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Sessualità: processo che genera individui i cui geni derivano da più di un singolo organismo. Non
implica necessariamente riproduzione, come avviene nel caso di scambio di materiale genetico non
seguito da divisione cellulare.
Lo scambio di materiale genetico si verifica anche nei batteri tramite un processo denominato
coniugazione.
La trasmissione dei caratteri da una generazione all’altra viene definita ereditarietà. Vengono
ereditati tratti simili ma esiste anche la variabilità. I contadini hanno sfruttato i principi dell’ereditarietà
e della variabilità per migliaia di anni, incrociando piante e animali allo scopo di ottenere i caratteri
desiderati.
I meccanismi biologici alla base della somiglianza tra i membri della famiglia sono stati trovati
grazie allo sviluppo della genetica. La genetica è lo studio dell’ereditarietà e della variabilità
ereditaria. I processi che permettono di conservare lo stesso numero di cromosomi durante un ciclo
vitale sessuato sono la meiosi (un particolare tipo di divisione cellulare) e la fecondazione (l’unione
di uno spermatozoo e di una cellula uovo).
I genitori trasmettono ai figli informazioni codificate sotto forma di unità ereditarie denominate
geni. I geni che vengono ereditati da madri e padri rappresentano il legame genetico con i genitori
e sono responsabili delle somiglianze fra i membri di una famiglia. I geni codificano i caratteri
specifici che si manifestano quando le uova fecondate danno origine a individui adulti.
Il programma genetico è scritto nel linguaggio del DNA, il polimero costituito da quattro diversi
nucleotidi. L’informazione ereditaria viene trasmessa sotto forma di specifiche sequenze
nucleotidiche che costituiscono ciascun gene, esattamente come un’informazione scritta viene
comunicata per mezzo di sequenze di lettere che formano le parole. La maggior parte dei geni
induce le cellule a sintetizzare specifici enzimi e proteine, la cui azione complessiva determina lo
sviluppo dei particolari caratteri ereditari dell’individuo.
La trasmissione dei caratteri ereditari trova la sua base molecolare nell'esatta replicazione del DNA,
che produce copie dei geni che possono essere trasmesse dai genitori alla discendenza. Negli
animali e nelle piante, le cellule riproduttive note come gameti rappresentano i vettori di
trasmissione dei geni da una generazione all’altra. Durante la fecondazione, il gamete maschili
(spermatozoo) si unisce al gamete femminile (cellula uovo), trasmettendo così i geni di entrambi i
genitori ai figli.
Fatta eccezione per una piccola quantità di materiale genetico presente nei mitocondri e nei
cloroplasti, il DNA delle cellule eucariotiche è contenuto nei cromosomi all'interno del nucleo. Ogni
specie vivente possiede uno specifico numero di cromosomi. Per esempio, gli esseri umani hanno 46
cromosomi nelle loro cellule somatiche: tutte le cellule dell'organismo tranne i gameti e i loro
precursori. Ogni cromosoma è costituito da un’ unica lunga molecola di DNA avvolta in modo
complesso e associata a proteine diverse. In un singolo cromosoma sono presenti da centinaia a
migliaia di geni. La precisa collocazione di un gene su un cromosoma si definisce locus del gene
(dal latino “luogo”, plurale loci). il nostro corredo genetico (il nostro genoma) è composto dai geni
e da altro DNA presenti nei cromosomi che abbiamo ereditato dai nostri genitori.
La forma più comune di riproduzione sessuata implica una divisione riduzionale del materiale
genetico tramite meiosi.
1. Ogni genitore contribuisce al figlio con i cromosomi contenuti in una cellula gametica,
prodotta (direttamente o indirettamente) tramite meiosi;
2. Ogni gamete contiene un singolo corredo di cromosomi (è aploide);
3. I due gameti hanno diversa “polarità sessuale”, nel caso di marcate differenze di dimensione
e motilità si parla di cellula uovo e spermatozoo, si uniscono per copulazione o
fecondazione fondendo prima i citoplasmi (plasmogamia) e poi i nuclei (cariogamia). La
cellula diploide che si forma è chiamata zigote;
4. I corredi cromosomici, uno di origine paterna e uno di orgiine materna, cooperanmo nello
sviluppo dell’organismo, senza tuttavia ricombinarsi. La ricombinazione avverrà solo al
momento della meiosi.
Si noti come, a seconda del tipo di ciclo vitale considerato, sia le cellule aploidi sia quelle diploidi
siano in grado di dividersi per mitosi. Al contrario, solo le cellule diploidi possono dividersi per
meiosi poiché le cellule aploidi possiedono un singolo corredo cromosomico che non può essere
ridotto ulteriormente. Nonostante le differenze relative al momento in cui si svolgono la meiosi e la
fecondazione, i tre tipi di cicli vitali sessuati presi in esame hanno in comune un risultato
fondamentale: la variabilità genetica dei discendenti. La variabilità genetica prodotta dai cicli
vitali sessuati contribuisce all’evoluzione. Le mutazioni rappresentano la fonte originaria della
diversità genetica. Tali modifìcazioni a carico del DNA di un organismo creano le differenti versioni
dei geni, note come alleli, la cui ricombinazione durante la riproduzione sessuata dà origine alla
variabilità che caratterizza ciascun individuo di una specie e che si manifesta attraverso una
peculiare combinazione di caratteri.
Il ciclo metagenetico è costituito dalla sequenza ciclica di stadi ed eventi che comportano
alternanza di generazioni e di fasi nucleari (aploide, diploide).
Ciclo metagenetico negli animali Ciclo metagenetico in una pianta
Il cariotipo
Negli eucarioti il DNA è organizzato in cromosomi. Il numero e il tipo di cromosomi definiscono il
cariotipo della specie.
I punti in cui avviene il crossing over diventano visibili come chiasmi solo quando il complesso
sinaptonemico si dissocia e gli omologhi si allontanano parzialmente. Gli omologhi restano in parte
associati a causa della coesione tra cromatidi fratelli, anche se una porzione del DNA non è più
allaccata al cromosoma originario. Affinché la coppia di omologhi possa restare unita durante la
migrazione verso la piastra della metafase I è necessario che si verifichi almeno un crossing over
per ciascun cromosoma.
Avviene il crossing over (il cromosoma viene ricombinato) e l’appaiamento casuale dei cromosomi
omologhi che determinano la variabilità genetica e all’aumentare del numero dei cromosomi
aumenta la variabilità.
La meiosi è il processo dove c’è variabilità, dopo di che è tutto previsto (salvo errori).
Nell’oogenesi la cellula uovo è più grande degli spermatozoi perché deve contenere materiale
sufficiente per nutrire l’embrione (deutoplasma / vitello) → accumulato tra la prima e la seconda
divisione meiotica.
Il primo globulo polare non procede o termina la meiosi, servono ad asportare parte dei
cromosomi ma non sono funzionali, non si sviluppano, sono destinati a morire.
Nella seconda divisone meiotica c’è la formazione di otide un secondo globulo polare
(spesso è la fecondazione a farlo avvenire). Alla fine, avremo una cellula uovo.
Idrolisi delle coesine durante la mitosi e la meiosi
I cromatidi fratelli restano uniti finché perdura la cosiddetta “coesione tra cromati di fratelli",
mediata da proteine chiamate "coesine". Nella mitosi, quest'associazione si protrae fino al termine
della metafase, allorché alcuni enzimi degradano le coesine lasciando così liberi i cromatìdi fratelli
di migrare verso i poli opposti della cellula.
Nella meiosi, la coesione tra cromatidi fratelli viene meno in due tappe: all'inizio dell'anafase I e
nell'anafase II.
La meiosi I viene definita divisione riduzionale perché il suo verificarsi comporta un dimezzamento
del numero di cromosomi della cellula - da due corredi (stato diploide) a uno (stato aploide).
Durante la meiosi II (definita divisione equazionale), i cromatidi fratelli si separano dando luogo a
cellule figlie aploidi. Il meccanismo che permette la separazione dei cromatidi fratelli è
praticamente analogo nella meiosi Il e nella mitosi.
Variazione della quantità di DNA
Prima divisione
meiosi:
numero cromosomi
diverso dalla
quantità di DNA
2n= 46 (23
cromosomi)
I due cromosomi
fratelli vengono
calcolati come uno
perché contengono
la stessa
informazione (non
viene raddoppiata la
quantità di DNA).
c quantità DNA in
una cellula aploide
Eventi che generano variabilità nella riproduzione sessuale
In una specie con n coppie di cromosomi il numero di possibili combinazioni che si possono
originare per assortimento indipendente è 2n. Nella nostra specie per assortimento indipendente
possono prodursi 223 combinazioni (circa 8mln).
La variabilità è importante nella selezione naturale (non ci sarebbe su una popolazione con una
scarsa variabilità genetica).
Crossing over
In virtù dell'assortimento indipendente dei cromosomi
durante la meiosi, ogni individuo produce una serie di
gameti che differiscono l'uno dall'altro per la
combinazione dei cromosomi ereditati dai due
genitori. Il crossing over porta alla formazione di
cromosomi ricombinanti, ossia singoli cromosomi che
contengono geni (DNA) derivati da entrambi i
genitori. Nella specie umana, durante la meiosi si
verificano in media da uno a tre eventi di crossing aver
per coppia di cromosomi, a seconda della dimensione
dei cromosomi e della posizione dei centromeri. Il
crossing over determina la produzione di cromosomi
che presentano nuove combinazioni di alleli materni e
paterni.
Nella metafase II, i cromosomi che contengono uno o
più cromatidi ricombinanti possono orientarsi in due
modi diversi rispetto agli altri cromosomi, in quanto i
loro cromatidi fratelli non sono più identici fra loro.
L'assortimento indipendente dei cromatidi fratelli
durante la meiosi II accresce ulteriormente la
variabilità genetica delle cellule figlie nella meiosi.
Il crossing over, attraverso la ricombinazione del DNA
ereditato da entrambi i genitori all'interno di un singolo
cromosoma, costituisce un'importante fonte di
variabilità genetica nei cicli vitali sessuati.