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La Polonia

La Polonia, ufficialmente Repubblica di Polonia (in polacco Rzeczpospolita Polska, nel linguaggio comune
Polska), è uno stato situato nell'Europa centrale, membro dell'Unione europea, della NATO e dell'ONU. La
Polonia ha una popolazione di circa 38 milioni di abitanti. La città principale, nonché capitale, è Varsavia (in
polacco Warszawa).

La Polonia è un paese sviluppato, con un'economia avanzata e alti standard di vita. Dalla fine del periodo
comunista ha raggiunto un alto tasso di sviluppo e un aumento dell'economia, tuttora in crescita.

Storia

Tra il 14° e il 16° secolo la Polonia fu una delle più potenti formazioni politiche dell’Europa centro-orientale.
Andata poi incontro a un progressivo smembramento, scomparve del tutto come entità statale alla fine del
18° secolo. Rinata come Stato indipendente dopo la Prima guerra mondiale, nella seconda metà del
Novecento fu governata da un regime comunista integrato nel blocco sovietico, che crollò nel 1989.

Abitato sin dall’antichità da popolazioni slave, il territorio dell’attuale Polonia fu unificato nel 10° secolo
dalla dinastia dei Piasti, che cristianizzò il paese. Trasformata in regno al principio dell’11° secolo, nella
seconda metà del Trecento la Polonia cadde sotto il dominio della dinastia lituana degli Iagelloni, che
crearono un vasto e potente Stato polacco-lituano e inaugurarono un periodo di grande splendore. Tra
Cinquecento e Seicento, dopo l’estinzione della dinastia, ebbe inizio una lunga fase di crisi. La Polonia
perdette ampia parte dei suoi territori e vide affermarsi definitivamente lo strapotere della nobiltà, in una
struttura politica sempre più fragile. Coinvolta in numerosi conflitti, tra Seicento e Settecento essa cadde in
balia delle potenze straniere. Quasi un secolo più tardi scomparve del tutto come Stato in seguito a tre
successive spartizioni tra Russia, Prussia e Austria, che ebbero luogo nel 1772, nel 1793 e nel 1795.

Nel 1815 il Congresso di Vienna ricostituì lo stato polacco, affidandone il controllo alla Russia zarista, che
mise in atto una spaventosa oppressione nel paese. Percorsa da forti spinte indipendentistiche (culminate
nelle insurrezioni del 1830-31 e del 1863), la Polonia fu ricostituita come Stato indipendente dopo la Prima
guerra mondiale, sotto la guida del generale Jozef Pilsudski, che tra il 1926 e il 1935 instaurò un regime
dittatoriale.

Nel 1939, al principio del secondo conflitto mondiale, essa fu invasa dalla Germania e subito dopo
dall’Unione Sovietica. Gli anni della guerra e dell’occupazione furono drammatici per il paese, che subì
perdite umane pesantissime, soprattutto nella componente ebraica della popolazione, massacrata in massa
nei ghetti e in numerosi campi di sterminio nazisti, tra cui quello di Auschwitz (Shoah). I Tedeschi furono
cacciati dalla Polonia dai Sovietici, che al termine del conflitto stabilirono il proprio controllo sul paese.

Dopo le elezioni del 1947, i comunisti assunsero il potere e abolirono qualsiasi pluralismo partitico. La
Polonia divenne in tal modo un paese di stampo sovietico, pienamente integrato nel sistema politico e
militare dell’URSS, nonostante le ampie manifestazioni contro il regime che si svilupparono nei decenni
successivi, in particolare dopo l’avvio della destalinizzazione (Stalin) nella seconda metà degli anni
Cinquanta.

Nel 1980 una nuova ondata di contestazioni operaie costrinse il governo a riconoscere il diritto di sciopero e
la libertà sindacale. Sorse allora il sindacato di Solidarność che, con il suo leader Lech Walesa, divenne il
motore della lotta contro il regime, con il sostegno del papa polacco Giovanni Paolo II, molto attento alla
Polonia in quanto paese cattolico. Il governo introdusse la legge marziale e mise fuori legge Solidarność.
Negli anni successivi, tuttavia, tali misure furono attenuate, soprattutto dopo l’ascesa al potere in Unione
Sovietica di Michail S. Gorbačëv (1985). Questo processo culminò, nel 1989, nella celebrazione delle prime
elezioni pluripartitiche della Polonia comunista, che segnarono la piena affermazione di Solidarność e, di
fatto, la fine del regime. Da allora la Polonia ha avviato una complessa transizione alla democrazia e
all’economia di mercato, in un quadro di instabilità politica e di tensioni sociali che hanno fortemente eroso
il consenso nei confronti di Solidarność e di Walesa, che è stato presidente della Repubblica dal 1990 al
1995.

Geografia

La Repubblica Polacca si trova in Europa Centrale. Confina a ovest con la Germania, a sud con la Repubblica
Ceca e la Slovacchia, a est con la Lituania, la Bielorussia e l’Ucraina, a nord con il Mar Baltico e la Russia
(distretto di Kaliningrad). La Polonia è situata al cuore del continente. Secondo i più antichi calcoli è proprio
in territorio polacco il centro geografico d’Europa.

La morfologia del territorio polacco è estremamente diversificata. A sud si innalzano le catene montane dei
Sudeti, dei Carpazi e grandi altipiani. I Sudeti sono tra i massicci montuosi più antichi del nostro continente.
I Carpazi sono relativamente più giovani. La loro parte centrale è costituita dai Tatra, le sole montagne in
Polonia caratterizzate da una morfologia alpina. La zona centrale del paese è occupata dalle grandi pianure.
Al nord, nelle regioni della Pomerania e dei Masuri, centinaia di laghi costellano i pittoreschi rilievi, al riparo
di splendidi boschi. Ancora più a nord si dispiegano le spiagge sabbiose del Mar Baltico.

Il clima della Polonia è temperato. In estate, a luglio, la temperatura media è di ca. 19oC (34,2ºF); non
mancano le giornate calde, con una temperatura che supera i 30oC (54ºF). I mesi più freddi dell’anno sono a
gennaio e a febbraio, con temperature medie di qualche grado inferiori allo zero. D’inverno (gennaio,
febbraio e marzo) i monti sono in genere discretamente innevati.

Etnie e religione

Il paese ha 37,78 milioni di abitanti, il 96,74%, sono polacchi; 471 500 (1,25%) hanno un'altra nazionalità;
774 900 (2,03%) non hanno dichiarato alcuna nazionalità. Le minoranze straniere sono piuttosto esigue:
Tedeschi (4%), Ucraini (4%), Bielorussi (0,5%). Un’analoga compattezza si può notare anche dal punto di
vista religioso: di fronte alla stragrande maggioranza di cattolici (90,1%), gli ortodossi costituiscono lo 0,4%
della popolazione, gli Ebrei superstiti sono circa 1500. Nel dopoguerra, la Polonia ha conosciuto un aumento
costante di popolazione, sia per cause naturali sia per motivi sociali.

La minoranza dei tatari polacchi o tatari di Lipka, si tratta di un gruppo che migrò in Polonia tra la fine del
Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, islamico e in genere parlante il polacco. Essi sono anche presenti,
ma in misura minore, nei territori occidentali dell'Ucraina, Lituania e della Bielorussia un tempo appartenuti
alla Polonia.

Lingua

Il polacco fa parte delle lingue slave occidentali: Il polacco come lingua letteraria sorse tra il Quattrocento e
il Cinquecento. L'ortografia si sviluppò gradualmente, poiché molti autori ed editori proposero le proprie
idee e le proprie modifiche in un ampio arco di tempo. L'ortografia così inventata, con poche modifiche,
viene usata ancora oggi.

L'alfabeto polacco è la forma di alfabeto utilizzato per scrivere la lingua polacca. È basato sull'alfabeto
latino, sebbene siano presenti alcune lettere ed alcuni accenti specifici che servono per la trascrizione di
particolari suoni caratteristici della lingua polacca. L'alfabeto è costituito da 35 lettere che includono 9 vocali
e 26 consonanti arricchite da segni diacritici come la codetta (Ąą, Ęę), l'accento acuto (Ćć, Ńń, Óó, Śś, Źź), la
barra obliqua (Łł), il punto sovrascritto (Żż). Fa inoltre uso di 7 digrammi, detti dwuznaki (ch [x], cz [t ͡ʂ], dz
[dz], dź [ʥ], dż [d͡ʐ], rz [ʐ], sz [ʂ]) e 1 trigramma, detto trójznak (dzi [ʥi]).

La base è slava, con buona parte del vocabolario e della fraseologia di origine latina o greca. I prestiti
dall'italiano si possono trovare, come in altre lingue, in ambito culinario (es. makaron, "pasta") e musicale
(es. sonet, "sonetto"; solista, "solista"). Più interessanti sono i prestiti dei nomi di alcune verdure (es.
pomidor, "pomodoro"; cebula, "cipolla"; sałata, "lattuga, insalata"; por, "porro"; cukinia, "zucchina"), dovuti,
pare, a Bona Sforza d'Aragona (1494-1557), figlia del duca di Milano Gian Galeazzo e regina di Polonia, che
importò alcune verdure dall'Italia, oltre ad aver contribuito alla diffusione della cultura rinascimentale
italiana.

Le differenze dialettali in polacco sono piccole. Tra quelli che maggiormente si distinguono ci sono il dialetto
della Slesia e il dialetto montanaro, parlato nei rilievi montuosi dei Carpazi occidentali, detti anche Monti
Tatra, nei pressi della località di Zakopane, vicino al confine slovacco. Il polacco è una lingua ad accento
fisso: l'accento tonico delle parole cade sempre sulla penultima sillaba (serwetka, "tovagliolo"; woda,
"acqua"; zatrzymywać, "fermare"); esiste su alcune lettere un segno diacritico (Ćć, Ńń, Śś, Źź) simile al segno
italiano dell'accento, che non ha nulla a che vedere con l'accento tonico, bensì indica una modifica nella
pronuncia della consonante. La fonologia polacca è più ricca rispetto a quella italiana.

La bandiera

La bandiera della Polonia è in uso sin dall'inizio del XX secolo ed è composta da due bande orizzontali di pari
dimensioni: bianca quella superiore e rossa quella inferiore. Nell'insegna civile e in quella di Stato è
presente lo stemma nazionale al centro della banda bianca. L'insegna di guerra è come queste ultime ma
con l'aggiunta di una coda di rondine che porta a una proporzione di 10:21.

Il 7 febbraio 1831 durante la rivolta di novembre, la Camera dei deputati della Polonia decise che i colori
nazionali della Polonia sarebbero stati quelli dello stemma dell'Unione polacco-lituana, ossia il bianco e il
rosso.

Il 1º agosto 1919, la Camera dei deputati della Polonia nuovamente indipendente creò la bandiera polacca
nella sua attuale forma.

In Polonia il giorno della bandiera viene celebrato il 2 maggio sin dal 2004. Non si tratta comunque di una
festività pubblica. Lo Stemma della Polonia rappresenta un'aquila bianca con corona, artigli e becco d'oro,
su scudo rosso.

L'attuale stemma è stato ri-adottato il 9 febbraio 1990, quando fu ripristinata sulla testa dell'aquila la corona
d'oro, rimossa dalle autorità comuniste durante la Repubblica Popolare di Polonia. Simbolicamente la
bandiera presidenziale rossa, i sigilli presidenziali e statali e il testo originale della Costituzione del 1935
erano custoditi dagli ormai anziani rappresentanti del Governo in esilio della Polonia a Londra fin dagli anni
quaranta; al momento del suo insediamento come primo Presidente della nuova Repubblica di Polonia Lech
Wałęsa ricevette personalmente quegli antichi simboli, a dimostrare una continuità ideale della nuova
Polonia con quella precedente alla seconda guerra mondiale.

Città

La Polonia è entrata a far parte per la prima volta alla lista dei Patrimoni dell'Umanità UNESCO nel 1978.
hanno fatto il loro ingresso: Varsavia, Zamość e Toruń. Tra i parchi nazionali troviamo nella lista UNESCO
quello di Bialowieża, dove è racchiusa l'ultima foresta primordiale d'Europa e dove vivono i maestosi żubr, i
bisonti europei, e lo spettacolare Parco Mużakowski tra la frontiera polacco e tedesca.

Tutt'altra categoria è rappresentata invece dagli ex campi di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, dove
hanno perso la vita milioni di persone. Il museo-campo di concentramento nazista Auschwitz-Birkenau si
trova nella città di Oświęcim.

Il complesso dei campi di Auschwitz, il più grande mai realizzato dal nazismo, svolse un ruolo fondamentale
nel progetto di "soluzione finale della questione ebraica" divenendo rapidamente il più efficiente centro di
sterminio della Germania nazista. Auschwitz, nell'immaginario collettivo, è diventato il simbolo universale
del lager, nonché sinonimo di "fabbrica della morte", realizzato nel cuore dell'Europa orientale del XX
secolo.

Nel 1947 il parlamento polacco deliberò la creazione di un memoriale-museo che comprese l'area di
Auschwitz I e Auschwitz II. Nel 1979 il sito venne dichiarato patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. La
denominazione iniziale Auschwitz Concentration Camp è stata modificata in Memorial and Museum
Auschwitz Birkenau - German Nazi Concentration and Extermination Camp.

Feste

Natale: Come raccontato sull'articolo dedicato al Natale in Polonia, le festività del venticinque e del ventisei
Dicembre coincidono, così come quella di Capodanno e del sei gennaio. Il ventisei è più conosciuto come il
Secondo giorno di Natale o Drugi Dzień Świąt ma anche in Polonia c'è il riferimento a Santo Stefano o Św.
Szczepana. Lo stesso per il sei Gennaio, non conosciuto come Epifania bensì come Trzech Króli con
riferimento ai Re Magi.

Pasqua: Le festività coincidono con quelle italiane con chiusure previste per Pasqua e Pasquetta.

Primo Maggio: Anche in Polonia la festa del lavoro coincide con quella italiana.

Festa della Costituzione: Il Tre Maggio si festeggia lo Święto Konstytucji per commemorare una delle prime
costituzioni al mondo risalente al 1791. Data la vicinanza al Primo Maggio, spesso in Polonia si uniscono le
feste chiudendo anche il Due Maggio. Lo stesso Due Maggio è il Dzień Flagi o Festa della Bandiera polacca
che però è ufficialmente un giorno lavorativo.

Zielone Świątki: Festa religiosa che ricade quarantanove giorni dopo Pasqua. Si tratta quindi di una festa
mobile. Ufficialmente è un giorno non lavorativo ma cade ovviamente di domenica.

Boże Ciało: Il Corpus Domini cade sempre il secondo giovedì di Giugno. Anche in questo caso c'è l'abitudine
del ponte per il giorno successivo e per il tutto il fine settimana.

Ferragosto: Cade il quindici Agosto come in Italia.

Tutti i Santi: Cade il primo Novembre come in Italia.

Dzień Niepodległości: La Festa dell'Indipendenza è un evento nazionale che cade ogni Undici Novembre. La
festività ricorda l'ottenimento dell'indipendenza dopo 123 anni in cui la Polonia venne divisa fra Prussia,
Austria e Russia dal 1795 al 1918. Si tratta di un giorno libero dal lavoro in cui i polacchi scendono nelle
piazze con bandiere bianco rosse in vari eventi commemorativi in tutte le città.

Cibo

a cucina polacca è molto varia ma risulta difficile definirne l'origine e la tipicità. La cucina attuale infatti è
frutto dei cambiamenti storici e delle numerose invasioni, che hanno profondamente influenzato la moda
culinaria ed è il risultato della reinterpretazione delle influenze delle cucine russa, tedesca, francese e
italiana. L'ingrediente principale è la patata ma sono molto celebri le carni di maiale affumicate e le zuppe.

Il pranzo è il pasto principale della giornata, ed è consumato nelle prime ore del pomeriggio. Le portate
sono una zuppa, seguita da un piatto generico e verdura e infine il dolce accompagnato da tè.

Tra le minestre tradizionali il barszcz, una zuppa di barbabietole, il żurek, una minestra di farina di segale
acida, la ogórkowa, una minestra di cetrioli, e il kapuśniak, a base di cavoli.

Il piatto nazionale più popolare, tipico della Polonia, sono i pierogi, spesso serviti come piatto principale a
pranzo o per cena. Si tratta di pasta ripiena con varie farciture, in prevalenza salati ma anche dolci.
Il più celebre e tradizionale piatto polacco è il bigos, uno stufato di carne, cavoli e crauti, con aggiunta di
prugne secche e altre spezie. Tra i piatti celebri i pierogi, ravioli ripieni, a scelta, di formaggio, funghi, frutta,
cavoli o carne, i gołąbki, involtini di cavolo ripieni di carne e di riso, i pyzy, gnocchi di patate con o senza
ripieno di carne. Tra i piatti a base di pesce da annoverare vi sono il karp, carpa in gelatina o fritta, e lo śledź,
filetti di aringa serviti in diverse salse a base di panna e aceto. Il piatto nazionale più popolare, tipico della
Polonia, è la braciola di maiale (pol. Kotlet schabowy), spesso servita come piatto principale a cena. È una
braciola di maiale impanata (con o senza osso) che ricorda una cotoletta viennese.

Bigos - piatto tradizionale risalente al Medioevo. Gli ingredienti base dei bigos sono crauti finemente
sminuzzati o cavolo fresco (a volte si usano solo crauti), vari tipi di carne e salsicce, funghi secchi, prugne (o
affumicate), cipolle e spezie. Il piatto è stufato nel vino rosso e servito con pane a lievitazione naturale.

Mizeria - insalata di cetrioli verdi

Mizeria (dal latino miserere, abbi pietà) - secondo la leggenda, portata in Polonia dalla principessa italiana
Bona Sforza d'Aragona, divenuta poi regina di Polonia - insalata di cetrioli verdi (grattugiati o affettati),
un'aggiunta frequente alla cena con un piatto nazionale - braciola di maiale ("schabowy") o braciola
polpettone ("mielony) con l'aggiunta di cipolla e panna, kefir, yogurt o latte cagliato, anche se esistono
anche versioni con olio e pepe o con succo di limone e zucchero. Questa insalata è inoltre completata con
pomodoro, aneto, erba cipollina, menta, prezzemolo o fiori e foglie di borragine.

Gzik (o gzika)- un piatto regionale tipico della Grande Polonia e della cucina cuiaviana; ricotta mescolata con
panna (si usa latte o yogurt al posto della panna), mescolata con erba cipollina e ravanello (ci sono anche
altri additivi, ad esempio cipolla o uovo). Gzik servito con patate al cartoccio si chiama "pyry z gzikiem".

Tra i dolci tipici si possono annoverare: makowiec, il cui ingrediente principale sono i semi di papavero,
sernik a base di formaggio fresco e piernik a base di miele e spezie.

Le bevande tipiche polacche sono la birra, la vodka, la śliwowica (ottenuta dalla fermentazione delle
prugne), il kwas. La cena viene servita con il kompot, una bevanda a base di frutta bollita (ad es. mele, pere,
zucche, prugne).

Musica

La Polonia è il paese natale di Fryderyk Chopin (1810-1849), il compositore più rappresentativo della
nazione e notevole esponente della musica romantica: a lui è intitolato il prestigioso Concorso pianistico
internazionale Fryderyk Chopin che si svolge a Varsavia ogni cinque anni. In Polonia il padre dell'opera
polacca viene considerato invece Stanisław Moniuszko (1819-1872). Di notevole importanza internazionale
è anche la produzione musicale di compositori contemporanei quali Witold Lutosławski, Zbgniew Preisner e
Krzysztof Penderecki.

Letteratura

La letteratura polacca si afferma nel XVI secolo con la poetica religiosa di Jan Kochanowski.

Nel XIX secolo si afferma la letteratura dei Tre Bardi ovvero i poeti nazionali del romanticismo in Polonia:
Adam Mickiewicz, Juliusz Słowacki e Zygmunt Krasiński e nasce il poema epico nazionale, Pan Tadeusz
(1834) di Adam Mickiewicz e il romanzo storico (Quo vadis?) di Henryk Sienkiewicz, Premio Nobel per la
letteratura 1905.

Joseph Conrad

Il XX secolo è caratterizzato dai temi storici delle due guerre mondiali, dai temi sulla realtà polacca di
Władysław Reymont, Premio Nobel per la letteratura nel 1924, dalla poesia di Czesław Miłosz, Nobel
Letteratura nel 1980, Agnieszka Osiecka e ancora Wisława Szymborska, Nobel Letteratura nel 1996.
Nel XX secolo si affermò anche il romanzo di fantascienza con Stanisław Lem, autore, tra l'altro, del romanzo
Solaris (1961), tradotto in oltre trenta lingue.

Nel XXI secolo si è distinta la figura della scrittrice Olga Tokarczuk, Premio Nobel per la letteratura del 2018.

Filosofia

Tra i grandi contributi in campo filosofico ricordiamo la figura dell'umanista Andrzej Frycz Modrzewski
(1503-1572), esponente di spicco del Rinascimento polacco, considerato il padre della democrazia in
Polonia e autore del trattato De Republica emendanda, in cinque libri.

Kazimierz Twardowski, il fondatore della scuola filosofica "Lviv-Varsavia", ha dato un contributo eccezionale
alla filosofia. La scuola includeva, tra gli altri Jan Łukasiewicz, Władysław Witwicki, Kazimierz Ajdukiewicz,
Tadeusz Czeżowski, Tadeusz Kotarbiński, Zygmunt Zawirski, Stanisław Leśniewski, Władysław Tatarkiewicz,
Alfred Tarski, Maria e Stanisław Ossowsscy. La scuola Lviv-Warsaw è diventata famosa in tutto il mondo
grazie ai suoi risultati nel campo della logica. Tuttavia, la produzione della scuola è molto più ampia e copre
praticamente tutte le discipline filosofiche.

Danze tradizionali

La Polonia è culla di un patrimonio importante nel campo musicale. Nascono qui la polka e la mazurka,
regine dei balli di coppia e del liscio in tutto il mondo, anche se è la polacca o polonaise la danza nazionale
della patria di Chopin. Sono patrimonio di tutti la polka e la mazurka, danze oggi molto diffuse nelle feste
all’aperto con musica dal vivo, nelle balere, nelle sale da ballo. Vivaci, eleganti e nello stesso tempo
popolari, un tempo protagoniste dei ‘balli di società’ insieme al valzer, hanno entrambe avuto subito grande
fortuna grazie al successo ottenuto tra i nobili del diciannovesimo secolo, che raggiunse facilmente e
rapidamente tutta l’Europa.

Considerata polacca anche se di origine ceca, la polka pare sia stata danzata per la prima volta da una
contadina boema verso il 1830, e poco dopo veniva ballata a Praga, a Vienna, in Inghilterra, in Italia, in
Francia: a Parigi contendeva il primato del valzer come ballo preferito tra gli aristocratici. Anche se oggi è
conosciuta come ballo di coppia, la polka nasce come danza di gruppo: i danzatori ballavano uniti girando in
tondo e slanciando in alto i piedi, con la testa e il busto che seguivano l’andamento. Nella forma attuale le
figure originali si sono ridotte numericamente. Oggi la polka è un ballo veloce, di coppia, con passi
camminati che ricalcano il vecchio ‘one step’, molto praticata sia tra gli amanti del liscio che tra quelli del
ballo folk.

Più lontana l’origine della mazurka, che si ritiene nata nel primo Cinquecento nel villaggio Mazurek, nei
pressi di Varsavia. Questa danza allegra e briosa, che nei balli di società si contrapponeva al ritmo lento della
polonaise, fu introdotta a partire dal Seicento in Russia, Ungheria, Germania, e successivamente anche in
Francia e Inghilterra. Nei palazzi reali arriva una mazurka che della originaria danza popolare conserva il
colpo di tallone e altri passi e figure tipiche: quanto basta per renderla caratteristica, anche se semplificata.
Visto il notevole successo di queste danze, fu anche creata una versione ‘mista’ di polka-mazurka-valsée
(danza in tondo).

Risale al Cinquecento anche la danza nazionale, la polacca (‘polonaise’), di origine popolare ma più
cerimoniale, caratterizzata dall’andamento maestoso, in tempo moderato. Nella cultura musicale europea è
legata soprattutto al nome di Fryderyk Chopin, che debuttò proprio con una polonaise nel 1817 e scrisse
numerose composizioni in questa forma musicale. Fu proprio l’Ottocento l’epoca d’oro di questo ballo, che
comunque rimane vivo nella cultura musicale polacca.

Il primato assoluto delle polke va al celebre musicista viennese Johann Strauss, che ne scrisse ben 165.
Chopin, oltre che con le polacche, si cimentò con le mazurke, componendone 52.
In Polonia numerosi gruppi folklorici eseguono queste danze nella forma tradizionale, indossando costumi
che variano da regione a regione, con abiti variopinti per le donne, e per gli uomini ampie camicie e stivali.

Religioni in Polonia nel 2018


██████████████████ Cattolici (90%)
██ Ortodossi (1%)
██ Protestanti (1%)
██ Altri cristiani (1%)
██ Altre religioni (1%)
██████████ Non religiosi/agnostici (5%)
██ Atei (1%)

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