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Condottiero dei Mirmidoni alla guerra contro Troia, figlio del re Peleo e della dea marina
Tetide, era un semidio. Leggendario eroe greco, il personaggio principale del poema di Omero. Fra gli
episodi pi celebri, si ricorda qui lagguato a Troilo. Il pi bello, oltre che il pi valoroso tra gli eroi omerici,
viene rappresentato coi capelli biondi e gli occhi lucenti; rappresentato in un primo tempo barbuto, poi
imberbe, in moltissime opere dell'arte greca, etrusca e romana (pitture, mosaici, sarcofagi, ecc.). Achillee
erano dette, secondo Plinio il Vecchio, le statue di giovani in nudit eroica, armati di lancia.
Apollo
Dio del sole delle arti (e per questo messo in relazione con le Muse), una delle dodici
divinit dellOlimpo. Viene raffigurato come un bellissimo giovane con il capo coronato di alloro, pianta a
lui consacrata, simbolo di vittoria, sotto la quale alcune leggende volevano che il dio fosse nato. Suoi
attributi tipici erano l'arco e la cetra. Altro suo emblema caratteristico il tripode sacrificale, simbolo dei
suoi poteri profetici. Animali sacri al dio erano i cigni (simbolo di bellezza), i lupi, le cicale (a simboleggiare
la musica e il canto), e ancora falchi, corvi e serpenti, questi ultimi con riferimento ai suoi poteri oracolari. E
ancora il gallo, come simbolo dell'amore omosessuale, diversi, infatti, gli uomini di cui il dio s'innamor.
Jean Broc
La morte di Giacinto
La triste storia d'amore con il
principe spartano Giacinto.
Andrea Sacchi
Marc'Antonio Pasqualini coronato da
Apollo
DocArtis
Gustave Dor
Illustrazione di per la Divina
Commedia.
Dante cita le arpie nel Canto XIII
dell'Inferno.
Franois Perrier
Illustrazione di un episodio dellEneide
Enea e i suoi compagni combattono le
Arpie.
Attene
Secondo le Metamorfosi di
Ovidio, il principe cacciatore, durante una
battuta di caccia scorge Diana presso una fonte.
Per questo viene tramutato da lei in cervo.
Rappresentato con questi attributi: cervi
fuggenti, azzannati dai cani, e molli fanciulle al
bagno. Dallinizio del Cinquecento, Il bagno di
Diana e delle Ninfe aveva fornito ai pittori un
buon pretesto per mostrare nudi femminili in
paesaggi ricchi di contrasti tonali.
Tiziano
Diana e Atteone
DocArtis
Domenichino,
Diana e Atteone
Parmigianino
1523, saletta
segreta della Rocca
dei conti Sanvitale a
Fontanellato
Diana e Atteone
Bacco In greco, Diniso, Dio del vino, un giovane con il capo coronato di vite, con una coppa di
vino o un grappolo duva in mano. Nel corteo di Bacco a volte compaiono fanciulle che danzano,le
Baccanti, e Satiri che suonano il flauto. A volte Bacco accompagnato da Arianna, che sar sua sposa.
Tiziano
Bacco e Arianna
Velasquez
Il Trionfo di Bacco
Michelangelo
Bacco
Centauri
Sono esseri selvaggi e rozzi, met uomini e met cavalli, che vivono sulle montagne e
si nutrono di carne cruda. Sono legati a numerosi episodi mitologici. Mostri dal busto a forma umana dalla
testa alla vita, innestato su un corpo di cavallo. Presenti nell'iconografia dal tardo Miceneo, sono
rappresentati tradizionalmente come cacciatori. La pi famosa leggenda che si racconta sui Centauri
quella della loro sconfitta da parte dei Lapiti, un popolo della Tessaglia. I miti ci tramandano anche che i
Centauri furono decimati da Eracle e scacciati dalla Tessaglia furono confinati nelle pendici del monte
Pindo.
Ciclopi
Sono delle figure della mitologia greca, divinit gigantesche con un occhio solo.
Creature prodigiose, vengono descritti come alti conoscitori dell'arte della lavorazione del ferro e
sono considerati gli aiutanti di Efesto, il dio del fuoco. Omero d solo il nome di uno di loro,
Polifemo, che fece prigioniero Odisseo (Ulisse) e i suoi compagni.
DocArtis
Annibale Carracci
Polifemo
Giulio Romano
Polifemo
Mosaico in Sicilia
Ulisse offre il vino a Polifemo
Nelle pitture pompeiane della Casa di Sirico e in
quella degli Amorini dorati, i Ciclopi sono
rappresentati come esseri umani dai volti silenici,
con chiome abbondanti e arruffate ed hanno due
occhi: i caratteri pastorali prevalgono su quelli
mostruosi.
Guido Reni
Il ratto di Deianira
Tivoli
Centauro Vecchio
G. B. Cipriani
Chirone educa Achille al tiro con l'arco
Clori
DocArtis
Botticelli,
La primavera
Part. Zefiro e Clori
Jacopo Amigoni
Clori e Zefiro
Cupido
Lorenzo Lotto,
Venere e Cupido
Jacopo Zucchi
Psiche scopre l'identit
dell'amante e fa cadere una
goccia di olio bollente.
DocArtis
Antonio Canova
Amore e Psiche
Diana E una delle dodici divinit dellOlimpo, chiamata dai Greci Artemide, la sorella di Apollo.
Cacciatrice e signora delle fiere, la dea della natura selvaggia. Custode della verginit e della purezza,
governa anche la fertilit femminile, protegge le giovani spose e le partorienti. talora identificata con la
dea infernale Ecate e con la Luna. L'iconografia la ritrae come cacciatrice, con il chitone (un corto vestito di
stoffa leggera), arco, frecce, calzari e una muta di cani; il suo carro d'oro trainato da cerve. In altre
raffigurazioni, in cui appare come Ecate, la dea impugna una fiaccola.
Domenichino
Diana
Correggio
Diana cacciatrice
DocArtis
Dafne Ninfa di cui si invaghisce Apollo e a cui sfugge tramutandosi in una pianta di alloro.
Attributi: arco, faretra (Apollo); mani in forma di rami dalloro, rami sulla testa, piedi in forma di
radici (Dafne)
Paolo Veronese
Apollo e Dafne
Antonio Pollaiolo
Apollo e Dafne
Bernini
Apollo e Dafne
Ercole Eracle nella mitologia greca, met uomo e met dio, un eroe
della mitologia greca, personificazione della forza fisica e del coraggio.
Famose sono le sue dodici fatiche che, dopo aver affrontato grandi avversit,
supera trionfando sul male. Liconografia greca e romana del dio insiste sugli
attributi della clava e della pelle leonina e talvolta compaiono anche larco e
la faretra; in alcuni tipi arcaici e italici indossa la corazza. I due tipi barbato e
imberbe coesistono fino dallarcaismo; la muscolatura del corpo sempre
vigorosa. Particolari figurazioni sono lErcole banchettante, quello che suona
la cetra, quello ebbro, quello in abiti di Onfale.
Prospero Sogari Spani
Ercole
DocArtis
Paolo Pagani
Ercole cattura Cerbero
Rubens
Ercole e Onfale
Pollaiolo
Ercole e lIdra
La dodicesima fattica
George Petel
Eracle e il Leone di Nemea
Erinni
DocArtis
William-Adolphe Bouguereau
Il rimorso di Oreste
DocArtis
Giove
J. A. D. Ingres
Zeus e Teti
Antoine Coypel
Hera e Zeus
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DocArtis
Giunone
Rubens
Giunone e Argo
De Ferrari Gregorio
Giunone applica gli occhi di
Argo sulla coda del pavone
Le Tre Grazie Sono divinit che fanno parte del seguito di Apollo e di Venere. Sono
abbracciate, nude o vestite di veli. Nel Rinascimento simboleggiano castit, bellezza e amore.
Chiamate dai greci Cariti, erano figlie di Zeus e della ninfa Eurinome ed erano tre dee portatrici di
gioia e bellezza. I loro nomi erano Aglaia (splendore), Eufrosine (gioia e letizia) e Talia
(prosperit); presiedevano ai banchetti e alle danze, accompagnavano Afrodite ed Eros, le
divinit dellamore, e con le muse danzavano per gli dei al suono della lira di Apollo.
11
DocArtis
Nelliconografia greco- romana le tre donne, totalmente nude, sono disposte in modo che quella
centrale sia vista da dietro e le altre la affiancano con posture simmetriche.
12
DocArtis
13
DocArtis
Velasquez
Marte
Veronese
Marte che spoglia Venere
con amorino e cane
Canova
Venere e Marte
14
DocArtis
Medea
Figlia di Eete, re
della Colchide, e di Idia. Era inoltre
nipote di Elio (secondo altre fonti
di Apollo) e della maga Circe, e
come quest'ultima era dotata di
poteri magici. Sposa di Giasone,
da lui tradita, uccide i propri figli
per vendetta. Viene rappresentata
come divinit o come maga che fa
incantesimi e malie.
Anthony Frederick Augustus
Sandys
Medea mescola le sue pozioni
Eugene Delacroix
La furia di Medea
Caravaggio
Testa di Medusa
Benvenuto Cellini
Perseo con la testa di Medusa
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DocArtis
Affreschi pompeiani
Perseo e la testa della Medusa
Come tutti i personaggi mitologici Medusa rester in disparte per almeno mille anni aspettando che
finisca il Medioevo. La ritroviamo rappresentata da Baldassare Peruzzi sulla volta della Villa Farnesina
a Roma.
16
DocArtis
Mercurio
Il Caduceo,
simbolo di Mercurio
Gregorio De Ferrari
Incontro di Mercurio e Minerva
17
DocArtis
18
DocArtis
Giorgio Vasari
Atena e Vulcano
Andrea Mantegna
Trionfo della Virt (particolare)
Rembrandt
Atena
Minotauro
Essere mostruoso con il corpo
Vaso greco
Teseo uccide il Minotauro
Antonio Canova
Teseo uccide il Minotauro
W. Russell Flint
Theseus and the Minotaur
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DocArtis
Mire
I romani le chiamavano Parche e, come le Ore, erano figlie di Zeus e di Temi: sono le
dee del destino. Da alcuni erano rappresentate come vecchie, ma da la maggior parte, come
giovani dall'aspetto severo, vestite con dei lunghi pepli bianchi trapunti di stelle. Le tre dee
filavano la vita degli uomini. Sono spesso raffigurate mentre filano e tagliano il filo della vita
umana, secondo la lunghezza corrispondente al numero dei giorni spettante ad ognuno. Possono
essere raffigurate sole, negli Inferi, o in complesse scene allegoriche in cui si scorge, talvolta,
anche limmagine della Morte. Le Parche (come erano chiamate dai romani) sono rappresentate
sui sarcofagi, in relazione a scene legate alla nascita o alla creazione degli uomini da parte di
Prometeo. Su raffigurazioni sepolcrali a Ostia (II e III sec. d.C.) sono ritratte, sole o insieme, con i
loro attributi tipici: il filo, il fuso e le cesoie.
John Strudwick
A Golden Thread
(Un filo prezioso)
Cloto e Lachesi intente a
tessere il filo del fato mentre
Atropo siede nell'attesa del
momento ineluttabile di
reciderlo.
Marco Bigio
Le Parche
Incisione
Le Moire
Bernardo Strozzi
Lopera raffigura le tre Parche intente a filare il destino degli uomini accompagnate da una folta
schiera di personaggi allegorici. Sulla destra, Cloto, che presiede alla nascita, svolge il filo dal fuso;
a sinistra, Lachesi tesse il filo diventato rosso a significare lamore fisico dellet matura, al quale
allude anche la giovane nera con quattro mammelle, simbolo di fecondit. Atropo, la Parca al
centro, recide il filo della vita decretando il momento della morte. Sullo sfondo si scorgono lalbero
di Adamo ed Eva, un altro albero secco con un rapace appollaiato, e uno scheletro con la falce,
simbolo di vanitas.
Rielaborazione di materiale edito per uso interno a fini didattici
20
DocArtis
Le Ore
Imagini di Cartari-Zaltieri
Fortuna Nemesi
In Grecia abbiamo in realt due
Giustizie: Nemesi e Dike. La dea
greca Nmesis era detta la
giustizia compensatrice: nemesis
infatti
significa
distribuire.
Originariamente la dea greca
distribuiva gioia o dolore secondo
il giusto. L'idea che soggiace al
termine che il mondo risponda
ad una legge di armonia per cui il
bene debba essere compensato
dal male in egual misura. Dike
invece viveva sulla terra al tempo
in cui era Saturno il re degli dei.
Quando prese il potere Giove gli
uomini scoprirono la violenza.
Dike allora lasci la terra e and
in cielo nella costellazione della
Vergine,
che
l'unica
costellazione femminile dello
zodiaco.
21
DocArtis
Leipzig
Dike - Giustizia in trono
rapprentata col braccio alzato e la spada; talvolta col
(bacchetta). Nel Medioevo e nel corso del
Quattrocento l'iconografia mut: Dike fu sostituita
dall'arcangelo Michele, i cui attributi sono la spada e la
bilancia. Ricorda anche la pesa e la punizione dell'anima
dopo la morte, tipica dell'iconografia egizia. Viene
presentata come "vergine" e Platone considera questa
condizione come incorrotta, perch tale deve essere la
"giustizia".
Louvre
Dioniso e le Ore
Gli antichi le rappresentavano come leggiadre fanciulle
stringenti nella mano un fiore o una pianticella,
immaginandole peraltro brune e invisibili con riferimento
alle ore della notte.
(Iconografia della)
Compare spesso in
raffigurazioni a partire dal medioevo, il pi delle volte nella forma di uno scheletro animato.
Soggetti macabri ebbero diffusione anche in et controriformistica o barocca.
Iconografia del
mietitore
22
DocArtis
Un esempio perfetto di Trionfo della Morte in pittura quello dellOratorio dei Disciplini di
Clusone. Originariamente i Trionfi erano processioni festose e dirompenti dedicate a Dioniso,
basate su canti, litanie e processioni. Nel mondo romano, il Trionfo divenne essenzialmente la
marcia celebrativa degli imperatori che ritornavano a Roma vittoriosi, assisi su un carro (il carro
dei vincitori, appunto) e circondati dai simboli delle loro imprese vincenti: lo scettro e la corona
dalloro. La Morte al centro della scena, con mantello e corona, secondo il senso di caducit
medievale: non era pi Dioniso, non era pi lImperatore che avanzano incedendo in pompa
magna, ostentando la loro grandezza, ma la Morte.
Lorenzo Lotto
Putto con Teschio
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DocArtis
Muse Sono nove sorelle figlie di Giove e Memoria, governano lispirazione poetica e tutte le
attivit intellettuali. Abitano sul monte Parnaso. L'importanza delle muse nella religione greca era
elevata: esse infatti rappresentavano l'ideale supremo dell'Arte, intesa come verit del "Tutto"
ovvero l'eterna magnificenza del divino. le Muse vengono rappresentate avvolte in lunghi
chitoni dai morbidi drappeggi, alcune con gli attributi propri (come la cetra, la lira, il rotolo scritto,
il globo, ecc.) Il tema delle nove Muse raffigurate come fanciulle in vesti vaporose e veli, per lo
pi danzanti attorno ad Apollo ma anche in altri atteggiamenti, fu ripreso dall'arte rinascimentale
e manieristica
Le nove Muse rappresentano lideale supremo dellArte, coloro che allietavano le feste degli dei con canti
e danze. La loro presenza nel mito si ha fin dalle origini; figlie di Zeus e protette di Apollo, avevano la loro
dimora sul monte Elicona. Fino ad Esiodo le muse erano molte di pi, ma nella sua Teogonia fiss il loro
numero a nove, pur non definendo i loro specifici compiti. Erano considerate le depositarie della memoria
e del sapere. Chi osava sfidarle veniva punito severamente, come le sirene che volendo dimostrare la loro
supremazia sulle Muse, persero le ali.
Giulio Romano
Le muse danzano con Apollo
Eustache le Sueur
Clio, Euterpe e Talia
Andrea Mantegna
Il Parnaso
Rielaborazione di materiale edito per uso interno a fini didattici
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DocArtis
Narciso
Caravaggio
Narciso
J. W. Waterhouse
Eco e Narciso
Jan Cossiers
Narciso alla Fonte
25
DocArtis
P. De Matteis
Carro marino trainato da Tritone e Nereidi davanti al Dio
Sebeto
Arnold Bcklin
Tritone e Nereide
Nettuno
Poseidone per i greci, dio mare, invocato dai marinai per ricevere protezione
durante la navigazione. Riconoscibile per il suo tridente, talvolta accompagnato dal figlio Tritone.
Nell'iconografia romana Nettuno non differisce dal Posidone greco e compare spesso nelle
raffigurazioni di cortei marini, sul carro tirato da ippocampi fra Nereidi e Tritoni. La raffigurazione
del dio fu in seguito ripresa dalla scultura manieristica e barocca, soprattutto a ornamento di
monumentali fontane.
Bronzino
Nettuno
26
DocArtis
J. Alaux
Pandora condotta da Hermes
Henry Howard
Hermes conduce Pandora da Epimeteo
27
DocArtis
Nicola Salvi
Fontana di Trevi
Nettuno
Pegaso
Vaso greco
Pegaso
G. B Tiepolo
Bellerofonte su Pegaso(
part.)
28
DocArtis
Rubens
Perseo libera Andromeda
Giorgio Vasari
Perseo e Andromeda
Antonio Canova
Perseo trionfante
Plutone e Proserpina
Luca Giordano
Il ratto di Proserpina
29
DocArtis
Plutone, veniva spesso raffigurato come un uomo maturo, dallo sguardo severo, barbuto, con
folta capigliatura e con in mano uno scettro, o delle chiavi, o della terra. Sovente assiso su di un
trono d'ebano e con ai piedi Cerbero, il cane tricefalo, o dei serpenti. Viene talvolta rappresentato
anche con una cornucopia o sopra un carro trainato da quattro cavalli neri. I suoi copricapi sono il
diadema d'ebano, l'elmo (che dona l'invisibilit) forgiato per lui dai Ciclopi e il cappuccio (per
celarsi). Le piante a lui sacre sono il cipresso ed il narciso.
Prometeo
Piero di Cosimo
Prometeo plasma l'uomo
30
DocArtis
Rubens
Prometeo
Salvator Rosa
Supplizio di Prometeo
Proserpina
31
DocArtis
Bernini
Il ratto di Proserpina
Alessandro Turchi
Il Ratto di Proserpina
Psiche
Rappresenta talvolta con una farfalla, una fanciulla cos bella da far ingelosire
Venere che invia Amore per farla innamorare di un uomo spregevole, ma Amore si innamora a sua
volta di Psiche. Quando Amore labbandona, Psiche vaga nel mondo alla sua ricerca e poi cade in
un sonno profondo dal quale si risveglia con un bacio di Amore. La favola di Amore e Psiche, tratta
dalle Metamorfosi di Apuleio, quella che Voltaire defin la pi bella fiaba che gli antichi ci abbiano
lasciato, un soggetto che ha affascinato generazioni di artisti. Il mito di Amore e Psiche,
raffigurati mentre danzano o intrecciano ghirlande, fu il pi frequente simbolo pagano di
immortalit che pass nell'iconografia paleocristiana. Venne ripreso poi nel Seicento e Settecento,
come pretesto per scene galanti, nel tipo di Psiche che illumina Amore.
Canova
Amore e Psiche
Psiche pone nella mano di
Amore una farfalla.
Canova
Amore e Psiche
La scena del bacio con il
quale Amore sveglia Psiche
32
DocArtis
William Bouguereau
Amore e Psiche
Francois Gerard
Amore e Psiche
Cesare Fracanzano
Baccanale
33
DocArtis
rappresentato
in
atteggiamenti fallici, in
rapporto
con
lorgia
dionisiaca e con gli aspetti
pi istintivi della natura, a
met tra lumano e
lanimale. Molto presente
nellarte greca e romana,
associato spesso a satiri,
sileni, e fauni nelle scene
erotiche e pastorali.
Incisione
Le Ninfe e il Satiro
Affresco pompeiano
Priapo
34
DocArtis
Urano e Gea
Giorgio Vasari
La mutilazione di Urano da parte di Crono
Giorgio Vasari
Gea offre le primizie della Terra a Crono.
35
DocArtis
36
DocArtis
Teti
Era la pi bella delle Nereidi, le ninfe dei mari figlie di Nereo e Doride, discendenti da
Oceano. Aveva il dono della metamorfosi che contribuiva ad aumentarne il suo fascino. Una
profezia della titanide Temi predisse come Teti fosse destinata a dare alla luce un figlio, Achille,
che sarebbe divenuto pi potente, pi intelligente e pi ambizioso del padre Pelide.
Antoine Borel
Teti immerge Achille
nello Stige
Le acque del fiume
Stige, mitico fiume
infernale, avevano il
potere di rendere
immortali. La donna
viene aiutata dalle
altre sorelle, mentre il
piccolo
Achille,
immerso
nell'acqua
con lesclusione del
tallone, diventer il
leggendario eroe dal
tallone vulnerabile.
Rubens
Teti immerge Achille nello Stige.
Mosaico
Teti (Tethis)
37
DocArtis
Thanatos
Titani
Nome degli dei precedenti a quelli venerati dai Greci. Figure puramente mitiche, i
Titani erano figli di Gaia (Terra) e Urano (Cielo). Erano 12, 6 maschi e 6 femmine. Dall unione di
due di questi, Crono e Rea, come spiegato nella titanomachia, nascono i grandi dei dell'Olimpo.
Charles Lamy
Zeus sconfigge i Titani
Rubens
Crono divora
Poseidone
C. C. Van Haarlem
La caduta dei Titani
38
DocArtis
Giovanni Lanfranco
Norandino e Lucina scoperti dal Ciclope
Venere
In greco, Afrodite, nata dalla schiuma del mare, la dea dellamore passionale,
della bellezza, della fecondit. La conchiglia il suo simbolo. madre di Cupido e le sono ancelle le
Grazie. Suoi attributi sono le colombe o i cigni, la conchiglia, i delfini, la cintola magica che rende
seducente chi la indossa, la torcia che desta amore, il cuore fiammeggiante, la rosa, il mirto
sempreverde come lamore. Altro attributo convenzionale pu essere lo specchio. Dal punto di
vista iconografico Venere pu essere rappresentata come anadiomene, cio che sorge dalle
acque, che giunge alla riva di Cipro, giacente o dormiente, in trionfo, o associata ad altri soggetti
mitologici.
Affresco pompeiano
Venere
Adagiata sulla conchiglia marina
Botticelli
La nascita di Venere
39
DocArtis
Velzquez
Venere allo specchio
Bronzino
Allegoria del Trionfo di Venere
Il tema tratto dalla mitologia romana e rappresenta Venere in primo piano (identificata dal pomo
Venere adagiata mollemente su un letto tra lenzuola d'oro del giudizio di Paride e dalle due
di raso, mentre Cupido, riconoscibile per la faretra e le
colombe in basso), bacia sensualmente il
ali, le regge uno specchio.
figlio Cupido,
il
quale, mostrando
vistosamente la sua nudit attraverso le
natiche, le solletica un capezzolo.
Vittoria
In greco, Nike, linviata dagli dei per incoronare il vincitore di una gara sportiva,
poetica o un combattimento. Raffigurata come una donna alata, una divinit di tipo precosmico:
ha come padre il titano Pallas e come madre Stige, una dea infera. Il culto di Nike assume
particolare importanza in epoca ellenistica. Ellenistiche sono la Nike di Samotracia (Parigi, Louvre),
che avanza impetuosamente ad ali spiegate, e la Nike che incorona Atena vittoriosa nel rilievo
dell'altare di Pergamo. Attributi: ali spiegate, ramo di palma, corona di lauro.
Apollo e la Nike
Nike di Samotracia
Posto al centro tra i due vi
l'Omphalos
delfico,
ovvero
l'ombelico del mondo (il centro
della terra voluto da Zeus)
Affresco pompeiano
Dea Vittoria
40
DocArtis
Vulcano
Antico dio romano, poi identificato con il dio greco Efesto, di cui prese il
carattere e gli Attributi: incudine, martello, tenaglie, pileo; al solito vestito di una semplice tunica
che lascia nuda la spalla destra; anche se tale identificazione con Efesto non da tutti accettata,
il dio del fuoco terrestre, manifestantesi nei vulcani, e come protettore di quelle arti umane che
trovano nel fuoco la loro base ed elemento (metallurgia). In et classica ne assunse anche la
mitologia ritrovandosi cos ad essere considerato figlio di Giove e di Giunone e sposo di Venere.
Comunque le raffigurazioni di Vulcano sono ispirate all'arte greca: il greco Efesto che vediamo
come Sthlans sui monumenti etruschi e come Vulcano su quelli romani, ma mentre sui primi
raffigurato sia barbuto che imberbe, a Roma, tranne un affresco pompeiano, si prefer il tipo
barbuto. L'identit di Vulcano con Efesto riconoscibile nelle numerose rappresentazioni di
Vulcano nell'arte rinascimentale e moderna. Era fabbro e aveva la fucina con la forgia dentro
l'Etna. Era zoppo.
41
DocArtis
Rubens
Vulcano forgia le folgori
per Giove
Velasquez
La fucina di Vulcano
Luca Giordano
La forgia di Vulcano
Alessandro Tiarini
Vulcano fabbrica le frecce ad
Amore
42
DocArtis
Zefiro Personificazione del vento di primavera. Secondo Ovidio, quando si un alla ninfa
Clori questa fu trasformata in Flora. presente nelle raffigurazioni di Venere.
Botticelli
Zefiro e Clore
Tiepolo
Zefiro e Flora
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