Sei sulla pagina 1di 2

CROCE (18/03/2019)

Dalla prop. 14 alla 36 della seconda parte, Spinoza spiega cosa sia la conoscenza
inadeguata. Cos’è la conoscenza adeguata? È scritto nella def. 4 della parte 2 pag
46: “un’idea in quanto considerata in sé, senza essere in relazione con un oggetto
ha tutte le proprietà o denominazioni intrinseche di un’idea vera.” Vero e
adeguato è un superamento dell’idea chiara e distinta del cartesianesimo, ma non
è questa la linea che seguiremo. Spinoza è interessato all’idea adeguata, la quale è
dunque quell’idea che non è in relazione con un oggetto, ma perché? L’idea è un
concetto della mente, e si forma quando il corpo viene affetto. Corpo e idea vanno
insieme per parallelismo, mente e corpo sono due line infinite che scorrono
sempre in parallelo: ma NON è il calcio (il quale colpisce il corpo) a produrre l’idea,
bensì il fatto è che ogni corpo corrisponde ad un’idea. L’idea del dolore si forma
perché io ho preso un calcio: non si tratta dunque di un’idea adeguata? No. Lettura
pag 62, prop 14: spinoza ci dice in queste proposizioni che io del corpo esterno non
ne so nulla: io conosco soltanto quello che succede a me. Prop 17: la mente umana
è affetta da molti modi, e abbiamo l’idea di molti corpi. L’idea di molti corpi è
l’idea del nostro corpo e i corpi esterni, eppure l’idea ci informa SOLO del nostro
corpo (concezione centrale). Se il corpo non c’è allora l’idea non è più adeguata.
Ripensiamo alla def 4: ci dice che un’idea si dice adeguata quando essa è
indipendente a qualsiasi oggetto. L’idea di Spinoza è la seguente: l’idea adeguata è
dunque un’idea che conviene al suo oggetto senza che ci sia il suo oggetto. Eppure
noi (ci dice Spinoza) abbiamo idee quando siamo soggetti ad affezioni, e quando
un oggetto toglie l’oggetto che ci dà un’affezione, quell’oggetto non c’è più: ossia
non rimane niente, IO SENTO SOLO ME. Lettura pag 63, dimostrazione: esistente in
atto significa che io percepisco qualcosa come esistente soltanto perché io la
subisco. Qui Spinoza ci sta dicendo che io vengo affetto da un oggetto, e l’affezione
che mi colpisce produce in me un’idea la quale è sempre relativa all’oggetto; a
questo punto viene un altro oggetto e la sposta: a questo punto non c’è più
quell’affezione di prima: questa è la radice della CONOSCENZA INADEGUATA.
Dunque c’è un oggetto che mi affetta, a seguito di ciò si produce in me un’idea ed
infine un altro oggetto la sposta: ma nel corollario di pag 63 Spinoza dice che però
posso contemplarlo come se questo fosse comunque presente. Tutta l’etica sta
(come ha detto Luna) NEL COLLOCARSI nella rete di azioni ed interazioni che
determina l’attualità espressa ed implicata nella rete. Il punto centrale è dunque
l’ETICA DELLA COMPOSIZIONE. Il punto centrale è COLLOCARSI, fare ingresso nella
cosa e NON immaginare. Ma come si fa questo? (lo dobbiamo ancora vedere). È
importante tenere a mente il fatto che noi non possiamo risalire a tutte le cause
perché noi ci troviamo in una ONTOLOGIA FLAT: ossia in un rapporto reciproco di
co-implicazione noi tutti siamo compartecipi, e in questo contesto è impossibile
risalire a tutte le cause. Regola dell’arrestarsi: tutti i giudizi che noi emettiamo
sono su di noi, ossia dicono qualcosa riguardo noi. Spinoza ci dice nello scolio di
pag 64 che noi immaginando associamo ciò che ci accade SU DI NOI, e questo E’
SBAGLIATO: dobbiamo capire invece COME SI CONNETTONO le cose. Un corpo può
di più quando riesce a fare i giusti collegamenti, ossia quando si lega ad altri corpi,
estendendosi. L’errore però consiste nel fatto che noi sostituiamo le connessioni
reali tra i corpi con le connessioni tra le idee che noi immaginiamo. L’errore
consiste nel fatto che il mio corpo ha delle idee di corpi non presenti, e
associandoli a sé stesso sostituisce le connessioni reali con quelle immaginate. Ed
è qualcosa che a noi succede tutti i giorni, producendo delle passioni tristi. Se io
sostituisco le reali connessioni con quelle immaginate io sono vittima delle
passioni tristi, ma perché? Perché io NON MI CONNETTO NEL MODO GIUSTO e non
ho potenza di agire. Il Saggio è colui che invece si connette con le parti creando un
unico corpo. Vedremo poi la potenza di agire (affetto) ossia la capacità di costituire
corpi più grandi con cui io mi so connettere perché riesco a vedere le connessioni
reali e smetto di immaginare (vedremo che questa concezione ha a che fare con le
nozioni comuni). Per spinoza la speranza è negativa xkè significa immaginare che
qualcosa accada, mentre invece è tutto in atto. La gioia consiste nell’unirsi ai corpi
e mettersi in atto.

Potrebbero piacerti anche