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Il tema del riserbo, ovvero la scelta di non rivelare apertamente i propri sentimenti e pensieri, è presente sia nel sonetto

"Solo et pensoso i più deserti" che nel sonetto proemiale di Petrarca, "Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono".

Nel sonetto proemiale, Petrarca invita il lettore a non giudicare troppo severamente il suo amore per Laura, che egli
de nisce "l'unico mio martir". Egli dice che il suo amore è "per natura sì dolce empio e forte", ma che lui ha scelto di
nascondere questo sentimento sotto l'apparenza di un amore platonico, per evitare di essere giudicato male dalla
società.

Anche nel sonetto "Solo et pensoso i più deserti", Petrarca parla di un sentimento interiore che egli cerca di nascondere
agli altri. Egli descrive se stesso come un uomo solo e pensieroso, che si ritira nella natura selvaggia per sfuggire alla
compagnia degli uomini. Ma il paesaggio che egli descrive è anche un ri esso del suo stato d'animo: la solitudine e la
tristezza che egli prova sono simboleggiate dalle immagini di boschi oscuri e umi che scorrono veloci.

In entrambi i sonetti, quindi, il tema del riserbo è presente come una sorta di difesa contro la società e contro la
possibilità di essere giudicati dagli altri. Tuttavia, ci sono anche delle di erenze tra i due sonetti. Nel sonetto proemiale,
Petrarca si rivolge direttamente al lettore, cercando di giusti care le sue scelte amorose. Nel sonetto "Solo et pensoso i
più deserti", invece, egli parla di sé stesso in modo più intimo, senza rivolgersi a nessuno in particolare. Inoltre, nel
secondo sonetto, il tema della solitudine e della natura selvaggia è presente in modo più evidente e marcato, mentre nel
primo sonetto esso è solo accennato.

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18 Luglio, 1343

Oggi mi sono sentito particolarmente solo e triste. Sono uscito dalla mia stanza e ho camminato per ore, no a
raggiungere i boschi più remoti e selvaggi che conosco. Qui ho trovato la pace e la tranquillità che cercavo, ma allo
stesso tempo mi sono sentito ancora più solo e distante dagli altri uomini. Ho camminato per sentieri impervi, tra rocce
e radure, e ho ammirato la bellezza della natura selvaggia che mi circondava. Ho visto umi che scorrono veloci e
boschi oscuri che sembravano nascondere misteri antichi. Ho respirato l'aria fresca e ho sentito l'odore dei ori e delle
erbe selvatiche.

Ma più camminavo e più mi sentivo solo. Ho pensato a Laura, alla sua bellezza e alla sua grazia, e ho capito che il mio
amore per lei è la ragione principale del mio isolamento. Sono troppo innamorato per poter condividere il mio tempo
con altri uomini. La solitudine è la mia compagna, ma allo stesso tempo la mia nemica.

Adesso sono seduto su una pietra, a guardare il cielo, e sento il vento che mi accarezza il viso. So che devo tornare alla
realtà, ma non so se sono pronto. Ho bisogno di tempo, di spazio, di

silenzio. Ho bisogno di me stesso, e allo stesso tempo ho bisogno degli altri.

Ma come posso trovare un equilibrio tra queste due esigenze? Come posso essere felice e al tempo stesso fedele alla
mia natura? Questi sono i pensieri che mi accompagnano, mentre cammino verso casa, lungo il sentiero che conosco
bene.

Forse un giorno troverò la risposta. Ma per adesso, mi accontento di camminare, di guardare, di sentire. E di scrivere
queste parole, che mi aiutano a capire me stesso e il mondo che mi circonda.
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