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Le rappresentazioni lineari
stazionarie nel dominio complesso
che risulta definita per Re[s] > αf , essendo αf un numero reale associato
ad f (t) e detto ascissa di convergenza. Tale operazione è lineare e valgono
importanti proprietà che sono alla base del calcolo delle trasformate di classi di
funzioni. Tra queste la seguente, nota come teorema della derivazione, collega
la trasformata della derivata di una funzione alla sua trasformata. Derivando
ambo i membri della precedente identità la trasformata della derivata assume
la seguente espressione
[ ]
d
L f (t) = sF (s) − f (0).
dt
Y (s) = C(sI − A)−1 x0 + (C(sI − A)−1 B + D)U (s) := ψ(s)x0 + W (s)U (s)
∫ t ∫ t
At
x(t) = e x0 + e A(t−τ )
H(t − τ )u(τ )dτ
Bu(τ )dτ = ϕ(t)x0 +
0 0
∫ t ∫ t
At
y(t) = Ce x0 + CeA(t−τ )
Bu(τ )dτ + Du(t) = ψ(t)x0 + W (t − τ )u(τ )dτ
0 0
1.1. La trasformata di Laplace nello studio dei sistemi a tempo continuo 3
[ ]
ϕ(s) = L [ϕ(t)] = L eAt = (sI − A)−1 H(s) = L [H(t)] = (sI − A)−1 B
e [∫ ]
t
L w(t − τ )u(τ )dτ = W (s)U (s)
0
B0 + B1 s + B2 s2 + . . . + Bn−1 sN −1
W (s) = D +
a0 + a1 s + a2 s2 + . . . + an−1 sN −1 + sN
per opportune matrici costanti D e Bi , i = 0, . . . , N − 1, (q × p).
4 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
si riscrive
( )
∑
µ
Ri ∑
ν
2Rka (s − αk ) − 2Rkb ωk
(sI − A)−1 = +
i=1
s − λi (s − αk )2 + ωk2
k=1
6 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
( ) ( )
−1 0 −1 1 s+1 0
A= (sI − A) = =
0 −1 (s + 1)2 0 s+1
( 1 )
0 1
= (s+1) 1 = I
0 (s+1) (s + 1)
Si tratta di una matrice di dimensione due con il solo autovalore −1 che pre-
senta molteplicità algebrica due e geometrica uno. La molteplicità geometrica
unitaria rende conto della presenza di una legge esponenziale semplice nell’
esponenziale di questa matrice.
Ciò non accade in questo altro semplice caso
( ) ( )
−1 1 −1 1 s+1 1
A= (sI − A) = =
0 −1 (s + 1)2 0 s+1
( 1 1 ) ( )
(s+1) (s+1)2 1 (s + 1) 1
= 1 =
0 (s+1) (s + 1)2 0 (s + 1)
in cui la molteplicità geometrica dell’autovalore è uguale a quella algebrica ed
è pari a due. In questo caso l’esponenziale della matrice vede la comparsa di
una legge esponenziale non semplice nell’elemento fuori dalla diagonale.
1.3. I modi naturali nel dominio complesso 7
λ1 · µ1 ( )
E(s)
A mi = 1 ⇔ (sI − A) −1
=
(s − λ1 ) . . . (s − λr )
λr · µr
R1 R2 Rr ∑ Ri r
= + + ... + = = L(eAt )
s − λ1 s − λ2 s − λr i=1
s − λ i
( )
Ri = lim (s − λi )((sI − A)−1
s→λi
8 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
Si ha infatti
( ) ∑r
L−1 (sI − A)−1 = Ri eλi t
i=1
∑
µi
′
Ri = uij vij = Ui Vi′
j=1
dove uij (j = 1, . . . , µi ) sono gli autovettori destri, tutti del primo ordine in
questo caso, associati all’autovalore λi . La matrice Ri , (n × n), ha rango µi
essendo i vettori uij indipendenti.
Un esempio elementare:
( ) ( )
−1 1 s+1 −1
A= (sI − A) =
0 −2 0 s+2
( )
−1 1 s+2 1 R1 R2
(sI − A) = = +
(s + 1)(s + 2) 0 s+1 s+1 s+2
con R1 e R2 matrici residue (2 × 2) di rango unitario (autovalori distinti)
ottenute per espansione in fratti semplici
( ) ( )
1 1 0 −1
R1 R2 0 0 0 1
ϕ(s) = + = +
s+1 s+2 s+1 s+2
∑
µ ν (
∑ )
−1 Ri Rk Rk∗
(sI − A) = + +
i=1
s − λi s − λk s − λ∗k
k=1
∑
µ
Ri ∑ 2Rka (s − αk ) − 2Rkb ωk
ν
(sI − A)−1 = +
i=1
s − λi (s − αk )2 + ωk2
k=1
( v′ v′ )
Rk = Rka + jRkb = (uka + jukb ) ka − j kb
2 2
e, sviluppando il calcolo,
1 ′ ′ 1 ′ ′
Rka = (uka vka + ukb vkb ) Rkb = (ukb vka − uka vkb )
2 2
Moltiplicando per lo stato iniziale:
Ri x0 = ci ui
2Rka (s − αk ) − 2Rkb ωk
· x0
(s − αk )2 + ωk2
( ) ( )
mk (s − αk )senφk + ωk cos φk uka + mk (s − αk )cos φk − ωk senφk ukb
=
(s − αk )2 + ωk2
ove si è tenuto conto delle definizioni dei parametri. Infatti, antitrasformando
secondo Laplace si ottengono i modi aperiodici e pseudoperiodici
( )
ci eλi t ui mk eαk t sen(ωk t + φk )uka + cos (ωk t + φk )ukb
√
∑µ
Ri τi ∑
ν 2Rka s
ωnk ( ωnk + ζk ) − 2Rkb
1 − ζk2
−1 ωnk
(sI − A) = + 2ζk 2
i=1
1 + τi s
k=1
1+ ωnk s + ωs2
nk
da cui
R2
W (s) = (R R1 CL
1
) 1
s2 + L + R1 C s
2
+ LC
R1 R2 C+L
e con LC = 1, R1 LC = 1, la funzione di trasferimento diventa
R2
R1
W (s) =
1 + s + s2
con poli √ √
1 1 1 3
s1/2 =− ± −1=− ±j
2 4 2 2
∑
r ∑
mi
Rik
−1
(sI − A) =
i=1 k=1
(s − λi )k
( )
1 dmi −k −1 mi
Rik = lim (sI − A) (s − λi )
s→λi (mi − k)! dsmi −k
1.4. La funzione di trasferimento 11
∑
r ∑
mi
tk−1 λi t
L−1 (sI − A)−1 = Rik e
i=1 k=1
(k − 1)
Yf (s)
W (s) =
U (s)
e se l’ingresso è l’impulso unitario δ(t), poichè L(δ(t) = 1, la trasformata
dell’uscita forzata è proprio la funzione di trasferimento.
12 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
si deduce, infatti,
yi
yi = Wi1 U1 + . . . + Wip Up ⇒ Wij =
Uj Uk =0 k̸=j
coincidono con gli esponenti delle leggi temporali; quindi gli zeri del denomi-
natore della W (s) coincidono con gli autovalori associati ai modi eccitabili e
osservabili.
Rapporto di polinomi
Prende tale denominazione la rappresentazione già introdotta nel para-
grafo 5.1.1
B0 + B1 s + . . . + Bm sm
W (s) =
a0 + a1 s + . . . + sN
ove Bi , (q, p), sono opportune matrici di coefficienti.
16 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
Forma di Bode
Si consideri, preliminarmente, la seguente la seguente fattorizzazione a
coefficienti reali di un polinomio:
∏ ∏
p(s) = h (s − λi ) (s − αk − jωk )(s − αk + jωk )
i k
∏ ∏( )
= h (s − λi ) (s − αk )2 + ωk2
i k
∏ ∏
= h (s − λi ) (s2 − 2αk s + αk2 + ωk2 )
i k
∏ ∏ ∏
= h (−λi ) (1 + τi s) (s2 − 2αk s + αk2 + ωk2 )
i i k
( )
∏ ∏ ∏ ∏ 2ζk s2
2
p(s) = h (−λi ) (ωnk ) (1 + τi s) 1+ s+ 2
i i
ωnk ωnk
k k
2
αk2 + ωk2 = ωnk
ωnk ζk = −αk
1.5. La risposta a regime permanente 17
′ ′
( )
∏
ν ∏
µ ′ 2 ′
(1 + τi′ s)
2ζk s
1+ ′
ωnk s+ ′2
ωnk
i=1 k=1
W (s) = k ( )
∏
ν ∏
µ
2ζk s2
sr (1 + τi s) 1+ ωnk s + 2
ωnk
i=1 k=1
∫ t
y(t) = Ce A(t−t0 )
x0 + W (t − τ )u(τ )dτ
t0
se una tale funzione del tempo esiste per un fissato u diremo che questa è la
risposta a regime permanente corrispondente all’ingresso fissato.
Dalla definizione si comprende che l’esistenza del regime permanente
dipende non solo dalle proprietà del sistema, quelle fissate, ma anche dall’ingresso;
infatti deve essere assicurata la sommabilità della funzione integranda a sec-
ondo membro della precedente espressione. Vedremo che per fissate classi di
ingressi, periodici e polinomiali, il regime permanente esiste ed ha la stessa
forma dell’ingresso. La risposta a regime è dunque caratterizzata da alcuni
parametri che ne precisano la modifica rispetto all’ingresso.
Per comprendere che la funzione cosı̀ calcolata coincida con l’andamento
verso il quale tende ad assestarsi la risposta del sistema basta ossevare che
per la stazionarietà del sistema l’osservazione della risposta al tempo (t +
t′ ) è equivalente all’osservazione a t avendo applicato lo stesso ingresso a
partire dall’istante (t0 − t′ ). Quindi osservare al crescere del tempo equivale
ad osservare al tempo t le risposte alla successione di ingressi ottenuta per
traslazione verso l’infinito negativo.
Mostreremo che la risposta ora definita rappresenta quella funzione alla
quale tende, nel senso usuale del limite, la risposta forzata del sistema. A tal
fine si mostrerà che
∫ ∞
−τ )u(τ )dτ − W (ξ)u(Ta + t − ξ)dξ
0
da cui segue
∫ ∞
y(Ta + t) − yr (Ta + t) = CeA(Ta +t) x0 − W (ξ)u(Ta + t − ξ)dξ
Ta +t
che può essere inferiore ad ogni prefissato ε per Ta (ε) sufficientemente grande.
Ciò è conseguenza del fatto che gli elementi di CeAt e W (t) sono combi-
nazioni lineari di funzioni esponenziali decrescenti che diventano infinitesimi
al crescere del tempo.
W (−ȷω) = M (ω)e−ȷϕ(ω)
ove
M (ω) = |W (ȷω)| , ϕ(ω) = ̸ W (ȷω)
si ottiene
ascissa in scala logaritmica, quella polare, una curva nel piano complesso
tarata ω che descrive l’immagine secondo W dell’asse immaginario, quella di
Nichols, equivalente a quella polare, ma rispetto ad un sistema di coordinate
ortogonali per il modulo (in dB) e la fase.
In appendice viene presentata una procedura per il tracciamento di tali
grafici. L’interesse di tale argomento riposa, in base alle considerazioni prece-
denti, sull’importanza di disporre di una chiave di lettura che consenta di com-
prendere il comportamento dinamico a partire dalla conoscenza delle rispostea
regime a sollecitazioni periodiche.
tk
u(t) = δ−1 (t)
k!
Il calcolo della risposta a regime permanante può essere effettuato in t o
in s. Per quanto riguarda il calcolo in t, a partire dalla definizione stessa di
risposta a regime si ha
∫ t
rk
yr (t) = lim W (t − r) dr = t−r =ξ
t0 →−∞ t k!
0
∫ ∞
(t − ξ)k
= W (ξ) dξ
0 k!
∫ ∞ ∑
k ( )
tk−i i k
= W (ξ) · ξ (−1) i
dξ
0 k! i
i=0
∑k ( ) ∫ ∞
1 k k−i
= t (−1)i W (ξ)ξ i dξ
k! i 0
i=0
∑
k
1
= (−1)i tk−i Mi
i=0
i!(k − i)!
24 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
detti momenti della risposta impulsiva. Si osservi che tali coefficienti sono
ben definti in quanto per le ipotesi sul sistema nella risposta impulsiva com-
paiono leggi temporali di modi associati ad autovalori a parte reale negativa;
ciò che garantisce la limitatezza dell’integrale.
si ottiene
(−1)i Mi = i!ci
⇓
Mi = (−1)i i!ci
∑k
tk−i tk
yr (t) = ci = c0 + . . . + ck
i=0
(k − i)! k!
= L(W−1 ⋆ u′ )
W (s)
W−1 (s) =
s
tk
u(t) = δ−1 (t)
k!
26 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
vale ( k )
t 1
L δ−1 (t) = k+1
k! s
Infatti
( ) 1 ( ) 1
L δ−1 (t) = ⇒ L tδ−1 (t) = 2
s s
infatti δ−1 (t) è la derivata di tδ−1 (t) e quindi
( ) 1 1
L δ−1 (t) = s · 2 − 0 =
s s
Generalizzando
( t( k − 1) ) 1 ( tk ) 1
L δ−1 (t) = k ⇒ L δ−1 (t) = (
(k − 1)! s k! s k + 1)
W (s) A0 + A1 s + . . . + Ak sk B1 Bn
yf (s) = = ++ + ... +
sk+1 sk+1 s − p1 s − pn
( ) ∑ n
−1 A0 + . . . + Ak sk
yf (t) = L + Bi epi t
sk+1 i=1
da ciò si evince che, avendo i poli pi parte reale negativa, al crescere del tempo
la risposta tende ad assumere un andamento pari a
( )
−1 A0 + . . . + Ak sk
yr (t) = L
sk+1
( )
d W (s) k+1 dW
A1 = s |s=0 =
ds sk+1 ds s=0
1.5. La risposta a regime permanente 27
1 dk
Ak = W (s)
k! dsk
s=0
tk tk−1
yr (t) = A0 + A1 + . . . + Ak
k! (k − 1)!
Si riottiene, in definitiva, l’espressione precedente ove con Ai sono qui
indicati i coefficienti ci dello sviluppo in serie di Mc Laurin. Al calcolo di tali
coefficienti si riduce il calcolo della la risposta a regime permanente.
b0 + b1 s + . . . + bm sm
W (s) =
a0 + a1 s + . . . + an−1 sn−1 + sn
W (s) A0 A1 An
y(s) = = + + ... +
s s s − p1 s − pn
dove con pi si sono indicati i poli della funzione di trasferimento. Ancora una
volta, poichè Re(pi ) < 0 si comprende che l’antitrasformata della risposta
forzata è una funzione che al crescere del tempo tende al valore costante A0
= k, guadagno. Infatti:
∑
n
yf (t) = A0 δ−1 (t) + A1 epi t δ−1 (t)
i=1
28 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
A0 = W (0) può anche essere calcolato applicando il teorema del valore finale
nel dominio delle trasformate
Il comportamento della risposta indiciale intorno allo zero può essere messo
in relazione con i parametri della W (s). Se si ricorda che per il teorema del
valore iniziale:
lim f (t) = lim s F (s)
t→0 s→∞
si ottiene immediatamente
inoltre
( )
y ′ (0) = lim s sy(s) − y(0) = lim sW (s) =
s→∞ s→∞
= bn−1 se m = n − 1 =0 se m < n − 1
..
.
y (n−m) (0) = bm
y = x1
( )−1 ( )
s −1 0
W (s) = ( 1 0) k b 1
s+ M
M
( M
b
)( )
1 s+ m 1 0
= ( ) (1 0)
s s+ b
M
k
+M −M
k
s 1
M
1
⇒ W (s) = M
b k
s2 + Ms + M
1
y(0) = 0 y ′ (0) = 0 y ′′ (0) =
M
E(s) ∑ ∑
T r m
(sI − A)a i
Rik
ϕ(s) = = =
|sI − A| m(s) i=1
(s − λi )k
k=1
λ1 m1 ≤ µ1
.. .. ..
. . .
λr mr ≤ µr
Si ottiene ( )k
∑
r ∑
mi
1
−1
ϕ(t) = Rik L
i=1 i=1
s − λi
Poichè ( )
tk−1 λi t 1
L e =
(k − 1)! (s − λi )k
si ha, in definitiva
∑
r ∑
mi
tk−1 λi t
ϕ(t) = Rik e
i=1 i=1
(k − 1)!
1.7. Sistemi a tempo discreto: analisi nel dominio della variabile complessa 31
che risulta definita per |z| > ρf , ρf raggio di convergenza associato alla fun-
zione f .
Come mostrato in appendice, si tratta di una trasformazione lineare e vale la
proprietà, nota come teorema della traslazione a destra
che risulta definita per |z| > ρf , ρf raggio di convergenza associato alla fun-
zione f .
La trasformazione che tale operazione induce è lineare e valgono inter-
essanti proprietà che sono alla base del calcolo delle trasformate di classi di
funzioni e dell’applicazione allo studio dei sistemi dinamici a tempo discreto
che qui interessa. Tra questa, si ricorda la seguente, nota come teorema della
traslazione a sinistra
(t−τ −1)
x(t) = At x0 + Σt−1
0 A Bu(τ )
y(t) = At x0 + Σ0t−1 CA(t−τ −1) Bu(τ ) + Du(t)
e
[ ]
Z Σt0 w(t − τ )u(τ ) := (A(t−1) ∗ Bu(t)) = W (z)U (z)
B0 + B1 z + B2 z 2 + . . . + Bn−1 z N −1
W (z) = D +
a0 + a1 z + a2 z 2 + . . . + an−1 z N −1 + z N
per opportune matrici costanti D e Bi , i = 0, . . . , N − 1, (q × p).
In base a quanto esposto rimane quindi individuato un metodo alter-
nativo per il calcolo delle risposte o, ciò che è equivalente, per il passag-
gio alla rappresentazione esplicita. Assegnato un ingresso, e calcolatane la
trasformata di Laplace, ed uno stato iniziale la soluzione richiede il calcolo di
z(zI −A)−1 , semplici moltiplicazioni ed una operazione di antitrasformazione.
L’operazione di antitrasformazione è particolarmente semplice in presenza di
ingressi che ammettono trasformate razionali; in tal caso le espressioni da an-
titrasformare sono funzioni razionali che possone essere antitrasformate senza
difficoltà una volta calcolate le corrispondenti espansioni in frazioni parziali.
xl (t) = At x0
che implica, in z
Xl (z) = (zI − A)−1 zx0
Valgono le stesse considerazioni fatte per i sistemi a tempo continuo con gli
stessi algoritmi per il calcolo della matrice di transizione ϕ(z) = (zI − A)−1 z.
Unica differenza è la moltiplicazione per z.
siano ( )
1
C = (1 0) B=
1
e, si ottiene con semplici calcoli
1
W (z) =
z−1
Mentre il sistema è caratterizzato da due modi naturali e quindi due leggi di
moto, una soltanto è eccitabile e osservabile e cioè quella associata al modo
costante con autovalore 1. In definitiva otteniamo una funzione di trasferi-
mento caratterizzata da un solo polo.
L’integratore numerico effettua una somma dei valori del segnale in ingresso
proprio come l’integratore continuo, caratterizzato da una funzione di trasfer-
imento W (s) = 1s , effettua l’integrale
{
1 ẋ(t) = u(t)
W (s) = ⇒ W (t) = 1
s y(t) = x(t)
∫ t
y(t) = u(τ )dr
0
ammette poli coincidenti con parte degli zeri della funzione di trasferimento.
Si consideri il sistema con funzione di trasferimento
z+2
W (z) =
(z − 0, 5)(z + 1)
e l’ingresso u(t) = at
yf (z) 1 z+2
=
z z − a (z − 0, 5)(z + 1)
yf (t) = r1 at + r2 0, 5t + r2 (−1)t
Rimane evidente che una parte della risposta ha lo stesso andamento tempo-
rale dell’ingresso. Ciò non accade solo se si verifica una cancellazione con uno
zero della funzione di trasferimento. Se fosse, ad esempio
z
u(t) = (−2)t ⇒ U (z) =
z+2
si avrebbe, in uscita
yf (t) = r1 0, 5t + r2 (−1)t
yf (z) W (z) K r1 rn
= = + + ... +
z z−1 z − 1 z − p1 z − pn
38 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
N
|pi | < 1 W =
D
∑
n
yf (t) = Kδ−1 (t) + ri pti yr (t) = Kδ−1 (t)
i=1
W (z)
K= (z − 1)|z=1 = W (1)
z−1
detto guadagno del sistema a tempo discreto, cioè quel valore a cui tende la
risposta al crescere del tempo quando la funzione di trasferimento ha tutti i
poli con modulo < 1.
Parallelo perfetto quindi con i sistemi a tempo continuo in cui il guadagno è
W (0) e ritroviamo la corrispondenza più volte citata tra lo 0 in s e 1 in z..
Procediamo nella nostra analisi osservando che assegnata
b0 + b1 z + . . . + bm z m
W (z) = n≥m
a0 + a1 z + . . . + z n
il valore in zero può essere calcolato impiegando il teorema del valore iniziale
(in appendice)
f (0) = lim F (z)
|z|→∞
yf (0) = yf (1) = . . . yf (n − m − 1) = 0 yf (n − m) = bm
1.7. Sistemi a tempo discreto: analisi nel dominio della variabile complessa 39
Come è stato messo bene in luce con riferimento ai sistemi a tempo con-
tinuo, un altro modo di procedere al calcolo della W (s) è quello di fare esper-
imenti sul comportamento a regime permanente nei confronti ad esempio di
ingressi di tipo periodico caratterizzando modulo e fase della W (s) stessa.
Analoghe considerazioni possono essere fatte per sistemi a tempo discreto alla
luce del significato che assume la risposta a regime permanente ad ingressi
periodici. Tale argomento viene sinteticamente esposto nel seguito.
u(t) = senθt
yr (t) = M (θ)sen(θt + ϕ(θ))
M (θ) = |W (ejθ )|
ϕ(θ) = W (ejθ )
negativa. Anche in questo caso c’è da osservare che l’esistenza del regime
permanente non può prescindere da un’ulteriore proprietà che rende possibile
il corretto funzionamento del sistema stesso: si tratta della limitatezza di
tutte le evoluzioni interne. Affinchè questo accada, come si può comprendere
alla luce dello studio condotto sui modi naturalli e come avremo occasione di
precisare nelle fasi successive del nostro studio, è necessario che gli autovalori
a molteplicità geometrica unitaria abbiano modulo minore o uguale a uno e
quelli a molteplicità geometrica maggiore di uno abbiano modulo strettamente
inferiore ad uno. In altre parole è necessaria quella proprietà che è nota come
stabilità interna del sistema. Assumeremo, dunque, la stabilità interna ed in
aggiunta, per garantire la citata indipendenza dallo stato iniziale assumeremo
che gli autovalori associati ai modi osservabili abbiano modulo strettamente
inferiore ad uno indipendentemente dalla loro molteplicità.
Assunta tale condizione sugli autovalori del sistema e passando al limite
per t0 → −∞, si ottiene l’espressione della risposta a regime permanente
∑
t
yr (t) = W (t − τ )u(τ )
τ =−∞
e posto
t−τ =ξ
∞
∑ ∞
∑
yr (t) = W (ξ)ejθ(t−ξ) = ejθt W (ξ)e−jθξ
ξ=0 ξ=0
∞
∑
W (ξ)(ejθ )−ξ = W (z)|ejθ
ξ=0
1.7. Sistemi a tempo discreto: analisi nel dominio della variabile complessa 41
e−jθt W (ejθ )
Si noti che la W (z) per z = ejθ è definita; infatti si potrebbe dimostrare che
il raggio di convergenza della W (z) coincide con il massimo dei moduli degli
autovalori. Essendo questi per ipotesi tutti minori di 1, sulla circonferenza di
raggio unitario la funzione di trasferimento è ben definita.
Dal precedente calcolo, adottando la rappresentazione polare per la W
W (ejθ ) W (e−jθ )
⇓ ⇓
M (θ)ejϕ(θ) M (−θ)ejϕ(−θ)
ed osservando che M e ϕ sono funzioni, rispettivamente pari e dispari di θ
si ottiene
ejθt · W (ejθ ) − e−jθt · W (e−jθ ) M (θ)(ejθt · ejϕ(θ) − e−jθt · e−jϕ(θ) )
=
2j 2j
cioè
yr (t) = M (θ)sen(θt + ϕ(θ))
In conclusione la risposta a regime permanente ad un ingresso periodico puro
è dello stesso tipo dell’ingresso ed ha la stessa pulsazione; risulta modificata
in modulo e ampiezza di quantità che sono pari al modulo e alla fase della W
calcolata in z = ejθ . Per questo motivo si usa dire che il modulo e la fase di
W (z) per z = ejθ al variare di θ tra 0 e π caratterizzano il comportamento in
frequenza.
42 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
t(k)
u(t) =
k!
∑
t
yr (t) = lim W (t − r)u(r)
t0 →−∞
r=t0
∑
t
r(k)
= lim W (t − r) t−r =θ
t0 →−∞ k!
r=t0
∑∞
(t − θ)(k)
= W (θ)
k!
θ=0
si ha
∑k ( ) ∞
∑
1 k
yr (t) = i (k−i)
(−1) t W (θ)(θ + i − 1)(i)
k! i
i=0 θ=0
∑
k
(−1)i t(k−i)
= Mi
i=0
i! (k − i)!
in cui si è posto
di W (z)
Mi = (−1)i |z=1
dz i
1.7. Sistemi a tempo discreto: analisi nel dominio della variabile complessa 43
infatti
∞ ∞
di W (z) di ∑ W (t) ∑ W (t)
i
= i t
= (−1)i
(t + i − 1)(i) t+1
dz dz t=0 z t=0
z
Se inoltre si considera lo sviluppo in serie di potenze di W (z) intorno a z = 1,
∑ 1 di W
W (z) = |z=1 (z − 1)i
i! dz i
i≥0
si deduce che
Mi = (−1)i i!ci
ed in conclusione per la risposta a regime permanente si ottiene l’espressione
∑
k
t(k−1)
yr (t) = ci
i=0
(k − 1)
che presenta una stretta analogia formale con quella ottenuta per i sistemi a
tempo continuo.
La risposta a regime permanente può anche essere calcolata come la parte
persistente della risposta forzata. In questo caso giova fare riferimento al
dominio delle trasformate.
Un primo aspetto riguarda il calcolo della trasformata dell’ingresso canon-
ico fattoriale
t[k] t(k − 1) . . . (t − k + 1)
=
k! k!
risulta [ [k] ]
t z
Z =
k! (z − 1)k+1
Per verificare quanto asserito è necessario premettere una proprietà della
trasformata zeta. Più precisamente
( ) d
Z tf (t) = −z F (z)
dz
infatti
( ) ( )
d f (1) f (2) f (1) 2f (2) 3f (3)
f (0) + + 2 + ... = − + 2 + + =
dz z z z z3 z4
44 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
e moltiplicando per −z
d f (1) 2f (2) ( )
−z F (z) = + + . . . = Z t · f (t)
dz z z2
Possiamo ora calcolare la Z trasformata di t.
d z z
Z[t] = −z =
dz z − 1 (z − 1)2
t[k] = t(t − 1) . . . (t − k + 1)
d 1 2z
Z[t[2] ] = Z[t · (t − 1)] = −z =
dz (z − 1) 2 (z − 1)3
[ ] [ ]
t[2] t · (t − 1) d 1 z
Z =Z = −z · =
2! 2 dz (z − 1) 2 2 (z − 1)3
[ ]
t(t − 1)(t − 2) z
Z =
3! (z − 1)4
e, in generale: [ ]
t[k] z
Z =
k! (z − 1)k+1
yf (z) c0 c1 ck ∑ ri n
= + + . . . + +
z (z − 1)k+1 (z − 1)k (z − 1) i=1 z − pi
t(k) t(k−1) ∑n
yf (t) = c0 + c1 + . . . + ck + ri pti
k! (k − 1)! i=1
1.7. Sistemi a tempo discreto: analisi nel dominio della variabile complessa 45
e, infine
t(k) t(k−1)
yr (t) = c0 + c1 + . . . + ck
k! (k − 1)!
con
W (z)
k+1
c0 = K = (z − 1) = W (1)
(z − 1) k+1
z=1
guadagno del sistema discreto
( )
d W (z)
k+1
c1 = (z − 1)
dz (z − 1)k+1 z=1
.....
1 di
ci = i
W (z)
i! dz z=1
Anche nel caso del sistema a tempo discreto possiamo ripetere le stesse con-
siderazioni fatte in precedenza; i coefficienti non sono altro che i coefficienti
dello sviluppo in serie di Taylor, della W (z) intorno al punto z = 1.
Possiamo qui ripetere le stesse considerazioni già fatte nel caso a tempo
continuo
ϕ(z) ∑ ∑
r i m
Rik
=
z i=1 k=1
(z − λi )k
( )
∑∑ z
ϕ(t) = Rik Z −1
i
(z − λi )k
k
da cui [ ]
t(k−1)
t z/λ z zλ(k−1)
Z λ = = =
(k − 1)! (z/λ − 1)k λ
λk
(z − λ)k (z − λ)k
Ancora, si ha [ ]
k−1
t zλk−1
Z λ−k+1 λt = · λ−k+1
(k − 1)! (z − λ)k
cioè [ ]
(k−1)
t z
Z λt−k+1 =
(k − 1)! (z − λ)k
e
∑
r ∑
mi
t(k−1) t−k+1
ϕ(t) = Rik λ
i=1 k=1
(k − 1)! i
Queste sono le leggi di moto che compaiono; perciò non più solo leggi di moto
del tipo (λt ), ma anche leggi di moto con coefficienti che sono dei polinomi in
(t). Ciò corrisponde ai termini che caratterizzano la potenza di una matrice A
quando questa non è regolare (non esiste la forma diagonale). Valgono le stesse
considerazioni fatte a proposito dei sistemi a tempo continuo, ricordando che
in questo caso la diversità di comportamento al crescere del tempo si riscontra
nel caso di autovalori a modulo unitario.
di un sistema continuo
−→
(A, B, C) (AD , BD , CD )
D
La soluzione è la seguente:
[ ( ) ]
z−1
−1 W (s)
W (z) = Z L
z s
t=KT
Per comprendere tale espressione si noti che essendo il sistema a tempo dis-
creto lineare, è sufficiente per calcolare la W (z) esprimere il rapporto tra
un’uscita forzata e il corrispondente ingresso; inoltre, la risposta al gradino a
tempo discreto coincide con il campionamento della risposta al gradino uni-
tario del sistema a tempo continuo (ciò perchè la tenuta di un gradino discreto,
dà un gradino continuo); quindi la risposta indiciale continua campionata:
( )
W (s)
L−1
s
kT
Esempio:
1
W (s) =
s2
( ) ( )
ẋ = 0 1 x + 0 u
0 0 1
y = (1 0)x
48 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
ziD ∼
= ezi T i = 1, . . . , m
è importante notare che per (n − m) > 2 gli zeri del discretizzato di sn−m
1
λT = eT · mT 0<m<1
W (s) emT s a
= e−lT s
s s(s + a)
↓
[ ( ) ]
z−1 1 −1 e
mT s
emT s
W (z) = z L −
z zl s s+a
t=KT
( )
z−1
= l+1 z δ−1 (kT + mT ) − e−a(kT +mT )
z
( )
z−1 z e−amT z
W (z) = l+1 −
z z − 1 z − e−aT
1.8. Appendice 4
che risulta definita per Re[s] > α, α associata a f (t) detta ascissa di conver-
genza. Tale operazione è lineare; inoltre si può verificare derivando ambo i
membri della precedente identità che la trasformata della derivata assume la
seguente espressione con ascissa di convergenza coincidente con quella di f
(teorema della derivazione)
[ ]
d
L f (t) = sF (s) − f (0).
dt
Per ricondurla alla forma desiderata si procede come indicato nel seguito per
un generico polinomio.
∏ ∏
p(s) = h (s − λi ) (s − αk − jωk )(s − αk + jωk )
i k
∏ ∏( )
= h (s − λi ) (s − αk )2 + ωk2
i k
∏ ∏
= h (s − λi ) (s2 − 2αk s + αk2 + ωk2 )
i k
∏ ∏ ∏
= h (−λi ) (1 + τi s) (s2 − 2αk s + αk2 + ωk2 )
i i k
( )
∏ ∏ ∏ ∏ 2ζ k s2
2
p(s) = h (−λi ) (ωnk ) (1 + τi s) 1+ s+ 2
i i
ω nk ωnk
k k
ωnk ζk = −αk
A partire dalla forma della generica fattorizzazione a coefficienti reali di un
polinomio p(s), si ottiene
( )
′
∏ ∏ 2ζk′ 2
h (1 + τi′ s) 1+ ′
ωnk s + s
′2
ωnk
i k
W (s) = ( )
∏ ∏ 2ζk s2
h (1 + τi s) 1+ ωnk s + 2
ωnk
i k
52 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
2ζ s2
K s 1 + τs 1+ s+ 2
ωn ωn
sono i quattro diversi tipi di termini che caratterizzano la W (s); il termine
2
costante K, monomio s, binomio 1 + τ s, trinomio 1 + ω2ζn s + ωs 2 . Il prodotto
n
di termini di questo tipo, a numeratore e a denominatore, dà vita ad una
generica W (s).
1.8. Appendice 4 53
I diagrammi di Bode
Posto
|W (jω)| = M (ω)
f ase W (jω) = ϕ(ω)
I diagrammi di Bode sono una rappresentazione di
{
M (ω)
ϕ(ω)
e con la rappresentazione in dB
K = 100
K = −1000
100
K = - 1000
50
Modulo in dB
K = 100
0
-50
-100
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
pulsazione
200
100
Fase in gradi
K = 100
0
-100
K = - 1000
-200
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
pulsazione
Figura 1.1
cioè il modulo è una retta con pendenza 20dB per decade, con andamento sem-
pre crescente. La fase invece è costantemente pari a π2 . Un fattore monomio a
denominatore è rappresentato da andamenti opposti. In figura sono riportati
gli andamenti
100
50 A DENOMINATORE
Modulo in dB
-50
A NUMERATORE
-100
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
pulsazione
100 A NUMERATORE
Fase in gradi
A DENOMINATORE
-100
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
pulsazione
Figura 1.2
1 √
ω= ⇒ MdB = 20 log10 2 = +3dB
|τ |
1 √
ω≪ ⇒ MdB ∼
= 20 log10 1 = 0
|τ |
1
ω≫ ⇒ MdB ∼
= 20 log10 ω + 20 log10 τ
|τ |
Per ω molto minore di |τ1| il diagramma asintotico coincide con l’asse delle
ascisse; una retta con pendenza 20dB per decade rappresenta il valore del
56 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
modulo per ω ≫ |τ1| . Tale retta interseca in ω = |τ1| l’asse delle ascisse. La
rappresentazione approssimata costituita dalla spezzata a due lati si chiama
diagramma asintotico.
La fase per ω ≪ |τ1| è praticamente nulla, per ω ≫ 1
|τ | è praticamente
pari a π2 con τ > 0 e pari a − π2 con τ < 0.
In figura sono rappresentati il modulo e la fase di termini binomi a nu-
meratore e denominatore per valori di τ positivi.
100
50 A NUMERATORE
Modulo in dB
-50 A DENOMINATORE
-100
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
pulsazione
200
A NUMERATORE
100
Fase in gradi
-100
A DENOMINATORE
-200
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
pulsazione
Figura 1.3
K
W (jω) =
1 + jωτ
√( )
ω2 4ζ 2
MdB = −20 log10 1 − 2 + 2 ω2
ωn ωn
In corrispondenza di ω = ωn , il valore del modulo dipende da ζ secondo:
si ha, quindi una retta che ha pendenza −40dB per decade, che attraversa
l’asse delle ω proprio nel punto ωn . Si potrebbe verificare che l’andamento
effettivo è praticamente coincidente con quello asintotico ad una decade di
distanza da ωn .
{ √
ωn = α2 + ω 2 pulsazione naturale o pulsazione di risonanza
−α
ζ= smorzamento
ωn
40
SMORZAMENTO = 0.01
20
Modulo in dB
0
SMORZAMENTO = 1
-20
-40
-60
10 -1 10 0 10 1
pulsazione
Figura 1.4
1.8. Appendice 4 59
0
SMORZAMENTO = 0.01
-50
Fase in gradi
-100
SMORZAMENTO = 1
-150
-200
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
Figura 1.5
Analoghe considerazioni possono essere svolte per gli andamenti della fase di
un termine trinomio a denominatore.
2ζω
ωn
ϕ = arctan
− ωω2
2
1
n
100
50 A NUMERATORE
Modulo in dB
A DENOMINATORE
0
-50
-100
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
pulsazione
200
A NUMERATORE
100
Fase in gradi
A DENOMINATORE
0
-100
-200
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
pulsazione
Figura 1.6
Ovviamente gli andamenti della fase per valori di ζ negativi sono opposti
a quelli indicati.
E’ interessante esaminare il comportamento in frequenza di uno dei sistemi
fisici considerati nelle precedenti lezioni.
Diagrammi di Bode dello smorzatore meccanico
1/K
W (s) = M s2
k + bs
k +1
1 M
2
=
ωn k
√
k b
ωn = ζ= √
M 2 kM
√
Se b > 2 kM lo smorzamento risulterebbe 1 ciò che corrisponde a autovalori
reali.
Valutiamo tali parametri al variare della massa, della costante elastica della
molla e del coefficiente b di attrito dinamico.
1.8. Appendice 4 61
104 1
b = 104 ⇒ ζ = √ = = 0, 05
2 kM 20
102
b = 102 ⇒ ζ = √ = 0, 0005
2 kM
Esaminiamo cosa accade nei due casi quando si sollecita il sistema con un
segnale periodico di pulsazione proprio = ωn = 10rad/sec
1
1
|W (j10)| = (j10)2 10 = 10−1 b−1
6
=
b 10b
100 + k j + 1
τ1 = 10 τ2 = 0, 1 ζ = 0, 1 ωn = 10
50
Modulo in dB
-50
-100
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
pulsazione
200
100
Fase in gradi
-100
-200
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
pulsazione
Figura 1.7
1.8. Appendice 4 63
100
50
Modulo in dB
-50
-100
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
pulsazione
200
100
Fase in gradi
-100
-200
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
pulsazione
Figura 1.8
1
W (s) = ( )
2ζ s2
1+ ωn s + 2
ωn
ζ = 0, 1 ωn = 2
2
Y(t)
1
0
U(t)
-1
-2
-3
-4
-5
20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
Figura 1.9
1.8. Appendice 4 65
INGRESSO = SIN( 2t )
5
4
Y(t)
3
1
U(t)
0
-1
-2
-3
-4
-5
20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
Figura 1.10
INGRESSO = SIN( 5t )
5
1 U(t)
Y(t)
0
-1
-2
-3
-4
-5
20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
Figura 1.11
66 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
Siamo intorno alla pulsazione naturale del sistema come mostrano i diagrammi
di Bode riportati qui di seguito
20 DIAGRAMMA DI BODE
MODULO in dB
10
-10
-20
10 -1 10 0 10 1
OMEGA
0
FASE in gradi
-50
-100
-150
-200
10 -1 10 0 10 1
OMEGA
Figura 1.12
1.8. Appendice 4 67
DIAGRAMMA DI BODE
MODULO 6
0
10 -1 10 0 10 1
OMEGA
0
FASE in gradi
-50
-100
-150
-200
10 -1 10 0 10 1
OMEGA
Figura 1.13
Nel diagramma del modulo sono presenti due parametri che sono spesso
assunti a caratterizzare il comportamento in frequenza: la banda passante B3 ,
quella pulsazione a partire dalla quale si ha un’attenuazione nella risposta a
regime permanente superiore a 0.707 rispetto al valore in ω = 0; il modulo alla
risonanza Mr , cioè il valore massimo del modulo diviso il valore del modulo
in zero.
Risonanze pronunciate mettono in evidenza il fatto che ci sono delle frequenze
che vengono esaltate, mentre una banda passante ampia caratterizza la ra-
pidità con la quale il sistema risponde (piccole costanti di tempo). Questi
parametri e le precedenti semplici considerazioni trovano un riscontro im-
mediato nell’andamento della risposta al gradino unitario. Infatti una larga
banda passante, rapidità di risposta, si traduce in una tendenza rapida al val-
ore di regime (basso tempo di risposta), mentre l’esaltazione di segnali in un
certo intervallo di frequenza si traduce nella presenza di un’esaltazione della
risposta in presenza della sollecitazione iniziale discontinua e per questo ricca
in contenuto armonico.
68 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
ωn = 5 ζ = 0, 5
il risultato è riportato nella figura seguente. Le considerazioni precedenti
lasciano intendere l’andamento qualitativo in corrispondenza dei diversi valori
dei parametri ζ e ωn .
RISPOSTA FORZATA CON INGRESSO = ONDA QUADRA
1.5
0.5
0 USCITA
-0.5
-1 INGRESSO
-1.5
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
TEMPO IN SECONDI
Figura 1.14
1.8. Appendice 4 69
1.5 USCITA
0.5
-0.5
-1 INGRESSO
-1.5
-2
-2.5
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
TEMPO IN SECONDI
Figura 1.15
10
τ1 = 1
(1 + jωτ1 )
20
Gain dB
10
0
10 -1 10 0 10 1
Frequency (rad/sec)
-50
Phase deg
-100
-150
-200
10 -1 10 0 10 1
Frequency (rad/sec)
Figura 1.16
1.8. Appendice 4 71
-1
PARTE IMMAGINARIA
-2
-3
-4
-5
-6
-7
-2 0 2 4 6 8 10
PARTE REALE
Figura 1.17
K
τ1 τ2 > 0
(1 + τ1 s)(1 + τ2 s)
72 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
20
10
Gain dB
-10
-20
-30
10 -2 10 -1 10 0 10 1
Frequency (rad/sec)
-50
Phase deg
-100
-150
-200
10 -2 10 -1 10 0 10 1
Frequency (rad/sec)
Figura 1.18
-1
PARTE IMMAGINARIA
-2
-3
-4
-5
-6
-7
-2 0 2 4 6 8 10
PARTE REALE
Figura 1.19
1.8. Appendice 4 73
10
τ1 = 1 τ2 = 2
(1 + jωτ1 )(1 + jωτ2 )
10
τ1 = 1 τ2 = 2 τ3 = 2
(1 + jωτ1 )(1 + jωτ2 )(1 + jωτ3 )
20
0
Gain dB
-20
-40
-60
10 -2 10 -1 10 0 10 1
Frequency (rad/sec)
-100
Phase deg
-200
-300
10 -2 10 -1 10 0 10 1
Frequency (rad/sec)
Figura 1.20
74 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
-1
PARTE IMMAGINARIA
-2
-3
-4
-5
-6
-7
-2 0 2 4 6 8 10
PARTE REALE
Figura 1.21
(s − 0, 5)
W (s) = 40
(s + 1)(s + 4)
1.8. Appendice 4 75
20
10
Gain dB
-10
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
Frequency (rad/sec)
200
100
Phase deg
-100
-200
10 -2 10 -1 10 0 10 1 10 2
Frequency (rad/sec)
Figura 1.22
6 OMEGA POSITIVI
4
PARTE IMMAGINARIA
-2
-4
-6 OMEGA NEGATIVI
-8
-6 -4 -2 0 2 4 6 8 10
PARTE REALE
Figura 1.23
76 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
(sI − A)aT
(sI − A)−1 =
|sI − A|
E0 + . . . + En−1 sn−1
=
a0 + . . . + an−1 sn−1 + sn
in cui E0 , · · · En−1 sono matrici reali nxn. Dalla precedente relazione risulta
che l’inversa di (λI − A) è una matrice (nxn) i cui elementi sono rapporti di
polinomi in λ con coefficienti reali, in cui il grado del polinomio a numeratore
è, al massimo, n − 1 e quello del polinomio a denominatore è n.
Vale per il calcolo di E0 , · · · En−1 e per il calcolo dei coefficienti del poli-
nomio caratteristico a0 , · · · , an−1 la procedura illustrata nel seguito e nota
come algoritmo di Soriau.
En−1 = I
E0 = AE1 + a1 I
0 = AE0 + a0 I
1.8. Appendice 4 77
l’ultima relazione è ridondante e può essere impiegata per fare una verifica.
Le relazioni trovate definiscono un algoritmo particolarmente utile se si tiene
presente che
an−1 = −tr(AEn−1 )
1
an−2 = − tr(AEn−2 )
2
..
.
1
ai = − tr(AEi )
n−i
ove tr indica la traccia di una matrice, cioè la somma degli autovalori o, ciò
che è lo stesso, la somma degli elementi sulla diagonale. Per la verifica delle
precedenti uguaglianze si deve ricordare che detta si la somma delle potenze
i − me degli zeri di un polinomio, valgono le relazioni di Newton
an−1 = −s1
...
Inoltre, poichè gli autovalori della potenza i-ma di una matrice sono gli auto-
valori stessi alla potenza i-ma, e la somma degli autovalori è pari alla traccia
della matrice, si ha che
si = tr(Ai )
Ne segue che l’i − mo elemento delle relazioni di Newton si può esprimere nel
modo seguente
1
ai = − tr(AEi )
n−i
Ei = I
Ci = AEi
⇓
1
ai = tr(AEi )
n−1
⇓
Ei−1 = Ci + ai I
ST AM P A(i, Ei , ai )
i=0 ⇒ AE0 + a0 I ∼
=0 Stop
i=i−1 ⇒ IT ERA
1.8.e. La Trasformata Z
è cioè una funzione della variabile complessa z che risulta definita per |z| > ρf
(ρf raggio di convergenza). La classe di funzioni per le quali tale operazione di
trasformazione è definita è estremamente ampia, è infatti intuitivo compren-
dere che per valori di z in modulo sufficientemente ampi la serie è convergente
essendo i campioni della funzione sono moltiplicati per z t .
E’ evidente l’analogia con la trasformata di Laplace.
∫ ∞
L[f (t)] = f (t)e−st dt = F (s)
0
λ λ2 1 z
Z[λt δ−1 (t)] = Z[λt ] = 1 + + 2 + ... = =
z z 1− λ
z
z−λ
ed è definita per
λ
< 1 ⇔ |z| > |λ|
z
S = 1 + a + a2 + a3 + . . . (serie geometrica)
posto
Sn = 1 + a + a2 + a3 + . . . + an
si ha
1 − an+1
Sn =
1−a
e quindi
1 − an+1 1
S = S∞ = lim Sn = lim = |a| < 1
n⇒∞ n⇒∞ 1−a 1−a
ejθt − e−jθt
senθt =
2j
1.8. Appendice 4 81
zsenθ
Z[senθt] = |z| > 1
z2 − 2zcos θ + 1
dove si è fatto uso della proprietà di linearità.
ρf = max{ρf1 , ρf2 }
Ulteriori proprietà della trasformata Z che saranno ore messe in luce sono
le seguenti
- Traslazione (a destra e a sinistra)
- Convoluzione
- Valore iniziale e finale (nel tempo)
Traslazione a destra
1
Z[f (t − 1)] = F (z)
z
Infatti, dalla definizione:
∞
∑ f (0) f (1)
Z[f (t − 1)] = f (t − 1)z −t = + 2 + ...
t=0
z z
si può calcolare
( )
f (0) f (1)
zZ[f (t − 1)] = z + 2 + . . . = F (z)
z z
82 1. Le rappresentazioni lineari stazionarie nel dominio complesso
e quindi
1
Z[f (t − 1)] = F (z)
z
1
cioè traslare a destra di un passo nel tempo equivale a moltiplicare per z nel
dominio della variabile complessa z.
Traslazione a sinistra
f (2) f (3)
Z[f (t + 1)] = f (1) + + 2 + ...
z z
si può calcolare
Convoluzione
[∑
t ]
Z f (τ )g(t − τ ) = F (z) · G(z)
τ =0
che si esprime dicendo che la convoluzione nel dominio del tempo corrisponde
al prodotto nel dominio delle trasformate. Infatti
( )
∑
t
Z f (τ )g(t − τ ) =
τ =0
1.8. Appendice 4 83
( ) ( )
1 1
= f (0)·g(0)+ f (0)·g(1)+f (1)·g(0) + 2 f (0)g(2)+f (1)g(1)+f (2)g(0) + . . .
z z
( ) ( )
g(1) g(2) f (1) g(1) g(2)
= f (0) g(0) + + 2 + ... + g(0) + + 2 + ...
z z z z z
( )
f (2) g(1)
+ 2 g(0) + + ...
z z
f (1) f (2)
= f (0)G(z) + G(z) + 2 G(z) . . .
z z
( )
f (1) f (2)
= f (0) + + 2 + . . . G(z) = F (z) · G(z)
z z
Si osservi che tale proprietà comporta una semplificazione nel calcolo della
risposta, infatti la risposta forzata nello stato.
∑
t−1
H(t − τ )u(τ )
τ =0
è pari alla convoluzione nel dominio del tempo e si traduce nel prodotto tra
trasformate z.
Infatti
f (1) f (2)
F (z) = f (0) + + 2 + ...
z z
e
lim F (z) = f (0)
|z|→∞