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COME TE LO SPIEGO
25 ottobre 2017
di Chiara Pilati
La poetica di Kandinskij
Dopo il trasferimento dalla Russia in Germania e dopo un inizio fra
espressionismo e fauvismo, nei primi anni del ‘900 Kandinskij comincia ad
elaborare quella teoria artistica che lo porta ad essere considerato il fondatore
dell’astrattismo.
A partire dal 1909 l’artista comincia a cercare e stabilire
analogie precise fra le diverse sfere della produzione artistica con una netta
predilezione per la musica che ritiene quella che più riesce ad esprimere
l’“invisibile” che tanto vorrebbe rappresentare.
La pittura per Kandinskij si
trasforma sempre più una sorta di composizione musicale, una “sinfonia di
colori” come egli stesso la definiva. “Già molto presto mi resi conto dell’inaudita
forza d’espressione del colore. Invidiavo i musicisti, i quali possono fare arte
senza bisogno di raccontare qualcosa di realistico. Il colore mi pareva però
altrettanto realistico del suono”.
Da questo momento i titoli delle sue opere
cominciano ad avere una netta assonanza musicale: Impressioni, Composizioni
e Improvvisazioni, sono i lavori che conducono Kandinskij all’astrazione.
Kandinskij e i musicisti
Nella sua produzione pittorica Kandinskij fu influenzato dalla musica di diversi
compositori, per primo da quella di Richard Wagner e soprattutto dalla sua opera
intitolata Lohengrin, che spinse il pittore russo ad abbandonare la carriera
accademica in giurisprudenza per dedicarsi interamente all’arte.
Nello scritto
“Sguardo al passato” racconta, infatti, che nel 1896, ascoltando il Lohengrin di
Wagner al Teatro Bolscioi ebbe l'impressione di vedere Mosca "dipinta
musicalmente”. "Mi sembrava di avere davanti agli occhi tutti i miei colori. –
scrive – Davanti a me si formavano linee disordinate, quasi assurde".
Ma se a
Wagner si devono le sue intuizioni iniziali e la sua comprensione del valore
musicale del colore e dell'importanza del rapporto fra musica e pittura, ancor più
fondamentale per la formazione artistica di Kandinskij fu l’amicizia con il
compositore viennese Arnold Schönberg, con il quale condivideva la ricerca per
la “dissonanza nell’arte”: “la dissonanza pittorica e musicale di oggi non è altro
che la consonanza di domani”.
Il primo “incontro” fra i due ebbe luogo a Monaco
di Baviera, il 2 gennaio del 1911 ad un concerto del compositore austriaco
(Quartetto per archi op.10 e i Klavierstücke op.11) che colpì così tanto Kandinskij da
spingerlo a scrivergli, pur senza conoscerlo. In seguito a quell’ascolto, poi, il
pittore decise anche di dar forma alle sue impressioni in un dipinto destinato a
diventare uno dei suoi più celebri capolavori, Impressione III: Concerto.
Vasilij Kandinskij, "Impressione III (Concerto)" , 1911; olio su tela, 77,5
x 100 cm; Monaco di Baviera, Städtische Galerie im Lenbachhaus
(Wikimedia Commons)
Vasilij Kandinskij, Figura con cerchio (1911; olio su tela, 100 x 150 cm;
Tbilisi, Museo Nazionale della Georgia) (wassilykandinsky.net)
“Più il mondo diventa orribile (come quello di oggi), più la nostra arte diventa
astratta, mentre un mondo felice produce un’arte realistica” scriveva Kandinskij
nel suo diario nel 1914. Di lì a poco ebbe inizio la prima guerra mondiale e le
strade del pittore russo e del compositore ebreo austriaco, che fino ad allora
rimasero legati da una profonda amicizia professionale, furono costrette a
dividersi.
Resta però il fatto che come Schonberg ha rivoluziona il sistema tonale
classico, creando il nuovo linguaggio della musica atonale, così Kandinskij ha
abbattuto i muri e le regole della pittura tradizionale approdando all’astrattismo.
PAROLE CHIAVE