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PARAMETRI CARATTERISTICI DELLE CRICCHE

Supponiamo di avere una piastra rettangolare soggetta a trazione sui bordi


trasversali. C’è una cricca di lunghezza 2a completamente contenuta nella
piastra. La dimensione caratteristica della cricca da inserire nella formula
del fattore di intensità degli sforzi K è pari ad a, ossia metà della lunghezza
della cricca. Nel caso di una cricca a “unghia” che parte dal bordo
longitudinale della piastra, la dimensione caratteristica coincide proprio
con la lunghezza della cricca.

Il campo di tensione si “deforma” in corrispondenza delle cricche e le linee


isostatiche si concentrano all’apice di ciascuna cricca aumentando così il
livello di stress locale.

INTAGLIO E CONFRONTO CRICCA-INTAGLIO

L’intaglio rappresenta una non linearità geometrica in cui varia bruscamente


l’area della sezione resistente. Le dimensioni dell’intaglio sono “finite” e spesso
si usano intagli per realizzare le variazioni richieste dal progetto. Le differenze tra
cricche e intagli stanno quindi nelle dimensioni (cricche molto più piccole degli
intagli) e nella geometria essendo gli intagli vere e proprie strutture
tridimensionali.

Come nel caso della cricca, le linee isostatiche si distorcono, addensandosi vicino
all’intaglio dove varia la sezione resistente. Lo stress quindi si intensifica in
corrispondenza dell’intaglio. Lontano dall’intaglio, le linee di flusso delle tensioni
restano invece rettilinee e il valore di tensione coincide con quello nominale.
DEFORMAZIONI TERMICHE

L’elemento di materiale non può deformarsi in


direzione x a causa dell’azione del materiale
circostante ma è libero di deformarsi lungo y e z.
x =0 x  0
y =0  y  0
z =0 z  0

Le equazioni costitutive termo-meccaniche


diventano allora:
𝜎𝑥
0= + 𝛼∆𝑇  𝜎𝑥 = −𝐸𝛼∆𝑇
𝐸
𝑣
𝜀𝑦 = 𝜀𝑧 = − 𝜎𝑥 + 𝛼∆𝑇 = (1 + 𝑣)𝛼∆𝑇
𝐸
L’elemento di materiale non può deformarsi lungo
le direzioni x e y a causa dell’azione del materiale
circostante ma è libero di deformarsi lungo z.

x =0 x  0
y =0  y  0
z =0 z  0

Le equazioni costitutive termo-meccaniche


diventano allora:
𝜎𝑥 𝑣
0= − 𝜎𝑦 + 𝛼∆𝑇
𝐸 𝐸
𝜎𝑦 𝑣
0= − 𝜎𝑥 + 𝛼∆𝑇
𝐸 𝐸
𝑣
𝜀𝑧 = − (𝜎𝑥 +𝜎𝑦 ) + 𝛼∆𝑇
𝐸
Sottraendo la seconda equazione dalla prima si
ottiene:
1+𝑣 1+𝑣
𝜎𝑥 = 𝜎𝑦  𝜎𝑥 = 𝜎𝑦
𝐸 𝐸

Sostituendo tale relazione, per esempio, nella


prima equazione si ottiene:
𝜎𝑥 𝑣 𝐸𝛼∆𝑇
0= − 𝜎𝑥 + 𝛼∆𝑇  𝜎𝑥 = −
𝐸 𝐸 1−𝑣

Allora:
𝐸𝛼∆𝑇
𝜎𝑥 = 𝜎𝑦 = − c.v.d.
1−𝑣
𝑣 2𝐸𝛼∆𝑇 1+𝑣
𝜀𝑧 = − (− ) + 𝛼∆𝑇 = 1−𝑣 𝛼∆𝑇
𝐸 1−𝑣
L’elemento di materiale non può deformarsi lungo
nessuna direzione a causa dell’azione del materiale
circostante.

x =0 x  0
y =0  y  0
z =0 z  0
Le equazioni costitutive termo-meccaniche
diventano allora:
𝜎𝑥 𝑣
0= − (𝜎𝑦 +𝜎𝑧 ) + 𝛼∆𝑇
𝐸 𝐸
𝜎𝑦 𝑣
0= − (𝜎𝑥 +𝜎𝑧 ) + 𝛼∆𝑇
𝐸 𝐸
𝜎𝑧 𝑣
0= − (𝜎𝑥 +𝜎𝑦 ) + 𝛼∆𝑇
𝐸 𝐸
Sottraendo la seconda e la terza equazione dalla
prima si ottiene:
1+𝑣 1+𝑣
𝜎𝑥 = 𝜎𝑦  𝜎𝑥 = 𝜎𝑦
𝐸 𝐸
1+𝑣 1+𝑣
𝜎𝑥 = 𝜎𝑧  𝜎𝑥 = 𝜎𝑧
𝐸 𝐸

Ossia: 𝜎𝑥 = 𝜎𝑦 = 𝜎𝑧
Sostituendo tale relazione, per esempio, nella
prima equazione si ottiene:
𝜎𝑥 2𝑣 𝐸𝛼∆𝑇
0= − 𝜎𝑥 + 𝛼∆𝑇  𝜎𝑥 = −
𝐸 𝐸 1−2𝑣

Allora:
𝐸𝛼∆𝑇
𝜎𝑥 = 𝜎𝑦 = 𝜎𝑧 = − c.v.d.
1−2𝑣

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