Sei sulla pagina 1di 4

Max Weber.

Il capitalismo
Max Weber nasce in Turingia nel 1864 da una famiglia borghese di
idee
liberali.
È considerato uno dei padri della sociologia, avendo trattato tutti gli
aspetti
del sapere sociologico: dalla religione all’economia. Egli diede
grande risalto
nei suoi studi al capitalismo moderno. Il suo pensiero è influenzato
da Marx anche se ne discosta per l’importanza data al conflitto di
classe.

1.2
Il contributo di Weber è stato di fondamentale importanza per lo
sviluppo
della sociologia economica. Secondo Weber “vi è capitalismo là dove
copertura del fabbisogno di un gruppo umano ha luogo tramite impresa, non
importa di quale fabbisogno si tratti”

Egli individua tre modelli di capitalismo:


1. Il Capitalismo politico: cioè quando la sfera politica apre degli spazi
per l’attività economica, prende forma attraverso le forme politiche
dove l’opportunità di acquisizione del profitto è detenuta da gruppi o
singoli attori politici nelle mani dei quali è detenuto il potere politico. Ne
esistono dei sottotipi tra cui il capitalismo di avventura, orientato
all’acquisizione violenta o predatoria (colonialismo), o quello basato
su forme di autorità politica, caratterizzato da una razionalità non
funzionale alla regola di mercato e quindi di ostacolo allo sviluppo
economico.
2. Il Capitalismo commerciale: l’accumulazione della ricchezza si fonda
principalmente sullo scambio, troviamo i primi metodi di
commercio, prestito, usura e credito bancario. Era molto importante
nell’antichità, su piccola scala, basato su attività di tipo finanziario
ma non industriale.
3. Il Capitalismo industriale: rientra nel tipo di capitalismo
razionale. Si fonda sulle attività di produzione, di commercio, e
sulla finanza di età moderna. La sua origine ha dei presupposti che
Weber elenca in “Storia Economica”:
 L’appropriazione di tutti i mezzi materiali di produzione da
parte delle imprese private;
 La libertà di mercato;
 La tecnica razionale, calcolabile e meccanica, sia nella
produzione sia nel commercio;
 Un diritto razionale, una giustizia e un’amministrazione
prevedibili a cui l’impresa capitalistica possa affidarsi;
 Il lavoro libero, cioè che non solo vi siano delle persone
giuridicamente in grado di vendere la loro forza lavoro, ma che
siano economicamente costrette a farlo;
 La commercializzazione dell’economia, cioè la possibilità di
distinguere il patrimonio personale da quello dell’impresa con
azioni, titoli.

Le tre forme di capitalismo possono coesistere ma quello moderno,


razionale,
si distingue. Un’impresa capitalistica razionale è un’impresa con
calcolo del capitale, la cui redditività è controllata con moderna
contabilità e la stesura del bilancio.
Weber individua in due fattori la nascita del capitalismo in
Occidente: l’etica
protestante e i fattori di contesto.
In “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” egli mostra il legame tra
il religioso e l’attività economica attraverso la nozione di Beruf. Le
chiese protestanti sostengono che l’unico modo di essere graditi a
Dio è attraverso l’adempimento dei compiti terreni che risultano
dalla sua professione. Si viene portati ad una condotta sobria e
metodica di razionalizzazione della vita.
Vi è anche la condanna al lusso e all’accumulo, quindi la ricerca del
profitto ha una dimensione etica, orientata al dovere. Quindi il
capitale viene reinvestito in attività produttive e non accumulato.
Questa tesi ha anche un altro elemento chiave: la dottrina della
predestinazione divina, cioè che il destino non possa essere modificato.
Gli eletti sono destinati alla salvezza mentre gli altri saranno
dannati. Una
rigorosa condotta economica e il successo imprenditoriale aiutano
dunque il
credente in questa posizione di insicurezza.
Egli compara il calvinismo ad altre religioni per spiegarne le affinità:
in India al momento dello sviluppo dell’induismo vi fu un intenso
sviluppo dell’attività
manifatturiera e del commercio come successo in Europa, ma
Weber mostra
come però la dottrina induista non sia terreno fertile ad uno
sviluppo poiché
il sistema delle caste vive l’ascesi in una vita successiva in maniera
differente.
1.3
Nel pensiero maturo di Weber è possibile notale l’importanza di
fattori istituzionali e storici che si aggiungono a quelli culturali. Durante un
viaggio negli USA si accorge dell’importanza delle associazioni e di come
la forma organizzativa di setta contribuisca a generare lo spirito del
capitalismo, essendo un’associazione volontaria in cui si segue una
disciplina etica.
I suoi meccanismi vanno a promuovere la sua riuscita in ambito
economico e professionale e una condotta di vita rispettabile.
A questi fattori si uniscono quelli istituzionali e storici esplicitati in Economia e
società e Storia Economica. Attraverso l’approccio storico e della
spiegazione causale egli analizza l’affermarsi del capitalismo come
processo complesso e graduale il cui inizio è però nel Medioevo.

Tre precondizioni sono determinanti: l’affermarsi delle città e della


borghesia urbana, il processo di demagificazione e predominio della
scienza moderna e della tecnologia, l’emergere dello stato razionale
e la creazione di istituzioni amministrative giuridiche. La visione di città è
quella della polis greca piena di luoghi di commercio e di
produzione, entità politicamente indipendenti dal signore che
detiene il potere, forme di economia tra cittadini liberi a cui sono
garantiti pari diritti legali e formali.
La borghesia cittadina gioca una grande funzione nel processo di
modernizzazione dell’economia accelerando il passaggio da un mondo
feudale ad una società industriale.
Anche il venir meno delle corporazioni, concorse all’origine del
capitalismo
moderno trasformando l’artigiano e mercante a imprenditore,
appropriandosi dei mezzi di produzione.
Il secondo processo storico è collegato al processo di demagificazione,
cioè
allo sviluppo della razionalità in ogni ambito della vita sociale. Il
razionalismo
progredisce a tal punto da investire i sistemi di valore, e la scienza
empirica
sarà coniugata con la tecnica razionale e applicata alle innovazioni
nel processo produttivo, permettendo nel tempo la
meccanizzazione, e l’utilizzo di nuove materie prime.
Dunque, la razionalizzazione è il presupposto per il coordinamento e la
pianificazione su larga scala dell’attività economica.
Il terzo fattore è la presenza di uno stato razionale moderno, per lui, quello
stato di diritto che offre le condizioni per l’espansione di un
capitalismo organizzato e politicamente regolato. Si struttura su
una serie di fattori: un diritto razionale che sia garanzia giuridica
per i soggetti coinvolti nell’attività economica; l’organizzazione
razionale e la centralizzazione amministrativa, sostenuta da un
potere politico calcolabile e prevedibile che tutela i soggetti che
interagiscono con l’amministrazione, una politica razionale, un
sistema monetario nazionale.
Importantissima è la burocrazia cioè quel sistema di norme e
regolamenti fondati sulla razionalità rispetto ad uno scopo con
procedure sistematiche e calcolate razionalmente. Questo sistema permette
di applicare le regole in modo imparziale e stabile.

1.4
L’influenza di Weber la si può riassumere in due filoni di studio
principali: il primo metodologico e il secondo legato ai processi da esso
utilizzati e presi in considerazione.
Per quanto riguarda la metodologia, l’uso del metodo comparativo,
ancora oggi strumento privilegiato per mettere a fuoco le
caratteristiche e le specificità del capitalismo in vari luoghi.
L’introduzione del concetto di “idealtipo” che consente di astrarre
determinate caratteristiche di un fenomeno dal suo specifico
contesto storico riassumendole in un costrutto teorico. Il suo lavoro
basato sull’individuazione di pacchetti causali che ha influenzato
l’approccio moderno della political economy che analizza i fattori
che contribuiscono allo sviluppo o meno del capitalismo.
Il suo impatto sulla analisi storica comparativa che sottolinea come
per comprendere gli assetti odierni sia indispensabile studiare quelli
del passato.

Potrebbero piacerti anche