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Storia del costume

1)INTRODUZIONE

COSTUME

VESTIZIONE

CULTURA

TIPOLOGIA

Tessuto

Proporzione

Stagione

Popolo (CLASSI)

Tradizione

Religione

Antropologia

Forme e volumi

Occasione (cerimoniale)

Colore

Bronisław Malinowski

“Gli Argonauti del Paci co dell’Ovest”, I Ed. 1922.

Viene considerato uno dei padri dell’Antropologia Culturale.

METODOLOGIA DI RICERCA ANTROPOLOGICA

PROSPETTIVA OLISTICA:

uno delle operazioni più delicate, è quello di non separare la vita


sociale. Non si devono suddividere gli aspetti sociali, si cerca di capire
il collegamento tra l’aspetto economico, sociale, culturale, etc...

RACCOLTA DI DATI:

Egli raccoglie una serie di dati “concreti”, ossia la priorità di dati


fondamentali: censimento degli abitanti (quanti sono, studio della
parentela, il numero degli abitanti, l’albero genealogico delle varie
famiglie e la parentela fra loro). Traccia così delle piante in termini di
parentela. Studia così lo “scheletro” della comunità degli indigeni.
(SCHELETRO)

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AVVICINARSI ALLA COMUNITA’:

Capire la vita del villaggio. Piccoli avvenimenti del villaggio. Ciò che
prova emozione e non. In Antropologia, come parte dell’allenamento
attraverso il diario mantenere una certa distanza con spirito critico sulla
quotidianità

(SANGUE E CARNE):

Oltre allo “scheletro” della istituzionalità indigena, è necessario capirne


anche il sangue e la carne della comunità: quindi capire i sentimenti, le
emozioni, idea del comportamento nel momento della singola azione. I
mormorii dell’eccitazione durante una festa. Se la carne e sangue ci
viene data dalla quotidianità nella comunità.

(SPIRITO):

Ultimo tipo di fenomeno, accanto al solido schema della struttura della


comunità, sono i giudizi, opinioni, ed espressioni degli indigeni.

FORMA (Struttura)

PROPORZIONE (Composizione)

TESSUTO(Tipologia, stagione)

COLORE(Palette colori e sfumature)

ANNO (Contesto storico)

TIPO DI PRESENTAZIONE (fotogra a, quadro, artista)

DETTAGLI (gioielli, capigliatura)

ARTISTA e collaborazioni

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2) PREISTORIA e CULTURE ANTICHE

2022

30.000 - 25.000 a.c.

22.000 a.c.

-EUROPA

VENERE DI WILLENDORF

Pietra calcarea

Presenza di tintura rossa

Una delle prime testimonianze di cappello?

30.000 - 26.000 a.c.

VENERE DI BRASSENPOUY

Appartenente alla cultura Gravettiana.

Avorio di Mammut

Copricapo ben visibile intrecciato femminile

25.000 a.c.

IL PRINCIPE

Appartenente alla cultura Gravettiana.

Presenza di decorazioni ornamentali: perline bianche, gusci di lumache,


denti di animali forati per realizzare una collana.

22.000 a.c.

TESSUTI

Pelli di animali (decorati con perle e denti).

Prime testimonianze di materiale tessile (primi intrecci di tessuto e bre)

Cultura Gravettiana

UOMO DI TOLLUND

Scoperto in Scandinavia, in una torbiera.

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Presenza di tessuti degli indumenti e cappello ben tenuti.

IV sec a.c.

DONNA DI HULDREMOSE

Probabile morte causata da un sacri cio. (circa 40 anni).

Gonna di lana con trama a quadri, una sciarpa di lana a quadri e due
pelliccie.

Presenza di una cintura cucita ed intrecciata alla gonna.

Presenza di un bottone per fermare la grande sciarpa realizzata in osso


di uccello.

Pelliccia realizzata con 11 pelli con presenza di amuleti e pettine rosso


cucito al suo interno.

II sec a.c.

-EMISFERO SUD

Gwion Gwion

Pitture nella caverna con costumi cerimoniali.

Presenza di copricapi alti e piumaggio o frange.

12.000 anni fa. (AUSTRALIA)

19 SETTEMBRE 1991

3300 - 3100 anni a.C

Corpo intatto con indumenti e strumenti quotidiani.

TATUAGGI

61 TATUAGGI

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Piccole incisioni con legni appuntiti e conchiglie a late

Con il carbone vegetale sparso nella ferita si creava l’immagine

LINEE PUNTI E CROCETTE

GLI INDUMENTI

dal min 13.08 al min 20.13

3) ANTICO EGITTO

3900 a.C. (periodo predinastico) al 342 a.C. ( periodo tardo)

5000 a.c. - Prime testimonianze di El Fayyum

Frammento di tessuto in lino risalente al 1236 a.C.

LINO

TOMBE :

-Resti di abiti

-Cinture

-Coperte

-Tappeti

PITTURE

-Decorazioni su pareti

-Antichi testi

-Narrazioni

SCULTURE

-Faraoni

-Quotidianità

-Lavori / schiavi

SCHIAVI: PERIZOMA O GONNELLINO

CONTADINI: PERIZOMA O GONNELLINO

ARTIGIANI E MERCANTI: GONNELLINO PLISSETTATO

SOLDATI: GREMBIULE DI CUOIO

SACERDOTI E SCRIBI: PELLI DI ANIMALI (PANTERA)

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NOBILI: PELLI DI ANIMALI (PANTERA)

FARAONE: COPRICAPO E CODE DI ANIMALI (BUE O LEONE)

SHENTI

Lo shenti era un indumento bianco simile a una gonna, un pezzo di


tessuto che indossava ogni singolo uomo nell'antico Egitto. Potresti
indossarlo in una varietà di stili e lunghezze. A volte, potresti sollevarlo
tra le gambe per proteggere le tue parti intime.

KALAS

Le donne erano spesso molto scoperte, infatti il corpo nudo


semplicemente non era un tabù nell'antico Egitto. Tuttavia, per
proteggere la sua pelle, ma anche per moda) indossava questo
bellissimo abito plissettato, piuttosto diafano, chiamato “kalas”.

4 Novembre 1922

TUTANKHAMON

il Tesoro

Mostra presso Palazzo Zaguri, Venezia

MESOPOTAMIA

Sumeri: Dal 4000 a.c. al 2000 a.c

Babilonesi: Dal 2000 a.c. al 1100 a.c.

Assiri: Dal 1100 a.c. al 600 a.c.

Babilonesi: dal 600 a.c. al 500 a.c.

SUMERI

KANDYS

Gonna media lunghezza

Presenza di frange

Tardo periodo, presente monospalla, presente dei ricami come


decorazione

Soldati e contadini indossavano un costume meno elaborato e più


corto.

Sopra il Kandys, indossavano spesso un drappo in lana decorata


chiamato Kunace.

BABILONESI

KANDYS

Presenza di maniche.

Realizzato in tessuti pregiati quali lino o seta a seconda del proprio


status sociale.

Colori vivaci con drappi e frange.

ASSIRI

Barbe e capelli decorata in li d’oro.

Indossavano una Tiara (anello d’oro) con due nastri chiamati Infule.

GRECIA

IV Sec a.c.

EPOCA CLASSICA

FEMMINILE :

Funzione di madre

Funzione di sposa

Amministratrice della casa

MASCHILE :

Più funzioni:

Vari occasioni e quindi varie tipologie di abiti

Sesso e costume

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ABBIGLIAMENTO FEMMINILE

Peplo

-Ben documentato soprattutto nella ceramogra a attica della prima


metà del VI sec. a.C.

-Abito di lana pesante.un rettangolo di sto a pesante (lana) avvolto


intorno alla vita e appuntato sulla spalla destra e sulla spalla sinistra
mediante spilloni.

-La parte superiore del tessuto, ripiegata per il verso della lunghezza,
formava una sorta di riporto di sto a detto apòptygma che proteggeva
ulteriormente il seno e il ventre.

-Una volta indossato, il peplo poteva essere stretto alla vita per mezzo
di una cintura.

ABBIGLIAMENTO FEMMINILE

Chitone

Abito leggero, di lino.

Veniva spesso accompagnato dal himàtion, una sorta di mantella che


veniva impiegata per avvolgere le spalle, la schiena o la testa.

ABBIGLIAMENTO MASCHILE

Chitone podéres

Non ristretto con cintura ma lasciato lungo (=podéres, “lungo sino ai


piedi”).

Veniva spesso accompagnato dal himàtion, una sorta di mantella che


veniva impiegata per avvolgere le spalle, la schiena o la testa.

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ABBIGLIAMENTO MASCHILE

Chitone corto

è il vestito di tutti i giorni indossato da quanti (cacciatori, soldati, eroi


impegnati nelle loro quotidiane fatiche, servi, artigiani), costretti a far
movimento, con una veste che non ostacolasse la loro attività.

Due tipi di chitone:

Amphimàschalos (= allacciato su entrambe le spalle).

il chitone Eteromàschalos risulta allacciato su di una spalla sola. (sotto


categoria è il l’exomìs: la parte non allacciata del vestito poteva
ricadere giù ed eventualmente, in caso di necessità, essere
nuovamente allacciata alla spalla.

4) ANTICA ROMA

753 a.c. Fondazione di Roma

476 d.c. Crollo Impero Romano

OTTAVIANO AUGUSTO

27 a.c. - 14 d.c.

Periodo di massima espansione dell’Impero Romano

Subligaculum

principale indumento intimo indossato dagli Antichi Romani, uso


proveniente dalla cultura Etrusca.

perizoma realizzato in lino legato alle cosce e legato in vita.

Utilizzato sia dagli uomini (sotto la tunica o toga), che dalle donne (sotto
la stola).

NB: Subligaculum viene inteso pure una sorta di intimo a palloncino


utilizzato dalle ballerine e dai gladiatori (retiarius). Quest’ultimo lo
ssava mediante un tipico cinturone militare, detto balteus.

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Retiarius

PERIODO REPUBBLICANO

PERIODO IMPERIALE

MODA MASCHILE

"Tonica, in latino Tunica, era un vestimento che immediatamente sotto


la Pretesta o Toga portavasi. Era senza maniche nel suo principio, poi
colle maniche, ma corte, e che non passassero la cintura, la sua
lunghezza al divanti giungeva alle ginocchia, dietro però doveva esser
più lunga sino alle polpe (polpacci) delle gambe, e chi da queste misure
usciva e le usava più lunghe veniva stimato per vizioso e molle.”

(OVIDIUS lib.1, amor. eleg. )

TUNICA

Realizzata in lino (abbienti) o lana o cotone.

Veniva ssata mediante una cintura sul punto vita in cuoio o sto a.

Maniche lunghe erano solo per vesti femminili.

Per il freddo, venivano indossate più tuniche contemporaneamente,


oppure

TUNICA PALMATA

Una tunica speciale, di seta damascata a foglie di palma, che veniva


indossata dai trionfatori, o da alti dignitari, ma solo nei trion o in
occasioni molto speciali

TUNICA TALARE

Usata specialmente nei matrimoni.

Generalmente di colore bianco ma anche in altri colori cerimoniali.

TUNICA DEGLI SCHIAVI

Povera, corta e ssata da una cintura di sto a.

TOGA

Generalmente di lana,

Era un pezzo unico a semicerchio, lunga tre volte e larga due volte
l'altezza di chi la metteva.

Augusto la rese obbligatoria ai senatori e agli uomini con alte cariche,


per evitare che al senato o nella magistratura si vedessero uomini vestiti
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con sto e costosissime di fantasia, damascate, di seta o con bordi
dorate.

NB:

La toga era l'abbigliamento u ciale delle alte cariche, dal senatore, al


console al magistrato al politico, al ricco in genere. Era comunque
vietata agli stranieri, agli schiavi e ai liberti. Per indossarla c'era uno
schiavo specializzato (vestiplicus), che sin dalla sera precedente ne
disponeva le pieghe per facilitare il lavoro nel giorno successivo.
C'erano alcune antiche famiglie patrizie che usavano la toga, ri utando
sempre, per tradizione, l'uso della tunica, ma dai Romani questa
consuetudine era considerata eccentrica e un po' snob.

TOGA CANDIDA

La toga candida, "una veste di lana bianca che portavano li pretensori


de’ magistrati, onde candidati furono chiamati", (PLINIO lib. 7 )

TOGA PRAETEXTA

Bordata di porpora, era riservata ai ragazzi no all'età di 16 anni, ed era


la stessa toga che usavano i senatori, solo che la porpora era
un'imitazione e pertanto non così costosa.

Fu introdotta a Roma da Tullo Ostilio e fu inizialmente attributo dei


magistrati n quando Tarquinio Prisco ne donò una al glio
quattordicenne che in battaglia aveva ucciso un nemico. Da allora
prevalse l'uso di far indossare la pretesta ai ragazzi di condizione
patrizia.

TOGA PICTA

Con varie decorazioni ricamate, dal III sec. a.c. sostituì la toga
purpurea, data anche la di coltà a reperire la porpora.

TOGA TRABEA

Era in parte purpurea e in parte di diversi colori, portata un tempo dai


re, o da alcuni sacerdoti.

TOGA PULLA

Era quella che si usava nei funerali

SYNTHESIS

Era la sostituzione delle toghe nei banchetti serali, che avrebbero dato
impiccio durante la cenatio, troppo ampie per girarsi nei triclini e
allungare le mani senza sporcarsi. Di solito anzi ne portavano qualcuna
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di ricambio se durante il banchetto si sporcava. Era una tunica di solito
bianca con alcuni inserti, usata però unicamente nei banchetti.

PAENULA

Era un indumento invernale, una mantella di lana pesante. chiamta


paenula gausapina o di pelle sottile, chiamata paenula scortae, usata
soprattutto per la pioggia. Era quasi sempre chiusa, con l'unica
apertura per la testa, e con un cappuccio cucito dietro. La sto a che
ricadeva sulle braccia, se era di sto a, veniva ripiegata per libertà di
movimento. Sembra derivi dai Galli

Caligae

MODA FEMMINILE

STRUPHIUM

Realizzato in cotone o lino, era una sorta di reggiseno.

il pectoralis veniva evitato sotto le vesti perché schiacciava il seno ed


era anche fastidioso, oltre a tutto in estate, quando si usavano sto e
molto leggere poteva notarsi da sotto l'abito, e non sarebbe stato
elegante.

Andando poi di moda le sto e leggere, di cui non poco si scandalizza


Plinio perchè gli sembra che appaiano nude tanto le sto e erano
trasparenti, era bene non indossare nè strophium nè subligar.

RICINIUM e PALLA

Nella Roma primitiva le donne portavano la toga come gli uomini, come
riporta Varrone in uno dei suoi scritti, ma ben presto i costumi andarono
distinguendosi e la toga venne imposta alle donne solo come segno di
impudicizia o di facili costumi.

Per coprire il tutto in ne, all'esterno, la matrona in epoca remota


indossava il ricinium, un mantello quadrato che portava sulle spalle e
sul capo. In era imperiale venne sostituito dalla palla.

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BABILONICUM

Il Babilonicum era uno scialle orientale in seta liscia o damascata, o in


velo ricamato, o in sto a leggera ma operata, spesso con frange, che
dettò la moda per tutto l'impero. Aveva in genere colori sgargianti, e si
poneva intorno ai anchi, facendolo salire o scendere secondo i gusti.

Questo indumento, stretto attorno al corpo, metteva in risalto anchi e


sedere, per cui risultava molto sexy. Veniva allacciato facendone un
nodo sul davanti ma più spesso con spille d'oro o d'argento, guarnite di
pietre.

79 d.c.

PERIODO BIZANTINO

I sec. d.c.

VI sec. d.c. (Longobardi scesero in Italia)

PERIODO PALEOCRISTIANO

V sec. d.c.

IV sec. d.c.

PERIODO BIZANTINO

TOGA ROMANA

TUNICA (uomini)

STOLA (donne)

Mantello molto elaborato in broccato

MANTELLA BIZANTINA

Arrivava no ai glutei.

Il colore porpora era riservato solo alla famiglia imperiale.

Veniva accompagnato da un elemento molto decorativo a seconda del


rango, denominato tablion e nei case più regali il sopraomerale.

FUNZIONE LITURGICA

Riferimento DOLCE&GABBANA

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5 ) MEDIOEVO: ALTO E BASSO

476 d.c.

Invasioni Barbariche fanno crollare l’Impero Romano

1492 d.c.

Colombo scopre l’America

PERIODO TARDO ANTICO

476 d.c. - 700 d.c. (dal crollo dell’Impero Romano d’Occidente all’inizio
delle grandi Dinastie)

ALTO MEDIOEVO

Dall’VIII sec. d.c. con la seconda invasione dei Barbari all’anno 1000
d.c.

PIENO MEDIOEVO

Dal 1000 d.c. (crescita demogra ca) al 1250 d.c. morte di Federico II
(Crociate).

TARDO) BASSO MEDIOEVO

Dal 1300 d.c. con la crisi (Peste Nera) al 1492 d.c. scoperta
dell’America.

ALTO MEDIOEVO

MASCHILE

ECCLESIASTICO

FEMMINILE

Evoluzione stilistica del costume romano, mischiato con le varie culture


barbare:

FRANCHI

GOTI

BURGUNDI

SASSONI

LONGOBARDI

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I GERMANICI indossavano tuniche tradizionali mentre la popolazione
legata alla vecchia roma, i cosiddetti ROMANICI, rimasero con la
tradizione tunica romana.

Wiligelmo, Arca di Noè e uccisione di Caino, Storie della Genesi,


1099-1106 d.C. circa, Duomo, Modena

ABBIGLIAMENTO MASCHILE

KYRTILL

Era l’indumento tipico dei germani settentrionali (Vichinghi, Franchi,


Goti etc.).

Trattasi di un soprabito in lana con maniche lunghe no al polso, avente


un’ apertura a fessura per il collo, aderente intorno al tronco e larga sui
anchi, terminante cioè in una sorta di gonnella.

Non è rimasto molto di questo periodo, ma possiamo trovare qualche


citazione scritta e visiva nelle cosiddette “saghe norrene”, dove viene
descritto come indumento molto colorato e con applicazione di molte
decorazioni (ricami etc per gli abbienti).

LA TUNICA E I GAMBALI

L'indumento maschile principale era la tunica, generalmente ottenuta


da un unico taglio di sto a con un buco per il collo sulla linea di
piegatura e delle maniche attaccate.

I ricchi prediligevano tuniche molto lunghe, realizzate in sto e pregiate


(ad esempio la seta) e molto colorate.

A causa del cambiamento di clima, erano utilizzati sia i gambali, ottenuti


avvolgendo la gamba con strisce di sto a (di colore bianco per i
Longobardi[11]) poi chiuse da lunghi lacci (presumibilmente di cuoio),
fors'anche portati insieme a pantaloni larghi, sia le calze strette.

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IL MANTELLO E LE SPILLE

L'indumento principe per garantire maggior protezione contro i rigori


dell'inverno era ancora il mantello.

I Franchi utilizzavano ancora il tipico mantello germanico in lana grezza


(cosiddetto "saie")[14], lungo a malapena no alla vita e ssato da una
bbia alla spalla sinistra (per lasciare il braccio destro libero di
maneggiare la spada), non dissimile dal sagum dei legionari romani.

La foggia della bbia da mantello variava tra le diverse popolazioni: i


Franchi prediligevano la bula, gli Anglosassoni le spille di forma
rotonda, come i Burgundi[9], mentre i Gaeli restavano fedeli alla bula
"penannular" tipica dei Celti[16].

-Fibula Franca, bula a sta a, in argento dorato e granati, VI secolo

-Spilla Anglosassone, Tesoro anglosassone di Sta ordshire,

VIII secolo

ROSSO: uomini di legge e alte cariche

VERDE o BLU: Nobili, cariche importanti, cortigiani.

POVERI: vietato il colore. Tessuti non tinti perciò colori neutri.

«Carlo Magno vestiva alla maniera del suo popolo, i Franchi. A contatto
della pelle metteva una camicia e cosciali di lino, poi una tunica con
orlo di seta e calzoni e chiudeva polpacci e piedi in fasce e calzari;
d’inverno teneva petto e spalle protetti da una pelliccia di lontra o di
altri animali. Portava un mantello azzurro ed era sempre cinto con una
daga, con elsa e bandoliera d'oro o d'argento; talvolta aveva anche una
spada ornata di gemme ma questo soltanto nelle occasioni solenni o
quando venivano ambasciatori dall'Estero.“

Eginardo, Vita et gesta Caroli Magni, 23

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ABBIGLIAMENTO ECCLESIASTICO

FRATI E FRANCESCANI

Tunica grigio, cintura in corda e sandali (o scalzi). Es. San Francesco.

VESCOVO

Indossava la tipica veste ecclesiastico, con decorazioni e ricami di alto


pregio.

CARDINALE

Altissima carica all’epoca. Tressuti estremamente pregiati e velluti di


alta artigianalità.

ABBIGLIAMENTO FEMMINILE

VESTI

Le donne dell’Alto Medioevo portavano un abito che poteva ricordare


un peplo al principio (sempre cit. tradizione romanica).

Una sorta di lunga veste realizzata in lana avente una scollatura


verticale frontale,

Molto frequente si utilizzava soipra alla veste un corpetto stretto con


lacci.

Per i duri inverni si utilizzava spesso mantelle e cappe, ma non con


pelliccia visibile.

Con l’avvento di un cristianesimo più conservatore, le donne


cominciarono ad indossare fazzolettoni per coprirsi i capelli.

Fibbie e spille sempre molto frequenti.

PIENO MEDIOEVO

5 Aprile 1242

LA BATTAGLIA SUL GHIACCIO

CROCIATE e I TEMPLARI

BASSO MEDIOEVO

MASCHILE

BELLICO

FEMMINILE

ABBIGLIAMENTO MASCHILE

INTERULA

Era l’indumento per eccellenza del Basso Medioevo. Veniva


denominato interula in quanto veniva posto all’interno degli altri capi
(sorta di tuta da intimo).

Era solitamente in tinta unita.

Poteva avere uno scollo a girocollo o uno scollo a V.

Poteva essere di varia lunghezza e possedeva maniche solitamente


ampie no al polso.

LA TUNICA

Sopra la interula, c’era la tunica, che veniva spesso indossata con una
cintura in cuoio e un’altra veste superiore.

Quest’ultima era molte vole decorata con gli stendardi della propria
casata nei signori o per il Feudo di appartenenza.

Venivano poi indossati poi sopra la tunica il Mantello, spesso foderato


in varia tipologia di pelliccia (a seconda del proprio statu sociale:

ERMELLINO

VAIO (elite)

AGNELLO

MONTONE

(cavalieri e corti minori)

CALZATURE e ACCESSORI

Interessante erano di usi dei stivaletti alti no al polpaccio, realizzati in


pelle di agnello o cuoio.

Estremamente importanti erano accessori quali borse in cuoio di forma


rettangolare chiamate scarselle e in forma trapezoidale chiamate
Lemosiniere. Entrambi i modelli venivano legati alla cintura e completati
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medianti una bbia in metallo.Altro modello era la Bisaccia (tipica dei
pellegrini).

ABBIGLIAMENTO BELLICO

ABBIGLIAMENTO FEMMINILE

INTIMO e SOPRAVESTE

INTERULA no ai piedi in lino o in cotone leggero.

Il seno veniva stretto con un velo di mussolina simile ad un reggiseno.

Sopra la interula veniva indossata una veste sagomata, arricchita


spesso con uno strascico (a volte erano anche metri).

NB: con il passare del tempo gli strascichi divennero così lunghi da
creare una legge limitando lo strascico ad un solo metro di lunghezza,
pena una somma di denaro.

VESTE

Aveva uno scollo rotondo e maniche molto ampie o lunghe e strette


(dette quest’ultime “ad angelo”.

Gli abiti venivano confezionati in varie tipologie di tessuto:

SETA

VELLUTO

BROCCATI

Venivano impreziositi con gemme preziose.

Per i poveri utlizzavano abiti in lana o cotone.

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SURCOTTO

Era un indumento (anche indossato dagli uomini) esterno sopra la veste


e l’interula interna.

Surcotto signi ca “sopraveste”.

Si indossava alla ne una cintura (poteva essere realizzata in cuoio o


seta o in lina):

PRIMO GIRO (vita)

SECONDO GIRO (reni)

TERZO GIRO (Fianchi)

QUARTO GIRO (Bacino)

Le due bande nali venivano lasciate libere.

MANTELLA

Le mantelle erano indispensabili per i periodi invernali. Possedevano


solitamente degli alamari per chiuderli, e molte volte, venivano
impreziosite da decorazioni.

SCARPE

Le nobili indossavano scarpe estremamente alte.

Per le povere invece scarpe molto basse.

BORSE

Stesse tipologie di quelle dell’uomo

CAPIGLIATURA

GIOVANI: portavano con riga centrale e treccie che cadevano sul petto.

SPOSATE: Portavano con riga centrale o all’indietro intrecciate, con un


velo e sormontato da una banda che cingeva il capo orizzontalmente.
Molto spesso veniva imposto pure un nastro che percorresse il mento, il
collo e che si riprendeva sull’estremità del capo.

Al ne di seguire la moda dell’epoca, i capelli venivano molto spesso


rasati no a metà al ne di rendere la fronte più ampia.

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CODICE MANESSE

Canzoniere Medievale in lingua tedesca del 1300 - 1340

6) 400’ / 500’ (XV sec.)

QUINDICESIMO SECOLO

1400

1500

4 PERIODI PRINCIPALI

Primo Trentennio: Passaggio tra Medioevo Basso e nascita del


Rinascimento

Secondo Trentennio: Inizio Guerra dei Cent’anni (Giovanna D’Arco).


Lotte tra Inghilterra e Francia.

Seconda metà del 400’: La guerra delle due Rose (Lancaster / York) /
Fine della Reconquista spagnola

Fine 400’ (inizio XVI sec.): Scoperta del Nuovo Mondo e l’inizio dell’Era
Elisabettiana…

RINASCIMENTO

“Il Rinascimento è tradizionalmente ssato tra la metà del sec. XV e la


metà del sec. XVI, caratterizzato, soprattutto in Italia, da un'eccezionale
oritura artistica e letteraria, nonché da un più libero sviluppo del
pensiero, frutto di una nuova consapevolezza dei mezzi dell'uomo e
della sua potenza”.

1400 - 1430

LA PELLANDA

La Pellanda era il soprabito più comune nell'Europa latina già a partire


dal XIV secolo, raggiunse tuttavia il suo apice tra la ne del 300’ e il
primo quarto del 400’

Di origini francesi (Houppelande), aveva una forma voluminosa e lunga


no al ginocchio, a volte anche no ai piedi, con maniche larghe,
decorate con frappe, foderato di pellicce selvatiche o domestiche.

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Poteva essere realizzato in lana, velluto o per i ceti più ricchi in seta
(anche damascata)..

Tra il 1380 e il 1410 la pellanda maschile poteva arrivare sia no ai piedi.

VERSIONE FEMMINILE

La pellanda femminile era molto simile a quella maschile, l’unica


di erenza stava nella cinta (sotto la pancia per gli uomini, sotto il seno
per le donne).

La lunghezza della pellanda femminile poteva variare in più misure, ma


nel corso degli anni, la pellanda con strascico assunse sempre di più
una funzione solamente cerimoniale.

Les Tres Riches Heures du duc de Berry, 1415

I colori predominanti sono il blu reale, il verde smeraldo, il rosa candido


e il celeste chiaro.

Il colore delle calze è essenzialmente di colore bianco, al ne di dare


maggior rilevanza alle vesti.

UOMO:

Tipico taglio maschile dell’epoca è il suddetto “caschetto a scodella” e


un pizzetto a forchetta (quest’ultimo nei ceti più abbienti)..

Dagli anni '20 del 400’ in poi la moda impone l'uomo privo di barba, e
spesso anche i capelli sono costantemente rasati ai lati ed alla nuca.

DONNA:

Le nobildonne portavano un fazzoletto di lino in testa, oppure capelli


legati con ori (specialmente in Italia), tuttavia ancora in questa epoca,
la rasatura della fronte nelle donne è ancora frequente.

NB: LA CAPIGLIATURA

Libro del Maestro del Maresciallo di Boucicat 1410-1415

1430 - 1460

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EVOLUZIONE DELLA PELLANDA

La pellanda maschile viene sempre più accorciata, no ad arrivare al


ginocchio.

I capi si presentano più basici e meno stravaganti, la moda impone


quindi un vestiario più più semplice, e i dettagli quali accessori e gioielli
cambiano forma e foggia.

Le maniche vengono chiuse, diventando dapprima a becco di


pellicano, e in seguito non di erenti dalle moderne felpe.

Si portano collane d'oro, le poulaine (tipiche scarpe dell’epoca


allungate), si allungano e diventano nere.

Per gli uomini il collo d'ermellino diventa meno accollato, lasciando


lievemente scoperto il farsetto sottostante.

I capelli sono a scodella ,i volti rasati. Il colore di maggior eleganza


diventa il nero

I colori maggiormente portati sono Il rosso, L'azzurro chiaro, il blu e in


nero.

VESTIARIO FEMMINILE:

Il vestiario femminile conosce la comparsa di alti copricapi a forma di


corna e si portano tra le dame tessuti damascati. Si di ondono i primi
Hennin in europa continentale, mentre in Italia centro-settentrionale i
capelli sono portati con ori o gioielli e il collo del vestito è rotondo. In
entrambe le zone di in uenza la cintura viene posta appena sotto il
seno. Per i giovani dell'Italia centro-settentrionale, soggetti alla moda
toscana (I giovani dell'Italia meridionale erano soggetti alla moda
borgognone con in uenze francesi sotto gli Angiò, e catalane sotto gli
Aragonesi) si di onde la giornea, inizialmente nemente decorata e
ornata di visone, poi, a partire dalla seconda metà del secolo, sempre
più corta e meno lavorata.

Jan Van Eyck

1390 - 1441

Il Ritratto dei coniugi Arnol ni, 1434

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Madonna del Cancelliere Rolin, 1435

Uomo con l’anello, 1430

Ritratto di Margareta van Eyck, 1439

Portrait of Jacobäa von Bayern, 1441

1460 - 1480

PELLANDA E FARSETTO

ANNI 60’:

I giovani si lasciano crescere i capelli.

Si di ondono alti cappelli decorati di d'oro e di penne. Il Capperone


viene dimenticato.

Il colore della pellanda, o (sempre più spesso) del corto soprabito da


indossare sopra il farsetto (capo sempre più importante), è il blu, anche
se non mancano già esempi damascati rossi e oro tipici degli anni '70
del XV secolo.

Le donne portano alti copricapi conici con veli e strascichi trasparenti,


le vesti sono damascate, ornate di ermellino bianco o montone per le
donne più ricche, di lana bianca o lino per le donne meno facoltose. Lo
scollo a V nelle donne prende più piede.

PELLANDA, CAPPERONE E FARSETTO

ANNI 70’:

Subentra come colore il viola.

Il damascato prende sempre più piede, e comincia a sostituire i colori


precedenti.

Iniziano a comparire calze di diverso colore ornate da decorazioni e


lettere dorate in gotico (specialmente nelle ra nate e più libere corti
francesi).

I giovani portano un farsetto borgognone sempre più attillato, con


ampie spalline imbottite.

Ricompare il mantello, appena sotto i anchi, rigido e portato con una


piccola bula a destra o a sinistra. Gli uomini portano dei cappelli simili
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alle più tarde bombette, e spesso i nobiluomini camminano con bastoni
dorati.

1390 - 1441

Petrus Christus

Ritratto di fanciulla, 1470

Natività, 1465

Sant’Eligio nella bottega di un ore ce, 1449

Isabella di Portogallo con Sant’Elena, 1457

Portrait of a Female Donor, 1455

1480 - 1500

IL MINIMAL RINASCIMENTALE…

Il vestiario ha il suo culmine di sempli cazione. Il nero prevale su tutti gli


altri colori.

I copricapi si accorciano e diventano solo neri (specialmente in europa


continentale) o rossi, ornati a volte da pietre preziose o spilli. I volti sono
rasati, e i capelli a caschetto arrivano alla ne del collo.

A metà anni '80 i farsetti appaiono meno imbottiti, con colori che
variano dal verde al blu scuro.

Si di onde tra gli uomini un soprabito o molto corto (arrivando a


coprire appena l'inizio delle brache) o molto lungo (arrivando ai piedi
con a volte un lieve strascico).

Questo soprabito inizialmente non di erisce dalla forma della pellanda


di metà secolo, ma, a di erenza di questa, si porta spesso aperto o
semiaperto (come gli odierni cappotti e giacche), lasciando intravedere
o vedere del tutto il farsetto sottostante con la chemise rigorosamente
bianca.

I mantelli non scompaiono, e sono portati dai giovani come prima.

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Per l'uomo il damascato è usato solo sul soprabito, quasi mai sul
farsetto, che è a tinta unita.

LE DONNE:

Si sviluppa il cosiddetto “Hennin”, un copricapo a forma conica.

I damaschi e i broccati diventano essenziali nei ceti alti.

A metà anni '90 l'Inghilterra elaborerà una sua moda, la "Tudor" (distinta
in varie fasi) che condizionerà la moda del primo Cinquecento europeo.

L'Inghilterra sarà destinata a diventare centro della moda tra il 1490 e il


1510.

Enrico VIII

le sue mogli

1433 - 1533

Catherine of Aragon

1533 - 1536

Anna Bolena

1536 - 1537

Jane Seymour

1540

Anna di Cléves

1540 - 1542

Catherine Howard

1543 - 1547

Catherine Parr

7) 500’ / 600’ (XVI - XVII sec.)

2022

1500

XVI / XVII sec. SEDICESIMO /DICIASETTESIMO SECOLO

1700

1600

500’

MODA :

- Moda Spagnola

- Moda Elisabettiana

Abito e sottoveste

Il vestito più utilizzato in quest’epoca era costituito dall'abito, (in inglese


gown o frock).

L'abito poteva essere o morbido o aderente, con maniche corte o


lunghe,

Lunghezza varia: no ai piedi o con una piccola coda non esagerata.

I Corpetti

Due tipologie di corpetti:

Tipo francese, spagnolo e inglese avevano “forma di cono”, conferendo


così alla parte frontale una forma a V verso la vita.

I corpetti italiani, invece, avevano la caratteristica forma a U.

I corpetti potevano giungere quasi no al collo. Erano ssati con


gancetti sul fronte o lacci. La parte più alta dei corpetti era ri nita con
bottoni o lacci.

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Soprabiti e mantelli

Come soprabito c’era la sovragonna detta “salvaguardia”.

I mantelli con il cappuccio venivano spesso usati nei periodi invernali.

I mantelli potevano essere sia di media lunghezza che molto lunghi.

I mantelli francesi erano particolarmente impreziositi di decorazioni,


perlati.

Intimo

Era composto da una camicia in lino. Questo era l'unico articolo


indossato da ogni donna, indipendentemente dalla classe sociale.

Le camicie delle donne più ricche erano ricamate o bordate di pizzo.

Le calze erano solitamente in lana e tenute con delle giarrettiere a


nastro.

Moda Spagnola

Il colore fondamentale nella moda spagnola del periodo è sicuramente il


nero.

Concetto di erenza moda puritana / cattolica.

Gioco di contrasti tra decorazioni e merletti candidi.

Per la prima volta dall’America era appena arrivata una nuova tintura
nera, tale da rendere tessuti neri molto più belli e lucenti, adatti
soprattutto alle classi piu' elevate.

Uso in molte tipologie di tessuto:

-velluto

-cotone

-b lane

Elisabetta di Valois, Spagna, 1565.

La moda di ne 500’, inizi ‘600, non era per niente confortevole, quindi
gli abiti potevano essere molto strutturati e somigliare a pesanti
armature che costringevano il corpo in modo innaturale e rendevano
di cile il movimento.

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La rigidità delle vesti è uno specchio della rigidità morale di chi le
indossa. La Spagna, in questo secolo una potenza, imporrà questa
moda ampiamente.

1615-1640. olio su tela.

La gonna tipica è detta “vertugade”, una gonna di origine spagnola


molto ampia e rettangolare, con stecche al suo interno.

La Gorgiera

“Gorgiera” deriva dal francese gorge, (italiano gola).

Compare in Italia nella sua forma più semplice, attorno al 1530, quando
la penisola cadde sotto il dominio spagnolo di Carlo V.

Veniva spesso irrigidita con amido, era collegata con la moda degli
abiti molto accollati.

Verso la metà del XVI sec. la misura si allunga notevolmente, no ad


arrivare, verso la ne del Cinquecento, a vere e proprie ruote.

Potevano essere realizzate in lino nissimo o totalmente in merletto.

La gorgiera italiana si avvalse della maestria delle merlettaie veneziane


che crearono veri e propri capolavori ad ago o a tombolo. Uno dei
maggiori produttori di questi merletti provengono dall’Isola di Burano.

Moda Elisabettiana

Due grandi concetti:

-Culto dell’immagine della Regina.

-La persona di Elisabetta come fonte suprema d’ispirazione.

-Donna come purezza incarnata.

I motivi geometrici erano la base per gli abiti elisabettiani,


probabilmente a causa dell'interesse nelle scienze e nella matematica.

Le decorazioni potevano essere realizzate con perle di vario genere,


ossi di balena, avorio.

PELLI E PELLICCE

L'ermellino era una pelliccia riservata esclusivamente ai reali o alla


famiglia reale.

Gli altri nobili potevano indossare volpe e altre pellicce animali.

Ritratto di Elisabetta I, Inghilterra, 1575.

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I nobili avevano molte restrizioni nel costume:

gli abiti intessuti con li d'oro erano riservati unicamente alla regina, a
sua madre, ai suoi eredi, agli zii, alle sorelle e ad alcune donne da lei
scelte che appartenessero al rango delle duchesse, marchese e
contesse.

Viscontesse e baronesse, invece, dovevano usare altri materiali perché


non potevano ottenere concessioni in tal senso

I colori del periodo elisabettiano:

VIOLA: membri della famiglia reale e la regina stessa.

MARRONE, GIALLO, ARANCIO, GRIGIO, BLU: ai ceti meno abbienti.

Partlet

Il partlet era un indumento senza maniche indossato sopra il collo e le


spalle, indossato sopra un vestito o indossato per riempire una
scollatura bassa.

Il termine deriva dal francese “Dame Partlet”, nome tradizionale di


gallina.

Realizzati in seta o lino.

Servivano per riempire le scollature degli abiti borgognoni sia maschili


che femminili.

Per i ceti più abbienti venivano anche decorati con oro e gioielli o perle ,
come quello indossato da Eleonora di Toledo nel ritratto del Bronzino.

Sir Francis Drake (1540 - 1596)

William Shakespeare (1582 - 1616)

Moda francese e lo stile barocco

Re Luigi XIV (1638-1715) detto il Re Sole, si impegnò che la sua moda


potesse essere ben consolidata per tutto il periodo del suo regno.

Gli abiti tornano ad essere scollati: dalla scollatura quadrata che


incornicia il seno dei primi anni del secolo si approderà verso il 1650 ad
un decolletè, che lascia scoperte spalle, schiena e attaccatura del seno.

Per qualche tempo la scomparsa della gorgera lascia il posto, a dei


piccolissimi colletti inamidati e cuciti al retro dell'abito detti “rebatos”,
ma presto scompaiono anche questi per lasciare il posto ai ricchi e
grandi pizzi che incorniciano le scollature.

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Tornano di moda anche gli strascichi.

Tramonta il predominio del nero e appaiono tinte nuove:

Colori pastello ma anche sgargianti.

Blu in tutte le sue sfumature.

Celeste.

Bianco utilizzato come sfondo per ricamare motivi oreali o altri fregi
verdi, rosa e blu.

Le manifatture tessili subiscono una netta evoluzione soprattutto per i


broccati (francesi e italiani) hanno motivi decorativi più complessi e
simmetrici rispetto al passato.

600’

Sviluppo degli abiti

La gonna spagnola(vertugade) scompare e viene rimpiazzata da una più


morbida e a pieghe.

Varie strati cazioni di tessuto con di erente colore e motivo per rendere
il volume medesimo.

Verso la prima metà del ‘600, la gonna viene aperta per rendere visibile
la strati cazione delle gonne sotto.

Per tutto il ‘600, la giacca si accorcerà sempre più no ad arrivare al


punto vita e molto stretta (citazione sempre di origine spagnola).

Le maniche si accorciano sempre più.

Presenza di ampi polsini in pizzo, inizialmente strutturati per poi


passare ad una forma più ammorbidita (sarà l’inizio della forma alto
barocca).

Accessori e i collari

Il collare era ancora molto comune negli anni '20 del 1600 e durò un po'
più a lungo nella moda femminile.

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Iniziarono a di ondersile scollature, sempre più profonde e incorniciate
da un ampio colletto di pizzo, che poteva coprire in parte il décolleté.

Grandi collari rialzati (collari medici) vennero indossati anche su abiti


festivi no all'inizio degli anni '30 del XVI secolo. In seguito si iniziarono
a scoprire anche le spalle e i colletti divennero più piccoli e più morbidi.

Copricapi e Capigliatura

All'inizio, le donne si tiravano indietro i capelli in modo relativamente


semplice, ma anche le acconciature tendevano ad essere più larghe
che alte, cosa che si otteneva semplicemente lasciando i capelli liberi
sino alle tempie e arru andoli in seguito.

Alla ne degli anni ‘20 del ‘600, i capelli vennero portati sin sopra le
orecchie e venivano in seguito ondulati o arricciati, magari con alcune
ciocche cadenti sulle spalle.

Le donne potevano anche indossare un cappello di feltro ornato di


piume con tesa ripiegata, così come accessori alla moda erano
considerati ventagli e maschere contro il sole, il vento e le intemperie.

Questi oggetti erano portati indosso grazie ad un nastro che era portato
intorno alla vita potresti. Il gioiello più popolare per le donne erano le
perle in forme di collane o orecchini.

Caravaggio

Velazquez

Rembrandt

8 ) 700’ / Rivoluzione Francese

2022

XVIII sec. DICIOTTESIMO SECOLO

1800

1700

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IL PASSAGGIO TRA PRIMO BAROCCO E SUCCESSIVO

Le monarchie in Francia e in Inghilterra sono molto in crisi. (il periodo di


Luigi XVI e Maria Antonietta / era post Re Sole)

Nuove scoperte globali

Nuove scoperte scienti che

Evoluzione musicale

COSTUME:

Da un concetto di sobrietà (nero come colore di moda, rigore e serietà)


si inizia in un concetto di un lusso più e mero

Nasce il concetto di frivolezza

Accresce di più il concetto “regole di moda” e vengono pubblicati


numerosi scritti come i cosiddetti “libretti” per uomini e donne che
danno loro istruzioni su come vestirsi e truccarsi

Luigi XIV, detto il Re Sole

1683 - 1715

Luigi XVI

1754 - 1793

Luigi XV

1710 - 1774

ABBIGLIAMENTO MASCHILE

CARATTERISTICHE GENERICHE

L’abbigliamento non subisce moltissimi cambiamenti come tipologia


(giacche, pantaloni etc)

Cambia soprattutto lo stile: da uno stile più “sfarzoso” per temi,


stampe, volumi, si passa ad un tono più frivolo, più stretto dove la
decorazione fa da protagonista

PRINCIPALI TESSUTI UTILIZZATI:

Seta

Lana

Cotoni lavorati

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passamanerie molto so sticate

GIUBBA

Un antenato della giacca moderna

veniva portata sopra una camicia

la sua lunghezza si allunga no al ginocchio

molte volte possedeva dei faldoni laterali (cit. antenato del frac
moderno)

Veniva molto spesso accompagnata da un panciotto

numerosi bottoni coperti

scollato a V ma di tipo stretto

Le maniche erano più corte, da fuoriuscire leggermente le maniche con


polsi arricciati

possedeva solitamente un risvolto sproporzionato e molto decorato.

PANTALONI

Inizialmente si presentano come pantaloni larghi con molte pence


profonde, al ne di dare maggior volume alla forma

Successivamente con l’avvento delle giacche più aderenti, la forma si


stringe e le pence aderiscono

Si chiudevano con bottoni oppure mediante una bbia, seguito da una


cintura del medesimo tessuto

Potevano esserci un secondo paio di pantaloni più corto con grandi


risvolti per nascondere la ne delle calze

Le calze, sempre di natura attillata e di colore bianco, venivano ssate


mediante delle prime “giarrettiere” maschili

decorate con passamanerie

CALZATURE

Evoluzione totale delle calzature

Dagli stivali molto pesanti del periodo precedente, le scarpe si


trasformano in scarpe più delicate, sfarzose

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varie tipologie di pellami

cuoio nero

cuoio rosso

varie tipologie di tessuto

Forma squadrata e aperta da davanti

Chiuse con una bbia sproporzionata

Principale cappello dell’epoca è il “tricorno”

realizzato in feltro

lana o panno di lana

pelle

COPRICAPI E PARRUCCHE

Cappello detto “a pan di zucchero”, più stretto con forma a noce

Parrucche di vario genere

vari colori

vari volumi

Poca igiene personale

Di erenze per genere sociale

ABBIGLIAMENTO FEMMINILE

ABITO E SOTTOVESTE

Continua il concetto di abiti strutturati con più strati cazioni

Presenza di molti sfarzi: decorazioni di natura più leggera rispetto al


periodo elisabettiamo (presenza di più piume, ricami etc…)

Parigi diventa uno dei maggiori fulcri della moda femminile

Tessuti estremamente pregiati:

sete

cotoni

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scialli di lana

CORSETTI

Il corsetto è il protagonista principale nel mondo femminile

Forme molto strette e aderenti al punto vita

Veniva allacciato da davanti o soprattutto dietro mediante lacci di seta


o nastri

Presenza di forature numerose al ne di renderlo ancora più stretto

VARIE TIPOLOGIE:

Il principale era il corpetto che lasciava le spalle scoperte

Per le donne meno abbienti le spalle venivano coperte e unite al


corpetto con dei piccoli gancetti

GIACCHE

Le giacche femminili possedevano una forma molto aderente, con il


punto vita più aderente rispetto a punto seno

Realizzate in tessuti di vario genere

tessuti leggerissimi

tessuti più strutturati

Irrigidite con stecche interne o crinolina

GONNE

Forma sempre molto voluminosa

Presenza di numerosi strati

solitamente con il colore più chiaro nella zona più interna alla gonna (la
parte esterna la più colorata)

Regola dell’apertura centrale sempre presente, al ne di mostrare le


varie strati cazioni

Presenza di numerose decorazioni:

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ricami

merletti

voile e balze

plissettature e arricciature

ACCONCIATURE E COPRICAPI

La parrucca è sempre la protagonista di questo periodo

Venivano avvolti in maniera verticale, mediante l’ausilio di forcine e


fermagli di di erente decorazione, a volte addirittura delle vere e proprie
strutture di metallo

Ai lati venivano lasciati boccoli molto lunghi

In onore dell’amante del Re francese, venne introdotto un nuovo


copricapo de nito con “Fontage” (dal nome di moiselle Fontange)

realizzata con una tela molto na (lino) e sostenuta da li di ferro (il


merletto era presente)

Le donne meno abbienti portavano una cu a

Bauta

Moretta

Stefano Nicolao, Venezia

TRUCCO

Il trucco era costituito:

base bianca (biacca) con piombo

guance di cipria colorate

sopracciglia colorate

labbra molto colorate (cocciniglia)

NEI FINTI

Il neo nto, sia per gli uomini che per le donne è stato un altro
protagonista di questo periodo

Ogni parte del viso aveva un suo signi cato:

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BOCCA:

sopra labbra: voluttuosa

sotto labbra: baciatrice

NASO:

sotto: giocoso

LATO SINISTRO DEL VOLTO

Irresistibile

ACCESSORI

Il ventaglio di vario tipo:

varie forme

vario tessuto

illustrazioni, opere d’arte

I manicotti in pelliccia portato solo su di una mano

Guanti molto lunghi, portati anche dentro casa

I gioielli:

spille e orecchini

Iniziano i primi “piercing”

9) Età Napoleonica e Romanticismo

1796 - 1860

2022

XIX sec. 19ESIMO SECOLO

1865

1821

1796

2 PERIODI DISTINTI :

- NAPOLEONE (NEOCLASSICISMO)

(1796 - 1815)

- POST-NAPOLEONE (ROMANTICO)
(1815 - 1865)

PERIODO POST-RIVOLUZIONE

La moda è concepita come “strumento di potere”.

Si evolve il cosiddetto “fashion victim” con stampa specializzata:

Costume Parisienne

Journal des Dames et des Modes

Nel periodo Napoleonico gure di moda specializzate subentrano nel


costesto sociale:

Sartorie specializzate

Parrucchieri

Truccatori

Primi Atelier e Boutique

-Campagna Italiana

(1796 - 1797)

-Incoronazione Imperatore

(1804)

-J.L.David Napoleone nel suo gabinetto di lavoro

(1812)

-Ultimi anni

(1815-1822)

ABBIGLIAMENTO MASCHILE

(PERIODO NAPOLEONICO)

LA FIGURA DEL DANDY

- I pizzi, forme e mere e il concetto frivolo sfuma.

concetto di neoclassico

esaltazione del corpo

- Due movimenti principali per la moda maschile:

Dandismo: è l’esteta del periodo per eccellenza.

Romanticismo: l’uomo / poeta

- Tessuti impiegati per l’uomo:

la seta

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la lana

cotone

pelle di daino

- Brillantina per capelli con accennata di basette.

LORD BRUMMELL E IL DANDISMO

-Beau Brummell portò la moda del dandysmo nella società inglese della
metà degli anni '90 del Settecento, caratterizzandola nell'assoluta
pulizia personale, nell'utilizzo di camicie di lino immacolate con alti
collari, e di cravatte e vestiti dai colori scuri (in contrasto coi cosiddetti
"maccaroni" della ne del XVIII secolo).

-Brummell abbandonò la parrucca e si tagliò i capelli corti secondo la


moda della Roma antica, "alla Bruto" come si diceva all'epoca,
lanciando la moda di guardare ai classici come si fece per il costume
femminile della medesima epoca. Egli sostituì inoltre le braghe con i
pantaloni, spesso di colore chiaro per la giornata e scuri la sera,
basandosi sul vestiario della classe lavoratrice francese durante la
Rivoluzione Francese.

CARATTERISTICHE :

Capelli alla “Tito”

Cravattone

Habit

Gilet

Bastone da passeggio

Cilindro

Guanti

Orologio da panciotto

Stivali Assiani

ACCESSORI E STIVALI

Accessori con ispirazione militare:

guanti in pelle

bastone da passeggio

catena orologio

spillone

cappello a cilindro o a tuba,

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Stivali tipici di questo periodo sono gli Stivali Assiani:

possiedono un tacco basso adatto per cavalcare

Lunghezza al ginocchio.

PERIODO ROMANTICO

(1821 - 1865)

“Habit à la française”

-Il tipico abbigliamento del gentiluomo del XVIII secolo era costituito da:

habit (giacca),

gilet o panciotto

culottes (calzoni che arrivavano al ginocchio).

jabot

camicia di lino o di cotone con polsi decorati.

-Altra tipologia di abiti nati in questo periodo sono il frac o redingote,


gilet e calzoni.

Dal 1800 i revers spariscono dai gilet.

Si a erma la cravatta senza cappio che mostra i becchi della camicia.

CAPISPALLA

Nel periodo Romantico è molto utilizzato il soprabito.

Molto in voga il cosiddetto surtout e il carrick.

Il diebitsch (nome di un generale russo vincitore dei libertari polacchi)


ha guarnizioni di pelliccia (astrakan) e alamari.

Altro grande tipo di soprabilto è il mantello:

uso tipicamente dei nobili

vari tessuti impiegati

velluto

lana

lana cotta

SIMBOLISMO DELLA BARBA E BAFFI

Barbe unite alle basette e ba .

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Venivano utilizzate come vero e proprio simbolo del propria
organizzazione sociale (massoneria, carbonai).

Non sempre venivano utilizzati, infatti si introducono nuovi strumenti di


rasatura, tra cui i primi rasoi monouso.

COPRICAPI E ACCESSORI

Il cappello più utilizzato anche nel periodo Romantico è il cilindro, però


a tuba alta,

Dapprima, realizzato con un feltro peloso, viene reso lucido lucido e


rasato.

Nel 1834 invece viene lanciato dal cappellaio Gibus, un vero e proprio
cilindro da viaggio, il quale per mezzo di molle interne, poteva essere
appiattito.

Rimasti ancora qualche residuo di bicorno.

Nei periodi estivi si utilizzavano cappelli in paglia o feltro leggero.

ABBIGLIAMENTO FEMMINILE

ABBIGLIAMENTO FEMMINILE :

- STILE IMPERO

- STILE REGENCY

STILE IMPERO

Proveniente dallo stile Neoclassico, tipico del mondo Napoleonico.

Considerati all’epoca come abiti “casual”

Non più cambio di abito durante il giorno ma uno no a sera

Tessuti utilizzati nello stile Impero:

mussola semi-trasparente, (cit. statue greche e romane antiche).

Abiti di satin

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MEZZO ABITO

Era l'abito usato di giorno,

Finalizzato all’incontro di persone estranee al contesto familiare.

ABITO PIENO

Con "abito pieno" si intendeva invece l'abito per gli eventi formali, sia di
giorno che di sera.

Di natura più stravagante.

tessuti più decorati

ricami

decorazioni più ricche

ABITO DA SERA

Il vestito serale veniva cambiato per dare un tono particolare al


momento della cena, un'occasione conviviale per la famiglia che si
sottolineava anche attraverso la moda.

LUTTO

Quando una donna perdeva il marito, doveva rigorosamnte indossare il


colore nero, in segno di lutto.

Il corpo veniva coperto maggiormente. Le braccia non potevano essere


scoperte.

LO STILE REGENCY

E’ tipico del periodo dove nisce l’ispirazione neoclassica / greca

Gli abiti cominciano ad assumere una forma più conica e strutturata

Si reintroducono nuovamente i corsetti.

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Le maniche iniziarono ad essere più sbu ate già sul tema dello stile
romantico.

Ispirazione orientale (campagne Napoleoniche)

Cappelli e acconciature divennero più elaborati

10) Periodo Vittoriano (Moda Inglese)

1837 - 1901

PRIMO PERIODO

(1840 / 1860) 20 anni

SECONDO PERIODO

(1860 / 1880) 20 anni

TERZO PERIODO

(1880 / 1900) 20 anni

2022

XIX sec. DICIANOVESSIMO SECOLO

1901

1837

INTRODUZIONE ALLA EPOCA VITTORIANA

Massima espressione della femminilità ottocentesca

Particolare attenzione al taglio e le forme stilistiche dell’abito

L’Inghilterra diventa simbolo di eleganza e bellezza alla moda.

La Regina Vittoria (incoronata molto giovane nel 1837) diventa gura


icona per tutto il suo periodo da regnante:

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Ogni accessorio, gioiello o singolo dettaglio che indossasse, si
trasformava in dettaglio di moda (perlomeno no alla morte del marito
Albert, nel 1961)

PRIMO PERIODO

(1840 / 1860)

Gli anni 40’ del periodo Vittoriano

Spariscono le vecchie sfrivolezze settecentesche de nitivamente

Si introduce una moda più “minimal” rispetto l’epoca precedente.

Veniva spesso usato il bianco, colori pallidi e stampe oreali.

Il punto vita si sposta verso il basso e le maniche diventano ampie.

Scollatura lasciava nuda le spalle e la parte superiore al seno.

Reintroduzione dei corsetti molto rigidi:

venivano inserite stecche di balena per rinforzarli e addirittura una


fascia d’acciaio sul punto schiena.

GONNE

Le gonne assumono una forma molto ampia e particolarmente


voluminosa

Realizzata in tessuti di vario genere:

strati cazione

tessuti molto caldi

situazione poco igienica

Venivano strutturate mediante l’uso della crinolina (come sottogonna):

irrigidita spesso con l'appretto

realizzata con:

ordito di cotone

trama di crine di cavallo

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A volte l’orlo di tali gonne veniva impreziosito da merletti e pizzi.

Verrà sostituito sucessivamente da stecche

LUNGHEZZA

Bambine = corte

Adolescenti = mezzo polpaccio

Ragazze / donne = no ai piedi

COPRICAPI

Con il primo periodo Vittoriano, si introduce il modello detto

“poké bonnet”:

un copricapo molto usato all’epoca

Realizzato in varie tipologie di tessuto:

broccato

velluto

nastri di seta per chiuderlo dietro

introdotto nella Borghesia inizialmente, per poi passare alla nobiltà e


aristocrazia

Gli anni 50’ del periodo

Il volume della parte superiore si riduce nell’abito (concetto della doppia


pelle)

Di erenza tra giorno e sera:

GIORNO: avevano un corpetto solido e strutturato. Chiuso no al collo.

SERA: presentavano una scollatura più profonda, con il seno scoperto


a metà

Il corsetto diventa ancora più stretto, leggermente più rialzato

GONNA

Le gonne diventano talmente pesanti da diventare insostenibili:

presenza di 8/10 strati di tessuto inamidato

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elementi nalizzati al volume

A causa di questo enorme peso, la crinolina delle sottogonne a partire


dagli anni 50’ viene sostituita da veri e proprie strutture (gabbia) in
acciaio con molle e stecche ad e etto a campana

La crinolina diviene impiegata così diventa simbolo dei ceti più bassi in
questo periodo

LE PROBLEMATICHE PER LA DONNA VITTORIANA :

CORSETTO : sempre più stretto, sempre più strutturato

GONNE : occupava spazio (circa tre uomini), Inclinazione del busto in


avanti

TESSUTO: altamente in ammabili, estremamente pesanti

MOVIMENTO : di coltà nel sedersi e nel salire nelle carrozze, scivolare


per camminare

CHARLES DICKENS

(1812 / 1870)

ROMAN POLANSKI

Si sviluppano le maniche “alla mary”, ovvero delle maniche ampie al


fondo, probabilmente preferite dalla Regina Vittoria

Come tessuti venivano impiegati principalmente tessuti pesanti:

broccati

velluti

sete doppie

COLORI :

Giallo napoli

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Verde

Temi oreali

geometrie

SECONDO PERIODO

(1860 / 1880)

Gli anni 60’ del periodo

De nibile come massima espansione del simbolismo Vittoriano

L’ampiezza delle gonne raggiunge il suo massimo di 7 metri

La tipica forma dell’abito di questo periodo è con il davanti più piatta e


più gon a dietro

La crinolina quindi si espande più dietro rispetto al davanti

Si sviluppa delle vere e proprie code a rimbalzo dietro

Scollature molto profonde e smanicati

NASCE LA HAUTE COUTURE

Primi sviluppi di Haute Couture, in particolare nelle maniche:

Manica a pagoda

Manica a campana

Manica a sbu o

Gli anni 70’ del Periodo Vittoriano

In questo decennio, nasce una struttura della gonna la cosiddetta


“crinolette”:

struttura di sostegno sviluppata sul retro della gura femminile:

realizzato sempre in acciaio e “a cerchi”

molto ridotto rispetto lo stile precedente

Non unita alla parte superiore dell’abito

La vita si alza e diventa sempre più stretta

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La scollatura è ben profonda

La Regina Vittoria invece continua ad avere la crinolina in quanto


vedovanza in ricordo del marito Albert.

COPRICAPI

Si sviluppano piccoli cappelli e acconciature aventi ricci boccoli

Il poké bonnet diventa talmente ampio da non mostrare il volto della


donna lateralmente

Si utilizzavano i cosiddetti “scalpette” e “ frizzette” al ne di volumizzare


ancora di più i capelli.

OSCAR WILDE

(1854 / 1900)

TERZO PERIODO

(1880 / 1900)

Gli anni 80’ del Periodo Vittoriano

In questo decennio, la crinolette, si accorcia drasticamente diventando


una nuova struttura detta “tournure”

Successivamente il turnere verrà sostituito dal “bustier”, un bustino con


una parte sviluppato dietro

Le giacche restano aderenti e molto lunghe, che accompagnano la


gonna.

La Regina Vittoria, no alla ne dei suoi giorni, resterà una gura di stile
e di eleganza

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SCARPE

In questo periodo le scarpe sono visibili in determinati contesti (abito da


caccia, sport etc…) così si evolvono in varie forme in questo periodo:

a usolate e a punta

tacco a rocchetto o detto “alla luigi”

si sviluppa lo stivaletto “alla Balmoral”

Gli anni 90’ del Periodo Vittoriano

La donna diventa sempre più emancipata

Le gonne diventano più pratiche e le strutture diventano sempre meno


voluminosi:

la turner si trasforma in una semplice imbottitura detta “cul de Paris”

Si sviluppa la linea ad “S”, che si svilupperà poi nella Belle Epoque

Colli alti negli abiti

Maggiore semplicità dei tagli

COPRICAPI

I cappelli diventano più vezzosi, ornati da di erenti decorazioni:

piume (struzzo)

colori ricercati

uccelli impagliati con molle che, una volta azionate facevano aprire le ali
per farli realistici

Per preparare i volatili, venivano impiegati prodotti chimici all’arsenico,


molto nocivi alla salute delle donne

ROBERT L. STEVENSON

(1854 / 1894)

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LEWIS CARROLL

(1832 / 1898)

11) Bella Epoque (Moda Francese)

1871 - 1914

2022

XIX / XX sec.

1914

1871

Introduzione alla Belle Époque

Il termine Belle Époque indica un periodo di estrema positività e di


oritura culturale.

Il mondo della moda si evolve e diventa uno dei campi maggiori in


termine di produzione:

Abiti

Cappelli

Accessori di bellezza

Scarpe

Nascono i maggiori centri di produzione al mondo:

Parigi (Alta Moda)

Londra (moda maschile)

Vienna

Venezia (tessuti)

Bologna

-L’Atelier del sarto famoso all’epoca diventa non solo un luogo di


produzione ma un vero e proprio “salotto culturale”, dove emergono
ogni giorno i pettegolezzi mondani.

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-Venivano presentati gli ultimi sfoggi di moda, dalla biancheria intima
all’abito importante da sera o cerimonia.

Tipologie di abiti

Nel mondo della Belle Époque, il numero di tipologia di abiti supera un


numero enorme, infatti sovente le donne cambiavano di abiti più volte al
giorno.

Le principali tipologie di abito:

da giorno (Linea S)

da pomeriggio

da sera

da svago

da teatro

da concerto

sport

gite fuori città

da ballo

da cerimonia

Il galateo in questo periodo è fondamentale in quest’epoca

Ogni singola azione poteva essere criticata o trasformarsi in occasione


di critica o pettegolezzo negativo

L’importanza dei tessuti negli abiti diventa uno dei maggiori interessi
nella moda (si sviluppa l’editoria di moda, dove centinaia di modelli e
gurini mostravano esempi di vestiario sia per la moda femminile ma
anche femminile)

L’EMANCIPAZIONE FEMMINILE

Si sviluppa il concetto di liberazione del corpo della donna: il busto


stretto comincia piano piano a rendersi meno aderente e più salutare
rispetto gli anni precedenti

Donna Eroina del periodo

Nasce il concetto della donna Eroina o “femme fatale”:

pura bellezza

consapevole del suo potere erotico/seduttivo

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Esempio tipico di questo tipo di donna è il ritratto di Giuditta di Klimt o
le eroine di Gabriele D’Annunzio.

Questo tipo di eroina viene ritratta seminuda citando i grandi eroi


dell’epoca greca classica

Lo sviluppo Art Nouveau

In questo periodo nasce l’Art Nouveau, un’arte estremamente ra nata


dove la decorazione è fondamentale

Questo tipo di arte lo si trova pure nella moda:

Mariano Fortuny:

abito delphos

emerge il corpo della donna

ricerca di tessuti e stampe artigianali

Adolfo Hohenstein

MARIANO FORTUNY

(1871 / 1949)

Il teatro e svaghi: Lautrec

Il concetto di divertimento e luoghi di spettacoli era all’ordine del giorno


nel mondo della Belle Epoque.

In questo periodo si sviluppano le prime forme di fotogra e e la


sperimentazioni di opere cinematogra che

NADAR

STIEGLITZ

Si sviluppa molto anche il concetto di pubblicità con nuove tecniche di


rappresentazione :

Toulouse Lautrec, protagonista dell’estetica femminile tipica della "Belle


Epoque".

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Toulouse Lautrec

(1812 / 1870)

NADAR

(1820 / 1910 )

Uno dei maggiori protagonisti è Nadar, conosciuto per aver uno studio
importante a Parigi. Aveva un intero edi cio molto importante e
contemporaneo, d’avanguardia in ferro e vetro. Sulla facciata era
presente la scritta NADAR.

Lo ricordiamo non solo per essere fotografo ma un vero e proprio


impresario della fotogra a, che ha aiutato ad emergere altri fotogra .
All’epoca Nadar accoglie una galleria d’arte dedicato agli
impressionisti.

-ALFRED STIEGLITZ e la sua CAMERA WORK

(1874 / 1946)

Giovanni Boldini

Giovanni Boldini è uno dei pittori che sviluppa in questo periodo


l’immagine femminile con il concetto di “donna ore”:

abiti molto voluminosi

lo sfondo si mischia con lo sfondo

collo molto sottile e lungo

eleganza innata

Francia (Parigi)

Austria (Vienna)

Germania (Weimar)

Italia (Milano - Bologna - Venezia)

Russia

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Parigi

Parigi raggiunge il suo massimo splendore durante la Belle Epoque:

massimo centro culturale europeo sia per il mondo creativo, di moda e


sperimentale

Si sviluppano nuove tipologie di tessuti e accessori di moda

Una gura di spicco dell’epoca è sicuramente Paul Poiret:

abiti /stole

ricerca di tessuti

collaborazioni con grandi artisti

Altro grande stilista è Edouard Bénédictus che introdusse la branne


( una nuova bra arti ciale che deriva dalla viscosa):

motivi oreali e geometrici.

PAUL POIRET

(1879 / 1944)

Vienna

In questo periodo orisce un momento di estremo sviluppo culturale:

massimo rappresentante è Klimt,

con lo stilista Emilie Flöge, realizza abiti di grande eleganza e fantasia

A Vienna nasce la Wiener Werkstatte, un Istituto d’arte molto innovativa


molto innovativa

sperimentazioni di abiti d’avanguardia

GUSTAV KLIMT

(1862 / 1918)

EMILIE FLOGE

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Germania

Weimar

Nella Repubblica di Weimar nasce un movimento artistico


estremamente particolare dal quale nascerà la scuola Bauhaus

Istituto superiore d’arte design, basato sulla progettazione

condotto dall'architetto Gropius

introdusse ai corsi anche un atelier di moda.

Italia

In Italia, molti artigiani e creatori di moda si sviluppano in questo


periodo ma i più importanti centri di produzione artistica sono:

Venezia:
- Mariano Fortuny

Milano:
- Rosa Genoni , che apre un suo Atelier dedicato ad ispirazione
rinascimentale e medievale per le sue creazioni

Bologna

nasce nel 1898 la Aemilia Ars, fondata dall'architetto Alfonso Rubbiani:

riprende l’arte di William Morris

Dal 1901 si specializza nella produzione di merletti prendendo spunto


dalla moda cinquecentesca e seicentesca.

Russia

Diagilev

Il personaggio di spicco russo è certamente Diagilev:

Nel 1909 debutta lo spettacolo parigino dei Balletti Russi dove sviluppa
una nuova moda basata su colori vivaci, costumi arabeggianti, dando
vita quindi ad un lone orientaleggiante,

Molte collaborazioni:

Paul Poiret

Coco Chanel

Picasso

1914



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12) LA GRANDE GUERRA E GLI ANNI 20’

1914 - 1918

2022

XX sec.

1929

1914

LA GRANDE GUERRA

1914 - 1918

La ne della Belle Epoque

Con l’inizio della I Guerra Mondiale, si conclude de nitivamente il


periodo Belle époque.

Tutti quegli sfarzi e numerosi dettagli estetici cari al precedente periodo,


si riducono drasticamente e perdono di signi cato sociale.

La vita quotidiana di tutti i paesi coinvolti in quel terribile con itto venne
sconvolta, e con essa cambiarono improvvisamente e radicalmente
anche la moda e i costumi sociali.

I drastici cambiamenti della moda in Guerra

Durante la Grande Guerra il lusso e la vecchia eleganza dell’alta società


divenne una situazione da evitare.

Si sviluppa uno stile più sobrio con colori più scuri e meno sgargianti.

A causa dell’estrema scarsità di materiali e necessità di risparmio in


termini economici, i capi vengono creati con tessuti estremamente
pesanti e molto resistenti, sempre caratterizzati da colori scuri e molto
severi.

Nascono varie uniformi a base della nazione, con a volte, ancora


qualche citazione degli anni gloriosi precedenti, quali piume e
ornamenti d’oro per le cariche più alte.

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Il nuovo ruolo della donna

Grande protagonista della Grande Guerra che si impone drasticamente


è la donna.

Mentre gli uomini dovevano combattere sul fronte, le donne si


inseriscono In tutti i settori: i produttivi ad esempio.

A causa dell’enorme lavoro che la donna doveva eseguire in quegli


anni, tutti quegli elementi di mondanità cessano e dame dell’alta
borghesia di dedica ad atti di volontariato o altre fondazioni di natura
umanitaria.

RIASSUNTO

L’attività lavorativa, trasforma l’abito in una estremamente semplice e


pratico (in molti contesti estremamente di natura essenziale e spartana).

PRINCIPALI CARATTERISTICHE:

I tacchi si abbassarono

Le gonne si accorciano al polpaccio, al ne di avere un movimento più


agevolato.

Vengono eliminati tagli e silhouette troppo aderenti nelle giacche e nelle


bluse.

Decorazioni, ornamenti estetiche vengono eliminati e sostituiti da


dettagli più funzionali (tasche).

I tessuti diventano meno decorati.

“Tutto ciò determinerà lo stile e le innumerevoli innovazioni che i Grandi


della moda proporranno per tutto il XX sec.”

LA NUOVA ERA DELLA MODA

Gli anni 20’

JEANNE LANVIN
(1867 - 1946)

STORICO CASA DI MODA:

Jeanne Lanvin (1885 - 1946)

Marie-Blanche de Polignac (1946 - 1958)

Yves Lanvin con Francois Crahay (1958 - 1984)

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Claude Montana (1990 - 1992)

Alber Elbaz (2001 - 2015)

Bouchra Jarrar (2015 - 2016)

Olivier Lapidus (2016 - …)

Gli esordi di Lanvin

Nasce nel 1867 in una famigli di undici gli, nata nel 1867.

Jeanne Lanvin iniziò un apprendistato all'età di sedici anni con Madame


Félix, una modista parigina.

Apre il suo primo Atelier nel 1885 e nel 1893 si trasferisce al suo
indirizzo de nitivo, 22 rue du Faubourg-Saint-Honoré.

Si sposa con un conte italiano da cui divorzia successivamente ma


mantiene il cognome da nubile per la sua compagnia.

La sua unica glia, Marguerite, nasce nel 1897. Diviene per lei una
musa ispiratrice, una fonte inesauribile di ispirazione e la fonte di una
vera e propria storia di successo.

Jeanne Lanvin sarà la prima a creare una linea di moda per bambini.
Sarà anche la prima sarta a vestire uomini, mentre profumi e
decorazioni verranno a consolidare l'impero che ha forgiato.

La vita di Jeanne Lanvin si concluse serenamente al suo ottantesimo


anno, nel 1946.

Jeanne Lanvin rimane famosa per i suoi "abiti di stile", ossia gli abiti per
le ragazze modeste che stavano per partecipare al loro primo ballo.

Rievocano i fasti del '600:

-scollo a barchetta

-smanicati

-busto lungo che ricorda le proporzioni del corpo a stecca di balena,


vita bassa,

- anchi allargati da un'arricciatura e gonna che svolazza no al fondo..

materiali molto diversi (dai velluti più sontuosi ai tulle vaporosi, dai lamé
scintillanti ai pizzi impalpabili) e in colori che oscillavano tra falsi neri e
vere sfumature acide.

-Per ottenere i suoi colori esclusivi, Jeanne Lanvin aprì nel 1923 una
tintoria a Nanterre, convertita pochi anni dopo alla produzione di
profumi.

Lo stile Lanvin…

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Per tutti gli anni '20, Lanvin era all'apice della sua fama.

Caratteristica fondamentale nello stile di Lanvin è la trasparenza;

Inizialmente i colori maggiormente usati da Lanvin

blu

verde assenzio

giallo

rossi intensi

Innamorata della cultura, Jeanne Lanvin si è circondata molto presto di


artisti e giovani talenti: con Armand Albert Rateau de nisce i colori che
diventeranno emblematici della casa: il bianco, il nero e un certo blu
che deriva dal blues a base di lapislazzuli utilizzato dal Beato Angelico.

L’Uomo Lanvin…

Nel 1901 aveva progettato il costume da accademico di Edmond


Rostand. Seguiranno poi altri grandi nomi dello spettacolo Paul Valéry,
François Mauriac, Georges Duhamel, Paul Claudel... in tutto, una
sessantina di costumi ricamati con alloro e oro.

Nel 1926 apre un reparto uomo, dedicato alla confezione su misura di


abiti e camicie. Come ha fatto per le donne, raddoppierà questo reparto
con una boutique che o rirà ai clienti maschi cravatte, pochette e
pigiami disegnati dal nipote, Maurice Lanvin.

Non si trattava ancora di prêt-à-porter maschile (è stato creato nel


1972), ma questo interesse per l'uomo era singolare nel panorama
dell'alta moda francese tra le due guerre.

JEAN PATOU
(1887 - 1936)

STORICO CASA DI MODA:

Jeanne Patou (1910 - 1936)

Stilisti minor e Christian Delacroixi no al 1987 no a cessata attività

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Jean, l’innovatore…

È uno degli inventori dell'abbigliamento sportivo

Rivale di Chanel negli anni '20, Jean Patou contribuisce a stabilire il


mito dello stile “alla garconne” (prendere accessori e dettagli nel
guardaroba maschile e inserirlo nella donna) e lancia la moda sportiva
ed elegante.

Muore prematuramente a 49 anni, ma la sua Maison, come il suo


famoso profumo Joy, gli è sopravvissuta.

Lo sport e l’eleganza…

Le migliori ambasciatrici di Patou sono Phyllis, viscontessa di Janzé dal


look androgino, e Suzanne Lenglen, la campionessa di tennis che veste
in minigonna sui campi, e che gli consiglia sull'abbigliamento sportivo.

Phillys e Lenglen indossano altrettanto abiti da sera: abiti corti -


cortissimi perché nel 1925 si fermano al ginocchio - uidi, mossi, fatti
per ballare.

Lo stile di Patou…

La sua casa di moda è sempre piena di clienti VIP e per far aspettare i
suoi clienti, o re loro dello champagne.

Introduce il concetto di monogramma (nel suo caso JP inscritto in un


diamante)

Sviluppa il concetto di intercambiabilità nei capi sportswear, (possono


essere abbinati tra loro)

MADELEINE VIONNET
(1876 - 1975)

STORICO CASA DI MODA:

Madeleine Vionnet (1912 - 1952)

Arnoud e Lummen (2006 - 2008)

Famiglia Marzotto (2009 - 2011)

Goga Ashkenazi (2012 - …)

La Maestra dei Maestri…

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Se il nome di Madeleine Vionnet è oggi sconosciuto al grande pubblico
e per alcuni Maestri come Balenciaga, Dior, Audibet, Alaia, Miyake o
Yamamoto, la consideravano un vero Genio della couture.

Il successo delle sue creazioni fu tale che, alla vigilia della sua chiusura
nel 1939, la sua Casa contava più di 1.000 dipendenti.

N nel 1876. Diventa apprendista e poi operaia nel cucito, ma a 18 anni


collabora con Kate Reilv, una rinomata casa di moda.

Cinque anni dopo, grazie al supporto di Paul Poiret. Vionnet entra da


Doucet.

Riesce a s lare le sue modelle senza corsetto ea piedi nudi: una


rivoluzione importante almeno quanto quella compiuta Isadora Duncan
che danzavano senza impedimenti, semplicemente vestite di veli.

Nel 1912 Vionnet si mette in proprio.

Quando scoppiò la guerra però, fu costretta a chiudere


temporaneamente la sua Casa.

Al termine del con itto riprese la sua attività e trasse più che mai
ispirazione dalle fonti dell'Antichità (I suoi modelli sembrano avere il
solo scopo di esaltare la bellezza del corpo).

Molti pezzi sono ispirati al peplo (la tunica femminile dell'antica Grecia),
i modelli sono tagliati su basi geometriche che faranno guadagnare a
Vionnet il soprannome di “Euclide della moda”.

Incredibilmente leggeri, questi abiti in crêpe di seta, semplicemente


adagiati sulle spalle, uttuano sul corpo.

Il genio dello sbieco

Nel 1926, Madeleine Vionnet allungò gli abiti e lanciò il taglio in sbieco
(per lo sbieco è necessario prendere il tessuto in diagonale, il che
richiede, per elaborare abiti interi, tessuti di larghezze maggiori che
Vionnet otterrà dai suoi fornitori.

Se gli abiti degli anni '20 erano infantilmente semplici (due rettangoli di
grana dritta assemblati sulle spalle e sui lati), la moda successivo
ripristinerà l'immagine dei professionisti e porterà la couture al suo
apice.

Le bambole di Vionnet…

Vionnet lavora su un piccolo manichino di legno alto 60 cm sul quale


drappeggia i suoi abiti.

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Collabora con la ricamatrice Lesage a sviluppare nuove tecniche, come
quella dei "vermicelli squadrati", che permette il ricamo in sbieco che
deforma.

Una volta indossati, gli abiti di Vionnet sembrano esemplari nella


semplicità, ma sono talmente complessi da indossare da richiedere la
presenza di una cameriera. Con un peso di pochi grammi, si in lano
sopra la testa. Niente bottoni, niente ganci, guriamoci cerniere, si
attaccano al corpo come la pelle di un'anguilla grazie alla pura magia
del cucito. Le cuciture sono sempre nascoste e a volte occorrono
centinaia di ore di assemblaggio per realizzare a mano questi bozzetti,
che sembrano usciti direttamente da antichi bassorilievi.

La moda come avanguardia…

L'incessante ricerca di Vionnet le ha permesso di raggiungere una


perfezione tecnica senza eguali, visibile su ogni suo modello. Alla
ricerca di un assoluto, ispirato all'armonia delle proporzioni antiche,
Vionnet era poco permeabile alle uttuazioni delle mode del suo tempo.
Agendo da solo, producendo veri e propri capolavori ad ogni
collezione, le sue creazioni hanno un carattere senza tempo.

Creatore eccezionale, Vionnet è stato anche un imprenditore illuminato.


Ha sviluppato la sua professione, ha cercato di difendersi dalla copia ed
è stata una pioniera in materia di politica sociale: i suoi dipendenti
hanno bene ciato prima degli altri di locali ben illuminati, sedie al posto
degli sgabelli, un'infermeria e un dentista, una mensa gratuita e persino
ferie pagate.

GABRIELLE “COCO” CHANEL


(1883 - 1971)

STORICO CASA DI MODA:

Gabrielle Chanel (1909 - 1971)

Yvonne Dudel, Jean Cazaubon e Philippe Guibourgé (1971 - 1978)

Philippe Guibourgé Prêt à Porter (1978 - 1984)

Karl Lagerfeld (1984 - 2019)

Virginie Viard (2019 - …)

Un simbolo di libertà ed eleganza…

Una self-made woman che ha iniziato creando cappelli dalla semplicità


rivoluzionaria.

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Coco Chanel è diventata l'incarnazione stessa dell'emancipazione
femminile. Il suo nome è oggi più che mai sinonimo di lusso ed
eleganza.

Gabrielle Chanel, che è stata subito soprannominata “Coco” e


conosciuta anche come “Mademoiselle”, ha segnato tutto il XX secolo.

Attraverso la vita libera che conduceva, attraverso la sua indipendenza


e il suo successo, frutto di duro lavoro, si è posta in prima linea, come
modello per tutte le donne.

Ha inventato e sperimentato una forma di eleganza totale dove abiti,


accessori, gioielli, profumi e make-up cercano di mettere in risalto la
personalità delle donne, qualunque esse siano.

La grande regola di Chanel: libertà alle donne…

“ L'unico vulcano dell'Alvernia che non si è mai spento. Carnagione


spenta, occhi neri, bocca sempre rossa, pulita e limpida, vivace e
perennemente vigile, Chanel non tollera negligenze. Esigente con se
stessa, era esigente anche con gli altri” cit. Paul Morand

La sua vita sentimentale fu tumultuosa: ebbe un grande amore, Boy


Capel, morto prematuramente in un incidente d'auto nel 1919, e,
successivamente, molti amanti scelti a mano - il Granduca Dmitri
Pavlovich Romanov, il Duca di Westminster, il poeta Pierre Reverdy,
tuttavia,, sebbene sempre circondata da artisti e personalità di spicco,
è rimasta solitaria,

La sua vita personale, che si fonde con il suo lavoro, è eccezionalmente


lunga e ricca.

Muore nel 1971, all'età di 87 anni, di domenica – l'unico giorno in cui


non si lavora.

Comincia a farsi conoscere nell’alta società con i suoi primi amanti


Étienne Balsan e Boy Capel.

Indossa le proprie creazioni già dai primi esordi, prendendo a prestito


dai guardaroba maschili,

Nel 1913, durante la prima guerra mondiale, si trasferisce a Deauville


dove si era rifugiata la clientela ra nata e vi apre la sua prima boutique,
già a sua immagine e il suo nome, CHANEL, scritto a grandi lettere nere
su fondo bianco.

La sua idea allora è quella di creare tute in jersey, semplici nell'aspetto,


essibili e comode, che vengano subito adottate dalla stampa oltre che
dalle donne di spicco.

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Le ispirazioni e le Muse di Coco…

Durante gli anni '20, il nome Chanel era già famoso in tutto il mondo.
Ciò che la di erenzia da case come Patou, Lanvin, Vionnet, Molyneux è
che la sarta è lei stessa una donna alla moda, una donna di cui si parla.

Chanel è circondata da artisti, corteggiata dai grandi di questo mondo.


Era soprattutto una donna con una testa, una stilista che non ha mai
smesso di innovare: nel 1921 lancia il suo primo profumo, N°5, poi una
linea di make up e una linea di prodotti di bellezza. E, nel 1926, stanca
delle eccentricità troppo appariscenti della moda, propone un semplice
tubino nero che presto si troverà in ogni guardaroba.

Una Maison che non conosce crisi (anni 30’)

Nonostante le ripercussioni della crisi del 1929 la Maison CHANEL


orisce negli anni '30: conta quasi 4.000 dipendenti.

I modelli sono prodigiosamente so sticati, soprattutto quando sono


realizzati in pizzo, materiale a cui Coco Chanel è particolarmente
a ezionata.

Il lusso degli anni '30 è in nitamente meno ostentato rispetto al


decennio precedente. Anticipando questo ritorno a un ordine più
tradizionale.

GIOIELLI

Chanel lanciò, nel 1932, una collezione di gioielli intitolata “Bijoux de


Dia-mants”. Ispirati alle stelle, questi ra nati gioielli, estremamente
sobri e preziosi, hanno un carattere senza tempo: le creazioni
contemporanee che ancora si ispirano a loro riscuotono altrettanto
successo.

Uno stile unico e rivoluzionario…

Quando fu annunciata la guerra nel 1939, Chanel chiuse la sua casa di


moda e la riaprì solo nel 1954.

Quando ritorna, haute couture, culmina in una gloria appena restaurata,


risplende luminosa. Mio nessuno lo aspetta.

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Riuscì però a imporsi nuovamente proponendo una concezione della
moda molto moderna, in antitesi all'onnipotente New Look di Christian
Dior.

Dalla sua seconda collezione, i suoi abiti raggiunsero l'invidiabile rango


di “classici”.

L’estetica di Chanel…

Mademoiselle Chanel diceva che bisognava essere il più belli possibile,


perché si poteva incontrare il proprio destino in qualsiasi momento.

Prima della prima guerra mondiale, una donna decente non doveva
truccarsi. Nel dopoguerra, con l'introduzione della luce elettrica nei
luoghi pubblici e la di usione della moda colorata, le donne sentirono il
bisogno di truccarsi per sentirsi più belle

I manifesti cinematogra ci hanno poi tappezzato le città di volti dipinti,


carnagione bianca, occhi cerchiati di nero, piccole bocche a forma di
cuore. come tante modelle da seguire...

Il makeup improvvisamente non aveva più una cattiva reputazione.


Tutte le donne avevano il diritto di essere belle indipendentemente dalla
loro età e condizione sociale. Per questo, nel 1924, Coco Chanel lanciò
una linea di make up, che nel 1927 abbinò ai prodotti per la cura della
pelle, e decise di vendere tutte le sue produzioni cosmetiche nelle sue
boutique.

Anne Fontaine / Lagerfeld / Coco

ROMAIN DE TIRTOFF

“Erté”

(1892 - 1990)

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13) GlI anni 30’ e gli anni 40’

1929 - 1947

0 2022

XX sec. 20esimo secolo

1947

1929

Gli anni 30’ e la crisi del 29’

● Gli anni ’30 del secolo scorso è stato un decennio ricco di glamour
ed eleganza.

● La linea maschile che si era incentrata negli anni 20’ fu sostituita da


linee più armoniose e femminili.

● Si sviluppa la moda intelligente: una moda estremamente ricercata


ma allo stesso molto pratica e vestibile.

● Uno degli abiti più sviluppati è il cosiddetto Hooverette, un abito da


casa con chiusura a vestaglia il quale le stesse donne lo realizzavano

mediante dei cartamodelli acquistabili nei magazine di moda.

● GIORNO:

○ materiali comodi, (cotone o il rayon). Realizzato in cotone

soprattutto è l’abito da casa, che

le donne preferiscono cucire da

sole, seguendo un cartamodello,

magari preso su un catalogo.

● SERA o FORMALI:

○ tessuti più ra nati: (seta o crepe). ○ colori sobri (nero, viola, viola,

bianco)

○ decorati con pizzi e ricami, bottoni gioiello, ruches e ori di sto a.

Riassunto

PRINCIPALI CARATTERISTICHE:

Vita segnata da una cintura

maniche a sbu o, grandi colletti e spalline rinforzate

Si sviluppano out t per sports e beach locations

Nasce il culto di HOLLYWOOD: culto delle dive

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Si sviluppano gli accessori che accompagnano gli abiti (pochettes,
gioielli, portasigarette)

GLI STILISTI Gli anni 30’

ELSA SCHIAPARELLI (1890 - 1973)

STORICO CASA DI MODA: Elsa Schiaparelli (1890 - 1973)

Diego della Valle (2010)

Christian Lacroix (2011)

Marco Zanini (2013) Bertrand Guyon (2015)

Daniel Roseberry (2019)

Gli esordi di Schiaparelli

● Elsa Schiaparelli (1890-1973) è cresciuta a Roma, in un ambiente


privilegiato,

lontanissima dalla couture e dai suoi piccoli mestieri. Inizialmente la


moda non è la sua passione.

● La scoperta della moda nasce nel 1922, quando conosce Paul


Poiret, che la adornò con i suoi abiti e la invitò alle famose feste dei
ruggenti anni 20’. Il suo spirito estroso, il suo gusto per la provocazione
e i suoi abiti stravaganti l'hanno resa una donna di spicco, al pari di
Coco Chanel, sua grande rivale.

● Nel 1927 aprì un negozio Pour le Sport in 4, rue de la Paix. Il suo


successo gli permise di pensare ancora più in grande e di aprire, nel
1935, una vera e propria casa di moda al 21 di Place Vendôme.

“La moda, come l'arte, sia prima di tutto una “cosa mentale”. Si tratta
infatti di essere ricettivi agli ambienti creativi, di utare lo spirito dei
tempi, di anticipare i desideri per meglio de nire le tendenze. È quindi,
soprattutto, uno stato d'animo, un'ambizione che, alla ne, prende la
forma di un abito corredato di accessori”

Elsa Schiaparelli

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● Schiaparelli è stata una vera e propria ricercatrice di talenti, infatti fu
lei a introdurre nella moda Givenchy, Pierre Cardin o Philippe Venet, i
quali sono stati anche suoi modellisti e hanno dato corpo ai suoi sogni.

● La sua Maison era costantemente controllata creativamente solo ed


esclusivamente da lei stessa:

○ Ogni singolo dettaglio di un suo capo, ha la sua speci ca ispirazione


e concept.

○ Schiaparelli è stata la prima a disegnare le sue collezioni intorno a

un tema: x

■ Collezione Neoclassica (1936)

■ Farfalle (1937)

■ Collezione Pagan and

Cosmic (1938)

■ Commedia dell'arte (1939)

■ Musica (1939)

Un abito è fatto per essere indossato

● Concepisce il costume come un elemento di struttura, di armatura


nel corpo, delinea la linea della donna e l’abito deve avere una nalità
ad essere indossato, seppur avendo spesso tematiche molto
stravaganti e particolari per l’epoca.

● I maglioni che l'hanno lanciata non fanno eccezione a questa regola:


se andavano di moda, era proprio perché in mezzo alla follia della vita
bassa, enfatizzavano le forme naturali del corpo.

● Comincia ad introdurre elementi innovativi per l’epoca:

○ Giacche senza collo

○ E etti incrociati che non lo sono nel cartamodello

○ Imbottire molto le spalle

○ Accentuare il punto vita per dare un e etto "soldato di legno”

Le parole chiave: Osare, surrealismo, follia

● La sua creatività, più che nel taglio che rimane relativamente


tradizionale, risiede:

○ nella scelta dei tessuti (tweed, plastica, cellophane)

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○ nell'accostamento dei colori

○ nel modo di presentare e nominare i propri capi e collezioni.

● Schiaparelli viene nominata la “Regina del divertimento” ed è una


delle prime

stiliste che ricicla idee dei periodi passati.

● In tutto, Schiaparelli spacca le idee ricevute e osa tutto. Fu la prima,


nel 1940, a far produrre su licenza le sue calze: nacque l'accessorio
moda economico, ma gri ato da un grande nome del tempo.

La clientela della Schiaparelli

● La clientela internazionale è alla ricerca di queste esuberanze: Greta


Garbo, Gloria Guiness, Millicent Rogers, la duchessa di Windsor e
molte altre eleganti donne francesi possono così, nei loro circoli
ristretti, stupirsi a vicenda, scioccare e giocare alla superiorità.

● I suoi stretti legami con gli artisti surrealisti dell'epoca, come


Salvador Dalì o Jean Cocteau, saranno una fonte inesauribile di
ispirazione e daranno vita a pro cue collaborazioni.

Altre follie di Elsa…

Schiaparelli utilizza zip eminentemente funzionali per scopi utilitaristici,


ma soprattutto decorativi. Si cinge la vita con una cintura di vetro,
immagina orecchini a forma di orecchie e manici così lunghi per le
borse che crea poco prima della guerra, che la moda della borsa a
tracolla se ne va, troverà lanciata...

● Lei battezza:

○ i suoi profumi Zut! o Crazy success, ○ i suoi tessuti (tulle “cosmic”)

○ rinomina i colori, “stratosphere

purple” o “astral grey blue” mentre

“Shocking pink”, con la S maiuscola,

diventa il suo marchio di fabbrica.

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NINA RICCI (1883 - 1970)

Gli esordi

● Inizia la sua carriera nel 1932, l'avventura continua oggi con lo stesso
spirito.

● Marie Nielli dimostra da sempre di essere sarta eccellente, e


successivamente prende il cognome da suo marito, Luigi Ricci, glio
di un gioielliere italiano.

● La giovane prosegue la sua carriera in un'ottima casa parigina, la


Maison Ra n, dove rimase per vent'anni e ne divenne socia.

● La sua clientela borghese ri uta le eccentricità dei ruggenti anni


Venti.

● Quando il signor Ra n morì nel 1929, questa brillante sarta aveva 46


anni, pensa di ritirarsi al termine di una carriera condotta senza intoppi
ma il destino decide diversamente.

● Ammirando il talento della madre, suo glio Robert Ricci divenuto


adulto la spinge a continuare il suo lavoro, anche con l'intenzione di
darle un riconoscimento internazionale.

● Pur continuando la sua carriera nella pubblicità. comincerà con


l'a ttare i primi due piani di un edi cio, (al numero 20 di rue des
Capucines).

● Nel 1932, una casa intitolata alla madre, Nina Ricci.

La Maison

● Nina Ricci riesce a non sentire la crisi economica dell’epoca grazie al


suo straordinario talento.

● Non disegna mai, ma crea i suoi modelli direttamente su manichino


(moulage).

● La Casa così emerge nel mondo internazionale e presto diventa


un’Azienda con più di 500 dipendenti.

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● Se non è la più grande Azienda parigina, è quella che vestirà il
maggior numero di clienti.

Il profumo e il futuro della Maison…

● Ovviamente, Robert Ricci è un ottimo uomo d'a ari. Dal 1937, no


alla sua morte nel 1988, si dedicherà alla direzione della Casa, pur
mostrando un vivo interesse per le arti.

● A ermerà un vero talento in un campo parallelo a quello della madre:


il profumo. Nel 1945, Corte di Nasce Joie, presto seguita da Air du
Temps nel 1948, e sarà un successo planetario e permetterà
all'etichetta di a ermarsi nel mondo.

● La Maison si è trasferita in rue Montaigne nel 1979, ma la sua


loso a, nell'alta moda come nella più ampia distribuzione, non è
cambiata: si tratta di servire le donne piuttosto che usarle.

GLI STILISTI Gli anni 40’

MADAME GRÈS (1903 - 1993)

Esordi

● Nasce nel 1903 con il nome di Germaine Émilie Krebs, a Parigi, da


una famiglia borghese e avendo ricevuto una buona educazione.
Muore nel 1993.

● Diviene una sarta. La sua carriera inizia lavorando nell'Atelier Premet.


Si mette successivamente in proprio nel 1934, con il nome di Alix
Barton, dal nome della casa dove si stabilisce e che assorbe. La
stampa ne parla velocemente ed esporta molto negli Stati Uniti.

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● Sposa un artista, Serge Czerefkov, il cui nome forma l'anagramma
del suo

pseudonimo, Grès.

● Durante l’occupazione dei Tedeschi in Francia viene più volte chiusa,


perché non volle sottostare ai Nazisti. Dopo la guerra, la sua casa
prosperò.

Lo stile Grès…

● Discreta e testarda, Madame Grès diviene una delle più importanti


stiliste del XX secolo.

● Il drappeggio diviene il suo simbolo per eccellenza

● Viene presto considerata alla pari di Chanel o Vionnet. come Nina


Ricci, non fa schizzi, lavora su manichino, e per la realizzazione dei
suoi capi ci impiega moltissimo tempo a causa del suo immancabile
perfezionismo.

● Esegue molte sperimentazioni nella couture: ○ usa una maglia opaco,

○ un jersey di seta uido e pesante ○ trasforma i suoi capi in vere e


proprie forme di scultura nel corpi femminile.

I drappeggi…

● Madame Grès mantiene sempre le proporzioni del corpo femminile,


tuttavia, in cinquant'anni di carriera, evolve impercettibilmente i suoi
modelli in modo che siano parte del movimento estetico dell'epoca

● Durante la guerra, Madame Grès si ri uta di allargare arti cialmente


le spalle, però mantiene però la vita sottile e le gonne corte, perché è
anche più pratico.

● Durante il periodo di massimo splendore del New Look (1946),


ovvero per tutti gli anni Cinquanta, la silhouette di Grès segnava bene il
seno senza però ricorrere

sistematicamente a corsetti e stecche, un arti cio che utilizzava


comunque per alcuni dei suoi abiti da sera. Riuscirà a dare risalto ai
anchi senza sottoveste o crinolina, ma semplicemente con la
disposizione del tessuto.

● I suoi modelli degli anni '60 danno ampio spazio allo sportswear; i
volumi acquistano scala, si strutturano volentieri su basi geometriche.
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A partire dagli anni '70, non smetterà di accorciare le sue modelle e,
nel decennio successivo, Grès rivelerà sempre più pelle, scoprendo il
più possibile il seno

● Si dice che i suoi capi, come quelli di Vionnet o Balenciaga, siano


"senza tempo":

○ Vionnet con tessuti leggerissimi che ha tagliato in sbieco

○ Balenciaga, al contrario, con tessuti rigidi che ha tenuto lontano dal


corpo

○ Grès utilizzando tutti i sensi del tessuto che modellava e disponeva


per creare volumi

più o meno distanti dal corpo, creando così

l'e etto di una svolta senza avere il minimo

rinforzo interno a sostenerla.

● Si ispira a molte tematiche:

○ di natura etnica (poncho, kimono, djellaba, ecc.), lavora anche su


basi geometriche e

si esalta con spettacolari asimmetrie

○ di natura greca per abiti da sera (soprattutto quelli bianchi), lunghi e


drappeggiati o

nemente plissettati, prodigi di equilibrio e

purezza.

● Nel corso della sua carriera, Madame Grès non ha mai smesso di
produrre abiti del genere, di cui è molto di cile distinguere quelli degli
anni '30 da quelli degli anni ’80

CRISTOBAL BALENCIAGA (1895 - 1972)

Esordi

● Fino alla ne degli anni '40, Balenciaga si distingue dagli altri


couturier.

● I suoi abiti da giorno, cappotti, tailleur e cappotti sono tagliati alla


perfezione, i suoi abiti da sera hanno l'enfasi o la delicatezza richieste
per questo tipo di abbigliamento.

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● Tutte le niture sono impeccabili.

● Di ottima fattura, le sue creazioni, cappelli compresi, erano in tutto e


per tutto conformi alle esigenze e alle mode del momento.

● Lo spagnolo si distinguerà grazie in particolare alle sue creazioni


dalle linee pulite e uide che lo posizioneranno poi come il rivale di
Christian Dior, famoso nel 1947 per il suo New Look.

● Pensando in tre dimensioni, formatosi nella più pura tradizione della


sartoria inglese (su misura) e avendo praticato per molti anni per
soddisfare le richieste della clientela spagnola molto conservatrice,
Balenciaga produce, come Dior, abiti e completi strutturati e aderenti.

● Le sue giacche sposano al millimetro le curve del busto, segnano il


punto vita e modellano i anchi. Ma a di erenza di Dior, la maggior
parte del suo abbigliamento da giorno è sobrio e pratico, perché
Balenciaga non sopporta di ingombrare le donne.

● Come Chanel, intendeva le sue creazioni da giorno per una donna


attiva.

● Balenciaga divenne noto negli anni '50 per le sue forme a tunica con
ampie schiene che, appoggiate sulle spalle, uttuavano letteralmente
attorno al corpo e concedevano grande libertà di movimento.

Balenciaga, il primo architetto della moda

● La linea è ra nata e il dettaglio super uo, assente. Tutto in


Balenciaga è grandiosità,

ampiezza e maestosità. La gamma dei colori

fa parte di questa tradizione della pittura

iberica: sobria, cupa, dà largo spazio al nero

e agli accordi di tinte tenui che cadono, come con Murillo, bianco
sporco, rosa intenso,

giallo za erano o uno straordinario porpora

di ispirazione ecclesiastica.

● Lavorare con tessuti che hanno pochissimi equivalenti:

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○ gazar

○ pelle

○ crepe duchesse

● Impone nuove forme di abito:

○ A uovo

○ ad anfora

○ a petalo

I grandi abiti da sera

● Balenciaga per tutta la sua carriera si reinventa con una moltitudine


di stili e perfezioni creative:

○ crea uniformi per equipaggi di aerei (Air Force)

○ cerca nuovi punti di appoggio sul corpo per ottenere equilibri diversi.

■ Aumenta le proporzioni della schiena per inclinare la silhouette

all'indietro.

■ A rontare l'asimmetria e cogliere i sensi dai tessuti di nuovi e etti.

■ Immagina nuove proporzioni

(corto davanti, lungo dietro) che

gli sopravviveranno.

● Come un architetto rigoroso, è alla ricerca della purezza e trasforma


in realtà l'utopica couture unica. I suoi abiti da sera sono così singolari
da essere diventati senza tempo.

Haute Couture o Pret à Porter

● Fino al 1937 Balenciaga lavora in Spagna, ma due volte all'anno


veniva a Parigi dove, come molti acquirenti stranieri, otteneva modelli
da Maisons Worth, Chanel o Vionnet, che riproduceva con il loro
consenso.

● Questi, che realizzava su misura, avevano lo scopo di soddisfare la


sua clientela spagnola. Questo processo di riproduzione di modelli di
haute couture era noto da tempo e tutte le maison parigine lo
praticavano all'epoca.

● Rimane molto ferreo riguardo la sua politica di Haute Couture.

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“L’Alta moda è morta” Cristobal Balenciaga, 1968

I successori

● Dopo aver chiuso la sua Maison nel 1968, muore nel 1972

● I suoi successori furono molti:

● ○ André Courrèges per primo, che minacciava, con la sua modernità,


di oscurare il suo maestro. ○ Emanuel Ungaro, che, come
Courrèges, è stato formato dal virtuoso spagnolo.

○ Hubert de Givenchy.

● Acquisito nel 1986, questo nome mitico a lungo assonnato è, dal


1997, sotto la guida di Nicolas Ghesquière che bene cia di un ricco
patrimonio e di collezioni preziosamente conservate in tutto il mondo.

14) GlI anni 50’ e la Haute Couture 1947 -


1960

XX sec.

0 2022 1947 1960

Introduzione al boom della moda…

● Nel dopoguerra il costume cambia notevolmente, si ha una vera e


propria rivoluzione. Viene de nita “la rinascita del secolo”

● Grazie a vari nuovi spunti ispirazionali quali la musica (Rock ‘n’ Roll),
nuovi tessuti / capi (blue jeans o maglietta bianca) gli anni 50’ si
caratterizzano maggiormente rispetto agli anni precedenti, dove il
senso di positività collettivo e benessere economico accresce.

● Si sviluppa il cosiddetto “look bon ton” (da una pregressa femminilità


costretta a lavorare nelle fabbriche o industrie), la donna si trasforma
in una gura estremamente elegante e ra nata.

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Il decennio anni 50’

1947

1947-1955 : Si basa nel cosiddetto “New Look” di Christian Dior

1955 - 1958 : Le linee cominciano ad assottigliarsi e la gura diviene


più sinuosa, dove il piccolo tailleur si impone nella couture
internazionale.

1958 - 1960 : Ritornano le linee molto gon e e il la gura diviene più


sinuosa, dove il piccolo tailleur si impone nella couture internazionale.

punto anco si sposta verso il basso (le cosiddette linee “a


pannocchia” e “a palloncino”.

Le linee si trasformano in lettere dell’alfabeto linea ad “A” o “H” (Dior)

1960

Film :

Rear Window (1955)

Alfred Hitchcock / Edith Head

Gentleman prefers blondes (1953)

Howard Hawks / William Travilla

GLI STILISTI FRANCESI

“Questo genio leggero, proprio del nostro tempo, il cui nome magico
racchiude quello di dio e quello dell’oro”.

J.Cocteau

CHRISTIAN DIOR (1905 - 1957)

C’era una volta la Maison Dior…

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● Inizialmente fa la vita da vero e proprio bohémien degli anni '20, e nel
1928 e assicurandosi la promozione di artisti come i pittori Raoul Dufy
o Christian Bérard.

● Nel 1938, divenne modellista con Robert Piguet, prima di tornare da


un'altra celebrità dell'epoca, Lucien Lelong, dove lavorò dal 1941 al
1946.

● L'onnipotente industriale tessile dell'epoca, Marcel Boussac, gli


permise poi di emanciparsi grazie al suo

nanziamento, così Christian Dior si trasferì al 30 di avenue Montaigne.

● La Maison viene inaugurata l'8 ottobre 1946.

● Il 12 febbraio 1947, in un salone a ollato, Christian Dior presenta la


sua prima collezione. È in atto una rivoluzione.

Una collezione di successo….

● Ancora superstite del dopoguerra, la società seppur volenterosa di


sviluppare il benessere collettivo c’è ancora nell’aria quella situazione
tetra della guerra.

● In questa atmosfera cupa, Christian Dior è esploso come una


bomba: “Uscivamo da un tempo di guerra, di divise, di soldatesse con
corporature da pugile. Ho disegnato donne- ori, spalle morbide, busti
oriti, vita sottile come tralci e gonne ampie come corolle. Con questa
prima collezione del febbraio 1947, ripristina una concezione
tradizionale della femminilità. Si riconnette con grazia, splendore, bei
materiali, ricami lussuosi. In una parola, restituisce improvvisamente
alle donne la voglia di sognare!

Il new look style 1947

● I 95 modelli della collezione 1947, riassunti in due linee, Eight e


Corolle, scatenano entusiasmo.

● Carmel Snow, la giornalista americana che nel 1937 aveva


segretamente individuato il talento di Dior, riassume in poche parole
questa memorabile

collezione: "Caro Christian, i tuoi abiti hanno un aspetto così nuovo! »

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● Uno sciopero delle Messaggerie parigine non consentirà la di usione
immediata della notizia delle collezioni, ma

l'annuncio di questa rivoluzione si

di onderà a macchia d'olio. E Christian Dior, sconosciuto com'era,


riceverà un Oscar della moda alla ne del 1947.

Abiti per tutte le ore del giorno…

● Christian Dior voleva abiti “costruiti”, come modellati sul corpo


femminile in modo da abbracciarne le curve e sottolineare gli attributi
della femminilità.

● La vita è estremamente stretta,, il petto rialzato di 8 centimetri e i


anchi sono arrotondati e accentuati dai baschi delle giacche. Gli abiti
sono foderati di lino, li fa foderare di percalle o ta età per garantire un
sostegno impeccabile.

● Adorna le sue modelle con accessori ra nati, coordinati con il resto


della toilette e soprattutto.

● Immagina un out t particolare per ogni circostanza della vita sociale.

L’abito da cocktail vs l’abito da sera…

"L'abito da cocktail ideale è un modello senza spalline o molto scollato


con un piccolo bolero. Viene fornito con un cappellino molto

stravagante.” "Non dobbiamo indossare un abito da sera per un


cocktail party, sarebbe una terribile mancanza di gusto", precisa il
couturier. Per la sera, «l'abito da ballo ti fa sognare e deve farti sognare.
Credo che nel guardaroba di una donna sia necessaria tanto quanto un
sarto. E così meraviglioso per il morale...”

Cit. Christian Dior

● Questo vestito deve essere realizzato in chi on, raso, broccato e


cotone per i più piccoli. Si tratta spesso di un corpetto steccato e
aderente, al quale è attaccata una lunga gonna gon ata da numerose
sottogonne di tulle. Il set può essere riccamente ricamato che gioca
con e etti materici.

● Questi abiti da sogno evocano lo splendore delle crinoline. Sono


opulenti, spesso molto pesanti. La loro dimensione e il loro peso
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in uenzano la gestualità e conferiscono un portamento maestoso alla
donna che li indossa.

Il dopo Dior…
- Christian Dior (l’originale) 1946 - 1958

- Yves Saint Laurent (L’innovazione) 1958 - 1960

- Marc Bohan (La tradizione) 1960 - 1989

- Gianfranco Ferré (La struttura) 1989 - 1997

- John Galliano (La creatività) 1997 - 2012

- Raf Simons (L’essenzialità) 2012 - 2016

- Maria Grazia Chiuri

(La nuova era) 2016 -

JACQUES FATH (1912 - 1954)

Esordi…

● Nel 1937 presenta la sua prima collezione Haute Coutue a Parigi.

● E’ un ricercatore di talenti e collabora con stilisti tra cui Hubert de


Givenchy, Guy Laroche e giovani talenti quali Valentino Garavani.

● La Maison chiude nel 1957, tre anni dopo la sua prematura morte.

● E’ ancora considerato uno dei padri fondatori della Haute Couture


Parisienne

Lo studio delle forme e asimmetrie

● Fath è stato un innovatore e creatore puro sotto il pro lo


modellistico:

○ forme geometriche asiemmetriche ○ sroporzioni nei dettagli

○ giochi di vari materiali

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● Ha sempre presentato collezioni di natura estremamente ra nata ed

estremamente femminile:

○ molto l’uso di pattern quali pois e pied de poule

○ occhi

○ contrasti di colori puri / nero /

bianco

HUBERT DE GIVENCHY (1927 - 2018)

Gli esordi…

● Nel 1952, Hubert de Givenchy apre la sua Maison di moda

● Di natura / couture francese si avvicina molto al gusto del bon ton


sviluppato in America e per questo viene molto richiesto anche a
livello internazionale.

● Cresciuto da una famiglia molto agiata (suo padre è un collezionista),


n da piccolo sviluppa la passione per la moda, in particolar modo ai
grandi abiti da sera che sua madre teneva a casa.

● Inizialmente modellista per Balenciaga, sviluppa il suo talento con il


passare degli anni e si distingue dagli altri couturier per eleganza,
fascino e ricchezza.

Hubert e Audrey

● Gli abiti di Givenchy possono catalogarsi come “grandi classici”

● Molto importanti sono i suoi abiti da sera, dalle lunghe code


impreziosite da numerosi ricami.

● Molto importante è inoltre il suo sviluppo nei capi da giorno, dove


taglio e ricerca “maniacale” del tessuto sono i protagonisti.

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● Solitamente usa molto tagli semplici, scolli a barchetta (o alla
americana), punti vita strettissimi e smanicati molto eleganti.

● Una grande amicizia e collaborazione è sta quella con Audrey


Hepburne, che l’ha vestita in molti lm quali “Sabrina”, e “Colazione
da Ti any”.

Haute Couture e Alta Società

● Negli Stati Uniti, Hubert de Givenchy incontra Cristobal Balenciaga.


che ha sempre considerato il suo grande Maestro.

● Nonostante un divario generazionale, i due uomini diventano amici.

● Quando Balenciaga chiuderà la sua casa nel 1968, gli manderà i suoi
clienti oltre a parte del suo sta .

GLI STILISTI ITALIANI

SORELLE FONTANA (1913 - 2015)

Gli anni 30’ e la crisi del 29’

● Diventano famose nel dopoguerra

● I loro capi, grazie anche alle pubblicità di grandi nomi del cinema
quali Audrey Hepburn e LIz Taylor, diventano simbolo per il mondo di
“made in Italy”

● Le loro creazioni prendono spunto da capi sacerdotali, eleganza del


New Look di Dior e giocano molto con il bicolor.

● La sorella rimasta, Micol, lavorerà no alla ne continuando a


produrre capi e mantenere la propria fondazione

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ROBERTO CAPUCCI (1930 - …)

Esordi…

● Nasce nel 1930.

● Nel 1950 apre il suo Atelier e nel 1951 presenta per la le sue prime
creazioni presso la residenza del marchese Giovanni Battista Giorgini a
Firenze, imprenditore e inventore della moda italiana.

● Partecipa nel 1952, alla prima storica s lata di talenti al Pitti di


Firenze.

● Diventa celebre già da giovanissimo e viene de nito dal grande


maestro Christian Dior in un'intervista a Vogue «il miglior creatore della
moda italiana»[1],

● Nel 1958 crea la Linea a scatola, autentica rivoluzione dal punto di


vista tecnico e stilistico. Per questa proposta innovativa riceve a
Boston l'Oscar della Moda - Filene's Young Talent Design Award

Il genio della scultura…

● Ancora oggi le sue creazioni sono condiderate come vedi e proprie


opere d’arte.

● Una delle sue più celebri clienti è stata Rita Levi-Montalcini (l’ha
vestita per il Premio Nobel per la medicina del 1986).

● I capi di Capucci sono una continua sperimentazione:

○ per materiali (ta età)

○ forme (proporzione e struttura) ○ linee (storiche)

○ cromatologia (nuances)

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15) GlI anni 50’ e 70’

1960 - 1980

XX sec.

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Il ciclone del Boom economico

● Con l’avvento degli anni 60’, si impongono:

○ nuovi canoni estetici (modelle/i)

○ nuovi colori (colori puri e complementari)

○ nuovi stili (si instaura un rapporto tra i giovani contestatori dei nuovi
movimenti politici dell’epoca e la moda).

● Lo stile eclettico e pluriforme della moda anni 60’ a ronta molte


tematiche e solitamente opposte:

○ tema della guerra (emerge la gura del Montgomery, una giacca


invernale fatta di lana e chiusa da allacciature tipicamente militari
come gli alamari, introdotto nel guardaroba in dotazione dei marinai
della Royal Navy).

○ tema bon ton (con una donna però più libera rispetto al decennio
precedente).

POP ART!

● Quando negli anni 50’, la moda prevedeva una donna molto elegante
ed estremamente ricercata, negli anni 60’ si ha rivoluzione totale, nella
quale la gura femminile si libera dal rigore e gioca di forme, colori e
creatività.

● In questo periodo va di moda lo stile androgino, e lo stile detto


"gamine" (da ragazzina).

● Una delle gure simbolo di quest’epoca è Twiggy, scoperta da Mary


Quant.

● In questo periodo si sviluppa la cultura POP e anche nella moda si


rispecchia tale forma d’arte:

○ i colori sono vivacissimi

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○ si hanno delle sproporzioni strutturali nella forma dell’abito

(svasato)

Minigonna (Mary Quant) Cappotto a trapezio (Givenchy) Abito Mondrian


(YSL)

Il segreto è negli accessori

● Essenziali dal punto di vista negli anni 60’ sono gli accessori:

○ Gli occhiali (forma più grande e coloratissimi).

○ Le borse (diventano grandi e irrinunciabili su qualsiasi

out t)

○ Le scarpe si "abbassano", diventando ballerine e

stiletti come i cosiddetti

"kitten".

○ Anche gli zoccoli sono molto apprezzati (Dr.

Scholl).

● Per i gioielli, si utilizza molto la plastica o materiale comunque non


pregiato.

GLI STILISTI FRANCESI

YVES SAINT LAURENT (1936 - 2008)


Yves, il ragazzo prodigio

● Per tutta la seconda metà del XX secolo, Yves Saint Laurent è stato
considerato forse “lo stilista” per eccellenza.

● Pur seguendo la moda dell’epoca, ha stabilito nuove forme, con un


classicismo tipicamente francese, fatto di moderazione e audacia,
sobrietà e invenzione.

● Nasce a Oran, in Algeria, il 1° agosto 1936, Yves Saint Laurent rivela


molto presto la passione per il disegno, i costumi e le scenogra e
teatrali.

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● Nel 1954 vince il primo e il terzo premio al concorso indetto dal
Segretariato Internazionale della Lana.

● Conosce Christian Dior tramite Michel de Brunho , direttore della


rivista Vogue e il grande couturier lo assume. Quando Dior muore,
diventa il nuovo direttore creativo per sei collezioni. (molto famosa
sarà la sua forma a Trapezio del 1958).

La nascita della Maison YSL

● Nel 1957. viene chiamato alle armi ma presto viene internato per un
grave esaurimento nervoso in un ospedale militare.

● Ingiustamente, Dior lo licenzia.

● Per questa ingiustizia Yves Saint Laurent e Pierre Bergé decidono di


aprire una propria casa di moda, uno all'amministrazione, l'altro alla
direzione creativa.

● Tutti e due erano già molto famosi quando aprirono la YSL:

○ YSL, era il successore di Dior

○ Bergé era amministratore e amante del pittore Bernard Bu et.

Collezioni, collezioni, collezioni…

● Nella 1965, il couturier, traspone un dipinto di Mondrian su un abito


trapezoidale di notevole sobrietà. Diventa il successo del decennio.

● Nel 1966 crea la collezione dedicata a Andy Warhol e la Pop Art e


subito dopo crea il primo smoking da donna.

● Nel 1967, Saint Laurent torna agli onori della cronaca con i suoi abiti
africani fatti di perline di legno e ra a

● Nel 1968, nasce la Sahariana che trascrivono a modo loro le


tendenze androgine che si manifestano in strada.

“Chanel ha dato alle donne la libertà, YSL ha dato loro il potere.” Pierre
Bergé

“Il più bell’abito che può abbigliare una donna sono le braccia
dell’uomo che ama. Ma, per chi non ha la possibilità di trovare questa
felicità, io sono qui”. Yves Saint Laurent

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La collezione scandalo

● Nel 1971 è segnato da uno scandalo, quello della collezione ispirata


agli anni dell'Occupazione:

○ le spalle dei cappotti sono squadrate, la vita è regolata, sottolineata


da giochi di pinces su abiti stampati che sembrano succinti come se il
tessuto fosse stato razionato.

● Con questa collezione spalanca le porte alla tendenza “retrò” che


presto invaderà le produzioni prêt-à-porter.

Opulenza e Oriente ra nato

● Alla ne degli anni '60, la moda era diventata caleidoscopica e l'80%


delle donne francesi vestiva di prêt-à-porter.

● L'alta moda, baluardo del lusso, ha visto diminuire la sua clientela nel
corso degli anni. ma comunque Yves Saint Laurent crea, nel 1976, una
delle collezioni più lussuose della storia della moda: Opéra-Ballets
russes. È un nuovo successo srtraordinario (ravviva il desiderio e il
gusto dello splendore e dell'opulenza)

“Ho scoperto Marrakech molto tardi, ed è stato uno shock


straordinario. Soprattutto per il colore. Questa città mi ha dato colore”.

YSL

Il post-Saint Laurent

● Yves Saint Laurent ha smesso di disegnare collezioni prêt-à-porter


nel 1998, pur continuando con l'haute couture.

● Alber Elbaz gli succede per il prêt-à-porter femminile, mentre Hedi


Slimane si occupa delle collezioni maschili. ma entrambi saranno
sostituiti prima da Tom Ford.

● Nel 2004 prende le redini Stefano Pilati per il prêt-à-porter;

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● Yves Saint Laurent ha presentato la sua ultima collezione haute
couture nel 2002 durante un'importante s lata retrospettiva al Centre
Pompidou. Si chiude de nitivamente una pagina, non ci sarà mai più
l'haute couture di Yves Saint Laurent. Il couturier è morto a Parigi,
all'età di 71 anni. 10 giugno 2008.

15 ) GlI anni 50’ e 70’

1960 - 1980 PARTE 2

KARL LAGERFELD (1933 - 2019)

La nascita di un Mito…

● Nasce ad Amburgo, in Germania, nel 1933 e nel 1952 si trasferisce a


Parigi:

Vince il premio del French International Wool Secretariat grazie al


design di un cappotto (mentre il giovanissimo Yves Saint Laurent si
aggiudica la vincita nella categoria abiti da cocktail)

● Nel 1955 viene assunto da Pierre Balmain, e 3 anni anni dopo


diventa direttore artistico della casa di moda di Jean Patou.

● Dopo la morte di quest’ultimo Lagerfeld si allontana dall’alta moda e


comincia a disegnare solo per Pret à Porter.

Dall’Italia a Fendi…

● Nel 1964 lascia Parigi per andare a studiare storia dell'arte in Italia,
ma allo stesso tempo disegna per Chloé (dal 1964 al 1983 per poi
tornare dal 1992 al 1997), Krizia, Valentino, e in ne, nel 1967, diventa
consulente per Fendi, chiamato per dare una nuova impronta di
modernità specialmente per le pelliccie oramai datate dalla classicità.

● Dal 1967 non abbandonerà più la Maison Fendi e creerà il logo “FF”,
derivato dal termine ludico “Fun Fur”.

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Le muse ispiratrici…

● Da sempre Lagerfeld ha considerato alcune donne come principali


muse d’ispirazione, così importanti da

ritenerle spesso fondamentali per la creatività:

○ Inès de la Fressange

○ Amanda Harlech

○ Rihanna

○ Kristen Stewart

○ Cara Delevingne e Lily-Rose

Depp

“Sono indispensabili al suo processo creativo, Senza le mie muse, il


processo sarebbe astratto e sterile», racconta a un giornalista nel
2014 «contribuiscono a dare forma ed espressione alla mia creatività».

CHANEL / LAGERFELD

● Nel 1982, Alain Wertheimer presidente di Chanel, invita Lagerfeld ad


assumere la direzione creativa della casa di moda.

● Ciò inizialmente fu criticato dalla critica in quanto il Designer aveva


sempre accusato l’Alta Moda di essere superata.

● Tuttavia, pur la Maison si trovasse in grande crisi dalla morte della


fondatrice (1971) con la prima collezione rmata Lagerfeld, il destino
volle che si rialzasse e brillasse come un tempo.

● La prima collezione Lagerfeld per Chanel, fu caratterizzata da linee


estremamente moderne, con un tocco di Pret à Porter ma sempre di
grande lusso e di natura avangarde.

Lagerfeld e la tradizione…

● Pur essendo contraddistinto come Designer da sempre innovativo e


modernizzatore, Lagerfeld è sempre stato legato alla tradizione.

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● Ha sempre collaborato con i migliori artigiani di Haute Couture e li ha
sempre fatti emergere nelle sue collezioni. Uno dei maggiori esempi di
artigianalità con cui collaborò per anni fu Lesage (ricami).

● Nel 2003 creò una collezione dedicata appunto alle di erenti


maestrie e know-how francesi.

VALENTINO (1932 - )

Valentino, l’imperatore internazionale

● Conosciuto n dagli anni '60 (arrivando a vestire persino Jacqueline


Onessis per il suo matrimonio), adorato da una selezionata clientela
internazionale, aveva già imposto il suo stile, la sua visione della
donna, ignorando volutamente gli sconvolgimenti avvenuti nella storia
della moda.

● Alla ne degli anni 2000, Valentino ha vestito la sua terza


generazione di donne con lo stesso ideale in mente (citanto lo stesso
stilista “Ho vestito le nonne, le mamme e adesso vesto le nipoti).

Simbolo di eleganza e ra natezza

● Valentino ha sempre odiato l’e etto trasandato, il trascurato,


l'eccentricità incontrollata.

● In termini di modellistica, è famoso per sviluppare in ogni capo, una


complessa struttura interna che rimarrà invisibile, dove mette la donna
in con denza e per questo è sempre riuscito a disegnare una
silhouette da sogno.

● Trovando il loro punto di ancoraggio su una vita sottile, gli abiti sono
molto uidi, rivelando la sensualità femminile.

● Nel tempo, il couturier ha eliminato il super uo.

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Il perfezionismo della bellezza

● L'uso di pieghe e drappeggi denota una perfetta padronanza tecnica


che si nota nell'uso dell'origami (tessuto piegato e cucito su altro
tessuto) o nei "budellini", una sua invenzione - strisce di tessuto
tagliate in sbieco, come microscopiche salsicce, assemblate su uno
sfondo di tulle o organza in modo tale da formare disegni piazzati, pur
rivelando la pelle per trasparenza.

● Ma ciò che distingue Valentino sopra ogni altra cosa è la sua


tavolozza di colori, che include molto bianco (un bianco che si addice.
Mai freddo o clinico), nero profondo e rosso, rosso. molto rosso.
Un'in nita varietà di monocromi rossi...

PIERRE CARDIN (1922 - 2020)

Gli inizi

● Figlio di emigranti italiani, fu a Vichy, durante la seconda guerra


mondiale, che Pierre Cardin si formò come sarto a Manby.

● Arriva a Parigi nel 1946, lavora per Schiaparelli prima di essere


assunto come sarto da Christian Dior per l'apertura della sua maison.

● Di natura italiana, francesizza il suo nome da Piero Cardin, a Pierre


Cardin.

Pierre Cardin: il precursore del moderno

● Pierre Cardin ha un vantaggio: Le sue creazioni, come i suoi metodi


di sviluppo, sono futuristici e lo collocheranno tra i cinque francesi più
famosi al mondo.

● Quando nel 1965 André Courrèges e Paco Rabanne presentarono le


loro collezioni di mini abiti e abiti "importabili", Pierre Cardin era già
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noto per essere un couturier d'avanguardia, uno di quelli che
avrebbero cambiato profondamente il panorama della moda.

● Anche se, in origine, la vocazione della sua Maison era quella di


realizzare costumi teatrali, non resistette al richiamo della moda e
presentò la sua prima collezione di haute couture nel 1953. L'anno
successivo, il suo abito a bolla viene apprezzato all'unanimità dalla
stampa. Questo successo gli ha permesso di aprire il suo primo
negozio, Ève, seguito da Adam tre anni dopo.

La linea Cosmos

● Dal 1966 Cardin ha ampliato la sua linea Cosmos.

○ è caratterizzata da out t basici e unisex, che si adattano alla


morfologia androgina della giovinezza del baby-boom,

○ Le linee sono pulite, le forme sono architettoniche, trapezoidali e il


couturier fa largo uso di materiali sintetici.

○ Tutti questi capi hanno in comune la possibilità di una completa


libertà di movimento. Sono allegre, colorate, semplici, pratiche, di
facile manutenzione e si montano facilmente.

La scultura della moda 60’s

● Nel 1968 Cardin ignora le parole concessioni e compromessi: l'abito


diventa scultura, una scultura che si compone con il movimento che il
corpo le imprime.

● Le sue creazioni d'avanguardia segnarono gli anni '60 e '70 e


ispirarono molti dei suoi colleghi più giovani, come Jean Paul Gaultier,
Corinne Cobson,

● La collezione “cosmonauta” viene frequentemente reinterpretata.

● Proprietario al 100% del suo marchio, Pierre Cardin ha imposto una


modalità di sviluppo e di innovazione anno per anno.

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WALTER ALBINI (1941 - 1983)

Walter albini, genio incompreso e dimenticato

● Walter Albini è una gura enigmatica e viene considerato il vero


padre del prêt-à-porter,

● In realtà, la giacca destrutturata di Giorgio Armani, il jersey di


Versace, le stampe di

Krizia sono invenzioni di Albini ma la sua

personalità troppo moderna e narcisista lo ha

fatto dimenticare al mondo.

● Nasce nel 1941, studia presso l'Istituto d'Arte, Disegno e Moda a


Torino.

● Già a 17 anni, diventa illustratore delle s late d’alta moda per giornali
e riviste, prima da Roma, poi come corrispondente da Parigi.

Albini e Parigi

● A Parigi incontra due grandi personaggi che gli cambiano la vita:


Coco Chanel e Mariuccia Mandelli (Krizia). Quest’ultima lo sprona a
tornare in Italia e lavorare vicino a Lagerfeld.

● Albini diventa famosissimo e viene catalogato dalla critica come un


dandy decadente.

● Si racconta che il termine “stilista” fu coniato appositamente per lui.

● Nel 1971 debutta a Milano con la sua prima collezione.

Il precursore del mondo Moda / Milano

● E’ forse grazie alla sua maestria secondo forme, total look,


comunicazione che Milano diventa la vera città della moda e

supera sia Roma che Firenze.

● Comincia una nuova era, quella del prêt– à–porter.

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“Per me ogni vestito ha una storia: d’amore, di rabbia, di violenza. Ogni
vestito è un momento, una persona, un posto e ogni vestito ha il suo
ruolo, come in teatro. Per cambiare vestito bisogna cambiare attitudine
e spirito e entrare in una nuova ‘parte’. Ogni volta, ogni stagione, ogni
collezione.” - Walter Albini

La ne silenziosa…

● Veniva considerato dalla stampa come “forte alla Saint Laurent”.

● Tuttavia Walter Albini ha sempre messo in primo piano la creatività


prima del guadagno. Per tale motivo non è mai riuscito a trovare
nanziatori

● A soli quarantadue anni, nel 1983, scompare silenziosamente


all’ospedale.

EMILIO PUCCI (1914 - 1992)

Esordi nobili…

● Nato da una famiglia nobile, nasce nel 1914.

● In una vita estremamente agiata e di continue vacanze tra le


montagne svizzere e Capri, inizia a presentare le sue collezioni.

● Durante una vacanza, da grande appassionato di sci, disegna un


completo da sci femminile dalle linee molto essenziali e grazie a
questa prima creazione nisce Harper's Bazaar.

● Nel 1950, apre la sua prima Boutique a Capri.

La clientela Internazionale e Capri

● Grazie alla sua nota fama e derivazione nobile, diventa famoso anche
per la sua clientela estremamente facoltosa, tra cui Principessa Grace
Kelly di Monaco, Sophia Loren e la Jackie Onassiss (come Valentino).

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● Comincia a farsi conoscere per i suoi colori molto accesi e diventa
famoso per i suoi accessori, in particolar modo per i suoi “sandali
Capri”.

Lo stile Pucci e le sue stampe

● Traendo spunto da elementi della natura (in particolar modo il mare e


i ori), comincia a sviluppare delle stampe uniche e originalissime, che

battezzeranno per sempre lo stile Pucci.

● Le stampe si presentano estremamente colorate, con motivi gra ci e


molto moderni.

● I principali oclori utilizzati dallo stilista sono:

○ blu mare

○ rosa cipria

○ corallo

○ giallo napoli

○ viola lilla

ELIO FIORUCCI (1935 - 2015)

Esordi

● Nasce a Milano nel 1935.

● A 17 anni comincia a lavorare in un negozio di pantofole di suo


padre, a Milano.

● Nel 1965, dopo un viaggio a Londra, si appassiona all’abbigliamento


e inizia la sua carriera di “stilista” di contrasto.

● Nel 1967 il primo negozio Elio Fiorucci: ○ è un successo enorme in


quanto riprende le caratteristiche creative londinesi e la realtà surreale
della nuova moda del momento.

Le Factory/boutique di Fiorucci

● Il successo si fa presto sentire a Fiorucci, tanto che la sua boutique


si trasforma in una vera e propria Factory (alla Warhol) di creatività,
dove gure internazionali si ritrovano, sperimentano idee creative e si
costruisce un nuovo concetto dl di style, lontano anni luce della
couture francese e dei grandi stilisti sviluppatosi.

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● Nel 1974 apre un secondo store a Milano, realizzato su tre livelli di
piano, anch’esso ricco di elementi surreali e di contrasto. Diventa un
luogo di performance artistica e di ballo.

La linea Fioruccino e New York

● Nel 1975, apre il primo negozio a Londra e nasce la sua linea


“Fioruccino”, una linea colorata e ludica destinata ai bambini.

● Nel 1976 apre uno store a New York: ○ un nuovo luogo di ritrovo per
artisti, fotogra , designer (Andy Warhol infatti lo userà per lanciare il
suo giornale “Interview”.

La collaborazione con Disney

● Nel 1981 invece crea la collezione di t-shirt e felpe, con le illustrazioni


di Walt Disney.

● Il successo di questa collezione lo fa entrare nel podio dei migliori


designer del XX secolo.

LA COLLEZIONE SCANDALO

● Una collezione famosa è stata quella dove per la campagna


pubblicitaria ha mostrato solamente dei glutei di donna ammanettata
da manette decorate con peluche rosa.

● Successivamente è stato il creatore dei jean con paillettes.

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16) Gli anni 80’

1980 - 1990

2022

XX sec.

1990

1980

L’opulenza degli anni 80’

Gli anni 80’ sono considerati ancora gli anni in cui si sono create le
fondamenta della moda d’oggi.

La moda degli anni ’80 è caratterizzata da un estro creativo continuo:


all’epoca ogni stilista poteva in sé creare un suo movimento
concettuale, ricco di sfumature stilistiche:

dai colori (Armani con i suoi grigi, Valentino con il suo rosso, Versace
con le sue iconiche stampe).

proporzioni (asimmetrie, giochi di materiali come pelle e Pied de Poule)

struttura (abiti rinforzati con spalline, giacche estremamente costruite


dalle spalle al punto vita

Il lusso viene reso opulento e si instaura il concetto di “fashion victim”


tra la società e la moda.

Fondamentale è il concetto delle licenze: ovvero brandizzare tutto dal


capo al singolo accessorio.

Caratteristiche principali del decennio

Il concetto essenziale degli anni 80’ è eccedere su tutto.

Tutto era sostanzialmente portato all’eccesso: dal trucco alla


sproporzione degli out t, persino i profumi erano sinonimo di pura
opulenza.

Negli anni 80’ sono caratterizzati da tre tendenze:

vita alta

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spalline costruite

materiali imposti all’epoca quali denim, paillettes

Il Blazer

Il capo forse più iconico degli anni ’80 è sicuramente il blazer: la giacca
abbinabile a molte forme di spezzati, oltre che tramutabile in varie
modalità:

destrutturata

pattern particolare

corto e strutturato,

bottoni molto grandi (a volte sproporzionati)

I colori più utilizzati in questo decennio sono sicuramente:

rosso fuoco

giallo uo

rosa

verde smeraldo

nero

Calzature e altri simboli degli anni 80’

Calzatura fondamentale è la slouchy boots, una scarpa molto morbida.

Altro elemento simbolo di questi anni sono i leggings:

in lana oppure in velluto a costine,

presenza di una bbietta da chiudere sotto il piede.

Capo iconico degli anni 80’ è la classica tuta con pantalone e felpa
abbinata, realizzata in varie forme e linee (oversize e non).

Per quanto riguarda i gioielli, si utilizzano varie forme e colori ma con la


caratteristica di essere estramente grandi e voluminosi.

I FAB 4

del Made in Italy

GIORGIO ARMANI
(1934 - …)

Esordi

Nasce nel 1934, in una famiglia Piacentina composta da cinque fratelli.

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Inizialmente convinto di studiare medicina, inizia a lavorare come
vetrinista alla Rinascente di Milano,

Nel 1964 viene scoperto da Cerruti nel 1964 per il brand Hitman,

Nel 1974, s la alla Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze come designer
freelance e nel 1975 fonda la Giorgio Armani SPA assieme al suo
compagno di vita Sergio Galeotti (da notare che ancora oggi è
un’azienda privata, gestita interamente dal signor Armani).

Emporio Armani, sport e couture

Nei primi anni 80' sperimenta una linea più giovane e alla portata di tutti
chiamata Emporio Armani:

contaminazione tra il mondo sportivo e lo stile essenziale di Armani

Nel 1983 apre la sua prima boutique in via Sant'Andrea a Milano.

Film : Made in Milan (1990)

by Martin Scorsese

GIANNI VERSACE
(1936 - 1997)

Dalla Calabria a Milano…

Gianni Versace nasce nel 1946 a Reggio Calabria.

Come ben risaputo, grazie a sua madre sarta, comincia ad


appassionarsi n da bambino di moda, tra tessuti e capi per le clienti
della sartoria.

Nel 1972 si trasferisce così a Milano, e così comincia a collaborare con


varie aziende, specialmente specializzate in pellami quali Complice e
Callaghan.

Nel 1978 apre la sua Maison con il fratello Santo alla Direzione
amministrativa. Fin da subito ha un successo enorme, visto la notevole
di erenza stilistica tra la sua creatività e la mondanità milanese del
tempo.

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Il mondo Versace

Nel 1981 Gianni presenta la sua collezione futuristica, caratterizzata dai


suoi famosi abiti in maglia metallica.

Seppur con qualche critica da parte della stampa, le note positive lo


fanno scalare no a trasformare quel giovane ragazzo venuto da una
Calabria classicheggiante ad un grande promotore della moda
dell’epoca, ai pari dei grandi quali Valentino e Chanel.

Le sue s late diventano un evento da non perdere. Diventano


estremamente innovative anche nel presentare ogni capo, introducendo
perfomance che prima non erano mai state inserite nel contesto moda.
Questo nuovo concetto di moda è anche grazie a sua sorella Donatella,
che si inserisce presto come responsabile degli eventi e di
comunicazione per la Maison.

Modelle note:

Stephanie Seymour, Naomi Campbell, Cindy Crawford, Claudia Schi er,


Elle MacPherson, Linda Evangelista

Donatella / Gianni

Nel 1989, Donatella Versace assume la direzione creativa della linea


seconda Versus, una linea più giovanile e più alla mano di tutti (a
di erenza della famosa Medusa, il logo è un leone).

Nel 1990 s la per la prima volta la linea Privé della Maison Versace,
considerata una vera e propria Haute Couture, dove l’artigianalità e la
perfezione dei tagli emergono.

Nel 1991, nasce la parte relativa alle fragranze della Maison, mentre nel
1993, si sviluppa Versace Home, una sezione dedicata all’arredamento,
tutti ispirati alle case dello stilista (Villa a Moltrasio, Londra, Parigi e
Casa Casuarina a Miami).

Versus 1994 - 2002

Last interview (1997)

EDITORIALS

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La morte improvvisa di un genio…

Nel 1997 Gianni Versace viene assassinato il 15 luglio del 1997 nella
sua villa a Miami Beach. da un serial killer, Andrew Cunanan.

La moda con la sua morte cambia de nitivamente.

La Maison sprofonderà in una totale crisi no al 2002, che grazie


all’abilità della sorella e la genialità di Gianni (traendo appunto spunto
dall’immenso archivio di progettazioni e lavori dello stilista), ritroverà
una stabilità economica e diviene no ai giorni nostri forse una delle
Maison più sviluppate nel contesto Fashion.

GIANFRANCO FERRE’
(1944 - 2007)

Esordi

Nasce a Legnano nel 1944.

Già dal 1960 Ferrè si dimostra molto dedito al disegno, tanto da vincere
un premio ambito a Legnano sulla pittura.

Nel 1969 si laurea in Architettura al Politecnico di Milano,

Si approccia nel mondo della moda quasi per caso, infatti le sue prime
creazioni saranno bijou e accessori, che poi regala alle compagne di
università.

Tali creazioni vengono notate da un noto nome dell’epoca, Rosy Bi


che lo introduce a delle giornaliste di moda che lo faranno conoscere
nel salotto di milano.

Nel 1973, inizierà a viaggiare per conto della San Giorgio Impermeabili e
da lì disegnerà una delle sue prime collezioni ispirate all’India,
denominata “Ketch”.

L’India sarà sempre un punto di riferimento per Ferré.

Le collaborazioni e la fondazione GF

Rimane no al 1977 in India ma continua a collaborare con grandi nomi


Italiani, quali lo stesso Walter Albini, Bailly e in gran segreto anche
Roberta di Camerino.

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Nel 1978 assieme al suo socio Franco Mattioli, fonderà la “Gianfranco
Ferré”, con sede in Via San Damiano, poi successivamente spostatasi
in Via della Spiga.

Sempre nel 1978, fa s lare la sua prima collezione a Milano e la sua


fama accresce sempre più.

Dirige no al 1989 pure un corso alla nascente Domus Academy.

Ferré, couturier da Dior…

Lo stesso anno (1989), inizia forse la sua collaborazione più grande:


ovvero assume la direzione artistica di Dior (rimarrà in carica no al
1996). Dalle sue collezioni rmate Dior, emerge il suo lato più ra nato,
caratterizzato sempre da quel senso estetico che ricorda in ogni forma
o volant, strutture tipiche dell’architettura.

I suoi pezzi divengono sempre più ricercati, anche da note celebrità sia
negli anni 80’ che 90’.

Molto fondamentali per la storia del costume, sono le sue camicie


bianche da donna:ù

forme estremamente ricercate (svasature e sovrastrutture di chi on)

maestria pura sotto il pro lo dei tagli e delle linee di proporzioni.

ancora oggi vengono esposti in Musei dedicati a lui.

PRADA
(1948 - …)

Esordi

Miuccia Prada, (nome dall’anagrafe Maria Bianchi), nasce nel 1948.

I suoi genitori sono Gino Bianchi e Luisa Prada, entrambi eredi del
negozio di pelletteria Fratelli Prada, fondato nel 1913.

Si laurea nel 1971 in Scienze Politich e si iscrive al Partito Comunista,


partecipando attivamente ai movimenti studenteschi e allo stesso
tempo studia recitazione.

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Nello stesso anno, entra nell'azienda di famiglia, mostrando da subito
una perspicacia molto creativa ed estremamente innovativa.

La Maison Prada per Miuccia

Nel 1978 Miuccia prende le redini della Maison Prada al posto dei
genitori.

Assieme a suo marito Patrizio Bertelli, riesce a far emergere il brand a


tal punto da fare concorrenza a Louis Vuitton, Chanel e Gucci.

Lo sviluppo di Prada non è solamente considerabile sotto il pro lo


creativo, ma è cresciuto grazie ad un notevole studio di comunicazione
ed immagine del brand stesso:

Un nuovo logo indovinato e dinamico (il famoso triangolo rovesciato),


risalente agli anni anni 80.

Le borse in materiali hi-tech come il nylon, un classico della produzione


Prada.

Nel 1989 il brand presentl la prima collezione di prêt-à-porter


womenswear.

rigore stilistico

eleganza minimale

uso di materiali industriali mixati a quelli più delicati come seta e


chi on.

Prada , un impero globale

La moda di Miuccia Prada è sempre un mix di molte tematiche:

architettura

loso a

arte.

LE REGOLE DI PRADA:

non esistono schemi da seguire

gli opposti e la contrapposizione

avanguardista maniacalmente perfezionista

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Presto si sviluppa nel mondo diventando una delle Aziende più fruttifere
internazionali, e presto si sviluppa in assoluto a New York.

La linea Miu Miu e il sangue sportivo

Nel 1993 Miuccia fonda Miu Miu.

Le tre keywords di questo brand è:

irreverenza

eleganza

sensualità

Il cavallo di battaglia di questo brand sono sicuramente gli accessori e


le calzature:

estrema ricerca sui colori strong

minimalismo ricercato con materiali innovativi e forme contraddittorie.

Nel 1997 Patrizio Bertelli sponsorizza per la prima volta l’America’s


Cup, in Nuova Zelanda. Questa scelta di comunicazione servirà per
presentare al mondo intero la nuova linea “Prada Sport”, con cui
l’azienda porta avanti la sua attività di ricerca sui materiali. Nel gruppo
Prada entreranno a far parte anche Church’s e Car shoes.

FRANCO MOSCHINO
(1950 - 1994)

Esordi

Franco Moschino nasce nel 1950. Frequenta l’Accademia delle Belle


Arti di Milano e allo stesso tmepo lavora come illustratore freelance per
le riviste Linea Italiana e Harper’s Bazaar.

Negli anni ‘70 collabora con Gianni Versace

Dopo una carriera in salita, emerge con la sua linea “Moschino


Couture” nel 1983, con abiti estremamente creativi che si ispirano
inizialmente alla creatività di Jean-Paul Gaultier.

Franco Moschino è una sinergia tra forme classicheggianti ma allo


stersso tempo con elemente puramente folli e allo stesso tempo iper
creativi. Molte sue collezioni hanno creato scandalo come la Cow
Collection.

Solitamente rivisita alcuni capi iconici quali i Tailleur di Chanel e li mette


a volte quasi al limite del ridicolo al ne di polemizzare sulla couture
troppo classica.

L’estro di Gianni, la follia delle sue linee

Oltre che alla prima linea Moschino Couture, inserisce nella sua carriera
anche la seconda linea Cheap & Chic Donna e Uomo, successivamente
Moschino Jeans, lingerie, costumi, borse, scarpe, bijoux e profumi.

Con lui, le boutuque sembrano vere e proprie gallerie d’arte soprattutto


con le loro vetrine a tema, colorate e molto scandalose.

Alcuni capi di Moschino sono diventati iconici quali le giacche con uova
fritte sulle tasche, top con seno trompe-l’oeil, la sua T-shirt con la
scritta “Moschifo” e giubbini da torero versione gran sera.

Il Genio creativo e follia ordinaria

Nel 1991 Franco Moschino decide di abbandonare le passerelle, e poco


dopo morirà per un arresto cardiaco.

Verrà successivamente sostituito per la sua linea da grandi designer


molto ecclettici che continueranno a portare il suo stile ed eccentricità
no ad oggi.

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17) Gli anni 90’

1990 - 2000

2023

XX sec.

2000

1990

L’opulenza degli anni 90’

Le tendenze della moda degli anni '90 sono state in uenzate da vari
fattori, tra cui musica, lm, programmi televisivi e persino politica.

Si sviluppa la musica detta “Grunge”, emersa agli inizi degli anni '90:

ha avuto un impatto signi cativo sulla moda:

abiti oversize

camicie a quadri

jeans

stivali da combattimento.

Si sviluppa molto anche la cultura hip-hop:

jeans larghi

tute da ginnastica

scarpe da ginnastica

Anche icone pop come Madonna e Britney Spears dettano tendenza


con i loro out t audaci, tra cui crop top, minigonne e scarpe con zeppa.

Il minimal chic

Nella couture “più colta” invece emerge lo stile minimalista:

l'abbigliamento diviene essenziale, molto più sobrio rispetto


l’esuberanza creativa del decennio precedente (stilisti come Calvin
Klein e Jil Sander si specializzano nello stile Minimal).

Un'altra grande tendenza negli anni '90 è l'uso di colori e motivi


luminosi e al neon, spesso visti nei rave:

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Questo stile era caratterizzato da stampe audaci, abiti aderenti e scarpe
con zeppa.

STILISTI INGLESI

JOHN GALLIANO
(1960 - …)

Esordi

John Galliano nasce nel 1960 a Gibilterra.

Studia alla Saint Martins School e si laurea nel 1984 con il massimo dei
voti.

Fin dagli inizi della sua carriera, Galliano fonda la sua Maison e si fa
conoscere dai più importanti esponenti del Fashion System (tra cui
Gianfranco Ferré).

Nel 1995, Galliano viene nominato direttore creativo di Givenchy, e


successivamente nel entra nel mondo di Dior (1997).

introduce nuove silhouette per il brand

nuove tipologie di borse, tra cui la borsa “sella” e ricostruisce in chiave


moderna la Lady Dior.

Lo stile Galliano

Uno dei suoi abiti più famosi e iconici è la suite "Bar", che ha disegnato
nel 1994 per la sua prima collezione couture per Christian Dior,
realizzato con un'a ascinante silhouette molto aderente sul punto vita e
una gonna voluminosa, realizzata con 13 strati di chi on.

Un altro dei famosi abiti di Galliano è l'abito "Orientalist", presentato


per la prima volta nella sua collezione Primavera/Estate 1998.
Realizzato in un misto tra seta e raso, tinto indaco per una nitura
esotica. Galliano si ispira ai suoi viaggi in Cina, Giappone e India.

Accessori e pattern di Galliano…

Galliano è molto famoso anche per la creazione di so sticati accessori


e nuovi pattern:

stampa giornale

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Sempre per Christian Dior, rinnova molte borse e tipologie di scarpe
care al brand e ne crea di nuove, estremamente innovative, sia per
forma che per stile:

a sella

La ne con Dior…

La sua permanenza da Christian Dior è stata molto discussa e criticata,


a causa delle sue collezioni “troppo” creative e lontane dalla loso a
del brand.

Conclude la sua carriera da Dior con un licenziamento diretto, a causa


di un comportamento razzista e violento durante una serata.

Una nuova Era per Galliano…

Galliano continua tuttora a lavorare nella moda, seppur molte critiche e


brutte opinioni.

Recentemente ha lavorato per la Maison Margiela e continua a lavorare


con il suo marchio.

ALEXANDER MCQUEEN
(1969 - 2010)

Esordi

Alexander McQueen nasce a Londra nel 1969,

Abbandona gli studi molto giovane inizia a lavorare prima come


assistente da Anderson & Sheppard di Savile Row, i sarti londinesi che
vestivano il Re Carlo III, per poi passare da Angels & Bermans, dove
impara le tecniche modellistiche sul capo femminile e sperimenta quello
stile drammatico di presentare le sue creazioni, portandolo per tutta la
sua carriera.

Prime collaborazioni e il carattere introverso

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Sempre più specializzato, Mcqueen va a lavorare dal designer
giapponese Koji Tatsuno a Londra e, successivamente, con l’u cio stile
di Romeo Gigli a Milano.

Viene ritenuto n dalle sue prime collaborazioni un individuo molto


di cile:

Romeo Gigli ad esempio racconta che una volta, dopo averlo ripreso
per una scorretta confezione di una giacca, McQueen scrisse “Fuck
you, Romeo” all’interno di una cucitura nascosta.

St Martins School of London

Nel 1992 Alexander McQueen si iscrive a un master alla Saint Martins


School College a Londra e qui conosce la stylist e icona del fashion
system internazionale, Isabella Blow, sua futura musa ispiratrice,
migliore amica.

Grazie a lei la sua fama si innalza e diventa così in quegli anni uno dei
designer più in uenti degli anni 90’.

Givenchy e il brand Mcqueen…

Nel 1996 McQueen, dopo essere stato nominato stilista dell’anno,


sostituisce John Galliano da Givenchy chiamato direttamente da
Bernard Arnault, no al 2001.

Non ben visto dal mondo dell’Haute Couture Parisienne e dalla società
che è cliente, Mcqueen si concentra maggiormente sul suo brand
s lando a Londra, continuando ad eseguire collezioni di pura maestria e
di creatività tipica di Mcqueen, dove il contrasto e il “non
convenzionale” diventa la base del suo lavoro.

Muse ispiratrici e lo stile Mcqueen

Nel suo pieno periodo di Londra, lavora in stretto contatto con i suoi
amici più cari, come hat designer Philip Treacy e la stessa Isabella
Blow.

Le sue collezioni diventano delle vere e proprie icone, dove determinate


tematiche emergono ogni volta:

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sartorialità preziosa.

le celebri stampe con i teschi.

Il mondo animale e vegetale.

il mix tra il mondo sartoriale italiano, il gusto francese dell’haute couture


e la modernità Londinese.

La ne di un grande della moda…

A causa di grandi dispiaceri nella sua vita (morte della madre e dal
suicisio della sua musa Isabella Blow), McQueen entra in una
depressione così profonda da non riuscire più a liberarsi.

Si suicida nel 2010.

In onore alla sua straordinaria carriera, la futura Duchessa di Cambridge


Kate Middletton decide di vestire Mcqueen per il suo matrimonio con il
Principe William Windsor, erede al trono del Regno Unito.

Film :

Ian Bonhôte, Peter Ettedgui

STILISTI ASIATICI

YOJI YAMAMOTO
(1943 - …)

Esordi

Nasce nel 1943.

Nel 1966, si laurea in giurisprudenza presso l’Università di Keio e


successivamente frequenta un corso di Fashion Design a Tokyo
all’Istituto Bunka Fukuso Gakuin.

Prima di presentare la sua prima collezione al Tokyo’s Bell Commons,


impiega ben 9 anni di studio e ricerca (l’intera collezione verrà rmata
con l’etichetta “Y’s Womenswear” la quale diventerà una seconda linea
del suo marchio).

Debutta quindi nel 1981, a Parigi, con una collezione prêt-à-porter:

moda decostruttivista,

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rivoluzione della moda concepita no a quel momento.

s la insieme a Rei Kawakubo.

La linea Homme

Nel 1984 viene lanciata la linea maschile Pour Homme:

una sinergia tra un romanticismo concettuale e il punk, con accenni di


forme e strutture tipicamente vittoriane.

citazioni di anime giapponesi.

Esordi

Estremamente dedito da sempre contro la sessualizzazione delle


donne, propone molto spesso capi ispirati all’abbigliamento maschile
per donna e donne che presentano capi nelle collezioni per uomo.

Gli abiti di Yamamoto sono caratterizzati dal colore colore nero, sul
quale ha basato la sua carriera coltivando un’estetica ben de nita.

"Il nero è modesto e arrogante allo stesso tempo. Il nero è pigro e facile
ma misterioso. Ma soprattutto il nero dice questo: Io non disturbo te e
tu non devi disturbare me" Y. Yamamoto

Nella cultura tradizionale giapponese il colore nero è associato allo


spirito del samurai e viene de nito il 'colore delle ombre' che lo stilista
esalta usando contrasti cromatici con il giallo, il bianco e il rosso,
concepiti come 'lampi di luce nell’oscurità'.

Y - 3

Oltre alle numerose collezioni rmate dallo stilista giapponese,


Yamamoto ottiene molto successo con la collaborazione con Adidas,
mediante la linea Y-3, nata nel 2003 con Adidas.

Successivamente, nasce la collaborazione con Kanye West per la


realizzazione del design delle Yeezy.

Far disegnare uno stilista di alta moda, una linea di sportswear si è


rivelata una mossa estremamente innovativa che ha in uenzato lo stile
degli ultimi decenni.

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L’Atelier

Anche se da sempre Yamamoto ha considerato come una seconda


casa Parigi la sede dell’azienda è rimane a Tokyo, nello stesso palazzo
dove all’inizio della sua attività lavorò anche sua madre, che fu per lui
una grande maestra.

Nel 2009 la Yohji Yamamoto Inc. dichiara bancarotta e così viene


ceduta alla Integral Corporation che ne gestisce le nanze, la
produzione e la distribuzione (la direzione creativa rimane comunque a
Yamamoto).

Attualmente Yamamoto continua ad collaborare con molti brand fa


s lare collezioni estremamente concettuali e di ricerca ra nata.

REI KAWAKUBO
(1942 - …)

Esordi

Rei Kawakubo nasce a Tokyo nel 1942.

Dopo gli studi all’università di Keio (come il suo amico Yamamoto),


inizia a lavorare nel reparto di comunicazione dell’azienda tessile Ashai
Kasei.

A partire dalla ne degli anni 60’, si a erma come designer freelance.

Nel 1969 fonda il marchio Comme des Garçons:

“come i ragazzi”

la nalità è la ribellione agli stereotipi di femminilità dell’epoca. Il brand


debutta a Tokyo nel 1973, specializzandosi inizialmente sul denim.

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Esordi

Nel 1978 Kawakubo debutta con la collezione menswear,

Nel 1981 invece, la prima collezione parigina diventa famosa, con la


caratteristica di soli abiti neri, asimmetrici e il più delle volte
destrutturati (strappati), con stampe tipiche degli anni 80.

L’anno successivo la capitale francese accoglie il primo negozio


europeo del brand: diventa una boutique simbolo dello stile post-
atomico asiatico (lo stesso di Yohji Yamamoto e Issey Miyake).

“Un dato fondamentale della mia carriera, è stato quello di averla


vissuta come un modo per essere esposta all’immediata reazione del
pubblico”.

R. Kawakubo

Lo stile CDG

Le principali tematiche che la stilista propone maggiormente sono:

l’utilizzo quasi totale del colore nero.

Il minimalismo e lo studio dei volumi oversize

l’abito che inizialmente è realizzato con le regole ferree della sartorialità


classica, e successivamente smantellato per poi essere ricostruito

Insieme a Martin Margiela, Rei Kawakubo è ambasciatrice del


cosiddetto “decostruttivismo”, (rottura dei canoni estetici della moda,
cartamodelli sviluppati alla rovescia e accostamenti volutamente brutti).

ISSEY MIYAKE
(1938 - 2022)

Un nuovo concept per la moda

Il concetto di moda per Miyake è sempre stato una perfetta sinergia tra
arte, precisione sartoriale, minimalismo e sperimentazione.

Per quanto riguarda la sperimentazione, Miyake è sempre stato famoso


per la sua ricerca sui materiali estremamente dettagliata e so sticata,
quasi maniacale nel suo rigore.

Assieme ad altri suoi colleghi quali Kawacubo e Yamamoto è stato uno


dei primi designer ad introdurre in Occidente la moda post-apocalittica
e il concept giapponese.

Esordi

Nasce a Hiroshima nel 1938, e nel 1945 diviene uno dei superstiti della
bomba atomica lanciata dagli americani.

Si laurea alla Tama Art University nel 1964 in Graphic Design.

Successivamente, si trasferisce a Parigi per studiare all'École de la


Chambre Syndicale de la Couture Parisienne.

Presto la sua bravura viene scoperta dai grandi maestri della moda e
diviene nelle sue collaborazioni apprendista da Hubert de Givenchy,
Guy Laroche per poi passare Geo rey Beene giungendo a New York.

Il tocco nale del cliente…

Nel 1970 fonda la sua Maison di moda in Giapone.

Il suo metodo è unico: una volta progettato un suo capo quasi


terminato, fa decidere al cliente l’ultima modi ca, al ne di renderlo più
personale e unico. Questo nuovo concetto di “made to measure” lo
renderà estremamente innovativo e rivoluzionario per l’epoca, tanto da
farlo debuttare nella alta società del tempo.

Lo stile Miyake

L'obiettivo essenziali dei suoi capi, è il legame che c’è tra l’uomo e il
materiale (tessuto) che lo veste.

I suoi pezzi si legano assieme mediante varie tematiche:

sartorialità non tradizionale.

proporzioni over

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pezzi unisex

Il suo successo avviene con la sua prima s lata a New York nel 1971:

è essenzialmente una collezione dedicata alla maglieria con disegni


dipinti a mano e realizzate con le tecniche del tatuaggio giapponese
tradizionale

L’Eau d’Issey…

Issey Miyake diventa sempre più famoso così nel 1992 lancia il suo
primo profumo: L’Eau d’Issey:

la tematica di questa fragranza è proprio l’acqua stessa, pura,


cristallina, con note lineari, come lo stile Miyake.

NOTE DI TESTA:

Ciclamino, Melone, Fresia, Loto, Rosa

NOTE DI CUORE:

Garofano, Giglio, Peonia Bianca, Mughetto

NOTE DI BASE:

Tuberosa, Ambra, Sandalo, Muschio Animale, Legni, Osmanto, Legno


di Cedro (Cedrus), Legni esotici:

Le innovazioni di Miyake

Il 1993, il designer trova la formula più vincente della sua carriera: un


nuovo metodo di plissettatura.

Ancora attualissima nelle sue collezioni, il suo metodo di plissettatura


diviene un suo marchio di fabbrica:

estremamente resistente, sia all’acqua che al movimento

varie tipologie di apertura (sbieco e non)

varie tipologie di materiali

Miyake sostenibile

Nel 1997, assieme all'ingegnere Dai Fujiwara sviluppato un modo


rivoluzionario per creare un singolo lo di lato:

Il processo A-POC (un pezzo di sto a) consiste nel realizzare un motivo


proporzionale alla forma del cliente, senza la necessità di aggiungere
cuciture per le niture.

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Questo nuovo metodo di produzione lo rende uno dei designer più
sostenibili del mondo.

Il ritiro e la ne…

Pur avendo estremamente successo, Miyake nel 1998 si ritira come


direttore creativo e si concentra sulla ricerca e sperimentazione nei
materiali.

Nel 2022 ci lascia uno dei più grandi Maestri della couture asiatica.

STILISTI FRANCESI E ITALIANI

MARTIN MARGIELA
(1957 - …)

Esordi

Viene ritenuto come uno dei pionieri “metamoda”.

Nasce nel 1957 in Belgio.

Si laurea all’Accademia Reale di Anversa e inizia a lavorare come


assistente di Jean Paul Gaultier.

Nel 1988 fonda la sua Maison Martin Margiela e nel 1989 debutta con la
sua prima collezione a Parigi.

Lo stile Margiela

Il designer è un cultore del cosiddetto destrutturalismo:

tagliare e rimontare insieme parti di abiti vecchi

mettere in mostra fodere e parti interne

staccare e rimontare i cartamodelli in modo nuovo.

Questo nuovo approccio di moda apre ad un nuovo concept e si


specializza così nel riutilizzo dei materiali di recupero:

Sinergia tra minimalismo e stile punk molto gettonato in quegli anni.

uso del patchwork

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uso di materiali molto comuni (sughero per i gioielli, posate vecchie
come bracciali, piatti rotti come nuova passamaneria.

I colori dominanti delle collezioni di Martgiela, sono il nero, il bianco e il


rosso.

Il ritiro dalle scene

A partire dagli anni ‘90 invece, Martin Margiela decide di non mostrarsi
più al pubblico, imponendo nella sua esistenza un vero e proprio culto
dell’assenza

Declinava inviti personali,

ri utava fotogra e u ciali e le interviste

Alle telefonate adotta la formula di plurale maiestatis, rispondendo


sempre a nome della Maison.

Decide in segno di anonimato pure il suo nome dall’etichetta e


diventando pura astrazione, la leggendaria targhetta ( ssata solo da 4
punti di cucitura) diventa bianca per lasciar parlare le sue creazioni.

La Maison Hermes e la sostituzione con Galliano

Dal 1997 al 2003 oltre alla sua Maison diventa designer di Hermès in cui
presenta collezioni dalle forme minimal e applica il suo metodo di
decostruzione anche nel mondo degli accessori.

Nel 2014 esce de nitivamente di scena lasciando il posto della Maison


Margiela al direttore creativo attuale John Galliano.

Film :

Martin Margiela: In His Own Words (2019)

Regia: Reiner Holzemer

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DOLCE & GABBANA
(D.1958 - S.1962)

Esordi

Domenico Dolce nasce nel 1958

come Gianni Versace, n da piccolo cresce nella sartoria di famiglia.

Dopo il liceo si trasferisce a Milano, frequenta l’Istituto Marangoni.

Stefano Gabbana invece nasce a Milano nel 1962 e studia gra ca.

L’incontro tra i due avviene nel 1981: fondano così la Dolce & Gabbana,
e nel 1985 presentano la loro prima collezione in una selezione di stilisti
emergenti.

Le prime collezioni

le loro prime collezioni vengono realizzate con un budget estremamente


ridotto: le modelle sono reclutate nella cerchia dei loro amici e le
vendite sono piuttosto deludenti.

La quarta collezione invece segna l’inizio del successo.

Uno dei pezzi più amati e iconici di Dolce & Gabbana è il cosiddetto
“vestito siciliano”.

Altro capo iconico è il corsetto, che nel tempo ha vissuto decine di re-
interpretazioni.

Lo stile Dolce&Gabbana

Lo stile Dolce & Gabbana tocca da sempre molte tematiche:

tema siciliano: colori, pattern con carri.

Gli accostamenti di tessuto improbabili (tulle con pizzo o lana),

Accessori di varie colture (bombette inglesi e rosari tipicamente siciliani)

Lo stile di Dolce&Gabbana è famoso per grandi riferimenti ai lm


ambientati nella Sicilia.

Per le loro campagne pubblicitarie, vengono realizzate con grandi icone


del nostro tempo, quali Monica Bellucci o Naomi Campbell.

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18) Gli anni 00’ e IMPOSTAZIONE
D’ESAME

2023

XXI sec.

2000

IL NUOVO MILLENNIO

La moda del 21° secolo è caratterizzata da una combinazione di


tendenze contemporanee e stili retrò.

L'industria della moda ha subito una trasformazione signi cativa con


l'ascesa della tecnologia, dei social media e della sostenibilità.

La sostenibilità è uno degli obiettivi principali dell'industria della moda


del 21° secolo, con molti designer e marchi che si spostano verso
pratiche rispettose dell'ambiente.

I materiali sostenibili come il cotone organico e i tessuti riciclati sono


ora comunemente usati, e c'è anche una spinta verso la riduzione degli
sprechi e la promozione della moda circolare.

LO STILE 00’

In termini di stile, l'abbigliamento sportivo e lo streetwear sono diventati


più mainstream, con l'abbigliamento casual e comodo che sta
diventando sempre più popolare:

pantaloni a vita bassa,

lingerie a vista,

bandana e foulard

monospalla o senza spalline,

"denim culture" associata a colori fosforescenti o, di contro, pastello

Anche il minimalismo e la semplicità sono tendenze popolari, con linee


pulite, colori neutri e silhouette classiche che dominano molte
collezioni.

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In ne, la diversità e l'inclusione sono ora elementi chiave nell'industria
della moda del 21° secolo, con un focus sulla creazione di
abbigliamento che includa tutti i tipi di corporatura e sico.

Ciò ha portato a una gamma molto più ampia di dimensioni, stili e colori
disponibili per i consumatori.

Jennifer Lopez for Versace, 2000

Sarah Jessica Parker for Dior

Victoria Beckam for Herves Leger

Kim Kardashan’s juicy tracksuite

LA NUOVA FIGURA DEL DESIGNER

I designer del 21° secolo sono noti per le loro prospettive uniche sulla
moda e la loro capacità di fondere le tecniche tradizionali con la
tecnologia moderna. Molti designer si concentrano anche sulla
sostenibilità e sulle pratiche etiche, utilizzando materiali riciclati e
riducendo gli sprechi nei loro processi produttivi.

Una tendenza degna di nota tra i designer del 21° secolo è il desiderio
di creare abiti che si adattino a diverse occasioni e stili di vita.

Molti designer stanno creando abiti che possono essere vestiti “up and
down”, rendendoli versatili e pratici da indossare tutti i giorni.

Stilista

Amministratore delegato / Socio Fondatore

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Premiere

U ci di riferimento

(produzione)

(amministrazione)

comunicazione

etc…

Sartoria / modellista

UFFICIO STILE

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UFFICIO PRODOTTO

UFFICIO COMUNICAZIONE

UFFICIO RETAIL

BRAND

COMPAGNIA

Direttore Creativo

Co-Direttore

U cio campionatura

U cio modellista / sartoria

Sta generale

Direttore Prodotto

Responsabile produzione

Responsabile forniture

Responsabile amministrazione

Sta generale

Direttore Comunicazione

Rrsponsabile PR

U cio Stampa

Comunicazione interne

Sta generale

Direttori Commerciali

U cio vendite

E-commerce

Responsabile visual

Sta generale

VEDERE FOTO

LE NUOVE TECNOLOGIE

Un'altra tendenza è l'uso della tecnologia nel fashion design, come la


stampa 3D e la stampa digitale. I designer utilizzano la tecnologia per
creare abiti su misura, modelli e trame intricati e materiali innovativi che
sono sia funzionali che visivamente accattivanti.

In ne, i designer del 21° secolo stanno anche diventando più


consapevoli dal punto di vista sociale e politico, utilizzando le loro
piattaforme di moda per aumentare la consapevolezza su questioni
importanti e promuovere un cambiamento positivo.

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Molti designer stanno incorporando la diversità e l'inclusività nelle loro
collezioni, presentando modelli di tutte le età, taglie ed etnie e
utilizzando i loro design per fare a ermazioni audaci sul genere e sulla
giustizia sociale.

LA MODA SOSTENIBILE

Ci sono molti importanti stilisti del 21° secolo, tra cui Alexander
McQueen, Tom Ford, Phoebe Philo e Virgil Abloh, solo per citarne
alcuni. Questi designer hanno avuto un impatto signi cativo
sull'industria della moda attraverso le loro visioni uniche, design
innovativi e impegno per pratiche sostenibili.

Il concetto di moda sostenibile sta diventando sempre più importante


nel 21° secolo, poiché sia i designer che i consumatori riconoscono
l'importanza di ridurre gli sprechi e proteggere il pianeta.

La moda sostenibile si riferisce all'abbigliamento realizzato con


materiali ecologici e metodi di produzione etici. Ciò include l'uso di
tessuti organici, materiali riciclati e la riduzione degli sprechi nel
processo di produzione.

I NUOVI BRAND ETHIC/CONCEPT

Molti marchi di moda etica sono emersi nel 21° secolo, tra cui
Patagonia, Everlane e Veja. Questi marchi danno la priorità alle pratiche
sostenibili e alla trasparenza nei loro processi di produzione. Si
concentrano anche sulla riduzione degli sprechi nella produzione e sulla
creazione di abiti fatti per durare, piuttosto che contribuire al ciclo del
fast fashion.

Incorporare pratiche sostenibili nel design della moda non è solo


importante per la salute dell'ambiente, ma è anche un fattore chiave
nella creazione di una moda consapevole e responsabile che sia
migliore sia per le persone che per il pianeta.

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