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Part I IX
Elementi solidi 3D
In generale, come regola empirica, ogni qualvolta una struttura può essere semplificata
nella modellazione ricorrendo a tipologie strutturali semplici (aste, travi, ....) è bene
farlo per ”alleggerire” il peso della modellazione 3D della struttura e per ridurre il
costo computazionale.
Talvolta, però, non è possibile attuare tali semplificazioni. In tal caso, si è costretti
a modellare il sistema nella sua tridimensionalità e, nell’ambito della progettazione
agli elementi finiti, a ricorrere ad elementi tridimensionali.
Gli elementi tridimensionali più comunemente usati, in maniera analoga e cor-
rispondente a quelli piani, sono
U = Nde (1)
1
dove
N 0 0 N2 0 0 N3 0 0 N4 0 0
1
N = 0 N1 0 0 N2 0 0 N3 0 0 N4 0 (2)
0 0 N1 0 0 N2 0 0 N3 0 0 N4
Come fatto nel caso piano, introducendo le coordinate di area, per l’individuazione
delle funzioni Ni vengono introdotte le coordinate di volume. Detto P (x, y, z) il gener-
ico punto interno dell’elemento, si definiscono 4 coordinate di volume come segue:
VP 234
L1 = ; (3)
Ve
VP 134
L2 = ; (4)
Ve
VP 124
L3 = ; (5)
Ve
2
VP 123
L4 = . (6)
Ve
dove VP ijk è il volume del tetraedro che ha per vertici il punto P e i nodi i, j, k
1 x y z
1 1 xi yi zi
VP ijk = (7)
6 1 xj yj zj
1 xk yk zk
e Ve é il volume dell’elemento
1 x1 y 1 z1
1 1 x2 y 2 z2
.
Ve = (8)
6 1 x3 y 3 z3
1 x4 y 4 z4
Ni = ai + bi x + ci y + di z (9)
3
Si può, pertanto, determinare la matrice di compatibilità B = LN. Sapendo
infatti che:
∂
0 0
∂x
0 ∂
0
∂y
∂
0 0
L=
∂z
(10)
0 ∂ ∂
∂z ∂y
∂ ∂
∂z 0
∂x
∂ ∂
∂y ∂x
0
la matrice B è costituita da termini costanti
∂N1
0 0 ∂N 2
0 0 ∂N3
0 0 ∂N4
0 0
∂x ∂x ∂x ∂x
0 ∂N 1
0 0 ∂N 2
0 0 ∂N3
0 0 ∂N4
0
∂y ∂y ∂y ∂y
∂N4
0 0 ∂N 1
0 0 ∂N 2
0 0 ∂N3
0 0
B =
∂z ∂z ∂z ∂z
∂N4
0 ∂N 1 ∂N1
0 ∂N 2 ∂N2
0 ∂N3 ∂N3
0 ∂N4
∂z ∂y ∂z ∂y ∂z ∂y ∂z ∂y
∂N1 ∂N4
∂z 0 ∂N 1 ∂N 2
0 ∂N 2 ∂N3
0 ∂N3 ∂N4
0
∂x ∂z ∂x ∂z ∂x ∂z ∂x
∂N1 ∂N1
∂y ∂x
0 ∂N ∂y
2 ∂N2
∂x
0 ∂N3
∂y
∂N3
∂x
0 ∂N4
∂y
∂N4
∂x
0
b 0 0 b2 0 0 b3 0 0 b4 0 0
1
0 c1 0 0 c2 0 0 c3 0 0 c4 0
0 0 d1 0 0 d2 0 0 d3 0 0 d4
=
(11)
0 d 1 c1 0 d 2 c2 0 d 3 c3 0 d 4 c4
d 1 0 b1 d 2 0 b2 d 3 0 b 3 d4 0 b4
c 1 b1 0 c 2 b2 0 c 3 b3 0 c 4 b4 0
Di conseguenza le deformazioni all’interno dell’elemento
ε = B de (12)
σ=cε (13)
4
Analogamente per la matrice delle masse
∫
me = ρNT NdV (15)
Ve
5
Figure 2: Elemento esaedrico.
6
l’esaedro (Figura 2) nel riferimento di coordinate fisiche (x, y, z) in un cubo (Figura
3) nel riferimento di coordinate naturali (ξ, η, ζ).
Nel caso di elementi isoparametrici, per tale trasformazione è possibile adottare
le stesse funzioni di forma impiegate per interpolare gli spostamenti, ottenendo così
le seguenti relazioni tra le coordinate fisiche e quelle naturali
∑
8
X= Ni (ξ, η, ζ) xi ; (19)
i=1
∑
8
Y = Ni (ξ, η, ζ) yi ; (20)
i=1
∑
8
Z= Ni (ξ, η, ζ) zi . (21)
i=1
N1 = c (1 + ξ) (1 − η) (1 − ζ) (22)
7
∂Ni ∂Ni ∂x ∂Ni ∂y ∂Ni ∂z
= + + ; (26)
∂η ∂x ∂η ∂y ∂η ∂z ∂η
∂Ni ∂Ni ∂x ∂Ni ∂y ∂Ni ∂z
= + + (27)
∂ζ ∂x ∂ζ ∂y ∂ζ ∂z ∂ζ
da cui introducendo la matrice Jacobiana:
∂x ∂y ∂z
∂ξ ∂ξ ∂ξ
∂z
J = ∂x ∂y
(28)
∂η ∂η ∂η
∂x ∂y ∂z
∂ζ ∂ζ ∂ζ
si ottiene
∂Ni
∂Ni
∂x ∂ξ
∂Ni = J−1 ∂Ni . (29)
∂y
∂η
∂Ni
∂Ni
∂z ∂ζ
Nota la matrice B, si può procedere con il calcolo delle matrici di rigidezza e delle
masse.
La matrice di rigidezza è
∫ ∫ +1 ∫ +1 ∫ +1
T
Ke = B cBdV = BT cB det(J)dξdηdζ. (30)
Ve −1 −1 −1
8
Per risolvere tale integrale si può ricorrere alla regola di integrazione di Gauss.
Utilizzando 2 punti di integrazione di Gauss per ogni direzione (per un totale di 2x2x2
punti di integrazione, come mostrato in Figura 4 ) si ha
2 ∑
∑ 2 ∑
2
Ke = f (ξi , ηj , ζk ) (31)
i=1 j=1 k=1