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Aristotele e la dottrina dei predicabili

Aristotele classifica le differenti tesi dialettiche in base alle caratteristiche del predicato in
esse impiegato. Fra i predicati, alcuni presentano un carattere variabile o ​accidentale, ​altri
un carattere necessario: quando si dice “l’uomo (quest’uomo) è bianco”, si esprime una
proposizione che non presenta carattere di necessità per il pensiero; risulta infatti possibile
dal punto di vista logico, attribuire al soggetto “uomo” un predicato diverso da “bianco”,
senza che la nozione di uomo abbia ad alterarsi (sarebbe perfettamente possibile
immaginare un uomo nero, e non bianco). Per ciò stesso, la verità di una predicazione
accidentale può essere solo constatata fattualmente, ma non può essere conosciuta a ​priori,
prima di avere esaminato tramite l’esperienza l’oggetto cui essa si riferisce.
Esistono al contrario ​predicazioni necessarie o ​essenziali,​ ​come quando si dice che
“l’uomo è ragionevole”: infatti la razionalità è costitutiva dell’uomo poiché ne esprime la
specificità, distinguendolo dagli altri animali. Si tratta questa volta di una proposizione a
priori, ​cioè indipendente dall’esperienza. Condizione per qualificare un individuo come
“uomo” è il fatto che egli risponda alla caratteristica costitutiva di “animale razionale”
collegata necessariamente alla nozione di uomo. Le predicazioni di questo secondo tipo
dipendono dalla ​essenza ​o natura come fondamento necessario e costante che caratterizza
ogni realtà esistente; lo stesso non accade delle proprietà accidentali: così, ad esempio,
l’uomo bianco può diventare nero, per effetto del sole.
Una seconda distinzione fra i diversi predicati si basa sulla ​generalità ​dei termini
che compongono la proposizione​. Ad esempio, quando si afferma che “l’uomo è bianco”,
il termine “bianco” adoperato si può applicare ad altri oggetti oltre che all’uomo (il muro, la
nuvola, la neve). In altri termini, la sua ​estensione ​logica è maggiore rispetto a quella del
soggetto. Viceversa, nella proposizione “l’uomo è un animale ragionevole”, “animale
ragionevole” ha esattamente la stessa estensione di “uomo”: non esiste, infatti, qualcosa che
sia un animale ragionevole e che non sia un uomo. I predicati possono pertanto differire per
estensione: alcuni comprendono esattamente gli stessi oggetti indicati dal soggetto cui sono
riferiti, altri indicano un insieme più vasto, o, come si dice, hanno una maggiore estensione
logica.
Il criterio di essenzialità, o accidentalità, così come quello dell’estensione,
permettono di catalogare le tesi che possono essere oggetto di esame dialettico. Avremo in
primo luogo le ricerche dialettiche relative agli ​accidenti​, o​ ssia a quei predicati che, oltre a
non presentare un collegamento necessario con l’essenza di una certa cosa, non ne
condividono nemmeno l’estensione: così in “l’uomo è bianco” il bianco non è una
caratteristica necessaria dell’uomo, né si riscontra solo in esso. Una seconda classe di
predicati è rappresentata dai ​propri,​ ​vale a dire quei predicati che, pur condividendo
esattamente l’estensione del soggetto, non sono necessari come nell’esempio, “l’uomo è
l’unica creatura in grado di ridere”, in cui questa prerogativa esclusiva non costituisce la
natura dell’uomo, e rimane qualcosa di accidentale. Più importanti, dal punto di vista della
tecnica dialettica, sono i due tipi di predicati collegati all’essenza di una cosa: la ​definizione
e il ​genere. L ​ a ​definizione è un particolare predicato che, esprimendo le caratteristiche
necessarie di una cosa, condivide esattamente l’estensione logica del termine definito;
“animale ragionevole”, la definizione di uomo, può essere predicata solamente dell’uomo, e
non di un cane o di un cavallo. Nella ricerca della definizione si deve pertanto badare: che
essa convenga a tutte le cose cui si riferisce il termine definito; che non si tratti in realtà di
un proprio, ossia di una proprietà non essenziale; che non includa altri oggetti rispetto a
quelli indicati dal termine definito. Aristotele chiama infine ​genere ​un predicato che, pur
disponendo di un’estensione più vasta del definito, è collegato alla sua essenza come il
termine “animale” rispetto a “uomo”. La predicazione del genere è quella scientificamente
più feconda: infatti, ad esempio, avendo dimostrato che una certa figura geometrica
appartiene al genere dei triangoli rettangoli, si è automaticamente dimostrato che per essa
valgono tutte le proprietà di questo tipo di figure, come ad esempio il teorema di Pitagora. Il
genere è poi necessario a formulare la definizione, che avviene sempre indicando sia il
genere prossimo che la ​differenza, ​ossia quella caratteristica che consente di riconoscere la
natura specifica di un certo oggetto rispetto ad altri dello stesso genere: così, nella
definizione “animale ragionevole”, “animale” indica il genere cui l’uomo appartiene, mentre
“ragionevole” (la differenza) indica in cosa esso si distingua da altri animali.
QUADRATO ONTOLOGICO

Non si dice di Si dice di


Non è in 1) questo uomo 2) uomo
È in 3) questo bianco 4) bianco

2. dire di un soggetto – non essere in un soggetto [​uomo]​


3. essere in un soggetto – non dire di un soggetto [​questo​ ​bianco​]
– ​particolare accidentale ​(una proprietà particolare, non la bianchezza comune a tutte le
cose bianche, ma una particolare bianchezza che appartiene a questo singolo uomo)
(ciò che il soggetto possiede come accidente: presente in Socrate è quel certo tipo di
bianco della sua pelle, infatti ogni colore deve essere in un corpo)
4. dire di un soggetto – essere in un soggetto [​bianco​]
– ​universale accidentale ​(una proprietà che può essere condivisa da più soggetti,
esempio la “scienza”, non “un certo tipo di scienza”)
(accidente universale e non particolare; oltre che essere in un soggetto (la scienza è
nell’anima di Socrate) può essere anche predicato di un soggetto (la grammatica è
scienza)
1. non essere in un soggetto – non dire di un soggetto [​questo​ ​uomo​]

2. ​sostanza​ ​seconda​ ​[sostanza ​universale​, essenza sostanziale; ​il genere e la specie di una
sostanza prima; non sono separate, perché hanno sempre bisogno di una sostanza prima di
cui essere predicate​] ​(sono predicabili di un soggetto, ma non sono in un soggetto: si dice di
Socrate che è uomo, ma l’’uomo’ non è in Socrate) (le sostanze seconde sono ciò che può
essere predicato dell’individuo, ma non come accidente -che può essere o non essere- o
come proprietà -che è qualcosa che può appartenere solo a certi tipi di individui (Socrate,
non il cavallo, è musico), bensì con riguardo all’essenza, cioè al “che cos’è?”
dell’individuo)
1. ​sostanza​ ​prima [sostanza ​individuale​, particolare] ​(in quanto soggetti di ogni
predicazione esse stesse, né sono in un soggetto, né sono predicabili di un soggetto)

- ​dire di un soggetto​ – relazione di universale (non può essere separato dal soggetto) e
particolare (sia a livello sostanziale che di accidente) – è la relazione di istanziazione, che
implica dipendenza ontologica, quindi status ontologico secondario, degli universali rispetto
ai particolari [Galluzzo, 78]
- ​essere in un soggetto​ – relazione di attributo (non può esistere indipendentemente dal
soggetto, ma è aggiuntiva) al possessore

Nelle ​Categorie Aristotele si premura di rilevare come le sostanze prime siano


ontologicamente primarie rispetto agli altri tipi di entità, che esistono solo in quanto,
direttamente o indirettamente, ​si dicono di o ​sono in una sostanza prima. Si può osservare
che in base a questo schema si ottengono due dicotomie, tra loro indipendenti: quella tra ciò
che è sostanziale/essenziale e ciò che è accidentale (le due righe orizzontali della tabella), e
quella tra ciò che è particolare/individuale e ciò che è universale (le due colonne verticali):
ciò che è sostanziale/essenziale “non è in” un soggetto, ciò che è accidentale “è in” un
soggetto, ciò che è particolare/individuale “non si dice di” un soggetto, ciò che è universale
“si dice di” un soggetto. Questa quadripartizione impedisce il corto circuito che potrebbe
indurre all’identificazione delle sostanza individuali con i particolari e di tutte le altre
categorie con gli universali.

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