meridionale. È il settimo stato africano per estensione e confina a nord con la Repubblica Democratica del
Congo, a est con lo Zambia, a sud con la Namibia e a ovest si affaccia sull'oceano Atlantico. Fa parte del
paese anche l'exclave di Cabinda situata al confine fra Repubblica Democratica del Congo e Repubblica del
Congo. La capitale e maggiore città è Luanda.
Il territorio dell'Angola è abitato sin dal Paleolitico, ed ha ospitato una gran varietà di gruppi etnici, tribù e
regni. Lo stato nazionale dell'Angola ebbe origine dalla colonizzazione portoghese, iniziata con insediamenti
costieri e trading post fondati nel XVI secolo. Nel XIX secolo gli insedianti europei iniziarono a stabilirsi
nell'interno. La colonia portoghese che divenne poi l'Angola non ebbe i confini attuali fino al XX secolo, a
causa della resistenza di gruppi come i Cuamato, i Kwanyama e i Bundas.
Dopo una lunga rivolta anti-coloniale, fu raggiunta l'indipendenza nel 1975 come Repubblica Popolare
dell'Angola marxista-leninista, uno stato monopartitico sostenuto dall'Unione Sovietica e da Cuba. La
guerra civile tra il Movimento Popolare di Liberazione dell'Angola al governo e gli insorgenti anti-comunisti
dell'Unione Nazionale per l'Indipendenza Totale dell'Angola, sostenuti dagli Stati Uniti e dal Sudafrica, durò
fino al 2002. Lo stato sovrano da allora è divenuto una repubblica costituzionale presidenziale unitaria
relativamente stabile.
L'Angola possiede vaste riserve minerali e di petrolio, e la sua economia è tra le più velocemente in crescita
del mondo, specialmente dalla fine della guerra civile. Tuttavia, lo standard di vita rimane basso per quasi
tutta la popolazione, e la speranza di vita in Angola è tra le più basse nel mondo, mentre la mortalità
infantile è tra le più alte.[4] La crescita economica angolana non è omogenea, con la maggior parte della
ricchezza nazionale concentrata in un settore sproporzionatamente ridotto della popolazione.[5]
L'Angola è uno stato membro dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, dell'Opec, dell'Unione Africana, della
Comunità dei Paesi di lingua portoghese e della Comunità di sviluppo dell'Africa meridionale. Si tratta di
uno stato fortemente multietnico, e la popolazione di 25,8 milioni di persone appartiene a diversi gruppi
tribali, che fanno riferimento a tradizioni distinte. La cultura angolana riflette secoli di dominio portoghese,
in particolare nella lingua e nella Chiesa cattolica.
Indice
1 Il nome
2 Storia
3 Geografia
3.1 Morfologia
3.2 Idrografia
3.3 Clima
4 Popolazione
4.1 Demografia
4.2 Etnie
4.3 Lingue
4.4 Religioni
5.2 Istituzioni
5.3 Università
6 Economia
7 Ambiente
8 Cultura
8.1 Arte
8.3 Letteratura
9 Sport
9.1 Calcio
9.2 Pallacanestro
10 Ricorrenza nazionale
11 Tradizioni
11.1 Gastronomia
14 Bibliografia
15 Voci correlate
16 Altri progetti
17 Collegamenti esterni
Il nome
ll nome del paese deriva dal termine Ngola, attributo di rispetto dei sovrani Ndongo corrispondente
all'italiano "Maestà". I portoghesi diedero questo nome ufficiale al paese nel XVI secolo proprio in onore di
quei sovrani, loro fedeli alleati[6].
Storia
Storia antica
Le prime tracce di presenza umana in questa regione risalgono sicuramente alla preistoria. Non si conosce
molto sulle popolazioni che in epoca primitiva abitavano sul territorio. In proposito vi sono varie teorie: fino
a non molto tempo fa si pensava che popolazioni di lingua bantu provenienti da occidente si fossero
insediate nella regione introducendo l'agricoltura e la lavorazione del ferro. Alcune prove sul DNA delle
popolazioni Cabinda dell'Angola hanno invece dimostrato l'assoluta estraneità della popolazione indigena
con le altre popolazioni limitrofe.
La regina Nzinga nelle trattative di pace con gli inviati portoghesi - 1624
La venuta dei portoghesi in questo territorio è molto remota, specialmente sulla costa, già fiorente di
traffici addirittura in epoca medievale. Nel 1483 si ha notizia di una prima penetrazione anche
nell'entroterra. Inizialmente vi furono ostilità con i numerosi regni neri presenti sul territorio, in particolare
col regno del Congo, con quello di Ndongo e con quello di Benguela. Tuttavia già nel XVI secolo si addivenne
a lunghi periodi di pace, intervallati da guerre occasionali, dovute spesso a scontri di carattere personale tra
i vari sovrani e governatori. In particolare il regno di Ndongo costituì un'alleanza abbastanza stabile con i
portoghesi, intrattenendo con essi un fiorente commercio di schiavi, molti dei quali furono trasportati in
Brasile. Nel frattempo i portoghesi avviarono la costruzione di numerosi e floridi insediamenti nella regione,
conquistando via via autonomia dalla madrepatria.
Con l'avvento del XVII secolo, una nuova tribù si impose in parte del territorio angolano: la tribù degli
Imbangala. Queste genti erano caratterizzate da un notevole ardimento bellico e da una forte
intraprendenza, sicché in breve tempo sottomisero molte altre tribù dell'area, vendendo un'ingente
quantità di schiavi ai portoghesi. Il Governatore Luis Mendes de Vasconcelos, apprezzandone assai lo spirito
combattivo, ne arruolò buona parte nelle sue truppe. Si consolidò così il fenomeno del meticciamento sia
propriamente detto (incroci tra razze), sia spirituale (fusione di costumi e tradizioni), che fu sempre
caratteristico dell'impostazione coloniale portoghese, al contrario ad esempio di quella britannica. Intanto i
portoghesi dovettero fronteggiare l'intraprendenza della regina di Ndongo Nzinga, con cui parzialmente nel
1624 e definitivamente nel 1639, furono firmati trattati di pace e cooperazione. Un altro problema che la
colonia portoghese dovette presto affrontare fu il tentativo di penetrazione effettuato dagli olandesi della
Compagnia delle Indie Occidentali. Tuttavia nella seconda metà del secolo i portoghesi, guidati dal
condottiero Salvador Correia de Sa, riuscirono a scongiurare il pericolo.
Il XVIII e il XIX secolo coincisero con una più precisa organizzazione amministrativa e giuridica della colonia.
Se continuarono sovente conflitti interni tra gli esponenti delle varie tribù, è anche vero che iniziò a
delinearsi una più chiara struttura socio-politica del paese, con una sempre più marcata suddivisione dei
compiti amministrativi e militari. L'attività economica più prospera rimase il commercio degli schiavi (pur
abolito nel 1830), che si protrasse fino a tutto l'Ottocento, finché l'ormai consolidata rivoluzione industriale,
permise alle potenze più avanzate di fare a meno di questa forza lavoro. I portoghesi aspirarono nella
seconda metà dell'Ottocento a riunire i loro dominii di Angola e Mozambico, ma l'azione di Cecil Rhodes
impedì questo sogno coloniale. Il dominio portoghese nel XX secolo fu caratterizzato da grandi iniziative
economiche e infrastrutturali, tra cui la costruzione di imponenti ferrovie. Furono altresì sviluppate estese
piantagioni molto produttive, che contribuirono all'affermazione del Portogallo come potenza di un certo
peso mondiale.
Verso l'indipendenza
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra coloniale portoghese e Guerra
d'indipendenza dell'Angola.
Dopo la seconda guerra mondiale, il Portogallo, governato sin dagli anni trenta da António de Oliveira
Salazar, si oppose strenuamente al concetto di decolonizzazione. Secondo il pensiero politico di Salazar
infatti, la decolonizzazione avrebbe creato semplici avamposti economico-politici per le potenze uscite
vincitrici dalla seconda guerra mondiale: gli Stati Uniti attraverso le multinazionali economiche, l'URSS
attraverso le multinazionali politiche. Un graduale e costante processo di evoluzione politica con una
partecipazione attiva delle popolazioni nere al sistema coloniale avrebbe invece permesso il vero sviluppo
socio-economico dell'Africa[7]. Tuttavia apparve sempre più oneroso il mantenimento delle colonie e verso
la fine degli anni cinquanta nacquero altresì vari movimenti indipendentisti più o meno collegati ad
analoghi movimenti esteri, finanziati dalle due superpotenze. In particolare due movimenti si fecero strada:
il Movimento Popolare di Liberazione dell'Angola (MPLA), fondato nel 1956 e appoggiato dall'URSS, che
addirittura organizzò scuole e università a Mosca per formare i capi; l'Unione Nazionale per l'Indipendenza
Totale dell'Angola (UNITA), guidata da Jonas Savimbi, sostenuto inizialmente dalla Cina, si avvicinò in
seguito agli Stati Uniti. Il Fronte di Liberazione Nazionale dell'Angola (FNLA) guidato da Holden Roberto,
inizialmente consistente, perse via via di importanza. La lotta armata tra le varie fazioni e il governo
portoghese divenne infuocata negli anni settanta. Nel 1974, in seguito alla Rivoluzione dei Garofani in
Portogallo, cessarono le ostilità e venne instaurato un governo di coalizione fra i movimenti indipendentisti,
che ebbe però breve durata. L'11 novembre 1975 il Portogallo riconobbe l'indipendenza del paese; il MPLA
proclamò la Repubblica Popolare dell'Angola, mentre il FNLA e l'UNITA proclamarono nelle zone da loro
controllate una repubblica separata con capitale Huambo. Il MPLA prevalse sugli altri due movimenti e nel
febbraio 1976 le sue truppe conquistarono Huambo.
La guerra civile
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra civile in Angola.
Agostinho Neto, capo dell'MPLA, divenne il primo presidente (1975) del paese e tale rimase fino alla morte
(1979), allorché gli successe José Eduardo dos Santos. Dal luglio 1975 il paese fu afflitto da una lunga guerra
civile nella quale erano in campo non solo contrasti etnici e interni ma forze straniere interessate alle
risorse (petrolio e diamanti in particolare) dell'Angola e alla sua posizione strategica.
Cessando la guerra fredda e crollando l'Unione Sovietica, il presidente Dos Santos, al potere dal 1979, aveva
nel frattempo ribaltato completamente la propria politica. Se in politica interna rimodernò le istituzioni,
depurandole dal passato marxismo, in politica estera instaurò una solida alleanza con Stati Uniti, Gran
Bretagna e Portogallo. In particolare sono da segnalare le prese di posizione costantemente favorevoli alle
guerre intraprese dagli Stati Uniti in Afghanistan e Iraq. L'UNITA si trovò spiazzata da questo nuovo
atteggiamento e si ridusse così a un gruppo paramilitare allo sbando. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite votò sanzioni contro l'UNITA stessa (28 agosto 1997) e nel 1999 le unità militari angolane sferrarono
un duro colpo ai ribelli riprendendo il controllo delle principali città delle zone controllate dall'UNITA.
Savimbi dichiarò allora un'ennesima lotta di guerriglia che dilaniò il paese provocando un milione e mezzo
di morti e centinaia di migliaia di senzatetto. Le ostilità proseguirono fino alla morte di Savimbi (primavera
2002), allorché i ribelli deposero le armi dopo la garanzia di un'amnistia generale e dell'integrazione nelle
forze armate ufficiali. Gli anni ininterrotti di guerra civile rendono più difficoltoso il percorso di sviluppo del
paese; tra le varie difficoltà, è da citare quella delle migliaia di persone che hanno abbandonato i loro
villaggi a causa dei conflitti. Recentemente, Dos Santos ha puntato su un legame sempre più stretto con la
vecchia madrepatria portoghese, suggellato dal sontuosissimo matrimonio celebrato nel 2004 a Luanda tra
una figlia di Dos Santos, Tchizé, e il magnate portoghese Hugo Pego. L'Angola è membro dell'ONU,
dell'Unione Africana, della Comunità dei Paesi di Lingua Portoghese (CPLP), della Southern African
Development Community (SADC) e dell'Organizzazione Mondiale del Commercio; è inoltre associata
all'Unione europea. L'8 novembre 2008 l'Angola si schiera a fianco delle truppe della Repubblica
Democratica del Congo nei pressi di Goma, per far tornare la stabilità nell'Africa centrale, dilaniata dal
Conflitto del Kivu.
Geografia
Con un'area di 1 246 700 km², l'Angola è il ventitreesimo paese più esteso del mondo. È vasto
approssimativamente come il Mali e circa quattro volte più esteso dell'Italia. Il paese possiede 1 600 km di
costa atlantica. La capitale, Luanda, sorge sulla costa nella parte nord occidentale del paese.
Morfologia
Il territorio angolano è caratterizzato da una fascia di altopiani, il più vasto dei quali è quello di Bié, che lo
attraversa da nord a sud. L'altitudine media è compresa fra i 700 e i 1000 m s.l.m.; sul lato occidentale
l'altopiano è delimitato da una dorsale montuosa che raggiunge l'altitudine massima con il Morro de Moco
(2 620 m). In direzione della costa la scarpata è brusca e digrada rapidamente verso la stretta fascia delle
pianure costiere, larga dai 50 ai 100 km.
Sul lato orientale, verso l'interno del continente, gli altopiani digradano dolcemente verso il bacino dello
Zambesi. Il territorio è caratterizzato da vaste savane, dove si concentra gran parte della popolazione data
la ricchezza di terreni fertili e le buone condizioni climatiche. Nella parte sudorientale vi è un'area arida in
direzione del deserto del Kalahari; fanno eccezione le vallate dei fiumi Cuando, Cunene e Cubango sulle rive
dei quali vi sono terreni coltivabili o sfruttabili per l'allevamento. Altre montagne importanti sono la Serra
da neve (2 490 m) e la Serra chilengue.
Idrografia
I fiumi principali sono il M'Bridge e il Kwanza, che si gettano nell'Oceano Atlantico; il Cuango e il Cassai, che
tributano a nord al fiume Congo.
Clima
Grazie all'altitudine, il clima è tutto sommato temperato. Le temperature medie si aggirano sulla costa
intorno a 16 °C in inverno e a 21 °C in estate. La piovosità non è ingente, ma ben distribuita (374 mm annui
per 31 giorni nella zona di Luanda).