 20 secolo in
Inghilterra, realizzato in cannette e perline di vetro in late, il cinturino è in Gros
de Tours ricamato (seta e cannette di vetro).

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