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Per quanto riguarda la storia del pensiero economico vi sono le seguenti posizioni:
- sulla relazione tra fatti economici e modelli economici, si contrappone la visione
assolutistica, secondo la quale la teoria economica evolve indipendentemente dalla realtà
storica, alla visione relativistica, secondo la quale lo svolgimento dei fatti economici
influenza l’elaborazione dei modelli economici.
- sull’evoluzione delle teorie economiche, si contrappone la visione continuista (visione
cumulativa = le teorie di ieri sono meno rigorose di quella attuali), secondo la quale le
teorie economiche evolvono mediante progressiva eliminazione degli errori, alla visione
discontuinista (visione competitiva = non esiste una sola verità in campo economico),
secondo la quale l’evoluzione dell’economia è segnata dall’alternarsi di periodi di
normalità, a periodi con anomalie e a fasi con rivoluzioni economiche.
IL MERCANTILISMO
Corrente culturale sviluppatasi tra il XVI e il XVIII secolo in Inghilterra, basato sul
seguente presupposto: l’obiettivo ultimo della politica economica è la Potenza dello
Stato. L’indicatore della potenza dello Stato è l’attivo della bilancia del commercio
(ovvero la differenza fra valore delle merci esportate e valore delle merci importate) e la
politica economica deve mirare a realizzare l’attivo permanente della bilancia del
commercio.
Dato che questa ricerca è durata circa due secoli, vi sono molte divergenze:
1) la prima fase viene detta Bullionismo, caratterizzata dall’errata identificazione fra
metalli preziosi e ricchezza
2) la seconda fase è caratterizzata da una maggiore consapevolezza degli effetti delle
dinamiche dell’economia reale sulla ricchezza di un Paese.
3) la terza fase è caratterizzata da una sensibilità verso le condizioni di vita dei poveri.
Viene considerato il fondatore della scienza economica: le sue opere più importanti sono
Teoria dei sentimenti morali, e L’Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle
nazioni.
Le tesi maggiori della prima opera sono:
- la maggior parte della felicità umana sorge dalla consapevolezza di essere amati
(principio della symphathy)
- la valutazione che ciascun individuo dà del proprio comportamento deriva dal porsi
nella condizione di uno spettatore imparziale.