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Lorem Il diritto del lavoro incontra le sue prime peculiarità già nel sistema delle
fonti che derivano dalla complessa realtà sociale per cui il diritto originato dalle
Quali fonti legislative invece, oltre ad alcune norme del Codice civile del 1942,
vi sono numerose leggi ordinarie che hanno integrato la scarna disciplina codicistica
2 La Costituzione
La Costituzione, come noto, richiama il lavoro fin dall’art. 1 come momento essenziale dello
sviluppo dei cittadini, e ancora nei richiami che gli articoli 2 e 3 effettuano evidenziando come la
tutela del lavoro sia uno degli obiettivi finalistici dell’intervento statale per favorire l’elevazione ed il
Centrale poi è la dichiarazione programmatica dell’art. 4 che evidenzia ancora una volta
Norme maggiormente rilevanti non soltanto programmatiche come quelle viste sono quindi
contenuti nel titolo III, dedicato ai rapporti economici, dove sono racchiuse una serie di tutele
relative al lavoro dipendente che si pone quindi in una posizione privilegiata rispetto al cittadino.
Se da un lato l’art. 35 tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni, quindi non
soltanto ai lavoratori subordinati, nelle disposizioni successive sono contemplate norme destinate
L’art. 36 attribuisce ai lavoratori il diritto alla retribuzione sufficiente, alla limitazione oraria
della giornata lavorativa, il diritto alle ferie e al riposo settimanale; l’art. 37 garantisce la parità di
trattamento e la tutela delle donne e dei minori nei rapporti di lavoro; l’art. 38 tutela il diritto alle
l’art. 40 riconosce il diritto di sciopero; l’art. 46 prevede la partecipazione dei lavoratori alla
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).
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Marco Mocella - Le fonti del diritto del lavoro: le fonti nazionali
della Costituzione, modificando la ripartizione di competenze fra Stato e Regioni dell’art. 117 Cost.
Alcune materie sono quindi affidate alla competenza esclusiva statale ed altre disciplinate
da norme regionali emanate nei limiti di principi fondamentali stabiliti dallo stato.
Se prima della riforma del titolo V le competenze regionali di diritto del lavoro erano
pressoché nulle poiché si limitavano alla «istruzione artigiana e professionale», lo stato riserva oggi a
sicurezza del lavoro», tra cui la disciplina relativa al collocamento ed ai servizi per l’impiego e le
politiche attive del lavoro. Regionale è invece contrario la materia della formazione professionale
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4 Le ulteriori fonti
Con riguardo infine agli usi, in alcuni casi talune norme del codice civile fanno rinvio ad essi
come fonte integrativa della disciplina contrattuale (v. artt. 2109, comma 1, 2110, comma 2, 2118
c.c.). Si ritiene che gli usi più favorevoli ai lavoratori prevalgano sulle norme dispositive di legge, alla
Non rientrano tra gli usi di cui al codice civile i cd. usi aziendali, comportamenti ripetuti dal
datore di lavoro di carattere non obbligatorio, i quali difettano del carattere della generalità
proprio dell’uso normativo. Gli usi aziendali non debbano essere confusi con gli usi normativi in
quanto i primi, a differenza dei secondi, non sono fonti di diritto oggettivo, perché operano sul
piano del contratto individuale integrandone il contenuto quali usi negoziali (v. art. 1340 c.c.).
accoglimento parziale, che annullano una disposizione limitatamente a talune parole, con la
conseguenza che la norma risulta solo parzialmente caducata, rivestono rilevanza particolare le
vincolano l’interpretazione alla stregua di quella fornita dalla Corte e quelle cd. «manipolatrici»,
«additive» o «sostitutive», le quali aggiungono una norma implicita, ricavata dalla stessa Corte sulla
Altra caratteristica peculiare del diritto del lavoro è l’esigenza di garantire un minimo
inderogabilità della norma, che si riflette sulla indisponibilità del diritto da essa derivante; sebbene
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allo stesso sia lasciata la scelta di farla valere o meno entro un termine di decadenza (v. art. 2113
c.c.).
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