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L'ALBANIA

NOME COMPLETO Repubblica di Albania


CAPITALE Tirana
FORMA DI GOVERNO Repubblica parlamentare
LINGUA Albanese

SUPERFICIE 28.748 km2


POPOLAZIONE 2.831.741 ab
VALUTA Lek albanese
BANDIERA La bandiera dell'Albania è rossa con un'aquila nera a due teste al centro.
SPERANZA DI VITA M 73,8 - F 80.1 anni
ANALFABETISMO 2,4%
POPOLAZIONE URBANA 58%
SETTORI ECONOMICI Primario 41,3%, Secondario 18,6 %, Terziario 40,1%

Il territorio
La Repubblica di Albania è uno Stato della Penisola balcanica che si affaccia sul Canale d'Otranto,
un braccio di mare che separa l'Albania dalla Puglia e che collega il Mar Adriatico al Mar Ionio.
Confina a nord-ovest con il Montenegro, a nord-est con il Kosovo, a est con la Macedonia e a sud-
est con la Grecia. La maggior parte del territorio è occupata da
colline, ricche di olivi, e da rilievi, anche molto aspri, come quelli delle Alpi Albanesi. Le zone
pianeggianti e agricole si trovano prevalentemente nella fascia costiera settentrionale e centrale, in
alcuni tratti paludosa, e nelle valli fluviali, come quella del Drin e del Seman, fiumi dal corso
breve e a carattere torrentizio. I laghi più importanti sono tre e si trovano ai confini con gli Stati
vicini: il Lago di Scutari confina con il Montenegro, quello di Ocrida confina con la Macedonia, e
infine quello di Prespa è diviso con la Macedonia e con la Grecia.

Il clima
Il clima nell'entroterra è principalmente continentale, mentre la fascia costiera è caratterizzata da
un clima mediterraneo.

Popolazione e società
La storia
La popolazione albanese presenta una composizione etnica molto omoge
nea, costituita per il 97 % da Albanesi, un gruppo che si ritiene discenda dagli Illiri, gruppo di
Indoeuropei che abitava un tempo la regione. Dopo aver fatto parte dell'Impero bizantino, nel XV
secolo l'Albania cadde sotto il dominio dell'Impero ottomano da cui si liberò solo nel 1912: i quat-
tro secoli di dominazione turca hanno portato, attraverso conversioni di mas
sa, alla diffusione dell'islam, oggi la religione maggìoritaria. Dopo la Seconda guerra mondiale, nel
1946 l'Albania è stata sottoposta a un rigido regime comunista che la isolò politicamente ed
economicamente dal resto del mondo, non contraendo con nessuno impegni o alleanze. Nel 1991 la
situazione internazionale e i movimenti di protesta interni portarono alla fine dell' esperienza
comunista e alla rinascita della democrazia.

La popolazione, la religione e le città


Oltre agli Albanesi, vivono nel Paese piccole minoranze greche, macedoni, serbe, bulgare e rom. La
lingua ufficiale è l'albanese. Quanto alla religione, durante il regime comunista erano state proibite
tutte le religioni e imposto l'ateismo con la forza, ma negli anni Novanta del secolo
scorso, con il ripristino della democrazia, è stata ristabilita la libertà di culto. Le religioni più
praticate sono l'islam (57%) e il cristianesimo sia cattolico (10%) sia ortodosso (7%). La metà della
popolazione vive in villaggi, tuttavia vi sono alcune città con oltre 100.000 abitanti. Tirana, la
capitale, è situata al centro del Paese, in una valle circondata da alte montagne; la sua popolazione
supera, con l'area metropolitana, il milione di abitanti. Durazzo e Valonasono sono il primo e il
secondo porto del Paese.

Tirana, la capitale dell'Albania


Capoluogo del distretto omonimo e capitale dell'Albania, ha 343.078 abitanti.
Territorio, clima e generalità
E' situata al centro dell'Albania in un ampio e fertile bacino attraversato dal fiume Ishëm,
circondato da alte montagne (Monte Dajt a est, le colline di Kërrabë e Sauk a sud, le colline Vaqarr
e Yzberisht a ovest e Kamzë a nord) e affiancato da diversi laghi e da una riserva naturale nazionale
(parku i madh). Il clima di Tirana è temperato, con estati calde e inverni freschi e umidi.
La città è collegata con il porto di Durazzo, sul Mare Adriatico, attraverso una strada e una ferrovia.
E' il principale centro amministrativo e finanziario dell'Albania. Ospita università, numerosi istituti
superiori e di ricerca, musei e altre istituzioni culturali ed educative.
Storia
Fu fondata da Sulaymān pascià nel sec. XVII con il nome di Teheran, per ricordare una sua
spedizione in Persia. Rimase un centro modesto sino al 1913 quando, riconosciuta l'indipendenza
albanese, vi si trasferirono le sedi diplomatiche straniere. Dichiarata capitale dell'Albania nel 1920,
fu occupata dalle truppe italiane l'8 aprile 1939. Evacuata dalle truppe tedesche nel novembre 1944,
vi fu proclamata la Repubblica popolare l'11 maggio 1946. Tra il 1950 e il 1960, grazie
all'espansione industriale, registrò un forte incremento di popolazione.
Monumenti e luoghi di interesse
Tirana è sede di numerosi siti culturali e storici, situati soprattutto nel centro storico.
Assolutamente da vedere a Tirana ci sono i mosaici con motivi geometrici multicolori e figure di
animali che si trovano tra i resti della chiesa della Sorgente di Shëngjini (sec. IV-V).
Altri luoghi incantevoli da visitare sono la fortezza di Petrela che risale all'epoca medievale e la
fortezza di Preza, la quale venne edificata nel sec. XV.
La moschea di Ethem Bey (sec. XVIII XIX) è uno dei pochi monumenti ancora integri presenti a
Tirana.
La torre dell'Orologio, simbolo di Tirana, è del 1830.
Dopo la seconda guerra mondiale furono costruiti il palazzo della Cultura, il palazzo dei Congressi
e il Centro della Cultura Internazionale.
La chiesa cattolica di San Paolo, terminata nel 2001, è la più vasta della città.
Il Museo Nazionale, inaugurato nel 1981, possiede circa 3.600 reperti del patrimonio culturale
albanese, la cui parte più interessante va dal Paleolitico al sec. IV a. C. Una sezione è dedicata al
periodo comunista.
Economia
La città è sede di industrie alimentari, tessili, meccaniche, chimiche, calzaturiere, cartarie, del
cemento, del vetro e della porcellana. In crescente sviluppo il settore terziario, legato soprattutto
alle funzioni politiche e amministrative della città. E' infine dotata di aeroporto internazionale.

L'economia albanese
La scelta isolazionista e xenofoba compiuta dal regime comunista ha per lungo tempo ostacolato lo
sviluppo socio-economico del Paese. Nei cinquant'anni di regime, infatti, fu imposta l'autarchia,
cioè l'autosufficienza economica, con lo scopo di produrre sul territorio soltanto i beni strettamente
necessari, limitando o annullando gli scambi con l'estero. Per questo motivo venne abolita la
proprietà privata e venne assicurato a tutti un lavoro ma con salari minimi. Quando è crollato il
comunismo, che vedeva nello Stato l'unico proprietario e gestore di qualunque
attività e impresa, anche l'assetto sociale è crollato. Sono allora esplose la disoccupazione e la
miseria. In questo contesto da una parte ha potuto affermarsi con facilità la malavita organizzata,
dall'altra si è assistito a una disordinata migrazione verso i Paesi economicamente avanzati tra cui
l'Italia, investita in pieno da questo fenomeno a causa della vicinanza tra le coste dei due Stati.
Attualmente la situazione è parzialmente migliorata, ma l'economia del Paese è ancora sostenuta in
buona parte dalle rimesse degli emigrati. Dal punto di vista occupazionale, circa il 54% della forza
lavoro è ancora impiegato nel settore primario, ossia nell'agricoltura (frumento, mais, patate, olivi e
viti) e nell'allevamento (soprattutto di ovini). Il 13% circa lavora invece nell'industria (in fase di
crescita grazie a investimenti stranieri), il 31% circa nei servizi, in particolare nel turismo.

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