̅̅̅̅ Π𝜇 + 𝐺̅ + 𝐼 ̅ + 𝑀
Π𝑝 + ̅̅̅̅ ̅ = 0̅
̅̅̅̅̅
Π ̅̅̅̅̅ ̅̅̅̅̅ ̅̅̅̅̅ ̅̅̅̅̅ ̅̅̅̅̅ ̅̅̅̅ ̅̅̅̅ ̅̅̅̅ ̅ ̅ ̅
𝑝,1 + Π𝑝,2 + Π𝑝,0 + Π𝜇,1 + Π𝜇,2 + Π𝜇,0 + 𝑀1 + 𝑀2 + 𝑀0 + 𝐼 + 𝐺 = 0
̅̅̅̅̅
Π ̅̅̅̅̅ ̅̅̅̅̅ ̅̅̅̅̅ ̅ ̅
𝑝,1 + Π𝑝,2 + Π𝑝,0 + Π𝜇,0 + 𝐺 = 0
̅̅̅̅̅̅̅
Π𝑝,1𝑥 + ̅̅̅̅̅̅̅
Π𝑝,2𝑥 + ̅̅̅̅̅̅̅ Π𝜇,0𝑥 + ̅̅̅
Π𝑝,0𝑥 + ̅̅̅̅̅̅̅ 𝐺𝑥 = 0̅
̅̅̅̅̅̅̅
Π𝑝,1𝑥 = 𝑝1 𝜋𝑟 2 𝑖̂
̅̅̅̅̅̅̅
Π𝑝,2𝑥 = −𝑝2 𝜋𝑟 2 𝑖̂
Π𝑝,0𝑥 = 0̅
̅̅̅̅̅̅̅
̅̅̅̅̅̅̅
Π𝜇,0𝑥 = −𝜏2𝜋𝑟𝐿𝑖̂
̅̅̅
𝐺𝑥 = −𝛾𝜋𝑟 2 𝐿 sin 𝜓 𝑖̂
𝑝1 𝑝2
𝛾𝜋𝑟 2 [(𝑧̃1 + ) − (𝑧̃2 + )] = 𝜏2𝜋𝑟𝐿
𝛾 𝛾
𝑝1 𝑝2
(𝑧̃1 + ) − (𝑧̃2 + ) = 𝐽𝐿
𝛾 𝛾
𝛾𝜋𝑟 2 𝐽𝐿 = 𝜏2𝜋𝑟𝐿
𝛾𝑟𝐽 = 𝜏2
𝛾𝑟𝐽
𝜏= 2
Cioè vuol dire che lo sforzo tangenziale viscoso è distribuito linearmente con la coordinata radiale, è nullo in
corrispondenza dell’asse e massimo in corrispondenza della parete condotta.
Da un’analisi più approfondita possiamo comprendere che i termini diagonali di questo tensore rappresentano in
realtà delle dilatazioni volumetriche a forma costante quindi possiamo sostituire i tre elementi diagonali con le
corrispettive dilatazioni volumetriche espresse nel seguente modo (allungamento unitario):
Possiamo inoltre dedurre che gli elementi extra diagonali o rettangolari rappresentano dei cambiamenti di forma a
volume costante e possono essere scritti nel seguente modo (variazioni degli angoli della figura):
In conclusione il tensore delle velocità di deformazione può essere riscritto nel seguente modo:
̅ 𝑝 = ∫ 𝑝𝑛̂ 𝑑𝐴 =
Π
𝐴 𝑝 = 𝛾ℎ
= 𝑛̂ ∫ 𝑝 𝑑𝐴 = ℎ = 𝑋 sin 𝛼
𝐴
= 𝑛̂ ∫ 𝛾ℎ 𝑑𝐴 = ∫𝐴 𝑋 𝑑𝐴
𝐴 𝑥𝐺 =
𝐴
= 𝑛̂ ∫ 𝛾𝑋 sin 𝛼 𝑑𝐴 =
𝐴
∫ 𝑋 𝑑𝐴 = 𝑥𝐺 𝐴
= 𝑛̂𝛾 sin 𝛼 ∫ 𝑋 𝑑𝐴 = 𝐴
𝐴
ℎ𝐺 = sin 𝛼 𝑥𝐺
= 𝑛̂𝛾 sin 𝛼 𝑥𝐺 𝐴 =
𝑝𝐺 = 𝛾ℎ𝐺
= 𝑛̂𝛾ℎ𝐺 𝐴 =
= 𝑛̂𝑝𝐺 𝐴
𝑆̅ = −Π
̅ 𝑝 = −𝑛̂𝑝𝐺 𝐴
La spinta che il fluido esercita sulla superficie è dunque un vettore caratterizzato da modulo, verso e direzione
identificata dalla retta di applicazione:
𝐼
𝜉= = 𝜉𝐺 + 𝑋𝐺
𝑀
𝐼𝐺
𝜉𝐺 =
𝑀
𝐼𝑋𝑌
𝜂=
𝑀
𝑑𝑣 𝑣2
𝑎̅ = 𝑡̂ + 𝑛̂ 𝑓 ̅ = −𝑔∇𝑧̃
𝑑𝑡 𝑟
𝜌(𝑓 ̅ − 𝑎̅) = ∇𝑝
𝑑𝑣 𝑣2
𝜌 (−𝑔∇𝑧̃ − 𝑡̂ − 𝑛̂) = ∇𝑝
𝑑𝑡 𝑟
𝑑𝑣 𝑣2
−𝜌𝑔∇𝑧̃ − 𝜌 ( 𝑡̂ + 𝑛̂) = ∇𝑝
𝑑𝑡 𝑟
𝑑𝑣 𝑣2
−𝜌 ( 𝑡̂ + 𝑛̂) = ∇𝑝 + 𝜌𝑔∇𝑧̃
𝑑𝑡 𝑟
Ipotizzando che il fluido sia incomprimibile possiamo riscrivere l’equazione dividendo tutto per il peso specifico:
𝑑𝑣 ̂ 𝑣 2
−𝜌 ( 𝑡 + 𝑟 𝑛̂) ∇𝑝 + 𝜌𝑔∇𝑧̃
𝑑𝑡
=
𝛾 𝛾
1 𝑑𝑣 𝑣2 p
− ( 𝑡̂ + 𝑛̂) = ∇ ( + 𝑧̃ )
𝑔 𝑑𝑡 𝑟 𝛾
𝜕 p
1. Direzione binormale: ( + 𝑧̃ ) = 0
𝜕𝑏 𝛾
𝜕 p 1 𝑣2
2. Direzione normale: (
𝜕𝑛 𝛾
+ 𝑧̃ ) = − 𝑔 𝑟
𝜕 p 1 𝑑𝑣
3. Direzione tangenziale: ( + 𝑧̃ ) = − 𝑔 𝑑𝑡
𝜕𝑠 𝛾
𝜕 p 1 𝑑𝑣
( + 𝑧̃ ) = −
𝜕𝑠 𝛾 𝑔 𝑑𝑡
𝑑𝑣 𝜕𝑣 𝜕𝑣
=𝑣 +
𝑑𝑡 𝜕𝑠 𝜕𝑡
𝜕 p 1 𝜕𝑣 𝜕𝑣
( + 𝑧̃ ) = − (𝑣 + )
𝜕𝑠 𝛾 𝑔 𝜕𝑠 𝜕𝑡
𝜕 p 1 𝜕𝑣 1 𝜕𝑣
( + 𝑧̃ ) = − 𝑣 −
𝜕𝑠 𝛾 𝑔 𝜕𝑠 𝑔 𝜕𝑡
𝜕 p 1 𝜕𝑣 1 𝜕𝑣
( + 𝑧̃ ) + 𝑣 =−
𝜕𝑠 𝛾 𝑔 𝜕𝑠 𝑔 𝜕𝑡
𝜕 p 𝑣2 1 𝜕𝑣
( + 𝑧̃ + ) = −
𝜕𝑠 𝛾 2𝑔 𝑔 𝜕𝑡
𝜕 p 𝑣2
Se il moto è stazionario: ( + 𝑧̃ + ) =0
𝜕𝑠 𝛾 2𝑔
Otteniamo così il trinomio di Bernoulli, noto anche come carico totale. Il teorema di Bernoulli afferma che lungo la
traiettoria di una particella di fluido ideale, pesante, incomprimibile, in condizioni di moto permanente il carico totale
rimane costante. Il teorema di Bernoulli può anche essere interpretato energeticamente ed esprime quindi il principio
di conservazione dell’energia meccanica:
p 𝑣2
( + 𝑧̃ + ) 𝑚𝑔 = 0
𝛾 2𝑔
p
𝛾
energia potenziale dovuta alla pressione per unità di peso
𝑣2
energia cinetica per unità di peso
2𝑔
p
+ 𝑧̃ energia potenziale per unità di peso
𝛾
𝜕𝑢
𝜏=𝜇
𝜕𝑦
1 𝜕𝑢 𝜕𝑣 1 𝜕𝑢
𝜙𝑥𝑦 = 𝑎𝐷𝑦𝑥 = 𝑎 ( + ) = 𝑎 ( )
2 𝜕𝑦 𝜕𝑥 2 𝜕𝑦
𝜏 = −𝜙𝑥𝑦
𝜕𝑢 1 𝜕𝑢
𝜇 = −𝑎 ( )
𝜕𝑦 2 𝜕𝑦
1
𝜇 = −𝑎
2
𝑎 = −2𝜇
− Per determinare il termine 𝑏 (viscosità di dilatazione) che esprime la variazione percentuale di volume nell’unità
di tempo ed è indice della resistenza che il fluido oppone a variazioni di volume, occorre per prima cosa calcolare
la traccia del tensore degli sforzi:
̅ ) = (𝑝 + 𝑏∇ ∙ 𝑣̅ )𝑡𝑟(I)̅ + 𝑎𝑡𝑟(D
𝑡𝑟(Φ ̅ ) = (𝑝 + 𝑏∇ ∙ 𝑣̅ )3 + 𝑎∇ ∙ 𝑣̅ = 3𝑝 + 3𝑏∇ ∙ 𝑣̅ + 𝑎∇ ∙ 𝑣̅
̅ ) = 3𝑝 e ∇ ∙ 𝑣̅ = 𝑡𝑟(D
In statica 𝑡𝑟(Φ ̅ ) e 𝑎 = −2𝜇 dunque:
̅ ) = 3𝑝 + 3𝑏∇ ∙ 𝑣̅ + 𝑎∇ ∙ 𝑣̅
𝑡𝑟(Φ
̅ ) + 𝑎𝑡𝑟(D
3𝑝 = 3𝑝 + 3𝑏𝑡𝑟(D ̅)
̅ ) − 2𝜇𝑡𝑟(D
0 = +3𝑏𝑡𝑟(D ̅)
0 = +3𝑏 − 2𝜇
2
𝑏= 𝜇
3
2
Noti a e b possiamo scrivere il tensore degli sforzi: Φ = (𝑝 + 3 𝜇∇ ∙ 𝑣̅ ) I̅ − 2𝜇𝐷
̅
6. disegnare e spiegare in dettaglio l’abaco di Moody
L’abaco di Moddy è un diagramma che rappresenta le curve 𝜆 − 𝑅𝑒 interpolanti i dati sperimentali relativi a tubi
commerciali di diversa scabrezza relativa equivalente. È dunque un diagramma bilogaritmico che riporta il fattore di
attrito di Darcy in funzione del numero di Reynolds al variare della rugosità secondo la correlazione di Colebrook.
7. Ricavare la soluzione analitica delle equazioni di Navier Stokes per il flusso piano di poiseuille
consideriamo due lastre piane indefinite parallele posto a distanza 𝛿 l’una dall’altra tra le quali si trova un fluido pesante
newtoniano incomprimibile di densità 𝜌 e viscosità 𝜇. Entrambe le lastre sono ferme. Ipotizziamo:
1. Di avere moto laminare e quindi 𝑣̅ = (𝑢, 0)
𝜕𝑝
2. Il gradiente di pressione lungo la direzione 𝑥 sia costante 𝜕𝑥𝑒 = 𝑐𝑜𝑠𝑡
Risolviamo adimensionalmente le equazioni di Navier Stokes tenendo presente che come grandezze scala scegliamo la
velocità media 𝑉 del flusso lungo la direzione 𝑦 e lo spessore dell’intercapedine 𝛿, ricordiamo inoltre che 𝑅𝑒 = 𝜌𝑉𝐷/𝜇
∇ ∙ 𝑣̅ = 0 1 2 𝜕𝑣̌̅
̌p
−∇ ̌𝑒 + ̌ 𝑣̅̌ =
∇ ̌ ∙ (𝑣̅̌ 𝑣̅̌ )
+∇
𝑅𝑒 𝜕𝑡̌
∂ǔ ∂𝑣̌
+ =0
∂x̌ ∂𝑦̌ Proiettiamo questa equazione nelle direzioni 𝑦̌ e𝑥̌:
𝑣̅ = (𝑢, 0) ∂𝑝
̌𝑒 1 ∂2 ǔ ∂2 𝑢̌ ∂ǔ ∂𝑢̌ ∂𝑢̌
− + ( 2 + 2) = + ǔ + 𝑣̌
∂x̌ 𝑅𝑒 ∂x̌ ∂𝑦̌ ∂𝑡̌ ∂𝑥̌ ∂𝑦̌
∂ǔ
=0
∂x̌ ∂𝑝
̌𝑒 1 ∂2 𝑣̌ ∂2 𝑣̌ ∂𝑣̌ ∂𝑣̌ ∂𝑣̌
− + ( 2 + 2) = + ǔ + 𝑣̌
∂𝑦̌ 𝑅𝑒 ∂x̌ ∂𝑦̌ ∂𝑡̌ ∂𝑥̌ ∂𝑦̌
∂𝑝
̌𝑒
− =0
∂𝑦̌
∂𝑢̌ ∂𝑝
̌𝑒
= 𝑅𝑒 𝑦̌ + 𝐴
∂𝑦̌ ∂x̌
𝑅𝑒 ∂𝑝
̌𝑒 2
𝑢̅ = 𝑦̌ + 𝐴𝑦̌ + 𝐵
2 ∂x̌
𝑢̌(0) = 0
∂𝑢̌ 1
= 0 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑦̌ =
∂𝑦̌ 2
̌
𝑅𝑒 ∂𝑝
Si ottiene dunque che 𝐴 = − 2 ∂x̌𝑒 e 𝐵 = 0. Possiamo
inoltre determinare lo sforzo tangenziale:
1 ∂𝑢̌
𝜏=
𝑅𝑒 ∂𝑦̌