1 Elemento Piastra
La struttura dell’elemento piastra è geometricamente simile a quella dell’elemento 2D
plane stress. Tuttavia, in questo caso i carichi non agiscono nel piano dell’elemento,
ma trasversalmente ad esso (Figura 1).
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1.1 Funzioni di forma
Si consideri nel piano xy, un elemento quadrilatero a 4 nodi (Figura 2), a cui sono
associati 3 gradi di libertà per nodo: le rotazioni θx , θy e la deflessione w (per un
totale di 12 gradi di libertà di elemento).
U = N de , (1)
dove la matrice delle funzioni di forma N può essere scritta in forma compatta come
h i
N = N1 N2 N 3 N 4 , (2)
2
Attraverso una opportuna trasformazione di coordinate, è possibile ’mappare’
l’elemento quadrilatero nel sistema di coordinate fisiche (x, y) in un quadrato in un
nuovo sistema di coordinate naturali (ξ, η) (Figura 3), e cosı̀ poter utilizzare le stesse
funzioni di forma già viste per gli elementi quadrilateri piani.
1
Ni = (1 + ξi ξ) (1 + ηi η) i = 1, ..., 4 (4)
4
X = N xe , (5)
3
Figure 4: Rotazione delle sezioni per effetto della flessione.
e
v = −z θx . (9)
4
dove L è la matrice degli operatori differenziali
∂
0 0 − ∂x
L = 0 ∂y ∂
0 . (14)
∂ ∂
0 ∂x − ∂y
γ = L0 U = L0 Nde = B0 de , (20)
dove
∂
0 1
L0 = ∂x . (21)
∂
∂y
−1 0
e
h i
0
B0 = L N = B01 B02 B03 B04 (22)
5
essendo l’i-esima sottomatrice B0i (i = 1, 2, 3, 4) definita come
Ni 0 0
∂ ∂Ni
− 0 1 − 0 N i
B0i = ∂x 0 Ni 0 = ∂x
. (23)
∂ ∂N
∂y
−1 0
∂y
i
−Ni 0
0 0 Ni
Si osservi che le funzioni di forma sono note nel sistema di coordinate naturali,
invece per ottenere le matrici di compatibilità bisogna effettuare la derivata rispetto
alle coordinate fisiche, quindi occorre ricavare le derivate rispetto alle coordinate
fisiche sfruttando la relazione
∂Ni ∂Ni
∂x
= J−1 ∂ξ
(24)
∂Ni ∂Ni
∂y ∂η
σ=cε (26)
e
τ G 0
xz
τ= =k γ = k cs γ , (27)
τ 0 G
yz
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A tal proposito l’energia cinetica dell’elememto sarà la somma dei contributi as-
sociati alle tre componenti di velocità lungo le direzioni x, y, z
Z
1
Te = ρ (u̇2 + v̇ 2 + ẇ2 ) dV , (28)
2 Ve
h3 2 h3 2
Z
1
= (ρ h ẇ2 + ρ θ̇y + ρ θ̇ ) dA . (30)
2 Ae 12 12 x
e in forma compatta Z
1
Te = U̇T I U̇ dA , (31)
2 Ae
dove
ρh 0 0
I= 0 ρ h3
0 . (32)
12
ρ h3
0 0 12
dove Z
me = NT I N dA. (34)
Ae
è la matrice delle masse di elemento i cui termini possono essere ottenuti sfruttando
lo schema di integrazione di Gauss.
L’energia potenziale di deformazione associata all’elemento piastra è
Z Z
1 T 1
Uε = ε σ dV + γ T τ dV (35)
2 V 2 V
in cui il primo termine, al secondo membro, si riferisce agli sforzi e alle deformazioni
nel piano, invece il secondo termine rappresenta gli sforzi e le deformazioni trasversali.
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Sostituendo le equazioni costitutive, σ = c ε e τ = k cs γ,si ottiene:
Z Z h Z Z h
1 2
T 1 2
Uε = ε c ε dz dA + γ T k cs γ dz dA . (36)
2 Ae − h2 2 Ae − h2
Detta fz la forza per unità di superficie agente sull’elemento, il vettore delle forze
nodali equivalenti fe è
f
z
Z
T
fe = N 0 dA . (40)
Ae
0
8
Nell’ipotesi che il carico distribuito fz sia costante su tutto l’elemento, la relazione
(40) diventa:
Ae n o
feT = fz 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 . (41)
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2 Elemento shell
Gli elementi piastra possono essere utilizzati per discretizzare esclusivamente strutture
piane, in quanto privo di gradi di libertà ’membranali’. Tale limitazione viene
superata dall’elemento shell generalizzato che viene formulato combinando l’elemento
2D plane stress e l’elemento piastra. Il primo tiene conto degli effetti membranali
nel piano, mentre il secondo degli effetti flessionali. In questo modo, l’elemento shell
è in grado di supportare sia carchi trasversali che carichi agenti nel piano medio
dell’elemento.
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Figure 5: Gradi di libertà per un solo nodo dell’elemento shell.
con
• vi spostamento lungo y;
• wi spostamento lungo z;
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• θzi rotazione intorno all’asse z.
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segue
km 0 0 km 0 0 km 0 0 km 0 0
11 12 13 14
0 kb11 0 0 kb12 0 0 kb13 0 0 kb14 0
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
m
k21 0 0 km 0 0 km 0 0 km 0 0
22 23 24
0 kb21 0 0 kb22 0 0 kb23 0 0 kb24 0
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
ke =
m
. (46)
0 km 0 km 0 km
k31 0 32 0 33 0 34 0 0
kb31 0 kb32 0 kb33 0 kb34
0 0 0 0 0
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
m
0 km 0 km 0 km
k41 0 42 0 43 0 44 0 0
kb41 0 kb42 0 kb43 0 kb44
0 0 0 0 0
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
La matrice di rigidezza completa ha dimensione 24x24. Si fa notare che nella
matrice (46), le componenti relative al grado di libertà θz sono nulle (colonne e
righe con numerazione 6-12-18-24), poichè la rotazione intorno all’asse z non pro-
duce reazioni elastiche. Dunque, se i termini nulli dovessero essere elimininati, la
matrice di rigidezza avrebbe dimensione 20x20.
L’utilizzo della matrice completa 24x24, rende più agevole la trasformazione dal
sistema di coordinate locali al sistema di coordinate globali.
Tuttavia, quando si effettua l’assemblaggio per ricavare la matrice di rigidezza
globale, potrebbe capitare che essa sia singolare, quindi non invertibile. Questo prob-
lema viene risolto attraverso tecniche numeriche di stabilizzazione della matrice stessa
(ad esempio, introducendo nelle posizioni in cui si ha la singolarità dei termini di
rigidezza fittizzi di valore molto grande).
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2.1.2 Matrice delle masse
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2.2 Elementi nel sistema di riferimento globale
Le matrici per gli elementi shell nel sistema di riferimento globale sono ottenute
attraverso le seguenti trasformazioni:
Ke = TT ke T (50)
Me = TT me T (51)
Fe = TT f e (52)
dove
l mx nx
x
T3 = ly my ny , (54)
lz mz nz
e lk , mk , e nk (k = x, y, z) sono i coseni direttori. Essi sono ricavati in maniera analoga
a quanto visto per l’elemento trave nello spazio. L’unica differenza risiede nel fatto
che non si ha la necessità di aggiungere un terzo nodo per l’orientamento, poichè per
l’elemento shell sono presenti già 4 nodi che permettono di definirne l’orientamento
spaziale.
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