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LE CHOPINE

A Venezia i tacchi erano indossati come simbolo


di potere ed eleganza, ma uniti alla praticità,
essi infatti permettevano a chi li indossava di
non inzupparsi i piedi nelle pozzanghere o di
evitare con semplicità i pochi centimetri d'acqua
che rimangono quando defluisce l'alta marea. I
tacchi veneziani erano abominevoli, quasi
importabili, alti fino a 45cm!
E prendevano il nome di chopine.
Chopine veneziane (calcagnini)
I Veneziani fecero delle pianelle un loro status symbol,
che rivelavano la ricchezza e la posizione sociale delle
donne. Un visitatore persiano osservandole ad un’asta di
gioielli disse :
“quei trampoli sono stati inventati dai mariti di belle
mogli, con la speranza che il loro movimento
ingombrante renda loro difficili le relazioni illecite".

In Cina e in Turchia, sia le concubine cinesi che le


odalische turche indossavano scarpe alte, costringendo
gli studiosi a ipotizzare se i tacchi fossero stati utilizzati
non solo per ragioni estetiche ma anche per impedire
alle donne di fuggire dagli harem.
Nel corso del 1500, i tacchi crebbero in popolarità nei
cavalieri, data la loro utilità di scivolare nelle staffe. I
tacchi di questi stivali furono resi più stilizzati e sottili da
Caterina de’ Medici che ne fece una vera e propria moda
da utilizzare anche fuori dall’ambito prettamente
equestre.
L'introduzione del tacco alto portò i calzolai a ideare
"la scarpa dritta"
calzature che potevano adattarsi sia al piede sinistro o
destro.
La destra e sinistra tornarono agli inizi del 1800, quando
i tacchi furono abbandonati.
Il TACCO DI CATERINA …
L'invenzione formale dei tacchi alti come moda è
solitamente attribuita alla bassa statura di
Caterina de’ Medici (1519-1589. Alla ricerca di
un modo per stupire la nazione francese e
compensare la sua mancanza di appeal
estetico, Caterina indossò, durante una festa di
ricevimento, delle scarpe con tacchi alti 7 cm
che le avevano dato un fisico più imponente e
un seducente ondeggiare quando camminava. I
suoi tacchi riscossero un successo enorme e, da
allora, vennero associati all’abbigliamento
femminile.
la piccolissima Caterina de’ Medici, per il
suo matrimonio con Enrico II di Francia ne
sfoggiò un paio ben nascosti sotto le vesti
lunghe.
Jacopo di Chimenti da Empoli
Mary Tudor, o "Bloody Mary", un’altra
monarca che cercò di apparire più alta,
iniziò, senza mai smettere, ad indossare
rialzi: i più alti possibili.
Dal 1580, questi rialzi divennero popolari per
entrambi i sessi, e chi li indossava veniva
spesso definito "benestante".
I NOBILI
Nell'aristocrazia, invece, le cose erano
molto diverse……
Pantofole del 1675–1710 al Met
RE SOLE ….
All'inizio del 1700, in Francia, re Luigi XIV (il Re
Sole) spesso portava tacchi con personali
decorazioni che raffiguravano scene di battaglia
in miniatura.
Questi rialzi vennero denominati "tacchi Louis" e
la loro altezza toccava solitamente i 9 cm.
Il re decretò che solo la nobiltà poteva indossare
rialzi colorati di rosso (les talons rogue) e che
nessuno mai avrebbe potuto portarli uguali ai
suoi.
Hyacinthe Rigaud
IL TALON ROUGE
I tacchi rossi erano il simbolo della nobiltà per nascita e
della superiorità rispetto agli altri comuni mortali.
Luigi non fu l'unico ad indossare queste scarpe così
particolari e sfarzose, con il dettaglio dei talons rouge.
La moda si diffuse rapidamente da Versailles in tutta
Europa, nelle corti tedesche e anche in quelle inglesi.
I tacchi rossi erano indossati sia dagli uomini che dalle
donne della corte francese, mentre all'estero erano una
prerogativa esclusivamente maschile, questo perchè a
governare, e quindi ad esercitare il diritto di vita o morte
dei sudditi, erano solamente gli uomini. Erano tenuti ad
indossarli i nobili di alto rango, di solito dal duca in su,
nelle circostanze formali.
Carlo III di Spagna con i talons rouge
Scarpa con tacco Luigi XIV e tacco rosso
IL ROCOCO’
Sotto l'influenza del Rococò, che
evidenziava uno stile decorativo e
ornamentale orientale, i tacchi divennero
più alti e slanciati; molte donne iniziarono
a coprire i piedi con nastri di seta per
ridurne, apparentemente, le dimensioni.
Come il corsetto, i tacchi alti scolpivano il
loro corpo per farlo sembrare più
aristocratico, puro, raffinato e desiderabile
Le scarpe erano un accessorio del vestito
come il cappello e la borsetta che, messi
insieme, costitutivano il set indispensabile con
cui uscire. È curioso vedere come tutti e tre
questi oggetti in epoca moderna siano poi
diventati creazioni a sé stanti, senza legami con
l'abito indossato, mentre una volta erano
realizzati nello stessa stoffa, oppure con colori
che ne riprendessero motivi e rifiniture.
Le scarpe in particolare erano costosissime
anche per l'applicazione di guarnizioni pregiate,
pietre preziose, passamaneria e rifiniture di
classe; realizzate in seta o damasco, velluto o
altri tessuti carissimi, erano costituite da una
suola rigida, una tomaia in stoffa decorata e un
tacco di media altezza in legno, a sua volta
rifinito con pitture e decorazioni oppure rifasciato
dello stesso tessuto della stoffa.
SCARPA FRANCESE 1760 IN BROCCATO CON FIBBIA PREZIOSA
La déclaration d'amour, Jean-François de Troy
1731
IL PATTINO
a Venezia si affermò la scarpa "col
pattino", una sorta di ciabatta-involucro
che serviva per non sporcare la scarpa
vera e i tragitti da casa a casa, una volta
giunti a destinazione questo veniva sfilato
e riutilizzato solo al momento dell'uscita
Calzatura "col pattino" in broccato. Venezia, inizio XVIII secolo
IL TACCO … DEMONIACO…
La natura sessuale del tacco era considerata
disdicevole per Puritani nel Nuovo Mondo. La
colonia del Massachusetts approvò una legge
che vietava alle donne di indossarli.
Nel caso fosse stata trovata con scarpe coi
tacchi alti veniva processata come strega
“istigatrice di sesso demoniaco”.
Solo a metà del 1800 l'americano medio accettò
la moda della scarpa europea.
Jean Honoré Fragonard
(Grasse, 1732- Parigi 1806)
L'altalena , 1767, olio su tela, Londra, Collezione
Wallace .
Il triangolo amoroso è in scena; la giovane
donna , spinta sull'altalena dall'anziano e nobile
marito, sorride maliziosamente - oh, ha perso
una scarpetta!- al giovane dalle gote accaldate,
il cui sguardo punta dritto tra le sottane morbide
e fluenti. Sotto il vestito? niente.... La liaison è
benedetta dai Cupidi, statuine da giardino.
“mules” del 1750
"Lo svenimento" di Pietro Longhi, realizzato intorno al 1744:
National Gallery of Arts a Washington.
Il 700 DI MARIA ANTONIETTA
Il guardaroba personale di Maria Antonietta fu
sicuramente lo scandalo più sconvolgente che la Francia
conobbe dopo la Rivoluzione, mondanamente parlando
non ha paragoni in nessuna cultura.
Maria Antonietta possedeva abiti per qualsiasi
circostanza, amava particolarmente la caccia e
l'equitazione e si contano, quindi svariate decine di
completi specifici per queste attività, naturalmente
c'erano gli abiti per le occasioni formali più importanti:
matrimonio, incoronazione del marito, annuale
celebrazione della monarchia francese, questi abiti
erano costosissimi.
UN GIRO DI VITE …
Maria Antonietta, durante la sua vita adulta ha
davvero fatto parlare di sé per il ritmo sfrenato
della sua vita, il lusso e l'esagerazione di cui si
contornava, arrivando a coronare il periodo d'oro
della moda e della società monarchica,
compresa la sua inevitabile caduta,
trasformando la sua corte e il mondo in cui
viveva in un teatrino di apparenza e un vortice
irrefrenabile, un autentico giro di vite.
• Maria Antonietta si faceva confezionare 300
vestiti all'anno
• Si calcola che la regina si facesse confezionare
circa 75 abiti per stagione, di cui circa una ventina per
tipo: caccia, ricevimenti, quotidiani, naturalmente
biancheria esclusa Robe a la Francaise
• In un anno Antonietta arrivò ad ordinare la bellezza
di 150 vestiti a Rose Bertin, incurante dei prezzi
astronomici della sarta
• Antonietta ha posseduto circa 500 paia di scarpe, la
maggior parte delle quali abbinabili ad un solo vestito.
Le scarpe erano conservate in un gigantesco vano tipo
cabina armadio e mostrate alla sovrana quando era il
momento della scelta (se necessario), erano
inoltre ordinate per funzione, colore e data d'acquisto.

• Pretese inoltre una cameriera che si occupasse


esclusivamente delle scarpe, così venne creato un ruolo
piuttosto prestigioso parallelo a quello
della guardarobiera.
Madame de Pompadour, François Boucher
1756
I piedi reali di Maria Antonietta calzavano un 36 ….
scarpette in seta, rosa e verdi, con tacco a rocchetto.
battute all’asta nel 2012 per 50mila euro
Scarpa in velluto con ricami in filo d'oro
1760 ca.
Le scarpe indossate da Kirsten Dunst nel film Marie Antoniette,
diretto da Sofia Coppola nel 2006.
Le scarpe di Manolo
Nel film si vedono molte scarpe ma si
tratta di ricostruzioni, alcune realizzate dai
Pompei, storici fornitori di calzature per il
cinema, altre realizzate nientemeno che
da Manolo Blahnik. In effetti è molto
probabile che se oggi Maria Antonietta
fosse viva porterebbe delle Manolo
Blahnik..
Un invito elegante a non utilizzare
stravaganze modaiole …..
“Vi prego di limitarvi a questo ornamento,
anche perché il vostro fascino non ha
bisogno di ulteriori aggiunte. Il presente
dovrebbe farvi piacere ancor di più, dal
momento che non ha aumentato la mia
spesa , poiché composto esclusivamente
dai diamanti che possedevo quando ero
delfino”
“Voglio scrivervi , mia cara figliola per dirvi
che sto bene; sono calma, sarei tranquilla
se sapessi che la mia povera figliola è
senza inquietudini. Vi abbraccio assieme
con vostra zia con tutto il cuore. Mandatemi
calze di filatuccio, un soprabito di
bambagina, una sottana “

Maman
Il pacco di Maria Antonietta
• Camicie ornate da piccoli ricami detti
mignonettes
• Due paia di calze di seta nera
• Una mantellina
• Tre fazzoletti di lino
• Un paio di scarpe alla Sant-Huberty (di cui
aveva urgente bisogno in quanto quelle
che calzava erano marcite per l’umidità ..
… la scarpa color prugna alla Saint-Huberty persa da Maria Antonietta
mentre saliva il patibolo ….

… venduta per un luigi al conte di Guernon-Ranville … che la conservò


come reliquia ….
LA RIVOLUZIONE
Nel 1791, “ i tacchi Louis" scomparvero con la
rivoluzione, e Napoleone bandì i rialzi, nel tentativo di
mostrare l'uguaglianza tra i cittadini. Nonostante il codice
napoleonico contro i tacchi alti, nel 1793 Maria
Antonietta salì sul patibolo per essere ghigliottinata
indossando rialzi alti 9 centimetri.
Il tacco venne abbassato notevolmente a partire dal
1791 trasformandosi in un ridottissimo, minuto cuneo o
sostituito da bassi rialzi a molla.
Queste scarpe risultavano per lo più molto fragili e
dovevano essere rinforzate da nastri o spaghi che le
attraversavano legati intorno alla caviglia, in stile sandalo
romano
IL RITRATTO DI MARY LODGE

Nel 1818, anno di realizzazione del dipinto, la moda Stile


Impero inizia a subire qualche modifica. Mary Lodge è
qui ritratta con indosso un abito da sera dal tipico taglio
imperiale. La scollatura è molto bassa e quadrata, le
maniche sono a palloncino e la cucitura è alta sotto il
seno. Ma qualcosa è cambiato: le leggerissime stoffe
bianche lasciano spazio a nuovi tessuti e colori, in
questo caso l'abito è stato confezionato in tessuto rosso;
i sandali alla schiava sono sostituiti da piccole
pantofoline di raso, prive di tacco e dalla punta
arrotondata, decorate con una piccola gala di nastro..
REGGENZA (1811-1820)

Dettaglio del ritratto di Mary Lodge


by Joseph-Francois Ducq
Scarpetta (scarpina)

Leggera calzatura detta escarpin in Francia.


Affermatasi alla fine del XVII secolo, era inizialmente senza
tacco con la linguetta che saliva un poco verso la caviglia.
All’inizio del XVIII secolo la punta era quadrata. Ornata da una
fibbia, fece parte dell’abito da ballo maschile sino al XIX secolo
Imperatrice Giuseppina by François Gerard
LA BALLERINA
La ballerina era una scarpa femminile di foggia simile a quella
attuale, era costituita da una suola piatta e da una struttura in stoffa
o retina, satin o seta per i modelli più costosi e raffinati, ma era
una autentica maledizione.
Già perchè la ballerina dell'epoca non aveva suola o, se l'aveva, era
sottilissa, si sporcava quindi facilmente, era scomoda per
camminarci e ballare, non avendo protezione sotto la pianta del
piede, e si rompeva di nulla.
Mentre il popolo continuava a indossare scarpe al limite della
tortura, i ricchi avevano trovato un nuovo modo per dilapidare le loro
fortune nelle scarpe, la ballerina fu una di queste scuse.
Una scarpa stupida al 100% e inadatta all'epoca.
Peccato che rimase di moda fino agli anni '50 del XIX secolo.
Era l'usa e getta del momento, insomma.
Si narra che l’imperatrice Giuseppina (che
secondo alcuni inventari ne possedeva 521
paia) si sia lamentata un giorno con il suo
calzolaio per una pantofola che si era bucata
dopo averla messa una volta, ma per tutta
risposta pare che il calzolaio abbia replicato:
” Ah, madame, ma voi le avete usate per
camminare!”
1790 ca.
Epoca Vittoriana
L'epoca vittoriana fu un tripudio delle scarpe quasi al pari
del Settecento, con qualcosa di differente, specie nella
mentalità di costruzione.
Esisteva sempre la distinzione tra classi sociali,
espressa dal tacco: il tacco era sinonimo di una scarpa
mediamente costosa, i poveri continuavano a indossare
gli stivaletti di riciclo di parenti e amici, ma anche il costo
per l'acquisto stava calando e, bene o male, anche una
famiglia operaia poteva permettersi, con qualche
sacrificio, di mettere ai piedi dei suoi componenti un paio
di scarpe.
Tipico stivaletto vittoriano da bambini borghesi (vedi punta lucida)
La calzatura per eccellenza del periodo vittoriano fu lo stivaletto
femminile, caratterizzato dalla classica foggià che inizia a
discostarsi dalla classica caviglia dritta per avvicinarsi
maggiormente a quella della gamba, con una sagomatura più
raffinata.

Gli stivaletti vittoriani potevano essere chiusi sia coi lacci che coi
bottoni, erano più comodi e morbidi dei loro predecessori, tinti in
prevalenza di nero e venduti in appositi negozi di scarpe, non più
dal sarto o dall'ambulante.
Le scarpe, inoltre, diventano intercambiabili dai vestiti, un
accessorio diverso e indipendente.
Tipico stivaletto vittoriano da donna, pelle nera con lacci, tacco e sagoma
della gamba
Scarpetta vittoriana ricamata 1873

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