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Achille Condottiero dei Mirmidoni alla guerra contro Troia, figlio del re Peleo e della dea marina
Tetide, era un semidio. Leggendario eroe greco, è il personaggio principale del poema di Omero. Fra gli
episodi più celebri, si ricorda qui l’agguato a Troilo. Il più bello, oltre che il più valoroso tra gli eroi omerici,
viene rappresentato coi capelli biondi e gli occhi lucenti; è rappresentato in un primo tempo barbuto, poi
imberbe, in moltissime opere dell'arte greca, etrusca e romana (pitture, mosaici, sarcofagi, ecc.). “Achillee”
erano dette, secondo Plinio il Vecchio, le statue di giovani in nudità eroica, armati di lancia.
Giovanni Battista Tiepolo Tomba dei Tori a Tarquinia J.Auguste Dominique Ingres
Atena impedisce ad Achille di Agguato di Achille a Troilo Achille e l'amante Patroclo
uccidere Agamennone
Apollo Dio del sole delle arti (e per questo messo in relazione con le Muse), è una delle dodici
divinità dell’Olimpo. Viene raffigurato come un bellissimo giovane con il capo coronato di alloro, pianta a
lui consacrata, simbolo di vittoria, sotto la quale alcune leggende volevano che il dio fosse nato. Suoi
attributi tipici erano l'arco e la cetra. Altro suo emblema caratteristico è il tripode sacrificale, simbolo dei
suoi poteri profetici. Animali sacri al dio erano i cigni (simbolo di bellezza), i lupi, le cicale (a simboleggiare
la musica e il canto), e ancora falchi, corvi e serpenti, questi ultimi con riferimento ai suoi poteri oracolari. E
ancora il gallo, come simbolo dell'amore omosessuale, diversi, infatti, gli uomini di cui il dio s'innamorò.
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Mitologia greco-romana
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Mitologia greco-romana
← Domenichino,
Diana e Atteone
Parmigianino →
1523, “saletta
segreta” della Rocca
dei conti Sanvitale a
Fontanellato
Diana e Atteone
Bacco In greco, Diòniso, Dio del vino, è un giovane con il capo coronato di vite, con una coppa di
vino o un grappolo d’uva in mano. Nel corteo di Bacco a volte compaiono fanciulle che danzano,le
Baccanti, e Satiri che suonano il flauto. A volte Bacco è accompagnato da Arianna, che sarà sua sposa.
Centauri Sono esseri selvaggi e rozzi, metà uomini e metà cavalli, che vivono sulle montagne e
si nutrono di carne cruda. Sono legati a numerosi episodi mitologici. Mostri dal busto a forma umana dalla
testa alla vita, innestato su un corpo di cavallo. Presenti nell'iconografia dal tardo Miceneo, sono
rappresentati tradizionalmente come cacciatori. La più famosa leggenda che si racconta sui Centauri è
quella della loro sconfitta da parte dei Lapiti, un popolo della Tessaglia. I miti ci tramandano anche che i
Centauri furono decimati da Eracle e scacciati dalla Tessaglia furono confinati nelle pendici del monte
Pindo.
Ciclopi Sono delle figure della mitologia greca, divinità gigantesche con un occhio solo.
Creature prodigiose, vengono descritti come alti conoscitori dell'arte della lavorazione del ferro e
sono considerati gli aiutanti di Efesto, il dio del fuoco. Omero dà solo il nome di uno di loro,
Polifemo, che fece prigioniero Odisseo (Ulisse) e i suoi compagni.
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Mitologia greco-romana
Botticelli →,
La Nascita di Venere
Zefiro e Clori spargono rose sulla Dea.
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Mitologia greco-romana
← Botticelli,
“La primavera”
Part. Zefiro e Clori
→
Jacopo Amigoni
Clori e Zefiro
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Mitologia greco-romana
Diana E’ una delle dodici divinità dell’Olimpo, chiamata dai Greci Artemide, è la sorella di Apollo.
Cacciatrice e signora delle fiere, è la dea della natura selvaggia. Custode della verginità e della purezza,
governa anche la fertilità femminile, protegge le giovani spose e le partorienti. È talora identificata con la
dea infernale Ecate e con la Luna. L'iconografia la ritrae come cacciatrice, con il chitone (un corto vestito di
stoffa leggera), arco, frecce, calzari e una muta di cani; il suo carro d'oro è trainato da cerve. In altre
raffigurazioni, in cui appare come Ecate, la dea impugna una fiaccola.
Dafne Ninfa di cui si invaghisce Apollo e a cui sfugge tramutandosi in una pianta di alloro.
Attributi: arco, faretra (Apollo); mani in forma di rami d’alloro, rami sulla testa, piedi in forma di
radici (Dafne)
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Mitologia greco-romana
Ercole Eracle nella mitologia greca, metà uomo e metà dio, è un eroe
della mitologia greca, personificazione della forza fisica e del coraggio.
Famose sono le sue dodici fatiche che, dopo aver affrontato grandi avversità,
supera trionfando sul male. L’iconografia greca e romana del dio insiste sugli
attributi della clava e della pelle leonina e talvolta compaiono anche l’arco e
la faretra; in alcuni tipi arcaici e italici indossa la corazza. I due tipi barbato e
imberbe coesistono fino dall’arcaismo; la muscolatura del corpo è sempre
vigorosa. Particolari figurazioni sono l’Ercole banchettante, quello che suona
la cetra, quello ebbro, quello in abiti di Onfale.
Prospero Sogari Spani
Ercole→
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Mitologia greco-romana
Paolo Pagani Rubens Pollaiolo
Ercole cattura Cerbero Ercole e Onfale Ercole e l’Idra
La dodicesima fattica
George Petel
Eracle e il Leone di Nemea
William-Adolphe Bouguereau
Il rimorso di Oreste
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Mitologia greco-romana
→
John Singer Sergent
“Oreste inseguito dalle Furie”
J. A. D. Ingres
“Zeus e Teti”
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Mitologia greco-romana
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Mitologia greco-romana
Le Tre Grazie Sono divinità che fanno parte del seguito di Apollo e di Venere. Sono
abbracciate, nude o vestite di veli. Nel Rinascimento simboleggiano castità, bellezza e amore.
Chiamate dai greci Cariti, erano figlie di Zeus e della ninfa Eurinome ed erano tre dee portatrici di
gioia e bellezza. I loro nomi erano Aglaia (“splendore”), Eufrosine (“gioia e letizia”) e Talia
(“prosperità”); presiedevano ai banchetti e alle danze, accompagnavano Afrodite ed Eros, le
divinità dell’amore, e con le muse danzavano per gli dei al suono della lira di Apollo.
Nell’iconografia greco- romana le tre donne, totalmente nude, sono disposte in modo che quella
centrale sia vista da dietro e le altre la affiancano con posture simmetriche.
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Mitologia greco-romana
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Mitologia greco-romana
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Mitologia greco-romana
Caravaggio
Testa di Medusa
Benvenuto Cellini
Perseo con la testa di Medusa
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Mitologia greco-romana
Come tutti i personaggi mitologici Medusa resterà in disparte per almeno mille anni aspettando che
finisca il Medioevo. La ritroviamo rappresentata da Baldassare Peruzzi sulla volta della Villa Farnesina
a Roma.
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Mitologia greco-romana
Giambologna
Mercurio
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Mitologia greco-romana
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Mitologia greco-romana
Minotauro
Essere mostruoso con il corpo
umano e la testa di toro.
Rinchiuso nel labirinto dell’isola di
Creta, fu ucciso da Teseo con
l’aiuto di Arianna. Il Palazzo di
Cnosso,con le sue innumerevoli
sale è associato a questo mito.
Vaso attico
Vaso greco Il Minotauro
Teseo uccide il Minotauro
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Mitologia greco-romana
Mòire I romani le chiamavano Parche e, come le Ore, erano figlie di Zeus e di Temi: sono le
dee del destino. Da alcuni erano rappresentate come vecchie, ma da la maggior parte, come
giovani dall'aspetto severo, vestite con dei lunghi pepli bianchi trapunti di stelle. Le tre dee
filavano la vita degli uomini. Sono spesso raffigurate mentre filano e tagliano il filo della vita
umana, secondo la lunghezza corrispondente al numero dei giorni spettante ad ognuno. Possono
essere raffigurate sole, negli Inferi, o in complesse scene allegoriche in cui si scorge, talvolta,
anche l’immagine della Morte. Le Parche (come erano chiamate dai romani) sono rappresentate
sui sarcofagi, in relazione a scene legate alla nascita o alla creazione degli uomini da parte di
Prometeo. Su raffigurazioni sepolcrali a Ostia (II e III sec. d.C.) sono ritratte, sole o insieme, con i
loro attributi tipici: il filo, il fuso e le cesoie.
John Strudwick
A Golden Thread
(Un filo prezioso)
L’opera raffigura le tre Parche intente a filare il destino degli uomini accompagnate da una folta
schiera di personaggi allegorici. Sulla destra, Cloto, che presiede alla nascita, svolge il filo dal fuso;
a sinistra, Lachesi tesse il filo diventato rosso a significare l’amore fisico dell’età matura, al quale
allude anche la giovane nera con quattro mammelle, simbolo di fecondità. Atropo, la Parca al
centro, recide il filo della vita decretando il momento della morte. Sullo sfondo si scorgono l’albero
di Adamo ed Eva, un altro albero secco con un rapace appollaiato, e uno scheletro con la falce,
simbolo di vanitas.
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Mitologia greco-romana
Le Ore Le Ore erano sorelle delle Moire e venivano considerate le custodi dell'Olimpo. In
origine erano tre e simboleggiavano il regolare scorrere del tempo nell'alterna vicenda delle
stagioni (primavera, estate e autunno fusi insieme, inverno); poi ne fu aggiunta una quarta
(allusione all'autunno); in epoca romana finirono col personificare le ore vere e proprie, divenendo
12 e da ultimo 24. Irene è la personificazione e la divinizzazione della pace (entrata
successivamente nel pantheon romano - a partire dal regno di Augusto - con il nome di Pax). In
Esiodo è una delle tre Ore (Eunomia=buon Governo, Dike=Giustizia e Irene=Pace). L'arte trattò
spesso il soggetto d'Irene.: una gran quantità di monete appartenenti ai più svariati paesi greci ne
recarono l'effige, ma particolare fama raggiunse la statua d'Irene col bambino Pluto (la ricchezza)
in braccio, che sorgeva nell'agorà di Atene
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Mitologia greco-romana
Leipzig
Dike - Giustizia in trono
Louvre
Dioniso e le Ore
Muse Sono nove sorelle figlie di Giove e Memoria, governano l’ispirazione poetica e tutte le
attività intellettuali. Abitano sul monte Parnaso. L'importanza delle muse nella religione greca era
elevata: esse infatti rappresentavano l'ideale supremo dell'Arte, intesa come verità del "Tutto"
ovvero l'«eterna magnificenza del divino». le Muse vengono rappresentate avvolte in lunghi
chitoni dai morbidi drappeggi, alcune con gli attributi propri (come la cetra, la lira, il rotolo scritto,
il globo, ecc.) Il tema delle nove Muse raffigurate come fanciulle in vesti vaporose e veli, per lo
più danzanti attorno ad Apollo ma anche in altri atteggiamenti, fu ripreso dall'arte rinascimentale
e manieristica
Le nove Muse rappresentano l’ideale supremo dell’Arte, coloro che allietavano le feste degli dei con canti
e danze. La loro presenza nel mito si ha fin dalle origini; figlie di Zeus e protette di Apollo, avevano la loro
dimora sul monte Elicona. Fino ad Esiodo le muse erano molte di più, ma nella sua “Teogonia” fissò il loro
numero a nove, pur non definendo i loro specifici compiti. Erano considerate le depositarie della memoria
e del sapere. Chi osava sfidarle veniva punito severamente, come le sirene che volendo dimostrare la loro
supremazia sulle Muse, persero le ali.
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Mitologia greco-romana
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Mitologia greco-romana
Nettuno Poseidone per i greci, dio mare, invocato dai marinai per ricevere protezione
durante la navigazione. Riconoscibile per il suo tridente, talvolta è accompagnato dal figlio Tritone.
Nell'iconografia romana Nettuno non differisce dal Posidone greco e compare spesso nelle
raffigurazioni di cortei marini, sul carro tirato da ippocampi fra Nereidi e Tritoni. La raffigurazione
del dio fu in seguito ripresa dalla scultura manieristica e barocca, soprattutto a ornamento di
monumentali fontane.
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Mitologia greco-romana
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Mitologia greco-romana
Henry Howard
Hermes conduce Pandora da Epimeteo
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Mitologia greco-romana
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Mitologia greco-romana
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Mitologia greco-romana
Personaggi: Prometeo,
Minerva, Ercole, Mercurio,
Attributi: nudità, vincoli,
ferita, aquila, barba
(Prometeo); lancia, elmo,
scudo, corazza (Minerva);
clava, pelle del leone nemeo
(Ercole); caduceo, petaso
(Mercurio).
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Mitologia greco-romana
Proserpina È la versione romana della dea greca Persefone o Kore. Figlia di Cerere,
dea dell’agricoltura, fu rapita da Plutone che si innamorò di lei e la trascinò nel suo regno degli
Inferi. La madre rese sterile la terra, ma a Proserpina fu concesso di tornarvi ogni anno in
primavera, quando il suolo rifiorisce e offre i suoi frutti. La dea viene raffigurata come regina,
quindi in trono vicina ad Ade o in scene di banchetto, ma sempre riccamente vestita e con
numerosi gioielli. Gli attributi della dea sono simboli regali come lo scettro, ma anche torce, luce
nell’Oltretomba, le spighe di grano dei misteri eleusini, oppure il frutto del melograno ed il gallo,
che annuncia l’alba e rappresenta una rinascita. Un soggetto iconografico che ha avuto grande
fortuna è il Rapimento di Proserpina (Persefone).
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Mitologia greco-romana
Psiche Rappresenta talvolta con una farfalla, è una fanciulla così bella da far ingelosire
Venere che invia Amore per farla innamorare di un uomo spregevole, ma Amore si innamora a sua
volta di Psiche. Quando Amore l’abbandona, Psiche vaga nel mondo alla sua ricerca e poi cade in
un sonno profondo dal quale si risveglia con un bacio di Amore. La favola di Amore e Psiche, tratta
dalle Metamorfosi di Apuleio, quella che Voltaire definì “la più bella fiaba che gli antichi ci abbiano
lasciato”, è un soggetto che ha affascinato generazioni di artisti. Il mito di Amore e Psiche,
raffigurati mentre danzano o intrecciano ghirlande, fu il più frequente simbolo pagano di
immortalità che passò nell'iconografia paleocristiana. Venne ripreso poi nel Seicento e Settecento,
come pretesto per scene “galanti”, nel tipo di Psiche che illumina Amore.
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Mitologia greco-romana
Canova Canova
Amore e Psiche Amore e Psiche
Psiche pone nella mano di La scena del bacio con il quale Amore
Amore una farfalla. sveglia Psiche
Satiri, Fauni e Sileni Figure mitologiche fra le più diffuse nella letteratura,
nell'arte, nelle credenze popolari della Grecia antica. I Satiri, partecipanti della natura caprina, hanno
perciò corpo e membra umane, ma orecchie (e spesso anche corna) e coda caprine, orecchie cioè lunghe
e appuntite, capelli arruffati, naso rincagnato. Si vedeva nei satiri la personificazione della vita della
natura, così come nelle ninfe, delle quali si consideravano i corrispondenti maschili, viventi anch'essi nelle
solitudini dei monti o dei boschi, cacciando, danzando e sonando la zampogna, il flauto o le nacchere.
Insieme con le ninfe stesse e con le baccanti si associavano al corteo (o tiaso) di Dioniso ( Bacco). I Sileni
sono di natura equina, con le orecchie e la coda di cavallo e spesso anche il caratteristico zoccolo degli
equini. Piuttosto che dei monti e dei boschi, i sileni venivano riguardati come genî dell'acqua corrente che
irriga e feconda, amanti d' intrattenersi nelle umide praterie, spesso in compagnia delle ninfe, con le quali
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Mitologia greco-romana
solevano congiungersi nella fresca ombra delle caverne. Nell'antica religione romana il satiro è noto come
"fauno”. i Fauni, corrispondenti italici di Pan e Satiri greci, sono descritti come esseri metà caprini con
zoccoli e corna di capra.
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Mitologia greco-romana
Presumibilmente Priapo è una divinità minore di Realizzato nello Studio privato di Alfonso d'Este,
origini relativamente tarde e popolaresche - non duca di Ferrara, è uno dei capolavori della pittura
appare per esempio in Esiodo - originario di rinascimentale, noto per i suoi molteplici contenuti
Lampsaco e di altri centri della Propontide. Di qui si iconografici. Gli dei sono riuniti in olimpico convito,
diffuse per tutta la Grecia e poi per il mondo un lungo banchetto durato tutta la notte: adesso,
romano, sostituendosi indubbiamente a oscure verso l'alba, mentre alcuni sono colti dal sonno,
divinità falliche regionali. sfiancati dal vino e dalle libagioni, Nettuno può
prendersi qualche libertà, con la destra nell'intimità
di Cibele con la sinistra sul fondo schiena di Cerere
mentre Priapo solleva furtivo la veste di Lotis.
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Mitologia greco-romana
Giorgio Vasari
La mutilazione di Urano da parte di Crono
Gea stesa a terra è circondata da un gruppo Crono o Saturno è il figlio di Gea e Urano ed è colui che
di Carpi divinità infantili che simboleggiano i spodesta il padre e libera i fratelli dal Tartaro.
frutti della terra.
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Mitologia greco-romana
Sirene Sono le più celebri e le più rappresentate tra le creature fantastiche. Sono un ibrido
di donna e di pesce, le cui origini si ricollegano ai Tritoni della mitologia greca. Il busto è alquanto
seducente, con seni prominenti, mentre il resto del corpo si allunga in una coda di pesce, singola
o doppia. Simboleggiano tutte le seduzioni femminili e le tentazioni demoniache che queste
ispirano. In origine, erano alate, il loro canto è ammaliatore.
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Mitologia greco-romana
Teti Era la più bella delle Nereidi, le ninfe dei mari figlie di Nereo e Doride, discendenti da
Oceano. Aveva il dono della metamorfosi che contribuiva ad aumentarne il suo fascino. Una
profezia della titanide Temi predisse come Teti fosse destinata a dare alla luce un figlio, Achille,
che sarebbe divenuto più potente, più intelligente e più ambizioso del padre Pelide.
Antoine Borel
Teti immerge Achille
nello Stige
Rubens Mosaico
Teti immerge Achille nello Stige. Teti (Tethis)
Uno degli episodi più rappresentati È rappresentata l’altra figura mitologica, Teti (da non
dagli artisti di ogni epoca. confondere con l’omonima madre di Achille), qui con lo sposo
Oceano. La rappresentazione di Tethys è rara; appare sui
mosaici assieme al suo coniuge e con due piccole ali sulla fronte
certamente per il suo ruolo di madre delle nuvole.
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Mitologia greco-romana
Iconografia del
mietitore
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Mitologia greco-romana
Un esempio perfetto di Trionfo della Morte in pittura è quello dell’Oratorio dei Disciplini di
Clusone. Originariamente i Trionfi erano processioni festose e dirompenti dedicate a Dioniso,
basate su canti, litanie e processioni. Nel mondo romano, il Trionfo divenne essenzialmente la
marcia celebrativa degli imperatori che ritornavano a Roma vittoriosi, assisi su un carro (il carro
dei vincitori, appunto) e circondati dai simboli delle loro imprese vincenti: lo scettro e la corona
d’alloro. La Morte è al centro della scena, con mantello e corona, secondo il senso di caducità
medievale: non era più Dioniso, non era più l’Imperatore che avanzano incedendo in pompa
magna, ostentando la loro grandezza, ma la Morte.
Lorenzo Lotto
Putto con Teschio
Per alcuni è una raffigurazione di Cupido, o di
Amor, che trionfa sulla morte, una sorta di Eros e
Thanatos. Mentre per altri è la celebrazione della
vita eterna. Il puer della rinascita, incoronando il
teschio non vuole esprimere una riflessione sulla
morte come conclusione di tutto, ma piuttosto
sulla morte intesa come sonno temporaneo, oltre il
quale c’è ancora vita. Il trionfo quindi non è quello
della morte sulla vita, ma esattamente l’opposto. È
la vita che vince sulla morte. L’ipotesi più diffusa è
quella che suole vedere in questa tavoletta una
raffigurazione della vanitas umana.
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Mitologia greco-romana
Titani Nome degli dei precedenti a quelli venerati dai Greci. Figure puramente mitiche, i
Titani erano figli di Gaia (Terra) e Urano (Cielo). Erano 12, 6 maschi e 6 femmine. Dall’ unione di
due di questi, Crono e Rea, come spiegato nella titanomachia, nascono i grandi dei dell'Olimpo.
Venere In greco, Afrodite, nata dalla schiuma del mare, è la dea dell’amore passionale,
della bellezza, della fecondità. La conchiglia è il suo simbolo. È madre di Cupido e le sono ancelle le
Grazie. Suoi attributi sono le colombe o i cigni, la conchiglia, i delfini, la cintola magica che rende
seducente chi la indossa, la torcia che desta amore, il cuore fiammeggiante, la rosa, il mirto
sempreverde come l’amore. Altro attributo convenzionale può essere lo specchio. Dal punto di
vista iconografico Venere può essere rappresentata come anadiomene, cioè che sorge dalle
acque, che giunge alla riva di Cipro, giacente o dormiente, in trionfo, o associata ad altri soggetti
mitologici.
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Mitologia greco-romana
Velázquez Bronzino
Venere allo specchio Allegoria del Trionfo di Venere
Il tema è tratto dalla mitologia romana e rappresenta Venere in primo piano (identificata dal pomo
Venere adagiata mollemente su un letto tra lenzuola d'oro del giudizio di Paride e dalle due
di raso, mentre Cupido, riconoscibile per la faretra e le
colombe in basso), bacia sensualmente il
ali, le regge uno specchio.
figlio Cupido, il quale, mostrando
vistosamente la sua nudità attraverso le
natiche, le solletica un capezzolo.
Vittoria In greco, Nike, è l’inviata dagli dei per incoronare il vincitore di una gara sportiva,
poetica o un combattimento. Raffigurata come una donna alata, è una divinità di tipo precosmico:
ha come padre il titano Pallas e come madre Stige, una dea infera. Il culto di Nike assume
particolare importanza in epoca ellenistica. Ellenistiche sono la Nike di Samotracia (Parigi, Louvre),
che avanza impetuosamente ad ali spiegate, e la Nike che incorona Atena vittoriosa nel rilievo
dell'altare di Pergamo. Attributi: ali spiegate, ramo di palma, corona di lauro.
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Mitologia greco-romana
Nike con una coppa e una brocca La colonna della Vittoria è oggi il simbolo della comunità gay
che offre libagioni su un altare da di Berlino ed è il punto di arrivo dell'annuale "Christopher
un vaso attico del V secolo Street Parade".
Vulcano Antico dio romano, poi identificato con il dio greco Efesto, di cui prese il
carattere e gli Attributi: incudine, martello, tenaglie, pileo; al solito vestito di una semplice tunica
che lascia nuda la spalla destra; anche se tale identificazione con Efesto non è da tutti accettata, è
il dio del fuoco terrestre, manifestantesi nei vulcani, e come protettore di quelle arti umane che
trovano nel fuoco la loro base ed elemento (metallurgia). In età classica ne assunse anche la
mitologia ritrovandosi così ad essere considerato figlio di Giove e di Giunone e sposo di Venere.
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Mitologia greco-romana
Comunque le raffigurazioni di Vulcano sono ispirate all'arte greca: è il greco Efesto che vediamo
come Séthlans sui monumenti etruschi e come Vulcano su quelli romani, ma mentre sui primi è
raffigurato sia barbuto che imberbe, a Roma, tranne un affresco pompeiano, si preferì il tipo
barbuto. L'identità di Vulcano con Efesto è riconoscibile nelle numerose rappresentazioni di
Vulcano nell'arte rinascimentale e moderna. Era fabbro e aveva la fucina con la forgia dentro
l'Etna. Era zoppo.
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Mitologia greco-romana
Zefiro Personificazione del vento di primavera. Secondo Ovidio, quando si unì alla ninfa
Clori questa fu trasformata in Flora. È presente nelle raffigurazioni di Venere.
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