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Illuminismo

La Francia è il centro di un movimento europeo


Il movimento illuminista, che ebbe origine in Francia, fu protagonista sulla scena europea del settecento si dava
importanza alla ragione, all’esperienza e alla libertà, questo movimento culturale divenne simbolo della
contrapposizione tra il vecchio e il nuovo, quindi fra tradizione e innovazione. L’etimologia deriva da Lumière in
francese, proprio perché illumina con la ragione la conoscenza. la Francia accoglieva le opere di personalità
come Voltaire, Denis Diderot, Julien de La Mettrie. In questo periodo il francese diventa la nuova lingua della
cultura internazionale .

La teoria della conoscenza


I philosophes erano convinti della presenza di un lume naturale, ovvero una comune capacità di conoscere e
ragionare che se bisognava seguire nelle azioni umane, in questo modo sarebbe stata un’età di pace e
progresso. essendo una capacità comune a tutti gli uomini , dal punto di vista politico siamo tutti uguali. Ciò è
contro la monarchia e la successione ereditaria, perché se c’è un buon re, non è detto che il figlio lo sia. Si arriva
a una democrazia. (In Francia arretrata con regime assoluto ciò è ridicolo , gli illuministi francesi, non esisteva
un’identità nazionale che si crea con la rivoluzione francese. I filosof guardano al modello inglese come elemento
alla quale la Francia si deve ispirare x arrivare a una democrazia di soli uomini) .
Il legame tra ragione ed esperienza era fondamentale per conoscere: la ragione era la luce che permetteva di
individuare la strada, l’esperienza l’unica modalità per percorrerla. L’elogio dell’esperienza si fondava sui risultati
raggiunti dal metodo scientifico sperimentale di Galileo Galilei e di Newton e, da cui sembrava evidente che il
progresso dipendeva dai saperi empirici e dalle arti pratiche.

Spirito critico contro la tradizione


A partire da ciò i filosof elaborarono una critica di tutti i sistemi metafisici e di ogni assunto dogmatico.secondo
loro la verità di una teoria era data solo dall’analisi razionale dei fatti.in questo modo l’attività filosofica divenne
sinonimo di spirito critico, metodo di ricerca che aveva come base l’osservazione empirica , L’indagine scientifica,
le esperienze verificabili e le dimostrazioni razionali.

Differenza con il rinascimento e umanesimo


Noi siamo oggi in grado con le nostre conoscenze di capire i fenomeni . Se conosco la natura da un punto di
vista empirico ,è un’altra persona no , quello che io faccio può sembrare una magia.
Rinascimento e l’umanesimo sono stati dominati dalla magia.
Principe di SanSevero Raimondo di Sangro, era considerato un mago, elaborò una pozione magica che ? Il
sistema sanguigno , trasformò il piombo in oro , avrebbe addirittura individuato una pozione che gli avrebbe
garantito l’immortalità . Prima di morire disse al servo che una volta morto l’avrebbe dovuto tagliare in pezzi e
chiudere in un baule con la pozione.così fece e quando successivamente i parenti aprirono il baule, il corpo, si
sollevò di scatto e il principe fissò i parenti e mettendo nulla agghiacciante, poi il cadavere si dissolse sul fondo
del baule .Il corpo non è da nessuna parte.

Il riformismo
L’obiettivo dei philosophes era una riforma graduale della società: erano contro la dottrina della monarchia per
diritto divino, per L’abolizione dei privilegi del clero e della nobiltà, per la separazione dello Stato dalla chiesa.
questa riforma non sarebbe dovuta avvenire attraverso una rivolta ma grazie al fatto che le loro idee avrebbero
conquistato le corti d’Europa .

Intellettuali e potere
Intellettuali illuministi ritenevano di costituire una nuova Elite che avrebbe dovuto affiancare i sovrani ma non fu
proprio così.molte delle loro opere furono censurate e messi all’indice dei libri proibiti, alcuni di loro finirono in
carcere mentre ad altri i sovrani assicurarono protezione , Ad esempio Voltaire fu ospitato dalla corte del re di
Persia e Diderot in quella russa .

La tolleranza
Uno dei principali bersagli della critica illuminista fu il dogmatismo religioso, che aveva prodotto false teorie,
superstizioni, fanatismo e intolleranza.nel settecento non ci furono veri propri conflitti religiosi, ma fu comunque
caratterizzato da episodi di intolleranza contro i quali si schierarono gli illuministi volendo una pacifica
convivenza tra le diverse confessioni. I philosophes erano a favore della tolleranza e ripresero alcune
argomentazioni del filosofo inglese John Locke, che, nella lettera sulla tolleranza del 1689, sottolineava che la
tolleranza era garanzia della libertà di pensiero e della pace sociale e si fondava sulla distinzione tra la sfera
politica (sottoposta alle leggi dello Stato ) E la sfera privata (che riguardava le libere scelte dei cittadini) .
Voltaire contro il fanatismo
Tra tutti fu soprattutto Voltaire a scagliarsi contro ogni forma di intolleranza e fanatismo religioso.lo fece
attraverso la discussione in favore dei diritti inalienabili dell’uomo e l’impegno morale contro l’oscurantismo
politico e religioso .

Il caso Calas
Nel 1762 Jean Calas, un commerciante ugonotto, fu torturato e condannato a morte per motivi religiosi,
mentre la sua famiglia fu espulsa dalla città e privata di tutti i beni. In quell’occasione Voltaire scrisse il
trattato sulla tolleranza, promosse una campagna contro il pregiudizio E cercò di portare il caso
all’attenzione di tutta l’Europa scrivendo. In Francia si sollevò una profonda indignazione popolare che
costrinse le autorità politiche a riaprire il caso: Callas fu riabilitato e la sua famiglia ricevette un risarcimento.

Trattato sulla tolleranza


Nel suo trattato sulla tolleranza, 1763, mise in evidenza le contraddizioni tra l’insegnamento di Gesù e
l’atteggiamento di molti cristiani, il cui fanatismo aveva provocato molte violenze.per garantire una pacifica
convivenza civile promuoveva uno Stato laico basato sulla separazione tra la sfera privata , nella quale
ognuno poteva esprimere la propria fede, e la sfera pubblica, governata da apposite norme che
garantivano il rispetto reciproco. La libertà e la tolleranza erano i valori di una autentica società civile, nella
quale tutti avrebbero dovuto dire ai loro avversari: “io non credo ciò che tu credi ma darei la vita per farti
credere in quello che credi”.

La religione per i philosophes


I filosofi di questo momento si domandano se la religione può essere compresa e si rispondo che ci sono tre
possibilità:
1 scienziati : non ho mai avuto esperienze mistiche quindi sono atea . Questa condizione presuppone una
componente atea accettabile che deve tollerare chi crede.
2deista: prospettiva meccanicista , Platone e demiurgo divino artefice, la materia esiste è vitale ed è stata
organizzata dal fato,dal greco dire, è stato detto per noi . Secondo i deisti esiste un’energia che ha ideato il
cosmo senza finalismo . Religione naturale , ci porta a capire cosa è il bene e cosa il male , senza una
divinità, religione civile .
3 agnosticismo, una sorta di epochè, non ho abbastanza elementi per dire che c’è dio, e nemmeno per dire
che non c’è . Accettano la guarigioni miracolose.

Il deismo e la battaglia anti-ecclesiastica


Voltaire proponeva una religione naturale, che affondava le sue radici nel deismo Che affermava che le
diverse fedi religiose erano fondate su uno identico nucleo razionale comprensibile da tutti gli uomini
attraverso il lume naturale, ovvero la ragione .
Era una religione universale, senza riti esteriori o asserzioni dogmatiche, condivisibile da tutti gli uomini.tra
gli illuministi il deismo fu un atteggiamento molto diffuso, ma in forme diverse.vi fu chi ne fece una bandiera
di progresso civile e morale, come Voltaire, chi lo utilizzò per avvicinarsi a concezioni materialistiche, la
Mettrie, e infine chi se ne servì come copertura di un vero e proprio ateismo, come Diderot e d’Holbach.
Tutti gli illuministi erano però d’accordo sull’occorrenza di una critica radicale delle religioni rivelate, che
secondo loro erano fondate sull’inganno, sulla paura sulla superficie dizione e spingevano l’uomo a
obbedire a un Dio terribile. Diderot contrapponeva questa concezione la morale naturale, ossia un’etica
conforme alla natura nazionale dell’uomo, che avrebbe aiutato l’intero genere umano ad arrivare alla pace
la felicità, assumendo come guida la ragione, lo spirito critico e la tolleranza.

Sensismo, materialismo e ateismo


Gli avversari degli illuministi concentrarono le loro critiche sulle posizioni più radicali di alcuni filosofi per
denunciare il loro materialismo e ateismo , Che costituirono lo sviluppo del sensismo, la teoria della
conoscenza elaborata da Condillac. questa trovava nella sensazione la fonte di tutte le conoscenze.egli
riteneva infatti che tutte le idee avessero un’origine sensibile, anche se credeva nell’esistenza dell’anima.la
sua teoria cercava di demolire tutti i sistemi metafisici che si fondavano su principi non verificabili, e a
sostituirli con la scienza, basata su fatti certi.Diderot affermò che il mondo era esclusivamente materia in
movimento, non è il prodotto di un superiore principio trascendente. La Mettrie , Helvetius e d’Holbach
sostenendo la coincidenza tra anima, natura e materia.Secondo d’Holbach l’universo era solo una catena
ininterrotta di cause ed effetti, in cui la materia esisteva da sempre e la parola creazione non aveva alcun
senso: se l’universo in materia, la natura in materia, anche l’uomo è materia è all’origine di Dio c’erano solo
paura e ignoranza della natura .
La concezione della storia
La fede e la ragione porto gli illuministi a unottimismo nel progresso che avrebbe condotto l’umanità alla
liberazione delle superstizioni. Ne deriva una concezione della storia come un percorso lineare, segnato
da una serie di passaggi verso l’incivilimento, un costante avanzamento a partire da una condizione di
ignoranza e intolleranza per poi progredire .
Si affermò così l’idea che la civiltà conoscesse vari stadi, o epoche, caratterizzati da diverse forme di
organizzazione sociale, economica e politica. Questa concezione venne espressa da Condorcet, che
dimostrò l’evoluzione continua del genere umano.

Il mito del buon selvaggio


La nuova andata di viaggi di esplorazione offre lo spunto per nuove riflessioni. Diderot affermò che i
selvaggi avevano una morale diversa ma non inferiore a quella delle società civilizzate. L’incontro con i
popoli indigeni fu all’origine del mito del buon selvaggio, cioè dell’idea di una bontà originaria dell’uomo: in
quelle lontane terre il uomini vivevano felici lì, liberi e senza conflitti, in una sorta di comunismo originario.
L’incivilimento ha portato a condizioni di vita peggiori .

Il cosmopolitismo
Illuministi furono animati da uno spirito cosmopolita: si ritenevano cittadini del mondo, dato che la ragione
accomunava tutti gli uomini; viaggiarono perciò la scoperta di altri paesi ad altre culture.in alcune delle
loro opere dietro una rappresentazione della civiltà occidentale mettendone alla luce le assurdità e le
irragionevolezza.

Montesquieu e la separazione dei poteri


Montesquieu diede un contributo allo sviluppo del pensiero politico, elaborando la dottrina della
separazione dei poteri. Il suo punto di riferimento fondamentale era la monarchia britannica con il suo
regime parlamentare. Nella sua opera il filosofo francese descrisse diversi regimi politici: (Repubblica,
monarchia e dispotismo) analizzando tutti i fattori che influivano sulla natura delle diverse società e delle
loro leggi. Indicò quali circostanze trasformavano un regime politico in un sistema tirannico. A suo avviso
la causa principale del dispotismo consisteva nella mancata divisione tra il potere legislativo, quello
esecutivo e quello giudiziario: solo separandoli e attribuendoli a diversi organi dello Stato (rispettivamente
al parlamento, al governo e alla magistratura) sarebbe stato possibile garantire la libertà ed evitare un
regime dispotico .

Rousseau e la sovranità popolare


Una posizione diversa fu quella di Rousseau che espresse una prospettiva politica e sociale rivoluzionaria
che gli illuministi generalmente non condivisero. Nelle sue opere giunse a una critica radicale dei regimi
costituiti e sentì l’esigenza di un profondo mutamento sociale e istituzionale. Per lui la storia della civiltà
era una storia di decadenza: costruendo una società ingiusta e dominata dalla diseguaglianza, gli uomini
si erano colpevolmente allontanati dalla felicità che caratterizzava la loro condizione originaria .A suo
avviso, la corruzione della bontà della natura umana si era verificata nel momento in cui il primo uomo
aveva recitato un terreno e affermato: questo è mio. La disuguaglianza e l’infelicità avevano quindi avuto
inizio con la proprietà privata. Rousseau proponeva dunque l’eguaglianza e per garantirla il contratto
sociale doveva sancire due principi irrinunciabili: la sovranità popolare e la democrazia, l’unica forma di
governo legittimo, nel quale la libertà del singolo coincide con quella della comunità. La sovranità popolare
aveva come cardine il concetto di volontà generale che era il bene oggettivo della comunità: obbedendo a
questa il cittadino avrebbe obbedito a se stesso . Se l’abolizione della proprietà privata è l’unica strada per
raggiungere una società di eguale, comunista.

La fisiocrazia
In campo economico il punto di riferimento degli illuministi francesi furono le teorie della scuola fisiocratica
francese fondata da Francois Quesnay. Fisiocrazia, potere della natura , richiama al fatto che la fusis è la
natura intesa come la intendiamo oggi, la produzione agricola che è affiancata . Questi economisti
ritenevano che fosse necessario il massimo sviluppo dell’agricoltura che costituiva la vera fonte di
ricchezza di una nazione. Si doveva quindi adottare una politica di libero scambio,che era una grande
novità rispetto al mercantilismo. Il motto dei fisiocratici era proprio “laissez faire, laissez passer”, con cui
proponevano l’abolizione dei dazi e la messa al bando di qualsiasi misura protezionistica . Vi fu quindi
possibilità di competere sul mercato, se un produttore è in grado di mettere prezzi più bassi venderà di
più . Rousseau introduce il calmiere dei prezzi .
La diffusione del pensiero illuminista
L’Illuminismo conobbe sviluppi autonomi in Gran Bretagna, in Germania e in Italia .

L’Illuminismo in Gran Bretagna :


Bernard Mandville
In Gran Bretagna vi era chi affermava che gli individui agivano spesso con meschinità indotti da motivi
egoistici, per salvaguardare i propri interessi. Il filosofo e medico inglese, di origine olandese, Bernard
Mendeville, nella sua opera “Favola delle api”, affermò che nella nuova società borghese fondata
sull’industria e sul commercio l’aumento della prosperità era inseparabile dalla corruzione e
dell’ingiustizia. Fa riferimento alle api perché sono in una posizione intermedia tra una posizione
empirica (prendono il polline dall’esterno ) e una posizione razionalistica (la trasformano in miele). Le
formiche sono empiriste prendono tutto dall’esterno, i ragni razionalisti fanno la ragnatela da sola.
(La 1 rivoluzione trasforma l’industria tessile da meccanica ad elettrica, vita di sfruttamento del
lavoro,operai senza diritti. Quando il filosofo richiama il peggio del progresso intende questo.)
Rettitudine morale e progresso economico erano incompatibili perché ai vizi privati corrispondevano
pubbliche virtù: una società fondata su principi etici rigorosi avrebbe dovuto rinunciare al lusso.
David Hume
Considerazioni analoghe le espresse anche il filosofo scozzese David Hume, secondo cui gli stessi
concetti di virtù e vizio erano frutto di convenzioni sociali, che definivano ciò che era utile alla società
(azioni virtuose) e ciò che era invece dannoso (azioni viziose). Lui vede nello sviluppo della
rivoluzione industriale il venir meno delle virtù degli uomini pk i datori di lavoro hanno interessi diversi
rispetto agli operai.
Adam Smith
Ciò porto altri pensatori britannici a indicare l’importanza dei sentimenti virtuosi, tra cui la solidarietà,
la benevolenza e la capacità di distinguere il bene dal male. In questa prospettiva, virtù individuale e
utilità sociale non erano in contraddizione. Lo scozzese Adam Smith individuò nella simpatia, intesa
come empatia, il sentimento che permetteva di partecipare alle gioie e alle sofferenze degli altri
essere umani, costruendo una sorta di comunità morale all’interno della quale virtù e vizio erano dei
valori condivisi pubblicamente, la cui tutela favoriva l’altruismo e quindi un progressivo miglioramento
della natura umana .

L’Illuminismo tedesco
Kant
Il principale esponente dell’Illuminismo tedesco fu Immanuel Kant. Nel suo scritto risposta alla
domanda: “che cos’è l’Illuminismo?” (1784) il filosofo affermò che ragione e libertà formano un
binomio indivisibile . Non affronta una definizione dell’Illuminismo in quanto movimento storico,
culturale e politico ma si sofferma invece sull’emancipazione dell’individuo che dovrebbe utilizzare la
propria ragione uscendo da uno stato di minori ta nel quale intendono tenerlo le diverse autorità
politiche, religiose e culturali che esercitano su di lui una qualche tutela .Ciò renderebbe l’uomo
autonomo nelle scelte etiche e politiche.
Kant indicava con il motto “sapere aude” (abbi il coraggio di conoscere), la conoscenza razionale
fondata su una ricerca libera della verità. c’era bisogno infatti di coraggio per distaccarsi da questo
stato di minori ta che ormai è diventata come una seconda natura. In questo suo scritto Kant afferma
di non vivere in un’età illuminata poiché si è ancora lontani da una condizione in cui gli uomini sono in
grado di avvalersi del proprio intelletto senza la guida altri ma gli ostacoli per l’uscita dalla minorità
stavano diminuendo .
Lessing
Anche se le coordinate di fondo del movimento furono sempre il primato della ragione e il progressivo
perfezionamento dell’umanità, in Germania l’Illuminismo si caratterizzò per una maggiore attenzione
all’analisi delle passioni dell’uomo, come nei lavori dello scrittore Lessing che rappresentò
poeticamente gli ideali illuministi. Lo scrittore condannò ogni forma di assolutismo e denunciò le
tragiche conseguenze della censura politica e dell’intolleranza religiosa. La sua battaglia si fondava
sul concetto che la ricerca della verità è essenziale per l’uomo .
Religione naturale e rivelata
Lessing si occupò di filosofia della religione. Il testo “Sulla genesi della religione rivelata” esprime la
posizione di Lessing per quanto riguarda le religioni naturali e rivelate. Alla religione naturale
appartengono la verità di ragione, universali e necessarie, mentre le religioni rivelate o positive
appartengono alla verità di fatto, particolari e contingenti.
Riconoscere un Dio, attribuirgli aggettivi a lui degni e prenderlo in considerazione nelle nostre
azioni è l’essenza di ogni religione naturale. Ogni uomo era legato alla religione naturale in modo
diverso e si sentì il bisogno di rendere comune anche la religione, ci si dovette quindi accordare su
certe cose determinati concetti. Diventa positiva quando un profeta legge la parola di dio, la
interpreta e noi la accettiamo come positiva e la radicalizziamo. Il fondatore di ogni religione
positiva fece credere che tramite la sua mediazione, gli aspetti convenzionale di essa provenissero
da Dio. Tutte le religioni positive e rivelate sono perciò ugualmente vere e false in quanto sono il
prodotto di accordi convenzionali, storicamente determinati, tra gruppi umani . Sono ugualmente
vere, perché ovunque si è presentata alla pari necessità di mettersi d’accordo su cose diverse per
produrre uniformità e omogeneità nella religione pubblica. Sono ugualmente false, perché gli
elementi su cui ci si è accordati, invece di coesistere con la componente essenziale, la
indeboliscono e rimuovono. Perciò la migliore religione rivelata è quella che contiene le minori
aggiunte convenzionali alla religione naturale, e meno la limita .

L’Illuminismo in Italia
L’Illuminismo italiano si caratterizzò per la riflessione politica e civile e i suoi principali centri di
diffusione furono Napoli e Milano .

Illuminismo napoletano
Nel regno di Napoli già nella prima metà del settecento lo storico Pietro Giannone aveva
denunciato l’ingerenza della chiesa negli affari dello Stato. La sua riflessione era ispirata ai principi
del giurisdizionalismo, una dottrina politica che sosteneva la necessità di separare Stato e chiesa e
di sottomettere la giurisdizione ecclesiastica quella laica.
Anche Antonio genovesi si schierò per l’abolizione dei privilegi feudali del clero e della nobiltà.
Analizzò le ragioni dell’arretratezza del regno di Napoli e sostenne un riformismo moderato che
rendesse più partecipe la società napoletana. Sostenne la necessità di favorire lo sviluppo dei
commerci e della manifattura, ma anche la formazione della borghesia partendo dalla diffusione
della cultura e dell’istruzione. Qualche anno prima Ferdinando Galiani aveva tracciato una storia
economica della civiltà schierandosi a favore delle riforme nel regno di Napoli. Il giurista Gaetano
Filangieri nella sua opera la “Scienza della legislazione” si batté per il diritto alla felicità
(anticipazione rivoluzione americana ). Per raggiungerla c’era bisogno di una riforma della
legislazione . Inoltre sostenne la libertà di stampa e l’istruzione pubblica e obbligatoria .
Tutti loro sostenevano che lo stato potesse fare il bene dei cittadini e garantire loro la felicità.

L’Illuminismo milanese
Nel Ducato di Milano il pensiero illuminista aveva il suo centro nell’Accademia dei Pugni, un gruppo
di intellettuali che dal 1764 al 1766 diede vita al giornale “il caffè”, diretto da Pietro Verri. Il loro
motto era “cose, non parole” il loro era uno scambio di idee in un clima sereno dove vi era la libera
espressione di ognuno.
Cesare Beccaria fu il maggiore esponente di questo gruppo: con il suo trattato “Dei delitti e delle
pene” individuò i fondamenti del diritto penale moderno. Contestava gli istituti giuridici dei regimi
assolutistici che non tutelavano nella libertà nella sicurezza dei cittadini. Il malfunzionamento dei
tribunali, la consuetudine della tortura e della pena di morte sottolineavano la necessità di una
profonda riforma delle istituzioni e delle norme giuridiche . Beccaria propose l’istituzione di pene
certe e proporzionate al delitto commesso, sottolineandone il valore rieducativo. Inoltre riteneva
inutile la tortura (se una persona colpevole è molto forte potrebbe sostenere la tortura e non
confessare, mentre un innocente debole potrebbe confessare il falso) e per primo in Europa chiese
l’abolizione della pena di morte .
Il dispotismo illuminato e le riforme
Gli obiettivi dei sovrani
Nel corso del XVIII secolo i monarchi alla guida dei principali Stati europei attuarono una serie di riforme per
migliorare l’efficienza dell’apparato statale.allora obiettivo aumentare le entrate fiscali per finanziare le imprese
belliche.i regnanti volevano allargare i confini territoriali, i ripetuti conflitti provocarono un aumento delle spese e
fu perciò necessaria l’imposizione di nuove tasse.tuttavia sovrani erano costretti a passare attraverso le
assemblee rappresentative, Stati generali o parlamento, dove si scontravano con l’opposizione dei ceti di
nobiltà e clero che godevano di particolari privilegi ed esenzioni fiscali.

I philosophes consiglieri
I sovrani si avvalsero, per intraprendere le riforme, della collaborazione degli intellettuali illuministi.questi uomini
di cultura laica erano accomunati dalla volontà di voler rinnovare la società, le leggi e le istituzioni. Gli illuministi
ottennero il ruolo di interlocutori e consiglieri del sovrano e i monarchi si procurarono un attestato di
legittimazione culturale della propria autorità . Gli intellettuali utilizzando la ragione dimostravano al popolo la
fondatezza delle decisioni dei sovrani, nascente opinione pubblica era più clemente grazie ai philosophes. A
questo periodo di riforme fu dato il nome di dispotismo illuminato che fu comunque un regime monarchico
personale e le principali monarchie del dispotismo illuminato furono la Prussia di Federico II, la Russia della
zarina Caterina I e l’Austria di Maria Teresa d’Asburgo e di suo figlio Giuseppe II.

La centralizzazione amministrativa
Per rafforzare il potere del trono a discapito dei privilegi dell’aristocrazia, in primo luogo i sovrani attuarono una
riforma della pubblica amministrazione, potenziando l’apparato burocratico con la formazione di un corpo scelto
di funzionari specializzati e competenti, dipendenti direttamente dalla corona.ciò garantì un maggior
coordinamento fra i settori dell’amministrazione.

Riforme fiscali e economiche


In secondo luogo i sovrani attuarono una riforma in campo fiscale.tutti gli Stati ricorrevano in genere alle
imposte indirette, di più facile riscossione, che però costituivano la principale causa di malcontento fra la massa
dei sudditi perché colpivano maggiormente i ceti più deboli.perciò questa riforma doveva assicurare allo Stato
dei mezzi più equi per il prelievo fiscale. La compilazione del catasto porta questo sistema disorganizzato ad
essere più funzionale. Il catasto è un ufficio pubblico dove sono registrate le dimensioni e l’ubicazione delle
proprietà , in base a ciò vi erano delle tasse, questo può sembrare a vantaggio del cittadino, ma in realtà è
soprattutto un modo attraverso cui il sovrano ha un mappatura delle proprietà private per l’introito fiscale.
In campo economico i riformatori si ispiravano ai principi della fisiocrazia.

I rapporti con la chiesa


Per quanto riguarda la chiesa i sovrani vollero ridurre i privilegi del clero e ridimensionare il ruolo istituzionale
della chiesa cattolica che rappresentava un potenziale antagonista per l’autorità centrale dello Stato.nel
settecento si ridusse il più possibile l’estensione delle proprietà fondiarie ecclesiastiche, la cosiddetta
manomorta, sfoltendo il numero dei membri del clero e incamerandone i beni.le iniziative dei sovrani in campo
religioso furono ispirate ai principi del giurisdizionalismo, Per cui i monarchi rivendicarono il totale controllo del
territorio dello Stato subordinando la giurisdizione ecclesiastica a quella laica .

L’abolizione della compagnia di Gesù


Fu poi abolita la compagnia di Gesù che nei paesi costituiva una potente istituzione in campo educativo, politico
ed economico .I gesuiti gestivano il sistema scolastico e quindi formavano le classi dirigenti, istruendole
all’osservanza dell’autorità della chiesa. In campo politico condizionava noi a fare i politici sottoponendolo al
controllo delle direttive papali. In campo economico disponevano di un ricchissimo patrimonio. Nel 1773 Papa
Clemente XIV sciolse la compagnia, che sarebbe stata rifondata nel 1814 .

L’organizzazione scolastica
A questo punto i sovrani volevano assumere il controllo dell’educazione delle classi dirigenti .Furono riformate
le università esistenti, creati nuovi istituti di Stato zarina Elisabetta.fu promosso l’insegnamento di discipline e
utili alle professioni. Si crearono biblioteche specialistiche, laboratori di ricerca, musei di , specole (osservatori),
orti botanici e teatri anatomici . L’istruzione di base nella seconda metà del XVIII secolo divenne obbligatoria in
gran parte dei paesi europei, e inoltre particolare attenzione viene riservata all’istruzione femminile.ci fu una
speciale pedagogia per le bambine che coltivava determinate funzioni utili della donna .

Una giustizia più uniforme


Nel corso del secolo la cultura giuridica compì enormi passi in avanti: grazie soprattutto alle opere di Cesare
Beccaria e dei giuristi napoletani furono posti fondamenti del moderno diritto penale e civile.fu abolita la tortura
nella maggior parte degli Stati e la pena di morte solo in alcuni .
La Prussia di Federico II
L’influenza dei lumi
Federico II, divenne re di Prussia nel 1740 e regnò fino al 1786. Suo padre Federico Guglielmo
I aveva previsto per lui una rigida educazione tradizionale, ma fin dalla giovinezza, Federico II
aveva stretto rapporti d’amicizia con alcuni illuministi, tra cui Voltaire, e aveva dato prova di
notevoli capacità intellettuali, scrivendo saggi di storia politica e militare.

L’assolutismo di Federico II di Prussia


Federico II definì i sovrani “i primi servitori dello Stato“ e costruì di se stesso un’immagine di
monarca tollerante, protettore dei commerci e delle manifatture, permissivo nei confronti della
stampa, attento allo sviluppo dell’istruzione, contrario alla tortura e alla pena di morte. Era un
sovrano riformatore e aveva come obiettivo il rafforzamento del regno sotto il profilo
amministrativo, politico ed economico. Si concentrò su una politica militare aggressiva e sullo
sviluppo dell’economia.

L’obiettivo dell’unità territoriale


In Prussia il sovrano regnava su territori non continui e potè unificarli solo con la guerra.
Brandeburgo e Pomerania erano infatti separati dai territori della Prussia orientale per la
presenza di un corridoio polacco. Appena salito al trono, il sovrano invase la Slesia e con la
spartizione della Polonia tra Russia Austria e Prussia, nel 1772 riuscì a collegare la Prussia
orientale al Brandeburgo ottenendo l’unità territoriale del suo Stato .

L’esercito gli apparati di Stato


Federico II rinforzò l’esercito. Come il padre si avvalse della collaborazione della nobiltà rurale
prussiana, gli Junker (classe sociale di campagna simile a quella di Cromwell ), con lo scopo di
formare di avere sudditi fedeli. Sempre seguendo le orme del padre migliorò l’efficienza della
burocrazia e del sistema fiscale per aumentare le entrate dello Stato. Nelle università fece
istituire cattedre di scienza camerale, così da formare dei funzionari in modo da affidare i
compiti in base a un’istruzione specifica per raggiungere uno stato ordinato (Simile alla scuola
della funzione pubblica in Francia Luigi 14.)
Rafforzò anche altri apparati statali istituì un ministero del commercio e un altro per l’esercito. Il
sovrano agì sempre con l’obiettivo di inculcare nei cittadini il senso del dovere, la lealtà e
l’attaccamento nei confronti dello Stato. Fu così che si affermò un forte senso di appartenenza
alla comunità nazionale prussiana. Federico II attuò anche una politica di tolleranza religiosa
guadagnandosi apprezzamenti in tutta Europa e consolidando così la sua reputazione di
principe illuminato.

Sviluppo economico e struttura sociale


In campo economico Federico II incentivò la colonizzazione delle regioni orientali, protesse
l’attività manifatturiera con dazi sulle importazioni, finanziò nuove industrie e ampliò la rete
stradale. La struttura sociale dello Stato prussiano rimase tradizionale e gerarchica : la nobiltà
ricopriva gli alti gradi della burocrazia dell’esercito; la borghesia fu favorita nelle sue attività
poiché doveva aumentare il reddito del paese; i contadini, poterono accedere all’istruzione
elementare obbligatoria del 1763, e oltre a lavorare pagavano le tasse .
L’Austria di Maria Teresa d’Asburgo Giuseppe II
Le riforme di Maria Teresa
Nei territori degli Asburgo (Impero austro ungarico, (territori dell’austria, territori che guardano la
penisola Balcanica, la republica cieca e slovacca, Maria Teresa , il figlio e tutti i sovrani asburgici
avevano un controllo puntuale del territorio e non c’era un’autonomia dei singoli stati, era
frammentato per una questione linguistica e religiosa accumunati dal riconoscimento della città
di Vienna come capitale) la struttura sociale e la presenza della chiesa e impostare interventi più
radicali riforme più incisive rispetto a quelle effettuate in Prussia. Maria Teresa d’Asburgo salì al
trono nel 1740, anno in cui Federico II divenne re di Prussia. Indirizzò la sua azione di governo
al miglioramento dell’efficienza della burocrazia e al consolidamento della finanze dello Stato,
anche in vista di una politica estera di potenza. L’apparato amministrativo fu rinnovato e posto
sotto la vigilanza di un unico organismo, il consiglio di Stato.le corti d’appello di Austria e
Boemia furono unificate , mentre l’Ungheria continua a mantenere una propria autonomia.gli
Asburgo miravano a creare nei loro domini una nobiltà di servizio, più fedeli al sovrano rispetto a
quella di sangue. La nobiltà e il clero vennero chiamati a contribuire al gettito fiscale, grazie
all’introduzione di procedure, come il catasto.nel 1771 fu concessa ai contadini la possibilità di
diventare proprietari terrieri dietro pagamento di un riscatto, ciò era a vantaggio dello Stato che
avrebbe così potuto incrementare le proprie entrate. Ai nobili vennero affidati incarichi più elevati
amministrazione dell’esercito. Inoltre Maria Teresa provvede a rendere obbligatoria l’istruzione
elementare nel 1774 e istituì una chiesa in ogni parrocchia.allo stesso tempo a Franco
l’istruzione superiore e universitaria dal controllo della chiesa, ponendola sotto le insegne dello
Stato.

La politica religiosa di Giuseppe II


L’azione riformatrice di Maria Teresa fu proseguita dal figlio Giuseppe Secondo, reggente
insieme alla madre dal 1765 e divenne imperatore dal 1780 al 1790.si distinse soprattutto per i
suoi interventi in materia di politica ecclesiastica: nel 1781 numerosi ordini religiosi vennero
soppressi, molti conventi chiusi, furono aperti nuovi seminari per la formazione del clero, posti
sotto il controllo dell’autorità civili. I beni ecclesiastici vennero incamerati dall’erario il ricavato
della loro vendita servì per ripagare i debiti di guerra e stipendiare il clero.Giuseppe Secondo
diventò famoso anche per il suo atteggiamento di generale intolleranza religiosa: estese agli
ebrei il godimento dei pieni diritti civili del 1781, accordò la libertà di culto alle confessioni
cristiane non cattoliche e introdusse la possibilità del matrimonio civile e del divorzio .

Le riforme giuridiche, fiscali e civili


Nel 1787 abolì la censura e introdusse un nuovo codice penale che eliminava la tortura e ogni
discriminazione di ceto di fronte alla legge.rese poi la coscrizione obbligatoria così da rafforzare
l’esercito.abolì la servitù della gleba e assicurò a tutti i sudditi la piena cittadinanza, garantendo
loro il diritto di cambiare residenza professione e proprietà, oltre che la completa libertà di scelta
matrimoniale.

Giuseppinismo
L’attività riformatrice di Giuseppe II passo alla storia con il nome di giuseppinismo, si basava sul
pieno riconoscimento dei diritti dei sudditi di fronte ai quali il sovrano, di sua iniziativa, decise di
limitare la propria autorità. Ai sudditi venivano riconosciuti questi determinati diritti intangibili, ma
era il potere monarchico a definirli e a sancirli dall’altro.perciò dopo la sua morte nel 1790, il suo
successore poté annullare molte delle sue riforme . (sinonimo di laicizzazione dello stato)
La Russia di Caterina II
La zarina e il colpo di stato
Nonostante gli sforzi di Modern Needs azione compiuti da Pietro il grande a metà settecento la
Russia era ancora un paese estremamente arretrato. La situazione cambiò nel 1762, quando la
moglie di Pietro III si impadronì del potere con un colpo di Stato, facendo assassinare il marito e
assumendo la guida dell’impero, che mantenne fino al 1796. Per essere accettata dal popolo
russo si convertì alla fede ortodossa e cambiò il suo nome in Caterina II, facendo dimenticare la
sua origine, era infatti nata in Prussia e apparteneva a un ramo cadetto quindi non le spettava la
successione. La zarina, educata alla cultura illuminista, attuò una politica riformatrice in sintonia
con quella degli altri paesi europei e passa alla storia come Caterina la grande.

La politica ecclesiastica
Caterina seconda si impegnò innanzitutto a diminuire il patrimonio fondiario della chiesa
ortodossa. Confiscò proprietà ecclesiastiche e trasformò poi il clero russo in un corpo di sacerdoti
stipendiati dallo Stato. Fece ciò per colmare le ingenti spese sostenute per la partecipazione della
Russia alla guerra dei sette anni .
(La chiesa ortodossa era nata nel 1054 con lo scisma d’oriente ed era posta sotto la guida del
patriarca di Costantinopoli )

La politica sociale
Nel 1773 ci fu una grande rivolta dei contadini guidata da Pugacev, durante la quale molti nobili
furono massacrati .Caterina la soppresse con l’esercito. Ribadì la servitù dei contadini, e per
evitare il rischio di ulteriori sollevazioni, aumentò il controllo amministrativo del territorio. Agli
aristocratici, la zarina fece numerose concessioni, formalizzate nella Carta della nobiltà del 1785,
che li esentava dal servizio militare dal pagamento delle tasse e garantiva loro la totale
giurisdizione sugli uomini alle terre di cui erano proprietari.
Per quanto riguarda le riforme sociali Caterina introdusse l’istruzione elementare statale e
gratuita, ma solo nelle città.

L’espansione territoriale
La zarina inoltre volle espandere la Russia. Il suo favorito, Potemkin, elaborò un piano militare
molto ambizioso, che venne chiamato progetto greco, per ampliare le frontiere verso ovest, con
l’annessione di una parte della Bologna e verso sud, a spese dell’impero ottomano. Il progetto fu
perseguito con una prima guerra contro gli ottomani, la Russia ottenne la città di Azov e parte
delle regioni che si affacciano sul Mar Nero, successivamente acquisì anche la Crimea.

La spartizione della Polonia


La Polonia a seguito della morte di Augusto terzo, fu divisa tra Russia, Austria e Prussia.alla
morte di Caterina Mosca controllava un territorio molto più esteso del regno di Pietro il grande .
L’ascesa dei Savoia
I Savoia
L’unica dinastia in espansione nell’Italia Dalla fine del seicento alla metà del settecento furono i
Savoia, con una brillante organizzazione militare, si inserirono abilmente nei conflitti europei .

Da Vittorio Amedeo II a Carlo Emanuele III


Il duca Vittorio Amedeo II completò l’opera di rafforzamento della corona avviata alla fine del
seicento. Nel 1720 fu perfezionato l’assetto dello Stato che era uscito dalla guerra di
successione spagnola: la Sicilia, che aveva portato la dignità regale ai Savoia, fu ceduta agli
Asburgo in cambio della Sardegna e Vittorio Amedeo assunse il titolo di re di Piemonte e di
Sardegna. Il sovrano proseguì le riforme burocratiche e militari e giuridiche volte a rendere il
regno di Savoia più efficiente. Le leggi del regno furono unificate in un sistema coerente,
Costituzioni del 1723 e del 1729. Continuò la progressiva riduzione dei privilegi dell’aristocrazia
e del clero e fu stabilito un controllo più stretto sul fisco con la compilazione del catasto, nel
1731, che garantì una distribuzione più equa delle imposte in seguito all’abolizione delle
esenzioni fiscali. Inoltre in base ai due concordati con la chiesa del 1727 del 1740, Vittorio
Amedeo II e il suo successore Carlo Emanuele III controllarono la nomina dei vescovi. Fu
istituito anche un sistema statale di scuole secondarie fuori dal controllo della chiesa.Carlo
Emanuele III salì al trono nel 1730 ed estese provvedimenti già adottati in Piemonte anche alla
Sardegna .Fu affiancato dal ministro Giovanni Battista Bogino, che impose nell’isola varie
misure per limitare il potere baronale , ridurre i privilegi della chiesa, riformare il settore
dell’istruzione e estirpare il brigantaggio locale. Durante la guerra di successione polacca si
schierò a fianco della Francia di Luigi XV, in quella austriaca appoggiò Maria Teresa Austria.
Con la pace di Aquisgrana nel 1748 i Savoia estesero ulteriormente le frontiere del regno sino
al fiume Ticino.

Un forte apparato militare


Sia Vittorio Amedeo II che successivamente Carlo Emanuele III, potenziarono l’esercito,
aprendo i più alti gradi della carriera militare anche al ceto medio, selezionando i militari in
base al merito. Il Piemonte trasformò l’esercito in un forte fattore di coesione interna . Gli
investimenti del governo nell’esercito portarono anche alla creazione di una scuola di artiglieria
e allo sviluppo di fonderie laboratori chimici .

Lo sviluppo economico del regno


Il regno di Sardegna prosperò anche dal punto di vista economico nel corso del settecento.
Vittorio Amedeo II aveva adottato una serie di provvedimenti di natura mercantilistica,
imponendo dazi sulle importazioni, agevolando le esportazioni e concedendo privilegi ai
fabbricanti. Il regno arrivò ad avere una delle più efficienti economie d’Italia .
Rivoluzione industriale
Rivoluzione
Quando si parla di rivoluzione abbiamo una trasformazione radicale , non è un’azione violenta
con spargimento di sangue ma dobbiamo pensare a un cambiamento epocale.
Le tre rivoluzioni che caratterizzano il 700:
• la prima rivoluzione industriale , non ha una data precisa e può essere collocata nella prima
metà del 700. In questa fase concentriamo l’attenzione sull’Inghilterra , rivoluzione
dell’industria tessile .Si introduce il settore che trasforma merci utilizzando forme di energie
(mulino a vento, energia meccanica acqua,combustione della legna …). ma senza ancora
le industrie . (Vantaggio Inghilterra : prima rivoluzione , tessile , lana , ha fiumi navigabili ,
ciò consentiva un trasporto veloce delle merci . Solo in Inghilterra c’erano caratteristiche
tali per la rivoluzione . Liverpool villaggio si trasforma in città industriale.)
• Con la seconda rivoluzione industriale ,1830-60, le industrie utilizzano i giacimenti di
carbone (che si trovano nei paesi più antichi :Belgio, Germania, Francia… NO Italia)
• A partire dalla fine del 1800 è importante il petrolio , che è facile da trasportare , quindi
anche l’Italia diventa un paese industriale dopo la seconda guerra mondiale .

La recinzione delle terre


Tra i fattori che portarono alla rivoluzione industriale inglese vi sono i progressi dell’agricoltura . Sin dalla
fine del seicento in Gran Bretagna la superficie coltivata si era estesa grazie numerosi interventi di
bonifica . Inoltre si moltiplicarono le enclosures e le terre si stavano concentrando nelle mani di pochi
grandi e medi proprietari.i numerosi piccoli proprietari cedevano gli appezzamenti di cui erano in
possesso convertendo queste risorse per impiegarle in attività manifatturiere o trasformandosi in
affittuari. Molti si ridussero a braccianti salariati a servizio delle aziende agricole che producevano per il
mercato oppure abbandonavano i villaggi per andare a lavorare nei distretti minerari.

Innovazioni nell’agricoltura
Furono introdotte nuove tecniche agricole soprattutto grazie a un’innovazione molto importante che fu la
quadruplice rotazione (tra colza, orzo, trifoglio e grano) al posto del vecchio sistema trifase, basato
sull’alternarsi del maggese su un terzo del terreno e, un periodo di riposo dovuto al clima dell’Inghilterra.
Un’altra novità fu l’adozione di attrezzi di ferro che migliorò i lavori di aratura e semina.

Crescita demografica
A partire dalla metà del settecento la popolazione inglese crebbe in modo costante dai 6 milioni di
abitanti del 1740 passo agli ultra e 14 nel 1830.aumentò il tasso di natalità e si ridusse la
mortalità.malattie come la peste e la malaria furono frenate dalle bonifiche di aree malsane e la maggior
disponibilità di alimenti fecero aumentare la speranza di vita .

Innovazioni tecnologiche
Tra i fattori decisivi per l’avvento dell’industrializzazione ci furono le innovazioni tecnologiche.intorno
al1760 fecero la loro comparsa molti nuovi congegni tra cui ricordiamo il filatoio meccanico e la
macchina vapore.questi furono il prodotto dell’inventiva del talento di brillanti operai artigiani che separò
escogitare delle soluzioni pratiche ad alcuni problemi.l’economia britannica trasse beneficio dalla
tradizione intellettuale scientifica orientata alla sperimentazione E fondata sull’empirismo.

L’industria tessile prima della rivoluzione industriale


Durante il XVII secolo si era diffusa la produzione tessile a domicilio nelle campagne: Nelle abitazioni
inglesi c’era il telaio, le donne filavano mentre i uomini tessevano Il surplus dei panni di lana veniva
raccolto di casa in casa dagli imprenditori e finiva sul mercato. Gli imprenditori ad un certo punto si
resero conto del vantaggio che avrebbero ottenuto da un opificio con dei lavoratori (persone che prima
lo facevano a casa) (lavoro manuale) si avviò così la produzione di serie. Ciò ovviamente li
avvantaggiava perché non dovevano più andare casa per casa , potevano controllare che il lavoro fosse
svolto in un determinato tempo, datore di lavoro che procurava materie prime e attrezzi (capitalista
perché investe nei telai), i lavoratori sono i proletari .
La produzione era centrata soprattutto sulla lana, una manifattura da antica tradizione.quanto
all’industria cotoniera, in Inghilterra era ancora un settore marginale . (la lana perché il cotone non c’era
Le nuove macchine
Lo scenario cambiò intorno al XVIII secolo. Nel 1733 fu inventata la spoletta volante da John key che
permise di accelerare il lavoro di tessitura. Questo comporta la trasformazione da opificio a fabbrica . Nel
1764 fu ideata la filatrici e semimeccanica che consentiva di produrre più fili insieme; nel 1769 il filatoio
automatico ad acqua, azionato dall’energia idraulica. Nel 1779 il filatoio intermittente, combinò i vantaggi
di quelli precedenti producendo filati di maggior qualità a prezzi inferiori.anche nella tessitura
proseguirono le innovazioni con il telaio meccanico nel 1785 .

L’industria cotoniera
In breve tempo con i progressi tecnologici sì poter creare un tessuto di cotone di qualità equivalente a
quello indiano ma di costo inferiore.vennero triplicati i dazi di importazione sui tessuti provenienti
dall’India.alla fine del XVIII secolo l’industria cotoniera contribuì molto all’aumento del reddito nazionale. Il
cotone era alla base delle relazioni commerciali della Gran Bretagna con l’Africa e le Indie, basate sulla
tratta degli schiavi africani e sull’importazione di cotone grezzo indiano che veniva poi lavorato in
Inghilterra ed esportato con il prodotto finito.

La macchina a vapore
L’industria tessile progredì grazie un’altra invenzione ancor più decisiva: la macchina vapore, brevettata
da James watt nel 1775 con la quale l’energia termica veniva convertita in energia meccanica, fino ad
allora fornita unicamente dai mulini ad acqua o dal legno che arde. Inizialmente la macchina vapore
venne utilizzata per l’estrazione del carbone, consentendo di raggiungere le riserve di carbone sempre
maggiore profondità (difficili da raggiungere per via dell’acqua), grazie anche alla strada ferrata si
trasportava il carbone . Successivamente l’impiego della macchina a vapore si diffuse in molti settori, dal
comparto tessile e l’industria del ferro. Fu poi migliorata e nel 1796 L’ingegnere inglese Richard Trevithick
fu in grado di progettare e costruire la prima locomotiva a vapore (Primo tratto ferroviario collega Napoli a
portici) . Allo stesso tempo venne migliorata l’energia idraulica, principale fonte di energia per lo sviluppo
dell’industria tessile. Nel 1823 si giunse alla costruzione della prima turbina che permetteva di trasformare
l’energia idraulica in energia meccanica .

L’industria del ferro


Un settore dove le innovazioni furono meno radicali ma di notevole impatto per l’economia fu
quello del ferro.l’Inghilterra era ricca di giacimenti di ferro e poté dare avvio a una fiorente
industria mineraria e metallurgica.nel corso del settecento i risultati della fusione del ferro
migliorarono sostituendo al carbonfossile il carbone purificato, il coke. Per facilitare la
conversione del ferro e ghisa fu inventato il forno di puddellaggio, Che raggiungeva altissime
temperature e consentiva una lavorazione più semplice del materiale.inoltre la macchina vapore
fu utilizzata anche nell’industria siderurgica.

Mercato nazionale
Il diffondersi del lavoro salariato nelle campagne nella città, la crescita dei redditi e la crescita
demografica determinarono la formazione di un vivace mercato interno. Ci fu un miglioramento
delle reti di trasporto, le reti viarie e i canali navigabili (utili per il trasporto di materiali pesanti
come il ferro e il carbone ) furono ampliate .

Mercato internazionale
Nel corso del settecento l’Inghilterra aveva conquistato una posizione dominante nei grandi
traffici commerciali, specie in quelli d’oltre mare che vedevano Londra il centro dell’economia
mondiale. Il commercio produceva enormi profitti e la vittoriosa conclusione della guerra dei sette
anni aveva contribuito alle fortune dell’Inghilterra.il controllo di nuovi territori assicurarono un
rifornimento più semplice delle materie prime per le manifatture e anche un ampio mercato di
vendita per i prodotti finiti .

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