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L’economia classica

Nascono le scuole classiche tra il diciottesimo e diciannovesimo secolo, nel quale gli
economisti elaborano teorie su concetti comuni, concludendo spesso con analisi diverse.
I principi fondamentali nel quale la scuola si basa:

La divisione in classi:

Smith si rese conto che nella società sono presenti tre classi
o I lavoratori, chiamati anche forza lavoro, possiedono la capacità di lavorare e
ricevono il salario.
o Gli imprenditori-capitalisti hanno la funzione di organizzare il processo
produttivo e recepiscono il profitto.
o I proprietari terrieri possiedono la terra e la cedono con affitto agli
imprenditori, ricevendo la rendita.

Il salario fissato alla sussistenza:

Secondo i classici, i lavoratori ricevono un salario pari alla sussistenza. Cos’è il


salario di sussistenza? È il livello minimo per mantenere in vita il lavoratore e la
sua famiglia.

Il capitale come anticipazione:

l’organizzazione del processo produttivo, secondo i classici, richiede anticipazione.


Un esempio può essere il capitalista, che anticipa ai contadini sia i salari che i mezzi
di produzione, avendo così il comando sul lavoro, anche se inizialmente, il capitale è
individuato con i salari pagati ai lavoratori.

La determinazione del sovrappiù:

il sovrappiù (anche surplus) viene individuato dai classici. L’origine del sovrappiù
risiede nel lavoro dell’uomo, quindi, è quel volume di merci che supera il monte
salari.
S=Q–W
Dei quali, la leggenda, è la seguente:
Qè la produzione complessiva;
Wè il capitale anticipato dall’imprenditore ai lavoratori come monte salari
Ssovrappiù

L’analisi dinamica:

I classici si domandano come si espande il sistema economico. Per aumentare la


produzione è necessario della:
forza lavoro, che cresce in base alla demografia;
capitale fisico cresce se aumenta l’investimento del sovrappiù.

La teoria del valore-lavoro.

I fisiocratici non utilizzano una teoria del valore perché misurano in termini fisici il
sovrappiù. Però, non è possibile calcolare in termini fisici il sovrappiù del settore
manifatturiero, perché non si riesce a confrontare grandezze eterogenee.
I classici accettano la teoria del valore-lavoro, in base alla quale il valore di una
merce è pari al lavoro necessario a produrla.

gli economisti classici basano le loro teorie sulla legge di Say. Lui è un francese chiamato
Jean- Baptiste Say, formula la legge degli sbocchi: egli afferma che le merci possono essere
scambiate solo con altre merci. Da ciò ne consegue che se vengono prodotte in una giusta
combinazione, le merci saranno vendute, perché il fine della produzione è di essere
acquistata.
È possibile che l’eccessiva produzione possa intoppare il lavoro, solo in maniera
temporanea. Ne consegue che i beni acquistati (domanda) sono sempre uguali ai beni
prodotti (offerta).

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