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DEMOGRAFIA E BIOETICA

I.- DALLE SOCIETÀ EUGENETICHE AL NAZISMO.

Ernst Haeckel polarizz” la teoria dell’evoluzione di Darwin in Germania e, come


altrove il darwinismo sociale fu largamente accettato.
Lo zoologo Ernst Haeckel (1834-1919), è oggi molto noto per essere il fondatore
dell’ecologia”.
Secondo il razzismo antropologico di Haeckel, le “razze centrali” avevano raggiunto il
“più alto grado di sviluppo e perfezione”: Nessun altro tipo di individui pu” essere
paragonato da un punto di vista fisico o intellettuale ai popoli centrali. Essi sono i soli
ad aver fatto la storia. A essi soli si devono le conquiste culturali che innalzano la
razza umana ai di sopra del resto della natura. Nell'ambito dei “popoli del centro” la
razza indogermanica era superiore ai popoli “amosemitici”. Grazie ai loro “cervelli più
sviluppati erano destinati a trionfare sulle altre razze e nella lotta per la
sopravvivenza” e a “stendere le reti del loro dominio su tutto il mondo”. Tuttavia, per
raggiungere tale egemonia occorrevano misure di selezione artificiale. Il modello era
soprattutto quello dell'antica Sparta dove i neonati venivano sottoposti a rigorosi
esami fisici e a un processo selettivo:

Nel 1900 secondo Schallmeyer, lo Stato ha il dovere di assicurare l'idoneità biologica


dei suoi cittadini, il che comporta provvedimenti atti a incrementare il tasso di natalità
e a migliorare i caratteri razziali del popolo. Tra le misure da adottare vi erano
incentivi per i matrimoni precoci, l'introduzione di indennità integrative ai salari legate
alla procreazione, assegni straordinari per le madri e l'autorizzazione alla poligamia
per i “razzialmente superdotati”. Tuttavia, a tali facilitazioni poteva accedere solo chi
avesse superato I'esame di medici specialisti in scienze “socio-biologiche”. Al
contrario, ai “bocciati” e quindi privi del certificato di idoneità al matrimonio,
bisognava impedire di riprodursi. Schallmeyer riteneva che gli individui portatori “di
qualità”ereditarie inferiori” andassero isolati e sterilizzati obbligatoriamente.

Gli scienziati accettarono l’idea che l’ereditarietà fosse l’unica determinante della
selezione naturale. Al pari dei colleghi americani i tedeschi divisero la popolazione in
“individui superiori” ed “individui inferiori”, essi speravano di salvaguardare il
patrimonio genetico della nazione e concepivano la degenerazione come una minaccia.
Il movimento eugenetico tedesco fu guidato fino agli anni della repubblica di Weimar
(1919) da Alfred Ploetz e Wilhelm Schallmayer.

Già dal 1920 si inizi” a discutere in questi circoli di eutanasia. Binding sosteneva la
necessità di legalizzare il suicidio, che chiamava “un diritto umano”. Binding in
particolare concentr” le sue attenzioni sugli individui “non meritevoli di vita”. Non si
trattava quindi più di malattie terminali, ma anche di persone sane, la cui vita era per”
“non degna”. inding parl” di individui che erano “zavorra” per la società di cui ci si
poteva disfare.
Alfred Hoech svilupp” la teoria secondo cui la soppressioni di pazienti subnormali
avrebbe esteso le opportunità di ricerca, in particolare la ricerca sul cervello.

a. Hitler ed il nazismo
Appena arrivato al potere Hitler promulg” la legge per la sterilizzazione eugenetica.
Sterilizz” 225.000 persone tra disabili, schizofrenici, epilettici, ciechi, sordi, alcolizzati,
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handicappati e menomati. Dal 1939 Hitler non si accontent” di sterilizzare coloro che
“avvelenavano la purezza del sangue ariano” e cominci” il programma di eutanasia
forzata.

Nel frattempo la Chiesa, pur rischiando la repressione si oppose energeticamente. La


Conferenza episcopale tedesca riunita a Fulda si oppose subito alla proposta di legge
per la sterilizzazione.

Lo scontro tra Chiesa e Nazismo si inaspr” ulteriormente quando il primo settembre


1939 Hitler annunci” il programma di Eutanasia con la soppressione di tutti malati
inguaribili.
In verità tale programma seguiva le direttive eugenetiche per cui venivano eliminati
non solo i malati, ma tutti coloro che il nazismo considerava come elementi che
potevano corrompere la razza ariana e cioè: disabili, malati di mente, ebrei, zingari,
asociali, oppositori del regime, prostitute, mendicanti, delinquenti, sordi, ciechi ecc.

Per capire quanto il punto di vista della Chiesa fosse contrario agli obiettivi ed ai
principi etici che ispiravano il nazismo basta leggere ci” che Goebbels disse in un
raduno del partito nazionalsocialista nel 1938: "Il nostro punto di partenza non è
l’individuo e non accettiamo il principio che si devano sfamare gli affamati, dissetare
gli assetati o vestire gli ignudi. Non sono questi i nostri obiettivi. I nostri obiettivi sono
del tutto diversi e possono essere cos" sintetizzati: dobbiamo avere un popolo sano
per prevalere nel mondo" .

II.- L’ EUGENETICA E LE SIMPATIE PER IL REGIME


NAZISTA
In seguito alle scoperte di Darwin dalla metà del XIX secolo fino al trionfo del nazismo
il rilievo crescente delle teorie eugenetiche spinse molti ricercatori a presentare come
un dato scientifico le teorie dell’ineguaglianza umana. Le teorie razziste divennero così
intrinseche ad ogni discussione sulla “genetica”.
L’ aspetto più incredibile di queste teorie razziste è che esse venivano da quegli stessi
ambienti che avevano professato durante la rivoluzione francese ed americana gli
ideali dell’uguaglianza e della democrazia.
Si diffuse cos“ l’ idea della “inferiorità intrinseca”.

Alla fine del XIX secolo gli eugenetici cominciarono a misurare il cranio e le altre parti
del corpo umano. Pearson insieme a Golden fond” l’ antropometria , una tecnica di
misurare le varie parti del corpo umano e confrontarle con i vari gruppi razziali.
Furono i primi a studiare quei caratteri estetici che a loro giudizio erano caratteristici
di certe qualità o difetti.

In precedenza gli eugenetici avevano ordinati i vari gruppi umani in base all’
intelligenza e sostenuto che le razze inferiori erano prive di cultura; adesso
affermavano che questi uomini erano anche immorali, depravati e criminali.

Agli inizi del 1900 tuttavia gli scienziati misero a punto nuove tecniche di misurazione
dell’intelligenza umana. Alfred Bidet scoprì che i test di intelligenza producevano
risultati migliori della craniometria e svilupparono il metodo per misurare il Quoziente
di Intelligenza, meglio noto come Q.I.
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L’ eugenetica fornì il fondamento biologico a queste idee influenzando


significativamente le scienze biologiche e sociali che non a caso vengono definite come
le scienze della vita.

Charles B. Davenport, ha definito l’eugenetica come la scienza del miglioramento della


razza umana mediante una migliore riproduzione

In Inghilterra, Stati Uniti cos“ come altrove il movimento eugenetico port” avanti due
politiche interconnesse: in primo luogo finanzi” ricerche sulla trasmissione dei tratti
sociali, in particolare modo quelli indesiderabili e cominci” a classificare individui,
gruppi e nazioni collocandoli su una scala di valori umani. In secondo luogo propose
soluzioni biologiche per i problemi sociali e fece pressione per la loro attuazione.

Il paradosso più incredibile sta nel fatto che gli eugenetici portavano avanti le loro
aberranti argomentazioni sostenendo che erano in difesa del progresso. Albert
Wiggam un pubblicista eugenetico disse nel 1930 all'American Musuem of Natural
History "Il progresso sta liberando il mondo dalla stupidità".intendendo per progresso
l’eliminazione dei meno intelligenti.

Nel 1933, appena arrivato al potere Hitler promulg” la legge per la sterilizzazione
eugenetica. In tre anni Hitler sterilizz” 225.000 persone tra disabili, schizofrenici,
epilettici, ciechi, sordi, alcolizzati, handicappati e menomati. Dal 1939 Hitler non si
accontento di sterilizzare coloro che “avvelenavano la purezza del sangue ariano” e
cominci” il programma di eutanasia forzata.

a. Le Critiche
Essendo gli eugenetici sostenuti dai poteri forti della società, non furono molte le
critiche da parte della società civile. L’opposizione era composta per lo più da liberali e
laboristi in Inghilterra e difensori delle libertà civili negli Stati Uniti.

L’unica istituzione che port” avanti una opposizione forte e sistematica contro le teorie
eugenetiche fu la Chiesa cattolica. In verità anche alcuni pastori protestanti e rabbini
ebrei si unirono alle voci critiche ma si tratt” di pochi individui.

Le teorie eugenetiche sono inaccettabili pecche nel disegno della creazione di Dio, gli
attributi fisici sono secondari, l’uomo ha una valenza di per sé in quanto dotato di
anima. Mentre gli eugenetici valutavano gli uomini secondo le loro caratteristiche
fisiche. La Chiesa cattolica da importanza soprattutto all’amore al sentimento religioso
e all’etica, piuttosto che alla perfezione parentale per la trasmissione di
caratteristiche fisiche, dell’intelligenza o di certe qualità eugenetiche.
Il papa PIO XI condann” chiaramente l’eugenetica nell’enciclica Casti Connubi
pubblicata il 31 dicembre 1930. Ci sono diverse parti in cui Pio XI denuncia
l’eugenetica.

Dal punto di vista scientifico il problema fondamentale sta nel credere nell’ereditarietà
dell’intelligenza. Se si crede all’ereditarietà dell’intelligenza è naturale che si pensi di
conservare o di esaltare i presunti caratteri ereditari favorevoli, di formare stirpi di
superuomini mediante unioni fra famiglie particolarmente dotate.

I genetisti seri sorridono di queste utopie.


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La scienza ha dimostrato che non si possono dominare le mutevoli ed infinite


combinazioni dei caratteri genetici, e nessuno pu” dire quali risorse siano celate nel
substrato ereditario del piè modesto membro della società umana.

Quanto al genio, questo nasce in condizioni spesso sfavorevolissime, e comunque non


si ripete nei discendenti geneticamente. Non si è mai constato che si possa dare
origine ad una stirpe di geni anche se qualcuno si ha provato e forse ci prova ancora
con la “clonazione umana”. Non esiste una ereditarietà intellettuale o psicologica
anche se ci sono scuole anche contemporanee che continuano a sostenerlo.

Si eredita il DNA ma non l’intelligenza che invece è definibile come la capacità di


apprendere, una funzione di adattamento mentale a situazioni nuove, la capacità di
variare in meglio rispetto a schemi e condizioni precedenti. ¦ quindi evidente come
l’ambiente in cui il bambino viene educato è fondamentale per il suo sviluppo, molto di
piè dell’eredità genetica.

III.- DA MALTHUS AL RAZZISMO MODERNO


Dalle Società Eugenetiche ai movimenti per il controllo delle nascite
L a scienza medica pu” essere utilizzata per la vita e non per la morte.

Ma come è possibile che un diritto umano fondamentale come il “diritto alla vita” sia
sistematicamente violato e che tale reato sia autorizzato “dalla legge” ?

La risposta va trovata nella storia del movimento eugenetico, nella sua influenza e
soprattutto nella sua capacità di condizionare i parametri culturali che regolano la vita
sociale.

La loro nascita è parallela a quella delle società Eugenetiche. Una delle più energica ed
entusiasta razzista per il controllo delle nascite è Margaret Sanger (1883-1966),
fondatrice del Planned Parenthood, diventata poi International Planned Parenthood
Federation, la più potente ed influente associazione per il controllo delle nascite del
mondo impegnata nei programmi di controllo della popolazione. Promuove e finanzia
progetti per la riduzione della fertilità nel mondo. ƒ particolarmente specializzata per i
programmi che vengono attuati nei villaggi. l'IPPF riceve la maggior parte dei suoi
finanziamenti dal governo degli Stati Uniti. Dal 1980 l'IPPF finanzia il programma di
"figlio unico" applicato dal governo cinese .

Partendo da principio eugenetico di favorire le “le buone nascite”, la Sanger ha


dedicato tutta la sua vita a convincere i poveri ed i deboli ad accettare il “controllo
selettivo delle nascite”. Scrisse: “Il principale scopo del controllo delle nascite è quello
di far nascere più bambini dai più adatti, dai forti, dagli idonei e meno bambini da
quelli inadatti”.

La Sanger, manteneva ottimi rapporti con gli eugenetici nazisti. La Sanger era
ovviamente favorevole alla legge sulla sterilizzazione obbligatoria imposta da Hitler nel
1933.

a. Contraccezione nazista
“Nelle aree in questione occorre promuovere coscientemente una politica
antidemografica. Con campagne di propaganda, specie nella stampa, alla radio, nei
film nei volantini, opuscoli e presentazioni educative, la popolazione va indotta a
meditare quanto sia dannoso avere più figli. Bisogna sottolineare i costi che i figli
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comportano, e per contro far rilevare quel che si potrebbe comprare con il denaro
speso per loro. Bisogna sottolineare il pericolo per la salute della donna che implica la
gravidanza e cos" via. (...) Bisogna inoltre diffondere con generosità la propaganda
per i mezzi di controllo delle nascite. Si deve creare un’industria di questi mezzi. Nè la
diffusione dei mezzi contraccettivi nè dell’aborto deve essere punibile. Dobbiamo
assolutamente promuovere la creazione di cliniche per aborti; più gli aborti saranno
compiuti con professionalità, più la popolazione si affiderà a questo mezzo. Va
promossa anche la sterilizzazione volontaria. Il nostro scopo sarà raggiunto solo
quando la popolazione sarà stata guadagnata in massa all’idea di avere uno, al
massimo due figli” .
Potrebbe sembrare una raccomandazione fatta dai dirigenti dell’Unfpa, oppure un
progetto delle Fondazioni preoccupate di ridurre il numero delle nascite, in realtà
queste dichiarazioni sono contenute in un documento stilato nel 1941 dal governo di
Hitler

Durante la seconda guerra mondiale e soprattutto durante la scoperta degli orrori


nazisti realizzati seguendo le teorie eugenetiche, la voce di Sanger e dei suoi seguaci
si affievol", ma torn” a svilupparsi subito dopo la fine della guerra, anche se con
caratteristiche esteriori più meno esplicite e più “accettabili”.

La Strategia del movimento eugenetico


La strategia per far accettare le assurde quanto disgustose politiche per il controllo
delle nascite e razziste è divisa in almeno cinque campi di battaglia.

Primo, Essi hanno cercato di non parlare più di politiche eugenetiche, nè di


miglioramento genetico, adesso utilizzano il termine più gentile di “frequenza genica”,
per disti guerre una migliore qualità genetica da un altra inferiore. Ed invece dei
termini lotta per la sopravvivenza, o supremazia del più forte, utilizzano parole come
“adattamento ambientale in funzione della sopravvivenza”. Un termine che gli
eugenisti hanno appreso dal comportamento animale che vorrebbero emulare.

Secondo, Dopo la Seconda guerra mondiale gli eugenisti hanno adottato la politica di
“cripto eugenics”, che consiste nel lavorare sotto la copertura di altre organizzazioni,
socialmente più accettate come per esempio l’International Planned Parenthood
Federation, il Population Council, il Guttmacher Institute ecc.

Terzo Gli eugenetici hanno adottato la tecnica di utilizzare ambiguità o scappatoie per
non incorrere nelle violazioni di leggi. In questo senso gli avvocati membri della
Società Eugenetica britannica hanno consigliato ai dottori eugenetici di introdurre il
desiderio di attività eugenetiche come una normale procedura medica fatta su
richiesta del paziente e praticata o in forma privata o attraverso le organizzazioni per
il controllo delle nascite. (vedi a questo proposito la vendita di embrioni selezionati
secondo razza e categorie sociali).

Quarto. Gli eugenetici utilizzano al meglio le moderne tecniche pubblicitarie. benchè i


loro propositi siano antidemocratici ed i loro veri obiettivi a sfondo razziale, essi
utilizzano i mezzi propagandistici in una forma tale da presentare le loro proposte
come: “necessarie”, “la scelta migliore”, “in favore del progresso dell’umanità”, “
favore della libertà e del benessere degli individui”. É attraverso le campagne
pubblicitarie che si confondono i parametri di giudizio delle persone. E queste
campagne pubblicitarie funzionano.

Quinto Il più grande nemico degli eugenetici è stata ed è tuttora la Chiesa cattolica. Il
movimento eugenetico spende grandi energie e denaro per neutralizzare l’opposizione
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sistematica della Chiesa. Già fin dagli anni 60 essi iniziarono ad attaccare la Chiesa
come istituzione antidemocratica perchè sostenevano e sostengono tuttora che “La
Chiesa non ha il diritto di imporre i suoi valori morali a nessunoÈ.
Cos" nella moderna società risulta che la Chiesa è antidemocratica mentre gli
eugenetici sono i sostenitori della massima libertà. Quando sappiamo con certezza che
è proprio dal movimento eugenetico che sono nate le peggiori forme di tirannia.

Gli eugenetici vogliono in questo modo imporre le loro disastrose abitudini sessuali
senza che la Chiesa interferisca. Anzi essi lavorano affinchè si creino fratture
all’interno della Chiesa su questi problemi cercando di convincere sacerdoti, teologi e
religiosi a sostenere una morale diversa da quella indicata dal Magistero.

IV.- DEMOGRAFIA
Esiste un problema demografico? è vero che siamo troppi sulla terra? e quali sono gli
effetti della crescita demografica sullo sviluppo economico, sulla produzione
alimentare, sull'utilizzo delle risorse naturali, sull'ambiente?

Anche se differenti per cultura etnia e religione tutti i popoli che abitano la terra
riconoscono nella nascita dei bambini un dono supremo, un segno vitale di speranza e
di fiducia; eppure non vi è assise internazionale in cui la crescita demografica non
venga bollata come il più grave dei problemi planetari.

Come spesso accade nel corso delle grandi riunioni a carattere mondiale, si sono
scontrate due opposte visioni del mondo. La prima pessimista che pur di difendere i
privilegi e le posizioni acquisite da certe lobbies economiche sostengono l'impossibilità
di risolvere i problemi e la necessità di imporre radicali programmi di controllo della
popolazione. La seconda ottimista, la quale cerca di fornire tutti mezzi tecnici e
scientifici per risolvere un problema le cui caratteristiche sono per” d'ordine
economico e politico.

I pessimisti si rifanno alle tesi espresse da Thomas Robert Malthus, un oscuro pastore
protestante che diede vita alla teoria economica secondo cui la popolazione tende ad
aumentare più rapidamente dei mezzi di sussistenza, donde la necessità di limitare le
nascite. Secondo Malthus la crescita economica segue un andamento matematico
mentre la crescita della popolazione segue un ordine geometrico Per questo motivo
nel suo libro più famoso “Saggio sul principio della popolazione”, Malthus accusa il
potere moltiplicatore della popolazione di condannare l'umanità a non superare mai il
livello di sussistenza. L'umanità, secondo Malthus, non pu” migliorare il proprio
destino.

Gli ottimisti sostengono invece che la storia dell'umanità, le scoperte scientifiche, il


progresso tecnologico e l'aumento dei livelli di vita sono una prova concreta delle
capacità dell'uomo di riuscire a moltiplicare le risorse in percentuale maggiore rispetto
a quella della crescita della popolazione. Questi sostengono che il rapporto tra
economia e popolazione è inverso a quello postulato da Malthus, la popolazione o più
precisamente al densità di popolazione è un fattore di progresso economico; non è la
ricchezza estrinseca a determinare la popolazione ma la popolazione a determinare la
ricchezza grazie alla pressione creatrice che essa genera.

L'uomo non è soltanto un predatore e che non si pu” ridurre una popolazione a un
insieme di meri consumatori di mezzi di sussistenza o di risorse naturali non
rinnovabili. Questi autori insistono quindi sul dinamismo di una popolazione giovane e
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sulla capacità di innovazione di una popolazione in espansione Per i neo-malthusiani


incremento demografico ed innalzamento dei livelli di vita sono assolutamente
inconciliabili e lo sviluppo passa per un controllo delle nascite.

Nel 1974 Lester R. Brown, attuale presidente del World Watch Institute, scrisse "I
limiti alla popolazione mondiale” che sosteneva che la popolazione mondiale sarebbe
raddoppiata entro 25 anni. Le conseguenze della crescita della popolazione, sempre
secondo Brown, sarebbero state disastrose: ci sarebbe stata scarsità di cibo, le
materie prime si sarebbero ridotte e l'inquinamento avrebbe avvelenato il pianeta. Alla
prova dei fatti ed a distanza di 22 anni dalla pubblicazione di quel libro, si pu”
facilmente constatare che Brown aveva sbagliato tutti i calcoli e che i criteri
malthusiani da lui utilizzati, secondo cui cresce di più la popolazione che la
produzione, si sono rivelati completamente errati. Non una delle sue previsioni si è
avverata, anzi in molti casi alla prevista scarsità si è sostituita l'abbondanza dei
prodotti e delle materie prime.

Gary Becker ha detto: “La dottrina malthusiana è molto screditata, la storia ha


dimostrato che è fallace sia nelle previsioni che nel metodo. Da questo punto di vista
gli ultimi 30 anni di storia del pianeta sono esemplari. Dal 1960 ad oggi la popolazione
mondiale è quasi raddoppiata. Secondo Malthus e i suoi seguaci moderni questo
avrebbe dovuto portare al disastro la vita sul pianeta invece abbiamo assistito alla
crescita economica più rapida e più generalizzata nella storia dell'umanità. Malthus si
è sbagliato e più ancora si sbagliano i suoi seguaci moderni. La qualità della vita e le
aspettative medie di vita sono aumentate, tutto e migliorato, il mondo si è sviluppato
non è peggiorato. Il malthusianesimo è una teoria basata sulla paura e quando la
gente è mossa dalla paura reagisce irrazionalmente.
Tutti gli argomenti contro la crescita della popolazione si sono dimostrati fallaci”.

Ma chi ha ragione? I pessimisti o gli ottimisti? Andiamo ad analizzare alcuni temi


specifici.

a. Rapporto tra cibo ed popolazione.


Lester Brown: “Stiamo entrando nell'era della scarsità di cibo per tutti: i dati parlano
chiaro, ma il mondo continua a crescere alla velocità di 80 milioni di persone l'anno”.

Giovanni paolo II: “Le considerazioni demografiche non possono, da sole, spiegare la
carente distribuzione delle risorse alimentari. Occorre rinunciare al sofisma che
consiste nell'affermare che "essere numerosi significa condannarsi ad essere poveri".
Mediante i suoi interventi l'uomo pu” modificare le situazioni e rispondere ai bisogni
crescenti. L'educazione garantita a tutti, attrezzature adatte alle realtà locali, politiche
agricole assennate, circuiti economici equi, possono costituire altrettanti fattori che a
lungo termine, produrranno effetti positivi. Una popolazione numerosa pu” rivelarsi
fonte di sviluppo, perché implica scambi di domanda e di beni”.

b. Popolazione e risorse
La tesi di Lester R. Brown, condivisa e sostenuta da tutti i neo-malthusiani, è che
contemporaneamente alla crescita della popolazione e dei consumi diminuiscono le
materie prime. Proprio questa tesi che è basilare per il sistema-malthusiano, si è
dimostrata erronea nei risultati e nelle conclusioni. Andiamo a vedere alcuni dati
recenti riguardanti le riserve di carbone petrolio e gas, combustili fra i più utilizzati
per la produzione energetica.
Per quanto riguarda il gas naturale, le riserve sono fino ad ora raddoppiate ogni dieci
anni.
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Petrolio: Le riserve petrolifere sfruttabili, che 20 anni fa erano stimate in 85 miliardi


di tonnellate, si aggirano attualmente intorno a 136 miliardi di tonnellate (quasi il
doppio).
Carbone: Le riserve estraibili di carbon fossile sonostimate in 528 miliardi di
tonnellate, mentre quelle di lignite sono stimate intorno a 176 miliardi di tonnellate.
Queste riserve sono sufficienti a coprire l'attuale fabbisogno per i prossimi 200 anni,
ma se si tiene conto dei giacimenti che fino ad ora non si sono potuti sfruttare in
maniera efficiente.
Lo stesso trend è verificabile per tutti gli altri metalli come rame, cromo, nichel ecc.

c. Popolazione e ambiente
Il premio nobel per l'economia Gary Becker ha detto: “Per quanto riguarda la difesa
dell'ambiente, i paesi che hanno creato più problemi, che hanno causato veri e propri
disastri ambientali sono stati i Paesi comunisti, i quali non crescevano né
demograficamente né economicamente. Nel mondo capitalistico i paesi più sviluppati,
quelli che hanno avuto grandi tassi di crescita demografica ed economica sono anche
quelli che più si sono preoccupati della salvaguardia dell'ambiente che più hanno
investito e che hanno raggiunto i migliori risultati. L'acqua che si beve, l'aria che si
respira nelle moderne democrazie, nonostante la crescita demografica è migliore di
qualche decennio fa. La distruzione dell'ambiente dipende dalle politiche sbagliate e
non dalla crescita demografica”.

Alla domanda su quanto influisca la crescita della popolazione sul degrado


dell'ambiente, il prof. Jean-Didier Lecaillon, docente alla Facoltà di scienza economica
dell'Università di Parigi ha risposto che “Numerosi ed autorevoli studi economici hanno
dimostrato che non esiste nessun rapporto diretto tra la crescita della popolazione e il
degrado ambientale. É ormai accertato che i più gravi problemi per l'ambiente sono
generati dal sottosviluppo e non dalla crescita della popolazione. Bisogna anche
precisare che dove c'è uno sviluppo economico la difesa dell'ambiente risulta più
efficace”.

Per quanto riguarda poi la tesi secondo cui la crescita demografica danneggia
l'ambiente il prof. Antonio Golini dichiara: “Il calo demografico non favorisce affatto
l'ambienta anzi lo danneggia”. “Il notevole incremento demografico e il crescente
fabbisogno di derrate alimentari ha portato nella seconda metà del secolo scorso alla
cosiddetta "fame di terra da coltivare". Terreni sono ad allora scartati furono quindi
dissodati e messi a coltura, in un equilibrio per così dire artificioso tra ambiente e
azione dell'uomo ottenuto a costo di incredibili sforzi e mantenuto in modo precario
solo grazie alla presenza continua e attenta dell'agricoltore o del montanaro.
Crollo della nascite ed emigrazione svuotano le comunità montane, così la mancanza
dell'assidua e capillare opera di presidio e manutenzione dell'agricoltore ha favorito il
sopravvento dei processi naturali legati all'erosione del suolo”.

d. Conclusione
I neo-malthusiani sono personaggi discreditati, inaffidabili dal punto di vista
scientifico, incapaci di sostenere un dibattito serio e leale con gli economisti che la
pensano al contrario, eppure nonostante la loro inaffidabilità le teorie neomalthusiane
sono diventate egemoni a livello mondiale. Le forze che stanno dietro al progetto
malthusiano sono quelli che contano di più dal punto di vista economico-speculativo.
Inoltre in nome del neomalthusianesimo sono state fatte passare leggi per il libero
aborto, sono stati applicati programmi di sterilizzazione maschile e femminile in Asia,
Africa, e America latina. Sono stati spesi miliardi di dollari in programmi di controllo
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della popolazione senza aver fatto nulla per migliorare l'umanità e le sue condizioni di
vita, bensì avergli tolto il diritto più basilare quello di procreare.

V.- MALTHUSIANI E ANTIMALTHUSIANI


L'ideologia malthusiana è così pervasiva e convincente che certe associazioni
umanitarie come Amnesty International, le quali si oppongono giustamente alla pena
di morte, non dicono nulla sulle sterilizzazioni forzate e sugli aborti procurati.

La situazione è paradossale, nonostante che tutte le catastrofiche previsioni siano stati


ampiamente smentite dalla realtà, il Programma d'azione approvato alla Conferenza
delle Nazioni Unite svoltasi al Cairo nel 1994 su popolazione e Sviluppo prevede un
aumento incredibile delle risorse economiche destinate al controllo della popolazione
del terzo mondo, gli aiuti allo sviluppo stanno diminuendo con il pretesto della crisi
economica dei Paesi industrializzati.

a. Ma come vengono utilizzati questi fondi?


Ce lo ha spiegato Nafis Sadik, direttrice dell'Unfpa (United Nation Population Fund-
Agenzia delle Nazioni Unite per le politiche di controllo della popolazione) la quale ha
fornito la ricetta particolareggiata degli interventi attuati finora: "151 milioni di
interventi chirurgici di sterilizzazione maschile e femminile, 8 miliardi e 760 milioni di
prodotti iniettabili (pillola abortiva Ru486 compresa), 310 milioni di diaframmi e spirali
44 miliardi di profilattici, senza contare i 45 milioni di aborti che, sempre secondo
l'Unfpa, ogni anno vengono consumati nel mondo.
Politiche altamente lesive nei confronti del diritto alla vita di ogni cittadino, che per”
vengono giustificate dai mass media e dall'opinione pubblica perché applicate per
disinnescare quella che è stata chiamata "bomba demografica" la cui esistenza e
pericolosità è ancora tutta da dimostrare.
Il primo dato che salta all'occhio è: dove vengono applicate le politiche di controllo
della popolazione.

Praticamente i piani di controllo della popolazione verrebbero utilizzati come


strumento neocoloniale per limitare la libera crescita demografica ed economica dei
Paesi in Via di sviluppo.

b. America Latina: scandalo in Brasile


I mezzi di informazione latino-americani si sono più volte occupati dei programmi di
controllo demografico realizzati su proposta e con il sostegno finanziario degli Stati
Uniti. Il caso più scandaloso riguarda il Brasile, dove nel 1991 l'allora ministro della
Sanità Alceni Guerra denunci” il progetto di sterilizzazione delle donne brasiliane
finanziato e sostenuto da varie associazioni internazionali. Il ministro dichiar” che 7
milioni e mezzo di donne brasiliane erano state sterilizzate in 5 anni, nonostante che
la sterilizzazione in Brasile fosse vietata; nella maggior parte dei casi tale pratica era
stata effettuata senza informare le pazienti della irreversibilità dell'intervento.
La maggior parte degli interventi è stata realizzata su donne appartenenti ai ceti più
poveri. Le sterilizzazioni sono state effettuate nelle cliniche gestite dalle associazioni
straniere per la pianificazione familiare ed anche negli ospedali pubblici brasiliani.
Si è inoltre scoperto che i sostenitori della sterilizzazione hanno approfittato della
condizione di miseria in cui vivono molte famiglie brasiliane offrendo compensi in
denaro per convincere le donne a farsi sterilizzare.
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In Perù, il Presidente Alberto Fujimori appena eletto ottenne un credito di 1,2 milioni
di dollari dall'Unfpa, ed inizi” un vasto programma di riduzione della natalità che
prevedeva la distribuzione gratuita di contraccettivi e la promozione del loro uso
attraverso spot televisivi. La Chiesa cattolica si è pronunciata decisamente contro tali
misure. Il vescovo di Callao, Miguel Irizar Campos ha dichiarato: "Negli ultimi 25-30
anni la produzione di beni e dei servizi non è aumentata, mentre la popolazione è
cresciuta. Questo mostra che il problema è il sottosviluppo e non la popolazione. Il
nostro Paese è grande quanto la Spagna, la Francia e l'Inghilterra insieme, ed
abbiamo solo 22 milioni di abitanti, non credo che il Perù sia sovrappopolato". Il
vescovo di Chimbote, monsignor Luis Arando Bambaren, ha affermato che "la politica
del controllo delle nascite è stata imposta al Perù dal Fondo Monetario Internazionale
come condizione per elargire nuovi crediti".

L'esempio del Perù dovrebbe mettere in guardia: I'ossessione del controllo delle
nascite porta dritti al sottosviluppo.

c. I programmi demografici in Asia


L'Asia è un continente immenso, dove vive più della metà della popolazione mondiale.
Un'analisi comparata dei programmi demografici attuati in questa parte del mondo
risulta essere particolarmente complicata, per questo ho scelto di riportare i casi più
emblematici.

In Indonesia l'AID (L'Agenzia governativa Americana per lo Sviluppo Internazionale,


Agency for International Development) ha sperimentato il "sistema dei villaggi" per il
controllo della popolazione. Sono stati attivati unità operative in circa circa 30.000
villaggi. Le unità locali raccolgono informazioni sulle abitudini contraccettive delle
coppie e le trasmettono ai centri di coordinamento più vicini. Da un rapporto della
Banca Mondiale, risulta che in un villaggio nella provincia di Bali, la riunione mensile
inizia con un rapporto dettagliato di ogni uomo che racconta come e quale metodo
contraccettivo egli utilizza. I rappresentanti locali ricevono fondi per reclutare cittadini
che si prestano al servizio contraccettivo. Il governo fissa per ogni villaggio il numero
degli aderenti al programma. Se si raggiungerà la quota prestabilita allora il villaggio
riceverà un aumento della razione di cibo, aiuti sanitari e altri benefici. In generale
l'AID preferisce incentivare interi gruppi perché il pagamento delle singole coppie,
soprattutto in caso di sterilizzazione, ha generato forti critiche. Le donne indonesiane
che accettano volontariamente di utilizzare la spirale, ricevono dalle autorità del
villaggio il pubblico encomio e aiuti alimentari, mentre alle donne che rifiutano viene
tolto ogni sussidio.

Il programma dei villaggi ebbe in India risultati anche migliori. In alcuni casi veniva
offerto un finanziamento al villaggio solo se il 75% di tutti gli uomini in età adulta si
sottoponevano alla vasectomia. In un altro villaggio il 100% delle coppie ha accettato
la pianificazione familiare in cambio dell'ampliamento del villaggio con il risultato che
la maggior parte degli uomini è stata sterilizzata.

L'Africa: convertire l'Islam alla pianificazione familiare


L'africa è il continente dove c'è la maggiore resistenza alle politiche di riduzione della
popolazione.

Questi esempi dovrebbero farvi capire perché Giovanni Paolo II ha presentato la difesa
della vita come una guerra.
11

VI.- L'EVOLUZIONE DEMOGRAFICA IN ATTO


Nel corso del XX secolo la popolazione mondiale è praticamente triplicata dalla fine
degli anni venti ad oggi. Il numero degli abitanti del pianeta ha conosciuto una
crescita senza precedenti: da un miliardo circa nel 1800, la popolazione mondiale ha
raggiunto i due miliardi nel 1930 e supera oggi largamente i cinque miliardi.
In particolare l'ultimo secolo è stato caratterizzato da un'accelerazione continua, sono
stati necessari 130 anni affinché l'umanità raggiungesse i 2 miliardi di persone, 33
anni per arrivare a 3, quattordici anni per i 4 e tredici anni per i 5 miliardi .

Sulle cause e le conseguenze di questa crescita demografica gli ultimi decenni hanno
visto succedersi varie teorie: per alcuni l'incremento della popolazione è un grande
avanzamento per l'umanità, altri invece guardano alla crescita demografica come alla
peggiore delle minacce per la sopravvivenza del pianeta.

Mentre Albert Gore, Vicepresidente degli Stati Uniti, ha dichiarato nel suo intervento di
apertura alla Conferenza delle Nazioni Unite sulla popolazione tenuta al Cairo nel
1994 che “Il pericolo della crescita demografica è paragonabile a quello della
proliferazione nucleare”, l'economista antimaltusiano Julian Simon sostiene che
“L'aumento della popolazione del mondo rappresenta la nostra vittoria sulla morte” .

a. Le Dinamiche attuali della crescita demografica


Secondo i calcoli realizzati dall'autorevole istituto di analisi austriaco vi è il 66 per
cento di probabilità che la popolazione mondiale non raggiungerà gli 11,5 miliardi, il
doppio del numero attuale, entro il prossimo secolo. Ci” a causa soprattutto del forte
calo del tasso di natalità in numerosi Paesi, delle migrazioni e dell'andamento del
tasso di mortalità.

Il dott. Wolfgang Lutz, autore dello studio IIASA ha affermato che “Il fattore principale
che incide sull'andamento demografico è il continuo declino del tasso di fertilità in
molte regioni del mondo”, a suo avviso, la popolazione mondiale aumenterà con ogni
probabilità dai 5,8 miliardi attuali a circa 7,9 miliardi nel 2.020, a 9,9 miliardi nel
2.050 fino a 10,4 miliardi nel 2.100 .
A conclusioni simili è arrivato anche la Population Division dell'Onu, che in un recente
rapporto scrive che “Il punto più alto della crescita della popolazione potrebbe essere
già stato superato ”.

b. Le Differenze tra Nord e Sud del mondo


Le dinamiche demografiche attuali evidenziano una grande differenza tra Nord e Sud
del Mondo. A fronte di un Nord ricco con un'alta densità di popolazione per chilometro
quadrato ed un tasso di fertilità vicino allo zero o addirittura inferiore, corrisponde un
Sud relativamente povero, con percentuali molto basse di densità di popolazione ed
un tasso di crescita della fertilità più o meno elevato.
Secondo il rapporto della Population Division delle Nazioni Unite in Occidente, il calo
delle nascite rappresenta ormai un autentico crollo; con una media di bambini pari a
1,68 per donna. L'Italia è il Paese con la fertilità più bassa del mondo, scesa a 1,17
per donna nel 1995, e il numero dei morti supera quello dei nuovi nati. Nei Paesi del
Sud del mondo, dove lo sviluppo è stato avviato, si nota inequivocabilmente un calo
delle nascite: in Kenya si è passati da 7,5 figli per donna a 5, in Costa d'Avorio da 7,4
a 5,7. In altri Paesi, per esempio i 17 Stati dell'Africa sub-sahariana, che non hanno
fatto progressi nella lotta alla povertà, non si è verificato alcun calo delle nascite, la
media dei figli è 6 per donna .
12

L'Upfa afferma che l'Africa ha il più alto tasso di crescita della popolazione, 2.1% nel
Nord e nel Sud dell'Africa, 2.9 % nell'Africa occidentale e centrale, per una media
continentale che è di 2.7%. Si prevede che l'attuale popolazione di 728 milioni di
persone che popolano l'Africa raddoppierà entro il 2025.
Anche in Asia si prevede una crescita sostenuta con tassi di crescita della popolazione
che vanno dal 2,4% nell'Asia occidentale al 2% dell'Asia centrale e del Sud.
In contrasto con la tendenza asiatica e africana, l'America Latina ha visto crollare il
tasso di crescita della popolazione del 33% negli ultimi trent'anni. Anche se le
aspettative di vita si stanno allungando, raggiungendo la media dei paesi
industrializzati e la mortalità infantile è tra le più basse tra quelle dei Paesi in Via di
Sviluppo.

c. Le teorie: Malthus, neo-malthusiani e antimalthusiani


Per i neo-malthusiani questa esplosione demografica rappresenta la più grande
minaccia alla sopravvivenza del pianeta simile o addirittura superiore a quella
dell'olocausto nucleare.
Gli antimalthusiani chiamano questa crescita "rivoluzione demografica", e la salutano
come uno degli esempi più evidenti della capacità umana di progredire.
Per gli antimalthusiani la crescita demografica non è da ricercarsi nell'improvviso
desiderio delle coppie di avere più figli bensì si tratta della logica conseguenza del calo
delle percentuali di mortalità.

Il prof. Gérard-Fran”ois Dumont ha constatato che prima della rivoluzione industriale,


nei tempi precedenti al periodo di massima espansione della popolazione in Europa, il
numero dei figli era molto elevato, ma molto alta era la mortalità infantile e molto
breve l'aspettativa media di vita . Il vecchio ritmo demografico era dominato da una
alta mortalità. Nel XX secolo invece abbiamo assistito ad un regresso decisivo della
mortalità, sia quella infantile e adolescenziale che quella che avveniva dopo aver
superato i cinquanta anni di età, il tutto si è tradotto in una fenomenale crescita della
durata della vita media.
Per quanto riguarda la mortalità infantile negli ultimi due secoli si è passati nei Paesi
Sviluppati, da 250 per mille a meno di 10 per mille. Una riduzione del 90 per cento
Senza considerare che alla mortalità infantile si sommava l'alta percentuale di morte
delle madri. Il tasso di mortalità delle donne agli inizi del secolo per il primo parto era
del 3%. Con una media da quattro a cinque figli per donna la probabilità di morire di
parto si aggirava dunque tra il 5% ed il 10%. Attualmente nei Paesi industrializzati i
decessi per complicazione della gravidanza, del parto e dei postumi del parto sono
indicati con la cifra zero. Ci” significa che la probabilità di morte per una donna a
causa della maternità è diventata inferiore al cinque per diecimila. Precedentemente
questa causa era di 500 per diecimila, cento volte più di oggi. La mortalità degli
adolescenti agli inizi del secolo era del 33% fra 1 e 19 anni. Oggi nei paesi più evoluti
è inferiore al due per mille. Con una discesa pari a più del 99%. Praticamente
trascurabile .
Per quanto riguarda poi l'aumento delle aspettative di vita i dati piùrecenti ci
forniscono un quadro inimmaginabile. All'inizio del secolo gli individui sopra i 65 anni
di età erano meno di 20 milioni, una percentuale inferiore all'1% della popolazione
mondiale. Nel 1992 gli ultrasessantacinquenni raggiungevano i 350 milioni (6% circa
della popolazione mondiale). Si prevede che entro 50 anni il numero di
ultrasettantenni raggiungerà il 20%, cioè un quinto della popolazione mondiale. Solo
in Giappone l'aspettativa di vita è passata in cent'anni dai 35 ai 76 anni per gli uomini
e 82 per le donne. All'inizio del secolo in Italia c'erano meno di 500 individui di età
superiore ai 75 anni, oggi sono 4 milioni. Le statistiche dimostrano che in Francia la
percentuale di donne ultracentenarie si è raddoppiata in 15 anni. Il numero di
centenari verificati è passato da circa 200 nel 1953 a oltre 3000 nel 1990 che viene
13

valutata oggi ad oltre 5000. Di questo passo si pu” prevedere che essi saranno circa
10.000 nell'anno 2000 e oltre 150.000 nell'anno 2050 .

Secondo Gérard-Fran”ois DUMONT è evidente che la grande crescita demografica è da


imputare principalmente al “crollo della morte ”. Nella realtà rurale del XIX secolo la
morte di un bambino,di un'adolescente o di una donna per il parto, era una realtà
sempre presente. Nella seconda metà del XX secolo invece la mortalità ha perduto il
potere di scandire i giorni e le settimane. Non è stata sconfitta definitivamente ma
certamente è stato ridotto il suo potere.

Lo stesso Dumont ha spiegato che: “Come ho già dimostrato alcuni anni fa


l'evoluzione demografica è segnata, già da tempo, da una spettacolare decelerazione:
negli ultimi 15 anni il tasso è diminuito di oltre il 50 per cento e interessa, seppure in
diversa maniera, tutto il mondo: tantissimi Paesi dell'Asia, dell'America Latina e anche
dell'Africa. Il calo della fecondità è poi drammatico in Europa: Italia Germania, Russia,
Ungheria sono i Paesi dove ormai da tempo le morti superano le nascite. (...) Il calo si
spiega con quello che noi demografi chiamiamo transizione demografica. Quando i
genitori constatano che il tasso di mortalità infantile si abbassa, anche quello di
nascita tende ad adeguarsi. In realtà I'avvenimento più importante della storia umana
è che nel XX secolo la speranza di vita alla nascita è triplicata. Questo spiega sia la
crescita della popolazione degli anni passati, sia il rapido calo che si registra nei tassi
di fertilità. (...) Non c'è assolutamente nessuna correlazione tra spese destinate al
controllo delle nascite e tassi di fecondità. In realtà certe istituzioni si attribuiscono
delle variazioni che sarebbero avvenute in ogni caso”.

d. Conclusione
Da quanto riportato fino ad ora emerge che i 5 miliardi e più di abitanti che oggi
popolano la terra rappresentano una cifra inferiore alle previsioni iniziali delle varie
agenzie specifiche delle Nazioni Unite. In secondo luogo si è arrivati ad un tale numero
malgrado le previsioni apocalittiche diffuse dal Club di Roma negli anni settanta e
quindi il timore della sovrappopolazione che causerebbe povertà e carestie è
ingiustificato. Dall'alba del neolitico ad oggi la popolazione del pianeta è
considerevolmente aumentata ed ha migliorato le proprie condizioni di vita. Anche gli
specialisti della paura della sovrappopolazione sono stati costretti ad ammettere che
un pianeta di 5 miliardi di abitanti è più ricco oggi del mondo di ieri. Se la povertà
domina ancora in molte regioni del Sud del mondo, non c'è nessun dato che dimostri
che questa è provocata dalla sovrappopolazione, le ragioni sono da ricercare altrove
(ingiustizia, egoismo, errori politici). Potremmo quindi concludere con le parole di
Gérard-Fran”ois Dumont :“L'avvenire non pu” essere automaticamente roseo.
Ma non facciamo del numero degli abitanti un capro espiatorio delle difficoltà
dell'umanità. Questa non progredirà se non sarà portata avanti da uomini dotati di
spirito d'iniziativa e di competenza ”.

VII.- POTERI FORTI E STRUTTURE DI PECCATO


Nonostante gli sforzi fatti nel corso dell'intera storia dell'uomo e gli indubbi
miglioramenti apportati dallo svilupo tecnologico e scientifico alle condizioni della
popolazione mondiale nell'ultimo secolo, il mondo odierno soffre ancora per mali
antichissimi: guerre, fame, epidemie, povertà.
Eppure per molti di questi disastri la soluzione potrebbe essere facilmente trovata.
Il Pianeta che il Signore ci ha consegnato è in grado di nutrire a sufficienza la
popolazione mondiale, l'attuale produzione di cibo pu” sfamare più che
sufficientemente il numero delle persone nel mondo, invece 800.000 persone soffrono
14

la fame ed i Paesi ricchi spendono addirittura denaro per distruggere una parte della
produzione di cibo (vedi la politica dell'Unione europea). Non solo, secondo il bilancio
pubblicato dalle Autorità sanitarie statunitensi, gli americani hanno speso nel solo
1991, 32 miliardi di dollari per diete ed attività dimagranti. Il calcolo è stato fatto
escludendo le voci riguardanti le spese sanitarie per cure dimagranti intraprese sotto
la supervisione dei medici. Quindi abbiamo chi soffre la fame e chi mangia così tanto
da spendere enormi quantità di denaro per dimagrire.

Stessa cosa per la povertà, se voi calcolate tutte le ricchezze presenti al mondo anche
in termini di denaro e le dividete per il numero di persone che popolano il pianeta
scoprirete che la media farebbe di ogni uomo una persona relativamente benestante.

Invece ci sono arcimiliardari che non riescono ad utilizzare le ricchezze accumulate


durante la vita nemmeno dilapidandole con le peggiori stravaganze e persone povere
che non hanno un lavoro, che non hanno vestiti nè scarpe, che vivono e dormono per
strada, che non hanno nemmeno le lacrime per piangere.

Stessa cosa per le epidemie, le nostre conoscenze scientifiche e i medicinali a nostra


diposizione potrebbero tranquillamente salvare la vita a milioni di bambini che
muoiono per malattie facilmente curabili.

Invece...
L'ultimo rapporto pubblicato dall'UNICEF “Il Progresso delle Nazioni” mostra come
milioni di bambini muoiono e sono gravemente menomati a causa di malattie
facilmente curabili. Il cui costo delle medicine e dei vaccini necessarie per curarli è
irrisorio.

Passiamo ora alle guerre, nonostante che in tutti i Paesi del mondo si facciano appelli
alla Pace sono ancora 30 i conflitti aperti sul pianeta. E almeno per quanto riguarda
l'Africa la situazione, tende a peggiorare invece che migliorare.
Anche in questo caso la situazione è paradossale, perchè mentre i leader di Nazioni
come Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Germania, Cina, Federazione delle Repubbliche
Russe ecc. fanno appelli per la pace e firmano trattati per il disarmo, le ditte che
producono armi negli stessi Paesi lavorano a tutto regime producendo arsenali sempre
più distruttivi e vendendo proprio a quesi Paesi che sono già in guerra o che
potrebbero entrare in conflitto.

Ora considerando che il Signore ci ha fornito tanti beni con cui poter vivere
adeguatamente ed in pace, è chiaro che le cause prime di questi disastri sono i peccati
degli uomini.
E più precisamente quei peccati che si commettono nelle relazioni tra le diverse
comunità umane, che attentano alla giustizia, alla libertà e alla pace dei singoli, dei
gruppi e degli interi popoli. Mentre il singolo peccato pu” offendere sè stesso e qualche
altro individuo, in questo caso parliamo di peccati di uomini potenti, in grado di
controllare grosse fette dell'economia e della politica mondiale e quindi di condizionare
la vita di milioni di persone. L'egoismo, l'orgoglio smisurato, l'insaziabile fame di
potere e di denaro di alcuni uomini diventa pericolosa per gran parte dell'umanità,
quando quegli stessi uomini sono a capo di imperi economici, istituti finanziari
internazionali, multinazionali con fatturati che superano abbondantemente il Prodotto
interno lordo di alcune Nazioni. E soprattutto diventa deleterio quando questi
personaggi riescono a condizionare le politiche dei governi più potenti del mondo. Si
tratta in questo caso dei cosiddetti" poteri forti", gli imperatori del mondo moderno,
quelle che più precisamente il Santo Padre ha chiamato "Strutture di Peccato".
15

Dall'analisi dei punti in cui si parla di "strutture di peccato" possiamo ricavare alcune
conclusionl: Alla questione del “perché” alcune strutture vengono qualificate “di
peccato”, si risponde che ci sono quattro livelli intimamente connessi tra di loro: a) si
oppongono alla volontà di Dio e costituiscono una vera idolatria; b) si oppongono al
“bene comune” e alla pace; c) si oppongono al riconoscere I'altro come “prossimo”; d)
si trovano nella radice ultima delle cause dei mali dei mondo di oggi .
In quanto al loro sorgere e al loro mantenimento la Sollicitudo Rei Socialis dice che
“strutture di peccato: sono i frutti del peccato personale di molti individui; la loro
portata arriva oltre I'azione e la vita di chi le ha introdotte e le mantiene; hanno una
certa autonomia in quanto “sono fonte” di altri peccati e in quanto sono “vittime” di
passioni peccaminose allo stesso modo delle singole persone.
In questo senso sembrerebbero essere dotate di “personalità” propria, per
condizionare gli uomini e per indurli nel peccato.
In quanto alla loro manifestazione storica: esse costituiscono il principale ostacolo alla
vera liberazione; si presentano come “imperialisti moderni” e come “meccanismi
moderni” che sfruttano gli uomini; non permettono lo sviluppo dei popoli.
Inoltre, il Papa qualifica per ben tre volte (17a, 35a, 40d) come “perversi” questi
meccanismi ingiusti . Questo fatto è già un forte giudizio sui medesimi meccanismi e
allo stesso tempo rifiuta la possibilità di considerarli come “naturali” oppure come
“automatici”. Con questo egli insegna che le strutture “in se stesse” non sono e non
possono essere né buone né cattive. Per” ci” non significa che esse nella prassi, cioè
dal punto di vista etico, siano indifferenti. Con altre parole, esse non possono essere
ne buone né cattive “per se stesse” ma sono gli uomini quelli che le fanno buone o
cattive.
L'analisi del Santo Padre è perfetta perchè se noi guardiamo alla struttura dei “Poteri
forti” vediamo che non sono cattivi “in sè”, ma la logica che li guida è ingiusta e
prevaricatrice.
Chi comanda la Finanza internazionale, Fondo Monetario Internazionale e Banca
Mondiale, due istituzioni che praticano una politica che possiamo definire come
esperessione dell'usura moderna.
Multinazionali che controllano le materie prima, soprattutto quelle energetiche, i
cartelli del petrolio, del rame, dello zinco, dei diamanti, dell'oro ecc.
I cartelli che controllano la produzione di cibo. Si tratta degli antichi proprietari terrieri
e che invece oggi controllano le grandi produzioni, impongono i prezzi ecc.
L'Industria farmaceutica e chimica. La farmaceutica controlla il mercato della salute,
mentre quella chimica il mercato dell'igiene, dei detersivi, dei fertilizzanti, ecc
Abbiamo poi l'industria delle armi, ed infine quella della droga e del crimine
organizzato.
Le tre più grandi industrie del mondo, secondo i dati degli Istituti di Ricerca delle
Nazioni Unite 'Inri) sono: l'industria militare con 800 miliardi di dollari di fatturato (in
questa cifra si tiene conto ovviamente di quanto spendono le varie nazioni per il
sostentamento delle varie armi militari).; L'industria delle droghe illecite con 500
miliardi di dollari, e l'industria del petrolio con 450 miliardi di dollari.
Questi "Poteri forti" sono quelli che impongono i prezzi di acquisto e di vendita delle
merci, che dominano le borse mondiali. Che alzano o abbassano il valore delle azioni
di qualsisai ditta. Sono i padroni del mercato.

a. Altro che libero mercato.


In ognuno di questi settori di arttività esistono almeno tre tendenze principali o scuole
di pensiero. La prima che chiameremo strettamente speculativa, la quale pensa di
produrre con la minima spesa, e vendere al prezzo più alto. Una logica cinica, crudele,
che non tiene conto di nulla, nè della forza lavoro utilizzata, pagata il minimo
possibile, nè delle Nazioni da cui si estraggono le materie prime, nè delle leggi di
protezione dell'ambiente, ecc. Questa è la tendenza peggiore.
16

Esiste anche un'altra tendenza, la quale pur finalizzata al conseguimento del profitto
rispetta le regole, e quindi tende a migliorare la produzione e vincere la concorrenza
puntando sulla qualità della propria forza lavoro e sull'innovazione scientifica e
tecnologica, che permette di abbassare i costi di produzione e quindi incrementare i
profitti. Questa tendenza potremo chiamarla industrialista.
C'è poi il punto di vista della Santa Sede che attribuisce all'uomo un valore non solo
economico ma anche spirituale e per questo chiede che le regole dell'etica governino
l'economia. Da qui la denuncia delle strutture di peccato e la richiesta della
conversione dei cuori per un mondo più giusto e solidale.
Voglio concludere con alcune frasi pronunciate dal santo Padre il 13 gennaio in
risposta agli auguri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede “ La pace,
appare ancora precaria in più d'un punto del pianeta, e, in ogni caso, è sempre alla
mercé di egoismi o di imprevidenze da parte di non pochi soggetti della vita
internationale. (...) Ci” che piu manca forse, oggi, ai soggetti della comunità
internazionale non sono certo le Convenzioni scritte, né le assemblee ove potersi
esprimere: esse sono persino in eccesso! Quel che manca è piuttosto una legge
morale e il coraggio di riferirsi ad essa. (...)La dignità della persona, o la garanzia dei
diritti delle nazioni, per esempio, sono principi morali prima di essere norme
giuridiche. (...) E' dunque urgente organizzare la pace del dopo-guerra-fredda e la
libertà del dopo-1989, basandosi su valori morali che sono agli antipodi della legge dei
più forti, dei più ricchi o dei più grandi che impongono i loro modelli culturali, i loro
diktat economici e le loro tendenze ideologiche. Il diritto intemazionale è stato per
molto tempo un diritto della guerra e della pace. Credo che esso sia sempre più
chiamato a diventare esclusivamente un diritto della pace concepito in funzione della
giustizia e della solidarietà. In questo contesto la morale è chiamata a fecondare il
diritto; essa pu” esercitare altresì una funzione di anticipo sul diritto, nella misura in
cui gli indica la direzione del giusto e del bene.

b. Difesa dell'ambiente come pretesto per imporre piani di controllo della


popolazione

Si tratta di una nuova ideologia diffusa dagli inizi degli anni 70 in formapervasiva nei
vari ambienti, una cultura pessimista e colpevolizzante che ha ribaltato
completamente i valori tradizionali che hanno caratterizzato per secoli la famiglia.

In un certo senso la societ” moderna Þ sensibile alla "vita debole" solo quando si
tratta di animali e piante, mentre non nutre nessuno scrupolo quando c'Þ da praticare
l'aborto o sopprimere la vita di un anziano.

Ma come si Þ arrivati ad accettare questo perverso modo di concepire la vita? Chi ha


pensato e diffuso questa mentalit” cosý pessimista ed antiumana? E come mai solo
una piccola parte della popolazione si ribella contro questo modo di pensare?

Sulla base delle ricerche e delle testimonianze che ho raccolto da circa dieci anni,
posso dirvi che si Þ trattata di una operazione condotta in maniera cosciente e
determinata da certi poteri forti, della finanza e della politica internazionale. Disegno a
cui la Chiesa cattolica si Þ opposta con vigore.

Dal punto di vista concettuale il piano si Þ cosý articolato:


*Convincere il mondo, i governi, le Nazioni Unite che la crescita demografica Þ un
problema, anzi Þ il pi¨ grave dei problemi esistenti al mondo. E l'uomo causa di
questa procreazione selvaggia il vero responsabile di ogni problema: economico,
alimentare, di inquinamento ecc.
17

*In questo contesto sono stati utilizzati i temi di difesa ambientale per stravolgere i
parametri di giudizio. Cosý gli animali e le piante, le pietre sono diventati pi¨
importanti dell'uomo. In un certo senso le associazioni ambientaliste si sono
preoccupate pi¨ di convincere le persone ed i governi a ridurre la popolazione ed il
livello di consumo piuttosto che portare avanti efficaci piani di difesa ambientale. In
un certo senso la battaglia ecologista Þ stata un pretesto per imporre piani di controllo
della popolazione.

Queste mie conclusioni potrebbero sembrare eccessive, forse esagerate, sono invece
chiaramente espresse dai dirigenti del movimento ambientalista.

Principe Bernardo D'Olanda ai Capi di governo di tutti i Paesi del Mondo: “L'annuale e
continuo incremento della popolazione umana impedisce, ad un gran numero di
persone dei paesi in via di sviluppo, I'accesso ad un decente livello di vita. Nei paesi
gi” sviluppati, invece, questo incremento ostacola sempre pi¨ un miglioramento della
qualit” della vita. II risultato finale sar” la fine della vita umana se non di ogni forma di
vita su questa terra. Per la sopravvivenza stessa della razza umana e del suo
ambiente si richiede pertanto, urgentemente, che il suo governo prenda ogni
provvedimento necessario a stabilizzare la popolazione il pi¨ presto possibile
utilizzando qualsiasi mezzo venga accettato dai suoi cittadini”.

Certo che Þ strano che un uomo cosý potente ed impegnato, che vive ad un altissimo
livello di vita, che siede nel consiglio di amministrazione di importanti societ” bancarie
e petrolifere chieda al mondo di ridurre i consumi ed ai paesi in via di sviluppo di
ridurre le nascite. Ma il vero obbiettivo era quello di proporre una nuova scala di
valori.

A questo proposito, alla fine degli anni 70 Frederick S. Jaffe propose una lista di 33
misure che dovevano essere adottate per ridurre la crescita demografica (il tasso di
fertilit”) negli Stati Uniti , Tra queste in campo socioeconomico si proponeva:
-Costringere le donne a lavorare e costruire meno asili nido; limitare l'assistenza
medica gratuita, le borse di studio, i prestiti ed i sussidi alle famiglie con pi¨ di un
certo numero di figli; aborto obbligatorio per gravidanze contratte al di fuori del
matrimonio; sterilizzazione obbligatoria per chi abbia pi¨ di due bambini, con poche
eccezioni; sospensione dell'assegnazione di case popolari alle famiglie numerose;
riduzione o eliminazione del pagamento dello stipendio alle donne durante la
maternit”; sospensione dell'assistenza sociale alle famiglie con pi¨ di due figli. In
campo sociale, JaffÞ proponeva: Cambiamento dei parametri caratterizzanti la
famiglia, posponimento dei matrimoni; incremento della omosessualit”,
incoraggiamento del lavoro femminile.

La campagna in favore dei progetti di denatalit” Þ cosý assiduo e ostinata da far


sorgere il dubbio che forse le associazioni ambientaliste sono pi¨ impegnate a
diffondere e far accettare i piani di controllo della popolazione che a trovare soluzioni
efficaci per i problemi ecologici. E se fosse che la propaganda in difesa dell'ambiente
sia solo un pretesto per realizzare la crescita zero?.

Stupisce scoprire che nonostante la diversit” ideologica, filosofica e religiosa dei gruppi
che compongono l'arcipelago verde non esiste infatti nessuna organizzazioni
ambientalista che proponga una posizione differente sul problema demografico. Che
sia cioÞ a favore della libera crescita demografica o che si opponga ai piani di controllo
della popolazione quando questi vengono applicati violando i pi¨ elementari diritti
umani.
18

Questo fatto ha fatto sorgere delle perplessit” sull'indipendenza di giudizio dei dirigenti
ecologisti, nonchÚ sulla vera natura del movimento verde. Anche perchÚ per quanto
riguarda i programmi di controllo della popolazione questi dovrebbero essere imposti
ai paesi sottosviluppati e poveri, dove il numero di figli per donna Þ alto ma dove la
densit” di popolazione Þ la pi¨ bassa del mondo . Qualcuno potrebbe obiettare che
quando in Europa si Þ verificato il boom demografico nessuno ha parlato di minaccia
per il Pianeta. Circa la tesi secondo cui l'alta densit” di popolazione sarebbe la causa
della cattiva qualit” della vita, Harvey Le Bras, un ricercatore dell'Istituto Nazionale di
Demografia di Parigi ha scritto che: ½Non esistono prove per dimostrare che la
densit” demografica Þ in contrasto con una buona qualit” della vita +.

½Altrimenti non si spiegherebbe -ha scritto Gregg Easterbrook, un autore americano-


perchÚ la cosý densamente popolata Olanda sia prospera e ragionevolmente pulita,
mentre il Sudan spopolato Þ povero e segnato da numerosi fenomeni di rovina
dell'ambiente. E perchÚ la Svizzera, densamente popolata Þ ricca e linda, mentre nel
Mozambico povero e con le risorse idriche inquinate vivono cosý poche persone?.

c. Ridurre i consumi
La seconda "emergenza" in termini di importanza per il movimento ambientalista Þ la
"conservazione delle risorse". E cioÞ la riduzione drastica del consumo di risorse e di
energia da parte dell'uomo. Il WWF a questo proposito ha scritto: ½La riduzione del
consumo deve essere un obiettivoda conseguire assolutamente nei paesi
industrializzati. (...) +necessario pertanto avviare una politica di riduzione dei
consumi e di miglioramento della qualit” del consumo che consenta cambiamenti negli
stili di vita degli abitanti dei paesi ricchi... +.
L'Aspen Institute, Þ specializzato in incontri e seminari privati a cui partecipano in
genere ministri, i grandi nomi della finanza, industriali, gente influente e opinionisti
selezionati.

VIII.- I SIGNORI DEL DENARO


Fin dalla sua prima comparsa, intorno all'VIIl secolo Avanti Cristo il denaro e chi lo
controlla è stato al centro di un grande dibattito che ha diviso gli uomini in almeno
due grande categorie, tra chi ha credito da offrire e chi chiede prestiti.
La rilevanza del denaro e del credito ha avuto una notevole influenza sulla cultura.

Venezia di William Shakespeare.


Se gli uomini che hanno gestito il denaro lo hanno fatto ingiustamente, questo non
significa che la struttura sia sempre malvagia.

La Chiesa ha sempre messo in guardia le coscienze di non considerare il denaro come


un fine ma solo come un mezzo, uno strumento. Ci” spiega la chiara condanna
dell'usura come peccato di chi approfitta dell'altrui difficoltà per speculare sul semplice
trascorrere del tempo del prestito.
L'usuraio utilizza il denaro come arma di ricatto per spogliare, saccheggiare,
schiavizzare la vittima, trasformando uno strumento inventato per favorire i commerci
in uno strumento di potere.
Da questo punto di vista le invettive contro la ricchezza come fine ultimo, contenute
sia nel Vangelo che nell'Opera dei Padri vanno lette come ripristino della giustizia,
della possibilità di tutti di fruire dei beni terreni ..
Nella Populorum Progressio Paolo VI citando S. Ambrogio afferma che “non è nel tuo
avere che tu fai dono al povero, tu non fai che rendergli ci” che gli appartiene. Poiché
la terra è data a tutti e non solamente ai ricchi”
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Giovanni Paolo II nella Centesimus annus , spiega che il valore dell'uomo e del suo
lavoro è la prima e più grande grande ricchezza del mondo. Quindi è la Persona che
deve essere posta al centro del sistema economico e non il denaro. Per quanto
riguarda il giusto profitto Giovanni Paolo II lo colloca come parte delle ricchezze da
reinvestire e da donare Purtroppo i poteri forti che controllano la direzione del
sistema finanziario mondiale sono molto restii ad accettare delle regole etiche che
regolino il mercato. Non vogliono rinunciare ai loro privilegi né alle loro posizioni di
predominio. Anche se nei potenti circoli finanziari internazionali Giovanni Paolo II
trova sempre di più persone disposte ad ascoltarlo.

La forma moderna dell'usura è rappresentata dalle politiche del Fondo Monetario


Internazionale e dalla Banca Mondiale, le due massime autorità finanziarie nate
nell'immediato dopoguerra.

a. La storia
44 nazioni si incontrarono nel luglio del 1944 al convegno nel New Hamshire a Bretton
Woods dove per quattro settimane discussero l'intero assetto finanziario che ha
dominato il mondo per tutto il dopoguerra fino ad oggi .

In quell'occasione fu fondata la Banca Mondiale (prima chiamata come Banca


internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo) ed il Fondo Monetario Internazionale.
É lì che si decise che gli USA rappresentano il partner più forte e il dollaro moneta di
riferimento (valuta di riserva mondiale).

Nonostante che tra i sei punti dello statuto includevano "lo sviluppo delle risorse
produttive di tutti gli Stati membri, in realtà l'FMI si è preoccupato soprattutto degli
interessi dell'Europa occidentale, di Francia e Gran Bretagna in particolare, e degli
Stati Uniti. Il FMI è veramente apparso come il club dei ricchi. Il principio applicato
nelle gestione dei crediti è "a colui che ha, sarà dato".

"Il FMI non è una banca, è un club", ha scritto the Economist . Vi sono presenti 155
Paesi che hanno un "peso" proporzionale alle quote che pagano.
Fino ad oggi, il FMI non ha fatto altro che imporre ai Paesi la solita cosa:
"l'interdipendenza'' opposta all'autosufficienza.

L'attuale asserto del debito estero di molti paesi del terzo mondo è insostenibile,
perché il “servizio del debito” (gli interessi passivi) non solo costringe ad amputare
spese e investimenti sociali, ma impedisce di fatto lo sviluppo economico .

Il modo ingiusto e colonialista con cui il FMI e la BM gestiscono i crediti è stato


denunciato in diverse occasioni.

Molte critiche al FMI e alla BM anche per le condizioni demografiche relative alla
concessione dei prestiti.

Non bisogna per” disperare, perché la soluzione è più semplice di quanto si creda e
passa necessariamente per una conversione dei cuori.

Madre Teresa di Calcutta fa molti esempi al proposito: “molte sofferenze provengono


dalla mancanza di fiducia. penso che sia stato questo il peccato degli angeli ribelli.
Dobbiamo aver fiducia nei nostri poveri. La più grande ingiustizia che noi facciamo ai
nostri poveri è quella di non fidarci di loro, di non rispettarli di non amarli. Quante
volte non facciamo altro che mancare di fiducia! Se un povero viene a chiederci un
prestito di denaro, per esempio alcune rupie, pensiamo che quel denaro non ritornerà
20

e ci chiediamo: Sarà capace di restituirlo? Che uso ne farà? ecc. Ma ditemi: se un ricco
viene da voi a chiedere un prestito, voi glielo date subito, senza esitare. E questa è
un'ingiustizia fatta ai poveri”.

Aver fiducia nell'uomo, un maniera semplice di esprimersi che racchiude una


grandissima verità che sta trovando riscontri anche dal punto di vista finanziario.

Per Yunus “La povertà è il risultato della rigidità delle strutture economiche e sociali,
che rifiutano ai più sprovvisti le occasioni eque di riscatto. finora i poveri erano
condannati a restare poveri perché non potevano comprare niente, mancando del
denaro e della possibilità di averlo in prestito”.

Visto, il lavoro paga sempre, bisogna avere fiducia nei poveri.

IX.- ONU CONTRO SANTA SEDE


Non c’è conferenza delle Nazioni Unite dove il problema della popolazione non venga
riproposto e dove puntualmente la delegazione Vaticana si opponga ai piani di
controllo delle nascite.

In particolare la Santa Sede, pur con alleati diversi, ha combattuto questa battaglia
nelle conferenze mondiali sulla popolazioni svoltesi a Bucarest nel 1974, a Città del
Messico nel 1984 ed al Cairo nel 1994.

a. Lo scontro tra Nord e Sud


Come è evidente dagli articoli pubblicati dai giornali del tempo, alla conferenza
di Bucarest non tutti i Paesi erano convinti della gravità del problema demografico e
soprattutto della necessità di imporre piani di controllo delle nascite.

A Bucarest si sono confrontati due schieramenti, da una parte i “neomaItusianiÈ e


dall’altra i “natalistiÈ. I primi hanno posto l'accento quasi esclusivamente o
prevalentemente sulla diminuzione delle nascite, i secondi hanno insistito soprattutto
sullo sviluppo e sulla giustizia nel mondo, interessandosi molto meno al controllo delle
nascite.

Anche se meno influente dal punto di vista economico e politico, i natalisti si sono
rivelati più numerosi ed agguerriti. Decisivo fu, in questo ambito l’intervento della
Santa Sede.

Non corriamo il rischio di limitarci a considerazioni socio-economiche senza affrontare


il problema ben più fondamentale dei valori e delle motivazioni?

C'è scarsa menzione del ruolo e del rispetto per la vita e per le leggi che regolano la
procreazione. Si nota riluttanza nel parlare dei bambini: ci si preoccupa solo di
bilanciare la natalità colla mortalità; pare si opti per un certo tipo di benessere, che
non comprende tutta la felicità.

ƒ invocato spesso il principio primario della libertà di scelta degli sposi. Dovrebbe
intendersi libertà contro una premente politica statale di riduzione della natalità:
invece è sempre interpretata come diritto a limitare le nascite.

Si suppone che i mezzi limitativi debbano essere accettati dagli sposi come sani per il
solo fatto che sono moderni.
21

Si parla degli squilibri del mondo quasi prescindendo dalla giustizia sociale e dalla
solidarietà tra i popoli.

Per il cardinale Luciani l'intervento conclusivo della Delegazione della Santa Sede fu
estremamente franco e lungimirante: “Nel testo finale del Piano… sono rimaste delle
espressioni non felici con ambiguità e omissioni di elementi importanti, per cui resta,
purtroppo, aperta la via a politiche nazionali lesive dei diritti dei singoli, alla
legalizzazione dei contraccettivi, dell'aborto, della sterilizzazione e ad un presunto
diritto degli individui a procreare ed educare figli anche fuori del quadro della famiglia.
Non essendo lecito accettare compromessi su principi sacri, la Delegazione, unica fra
149, ha dichiarato di non poter partecipare al consenso del Piano... Si tratta di
principi, meglio tenere una posizione netta e inequivocabile, piuttosto che lasciarsi
coinvolgere nelle responsabilità dei malanni, che possono accadere nel futuro,
applicando il Piano È.

Le delegazioni dei Paesi africani, dei Paesi socialisti, nonchè di numerosi Paesi latini e
del Medio Oriente affermarono che la povertà, la pace, il sottosviluppo non erano
causate dalla sovrappopolazione, ma dalla soggezione politica ed economica passata e
presente, dalla mancanza di equilibrio nei rapporti internazionali e dalla cattiva
distribuzione delle risorse della terra.

Ad un cos" cospicuo gruppo di popoli, si contrappose il piccolo ma potente gruppo dei


Paesi ricchi, che moltiplicarono le esortazioni domandando ai Paesi poveri di accettare
la “famiglia ristretta” come un ideale necessario. Di accettare soprattutto un aiuto
finanziario sempre più grande da parte delle Organizzazioni internazionali per il
controllo delle nascite, senza preoccuparsi della moralità dei mezzi utilizzati.

Padre Henri de Riedmatten, Capo Delegazione aggiunto della Santa Sede, ha chiarito
i motivi del disaccordo: “Pur avendo preso coscienza dei miglioramenti contenuti
nell’ultima versione del Piano d’Azione Mondiale, (...) per le sue ambiguità e
imprecisioni questo documento si presta a delle interpretazioni e delle conseguenze
alle quali la Santa Sede non pu” prestare la sua globale copertura. Queste ambiguità
toccano la famiglia: a proposito della procreazione al di fuori della famiglia e della
educazione. Tocca il valore della vita. Una etica del rispetto dei principi che regolano la
vita umana è assente dal Piano. Circa l’uso indiscriminato dei mezzi di riduzione delle
nascite il Piano lascia la porta aperta all’aborto e alla sterilizzazione e di conseguenza
non fa alcuna discriminazione morale sui mezzi di regolamento delle nascite. Si
aggiunga a tutto ci” una serie di constatazioni e di raccomandazioni, delle quali talune
restano delle ipotesi ed altre aprono la porta a delle politiche nazionali e a delle
campagne che la Santa Sede non potrebbe approvare È.

b. Conferenza internazionale sulla popolazione, Città del Messico 6-13 agosto 1984

Nei dieci anni che dividono la Conferenza di Bucarest da quella di Città del
Messico, le politiche antinataliste raggiunsero il loro apice. La pillola e gli altri metodi
contraccettivi furono diffusi a livello internazionale. Molte furono le Nazioni che
legalizzarono l’aborto. I piani di sterilizzazione furono incentivati tra le popolazioni
povere di nazioni.
Fu cos" che durante i lavori di preparazione alla Conferenza di Città del Messico, le
posizioni “nataliste” della Santa Sede si contrapposero a quelle “neomaltusiane”
sostenute da diversi Paesi e dall’Unfpa.

Seppure i piani di sostegno finanziario per i programmi di controllo della popolazione


avevano indebolito le posizioni dei Paesi in Via di sviluppo che a Bucarest si erano
22

opposti alla denatalità, per la prima volta tra le organizzazioni non governative
presenti alla Conferenza comparirono i “movimenti per la vita” sorti in numerosi Paesi
di tutto il mondo, negli anni settanta .
I Vescovi del Messico denunciarono “i metodi errati che si sono voluti adottare per la
soluzione del problema demografico. Tra questi la riduzione massiccia e indiscriminata
delle nascite mediante pratiche artificiali anticoncezionali, mediante la sterilizzazione e
l’aborto È. Anche deplorarono “l’opera di pressione psicologica esercitata dai mass
mediaÈ responsabili “dell’indebolimento della coscienza critica e della messa in causa
dei valori fondamentali della cultura familiare e si forma cos" una mentalità contro la
vita, con manifestazioni che vanno dal timore di rinunciare a certe comodità qualora
venisse al mondo un figlio in più, fino al panico derivato da studi ecologici e futuristi
nei quali si esagera il pericolo che l’incremento demografico rappresenta per la qualità
della vita È.

Alla fine dei lavori il capo della delegazione mons. Jan Schotte spieg”: “La Santa Sede
si compiace di avere partecipato a questa Conferenza e di aver preso parte alle
discussioni e ai dibattiti. (...) Nondimeno la Santa Sede si rammarica di non poter
sottoscrivere l’accordo sulle raccomandazioni varate dalla conferenza Internazionale
sulla Popolazione del 1984. (...)Per la sacralità della vita umana, per il matrimonio e
sessualità, come abbiamo riferito nel nostro intervento alla sessione plenaria, la Santa
Sede non pu” trovarsi d’accordo ed approvare quei provvedimenti che attribuiscono
agli individui, fra cui adolescenti non sposati, le prerogative che spettano alle coppie
sposate per quanto riguarda l’intimità sessuale e la paternità. In secondo luogo, i
documenti che sono stati redatti approvano ed incoraggiano metodi di pianificazione
familiare che la Chiesa cattolica ritiene moralmente inaccettabili. fedele alle proprie
responsabilità, la Santa Sede non pu” approvare proposte contrarie alle proprie
convinzioni e al proprio insegnamento .

X.- L'UTOPIA MALTUSIANA


c. Preparazione della conferenza de Bucarest
Fino al 1960 erano pochi coloro che vedevano nella crescita della popolazione un
problema. Il baby boom degli anni Sessanta venne salutato dal mondo come un segno
di grande speranza e come un definitivo superamento delle rovine che la seconda
guerra mondiale aveva provocato.

Eppure, nel volgere di un decennio, la crescita demografica da segno di speranza


divenne minaccia, pericolo, addirittura "bomba" demografica.
Come é avvenuto questo cambiamento di percezione e chi sono stati i fautori di
questa metamorfosi?

La regolazione delle nascite che é stata praticata prima in Francia, poi in Inghilterra, si
é diffusa nel ventesimo secolo in tutto il mondo.

Quello che in passato si presentava come un problema individuale, l'impossibilità cioé


di sostenere famiglie molto numerose, ha assunto negli anni settanta una dimensione
internazionale. Cosicché il problema é stato fatto proprio dagli Stati e dalle
organizzazioni internazionali, fra le quali l'Organizzazione delle Nazioni Unite e
l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Già nel 1957, un progetto di risoluzione
statunitense circa il gravissimo problema della fame nel mondo, sollecitava le Nazioni
Unite a risolverlo attraverso un intervento sulla natalità. Il progetto, allora bloccato,
apr" nei Paesi emergenti un dibattito sul tema, soprattutto sulla priorità da dare nella
23

regolamentazione delle nascite alla coppia coniugale o alle esigenze sociali, perseguite
quest'ultime mediante un piano coercitivo .

Si é arrivati cos", da parte dell'O.N.U. nel 1969, dietro l'impegno degli Stati Uniti di
versare annualmente duecento milioni di dollari, alla sottoscrizione di un piano di
propaganda in favore del controllo delle nascite e all'indizione dell'“anno della
popolazioneÈ, che si doveva celebrare nel 1974. Lo spirito della decisione é
sufficientemente delineato nelle conclusioni di un convegno preparatorio, tenuto dalle
Nazioni Unite a Santo Domingo. In tale riunione si é “messa in questione la tesi
secondo la quale il programma del controllo delle nascite dovrà essere imposto in
forma obbligatoria nei Paesi minacciati dall'esplosione demografica. Peraltro, alcuni
specialisti hanno sottolineato che la concezione della libertà di coscienza, seguendo la
quale si lascia alla scelta della coppia il diritto di procreare i figli desiderati, non pu”
essere considerata un obiettivo applicabile a tutte le zone È. Si é arrivati cos", in
poco più di 15 anni, dall'opposizione alla propaganda all'uso dei contraccettivi,
all'accettazione della possibilità del controllo coercitivo delle nascite.

Secondo gli storici, fu Hugh Moore il primo a convincersi dei pericoli


rappresentati dalla sovrappopolazione. Nel 1953 Moore fond” la sezione per l'emisfero
occidentale del Planned Parenthood, per promuovere piani di controllo delle nascite in
America Latina e nei Caraibi .

Come Presidente del Population Reference Bureau, Moore cerc” di influenzare con le
sue idee il Governo degli Stati Uniti. Uno degli amici e simpatizzante delle idee
espresse da Moore, era il generale William Draper Jr. Nel 1958, il Presidente
americano Eisenhover invit” il generale William Draper Jr. a presiedere un comitato
che doveva valutare i risultati ottenuti dagli aiuti economici americani nei paesi esteri.
Utilizzando l'enorme materiale prodotto dal Population Reference Bureau e dalla
Fondazione Hugh Moore, nel 1959 venne presentato al Presidente americano il Draper
Report, “il primo rapporto ufficiale del governo USA in cui si prendeva una chiara
posizione a favore del controllo delle nasciteÈ.

Nel frattempo la propaganda per il controllo della popolazione si stava diffondendo


all'interno delle istituzioni governative. Nel 1965, come parte del programma di guerra
alla povertà, l'Ufficio per le Opportunità Economiche inizi” a elargire contributi e fondi
alle agenzie che operavano per il controllo della crescita demografica . Nel 1968 il
presidente americano Johnson diede vita ad un Comitato per la Pianificazione
Familiare con l'intento di preparare interventi esteri per il controllo delle nascite .
Appena eletto Presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, invi” un messaggio al
Congresso chiedendo di aumentare i fondi per i piani di controllo delle nascite. A
questo proposito nel 1970, Nixon, nomin” John D. Rockefeller III, noto per le sue
posizioni radicalmente maltusiane, Presidente della Commission on Population Growth
and the American Future.
La commissione propose aborto, sterilizzazione volontaria e libera diffusione di
contraccettivi chimici e meccanici, come soluzione al problema demografico .

Nonostante che il presidente Nixon fosse contrario all'aborto ed alla diffusione dei
contraccettivi, nel 1970 il Congresso autorizz” la spesa di 382 milioni di dollari per un
programma di tre anni, secondo le indicazioni della Commissione .
ƒ in questo contesto che nel 1973 le Nazioni Unite annunciarono il World Population
Year 1974 . In tutto il mondo i governi, i dirigenti dei partiti politici, gli industriali, i
finanzieri ed i giornalisti, furono inondati di materiale propagandistico, comunicati
stampa, film e pamphlet in cui si diceva che "una piccola famiglia é una famiglia
felice".
24

Un grande contributo alla diffusione del mito della sovrappopolazione é stato fornito
dalle associazioni ambientaliste.

Per il WWF la crescita della popolazione é addirittura il problema numero uno. L'allora
Presidente del World Wildilife Fund, Principe Bernardo D'Olanda, in occasione del
Secondo Congresso Internazionale del WWF, tenutosi a Londra nel Novembre 1970,
invi” ai Capi di governo di tutti i Paesi del Mondo il seguente messaggio: “L'annuale e
continuo incremento della popolazione umana impedisce, ad un gran numero di
persone dei paesi in via di sviluppo, I'accesso ad un decente livello di vita. Nei paesi
già sviluppati, invece, questo incremento ostacola sempre più un miglioramento della
qualità della vita. II risultato finale sarà la fine della vita umana se non di ogni forma
di vita su questa terra. Per la sopravvivenza stessa della razza umana e del suo
ambiente si richiede pertanto, urgentemente, che il suo governo prenda ogni
provvedimento necessario a stabilizzare la popolazione il più presto possibile
utilizzando qualsiasi mezzo venga accettato dai suoi cittadini È.

Commentando la presa di posizione dell'allora presidente del WWF, l'opinionista Carlo


Matteotti ha scritto su Panda: “La posta in gioco allora é troppo grave per poter fare
concessioni alla demagogia. L'unica via di salvezza é davanti al nostro naso, se non ci
ostiniamo a non volerla vedere: l'arresto del folle aumento demografico, con tutti i
mezzi a disposizione, ma soprattutto con una massiccia propaganda che scoraggi
tanto Ia natalità che la nuzialità, sua causa più diretta; e una energica frenata del
moderno, insensato e micidiale processo di industrializzazione irresponsabile È.

XI.- IL MOVIMENTO ANTIVITA, LA SUA STORIA, I SUOI


DIRIGENTI

a. L’ipocrita politica del Nord verso il Sud


La sterilizzazione è criminale se applicata nei Paesi ricchi mentre è "benefica" se
praticata in quelli poveri...

Padre Ramon Lucas Lucas ha detto: “In Europa ci si scandalizza per la sterilizzazione
forzata, una pratica che nei Paesi in Via di Sviluppo è diventata di ordinaria
amministrazione. Favorita dalle strutture finanziarie internazionali la sterilizzazione è
ormai il mezzo contraccettivo più diffuso del mondo. Sono stato recentemente in
Messico ed ho parlato con medici e dirigenti sanitari i quali mi hanno confessato che ci
sono indicazioni precise per far sì che le donne che fanno ricorso alle strutture
pubbliche e che hanno partorito almeno due figli devono essere sterilizzate. Così le
donne povere e le indigene che sono quelle che più ricorrono alle strutture pubbliche,
spesso tornano a casa sterilizzate.

I mezzi di informazione latino-americani si sono più volte occupati dei programmi di


controllo demografico realizzati su proposta e con il sostegno finanziario degli Stati
Uniti e delle istituzioni economiche internazionali. Il caso più scandaloso riguarda
proprio il Brasile, dove nel 1991 l'allora ministro della Sanità Alceni Guerra denunci” il
progetto di sterilizzazione delle donne brasiliane finanziato e sostenuto da varie
associazioni internazionali. Le dichiarazioni del ministro vennero riprese dalla stampa
internazionale , e portarono alla formazione di una Commissione Parlamentare
d'Inchiesta. Il ministro dichiar” che 7 milioni e mezzo di donne brasiliane erano state
25

sterilizzate in 5 anni, nonostante che la sterilizzazione in Brasile fosse vietata allora;


nella maggior parte dei casi tale pratica era stata effettuata senza informare le
pazienti della irreversibilità dell'intervento. Secondo quanto denunciato da Alceni
Guerra il programma di sterilizzazione era stato finanziato con 32 milioni di dollari
elargiti da vari enti tra cui: L'International Planned Parenthood Federation, il
Population Council, l'International Federation for Family Life Promotion, la Ford
Foundation, la Rockefeller Foundation e la Banca Mondiale.

La sterilizzazione forzata che viene condannata come “pratica nazista” nel nord del
mondo diventa “un successo” per i piani di controllo della popolazione, se applicata nei
Paesi in via di Sviluppo!.
L’evidente contraddizione che vede la sterilizzazione operata al Nord e al Sud del
mondo, valutata in maniera del tutto opposta ci permette di riflettere su un fatto
importante, che purtroppo oggi non viene notato o sottolineato. Aborto, eutanasia,
sterilizzazione, esperimenti medici su cavie umane, l’umanità ha già conosciuto questi
orrori, sotto il regime nazista. Al processo di Norimberga il primo ottobre 1945, tutte
queste pratiche vennero condannate come “crimini contro l’umanità” e i responsabili
vennero puniti con la morte per impiccagione.

Come mai a distanza di soli 52 anni quelli che furono definiti “crimini contro
l’umanità”, vengono applicati e garantiti per legge? Come mai c’_ sempre pi_ gente,
soprattutto nei paesi avanzati che non oppone resistenza e che anzi considera certe
azioni nel pieno rispetto della libertà degli individui, che le giustifica come pratiche
necessarie per ridurre la popolazione del mondo o come misura necessaria per
difendere le altre specie animali?

XII.- ECOLOGIA
Ecologia, è un termine coniato dal biologo tedesco Ernst Haeckel nel 1868 (viene dal
greco ôikos abitazione e l”gos discorso) per indicare la scienza delle relazioni di un
organismo con il mondo esteriore che ci circonda, in senso lato possiamo dire che si
tratta della scienza che studia le relazioni tra gli esseri viventi e l'ambiente dove
vanno a vivere.
Per oltre un secolo l'ecologia è rimasta una scienza studiata da pochi naturalisti. Se
ne sentiva parlare solo in occasione di scoperte relative al mondo animale e vegetale.
Dalla fine degli anni '60 l'ecologia è per” entrata prepotentemente nel linguaggio
quotidiano di gran parte degli uomini che vivono sul pianeta. Non c'è giorno in cui
aprendo il giornale ascoltando la radio o vedendo la Tv non troverete un articolo o
argomento di discussione in cui si parla di ecologia.

Chi non ha sentito parlare del il buco nello strato d'ozono, dell'effetto serra,
dell'inquinamento alimentare provocato dai fitofarmaci, dei danni provocati ai boschi
dalle piogge acide, dell'estinzione di alcune specie animali e della scomparsa delle
foreste tropicali ecc. Anche dal punto di vista scientifico sono ormai centinaia le
divisioni che si occupano del problema ecologico nelle diverse ripartizioni del mondo
animale, fisico e tecnologico.

Analizzando il modo con cui i temi ecologici vengono affrontati la prima caratteristica
che salta agli occhi è che se ne parla in maniera decisamente aggressiva nei confronti
dell'uomo e delle sue attività. E soprattutto si nota un cupo pessimismo associato a
previsioni catastrofiche.
26

Un altra caratteristica comune alla grande maggioranza degli articoli che appaiono su
temi ambientali è che il colpevole di tutte le maggiori malefatte è l'uomo e le sue
attività, industriali, agricole, sociali, culturali.
Nonostante il fatto che la storia delle società civili che ci hanno preceduto dimostra,
pur con qualche eccezione, che l'uomo ha tentato di sviluppare il rapporto con il
mondo naturale in maniera equilibrata, cercando di porre rimedio ai disastri causati
dallo scatenarsi di fenomeni naturali, cercando di armonizzare e rendere meno
selvaggi e pericolosi luoghi, il modo in cui oggi si discute di ecologia mette l'uomo sul
banco degli imputati.
P
urtroppo i parametri culturali entro i quali sono stati collocati i problemi ambientali
risentono di una visione del mondo in cui il progresso scientifico e tecnologico viene
contrapposto alla conservazione dell'ambiente.

Si è arrivati al punto che per difendere la vita animale e vegetale si penalizza ogni tipo
di attività umana. In Cina chi uccide un Panda viene condannato a morte, mentre chi
compie l'aborto fino al nono mese viene gratificato con doni e privilegi in campo
lavorativo, abitativo sociale ed economico.

Questa scarsa considerazione della vita umana e del suo sviluppo si riflette anche nei
confronti della ricerca scientifica. Assistiamo così all'opposizione netta e radicale
contro ogni tipo di innovazione. Si va da coloro che vedono la scienza come fonte di
ogni male fino ai movimenti che in alternativa alle scoperte moderne propongono
pratiche magiche e irrazionali.

Attraverso campagne, articoli di propaganda, azioni spettacolari e testimonial come


personaggi del cinema, dello sport, del jet set internazionale le organizzazioni
ambientaliste sono diventate vere e proprie multinazionali con milioni di aderenti e
bilanci miliardari.

Il WWF, Greenpeace, gli Amici della Terra esercitano una notevole influenza sui mass
media, sugli organismi internazionali. Attraverso le loro campagne sono in grado di
condizionare addirittura il credito internazionale.

Insomma, partendo dai problemi ecologici, si è sviluppata una vera e propria lobby
internazionale. Un cartello di interessi, con una ideologia specifica. Un vero potere
forte che presentandosi in nome della "difesa della natura" gode di una grande
influenza sugli affari del mondo.

La prima considerazione da fare è sul metodo. Quello utilizzato dagli ambientalisti è


basato sulle mezze verità. Il famoso paradosso del bicchiere pieno a metà, è mezzo
vuoto o mezzo pieno? In questo caso si utilizza la tecnica sofista per confondere la
verità, cosicché si trasforma l'assassino in vittima ed il colpevole in innocente.

Troppo caldo o troppo freddo?


Il Buco che c'è sempre stato.
Una primavera sempre più rumorosa
Ma è proprio vero che le foreste stanno scomparendo?

Per ognuno degli altri grandi temi utilizzati dagli ecologisti potrei fornire una enorme
documentazione che dimostra quanto errate siano le loro tesi.

Purtroppo gli studi scientificamente seri che contraddicono le tesi ambientaliste non
trovano spazio sui più diffusi mezzi di comunicazione e bisogna andarli a cercare nelle
27

biblioteche o nelle pubblicazioni minori. Ma non c'è dubbio che gli ecologisti utilizzano
solo mezze verità in funzione dei loro interessi di lobby ed in funzione della loro
ideologia di fondo.

XIII.- BREVE STORIA DEL MOVIMENTO ECOLOGISTA


La nascita del movimento verde come movimento di massa si pu= far risalire al 22
aprile del 1970 quando, negli USA, fu festeggiata la Giornata della Terra (Earth Day),
e decine di migliaia di studenti iniziarono la protesta contro la societ” industrializzata
colpevole di voler distruggere l'ambiente naturale. Principale finanziatore di tale
iniziativa fu Robert O. Anderson. Egli vers=, in forma ufficiale, 200.000 dollari per la
Giornata della Terra ed altri 200.000 dollari nelle casse degli Amici della Terra. La sua
non era un'iniziativa isolata; egli contava sull'appoggio di importanti personaggi
appartenente all'Aspen Institute.

Nel 1971 Slater contribuý, attraverso la Ford Foundation, al finanziamento


dell'International Institute of Environmental Affairpoi divenuto International Institute
of Environmental Development, che Þ una della pi¨ importanti associazioni ecologiste
statunitensi. Fu grazie alle iniziative di Slater e di tutto il potente apparato dell'Aspen
che le Nazioni Unite, organizzarono a Stoccolma nel 1972, la Conferenza sull'Ambiente
dell'ONU. Quella conferenza servý a lanciare in Europa il movimento ambientalista.
Da allora il movimento ecologista internazionale ha goduto di ingenti finanziamenti da
parte di tutte le fondazioni impegnate in programmi di controllo demografico.
particolarmente generosi nei confronti dei movimenti ecologisti sono stati i
Rockefeller.

Nel 1977 il Rockefeller Brother Fund pubblic= il risulato della ricerca in un dossier dal
titolo The Unfinished Agenda. Questa pubblicazione stata una sorta di manifesto del
movimento ecologista internazionale. In essa si chiedeva di:
- Definire in relazione ad ogni singola nazione le quote per la riduzione della
popolazione
- Promuovere i programmi di sterilizzazione nel terzo Mondo
- Legare ogni forma di aiuto ai Paesi poveri alla condizione che essi pareggino il tasso
di natalit” a quello di mortalit” (crescita zero ndr)
- Ridurre l'attivit” agricola intensiva
- Rinunciare all'utilizzo di fitofarmaci e di fertilizzanti in agricoltura
- Abbandonare l'utilizzazione di impianti nucleari come fonte energetica.
- Limitare la futura espansione del consumo di energia elettrica
- Ridurre i progetti di ampliamento delle reti autostradali e ferroviarie

La diffusione in Europa di questa filosofia e di questo programma Þ avvenuta


attarverso il Club di Roma, la cui prima riunione si tenne a Roma nell'aprile del 1968.
Nel 1976 il Club di Roma decise di realizzare uno studio per propagandare la tesi
secondo la quale popolazione e sviluppo economico crescono a ritmi troppo alti
esponendo l'ambienete naturale al rischio di distruzione. Grazie ad un contributo di
250.000 dollari della Fondazione Volkswagen, lo specialista americano di analisi dei
sistemi Jay Forrester ed il suo assistente Dennis Meadows scrissero il primo rapporto
del Club di Roma intitolato iI Limiti dello sviluppo. Il libro, una moderna riedizione
della tesi di Malthus, tentava di dimostrare con calcoli e con statistiche poi rivelatisi
errati, che le risorse disponibili si sarebbero esaurite prima della fine del secolo.
partendo da questa considerazione catastrofica gli esperti del Club di Roma
chiedevano la riduzione della crescita della popolazione nei Paesi in via di sviluppo ed
una diminuzione drastica nei consumi e delle attivit” industriali nei Paesi ricchi.
28

Insomma sembra chiaro come il pretesto della difesa dell'ambiente sia stata utilizzato
per cercare di imporre un piano neocoloniale e razzista di controllo delle nascite e
limitazione dello sviluppo dei Paesi emergenti.

XIV.- ASSOIAZIONI ECOLOGISTE


La filosofia che ispira il movimento verde Gli ecologisti hanno una strana concezione
dell'uomo. Il rospo smeraldino, le piante selvatiche, i lupi, le tigri, il panda devono
essere tutelati mentre gli esseri umani, meno ce ne sono sulla faccia della terra e
meglio è.

Questo modo di intendere il ruolo dell'uomo sul pianeta non è relativo solo alla
presunta sovrappopolazione ma è esteso ad ogni campo di attività.

a. Liberazione animale
L'animalismo è l'espressione più radicale della filosofia ambientalista.

Peter Singer, Australiano, si rifà alla dottrina filosofica che da Jeremy Bentham ai
nostri giorni prende il nome di utilitarismo, e sostiene il principio della eguale
considerazione degli interessi, non soltanto tra gli uomini, ma anche tra gli uomini e
gli animali. Un principio di uguaglianza basato sulla capacità di provare sofferenza e
piacere in funzione dell'utilità.

Secondo gli utilitaristi animalisti il fondamento della morale è la capacità di provare


piacere e dolore. Seppur banale, una tale concezione ha portato Singer a
considerazioni aberranti. Partendo dal presupposto che ci sono esseri umani che
ancora non soffrono, non possono soffrire o non sono più in grado di soffrire il filosofo
animalista ha preso chiaramente posizione a favore dell'utilizzo di embrioni umani
come cavie al posto di animali per l'eventuale verifica della tossicità dei farmaci.

Singer non sa o fa finta di non conoscere tutti gli studi medici che provano il contrario.

Il tentativo fatto da Singer di allargare lo schermo protettivo della morale dall'uomo


agli animali finisce con l'escludere da quella protezione tutti quegli esseri umani che,
per difetto di nascita o per malattia (vite deboli), si trovano nella condizione di non
soddisfare le caratteristiche “forti” della loro specie. Nel libro Etica Pratica Singer ha
scritto: “Il fatto che un essere sia un essere umano...non è rilevante all'immoralità
dell'ucciderlo; sono piuttosto caratteristiche quali la razionalità, l'autonomia e
l'autocoscienza che fanno la differenza. Neonati con malformazioni mancano di tali
caratteristiche. Pertanto ucciderli non pu” essere posto sullo stesso piano dell'uccidere
esseri umani normali, o qualsiasi altro essere autocosciente”.
Il filosofo australiano sostiene che non esiste un primato dell'uomo sugli animali. La
ragione umana non si differenzia qualitativamente rispetto alla sfera emotiva degli
animali, non esisterebbero quindi confini né biologici né morali tra uomo e regno
animale. Anzi la differente qualità cognitiva degli esseri umani rispetto a quella degli
animali viene considerata da Singer come un pregiudizio razzista, e definito con il
termine “specismo”.

Vi sembrerà paradossale ma Singer è il teorico a cui si rifanno diversi filosofi presenti


in varie parti del mondo.
29

b. Sabotaggio ecologico
Inoltre, questo tipo di ideologia ha indotto non pochi atti di ecosabotaggio ed
ecoterrorismo.
Bombe contro i tralicci elettrici, attentati dinamitardi contro medici coinvolti nel campo
della ricerca medica, negozi di pellicceria con le vetrine rotte, centri di ricerca
devastati, manifestazioni violente contro impianti elettrici nucleari, scontri con le forze
dell'ordine, ecc. Sono tutte manifestazioni fatte in nome della "difesa dell'ambiente".

c. I padroni del movimento ecologista


Il movimento ambientalista non è composto solo da nobili casate ma anche di influenti
dirigenti di imprese multinazionali e poi giornalisti televisivi e famosi anchormen.
Certo molti di questi personaggi sono diventati membri delle associazioni ecologiste
solo per vanto, ma è interessante constatare che nessuno ecologista abbia alzato la
voce per far notare il conflitto di interessi che esiste tra questi personaggi e la difesa
dell'ambiente.

d. Ecologisti inquinatori
A questo proposito il mensile di un'associazione americana in difesa dei consumatori
(Multinational Monitor del marzo 1990) ha pubblicato un servizio in cui si
documentano i collegamenti esistenti tra imprese multinazionali e dirigenti delle più
importanti associazioni ecologiste statunitensi. Inoltre, ventitré, tra direttori e membri
della direzione del WWF e di altre quattro associazioni ecologiste, risultano essere
contemporaneamente alti dirigenti di 19 compagnie che compaiono in "Toxic 500",
I'elenco delle 500 industre più inquinanti elaborato dal Governo americano.

Lo smaltimento dei rifiuti, l'utilizzo razionale delle risorse, la conservazione delle


specie animali e vegetali, un modo pulito ed efficiente per produrre energia,
l'eventuale utilizzo dei mezzi di trasporto con tecnologie non fumose ecc, sono
problemi seri da risolvere. Ma è certo che le organizzazioni ecologiste presenti
attualmente sul pianeta non sono la soluzione. Anzi, dovete pensare che è interesse di
queste associazioni far sì che i problemi non vengano mai risolti, in modo che essi
potranno sempre esistere speculando sulle emergenze ambientali.

XV.- CHIESA ED ECOLOGIA


a. Cosa dice l'Antico Testamento?

Mi sembra anche evidente come l'uomo per sua natura fatto "ad immagine e
somiglianza di Dio" assume una posizione diversa rispetto agli altri esseri che
compongono il creato.
Questa scelta di Dio per l'uomo è ovvia, essendo l'essere umano non solo un fatto
biologico, ma anche e soprattutto spirituale. L'esercizio della signoria dell'uomo sulla
natura, in questo caso non è inteso come un arbitrio senza limitazioni e non riguarda
solo il dominio tecnico, ma è l'espressione della salvaguardia della sua dignità in
quanto scopo ultimo di tutta la creazione . Il dominio dell'uomo sulla creazione non
dovrà mai essere un dominio dispotico, perché il creato appartiene a Dio, tanto meno
è un dominio distruttivo, poiché l'uomo come "mandatario" del Dio-Amore, non ha il
potere della padronanza assoluta sul creato.
É vero che l'uomo pu” usarne per il suo bene, perché la creazione è fatta per l'uomo,
ma avendone cura, rispetto, in quanto è "creazione buona" di Dio, che resta sempre il
padrone assoluto di essa .
30

Non si tratta di una sacralizzazione della natura, bensì di una concezione teologica: il
mondo è qualcosa di più che semplice materia prima per la produzione ed il consumo.
Il compito che Dio indica all'uomo genera il problema morale. Essendo l'uomo libero
anche di peccare, è chiaro che egli pu” utilizzare questo dominio anche in forme
deleterie, offendendo la natura e peccando nei confronti di Dio.

Da qui il problema morale che implica inevitabilmente una valutazione dello sviluppo
scientifico e tecnologico. Mentre da una parte questo permette all'uomo di risolvere
enormi problemi sociali favorendo lo sviluppo armonico della specie umana così come
del mondo naturale, dall'altra potrebbe, se utilizzato in maniera egoistica e
disordinata, generare enormi disastri.
Nei confronti della natura, l'uomo è sottomesso a leggi non solo biologiche, ma anche
morali.

Giovanni Paolo II: “Mai l'uomo si è trovato in mano tanta potenza e insieme tanta
fragilità. (...) Con le nuove tecnologie si sono resi possibili sogni di secoli: arrestare e
trasformare il deserto, sconfiggere la siccità e la fame, alleviare la pesantezza del
lavoro, risolvere i problemi del sottosviluppo, rendere più giusta la distribuzione delle
risorse tra i popoli del mondo. Ma è pure vero che la stessa tecnologia consente già
ora all'uomo di vedersi resa inabitabile la terra, inservibile il mare, pericolosa l'aria...
la tecnica non deve dimenticare l'uomo. Oggi più che mai si sente il bisogno della
priorità dell'etica sulla scienza”.

Giovanni Paolo II: “…Ma l'uomo non pu” restare in posizione passiva, timoroso della
natura. Dio lo ha chiamato a dominare la natura. Gli ha donato l'intelligenza per
scoprirne le leggi e i segreti, per controllarla. É il senso del lavoro. Il mondo è affidato
alle mani dell'uomo ed al suo genio creativo, al suo coraggio. L'intervento umano non
ha che il rispetto di Dio come limite al rispetto della vita e della dignità degli uomini e
anche la prudenza per non rischiare di rompere gli equilibri della natura. Ecco la
grandezza dell'uomo”.

La limitazione imposta dallo stesso creatore fin dal principio, ed espressa


simbolicamente con la proibizione di "mangiare il frutto dell'albero" (Gn 2,16s) mostra
con sufficiente chiarezza che nei confronti della natura visibile, siamo sottomessi a
leggi non solo biologiche, ma anche morali, che non si possono impunemente
trasgredire. Una giusta concezione dello sviluppo non pu” prescindere da queste
considerazioni le quali impongono alla nostra coscienza la dimensione morale che deve
distinguere lo sviluppo.

È impensabile per ogni ecologista di un certo rilievo, appartenente ai maggiori


organismi ed associazioni che si occupano di ambiente a livello mondiale accettare il
“Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”.
Questo perché il movimento ecologista ha come principale caratteristica quella di
essere "malthusiano". Non c'è infatti un solo movimento che si dichiari ambientalista
al mondo o un solo deputato o rappresentante verde che sia in favore della difesa
della vita. Sono tutti a favore dei piani di controllo della popolazione, in forme più o
meno radicali.

Per quanto riguarda poi la signoria dell'uomo sul pianeta e la differenza dell'uomo
essere spirituale dalle altre forme del creato, il movimento ecologista si oppone
radicalmente a queste concezioni.

All'uomo vertice del creato si sostituisce cioè l'immagine dell'uomo cittadino "biotico" .
Altro che signoria responsabile dell'uomo sul creato, la filosofia dei Verdi propone
31

un'eguaglianza, un movimento di liberazione degli animali delle piante vegetali e della


natura inanimata contro l'uomo. Non si propone nemmeno la parità dei diritti per
l'essere umano, prima la natura poi l'uomo.

Questo modo di pensare presuppone una vera e propria "decostruzione"


dell'antropocentrismo. Da qui il dibattito che vede l'uomo non in armonico rapporto
con la natura, bensì in un conflitto per la sopravvivenza.

Dobbiamo dunque valutare la portata di tale iniziativa. Per quanto strana possa
sembrare a un primo esame, essa tuttavia presenta, sia pure attraverso varie
sfaccettature, una coerenza sistematica abbastanza impressionante da sedurre molti
di coloro che il vuoto politico e la fine delle utopie hanno lasciato senza punti di
riferimento.

Da un punto di vista filosofico, gli ecologisti cercano di "decostruire" tutta la tradizione


cristiana e civile proponendo il riconoscimento di uno status giuridico per gli animali,
le isole, le foreste perfino dei virus.

Non sto scherzando, il primo obiettivo degli ecologisti "profondi" è quello di mutare il
nostro approccio etico-giuridico nei confronti della natura.
La caratteristica più evidente di questo modo di pensare è, che pur presentandosi
come libertari, democratici e contrari ad ogni forma di ordine precostituito, gli
ecologisti della Deep Ecology riconoscono una strana gerarchia, che discende dal
principio chiamato dell'egualitarismo biosferico, secondo cui occorre proteggere il tutto
prima delle parti.

L'olismo, cioè la tesi filosofica per cui la totalità è moralmente superiore agli individui,
è dunque esplicitamente assunto come un tema centrale dell'ecologia profonda,
poiché "il sistema ecologico, I'ecosfera, è la realtà totale, di cui gli uomini non sono
che una parte. Da qui deriva il valore intrinseco dell'ambiente .
Partendo dalla filosofia Deep Ecolgy arriviamo alla concezione "spiritualistica" degli
ambientalisti. Non tutti, infatti sono di formazione strettamente materialistica ed
agnostica.
La divinità centrale di questa spiritualità globale è Gaia il nome con cui i greci
chiamavano la Terra. Mentore di questa nuova religione è il prof. James Lovelock il
quale sostiene che la biosfera agisce come un unico sistema vivente. Il punto centrale
dell sua ipotesi è che in questo microuniverso terrestre dominato da Gaia, l'uomo e le
sue attività stanno creando perturbazioni ed increspature dell'equilibrio del pianeta.
Per i seguaci del movimento di liberazione animale questo significa adorare la natura
concepita come essere supremo, una grande madre Gaia a cui l'uomo deve
sottomettersi.

Tra noi cattolici ed il modo di pensare degli ambientalisti non esistono attualmente
punti in comune. La concezione, dell'uomo, della vita, del rapporto tra uomo e natura,
della spiritualità, e di Dio di noi cattolici mi sembra anzi radicalmente opposto a quello
degli ambientalisti.

INDICE

DEMOGRAFIA E BIOETICA
I.- DALLE SOCIETÀ EUGENETICHE AL NAZISMO...............................................................................................1
32

A. HITLER ED IL NAZISMO.................................................................................................................................................1
II.- L’ EUGENETICA E LE SIMPATIE PER IL REGIME NAZISTA......................................................................2
A. LE CRITICHE.................................................................................................................................................................3
III.- DA MALTHUS AL RAZZISMO MODERNO.......................................................................................................4
A. CONTRACCEZIONE NAZISTA..........................................................................................................................................4
IV.- DEMOGRAFIA..........................................................................................................................................................6
A. RAPPORTO TRA CIBO ED POPOLAZIONE........................................................................................................................7
B. POPOLAZIONE E RISORSE..............................................................................................................................................7
C. POPOLAZIONE E AMBIENTE...........................................................................................................................................8
D. CONCLUSIONE...............................................................................................................................................................8

V.- MALTHUSIANI E ANTIMALTHUSIANI...............................................................................................................8


A. MA COME VENGONO UTILIZZATI QUESTI FONDI?.........................................................................................................9
B. AMERICA LATINA: SCANDALO IN BRASILE..................................................................................................................9
C. I PROGRAMMI DEMOGRAFICI IN ASIA.........................................................................................................................10

VI.- L'EVOLUZIONE DEMOGRAFICA IN ATTO....................................................................................................10


A. LE DINAMICHE ATTUALI DELLA CRESCITA DEMOGRAFICA........................................................................................11
B. LE DIFFERENZE TRA NORD E SUD DEL MONDO..........................................................................................................11
C. LE TEORIE: MALTHUS, NEO-MALTHUSIANI E ANTIMALTHUSIANI...............................................................................11
D. CONCLUSIONE.............................................................................................................................................................13

VII.- POTERI FORTI E STRUTTURE DI PECCATO...............................................................................................13


A. ALTRO CHE LIBERO MERCATO....................................................................................................................................15
B. DIFESA DELL'AMBIENTE COME PRETESTO PER IMPORRE PIANI DI CONTROLLO DELLA POPOLAZIONE........................16
C. RIDURRE I CONSUMI....................................................................................................................................................18

VIII.- I SIGNORI DEL DENARO..................................................................................................................................18


A. LA STORIA..................................................................................................................................................................18
IX.- ONU CONTRO SANTA SEDE...............................................................................................................................19
A. LO SCONTRO TRA NORD E SUD..................................................................................................................................20
B. CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA POPOLAZIONE, CITTÀ DEL MESSICO 6-13 AGOSTO 1984.............................21

X.- L'UTOPIA MALTUSIANA......................................................................................................................................22


C. PREPARAZIONE DELLA CONFERENZA DE BUCAREST..................................................................................................22
XI.- IL MOVIMENTO ANTIVITA, LA SUA STORIA, I SUOI DIRIGENTI..........................................................24
A. L’IPOCRITA POLITICA DEL NORD VERSO IL SUD........................................................................................................24
XII.- ECOLOGIA.............................................................................................................................................................25
XIII.- BREVE STORIA DEL MOVIMENTO ECOLOGISTA...................................................................................26
XIV.- ASSOIAZIONI ECOLOGISTE...........................................................................................................................27
A. LIBERAZIONE ANIMALE..............................................................................................................................................27
B. SABOTAGGIO ECOLOGICO...........................................................................................................................................28
C. I PADRONI DEL MOVIMENTO ECOLOGISTA..................................................................................................................28
D. ECOLOGISTI INQUINATORI..........................................................................................................................................28

XV.- CHIESA ED ECOLOGIA......................................................................................................................................29


A. COSA DICE L'ANTICO TESTAMENTO?.........................................................................................................................29
INDICE..............................................................................................................................................................................31

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