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PA O L O M A F F E Z Z O N I

N O TA 5 : P R O P R I E TÀ E T E O -
REMI DEI CIRCUITI LIN-
EARI

I N G E G N E R I A I N F O R M AT I C A E D E L L’ A U T O M A Z I O N E – P O -
LITECNICO DI MILANO
2

Last printing, March 2023


Contents

1 Capitolo 5 5
1.1 Principio di sovrapposizione degli effetti . . . . . . . . 5
1.2 Esercizio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.3 Equivalente Thévenin o tipo serie . . . . . . . . . . . . 10
1.4 Esercizi sugli equivalenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
1.5 Equivalente Norton o tipo parallelo . . . . . . . . . . . . 17
1.6 Altri esercizi sugli equivalenti . . . . . . . . . . . . . . . 18
1.7 Considerazioni conclusive . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Qualche quesito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
1

In questa Nota esaminiamo le proprietà di un’ampia categoria di


circuiti elettrici formati da un numero imprecisato (cioè qualunque)
di resistori, generatori pilotati e generatori indipendenti collegati tra loro
in tutti i modi possibili. Osserviamo come il legame costitutivo dei
resistori e dei quattro generatori pilotati siano del tipo

U = k·W

dove U ed W possono essere tensioni o correnti misurate alla stessa


porta (nei resistori) o a porte diverse (nei generatori pilotati), mentre
k è un parametro reale (compreso il numero zero). Questi legami
sono di proporzionalità diretta (o lineari) tra le variabili in gioco.
Per i generatori indipendenti, invece il legame costitutivo è del
tipo v = Es oppure i = Is dove Es e Is sono valori numerici reali
non nulli. I generatori indipendenti non specificano legami di pro-
porzionalità tra le variabili elettriche bensì introducono dei termini
noti all’interno del problema matematico d’analisi. Chiameremo
questa categoria di sistemi elettrici col nome di Circuiti Lineari.

1.1 Principio di sovrapposizione degli effetti

Ricaviamo una proprietà generale dei circuiti lineari riferendosi al cir-


cuito "di test" mostrato in fig. 1.1: esso contiene tutti i tipi di elementi
di un circuito lineare generico (resistori, generatori indipendenti e
un generatore do corrente pilotato dalla tensione v2 ) mentre è suf-
ficientemente semplice da condurre ad un problema matematico di
limitata complessità. Il problema d’analisi può, per esempio, venire
formulato attraverso il metodo dell’analisi nodale applicata con intel-
ligenza, ovvero trattando il generatore di tensione e la resistenza serie
R2 come un unico bipolo controllabile in tensione. In questo modo,
basterà assumere come incognita la tensione di nodo x e quindi bi-
lanciare le correnti attraverso la superficie tratteggiata mostrata in
6 nota5: proprietà e teoremi dei circuiti lineari

Figure 1.1: .

figura. Avremo

x x − Es2
− Is1 + + g · ( Es2 − x ) + =0 (1.1)
R1 R2
Riordinando i termini, si ottiene l’equazione risolutiva:
   
1 1 1
−g+ 1 · Is1 +
· x = |{z} − g · Es2 (1.2)
R R2 R2
| 1 {z } B1 | {z }
A B2

L’incognita x è moltiplicata per un coefficiente A mentre il termine


noto vede i valori impressi dai generatori indipendenti moltipli-
cati per due coefficienti B1 e B2 . Detti coefficienti A, B1 e B2 sono
determinati dai valori dei resistori e dei generatori pilotati (non da
quelli indipendenti !) e da come sono collegati tra loro. Dunque,
nell’ipotesi che il coefficiente A 6= 0, l’equazione ammette una ed una
sola soluzione:
1 1
x= B1 · Is1 + B2 · Es2 . (1.3)
|A{z } |A{z }
H1 H2

in cui i valori dei generatori indipendenti sono moltiplicati per i


coefficienti H1 e H2 . Facciamo le seguenti osservazioni:

• Se i generatori indipendenti vengono spenti, ponendo Is1 = 0 e


Es2 = 0, la soluzione unica è quella nulla x = 0. Questo ci dice che
i generatori indipendenti sono le sorgenti o cause del fatto elet-
trico senza le quali nel circuito tutte le variabili sarebbero nulle,
ovvero il circuito sarebbe spento (o in quiescenza). Per questo mo-
tivo, talvolta i generatori indipendenti vengono indicati col nome
di sorgente di tensione o di corrente.

• La variabile incognita x, come qualunque altra variabile nel cir-


cuito (1 ), risulta essere una combinazione lineare dei valori im- 1
Si calcoli per esempio la corrente nel
pressi dai generatori indipendenti. Cioè qualunque variabile che resistore R1 , essa sarà i1 = x/R1 =
H1 /R1 · Is1 + H2 /R1 · Es2 cioè di nuovo
noi vogliamo osservare come la risposta o uscita del circuito sarà del tipo i1 = H e1 · Is1 + H
e2 · Es2 . Questo
del del tipo vale per ogni variabile nel circuito.
x = H1 · Is1 + H2 · Es2 . (1.4)
capitolo 5 7

Analizziamo ora lo scenario in cui nel circuito in fig. 1.1 venga spento
il generatore di tensione Es2 (che viene cortocircuitato) ed in cui
l’unica sorgente sia Is1 . Dalla (1.4) ricaviamo che la variabile di uscita
x assume il valore:
x 0 = H1 · Is1 ,
che rappresenta l’effetto dovuta alla sola causa Is1 . In modo sim-
ile, possiamo spegnere il generatore di corrente Is1 (che diventa un
circuito aperto) e lasciare agire la sola sorgente Es2 , avremo l’effetto
parziale:
x 00 = H2 · Es2 .
Alla luce di queste considerazioni, possiamo affermare che l’espressione
completa (1.4) rappresenta la sovrapposizione degli effetti parziali
dovuti a ciascuna sorgente (indipendente!).
Le stesse osservazioni possono essere ripetute per il circuito
mostrato in fig. 1.32 studiato nella Nota4.

Figure 1.2: Circuito con generatore di


tensione connesso tra due nodi.

Ricordiamo qui come le equazioni dell’Analisi Nodale Modificata


portano al seguente sistema lineare:

A ·~x = ~b1 · Is + ~b2 · Es (1.5)

dove:
1
     
+ g −g 1
R1 0 0
A= 0
 1
−1  ;
 ~b1 = 
 1 ;
 ~b2 = 
 0 

(1.6)
R3
1 −1 0 0 1

e le variabili incognite sono raccolte nel vettore seguente:


 
e1
~x =  e2  . (1.7)
 
iG

Se la matrice A è non singolare, il sistema può essere risolto:

~x = ~h · Is + ~k · Es (1.8)
8 nota5: proprietà e teoremi dei circuiti lineari

dove si sono introdotti i vettori


 
H1
~h = (A−1 · ~b1 ) = 
 H2  .

(1.9)
H3
e  
K1
~k = (A−1 · ~b2 ) = 
 K2  .

(1.10)
K3
Considerata allora una qualunque delle incognite, per esempio
x = e1 , essa risulta data da una combinazione lineare delle sorgenti
indipendenti:
e1 = x = H1 · Is + K1 · Es. (1.11)

Questo risultato, che esprime il principio di sovrapposizione degli


effetti, si estende al caso generale in cui il circuito contenga un nu-
mero α qualunque di generatori indipendenti di corrente e un nu-
mero β di generatori indipendenti di tensione, come mostrato in fig.
1.3. Si avrà:

Figure 1.3: Generico circuito lineare


in cui sono stati messi in evidenza le
sorgenti indipendenti. Una qualunque
grandezza x nel circuito, per es. una
tensione, risulata essere una combi-
nazione lineari dei valori impressi dalle
sorgenti.

x = H1 · Is1 + · · · + Hα · Isα + K1 · Es1 + · · · + K β · Es β , (1.12)

dove i coefficienti Hi , Ki sono dei numeri reali che esprimono "l’influenza"


di una data sorgente sulla variabile osservata.
Si potrà sfruttare questo risultato semplificando l’analisi del cir-
cuito in un insieme di problemi più semplici in cui agisce una sola
sorgente per volta oppure gruppi di sorgenti per volta. La fig. 1.4
mostra il problema elementare in cui agisce un solo generatore di
corrente, mentre la fig. 1.5 mostra il problema elementare in cui
agisce un solo generatore di tensione.

Figure 1.4: .
capitolo 5 9

La soluzione completa sarà quindi ottenuta sommando le soluzioni


parziali ottenute dai circuiti elementari.

1.2 Esercizio

Ripetiamo l’esercizio svolto nella Nota3 (fig. 1.33) sfruttando la


sovrapposizione degli effetti. Il circuito è riportato di seguito in fig. Figure 1.5: .
1.6

Figure 1.6: .

Spegniamo per primo Es2 e risolviamo il circuito semplificato in


fig. 1.7 Otteniamo:

Figure 1.7: .

K1
z }| {
0 R2 k R3
v AB = Es1 · (1.13)
R1 + R2 k R3

R2 R3
dove R2 k R3 = Quindi spegniamo Es1 e risolviamo il
R2 + R3
circuito semplificato in fig. 1.8 Da cui:
10 nota5: proprietà e teoremi dei circuiti lineari

Figure 1.8: .

K2
z }| {
00 R1 k R3
v AB = Es2 · (−1) (1.14)
R2 + R1 k R3

R1 R3
dove R1 k R3 = . Sovrapponendo gli effetti si ha la soluzione
R1 + R3
completa:
v AB = Es1 · K1 + Es2 · K2 .

Sostituendo i numeri e ricordando i dati:

R1 = R2 = R3 = 10Ω
(1.15)
Es1 = 40V; Es2 = 10V

Si calcola:
K1 = 1/3, K2 = −1/3

da cui
v AB = Es1 /3 − Es2 /3 = 40/3 − 10/3 = 10V.

1.3 Equivalente Thévenin o tipo serie

Siamo ora in grado di ricavare qual è il circuito equivalente più gen-


erale di una rete elettrica lineare comunque complessa ed accessibile
esternamente da una coppia di morsetti (cioè un bipolo). Tale rete è
mostrata in fig. 1.9 e può contenere al suo interno resistori, generatori
pilotati che formano l’insieme degli elementi resistivi, più generatori
indipendenti, ovvero sorgenti di tensione e corrente. Vogliamo de-
terminare il legame che esiste tra le variabili V ed I misurate ai suoi
morsetti. Per questo colleghiamo il bipolo ad una sorgente esterna
di corrente che imprime una corrente I che noi possiamo controllare
e variare a nostro piacimento. Quale sarà la forma del legame serie
V = f ( I ) ? Nella sola ipotesi che il circuito così costruito ammetta
soluzione, vale il principio di sovrapposizione degli effetti che ci assi-
cura che qualunque variabile in gioco sarà una combinazione lineare
dei generatori indipendenti. Questo vale anche per la tensione V che
capitolo 5 11

Figure 1.9: Set-up sperimentale per


determinare l’equivalente Thévenin .

dunque si può scrivere:


Generatori Interni
z }| {
V = H0 · I + H1 · Is1 + · · · + K β · Es β , (1.16)

ovvero mettendo in evidenza l’effetto dovuto alla sorgente esterna


I a cui si aggiunge l’effetto complessivo dovuto a tutti i genera-
tori indipendenti interni. Per quanto riguarda il primo termine, si
osserva che il coefficiente H0 è dimensionalmente una resistenza e
dunque è corretto indicarlo come Req . Il secondo termine è una ten-
sione e quindi si può indicare come un unico valore Eeq . Con questa
notazione, (1.15) si riscrive:

V = Req · I + Eeq (1.17)

L’espressione (1.16) ci mostra che, nell’ipotesi di controllabilità in


corrente, un bipolo lineare comunque complesso è equivalente alla
serie di un generatore di tensione di valore Eeq detta tensione equiv-
Figure 1.10: Circuito equivalente di
alente con un resistore di valore Req detta resistenza equivalente. Ai Thévenin .
fini esterni, la rete potrà essere sostituita dal circuito serie mostrato
in fig. 1.10, comunemente indicato come equivalente Thévenin o
equivalente serie.
Il significato fisico dei due parametri del circuito equivalente è
evidente se pensiamo alle due configurazioni sperimentali, dette
prove semplici, che permettono la loro determinazione.
• Dalle (1.16), si ha che:

V
Req = (1.18)
I gen. int. OFF

Questa configurazione è mostrata in fig.1.11: tutti i generatori in-


dipendenti interni al bipolo sono spenti mentre agisce all’esterno
il genratore I. In questa condizione, Req risulta essere il rapporto
V/I.

• In modo simile, dalla (1.16) si ricava:

Eeq = V | I =0 (1.19)
12 nota5: proprietà e teoremi dei circuiti lineari

Figure 1.11: Prova semplice per la


determinazione di Req .

Questa configurazione è mostrata in fig.1.12: i generatori indipen-


denti interni al bipolo sono attivi mentre è spento il generatore
esterno I = 0. Eeq risulta essere la tensione V misurata "a vuoto"
(cioè coi morsetti flottanti).

Figure 1.12: Prova semplice per la


determinazione di Eeq .

1.4 Esercizi sugli equivalenti

Ci viene richiesto di calcolare il circuito equivalente di tipo Thevenin


del bipolo mostrato in fig. 1.13 ai morsetti A-B. Nella figura si ri-
porta, con linea tratteggiata, la rete esterna che potrà essere connessa
al bipolo. Applichiamo le due prove semplici:

Figure 1.13: Bipolo di cui si chiede l’eq.


Thevenin

• Per il calcolo di Req si deve spegnere il generatore interno di ten-


sione e applicare un generatore esterno di corrente, come mostrato
in fig. 1.14. Notare che la corrente I scorre nel resistore da 5Ω e
capitolo 5 13

Figure 1.14: Prova semplice per la


determinazione di Req .

poi si ripartisce in parti uguali tra i due resistori in parallelo da


10Ω. La tensione V che nasce ai capi A-B è dunque data da:
V
V = I · 5Ω + I/2 · 10Ω = I · 10Ω −→ Req = = 10Ω.
I
Si noti come il valore di Req calcolato con la prova semplice
definita in (1.17) coincida con quello ottenuto usando le compo-
sizioni parallelo/serie dei resistori. La prova semplice rappre-
senta una generalizzazione della composizione parallelo/serie.

• Per il calcolo di Eeq si mantiene acceso il generatore interno mentre


si spegne quello esterno, ovvero si lasciano i morsetti A-B flottanti
con I = 0, come mostrato in fig. 1.15.

Figure 1.15: Prova semplice per la


determinazione di Eeq .

Da questa è facile concludere che:


10
Eeq = 4V = 2V.
10 + 10

Da cui il circuito equivalente, ai fini esterni, mostrato in fig. 1.16.

Figure 1.16: Equivalente serie.

Nel secondo esercizio, ci viene richiesto di calcolare il circuito


equivalente di tipo Thevenin del bipolo mostrato in fig. 1.17 che
contiene un generatore di corrente pilotato in corrente.
Applichiamo le due prove semplici:

• Per il calcolo di Req spegneremo il generatore indipendente di ten-


sione. Attenzione: il generatore pilotato NON è una sorgente
14 nota5: proprietà e teoremi dei circuiti lineari

Figure 1.17: Bipolo composto conte-


nente generatore pilotato

indipendente ! Quindi si applica un generatore esterno di cor-


rente, come mostrato in fig. 1.18. Bilanciando le correnti al nodo

Figure 1.18: Prova semplice per la


determinazione di Req .

tratteggiato, siamo in grado di calcolare I1 in funzione della cor-


rente impressa I, infatti:

I = 4I + I1 −→ I1 = −3I,

da cui si ricava la tensione:

v = v AB = I1 · 10Ω = (−30Ω) · I

e la Req :
Req = −30Ω.
Facciamo due osservazione:

1. In presenza di generatori pilotati non è in generale possibile


calcolare la Req utilizzando la composizione serie/parallelo di
resistori ma è necessario utilizzare la definizione della prova
semplice.
2. Con generatori pilotati, la Req può risultare negativa.

• Per il calcolo di Eeq ripristiniamo il generatore indipendente di


tensione e manteniamo a vuoto i morsetti A-B, come in fig. 1.19 In
questa configurazione, si ha

0 = 4 · 0 + I1 −→ I1 = 0A
capitolo 5 15

Figure 1.19: Prova semplice per la


determinazione di Eeq .

e quindi
Eeq = 0 · 10Ω + 5V = 5V.

Nel terzo esercizio proposto, mostriamo come l’applicazione del


concetto di equivalente possa semplificare la soluzione del circuito
mostrato in fig. 1.20(Sinistra) in cui viene richiesto di calcolare la
corrente Ix che circola in R5 .

E = 9V R2 = R3 = 3Ω
(1.20)
R1 = R4 = R5 = 6Ω

Il procedimento che si segue è quello di calcolare il circuito equiv-

Figure 1.20: Calcolare il valore di Ix .

alente di tipo serie del bipolo collegato a R5 , come mostrato in fig.


1.21(Sinistra). Quindi si collega il circuito equivalente alla resistenza
R5 come mostrato in fig. 1.21(Destra).
Procediamo al calcolo dell’equivalente Thevenin:

• Per il calcolo di Req spegniamo il generatore indipendente di ten-


sione e applichiamo un generatore di corrente, come mostrato in
fig. 1.22. Ragionando su questo circuito si vede come R1 ed R3
16 nota5: proprietà e teoremi dei circuiti lineari

Figure 1.21: Procedimento: si calcola


l’equivalente ai morsetti A-B (Sinistra) e
si collega al resistore R5 (Destra).

Figure 1.22: Prova semplice per la


determinazione di Req .

siano tra di loro in parallelo così come R2 con R4 . Risulterà:

R3
v1 = I ·R
R1 + R3 1
mentre
R4
v2 = I · R2
R2 + R4
e quindi
V = v1 + v2 = I · ( R1 k R3 + R4 k R2 ).
Da cui si ricava che

Req = ( R1 k R3 + R4 k R2 ) = 2Ω + 2Ω = 4Ω.

Si noti come questo risultato si può ricavare ridisegnando il cir-


cuito come mostrato in fig. 1.22(Destra).

Figure 1.23: Prova semplice per la


determinazione di Eeq .
capitolo 5 17

• Per il calcolo di Eeq determiniamo la tensione a vuoto nel circuito


di fig. 1.23. In esso i resistori R1 ed R3 sono in serie così come i
resistori R2 ed R4 sono in serie tra loro. Dunque:

R3 R4 3 6
Eeq = E −E = 9 − 9 = −3V.
R1 + R3 R2 + R4 9 9

Infine, sfruttando l’equivalente circuitale come in fig. 1.21(Destra),


concludiamo che:
−3V
Ix = = −0.3A.
4Ω + 6Ω

1.5 Equivalente Norton o tipo parallelo

Data una rete elettrica lineare comunque complessa ed accessibile


esternamente da una coppia di morsetti, vogliamo determinare il
legame tra le variabili V ed I misurate ai suoi morsetti nella forma
parallelo o controllata in tensione, cioè I = g(V ). A questo fine
applichiamo all’esterno un generatore di tensione come mostrato
in fig. 1.24. Se il circuito così costruito ammetta soluzione, allora il

Figure 1.24: Set-up sperimentale per


determinare l’equivalente Norton.

principio di sovrapposizione degli effetti ci illumina sulla forma della


variabile corrente I che sarà del tipo:

Generatori Interni
z }| {
I = K0 · V + H1 · Is1 + · · · + K β · Es β , (1.21)

dove compaiono distinti l’effetto dovuto alla sorgente esterna V e


l’effetto complessivo dovuto a tutti i generatori indipendenti in-
terni. Il primo coefficiente K0 è dimensionalmente una conduttanza
e può essere indicata come Geq . Il secondo termine è una corrente
18 nota5: proprietà e teoremi dei circuiti lineari

e quindi si può indicare come un unico valore Ieq . Con questa no-
tazione, (1.20) si riscrive:

I = Geq · V + Ieq (1.22)

L’espressione (1.21) ci mostra che, nell’ipotesi di controllabilità


in tensione, un bipolo lineare comunque complesso è equivalente Figure 1.25: Circuito equivalente di
ad un circuito elementare composto dal collegamento parallelo di Norton. Il resistore parallelo ha re-
sistenza Req = 1/Geq .
un generatore di corrente di valore Ieq , detto corrente equivalente,
e di un resistore di conduttanza Geq , o se si preferisce di resistenza
Req = 1/Geq . Ai fini esterni, la rete potrà essere sostituita dal cir-
cuito parallelo mostrato in fig. 1.25, comunemente indicato come
equivalente Norton o equivalente parallelo.
Il significato fisico dei parametri dell’equivalente Norton emerge
dalle due prove semplici, che permettono la loro determinazione.

• Dalle (1.21), si ha che:



I
Geq = (1.23)
V gen. int. OFF

Figure 1.26: Prova semplice per la


determinazione di Geq .

Questa configurazione è mostrata in fig.1.26: tutti i generatori in-


dipendenti interni al bipolo sono spenti mentre agisce all’esterno
il generatore V. In questa condizione, Geq risulta essere il rapporto
I/V, cioè il rapporto tra la corrente che scorre nel bipolo a seguito
dell’applicazione di una tensione. Si noti che, per lo stesso bipolo
di partenza, il circuito per il calcolo di Geq del modello Norton
è esattamento lo stesso di quello usato per il calcolo di Req nel
modello Thévenin, ne consegue che tra questi parametri vale la
relazione Geq = 1/Req .

• In modo simile, dalla (1.20) si ricava:

Ieq = I |V =0 (1.24)

Questa configurazione è mostrata in fig.1.27: i generatori indipen-


denti interni al bipolo sono accesi mentre è spento il generatore
esterno V = 0. Ieq risulta essere la corrente I misurata coi morsetti
A-B cortocircuitati.
capitolo 5 19

Figure 1.27: Prova semplice per la


determinazione di Ieq . I morsetti del
bipolo vengono cortocircuitati.

1.6 Altri esercizi sugli equivalenti

Ripetiamo l’esercizio mostrato in fig. 1.13, riportato per comodità in


fig. 1.28 ma ora con lo scopo di calcolarne l’equivalente Norton.

Figure 1.28: Calcolare l’eq. Norton

Applichiamo le due prove semplici:

• Per il calcolo di Geq si dovrà risolvere il circuito mostrato in in


fig. 1.29. Questo circuito è lo stesso risolto per calcolare la Req di

Figure 1.29: Prova semplice per la


determinazione di Geq .

Thévenin tranne che ora si impone la tensione V. I calcoli saranno


i medesimi:
I
V = I · 5Ω + I/2 · 10Ω = I · 10Ω −→ Geq = = 0.1Ω−1 = 1/Req .
V

• Per il calcolo di Ieq si mantiene acceso il generatore interno mentre


si cortocircuitano i morsetti esterni come mostrato in fig. 1.30.
Da questa calcoliamo il parallelo di 5Ω e 10Ω, che risulta 10/3Ω e
20 nota5: proprietà e teoremi dei circuiti lineari

Figure 1.30: Prova semplice per la


determinazione di Ieq .

quindi calcoliamo la corrente erogata dal generatore:


4V
i1 = = 0.3A.
10 + 10/3
Quindi si ha:
10
Ieq = 0.3A(−1) = −0.2A.
10 + 5
La fig. 1.31 mostra il circuito equivalente Norton confrontandolo
con quello di Thevenin già calcolato. E’ evidente come il passaggio
dall’uno all’altro può essere valutato con le trasformazioni serie/-
parallelo dei generatori reali viste nella Nota3.

Figure 1.31: Circuito equivalente di


Norton (Sinistra); confronto con l’eq. di
Thevenin (Destra).

Nel secondo esercizio viene richiesto di determinare il circuito


equivalente di tipo Norton del bipolo in fig. 1.32.

Figure 1.32: Bipolo con generatore di


tensione pilotato in tensione.
capitolo 5 21

• Facciamo una nota importante: il parametro dell’equivalente


Norton è la conduttanze Geq poiché si sta cercando il modello
controllato in tensione. Tuttavia, nella pratica risolutiva e salvo
casi particolari che vedremo nella prossima sezione, si può pro-
cedere alternativamente calcolando la Req , ovvero svolgendo
una prova semplice in cui si applica un generatore di corrente, e
quindi invertire la resistenza per determinare la conduttanza. La
scelta di uno o dell’altro metodo dipende dalla facilità risolutiva
del circuito che ne risulta. In questo esercizio, in presenza di un
generatore pilotato da v1 , risulta più semplice controllare il bipolo
in tensione come mostrato in fig. 1.33.

Figure 1.33: Prova semplice per la


determinazione di Geq .

Analizzando questa configurazione, e osservando che v1 = V,


troviamo:
v2 = v1 + αv1 = V · (1 + α),

da cui
V V (1 + α
I= + .
R1 R2

E infine:
I 1 (1 + α )
Geq = = + .
V R1 R2

• Per il calcolo di Ieq cortocircuitano i morsetti esterni come mostrato


in fig. 1.34. E’ facile vedere che v1 = v2 = 0V e che

Figure 1.34: Prova semplice per la


determinazione di Ieq .

Ieq = 0A.

Com’era intuitivo aspettarsi poiché il bipolo non contiene sorgenti in-


dipendenti, il suo circuito equivalente, sia di Norton che di Thevenin,
22 nota5: proprietà e teoremi dei circuiti lineari

è composto da un resistore di resistenza


1
Req = 1/Geq = .
1 (1 + α )
+
R1 R2

1.7 Considerazioni conclusive

Facciamo alcune note finali:

• Ci chiediamo, dato un bipolo lineare esiste sempre il circuito


equivalente di tipo Thevenin o Norton ? La risposta è no, l’esistenza
dei due equivalenti dipende dalla controllabilità che ammette
il bipolo. Consideriamo, per esempio, il semplice caso in cui il
bipolo sia un generatore indipendente di corrente, che sappiamo
non ammette la controllabilità in corrente. Le due prove semplici
per il calcolo dell’eq. Thevenin portano a due circuiti che NON
hanno soluzione, come mostrato in fig. 1.35 in quanto violano la
KCL. Non è dunque possibile calcolare la Eeq e nemmeno la Req

Figure 1.35: Una sorgente di corrente


non ammette equivalente Thevenin.

che risulta ∞. Il generatore indipendente di corrente ammette


invece l’equivalente Norton formato da se stesso con una condut-
tanza Geq = 0 in parallelo.
In modo del tutto simile un bipolo formato da un solo generatore
indipendente di tensione non ammette la controllabilità in cor-
rente. Le due prove semplici per il calcolo dell’eq. Norton portano
a due circuiti che NON hanno soluzione, come mostrato in fig.
1.36 in quanto violano la KVL. Non è dunque possibile calcolare

Figure 1.36: Una sorgente di tensione


non ammette equivalente Norton.

la Ieq e nemmeno la Geq che risulta ∞. Il generatore indipendente


di tensione ammette invece l’equivalente Thevenin formato da se
stesso con una resistenza Req = 0 in serie.
capitolo 5 23

• Lo studio compiuto per calcolare gli equivalenti circuitali di un


generico Bipolo Lineare, descritto dalle variabili alla porta V ed
I, ci ha condotti alle due forme esplicite (1.16) e (1.21). Queste
possono essere riscritte nelle seguenti forme implicite:
V − Req · I − Eeq = 0
e
− Geq · V + I − Ieq = 0,
che possono essere unificate nella forma implicita generale, tal-
volta indicata col nome di modello affine:
M·V + N· I +C = 0 (1.25)
dove M, N e C sono dei coefficienti reali (positivi, negativi o nulli).
La scelta particolare di tali coefficienti riconduce il modello affine a
casi noti:

a) se C = 0, (1.24) si trasforma in
−N
V= I
M
cioè il modello si riduce a quello di un resistore di resistenza
− N/M.
b) se N = 0, (1.24) si trasforma in
−C
V=
M
cioè il modello si riduce a quello di una sorgente di tensione
Es = −C/M.
c) se M = 0, (1.24) si trasforma in
−C
I=
N
cioè il modello si riduce a quello di una sorgente di corrente
Is = −C/N.

Assegnato che sia il legame costitutivo di un bipolo nella forma


implicita (1.24) è facile verificare se è controllabile in tensione
e/o in corrente. Perché sia controllabile in corrente, deve essere
possibile esplicitare la tensione e quindi il coefficiente M deve
essere non nullo, infatti:
Req Eeq
z }| { z }| {
V = (− N/M) · I + (−C/M ) (1.26)

Affinché sia controllabile in tensione, deve essere possibile esplic-


itare la variabile corrente e quindi il coefficiente N deve essere
non nullo:
Geq Ieq
z }| { z }| {
I = (− M/N ) · V + (−C/N ) (1.27)
24 nota5: proprietà e teoremi dei circuiti lineari

Qualche quesito
• Dato il legame costitutivo:

2 · V − 100 · I + 16 = 0

dire se il bipolo è controllabile in corrente, in tensione, e se è pas-


sivo. Disegnare un circuito elettrico equivalente.

• Dato il legame costitutivo:

A·V + B· I = 0

scrivere a quale condizione devono soddisfare i coefficienti A e B


affinché il bipolo sia passivo.

• Un bipolo è descritto dal modello:

2 · V − 100 · I + 16 = 0

Quanto vale la corrente di cortocircuito ?

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