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SONETTO

Voi che per li occhi mi passaste ’l core

e destaste la mente che dormia,

guardate a l’angosciosa vita mia,

che sospirando la distrugge Amore

E’ vèn tagliando di sì gran valore,

che’ deboletti spiriti van via:

riman gura sol en segnoria

e voce alquanta, che parla dolore

Questa vertù d’amor che m’ha disfatto

da’ vostr’ occhi gentil’ presta si mosse:

un dardo mi gittò dentro dal anco.

Sì giunse ritto ’l colpo al primo tratto,

che l’anima tremando si riscosse

veggendo morto ’l cor nel lato manco

PARAFRASI:
Voi che attraverso(per)gli occhi avete(raggiunto e) tra tto(mi passaste) il mio cuore e avete
svegliato(destaste) la mia mente che era assopita (dormia), considerate [guardate] la mia vita
piena di so erenza (angosciosa), che Amore distrugge facendola consumare in sospiri
(sospirando).Egli (E’) mi lacera (vèn tagliando) con così tanta violenza (di sì gran valore), che le mie
facoltà vitali (spiriti) indebolite (deboletti) vengono meno (van via): (di me) rimane solo l’aspetto
esteriore ( gura) in suo potere (en segnoria) e un po’(alquanta) di voce, che esprime (parla)il mio
dolore. Questa potenza (vertù) dell’amore che mi ha distrutto (disfatto) partì (si mosse)
all’improvviso (presta) dai vostri occhi nobili (gentili’): mi gettò una freccia (un dardo)nel

(dentro dal) anco.Il colpo giunse così preciso (ritto) al primo tiro (tratto), che l’anima sussultò (si
riscosse) tremando quando vide (veggendo)che sul lato sinistro (nel lato manco)il cuore

era stato ferito a morte [morto ‘l cor].

Analisi del testo:


Voi che per li occhi mi passaste ‘l core, fu scritta da Guido Cavalcanti un poeta orentino,
sottolineiamo che i suoi elaborati trattano l’amore, la sua nascita e la sua in uenza, non
tralasciando nella sua carriera anche temi di carattere loso co. Il poeta nacque nel 1259
da una famiglia aristocratica, provò a portare la pace tra Guel Bianchi e Neri ma venne
esiliato per scontri politici e potè tornare nella sua Firenze solo nel 1300 dove morì poco
dopo di malaria. Questo sonettò è istituito da 14 endecasillabi suddivisi in 2 terzine e in
due quartine, rispettivamente con rime ripetute e incrociate: l’opera discute le fasi
dell'innamoramento attraverso l’immagine, il ricordo dell'amata e ciò che evoca, l’amore,
nel cuore dell'autore che potrebbe essere paragonabile ad una continua e angosciosa
battaglia interiore, attribuendo ai suoi spiriti vitali dei veri e propri personaggi come se si
trattasse di un’azione teatrale perenne quasi immutabile nendo per concludersi con la
morte metaforica rivolta al dolore che l’amore gli ha arrecato. Evidenziandone la violenza
una violenza che si fa sentire a livello psicologico per chi si trova a provare questo
sentimento, riuscendo a discostare le facoltà razionali come una forza distruttiva: un
elemento analogo a questa forza all’interno del sonetto è la freccia che l’amata gli gettò,
con un assesto preciso lasciando il cuore ferito a morte e un sussulto all’anima.

Cavalcanti in questa poesia riesce a trasmetterci la parte che non tutti riescono ad
accettare di questo sentimento, il dolore e la so erenza che esso può causare, ma è bene
vivere nella consapevolezza che non tutto è rosa e ori…anche l’amore! Dove il cuore
diventa padrone e il pensiero si mette da parte, laddove il desiderio di essere desiderato ti
fa stare così male che senti di poter morire.
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