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Obiettivi
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Le responsabilità dei dipendenti
pubblici: tipologie e presupposti.
Gli illeciti contabili ed il proprium della
responsabilità amministrativa per danno
erariale
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Il sistema delle responsabilità dei dipendenti pubblici.
Cumulo di responsabilità
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Responsabilità del pubblico dipendente
Il pubblico dipendente nell’esercizio delle proprie funzioni, può
astrattamente incorrere in cinque fondamentali responsabilità
• disciplinare (se viola obblighi previsti dal c.c.n.l., da legge o dal codice di comportamento
novellato dalla l. n.190 del 2012)
• dirigenziale (per il solo personale dirigenziale che non raggiunga i risultati posti dal
vertice politico o si discosti dalle direttive dell’organo politico).
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Articolo 28 Costituzione
I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi
penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti.
In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.
Commento: La norma in esame esprime da un lato l'esigenza di tutela dei singoli contro i possibili abusi dei poteri
pubblici, dall'altro impone al singolo dipendente pubblico di rispettare la legge nello svolgimento delle proprie funzioni.
Infine, l'estensione della responsabilità del dipendente all'ente è prevista per consentire al danneggiato una maggior
possibilità di ristoro, atteso che, mentre il dipendente potrebbe non essere in grado di risarcirlo, ciò non vale per un ente
pubblico.
Tale responsabilità «estesa» degli enti è solo civile. La responsabilità penale del singolo, invece, è sempre personale ed è
disciplinata, oltre che dall'art. 27 Cost., dalle singole norme previste dal codice penale. Quest'ultima forma di
responsabilità si ha quando la trasgressione dei doveri d'ufficio da parte dell'impiegato assume il carattere di violazione
dell'ordine giuridico generale e si concretizza in un reato.
L’art. 28 Cost. stabilisce da una parte il principio della responsabilità in proprio dei pubblici dipendenti che agiscono quali
organi della pubblica amministrazione; dall’altra la responsabilità della stessa p.a.per gli atti illeciti da loro commessi e
che ha natura diretta in virtù del cosiddetto rapporto organico che immedesima l’attività degli organi con quella dell’ente
pubblico; cfr, tra altre, Cass. Sez. Un. 9.4.1973 n. 997
• La disposizione costituzionale ha consacrato il principio della responsabilità patrimoniale degli agenti pubblici,
essendo impensabile che l'amministrazione, chiamata dal danneggiato, non possa poi mai rivalersi sull’autore del 6
danno.
Articolo 28 Costituzione/2
La responsabilità congiunta sia del dipendente pubblico che della P.A. per gli atti lesivi
dei diritti soggettivi e degli interessi legittimi del cittadino è stata riconosciuta
solamente con la sentenza n. 500/1999 della Corte di Cassazione, la quale lo ha
collegato con il principio della risarcibilità del danno derivante da fatto illecito, anche in
virtù di quanto stabilito a livello comunitario (art. 340 del trattato istitutivo dell'Unione
Europea secondo cui: "l'Unione deve risarcire, conformemente ai principi generali comuni
ai diritti degli Stati membri, i danni cagionati dalle sue istituzioni o dai suoi agenti
nell'esercizio delle loro funzioni").
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Le fonti
La privatizzazione del rapporto di pubblico impiego ha ex novo regolamentato sia la
responsabilità disciplinare (art.55, co.3 seg., d.lgs.30 marzo 2001 n.165), devolvendo alla
contrattazione collettiva la materia, sia la responsabilità dirigenziale (art.21, d.lgs. n.165 cit.),
mentre non ha innovato la previgente disciplina sulle tre restanti responsabilità, ovvero
quella civile, penale ed amministrativo-contabile.
Per esse viene testualmente richiamata la relativa disciplina legislativa di settore ad opera
dell’art.55, co.1, d.lgs. n.1652: “Per i dipendenti di cui all'articolo 2, comma 2, resta ferma la
disciplina attualmente vigente in materia di responsabilità civile, amministrativa, penale e
contabile per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche”.
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Astratta cumulabilità
• tali cinque responsabilità non sono tra loro incompatibili o alternative, in quanto la medesima condotta
illecita può violare diversi precetti legislativi o contrattuali, originando concorrenti reazioni ad opera
dell’ordinamento
• Esempi: dipendente che accetti tangenti per aggiudicare una gara ad una ditta “amica”: tale comportamento
configura un reato (corruzione, art.319 c.p.), un illecito civile verso le imprese partecipanti non vincitrici
danneggiate (art.2043 c.c.), un illecito amministrativo-contabile (danno erariale da tangente e danno
all’immagine della p.a.), un illecito disciplinare (art.23, co.3, lett.m e art.25, co.5, lett.a del c.c.n.l. Ministeri
1994-1998 come mod.to dagli art.11 e 13 del c.c.n.l. 1998-2001).
• Oppure dipendente che dopo aver timbrato il badge di ingresso, si allontana dall’ufficio per ore per motivi
personali: oltre ai risvolti penali (truffa ai danni dello Stato) e disciplinari, si configura anche un illecito
amministrativo-contabile (danno da erogazione di retribuzione da parte della p.a. senza fruire di
controprestazione).
• L. 56/2019 che all’art. 2, rubricato “Misure per il contrasto all’assenteismo”, prevede l’introduzione di
sistemi di verifica biometrica dell’identità e di videosorveglianza degli accessi, in sostituzione dei diversi
sistemi di rilevazione automatica, attualmente in uso, nel rispetto dei principi di proporzionalità, non
eccedenza e gradualità sanciti dal GDPR 2016.
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Concreta alternatività
Al contrario, talune condotte, che assumono valenza di illecito penale
potrebbero non avere rilevanza civile o disciplinare e viceversa, in
quanto i presupposti di ciascun illecito non sono sempre coincidenti:
si pensi alla commissione di un illecito civile che non assuma valenza
penale in assenza di dolo, oppure alla commissione di un reato che
non abbia però arrecato alcun danno patrimoniale a terzi o alla p.a.
“L'impiegato che, nell'esercizio delle attribuzioni ad esso conferite dalle leggi o dai
regolamenti, cagioni ad altri un danno ingiusto (…) è personalmente obbligato a risarcirlo.
E' danno ingiusto (…) quello derivante da ogni violazione dei diritti dei terzi che l'impiegato
abbia commesso per dolo o per colpa grave.
L'amministrazione che abbia risarcito il terzo del danno cagionato dal dipendente si rivale
agendo nei confronti di quest'ultimo (…).”
Il nuovo codice della giustizia contabile
Gli organi della è entrato in vigore in data 07/10/2016, a seguito della
giustizia contabile emanazione del d.lgs. n. 174 del 27/8/2016, pubblicato sulla
sono:
- le sezioni
Gazzetta Ufficiale del 07/09/2016.
giurisdizionali Il nuovo codice disciplina l’esercizio della giurisdizione della
regionali; Corte dei conti nelle seguenti materie (art. 1):
- le sezioni di
appello;
- giudizi di conto (conti degli agenti contabili dello Stato e delle
- le sezioni riunite altre pubbliche amministrazioni);
in sede - giudizi di responsabilità amministrativa per danno all’erario;
giurisdizionale;
- le sezioni riunite
- altri giudizi in materia di contabilità pubblica;
in speciale - giudizi in materia pensionistica;
composizione - giudizi aventi per oggetto l’irrogazione di sanzioni pecuniarie;
della Corte dei
conti.
- altri giudizi nelle materie specificate dalla legge.
Il Codice, in particolare, è suddiviso in VII parti:
parte I, dedicata alle disposizioni generali: principi e organi della giurisdizione contabile (organi e competenza;
astensione e ricusazione del giudice; le parti e i difensori; gli atti e i provvedimenti del processo).
parte II, contiene le disposizioni che regolano lo svolgimento delle fasi dei giudizi di responsabilità: 1. la fase
preprocessuale: la disciplina della denuncia di danno erariale, l’apertura del procedimento e lo svolgimento della fase
istruttoria (richieste di documenti e informazioni; esibizioni di documenti; audizioni personali; ispezioni e
accertamenti; sequestro documentale e consulenze tecniche; invito a fornire deduzioni ed eventuale archiviazione);
2. le azioni a tutela del credito erariale: a tal fine il pubblico ministero può esercitare tutte le azioni a tutela delle
ragioni del creditore previste dalla procedura civile, compresi i tipici mezzi di conservazione della garanzia
patrimoniale: azione surrogatoria, azione revocatoria e sequestro conservativo; 3. il rito ordinario: la disciplina
dell’atto di citazione, la costituzione del convenuto e la comparsa di risposta, lo svolgimento dell’udienza, i mezzi di
prova e la consulenza tecnica d’ufficio, la deliberazione; 4. i giudizi dinanzi alle sezioni riunite: le sezioni
giurisdizionali d’appello possono deferire alle sezioni riunite in sede giurisdizionale la soluzione di questioni di
massima, d’ufficio o anche a seguito di istanza formulata dal procuratore generale o da ciascuna delle parti del
giudizio d’impugnazione; il presidente e il procuratore generale possono deferire alle sezioni riunite in sede
giurisdizionale la risoluzione di questioni di massima oppure di questioni di diritto che abbiano dato luogo, già in
primo grado, ad indirizzi interpretativi o applicativi difformi; 5. i riti speciali: rito abbreviato, rito monitorio e il giudizio
relativo a relativo a fattispecie di responsabilità sanzionatoria pecuniaria;
Il Codice, in particolare, è suddiviso in VII parti:
parte III, stabilisce le regole del giudizio sui conti (giudizio per la resa del conto e giudizio sul conto);
parte IV, regola i giudizi pensionistici (ricorsi pensionistici civili, militari e di guerra);
parte VI, disciplina i giudizi di impugnazione (appello, opposizione di terzo, revocazione e ricorso per cassazione per
soli motivi di giurisdizione);
parte VII, si occupa dell’interpretazione del titolo giudiziale, dell’esecuzione e del giudizio di ottemperanza
La struttura dell’illecito
contabile
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Elementi costitutivi dell’illecito contabile
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RESPONSABILITA’
ELEMENTI COSTITUTIVI
DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTATIVO-
CONTABILE
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Il danno erariale (1/2)
Oggi ....
• danno emergente
lucro cessante
•Ai sensi dell’art. 2059 c.c «il danno NON patrimoniale deve essere risarcito solo
nei casi determinati dalla legge».
•Tali casi coincidono con i REATI.
Rapporto di impiego o servizio
L’art. 21 del D.L. 76 del 2020 incide direttamente sull’art. 1 della L. 20/1994 il quale, nel
disciplinare la responsabilità erariale, la limitava – prima dell’intervento – ai “fatti o omissioni
commessi con colpa grave o dolo” e che, oggi, subisce due rilevanti modifiche.
La prima riguarda l’onere della prova del dolo in capo alla Procura contabile, che ora abbraccia
anche direttamente l’evento dannoso di modo che, ai fini dell’imputabilità del danno cagionato,
sarà necessario “…la dimostrazione della volontà dell’evento dannoso”. Appesantimento
dell’onere probatorio che le procure contabili dovranno assolvere con conseguente
superamento della impostazione propria di una parte della giurisdizione erariale per cui la
dimostrazione del dolo è richiesta in relazione alla condotta e non all’evento, con conseguente
allargamento delle maglie di irresponsabilità per i pubblici funzionari a processo.
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La giurisdizione contabile
inteso come perdita, distruzione, sottrazione di beni o valori della P.A., ovvero come
mancato guadagno.
Il danno erariale deve essere «certo, attuale ed effettivo» e viene valutato da una
magistratura dedicata:
La Corte dei Conti “può porre a carico dei responsabili tutto o parte del danno
accertato o del valore perduto”;
Apertura della vertenza: ricevuta la notizia di un danno alla finanza pubblica, il Procuratore
regionale, se non la ritiene manifestamente infondata, disporrà l’apertura di una vertenza, che
sarà assegnata ad un magistrato.
Istruttoria: i singoli adempimenti istruttori potranno quindi essere eseguiti direttamente dal
pubblico ministero o delegati alla Guardia di Finanza, ad altre forze dell’ordine, o a funzionari
della pubblica amministrazione.
•Ultimata l’attività istruttoria, il pubblico ministero può convincersi della mancanza degli
elementi necessari per l’affermazione della responsabilità e conseguentemente disporre
l’archiviazione, oppure ritenere che il pregiudizio patrimoniale subito dalla finanza pubblica
debba essere risarcito da alcuni soggetti; in quest’ultimo caso il pubblico ministero deve
PROCEDURA DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA (2/2)
Invito a dedurre: l’invito rivolto al presunto responsabile del danno di depositare, entro un
termine non inferiore a trenta giorni dalla notifica della comunicazione dell'invito, le proprie
deduzioni ed eventuali documenti o la richiesta di audizione personale (richiesta formale di
essere sentiti che non può essere negata dal PM) rientrano nel procedimento istruttorio.
Archiviazione o Atto di citazione: a seguito della presentazione delle deduzioni da parte del
presunto responsabile del danno, il procuratore regionale, se non ritiene di dover archiviare,
emette l'atto di citazione in giudizio.
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