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Elemento asta
Gli elementi asta sono in grado di supportare esclusivamente azioni assiali e, quindi,
esplicano una reazione solo in tale direzione. Ricordiamo che un sistema è schematiz-
zabile con elementi di tipo asta quando gli elementi sono sollecitati solo assialmente
e la sezione geometrica ha dimensioni molto più piccole rispetto alla lunghezza degli
elementi stessi.
L’elemento asta è, pertanto, utilizzabile nell’analisi di sistemi strutturali quali,
ad esempio, le travature reticolari. Ovviamente, affichè una generica travatura possa
schematizzarsi con elementi asta è necessario che i vari elementi della stessa siano
connessi tra loro mediante perni o cerniere, cosı̀ che non vengano trasmessi momenti,
ma solo forze.
Inoltre, è possibile definire un elemento 1D analogo all’elemento asta a sforzo
normale, che però sia in grado di supportare momenti torcenti e, quindi, di deformarsi
solo a torsione. In questo capitolo, ci occuperemo anche dell’elemento soggetto a
pura torsione, per la cui formulazione si potranno adottare le stesse funzioni di forma
impiegate per quello soggetto a solo sforzo assiale. Di entrambi daremo le matrici di
rigidezza K e delle masse M (potendo poi calcolare la matrice di dissipazione C con
il metodo di Rayleigh).
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Figure 1: Elemento asta. Gradi di libertà nel riferimento locale e globale.
ico punto interno all’elemento può ottenersi come interpolazione degli spostamenti
nodali tramite apportune funzioni di forma:
h i u1
u(x) = N(x)de = N1 (x) N2 (x) = N1 (x)u1 + N2 (x)u2 , (1)
u
2
dove N1 (x) e N2 (x) sono funzioni polinomiali che, nel caso specifico, si assumeranno
lineari.
Se N1 e N2 sono funzioni lineari, lo sarà ovviamente anche lo spostamento u (x):
u(x) = α0 + α1 x . (2)
u(x = 0) = u1 (3)
u(x = L) = u2 . (4)
2
Confrontando le relazioni (1) e (5), si ottiene per la matrice delle funzioni di forma
la seguente espressione
x x
N(x) = 1 − , . (6)
le le
E’ facile verificare che le due funzioni di forma trovate soddisfano le proprietà
fondamentali delle funzioni di forma.
∂u u2 − u1
εxx = = , (7)
∂x le
u2 − u1
σxx = E εxx = E . (8)
le
∂
Essendo εxx = LU = LNde = Bde , dove L ≡ ∂x
, la matrice di compatibilità B
può scriversi come
∂N ∂N1 ∂N2 1 1
B= = , = − , , (9)
∂x ∂x ∂x le le
ovvero:
E A 1 −1
ke = . (10)
le −1 1
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1.1.1 Matrice del cambiamento di riferimento T
Un elemento asta, in generale, sarà parte di un sistema con più aste aventi differenti
orientazioni. Poiché le matrici di rigidezza ke sono ottenute ciascuna nel riferimento
locale delle aste, prima di poterle assemblare per ottenere la matrice di rigidezza glob-
ale di struttura occorre che siano tutte ’trasportate’ nello stesso sistema di riferimento,
quello globale della struttura.
A tal proposito, con riferimento alla Figura 1, osserviamo che i nodi 1 e 2 nel
riferimento locale, corrisponderanno ai nodi i e j in quello globale. Per determinare
la matrice del cambiamento di riferimento T è sufficiente determinare la relazione
che lega il vettore degli spostamenti nodali dTe = {u1 , u2 } nel riferimento locale,
a quello degli spostamenti DTe = {D3i−2 , D3i−1 , D3i , D3j−2 , D3j−1 , D3j } nel riferi-
mento globale.
Osservando la Figura 1, è facile dedurre che
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Nel caso piano, ovviamente, avremo dTe = {u1 , u2 }, DTe = {D2i−1 , D2i , D2j−1 , D2j }
e la matrice T diventa
l m 0 0
T= . (18)
0 0 l m
Nota la matrice del cambiamento di riferimento, la matrice di rigidezza nel riferi-
mento globale può calcolarsi come
Ke = TT ke T . (19)
Nel definire la matrice di rigidezza, abbiamo osservato che gli spostamenti significativi
sono solo quelli lungo l’asse. Infatti, la matrice di rigidezza fornisce i termini della
reazione elastica della struttura, che nel caso in questione si esplica esclusivamente
lungo la direzione assiale.
Nel caso della matrice delle masse questo non è più vero. Studiando il moto di
una struttura potranno sorgere forze di inerzia anche lungo le altre direzioni, quindi
quando si calcola la matrice delle masse, si deve tener conto anche degli spostamenti
trasversali dell’asta.
Nel caso di asta nel piano, ad esempio, avremo UT = {u, v} e dTe = {u1 , v1 , u2 , v2 }.
Pertanto,
u1
N1 0 N2 0 v1
U = N de = , (20)
0 N1 0 N2
u2
v2
5
R
e dalla definizione di matrice delle masse me = V ρ NT N dV , si ottiene:
N 0
1
Z le
0 N1 N1 0 N2 0
me = ρ A
dx
0 N2 0 0 N1 0 N2
0 N2
N12 0 N1 N2 0
Z le
0 2
N1 0 N1 N2
=ρA dx .
0 N1 N2 2
0 N2 0
2
0 N1 N2 0 N2
Osserviamo che nel caso di un’asta le forze di volume non potranno che essere carichi
distibuiti lungo l’asse, mentre le forze di superficie potranno essere solo forze concen-
trate nei nodi. Pertanto, dalla definizione di vettore delle forze nodali equivalenti:
Z Z
fe = N fb dV + NT fs dS .
T
V S
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otteniamo
le fx l e
N fs1 + fs1
Z
fe = 1 fx dx + = 2
. (23)
fx l e
0 N2 f
s2 2
+ fs2
Il passaggio al riferimento globale si ottiene premoltiplicando per la trasposta della
matrice T
Fe = TT fe .
2 Elemento torsionale
dθ
γ=r . (26)
dx
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Figure 2: Elemento sottoposto a torsione.
dove per le funzioni di forma sono state assunte le stesse già determinate per l’elemento
1D assiale.
Sostituendo nell’equazione (26) si ottiene:
dθ dN 1 1
γ=r =r θx = r − , θxe = B θxe , (28)
dx dx e le le
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2.3 Matrice delle masse me
Per la matrice delle masse si può dimostrare che vale la seguente relazione
2 2
ρle 2Ix −Ix
me = (30)
6A −I 2 2I 2
x x