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SOMMARIO
Parte I:.......................................................................................................................................... 6
Strumenti matematici preliminari e richiami di meccanica classica ............................. 6
1 Strumenti matematici preliminari ...................................................................................... 7
1.1 Coordinate in 3D............................................................................................................. 7
1.2 Operatori....................................................................................................................... 10
1.3 Funzioni delta ............................................................................................................... 12
2 Sistemi di corpi puntiformi ................................................................................................ 14
2.1 Il corpo puntiforme e le onde ........................................................................................ 14
2.2 Formulazione newtoniana ............................................................................................ 15
2.3 Formulazione lagrangiana ed hamiltoniana................................................................ 18
2.4 Moto di un corpo puntiforme nel piano: coordinate cartesiane e polari ...................... 21
2.5 Moto in un campo centrale ........................................................................................... 24
3 Le onde ............................................................................................................................... 32
3.1 La propagazione per onde............................................................................................. 32
3.2 Caso monodimensionale ............................................................................................... 33
3.3 Diffrazione .................................................................................................................... 39
3.4 Interferenza .................................................................................................................. 43
3.5 Onde stazionarie ........................................................................................................... 50
3.6 Pacchetto donda ........................................................................................................... 57
3.7 Considerazioni finali sulla meccanica classica ............................................................ 63
Parte II: ...................................................................................................................................... 65
Meccanica quantistica ............................................................................................................ 65
4 La crisi della fisica classica ................................................................................................ 66
4.1 Spettro del corpo nero ................................................................................................... 66
4.2 Effetto fotoelettrico ....................................................................................................... 72
4.3 Effetto Compton............................................................................................................ 76
4.4 Esperimento di Davisson e Germer e ipotesi di De Broglie......................................... 78
4.5 Il processo di misura e il principio di indeterminazione.............................................. 83
5 Funzione donda ed equazione di Schrdinger .................................................................. 86
5.1 Lequazione di Schrdinger .......................................................................................... 86
5.2 Posizione e quantit di moto: interpretazione di Born ................................................ 89
5.4 Energia e tempo .......................................................................................................... 100
5.5 Corrente di probabilit ed effetto tunnel ................................................................... 113
6 Buche e barriere di potenziale ......................................................................................... 118
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Parte I:
Strumenti matematici
preliminari e richiami di
meccanica classica
Q
P
dz
dx
dy
y
Tre vettori non complanari costituiscono una base; se sono ortogonali la base
ortogonale e se sono unitari ortonormale. Questi vettori vengono detti versori.
In coordinate cartesiane, il punto P definito in questo modo:
e i limiti sono:
. La questione della posizione
sempre il principale scopo: dobbiamo sapere come cambiano le coordinate se ci muoviamo da
un punto P a un punto Q. Otteniamo gli spostamenti infinitesimi che ci servono per gli
operatori e per gli integrali.
Le aree vengono orientate solitamente secondo il terzo versore, cio si prende sempre il
versore normale alla superficie stessa (succede spesso, ad esempio, nei flussi).
In generale conviene scegliere un sistema di coordinate che rispetti la simmetria
del sistema in esame; ad esempio, per esaminare latomo di idrogeno conviene scegliere le
coordinate sferiche. Se scegliamo le coordinate sferiche o cilindriche, non tutte sono lunghezze:
almeno una un angolo. I differenziali quindi saranno diversi. Vediamo come ricavarli
geometricamente.
Q
dz
y
P
P
x
Una coordinata radiale, una langolo e laltra ancora z. Il punto, quindi, sar
talvolta viene indicato con r, ma per non creare confusione con le coordinate sferiche meglio
indicarlo nel primo modo. Se proiettiamo P sul piano xy otteniamo le coordinate polari nel
piano.
Avevamo visto i versori nel caso delle coordinate cartesiane. Ora avremo sempre ; per il
versore di , sar diretto come , quindi sar ; per vedere , invece, dobbiamo vedere la
linea lungo la quale si sposta il punto e prenderne la tangente.
z
Q
r
y
P
x
circonferenze.
Anche gli operatori, essendo spesso differenziali, cambieranno a seconda delle coordinate.
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1.2 Operatori
Esistono diversi operatori matematici di nostro interesse. Possono essere scritti tramite
loperatore nabla, . Se viene scritto in questo modo un operatore vettoriale:
coordinate cartesiane :
o . In
In coordinate cilindriche:
In coordinate sferiche:
1.2.1 Gradiente
Consiste in un insieme di operazioni su una funzione tali che trasformano un campo scalare in
un campo vettoriale: definito come il vettore che ha per componenti le derivate parziali della
funzione; esprime una derivata direzionale. Si indica nel modo seguente:
1.2.2 Divergenza
Agisce su un campo vettoriale e ne ricava uno scalare ed legata al flusso del vettore su una
superficie allinterno di un punto; in pratica misura la tendenza di un campo vettoriale a
divergere o a convergere verso un punto del campo. Si indica nel modo seguente:
1.2.3 Rotore
Si tratta di un vettore che si applica alle sorgenti di un campo vettoriale. Descrive la rotazione
infinitesima di un campo vettoriale. Si indica nel modo seguente:
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1.2.4 Laplaciano
Si ottiene facendo la divergenza del gradiente di una funzione; si scrive nel modo seguente:
In coordinate cartesiane :
In coordinate cilindriche:
In coordinate sferiche:
possiamo scrivere:
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Si noti che
sarebbe una punta di area 1 al punto
una funzione ordinaria
, lo stesso che moltiplicarla per
qualunque caso eccetto al punto :
12
. Se moltiplichiamo
per
, perch il prodotto zero in
In particolare,
Scriviamo
Se
, cio
con
perci
Abbiamo, quindi, ritrovato la formula vista prima portando al limite lesempio di un impulso
rettangolare.
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Si trova in una regione di spazio di volume nullo. Un campo, invece, si estende nello spazio;
ad esempio, possiamo trovare il campo elettrico in ogni punto di una stanza. Unonda una
perturbazione di un campo. Ad esempio, se abbiamo uno stagno, che in prima
approssimazione una superficie piana, e vi gettiamo un sasso, lo stato di quiete iniziale viene
perturbato. Osserviamo quindi unonda, che una perturbazione in movimento, ma non
possiamo prenderne un pezzo e studiarlo: londa non localizzata in un punto, ma si estende
in una regione finita di spazio, a differenza del corpo puntiforme. Nel caso di unonda avremo
una grandezza scalare o vettoriale (tensoriale) che sar funzione della posizione e del tempo:
. Un altro esempio semplice la corda vibrante: londa sar definita su un dominio
monodimensionale, quindi il campo sar di natura vettoriale. Londa potr essere descritta
dallo spostamento verticale dei punti sulla corda.
I suoni, invece, sono costituiti da onde di compressione e rarefazione: se potessimo mettere dei
foglietti in una canna dorgano vedremmo che si compattano o si allontanano, quindi
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potremmo descrivere londa mediante lo spostamento assiale o la pressione. Una stessa onda,
infatti, pu essere descritta in molti modi.
Conoscere il moto del punto significa conoscerne la legge oraria, e per conoscerla sfruttiamo la
legge di Newton:
Dobbiamo per conoscere le condizioni iniziali, cio le condizioni al contorno del dominio
temporale. Avremo quindi tre equazioni differenziali scalari:
Se le guardiamo cos sembrerebbero unequazione per la x, una per la y e una per la z, ma non
sempre vero, perch le componenti della forza possono dipendere da tutte e tre le coordinate:
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quindi:
Abbiamo due costanti, perch lequazione differenziale del secondo ordine, e saranno
determinate dalle condizioni al contorno.
Possiamo anche usare la notazione complessa. Le costanti sono pi facili da vedere nel secondo
modo:
, D = (fase iniziale). Se partiamo da una posizione 0 e fase iniziale 0 avremo
una curva di questo tipo:
Se, invece, partiamo da una posizione di elongazione, dal basso, avremo una curva differente,
come quella nella figura successiva.
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Il moto del tutto analogo, cambia solo per le condizioni al contorno. Lenergia potenziale sar:
Dal momento che si tratta di una forza conservativa, lenergia totale si conserva. Lenergia
cinetica
Abbiamo verificato che lenergia totale costante ed uguale allenergia potenziale massima,
ma possiamo anche scriverla come
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In corrispondenza dei zMAX c linversione classica del moto, perch altrimenti si avrebbe
e quindi energia cinetica negativa, che impossibile.
Fin qui abbiamo visto la formulazione newtoniana.
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e quindi:
Non dipende dalla coordinata e dalla velocit, ma dalla coordinata e dal suo momento
coniugato:
Questo un terzo modo in cui possiamo scrivere lequazione del moto: newtoniano,
lagrangiano, hamiltoniano.
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Allora vediamo che la seconda equazione di Hamilton non altro che la definizione di
momento. Sostituendola,
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La velocit, infatti, pu essere scomposta sia in direzione parallela allasse x e allasse y, sia in
direzione radiale e tangenziale. In direzione radiale varia con la distanza dallorigine, mentre
in direzione tangenziale il segmento di arco, cio
. Quando deriviamo, quindi, abbiamo
appunto il segmento di arco. Quando andiamo a scrivere lenergia cinetica, abbiamo sempre
dei versori ortogonali, quindi
Anche lenergia potenziale pu essere scritta rispetto alle coordinate cartesiane o polari:
Non sappiamo quanto , sappiamo solo che siamo in un campo conservativo. La lagrangiana,
invece,
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Allora, potremo andare a scrivere lhamiltoniana in funzione di x, y, px, py, e qui succede ci
che accadeva prima:
esattamente come
perch la lagrangiana
ma
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Lenergia potenziale dipende dalle coordinate ma sicuramente non dalle velocit, mentre
lenergia cinetica sicuramente dipende dalle velocit ma a volte anche dalle coordinate. Questo
un esempio.
Il braccio r per la quantit di moto la componente del momento della quantit di moto lungo
z, cio perpendicolarmente al piano. In generale il momento della quantit di moto, o
momento angolare, dato da
23
ma questo appunto
24
Si tratta sempre di una quantit positiva, quindi sempre diretta concordemente con r, cio
verso lesterno: una forza di natura centrifuga. Tra laltro, la forza radiale ha il segno
davanti. Questa forza, che solo funzione della posizione,
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buca di potenziale.
Uc
Etot
2
U
Esaminiamo meglio la situazione del campo centrale. Sappiamo che il potenziale dipende da r
e il momento angolare
. Nel nostro caso si conserva e quindi se ne conserva
sia il modulo, sia la direzione, sia il verso, perci sar sempre nello stesso piano. Un tipico
esempio quello delle orbite dei pianeti attorno al Sole.
y
x
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In questo caso
; possiamo scegliere come coordinate x, y oppure r, . Scriviamo la
lagrangiana nel sistema radiale.
Se ciclica,
, ma ci implica che
della coordinata stessa, quindi
coordinata ciclica costante.
, ma
il momento coniugato
, cio il momento coniugato della
cio proprio il modulo del momento angolare, e quindi esso costante. Lequazione di
Lagrange rispetto a r invece
Il secondo termine effettivamente una forza; se non ci fosse rotazione avremmo esattamente
la legge di Newton. Questo termine centrifugo importante, infatti ritorna nel caso dellatomo
di idrogeno. Non sappiamo per ancora quanto vale
.
cio come somma tra il potenziale fisico e quello centrifugo. La particella quindi ha di
nuovo unespressione dellenergia totale scritta come somma di unenergia cinetica e
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potenziale. Abbiamo una rotazione del sistema di riferimento, quindi la legge oraria descrive
solo come la particella si allontana e si avvicina dal centro. Come facciamo a ricavarla?
scriviamo
quindi otteniamo t integrando questultima equazione, e dovremo tener conto di una costante
di integrazione. A questo punto ricaviamo
, ossia la legge oraria. Come varia langolo?
quindi ricaviamo
Esisteranno dei valori di r per cui lenergia cinetica si annulla, cio quando
Che cosa rappresentano questi valori? I punti di inversione del moto. In questo caso abbiamo
solo la che si annulla, quindi non detto che il corpo si fermi, dunque in questo caso il moto
sar confinato tra un r minimo e un r massimo. Se, in particolare, lunica condizione che
il moto si dice infinito, mentre se
il moto finito. Possiamo
disegnare due circonferenze concentriche di raggio
e
, e la particella si muover
allinterno della corona circolare.
Se
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E
E1
Uc
E2
rmin
r1 rp
rM
rmax
r
EM
U(r)
Durante il moto lenergia del sistema E costante (dipende dalle condizioni iniziali) e sar
suddivisa tra energia cinetica e potenziale. Ci sono dei punti di svolta, e si hanno quando
lenergia cinetica nulla. Se il sistema ha energia
c una sola intersezione con lenergia
potenziale, cio r1, quindi il moto infinito. Il moto sar parabolico per
Il punto
intersezione,
e
, quindi avremo un moto finito che avr traiettoria ellittica e circolare
nel caso particolare in cui
di raggio . Questo si trova annullando la derivata prima.
Nei sistemi quantistici non possiamo assumere tutti i valori di energia, quindi questi
dipenderanno da parametri analoghi a quelli trovati ora.
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Andiamo a vedere quali sono le condizioni sulla velocit affinch lenergia sia negativa, cio
lorbita sia ellittica. Supponiamo che la posizione iniziale sia e la velocit iniziale sia , e
che queste siano perpendicolari tra loro.
O
Se
Se
avremo che
E
U(r)
E1
EM
Uc
rmin
rM
rmax
Le energie possibili sono quelle superiori a EM, altrimenti avremmo energia cinetica negativa,
il che non ha senso. Abbiamo sempre una o due intersezioni con il potenziale, quindi avremo
sempre unellisse e il moto sempre finito. Ci avviene anche nel caso quantistico, cio in un
potenziale armonico esistono solo stati legati. Questo moto, tuttavia, pu degenerare in una
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retta quando la velocit parallela alla direzione radiale, cio avremo un moto oscillatorio tra
due punti, tipicamente la molla.
Troviamo il minimo del potenziale annullando la derivata.
La quantit
Inoltre, se
cio
e
quale il corpo ha
avremo che
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3 Le onde
3.1 La propagazione per onde
Abbiamo visto come descrivere il moto di un corpo puntiforme. Ci utile per descrivere quello
dei corpi rigidi e, in generale, corpi di dimensioni finite. A questo punto occorre introdurre il
concetto di campo: una grandezza fisica definita in ogni punto di un volume, o in
generale di un dominio, per ogni istante di tempo. Unonda, infatti, presente in ogni
punto di un volume: se, ad esempio, una corda viene fatta vibrare, vibra in ogni suo punto; al
limite ci sono dei punti in cui londa non ancora arrivata, per esempio in uno stagno la parte
di superficie che non ancora stata raggiunta dalla perturbazione in quiete. La definizione
di onda la seguente: perturbazione delle posizioni di equilibrio di un campo, che pu
essere scalare o vettoriale. Ha una certa sorgente in un punto dello spazio.
,
; in tal caso si parla di campi scalari, utilizzati per descrivere grandezze
scalari (temperatura, pressione) oppure singole componenti di grandezze vettoriali
(spostamento, campo elettrico , campo magnetico ) definite in spazi 1-D (
(
) o 3-D
);
; in tal caso si parla di campi vettoriali.
Tratteremo alcuni campi utilizzando lequazione delle onde, conosciuta anche come
equazione di dAlambert, dal nome di Jean Baptiste Le Rond dAlambert (1717 1783):
Ora esamineremo la cinematica delle onde. Lequazione delle onde descrive londa che gi
esiste e si propaga, non la sua emissione o assorbimento, infatti lequazione omogenea;
questi fenomeni possono essere esaminati se poniamo delle condizioni al contorno.
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La funzione f derivabile due volte, e labbiamo costruita in modo tale che soddisfi lequazione
delle onde. Possiamo fare una verifica.
e prendendole possiamo essere sicuri di aver trovato tutte quelle possibili; ci deriva
dallanalisi matematica.
Consideriamo due valori di
; supponiamo di
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Sappiamo che
, quindi qualcosa che nellintervallo di tempo
trasla di
si muove
a velocit v. Nel secondo grafico,
; la perturbazione identica e appare come in un
punto cos nei successivi punti distanti
.
una perturbazione che rimane identica a se stessa nel verso delle ascisse positive, e
viene detta progressiva; se si cambia il segno in + resta identica a se stessa nel verso delle
ascisse negative e si dice regressiva. Tuttavia, se consideriamo
abbiamo
unonda progressiva e regressiva. Come possiamo scriverla senza confonderci?
Aggiungiamo lipotesi di periodicit: supponiamo che londa abbia periodo p, quindi
. Il fattore
ha le dimensioni di un
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Il fatto che il periodo abbia dimensioni fisiche problematico, perch vogliamo avere una
funzione di soli numeri (dato che vogliamo ottenere una funzione sinusoidale largomento deve
essere adimensionale). Per risolvere la situazione basta dividere largomento per una
lunghezza arbitraria e definiamo la funzione con questa a denominatore: divideremo per la
lunghezza donda. Dato che la funzione periodica possiamo scrivere:
Ad ogni periodo aumenta di 1 unit, quindi possiamo scriverla tramite una funzione
sinusoidale:
e il vettore donda:
inoltre
e per poter tutelare lorigine dei tempi che sia posta arbitrariamente aggiungiamo un periodo
iniziale (detta fase iniziale) , per cui pu essere che nellorigine il coseno non abbia il
massimo; tra laltro questo rende indifferente scrivere londa tramite il seno o il coseno.
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Si usa il segno per indicare il verso di propagazione positivo, cio quello di unonda
progressiva. Per le formule di Eulero,
cio abbiamo utilizzato la notazione complessa e abbiamo ignorato la parte immaginaria, dato
che londa classica reale; infatti, se due numeri complessi e sono uguali, dovranno essere
uguali sia le loro parti immaginarie sia le loro parti reali:
Dato che, appunto, londa classica reale, ignoriamo la seconda equazione. In meccanica
quantistica, considerando lequazione di Schrdinger, non possibile, dato che si tratta di
unonda complessa.
Nellequazione precedente abbiamo indicato con
numero complesso univocamente determinato e
un
In questa trattazione ci occupiamo delle onde piane. Definendo il fronte donda come il
luogo dei punti che vibrano in fase, le onde piane hanno il vettore donda perpendicolare al
fronte donda.
A seconda della forma del fronte donda si parla di onde piane, cilindriche, sferiche. Come
possiamo esprimere unonda piana in funzione del vettore posizione?
Il vettore donda, generalmente, sar definito dal modulo k e dalla direzione e dal verso
coincidenti con quelli di propagazione dellonda; supponiamo che londa si propaghi lungo una
direzione x come nel disegno a pagina seguente.
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z
y
y
x
z
Dato che
possiamo scrivere
vettore qualsiasi nel sistema di riferimento
generico vettore:
Per il vettore
. Se vogliamo definire un
dobbiamo trovare le sue componenti. Per un
Questi prodotti scalari, essendo fatti tra versori, hanno modulo unitario, quindi dipendono solo
dal coseno dellangolo compreso: vengono quindi detti coseni direttori tra gli assi di
riferimento.
Ognuna delle componenti data da una somma, allora anche se prendiamo il vettore posizione
avr componenti nei due sistemi di riferimento. Se volessimo scrivere la componente x
rispetto a x, y, z:
ma
quindi
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Unonda non trasporta massa; ad esempio, la corda si muove quando viene messa in agitazione
dallonda, ma solo di moto oscillatorio, non di moto traslatorio, resta l. Londa trasporta
energia. Ad esempio unonda elettromagnetica trasporta energia proporzionalmente al
quadrato del campo elettrico (ci deriva dal teorema di Poynting, 1884):
Per lintensit, per, non possiamo operare nello stesso modo, dato che ha una dipendenza
quadratica:
La sovrapposizione delle intensit non la somma delle intensit, ed per questo che si
verificano dei fenomeni particolari, detti di interferenza, a causa dei quali lenergia si
ridistribuisce.
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3.3 Diffrazione
3.3.1 Principio di Huygens-Fresnel
Per unonda piana c una direzione di propagazione e quindi dei fronti donda perpendicolari
ad essa. Unonda perfettamente sinusoidale solo se infinita; se parte da un certo momento
non esatta. Allo stesso modo, quando scriviamo unonda come
dire che non dipende da y e da z significa dire che il fronte donda infinito, il che non avviene
nella realt. Ogni fronte donda reale ha estensione finita, e possiamo in particolare studiare
leffetto della finitezza del fronte donda considerando uno schermo forato che assorbe unonda
e la lascia passare solo attraverso il foro, oppure un ostacolo che intercetta e assorbe solo una
parte di un fronte donda esteso. Lesperienza (la luce che entra da una finestra, un ostacolo
che produce unombra) mostra che la porzione finita di fronte donda si propaga, almeno
approssimativamente, come se facesse parte di un fronte donda molto esteso; tuttavia
unanalisi pi dettagliata (la luce che passa attraverso un foro
piccolo, le onde del mare che entrano nel porto, ludibilit di un
suono anche dietro un ostacolo, ...) mostra che la propagazione
non avviene esattamente in quel modo; in particolare londa
tende ad allargarsi, propagandosi anche in direzioni che non
coincidono con quella di provenienza. Una analisi
dellequazione delle onde mostra poi che unonda piana ma con
un fronte donda finito non soddisfa lequazione stessa, in
particolare nellintorno del bordo del fronte donda.
messa in movimento dal sasso stesso; in tutte le altre posizioni londa arriva perch lacqua in
un punto messa in movimento dallacqua delle posizioni adiacenti. Unanaloga osservazione
pu essere fatta per il moto di una corda vibrante o di una barra elastica. Fresnel raccolse
queste osservazioni nel principio che afferma: La propagazione avviene nel seguente
modo: ogni punto di un fronte donda sorgente di unonda sferica di ampiezza
infinitesima (o meglio di una semi-sfera che propaga solo in avanti), e un successivo
fronte donda risulta dallinviluppo di tutti gli infiniti fronti donda di ampiezza
infinitesima. Se si considera una porzione finita di un fronte donda piano o sferico si vede
che questa modalit di propagazione produce, nella zona lontana dal bordo, un nuovo fronte
donda piano o sferico, mentre in prossimit del bordo si ha anche una propagazione in
direzioni che si disperdono attorno a quella originaria.
compreso tra
e
. Indichiamo con
unampiezza (dellonda) per unit di apertura
della fenditura, in modo che londa secondaria emessa da un tratto di fenditura di larghezza
infinitesima
abbia ampiezza infinitesima
. Londa proveniente dalla fenditura a
distanza dalla prima ( , , ) dalla prima (che funge quindi da riferimento) ha un ritardo
di fase di
(
,
, ) ed espressa da
; analogamente, preso come
riferimento londa emessa dal tratto infinitesimo al bordo della fenditura, londa emessa dal
tratto di larghezza
alla posizione ha un ritardo di fase di , ed espressa da
; sommando tutti i contributi provenienti dalla fenditura otteniamo
lampiezza
con
Ha un massimo principale in
, al centro
del lobo principale delimitato dai due zeri in
, e una serie di massimi secondari,
con valori rapidamente decrescenti, separati
da tutti gli altri zeri. La maggior parte
dellintensit dellonda che emerge dalla
fenditura si propaga quindi entro langolo
delimitato dai due primi zeri in
per
i primi zeri della funzione di diffrazione si troverebbero solo a
, e gli
angoli
(
) rimangono quindi molto allinterno dei primi zeri: la
funzione di diffrazione ha significato solo nella sua parte centrale, vicina al massimo
principale, e londa che emerge dalla fenditura unonda cilindrica la cui intensit
varia molto poco con langolo; la diffrazione dellonda inizialmente piana avviene al
primo grado;
per
i primi zeri della funzione di diffrazione si avvicinano agli angoli
,e
coincidono con essi quando
: londa che emerge dalla fenditura unonda cilindrica
la cui intensit declina allontanandosi dalla direzione in avanti (
), fino ad
annullarsi o quasi per
, cio per le onde che si allontanano dalla fenditura in
direzione parallela allo schermo;
per
i primi zeri della funzione di diffrazione sono agli angoli
, che delimitano il settore angolare entro cui si propaga la maggior parte dellenergia
dellonda (allesterno di questo settore vi sono solo i massimi secondari, che hanno
valori molto piccoli); ad esempio per
la propagazione avviene prevalentemente
entro
;
per
gli angoli
si avvicinano a zero, e il settore angolare entro cui
si propaga la maggior parte dellenergia dellonda si restringe; si noti tuttavia che per
si ha ancora
, e solo per
si riduce a
; quando
la propagazione avviene solo nelle direzioni vicinissime a quella dellonda
originaria, e i fenomeni diffrattivi divengono quindi quasi impercettibili.
Prima di passare attraverso la fenditura londa piana e c un vettore donda ben definito, ad
esempio k0, poi si sparpaglia, quindi questo non sar pi definito: c unincertezza sulla
componente perpendicolare. Il modulo non cambia dato che
42
ma dopo che passa attraverso la fenditura, poich il modulo deve restare costante,
e la componente perpendicolare del vettore donda in realt assume tutti i valori perch londa
si propaga in tutte le direzioni. Siccome
ma
3.4 Interferenza
Lequazione delle onde lineare: la somma di due (o pi) soluzioni ancora una soluzione;
lintensit dellonda, tuttavia, essendo una funzione quadratica, non funzione lineare del
campo. Quando si sovrappongono due (o pi) onde, quindi:
il campo risultante la somma (in generale vettoriale) dei campi ad ogni istante: le
ampiezze si sommano, a causa della linearit dellequazione delle onde;
lintensit risultante non necessariamente la somma delle intensit;
che hanno:
stessa direzione: se le direzioni sono diverse avvengono gli stessi fenomeni descritti nel
seguito ma con una dipendenza dalla posizione (almeno 2-D dato che vi sono almeno 2
direzioni diverse) pi complessa; notiamo che stessa direzione e stessa frequenza
implicano che i vettori donda sono identici, a meno del verso; consideriamo per ora
vettori donda di identico verso;
stessa polarizzazione: due onde di identico vettore donda e polarizzazioni diverse
costituiscono unonda polarizzata, in genere ellitticamente; si pu mostrare che se le
due polarizzazioni diverse sono ortogonali lintensit dellonda risultante
indipendente dallo sfasamento tra le due componenti, ed pari alla somma delle due
intensit.
Una fase ridefinibile arbitrariamente ridefinendo lorigine dei tempi, quindi contano solo le
differenze di fase e possiamo sempre scrivere
con
Vi sono due possibilit per la differenza di fase tra le due onde che si sovrappongono: se essa
una quantit definita, che non varia nel tempo, le due onde si dicono coerenti; se invece,
come normalmente accade, essa una quantit che varia, con continuit o a salti, le due onde
si dicono non coerenti.
44
),
per
: le onde si dicono in
opposizione di fase e danno luogo a uninterferenza distruttiva;
per
danno luogo a uninterferenza costruttiva.
si ha
Definita la coerenza, possiamo notare che unonda polarizzata oppure no a seconda che le sue
due componenti trasversali indipendenti siano coerenti oppure no.
In generale, due onde piane monocromatiche perfette con coerenza spaziale e temporale danno
sempre origine a fenomeni di interferenza. Se le onde non sono perfette potrebbero esserci dei
salti o delle variazioni.
Due onde di questo genere non potranno mai interferire, tuttavia potremmo esaminare un
periodo di tempo nel quale sono coerenti; in tal caso si potrebbe avere interferenza.
Per realizzare un esperimento di interferenza aveva bisogno di due sorgenti di luce coerenti; se
anche si prendono due lampadine che emettono luce di uguale lunghezza donda, ogni impulso
inizierebbe con fase casuale, quindi le due sorgenti non sarebbero mai in fase e non si potrebbe
mai avere interferenza. Per avere due sorgenti coerenti, quindi, si pu usare uno
stratagemma: utilizzare una sola sorgente luminosa e porle davanti uno schermo con due
fenditure (similmente a quanto avevamo detto prima parlando della diffrazione, in cui
avevamo una sola fenditura). In questo modo il fronte donda arriva nello stesso istante su
entrambe le fenditure, quindi ci saranno gli stessi salti di fase, e queste funzioneranno come
due sorgenti coerenti.
Quello che si osserva come risultato , posto uno schermo a una certa distanza dalle due
fenditure, unalternanza di frange chiare e scure, dovuta proprio ai fenomeni di interferenza.
46
I due raggi luminosi arriveranno nel punto Q con una differenza di fase data da
Dal momento che lintensit della luce uscente dalle due fenditure uguale, si pu scrivere:
Il coseno varia tra 0 e 1, quindi si possono ottenere dei punti di intensit nulla, che saranno
appunto i minimi, e dei punti di intensit quadrupla, cio i massimi.
Si avr un massimo quando la funzione coseno ha il valore massimo, cio 1, quindi
47
e la loro intensit
).
Per quanto riguarda i minimi, invece, occorre che sia nullo il numeratore, cio
In realt si osservano molti minimi compresi tra i massimi principali, quindi ci devono essere
dei massimi secondari, ottenibili imponendo che
e lampiezza complessa
e che quindi
49
e quindi
La seconda onda avr la stessa ampiezza e lo stesso numero donda, ma vogliamo tenerci la
libert sulla fase iniziale, quindi scriviamo
Abbiamo utilizzato questa notazione perch abbiamo una funzione del solo tempo e una della
sola posizione; se una di queste due quantit fosse reale potremmo farla uscire dal segno di
parte reale, infatti, in generale, se e sono due numeri complessi, e reale,
ma
50
Sicuramente
un complesso; il primo termine pu essere invece reale. Prima di tutto
possiamo raccogliere
; inoltre se
possiamo scrivere
Adesso questa sovrapposizione proprio il prodotto tra una funzione della sola posizione e una
del solo tempo. Se invece
avremo che
Si ha unonda in cui la configurazione del campo rimane sempre identica a se stessa, e viene
moltiplicata da una funzione che oscilla in modo armonico tra
e . Non si ha pi unonda
che viaggia, ma in ogni punto (per ogni ) si ha unampiezza determinata (compresa tra 0 e
) di unoscillazione che la stessa per tutti i punti: tutti i punti oscillano in fase. Si ha,
cio, unonda che non viaggia, ed chiamata onda stazionaria; anche da un punto di vista
energetico si pu mostrare che lintensit (quindi la potenza esercitata dallonda) oscilla con
media nulla. I punti ove lampiezza nulla sono chiamati nodi, mentre quelli ove lampiezza
massima sono chiamati ventri.
Se unonda progressiva e una regressiva, con le condizioni che abbiamo imposto, si incontrano,
otteniamo unonda di questo tipo, quindi possiamo bloccare i nodi; allora, se prendiamo una
corda bloccata a un estremo e la agitiamo dallaltra parte abbiamo un vincolo che fa ritornare
indietro la perturbazione, cio fa riflettere londa, quindi si former per forza un nodo
nellestremo vincolato e londa riflessa, sovrapponendosi allonda incidente, dar origine a
unonda stazionaria (chiaramente ci troviamo in una condizione in cui la corda sia ideale, cio
non vi siano attriti, viscosit, eccetera). Se vincoliamo anche laltro estremo avremo una
riflessione anche in questo punto, quindi londa continuer a rimbalzare avanti e indietro.
Se laltro estremo lo lasciamo libero londa stazionaria si forma lo stesso, ma si ha un ventre:
ci succede, ad esempio, in una canna dorgano o in una frusta, che infatti schiocca proprio
perch si riflette londa che viaggia su di essa. Il vincolo riflette londa perch subisce una forza
oscillante e, stando fermo, reagisce producendo una forza oscillante uguale e contraria, cio fa
51
riflettere londa. Per lestremo libero avviene diversamente, e non importante ai fini della
nostra trattazione.
Esaminiamo meglio questonda stazionaria, prendendo come origine lestremo a sinistra. I nodi
successivi sono i successivi zeri del seno.
dove m un qualunque numero intero. Ci significa che i nodi saranno in queste posizioni, ma
se la lunghezza della corda L avremo unonda stazionaria quando questa un multiplo della
met della lunghezza donda, cio
Quindi, se prendiamo una corda vincolata agli estremi e cerchiamo di far formare delle onde
stazionarie, per
la lunghezza della corda coincider con il primo nodo.Questa la
frequenza fondamentale; tutte le altre (
) sono dette armoniche.
Fissata la lunghezza, solo alcune frequenze precise daranno origine a onde stazionarie. Molti
strumenti musicali si basano proprio su questo principio fisico.
Possiamo notare, inoltre, che lequazione delle onde in questo caso pu essere scritta come
detta equazione di Helmholtz, dal nome di Hermann von Helmholtz (1821 1894).
Il fatto che londa sia espressa come un prodotto tra una funzione della posizione e una
funzione del tempo, per, significa che questo lunico modo per scrivere unonda stazionaria o
se ne possono ottenere altre in forme diverse? Cerchiamo in modo sistematico le soluzioni
dellequazione delle onde per capirlo.
52
Andiamo a esplorare un caso specifico, cio londa vincolata alle sue estremit.
Queste condizioni che abbiamo imposto sono omogenee, cio si ha lo 0. Per questo problema
cerchiamo soluzioni del tipo a variabili separabili, cio
Il primo membro una funzione della sola x, il secondo del solo tempo, mentre il dominio, sia
spaziale sia temporale, finito. Possiamo tenere fissa la x e far variare il tempo, e viceversa,
quindi queste due possono essere uguali solo se possono essere uguali a una stessa costante, c,
che ha delle dimensioni fisiche:
Dal punto di vista matematico, abbiamo considerato degli operatori (nella fattispecie operatori
differenziali, ma si potrebbero considerare operatori anche di una classe pi ampia) che in
generale trasformano una funzione in unaltra, e abbiamo cercato le funzioni sulle quali la loro
azione si riduce alla moltiplicazione per una costante. Queste funzioni si chiamano
autofunzioni di quelloperatore, e i valori della costante per le quali il problema ammette
soluzione si chiamano autovalori delloperatore; si dice anche che una certa autofunzione
corrisponde (o appartiene) a un certo autovalore. La ricerca degli autovalori e delle
autofunzioni chiamata il problema agli autovalori e alle autofunzioni per un certo
operatore.
Siccome u certamente reale, stiamo ragionando nel campo reale, quindi abbiamo due casi:
1)
Qualunque combinazione lineare di due soluzioni ancora una soluzione quindi
2)
Anche questa esiste qualunque sia c, quindi non abbiamo problemi. Abbiamo posto delle
condizioni al contorno che non dipendono dal tempo.
53
reale, quindi
Significher che laltra condizione al contorno non potr mai essere soddisfatta, quindi questa
soluzione non accettabile!
2)
immaginario quindi
54
Cosa abbiamo trovato? Unespressione in cui presente solo il seno; cercando la soluzione in
generale ci rimane solo il seno con dei valori di ben definiti, ma
In questo caso ogni valore di c un autovalore, allora si dice che questo autovalore appartiene
a questa autofunzione. Le condizioni al contorno vanno a selezionare le possibili autofunzioni.
Allora grazie alle condizioni al contorno gli autovalori possibili sono solo una infinit
numerabile, quindi abbiamo una successione discreta di autovalori e a ciascuno di questi
corrisponde unautofunzione. Ci dovuto al fatto che sul tempo non avevamo condizioni al
contorno, mentre sulla posizione ce ne sono due. Linsieme degli autovalori di un
operatore detto spettro: nel primo caso abbiamo uno spettro continuo, nel secondo caso
discreto. Ognuna di queste autofunzioni unonda stazionaria. Avevamo visto che il problema
era omogeneo e una combinazione lineare di due soluzioni era ancora una soluzione. Siamo in
una situazione a variabili separate, quindi ogni punto della corda oscilla con la stessa
frequenza con delle relazioni di fase fisse, quindi questi modi di muoversi nel campo sono detti
modi normali di vibrazione. Quali sono? Sono determinati dalle caratteristiche del sistema
fisico considerato: la velocit, il vettore donda, la lunghezza della corda; quindi, le frequenze
dei modi normali sono dette frequenze proprie del sistema e dipendono dalle sue
caratteristiche proprie, come la sua geometria. Possiamo produrre delle onde con diverse
ampiezze.
Per questo problema abbiamo delle soluzioni del tipo (con
55
Ora, quella che abbiamo appena ottenuto non pi unonda stazionaria. Possiamo tornare al
problema di partenza; possiamo chiederci: queste soluzioni che abbiamo generato sono un
sottoinsieme delle soluzioni del problema o sono proprio tutte le soluzioni del problema?
Mettiamoci nelle condizioni pi comode, con tempo iniziale nullo. Grazie alla serie di Fourier,
una qualunque funzione periodica pu essere ottenuta come sovrapposizione di sinusoidi.
Possiamo prendere una qualunque funzione che soddisfa le condizioni al contorno.
Sono discrete, ma rispetto al nostro problema sono molto pi fitte, cio lintervallo di
frequenze grande rispetto allo spazio tra ciascuna frequenza. Se prendiamo un intervallo di
frequenze abbastanza grande troveremo sempre lo stesso numero di frequenze al suo interno,
quindi si definisce la densit di frequenze:
56
Otteniamo una costante che non dipende dalla frequenza. Ci deriva dal fatto che
siamo in un caso monodimensionale. Se le frequenze fossero molto fitte la somma potrebbe
essere scritta come un integrale, quindi una somma discreta in certi casi pu diventare una
somma continua.
Il calcolo delle frequenze proprie delle onde elettromagnetiche stazionarie in una cavit avente
pareti perfettamente riflettenti fornisce, invece,
, la cui
ma dato che
,
, allora tutto il termine
con lunghezza donda maggiore. Questo vale anche se
linterpretazione fisica molto chiara e semplice se
sempre unonda, ma
non piccolo, finora, ma
.
Nel momento in cui il termine davanti allesponenziale non pi costante la dipendenza dal
tempo non pi solo nel secondo termine, ma varia molto pi lentamente dellesponenziale.
Abbiamo ottenuto unonda che ha una parte che oscilla velocemente, cio londa portante, e
una parte che oscilla lentamente, detta modulante, che appunto modula lampiezza della
57
prima. Tra laltro la lunghezza donda della portante la media delle due lunghezze donda
iniziali. Quella che si ottiene unonda detta modulata.
Se stiamo nel contesto in cui siamo stati fino ad ora, cio se valgono queste condizioni:
58
da
a
. Un pacchetto donda costruito sovrapponendo pi sinusoidi: un pacchetto
donda pu essere localizzato.
Se sommiamo pi onde con ampiezze massime che potrebbero essere tutte diverse avremo
diversi vettori donda e anche diverse fasi. Limportante che tutti i vettori donda stiano in un
intervallo piccolo rispetto al loro valore medio.
60
, quindi
Siccome abbiamo preso con pesi uguali tutti i vettori donda compresi tra
un valore medio. Questa funzione si annulla quando
cio quando
La modulata oscilla pi volte allinterno della modulante. Londa in gran parte compresa nel
massimo centrale, quindi il pacchetto donda praticamente localizzato e ha unampiezza
fissata. Possiamo prendere lintervallo tra i due primi zeri, o il semi-intervallo: . Londa
localizzata in
con unincertezza
Troviamo questo legame che molto simile a quando abbiamo esaminato la diffrazione in una
fenditura. Entrambi i casi sono conseguenza dellequazione delle onde.
Ricordiamo che la singola onda monocromatica si muove con la velocit di fase,
Se il mezzo non dispersivo queste sono uguali, ma se la legge di dispersione non lineare
londa di lunghezza donda pi breve si muove pi velocemente di una con lunghezza donda
minore. La velocit di gruppo, graficamente, la pendenza della tangente.
vf,2
vg
vf,1
Il pacchetto viaggia con la velocit di gruppo che maggiore di tutte le velocit di fase. Se la
concavit verso il basso succede il contrario. La tangente avr pendenza minore delle corde
quindi il pacchetto si muover con velocit minore di tutte le velocit di fase.
62
In questo caso il pacchetto si muoverebbe con velocit opposta a quella di tutte le componenti.
Ci, chiaramente, non rappresenta un caso fisico reale.
Ritorniamo al discorso di prima. Avevamo osservato che londa localizzata in
unincertezza
con
e nel 1880 Hertz si accorse che esse implicavano lesistenza di onde elettromagnetiche, e le
trov. Si scopr poi che viaggiavano alla stessa velocit della luce, e questa doveva quindi
essere unonda elettromagnetica. La descrizione della luce era completa. Anche la descrizione
di tutti gli altri fenomeni fisici sembrava completa, infatti le altre formule fondamentali erano
state trovate.
63
Il principio di conservazione della carica elettrica, che ad oggi vale sempre, in qualsiasi scala:
La legge di Lorentz:
A questo punto si pensava fosse possibile descrivere tutti i fenomeni fisici. Addirittura lo
stesso Maxwell, nel 1871, affermava: opinione comune che entro pochi anni tutte le grandi
costanti fisiche saranno state valutate e la sola cosa che rester da fare agli scienziati sar
quella di raffinare la loro misura di un altro decimale. Ventanni dopo era Lord Kelvin a
ribadire: Abbiamo scoperto tutto ci che si poteva scoprire nel campo delle scienze fisiche. Il
resto non comporta altro che misurazioni sempre pi perfezionate.
Certamente non avrebbero mai potuto immaginare quale rivoluzione stesse per avvenire nel
mondo della fisica.
64
Parte II:
Meccanica quantistica
65
Tra il 1870 e il 1880 due leggi empiriche formalizzarono due delle caratteristiche di tale
radiazione.
Se indichiamo con la lunghezza donda a cui corrisponde la frequenza del massimo, vale la
legge dello spostamento di Wien, che prende il nome dallo scienziato Wilhelm Wien (1864
1928):
67
dove
la costante di Stefan Boltzmann; in altre parole,
lemissivit (integrata) proporzionale alla quarta potenza della temperatura della superficie.
La legge fu scoperta sperimentalmente da Joef Stefan (1835 1893) nel 1879 e spiegata
teoricamente da Ludwig Boltzmann (1844 1906) nel 1884. Se la temperatura della superficie
bassa, il massimo di emissione corrisponde allinfrarosso, quindi non visibile allocchio
umano, mentre se alta si sposta nel visibile (metalli fusi, stelle).
Si rendeva necessaria, tuttavia, una relazione che descrivesse la densit di energia della
radiazione emessa in funzione della lunghezza donda e della temperatura. Vennero proposte
due funzioni, la prima da parte di Wien:
valida per solo alle basse frequenze, la seconda da parte di Rubens e Karlbaum:
valida per ad alte frequenze. In altre parole, non era possibile una reale descrizione dello
spettro di emissione valida per tutte le serie della lunghezza donda tramite una funzione
matematica. Se, tuttavia, abbiamo una distribuzione di energia media costante della
radiazione, possiamo definire una densit di energia monocromatica, cio lenergia media
per unit di volume e frequenza, equivalente alla densit di energia emessa in funzione della
lunghezza donda e della temperatura. Definendola anchessa con u, si dimostra che
dove indica lenergia media delle singole cariche oscillanti. Nella meccanica statistica
classica, lo stato di moto di una particella avente energia
somma tra energia cinetica e potenziale, non pu essere dettagliato, se si tratta di una
particella di un gas ideale. Possiamo per trovare lenergia media alla temperatura di
equilibrio:
dove con P si intende la probabilit che una particella si trovi nello stato con energia E, data
dalla distribuzione di Boltzmann:
dove con Z si intende la funzione di partizione, cio la somma su tutti gli stati possibili:
69
Nella fisica classica possibile conoscere posizione e quantit di moto, e quindi lenergia di un
singolo oscillatore:
T1
T2
Tale fenomeno era detto infatti catastrofe ultravioletta, proprio perch ad alte frequenze,
come quelle dellultravioletto, la densit tendeva a valori infiniti.
70
deriva dalle equazioni di Maxwell; indica il numero di onde stazionarie per unit di volume e
frequenza nella cavit; viene anche detto densit di modi normali. Il secondo termine, invece,
deriva dalla teoria cinetica dei gas. Planck trov un risultato completamente diverso in modo
empirico, pur non capendo del tutto cosa aveva trovato: ci fu spiegato da Einstein cinque
anni dopo. Nel 1900, tent di riprodurre il dato sperimentale; dopo un lungo lavoro, tuttavia,
non ci riusc e decise di lasciar perdere il punto di vista fisico e di passare allaspetto
matematico: cap che lunica strada possibile era di trasformare lintegrale in una somma
discreta. Ipotizz che lenergia di un singolo oscillatore dovesse essere un multiplo
intero di una quantit che dipendeva linearmente dalla frequenza, che assumeva
solo dei valori discreti.
con
La frequenza
quindi la costante h doveva avere delle dimensioni per far quadrare il bilancio dimensionale.
Lenergia media, quindi, diventa:
A questo punto, la costante h non era nota, quindi Planck prese una curva sperimentale a una
certa temperatura e cerc il valore migliore di h per interpolarla. Il valore che trov fu:
71
Oggi, inoltre, sappiamo che la formula introdotta da Planck sbagliata; quella corretta
dove la quantit
72
La scoperta dell'effetto fotoelettrico si deve a Heinrich Hertz (1857 -1894), il fisico tedesco
che per primo riusc a confermare sperimentalmente l'esistenza delle onde elettromagnetiche
previste da Maxwell. Durante i suoi esperimenti con una rudimentale antenna da egli stesso
costruita, Hertz si accorse che la scintilla che il suo apparato di rivelazione per onde
elettromagnetiche generava era molto pi intensa quando essa era esposta alla luce
ultravioletta prodotta, ad esempio, da un'altra scintilla o da una lampada ad arco. Hertz
indag per mesi il curioso fenomeno riuscendo a individuarne le caratteristiche, senza per
riuscire a sviluppare alcuna teoria che lo spiegasse.
Si deve a Joseph John Thomson (1856 1940), lo scopritore dell'elettrone, l'intuizione capace
di spiegare cosa accadeva nell'effetto fotoelettrico. Thomson, forte del concetto ignoto a Hertz,
che la corrente altro non che un flusso ordinato di elettroni, sugger che fosse la luce
ultravioletta a "scalzare" gli elettroni dal metallo e che questi quindi potessero amplificare la
scintilla generata dall'apparato di rivelazione delle onde elettromagnetiche.
Gli studi pi approfonditi sull'effetto fotoelettrico, che rivelarono il suo carattere irriducibile
alla teoria ondulatoria delle luce, si devono a Philippe Lenard (1862-1947), uno dei principali
assistenti di Hertz. Con i suoi esperimenti Lenard conferm pienamente l'ipotesi di Thomson:
se un raggio di luce colpisce una superficie metallica, esso in grado di espellere dal metallo
stesso degli elettroni che vengono quindi indicati con il termine fotoelettroni.
Una radiazione elettromagnetica monocromatica viene indirizzata verso una lastra di metallo.
Tale lastra (catodo) mantenuta da un generatore a potenziale minore rispetto ad unaltra
lastra di metallo (anodo). Quando la radiazione scalza gli elettroni dal catodo, essi, grazie
alla differenza di potenziale esistente tra le due lastre, raggiungono lanodo. In tal modo
lamperometro posto nel circuito rileva il passaggio di corrente ad una determinata intensit.
Se viene poi scambiata la differenza di potenziale, ovvero viene fatto assumere potenziale
73
Nel 1905 Albert Einstein (1879 1955) forn una spiegazione dei fatti sperimentali
partendo dal principio che la radiazione incidente possedesse energia quantizzata,
74
Tale lavoro pari allenergia potenziale elettrostatica dellelettrone, ovvero il valore opposto
dellenergia che il sistema spende per vincolare lelettrone. Essa esprimibile mediante il
prodotto tra la carica elettronica e il potenziale che il reticolo positivo del solido crea
sullelettrone stesso, quindi:
La teoria euristica di Einstein riesce a spiegare tutti i dati sperimentali che leffetto
fotoelettrico pone. Infatti, oltre a spiegare la presenza della frequenza di soglia, individua una
formula per il calcolo del potenziale darresto: da essa chiaro che tale potenziale dipende solo
dalla frequenza della radiazione ( ) e dalla natura della sostanza ( infatti caratteristico dei
legami delle diverse sostanze). La teoria quantistica della luce, applicata alleffetto
fotoelettrico, spiega anche perch il tempo impiegato dagli elettroni per rompere i legami sia
quasi nullo anche ad intensit di radiazione basse: infatti se una radiazione ha bassa intensit
e quindi trasporta poca energia, ci significa che il numero dei quanti trasportati basso;
ciascun quanto tuttavia (se superata la frequenza di soglia) ha la capacit di estrarre un
elettrone. Lintensit di radiazione non influisce sul tempo di estrazione bens sul
numero degli elettroni estratti che cresce al crescere del numero dei quanti
trasportati. Essa influisce di conseguenza sullintensit elettronica che viene
rilevata, come ottenuto sperimentalmente.
Secondo la teoria di Einstein, la funzione che lega il potenziale darresto con la frequenza della
radiazione incidente rappresentabile in un diagramma cartesiano da una retta che ha un
75
coefficiente angolare costante, indipendente cio dalla sostanza utilizzata come catodo,
(
, ovvero un rapporto tra due costanti). Questa considerazione teorica fu confermata
dagli esperimenti eseguiti da R.A. Millkan con sodio e litio quali catodi a diverse frequenze.
Riportando i dati ottenuti su un piano cartesiano egli rilev quanto era stato teoricamente
descritto da Einstein.
oscillazione con la stessa frequenza dellonda incidente, ma si muove dopo lurto con il fotone,
quindi cambia la sua quantit di moto. Supponiamo di porre un rilevatore di raggi X in
funzione della lunghezza donda a un certo angolo . Ci aspetteremmo che la lunghezza donda
restasse invariata, e ci si verifica per
, ma se
troviamo un altro picco a una diversa lunghezza donda.
Ci significa che alcuni fotoni si comportano classicamente, ma
altri si comportano come particelle dando origine alleffetto
Compton: causano un urto anelastico con gli elettroni; in base
allo spostamento di lunghezza donda si trova nuovamente la
costante di Planck. Lenergia di un fotone, come ipotizzato da
Planck,
. Se si considera lo stesso anche come una
particella di quantit di moto , la sua energia sar anche:
77
Ipotizziamo di realizzare un esperimento alla Young utilizzando una luce verde, la cui
lunghezza donda di 0,5 micron; lenergia trasportata dalla luce sar
78
Se la distanza dal foro allo schermo di 3 metri, il tempo necessario al fotone per arrivare
Dato che la potenza molto bassa, quando parte il secondo fotone il primo gi arrivato;
eppure ciascuno di essi esce da una sola fenditura, quindi com possibile che ci sia
interferenza? Dovremmo dire che il fotone passato da entrambe le fessure.
In questo esperimento si mette in evidenza laspetto ondulatorio della luce quando attraversa
le due fenditure, e quando c interferenza sullo schermo il comportamento particellare: ogni
fotone viene ceduto a un solo elettrone per volta.
In Germania Wilhelm Conrad Rntgen (1845 1923) e in Inghilterra Sir William Henry
Bragg (1862 1942) con il figlio Sir William Lawrence Bragg (1890 1971) condussero
degli esperimenti con i raggi X, utilizzando un collimatore per avere (in prima
approssimazione) unonda elettromagnetica piana monocromatica e facendola incidere su un
cristallo con diversi angoli. Misurarono lintensit dei raggi diffusi dal cristallo con un angolo
di riflessione uguale allangolo di incidenza, anche se poi definirono come angolo di Bragg il
suo complementare. Lintensit in funzione di tale angolo viene misurata in riflessione. Sia
langolo di Bragg; in seguito si hanno due esempi di distribuzioni dellintensit.
79
Si trovano dei picchi (picchi di Bragg) solo a determinati angoli; se si facesse lo stesso con un
vetro non si osserverebbero, perch non c ordine a lungo raggio, tipico dei cristalli, ma si
avrebbe uno spettro continuo.
Questo fenomeno avviene con i raggi X ed un fenomeno di interferenza: dovuto alla
diffrazione provocata dallinterazione di unonda elettromagnetica con un sistema ordinato.
Nel cristallo, i nuclei sono disposti regolarmente, e gli elettroni sono di due tipi: quelli di core,
che stanno intorno al nucleo, e quelli di valenza, che sono dispersi nel volume, cio sono
delocalizzati (elettroni di Bloch).
Quando arriva londa elettromagnetica, gli elettroni vengono colpiti e diventano a loro volta
sorgenti di onde elettromagnetiche, alla stessa lunghezza donda di quella incidente, quindi di
raggi X nel nostro caso (trascuriamo leffetto Compton).
Max von Laue (1879 1960) vinse il premio Nobel per la fisica nel 1914 proprio per la scoperta
della diffrazione dei raggi X da parte dei cristalli.
I Bragg concepirono il cristallo come una serie di piani cristallografici, che hanno una
periodicit semplice, dove il periodo la distanza tra due piani primi vicini. Consideriamo, ad
esempio, due piani partendo dalla superficie del cristallo.
Quando
cio la lunghezza donda deve essere dellordine dellangstrom, quindi si verifica solo
con i raggi X. Consideriamo solo i massimi principali, poi ruotiamo il cristallo per osservarli
tutti oppure utilizziamo una polvere.
80
Clinton Joseph Davisson (1881 1958) e Lester Halbert Germer (1896 1971) nel 1927,
ai Bell Labs, realizzarono un importante esperimento. Fecero passare una corrente molto
intensa attraverso un filamento che, per effetto termoionico, faceva uscire alcuni elettroni, che
poi furono accelerati con un campo elettrico in un condensatore, il cui secondo elettrodo era
una sorta di griglia che permetteva agli elettroni di passare, per poi essere collimati. Questo
fascio di elettroni fu inviato contro un bersaglio di nichel cristallino, che era gi stato misurato
con la diffrazione di raggi X con la medesima geometria.
Se fosse stata valida la meccanica classica, si sarebbero dovuti calcolare gli urti tra gli
elettroni accelerati e quelli del cristallo. In questo esperimento per si misur la corrente
elettronica in uscita in funzione dellangolo di Bragg, variando gli angoli e tabulando i
risultati.
Sorprendentemente, constatarono che le
posizioni dei massimi rispettavano la legge di
Bragg. Ci non poteva essere spiegato considerando
gli elettroni semplicemente come delle particelle,
perch si tratta di un fenomeno tipicamente
ondulatorio, perci si doveva associare
allelettrone unonda, la cui lunghezza doveva
essere dellordine dellangstrom, come per i raggi X.
La formula che si ricava per tale lunghezza donda
la seguente:
e il vettore
la costante di Planck ridotta. Perch questa onda viene detta di fase? Il fotone una
particella, ma non si sa bene di che tipo, e lo stesso fa de Broglie con questonda.
Usando la notazione esponenziale complessa, possiamo esprimerla come
quindi non costante, mentre per un fotone sempre uguale alla velocit della luce.
La velocit di gruppo, invece,
82
Essa risulta essere uguale alla met della velocit di gruppo, cio la met della velocit
dellelettrone.
In questo modo, comunque, viene espresso completamente il dualismo onda-particella sia per
la radiazione elettromagnetica sia per le particelle dotate di massa. Il risultato che trova de
Broglie paradossale, ma non viene criticato perch le sue ipotesi vengono confermate
dallesperimento di Davisson-Germer e da quello di Thomson. George Paget Thomson (1892
1975) scopr infatti la diffrazione degli elettroni indipendentemente da Davisson e Germer;
ironicamente, suo padre era proprio Joseph John Thomson (1856 1940), lo scopritore
dellelettrone come particella.
83
Per avere maggiore certezza sulla posizione possiamo ridurre , ma avremo unincertezza
maggiore sulla velocit; comunque possiamo definire la quantit di moto:
Ha senso tutto ci? Per ragionare su questo bisogna tener presente una scala microscopica.
Nella fisica classica cera sempre stato il dibattito tra chi sosteneva che la materia fosse un
continuo e chi sosteneva che fosse un discreto. Latomo di Democrito era unentit metafisica;
come idea fisica viene solo nel 700 a Lavoisier. Non cera per unevidenza sperimentale che la
materia fosse costituita da atomi. Anche Mach riteneva che gli atomi fossero utili invenzioni.
Lesperienza di Millikan nel 1909, perci, fu importantissima, perch dimostr che la carica
dellelettrone era quantizzata.
Se la materia un continuo, possiamo suddividerla allinfinito ed avr sempre le stesse
propriet, ma se discreta ci non possibile. Nella fisica pre-quantistica, costruita con la
materia pensata come un continuo, nella misurazione di una qualsiasi grandezza si aveva
sempre qualche errore dovuto alla non perfezione dello strumento, ma nulla vietava che si
potesse pensare, come caso limite, di avere una misura del tutto esatta. Un altro aspetto che
quando facciamo una misura c sempre uninterazione con lo strumento di misura. Possiamo
immaginare una successione di perturbazioni sempre pi piccole finch non si ottiene, al
limite, una misura non perturbata. Non abbiamo nessun problema concettuale se la materia
un continuo.
Se, per, la materia un discreto, non vero che, per quanto piccola sia una frazione di
materia, possiamo sempre fare questo procedimento. Siccome la materia discreta, lidea che
una certa quantit esista come entit in s, implica che non ci sia interazione, perch se
vogliamo misurarla ci deve per forza essere qualche interazione, quindi una perturbazione. C
un limite concettuale al fatto che si possa rendere trascurabile questa interazione. Non vero
che esiste una grandezza che ha un valore intrinseco, quindi la misura inesorabilmente
perturba loggetto che si misura. La descrizione delloperazione di misura non un accessorio
della descrizione dei fenomeni fisici. Ad esempio, la luce trasporta quantit di moto, e ha una
certa pressione di radiazione. Lenergia portata dalla luce solare per unit di tempo e di area
di circa 1 kW/m2, quindi la quantit di moto per unit di tempo e di area, cio la pressione di
radiazione, circa
cio meno della forza di 1 milligrammo. Per oggetti macroscopici del tutto trascurabile, ma
non cos per un fotone, avente quantit di moto
84
quindi circa
: la massa di un elettrone di circa
, perci un fotone ha una
quantit di moto uguale a quella di un elettrone che viaggia a 1000 m/s, quindi se la lunghezza
donda ancora minore lurto notevole. La luce esercita una pressione; su una cellula non
comunque sufficiente, ma se pensassimo di mettere un elettrone in un microscopio, questo
verrebbe spazzato via dal fotone che lo colpisce. Noi, inoltre, osserviamo solo la luce che nel
cono, ma a seconda della direzione del fotone che colpisce lelettrone non sappiamo poi in che
direzione si diriga dopo lurto. Sappiamo solo che si conserva la quantit di moto, ma non
abbiamo una certezza su quella dei fotoni, quindi neanche su quella dellelettrone. Possiamo
pensare di stringere la lente del microscopio, ma cos si abbassa il potere risolutivo.
Anche la radiazione, in ultima analisi, discreta, quindi se vogliamo misurare una
caratteristica dellelettrone dovremo descrivere come avviene la misura, perch ci sar sempre
uninterazione, e non sar mai possibile misurare tutto: per avere una maggiore precisione
avremo pi incertezza in unaltra grandezza. Sappiamo che il prodotto tra una coordinata
generalizzata e il suo momento coniugato ha sempre le dimensioni di unazione, infatti la
costante di Planck ha come dimensioni il joule per secondo. Non possiamo neanche pensare
teoricamente a uno strumento di misura che eviti questa incertezza. Allora, lidea di
associare ad ogni particella unonda con lunghezza donda di de Broglie; se le
associamo un pacchetto donda sicuramente sar soggetta a una certa indeterminazione. Posto
che a una quantit di moto si associa
e viceversa londa di de Broglie ha
, se
pensiamo al pacchetto donda, che viaggia con la velocit di gruppo, dovr viaggiare con la
velocit della particella per poterla descrivere. La velocit non ben definita perch non lo
neanche la posizione, ma la quantit di moto conserva il suo significato, quindi possiamo
scrivere
85
La pi semplice equazione delle onde di questo tipo lequazione di Schrdinger; per una
particella libera che si muove lungo una sola direzione ha questa forma:
86
In questo modo abbiamo verificato che lequazione di Schrdinger viene soddisfatta per la
funzione donda che abbiamo definito prima.
Dal momento che la soluzione sinusoidale, lequazione
, descrive unonda
viaggiante lungo la direzione x con numero donda e velocit angolare , assumeremo che
rappresenti una particella libera che si muove lungo la direzione x con una quantit
di moto
ed energia
dove
e
sono costanti complesse arbitrarie, soluzione dellequazione di Schrdinger; ci
pu essere verificato facilmente con una sostituzione diretta. Infatti, la soluzione pi generale
una sovrapposizione di onde sinusoidali con tutte le possibili frequenze angolari e numeri
donda:
87
con
In questa sovrapposizione,
una funzione complessa arbitraria di e lintegrale
rappresenta la somma su tutti i possibili valori di . Se la funzione
tale che la somma
implica un ristretto intervallo di numeri donda intorno a un valore positivo , questa
sovrapposizione conduce a un pacchetto donda che si muove nella direzione positiva delle x
con una velocit di gruppo
. Un pacchetto donda di questo tipo rappresenta una
particella quantistica che si muove con velocit
, ma con posizione e quantit di moto in
accordo con il principio di indeterminazione di Heisenberg. La velocit di fase, invece, risulta
ancora
lequazione di
Questa funzione donda rappresenta una particella con energia totale completamente definita
E e quantit di moto date da
Nei successivi capitoli troveremo soluzioni dellequazione di Schrdinger per diversi campi di
energia potenziale, tra cui il caso pi importante dellenergia potenziale coulombiana di un
elettrone in un atomo. Ma il nostro prossimo obiettivo quello di comprendere il significato
dellequazione di Schrdinger. Come ultimo dettaglio, si noti che in meccanica classica
lenergia potenziale viene sempre indicata con U e viene definito il potenziale V; in meccanica
quantistica, invece, essa viene indicata con V.
5.2.1 Probabilit
A causa dellimportanza della probabilit nelle misure quantistiche, considereremo
brevemente come le variabili casuali discrete e continue sono governate dalle distribuzioni di
probabilit.
Variabili casuali discrete
Consideriamo un processo o un esperimento con risultati possibili descritti da una variabile
casuale discreta che pu assumere valori , , , con probabilit , , , . Linsieme
di probabilit
chiamato distribuzione di probabilit. Dal momento che la probabilit totale
di tutti i possibili risultati uguale a uno, la distribuzione di probabilit
deve soddisfare la
condizione di normalizzazione
89
La distribuzione di probabilit
pu essere utilizzata per valutare il valore di aspettazione
per la variabile casuale . Questo il valore medio dei molti possibili risultati che si
possono verificare quando il processo o lesperimento si ripete un infinito numero di volte. Esso
La probabile dispersione nei risultati attorno a questo valore di aspettazione data dalla
deviazione standard o incertezza in x, che indicheremo con . Il quadrato della
deviazione standard detto varianza ed data da
In questa espressione
lo scarto di
dal valore atteso; questo pu essere positivo o
negativo e il suo valore medio zero. Comunque, la varianza la media dei quadrati degli
scarti; zero quando c un solo possibile risultato ed un numero positivo quando c pi di
un possibile risultato.
In molti casi utile riscrivere lequazione precedente come segue. Poich
Questa equazione stabilisce che la varianza la differenza tra il valore medio del quadrato e il
quadrato del valore medio di una variabile casuale.
Variabili casuali continue
Consideriamo ora un processo o un esperimento in cui i risultati sono descritti da una
variabile continua x. La probabilit di un risultato compreso tra x e
pu essere indicata
con
. La funzione
chiamata densit di probabilit, e soddisfa la condizione
di normalizzazione
perch la probabilit di un risultato x ovunque nel campo dei suoi possibili valori deve essere
uguale a uno. Per esempio, se x la posizione di una particella confinata nella regione
, allora
90
dato da
Lidea che la funzione donda possa governare il potenziale esito di una misura della posizione
di una particella fu proposta da Born nel 1926. Tuttora, infatti, chiamata interpretazione
di Born della funzione donda. Secondo tale interpretazione, la funzione donda
un numero complesso e il suo modulo quadro, definito come sopra,
,
una misura della probabilit di trovare la particella nel punto definito dal vettore
posizione al tempo t. La particella pu trovarsi in qualunque altro punto, ma pi facile
trovarla in un punto in cui questo valore grande. Se consideriamo un volumetto infinitesimo,
la probabilit di trovare la particella al tempo nel volumetto
sar
Se la particella si muove lungo una sola direzione, ci troviamo nel caso monodimensionale. La
funzione donda sar del tipo
, e lespressione
esprimer la probabilit di
trovare la particella al tempo t nellintervallo
. Anche in questo caso varr la
condizione di normalizzazione, ma chiaramente dovremo integrare su tutte le x, quindi:
In pratica, una generica funzione donda viene normalizzata moltiplicando una soluzione
dellequazione di Schrdinger per unopportuna costante.
mentre nel caso della funzione donda abbiamo visto la soluzione generale dellequazione di
Schrdinger:
La quantit di moto
Questa una funzione della quantit di moto e del tempo, quindi la indichiamo ancora con la
, ma non la funzione donda originaria
, quindi si mette il simbolo di tilde: . Invece
di lasciarla cos com, si divide per
per avere una corrispondenza pi evidente con le
serie di Fourier. Se definiamo cos questa quantit, e se notiamo che
Abbiamo solo fatto un cambio di notazione. Una funzione periodica pu essere scritta in serie
di Fourier; se invece abbiamo una funzione qualsiasi, che un limite di una funzione periodica
con periodo che tende a infinito, la lunghezza donda massima diventa infinita, il suo reciproco
infinitesimo, quindi abbiamo una serie continua di vettori donda. Quella che abbiamo noi
esattamente una trasformazione di Fourier perch abbiamo un integrale, ma sappiamo che
vale la trasformazione inversa:
93
Se non mettessimo prima quel fattore i due integrali sarebbero leggermente diversi.
Automaticamente, se abbiamo normalizzato prima, sar normalizzata anche laltra. Se
andiamo a prendere il modulo quadro di e lo moltiplichiamo per un intervallo infinitesimo di
quantit di moto,
, avremo la probabilit che una misura della quantit di
moto al tempo t dia un valore compreso nellintervallo
:
Similmente, la quantit di moto della particella misurata anchessa una variabile continua.
La trasformata di Fourier della funzione donda,
, lampiezza di probabilit per la
quantit di moto e
la probabilit di un risultato della quantit di moto compreso
tra e
al tempo t. Dunque, il valore di aspettazione della quantit di moto
Sappiamo che facendo una qualsiasi misura perturbiamo loggetto, quindi se facciamo delle misure
successive il sistema non pi identico a prima. Se vogliamo fare delle misure identiche, dobbiamo
avere tante repliche del sistema originario e misurare ciascuno, e su queste avr senso fare una media.
1
94
cio il prodotto dello stesso per il suo coniugato; poich la funzione donda complessa,
possiamo fare lo stesso:
Queste espressioni e gli integrali della trasformata di Fourier illustrano la simmetria tra
posizione e quantit di moto in meccanica quantistica. In particolare, se consideriamo la
funzione donda
e integriamo in
si dice che utilizziamo la rappresentazione della
posizione, mentre se consideriamo la funzione donda
e integriamo in
si dice che
utilizziamo la rappresentazione della quantit di moto. Comunque, questa simmetria
spesso nascosta perch il valore di aspettazione della quantit di moto raramente calcolato
utilizzando
; di solito si usa la funzione donda
e lespressione
possiamo scrivere
95
Per calcolare questo valore medio possiamo quindi lavorare in entrambi i modi. Pu essere,
per, che questultimo integrale non sia cos facile da calcolare: dipende dai casi. Il motivo
che questo tipo di espressione suggerisce una somiglianza con quella di prima: una struttura
fondamentale. Ora per scriviamo altre due cose. Prima di tutto, vale lo stesso per il valore
medio della posizione:
Unaltra cosa che si pu dimostrare la seguente. I valori attesi della posizione e della
quantit di moto di una particella quantistica di massa m sono soggetti a una relazione di tipo
classico:
5.2.5 Operatori
Introduciamo ora un concetto che diventer sempre pi importante man mano che
svilupperemo gli aspetti fondamentali della meccanica quantistica. Lidea che in meccanica
quantistica ogni osservabile fisica descritta da un operatore. In questo momento
consideriamo il ruolo degli operatori nel calcolo dei valori attesi della posizione e della
quantit di moto utilizzando le espressioni viste prima. La ricetta per il calcolo la seguente:
96
per trovare
si inserisce x nel sandwich, mentre per
infine si integra lungo x.
si inserisce
Operatore
97
5.2.6 Incertezze
Gli operatori possono anche essere usati per calcolare le incertezze sulla posizione e sulla
quantit di moto. Come visto nel paragrafo 5.2.1, queste incertezze sono date da
I valori di aspettazione di
mentre quelli di
sono dati da
quindi
e in generale sono appunto diversi. Possiamo anche definire loperatore di somma, che pi
banale; chiaramente, dovremo sommare due operatori omogenei, cio associati a medesime
quantit fisiche:
La somma ancora commutativa. Tra gli operatori, possiamo definire delle operazioni, quindi
esister unalgebra degli operatori. Un esempio labbiamo appena dato.
98
Che cosa abbiamo scritto in questa equazione? Se pensiamo ai due modi in cui si pu trovare
e
, se conosciamo la funzione donda, lincertezza definita in modo univoco, quindi lo
utilizziamo come base per trovare unincertezza.
Questo il limite fisico delle misure. Le imperfezioni tecniche di solito rendono molto maggiore
questo prodotto delle incertezze. Dato che conosciamo
e
dalle equazioni di
prima, potremo trovare un modo per definire il prodotto di queste incertezze.
Fiorirono diverse teorie, per esempio quella delle variabili nascoste, secondo cui esisterebbero altre
variabili che ci impediscono di fornire delle misure esatte, ma che consentirebbero di ottenerle se
venissero scoperte.
3 Nella formulazione pi generale della meccanica quantistica, gli stati quantici sono vettori complessi.
Alcuni stati quantici possono anche essere rappresentati da funzioni donda e altri, come quelli che
descrivono le propriet di spin di un elettrone, da matrici.
2
99
100
cio la somma degli operatori energia cinetica e potenziale. Questi, poi, dipenderanno dalla
rappresentazione: nella rappresentazione delle x,
quindi
In secondo luogo, loperatore governa levoluzione nel tempo della funzione donda,
perch lequazione di Schrdinger,
101
Come nel caso classico, cercheremo delle soluzioni a variabili separate del tipo:
Il segno di uguaglianza in questa equazione afferma che una funzione del tempo uguale a
una funzione della posizione, per ogni x e t. Ci pu essere vero solo se entrambe queste
funzioni sono uguali alla stessa costante, che indicheremo con E. Uguagliando entrambi i
membri ad E, possiamo trovare la dipendenza dal tempo
e quella spaziale
per ogni
soluzione separabile dellequazione di Schrdinger.
La dipendenza dal tempo
Per quali funzioni una derivazione consiste solo in una moltiplicazione per una costante?
Stiamo cercando gli autovalori e le autofunzioni.
102
Anche qui dobbiamo trovare gli autovalori e le autofunzioni. Stavolta abbiamo loperatore
hamiltoniano, che un po pi complicato, perch dipende dal sistema fisico, quindi dobbiamo
stabilire di quale sistema stiamo parlando. Questultima viene anche detta equazione di
Schrdinger indipendente dal tempo. Prima di tutto la funzione donda deve essere
normalizzabile, non servono altre condizioni. Nel caso delle onde stazionarie le condizioni
iniziali erano determinanti per scegliere o meno le soluzioni. In generale, lo spettro pu essere
continuo o discreto. Siccome quello discreto molto frequente, allora come primo approccio
diremo che questa equazione ammette uno spettro discreto, quindi chiameremo n questo
indice di numerabilit:
Questa uninfinit numerabile, ma a volte non vero, e in certi casi si pu anzi avere uno
spettro continuo, quindi dovremo allargare il discorso. La costante C viene inserita nella parte
dipendente dalla posizione, quindi scriveremo
cio non evolve nel tempo. Inoltre, prendiamo una grandezza generica A e consideriamone il
valore atteso:
loperatore non agisce direttamente sul tempo, quindi lesponenziale va fuori dalloperatore e
si elide con laltro:
cio il valore atteso non cambia nel tempo. Questi stati vengono proprio detti stati
stazionari, non a caso, infatti c una profonda analogia con le onde stazionarie.
103
cio il valore atteso coincide con un autovalore. Per lincertezza dellenergia scriviamo
lhamiltoniano agisce due volte su una sua autofunzione, quindi la moltiplicher due volte per
, cio
cio lenergia degli stati stazionari assolutamente definita. Questi possono infatti
essere detti anche stati a energia definita.
dove
lautofunzione dellenergia appartenente allautovalore . Ora mostreremo che
uno stato a energia non definita rappresentato da una funzione donda della forma
Questo viene detto postulato di espansione. Per fare ci, dobbiamo prima capire due
concetti: il concetto matematico di insieme completo di funzioni di base e il concetto fisico di
probabilit di energia. Risulta, comunque, utile riprendere lanalogia con le onde stazionarie
per la corda vibrante.
104
Le condizioni al contorno prevedono che loscillazione sia nulla agli estremi della corda:
in questo modo:
otteniamo che
se m e n sono diversi. Per svolgere lintegrale abbiamo fatto uso delle formule di prostaferesi:
105
della funzione
Il delta di Kronecker estrae il risultato che ci interessa e moltiplica tutto il resto per 0.
Insieme completo di funzioni di base e probabilit di energia
Ricordiamo che anche le
sono autofunzioni delloperatore, perci queste propriet
valgono anche per le autofunzioni dellhamiltoniano:
106
Questo integrale fornisce il valore dellindice con cui entra la funzione donda . Tuttavia,
non vero che per tutte le autofunzioni di un operatore valgono queste propriet. Una
conseguenza che certamente qualsiasi combinazione di stati stazionari soluzione, e
viceversa.
Risolvendo lequazione
possiamo conoscere gli stati stazionari e quindi possiamo
conoscere pressoch tutto del sistema, perch costruendo delle opportune combinazioni lineari
costruiamo le soluzioni dellequazione di Schrdinger.
Ora, riprendiamo la funzione donda
Per gli stati stazionari abbiamo visto che valgono queste relazioni:
A questo punto verifichiamo che siano valide anche per la soluzione generale:
107
, perci avremo:
Abbiamo quindi verificato luguaglianza. Il fatto pi importante, per, che abbiamo ottenuto
queste relazioni:
Ora possiamo assegnare un significato fisico ai coefficienti complessi dello sviluppo in serie di
autofunzioni dellhamiltoniano, . Se richiamiamo le considerazioni generali riguardanti le
distribuzioni di probabilit nella sezione 5.2.1, vediamo che
una distribuzione di probabilit. La prima delle tre equazioni scritte sopra mostra che
una distribuzione normalizzata, e le altre due mostrano che
la
probabilit che lenergia sia uguale a , perci i coefficienti
sono chiamati
ampiezze di probabilit di energia. Se abbiamo dei valori di energia discreti, inoltre, sar
discreta anche la probabilit.
Possiamo fare unanalogia con il valore atteso della posizione:
Questo che abbiamo ottenuto un altro stato quantico o ancora lo stesso? Cosa succede in
ognuno degli integrali di prima? Se la normalizzata lo anche la , quindi i valori di
aspettazione e i coefficienti
restano gli stessi: entrambe rappresentano lo stesso stato
quantico. La funzione donda, infatti, definisce uno stesso stato quantico a meno di
un singolo fattore di fase. Questo fattore di fase lo stesso per tutti i coefficienti ; ad
esempio, in questo integrale
Nel caso delle onde stazionarie su una corda, per esempio, possiamo avere:
Ci rende evidente che il cambiamento del fattore di fase molto influente. La funzione, che
complessa, ha un grado di libert, che appunto il fattore di fase, quindi quando facciamo la
combinazione lineare dovremo avere tutti i coefficienti moltiplicati per lo stesso fattore di fase.
Riassumiamo alcune delle equazioni che abbiamo visto:
A questo punto possiamo andare a introdurre una profonda analogia. Consideriamo i vettori
nello spazio. Per questi, abbiamo tre versori
; sappiamo che il modulo quadro di un vettore
si ottiene facendo il prodotto scalare di un versore per se stesso, e questi versori sono
ortogonali, quindi se ora li chiamiamo
avremo che
. Inoltre, ogni vettore si
pu scrivere tramite i versori, cio come loro combinazione lineare:
con
; inoltre,
.
109
allora vediamo che le propriet che abbiamo scritto prima sono esattamente queste per le
autofunzioni dellhamiltoniano. Quindi, una volta che definiamo uno spazio funzionale,
troviamo che ha le propriet di uno spazio vettoriale, nel quale le autofunzioni
dellhamiltoniano sono una buona base perch consentono di esprimere una
qualunque funzione come loro combinazione lineare; quindi, il fatto che lintegrale
possa essere zero significa che le due autofunzioni diverse sono ortogonali, cos come i versori.
In altre parole, cos come due versori sono ortogonali quando
due autofunzioni
e si dicono ortogonali.
In realt lo spazio dei vettori tridimensionale, ma le autofunzioni sono uninfinit
numerabile, quindi uno spazio vettoriale a infinite dimensioni numerabili. In ogni
caso possiamo definire ogni funzione donda tramite le autofunzioni.
Quando misuriamo lenergia di un sistema avremo come risultato uno degli autovalori.
Nella costruzione della meccanica quantistica un postulato che si accetta perch funziona,
cos come nella meccanica classica vale la legge di Newton,
. Prima di effettuare
loperazione di misura, il sistema si trova in un certo stato quantico. Pensiamo a una funzione
donda che sia simile a una autofunzione, cio a un versore: un coefficiente sar grosso e
diversi altri saranno piccoli, quindi ci sar un valore medio legato al primo. Questo significa
che se lo stato vicino a uno stato stazionario, i coefficienti rappresentano la proiezione sulle
autofunzioni (autostati), con alta probabilit la misura dellenergia dar un autovalore che
appartiene a quellautostato. In unoperazione di misura, per, si modifica lo stato quantico.
Loperazione di misura perturba lo stato quantico del sistema e costringe il sistema
a portarsi in un autostato dellenergia, cio unautofunzione dellhamiltoniano. Ma
quale autostato? Non lo sappiamo a priori, ma possiamo sapere la probabilit. La probabilit
sar data dal modulo quadro del coefficiente dello sviluppo. Questo viene detto collasso della
funzione donda, come abbiamo gi anticipato nel paragrafo 5.2.7. Ci sono, quindi, alcuni casi
particolari. Se il sistema va a finire in un certo autostato dellenergia, la misura sar un
autovalore che corrisponde proprio a quellautostato. Se, per esempio, abbiamo un vettore nel
110
piano, la componente perpendicolare a tale piano nulla; allo stesso modo, se abbiamo un
coefficiente nullo fa parte di un sottospazio, e se c un solo coefficiente, che sar per forza 1,
abbiamo gi uno stato stazionario, quindi la probabilit di trovare lenergia corrispondente a
un autovalore
che appartiene a quello stato stazionario 1, cio ha energia perfettamente
definita, e lincertezza sar appunto 0. Ma, se vogliamo fare tante misure, avevamo detto che
non potevamo farle in successione sullo stesso sistema. Ad esempio, il sistema ha funzione
donda
e i coefficienti sono
Se misuriamo lenergia, otterremo
con
probabilit
,
con probabilit
,
con probabilit
e avremo rispettivamente le
funzioni donda
cio le nuove funzioni donda. Se abbiamo ottenuto
e misuriamo
nuovamente lenergia, otterremo sicuramente , perch lo stato quantico iniziale stato
proiettato sullautostato 2, e se andiamo avanti a misurare continueremo a trovare ancora .
Abbiamo ragionato sulle autofunzioni dellhamiltoniano; i matematici hanno scoperto che tutto
questo non vale solamente per lhamiltoniano.
che rappresenta uno stato quantico con energia completamente definita . Anche se la
dipendenza dal tempo di questa funzione donda descritta da un esponenziale complesso che
oscilla con frequenza angolare
, le grandezze osservabili della particella non cambiano nel
tempo, infatti nel paragrafo 5.4.2 abbiamo dimostrato che
avremo che
111
Possiamo, quindi, trovare lenergia media, il valore medio del quadrato dellenergia e lerrore
:
La densit di probabilit della posizione per questo stato di energia non definita evolve nel
tempo: data da
Possiamo osservare che una parte non dipende dal tempo, mentre laltra oscilla come
poniamo
se
Ci significa che lo stato quantico rappresentato dalla funzione donda con incertezza
sullenergia
ha una propriet osservabile che oscilla con periodo
, cio non costante
nel tempo; in questi casi si parla di stati non stazionari, cio stati a energia non
esattamente definita che hanno alcune propriet osservabili che cambiano nel tempo. In
generale, queste propriet cambiano pi rapidamente quando lenergia pi incerta. Se
il
tempo per un cambiamento significativo, cio
, allora
In pratica, la differenza tra stati stazionari e non stazionari sottile. Chiaramente, lo stato
fondamentale di un atomo uno stato a energia completamente definita e quindi uno stato
stazionario; di conseguenza, gli elettroni in un atomo indisturbato, anche se hanno energia
cinetica, non hanno propriet dipendenti dal tempo. A prima vista, un atomo in uno stato
eccitato anchesso in uno stato a energia definita, infatti la sua funzione donda
unautofunzione dellhamiltoniano che descrive le interazioni tra le particelle allinterno
dellatomo. Ma un atomo in uno stato eccitato si trasforma: emette una radiazione
elettromagnetica e si diseccita. Si trova, al massimo, in uno stato quasi stazionario e, in
accordo con la relazione
, la sua energia deve avere una piccola incertezza.
In effetti, uno stato eccitato di un atomo ha unenergia incerta perch lhamiltoniano vero e
proprio descrive non solo le interazioni tra le particelle allinterno dellatomo, ma anche le
interazioni tra queste e i campi elettromagnetici fluttuanti che sono sempre presenti anche
nello spazio vuoto. Queste interazioni danno origine a unincertezza dellenergia
, data da
dove il tempo di vita medio per lo stato eccitato prima che decada. Di conseguenza, la
lunghezza donda della radiazione emessa da un atomo che decade incerta e la linea
spettrale osservata ha un allargamento naturale, ma, nella maggior parte delle situazioni,
questi allargamenti sono minori rispetto a quelli che si originano perch gli atomi si muovono
e collidono.
Potrebbe, infine, sorgere una preoccupazione per il fatto che il tempo e la posizione sono
trattati in modo differente in meccanica quantistica; il tempo un parametro mentre la
posizione unosservabile. Ci in contrasto con lo spirito della relativit speciale, che pone
laccento sullo strettissimo legame tra spazio e tempo. Questo difetto nella meccanica
quantistica, infatti, va corretto prima che la teoria possa essere efficace nel descrivere i
fenomeni relativistici. Nella fisica quantistica relativistica n la posizione n il tempo sono
osservabili, ma entrambi sono parametri assegnati a operatori di campo.
, cio
114
Una seconda conseguenza che la derivata della probabilit rispetto al tempo nulla:
Otteniamo che il flusso di probabilit non dipende neanche dalla posizione, quindi il
flusso costante. Avremmo potuto capirlo anche a priori perch stiamo parlando degli stati
stazionari.
115
In realt la funzione donda oltre tali limiti esiste ancora, e declina esponenzialmente, quindi
la probabilit di trovare la particella non nulla. Ci deriva dal principio di
indeterminazione di Heisenberg: se nel punto di inversione classica del moto la particella si
fermasse avrebbe velocit nulla, quindi sarebbe nulla anche lincertezza sulla quantit di
moto! Neanche la particella sa dove cambia il suo moto: potrebbe invertirsi prima o magari
entrare per un po nella zona di energia proibita. Non possibile vedere la particella ferma
neanche sul fondo della buca per lo stesso motivo; anzi, pi si confina la particella, pi si
muove, perch se
decresce,
aumenta. Questa una differenza fondamentale tra la
descrizione classica e quantistica. Comunque, la particella a un certo punto dovr
tornare indietro, perch oltre i confini della buca la funzione donda un
esponenziale decrescente, quindi reale, ma allora il flusso di probabilit 0. Ci
significa, appunto, che la particella non pu scappare via, deve tornare indietro. Il dove
torna indietro non ben definito.
Il fatto che una particella possa superare una barriera di potenziale arbitrariamente alta
quindi un effetto quantistico molto importante, e viene detto effetto tunnel.
116
Chiaramente non potr mai succedere se lenergia totale troppo bassa ( ). Uscendo, la
particella viene accelerata e se ne va. Oltre la barriera, per, avremmo delle particelle in
uscita, quindi avremmo un flusso uscente non nullo; se per mettiamo una barriera molto alta
successivamente, tutte le particelle tornano indietro, e magari fanno tunnel inverso rientrando
nella buca, quindi torniamo ad essere in uno stato stazionario.
117
La funzione donda, dovr verificare lequazione di Schrdinger e avr una forma del tipo
;
.
e .
118
Tutti questi risultati sono indipendenti dal tempo. La funzione donda completa, , fornisce lo
stato di moto della particella. La probabilit di trovare la particella in un intervallo
infinitesimo
e quindi, normalizzando,
Avendo definito
Abbiamo quindi unequazione del tutto analoga a quella del moto armonico, quindi le soluzioni
possono essere scritte in questo modo:
Avendo trovato
In questo modo abbiamo ottenuto i livelli energetici della buca di potenziale; notiamo che sono
inversamente proporzionali al quadrato della lunghezza della buca. Il numero n viene detto
numero quantico. Lenergia minima
e viene detta energia di confinamento o energia di punto zero, cio lenergia minima
necessaria a confinare una particella in una buca di potenziale di larghezza a. Possiamo subito
constatare che i valori di energia sono discreti, quindi la particella non potr avere
energia qualsiasi, ma solo determinati valori; inoltre, non potr avere energia nulla, cio le
particelle quantistiche non possono essere ferme (il che, tra laltro, violerebbe il
principio di indeterminazione di Heisenberg). Esistono quindi dei larghi intervalli di energia
119
proibita. Ci vale se la larghezza della buca molto piccola, altrimenti si forma una banda
continua di energie.
Ci significa che per valori elevati di energia si ritorna al caso classico, in cui questa
continua.
Consideriamo anche la differenza tra due
consecutivi:
120
vero, per, che noi non abbiamo solo un elettrone libero, perch in un oggetto macroscopico
abbiamo almeno
atomi. In questo contesto in realt importante il principio di
esclusione di Pauli (Wolfgang Ernst Pauli, 1900 1958): pu esistere un solo elettrone
nello stesso stato quantico. In un modello con elettroni liberi consideriamo solo lenergia
cinetica, ma nel metallo non esiste solo lattrazione degli ioni positivi, ma anche la repulsione
tra gli elettroni, allora perch la trascuriamo? Usando la meccanica e la statistica quantistica
si pu dimostrare. Le repulsioni ci sono, ma grossomodo sono uguali per tutti gli elettroni
(esiste un campo medio uguale per tutti), ma allora si pu trascurare. Nei semiconduttori
molto difficile, quindi si usano dei metodi particolari.
Se quindi il nostro oggetto costituito da atomi di un metallo semplice (ad esempio alcalino),
possiamo usare questa approssimazione. Poich abbiamo infiniti valori di , abbiamo infinite
funzioni donda, che sono onde piane. Gli elettroni, per, non sono infiniti. Per costruire lo
stato fondamentale, se abbiamo almeno due elettroni, si parte dallenergia minima e poi si
cresce senza violare il principio di esclusione di Pauli.
Abbiamo due numeri quantici ( e n), quindi per ogni abbiamo due elettroni. Lenergia
massima dipende dalla densit di elettroni (nella lunghezza o nel volume), e viene detta
energia di Fermi. Oltre tale valore potremmo riempire i livelli ma non abbiamo pi elettroni.
Se invece molto piccolo, non abbiamo una banda continua ma dei livelli discreti; avremo
meno elettroni quindi lenergia massima sar minore; inoltre, lenergia minima non sar zero,
ma positiva. Diventa trascurabile se si considera grande.
Ma perch esiste unenergia di confinamento?
Ritorniamo allaspetto matematico del problema. Dobbiamo trovare il valore della costante A:
quindi
122
Abbiamo trovato lequazione della funzione donda, quindi possiamo calcolare i valori di
aspettazione della posizione e della quantit di moto; supponiamo di trovarci nello stato nesimo.
Inoltre,
Il valore medio della posizione sempre questo, anche nel livello fondamentale, anche se
abbiamo probabilit nulla, perch una media appunto. Ora calcoliamo lindeterminazione
sulla misura della posizione.
123
Analogamente troviamo
e anchesso dipende dallo stato, perci anche lindeterminazione sulla quantit di moto
dipende dallo stato:
Nello stato fondamentale siamo molto vicini alla condizione limite, ma poi lindeterminazione
cresce di livello in livello. Se
si dice che lo stato ha una dipendenza gaussiana da x.
124
sufficiente normalizzare al tempo iniziale per garantire che la normalizzazione sia valida in
qualunque istante di tempo. A questo punto possiamo scrivere lequazione della funzione
donda:
Questa funzione donda soluzione dellequazione di Schrdinger dipendente dal tempo. Per
trovare i valori di aspettazione occorre trovarne il modulo quadro:
Possiamo verificare che la funzione donda resti normalizzata al generico tempo t calcolando
lintegrale da 0 ad di questa espressione:
Ora cerchiamo i valori di aspettazione della posizione e della quantit di moto in questo stato.
Per trovare facilmente il valore di aspettazione della quantit di moto possiamo ricorrere alla
relazione vista nel paragrafo 5.2.4:
125
Anche questo valore, cos come quello della posizione, oscilla attorno ad un valore nullo. Se,
invece, misuriamo lenergia di questo stato, ottenuto come miscela tra i primi due stati
stazionari, otterremo o
o , date da
con probabilit
dellenergia:
126
Quando la particella ha energia definita E, la funzione donda ha una forma del tipo
dove
Una volta che abbiamo risolto questa equazione e trovato tutti i possibili autovalori e
autofunzioni, possiamo rappresentare ogni stato quantico della particella nel potenziale come
sovrapposizione lineare di autofunzioni dellenergia.
Per risolvere questa equazione, notiamo che il potenziale
ha dei valori costanti in tre
regioni dellasse x: (
), (
)e(
). Troveremo le soluzioni
dellequazione precedente in queste regioni e poi le uniremo insieme in
e
per
ottenere delle autofunzioni accettabili in senso fisico. Dal momento che il potenziale varia
bruscamente in
e
, possiamo solo richiedere che le autofunzioni
siano pi
dolci possibile. In particolare, imporremo che le
siano continue in
e
in modo
da evitare variazioni inaccettabili nella densit di probabilit della posizione. Lequazione
differenziale di prima implica che la derivata prima di
sia continua in
e discontinua
in
.
Siamo interessati in due tipi di autofunzioni: quelle per gli stati legati e quelle per gli stati non
legati.
127
Nellintervallo (
), lenergia potenziale
e lequazione diventa
dove
dove e
imporre
Nella regione (
in
, dovremo
dove
La soluzione generale
dove e sono costanti arbitrarie. Per assicurare che questa autofunzione sia finita
allinfinito, imponiamo che
per dare una soluzione che decada esponenzialmente con x:
e ci implica che
dove
dato da
Perci, ora abbiamo due equazioni simultanee per e ; queste possono essere
risolte graficamente per trovare i punti di intersezione delle curve
come illustrato nella figura a pagina seguente. Esaminandola possiamo vedere che il numero
dei punti dintersezione, e quindi il numero di stati legati, aumenta man mano che la buca
diventa pi profonda. In particolare, non ci sono stati legati per una buca poco profonda con
129
eccetera.
Per illustrare la natura degli stati legati, consideriamo un potenziale con un parametro di
buca
che corrisponde a una profondit
130
In questo caso sono presenti due stati legati, uno fondamentale e uno eccitato con energie di
legame
131
e notare che, se la particella fosse governata dalla fisica classica, la sua quantit di moto
sarebbe
allinterno della buca e
allesterno di essa. Ma la particella in realt
governata dalla meccanica quantistica: ha una funzione donda della forma
dove lautofunzione
per ogni valore di x. Troveremo queste autofunzioni seguendo lo stesso procedimento visto per
gli stati legati: ricaveremo le soluzioni di questa equazione nelle tre regioni di x e le
congiungeremo per
e
.
In primo luogo, lautofunzione
zero nella regione (
potenziale infinita in questo intervallo.
) perch lenergia
e la soluzione
La costante
chiamata sfasamento.
Ora dobbiamo unire le due soluzioni trovate. Come visto prima, lautofunzione e la sua
derivata prima devono essere continue in
. La continuit di
produce
132
Quando abbiamo considerato lanaloga equazione per gli stati legati, abbiamo trovato solo
alcuni valori particolari dellenergia. Questo non avviene per gli stati non legati. In questo
caso possiamo scegliere qualunque valore dellenergia E, trovare e
dallequazione
e usare lequazione appena ricavata per trovare lo sfasamento . Dunque, per ogni valore
positivo di E, possiamo sempre trovare unautofunzione continua della forma:
otteniamo
Ora possiamo identificare unonda che viaggia avanti e indietro con numero donda
allinterno della buca e, fuori di essa, possiamo identificare onde entranti e uscenti con numero
donda ma sfasate di . Queste onde rappresentano una particella con quantit di moto
che viene riflessa dalla buca di potenziale tra
e
e dalla barriera in
. Dal
momento che le onde entranti e riflesse hanno la stessa intensit
, la riflessione
completa. Il significato dello sfasamento diventer evidente tra breve.
133
Anche se abbiamo usato parole come onda che viaggia avanti e indietro e onde entranti e
uscenti, lautofunzione data dallultima equazione descrive uno stato quantico che non mostra
dipendenza dal tempo perch uno stato ad energia definita E. Per descrivere la dinamica
della riflessione della particella in modo appropriato, abbiamo bisogno di uno stato non
stazionario ad energia non definita. Uno stato di questo tipo pu essere rappresentato nella
regione (
) da un pacchetto donda in entrata della forma
dove
La funzione
unampiezza di probabilit di energia e
la probabilit che la
particella abbia energia compresa tra
ed
. Se la funzione
ha un picco elevato
in
, i pacchetti donda rappresentano una particella entrante e uscente con energia E,
quantit di moto
e velocit
. In questo caso, possiamo mostrare che
dove la funzione F specifica la forma dei pacchetti donda entrante e uscente. Queste equazioni
mostrano che la dipendenza del fattore di fase dallenergia,
, legata al ritardo di tempo
che si manifesta durante il processo di riflessione; questo ritardo dato da
Questo ritardo di tempo negativo per una particella riflessa dal potenziale esaminato in
questo caso dal momento che la particella accelera quando entra nella buca in
.
che
Per descrivere la dinamica dellincontro incerto con la barriera, cerchiamo una funzione donda
che descriva una particella in arrivo e la possibilit di riflessione e trasmissione.
Questa funzione donda dovrebbe dare origine a un impulso in entrata di probabilit che
rappresenta una particella che si avvicina alla barriera prima dellincontro. Dopo lincontro,
dovrebbero esserci due impulsi di probabilit, il primo che rappresenta la possibilit di una
particella riflessa e il secondo di una particella trasmessa. Secondo linterpretazione standard
di funzione donda, la riflessione e la trasmissione restano opzioni possibili finch la particella
viene rilevata. Quando succede, la funzione donda
collassa e si realizza o luna o laltra
delle due possibilit con probabilit governate dal valore degli impulsi riflesso e trasmesso.
Questa descrizione dinamica suggerisce che dovremo risolvere un problema di meccanica
quantistica dipendente dal tempo. Lo stato quantico che descrive una particella in arrivo e le
possibilit di riflessione e trasmissione uno stato non stazionario. Uno stato di questo tipo,
come discusso nel paragrafo 5.4.3, uno stato di energia incerta rappresentata da una
sovrapposizione lineare di autofunzioni dellenergia. In questo caso c uno spettro continuo di
energie possibili e la funzione donda ha la forma
dove
unautofunzione di energia con le opportune condizioni al contorno. La
funzione
unampiezza di probabilit di energia e
la probabilit che la
particella abbia energia compresa tra
ed
. Se la funzione
ha un picco elevato
in
, la funzione donda
consiste di un pacchetto donda localizzato rappresentante
una particella di energia E che incontra la barriera.
Anche se la meccanica quantistica dipendente dal tempo essenziale per una comprensione
concettuale di un incontro incerto con una barriera di potenziale, non necessaria per
calcolare le probabilit di riflessione e trasmissione. Ora mostreremo come queste probabilit
possano essere trovate semplicemente usando la meccanica quantistica indipendente dal
tempo.
6.3.1 Analisi della riflessione e della trasmissione con gli stati stazionari
Ammesso che lincertezza sullenergia della particella sia piccola rispetto alle variazioni
nellenergia potenziale
, possiamo calcolare le probabilit di riflessione e trasmissione
considerando uno stato stazionario con energia definita. Uno stato di questo tipo
rappresentato dalla funzione donda
dove
136
zero e lautofunzione
soddisfa
dove
La forma dellautofunzione dentro la barriera dipende dal fatto che lenergia della particella
sia superiore o inferiore alla barriera. Quando
, la regione (
) una regione
classicamente concessa e lautofunzione segue lequazione
La soluzione generale comprende due costanti arbitrarie e oscilla con numero donda
segue:
Quando
, la regione (
lautofunzione segue lequazione
come
e la soluzione generale
dove
Lenergia potenziale ancora zero a destra della barriera. Qui lautofunzione soddisfa
lequazione
con le costanti ,
derivata prima in
e la continuit in
138
e
e
equivale a dire
e della sua
Il nostro obiettivo di trovare unespressione per la probabilit di effetto tunnel. Per fare ci,
esprimeremo le costanti
e
in termini di . Prima di tutto, sfruttiamo la continuit in
:
sia
in termini di
Per evitare dei tediosi calcoli algebrici, semplificheremo le cose assumendo che la
particella incontri una barriera estesa, cio molto maggiore dellangstrom, per esempio di
qualche decina di nanometro; possiamo dire, allora, che
. In questo caso, la costante
molto pi piccola di e possiamo approssimare lequazione
otteniamo
otteniamo
139
140
con
, e in questo caso
Esistono quindi dei valori periodici dellenergia della particella per cui si ha unanalogia con il
caso classico, e ci succede solo per le energie pari ai livelli della buca di potenziale infinita.
Esistono, in altre parole, dei valori di energia per cui la particella non viene riflessa
e si comporta classicamente, e questo viene detto effetto Ramsauer-Townsend, dal
141
nome dei fisici Carl Ramsauer (1879-1955) e John Sealy Towsend (1868-1957), che studiarono
indipendentemente le collisioni tra atomi ed elettroni a bassa energia nei primi anni Venti.
Negli ultimi anni un tipo di emissione elettronica fredda a effetto di campo ha trovato
unimportante applicazione nel microscopio a effetto tunnel, o STM (scanning tunneling
microscope), inventato nel 1981 da due ricercatori dellIBM di Zurigo, Gerd Binning (1947) e
Heinrich Rohrer (1933), che vinsero il premio Nobel per la fisica nel 1986 insieme a Ernst
Ruska (1906-1988). il microscopio che ha la risoluzione pi alta possibile, infatti si possono
vedere i singoli atomi. La curiosit che Ernst Ruska aveva inventato molti anni prima il
microscopio elettronico a trasmissione, il TEM (transmission electron microscope), infatti
ricevette il Nobel ormai ottantenne.
142
Lutilit del microscopio a effetto tunnel dipende dalla capacit dello sperimentatore di
mantenere la distanza dalla superficie o, in alternativa, la corrente costante. Oggi questo pu
essere ottenuto con supporti di materiali ceramici (piezoelettrici) che si espandono o si
143
contraggono quando viene applicato ad essi un campo elettrico. La loro posizione pu essere
determinata con altissima precisione tramite interferometri, perci pu essere mantenuta una
distanza costante tra la punta e il campione.
Il microscopio STM stato usato per studiare la superficie di metalli e semiconduttori. Pi
recentemente atomi e molecole sono stati fatti muovere sulle superfici, sia facendoli scivolare
con la punta sia sollevandoli e poi depositandoli in posizioni differenti.
La corrente di tunnel direttamente proporzionale alla probabilit di trasmissione;
consideriamo pure la formula pi semplice vista prima:
dove
Per illustrare il significato numerico di questa formula, consideriamo una tipica situazione in
cui sono necessari
per estrarre un elettrone dal metallo. Ci significa che laltezza della
barriera
maggiore di circa
rispetto allenergia e il parametro di penetrazione
Lenergia potenziale reciproca dei due protoni dipende dalla loro distanza. Come illustrato in
figura, lenergia potenziale per elevati valori della distanza tra queste, , dominata dal
potenziale coulombiano repulsivo
ma per piccole separazioni, quando diventa paragonabile alla distanza lungo cui agiscono le
forze nucleari, data da
, lenergia potenziale diventa attrattiva. Leffetto
risultante quello di una barriera coulombiana che si innalza fino a circa
per distanze
di circa
o fm.
Perci, quando i protoni si avvicinano tra loro nei pressi del centro del Sole, lo fanno con
energie dellordine del
e incontrano una barriera di potenziale dellordine del
. Secondo
la fisica classica, esiste una distanza ben definita di massima vicinanza , data da
145
Dal momento che questa di tre ordini di grandezza maggiore rispetto alla distanza lungo cui
agiscono le forze nucleari , la prospettiva di un incontro e la possibilit della fusione
nucleare sembrano fioche. Infatti, a prima vista, il Sole non sembra abbastanza caldo per
brillare.
La fusione termonucleare nel Sole e in altre stelle, effettivamente, possibile solamente
perch i protoni sono particelle quantistiche che possono attraversare una barriera di
potenziale coulombiano per effetto tunnel. Due protoni che si avvicinano tra loro con energia
sono descritti da unautofunzione
che segue lequazione di Schrdinger indipendente dal
tempo,
dove
due protoni con bassa energia, la corrispondente autofunzione non ha una dipendenza
angolare e ha la forma
dove
soddisfa lequazione
Non cercheremo di risolvere questa equazione; useremo invece i risultati che abbiamo ottenuto
per una barriera monodimensionale per ricavare una plausibile forma dellautofunzione e
stimare la probabilit di effetto tunnel attraverso la barriera coulombiana.
Iniziamo col considerare una barriera tridimensionale con altezza costante
e larghezza
. In questo caso, la funzione
decade esponenzialmente nella regione classicamente
proibita man mano che diventa piccolo ed data da
146
ma
ora dipende da
perch dato da
Se assumiamo che
troviamo che
dove
definita da
Questa detta energia di Gamow, dal nome del fisico russo George Gamow o Georgyi
Antonovich Gamov (1904 1968).
A questo punto possiamo stimare la probabilit che due protoni attraversino per effetto tunnel
la barriera di energia potenziale coulmbiana, che normalmente li tiene separati quando urtano
tra loro vicino al centro del Sole. Sostituendo una tipica energia termica di
nellequazione di otteniamo
In realt, quello che di solito avviene la fusione tra due isotopi dellidrogeno, il deuterio e il
trizio:
Dalla loro reazione si ottengono elio e neutroni, oltre a una quantit enorme di energia, infatti
per questo che si spera di poterla realizzare sulla Terra; un inconveniente, tuttavia, che il
trizio radioattivo, per cui sarebbe preferibile usare solamente il deuterio. Un altro piccolo
inconveniente di riuscire a confinare una massa di deuterio a un milione di gradi.
148
7 Loscillatore armonico
Loscillatore armonico ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo della meccanica
quantistica. Nel 1900, Planck fece laudace ipotesi che gli atomi si comportassero come
oscillatori con energie quantizzate quando emettevano o assorbivano radiazioni; nel 1905,
Einstein suppose che la radiazione elettromagnetica si comportasse come degli oscillatori
armonici elettromagnetici con energie quantizzate; nel 1907, infine, ancora Einstein ipotizz
che le vibrazioni elastiche di un solido agissero come un sistema di oscillatori meccanici con
energie quantizzate. Queste ipotesi furono concepite per spiegare la radiazione del corpo nero,
leffetto fotoelettrico e la dipendenza dalla temperatura della capacit termica dei solidi. In
seguito, la teoria dei quanti forn una descrizione fondamentale degli oscillatori sia
elettromagnetici sia meccanici.
Questo capitolo tratta il comportamento meccanico quantistico di una particella in un
potenziale armonico. Troveremo gli autovalori dellenergia e le autofunzioni, ed esploreremo le
propriet degli stati stazionari.
Questa energia potenziale convertita in energia cinetica quando la particella viene rilasciata.
Lequazione del moto di una particella di massa
dove
. La soluzione generale
dove e sono due costanti che possono essere determinate specificando la posizione e la
velocit iniziali della particella; per esempio, se la particella rilasciata dalla posizione
con
velocit iniziale nulla, allora
e
.
Lequazione vista prima descrive un moto armonico semplice di ampiezza , fase e frequenza
angolare o periodo
. Durante il moto, lenergia potenziale aumenta e diminuisce mentre
149
Nel mondo della meccanica quantistica, un moto armonico semplice con energia, frequenza,
fase e ampiezza definite non avviene mai. Vedremo che gli oscillatori o hanno energia definita
e non oscillano, o oscillano con energia non definita. Comunque, come vedremo, in circostanze
particolari le oscillazioni sono molto simili al moto armonico semplice.
Il primo termine rappresenta loperatore energia cinetica per una particella di massa e il
secondo loperatore energia potenziale per una particella in una buca di potenziale che, in
fisica classica, darebbe origine a un moto armonico semplice di frequenza angolare .
Il comportamento di una particella in un potenziale armonico pi varia in meccanica
quantistica che in fisica classica. Ci sono infiniti stati quantici; alcuni sono stati stazionari con
energia definita e altri sono stati non stazionari con energia incerta. Ognuno di questi
descritto da una funzione donda
che soddisfa lequazione di Schrdinger,
dove
unautofunzione appartenente a un autovalore dellenergia . Se sostituiamo
questa espressione e quella dellhamiltoniano nellequazione di Schrdinger, otteniamo
lequazione degli autovalori dellenergia:
Quando cerchiamo le soluzioni di questa equazione, dobbiamo imporre il requisito fisico che la
funzione donda della particella sia normalizzabile. Per fare ci, dobbiamo richiedere che le
autofunzioni si annullino allinfinito, cio
per
150
Dal momento che le pareti del potenziale armonico, come quelle della buca di potenziale
infinita rettangolare, sono infinitamente alte, ci aspettiamo un infinito numero di autovalori
quantizzati. Li indicheremo con , e le autofunzioni corrispondenti con
, dove n un
numero quantico. Seguiremo la convenzione di indicare lo stato fondamentale con
e il
primo, il secondo e il terzo stato eccitato, eccetera, con
.
Per trovare questi autovalori occorre risolvere lequazione di prima; notiamo che questa
contiene tre costanti dimensionali: la costante di Planck ridotta , la frequenza angolare
classica e la massa della particella confinata . Con queste costanti possiamo costruire
unenergia
e una lunghezza
in unit di
e la distanza
in unit di . Scriviamo
, quindi in questo
Questo suggerisce che, se rimuoviamo la parte esponenziale, si spera che quello che resta,
, abbia una forma funzionale pi semplice della stessa
.
151
In accordo con il teorema di Taylor, ogni funzione ragionevolmente ben costruita pu essere
espressa come serie di potenze, quindi cerchiamo una soluzione del tipo
Ne consegue che, per lunicit dellespansione in serie di potenze, il coefficiente di ogni potenza
di deve scomparire,
e quindi
152
dove
,e
per una costante , e produce (per grandi valori di , dove le potenze maggiori prevalgono),
per numeri interi positivi , il che significa dire che lenergia deve essere del tipo
con
Se
per eliminare
,e
e quindi
153
Per
quindi
prendiamo
otteniamo
Per
produce
,e
, quindi
eccetera.
In generale,
sar una funzione polinomiale di grado n in , contenente solo potenze pari
se n un numero intero pari, e solo potenze dispari se n un numero intero dispari. Eccetto
quelli di grado 0,
e , questi sono detti polinomi di Hermite, esprimibili tramite la
formula di Rodrigues:
Per tradizione, il fattore moltiplicativo arbitrario viene scelto in modo che il coefficiente della
potenza sia . Con questa convenzione, gli stati stazionari normalizzati
delloscillatore armonico sono
154
Nella tabella successiva sono esplicitati i primi quattro stati stazionari, rappresentati poi nella
seguente figura.
155
156
Possiamo notare che lautofunzione n-esima ha n nodi, cio n valori di x per cui
.
Abbiamo visto che le autofunzioni di una buca infinita rettangolare hanno una propriet
simile. In generale, le autofunzioni degli stati legati eccitati hanno sempre un numero di nodi
che cresce con il grado delleccitazione, cos come i classici modi normali di oscillazione di
frequenze maggiori hanno sempre un numero maggiore di nodi.
Le propriet osservabili di uno stato quantico di energia
includono le seguenti.
Lautofunzione ha una propriet osservabile detta parit, che sar discussa in seguito.
Se la coordinata della posizione cambiata da a , lautofunzione ha simmetria
definita:
se n pari
e
se n dispari
Si dice che gli stati oscillatori con pari hanno parit positiva e quelli con
dispari parit negativa. Questa propriet emerge perch lhamiltoniano
delloscillatore armonico resta invariato con la trasformazione
non dipende dal tempo, come ci potevamo aspettare, dato che gli stati di energia
definita sono stati stazionari, cio che non hanno una dipendenza dal tempo. Come
illustrato nella figura 6.3, la particella pu trovarsi in qualsiasi posizione da
a
,
in chiaro contrasto con una particella classica, che confinata nella regione
, dove lampiezza delloscillazione. Dato che le autofunzioni, per, sono reali, non
complesse, il loro flusso 0, perci la particella pu esplorare le regioni classicamente
proibite, ma resta comunque confinata. Inoltre, in tutti gli stati dispari la probabilit di
trovare la particella al centro della buca di potenziale nulla. Solo per valori di n
relativamente grandi iniziamo a vedere qualche somiglianza con il caso classico. Nella
figura a pagina seguente abbiamo sovrapposto la distribuzione classica della posizione
a una quantistica (per
); se si smussassero tutti i salti nella seconda le due si
assomiglierebbero molto (comunque, nel caso classico stiamo parlando della
distribuzione delle posizioni nel tempo per un singolo oscillatore, mentre nel caso
quantistico stiamo parlando della distribuzione su un insieme di sistemi identici).
157
158
Dal momento che la posizione e la quantit di moto della particella sono incerti,
lenergia potenziale e lenergia cinetica sono incerte. I valori di aspettazione di queste
osservabili sono
, lenergia
Avendo definito
Per risolvere questo e i successivi integrali, ricorriamo agli integrali gaussiani fondamentali:
159
A questo punto possiamo trovare il prodotto tra le incertezze sulla posizione e sulla quantit di
moto:
A questo punto possiamo trovare il prodotto tra le incertezze sulla posizione e sulla quantit di
moto:
161
rispettato anche in questo caso, e cos deve essere. Il valore medio dellenergia cinetica e
dellenergia potenziale identico ed uguale alla met dellenergia totale, che perfettamente
definita, mentre lenergia cinetica e potenziale, singolarmente, non lo sono.
162
163
qualsiasi. Loperatore
agisce su
quindi otteniamo un numero reale. Ora, per qualunque operatore, possiamo istituire
lequazione che lega le autofunzioni e gli autovalori. Chiamiamo le autofunzioni
delloperatore generico:
.
164
infatti lultimo integrale quello di normalizzazione, il cui risultato 1, dato che deve esistere
ed essere finito, ma allora otteniamo proprio che
. Questo ci dice che abbiamo
trovato un numero reale, quindi se un operatore hermitiano i suoi autovalori sono
tutti numeri reali. In secondo luogo, stato dimostrato che le autofunzioni sono ortogonali:
e che linsieme delle autofunzioni una buona base per lo spazio funzionale, cio che
qualunque funzione
pu essere espressa come combinazione lineare di pi
autofunzioni:
Grazie alle serie di Fourier, qualunque funzione pu essere sviluppata in serie, quindi quali
sono i requisiti minimi che garantiscono queste propriet? Loperatore deve essere
autoaggiunto. Loperatore hamiltoniano hermitiano, quindi gode di queste propriet, come
il laplaciano. Quindi, se la funzione normalizzata,
Su questa base, sistemata dai matematici perch i fisici avevano cominciato a usare alcune
notazioni in modo un po disordinato, i fisici stessi fondano la meccanica quantistica. Per
definire lo stato quantico si usa la funzione donda, anche se esistono dei casi particolari in cui
lo stato quantico non rappresentabile dalla funzione donda; ad ogni osservabile fisica
associano un operatore hermitiano, quindi i suoi autovalori sono reali. Loperazione di misura,
in generale, perturba lo stato quantico, costringendolo ad assumere una delle autofunzioni
delloperatore associato alla grandezza. La misura di una grandezza d per forza come
165
risultato unautovalore e dopo di essa lo stato quantico sar un autostato; tale autovalore
ottenuto avr come probabilit
dove un coefficiente dello sviluppo. Se il sistema gi
in una autofunzione, allora il collasso della funzione donda non fa altro che mantenerla
esattamente la stessa. Allora, se stiamo parlando delloperatore hamiltoniano, lautofunzione
di questo rappresenta un autostato a una certa energia perfettamente definita. Ora abbiamo
esteso il concetto a tutti gli operatori hermitiani; se andiamo a prendere una
delloperatore
generico ,
, cio lincertezza nulla.
Partiamo dal caso in cui queste due non sono degeneri, cio
. Se prendiamo una
combinazione lineare di due autofunzioni che appartengono ad autovalori diversi,
In questo caso
, quindi non possiamo fare un raccoglimento e ritrovare la funzione di
partenza, perci la combinazione lineare di due autofunzioni diverse che
appartengono a due autovalori diversi non pi unautofunzione; se per
,
autofunzioni qualsiasi, cio non c un unico modo per generarlo. La possibilit che esistano
autofunzioni degeneri ha delle conseguenze importanti.
8.2 Commutatore
8.2.1 Commutatore tra due operatori
Abbiamo visto che esistono gli operatori composti, e, in generale non vale la propriet
commutativa:
Non sempre, tuttavia, cos. Loperatore energia potenziale una moltiplicazione per una
funzione; se anche laltro simile possono agire ugualmente in qualsiasi ordine perch per la
moltiplicazione vale la propriet commutativa. Un altro esempio dato da due operatori che
agiscono su variabili diverse:
Ma se consideriamo come due operatori uno tra questi e lenergia potenziale allora lordine
discriminante. In generale, a una qualunque coppia di operatori si pu associare
loperatore composto, detto commutatore, definito cos:
Per dire che un commutatore nullo, dovremmo verificarlo per infinite funzioni. In realt
esiste un metodo pi semplice. Siccome qualunque funzione pu essere scritta come
combinazione lineare di pi autofunzioni dello spazio, cio
sar ancora 0.
167
Vediamo che questi due operatori commutano, cio il loro commutatore zero. Se due
operatori hanno in comune linsieme delle autofunzioni, allora necessariamente
commutano. Ma vale anche il contrario? Cio, se commutano, hanno in comune le
autofunzioni?
La prima dimostrazione era valida sia nel caso che le autofunzioni fossero degeneri o meno,
ma adesso non cos. Dobbiamo introdurre la quarta ipotesi, cio che non siano degeneri:
; ci significa che il
aventi come
. Se ci fossero autofunzioni
cio
168
sono degeneri.
cio
unautofunzione di
combinazione lineare di
e
che appartiene ad
.
. Si tratta di
169
nulla, o compatibili (ovviamente in linea teorica). In caso contrario, invece, le due grandezze
non sono compatibili, ed presente una certa indeterminazione.
Facendo una misura, per il collasso della funzione donda otterremo uno degli autovalori
della solita equazione
; supponiamo di aver trovato un valore . Il sistema ora
avr equazione donda
e se faremo unulteriore misura lo stato quantico sar sempre lo
stesso con probabilit unitaria. Se il commutatore tra e nullo e non ci sono autofunzioni
degeneri, per loperatore ci saranno le stesse autofunzioni, cio
. Facendo una
misura su troviamo lautofunzione ; se facciamo una misura su obblighiamo il sistema a
un autostato di , ma
rappresenta gi un autostato di , perci come autovalore avremo
sicuramente
con probabilit uguale a 1. Simultaneamente lo stato di incertezza nulla e
perfettamente definito per e . Se misuriamo pi volte troveremo sempre la solita
autofunzione . Se, quindi, siamo in uno stato con definito, avremo anche definito.
Se le autofunzioni non sono le stesse non avremo 0 nel prodotto di indeterminazione, ma, in
ogni caso, non impossibile misurare e con
dove
una qualsiasi funzione donda della particella. Questo non zero, infatti
mentre
per cui
171
Questa detta regola di prima quantizzazione di Jordan, dal nome del fisico tedesco
Pascual Jordan (1902 1980).
Ora facciamo lo stesso calcolo con loperatore hamiltoniano e la quantit di moto.
Il commutatore non nullo; ci significa che gli stati stazionari non sono autofunzioni
della quantit di moto, perci esiste una incertezza. Se, per, la derivata (cio la forza) fosse
nulla, cio il potenziale fosse costante, il commutatore sarebbe nullo. Quando la particella
libera gli operatori commutano e possiamo avere una misura precisa della quantit
di moto; inoltre, avranno le autofunzioni in comune.
Otteniamo due soluzioni aventi lo stesso : ad un valore di energia associamo due stati
stazionari, e sono degeneri perch non si eguagliano a meno di una costante. Possiamo
scriverne la combinazione lineare come:
in questo modo le loro combinazioni lineari generano tutto il piano, in analogia con i vettori
nel piano cartesiano. Nel paragrafo precedente avevamo visto che, avendo due generici
operatori e che commutano tra loro, note le autofunzioni non degeneri di , tra tutte le
combinazioni lineari delle autofunzioni di ne esisteva almeno una che fosse anche
autofunzione di . Nel nostro caso, abbiamo trovato le due autofunzioni delloperatore
hamiltoniano, e se il potenziale costante, cio
, commuta con loperatore quantit di
moto, quindi verifichiamo la stessa propriet generale in questo caso particolare.
172
si trovano quindi
Perci risulta chiaro che gli unici autovalori possibili per loperatore parit sono
Non abbiamo infiniti autovalori, ma ne abbiamo solo due con infinite funzioni
degeneri.
173
cio abbiamo espresso la funzione come combinazione lineare tra una funzione pari e una
dispari. In questo modo possiamo ottenere qualsiasi funzione prendendo gli autovalori e
le rispettive autofunzioni delloperatore parit.
cio il potenziale pari; se pari loperatore parit commuta anche con lhamiltoniano perch
commuta con il termine di energia potenziale e cinetica.
Consideriamo ora gli operatori hamiltoniano, quantit di moto e parit, e due autofunzioni
dellhamiltoniano
e
. Loperatore parit commuta con lhamiltoniano,
quindi possiamo fare la stessa cosa che con . Due combinazioni lineari sono autofunzioni di ,
ma e non commutano, quindi le combinazioni lineari non saranno le stesse.
Se
resta solo
, che dispari, mentre se
resta
, che
pari, quindi tutte le altre combinazioni lineari non vanno bene. Le uniche combinazioni
possibili sono quindi:
174
Possiamo fare un esempio con il piano. Tra gli infiniti vettori presenti in esso, abbiamo
solamente due autofunzioni di ma non di e altre due autofunzioni di ma non di , ed
entrambe queste coppie sono una buona base per rappresentare lintero piano.
quindi
175
Questa equazione pu essere usata per determinare la dipendenza dal tempo del valore di
aspettazione di ogni osservabile. Se loperatore non ha unesplicita dipendenza dal tempo la
variazione del valore atteso per ogni stato
Per unosservabile
zero, quindi
Unosservabile di questo tipo detta costante del moto, perch il suo valore di
aspettazione non cambia con levolvere nel tempo della funzione donda. Se lenergia
una nellinsieme completo delle osservabili simultaneamente misurabili con incertezza nulla,
allora anche tutte le altre sono costanti del moto. Ci significa che, se siamo in uno stato
stazionario, il tempo necessario per far cambiare la funzione donda infinito:
Non abbiamo comunque fatto ipotesi di stazionariet, perci non detto che
sia anche
e la relazione vale comunque per lo stato generico. Possiamo, quindi, ottenere una
combinazione di stati stazionari che non stazionaria; la funzione donda varia nel tempo, ma
il valore di aspettazione no. Ad esempio, se consideriamo una particella in una buca di
potenziale, c la stessa probabilit che si muova in un verso o nellaltro.
Consideriamo il caso particolare della quantit di moto. Il sistema pu essere descritto con la
funzione donda .
176
Questo noto come teorema di Ehrenfest, dal nome del fisico e matematico Paul Ehrenfest
(1880 1933); esso stabilisce un profondo legame tra la meccanica classica e la meccanica
quantistica, anche se valido solo per i valori di aspettazione. Non c evoluzione nel tempo di
questi, mentre i valori istantanei possono variare. Se, poi, il potenziale costante, la forza
nulla, pertanto
cio la quantit di moto una costante del moto. Nel caso pi generale, invece, cio
quello della particella non libera, questo risultato non nullo ma uguale a quello trovato
prima.
mentre i coefficienti
sono dati da
e lintegrale di normalizzazione
. La loro somma deve chiaramente essere .
. Poniamo
177
Vediamo cosa succede a queste se passiamo dal caso discreto a quello continuo. Etichettiamo
le autofunzioni con lautovalore che cerchiamo:
cio questa funzione non a quadrato integrabile e non otteniamo il delta di Kronecker,
ma la delta di Dirac:
Ricordiamo che una funzione donda deve essere normalizzata allunit se descrive una
particella che pu sempre essere trovata da qualche parte, perci queste autofunzioni non
potrebbero essere usate per descrivere una funzione donda accettabile in senso fisico.
Comunque, si possono ottenere funzioni donda normalizzabili prendendo combinazioni lineari
di queste autofunzioni e queste funzioni donda sono pacchetti donda che possono essere usati
per descrivere particelle con incertezze molto piccole per la posizione o la quantit di moto.
Una volta vista la delta di Dirac pi facile dire che
Per intendiamo una costante che discuteremo in seguito; intanto si noti che
Possiamo sostituire questa per qualunque funzione:
perci i , che erano i coefficienti discreti dello sviluppo, ora diventano dei coefficienti continui
con peso infinitesimo:
; avevamo seguito un procedimento simile per costruire i
pacchetti donda.
178
Abbiamo parlato di funzioni che non sono a quadrato integrabile con uno spettro discreto ed
una parte di spettro continua, quindi non possiamo usare il numero quantico n per
etichettarle, perci usiamo lautovalore
e il suo integrale
diventa
da cui calcoliamo
Il nostro spazio funzionale, quindi, strutturato con funzioni a quadrato integrabile. Abbiamo
trovato delle funzioni del tipo
, che allinfinito non sono a quadrato integrabile. Se
imponiamo delle condizioni al contorno otteniamo dei valori definiti della quantit di moto
(analogamente a quanto succedeva con la corda vibrante) e discreti. I valori sono tanto pi fitti
quanto pi grande la buca; per una larghezza infinita essi diventano tanto fitti da non essere
pi distinguibili, pertanto sono continui.
La funzione
in uno spazio limitato a quadrato integrabile, ma se facciamo il
limite per estremi allinfinito non lo pi, ma mantiene le sue comode propriet,
utili per svolgere i calcoli pi agevolmente.
Consideriamo loperatore quantit di moto e vediamo cosa significa tutto quello che
abbiamo fatto. Lequazione degli autovalori e delle autofunzioni
In base a ci che abbiamo appena visto, una qualsiasi funzione donda pu essere espressa
come combinazione lineare delle autofunzioni:
Non abbiamo parte discreta, quindi tutte le sono autovalori; inoltre, otteniamo una funzione
donda; questa la vecchia
e
.
indica con che peso una data funzione di
entra nella costruzione della funzione donda:
la probabilit di trovare la particella
nellintervallo compreso tra e
.
179
Lultima equazione che abbiamo scritto, quindi, equivalente a quanto avevamo trovato nel
5.2.3:
180
e che
Quando un operatore agisce su uno stato produce un altro stato. Nel linguaggio di Dirac,
quando un operatore agisce su un ket produce un altro ket, e scriviamo ci in due modi:
delloperatore
Ne consegue che
Consideriamo ora il teorema di espansione nella struttura dello spazio vettoriale. Nella
meccanica ondulatoria abbiamo visto che una funzione donda arbitraria pu essere sviluppata
in termini di un insieme completo di autofunzioni di un operatore hermitiano. Un esempio di
ci era lo sviluppo in termini degli autostati dellhamiltoniano per una scatola infinita.
Abbiamo menzionato unanalogia con lo sviluppo di un vettore arbitrario in termini di tutti i
181
versori ortogonali nello spazio vettoriale. Ora partiamo dalla fine: sviluppiamo un ket
arbitrario
in termini di un insieme completo di autostati ortonormali, che indichiamo
con
:
, che
dove 1 loperatore unitario, la cui propriet che quando agisce su qualunque stato non lo
modifica. Questultima relazione chiamata relazione di completezza: essa esprime il fatto
che la base di vettori deve essere completa, cio ogni vettore deve essere rappresentabile
mediante un numero finito o infinito di vettori di base.
Ritorniamo al teorema di espansione. Nello sviluppo
linterpretazione di
ancora che
la probabilit che una misura dellosservabile , i cui autoket sono gli
,
fornisca lautovalore indicato con n. Abbiamo scritto queste cose come se il set di
fosse
discreto, ma non necessario che lo sia. Le variabili indicate con n possono essere continue. Se
per esempio dovessimo chiederci: quale la probabilit che se facciamo una misura della
posizione di uno stato rappresentato da
troviamo il valore x?
Poich la posizione unosservabile, abbiamo tutte le ragioni per aspettarci che sia
rappresentata da un operatore hermitiano, che indicheremo con . Questo operatore avr un
insieme completo di autoket, i cui autovalori sono i numeri x. Esprimiamo ci in questo modo
inusuale:
Non abbiamo bisogno di sapere come costruire loperatore . Il teorema dellespansione ora ci
dice che possiamo scrivere
con la somma rimpiazzata da un integrale, dal momento che x una variabile continua.
182
calcoliamo
, nella forma
Ora
la probabilit che una misura della posizione dello stato
dia come valore x.
Non cambia niente se questa propriet viene attribuita a
! Tutto ci che dobbiamo fare
cambiare la notazione e scrivere
Una simile argomentazione potrebbe mostrare che la funzione donda nella rappresentazione
della quantit di moto per lo stato
Avevamo usato il simbolo di tilde nel paragrafo 5.3. A questo punto possiamo dire alcune cose
importanti.
La relazione di completezza in termini degli autoket della posizione
Si consideri
conduce a
dove
le corrispondenti
quantit di moto.
Il requisito che gli operatori siano hermitiani assicura che le osservabili abbiano valori reali.
definito come
184
nella
185
186
Nel caso di prima e sono costanti, ma ora saranno funzioni della posizione, quindi
definiamo una quantit
che tenga conto delle due possibilit:
Si tratta di un vettore donda locale, che cambia con la posizione. Usiamo questa definizione
perch in entrambi i casi otteniamo:
187
Finora non abbiamo introdotto nessuna approssimazione, questi passaggi sono sempre veri.
Abbiamo trasformato unequazione lineare in una non lineare, e di solito questa non una
trasformazione furba. per utile per mettersi nella logica di trovare delle soluzioni
approssimate.
Se il potenziale costante, cio
, una soluzione la conosciamo gi:
costante, ma la fase lineare nella x, quindi la sua derivata seconda nulla:
, con
costante, quindi
Ne risulta che
. La indichiamo tramite
lapprossimazione di ordine 0, che abbiamo appena visto. Il passaggio successivo dire che la
derivata seconda la calcoliamo dallapprossimazione successiva; lapprossimazione di
ordine 1 quindi:
188
Prima di tutto ci interessa andare avanti se questa soluzione converge a quella giusta, e finora
nessuno ce lo garantisce; inoltre, ci interessa se converge rapidamente, perch altrimenti
perdiamo troppo tempo nei calcoli. Dobbiamo porre delle condizioni per cui lapprossimazione
di ordine 1 sia gi ragionevolmente sensata.
La derivata
Allordine 1 abbiamo
Se
, cio
dobbiamo integrare:
189
questa forma che abbiamo appena trovato accettabile, e siamo abbastanza vicini alla
soluzione vera. Che interpretazione possiamo dare a questa condizione? Possiamo notare
immediatamente che nei punti di inversione classica del moto
, quindi in questo
caso sicuramente non verificata. Nellintorno di questi punti, quindi, questa
approssimazione non applicabile. Dovremo quindi
trovare delle soluzioni che si colleghino, ma
quando
la funzione donda
, quindi non
cos semplice. Nella regione classicamente proibita
immaginario, quindi la funzione donda diventa
reale, in particolare diventa un esponenziale
decrescente, che landamento che abbiamo gi
visto. Dal punto di vista matematico complicato,
quindi per ora non andiamo oltre.
Se riprendiamo lanalogia con la particella libera,
, quindi
,
; se il potenziale
funzione della posizione, possiamo trovare una
quantit di moto locale per cui
e
. Se la lunghezza donda non fissa,
londa avr la forma di una sinusoide non
costante.
Quello che stiamo vedendo adesso ci consente di
studiare un caso dove non c una discontinuit
nella parete della buca; un caso che potremo
esaminare sar quello in cui il potenziale varia dolcemente, e tale variazione sar pi ampia
della lunghezza donda.
190
distanza , quindi su una lunghezza donda la variazione della quantit di moto deve
essere piccola. In modo molto simile scriviamo
191
che la pi semplice equazione differenziale lineare del secondo ordine dotata di un punto in
cui il carattere delle soluzioni passa da oscillatorio a esponenziale. Si possono applicare al
nostro caso perch lequazione di Schrdinger
dove a, b e
192
10 Momento angolare
10.1 Momento angolare e dipoli in meccanica classica
Fino ad ora abbiamo discusso diversi aspetti della meccanica quantistica limitandoci a un caso
monodimensionale; per proseguire necessario estendere la trattazione al caso
tridimensionale. Prima di tutto, vediamo i cambiamenti che dobbiamo introdurre se restiamo
ancora in meccanica classica.
.
y
Cos come la coordinata diventa un vettore posizione, anche la quantit di moto diventer un
vettore quantit di moto:
193
La quantit di moto la possiamo vedere come una quantit di traslazione; il momento della
quantit di moto una quantit di rotazione. Sappiamo, infatti, che se prendiamo lorigine
nella stessa retta su cui un punto si muove di moto rettilineo uniforme non c momento della
quantit di moto, ma c se lorigine posta diversamente.
Il caso monodimensionale chiaramente limitato, perch quando si passa da una a due
dimensioni si introducono molte novit, per esempio la coordinata angolare. In questo senso,
quando si tratta di estendere in pi dimensioni i risultati ottenuti nel caso monodimensionale,
bisogna avere una certa cautela.
Se andiamo a prendere il caso particolare di un corpo che percorre unorbita chiusa in un certo
piano, il momento della quantit di moto perpendicolare ad esso e identifica la giacitura di
questo piano. Chiaramente, essendo un vettore, avr delle componenti.
z
x
Andiamo a prendere il concetto di momento di dipolo magnetico.
Se abbiamo una spira chiusa di corrente stazionaria, in particolare una spira piana, il
momento di dipolo magnetico assume una forma particolarmente semplice:
194
Perch facciamo questo conto per questo caso particolarissimo? Perch questa
proporzionalit vera per qualunque orbita, e rimane tale anche in meccanica
quantistica: gli operatori momento della quantit di moto (o momento angolare) e
momento di dipolo magnetico saranno uguali a meno di una costante moltiplicativa.
Il momento di dipolo magnetico si chiama cos perch presente il concetto di dipolo.
Consideriamo, per semplicit, il dipolo elettrico: un sistema costituito da due cariche opposte
a una certa distanza. Se abbiamo due cariche uguali e opposte il momento di dipolo
Se la distanza
Se il campo elettrico non uniforme, le due forze che agiscono sulle cariche sono diverse, allora
che succeder? Se diventa pi intenso andando vero lalto spinger il dipolo in alto: se
aumenta diminuisce (mantenendo sempre il dipolo parallelo al campo), quindi viene attratto
verso la zona dove il campo pi intenso, mentre un dipolo antiparallelo al campo tende a
essere attratto dove il campo meno intenso. Se anche il campo non uniforme, lazione pi
evidente la rotazione, che tende a far allineare il dipolo al campo; questo poi dipende anche
dallo smorzamento.
Perch abbiamo visto il dipolo elettrico? Perch gli stessi ragionamenti si possono fare
per un dipolo magnetico. realizzato, per esempio, con un aghetto magnetizzato, come
quello della bussola. Se al posto del campo elettrico si mette linduzione magnetica si trova
ancora lo stesso risultato:
. Anche il dipolo magnetico viene orientato dal campo di
induzione magnetica, e ha due posizioni di equilibrio, analogamente al dipolo elettrico;
proprio per questo che garantisce il funzionamento delle bussole!
Se abbiamo una particella carica che si muove lungo una circonferenza,
e questa equazione vale sempre; un caso comodo quello in cui il campo magnetico
uniforme nello spazio percorso dallorbita e si prende lasse z nella direzione di :
195
Ci interessa vedere come commutano tra loro questi operatori; c una novit, cio operatori
che agiscono su variabili diverse. banale per gli operatori , , , perch si tratta di una
moltiplicazione per uno scalare:
Qualunque coppia di operatori si prenda, commutano tutte tranne queste. Ci serve per fare il
commutatore tra le componenti di e . Quello che risulta che ognuna delle tre
componenti commuta con , cio
ma queste non commutano tra loro, anzi ciclicamente il commutatore tra due di esse
genera la terza componente:
Ricordiamo che quando il commutatore non nullo, lordine in cui sono scritti gli operatori
rilevante:
196
Avevamo visto che due autofunzioni di e di sono diverse, non degeneri e appartengono al
sottospazio dellhamiltoniano; essendo non degeneri, sono una buona base, quindi possibile
esprimere le autofunzioni di con quelle di e viceversa.
Qui la soluzione analoga. Ci aspettiamo che
abbia un sottospazio di autofunzioni degeneri,
la cui dimensionalit non fissa; in questo ci saranno alcune che sono anche autofunzioni di
che per non saranno autofunzioni di
e , eccetera. Quelle che sono autofunzioni di
saranno una buona base per il sottospazio; se, per esempio,
ha 5 autofunzioni degeneri,
siamo in uno spazio a 5 dimensioni, e ce ne saranno altre 5 che sono anche autofunzioni di
(ma non di
e di ), 5 che lo sono anche di
e altre 5 di .
Per tradizione si prende sempre
per descrivere le autofunzioni del sottospazio, perch
nelle coordinate cartesiane e polari lasse z sempre lo stesso. Per cercare le autofunzioni di
questo operatore basta avere delle funzioni di e di , perch agisce solo su queste variabili,
per possiamo accorgerci di un fatto ancora pi utile:
il momento coniugato della
coordinata angolare;
. Se siamo in coordinate polari,
, perci,
A questo punto avremo gli stessi problemi di normalizzazione? In realt no, perch langolo
ha un dominio limitato:
197
Quindi la funzione
, autofunzione di
, sar
Se aumentiamo di
ritorniamo nella stessa posizione, quindi
. Questa
una condizione che riprenderemo in seguito; per adesso ragionevole. Ma quali sono le
conseguenze?
Il numero
pu assumere valori interi positivi e negativi, e viene chiamato
numero quantico magnetico. Da questa ultima relazione capiamo che gli autovalori
possibili di
devono essere multipli interi della costante di Planck ridotta. Non
strano, perch le unit di misura del momento della quantit di moto sono
e le soluzioni
moto.
ed
198
In questo caso bisogna prestare a non confondersi tra la massa della particella m e il numero
quantico .
Il numero quantico
pu avere valori positivi o negativi; se moltiplichiamo questa per una
funzione di o di non cambia niente, o meglio otteniamo la stessa autofunzione. Se
commuta con essi hanno un set completo di autofunzioni in comune, quindi partiamo da
funzioni di questo tipo. agisce solo su e :
Siamo garantiti a priori che quello che troveremo sar autofunzione di , poi dovremo trovare
. Il calcolo piuttosto complesso; il risultato che gli autovalori di
sono quantizzati
e dipendono da un solo numero quantico l e valgono
La funzione
dipende da due indici: da , che determina quale funzione entra
nellequazione, e da l. Nelluso corrente non si indica cos, ma vengono chiamate armoniche
sferiche e indicate con Y; dipendono da
. Hanno queste propriet:
In altre parole, tutte le possibili propriet del momento angolare orbitale possono
essere descritte utilizzando autofunzioni simultanee di
e , chiamate armoniche
sferiche. Il numero quantico l viene detto numero quantico azimutale, e pu assumere
tutti i valori interi possibili:
201
Queste possono essere una buona base per definire tutte le funzioni di . In questo caso
significa parlare delle serie di Fourier. Per quanto riguarda le armoniche sferiche vale lo
stesso discorso, ma sono funzioni di due angoli, quindi parliamo di angoli nello spazio in
coordinate sferiche.
Questi coefficienti sono ampiezze di probabilit per il momento angolare orbitale; infatti, la
probabilit di trovare la particella tra
e
data da
Se abbiamo una funzione definita non solo su una superficie sferica, ma su tutto lo spazio, ci
ancora utile? S, perch basta scegliere un valore di e trovare il coefficiente corrispondente:
202
commuta con
ma ancora di
diverso dalla riflessione rispetto a un piano o a una linea, rispetto a un punto. Cambiano
segno tutte e tre le coordinate:
Quelle con numero quantico pari sono simmetriche e quelle con numero quantico dispari sono
antisimmetriche.
203
In questo capitolo troveremo gli autovalori e le autofunzioni dellenergia per questo tipo di
elettrone e useremo questi risultati per descrivere le principali propriet dellatomo di
idrogeno.
dove
204
, e quindi corrispondentemente
Stiamo esaminando un problema fisico, quindi ci conviene scegliere le coordinate nel modo pi
semplice. Il tipo di problema che andiamo ad affrontare ci far scegliere le coordinate che
rispecchiano la sua simmetria.
Possiamo dire che c un caso in cui certamente il risultato nullo, cio se il potenziale non
dipende da n da , cio funzione della sola coordinata radiale:
Prima di questo caso non abbiamo fatto alcuna ipotesi sul potenziale. Ci interessano i casi
in cui lhamiltoniano commuta con , e ci succede appunto con un potenziale
centrale, che pure un caso particolare, ma molto importante. Andiamo a cercare le
autofunzioni dellhamiltoniano tra quelle che sono anche autofunzioni di , cio le
armoniche sferiche:
Larmonica sferica sar la parte angolare della funzione donda, laltra sar la parte radiale.
Scriviamo la funzione donda nellequazione degli autovalori e delle autofunzioni:
Loperatore
205
Vediamo, inoltre, che tutti i termini contengono come moltiplicatore larmonica sferica, quindi
si pu semplificare e traiamo un enorme vantaggio nellaver espresso la funzione donda in
questo modo, perch resta unequazione differenziale che dipende solo da :
Nel moto piano in un campo centrale (2.5) avevamo visto la stessa forma definendolo
potenziale centrifugo con la lagrangiana classica, separando sempre la parte radiale e la parte
angolare; questo emerge perch se ci riduciamo a unequazione solo radiale siamo in un
sistema non inerziale. Non possiamo, per, fare lo stesso in meccanica quantistica, perch la
posizione della particella non ben definita, ma otteniamo un risultato analogo. La soluzione
dipender dal numero quantico l.
Prima abbiamo visto che
; lelementino di superficie sferica
. Se
diamo uno spessore infinitesimo diventa una crosta sferica, e avr un volumetto infinitesimo
. La probabilit di trovare la particella in tale volume
cio un infinitesimo del terzo ordine. Possiamo integrare nel volume; integrando rispetto
allangolo abbiamo ancora un infinitesimo del primo ordine:
Anche non dipende da quindi esce dal segno di integrale e resta solo lintegrale di
normalizzazione dellarmonica sferica, che 1:
.
206
Otteniamo ancora la stessa espressione del caso monodimensionale, quindi logico definire
con la funzione radiale perch il suo modulo quadro d la densit di probabilit radiale di
trovare la particella, cio in un guscio sferico compreso tra e
. Lintegrale su tutto il
volume, daltro canto, sicuramente sar 1:
In questa formula per si intende il numero di cariche del nucleo. Questo latomo detto
idrogenoide, cio con un solo elettrone, ma le particelle che lo costituiscono sono due, non
una sola! Possiamo quindi proseguire nella trattazione? Se consideriamo due particelle di
massa
e
che si scambiano delle forze interne e sono soggette a forze esterne, abbiamo
un sistema a
gradi di libert. In meccanica classica si pu separare in due problemi di
particelle singole. Uno il problema del moto del centro di massa, che ha massa
ed
soggetto alle sole forze esterne; laltro problema quello del moto interno. Il vettore posizione
diventa la posizione relativa di una particella rispetto allaltra e si considera la massa ridotta
data da
Se, invece, una delle due particelle molto pi grande dellaltra, per esempio
207
cio la massa ridotta coincide, praticamente, con quella della particella pi leggera. Se
pensiamo a un protone e a un elettrone, cio allatomo di idrogeno, la massa del primo molto
maggiore di quella del secondo. Sappiamo usare gli strumenti che abbiamo introdotto per
risolvere ciascun problema singolarmente. Del resto lidea di scomporre il problema in due
sensata perch se pensiamo a una molecola come lidrogeno, i due atomi ruoteranno attorno
al centro di massa, che cade circa a met della loro distanza reciproca. Se invece pensiamo al
sistema Terra-Sole, il centro di massa cade allinterno del Sole, piuttosto vicino al suo centro,
infatti la Terra ruota attorno ad esso.
Nel nostro caso la distanza quella reciproca tra le due particelle; la massa che usiamo
quella ridotta, che praticamente quella dellelettrone (lerrore che commettiamo molto
piccolo), allora possiamo procedere. Se abbiamo un potenziale armonico, al posto che
coulombiano, dobbiamo stare attenti al fatto che la lunghezza a riposo della molla nulla,
quindi le due particelle sono attaccate. Se stiamo considerando un sistema di due particelle
legate in qualche modo, sappiamo che prima o poi lenergia potenziale diventer crescente al
crescere di , perch esiste una forza di richiamo che attrae tra loro le particelle, altrimenti
non avremmo un sistema legato (ad esempio nello scattering); daltra parte abbiamo anche il
potenziale centrifugo, che va come
(tratteggiato in figura), quindi la somma tra i due sar
unenergia potenziale efficace che avr un minimo, e solitamente non armonica.
Almeno da un punto di vista qualitativo, per, valgono ancora alcune propriet: lenergia
minima non potr essere sul fondo della buca, altrimenti si violerebbe il principio di
indeterminazione, quindi ci sar unenergia di punto zero non nulla; avremo inoltre dei livelli
discreti, ognuno dei quali identifica due punti di inversione classica del moto, e
quantisticamente la particella potr esplorare le zone di energia proibita. Per i livelli a bassa
energia potremo calcolare la funzione donda, nota la forma del potenziale; tutto questo vale
per qualunque sistema legato di due particelle. Se il momento angolare fosse nullo saremmo
ancora in un sistema inerziale e quindi non ci sarebbe il potenziale centrifugo.
Consideriamo il potenziale coulombiano. Per grande dominer questo termine, che tende a
zero, mentre per molto piccolo prevale il potenziale centrifugo, che tende a
. Ci sar un
minimo a una certa distanza dallorigine. un caso simile alla buca di potenziale infinitafinita.
208
209
Si annulla per
quindi
Abbiamo scritto questultimo passaggio per evidenziare il fatto che nella posizione del minimo
il potenziale centrifugo vale la met di quello coulombiano. A questo punto sostituiamo:
Abbiamo evidenziato il primo termine, che costituito da costanti fisiche; se vogliamo trovare
il pelo nelluovo m sarebbe la massa ridotta, ma praticamente la massa dellelettrone.
Questa trattazione vale per qualunque atomo con un solo elettrone. Questa quantit
fissa e si scopre che ha le dimensioni di una lunghezza, e deve essere cos perch l e non
hanno dimensioni, e viene indicata storicamente come , e detta raggio di Bohr:
Questo ci fornisce la scala caratteristica degli atomi; se cresce il raggio minimo diminuisce
ed proporzionale a
. Per
; per
e
il minimo sar
, per
sar
, per
sar
, cio al crescere del numero quantico l, cio alla forza del
potenziale centrifugo, il minimo si allontana rapidamente dallorigine, infatti
.
Il minimo del potenziale, invece,
Questa unenergia; c una dipendenza da che va come , quindi la profondit della buca
cresce rapidamente. Anche in questo caso troviamo un primo termine costituito da costanti
fisiche, che prende il nome di energia di Rydberg, dal nome di Johannes Robert Rydberg
(1854 1919):
210
Ora che abbiamo inquadrato questi fattori di scala li utilizziamo per definire delle variabili
adimensionali. La coordinata adimensionale sar , e la riferiamo al raggio minimo; sar
costante, quindi
perci
cio energie negative, che corrispondono a stati legati. Andando a fare le dovute sostituzioni si
arriva alla forma adimensionale dellequazione di Schrdinger:
. I due
Le soluzioni sono
e
. La prima diverge per
, quindi si tiene la seconda. Ora
emerge il motivo per cui abbiamo introdotto lenergia adimensionale , cio per evitare di
scrivere una radice (ad esempio
Laltro andamento asintotico per
212
).
. Resta
con
. Naturalmente
non va a zero,
Facendo questa sostituzione si ottengono dei calcoli laboriosi; alla fine si arriva a una
relazione di ricorsione del tipo:
Questa, per, vale anche per un polinomio infinito, mentre noi ne stiamo cercando uno finito
per non disturbare gli andamenti asintotici, quindi il grado n del polinomio deve avere
un valore massimo; questo viene indicato con , detto numero quantico radiale:
A questo punto, tutti i coefficienti successivi sono nulli; ponendo come condizione che esiste
questo grado massimo del polinomio si ottiene che
In questo caso
213
Queste autofunzioni corrispondono a degli autovalori dellenergia, che, per come abbiamo
definito , sar
A questo punto possiamo tornare indietro e scrivere la come funzione della coordinata r:
introduciamo una costante per assicurare il verificarsi della condizione normalizzazione, poi
un polinomio e i termini asintotici:
Nella tabella a pagina seguente sono riportate le espressioni esplicite delle autofunzioni
radiali per i primi valori del numero quantico azimutale l e del numero quantico radiale ,
mentre nella figura successiva sono rappresentate alcune di queste autofunzioni. Per
uniformit con le convenzioni della fisica atomica queste autofunzioni vengono etichettate
usando la notazione spettroscopica. Questa notazione utilizza il numero quantico principale n
e una lettera per designare il valore di l; viene usata la lettera s per
, p per
, d per
e f per
. Lorigine storica di questa notazione risale ai primi tempi della fisica
atomica, quando le linee spettrali erano indicate con s per sharp, p per principal, d per
diffuse e f per fundamental.
In precedenza avevamo scritto:
Ora continuiamo a ritroso; la funzione donda radiale era stata definita come
,
quindi se ritorniamo alla funzione donda , che funzione di r, e , possiamo scriverla come
prodotto tra una parte radiale e larmonica sferica:
214
quindi
Sappiamo che
, quindi
.
215
orbitali 3s, 3p, 3d ed essi avranno la stessa energia, ma sui libri di chimica scritto che non
cos. Perch? Il problema che noi stiamo considerando un atomo idrogenoide; se ci sono
almeno due elettroni essi interagiscono tra loro: gli elettroni vedono anche tutti quelli interni
e il potenziale non pi esattamente coulombiano, quindi la degenerazione accidentale viene
rimossa. ovvio che nello stato fondamentale nellidrogeno lelettrone sta nellorbitale 1s, ma
pu andare su orbitali ad energia maggiore se viene eccitato.
217
in un elementino di volume
data da
Abbiamo visto nel paragrafo 11.1.1 che possiamo trovare la densit di probabilit radiale, cio
a una distanza dal nucleo compresa tra e
:
Perci, la forma radiale dello stato quantico descritta dalla densit di probabilit radiale
. Nella figura seguente sono mostrate le densit di probabilit radiale per gli stati con
e 2 e con
e 1.
218
Possiamo notare che i massimi vengono raggiunti per distanze maggiori al crescere
sia di
(e quindi di n) sia di l. Ci pu essere confermato trovando il raggio medio di uno
stato con numeri quantici
e l:
219
Grazie alla simmetria delle armoniche sferiche, la densit di probabilit per unit di volume
non dipende da e ; per convenzione si sceglie la regione in cui lelettrone ha il 90% di
probabilit di essere trovato:
, quindi la
quindi tra
e
c la stessa indeterminazione; se
: tutte le armoniche
sferiche hanno indeterminazione totale sullangolo, infatti ogni punto sulla superficie sferica
ha uguale probabilit. Ci vale per qualunque direzione angolare, perch conosciamo tutte le
componenti di , che sono nulle.
z
221
In generale
comune una soluzione, quella nulla. Lindeterminazione totale per tutti gli angoli di
rotazione, cio ogni direzione ugualmente probabile.
Ora consideriamo
otteniamo una funzione che ancora autofunzione di , ma non pi di . Se, usando queste
le combiniamo con pesi uguali ma con segni eventualmente diversi otteniamo
222
ed autofunzione sia di
sia di
, gli orbitali
non
Combiniamo tra loro delle funzioni degeneri di , quindi otteniamo ancora unautofunzione di
ma non pi di ; chiaramente combiniamo tra loro due funzioni aventi uguale energia
(altrimenti non si ottiene pi uno stato stazionario), ad esempio
La
lorbitale s a simmetria sferica, la
lorbitale p; otteniamo ancora unautofunzione
di , quindi avr ancora simmetria di rotazione attorno allasse z. Se combiniamo i due
orbitali con segno positivo si rafforza il lobo superiore e si riduce quello inferiore, con segno
negativo accade il contrario.
223
e lasciano invariato
Possiamo anche combinare tutti questi orbitali tra loro, ottenendo gli
carbonio.
, tipici del
Quando si sommano i campi si pu avere interferenza costruttiva e distruttiva; qui le due fasi
cambiano, perch vanno come
; c interferenza costruttiva lungo lasse x, mentre lungo
lasse y distruttiva e quindi la probabilit si pu annullare; questi sono
e . Gli altri due
si possono combinare e si formano gli orbitali ibridi sp. Finch prendiamo esattamente questi
due si ha ancora perfetta simmetria cilindrica. Se invece mescoliamo un orbitale s con
lorbitale
o
troviamo tre lobi molto asimmetrici che puntano in tre direzioni diverse nel
piano a 120, ottenendo appunto gli orbitali ibridi
. Con gli
invece si ottengono dei lobi
224
225
12 Lo spin
Nella meccanica classica, un oggetto rigido ammette due tipi di momento angolare: quello
orbitale,
se ha
In questo caso le autofunzioni non sono armoniche sferiche, quindi non c un motivo a priori
di escludere i valori seminteri di e
. Ci significa che ogni particella elementare ha
uno specifico e costante valore di , che viene appunto chiamato spin: i mesoni Pi
226
hanno spin 0, gli elettroni 1/2, i fotoni 1, eccetera. Al contrario, il numero quantico azimutale l,
cio il numero quantico del momento angolare orbitale, pu assumere solo valori interi, e
cambia se il sistema viene perturbato. Lo spin, invece, fisso per ogni particella.
Poich lo spin non descritto da nessuna funzione della posizione, indicheremo gli stati
quantici con
, che corrispondono ad un grado di libert che non descritto
dalle componenti della posizione. Le autofunzioni saranno quindi
e per queste
varranno ancora delle equazioni analoghe a quelle del momento angolare orbitale:
Gli effettivi valori del numero quantico dipendono dalla combinazione dei momenti angolari
orbitale e di spin. Si pu mostrare che, quando un momento angolare orbitale con numero
quantico l combinato con un momento angolare di spin con numero quantico , il momento
angolare totale che si origina ha numeri quantici
quando
, 1 o 0 quando
, invece, vale
Se li sommiamo avremo
, dato da
, a cui
:
227
con
pu avere due versi, dobbiamo conoscere anche per sapere lo stato totale.
Numero quantico
principale, n:
Numero quantico
azimutale, l:
Orbitale
Per lorbitale s il momento totale dovuto solo allo spin, quindi il momento angolare di dipolo
proporzionale al momento angolare di spin.
228
Le componenti lungo z dei momenti magnetici dovuti allo spin dellelettrone sono
dove
la massa e la carica dellelettrone. Notiamo che il primo il doppio del secondo;
questo fattore 2 addizionale viene spiegato dallequazione di Dirac, unequazione delle onde
per particelle puntiformi relativistiche con spin semintero.
Dalle equazioni precedenti, comunque, possiamo notare che il momento magnetico pu essere
espresso in funzione delle costanti
: si parla di magnetone di Bohr, ed utile come
unit fondamentale per esprimere il momento magnetico dellelettrone; si misura in
Joule/Tesla nel Sistema Internazionale e in erg/Gauss nel sistema C.G.S. e il suo valore :
229
I protoni e i neutroni, a differenza degli elettroni, sono particelle composte contenenti quark e
gluoni. Questi costituenti danno origine a un momento angolare con numeri quantici
e
. Le componenti lungo z dei momenti magnetici relativi a questi sono
dove
la massa del protone. Notiamo che lunit per questi momenti magnetici, e anche
dove
la componente lungo z del momento angolare e un fattore numerico
chiamato fattore-g di Land, dal nome di Alfred Land (1888 1976). Il fattore di Land per
uno stato atomico con numeri quantici , e dato da
componenti.
230
e si
Ora nel fascio incidente la direzione del momento magnetico degli atomi completamente
casuale e uno si aspetterebbe che nella direzione potremmo ottenere ogni valore di
compreso tra
ed . In conseguenza di ci ci si potrebbe aspettare che il deposito sullo
schermo freddo si estenda in una regione simmetrica (in ) rispetto al punto di deflessione
nulla. Sorprendentemente Stern e Gerlach videro che si formavano due linee
distinte e separate in posizioni simmetriche rispetto al punto di deflessione nulla.
231
Cerchiamo di vedere se il risultato ottenuto trova spiegazione nellambito del modello atomico
di Bohr. Abbiamo la quantizzazione del momento magnetico lungo la direzione definita dal
campo magnetico, questo inoltre implica anche la quantizzazione del momento angolare
nella stessa direzione in maniera tale da poter avere solo alcuni valori tra un valore massimo
ed un valore minimo
.
Abbiamo visto che gli autovalori possibili di
Planck ridotta:
cio
quantizzato e avr una molteplicit di valori pari ad
quantico magnetico pu assumere valori interi compresi tra e
ovvero un numero non intero, non previsto dalla regola di Bohr per la quantizzazione del
momento magnetico orbitale.
A pagina 193 avevamo trovato il numero quantico
232
in questo modo:
La funzione donda non una quantit osservabile. definibile a meno di una costante di fase
con
:
La quantit
, per come stata definita la costante di fase, un numero compreso tra 0 e
1. Dato che possiamo avere stati quantistici diversi dagli autostati, possiamo avere
Se il fattore
lo stesso per tutti i fattori della somma pu uscire dal segno di
sommatoria, quindi si pu semplificare:
Se la funzione donda deve essere periodica, il fattore di fase deve essere lo stesso per tutti i
valori di . Ci significa che possiamo traslarlo di qualsiasi valore che vogliamo compreso
tra 0 e 1; per esempio, a sinistra abbiamo la scala dei valori possibili di , a destra
labbiamo traslata di 1/4:
Notiamo, per, che questa scala che abbiamo ottenuto non pi simmetrica rispetto allo zero,
quindi non possiamo aggiungere una quantit arbitraria qualunque, ma solo una che consenta
233
di mantenere tale simmetria, e lunico valore compreso tra 0 e 1 che consenta di ottenere ci
1/2.
Possiamo scrivere tutto ci in linguaggio matematico. Consideriamo due numeri quantici
e
; il fattore di fase
deve essere lo stesso per entrambi, e deve garantire che venga
mantenuta la simmetria rispetto allo zero, quindi se aggiungiamo il fattore di fase a
e
cambiamo di segno al risultato, dobbiamo avere lo stesso risultato rispetto a quello ottenuto
aggiungendo il fattore di fase a
:
I valori possibili di
sono interi o seminteri, ma la somma tra due numeri quantici
magnetici sempre un numero intero (o nullo nel caso siano entrambi nulli), quindi gli unici
due valori che pu assumere
sono 0 e 1/2:
A questo punto possiamo recuperare la notazione introdotta nel paragrafo 12.1.2: al numero
quantico magnetico
aggiungiamo un fattore di fase che coincide con il numero quantico di
spin
, e quindi otteniamo il numero quantico di momento angolare totale :
Stern e Gerlach avevano utilizzato atomi di argento allo stato fondamentale; tale stato
identificato dal numero quantico principale
, quindi
,
e
. Ci
significa che
e quindi
Risulta quindi dimostrato perch il fascio di atomi di argento venisse diviso in due; Stern e
Gerlach mostrarono, inoltre, che, misurando la separazione tra i due fasci di atomi uscenti dal
magnete, il valore del momento magnetico di un atomo di argento dellordine del
magnetone di Bohr.
234
e integriamo:
Fissata la base, cio linsieme delle autofunzioni di un operatore, conoscere una funzione
equivale a conoscere linsieme delle sue componenti; conoscere un operatore, invece,
significa conoscere tutti i suoi elementi di matrice.
235
Si tratta di un sistema lineare omogeneo: ammette soluzione nulla a meno che il determinante
sia uguale a zero. Praticamente bisogna trovare gli autovalori della matrice, ma infinita.
Se consideriamo il caso dellelettrone, avente spin
, avremo uno spazio con due
dimensioni, risultando quindi molto pi semplice da calcolare. Indicheremo con
lautostato
con spin positivo (informalmente ) e con
lautostato con spin negativo ():
La quantit
quella di ottenere
Allora i vettori che definiscono lo stato hanno solo due componenti, cio abbiamo uno spazio
bidimensionale:
236
dove con
Notiamo che
osservabili).
cio lo possiamo scrivere a variabili separate, il che va bene solo se i gradi di libert non sono
completamente interagenti tra loro; lo spinore deve avere componenti dipendenti dalla
funzione donda. Altrimenti, prendiamo uno spinore del tipo
Il modulo quadro
rappresenta la probabilit che la particella abbia coordinate
e la componente di spin sia
.
Per loperatore
Possiamo inoltre scrivere la funzione donda ricorrendo alla parte radiale e alle armoniche
sferiche, tenendo conto stavolta della parte che corrisponde allo spin:
237
per completare un giro. Cos come a noi sembra di vedere il Sole che gira attorno alla Terra,
dal punto di vista dellelettrone il nucleo sembra muoversi lungo una circonferenza di raggio r
con periodo . Dal momento che il nucleo ha carica , si instaura una corrente
che
circonda lelettrone. Usando la formula standard del campo magnetico al centro di una spira di
corrente di raggio r,
, e la relazione
, scopriamo che lelettrone
subisce un campo magnetico
Gli effetti quantitativi dellinterazione spin-orbita sui livelli energetici dellatomo di idrogeno
possono essere ottenuti valutando i valori di aspettazione dellenergia di interazione.
Comunque, vale la pena menzionare due aspetti generali:
1) linterazione spin-orbita un effetto relativistico; si pu calcolare che lenergia di
interazione per uno stato a bassa energia dellatomo di idrogeno
238
dove
, hanno identici
e , ma
239
ma lhamiltoniano dovr tenere conto di tutte le particelle e dellinterazione tra loro, quindi
sar
Possiamo fare unanalogia con la meccanica classica, per esempio con le palle da biliardo.
Immaginiamo di fotografarle in un istante e dopo un certo intervallo di tempo, durante il quale
si sono mosse; se sono distinguibili possiamo identificare la loro storia e la loro traiettoria,
mentre se sono indistinguibili non lo possiamo fare, abbiamo bisogno di un filmato.
Le particelle quantistiche, invece, non seguono una traiettoria ben definita, ma una nuvola
di probabilit. Dopo che due di queste si urtano, non pi possibile distinguerle, come accade
per le palle da biliardo uguali; non possiamo pi stabilire quale delle due si trova in un punto
e quale in un altro.
240
nel punto
e la
Quando le particelle sono identiche, la funzione donda deve dare origine alle stesse propriet
per ciascuna particella. In particolare, la densit di probabilit di trovare la particella in e
la particella in deve essere uguale alla densit di probabilit di trovare la particella in
e la particella in . Questo requisito soddisfatto da una funzione donda che obbedisce alla
condizione
differisca da
Ci significa che
Qualunque funzione donda per due particelle identiche, quindi, deve essere o una funzione
simmetrica
241
Si dice che queste funzioni hanno una perfetta simmetria di scambio, una propriet che
assicura che le particelle identiche non possano essere distinte.
Ognuna delle particelle pu occupare degli stati di particella singola rappresentati dalle
autofunzioni
con energie
con
.
Consideriamo, prima di tutto, due particelle nello stesso stato con numero quantico n;
lenergia totale delle due particelle sar
dove
unautofunzione per una particella di energia
nel potenziale delloscillatore
armonico (vedi paragrafo 7.2). Abbiamo etichettato la funzione donda per le due particelle con
la lettera S per indicare che simmetrica rispetto allo scambio tra le particelle, il che significa
che una funzione donda accettabile. Notiamo che impossibile costruire una funzione donda
antisimmetrica se entrambe le particelle sono nello stesso stato; ci significa che due
particelle identiche con funzione donda antisimmetrica non possono occupare lo
stesso stato quantico.
Ora consideriamo due particelle in due differenti stati singoli. Quando occupano stati con
numeri quantici e la loro energia
La funzione donda per due particelle distinguibili con questa energia pu essere data da
242
da
dove e sono delle costanti. La lettera D stata introdotta per indicare che queste
funzioni donda possono essere usate per descrivere delle particelle distinguibili.
Notiamo che lultima equazione descrive una strana funzione donda in cui entrambe le
particelle sono associate a stati di particella singola. Infatti, ammesso che le funzioni donda
e
siano normalizzate,
d la probabilit di trovare la particella nello stato n e
la particella nello stato , mentre
d la probabilit di trovare la particella nello stato
n e la particella nello stato . Dal momento che gli stati quantici con funzioni donda
come quella nellequazione precedente sono chiamati stati legati, occasionalmente
indicheremo gli stati descritti dalle funzioni donda simili a
e
come stati
non legati. Il fatto che le particelle distinguibili siano o meno in uno stato legato o non legato
dipende dal processo che ha portato alla formazione dello stato.
La funzione donda per due particelle identiche deve avere simmetria di scambio definita, e
per due particelle con energia
questa funzione donda deve essere necessariamente di
tipo non legata. Pu essere una funzione donda simmetrica della forma
Entrambe queste funzioni donda rappresentano stati in cui ogni particella ugualmente
associata a entrambi gli stati di particella singola.
Ora useremo queste funzioni donda per mostrare che la simmetria di scambio conduce a una
sorprendente tendenza delle particelle identiche a stringersi luna contro laltra o a evitarsi.
Per fare ci, poniamo
e paragoniamo i valori delle funzioni donda per particelle
distinguibili e identiche quando si trovano nello stesso punto . Per le particelle distinguibili
con funzioni donda date da
otteniamo
otteniamo
243
Queste equazioni mostrano che, a parit di altre condizioni, due particelle identiche con
funzione donda simmetrica possono essere trovate nella stessa posizione con il
doppio della probabilit rispetto a due particelle distinguibili con funzione donda
non legata, e che due particelle identiche con funzione donda antisimmetrica non si
trovano mai nella stessa posizione. Lorigine ondulatoria di questo comportamento
linterferenza, costruttiva nel caso della funzione donda simmetrica e distruttiva nel caso
della funzione donda antisimmetrica.
La tendenza per due particelle a stare assieme o a evitarsi pu essere illustrata in modo pi
esauriente considerando un esempio in cui le particelle occupano gli stati di un oscillatore
armonico con
e
. Se usiamo le funzioni donda
e le coordinate
dove la coordinata del moto interno e quella del centro di massa, otteniamo le seguenti
espressioni per le funzioni donda simmetriche e antisimmetriche viste prima:
Il modulo quadro di ciascuna di queste funzioni donda fornisce la densit di probabilit che le
particelle siano separate di una distanza e che il centro di massa si trovi in . Integrando su
tutti i possibili valori di , possiamo trovare la probabilit che esse siano distanziate di . Con
un calcolo opportuno si trova che la probabilit per una separazione tra le particelle con
modulo compreso tra
e
La corrispondente probabilit per due particelle distinguibili con una funzione donda non
legata come
Le densit di probabilit
simile per le particelle distinguibili, ma solo quando un particolare processo fisico porta alla
formazione di stati legati simmetrici o antisimmetrici.
Sottolineiamo il fatto che queste tendenze di stare assieme o evitarsi non sono una
conseguenza delle forze attrattive o repulsive tra le particelle, infatti, nel nostro esempio
illustrativo, le particelle sono governate da un hamiltoniano in cui non presente alcuna
diretta interazione tra loro. Queste tendenze sono un risultato della simmetria di
scambio che esiste sempre per le particelle identiche quantistiche, e che, in un certo
senso, simula la repulsione tra le particelle, pertanto i risultati ottenuti in questo modo
possono essere utili per descrivere gli atomi con pi elettroni, che nella realt interagiscono
tra loro. Dalla figura precedente notiamo anche che gli effetti della simmetria di scambio
diventano meno importanti al crescere della distanza reciproca tra le particelle. Ci
rispecchia il fatto che se due particelle identiche riescono a mantenere la distanza tra loro
diventano pressoch distinguibili.
dove
se il modulo e la
246
dove
uguale a
dello spin
Quando le propriet spaziali e di spin di una particella sono indipendenti luna dallaltra, lo
stato quantico pu essere rappresentato dal prodotto
Ora possiamo scrivere delle espressioni per gli stati quantici che descrivano le propriet
spaziali e di spin di due particelle identiche.
Quando entrambe le particelle occupano lo stesso stato di particella singola, diciamo uno con
numeri quantici
, possiamo costruire uno stato simmetrico per due particelle
identiche della forma
Ma uno stato complessivo antisimmetrico per due particelle identiche non pu essere costruito
quando queste occupano lo stesso stato di particella singola. Questo implica che due o pi
particelle con simmetria di scambio antisimmetrica non possono occupare lo stesso
stato di particella singola.
Quando le particelle sono associate a due differenti stati di particella singola, possibile
costruire sia stati simmetrici sia antisimmetrici. Per esempio, possiamo avere uno stato
simmetrico della forma
247
Questa regola un modo rapido per dire che due stati di spin semintero,
possono essere combinati per dare due stati di spin di due particelle con numeri quantici
e
. Esplicitamente, se per semplicit scriviamo
per
e
per
,
avremo tre stati simmetrici di spin,
che corrispondono a
antisimmetrico
e rispettivamente
che corrisponde a
e
Le combinazioni
e
come funzioni donda; lo sono se le particelle sono distinguibili.
Questi stati di spin di due particelle possono essere combinati con due funzioni donda di due
particelle producendo uno stato quantico di due particelle con simmetria di scambio definita.
Per esempio, possiamo costruire stati quantici antisimmetrici per due elettroni in due modi.
Possiamo combinare uno stato di spin simmetrico con numeri quantici
e
e
e una funzione donda
ottenendo
In questo caso S indica lo spin di pi elettroni, mentre in precedenza questa lettera era stata usata per
indicare il momento angolare di spin.
5
248
oppure possiamo combinare uno stato di spin antisimmetrico con numeri quantici
e una funzione donda simmetrica
ottenendo
Abbiamo scelto questo esempio perch, come scopriremo nel prossimo capitolo, gli stati
quantici degli elettroni sono sempre antisimmetrici. Questo significa che la simmetria
della funzione donda di due elettroni fissata dal valore dello spin combinato degli elettroni
in accordo con le ultime due equazioni che abbiamo visto.
Infine, in modo da mantenere questa sezione e la successiva pi semplici possibili, abbiamo
discusso solo stati quantici di particelle identiche. Quando sono considerate molte particelle
identiche, emergono condizioni simili per gli stati quantici accettabili: lo stato quantico di un
sistema di particelle identiche deve essere o simmetrico o antisimmetrico quando una
qualsiasi delle due particelle scambiata.
Possiamo notare un ulteriore aspetto. Abbiamo ottenuto tre stati simmetrici di spin
corrispondenti a
e un solo stato antisimmetrico corrispondente a
. I primi tre sono
degeneri e si parla di tripletto, mentre il quarto non degenere e si parla di singoletto.
Nel caso del tripletto, con
, come abbiamo visto, avremo entrambi gli elettroni con spin
e con
spin
. Con
le componenti lungo sono opposte, ma i vettori
sono orientati in modo tale da dare un momento angolare totale diverso da zero, infatti
,
cio i vettori sono paralleli. Nel caso del singoletto, invece,
, e abbiamo solo
; in
questo caso i due vettori sono veramente antiparalleli: sia la componente lungo sia il modulo
del momento angolare sono nulli.
Possiamo rappresentare tutti questi stati in questo modo, in analogia con la chimica:
Nellultimo caso, per, non identifichiamo univocamente lo stato: potrebbe essere sia
sia
, quindi pi opportuna una rappresentazione grafica come quella in figura a pagina
seguente.
Se i due elettroni occupano lo stesso orbitale possibile soltanto il singoletto, a causa del
principio di esclusione di Pauli.
Per la maggior parte delle molecole, lo stato elettronico fondamentale uno stato di singoletto,
in cui gli orbitali molecolari a minor energia sono tutti occupati da due elettroni con spin
antiparalleli. Negli stati elettronici eccitati, un elettrone (o pi) trasferito da un orbitale
doppiamente occupato ad uno non occupato a energia maggiore. Due elettroni possono perci
trovarsi in orbitali molecolari diversi e dare origine a stati di singoletto eccitato e stati di
tripletto eccitato. Un singoletto eccitato e il corrispondente tripletto in genere differiscono solo
nellorientazione reciproca degli spin dei due elettroni.
249
A parit di orbitali molecolari occupati dai due elettroni spaiati, gli stati di tripletto, in genere,
hanno energia minore (sono pi stabili) dei rispettivi singoletti. Il principio lo stesso su cui si
basa la regola di Hund (vedi paragrafo 14.3): una disposizione a spin paralleli pi favorita
energeticamente di una a spin antiparalleli.
250
e se gli stati sono gli stessi il prodotto simmetrico, mentre se sono diversi avremo delle
combinazioni simmetriche e antisimmetriche:
In questo caso gli elettroni, come due particelle identiche nel potenziale armonico
descritte nella parte di sinistra della figura 10.1, hanno una forte tendenza ad
evitarsi. Questa, in definitiva, responsabile della rigidit della materia
ordinaria; un solido resiste alla compressione perch gli elettroni identici che si
evitano impediscono agli atomi di avvicinarsi ulteriormente.
3) Quando lo stato di spin di due elettroni antisimmetrico, la funzione donda deve
essere necessariamente simmetrica:
In questo caso gli elettroni, come le due particelle identiche nel potenziale armonico
descritte dal grafico a destra della figura 10.1, hanno la tendenza a stringersi luno
contro laltro. Quando ci accade tra atomi adiacenti si pu formare un
legame covalente tra loro e quindi una molecola.
I protoni e i neutroni, come gli elettroni, sono anchessi fermioni, e lindistinguibilit di tipo
fermionico dei protoni e dei neutroni gioca un ruolo fondamentale nel modello a guscio del
nucleo. In questo modello protoni e neutroni occupano stati di singola particella, ma uno stato
di singola particella pu essere occupato al massimo da un protone e da un neutrone.
Similmente, i modelli teorici di protoni, neutroni e altri adroni sono governati dallidea che i
quark di uno specifico sapore e colore agiscono anchessi come sistemi di fermioni identici con
stati quantici antisimmetrici.
Lindistinguibilit bosonica, inoltre, conduce a importanti fenomeni fisici. Dal momento che i
bosoni sono descritti da stati quantici simmetrici, molti bosoni possono occupare lo stesso stato
di singola particella e quando ci succede pu emergere alla scala macroscopica un
comportamento quantistico.
Lesempio pi importante dellunione dei bosoni la luce coerente di un laser. Questa
coerenza emerge perch i fotoni, bosoni con spin 1, hanno unalta probabilit di avere la stessa
energia e quantit di moto, pressoch nello stesso modo in cui due particelle con funzione
donda simmetrica hanno unalta probabilit di trovarsi nella stessa posizione.
Lunione dei bosoni anche responsabile della superfluidit dellelio liquido a
temperature inferiori a
. Lelio liquido un sistema di atomi di elio debolmente
interagenti che si comportano come bosoni perch consistono di un nucleo di
con spin 0 e
due elettroni con spin combinato anchesso 0. A basse temperature, una considerevole frazione
252
degli atomi nellelio liquido condensano nello stesso stato di minima energia. Formano un
condensato di Bose Einstein in cui gli atomi hanno funzioni donda che sono coerenti
luna con laltra e si muovono collettivamente senza attrito. Recentemente sono stati prodotti
dei condensati di Bose Einstein puri raffreddando atomi in trappole magnetiche; nel 2001,
infatti, il premio Nobel per la fisica stato assegnato a Eric Cornell, Wolfgang Ketterle e Carl
Wieman per il loro lavoro nel produrre il primo puro condensato di Bose Einstein nel 1995.
Sorprendentemente, ununione di tipo bosonico si manifesta anche in situazioni in cui ci si
aspetterebbe un comportamento di tipo fermionico. Si origina nella superconduttivit dei
metalli a basse temperature perch le coppie di elettroni (coppie di Cooper) si comportano
come bosoni indistinguibili. Probabilmente si manifesta anche quando lelio-3 liquido diventa
superfluido a temperature bassissime. Gli atomi di elio-3, a differenza dei normali atomi di
elio, sono fermioni perch il nucleo
ha spin , ma coppie di atomi di elio-3 possono
comportarsi come un sistema di bosoni indistinguibili e dare origine a un moto collettivo senza
attrito nellelio-3 liquido.
Ritorniamo a considerare gli elettroni. Quello che abbiamo visto prima comporta che possiamo
considerare solo stati antisimmetrici, cio il singoletto nel caso si trovino nello stesso orbitale:
Se, invece, abbiamo due elettroni in tre orbitali p possiamo avere due situazioni:
la prima non completa perch se simmetrico lo spin lorbitale deve essere antisimmetrico;
la seconda non specifica se gli stati sono di singoletto o di tripletto e quindi non sappiamo che
parte orbitale prendere.
dove
indica che il j-esimo elettrone si trova nelli-esimo stato e il prodotto noto come
prodotto di Hartree. Questa funzione composta, per, non essendo antisimmetrica non rispetta
il principio di esclusione di Pauli. La condizione di antisimmetria che la funzione donda
cambi segno per lo scambio di una qualsiasi coppia di elettroni:
253
Il fisico e chimico teorico John Slater (1900 1976) super il limite del metodo di Hartree
utilizzando una combinazione lineare di entrambi i prodotti di Hartree. Nel caso pi semplice,
costituito da un sistema di due elettroni, ci si traduce nellespressione
254
14 Atomi
Come disse Richard Feynman una volta, come mai i chimici fanno i conti in modo strano? Al
posto di dire 1, 2, 3, 4 dicono idrogeno, elio, litio, berillio Il motivo degno di nota. Un
atomo con Z elettroni identico a tutti gli altri atomi con Z elettroni. Hanno le stesse
dimensioni, la stessa energia di ionizzazione e la stessa tendenza a reagire o a non reagire.
Luguaglianza degli atomi pu essere etichettata con un numero, il numero atomico , e ci
sono solo circa 100 tipi differenti. Oltretutto, questa uguaglianza fissa: quando un atomo
eccitato dallincontro con un fotone, un elettrone o un altro atomo, ritorner sempre nella sua
condizione originaria incontaminata.
Luguaglianza determinata degli atomi con numero atomico Z non pu essere compresa in
termini della fisica classica. Si tratta di una propriet degli stati quantici di Z elettroni. Le
caratteristiche essenziali di questi stati quantici possono essere comprese combinando, in
modo approssimato, i concetti che abbiamo usato per descrivere latomo di idrogeno con le
implicazioni che emergono dal fatto che gli elettroni sono fermioni indistinguibili. Anche se
dobbiamo accontentarci di rappresentazioni approssimate per gli stati quantici di un atomo
con numero atomico Z, questi stati in principio forniscono una completa descrizione che la
medesima per tutti gli atomi con numero atomico Z.
Vedremo latomo di elio nel paragrafo 14.2. Le soluzioni numeriche per questa equazione
possono essere ottenute, ma per gli atomi con molti elettroni bisogna usare dei metodi
approssimati basati sullapprossimazione di potenziale centrale. Questi metodi, sviluppati
inizialmente da E. Fermi, D. R. Hartree e L. H. Thomas, portano alla seguente descrizione
qualitativa degli stati atomici.
coordinata
vedr, quando
Ma quando
Queste considerazioni implicano che una forma rozza del potenziale di ogni elettrone
indipendente in un atomo simile alla curva (A) mostrata nella figura seguente.
256
Dato un potenziale
possibile trovare i livelli energetici e le autofunzioni per ogni
elettrone nellatomo risolvendo lequazione degli autovalori per la particella singola
Questa equazione identica a quella del paragrafo 11.1, che stato il nostro punto di partenza
per analizzare latomo idrogenoide. Ci significa che le autofunzioni per questi stati di
particella singola possono essere etichettati con gli stessi numeri quantici utilizzati per le
autofunzioni dellatomo di idrogeno: il numero quantico principale , i numeri quantici di
momento angolare e
(azimutale e magnetico), e il numero quantico di spin
. In
contrasto con la formula
per latomo di idrogeno, tuttavia, i livelli energetici dipendono da due di questi numeri
quantici, e . Lenergia di questi livelli potrebbe essere indicata con
ma useremo la
notazione spettroscopica 1s, 2s, 2p eccetera, cio tramite gli orbitali.
Teniamo le stesse funzioni donda degli orbitali e valutiamo le energie sul potenziale
schermato, poich cos teniamo conto dellinterazione fra gli elettroni. Ricordiamo che il
laplaciano del potenziale segue la legge di Poisson (che deriva da una delle equazioni di
Maxwell):
dove la densit di carica elettrica, che pu essere espressa come la densit di probabilit di
trovare gli elettroni per la carica di ciascuno di essi, che ovviamente :
Da queste considerazioni possiamo valutare lenergia potenziale di ogni elettrone per ciascun
orbitale; lorbitale s meno schermato, quindi avremo un maggior contributo dellenergia di
257
legame rispetto a quello dellenergia potenziale, quindi avr energia minore rispetto
allorbitale p.
Leffetto di schermo sulle energie degli orbitali nellatomo di carbonio illustrato nella figura
11.2. I livelli energetici 1s, 2s e 2p per il potenziale non schermato
sono mostrati a
sinistra e quelli per il potenziale schermato
a destra. Notiamo che per questultimo
lenergia di un orbitale aumenta quando il numero quantico principale n aumenta,
mentre per un dato valore di n lenergia aumenta quando il numero quantico
azimutale aumenta. Questo aumento con pu essere compreso richiamando dal paragrafo
11.2.1 che il potenziale efficace nellequazione di Schrdinger radiale include il termine
centrifugo
258
Le autofunzioni per questi orbitali possono essere usate per costruire stati quantici
approssimati per molti elettroni per latomo globalmente. Come discusso in precedenza,
gli stati quantici che descrivono un sistema di elettroni indistinguibili devono essere
antisimmetrici ogni volta che due elettroni vengono scambiati. Ci pu essere ottenuto se gli
elettroni vengono assegnati agli orbitali in accordo con il principio di esclusione di Pauli, cio
al pi un elettrone pu occupare un orbitale con gli stessi numeri quantici n, , ,
. Ci
significa che al massimo due elettroni possono essere assegnati agli orbitali 1s, uno con
numeri quantici
,
,
e
e uno con numeri quantici
,
,
e
. Similmente, non possono essere assegnati pi di due elettroni agli orbitali
2s, ma fino a sei per gli orbitali 2p perch in questo caso ci sono sei di questi orbitali con
numeri quantici
,
,
e
. Quando gli orbitali 1s, 2s e 2p sono
completi, altri elettroni addizionali possono essere assegnati ad orbitali con numero quantico
principale n maggiore di 2. Questi orbitali hanno energie maggiori e anche una capacit
limitata.
Nel paragrafo precedente abbiamo dato limpressione che particolari elettroni si trovino in
particolari orbitali. Non questo il caso. Dal momento che tutti gli elettroni in un atomo sono
indistinguibili, ogni elettrone ugualmente associato a ciascuno degli orbitali occupati; infatti,
cos come lo stato di due elettroni dato dallequazione
e
dove un numero quantico che pu essere uguale a
Due momenti angolari con numeri quantici e possono essere combinati ottenendo
un momento angolare con numero quantico che pu avere valori
e
per il momento angolare orbitale,
per il momento angolare totale.
Chiariti questi concetti preliminari, possiamo descrivere come si possono combinare i momenti
angolari degli elettroni atomici. In fisica atomica si usano due modi per fare ci: sono detti
accoppiamento L S (detto anche accoppiamento Russel-Saunders) e accoppiamento .
Nellaccoppiamento L S, i momenti angolari orbitali degli elettroni vengono sommati per
dare un momento angolare orbitale combinato descritto da un numero quantico , e i momenti
angolari di spin degli elettroni vengono sommati per dare un momento angolare di spin
combinato descritto da un numero quantico . Questi, a loro volta, vengono sommati ottenendo
un momento angolare totale descritto da un numero quantico . Nellaccoppiamento , i
momenti angolari orbitale e di spin di ciascun elettrone vengono sommati ottenendo un
momento angolare totale descritto da un numero quantico . I momenti angolari totali di ogni
elettrone vengono poi sommati per dare un momento angolare totale descritto da un numero
quantico . Laccoppiamento L S pi utile quando la repulsione residua elettrone-elettrone
pi forte dellinterazione spin-orbita, e laccoppiamento j j nella situazione inversa. In
pratica, laccoppiamento j j viene usato per gli atomi con numeri atomici elevati e
laccoppiamento L S per quelli con numeri atomici piccoli.
Illustreremo queste idee generali considerando come laccoppiamento L S pu essere usato
per descrivere latomo di carbonio. Ci concentreremo sugli stati quantici di bassa energia con
configurazione elettronica
. Questi stati devono essere antisimmetrici quando
due elettroni qualunque vengono scambiati.
I due elettroni negli orbitali 1s, che necessariamente hanno una funzione donda simmetrica,
si trovano in uno stato antisimmetrico se hanno stato di spin antisimmetrico. Tale stato di
spin, in accordo con lequazione
Gli elettroni negli orbitali 2p, ciascuno con numero quantico azimutale
, possono avere un
momento angolare orbitale combinato con numero quantico che pu assumere i valori
o
0, e un momento angolare di spin combinato con numero quantico che pu essere 1 o 0. Come
mostrato dalle equazioni (paragrafo 13.3)
antisimmetrico. Si pu anche mostrare che la simmetria di scambio delle funzioni donda del
momento angolare orbitale simmetrica quando
, antisimmetrica quando
e ancora
simmetrica quando
. Allora, possono esistere stati quantici accettabili con simmetria di
scambio antisimmetrica per gli elettroni 2p solo se i numeri quantici e si trovano in una di
queste combinazioni:
1)
; 2)
; 3)
Questa degenerazione, per, non si verifica perch non tutti gli effetti della repulsione
elettrone-elettrone possono essere inclusi nel potenziale centrale. C una repulsione
residua che fa in modo che gli stati quantici
,
e
abbiano differenti livelli di
energia, come mostrato nella figura 11.3 (a pagina seguente). Queste differenze di energia
emergono perch leffetto della repulsione residua elettrone-elettrone differente nelle
funzioni donda con differente simmetria di scambio e differente momento angolare orbitale.
In aggiunta alla residua repulsione elettrone-elettrone, uninterazione spin-orbita simile a
quella esaminata nella sezione 12.4 influisce sui livelli energetici degli atomi. Questa d
origine a una struttura fine in cui lenergia dipende non solo dalla configurazione e
dai valori di e , ma anche dal valore del momento angolare totale , che pu avere
valori compresi tra
e
Per esempio, se consideriamo gli stati
dellatomo di carbonio possiamo accoppiare i
momenti angolari orbitali e di spin con
e
ottenendo stati con momento angolare
totale con
o 0. Questi stati sono solitamente indicati con
,
e
, dove il pedice a
261
destra indica il valore del numero quantico , ed essi hanno energie leggermente diverse, come
illustrato nella parte destra della figura 11.3. I livelli energetici degli stati
e
non sono
separati dallinterazione spin-orbita perch per questi possibile un solo valore di ,
rispettivamente
e
.
Per riassumere, abbiamo discusso su come i livelli energetici dellatomo di carbonio possono
essere esaminati con crescente precisione. In prima approssimazione, lenergia del livello
determinata da una configurazione elettronica che descrive elettroni indipendenti in un
potenziale centrale che rappresenta lattrazione coulombiana del nucleo e leffetto medio delle
repulsioni elettrostatiche tra gli elettroni nellatomo. In seconda approssimazione, lenergia
dipende dalla repulsione residua elettrone-elettrone e il livello etichettato con i numeri
quantici orbitale e di spin e . In terza approssimazione, lenergia dipende dallinterazione
spin-orbita e il livello etichettato con , e il numero quantico di momento angolare totale .
Infine, notiamo che la maggior parte della nostra conoscenza circa i livelli energetici atomici
deriva dalle linee spettrali che compaiono quando avvengono delle transizioni radiative tra i
livelli. Le transizioni pi probabili per lemissione o lassorbimento nella regione del visibile e
262
ma se
unaccurata descrizione degli stati quantici, devono essere verificate anche le seguenti regole:
e
C unulteriore regola di selezione: la parit dello stato atomico deve cambiare in una
transizione di dipolo elettrico. La parit determinata dal comportamento dello stato
quantico quando tutte le coordinate subiscono una riflessione rispetto allorigine. Se lo stato
resta invariato pari, mentre se cambiato di un fattore
dispari (ne abbiamo parlato
quando abbiamo introdotto loperatore parit). La parit di uno stato di singolo elettrone
pari quando il numero quantico pari ed dispari quando dispari. In generale, se uno
stato atomico ha configurazione singola
, la sua parit pari se la somma
dei numeri quantici di momento angolare orbitale
pari ed dispari se questa
somma dispari.
). Lhamiltoniano,
consiste di due hamiltoniani idrogenoidi (con carica nucleare ), uno per lelettrone 1 e laltro
per lelettrone 2, uniti a un termine finale che descrive la repulsione tra i due elettroni. Se
semplicemente lo ignoriamo, lequazione di Schrdinger si separa, e le soluzioni possono essere
scritte come prodotti tra funzioni donda idrogenoidi:
solo con met del raggio di Bohr e quattro volte le energie di Bohr. Lenergia totale sarebbe
dove
263
Se fossero entrambi in uno stato eccitato, infatti, uno dei due immediatamente ricadrebbe
nello stato di minima energia, liberando sufficiente energia per far entrare laltro in un campo
di energia positiva, ottenendo uno ione di elio
e un elettrone libero.
Possiamo quindi costruire questi stati eccitati da combinazioni sia simmetriche sia
antisimmetriche; le prime vanno con una configurazione di spin antisimmetrico (il
singoletto), e sono chiamate paraelio, mentre le seconde richiedono una configurazione di
spin simmetrico (tripletto), e sono note come ortoelio. Lo stato di minima energia
necessariamente paraelio; gli stati eccitati possono essere di entrambi i tipi. Dal momento che
la simmetria spaziale tende a far avvicinare gli elettroni, ci aspettiamo una energia di
interazione maggiore nel paraelio, e infatti confermato sperimentalmente che gli stati del
paraelio hanno in qualche modo energia maggiore di quelli corrispondenti dellortoelio.
In un volume di atomi di elio, il 25% di paraelio, il 75% di ortoelio. Per il paraelio abbiamo
, cio
e
; per lortoelio
,
e
, cio
e
Possiamo costruire in una tabella i diversi stati possibili per entrambi.
Orbitale
Paraelio
Ortoelio
1s
2s
2p
Il primo numero indica la shell; lesponente del numero indica la molteplicit: se 1 il
singoletto, se 3 il tripletto; la lettera maiuscola indica lorbitale; il numero a pedice della
lettera . Lo stato
colorato di rosso perch viola il principio di esclusione di Pauli: la
parte orbitale, simmetrica, non pu combinarsi con uno spin simmetrico. Con due elettroni
nellorbitale p lapprossimazione di campo medio ancora buona.
264
soggetti al principio di esclusione di Pauli, quindi solamente due possono occupare un dato
orbitale (uno con spin positivo, laltro con spin negativo, o, pi precisamente, nella
configurazione di singoletto). Ci sono
funzioni donda idrogenoidi (tutte con la stessa
energia ) per un dato valore di n, quindi la shell con
ha spazio per due elettroni, quella
con
per otto elettroni, quella con
per 18, e in generale ln-esima shell pu contenere
elettroni. Qualitativamente, le righe orizzontali della tavola periodica corrispondono a
riempire ogni shell (se fosse semplicemente cos, avrebbero lunghezza 2, 8, 18, 32, 50, ecc.
invece di 2, 8, 8, 18, 18, ecc.; la repulsione elettrone-elettrone fa cadere il conteggio).
Con lelio, la shell con
riempita, quindi lelemento successivo, il litio (
), deve porre
un elettrone nella shell
. Ora, per
possiamo avere
o
; quale tra questi
sceglier il terzo elettrone? In assenza di interazioni elettrone-elettrone, hanno la stessa
energia (le energie di Bohr dipendono da n, non da l). Ma leffetto di questa repulsione di
favorire il valore minore di l, per il seguente motivo: il momento angolare tende a lanciare
lelettrone verso lesterno (pi formalmente, il valore di aspettazione di cresce con l per un
dato n), e pi un elettrone si allontana, pi gli elettroni interni schermano il nucleo (in parole
povere, lelettrone pi interno vede tutta la carica nucleare , ma lelettrone pi esterno
vede una carica effettiva difficilmente pi grande di e). Allinterno di una shell, quindi, lo stato
con minore energia (vale a dire lelettrone legato pi saldamente)
, e lenergia aumenta
con . Il terzo elettrone del litio, quindi, occupa lorbitale (2,0,0). Lelemento successivo, il
berillio, con
, entra anchesso in questo stato (solo con spin opposto), ma il boro (
),
deve fare uso di
.
Conteggiando in questo modo, arriviamo al neon (
), e a questo punto la shell con
completa, quindi passiamo alla riga successiva della tavola periodica e iniziamo a riempire la
shell con
. Prima ci sono due elementi (sodio e magnesio) con
, poi ce ne sono sei con
(dallalluminio allargon). Dopo largon dovrebbero esserci 10 elementi con
e
;
comunque, a questo punto leffetto di schermo cos forte che sovrappone la shell successiva,
quindi il potassio (
) e il calcio (
) scelgono
,
al posto di
e
.
Dopodich dobbiamo recuperare i ritardatari
,
(dallo scandio allo zinco), seguiti da
,
(dal gallio al kripton), e a questo punto facciamo ancora un salto prematuro alla
riga successiva (
) e aspettiamo a scivolare negli orbitali con
e
dalla shell con
.
Ricordiamo che ancora oggi si usa la nomenclatura degli spettroscopisti del diciannovesimo
secolo per gli orbitali;
viene indicato con s (da sharp),
con p (da principal),
con d (diffuse) e
con f (fundamental); dopo probabilmente hanno esaurito la fantasia,
perch la lista prosegue in ordine alfabetico (g, h, i, ecc.)6. Lo stato di un particolare elettrone
rappresentato dalla coppia , dove (numero) indica la shell e (lettera) specifica il momento
angolare orbitale; il numero quantico magnetico
non specificato, ma si usa un esponente
per indicare il numero di elettroni che occupano lo stato in questione. Quindi, per esempio, la
configurazione
Anche alle shell stesse sono stati assegnati dei nomi arbitrari, partendo da K: la shell K quella con
, la shell L con
, M con
, eccetera.
266
ci dice che ci sono due elettroni nellorbitale (1,0,0), due nellorbitale (2,0,0) e due in una
combinazione degli orbitali (2,1,1), (2,1,0) e (2,1, ). Questo lo stato di minima energia del
carbonio.
In questo esempio ci sono due elettroni con numero quantico del momento angolare orbitale 1,
quindi il numero quantico di momento angolare orbitale totale (ricordiamo che si usa la
maiuscola perch indica quello totale e non quello di una singola particella) potrebbe essere 2,
1 o 0. Nel frattempo, i due elettroni dellorbitale 1s sono legati assieme in un singoletto, ma i
due elettroni dellorbitale
potrebbero essere sia nella configurazione di singoletto sia di
tripletto, quindi il numero quantico di spin totale potrebbe essere 1 o 0. Evidentemente il
numero quantico di momento angolare totale potrebbe essere 3, 2, 1 o 0. A questo punto
esistono dei criteri, le regole di Hund, dal nome di Friedrich Hund (1896 1997), per capire
quale di questi potr essere per ciascun elemento.
1) Per una data configurazione elettronica il termine spettroscopico
con il
268
269
15 Teoria perturbativa
Accade spesso che, esaminando un problema fisico, siamo in grado di risolvere equazioni
differenziali del tipo
ma vorremmo in realt sapere cosa siamo in grado di dire circa il problema vicino
Allo studio di questo problema sono stati dedicati gli sforzi dei migliori matematici per almeno
tre secoli a partire da Newton, tanto da far dire a Poincar che si tratta del problema
fondamentale della dinamica. In effetti il problema ebbe, almeno no agli inizi del 900, un
carattere non solo di tipo pratico, ma piuttosto di carattere fondamentale per la scienza.
In effetti Newton aveva mostrato che il moto dei pianeti poteva essere spiegato in prima
approssimazione, introducendo una forza di gravitazione universale tra i pianeti, che per
risultava di origine misteriosa (a Newton stesso). Ma se la forza di gravit tra Sole e pianeta
rende conto perfettamente del fatto che il moto di questultimo sia conforme alle leggi di
Keplero, linterazione mutua tra i pianeti ( questa la piccola perturbazione) far si che il moto
sia difforme da quello predetto dalle leggi di Keplero. Daltra parte gli astronomi, accumulando
i dati osservativi lungo larco di decenni (o di secoli nel caso di Giove e Saturno), venivano
scoprendo discrepanze nel moto reale dei pianeti dalle leggi di Keplero. Quindi la visione
deterministicomeccanicistica della natura si poteva imporre solo se la meccanica newtoniana
fosse stata in grado di rendere conto di tali perturbazioni del moto planetario. Si spiega in
questo modo il fatto che ben tre premi furono banditi nel 700 dalla accademia delle scienze
francesi per la spiegazione del moto di Giove e Saturno, ed ancora a ne 800 come mai il re di
Svezia bandisse un premio (vinto da Poincar) sul problema dei tre corpi (cio ancora il moto
di Giove e Saturno).
Fu solo allinizio dellOttocento che Laplace riusc ad introdurre dei metodi matematici in
grado di trattare il problema delle perturbazioni planetarie, e a mostrare che il moto osservato
di Giove e Saturno poteva essere spiegato mediante lattrazione reciproca dei due pianeti. I
metodi progredirono nellOttocento a tal punto che il pianeta Nettuno venne scoperto
mediante le perturbazioni che questo provocava sul moto di Urano, prima ancora di essere
effettivamente osservato. Fu questo lapoteosi massima della teoria newtoniana della
gravitazione, che precedette di pochissimo il naufragio della stessa: infatti ci si rese conto,
subito dopo la scoperta di Nettuno, che viceversa, la teoria delle perturbazioni non poteva
spiegare in modo soddisfacente il moto di Mercurio. Questo fatto, assieme alla mai sopita
avversione verso la misteriosa forza di gravit, prepararono la comunit scientifica
allaccettazione della teoria della Relativit Generale formulata nel 1916 da Einstein, in cui la
concezione di una misteriosa inuenza a distanza tra i pianeti venne rimpiazzata dal concetto
di campo gravitazionale, un ente, cio, le cui modicazioni in un punto si propagano per
contiguit ai punti vicini con una velocit finita. Si afferm cosi la visione moderna della sica,
in cui gli unici enti ammessi sono i campi (quantistici) che si propagano con velocit finita,
270
anche se il compito della costruzione di una corretta teoria matematica lasciata in eredit
alle generazioni future.
In questo capitolo tratteremo la teoria delle perturbazioni, sia indipendente dal tempo, sia
dipendente dal tempo, in meccanica quantistica.
dove
loperatore hamiltoniano del sistema imperturbato e loperatore
perturbazione, che pu anche essere scritto come
. Quando andiamo a spegnere la
perturbazione, cio
, il sistema tende ad andare verso quello imperturbato (anche se ci
non sempre garantito). Per lhamiltoniano imperturbato la soluzione dellequazione di
Schrdinger,
in cui
, cio appunto lautofunzione dellhamiltoniano imperturbato. Per
lhamiltoniano perturbato, invece, possiamo scrivere
271
integriamo:
Il risultato del primo integrale la nota delta di Kronecker; quello del secondo, invece,
,
cio lelemento di matrice delloperatore perturbazione , definito in base alle funzioni donda
imperturbate:
Andiamo avanti nel calcolo, portando tutti i termini dellequazione a destra e raccogliendo
272
Chiaramente la soluzione
non ci interessa; annullando, invece, il determinante,
troviamo gli autovalori della matrice. Fuori dalla diagonale principale abbiamo solo i
contributi della perturbazione; il problema che questa matrice infinita, quindi bisogna
trovare un modo per approssimare.
Un primo approccio approssimativo quello di considerare soltanto gli elementi della
diagonale principale; il determinante sar quindi il prodotto di tutti questi, e avremo infinite
soluzioni:
Il termine
cio
ea
273
Si tratta di unequazione con sviluppi in serie di potenze di ; i polinomi devono essere uguali,
quindi i termini con lo stesso grado dovranno essere uguagliati.
GRADO 0
Se
, invece,
, quindi
274
GRADO 2
Se
otteniamo
Queste ultime relazioni sono due risultati importanti. Nella prima possiamo aggiungere dei
termini; supponiamo infatti di conoscere gi
Ci che comanda sono gli elementi di matrice delloperatore perturbazione. Per calcolare
lenergia al primo ordine sfruttiamo la funzione donda imperturbata, poi il valore di
275
ed
si nota che due stati di questo tipo si mescolano tra di loro pi pesantemente, quindi possiamo
considerare solo come si mescolano questi due e poi vedremo tutti gli altri. La funzione donda
perturbata non la sviluppiamo in serie di tutte quelle imperturbate, ma solo di quelle
degeneri:
Se questi due sono vicini ma non troppo hanno autovalori diversi dellhamiltoniano
imperturbato, mentre se sono esattamente degeneri esistono almeno due vettori del piano,
e , che sono ortogonali. Possiamo pensare agli orbitali p; se prendiamo ,
e
sono
autovalori di
ortogonali fra loro. Qui facciamo la stessa cosa.
Seguiamo gli stessi passaggi visti precedentemente.
276
Si tratta di un sistema lineare omogeneo, quindi il determinante della matrice dei coefficienti
deve essere nullo:
Ritroviamo esattamente la stessa cosa che abbiamo fatto nel caso precedente.
Questa espressione molto pi comoda se uno dei due termini molto pi piccolo dellaltro,
cio se possibile ricorrere a un asintotico:
277
Per lhamiltoniano imperturbato gli elementi fuori dalla diagonale principale sono nulli,
quindi per quello completo sono dati dalloperatore perturbazione. Qui ci siamo messi nel caso
in cui gli elementi fuori diagonale sono piccoli, quindi tutta questa espressione vale circa
Come struttura, molto simile a
Per la soluzione con segno negativo il discorso del tutto analogo; la perturbazione, in linea
generale, tende a separare gli stati.
Il termine successivo a
Nel caso
, cio lelemento fuori diagonale piccolo; significa che il
rapporto tra
e
, avremo invece
che
, cio lelemento di matrice fuori diagonale molto grande tale da mescolare
pesantemente i due stati, e si ottiene un valore medio dellenergia.
Eravamo partiti da
. Ponendo il determinante del sistema lineare uguale a 0
abbiamo trovato due soluzioni per
e , quindi troviamo due funzioni donda:
Siamo partiti da
,
ed
ma
ed
. La perturbazione tende a separare questi stati, cio a risolvere la
degenerazione. Se vogliamo fare un passo in pi dobbiamo vedere come tutti gli altri stati si
mescolano a questi, ma ora possiamo applicare la teoria non degenere perch si sono separati,
quindi sappiamo come andare avanti.
Siamo partiti da due stati degeneri. Dato che questo si applica agli atomi, in essi gli orbitali p
sono 3 e sono degeneri, poi in un atomo idrogenoide c anche lorbitale s, quindi partiremo da
una combinazione lineare di 4 funzioni donda e troveremo un determinante
, detto
secolare, e vedremo come gli orbitali s e p si mescolano tra loro per effetto di un campo
elettrico esterno. Tutte queste sono perturbazioni dipendenti dal tempo.
Lhamiltoniano imperturbato
280
La funzione donda
Troviamo due delta di Kronecker; le uniche ad essere diverse da 0 sono quelle con
. Le regole di selezione, infatti, prevedono che si abbia
1) parit inversa;
2) livelli che si mescolano con
.
281
Possiamo notare che la dipendenza dal campo elettrico quadratica, infatti si parla
anche di effetto Stark quadratico; non c effetto Stark lineare perch il contributo
al primo ordine nullo, come abbiamo visto prima. Il valore dellenergia sar quindi
Per lhamiltoniano imperturbato vale la solita equazione degli autovalori e delle autofunzioni:
Possiamo eliminare alcuni elementi di matrice, cio quelli che corrispondono a stati con uguale
parit, perch nellintegrale avremo due funzioni pari per una dispari, e quindi il risultato
sar nullo.
283
Leffetto Stark lineare, perci, produce una separazione dei livelli degeneri come
mostrato nella figura seguente.
in s, senza sdiagonalizzare
con
Se scriviamo
e questi sono
285
dove
un parametro adimensionale che contiene il rapporto delle sole due energie che entrano in
questo problema. I primi due termini sono di fatto in eccellente accordo con i dati sperimentali.
Possiamo aspettarci che questa serie converga? La risposta che non converge. La ragione pu
essere visualizzata nella figura seguente, in cui stata tenuta fissa rispetto a x e y una fetta
dellenergia potenziale. Risulta evidente che c una barriera piuttosto che una buca per
lelettrone legato. In definitiva la barriera penetrabile, anche se per piccoli valori di molto
larga. Una volta che lelettrone fa effetto tunnel attraverso la barriera, viene accelerato dal
campo esterno, perci, almeno nella meccanica quantistica non relativistica, pu acquisire
unenergia cinetica arbitrariamente grande. Dal momento che il tempo perch avvenga
leffetto tunnel lungo, anche rispetto allet dellUniverso, i livelli sono metastabili. La
descrizione matematica della serie vista prima che una serie asintotica, in cui i primi
termini danno uneccellente descrizione dei reali cambiamenti di energia.
286
di un sistema di
Utilizziamo un modello semiclassico, cio consideriamo lelettrone come una particella che
ruota di moto circolare attorno al nucleo e che possieda un momento angolare quantizzato,
come descritto dal modello atomico di Bohr. Larea racchiusa dallorbita
287
Sappiamo che
cio anche loperatore perturbazione commuta con lhamiltoniano imperturbato, perci hanno
delle autofunzioni in comune.
288
; ci significa che
avendo introdotto il magnetone di Bohr, . In questo caso possiamo quindi notare che non
variano le autofunzioni, ma le energie, al contrario di ci che avviene con leffetto Stark al
primo ordine per lo stato fondamentale. Leffetto del campo quello di rimuovere la
degenerazione dellenergia, cio separare di
i valori che pu assumere. Gli stati ad un
dato livello energetico mantengono la degenerazione rispetto a , mentre gli autostati di
sono separati da una differenza di energia proporzionale al campo applicato pari a
289
Anche i coefficienti
possono dipendere dal tempo. Se annulliamo la perturbazione,
chiaramente, i coefficienti non varieranno pi nel tempo:
e poi integriamo in
290
o in
Come sempre abbiamo sfruttato il delta di Kronecker e il fatto che, in base allortonormalit,
la sommatoria va a selezionare il termine di indice m; ritroviamo, inoltre, gli elementi di
matrice delloperatore perturbazione
, ma stavolta dipendono anchessi dal tempo.
Mettiamo come tempo zero quello in cui la perturbazione accesa:
Prima che arrivi la perturbazione il sistema in uno stato stazionario, cio la funzione donda
iniziale
La probabilit che al tempo t il sistema sia in uno stato descritto dalla funzione donda
sempre data da
, e, siccome prima che la perturbazione agisse esso era in uno stato
descritto da , questa la probabilit che nel tempo t sia avvenuta la transizione dallo stato l
allo stato m. Se la dividiamo per il tempo t, avremo una probabilit di transizione per unit di
tempo:
291
, quindi
Non compare il termine dellesponenziale perch era un immaginario puro, il cui modulo
quadro unitario.
292
Definito
Nella figura seguente possiamo visualizzare landamento di questa funzione. Si annulla per
multipli interi di , cio
Inoltre, quando
In altre parole, se t grande il picco centrale cresce e gli zeri si compattano; per un tempo
molto grande, al limite, diventa una delta di Dirac:
.
293
A questo punto possiamo fare ricorso a una propriet della delta di Dirac:
Questo risultato molto importante, infatti stato battezzato da Fermi regola doro.
Abbiamo una perturbazione armonica, che pu far promuovere il sistema da uno stato
allaltro. Pensiamo, ad esempio, a unonda elettromagnetica: sappiamo che scambia energia
tramite fotoni, la cui energia proprio
. Latomo pu assorbire un fotone e andare in
uno stato eccitato o emettere un fotone e andare in uno stato meno eccitato; il fotone deve
avere esattamente la differenza di energia tra i due stati su cui avviene la
transizione, e la probabilit che avvenga tale transizione governata dallelemento
di matrice della perturbazione valutato dallo stato iniziale a quello finale, e se
piccolo la transizione non avviene.
Ma come interagisce un campo elettromagnetico con un atomo? Il campo elettromagnetico pu
essere scomposto in dipolo elettrico e magnetico, quadripolo eccetera. Leffetto principale
quello del campo elettrico sulla carica, quindi lenergia di interazione tra il dipolo elettrico e il
campo elettrico
con
, sappiamo che
Possiamo quindi scrivere la funzione donda tramite la parte radiale e larmonica sferica, e
trovare lelemento di matrice delloperatore perturbazione come
Gli stessi elementi di matrice governano la transizione. Abbiamo dei mescolamenti tra gli
stati, governati da questi.
294
Qui dovremmo vedere tutti gli altri termini, ma la parte di gran lunga dominante quella
legata al dipolo elettrico. Quegli stessi elementi di matrice determinano anche la probabilit di
transizione. Quali transizioni possono avvenire mediante emissione o assorbimento di un
fotone? Quelle che rispettano le regole di selezione:
295
296
Le velocit saranno:
In generale la sua velocit data dalla derivata prima di questo vettore rispetto al tempo, cio
Per il teorema del centro di massa, il moto di questo determinato solo dalle forze esterne,
cio
Se la risultante delle forze esterne, quindi, nulla, il centro di massa fermo o si muove di
moto rettilineo uniforme.
A noi, per, interessano le forze interne, quindi consideriamo un sistema di riferimento
con origine nel centro di massa. I vettori posizione delle due particelle cambieranno, mentre
rester identico. La posizione del centro di massa nellorigine, quindi
297
Dato che il centro di massa non cambiato, la quantit di moto totale deve essere ancora data
dal prodotto tra la massa totale e la velocit del centro di massa.
I conti tornano. Vediamo che le particelle hanno una quantit di moto uguale e contraria, e si
definisce massa ridotta la quantit
Scrivendo lequazione di Lagrange avremo due parti, una che dipende dal centro di massa,
laltra che dipende dalla massa ridotta.
298
Loperatore hamiltoniano
cio introducendo la funzione donda radiale e larmonica sferica; ricordiamo che in questo caso
A questo punto conveniente stabilire i livelli di energia per ogni tipo di moto, e poi applicare
le regole di selezione per determinare laspetto dello spettro corrispondente.
dove
la distanza di ogni atomo di massa
dallasse q. Il momento dinerzia di una
molecola biatomica, che quella che stiamo analizzando, particolarmente semplice; per una
rotazione attorno a un asse perpendicolare al piano su cui giace il legame e passante per il
centro di massa ha questa espressione:
dove
dove
sono
molecole grandi, infatti, si osservano delle bande proprio perch I maggiore, e le energie
tipiche sono di
eV, cio nel campo delle microonde.
Solitamente, infine, si definisce una costante rotazionale della molecola:
Regole di selezione
Per una molecola lineare, come quella che abbiamo
considerato, le regole di selezione impongono che
dove il pedice 0 indica che le derivate devono essere valutate alla distanza di legame di
equilibrio (
). Non siamo interessati allenergia potenziale assoluta in questo caso, quindi
possiamo imporre che
. La derivata prima nulla alla distanza di equilibrio, perch in
tale punto la curva dellenergia potenziale molecolare presenta un minimo. A patto che lo
301
spostamento dallequilibrio sia piccolo, i termini di ordine superiore al secondo possono essere
ignorati. Lunico termine che resta quello proporzionale a , quindi possiamo scrivere
Abbiamo visto che quando lenergia potenziale dipende solo dalla separazione tra le due
particelle, lhamiltoniano pu essere espresso come una somma tra un termine che riferito al
moto del centro di massa del sistema e uno riferito al moto relativo. Il primo in questo caso
non di alcun interesse; il secondo
con
. Questi livelli si trovano su una scala uniforme con separazione
. Le
corrispondenti funzioni donda sono gaussiane moltiplicate da un polinomio di Hermite. Tutte
le considerazioni fatte per le propriet delloscillatore armonico sono applicabili alla vibrazione
delle molecole biatomiche purch ci siano solo piccole deviazioni dalla lunghezza di equilibrio
dei legami.
Regole di selezione
Lelemento di matrice della transizione da uno stato n a uno stato
dato da
dove stavolta il momento di dipolo elettrico della molecola, e abbiamo usato questa formula
approssimata perch stiamo sempre considerando delle piccole variazioni rispetto alla
distanza di equilibrio. Notiamo subito che una molecola biatomica deve avere un momento di
dipolo che varia con lestensione del legame per mostrare uno spettro vibrazionale, quindi le
molecole biatomiche con atomi uguali non subiscono transizioni vibrazionali di
dipolo elettrico.
La specifica regola di selezione stabilita investigando le condizioni per cui lelemento di
matrice non nullo; attraverso opportuni calcoli si trova che ci accade quando
Da ci segue che i numeri donda delle transizioni che possono essere osservati sono
e che lo spettro vibrazionale di una molecola biatomica con atomi uguali dovrebbe consistere di
ununica linea con numero donda
a prescindere dallo stato iniziale vibrazionale.
Comunque, occorre prendere in considerazione il fatto che il potenziale non esattamente
armonico, e si verificano delle differenti transizioni con differenti numeri donda:
dove
una costante di anarmonicit che dipende dal tipo di potenziale utilizzato (ad
esempio il potenziale di Morse). Unulteriore complicazione potrebbe essere necessaria
includendo i termini quadratici (e di ordine superiore) nellespressione della transizione del
momento di dipolo elettrico. Non c nessuna garanzia che il momento di dipolo elettrico della
molecola sia proporzionale allo scostamento dallequilibrio, e per larghi spostamenti le cariche
parziali si riorganizzano man mano che la distanza tra i nuclei cambia. Ne risulta che i
contributi allelemento di matrice derivanti dai termini in , giocano un ruolo. Queste
303
Queste equazioni mostrano che i rami P e R consistono di una serie di righe separate di
2B con una distribuzione di intensit che rispecchia la popolazione termica degli
stati rotazionali. Il ramo Q, se presente, consiste di una serie di linee sovrapposte
con numero donda vibrazionale.
304
305
306
307