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cardinale Tiberio Crispo

Palazzo Cozza Crispo – oggi Del Drago – di Bolsena.


La sua costruzione si deve all’iniziativa del cardinale Tiberio Crispo (1498-1566),
figlio di Giovanni Battista Crispo e Silvia Ruffini, la famosa amante del cardinale
Alessandro Farnese. La Ruffini, concependo col futuro papa Paolo III quattro figli,
diede, di conseguenza, quattro fratellastri Farnese al cardinale Crispo.

Palazzo Del Drago – un po’ fortilizio e, grazie alle terrazze e ai giardini da cui è
circondato, un po’ buen retiro – fu realizzato fra il 1533 e il 1561 su progetto degli
architetti Simone Mosca e Raffaello da Montelupo, e decorato da pittori manieristi
di scuola romana, i cui affreschi monocromi nella bellissima Sala dei Giudizi sono
ispirati a Pellegrino Tibaldi e Perin del Vaga. Negli anni successivi alla morte del
Crispo, il Palazzo divenne proprietà di varie famiglie: Spada, Cozza, Caposavi e
Del Drago.
Palazzo Del Drago a Bolsena

Palazzo Del Drago a Bolsena


Palazzo Del Drago a Bolsena
Palazzo Del Drago a Bolsena

LE “DIMORE FILOSOFALI” DELLA TUSCIA DEL XVI SECOLO

(nota preliminare)

Paolo Galiano©

Parte II :Tre esempi di simbolismo ermetico: Carbognano, Bolsena e Farnese

 
Prendiamo in esame in particolare tre esempi di simbolismo ermetico che si trovano negli edifici
voluti dai Farnese, meno conosciuti ma non per questo meno ricchi di simbolismo rispetto alle
“dimore filosofali” di Caprarola e di Bagnaia: il Palazzo Farnese di Carbognano e il Palazzo Crispo
di Bolsena, costruiti nella prima metà del XVI secolo, e, alla fine dello stesso secolo, le chiese del
paese di Farnese, ove i dipinti di Antonio Maria 

Panico ci trasmettono una lezione non facilmente traducibile nei suoi complessi meccanismi
simbolici.

PALAZZO FARNESE A CARBOGNANO

Costruito su di una preesistente rocca medievale risalente almeno alla prima metà del 1200 a pochi
chilometri di distanza dalla più celebre residenza di Caprarola del cardinale Alessandro il giovane, il
Palazzo Farnese di Carbognano[1] fu eretto per Orsino Orsini e Giulia Farnese “la bella”[2], amante
del papa Alessandro VI Borgia, il quale lo aveva infeudato all’Orsini nel 1494. Alla morte del marito
nel 1500 Giulia fece proseguire i lavori di ricostruzione e almeno dal 1506 si insediò stabilmente a
Carbognano dove rimase fino a due anni prima della sua morte, avvenuta a Roma nel 1524; in
questo periodo di tempo Giulia prese come secondo marito nel 1509 il nobile napoletano Giovanni
della casata dei Capece, deceduto nel 1517, ma anche se i due vissero nel Palazzo di Carbognano
stranamente nessuna traccia rimane di lui.

Il Palazzo di per sé non presenta caratteri di particolare rilievo ed il giardino che si trovava intorno
ad esso è andato perduto[3]. Sono invece di particolare interesse gli affreschi in forma di
grottesche, dipinti tra il 1506 ed il 1524 da pittori di cui non è conosciuto il nome ma probabilmente
appartenenti alla bottega di Raffaello, che ornano il grande salone e la camera privata di Giulia.

Nel salone l’elemento di maggior rilievo sono gli stemmi delle famiglie nobili che in Giulia hanno
avuto il loro punto d’incontro: i Farnese per parte di padre, i Caetani per parte di madre, gli Orsini in
quanto sposa di Orsino, i Della Rovere, imparentati attraverso il matrimonio della figlia Laura con
Niccolò Della Rovere, al quale appartenne il Palazzo Della Rovere di Gallese. Tra le grottesche che
ornano le pareti emerge un vero e proprio bestiario simbolico: il gallo, il falco, la cicogna, la civetta,
l’airone, la gru, l’ibis, il drago e il cavallo, ma soprattutto, nascosto nella strombatura di una finestra,
l’Unicorno oAlicorno, stemma della famiglia Farnese FIG. 1 (insieme ai gigli azzurri in campo
d’oro), rampante e recante sopra il capo un enigmatico cartiglio “IN. VE. CHITO.”.

Dove il simbolismo esoterico è più evidente è nella camera da letto di Giulia, nella quale una serie
di affreschi aventi per argomento l’Unicorno e la Dama o l’Unicorno da solo ornano le lunette della
stanza.
In ogni lunetta si trovano due elementi eguali posti ai lati e un disegno simbolico al centro; la Dama,
sempre a piedi scalzi, è seduta su di un animale, a volte un pesce, forse un delfino, a volte un
animale mitico, testa e zampe di cane e corpo pisciforme con quelle che in alcune lunette sembrano
ali, che potrebbe identificarsi con il Simurg[4] dell’iconografia medievale. Altri animali sono presenti
nelle scene, tra cui una tartaruga ed un trampoliere non ben identificabile (una cicogna? un ibis?).

Le scene di cui si dispone documentazione[5] possono così essere sintetizzate:

-        La Dama allatta alla sua mammella l’Unicorno seduta su di un Simurg, al centro una pressa
che schiaccia le fiamme, da cui escono rami di palma (?); FIG. 2
-        La Dama gioca col Liocorno che nasce da un fiore (e sembra che nella metà di sinistra lo stia
baciando, ma il dipinto appare molto danneggiato), seduta su di un Delfino e con una Tartaruga
sotto il piede, al centro la Fenice che rinasce dalle fiamme; FIG. 3

-        La Dama vestita con abito decorato dai gigli dei Farnese abbevera il Liocorno con una coppa,
seduta su di un Simurg, al centro la pressa con le fiamme, in alto un cartiglio con la scritta IN
IGNEM REQUIEVI; FIG. 4

-        La Dama gioca con la barba dell’Unicorno seduta su di un Simurg, sotto di lei un Trampoliere
(?), al centro un vaso (?); FIG. 5

-        Due Liocorni affrontati con gualdrappe ai tre gigli dei Farnese e al centro un mascherone da
cui si dipartono foglie e fiori (o pigne?). FIG. 6

Il significato dei simboli animali può essere così sintetizzato: il Simurg è un animale mitico, come il
Liocorno, nel quale la coesistenza della testa del cane, della coda del pesce e delle ali dell’uccello
indica chiaramente la sua natura di simbolo dei tre mondi, la Terra (cane), l’Acqua (pesce) e l’Aria
(uccello); il Delfino è simbolo dell’acqua mentre la Tartaruga è un simbolo della terra;
il Trampoliere è volatile che uccide i serpenti simbolo del male ma significa anche il passaggio dal
fisso (serpente) al volatile (trampoliere); per quanto concerne la Fenice, il suo essere simbolo della
rigenerazione e della rinascita è ben noto.

Il senso in due lunette di una pressa che schiaccia le fiamme al centro del dipinto è oscura: si può
solo ricordare che a Farnese, tra i resti ceramici trovati nei “butti”, una sorta di immondezzai
medievali, è stato ritrovato un piatto FIG. 7, ora esposto nel locale Museo Rittatore, raffigurante una
mano guantata che stringe una fiamma con un cartiglio recante la scritta “PER CELARE”, per cui si
può ipotizzare un significato simbolico del disegno, la mano dell’alchimista stringe nel pugno il fuoco
a significare il suo dominio sull’arte di fondere la materia necessaria all’Opera e nel caso di
Carbognano si potrebbe ipotizzare un senso analogo.

La parte più importante dei dipinti sono, ovviamente, le scene della Dama e dell’Unicorno, il cui
senso allegorico-morale è conosciuto: l’Unicorno  è l’animale mitico con corpo e testa di cavallo,
barba di capra e zoccoli fessi come nei cervidi, con un corno unico sulla fronte dal potere
antivenefico, spesso raffigurato a spirale (come a Carbognano), animale temibile per la sua furia
che si placa solo in presenza di una vergine, sul cui grembo posa il capo lasciandosi così catturare
dal cacciatore.

Nelle fonti originali[6] da cui nasce il mito occidentale, cioè la Cina, l’India e la Persia, l’Unicorno è
in rapporto con la vergine, con l’acqua, con l’albero e con la salute fisica: in Cina è il K'i-lin, nome
che riassume il principio maschile e quello femminile, è uno dei quattro “animali benevoli”, che non
calpesta erba viva né uccide animali; in India è messo in relazione con la salute e la guarigione
(Atharvaveda) e con la salvezza dalle acque (nel Satapatha Brahmana l’Unicorno salva Manu dalle
acque del diluvio), nel Mahabarata si parla dell’eremita Rishyashringa (“Corno di Gazzella”), figlio di
Ekashringa (“Unicorno”), che viene indotto da una vergine a lasciare il suo romitaggio;
nelBundahishn persiano si parla di un grande onagro bianco unicorno a tre zampe che purifica
l'oceano orinandovi, essere favoloso che è anche in rapporto con l'albero Gokard, sorgente
nell'oceano, ed è considerato il rimedio contro tutti i mali. Tutti questi elementi vengono riuniti in
Occidente a formare la figura dell’Unicorno quale noi la conosciamo.

In Alchimia l’Unicorno è messo in rapporto con lo Zolfo e in alcuni testi, come il Musaeum
hermeticum del 1749, compare insieme con le rose a simboleggiare il 

passaggio dall’Opera al Bianco all’Opera al Rosso; la Dama è la Luna o il Mercurio dei Filosofi, e
l’unione dei due genera il Sale.

Nelle raffigurazioni di Carbognano il rapporto tra Dama e Liocorno sembra possa essere letto in vari
modi: la Dama è seduta su di un animale acquatico (il pesce) o rappresentante i tre elementi (il
Simurg), con il piede sul simbolo della Terra (la tartaruga), sottolineando così il suo rapporto con
acqua e terra, e nutre il Liocorno con il suo latte o lo abbevera dalla coppa, gli dà quindi la materia
liquida mercuriale necessaria alla preparazione dell’Opera; l’immagine della Dama che sembra
“giocare” con il Liocorno che nasce dal “fiore” può essere ricondotta al ludus puerorum che si trova
raffigurato, ad esempio, nello Splendor Solis del Trismosin; nello stesso dipinto sul lato di sinistra
(per altro danneggiato) sembra che la Dama stia baciando l’Unicorno, il che potrebbe essere
simbolo dell’unione dei due elementi Zolfo-fuoco e Mercurio-acqua.

Il motto[7]IN IGNEM REQUIEVI(“nel fuoco ho trovato riposo”), che compare nella lunetta della
Dama che abbevera il Liocorno, mi sembra significativo se posto in relazione all’Opera alchemica, e
confermato dal simbolo della pressa che comprime il fuoco da cui sembrano uscire rami di palma,
simbolo di vittoria, che potrebbe significare la capacità di padroneggiare il “fuoco” da parte della
“Dama”, a sua volta simbolo della casata dei Farnese, in quanto porta sulla veste i gigli dello
stemma.

PALAZZO CRISPO DI BOLSENA

Tiberio Crispo (1498-1566), figliastro di Alessandro Farnese il vecchio poi papa Paolo III, fu prefetto
di Castel Sant’Angelo, cardinale e governatore di Bolsena, e in questa sua veste costruì il palazzo
Crispo di Bolsena (ora proprietà Del Drago[8]), di cui furono architetti prima Raffaello da Morlupo e
Simone Mosca (amico e collaboratore di Antonio da Sangallo il vecchio) e in un secondo tempo
Tommaso Bevilacqua e Giulio Merisi (autore del Palazzo Capodiferro a Roma, ora proprietà Spada,
celebre per la sua galleria prospettica costruita dal Borromini).
Gli affreschi, opera di Prospero Fontana e di altri pittori della metà del secolo, presentano la
singolarità di essere tutti centrati, salvo lo studio del cardinale, su temi pagani, in particolare alcuni
episodi della storia di Roma, i miti di Perseo e delle Muse (sala dei Giudizi) e quelli di Ercole (sala
del Baccanale - tema insolito per un uomo di Chiesa!), raffigurazioni di divinità dei Gentili.
Particolare interesse presenta la cosiddetta “Sala di Amore e Psiche”, affrescata con scene del mito
così importante nell’Ermetismo come nell’Alchimia: tra i riquadri del soffittoFIG. 8, al cui centro è
dipinto il banchetto nuziale di Amore e Psiche tra gli Dèi con un putto alato ed un piccolo fauno che
danzano davanti al tavolo, è riprodotto un Unicorno che immerge il suo corno in un ruscello tra
fiordalisi azzurri FIG. 9, duplice riferimento, il giglio e l’Unicorno,agli stemmi della famiglia Farnese
di cui sia pure indirettamente il Crispo faceva parte. Nell’iconografia dell’epoca[9] il significato
dell’atto è la purificazione delle acque per mezzo del corno dell’Unicorno, con il quale veniva
neutralizzato ogni veleno; per tale motivo l’Unicorno era considerato figura del Cristo che con
l’acqua del Battesimo o immergendosi nel Giordano purifica le anime.
Unica stanza di soggetto religioso (anche questo particolare inconsueto per un cardinale) è la
piccola Stanza di Mosè, probabilmente lo studio privato del Crispo, con storie veterotestamentarie,
le quattro Virtù cardinali e le tre Virtù teologali a cui è però aggiunta come quarta la Fortuna,
singolare accostamento tra religione e mito.

Non è solo nella sala di Amore e Psiche che si trova l’Unicorno, il quale è invece presente in modo
diciamo “massiccio” sianella sala di Alessandro Magno al primo piano sia nella cosiddetta “loggetta
del Torrazzo” che fa da ingresso al secondo piano: in questa il tema consueto della fanciulla che
abbevera i due Unicorni con una coppa FIG. 10 costituisce una fascia di decorazione continua sulle
pareti al punto d’incontro con il tetto del loggiato, mentre nella sala di Alessandro Magno FIG. 11 la
rappresentazione, che si trova ai quattro angoli del soffitto (su cui è anche presente la Fenice
risorgente), è più complessa e ripetuta con modalità differenti. La figura femminile non è una Dama
ma una figura alata, un Angelo o un Genio vestito con una lunga tunica chiusa in vita da una sottile
cintura, il quale poggia i piedi nudi su di un mascherone maschile barbuto, mentre gli Unicorni ai
suoi lati sono rampanti sui rami che nascono dal mascherone e sotto di essi si trovano due figure
ignude, che in alcuni dipinti sono due maschiFIG. 12, in altri un fanciullo ed una donna FIG. 13.
Ulteriore motivo di riflessione sono le figure che decorano il giro della sala subito al di sotto del
soffitto: le scene, separate tra di loro da una stella ad otto punte, da un lato rappresentano due
tritoni (in corrispondenza del Genio con le due figure maschili) e dall’altro un tritone con un cigno
(sotto il Genio con fanciullo e donna).

In definitiva, il Palazzo Crispo sembra offrire elementi che farebbero pensare ad una conoscenza
ermetica del suo committente: la presenza ovunque delle divinità dei Gentili non sembra essere un
semplice motivo ornamentale, ancor più se si pensa all’inserimento accanto alle tre Virtù Teologali
della Dèa Fortuna nella Stanza di Mosè, e le scene della sala di Alessandro Magno con Genio ed
Unicorni non sono banali ripetizioni di motivi standardizzati come la “consueta” Dama con Unicorno.
 

LE CHIESE DEL PAESE DI FARNESE

Numerose sono le dimore che con le loro decorazioni ed i loro giardini rappresentano la
“materializzazione” dell’interesse ermetico delle grandi famiglie nobiliari del viterbese, ma una delle
più importanti (e meno note) manifestazioni si trova proprio nel paese di Farnese: il nome del paese
come quello della famiglia deriva dalla farnia, una varietà di quercia presente nella regione ma ora
quasi scomparsa[10]; per altro è difficile dire quale dei due derivi dall’altro, in quanto il paese ha già
questo nome almeno dal 1210, come risulta da un diploma di infeudazione di Ottone IV di questa
ed altre località agli Ildebrandeschi, e un Giovanni Farnese è ricordato in documenti del 1222[11].
Farnese fu sede del Ducato di Làtera, iniziato con Bartolomeo, figlio di Pierluigi Farnese e di
Giovannella Caetani di Sermoneta, ed ebbe la fioritura con Mario, figlio del Duca Bertoldo e di
Giulia Acquaviva.

Mario Farnese[12](1548?-1619) fu uomo


d’arme, Luogotenente generale delle truppe dello Stato Pontificio ed ambasciatore della Chiesa in
numerosi incarichi; combatté nelle Fiandre e poi nel 1595 in Ungheria contro i Turchi nella
cosiddetta “Lunga Guerra” tra l’Impero ottomano e le potenze cristiane, avendo per compagni
d’armi in qualità di comandanti dell’esercito inviato da Clemente VIII condottieri, alcuni dei quali
erano imparentati con i Farnese o avevano già combattuto ai loro ordini, ma soprattutto erano
probabilmente conoscitori delle scienze ermetiche.
Lo storico contemporaneo Campana[13] fa i nomi di Ascanio Sforza, Francesco Del Monte, Marco
Pio, Federico Sangiorgio e Ascanio Della Cornia. Più ampio l’elenco riportato dal Palinkás nel suo
articolo[14]: “Perciò Clemente VIII pensò di inviare in Ungheria un esercito papale autonomo che
affido al comando del cugino Aldobrandini, gonfaloniere di Santa Chiesa e comandante di Castel
Sant’Angelo. Militavano come mastri di campo e capitani nell’esercito papale Don Giovanni
de’Medici, Paolo Sforza, Ascanio Sforza, Ascanio della Cornia, Marco Pio, Francesco dal Monte,
Mario Farnese, Flaminio Delfino ed altri bei nomi dell’aristocrazia romana e toscana”.

Il nome di Ascanio Sforza è riportato nella storia del Campana ma non risulta nella genealogia
della casa Sforza[15], mentre Palinkáscita Paolo Sforza (1535-1597), figlio di Bosio II del ramo
degli Sforza di Santa Fiora e di Costanza Farnese (figlia naturale del papa Paolo III e sorella per
parte di madre di Tiberio Crispo, di cui si è detto a proposito del Palazzo Crispo di Bolsena), sposò
Lucrezia Pio, parente di Marco Pio, partecipò come colonnello alla battaglia di Lepanto e come
Luogotenente Generale nel 1595 alla guerra di Ungheria[16], e fu amico e committente
dell’architetto Pompeo Floriani[17], che con lui aveva combattuto prima in Francia e poi a Lepanto e
in Ungheria;Francesco Del Monte a Santa Maria(1559-1622), del ramo dei Marchesi di
Piancastagnaio, aveva combattuto in Fiandra nel 1581 agli ordini di Alessandro Farnese, poi con
Diomede Della Cornia in Francia nel 1592, era parente dell’omonimo cardinale e alchimista
Francesco (1549-1627), amico della famiglia Medici e protettore del Caravaggio, che per lui dipinse
nella villa di Porta Pinciana (oggi proprietà Ludovisi) il soffitto del “Tesoretto”, stanza privata del
cardinale attigua alla "Distilleria" nella quale teneva i suoi esperimenti alchemici; Marco Pio (1567-
1599) signore di Sassuolo, il quale era imparentato con i Farnese avendo sposato Clelia
Farnese[18], altra figlia del cardinale Alessandro il giovane, condusse una vita molto agitata tra
guerre e complotti, fu uomo di guerra e di cultura (a Sassuolo aveva fondato l’Accademia degli
Unanimi[19]), partecipò alla guerra dei Paesi Bassi agli ordini dei Farnese[20] e fu benefattore e
amico di Torquato Tasso. Flaminio Delfino o Delfini (1552-1605) era l’unico non appartenente a
famiglia nobile (il padre, romano, era un mercante) ma aveva trascorso la vita a combattere sotto
diversi signori, tra cui Alessandro Farnese nella guerra di Fiandra. Problematico identificare gli
ultimi due condottieri: si ha notizia di un Federico Sangiorgio[21]che fu Cavaliere di Malta e
coppiere del Gran Maestro e che partecipò con onore per i suoi atti di coraggio alla guerra contro i
Turchi a Malta nel 1565, mentre Ascanio della Cornia Marchese di Castiglion del Lago, del quale
si è già detto a proposito del suo Palazzo, anch’egli Cavaliere di Malta e difensore dell’isola insieme
al Sangiorgio, morì nel 1571 e quindi non poteva aver partecipato alla guerra d’Ungheria nel 1595,
per cui si dovrebbe pensare ad un suo parente omonimo.

Mario sposò nel 1587 Camilla figlia del Marchese Giampaolo Meli Lupi di Soragna e di Isabella
Pallavicino di Cortemaggiore. Figura particolare la Pallavicino: donna molto colta epersonaggio
spregiudicato per i suoi tempi (la poetessa Maddalena Campiglia, di cui fu mecenate, le dedicò
sonetti appassionati e l’opera Flori, in cui sembra si accenni ad un amore esistente tra le due
donne), fu protettrice di Torquato Tasso, di cui fece stampare a proprie spese la Gerusalemme
liberata nella editio princeps corretta dallo stesso Autore, e fu associata all’Accademia degli
Innominatidi Parma[22], della quale facevano parte almeno dal 1577 Ranuccio e Ottavio
Farnese[23] (rispettivamente “l’Immutabile” e “l’Elevato”), e Pomponio Torelli conte di
Montechiarugolo, poeta ma anche filosofo neoplatonico, discendente per parte di madre da Pico
della Mirandola ed ispiratore delle pitture dei fratelli Annibale e Agostino Carracci nella Galleria
Farnese di Roma, voluta dal cardinale Odoardo Farnese (fratello di Ranuccio “collega” di Torelli
nell’Accademia), nella quale si trova raffigurata la teoria dell’Amore nelle sue diverse forme[24],
concentrate nelle due enigmatiche figure di Eros e Anteros poste ai quattro angoli del soffitto FIG.
14.

A Soragna Isabella aveva costituito un’Accademia degli Illuminati[25], della quale faceva parteil
letterato Antonio Òngaro (1560?-1593?) con il nome di ”Affidato”, poi segretario di Mario Farnese
che seguì nella guerra delle Fiandre, nel quale per alcuni[26] si deve individuare l'anima del
cenacolo accademico attivo a Farnese alla fine del XVI secolo, forse continuità di quello soragnese
di Isabella. Ritengo però che Mario Farnese abbia accresciuto i suoi interessi ermetici
(probabilmente già esistenti, vista la storia della sua famiglia) direttamente nell’ambiente di
Soragna, forse poi rafforzandoli nell’incontro con i personaggi conosciuti durante la campagna di
Ungheria, poiché dell’Accademia soragnese ebbe certamente frequentazione, in quanto il contratto
di matrimonio aveva stabilito che per due anni egli dovesse risiedere alla corte dei suoceri[27].

Oltre il completamento della Rocca Farnese con un camminamento sopraelevato, costruito


dall’architetto Ettore Smeraldi, che univa la Rocca al Parco della Selva, mentre di una seconda
località a giardino chiamata “la Galeazza”, ornata di fontane e di statue scolpite nella roccia
emergente, oggi nulla rimane[28], Mario realizzò numerose opere civili allo scopo di migliorare la
qualità della vita dei suoi sudditi e si adoperò nella decorazione di tre chiese, la chiesa di S. Maria
delle Grazie nel monastero delle Clarisse (da lui fondato per la figlia Isabella), la chiesa del SS.
Salvatore e la chiesa di S. Maria della Cavarella, poi di S. Anna.

In queste chiese parte degli affreschi murali e dei quadri furono opera di Antonio Maria Panico[29]
(1575?-1621?), il quale, o per sue conoscenze o su committenza di Mario Farnese, si espresse con
scene di significato ermetico, che a tutt’oggi è difficile indagare a fondo.

Nella chiesa del Monastero delle Clarisse (S. Maria delle Grazie) il Panico, ma molto più
probabilmente un suo allievo, dipinse una Immacolata Concezione FIG. 15 nota anche
come Ritorno di Mario Farnese dalla guerra di Ferrara[30] del 1598, anche se molti suoi elementi
lasciano perplessi per una tale denominazione. Il quadro risulta tripartito: in alto Dio benedicente tra
angeli, al centro la Vergine su di una falce lunare, al di sotto, in mezzo ad una schiera di personaggi
maschili a sinistra di chi guarda e femminili a destra, due figure che dovrebbero rappresentare
Mario Farnese, vestito con abiti dimessi[31] e con una sacca sulle spalle per bagaglio, e sua madre,
nel dipinto una donna anziana che lo accoglie con il capo velato, in primo piano a destra una donna
giovane ed una bambina interpretate come Camilla e la figlia Isabella. A parte la stranezza del
modo in cui il soggetto del “ritorno” è stato dipinto, alcuni elementi presenti nel quadro fanno
pensare ad una precisa collocazione del dipinto nell’àmbito ermetico: le ali degli angeli accanto alla
Vergine sono dipinte con il motivo alchemico della cauda pavonis, tra i simboli presenti si rilevano
un drago a sette teste (tra i due personaggi principali), un vaso con gigli bianchi e rose rosse (in
primo piano), un tempietto rotondo (sulle colline in alto a sinistra) ed una fontana con base forse
esagonale (tra il personaggio malvestito e la figura maschile di sinistra), tempietto e fontana che
compaiono in altre due opere del Panico sempre a Farnese: nella chiesa del SS. Salvatore FIG.
16 e FIG. 17 nell’arco della nicchia dell’altare del Rosario[32] e in quella di Sant’Anna nella vela
decorata con la Dormitio della Vergine.

La chiesa di Sant’Anna, un vero e proprio testo di Ermetismo, data la complessità della sua
descrizione richiede un’esposizione a parte, che sarà data nella Parte III di questo articolo.

[1]Il Palazzo Farnese di Carbognano è residenza privata e non è visitabile: per la descrizione e le
fotografie degli affreschi ci siamo avvalsi del prezioso lavoro di MOSCATELLI Visita alla Rocca
Farnese di Carbognano e delle foto in esso contenute opera di MAZZUOLI, dal
sito http://www.canino.info. La serie di articoli di MOSCATELLI sulle residenze dei Farnese e sulla
storia del territorio sarà raccolta prossimamente in una pubblicazione a stampa per le edizioni
Annulli.

[2]Giulia fece erigere nel 1522, ultimo anno della sua permanenza nel paese, la chiesa di Santa
Maria della Concezione a Carbognano, che fu successivamente nel 1581 affrescata con dipinti
della scuola degli Zuccari (www.carbognanonline.it).

[3]VAROLI PIAZZA Paesaggi e giardini della Tuscia cit. pag. 64.


[4]Sul Simurg si veda l’articolo di ALBRILE La migrazione della Fenice in www.simmetria.org.

[5]La documentazione è disponibile solo per alcune lunette grazie al lavoro fotografico di
MAZZUOLI pubblicato nell’articolo di MOSCATELLI  cit.

[6]Fondamentale per la sua completezza e per la bibliografia sull’argomento l’articolo di


CARDINI L’Unicorno comparso sulla rivista “Abstracta” n°4, Aprile 1986.

[7]Altri cartigli si trovato iscritti sulle pareti, la cui interpretazione è ardua. MOSCATELLI nell’articolo
citato così li riporta: “CI TO PFI CIET (sta per "cito perficiet": presto si compirà); HOMO (uomo);
DATUR (è concesso); EST AURUM (è oro); AD SUUM (al proprio); OPERIBUS (con le opere);
M.C.S. (sigla incomprensibile); REQUIEVI (ho trovato pace); IN IGNIM REQUIEVI (nel fuoco ho
trovato pace, sollievo)”. Non viene però segnalata la loro precisa disposizione sulle pareti e la
corrispondenza con i dipinti.

[8]Il Palazzo può essere visitato solo su accordo con il proprietario Principe Del Drago (tel. 0761-
799393). La descrizione e le foto del Palazzo Crispo sono per questo motivo tratte dal sito
www.futouring.it.

[9]PICINELLI Mondo simbolico formato d’imprese… ampliato, Milano 1669 pagg. 219-221.

[10]BARAGLIU Farnese, sul sito della Riserva naturale “Selva del Lamone”.

[11]FRAZZONI Farnese nel tempo, in Conoscere Farnese,Acquapendente 2012pag. 9.

[12]Le notizie su Mario Farnese, oltre alla biografia reperibile nell’Enciclopedia Treccani, sono tratte
da BARAGLIU Mario Farnese signore del Ducato di Làtera e Farnese in www.farneseonline.it;
quelle sulle chiese di Farnese da RICCI La chiesa di S. Anna, in RINALDI Conoscere per
conservare - Percorsi didattici e culturali nella Tuscia, Roma 2008 pagg. 49-61; BARAGLIUChiesa
parrocchiale del SS Salvatore in Farnese, in http://discoverytuscia.blogspot.it; RICCI Effemeridi
artistiche a Farnese, in Conoscere Farnesecit.; FRAZZONI, Farnese nel tempo, in Conoscere
Farnese cit.

[13]CAMPANA Delle historie del mondo, Venezia 1597 vol. II pag. 723.

[14]  PALINKÁS Eserciti papali in Ungheria. La presa di Strigonia, in “Corvina – Rassegna italo-


ungherese”, anno III, 1940 n° 5 pag. 355.

[15]Sia Ascanio che Paolo sono nomi frequenti nella casata e si potrebbe avanzare l’ipotesi che il
primo appartenesse ad un ramo cadetto.

[16]Enciclopedia Treccani sub voce “Sforza”.

[17]Pompeo Floriani fu tra i primi architetti a disegnare il piano di una città, chiamata la “Città
Felice”, in forma esagonale e con assi viari ortogonali
[18]Curiosità: il suo nome è legato alla preparazione del Nocino, offerto in abbondanza nel giorno
delle nozze con marco Pio, liquore famoso che dalla regione di Sassuolo pian piano si diffuse in
tutta Italia: il Nocino ha una preparazione “magica”, in quanto le noci da cui sarà fatto vengono
raccolte la notte del San Giovanni d’Estate e dovrebbero essere tagliate solo con un coltello di
cristallo (www.sassuolonline.it/cleliafarnese.htm).

[19]CAMPORI Memorie storiche di Mario Pio di Savoja signore di Sassuolo,  Modena 1871 pag. 76.

[20]CAMPORI cit. pagg. 52-53. Per la partecipazione alla guerra in Ungheria: pagg. 59-67.

[21]Sulla presenza a Malta di Sangiorgio e di Ascanio Della Cornia si veda BOSIO Della sacra
Religione et ill.ma Militia di San Giovanni Gerosolimitano, parte III pagg. 605 C, 619 B e 826 E per il
Sangiorgio e pag. 616 E per il Della Cornia.

[22]DALL’ASTA Eredità di carta. Biblioteche private e circolazione libraria nella Parma farnesiana


(1535-1731), Milano 2010 pag. 313.

[23]DENAROSI L’Accademia degli Innominati di Parma, teorie letterarie e progetti di scrittura (1574-


1608), Firenze 2003 in Cronologia accademica anno 1577.

[24] Sull’argomento si veda lo studio di COLONNA Pomponio Torelli, Annibale e Agostino Carracci


e la teoria degli Affetti nella Galleria Farnese, Dipartimento di Italianistica dell’Università di Parma
2012.

[25]QUADRIO Della storia e della ragione di ogni poesia, Bologna 1739 vol. I pag. 98; Dizionario
delle opere Bompiani, Milano 1947-1952 vol. III pag. 18.

[26]RICCI La chiesa di S. Anna cit.

[27]BARAGLIU Mario Farnese, Signore del Ducato cit.

[28]VAROLI PIAZZA Paesaggi e giardini cit. pag. 80.

[29]Le notizie biografiche sul Panico sono scarse: per POSNER Antonio Maria Panico e Annibale
Carracci, in “The Art Bulletin”  LII, 1970 pagg. 181-183 sarebbe nato poco dopo il 1575 a Bologna e
deceduto nel territorio di Farnese intorno al 1620; i luoghi di nascita e morte, ma non le date, sono
riportati dal BELLORI Vite de’ pittori, scultori et architetti moderni, Roma 1672 (rist. anastatica ed.
Forni, Bologna) a pag. 93.

[30]La descrizione del quadro è tratta dai testi di FRAZZONI e di RICCI in Conoscere Farnese cit.

[31]Secondo BARAGLIU Mario Farnese cit. la povertà degli abiti del personaggio sarebbe in


relazione alla “sciagurata impresa” dell’Ungheria, finita male per le truppe italiane. Questo però non
spiega l’analoga semplicità dei vestiti indossati dalla figura femminile.

[32]L’altare del SS. Rosario venne affrescato dal Panico intorno al 1596 (SCHLEIER Panico,
Gentileschi, and Lanfranco at San Salvatore in Farnese, in «The Art Bulletin», pag.172); sempre del
Panico nella stessa chiesa sono anche il Sacrificio della Messa, in cui forse il sacerdote raffigurato
è il cardinale Alessandro Farnese, e i due dipinti di S. Giovanni Battista e di S. Sebastiano ai lati
dell’altare della Trinità (BARAGLIUChiesa parrocchiale del SS Salvatore cit.).

Palazzo Del Drago a Bolsena

La Rocca di Capodimonte è la terza dimora dei Farnese che verrà messa a


disposizione degli amanti della bellezza.

Anche questo edificio ottagonale – troneggiante sul paese affacciato sul lago di
Bolsena – fu commissionato da Paolo III, che definiva “mia penisola” la terra di
Capodimonte, una delle più piacenti infra tutte quelle che componevano il ducato di
Castro per la sua peninsulare conformazione e per l’amenità de’ suoi dintorni, si
legge in una cronaca del XIX secolo.
E fu ancora Antonio da Sangallo il Giovane l’architetto incaricato da papa Farnese
di rinnovare il vecchio castello, che originariamente era a pianta quadrata. Vi
aggiunse i contrafforti, il cortile interno, i loggiati e il giardino pensile.

EL "DIMERO FILOSÓFICO" DE LA TUSCIA DEL SIGLO XVI

(nota preliminar)

Paolo Galiano ©

Parte II: Tres ejemplos de simbolismo hermético: Carbognano, Bolsena y Farnese

Considere en particular, tres ejemplos de simbolismo hermético en los edificios


tomó de Farnesio, la menos conocida pero no menos rica en simbolismo de
Caprarola y Bagnaia el Palacio Farnesio "viviendas filosofal" en Carbognano y
Palazzo Crispo de Bolsena, construida en la primera mitad del siglo XVI, y, a fines
del mismo siglo, las iglesias del pueblo de Farnese, donde se encuentran las
pinturas de Antonio María

El pánico nos transmite una lección que no se traduce fácilmente en sus


complejos mecanismos simbólicos.
PALAZZO FARNESE EN CARBOGNANO

Construida sobre una antigua fortaleza medieval que data de al menos la primera
mitad de 1200 a pocos kilómetros de distancia de la famosa residencia del
cardenal Alejandro Caprarola los jóvenes, el Palacio Farnese de Carbognano [1]
fue erigida a Orsino Orsini y Julia Farnesio "hermosa " [2], Señora del Papa
Alejandro VI Borgia, que tenía enemistad Orsini en 1494. Cuando su marido murió
en 1500 Julia hizo continuar el trabajo de reconstrucción y al menos desde 1506
se instaló definitivamente en Carbognano donde permaneció hasta dos años antes
de su muerte, que ocurrió en Roma en 1524; en este período de tiempo Julia tomó
como su segundo marido en 1509, el noble napolitano John Capece de la familia,
murió en 1517, pero a pesar de los dos vivieron en el Palacio de Carbognano
extrañamente ningún rastro quedaba de él.

El Palacio en sí no tiene ninguna característica especial y el jardín que lo rodea se


ha perdido [3] . Sin embargo un interés particular en forma de frescos grotescos,
pintado entre 1506 y 1524 por los pintores cuyo nombre no se conoce, pero
probablemente perteneciente al taller de Rafael que decoran el gran salón, y la
habitación privada de Julia son.

En el salón el elemento más importante son las armas de las familias nobles que
Julia tuvo su punto de encuentro: el lado del padre Farnese, parte de la madre
Caetani, los Orsini como la esposa de Orsino, Della Oak, relacionado a través del
matrimonio de su hija Laura con Niccolò Della Rovere, a quien pertenecía el
Palazzo della Rovere di Gallese. Entre los grutescos que adornan las paredes
emerge un verdadero bestiario simbólico: el gallo, halcones, cigüeñas, búhos,
garzas, grullas, el ibis, el dragón y el caballo, pero, sobre todo, escondido en el
chaflán de una ventana, el Unicornio o Alicorno , escudo de armas de la familia
Farnese FIG. 1(junto con los lirios azules en el campo de oro), desenfrenado y con
un pergamino enigmático "EN. VE. CHITO.".

Donde el simbolismo esotérico es más evidente, es en el dormitorio de Giulia, en


el que una serie de frescos cuyo tema de estudio es el Unicornio y la Dama o el
Unicornio solo decoran las lunetos de la habitación.
En cada luneta hay dos elementos iguales colocados en los lados y un diseño
simbólico en el centro; la Dama, todavía descalza, está sentado en un animal, a
veces un pez, posiblemente, un delfín, a veces un animal mítico, las patas y la
cabeza de perro y pisciforme cuerpo con los de algunos lunetas parecen alas, lo
que podría identificar con el Simurg [4] de la iconografía medieval. Otros animales
están presentes en las escenas, incluyendo una tortuga y un ave zancuda
inidentificable (¿una cigüeña? ¿Un ibis?).

Las escenas con documentación [5] se pueden resumir de la siguiente manera:

- La dama amamanta a su Unicornio sentado en un Simurg, en el medio una


prensa que aplasta las llamas, de donde salen ramas de palmera (?); La fig. 2

- La Señora juega con unicornio nace de una flor (y parece que la mitad izquierda
de la misma son los besos, pero la pintura se ve muy dañada), sentado en un
delfín y una tortuga debajo del pie, en medio del renacer Phoenix de las llamas; La
fig. 3

- La dama vestida con traje decorado por los lirios del Farnese potable del
unicornio con una taza sentado en un Simurg, el centro de prensa de fuego, y en
lo alto de un pergamino con la inscripción en Ignem REQUIEVI; La fig. 4

- La dama juega con la barba del Unicornio sentada en un Simurg, debajo de ella
un Trampoliere (?), En el centro un jarrón (?); La fig. 5

- Dos Liocorni se enfrentaron con gualdrappe a los tres lirios de Farnese y en el


centro una máscara de la que salen hojas y flores (¿o conos de pino?). La fig. 6
Los significados de los símbolos animales se pueden resumir de la siguiente
manera: el Simurg es un animal mítico, como el unicornio, en el que la
coexistencia de la cabeza del perro, la cola de pescado y aves alas indica
claramente su condición de símbolo de los tres mundos , la Tierra (perro), el Agua
(peces) y el Aire (pájaro); el delfín es un símbolo de agua, mientras que la tortuga
es un símbolo de la tierra; el Vástago es volátil que mata a las serpientes como
símbolo del mal, pero también significa el paso de lo fijo (serpiente) a lo volátil
(zancudo); en lo que respecta al Fénix , es bien conocido su símbolo de
regeneración y renacimiento.

El sentido en dos lunetas de una prensa que aplasta las llamas en el centro de la
pintura es oscura: usted puede recordar solamente que en Farnese, incluyendo
restos de cerámica encontrados en el "tiro", una especie de vertederos
medievales, se encontró una placa de la figura. 7 , ahora en exhibición en el
museo Rittatore locales, que representa una mano enguantada sosteniendo una
llama con un pergamino con la inscripción "PARA CELARE", por lo que podemos
asumir un significado simbólico del diseño, la mano del alquimista que tiene en su
mano el fuego significa su dominio sobre el arte de fusionar el material requerido
para el Trabajo y en el caso de Carbognano uno podría hipotetizar un sentido
similar.

La parte más importante de las pinturas son, por supuesto, las escenas de la
dama y el unicornio, cuya moral alegórica que se conoce: el " unicornio es un
animal mítico con el cuerpo y la cabeza del caballo, barba de cabra y pezuñas
como en cérvidos, con un solo cuerno en su frente de antivenefico potencia,
espiral a menudo representado (como en Carbognano), animal temible por su furia
disminuye sólo en la presencia de una virgen, en cuyo seno se apoya la cabeza
dejando tan cautivado por el cazador .

En las fuentes originales [6] de la que el mito occidental, a saber, China, India y
Persia, el unicornio se relaciona con la virgen, con agua, con el eje y con la salud
física: China es el K'i-lin, un nombre que resume los principios masculino y
femenino, es uno de los cuatro animales "benévolos", que no pisotear la hierba
vivo o matan a los animales; La India está relacionado con la salud y la curación
( Atharvaveda ) y la salvación de las aguas (en Satapatha Brahmana del unicornio
ahorra Manu de las aguas de inundación), en el Mahabharata se trata ermitaño
Rishyashringa ( "cuerno de gacela" ), hijo de Ekashringa ("Unicornio"), que es
llevado por una virgen a abandonar su ermita; en el BundahishnPersa es hablado
por un gran unicornio blanco onagro tres patas que purifica océano orinandovi,
criatura mítica que también se relaciona con el árbol Gokard, la fuente en el
océano, y es considerada la cura para todos los males. Todos estos elementos se
unen en Occidente para formar la figura del Unicornio tal como la conocemos.

En Alchemy, el Unicornio está relacionado con el Azufre y en algunos textos, como


el Musaeum hermeticum de 1749, aparece junto con las rosas para simbolizar el

paso de la ópera al blanco a la ópera al rojo; la Dama es la Luna o el Mercurio de


los Filósofos, y la unión de los dos genera la Sal.

En las representaciones de Carbognano la relación entre la dama y el unicornio


parece que se puede leer de varias maneras: la mujer está sentada en la parte
superior de un animal acuático (pescado) o representante de los tres elementos (el
Simurg), con el pie sobre el símbolo de la Tierra (la tortuga), enfatizando así su
relación con el agua y la tierra, y nutre al unicornio con su leche o lo bebe de la
copa, luego le da la sustancia mercurial líquida necesaria para la preparación de la
Obra; la imagen de la señora que parece "jugar" con el unicornio que proviene de
la "flor" se remonta a la puerorum ludus que se representa, por ejemplo, en el
Splendor Solisde Trismosin; en la misma imagen en el lado de la izquierda (por
otra dañado), parece que la Señora besa el unicornio, que podría ser un símbolo
de la unión de dos elementos Azufre y el Mercurio-fuego-agua.

El lema [7] EN Ignem REQUIEVI ( " el fuego que encontré resto "), que aparece en
la luneta de la señora que beber del unicornio, parece significativo cuando se
considera en conjunción Opera alquímico, y confirmado por la prensa que
comprime el símbolo fuego que parece salido de ramas de palma, un símbolo de
la victoria, lo que podría significar la capacidad de dominar el "fuego" por la
"Dama", en sí mismo un símbolo de la dinastía Farnese, ya que lleva en el vestido,
el escudo de lirios de armas.
CRISPO PALACIO DE BOLSENA

Tiberio Crispo (1498-1566), el antiguo hijastro Alessandro Farnese se convirtió en


el Papa Pablo III, era prefecto de Castillo de Sant'Angelo, cardenal y gobernador
de Bolsena, y en esta capacidad se construyó el palacio Crispo Bolsena (ahora
propiedad de dragón [ 8] ), que se encontraban antes de los arquitectos Rafael de
Morley y Simone de Moscú (amigo y colaborador de Antonio da Sangallo el viejo)
y más tarde Thomas Bevilacqua y Giulio Merisi (autor de Capodiferro palacio en
Roma, ahora propiedad de Spada, famoso por su galería de perspectiva
construida por Borromini).

Los frescos, el trabajo de Prospero Fontana y otros pintores de mediados de


siglo , muestran la singularidad de ser todo menos centrada estudio del cardenal
de temas paganos, en particular los episodios de la historia de Roma, los mitos de
Perseo y Muse (Sala de los Juicios) y los de Hércules (Sala del Baccanale - tema
inusual para un hombre de la Iglesia!), Representaciones de los dioses de los
gentiles. Particular interés se presenta en la llamada "Sala de Amor y Psique", con
frescos de escenas de un mito tan importante en hermetismo como en Alquimia:
entre los paneles del techo FIG. 8, El centro de la cual se pinta el banquete de
bodas de Cupido y Psique de los dioses con un querubín alado y un pequeño baile
fauno en la mesa, se oye un unicornio mete la trompa en una corriente de acianos
azules figura. 9 , referencia doble, el lirio y el Unicornio, a los escudos de armas de
la familia Farnese, de los cuales el Crispo también formaba parte indirectamente.
En la iconografía de la época [9], el significado del acto es la purificación del agua
a través del cuerno del Unicornio, con el que cada veneno fue neutralizado; por
esta razón, el Unicornio era considerado una figura de Cristo que, por el agua del
Bautismo o por sumergirse en el Jordán, purifica las almas.

La única habitación de tema religioso (incluso este detalle inusual para un


cardenal) es la pequeña habitación de Moisés, probablemente el estudio privado
de Crispo, con historias del Antiguo Testamento, las cuatro Virtudes cardinales y
las tres Virtudes teológicas a las que se agrega Fortuna como el cuarto , una
combinación singular de religión y mito.
No es sólo en el área de Cupido y Psique, que es el unicornio, que ha estado
presente por lo que decimos "masiva" sianella de Alejandro Magno habitación en
la primera planta se encuentra el llamado "Loggia del Torrazzo", que sirve como la
entrada del segundo piso : en este el tema habitual de la niña que bebe los dos
Unicornios con una taza FIG. 10 forma una banda de decoración continua en las
paredes en el punto de encuentro con el techo de la logia, mientras que en el
salón de Alejandro Magno FIG. 11la representación, que se encuentra en las
cuatro esquinas del techo (en la que también está presente el Risorgente
Phoenix), es más compleja y se repite de diferentes maneras. La figura femenina
no es una dama, sino una figura alada, un ángel o un genio vestido con una larga
túnica cerrados a la cintura con un cinturón fino, que descansa sus pies descalzos
sobre una máscara de sexo masculino con barba, mientras que los Unicornios en
sus lados son rampantes en las ramas que surgen de la máscara y debajo de ellas
hay dos figuras desnudas, que en algunas pinturas son dos machos FIG. 12 , en
otros un niño y una mujer FIG. 13. Una razón adicional para la reflexión son las
figuras que decoran todo el ambiente inmediatamente por debajo del techo: las
escenas, separadas entre sí por una estrella de ocho puntas, por un lado,
representan dos tritones (en correspondencia con el genio con las dos figuras
masculinas ) y en el otro un tritón con un cisne (debajo del Genio con niño y
mujer).

En última instancia, el Palacio Crispo parece ofrecer elementos que sugieren un


conocimiento hermético de su cliente: la presencia ubicua de los dioses de los
gentiles no parece ser un diseño ornamental sencillo, especialmente si cree que la
inclusión junto a las tres virtudes teológicas de la diosa Suerte en la Habitación de
Moisés, y las escenas de la Sala de Alejandro Magno con Genio y Unicornios no
son repeticiones triviales de motivos estandarizados como la "costumbre" Dama
con unicornio.

LAS IGLESIAS DEL PAÍS DE FARNESE


Hay muchas mansiones con sus decoraciones y sus jardines son la
"materialización" interés hermético de las grandes familias aristocráticas de
Viterbo, pero uno de los más importantes (y menos conocidos) eventos está justo
en la ciudad de Farnese: el nombre del país como el de la familia proviene del
roble inglés, una variedad de roble presente en la región pero que ahora casi ha
desaparecido [10] ; sin embargo, es difícil decir cuál deriva del otro, ya que la
aldea ya tiene este nombre al menos desde 1210, como lo muestra un diploma de
Ottone IV de esta y otras localidades en Ildebrandeschi, y se menciona a Giovanni
Farnese en documentos de 1222 [11]. Farnese fue la sede del Ducado de Làtera,
comenzó con Bartolomeo, hijo de Pierluigi Farnese y Giovannella Caetani de
Sermoneta, y floreció con Mario, hijo de Duca Bertoldo y Giulia Acquaviva.

Mario Farnese [12] (1548 -1619?) Fue un hombre de armas, el general de las
tropas pontificias Estado y embajador de la Iglesia en una serie de posiciones;
luchado en Flandes y luego en 1595 en Hungría contra los turcos en la "larga
guerra" entre el Imperio Otomano y las potencias cristianas, teniendo que
compañeros de armas como los comandantes del ejército enviado por los líderes
de Clemente VIII, algunos de los cuales estaban emparentados con Farnese o ya
habían combatido sus órdenes, pero sobre todo eran conocidos de las ciencias
herméticas.

El historiador contemporáneo Campana [13] hace los nombres de Ascanio Sforza,


Francesco Del Monte, Marco Pio, Federico Sangiorgio y Ascanio Della Cornia.
Cuanto más grande sea la lista informado por Pálinkás en su artículo [14] : " Así
Clemente VIII decidió enviar a Hungría un ejército papal sí que confío a las
órdenes de su primo Aldobrandini, estandarte de la Santa Iglesia y comandante
del castillo de Sant'Angelo. Militado como maestros de campo y capitanes del
ejército papal Don Giovanni de Medici, Paolo Sforza, Ascanio Sforza, Ascanio
della Cornia, Marco Pio, de Monte Francesco, Mario Farnese, Flaminio Delfino y
otras bellas aristócratas romanos y de la Toscana " .

El nombre de Ascanio Sforza se muestra en la historia, pero Bell no está en la


genealogía de la casa Sforza [15] , mientras que Palinkáscita Paul Sforza (1535-
1597), hijo de la rama Bosio II Sforza de Santa Fiora y Constance Farnese (hija
natural, el Papa Pablo III y hermana de la madre Tiberio Crispo, lo que se ha dicho
sobre la Crispo Palacio de Bolsena), casado Lucrezia Pio, un pariente de Marco
Pio, participaron como coronel en la batalla de Lepanto y como teniente general en
1595 guerra de Hungría [16] , y era un amigo y mecenas del arquitecto Pompeo
Floriani [17] , que había luchado con él primero a Francia y luego a Lepanto y
Hungría;Francesco Del Monte en Santa María (1559-1622), la rama de
Piancastagnaio Marchesi, había luchado en Flandes en 1581 a las órdenes de
Alejandro Farnesio, luego con Diomede Della Cornia en Francia en 1592, que era
un pariente del mismo nombre el cardenal Francis y alquimista (1549-1627), amigo
de la familia Medici y patrón de Caravaggio, que pintó en la villa en Porta Pinciana
(ahora propiedad Ludovisi) el techo de la "Tesoretto", habitación privada contigua
al cardenal a "cervecería" en la que guardaba su experimentos alquímicos; Marco
Pio (1567-1599) señor de Sassuolo, que estaba emparentado con Farnese al
haberse casado con Clelia Farnese [18], Otra hija del joven cardenal Alessandro,
llevó una vida muy agitada entre guerras y conspiraciones, era de la guerra y el
hombre de la cultura (en Sassuolo había fundado la Academia de la unánime
[19] ), participó en la guerra de los Países Bajos bajo el mando de Farnese [20] y
fue un benefactor y amigo de Torquato Tasso. Flaminio Delfino o delfines (1552-
1605) fue el único que no pertenece a una familia noble (su padre, romano, era un
comerciante), pero él había pasado su vida luchando bajo diferentes maestros,
incluyendo Alessandro Farnese en la guerra de Flandes. Problemática para
identificar a los dos últimos líderes: hay noticias de Federico Sangiorgio [21]que
era un caballero de Malta y el portador del Gran Maestro y participó con honor por
sus acciones valientes en la guerra contra los turcos en Malta en 1565, mientras
que Ascanio della Cornia Marqués de Castiglione del Lago, que ya se ha dicho
sobre la su palacio, también un Caballero de Malta y la isla junto con el defensa
Sangiorgio, murió en 1571 y, por tanto, no podía participar en la guerra de Hungría
en 1595, por lo que debe pensar en un pariente de su homónimo.

Mario Camilla se casó en 1587 con la hija del Marqués de Giampaolo Meli Lupi di
Soragna y Cortemaggiore Isabella Pallavicino. Figura particular, Pallavicino: Mujer
alto nivel de educación epersonaggio sin escrúpulos para su época (el poeta
Magdalena Campiglia, de la que fue patrono, los sonetos dedicados entusiastas y
trabajar Flori , donde parece que alude a un amor que existe entre las dos
mujeres), era patrono de Torquato Tasso, de la que había impreso a sus propias
expensas el Jerusalén entregado en la edición impresa corregida por el mismo
autor, y se asoció con la Academia de Innominatidi Parma [22] , que eran parte de
al menos 1.577 Ranucio y Ottavio Farnese [23 ](Cada uno un "inmutable" y "alta"),
y Pomponio Torelli poeta filósofo Montechiarugolo contar, sino también
neoplatónica, descendiente por parte de su madre desde el Pico de la Mirándola y
pinturas de inspiración de los hermanos Annibale y Agostino Carracci en la Galería
Farnese de Roma, ordenado por el cardenal Odoardo Farnese (hermano Ranuccio
"colega" Torelli Academy), en la que se representa la teoría de Amor en sus
diversas formas [24] , concentrados en las dos figuras enigmáticas de Eros y
Anteros Poste en las cuatro esquinas del techo FIG. 14 .

Un Soragna Isabella había establecido una Academia de los Illuminati [25] , que
era escritor parteil Antonio Ongaro (1560? -1593?) Por el nombre de
"encomendado", entonces secretario Mario Farnese en Flandes que siguió a la
guerra, en la cual para algunos [26]debemos identificar el alma del cenáculo
académico activo en Farnese a fines del siglo XVI, quizás la continuidad de la de
Isabella de Soragna. Pero yo creo que Mario Farnese ha aumentado sus intereses
herméticos (probablemente ya existente, dada la historia de su familia)
directamente en la Soragna, tal vez entonces su fortalecimiento en el encuentro
con los personajes se reunieron durante la campaña de Hungría, como la
Academia Soragnese ciertamente tenía frecuentación, ya que el contrato
matrimonial había establecido que durante dos años debería residir en la corte de
los suegros [27] .

Además de la realización de la Rocca Farnese con una pasarela elevada,


construida por el arquitecto Ettore esmeraldas, que conecta la fortaleza del parque
forestal, mientras que un segundo lugar en el jardín llamado "el Galeazza",
decorado con fuentes y estatuas talladas en la roca que emerge , hoy no queda
nada [28] , Mario realizó numerosas obras civiles para mejorar la calidad de vida
de sus súbditos y trabajó en la decoración de tres iglesias, la iglesia de S. Maria
delle Grazie en el monasterio Clarisse (fundada por hija Isabella), la iglesia de las
SS. Salvatore y la iglesia de S. Maria della Cavarella, luego S. Anna.

En estas iglesias parte de los frescos murales y pinturas fueron obra de Antonio
María Panico [29] (1575? -1621?), ¿Quién, o su conocimiento o cliente Mario
Farnese, hablaron con escenas significado herméticos, hasta la fecha es difícil
investigar a fondo.

En la iglesia del Monasterio de las Clarisas ( S. Maria delle Grazie ) el Pánico,


pero mucho más probable es que uno de sus alumnos, pintó una Inmaculada
Concepción . 15 también conocido como el Retorno de Mario Farnese de la
Guerra de Ferrara [30] de 1598, aunque muchos de sus elementos nos dejan
perplejos con tal nombre. La imagen es tripartita: por encima de la bendición de
los ángeles de Dios, en el centro de la Virgen en una luna creciente, a
continuación, en medio de un grupo de personajes masculinos a la izquierda del
espectador y el derecho de las mujeres, dos figuras que deben representar a
Mario Farnese, vestido con ropa gastada [31]y con una bolsa en sus hombros para
el equipaje, y su madre, una anciana en la pintura que lo saluda con la cabeza
cubierta, en la derecha en primer plano de una mujer joven y un niño interpretado
como Camilla y su hija Isabel. Aparte de lo extraño de la forma en que se pintó el
tema de la "vuelta", ciertos elementos en el contexto sugieren una localización
precisa de la pintura Ambito hermético: alas de los ángeles junto a la Virgen están
pintadas con el motivo de la alquímico cauda pavonis, Entre los símbolos que se
detectan un dragón de siete cabezas (entre los dos personajes principales), un
jarrón con rosas blancas y rojas lirios (primer plano), un templo redondo (en las
colinas de la esquina superior izquierda) y una fuente con la base tal vez
hexagonal (entre el personaje de malvento y la figura masculina de la izquierda),
templo y fuente que aparecen en otras dos obras del Pánico siempre en Farnesio:
en la iglesia de las SS. Salvatore FIG. 16 y FIG. 17 en el nicho del altar del
Rosario [32] y en el de Sant'Anna en la vela decorada con la Dormición de la
Virgen.

La Iglesia de Sant'Anna , un verdadero texto de hermetismo, dada la complejidad


de su descripción requiere una exposición separada, que se dará en la Parte III de
este artículo.

[1] El Palazzo Farnese de Carbognano es propiedad privada y no se puede visitar


para la descripción y fotografías de los frescos que hicimos uso de la valiosa labor
de MOSCATELLI Visita la Rocca Farnese Carbognano y fotos en ella por martillos,
desde el sitio http://www.canino.info . La serie de artículos de MOSCATELLI sobre
las residencias de Farnese y sobre la historia del territorio pronto se recogerá en
una publicación impresa para las ediciones de Annulli.

[2] Giulia erigida en 1522, el último año de su estancia en el país, la iglesia de


Santa María de la Inmaculada Concepción en Carbognano, que más tarde, en
1581, con frescos de la escuela Zuccari (www.carbognanonline.it).

[3] VAROLI PIAZZA Paisajes y jardines de Tuscia cit. pag. 64.

[4] En Simurg, vea el artículo de ALBRILE La migración del Fénix en


www.simmetria.org .

[5] La documentación está disponible solo para algunas lunettes gracias al trabajo
fotográfico de MAZZUOLI publicado en el artículo cit de MOSCATELLI.
[6] Fundamental por su exhaustividad y por la bibliografía sobre el tema el artículo
de CARDINI El Unicorno apareció en la revista "Abstracta" n ° 4, abril de 1986.

[7] Otros cartuchos encontrados inscritos en las paredes, cuya interpretación es


difícil. MOSCATELLI en el artículo citado de la siguiente manera: "CI TO PFI CIET
(siglas en inglés de" citi perficiet ": pronto se hará) ; HOMO (hombre) ; DATUR (se
concede) ; EST AURUM (es oro) ; AD SUUM (para poseer) ; OPERIBUS (con los
trabajos) ; MCS (abreviatura incomprensible) ; REQUIEVI (encontré la paz) ; EN
IGNIM REQUIEVI (en el fuego encontré paz, alivio) ". Sin embargo, su arreglo
preciso en las paredes y la correspondencia con las pinturas no se informan.

[8] Solo se puede visitar el palacio de común acuerdo con el propietario, Principe
Del Drago (teléfono 0761-799393). La descripción y las fotos del Palazzo Crispo
son por este motivo tomadas del sitio www.futouring.it.

[9] PICINELLI Mundo simbólico formado por empresas ... expandido , Milán 1669
pp. 219-221.

[10] BARAGLIU Farnese , en el sitio de la Reserva Natural "Selva del Lamone".

[11] FRAZZONI Farnese a lo largo del tiempo , en Conoscere Farnese ,


Acquapendente 2012pag. 9.

[12] Las noticias sobre Mario Farnese, además de la biografía encontrado en la


Enciclopedia Treccani, son de Baragliu señoras Mario Farnese de Latera y
Farnese Ducado en www.farneseonline.it ; los de las iglesias de Farnese por
RICCI La iglesia de S. Anna , en RINALDI Sabiendo preservar - Itinerarios
educativos y culturales en Tuscia , Roma 2008 pagg. 49-61; BARAGLIU Iglesia
parroquial de las SS Salvatore en Farnese , en http://discoverytuscia.blogspot.it ;
Efemérides RICCI artísticas en Farnese , en Conoscere Farnese cit.; FRAZZONI,
Farnese a través del tiempo , en Conoscere Farnese cit.

[13] CAMPANA De las historias del mundo , Venecia 1597 vol. II pag. 723.
[14] Ejércitos palestinos PALINKÁS en Hungría. La toma de Strigonia , en
"Corvina - Revisión Italo-Húngara", año III, 1940 n. 5 pág. 355.

[15] Tanto Ascanio como Paolo son nombres frecuentes en la casa y uno podría
adelantar la hipótesis de que el primero pertenecía a una rama cadete.

[16] Enciclopedia entrada Treccani "Sforza".

[17] Pompeo Floriani fue uno de los primeros arquitectos en diseñar el plan de una
ciudad, llamado "Città Felice", en forma hexagonal y con ejes ortogonales en la
carretera

[18] Curiosidades: Su nombre está ligado a la preparación de nocino, ofrecido en


abundancia en el día de la boda con Marco Pio, el famoso licor de la región de
Sassuolo se extendió lentamente por toda Italia: la nuez tiene una preparación
"mágica" como los frutos secos de los que se elaborará se cosechan en la noche
de San Giovanni d'Estate y se deben cortar solo con un cuchillo de cristal
(www.sassuolonline.it/cleliafarnese.htm).

[19] CAMPORI Recuerdos históricos de Mario Pio di Savoja señor de Sassuolo ,


Módena 1871 pag. 76.

[20] CAMPORI cit. pp. 52-53. Por su participación en la guerra en Hungría: pagg.
59-67.

[21] En la presencia en Malta de Sangiorgio y Ascanio Della Cornia ver BOSIO


Della sagrado Religión et ill.ma Milicia de San Juan de Jerusalén , Parte III pp. 605
C, 619 B y 826 E para Sangiorgio y pag. 616 Y para Della Cornia.

[22] DE LA SUBASTA Herencia de papel. Bibliotecas privadas y circulación de


libros en Farnesian Parma (1535-1731) , Milán 2010 pág. 313.
[23] DENAROSIS La Academia de los Innominati de Parma, teorías literarias y
proyectos de escritura (1574-1608) , Florencia 2003 en cronología académica año
1577 .

[24] Sobre este tema véase el estudio de la columna Pomponio Torelli, Annibale
Carracci y Agostino y la teoría de los afectos en la Galería Farnese ,
Departamento de Estudios Italianos de la Universidad de Parma en 2012.

[25] QUADRIO De la historia y la razón de cada poema , Bologna 1739 vol. Yo


pag. 98; Diccionario de obras de Bompiani , Milán 1947-1952 vol. III pag. 18.

[26] RICCI La Iglesia de Santa Ana cit.

[27] BARAGLIU Mario Farnese, señor del ducado cit.

[28] VAROLI PIAZZA Paisajes y jardines cit. pag. 80.

[29] La información biográfica sobre el pánico es escasa: para POSNER Antonio


Maria Panico y Annibale Carracci , en "The Art Bulletin" LII, 1970 pp. 181-183
nació poco después de 1575 en Bolonia y murió en el territorio de Farnese
alrededor de 1620; los lugares de nacimiento y muerte, pero no las fechas, son
informados por BELLORI Vite de 'pintores, escultores y arquitectos modernos ,
Roma 1672 (resto anastatica ed Forni, Bolonia) pag. 93.

[30] La descripción de la imagen está tomada de los textos de FRAZZONI y RICCI


en Conoscere Farnese cit.

[31] Según BARAGLIU Mario Farnese cit. la pobreza de las ropas del personaje
estaría relacionada con la " empresa desafortunada " de Hungría, que terminó mal
para las tropas italianas. Pero esto no explica la simplicidad similar de la ropa
usada por la figura femenina.
[32] El altar de las SS. Rosario fue pintado por el pánico hacia 1596 (Schleier
pánico, Gentileschi, y Lanfranco, en San Salvatore in Farnese , en "The Art
Bulletin", página 172); El pánico siempre en la misma iglesia son también el
sacrificio de la misa , en la que tal vez el cura se representa el cardenal
Alessandro Farnese, y las dos pinturas de San Juan Bautista y San Sebastián en
los lados de la Trinidad (Baragliu Parroquia de SS Salvatore cit.)

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