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Il diritto del lavoro è il complesso di norme che disciplinano lo svolgimento di un’attività lavorativa
e che tutelano, oltre che l’interesse economico, anche la libertà, la dignità e la personalità del
lavoratore.
Diritto del lavoro suddiviso in: diritto del rapporto di lavoro (rapporti fra i lavoratori), diritto
sindacale, diritto della previdenza sociale (tutto quello che fa capo all’INPS e all’INAIL, pensione,
maternità, ecc...).
Con la Costituzione la persona viene tutelata perché viene vista come singolo, ha dei diritti e dei
doveri (come quello di lavorare).
LE FONTI DEL DIRITTO DEL LAVORO: fonti nazionali legislative come la costituzione (Art. 4;
il proprio lavoro viene visto come quasi un dovere da parte del cittadino perchè contribuisce allo
sviluppo dello stato, è per questo che un soggetto che viene licenziato ha diritto ad un incentivo),
statuto dei lavoratori, fonti contrattuali privati pubblici, consuetudine, giustizia costituzionale, prassi
amministrativa.
Per tutelare ancora di più il lavoratore la retribuzione viene stabilita da dei contratti collettivi e non
dal datore di lavoro. Il lavoratore ha inoltre il contratto su cui si può visualizzare il ruolo di
assunzione, le mansioni che vengono richieste da datore di lavoro e il livello retribuitivo.
Il lavoratore viene tutelato mediante l’Art.18 dello Statuto dei lavoratori che “protegge” dai
licenziamenti ingiusti.
Art.39 costituzione
L’organizzazione sindacale è libera, ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro
registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.
È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a
base democratica.
I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in
proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti
gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.
2. individuazione dello scopo da perseguire (scelta dei propri ambiti di azione, vale a dire della
categoria da tutelare);
3. libertà di azione (possibilità di porre in essere tutte le attività necessarie per il raggiungimento dei
fini preposti).
RSA
L'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori riconosce al sindacati, firmatari di contratti collettivi di
lavoro in un'unità produttiva, Il diritto a costituire rappresentanze sindacali aziendali (RSA), alle
quali è attribuita una serie di poteri e prerogative.
Art. 19 legge 300/1970 -> Rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ad iniziativa
dei lavoratori in ogni unità produttiva, nell'ambito:
b) delle associazioni sindacali, che siano firmatarie di contratti collettivi di lavoro applicati
nell'unità produttiva. Nell'ambito di aziende con più unità produttive le rappresentanze sindacali
possono istituire organi di coordinamento
• Art. 35 legge 300/1970 -> La RSA può essere costituita nelle unità produttive con oltre 15
dipendenti.
RSU
IL RAPPORTO DI LAVORO
-il contratto di lavoro: è un contratto bilaterale oneroso, a prestazioni corrispettive, a forma libera
(salvo i casi per i quali la legge espressamente prevede il vincolo della forma scritta), avente ad
oggetto lo scambio fra prestazione di lavoro e retribuzione.
-il contratto di lavoro subordinato: prestatore di lavoro subordinato: ”E’ prestatore di lavoro
subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell’impresa, prestando il proprio
lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore.”
-il lavoro autonomo: prestatore di lavoro autonomo: “quando una persona si obbliga a compiere
verso un corrispettivo un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vicnolo
di subordinazione nei confronti del committente…”.
PRESTATORE DI LAVORO
La nozione di lavoratore subordinato è in diretta ed esclusiva
connessione con il concetto di subordinazione, indipendentemente dal luogo ove si presti il
lavoro e di altri elementi ininfluenti ai fini della qualificazione della subordinazione stessa,
per la quale rileva unicamente l'esistenza di un rapporto etero-diretto e l'estraneità
economica del lavoratore dall'organizzazione produttiva in cui è inserito."
In sintesi, e anche ai sensi dell'art. 2094 c.c., si può correttamente definire il lavoratore
subordinato come:
«colui che si obbliga, dietro retribuzione, a prestare il proprio lavoro alle dipendenze e sotto
la direzione di un altro soggetto».
N.B. il patto di prova può essere apposto a qualsiasi contratto di lavoro subordinato, anche a
contenuto formativo (purché diretta a verificare l'astratta idoneità a ricevere la formazione prevista
o, in caso di portatori di handicap, la residua capacità lavorativa all'espletamento di mansioni
compatibili).
N.B. il lavoratore non può rifiutarsi di eseguire un periodo di prova. 2096, c. 2, c.c.: «l'imprenditore
e il prestatore di lavoro sono rispettivamente tenuti a consentire e a fare l'esperimento che forma
oggetto del patto di prova».
Compiuto il periodo di prova, ove nessuna delle parti receda, il rapporto diventa definitivo e il
servizio prestato si computa nell'anzianità aziendale del prestatore di lavoro.