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Lgs 165/2001
Con l'entrata in vigore del D. Lgs. 165/2001, la disciplina dei pubblici impiegati è ora sostan-
zialmente equiparata a quella dei lavoratori del settore privato.
Il rapporto di lavoro è basato sul contratto collettivo nazionale di lavoro e costituito mediante
contratto individuale. Le controversie sono devolute al giudice ordinario.
A livello costituzionale sono importanti le seguenti norme:
….art 28, in virtù del quale “i funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono
direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in
violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici”.
La responsabilità del lavoratore pubblico, pertanto, può essere, alternativamente o
cumulativamente, civile, penale, amministrativa, disciplinare.
Le responsabiità amministrativa e disciplinare riguardano il rapporto tra il lavoratore e il
proprio datore di lavoro pubblico. Le altre forme invece possono configurarsi come atto illecito
cui consegue il risarcimento del danno.
….art 51, in base al quale “tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici
pubblici”
….art 54 , che impone ai cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche il dovere di adempierle
con disciplina ed onore.
….art 97 , laddove si prevede che i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di
legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità della P.A. Lo stesso
articolo stabilisce che “nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le
attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari” e che “agli impieghi nelle PP.AA si
accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”.
….art 98, i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della nazione.
LA DISCIPLINA LEGISLATIVA
Il provvedimento di riferimento è il D Lgs. 165/2001 noto come Testo unico sul pubblico impi-
ego, ma la denominazione ufficiale è “Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle
dipendenze delle Amministrazioni pubbliche”.
Nell'articolo 1 comma 2 viene data la nozione di Pubbliche Amministrazioni :
. Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi
gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato
ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e
associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria,
artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le
amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale
delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300.
Tra le modifiche successive di maggiore rilevanza vi è la Riforma Brunetta L. 15/2009 e D.Lgs
attuativi 150/2009, che ha introdotto strumenti tipici del settore privato come la valutazione e la
misurazione della performance e la disposizione di meccanismi premiali.
Dopodichè la Riforma Madia L.124/2015 ha apportato modifiche soprattutto ai meccanismi di
reclutamento del personale, alla responsabiità disciplinare e al sistema della performance.
LIVELLI DI CONTRATTAZIONE
Contratti quadro, di comparto e integrativi.
Contratti quadro sono fra ARAN ( agenzia per la rappresentanza negoziale) e le varie
confederazioni sindacali e regolano aspetti trasversali cone le procedure di conciliazione e
arbitrato, la definizione dei comparti, ecc..
I contratti collettivi nazionali di lavoro dei comparti (CCNL) sono accordi che disciplinano
l'attività lavorativa di raggruppamenti di pubblici dipendenti riuniti per settori omogenei.
Nel pubblico impiego ci sono 4 comparti, per cui 4 diversi contratti collettivi. E sono:
Funzioni centrali, Funzioni locali, Istruzione e ricerca, Sanità. Per ciascun contratto sono
stipulati distinti contratti per il personale dirigente e per il personale non dirigente. I contratti,
una volta sottoscritti, hanno efficacia immediata e si rinnovano tacitamente fino al contratto
successivo.
I contratti collettivi integrativi (CCI) integrano e dettagliano le linee dei CCNL, regolano
aspetti particolari come le mansioni specifiche, le progressioni di carriera, ecc.
Sono escluse dalla contrattazione collettiva le materie che riguardano l'organizzazione degli
uffici, quello oggetto di partecipazione sindacale, prerogative dirigenziali e concernenti
conferimento e revoca di incarichi dirigenziali.
Spetta invece alla contrattazione collettiva il compito di disciplinare il rapporto di lavoro e le
relazioni sindacali soprattutto nelle materie relative alle sanzioni disciplinari, alla valutazione
delle prestazioni ai fini della corresponsione del trattamento accessorio, della mobilità e delle
progressioni economiche. La contrattazione collettiva è consentita negli esclusivi limiti previsti
dalle norme di legge.
LA MOBILITA’
Per mobilità si intende il passaggio ad un’ Amministrazione diversa da quella iniziale di
appartenenza. Può essere una mobilità temporanea o permanente.
# mobilità esterna: quando il trasferimento avviene da un’ amministrazione ad un’altra che
comporta un cambiamento del datore di lavoro di riferimento
#mobilità interna: trasferimento del dipendente nell’ambito della stessa amministrazione
#mobilità intercompartimentale: fra amministrazioni dello stesso comparto
#mobilità extracompartimentale: fra comparti differenti
Può essere mobilità volontaria o obbligatoria, nel secondo caso è l’amministrazione che
trasferisce il dipendente in un altra sede collocata nel territorio dello stesso comune a una
distanza non superiore a 50 km.
#mobilità collettiva o per ricollocazione: procedura che viene avviata in caso di eccedenza di
personale. Dopo aver espletato le attività volte alla ricollocazione, i dipendenti possono essere
collocati in “disponibilità”; ciò implica la sospensione del rapporto di lavoro con il diritto del
lavoratore a percepire un’indennità pari all’80% dello stipendio per la durata massima di 24
mesi. Per #comando, #distacco, #collocamento fuori ruolo, si intendono spostamenti
temporanei.
SANZIONI DISCIPLINARI
Le sanzioni disciplinari sono irrogate o dal dirigente, in caso di rimprovero verbale, o
dall’ufficio provvedimenti disciplinari (UPD). L’UPD provvede con immediatezza o comunque
non oltre i 30 giorni alla contestazione dell’addebito e con un preavviso di almeno 20 giorni si
provvede alla convocazione dell’interessato per l’audizione in contraddittorio a sua difesa.
Le tipologie di sanzioni sono:
...Rimprovero verbale;
...Rimprovero scritto;
...Multa, di importo variabile fino a un massimo di 4 ore di retribuzione; avviene per esempio:
per condotta non conforme a principi di correttezza, negligenza nell’esecuzione dei compiti, ec.
...Sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino a 10 giorni per:
assenza ingiustificata dal servizio, atti o comportamenti aggressivi ostili e denigratori, ecc.
...Sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da 11gg a 6 mesi per :
occultamento di fatti o circostanze relativi a illecito uso di somme o beni, ingiustificate assenze
collettive in periodi in cui è necessario il servizio all’utenza, ecc.
...Sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino a 15gg per:
mancata collaborazione nell’ambito di un procedimento disciplinare,
...Sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da 3gg a 3 mesi per:
violazione di obblighi concernenti la prestazione lavorativa per la quale la P.A deve risarcire il
danno.
...Sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino a 3 mesi per:
mancato esercizio o la decadenza dell’azione disciplinare dovuti all’omissione o al ritardo
senza giustificato motivo,
...Licenziamento con preavviso per:
#assenza priva di valida giustificazione per un numero di giorni superiore a 3 nell’arco di un
biennio,
#Ingiustificato rifiuto del trasferimento disposto dall’Amministrazione,
#Gravi o reiterate violazione dei codici di comportamento,
#Commissione dolosa o gravemente colposa del mancato esercizio o decadenza dell’azione
disciplinare,
#Reiterata violazione di obblighi concernenti la prestazione lavorativa che abbia determinato la
sospensione dal servizio per un periodo superiore ad un anno nel biennio
#Insufficiente rendimento rilevato dalla costante reiterata valutazione negativa della
performance del dipendente per ciascun anno nel triennio,
#Omessa attivazione del procedimento disciplinare senza giustificato motivo,
#Recidiva nel biennio nelle violazioni per le quali in prima istanza non si applica il licenziamen
#Condanna passata in giudicato per un delitto che non ne consenta la prosecuzione per la sua
specifica gravità,
#Violazione degli obblighi di comportamento in tema di accettazione di regali o altre utilità,
#Mancata ripresa del servizio dopo periodi di interruzione dell’attività.
...Licenziamento senza preavviso per:
#Falsa attestazione della presenza in servizio con modalità fraudolente,
#Falsità documentali o dichiarative,
#Reiterazione nell’ambiente di lavoro di gravi condotte aggressive o molestie minacciose o
ingiuriose o comunque lesive della dignità e della personalità altrui,
#Condanna penale definitiva per la quale è prevista l’interdizione dai pubblici uffici,
#Gravi fatti illeciti di rilevanza penale,
#Condanna passata in giudicato per delitto commesso in servizio o fuori servizio che non
consenta la prosecuzione del lavoro,
#Commissione di atti o fatti dolosi di gravità tali da non consentire la prosecuizione del lavoro
neppure provvisoria,
#Condanna anche non passata in giudicato, quando ne consegua comunque l’interdizione dai
pubblici uffici;
#Violazioni intenzionali degli obblighi di gravità tale da non consentire la prosecuzione
neanche provvisoria del rapporto di lavoro.
La sanzione è impugnalbile in sede giurisdizionale o arbitrale secondo le norme del codice di
procedura civile. Con il consenso del dipendente la sanzione può anche essere ridotta, ma in tal
caso non è più suscettibile di impugnazione.
I DIRIGENTI
I dirigenti dei pubblici uffici svolgono un lavoro principalmente indirizzato all’attuazione degli
obiettivi costituzionali del buon andamento e dell’imparzialità della P.A di cui all’art.97.
La legislazione di riferimento principale è il Testo unico del pubblico impiego 165/2001.
Con D.Lgs 150/2009 sono state apportate al D.Lgs 165/2001 innovazioni mirate a fare dei
dirigenti i veri responsabili dell’attribuzione dei trattamenti economici accessori, affidando loro
la valutazione della performance individuale di ciascun dipendente, secondo criteri certificati
dal sistema generale di valutazione, il tutto per conseguire la migliore organizzazione del
lavoro e assicurare il progressivo miglioramento della qualità delle prestazioni erogate al
pubblico.
La normativa valorizza enormemente la figura del dirigente, il quale ha a disposizione reali e
concreti strumenti per operare e per sanzionare il personale, ma è a propria volta sanzionato,
anche economicamente, qualora non svolga efficacemente la propria attività.
Il dirigente è titolare non solo della gestione amministrativa, ma anche di quella finanziaria e
tecnica, attraverso degli autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane,
strumentali e di controllo.
I dirigenti sono dotati di funzioni direttive, di funzioni di consulenza, studio e ricerca ed infine
di funzioni ispettive.
I dirigenti esercitano tra gli altri i seguenti compiti e poteri:
#formulano proposte ed esprimono pareri,
#curano l’attuazione dei progetti e delle gestioni ad essi assegnati,
#svolgono tutti gli altri compiti ad essi delegati,
#concorrono all’individuazione delle risorse e dei profili professionali necessari allo
svolgimento dei compiti,
#provvedono alla gestione del personale e delle risorse strumentali assegnate ai propri uffici,
#effettuano la valutazione del personale a loro assegnato.
La responsabilità dei dirigenti è collegata anche al raggiungimento di risultati. E’ previsto
infatti che il mancato raggiungimento degli obiettivi comporti l’impossibilità di rinnovo dello
stesso incarico dirigenziale ( art. 21 D.Lgs 165/2001).
I provvedimenti di cui all’art 21(responsabilità dirigenziale: il mancato raggiungimento degli
obiettivi in materia di ottimizzazione, trasparenza ed efficienza comportano l’impossibilità del rinnovo
dell’incarico dirigenziale) sono adottati sentito il Comitato dei garanti, i cui componenti sono
nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Comitato dura in carica 3 anni
e l’incarico non è rinnovabile.
Al di fuori di tale ipotesi, al dirigente nei confronti del quale sia stata accertata la colpevole
violazione del dovere di vigilanza sul rispetto da parte del personale degli standard quantitativi
e qualitativi fissati dalla P.A, la retribuzione di risultato può essere decurtata di una quota fino
all’80%.
L’accesso alla qualifica dirigenziale avviene a mezzo di concorso pubblico. E’ previsto che per
la partecipazione al corso-concorso dirigenziale i candidati non dipendenti pubblici debbano
essere muniti di un titolo di studio non inferiore alla laurea magistrale. I dipendenti pubblici
sono ammessi a partecipare al concorso se in possesso di laurea specialistica o magistrale e che
abbiano maturato un’esperienza di lavoro di almeno 5 anni nella P.A o 3 anni se in possesso di
dottorato di ricerca o diploma di specializzazione, svolti in posizioni funzionali.
Sussiste l’inconferibilità degli incarichi dirigenziali a soggetti che presentano specifiche
condizioni ostative:
#le condanne penali,
#la provenienza da incarichi e carche in enti privati finanziati o diretti da PP.AA
#provenienza da organi di indirizzo politico.
La rotazione del personale addetto alle aree a più elevato rischio di corruzione costituisce una
misura rilevante per la prevenzione della corruzione. La rotazione è attuata alla scadenza
dell’incarico (es. il sindaco alla scadenza dei 5 anni), e deve riguardare non solo i dirigenti, ma
anche i funzionari titolari di posizioni organizzative e i responsabili dei procedimenti.
Ai dirigenti che ricoprono posizioni apicali è imposto l’obbligo di pubblicazione degli atti:
#anno di nomina e durata dell’incarico,
#curriculum
#compensi di qualsiasi natura connessi alla carica assunta,
#dati relativi all’assunzione di altre cariche e i relativi compensi
#altri eventuali incarichi o oneri a carico della finanza pubblica e relativi compensi.
Art 53: I dipendenti pubblici non possono svolgere incarichi retribuiti che non siano stati conferiti o
autorizzati dalla P.A di appartenenza. Il compenso dovuto per le prestazioni eventualmente svolte deve essere
versato nel conto del bilancio dell’Amm.zione di appartenenza ad incremento del fondo produttività. Sono
esclusi i compensi derivanti da:
#dalla collaborazione a giornali e riviste e simili
#dalla utilizzazione economica da parte dell’autore o inventore di opere d’ingegno e di invenzioni industriali
#dalla partecipazione a seminari
#da incarichi per i quali è disposto solo il rimborso spese documentato
#da incarichi conferiti da organizzazioni sindacali