Le prime riflessioni sul termine pedagogia risalgono ai tempi dell’antica Grecia:
“Paideia” significava l’educazione del fanciullo attraverso lo studio e la ricerca costanti della verità. Platone fu la figura di spicco di questa nuova tendenza: egli infatti sosteneva che una volta raggiunta la virtù, ossia la conoscenza, ambedue non potevano essere separate l’una dall’altra: questa concezione prende il nome di intellettualismo etico. Platone inoltre sosteneva che l’anima fosse suddivisa in tre parti: razionale, irascibile e concupiscibile, alle quali dovevano corrispondere 3 ordini sociali diversi: i produttori (anima concupiscibile) , i guardiani (anima irascibile) e i governanti filosofi (anima razionale). Inoltre, a differenza del maestro Socrate, Platone fondò una scuola, l’accademia, in quanto pensava che il desiderio del raggiungimento del bene supremo fosse riservato solo a pochi individui. Inoltre, l’educazione doveva essere distinta in due gradi differenti: quella scientifica prima e quella filosofica poi. Si tratta questa della prima definizione di “curriculum”, destinato ad avere fortuna nei secoli a venire.