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La presente raccolta propone una parte significativa dei temi d’esame assegnati

negli anni scorsi ai corsi di Fisica 1 di Ingegneria del settore Informazione dell’U-
Pierluigi Zotto
niversità di Padova da parte degli autori. I problemi sono stati accuratamente
selezionati e riorganizzati per argomenti corredandoli con soluzioni commen- Sergio Lo Russo

Pierluigi Zotto - Sergio Lo Russo


tate con lo scopo di fornire agli studenti uno strumento avanzato di prepara-
zione della prova scritta. Ogni argomento viene introdotto gradualmente, ma
è comunque richiesta, per la soluzione, una conoscenza teorica della materia
sufficiente a permettere di interpretare correttamente le situazioni proposte.
I problemi presentati sono articolati e costituiscono l’ideale complemento agli
esercizi trattati dal docente durante lo svolgimento dei corsi oppure incontrati
come esempi o semplici esercizi da risolvere nei libri di testo.

PIERLUIGI ZOTTO è Professore Associato presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia


dell’Università di Padova. La sua attività di ricerca si svolge nel campo della fisica delle
Problemi di Fisica Generale
particelle elementari presso il laboratorio europeo CERN. Si è occupato di progettazione
e realizzazione di grandi apparati per la rivelazione dei muoni e dello sviluppo di algoritmi Meccanica - Termodinamica
di ricostruzione di traccia. Ha tenuto corsi di Fisica Sperimentale per le lauree in Ingegne-
ria presso il Politecnico di Milano e l’Università di Padova.

SERGIO LO RUSSO è stato fino a Dicembre 2014 Professore Ordinario di Fisica Sperimenta-
le presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova. Ha svolto la sua
attività didattica nell’ambito dei corsi di Fisica Generale per le lauree in Ingegneria dell’U-
niversità di Padova. Ha svolto attività di ricerca nel campo della Struttura della Materia e
della Scienza dei Materiali, anche con utilizzo di macchine acceleratrici.

PROBLEMI DI FISICA GENERALE


Meccanica - Termodinamica

ISBN 978-88-9385-326-2

Feedback Euro 31,00


www.editrice-esculapio.it

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Pierluigi Zotto
Sergio Lo Russo

Problemi di Fisica Generale


Meccanica - Termodinamica
ISBN 978-88-9385-326-2

© Copyright 2022
Società Editrice Esculapio s.r.l.
Via Terracini, 30 – 40131 Bologna
www.editrice-esculapio.com – info@editrice-esculapio.it

In copertina: Marocco, Le dune di Merzouga all’alba.


Fotografia di Carla Biesuz.

Stampato da: Digital Team - Fano (PU)


Printed in Italy

Le fotocopie per uso personale (cioè privato e individuale, con esclusione quindi di strumenti di
uso collettivo) possono essere effettuate, nei limiti del 15% di ciascun volume, dietro pagamento
alla S.I.A.E del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Tali
fotocopie possono essere effettuate negli esercizi commerciali convenzionati S.I.A.E. o con altre
modalità indicate da S.I.A.E. Per le riproduzioni ad uso non personale (ad esempio: professionale,
economico o commerciale, strumenti di studio collettivi, come dispense e simili) l’editore potrà
concedere a pagamento l’autorizzazione a riprodurre un numero di pagine non superiore al 15%
delle pagine del volume.
CLEARedi - Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali
Corso di Porta Romana, n. 108 - 20122 Milano
e-mail: autorizzazioni@clearedi.org - sito: http://www.clearedi.org.
Prefazione

Abbiamo risolto e organizzato per argomenti problemi di Meccanica e Termodinamica


molti dei quali assegnati come prove scritte negli ultimi anni a studenti dei corsi di Fisica
Generale 1 di Ingegneria del Settore Informazione dell’Università di Padova.

Si presume che lo studente abbia sostanzialmente già incontrato durante lo svolgimento


del corso, come esempi o esercizi da svolgere nei libri di testo, le situazioni più semplici.
Gli esercizi proposti sono pertanto problemi più avanzati i cui quesiti sono tali da richiede-
re, per la soluzione, una conoscenza della materia sufficiente a permettere di riconoscere le
situazioni classiche nel contesto di un esercizio più articolato. In tale ottica si giustifica an-
che la scelta di mantenere eventuali quesiti che si ripetono, ma si inseriscono in contesti
diversi.

L’intento è di proporre esercizi mirati ad una graduale preparazione dello studente alla
risoluzione di situazioni specifiche con metodi generali. La difficoltà principale da risolvere
in un eserciziario di Fisica 1 risiede nel fatto che lo studente affronta per la prima volta dei
problemi di Fisica applicando a situazioni particolari i metodi matematici e le nozioni teori-
che apprese nei corsi. Lo scopo principale che ci siamo prefissi è l’acquisizione da parte
dello studente di un metodo di soluzione dei problemi, col quale possa classificare i vari
quesiti senza essere banali, tediosi e ripetitivi e senza che il libro risulti un’insieme confuso
di esercizi assemblati con carenza di una logica evidente. Ogni capitolo introduce nuovi
argomenti conglobando le nozioni acquisite in quelli precedenti e la stessa logica è applica-
ta all’interno di ogni capitolo introducendo gradualmente nuove situazioni in ordine di
complessità crescente. Abbiamo scelto di rendere esplicita la logica della soluzione e di
commentare dettagliatamente tutti i suoi passi solo quando una particolare situazione viene
esaminata per la prima volta. Le spiegazioni sono invece ridotte all’essenziale e talvolta
vengono scritte direttamente le equazioni risolutive quando situazioni simili vengono nuo-
vamente affrontate in problemi successivi, assumendo che lo studente abbia acquisito il
metodo.

I problemi più semplici hanno lo scopo di mettere in evidenza le situazioni più comuni e
di fornire allo studente gli strumenti metodologici per affrontare anche i problemi più com-
plessi. D’altro canto i problemi molto articolati e un po’ complicati sono presentati per ac-
crescere la cultura dello studente ed evidenziare come le nozioni di base del corso di Fisica
Generale 1 siano sufficienti, se organizzate in un contesto unitario e in un metodo, a com-
prendere e risolvere situazioni applicative molto varie e anche complesse.
La tipologia e il grado di difficoltà dei problemi d’esame, pur con specificità legate ai
singoli corsi, può essere dedotta da questa raccolta di problemi, tenendo presente che nor-
malmente essi si collocano nella media dei problemi presentati.

Febbraio 2015 Gli Autori


Indice

Cinematica del punto materiale ..................................................................................7

Dinamica del punto materiale ...................................................................................35

Dinamica dei sistemi di punti materiali ....................................................................77

Moti relativi ..............................................................................................................93

Dinamica del corpo rigido ......................................................................................109

Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto ...............................................................155

Gravitazione universale ..........................................................................................197

Statica dei fluidi ......................................................................................................207

Trasformazioni termodinamiche .............................................................................225

Cicli termodinamici ................................................................................................253

Entropia...................................................................................................................277
Capitolo 1

Cinematica del punto materiale


Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

Problema 1.1

Due automobili A e B viaggiano lungo la stessa direzione con velocità v0,A = 20 m/s e
v0,B = 30 m/s costanti. All'istante t0 = 0 l’auto A inizia a decelerare con una accelerazione
a = – 5 m/s2. Dopo un tempo t1 = 1 s anche l’auto B decelera con la medesima accelerazio-
ne. Calcolare:
1) lo spazio percorso da A prima di fermarsi dA
2) la minima distanza tra A e B all'istante t0 affinché
le due auto non si urtino dmin

Soluzione

1) Dall'istante t0 l’auto A si muove con moto uniformemente accelerato secondo la legge

v A = v0, A + at
All'istante t2 in cui si arresta ha velocità nulla e quindi
v0, A
0 = v0, A + at 2 ⇒ t2 = − =4s
a
per cui si ferma dopo avere percorso la distanza
1 2
d A = v0, A t 2 + at 2 = 40 m
2
dall’inizio della frenata
2) All'istante t0 l’auto B continua a muoversi con velocità costante fino al tempo t1 per-
correndo la distanza

d1, B = x0, B + v0, B t1 = 30 m


Dall'istante t1 inizia a decelerare e si ferma dopo l’intervallo di tempo t3
v0, B
0 = v0, B + at 3 ⇒ t3 = − =6s
a
percorrendo la distanza
1 2
d2, B = v0, B t 3 +at 3 = 90 m
2
dall’inizio della frenata.
L’auto B percorre quindi complessivamente la distanza

d B = d1, B + d2, B = 120 m


Allora i due corpi non si urtano solo se la loro distanza all’istante t0 soddisfa alla condizione
d > dB − dA
ovvero
dmin = d B − d A = 80 m

9
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

Problema 1.2

All'istante t0 = 0 un sasso viene lanciato verso l'alto con velocità iniziale v0 = 14.7 m/s
dalla sommità di un edificio e cade a terra dopo t1 = 5 s. Determinare:
1) la velocità con cui tocca terra v1
2) l'altezza massima raggiunta rispetto al suolo hM
3) l'altezza dell'edificio h

Soluzione

1) Il sasso subisce solo l'effetto dell'accelerazione di gravità, per cui mentre sale è dece-
lerato fino a fermarsi al tempo tM, quando raggiunge la massima altezza. Poi discende acce-
lerando. In ambedue i casi il moto è uniformemente accelerato con accelerazione in modulo
pari a g = 9.8 m/s2. Le leggi del moto sono quindi, scegliendo verso l’alto il verso positivo
dell’asse verticale e fissandone l’origine al suolo,

   ⎧t 0 = 0
⎧ v = v0 + a ( t − t 0 ) ⎪x = h
⎪ ⎪ 0
⎨   1 con ⎨
⎪ x = x0 + v0 ( t − t 0 ) + a ( t − t 0 ) ⎪ v0 = v0
2
⎩ 2 ⎪⎩a = −g

che quindi corrispondono in salita alle equazioni scalari


⎧ v = v0 − gt

⎨ 1 2
⎪⎩ x = h + v0 t − 2 gt
Il sasso raggiunge la massima altezza all’istante tM in cui ha velocità nulla
v0
0 = v0 − gt M ⇒ tM = = 1.5 s
g
per il moto di discesa operiamo una traslazione dell’asse temporale imponendo t 0 = t M ,
per cui le leggi orarie nel moto di discesa diventano
  
⎧v = vM + a (t − t M ) ⎧ x M = hM
⎪ ⎪
⎨   1 con ⎨ v M = 0
⎪ x = xM + vM (t − t M ) + a (t − t M )
2
⎪a = −g
⎩ 2 ⎩
per cui le leggi orarie scalari del moto del punto in discesa sono
⎧ v = -g ( t − t M )

⎨ 1
⎪ x = hM − g ( t − t M )
2
⎩ 2
per cui il sasso tocca il suolo all’istante t1 con velocità

v1 = −g ( t1 − t M ) = −34.3 m/s

10
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

dove il segno negativo indica che il vettore velocità è diretto verso il basso.
2) Il sasso raggiunge il suolo all’istante t1 quando x = 0, per cui

1 1
g ( t1 − t M ) g ( t1 − t M ) = 60 m
2 2
0 = hM − ⇒ hM =
2 2
3) Lo spazio percorso dal sasso in salita e , di conseguenza, l'altezza dell'edificio sono

1 2 1 2
hM = h + v0 t M − gt M ⇒ h = hM − v0 t M + gt M = 49 m
2 2

Problema 1.3

Una tappa del giro d’Italia prevede una prova a cronometro su una distanza d = 15 km.
Due concorrenti A e B partono a distanza Δt = 3 minuti l’uno dall’altro. Ambedue i concor-
renti percorrono un primo tratto di strada – di lunghezza diversa fra i due concorrenti – con
accelerazione a = 0.04 m/s2 costante e il tratto successivo con velocità costante. Il primo
concorrente accelera sino ad ottenere la velocità vA = 45 km/h. Determinare:
1) il tempo impiegato dal primo concorrente a raggiungere
il traguardo t′
2) la velocità che deve raggiungere il secondo concorrente per
passare il traguardo esattamente nello stesso istante del primo vB

Soluzione

1) Il moto del primo ciclista è un moto uniformemente accelerato nel primo tratto (x1) e
uniforme nel secondo tratto (x2 = d – x1). Le leggi orarie relative ai due tratti porgono

⎧ vA
⎧ v A = at1
⎪ ⎪⎪t1 = a = 312.5 s
⎨ 1 2 ⇒ ⎨
⎪⎩ x1 = 2 at1
2
⎪ x = v A = 1953 m
⎪⎩ 1
2a
d − x1
x2 = ( d − x1 ) = v A t 2 ⇒ t2 = = 1044 s
vA

Il tempo di percorrenza totale del primo concorrente sarà quindi


t ′ = t1 + t 2 = 1356 s = 22.6 minuti
2) Per arrivare allo stesso istante del primo ciclista, il concorrente B dovrà percorrere la
stessa distanza d in un tempo
t ′′ = t ′ − Δt = 1176 s
percorrendo un tratto x3 con accelerazione costante a e un tratto x4 = d – x3 con velocità
costante vB. Utilizzando le stesse relazioni precedenti si ottiene

11
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

⎧ vB
⎧ v B = at 3
⎪ ⎪⎪t 3 = a
⎨ 1 2 ⇒ ⎨
⎪⎩ x3 = 2 at 3
2
⎪ x = vB
⎪⎩ 3 2a
v B2
d−
d − x3
x4 = ( d − x3 ) = v B t 4 ⇒ t4 = = 2a
vB vB
Il tempo totale di percorrenza sarà
v B2
d−
vB 2a
t ′′ = t 3 + t 4 = +
a vB
che fornisce l’equazione di secondo grado

⎧ v B = 79 m/s = 284 km/h (inaccettabile)


v B2 − 2at ′′ v B + 2ad = 0 ⇒ ⎨
⎩ v B = 15.2 m/s = 54.7 km/h

Problema 1.4

Durante una partita di pallavolo viene effettuata una battuta con la palla ad un angolo
θ = 60º con l'orizzontale dall’altezza y0 = 2 m. Sapendo che la rete è alta h = 3 m, il campo
è diviso in due parti eguali di lunghezza  = 6 m e la battuta viene effettuata ai limiti del
campo, calcolare :
1) la velocità iniziale massima perché la palla ricada in campo v0,max
2) la velocità e l'angolo d'impatto al suolo se v0 = v0,max vimp, θimp
3) l'altezza a cui passa sopra la rete se v0 = v0,max Δy
4) la velocità iniziale minima perché passi sopra la rete v0,min
5) il punto d'impatto se v0 = v0,min ′
ximp

v0
θ
h

y0

ℓ ℓ x

12
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

Soluzione

1) La palla è soggetta solo all’accelerazione di gravità a ≡ ( 0, −g ) = cost per cui il suo è
un moto curvilineo uniformemente accelerato: ponendo t0 = 0 la sua legge oraria è data da

⎧r0 ≡ ( 0, y0 )
   1 ⎪
r = r0 + v0 t + at 2 con ⎨ v0 ≡ ( v0 cos θ , v0 sen θ )
2 ⎪
⎩a ≡ ( 0, −g )

ovvero dalle leggi scalari delle componenti x e y


⎧ x = v0 cos θ t

⎨ 1 2
⎪⎩ y = y0 + v0 sen θ t − 2 gt
La palla resta in campo se al tempo timp d'impatto si ha x(timp) ≤ 2  e y(timp) = 0, per cui, se
v0 = v0,max, al tempo d'impatto le equazioni diventano
⎧ x = v0,max cos θ timp = 2

⎨ 1 2
⎪ y = y0 + v0,max sen θ timp − 2 gtimp = 0

La prima equazione permette di ricavare il tempo d'impatto
2
timp =
v0,max cos θ
che possiamo sostituire nella seconda equazione ottenendo
2
⎛ 2 ⎞ 1 ⎛ 2 ⎞
y0 + v0,max sen θ ⎜ ⎟ − g⎜ ⎟ =0
⎝ v0,max cos θ ⎠ 2 ⎝ v0,max cos θ ⎠
ovvero

2g2
y0 + 2 tan θ − =0
2
v0,max cos2 θ
che porge

2g2
v0,max = = 11.1 m/s
cos2 θ ( y0 + 2 tan θ )
2) La legge oraria della velocità è

   ⎧⎪ v0 ≡ ( v0 cos θ , v0 sen θ )
v = v0 + at con ⎨ 
⎩⎪a ≡ ( 0, −g )
corrispondente alle leggi scalari delle componenti x e y

13
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

⎧ v x = v0 cos θ
⎨ v = v sen θ − gt
⎩⎪ y 0

L’istante dell’impatto si ottiene usando la formula ricavata in precedenza, imponendo che la


velocità sia v0 = v0,max,
2
timp = = 2.16 s
v0,max cos θ
da cui si ottiene per le componenti della velocità all’impatto

⎪⎧ v x,imp = v0,max cos θ = 5.55 m/s



⎪⎩ v y,imp = v0,max sen θ − gtimp = −11.56 m/s
e quindi i valori del modulo della velocità e angolo d’impatto rispetto all’orizzontale sono

v y,imp
vimp = v x,imp
2
+ v y,imp
2
= 12.82 m/s e θimp = tan −1 = 64.3°
v x,imp

rispettivamente.
3) All'istante in cui passa sopra la rete si ha x(tr) =  , per cui le leggi orarie scalari sono
⎧ xr = v0,max cos θ t r = 

⎨ 1 2
⎪⎩ yr = y0 + v0,max sen θ t r − 2 gt r

La prima equazione porge


 timp
tr = = = 1.08 s
v0,max cos θ 2
per cui
1 2
yr = y0 + v0,max sen θ t r − gt r = 6.67 m
2
e quindi
Δ y = yr − h = 3.67 m
è l'altezza di passaggio sopra la rete.
4) La velocità minima si ottiene imponendo che siano soddisfatte le condizioni

⎧⎪ x ( t r′ ) =  ⎧ xr = v0,min cos θ t r′ = 

⎨ ⇒ ⎨ 1 2
⎩⎪ y ( t r′ ) = h ⎪⎩ yr = y0 + v0,min sen θ t r′ − 2 gt r′ = h

Ricavando dalla prima equazione il tempo di passaggio sulla rete



t r′ =
v0,min cos θ

14
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

si ha
2
⎛  ⎞ 1 ⎛  ⎞
y0 + v0,min sen θ ⎜ ⎟ − g⎜ ⎟ =h
⎝ v0,min cos θ ⎠ 2 ⎝ v0,min cos θ ⎠
g2
y0 +  tan θ − =h
2
2v0,min cos2 θ
che porge infine

g2
v0,min = = 8.7 m/s
2 cos2 θ ( y0 +  tan θ − h )
5) All'istante d'impatto se v0 = v0,min si ha
′ = v0,min cos θ timp
⎧ ximp ′

⎨ 1 2
′ = y0 + v0,min sen θ timp
⎪ yimp ′ − gtimp
′ =0
⎩ 2
La seconda equazione porge
′ 2 − 2v0,min sen θ timp
gtimp ′ − 2y0 = 0

v0,min sen θ + v0,min


2
sen 2 θ + 2gy0
′ =
timp = 1.76 s
g
scegliendo la radice positiva dell'equazione di secondo grado. Il punto d'impatto è quindi

′ = v0,min cos θ timp


ximp ′ = 7.63 m

Problema 1.5

Durante una esibizione acrobatica una moto deve saltare una fila di automobili di altez-
za h = 1.5 m e lunghezza  = 3 m ciascuna. La moto, lanciata su una rampa che forma con
l'orizzontale l’angolo θ = 30°, raggiunge, prima di staccarsi dalla rampa ad altezza
d = 2.5 m dal suolo, la velocità v0 = 100 km/h. Determinare:
1) il tempo impiegato a raggiungere l’altezza h
dal suolo nella fase di discesa del suo moto t1
2) quante automobili riesce a saltare Ν
y
v0


d
h
θ

L x

15
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

Soluzione

1) Si tratta di un moto curvilineo uniformemente accelerato. Scegliendo il sistema di


riferimento xy in modo che sia x0 = 0 all’istante t0 = 0 in cui al moto si stacca dalla rampa,
la legge oraria è

⎧r0 ≡ ( 0, d )
   1 ⎪
r = r0 + v0 t + at 2 con ⎨ v0 ≡ ( v0 cos θ , v0 sen θ )
2 ⎪
⎩a ≡ ( 0, −g )
Il salto riuscirà se potrà sfiorare il bordo superiore dell'ultima automobile, cioè nel punto in
cui la sua distanza da terra sarà pari all'altezza h dell'automobile. Applicando questa condi-
zione, all’istante t1 in cui la moto è nel punto ad altezza h, le leggi orarie scalari delle
componenti sono
⎧ x ( t1 ) = v0 cos θ t1 = L

⎨ 1 2
⎪ y ( t1 ) = d + v0 sen θ t1 − gt1 = h
⎩ 2
La seconda equazione fornisce, prendendo la radice positiva,
gt12 − 2v0 sen θ t1 + 2(h − d) = 0
v0 sen θ + v02 sen 2 θ − 2g ( h − d )
t1 = = 2.9 s
g
2) La distanza percorsa in questo tempo, ricavata dalla legge oraria x(t), è
L = v0 cos θ t1 ≈ 69.8 m
che comporta che il motociclista riesce a saltare
L
N= = 23 automobili


Problema 1.6

All’istante t0 = 0 un cannone spara dalla posizione A, posta alla base di un piano inclina-
to di β = 30° con l'orizzontale, un proiettile con un angolo rispetto all’orizzontale α = 45° e
velocità iniziale v0 = 40 m/s. Il proiettile colpisce il piano inclinato nella posizione B. Cal-
colare:
1) l’istante in cui colpisce il piano inclinato t1
2) la distanza lungo il piano inclinato fra punto di partenza
e punto d’impatto d
3) il modulo della velocità del proiettile all’impatto v1

16
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

y
B

v0
α β
A x

Soluzione

1) Il moto è curvilineo uniformemente accelerato dovuto all’accelerazione di gravità


per cui, posta l’origine del sistema di riferimento nel punto di partenza A, la legge oraria del
proiettile è data da
⎧ x = v0 cos α t

⎨ 1 2
⎪⎩ y = v0 sen α t − 2 gt
Le coordinate del punto d’impatto sono legate dalla relazione
yB
= tan β
xB
che, imposta nella legge oraria, porge al tempo t1 d’impatto
1 2
v0 sen α t1 − gt1
yB 2
= = tan β
xB v0 cos α t1
e quindi infine
v0 sen α − v0 cos α tan β
t1 = 2 = 2.44 s
g
2) La distanza lungo il piano inclinato è
2
(v ) ⎛ 1 ⎞
2
d = x B2 + yB2 = 0 cos α t1 + ⎜ v0 sen α t1 − gt12 ⎟ = 79.7 m
⎝ 2 ⎠
3) Le componenti della velocità all’istante t1 sono

⎪⎧ v1, x = v0 cos α = 28.3 m/s



⎪⎩ v1, y = v0 sen α − gt1 = 4.4 m/s
per cui la velocità all’impatto ha modulo

v1 = v1,2 x + v1,2 y = 28.6 m/s

17
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

Problema 1.7

Un aeroplano scende con un angolo θ = 45º con l'orizzontale e con velocità in modulo
vA = 200 km/h. All’altezza h = 800 m dal suolo lascia cadere una bomba contro un bersa-
 
glio mobile con velocità uniforme v B = v B u x con vB = 50 km/h. Calcolare :
1) il tempo impiegato dalla bomba a colpire il bersaglio t1
2) l'angolo sotto il quale il puntatore deve vedere il bersaglio
per poterlo colpire φ
3) la velocità della bomba all'impatto v1

A
θ
vA
ϕ

vB
B
O x0,B x

Soluzione

1) La bomba, essendo solidale all’aeroplano, ha al momento del distacco la stessa velo-


cità vettoriale dell’aeroplano e si trova alla stessa altezza h. La sua legge oraria è pertanto

⎧r0, A ≡ ( 0, h )
   1 ⎪
rA = r0, A + v0, A t + at 2 con ⎨ v0, A ≡ ( v A cos θ , −v A sen θ )
2 ⎪
⎩a ≡ ( 0, −g )
ovvero le equazioni scalari per le componenti x e y
⎧ x A = v A cos θ t

⎨ 1 2
⎪⎩ yA = h − v A sen θ t − 2 gt
Nell'istante t1 in cui tocca terra la sua coordinata verticale è yA = 0, per cui
1 2
0 = h − v A sen θ t1 − gt1
2
Scegliendo la radice positiva dell’equazione si ottiene

18
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

−v A sen θ + v A2 sen 2 θ + 2gh


t1 = = 9.4 s
g
2) Il punto d'impatto della bomba , utilizzando la legge oraria x(t), è
x1, A = v A cos θ t1 = 0.37 km
Il bersaglio si sta muovendo con velocità uniforme lungo l'asse x, per cui ha la legge oraria

  
rB = r0, B + v B t con ⎨ 
(
⎧⎪r0, B ≡ x0, B , 0 )
⎩⎪ v0, B ≡ ( v B , 0 )
che si riduce alla sola equazione scalare

x B = x0, B + v B t
Al tempo t1 d'impatto il bersaglio sarà quindi arrivato nella posizione

x1, B = x0, B + v B t1
Affinché la bomba colpisca il bersaglio deve essere soddisfatta la condizione

x1, A = x1, B = x0, B + v B t1


e quindi la posizione del bersaglio all'istante in cui si deve lasciare cadere la bomba è
x0 B = x1, A − v B t1 = 0.24 km
Il puntatore dovrà quindi vedere il bersaglio sotto l’angolo dato da

x0, B ⎛x ⎞
tan ϕ = ⇒ ϕ = tan −1 ⎜ 0, B ⎟ = 0.291 rad = 16.7°
h ⎝ h ⎠

3) La velocità della bomba è data da



   ⎪⎧ v0.A ≡ ( v A cos θ , −v A sen θ )
v = v0, A + at con ⎨ 
⎪⎩a ≡ ( 0, −g )

ovvero dalle equazioni scalari


⎧ v x = v A cos θ
⎨ v = −v sen θ − gt
⎩⎪ y A

che all’istante t1 dell’impatto diventano

⎪⎧ v1, x = v A cos θ = 141 km/h = 39.3 m/s



⎩⎪ v1, y = −v A sen θ − gt1 = − 473 km/h = -131.4 m/s
e quindi il modulo della velocità è

v1 = v1,2 x + v1,2 y = 494 km/h = 137 m/s

19
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

Problema 1.8

Due oggetti A e B vengono lanciati verso l’alto l’uno contro l’altro. Al momento del
lancio (t0 = 0) il primo ha coordinate x0,A = – 30 m e y0,A = 0, velocità inclinata con l’oriz-
zontale di θA= 55° e modulo v0,A, mentre il secondo ha coordinate x0,B > 0 e y0,B = 0, velo-
cità inclinata con l’orizzontale di θB = 80° e modulo v0,B = 15 m/s. Sapendo che si scontra-
no quando passano per la posizione x = 0, calcolare
1) il modulo della velocità iniziale del primo punto v0,A
2) l’istante a cui avviene il contatto t1
3) l’altezza rispetto al suolo a cui avviene il contatto y1
4) il modulo della velocità degli oggetti all’istante del contatto v1,A, v1,B
y

v0,A θB v0,B
θA
A B x

Soluzione

1) Entrambi i corpi compiono un moto curvilineo uniformemente accelerato dovuto


all’accelerazione di gravità, per cui le leggi orarie dei due punti sono, poiché y0,A = y0,B = 0,

⎧ x A = x0, A + v0, A cos θ A t



⎨ 1 2
⎪ yA = v0, A sen θ A t − 2 gt

e
⎧ x B = x0, B − v0, B cos θ B t

⎨ 1 2
⎪ yB = v0, B sen θ B t − 2 gt

All’istante t1 dell’urto la quota sarà la stessa per ambedue i punti, yA ( t1 ) = yB ( t1 ) , per cui
1 2 1
v0, A sen θ A t − gt1 = v0, B sen θ B t − gt12
2 2
da cui ricaviamo
sen θ B
v0, A = v0, B = 18 m/s
sen θ A

20
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

2) La prima equazione, valutata all’istante t1 in cui xA = 0, permette di calcolare l’istante


a cui avviene lo scontro
x0, A
t1 = − = 2.91 s
v0, A cos θ A
3) La seconda equazione o la quarta equazione, valutate all’istante t1, permette di calco-
lare l’altezza a cui avviene lo scontro. Utilizzando la seconda equazione
1 2 1
y1 = v0, A sen θ A t1 − gt1 = v0, B sen θ B t1 − gt12 = 1.55 m
2 2
4) Le componenti della velocità del primo corpo all’istante del contatto sono

⎪⎧ v1A, x = v0, A cos θ A = 10.3 m/s



⎩⎪ v1A, y = v0, A sen θ A − gt1 = −13.7 m/s
per cui il modulo della sua velocità vale

v1, A = v1A,
2
x + v1A, y = 17.1 m/s
2

Ripetendo il procedimento per il secondo corpo


⎧⎪ v1B, x = −v0, B cos θ B = − 2.6 m/s

⎩⎪ v1B, y = v0, B sen θ B − gt1 = −13.7 m/s
per cui il modulo della sua velocità vale

v1, B = v1B,
2
x + v1B, y = 13.9 m/s
2

Il segno negativo della componente verticale della velocità di ambedue i corpi significa che
all’istante dell’urto sono entrambi nella parte di parabola discendente.

Problema 1.9

In una gara di tiro al piattello un concorrente vuole centrare il bersaglio nell’istante in


cui raggiunge l’apice della traiettoria. Il piattello viene lanciato nel piano xy, normale alla
traiettoria del proiettile, con velocità iniziale di modulo v0 = 30 m/s ad un angolo θ = 75°
con l’orizzontale da una fossa a profondità y0 = –3 m rispetto alla posizione di uscita del
proiettile dal fucile. Il proiettile viene sparato da una distanza |z1| = 100 m dal piano in cui
avviene il moto del piattello e, trascurando l’effetto della forza di gravità, segue una traiet-
toria rettilinea con moto uniforme di velocità in modulo v = 200 m/s. Determinare
1) l’altezza raggiunta dal piattello rispetto all’estremità
della canna del fucile y1
2) il ritardo, rispetto all’istante di lancio, con cui il concorrente
deve sparare per riuscire nel suo intento Δt

21
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

y
z
y1
d O
x

z1
y0
v1

v0
θ

Soluzione

Si tratta di un moto curvilineo uniformemente accelerato per il piattello e, nell’appros-


simazione suggerita, rettilineo uniforme per il proiettile.
1) All’istante t1 in cui raggiunge il punto di massima altezza la componente verticale
della velocità del piattello sarà nulla, per cui

v0 sen θ
v y = v0 sen θ − gt1 = 0 ⇒ t1 = = 2.95 s
g

Allo stesso istante raggiunge la massima altezza rispetto ad O, ovvero rispetto all’estremità
della canna del fucile, che è quindi
1 2
y1 = y0 + v0 sen θ t1 − gt1 = 39.8 m
2
2) Nell’ipotesi di traiettoria rettilinea, il proiettile percorre la distanza

d = z12 + y12 = 107.6 m


per cui, essendo il suo moto uniforme, il tempo impiegato dal proiettile a colpire il piattello
è
d
t 2 = = 0.54 s
v
e il ritardo fra lancio e sparo per garantire che il bersaglio venga colpito deve essere
Δt = t1 − t 2 = 2.41 s

22
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

Problema 1.10

SuperMario deve saltare su una piattaforma molto piccola posta inizialmente nel punto
di coordinate x0 = 40 cm e y0 = 10 cm rispetto a lui. SuperMario può saltare solo con un
angolo θ = 45° con l’orizzontale e, nel momento in cui salta (t0 = 0), la piattaforma inizia a
 
muoversi con accelerazione a = au y con a = 2 m/s2. Determinare:
1) il modulo della velocità con cui deve saltare SuperMario v0
2) il tempo impiegato ad arrivare sulla piattaforma t1
3) la variazione di velocità di SuperMario fra gli istanti
immediatamente precedente e immediatamente successivo,
all’atterraggio sulla piattaforma supponendo che si fermi
istantaneamente rispetto ad essa senza alterarne il moto Δv

v0
θ
x

Soluzione

1) La condizione per cui SuperMario non cada è che lui e la piattaforma si trovino allo
stesso istante nella medesima posizione. Quindi è necessario imporre l’intersezione fra le
due traiettorie nel punto (x0, y1) occupato da SuperMario e dalla piattaforma al tempo t1:
SuperMario compie un moto curvilineo uniformemente acceleratoLa piattaforma compie
un moto rettilineo uniformemente accelerato con legge oraria scalare
1 2
yP = y0 + a t1
2

23
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

mentre SuperMario compie un moto curvilineo uniformemente accelerato con legge oraria
⎧ xSM = v0 cos θ t1

⎨ 1 2
⎪⎩ ySM = v0 sen θ t1 − 2 gt1
Imponendo l’intersezione delle traiettorie al tempo t1 si ottiene

⎧ x0
⎧⎪ xSM ( t1 ) = x0 ⎪⎪t1 = v cos θ
⎨ ⇒ ⎨ 0
y (
⎩⎪ SM 1 t ) = y (
P 1t ) ⎪ v sen θ t − 1 g t 2 = y + 1 a t 2
⎪⎩ 0 1
2
1 0
2
1

e sostituendo la prima equazione nella seconda


2 2
⎛ x0 ⎞ 1 ⎛ x0 ⎞ 1 ⎛ x0 ⎞
v0 sin θ ⎜ − g = h + a⎜
⎝ v0 cos θ ⎟⎠ 2 ⎜⎝ v0 cos θ ⎟⎠ 2 ⎝ v0 cos θ ⎟⎠
gx02 ax 2
x0 tan θ − = y0 + 2 0 2
2v02cos θ
2
2v0 cos θ
Ricordando che nel caso specifico tan θ = 1 e cos θ = 1 2 l’equazione diventa

gx02 a x02
x0 − = y0 +
v02 v02
che determina la velocità iniziale di SuperMario
g+a
v0 = x 0 = 2.5 m/s
x0 − y0
2) L’istante di arrivo sulla piattaforma è ovviamente
x0
t1 = = 0.225 s
v0 cos θ
3) Dall’istante in cui si posa sulla piattaforma SuperMario si muove con essa. Quindi
all’istante immediatamente successivo al tempo t1 dell’atterraggio sia lui che la piattaforma
 
hanno la stessa velocità v2 = v2 u y . Questa velocità è quella che la piattaforma ha all’istan-
te immediatamente precedente il tempo t1, se il moto della piattaforma non viene modificato
dall’impulso datole da SuperMario. La variazione di velocità ha quindi componenti

⎪⎧ Δ v x = v2, x − v1, x = 0 − v0 cos θ = −1.77 m/s



⎪⎩ Δ v y = v2, y − v1, y = a t1 − ( v0 sen θ − g t1 ) = 0.89 m/s
e modulo
Δ v = Δ v x2 + Δ v y2 = 1.98 m/s

24
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

Problema 1.11

Un punto materiale si muove di moto rettilineo con velocità v0 = 14 m/s lungo il verso
positivo dell'asse x. All'istante t0 = 0 il punto passa per l'origine e, per t > 0, la sua accelera-
zione vale a1 = –kv, con k = 2.4 s–1, fino a quando il punto passa nella posizione x1 = 4 m.
Tra x1 e x2 = 8 m l'accelerazione è a2 costante e si osserva che, per x = x2, il punto ha di
nuovo velocità v0. Calcolare:
1) la velocità nel punto x1 v1
2) il valore dell'accelerazione tra x1 e x2 a1

Soluzione

1) La legge oraria v(t) nel tratto tra x = 0 e x1 si ottiene integrando l’equazione


dv
a1 = = −kv
dt
ma il problema richiede di ricavare la funzione v(x). Il passaggio dalla variabile tempo alla
variabile spazio si ottiene moltiplicando e dividendo per dx, ovvero analiticamente median-
te l’operazione di derivata dalla funzione di funzione v = v ⎡⎣ x ( t ) ⎤⎦ ,
dv dv dx dv dx
dt
= =
dt dx dx dt
=v
dv
dx
(
⇒ a dx = v dv )
per cui
dv
−kv = v ⇒ −kdx = dv
dx
Integrando si ottiene
x1 v1
∫ 0
−k dx = ∫ v0
dv ⇒ v1 = v0 − kx1 = 4.4 m/s

2) Il passaggio dalla variabile tempo alla variabile posizione ci ha fornito l’equazione


a dx = v dv
La sua integrazione nel secondo tratto, in cui l'accelerazione è costante, porge
x2 v2 v22 v12
∫ x1
a2 dx = ∫ v1
v dv ⇒ a2 ( x2 − x1 ) =
2

2
ed infine, ricordando che v2 = v0, si ottiene

1 v02 − v12
a2 = = 22.1 m/s2
2 x2 − x1

25
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

Problema 1.12

Una ruota di raggio R = 40 cm gira con una frequenza f = 1 giro/s. All’istante t0 = 0,


quando θ = 30º, dal punto A sul bordo esterno della ruota si stacca un frammento che urta
un muro posto a distanza d = 80 cm dal centro della ruota. Determinare:
1) la velocità al distacco v0
2) l'istante d'impatto sul muro t1
3) la distanza verticale fra il punto d'impatto e il centro della ruota h
4) la velocità d'impatto v1

A
v0
R
θ
x

Soluzione

1) Il frammento che si stacca si muove all’istante t0 con la stessa velocità di un punto


periferico della ruota in moto circolare uniforme con velocità angolare ω, per cui la velocità
del frammento al distacco è data da
v0 = ω R = 2π f R = 2.51 m/s
diretta lungo la tangente alla traiettoria nel punto A.
2) Dall'istante in cui si stacca il moto della particella è curvilineo uniformemente acce-
 
lerato con accelerazione a = −gu y . La legge oraria è quindi
⎧ x ( t ) = x0 + v0, x t

⎨ 1 2
⎪ y ( t ) = y0 + v0, y t − gt
⎩ 2
dove dalla figura si ricava

26
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

⎧ x0 = R cos θ ⎧⎪ v0, x = v0 sen θ


⎨ e ⎨
⎩ y0 = R sen θ ⎩⎪ v0, y = −v0 cos θ
per cui
⎧ x ( t ) = x0 + v0, x t = R cos θ + v0 sen θ t

⎨ 1 2 1 2
⎪ y ( t ) = y0 + v0, y t − gt = R sen θ − v0 cos θ t − gt
⎩ 2 2
L'impatto avverrà all'istante t1 in cui il frammento avrà raggiunto la coordinata x(tI) = d.
Allora, imponendo questa condizione all’istante dell’impatto la prima equazione del siste-
ma diventa
d = R cos θ + v0 sen θ t1
e l'istante in cui il frammento colpisce il muro sarà
d − R cos θ
t1 = = 0.36 s
v0 sen θ
3) La distanza verticale del punto d’impatto dal centro della ruota è il modulo della
coordinata y raggiunta all'istante d'impatto
1 2
h = y ( t1 ) = R sen θ − v0 cos θ t1 − gt1 = 1.22 m
2
4) La velocità del frammento varia nel tempo come
⎧⎪ v x ( t ) = v0, x = v0 sen θ

⎩⎪ v y ( t ) = v0, y − gt = −v0 cos θ − gt
e quindi il modulo della velocità del frammento all’istante dell’impatto è

v1 = v1,2 x + v1,2 y = v02 sen 2 θ + ( v0 cos θ + gt1 ) = 5.8 m/s


2

Problema 1.13

Una ruota di raggio R = 0.3 m vincolata nel suo centro O viene messa in moto all’istante
t0 = 0 con una accelerazione angolare costante α = 0.12 rad/s2. Dopo t1 = 18 s un punto ma-
teriale che al tempo t0 = 0 si trovava sulla verticale in alto si stacca dalla ruota nel punto D.
Calcolare:
1) il numero di giri fatto dalla ruota prima del distacco Ν
2) l’accelerazione del punto materiale al momento del distacco a1
3) il tempo impiegato dal punto materiale a raggiungere terra t2
4) il valore dell’ascissa in cui tocca terra x2

27
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

D
v0
R
θ
β
O

x2 x

Soluzione

1) Il punto materiale compie un moto circolare uniformemente accelerato fino al distac-


co
⎧θ 0 = 0
1 ⎪
θ = θ0 + ω 0t + α t 2 con ⎨ω 0 = 0
2 ⎪
⎩α = 0.12 rad/s = cost
2

All’istante t1 del distacco

1 2
θD = α t1 con θ D = 2π N
2

e quindi

1 2 α t12
2π N = α t1 ⇒ N= = 3.094 giri
2 4π
2) L’accelerazione del punto è la stessa del punto D alla periferia del disco che ha
componenti
  
⎪⎧aN = ω 2 R u N = (α t1 ) R u N
2
⎨ 
⎩⎪aT = α R uT
e quindi modulo

aB = aN2 + aT2 = α 4 t14 R 2 + α 2 R 2 = α R α 2 t14 + 1 = 1.4 m/s2


3) Sottraendo il numero di giri completi eseguiti prima di staccarsi l’angolo al distacco è
θ = 2π ( N − 3) , per cui il segmento OD forma con l’orizzontale l’angolo

28
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

π
β= − 2π ( N − 3) ≈ 0.98 rad ≈ 56.17°
2
Dall’istante t1 di distacco il moto del punto è curvilineo uniformemente accelerato

⎧ x = x D + v D, x t
⎪ ⎧ x D = R cos β = 16.7 cm ⎧⎪ v D, x = v D sen β
⎨ 1 2 con ⎨ e ⎨
⎪⎩ y = yD + v D, y t − 2 gt ⎩ yD = R + R sen β ≈ 54.9 cm ⎪⎩ v D, y = −v D cos β

ove la velocità del punto al distacco è

⎧⎪ v D, x = v D sen β = 0.53 m/s


v D = ω R = α t1 R ≈ 0.648 m/s ⇒ ⎨
⎩⎪ v D, y = −v D cos β = − 0.36 m/s
Il punto materiale tocca terra all’istante t2 in cui la sua ordinata è nulla
1 2 1
0 = yD + v D, y t 2 − gt 2 = yD − v D cos β t 2 − gt 22
2 2
gt 2 + 2v D cos β t 2 − 2yD = 0
2

−v D cos β ± ( vD cos β )2 + 2gyD t2 < 0 (inaccettabile)


t2 = ⇒
g t 2 ≈ 0.3 s

4) All’istante t2 l’ascissa è data da


x2 = x D + v D, x t 2 = R cos β + v D sen β t 2 = 0.33 m

Problema 1.14

Due dischi A e B sono collegati fra di loro da una cinghia di trasmissione inestensibile.
Il disco A di raggio RA= 30 cm si muove partendo da fermo con accelerazione angolare
αA = 1.3 rad/s2 costante. Calcolare:
1) il tempo necessario affinché il disco B di raggio RB = 12 cm
raggiunga la velocità angolare ωB = 30 rad/s t
2) l’accelerazione di un punto K sulla periferia del disco B
all’istante t aK

H
K
RA
RB

29
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

Soluzione

1) La rigidità della cinghia di trasmissione implica che i punti sui bordi dei due dischi
hanno in ogni istante la stessa velocità scalare e la stessa accelerazione scalare
⎧ v = ω A RA = ω B RB

⎩a = α A RA = α B RB
Se il disco A parte da fermo (ω0,A = 0) con accelerazione angolare αA, il disco B parte da
fermo (ω0,B = 0) con accelerazione angolare
RA
αB = α A = 3.25 rad/s2
RB
compiendo quindi un moto uniformemente accelerato per cui
ωB
ω B = ω 0, B + α B t = α B t ⇒ t = = 9.23 s
αB

2) Un punto sulla periferia di B ha all’istante t accelerazione a con componenti

⎧ v B2  
⎪aN = u N = ω B2 RB u N
⎨ RB
⎪a = α R u
⎩ T B B T

e quindi modulo

a = aN2 + aT2 = ω B4 RB2 + α B2 RB2 = RB ω B4 + α B2 = 108 m/s2

Problema 1.15

Un punto materiale si muove all'istante t0 = 0 lungo un'orbita circolare di raggio R = 0.2


m con velocità angolare ω0 = 15 rad/s. A partire all'istante t0 fino all'istante t1 = 16 s viene
decelerato con accelerazione angolare α = −k t, con k = 0.1 s–3; per t > t1 α resta costante al
valore α1 raggiunto all’istante t1 finché il punto si ferma. Calcolare:
1) il modulo dell'accelerazione del punto materiale all'istante t1 a1
2) in quale istante il punto si ferma t2

Soluzione

1) Il punto materiale compie un moto circolare vario con accelerazione di componenti


⎧ v2  
⎪aN = uN = ω 2 R uN
⎨ R
⎪a = α R u
⎩ T T

che vanno determinate all’istante t1. È quindi necessario calcolare velocità e accelerazione
angolare all’istante t1. Dalla definizione di accelerazione angolare si ottiene la velocità an-

30
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

golare integrando fra l’istante iniziale e l’istante t1

dω ω1 t1 t1 1 2
α=
dt
⇒ ∫ω0
dω = ∫
0
α dt = ∫
0
−kt dt ⇒ ω1 = ω 0 −
2
kt1 = 2.2 rad/s

e allo stesso istante l’accelerazione angolare è


α1 = −kt1 = −1.6 rad/s2
Il modulo dell'accelerazione è pertanto

a1 = aN2 + aT2 = ω14 R 2 + α12 R 2 = R ω14 + α12 = 1.02 m/s2


2) Dall’istante t1 il moto è circolare uniformemente accelerato con accelerazione α1 < 0,
per cui la legge oraria della velocità è
ω ( t ) = ω1 + α1 ( t − t1 )
Il punto si fermerà all'istante t2 quando ω2 = 0, ossia

α1t1 − ω1
ω 2 = ω1 + α1 ( t 2 − t1 ) = 0 ⇒ t 2 = = 17.4 s
α1

Problema 1.16

Un punto materiale si muove lungo una circonferenza di raggio R = 40 cm posta su un pia-


no orizzontale. All'istante t0 = 0 il punto possiede la velocità v0 = 2 m/s; si osserva che dopo
aver compiuto N1 = 1 giro la velocità vale v1 = 0.3 m/s e si ammette che la diminuzione sia
dovuta ad una decelerazione tangenziale costante. Calcolare:
1) l’accelerazione tangenziale aT
2) il tempo che impiega il punto a fare un giro t1
3) l'accelerazione centripeta dopo N1/2 = 0.5 giri aN

Soluzione

1) Il moto è circolare uniformemente accelerato per cui all’istante t1

⎧ v0
⎧ω1 = ω 0 + α t1 ⎪⎪ω 0 = R = 5 rad/s

⎨ 1 2 con ⎨
⎪⎩θ1 = 2π N1 = ω 0 t1 + 2 α t1 ⎪ω1 = v1 = 0.75 rad/s
⎪⎩ R
Si potrebbe risolvere il sistema, ma è più conveniente eliminare il parametro tempo e de-
terminare l’accelerazione angolare
dω dω dθ dω
α= = =ω ⇒ α dθ = ω dω
dt dθ dt dθ

31
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

per cui integrando si ottiene


2π ω1 1 2 1 2
∫0
α dθ = ∫ ω0
ω dω ⇒ 2πα =
2
ω1 − ω 0
2
e l’accelerazione angolare è

ω12 − ω 02
α= = −1.94 rad/s2

da cui
aT = α R = − 0.78 m/s2
L’accelerazione tangenziale è l’accelerazione scalare, per cui una possibilità alternativa per
la soluzione del problema è considerare la coordinata curvilinea s: per definizione di accele-
razione tangenziale

dv dv ds dv
aT = = =v ⇒ aT ds = vdv
dt ds dt ds
Lo spostamento del punto in un giro è pari alla circonferenza s = 2πR, per cui
2π R v1 v12 v02
∫0
aT ds = ∫ v0
v dv ⇒ aT 2π R =
2

2
da cui si ricava

v12 − v02
aT = = − 0.78 m/s2
4π R
2) Il tempo impiegato a fare un giro è
ω1 − ω 0
ω1 = ω 0 + α t1 ⇒ t1 = = 2.19 s
α
3) Ripetendo l’integrazione su mezzo giro (θ1/2 = π)
π ω1/2 1 2 1
∫ α dθ = ∫ ω dω ⇒ πα = ω1/2 − ω 02 ⇒ ω1/2 = ω 02 + 2πα
2
0 ω0 2 2
oppure
πR v1/2 2
v1/2 v2
∫ aT ds = ∫ v dv ⇒ aT π R = − 0 ⇒ v1/2 = v02 + 2π RaT
2
0 v0 2 2
per cui
v 2 + 2π RaT
( )
2
v1/2
aN = = 0 = ω1/2
2
R = ω 02 + 2πα R = 5.12 m/s2
R R

32
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale

Problema 1.17

Un punto materiale si muove di moto circolare uniformemente accelerato seguendo la


legge oraria s ( t ) = kt 2 , con k = 0.25 m/s2. Sapendo che al tempo t1 = 4 s il modulo dell'ac-
celerazione vale a1 = 0.75 m/s2, calcolare:
1) l’accelerazione tangenziale aT
2) la velocità all’istante t1 v1
3) il raggio della traiettoria R

Soluzione

1) La velocità scalare istantanea del punto materiale all’istante t è

v=
ds d
=
dt dt
( )
kt 2 = 2kt

e la sua accelerazione tangenziale è


dv d
aT = = ( 2kt ) = 2k = 0.5 m/s2
dt dt
2) La velocità all’istante t1 è
ds
v1 = = 2kt1 = 2 m/s
dt t =t1

3) Il modulo dell’accelerazione del punto materiale è


v14
a1 = aN2 + aT2 = + aT2
R2
da cui si ricava
v12
R= = 7.16 m
a12 − aT2

Problema 1.18

Un corpo si muove di moto rettilineo soggetto solamente ad una accelerazione


 
a = −k v u x con k = 0.05 s− 3 2 m1 2 e dove v è la velocità. Sapendo che la velocità iniziale
è v0 = 1 m/s, calcolare:
1) il tempo impiegato dal corpo a fermarsi t
2) la distanza percorsa prima di fermarsi d

Soluzione

1) È necessario integrare l’equazione del moto


dv = adt == −k vdt

33
Cinematica del punto materiale Capitolo 1

per ottenere la legge che determina la velocità in funzione del tempo. Separando le variabili
dv
= −kdt
v
e integrando
v t
∫ v0
v −1 2 dv = − ∫0
k dt ⇒ 2v1 2 − 2v10 2 = −kt

si ricava
k
v = v0 − t
2
Il corpo si ferma quando la sua velocità è nulla

k 2
v ( t ) = v0 − t=0 ⇒ t= v0 = 40 s
2 k
2) È necessario determinare lo spazio percorso dal corpo nell’intervallo di tempo t cal-
colandolo dalla sua legge oraria.
2
dx ⎛ k ⎞ dx dx k2 2
v= ⇒ ⎜ v0 − t ⎟ = ⇒ = v0 − k v0 t + t
dt ⎝ 2 ⎠ dt dt 4

Integrando l’ultima espressione


d t⎛ k2 2 ⎞
∫ 0
dx = ∫⎜
0⎝
v0 − k v0 t + t dt
4 ⎟⎠
si ottiene
t2 k2 t 3
d = v0 t − k v0 + = 13.3 m
2 4 3

34
Capitolo 2

Dinamica del punto materiale


Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

Problema 2.1

Due blocchetti A e B, di massa mA = 0.75 kg e mB = 0.5 kg rispettivamente, collegati da


una sottile asta rigida di massa trascurabile, si muovono lungo un piano inclinato dell’ango-
lo θ = 15º con l’orizzontale. Il coefficiente di attrito dinamico fra il blocchetto A e il piano
vale μ = 0.18; il coefficiente di attrito dinamico fra il blocchetto
 B e il piano è trascurabile.
Al blocchetto B è applicata la forza di trazione costante FT parallela al piano diretta verso
l’alto. Calcolare il modulo di tale forza:
1) se i blocchetti salgono con accelerazione costante a = 1.14 m/s2 F
2) se la salita avviene con velocità costante F
3) se il moto avviene in discesa con velocità costante F

mB FT

mA

Soluzione
 
Il problema  richiede la soluzione dell’equazione del moto F = ma dei due punti mate-
riali, dove F è la forza risultante su di essi. È pertanto richiesta l’analisi delle forze per
determinare la loro risultante agente su ciascun punto materiale. 

Sul blocchetto A agiscono la forza peso mA g, la forza di attrito
 dinamico Fd (opposta
alla direzione
 del moto), la forza di trazione della sbarretta TA , la reazione normale del
piano N A . 

Sul blocchetto B agiscono
 la forza peso mB g, la forza
 di trazione FT , la forza di tra-
zione della sbarretta TB , la reazione normale del piano N B .
1) Nel primo caso le forze
agenti sono disposte come in figura blocchetto A blocchetto B
e le equazioni vettoriali del moto
dei due blocchetti sono
     NA TA y NB FT
⎧⎪ mA g + TA + N A + Fd = mA aA
⎨     
⎩⎪ mB g + FT + N B + TB = mB aB x
FD mAg TB mBg
Il moto avviene lungo il piano
inclinato verso l’alto, per cui la
componente normale al piano del-
l’accelerazione è nulla. Inoltre i due corpi sono vincolati rigidamente e la loro accelerazione
è pertanto uguale. Le equazioni scalari per le componenti x, parallela al piano inclinato, e y,
normale allo stesso, orientati come in figura sono, osservando che i moduli delle forze di
trazione
  della sbarretta sono uguali per il principio di azione e reazione ovvero
TA = TB = T

37
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

⎧ −m g sen θ + T − F = m a (1) ⎧ −m g sen θ − T + F = m a ( 3)


⎪ A d A ⎪ B B
⎨ e ⎨
⎪⎩ −m A g cos θ + N A = 0 (2) ⎪⎩ −m B g cos θ + N B = 0 (4)
rispettivamente per i due corpi.
L’equazione (2) permette di ricavare NA e quindi il modulo della forza di attrito
Fd = μ N A = μ mA g cos θ
mentre sommando membro a membro l’equazione (1) e l’equazione (3) si ricava
F − mA g sen θ − mB g sen θ − μ mA g cos θ = mA a + mB a
per cui il modulo della forza applicata è
F = ( mA + mB ) g sen θ + μ mA g cos θ + ( mA + mB ) a = 5.87 N
2) Se la velocità è costante l’accelerazione è nulla per cui
F = ( mA + mB ) g sen θ + μ mA g cos θ = 4.45 N
3) Quando i corpi scendono la forza di attrito dinamico cambia verso, in quanto si op-
pone al moto, per cui
F = ( mA + mB ) g sen θ − μ mA g cos θ = 1.89 N

Problema 2.2

Si consideri il sistema in figura con mA = 2 kg, mB = 3kg e θ = 45°. Il corpo di massa mB


viene trascinato, su un  piano scabro con coefficiente di attrito dinamico μ = 0.2 fra piano e
corpo, da una forza F costante parallela al piano. La fune che unisce i due corpi è inesten-
sibile e di massa trascurabile. Sapendo che il sistema è inizialmente in quiete e che dopo
avere percorso la distanza d = 2 m i corpi hanno velocità v = 3 m/s, determinare:
1) il modulo dell’accelerazione dei corpi a
2) il modulo della forza applicata a mB F
3) la tensione del filo T

F
mB

mA

38
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

Soluzione

1) Essendo F costante il moto è uniformemente accelerato per cui le leggi orarie della
posizione e della velocità dei corpi porgono

⎧ 1 2
⎪ d = at
⎪ 2 1 v2
⎨ ⇒ a= = 2.25 m/s2
⎪ v = at 2 d
⎪⎩

2) Il moto di mA avviene lungo la verticale, mentre


il moto di mB avviene nella direzione del piano incli- blocchetto A blocchetto B
nato. Eseguendo l’analisi delle forze applicate ai due
corpi, la componente delle equazioni del moto lungo NB F
T
la direzione del moto per ciascuno dei due corpi è
T , FD
⎧T − mA g = mA a mAg

⎩ F − T − mB g sen θ − μ mB g cos θ = mB a mBg
Sommando membro a membro si ottiene
F − mA g − mB g sen θ − μ mB g cos θ = ( mA + mB ) a
F = mA g + mB g sen θ + μ mB g cos θ + ( mA + mB ) a = 55.8 N
3) La tensione del filo è
T = mA ( g + a ) = 24.1 N

Problema 2.3

Due punti materiali di massa m1 = 8 kg e m2 = 12 kg si muovono l’uno contro l’altro su


un piano scabro inclinato di θ = 30°. All’istante t0 = 0 i due corpi hanno velocità nulla e si
trovano a distanza x0 = 12 m l’uno dall’altro. Sapendo che per ambedue i corpi il coefficien-
te di attrito dinamico è μ = 0.2 e che ad entrambi è applicata un forza costante di modulo
F = 100 N nel verso del loro moto, determinare:
1) l’accelerazione di ciascun corpo a1, a2
2) la posizione in cui si incontrano x1

m2 x
F
y
m1 F x0

39
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

Soluzione

1) Osservando che per entrambi i corpi l’attrito è una forza resistente e si oppone al
moto mentre la forza F è motrice, la componente x lungo il piano inclinato delle equazioni
del moto per i due corpi è,
⎧ F − μ m1g cos θ − m1g sen θ = m1a1

⎩−F + μ m2 g cos θ − m2 g sen θ = m2 a2
e quindi
⎧ F
⎪a1 = m − μ g cos θ − g sen θ = 5.9 m/s
2
⎪ 1

⎪a2 = − F + μ g cos θ − g sen θ = −11.5 m/s2
⎪⎩ m2
2) Entrambi i corpi si muovono di moto uniformemente accelerato con velocità iniziale
nulla per cui le loro leggi orarie sono
⎧ 1 2
⎪⎪ x1 ( t ) = 2 a1t

⎪ x2 ( t ) = x0 + 1 a2 t 2
⎪⎩ 2
I due corpi si incontreranno nell’istante t in cui x1(t) = x2(t)

1 2 1 2x0
a1t = x0 + a2 t 2 ⇒ t= = 1.17 s
2 2 a1 − a2

e quindi in questo tempo il corpo di massa m1 ha percorso la distanza


1 2
x1 = a1t = 4.05 m
2

Problema 2.4

Alla partenza di un gran premio Vettel parte in pole position, mentre Alonso parte in
seconda posizione. La distanza tra i due guidatori e l’inizio della prima curva è d1 = 200 m
e d2 = 210 m rispettivamente. La curva è circolare a novanta gradi e il raggio della traietto-
ria percorsa da Vettel è R1 = 100 m, mentre per Alonso il raggio è R2 = 110 m. Alla partenza
l’auto di Vettel ha il serbatoio pieno e può sviluppare un’accelerazione scalare costante
a1 = 4 m/s2, inferiore all’accelerazione a2, sempre costante, dell’altra auto col serbatoio non
completamente pieno. Sapendo che le due auto escono contemporaneamente dalla curva,
per cui Alonso supererà agevolmente Vettel, determinare:
1) l’accelerazione scalare dell’auto di Alonso a2
2) il modulo dell’accelerazione delle due auto in uscita dalla curva a1′ , a2′
3) il minimo coefficiente di attrito statico fra le gomme
e il suolo affinché le auto non sbandino in curva μS,1, μS,2

40
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

R1
R2

d1
d2

Soluzione

1) Il moto delle due auto nella coordinata curvilinea s è uniformemente accelerato per-
ché lungo tutta la traiettoria i due moti hanno accelerazione scalare (tangenziale) costante.
All’uscita dalla curva i tratti s1 e s2 percorsi dalle due auto nello stesso tempo t sono rispettivamen-
te

⎧ π 1 2
⎪ s1 = d1 + R1 = a1t = 357 m
⎪ 2 2

⎪ s = d + π R = 1 a t 2 = 383 m
⎪⎩ 2 2
2
2
2
2

dividendo membro a membro

s1 a1 s2
= ⇒ a2 = a1 = 4.29 m/s2
s2 a2 s1

2) Le velocità in uscita dalla curva sono


⎧⎪ v1 = 2a1s1 = 53.4 m/s = 192 km/h

⎪⎩ v2 = 2a2 s2 = 57.3 m/s = 206 km/h
e quindi la componente normale delle due accelerazioni
⎧ v12
⎪aN ,1 = = 28.6 m/s2
⎪ R 1

⎪a v22
⎪ N ,2 R = 29.8 m/s
= 2

⎩ 2

e di conseguenza i loro moduli sono, ricordando che le accelerazioni scalari a1 e a2 coinci-


dono con le accelerazioni tangenziali aT,1 e aT,2,
⎧a ′ = a 2 + a 2 = 28.8 m/s2
⎪ 1 T ,1 N ,1

⎪⎩a2′ = aT ,2 + aN2 ,2 = 30.1 m/s2
2

Si osservi che l’accelerazione normale viene sentita dal pilota, nel sistema di riferimento
non inerziale della vettura, come una forza apparente centrifuga. Il suo valore è molto gran-
de (~3g) e quindi ha effetti notevoli sul corpo del pilota. In particolare il punto debole è la

41
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

testa, perché, mentre il sedile fornisce la reazione vincolare obbligando il corpo a mantene-
re la posizione, la testa deve essere libera di ruotare e quindi il pilota deve utilizzare un
collare per evitare traumi.
3) La forza che tiene in strada la vettura, ovvero che fornisce l’accelerazione centripeta,
è solo la forza di attrito statico, il cui valore massimo è Fs,max = μ s N = μ s mg , per cui per le
due auto

⎧ v12 ⎧ v12
⎪ μS,1m1g = m1 ⎪ μS,1 = = 2.91
⎪ R1 ⎪ gR1
⎨ ⇒ ⎨
2 2
⎪ μ m g = m v2 ⎪ μ = v2 = 3.04
⎪ S,2 2 2
R2 ⎪ S,2
gR2
⎩ ⎩
Il valore del coefficiente di attrito statico minimo è molto elevato – e nella realtà si deve
tenere conto anche della portanza fornita dagli alettoni che aumenta la forza netta verso il
basso subita dalle vetture –, per cui le auto usano pneumatici con mescola molto tenera e la
pista è molto regolare in modo da massimizzare l’adesione dell’auto al terreno: l’usura de-
gli pneumatici è di conseguenza molto elevata.

Problema 2.5

Due masse m1 = 10 kg e m2 = 5 kg sono collegate come in figura tramite una fune ine-
stensibile e di massa trascurabile passante su una carrucola liscia. Si calcoli, sapendo che il
piano su cui si trova m1 è scabro con μd = μs = 0.3 e inclinato di θ = 10° con l'orizzontale:
1) il minimo valore della massa m3 da incollare ad m1
per impedire che essa scivoli sul piano m3
2) il modulo della velocità dei punti materiali dopo un tratto
h = 30 cm di discesa nel caso in cui m3 sia il valore trovato
in risposta alla domanda 1, m1 = m2 =10 kg v

m3
m1

m2

42
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

Soluzione

1) La condizione richiesta è statica, per cui si blocco m1–m3 blocchetto m2


deve imporre che i corpi non subiscano alcuna y
accelerazione. Inoltre m1 e m3 sono solidali e
possono essere pensati come un corpo unico di Fs T
N
massa m1+m3
T
⎧ N − ( m1 + m3 ) g cos θ = 0 (m1+m3)g m 2g
⎪ x
⎨T − Fs + ( m1 + m3 ) g sen θ = 0
⎪m g − T = 0
⎩ 2
sommando membro a membro la seconda e la terza equazione
m2 g − Fs + ( m1 + m3 ) g sin θ = 0
da cui ricaviamo la forza di attrito statico, che deve essere inferiore a quella massima eser-
citabile
Fs = m2 g + ( m1 + m3 ) g sen θ ≤ Fs,max = μS N = μS ( m1 + m3 ) g cos θ
da cui, risolvendo per m3, si ricava la condizione
m2 g + m1g sen θ + m3 g sen θ ≤ μS m1g cos θ + μS m3 g cos θ
m2 + m1 ( sen θ − μS cos θ )
m3 ≥ = 31 kg
μS cos θ − sen θ
2) Se m1 = m2 =10 kg la condizione di equilibrio statico non è più soddisfatta per il valo-
re di m3 scelto, per cui compare un’accelerazione, la forza di attrito diventa una forza di
attrito dinamico Fd = μd N e le equazioni del moto diventano
⎧ N − m1g cos θ − m3 g cos θ = 0

⎨T − Fd + ( m1 + m3 ) g sen θ = ( m1 + m3 ) a
⎪m g − T = m a
⎩ 2 2

Sommando membro a membro la seconda e la terza equazione


m2 g − μd ( m1 + m3 ) g cos θ + ( m1 + m3 ) g sen θ = ( m1 + m2 + m3 ) a
m2 g − μd ( m1 + m3 ) g cos θ + ( m1 + m3 ) g sen θ
a= = 0.96 m/s2
m1 + m2 + m3
L’ accelerazione è costante per cui il moto è uniformemente accelerato e la velocità dopo
che i corpi hanno percorso la distanza h è

m2 g − μd ( m1 + m3 ) g cos θ + ( m1 + m3 ) g sen θ
v = 2ah = 2h = 0.76 m/s
m1 + m2 + m3

43
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

In alternativa si può osservare che essendo sistema m1 + m3 blocchetto m2


richiesto solo il calcolo della velocità la solu-
zione del problema è ottenibile utilizzando il
bilancio energetico (non si ha la conservazione
dell’energia meccanica per la presenza di for- θ h sin θ
ze dissipative). Osserviamo che la velocità h
h
iniziale è nulla e che mentre m2 perde effetti-
vamente la quota h il blocco composto da m1 e
m3 scende solo della quota h sin θ per cui il
bilancio energetico è
Δ Em = Δ Ec + Δ E p = WAtt
1 1 1
m1v 2 + m2 v 2 + m3 v 2 − ( m1 + m3 ) gh sin θ − m2 gh = − μd ( m1 + m3 ) gh cos θ
2 2 2
2gh ⎡⎣ m2 + ( m1 + m3 ) sin θ − μd ( m1 + m3 ) cos θ ⎤⎦
v= = 0.76 m/s
m1 + m2 + m3
Il caso esaminato è un caso semplice e le due soluzioni alternative discusse non differisco-
no sensibilmente come difficoltà di calcolo, tuttavia è generalmente utile prima di integrare
le equazioni del moto verificare se il dato richiesto è ottenibile dalla legge di conservazione
dell’energia meccanica in assenza di forze dissipative o dal bilancio energetico in loro pre-
senza. La legge di conservazione dell’energia meccanica (o il bilancio energetico a seconda
dei casi) costituisce già il risultato della prima integrazione dell’equazione del moto. Per-
tanto il suo calcolo è normalmente più immediato dell’integrazione. Si ricordi che l’equa-
zione della conservazione dell’energia (o del bilancio energetico) comprende i contributi,
sotto forma di lavoro o di energia potenziale, di tutte le forze agenti sui corpi collegati fra
loro. Conviene osservare che in ogni caso la legge di conservazione di energia (o il bilancio
energetico) non può fornire comunque il risultato se il dato richiesto è un tempo o un’acce-
lerazione, mentre risulta generalmente utile se il dato richiesto è una velocità, una posizione
o uno spostamento. La legge di conservazione dell’energia meccanica non permette co-
munque in alcun caso la soluzione completa del problema del moto di un corpo, ma forni-
sce solo informazioni parziali.

Problema 2.6

Una tavola di massa M = 10 kg e lunghezza d = 4 m si trova su un piano liscio inclinato


con l’orizzontale di θ = 30°. Sul suo estremo superiore è appoggiato un corpo, approssima-
bile ad un punto materiale, di massa m = 200 g. Il corpo è vincolato alla base del piano in-
clinato con una barretta rigida di massa trascurabile. Fra corpo m e tavola c’è attrito. La
tavola viene trascinata verso l’alto da una forza costante F = 80 N parallela al piano . De-
terminare, sapendo che quando il corpo m arriva all’altra estremità della tavola, quest’ulti-
ma ha velocità v = 4.95 m/s:
1) il coefficiente di attrito dinamico fra corpo m e tavola μ
2) la componente lungo il piano della forza esercitata
dalla barretta sul corpo m T

44
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

3) il tempo impiegato dal corpo m ad arrivare all’altra


estremità della tavola t

m F

M
d


Soluzione

1) Non è possibile utilizzare la legge di conservazione dell’energia, perché è presente la


forza d’attrito alla quale non si può associare un’energia potenziale. Il bilancio energetico
fra l’istante iniziale e quello finale è, osservando il corpo m non si sposta,
WF + Wd = Δ Ec + Δ E p
1
Fd − μ mg cos θ d = M v 2 + Mgd sen θ
2
da cui si ricava il coefficiente di attrito dinamico

2Fd − 2Mgd sen θ − M v 2


μ= = 0.22
2mgd cos θ
2) La barretta esercita una forza solo sul corpo m, per cui è necessario scrivere la sua
equazione del moto analizzando le forze che agiscono su di esso. Poiché è richiesto solo il
calcolo della componente lungo il piano inclinato di tale forza è sufficiente analizzare solo
le forze che hanno componente in tale direzione. Durante il moto della tavola c’è striscia-
mento fra i due corpi, per cui esiste una forza di attrito dinamico agente su ambedue i corpi.
Nei casi di corpi sovrapposti l’analisi della forza d’attrito deve essere fatta con molta caute-
la. La causa della comparsa della forza d’attrito è il moto relativo fra la tavola che viene
trascinata verso l’alto e il corpo m. La forza di attrito per definizione si oppone alla causa
che la genera e quindi agisce sulla tavola verso il basso in modo tale da frenarla. La forza
così analizzata è quella esercitata dal corpo m sulla tavola, ma per il principio di azione e
reazione una forza eguale e opposta deve essere esercitata dalla tavola sul corpo m. Di con-
seguenza la stessa forza agisce anche sul corpo m , ma con direzione verso l’alto. Il modulo
della forza d’attrito è FD = μ N = μ mg cos θ , perché la reazione normale esercitata sulla
superficie di strisciamento è dovuta solo al peso del corpo m. Orientando quindi lungo il
piano verso l’alto l’asse coordinato, la componente in questa direzione dell’equazione del
moto del corpo m è
T + μ mg cos θ − mg sen θ = 0 ⇒ T = mg sen θ − μ mg cos θ = 0.61 N

positiva, quindi orientata verso l’alto. 


3) Invece analizzando le forze agenti sulla tavola, ossia F , forza peso e attrito, la sua
equazione del moto è

45
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

F − Mg sen θ − μ mg cos θ = Ma
per cui essa si muove con accelerazione
F − Mg sen θ − μ mg cos θ
a= = 3.06 m/s2
M
costante e quindi, essendo il moto uniformemente accelerato con velocità iniziale nulla, il
tempo necessario alla tavola per percorrere la distanza d , per cui il corpo m raggiunge
l’estremità opposta della tavola è

1 2 2d
d= at ⇒ t= = 1.62 s
2 a
oppure si può calcolare il tempo necessario alla tavola per raggiungere la velocità v
v
v = at ⇒ t = = 1.62 s
a

Problema 2.7

Un punto materiale di massa m = 500 g è vincolato a muoversi su una guida circolare


liscia di raggio R =1.5 m posta in un piano verticale. Sul punto materiale agisce una forza di
modulo costante F = 6 N che agisce in direzione sempre tangente alla circonferenza e ral-
lenta il punto. Sapendo che all’istante iniziale il punto materiale si trova sulla sommità della

circonferenza e si muove verso destra, con velocità v mentre nell’istante in cui tocca terra
in A è fermo, determinare all’istante iniziale:
1) la velocità angolare del punto materiale ω
2) il modulo della reazione normale su di esso N
3) l’accelerazione angolare del punto materiale α

m
F v

46
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

Soluzione

1) Sul punto materiale agisce la forza F resistente e tangente in ogni istante alla traiet-
toria. Il lavoro fatto da tale forza mentre il punto materiale percorre l’arco di circonferenza
s = R (π 2 ) è
π
s   R π
WF = ∫
0
F • dr = ∫
0
2
F ds cos π = −FR
2
L’altra forza agente in questo intervallo di tempo è la forza peso che è conservativa, per cui
il bilancio energetico fra posizione iniziale e finale con velocità finale nulla porge
WF = Δ E c + Δ E p
π 1
−FR = − mv 2 − mgR
2 2
da cui si ottiene
v 1 FRπ − 2mgR Fπ − 2mg
ω= = = = 3.47 rad/s
R R m mR
2) Non è immediata l’individuazione del verso di applicazione della reazione vincolare
che ha sicuramente direzione verticale, poiché il piano è liscio. In questi casi si sceglie di
scrivere la forza come se avesse componente positiva: se il valore ottenuto è negativo, si
conclude che il verso è opposto a quello ipotizzato. All’istante iniziale, la componente ver-
 
ticale dell’equazione del moto nel sistema di coordinateintrinseco ( u N , uT ) del moto curvi-
lineo è
N + mg = maN = mω 2 R
F uT
da cui otteniamo
Ν = −mg + mω 2 R = 4.13 N mg , N
diretta verso il basso, per cui la guida obbliga il punto materiale a segui- uN
re la traiettoria circolare: senza tale vincolo il punto lascerebbe la super-
ficie compiendo un moto uniformemente accelerato.
3)La componente orizzontale dell’equazione del moto è invece
−F = maT = mα R
per cui
F
α=− = − 8 rad/s2
mR

Problema 2.8

Un bambino lancia una palla oltre un muro alto H = 5.5 m. All’istante del lancio la ma-
no del bambino (e quindi la palla) si trova ad altezza h = 1.5 m dal suolo e a distanza

47
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

d = 3.5 m dal muro. Sapendo che il bambino imprime la velocità minima necessaria per
superare il muro, determinare:
1) la componente verticale della velocità iniziale della palla v0,y
2) il tempo impiegato dalla palla ad arrivare all’altezza del muro t1
3) il modulo della velocità iniziale della palla v0

H
v0

d x

Soluzione

1) L’unica forza agente è la forza peso, per cui si conserva l’energia meccanica. La ve-
locità minima per superare il muro si ha quando la componente verticale della velocità di-
venta nulla ad altezza H, mentre non agendo alcuna forza lungo l’orizzontale, la velocità in
questa direzione resta costante. Pertanto la legge di conservazione dell’energia, ponendo lo
zero dell’energia potenziale gravitazionale al suolo, è data da

mgh +
1
2
( 2
m v0, 2
)
x + v0, y = mgH +
1
2
2
mv0, x

da cui si ottiene

v0, y = 2g ( H − h ) = 8.86 m/s


2) Il moto è uniformemente accelerato lungo la verticale y, per cui nell’istante t1 di mas-
sima altezza si ha

v0, y
v1, y = v0, y − gt1 = 0 ⇒ t1 = = 0.9 s
g

3) Il moto è invece uniforme lungo l’orizzontale x e all’istante t1 la palla si trova a di-


stanza d dal bambino e quindi

d
d = v0, x t1 ⇒ v0, x = = 3.89 m/s
t1

48
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

e la velocità iniziale minima è pertanto

v0 = v0,
2
x + v0, y = 9.68 m/s
2

Si osservi che il problema poteva essere risolto anche per via puramente cinematica.

Problema 2.9

Un punto materiale di massa m = 200 g è appoggiato su una piattaforma di massa


M = 2kg a sua volta agganciata ad una molla ideale di massa trascurabile e costante elastica
k = 400 N/m fissata all'altra estremità ad un piano. La molla viene compressa di
Δx0 = 20 cm e il sistema viene lasciato successivamente libero di muoversi. Sapendo che le
guide lisce mostrate in figura impediscono al sistema di oscillare lateralmente, determinare:
1) l’accelerazione iniziale della piattaforma a0
2) la deformazione della molla nel punto in cui avviene
il distacco di m Δx1
3) la massima altezza raggiunta da m rispetto a questo punto h

y
m
M

Soluzione

1) Appena vengono lasciati liberi i due corpi si muovono insieme costituendo un corpo
unico di massa m+M. L’equazione del moto del blocco m+M all’istante iniziale è quindi
k Δ x0 − ( M + m ) g = ( M + m ) a0
per cui la sua accelerazione iniziale, che è anche quella della piattaforma, è
k Δ x0 − ( M + m ) g
a0 = = 26.55 m/s2
M +m
2) Il distacco avviene quando la reazione vincolare R dovuta al contatto fra corpo e piat-
taforma si annulla. L’equazione del moto di m è
−mg + R = ma
che, imponendo R = 0, porge l’accelerazione a1 di m al momento del distacco
a1 = −g

49
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

In questo istante anche la piattaforma avrà la stessa accelerazione, per cui l’equazione del
moto del blocco m–M al distacco è

k Δ x1 − ( M + m ) g = ( M + m ) a1 = − ( M + m ) g ⇒ Δ x1 = 0

ovvero il distacco avviene nell’istante in cui la molla torna a riposo.


3) Tutte le forze agenti sono conservative, per cui la velocità v1 al distacco si ottiene
utilizzando la legge di conservazione dell’energia meccanica fra l’istante iniziale e quello
del distacco. Osserviamo inoltre che oltre all’energia potenziale gravitazionale c’è anche
energia potenziale elastica, per cui la legge di conservazione dell’energia è, ponendo lo zero
dell’energia potenziale gravitazionale nel punto di partenza,

( Ec + E p )i = ( Ec + E p ) f
1 1
k Δ x02 = ( M + m ) gΔ x0 + ( M + m ) v12
2 2
k
v1 = Δ x 2 − 2gΔ x0 = 1.83 m/s
( M + m) 0
Da questo istante in poi il corpo m è indipendente e si conserva ancora l’energia meccanica.
Scegliendo stavolta lo zero dell’energia potenziale gravitazionale nel punto di distacco si ha

v2
( Ec + E p )i = ( Ec + E p ) f ⇒
1
2
mv12 = mgh ⇒ h = 1 = 0.17 m
2g

Problema 2.10

Due punti materiali di massa m1 = 4 kg e m2 = 6 kg sono collegati fra loro da una fune
inestensibile di massa trascurabile e il secondo corpo è collegato al soffitto, come in figura,
con una molla ideale di massa trascurabile, di costante elastica k = 800 N/m e inizialmente
elongata di Δy = 0.3 m. Lasciati i corpi liberi di muoversi determinare:
1) l’accelerazione iniziale dei corpi a
2) la velocità dei corpi nell’istante in cui la molla torna a riposo v

m2

m1

50
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

Soluzione

1) Le equazioni del moto dei due punti materiali sono, osservando che la forza elastica
agente su m2 è diretta verso l’alto poiché la molla è elongata,
⎧⎪ k Δ y − T − m2 g = m2 a

T − m1g = m1a
⎩⎪
per cui sommando membro a membro si ricava

k Δ y − ( m2 + m1 ) g
k Δ y − ( m2 + m1 ) g = ( m2 + m1 ) a ⇒ a = = 14.2 m/s2
m2 + m1

2) Durante il moto fra l’istante iniziale e l’istante in cui la molla torna a riposo la fune,
inestensibile, resta tesa e i due corpi sono pertanto solidali e si muovono con la stessa velo-
cità. Tutte le forze agenti sono conservative per cui si conserva l’energia meccanica e
l’energia elastica della molla si trasforma in energia cinetica e energia potenziale gravita-
zionale dei due corpi
1 1 1
k Δ y 2 = m1v 2 + m2 v 2 + m1gΔ y + m2 gΔ y
2 2 2
per cui

k Δ y 2 − 2 ( m1 + m2 ) gΔ y
v= = 1.15 m/s
m1 + m2

Problema 2.11

Due punti materiali di massa m1 = 2 kg e m2 = 5 kg rispettivamente sono collegati trami-


te un filo inestensibile di massa trascurabile e una carrucola liscia. Ciascuno dei due corpi è
appoggiato (vedi figura) su un piano liscio inclinato con l'orizzontale di θ1 = 45° e θ2 = 30°
rispettivamente. Inoltre il corpo di massa m1 è vincolato ad una estremità di una molla idea-
le di massa trascurabile e costante elastica k = 300 N/m elongata di Δx = 30 cm e un fermo
R che blocca m2 tiene in quiete il sistema. Calcolare:
1) il modulo della reazione vincolare agente su m2 R
Ad un certo istante il fermo viene tolto. Calcolare:
2) l’accelerazione dei corpi immediatamente dopo
avere tolto il fermo a
3) la velocità dei due corpi nell'istante in cui la molla
torna nella posizione di riposo v

m2
m1
R
θ2 θ1

51
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

Soluzione

1) L’equazione della statica applicata al corpo m2 ha componenti lungo il piano inclinato


e normalmente ad esso date da
⎧ Rx + T − m2 g sen θ 2 = 0
⎨ R − m g cos θ = 0
⎪⎩ y 2 2

La tensione del filo si può ottenere dall’equazione della statica applicata ad m1

⎧ k Δ x + m1g sen θ1 − T = 0
⎨ ⇒ T = k Δ x + m1g sen θ1 = 103.9 N
⎩ N − m1g cos θ1 = 0
per cui

⎧ Rx = m2 g sen θ 2 − T = − 79.4 N
⎨ R = m g cos θ = 42.4 N ⇒ R = Rx2 + Ry2 = 90 N
⎪⎩ y 2 2

2) La molla è elongata e quindi la forza elastica è diretta verso il basso. Ipotizziamo,


riservandoci di verificare in seguito la correttezza dell’ipotesi, che il moto avvenga nella
direzione in cui il corpo m1 scende e il corpo m2 sale, scriviamo le componenti delle equa-
zioni del moto per assi orientati lungo i piani inclinati nelle direzioni ipotizzate del moto
dei due punti
⎧ k Δ x + m1g sen θ1 − T = m1a

⎩T − m2 g sen θ 2 = m2 a
sommando membro a membro si ottiene
k Δ x + m1g sen θ1 − m2 g sen θ 2 = m1a + m2 a
per cui l’accelerazione dei corpi è
k Δ x + m1g sen θ1 − m2 g sen θ 2
a= = 11.3 m/s2
m1 + m2
Si osservi che la direzione del moto ipotizzata è corretta, perché si ottiene a > 0. Nel caso in
esame le forze hanno tutte direzione e verso determinato e il verso del moto dipende quindi
solo dal loro valore. Se avessimo fatto l’ipotesi opposta il risultato non sarebbe cambiato
(con l’eccezione del segno), ma se fossero state presenti forze che cambiano verso in fun-
zione della direzione del moto, come ad esempio la forza di attrito dinamico, sarebbe stato
necessario fare calcoli separati e coerenti per le due ipotesi, in quanto oltre al segno sarebbe
cambiato anche il valore dell’accelerazione. Ovviamente anche in questo caso l’ipotesi è
convalidata dal segno ottenuto per l’accelerazione. La verifica della correttezza delle ipotesi
deve essere fatta in ogni caso.
3) Non essendo presenti forze dissipative si può applicare la legge di conservazione
dell’energia meccanica. Osservando che il filo resta sempre teso e quindi i due corpi hanno
sempre velocità scalare uguale, che il corpo m2 aumenta la sua energia potenziale gravita-
zionale, mentre il corpo m1 la diminuisce e che l’energia potenziale elastica è nulla nel-
l’istante finale considerato, si ha

52
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

Δ Ec + Δ E p = 0
⎡⎛ 1 1 2⎞ ⎤ ⎡ ⎛ 1 2⎞⎤
⎢⎜⎝ 2 m1v + 2 m2 v ⎟⎠ − 0 ⎥ + ⎢( m2 gΔ x sin θ 2 − m1gΔ x sin θ1 ) + ⎜⎝ 0 − 2 k Δ x ⎟⎠ ⎥ = 0
2
⎣ ⎦ ⎣ ⎦
k Δ x 2 + 2gΔ x ( m1 sin θ1 − m2 sin θ 2 )
v= = 1.7 m/s
m1 + m2

Problema 2.12

Un punto materiale di massa m = 300 g è appoggiato su una rotaia scabra – composta da


un tratto piano orizzontale e da un tratto finale circolare di raggio R = 80 cm posto verti-
calmente – e comprime di Δx = 25 cm una molla ideale di massa nulla con costante elastica
k = 150 N/m. All'istante t = 0 il sistema viene lasciato libero di muoversi e la molla cessa di
agire sul punto materiale quando torna alla sua lunghezza di riposo. Il coefficiente di attrito
dinamico fra punto e piano vale μ = 0.2. Sapendo che il punto materiale raggiunge l’estre-
mo A della rotaia con velocità v = 3.35 m/s, determinare:
1) il lavoro fatto dall’attrito nel moto lungo la rotaia WAtt
2) il modulo della forza di attrito quando il punto
raggiunge l’estremo A Fd
3) il modulo dell'accelerazione nello stesso istante a

m O A
R

Soluzione

1) La presenza dell’attrito implica che non si conserva l’energia meccanica e si deve


applicare il bilancio energetico fra l’istante iniziale e quello finale. All’istante iniziale si ha
solo l’energia elastica della molla, mentre all’istante finale il punto possiede una energia
cinetica e ha guadagnato energia potenziale gravitazionale. Inoltre l’unica forza non con-
servativa è l’attrito, per cui il bilancio energetico è
⎛ 1 ⎞ ⎛1 ⎞
WAtt = E M , f − E M ,i = ⎜ mgR + mv 2 ⎟ − ⎜ k Δ x 2 ⎟ = − 0.65 J
⎝ 2 ⎠ ⎝2 ⎠
2) Il punto si muove su una traiettoria circolare di moto vario. Le equazioni del moto
 
del punto in A sono, nel sistema di coordinate intrinseco del moto curvilineo ( u N , uT ) ,
⎧ v2
⎪ N = maN = m
⎨ R
⎪−mg − F = ma
⎩ d T

Il modulo della forza di attrito è quindi dato da

53
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

v2
Fd = μ N = μ m = 0.84 N
R
3) L’accelerazione è data dalla composizione vettoriale delle sue componenti tangenzia-
le e normale. Essendo nota la velocità, se ne conosce la componente normale (centripeta),
mentre la componente tangenziale si ottiene dalla corrispondente componente dell’equazio-
ne del moto all’istante finale già scritta in precedenza
−mg − Fd = maT
per cui

⎧ Fd
⎪⎪aT = −g − m = −12.6 m/s
2

⎨ 2
⇒ a = aT2 + aN2 = 18.8 m/s2
⎪a = v = 14 m/s2
⎪⎩ N R

Problema 2.13

Due blocchetti di dimensioni trascurabili di massa m1 = 200 g e m2 = 300 g rispettiva-


mente sono appoggiati su un piano inclinato di θ = 30°. Il primo blocchetto, privo di attrito
col piano, è collegato con una corda inestensibile e di massa trascurabile all’estremo supe-
riore del piano. Una molla ideale, di massa trascurabile, costante elastica k = 2 N/m e ini-
zialmente a riposo collega primo e secondo blocchetto. Quest’ultimo è tenuto fermo a di-
stanza d = 30 cm dalla base del piano inclinato. Il coefficiente di attrito dinamico fra m2 e il
piano è μ = 0.2. Si lascia libero di muoversi m2. Determinare nell’istante in cui m2 arriva
alla base del piano inclinato:
1) il lavoro compiuto dalla forza d’attrito WAtt
2) la velocità di m2 v
3) la tensione del filo T

m1
m2

d


Soluzione

1) Il blocchetto m2 percorre la distanza d lungo il piano inclinato, per cui il lavoro fatto
dalla forza di attrito è
WAtt = −Fd d = − μ m2 g cos θ d = − 0.153 J

54
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

2) Il blocchetto di massa m1 non si sposta, per cui si applica il bilancio energetico fra
l’istante iniziale e l’istante in cui m2 arriva alla base del piano
Δ Ec + Δ E p = WAtt
1 1
m2 v 2 + kd 2 − m2 gd sen θ = − μ m2 g cos θ d
2 2
k 2
v = 2gd ( sen θ − μ cos θ ) − d = 1.15 m/s
m2
3) La tensione del filo agisce solo sul blocchetto m1 che resta sempre in quiete, per cui
applicando l’equazione della statica all’istante finale si ricava
T − kd − m1g sen θ = 0 ⇒ T = kd + m1g sen θ = 1.58 N

Problema 2.14

Due corpi eguali di massa mA = mB = m = 2 kg sono posti su un piano inclinato di


θ = 20° con l’orizzontale. Il piano è scabro con coefficienti di attrito dinamico μd = 0.3 e
statico μs = 0.4. Fra i due corpi è posta una molla ideale di massa trascurabile e costante
elastica k = 200 N/m inizialmente a riposo. Al corpo B, posto più in alto, viene applicata
una forza F = 30 N costante diretta verso l’alto parallelamente al piano. Calcolare nel-
l’istante in cui il corpo A inizia a muoversi:
1) l’elongazione della molla Δx
2) l’accelerazione del corpo B aB
3) la velocità del corpo B vB

mB F
0
mA

Soluzione

1) Il corpo A inizia a muoversi nel momento in cui viene applicata una forza risultante
che supera la massima forza di attrito statico Fsmax = μS N agente
su di esso. Nell’istante immediatamente precedente alla messa in y
moto si ha NA x
⎧⎪ k Δ x − mg sen θ − FSmax = 0 Fe
⎨ Fs
⎩⎪ N A − mg cos θ = 0 θ mg
per cui

55
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

k Δ x − mg sen θ − μ s mg cos θ = 0
e l’elongazione della molla è
mg
Δx =
k
( sen θ + μs cos θ ) = 7.04 cm
2)L’equazione del moto di B porge y
NB x
⎧ F − k Δ x − mg sen θ − μd N B = maB
⎨ F
⎩ N B − mg cos θ = 0 Fe , Fd
θ mg
per cui
F − k Δ x − mg sen θ − μd mg cos θ = maB
e B ha accelerazione
F − k Δ x − mg sen θ − μd mg cos θ
aB = = 1.85 m/s2
m
3) Poiché solo il corpo B si è mosso spostandosi di Δx il bilancio energetico porge
WF + WAtt = Δ Ec + Δ E p
1 1
F Δ x − μd mg cos θ Δ x = mv B2 + mgΔ x sen θ + k Δ x 2
2 2
e la velocità di B è
F k
vB = 2 Δ x − 2 μd g cos θ Δ x − 2gΔ x sen θ − Δ x 2 = 0.87 m/s
m m

Problema 2.15

Due punti materiali di massa m = 500 g sono collegati fra loro da una molla ideale di
massa trascurabile e costante elastica k = 200 N/m. Sono vincolati a scorrere lungo due
binari lisci affacciati e inclinati di θ = 30° con l’orizzontale. I due corpi sono lasciati liberi
di muoversi dalla posizione in cui la molla è orizzontale, compressa di Δx = 10 cm. Deter-
minare:
1) l’accelerazione iniziale di ciascun corpo a
2) la forza di reazione normale al piano agente su ciascun corpo N
3) la velocità di ciascun corpo quando la molla torna a riposo v

m m

θ θ
Soluzione

Notiamo che, data la completa simmetria nel moto dei due corpi, la molla si mantiene
sempre orizzontale durante il loro moto.

56
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale


Su ciascun corpo
 agiscono la forza elastica Fe , la forza peso e la forza di reazione nor-
male al piano N . Il moto avviene lungo il piano inclinato, per cui la forza di reazione nor-
male equilibra le componenti delle altre forze in direzione
perpendicolare al piano. Allora l’equazione del moto per uno y
qualsiasi dei due corpi all’istante iniziale è x
    N
N + mg + Fe = ma θ
Le componenti nelle direzioni perpendicolare e parallela al
θ Fe
piano inclinato sono
mg
⎧ k Δ x cos θ − mg sen θ = ma

⎩ N − k Δ x sin θ − mg cos θ = 0
1) Dalla prima equazione si ricava
k Δ x cos θ − mg sen θ
a= = 29.7 m/s2
m
ovvero i due corpi salgono, perché l’accelerazione è positiva.
2) Dalla seconda equazione si ricava invece
N = k Δ x sen θ + mg cos θ = 14.2 N
3) Agiscono solo forze conservative, per cui si può applicare la legge di conservazione
dell’energia meccanica fra l’istante iniziale e quello finale. Assumiamo lo zero dell’energia
potenziale gravitazionale alla quota di partenza dei due corpi e osserviamo che quando la
molla torna a riposo ogni estremo si è spostato di Δ x 2 in orizzontale e quindi ciascun
corpo si è alzato di h = ( Δ x 2 ) tan θ . Pertanto
Ec,i + E p,i = Ec, f + E p, f
1 1 Δx
k Δ x 2 = ( m + m ) v2 + ( m + m ) g tan θ
2 2 2
e la velocità è

k Δ x 2 − 2mgΔ x tan θ
v= = 1.2 m/s
2m

Problema 2.16

Due molle ideali, di massa trascurabile e costanti elastiche k1 = 10 N/m e k2 = 20 N/m


rispettivamente sono collegate ad un punto materiale di massa m = 123 g e disposte come in
figura. La lunghezza a riposo delle molle è tale da assicurare che quando una è compressa
di una certa quantità, l’altra è elongata della stessa quantità e viceversa. Il sistema è ini-
zialmente in equilibrio. Determinare:
1) la deformazione delle molle in tale posizione Δx0
Il sistema viene messo in oscillazione comprimendo la molla inferiore di Δx1 = 10 cm.
Determinare:

57
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

2) la velocità del punto materiale quando ripassa


per il punto di equilibrio v

k2

k1

Soluzione

1) Nel punto di equilibrio le due molle saranno deformate della stessa quantità (una sarà
compressa e una sarà elongata e quindi entrambe le molle spingono verso l’alto) e l’accele-
razione sarà nulla, per cui:
mg
k1Δ x0 + k2 Δ x0 − mg = 0 ⇒ Δ x0 = = 4 cm
k1 + k2

2) Tutte le forze agenti sono conservative, per cui utilizzando la legge di conservazione
dell’energia meccanica con variazione di quota h = Δx1-Δx0 e ricordando che la deforma-
zione è la stessa per le due molle, si ha
1 1 1
mv 2 + ( k1 + k2 ) Δ x02 + mg ( Δ x1 − Δ x0 ) = ( k1 + k2 ) Δ x12
2 2 2
per cui, quando ripassa per il punto d’equilibrio, il corpo ha velocità

v=
k1 + k2
m
( )
Δ x12 − Δ x02 − 2g ( Δ x1 − Δ x0 ) = 0.93 m/s

Problema 2.17

Un punto materiale di massa m = 100g è contenuto in un tubicino liscio ed è collegato a


due molle di lunghezza a riposo pari a metà di quella del tubicino e fissate come in figura. Il
tubicino, inizialmente in quiete con il corpo m in equilibrio, viene rapidamente rovesciato e
il sistema inizia ad oscillare. Sapendo che le molle hanno costante elastica rispettivamente
k1 = 20N/m e k2 = 50N/m, determinare:
1) la deformazione iniziale delle molle Δx
2) l’accelerazione con cui parte il corpo m a
3) la velocità del corpo quando passa per il centro del tubicino v

58
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

y k1

m
x
k2

Soluzione

1) Ciascuna delle due molle occupa a riposo metà del tubicino, per cui nella posizione
di equilibrio iniziale la loro deformazione è la stessa, ma quella superiore è elongata, men-
tre quella inferiore è compressa. Ambedue le forze elastiche agiscono quindi verso l’alto.
mg
k1Δ x + k2 Δ x − mg = 0 ⇒ Δ x = = 1.4 cm
k1 + k2

2) Rovesciando rapidamente il tubicino il punto materiale non si sposta apprezzabil-


mente, per cui l’intensità delle forze elastiche non cambia, ma si inverte la loro direzione:
entrambe agiscono quindi verso il basso e l’equazione del moto di m è

−k1Δ x − k2 Δ x − mg
−k1Δ x − k2 Δ x − mg = ma ⇒ a = = − 2g = −19.6 m/s2
m
3) Il tubicino è liscio per cui si conserva l’energia meccanica: nella posizione iniziale
c’è solo energia potenziale, mentre nella posizione finale c’è solo energia cinetica
1 1 1
mgΔ x + k1Δ x 2 + k2 Δ x 2 = mv 2
2 2 2
per cui la velocità di passaggio per il centro è
k1 + k2
v = 2gΔ x + Δ x 2 = 0.64 m/s
m

Problema 2.18

Un punto materiale di massa m = 250 g è collegato ad una fune e ad una molla come in
figura ad un’altezza h = 15 cm dal suolo. La fune è inestensibile, di massa trascurabile e
lunghezza d = 30 cm. La molla è ideale, di massa trascurabile, lunghezza a riposo trascura-
bile e costante elastica k = 2 N/m. Il corpo viene messo in moto con un impulso orizzontale
 
che gli conferisce la velocità iniziale v0 = v0 u x con v0= 3 m/s. Calcolare nell’istante in cui
la fune è orizzontale:

59
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

1) il modulo della velocità del corpo v1


2) la tensione del filo T1
3) il modulo dell’accelerazione del corpo a1

Soluzione

1) Nella posizione finale la molla è elongata di

 = d 2 + ( d + h ) = 0.54 m
2

e si conserva l’energia meccanica nello spostamento dalla posizione iniziale


1 2 1 1 1
k + mv12 + mgd = kh 2 + mv02
2 2 2 2
per cui

v1 =
m
(
k 2
)
h − 2 − 2gd + v02 = 0.98 m/s
uT
2) Nella posizione finale la forza elastica ha componenti
 T
   
Fel = k sin θ u N − k cos θ uT = kd u N − k ( h + d ) uT
uN F
e quindi la componente centripeta delle equazioni del moto del corpo e θ mg
nella posizione finale é

v12 v12
T1 + kd = m ⇒ T1 = m − kd = 0.2 N
d d
per cui la corda è ancora tesa e il corpo può effettivamente raggiungere l’orizzontale.
3) La componente tangenziale delle equazioni del moto del corpo nella posizione finale
é invece
−mg − k ( d + h ) = ma1,T
per cui l’accelerazione è

60
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

v14 ⎡ mg + k ( d + h ) ⎤
2
a1 = a1,2 N + a1,T
2
= 2
+⎢ ⎥ = 13.8 m/s
2
d ⎣ m ⎦

Problema 2.19

Due molle di uguale lunghezza a riposo  = 0.3 m e massa trascurabile, aventi costante
elastica rispettivamente k1 =16 N/m e k2 =8 N/m sono assicurate a due supporti posti a di-
stanza 2  come mostra la figura (a). Una biglia forata di massa m =0.15 kg e dimensioni
trascurabili è infilata su una barretta posta verticalmente ed è agganciata alle due molle. La
biglia viene tirata verso il basso lungo la verticale finché la lunghezza di entrambe le molle
è raddoppiata come mostrato in figura (b), e bloccata con un fermo. Determinare:
1) la forza di reazione vincolare esercitata sulla biglia dal fermo R
All’istante t0 la biglia viene rilasciata. Determinare:
2) la velocità con cui passa per la posizione O di riposo
delle molle nell’ipotesi che la barretta sia liscia v
3) il lavoro fatto dall’attrito fra l’istante t0 e l’istante in cui arriva
in O con velocità nulla nell’ipotesi che la barretta sia scabra e
la biglia non compia un moto oscillatorio WAtt

m y
k1 k2
ℓ ℓ
o x
ℓ ℓ
θ θ
2ℓ 2ℓ

(a) (b)

Soluzione

1) Nella posizione iniziale la forza di reazione vincolare esercitata sulla biglia equilibra
la forza peso e le forze elastiche agenti su di essa
    y
R + mg + k1r1 + k2 r2 = 0
dove, poiché le molle sono deformate della stessa quantità Δ , k1r1 k2r2
  
⎪⎧r1 = − Δ x u x + Δ y u y x
⎨  
⎪⎩r2 = Δ x u x + Δ y u y mg R
sono le deformazioni di ciascuna molla nella posizione iniziale.

61
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

Le molle formano con la verticale l’angolo

⎛ 1⎞
 = 2 sin θ ⇒ θ = sin −1 ⎜ ⎟ = 30°
⎝ 2⎠

e la deformazione di ciascuna molla è Δ =  per cui


⎧ Δ y =  cos θ = 0.26 m

⎩ Δ x =  sin θ = 0.15 m
Le componenti della forza di reazione vincolare sono pertanto
⎧⎪ Rx = ( k1 − k2 ) Δ x = 1.2 N

⎪⎩ Ry = mg − ( k2 + k1 ) Δ y = − 4.77 N
e quindi

R = Rx2 + Ry2 = 4.92 N


2) La barretta è liscia per cui l’energia meccanica si conserva
1 2 1 1
k1 + k2 2 − mgy0 = mv 2
2 2 2
dove la coordinata y iniziale del punto è

y0 = 2 cos θ = 42 − 2 =  3 = 0.52 m


per cui

v=
( k1 + k2 ) 2 − 2mg 3
= 2.05 m/s
m
3) Non essendoci oscillazioni la biglia si ferma non appena arriva in O la prima volta. Il
bilancio energetico fra la posizione iniziale e finale della biglia è
1 2 1
WAtt = Δ Ec + Δ E p,el + Δ E p,g = −
k1 − k2 2 + mgy0 = − 0.32 J
2 2
che deve anche corrispondere all’energia cinetica acquistata dalla biglia nel caso senza at-
trito prospettato nella domanda 2, ovvero
1
WAtt = − mv 2 = − 0.32 J
2

Problema 2.20

Un punto materiale di massa m = 2 kg è vincolato alla rotaia scabra posta in verticale


mostrata in figura la cui parte curva è un arco di circonferenza di raggio R = 50 cm. Il coef-
ficiente di attrito dinamico fra rotaia e corpo è μ = 0.3. Il corpo è collegato ad una molla
ideale di massa trascurabile, lunghezza a riposo nulla e costante elastica k = 50 N/m. L’altro

62
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

estremo della molla è collegato alla rotaia esattamente dove quest’ultima comincia a curva-
re. Inizialmente il punto si trova ad altezza R rispetto al suolo. Il corpo viene lasciato libero
di muoversi da questa posizione. Determinare:
1) l’accelerazione iniziale del corpo a
2) il lavoro fatto dall’attrito sapendo che il corpo percorre
anche un tratto piano d = 80 cm di rotaia prima di fermarsi WAtt

y
m O

d x

Soluzione
   
1) Dopo aver individuato le forze agenti ( mg, FAtt , Fe e N ) e uN N FAtt
osservando che la molla ha lunghezza  = R 2 per cui la forza
elastica è mg Fe
    
Fe = −k sen (π 4 ) u N + k cos (π 4 ) uT = −kR u N + kR uT
uT
le equazioni del moto del corpo all’istante iniziale, in cui la velocità è nulla,
sono
⎧ v2
⎪−kR + N = maN = m 0 = 0
⎨ R
⎪− μ N + kR + mg = ma = ma
⎩ T

La soluzione del sistema porge


⎧ N = kR = 25 N

⎨ kR (1 − μ )
⎪⎩a = m
+ g = 18.5 m/s2

2) Sia nella posizione iniziale che in quella finale il corpo è in quiete e ci sono quindi
solo variazioni di energia potenziale elastica e energia potenziale gravitazionale, per cui
applicando il bilancio energetico si ottiene
⎛1 1 ⎞
WAtt = Δ E p = ⎜ kd 2 − k2R 2 ⎟ − mgR = − 6.3 J
⎝2 2 ⎠
Si osservi che il calcolo diretto del lavoro è possibile solamente con una operazione di inte-
grazione, perché la reazione normale non è costante in quanto sia la forza elastica che la
forza peso hanno componente normale alla rotaia variabile con la posizione.

63
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

Problema 2.21

Un punto materiale di massa m = 2 kg è vincolato a muoversi sulla superficie la cui se-


zione ABC è mostrata in figura: il tratto AB è un arco di circonferenza liscio che delimita
una sezione circolare di apertura θ = 60° per cui ABO è un triangolo equilatero di lato
R = 20 cm; il tratto rettilineo BC, di lunghezza d = 11.3 cm, è scabro e tangente alla circon-
ferenza nel punto B ≡ ( 0, R / 2 ) nel sistema di riferimento (x,y) della figura. Il punto è vin-
colato ad un estremo di una molla ideale di massa nulla, lunghezza a riposo trascurabile e
costante elastica k = 300 N/m. L'altro estremo della molla è fissato nel punto B. Il corpo
viene lasciato libero di muoversi nel punto A posto sul piano orizzontale con velocità inizia-
le nulla e si ferma nel punto C. Calcolare:
1) l’accelerazione e la reazione vincolare iniziali aA, NA
2) il modulo della velocità in B vB
3) il modulo dell'accelerazione in B aB
4) il coefficiente di attrito dinamico nel tratto BC μ

y
C O
d
R
θ
θ
B
m
A x

Soluzione

1) L’equazione del moto del corpo appena viene rilasciato è


   
Fe + mg + N A = ma
La molla ha lunghezza a riposo nulla, per cui è elongata di Δ = R ; il piano è liscio, per
cui la reazione vincolare è normale al piano; la velocità iniziale è nulla. Il moto è circolare e
 
quindi e equazioni scalari nel sistema di riferimento ( u N , uT ) sono
⎧ k Δ sen θ = maT uN

⎨ v A2
⎪ k Δ  cos θ − mg + N A = ma N = m =0
⎩ R
Fe
per cui accelerazione e reazione vincolare iniziali sono θ NA
⎧ k Δ sen θ A
⎪aA = aT = = 26 m/s2
⎨ m uT
⎪⎩ N A = mg − k Δ cos θ = −10.4 N mg
La reazione vincolare è diretta verso il basso, opposta quindi all’ipotesi
fatta, e deve quindi essere esercitata, per esempio, da un gancio che obbliga il corpo a resta-
re sulla superficie, altrimenti si solleverebbe.

64
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

2) Poiché il piano è liscio, si conserva l’energia meccanica fra i punti A e B, per cui,
osservando che la molla torna a riposo

( Ec + E p ) A = ( Ec + E p ) B
1 1
k Δ2 = mv B2 + mgyB
2 2
dove yB = R 2 , per cui il corpo passa per B con velocità

k Δ2 − 2mgyB k Δ2 − mgR


vB = = = 2.01 m/s
m m
3) Le equazioni del moto nella posizione B in cui la deformazione della molla è nulla
porgono
⎧−mg sen θ = maT

⎨ v B2 uT
⎪ −mg cos θ + N B = ma N = m
⎩ R uN
e il modulo dell’accelerazione è
B NB
2
⎛ v2 ⎞ θ
a= aT2 + aN2 = ( −g sen θ ) 2
+ ⎜ B ⎟ = 21.9 m/s2 mg
⎝ R⎠
Si osservi che la reazione vincolare in questa posizione è
v B2
NB = m + mg cos θ = 50.2 N
R
ovvero ha cambiato segno rispetto alla posizione A, ovvero il corpo viene ora sospinto ver-
so la superficie che lo obbliga a seguire la traiettoria da essa determinata.
4) Applicando il bilancio energetico fra il punto B e il punto C
WAtt = Δ Ec + Δ E p
1 1
− μ mg cos θ d = − mv B2 + kd 2 + mgd sen θ
2 2
per cui
mv B2 − kd 2 − 2mgd sen θ
μ= = 0.187
2mg cos θ d

Problema 2.22

Una rotaia semicircolare liscia di raggio R = 20 cm è posta su un piano verticale. Al-


l’estremo C della rotaia è fissata una molla ideale di massa trascurabile, lunghezza a riposo
trascurabile e costante elastica k = 10 N/m. Un punto materiale di massa m = 300 g, vinco-
lato a seguire la rotaia, è collegato all’altro estremo della molla. Inizialmente si trova fermo
in equilibrio nel punto A e viene lasciato libero di muoversi dopo averlo spostato legger-
mente verso sinistra dalla posizione di equilibrio. Calcolare nell’istante in cui il punto ma-

65
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

teriale arriva in B:
1) la velocità v
2) il modulo della forza esercitata dalla rotaia N
3) il modulo dell’accelerazione a

A
m

R
B

C
Soluzione

1) La rotaia è liscia, per cui la reazione normale è in ogni punto della traiettoria normale
alla rotaia e non compie lavoro. Le altre forze sono conservative, e quindi si conserva
l’energia meccanica nello spostamento fra il punto A e il punto B

( Ec + E p ) A = ( Ec + E p ) B
1 1 1
k ( 2R ) = mv 2 + k R 2( )
2 2
mgR +
2 2 2
per cui in B la velocità è

2kR 2
v = 2gR + = 2.57 m/s
m
2) La rotaia è liscia, per cui la forza che esercita deve essere normale ad
essa in qualsiasi punto, ovvero orizzontale in B. In questo punto la N
componente normale dell’equazione del moto porge
Fe uN
v2 v2 mg π/4
N + kR = m ⇒ N=m − kR = 7.91 N
R R
uT
3) La componente tangenziale dell’equazione del moto invece è
mg + kR = maT
Allora le componenti dell’accelerazione sono

⎧ kR
⎪⎪aT = g + m ⎛ kR ⎞ v4
2
⎨ ⇒ a = ⎜ g + ⎟ + 2 = 36.9 m/s2
⎪a = v
2 ⎝ m⎠ R
⎪⎩ N R

66
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

Problema 2.23

Un punto materiale di massa m = 200 g , appoggiato su un piano orizzontale liscio, è


vincolato a ruotare attorno ad un punto O da un filo inestensibile di massa trascurabile, lun-
ghezza R = 20 cm e tensione di rottura Tr = 800 N. Al punto materiale è applicato,
 tramite

un meccanismo non mostrato in figura, un momento meccanico costante M O = Mu z con
M = 0.4 Nm. che accelera il punto materiale All’istante t0 = 0 il corpo è in moto con veloci-
tà in modulo v0 = 2 m/s. Determinare
1) la velocità del punto nell’istante t1 in cui il filo si rompe v1
2) dopo quanti giri il filo si rompe n

M
v0
m

O
R

Soluzione

1) La tensione del filo è l’unica forza che agisce sul punto materiale in direzione radiale.
Allora all’istante della rottura la componente normale dell’equazione del moto è

v1 RTr
FN = Tr = m ⇒ v1 = = 28.3 m/s
R m

2) L’unico lavoro compiuto sul corpo m è quello del momento M O . Infatti non ci sono
altre forze che compiano lavoro, perché la tensione è normale allo spostamento, non
 ci sono
attriti e non ci sono variazioni di quota del corpo. Il lavoro fatto dal momento M O causa
quindi la variazione di energia cinetica del corpo
θ
WM = ∫0
M dθ = Δ Ec

L’angolo totale descritto dal corpo prima della rottura è θ = 2π n , per cui si ha
1 1
M 2π n = mv12 − mv02
2 2
da cui si ricava

n=
(
m v12 − v02 ) = 31.7 giri
4π M

67
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

Problema 2.24

Un punto materiale di massa m = 300 g è vincolato ad una molla ideale di massa trascu-
rabile, lunghezza a riposo  0 = 10 cm e costante elastica k = 400 N/m. L’altro estremo della
molla è vincolato in un punto O di un piano orizzontale liscio su cui è appoggiato il siste-
ma. Sapendo che la massa compie un moto circolare uniforme di periodo T = 0.3 s, deter-
minare:
1) l’elongazione della molla Δx
Sapendo che per fare ruotare il punto materiale partendo da fermo con la molla a riposo-
si utilizza un motore che esercita la potenza costante P = 5 W, calcolare:
2) il tempo impiegato a raggiungere lo stato finale t
Se il piano fosse scabro con coefficiente di attrito dinamico fra piano e corpo m pari a
μ = 0.2, determinare:
3) il momento meccanico che dovrebbe esercitare il motore
per mantenere costante la velocità del corpo M

v0
m

O
R

Soluzione

1) La velocità angolare del punto nel suo moto circolare uniforme è



ω= = 20.94 s−1
T
L’unica forza non equilibrata agente sul punto è la forza elastica, che agisce radialmente,
ovvero in direzione normale alla traiettoria; l’accelerazione è solo centripeta in quanto si ha
un moto circolare uniforme; il raggio della traiettoria è R =  0 + Δ x . L’equazione del moto
del corpo è quindi

FN = k Δ x = maN = mω 2 R ⇒ k Δ x = mω 2 ( 0 + Δ x)

da cui si ottiene la deformazione della molla


mω 2  0
Δx = = 4.9 cm
k − mω 2
2) Il lavoro fatto dal motore è pari all’energia meccanica acquistata dal sistema
1 1
mω 2 (  0 + Δ x ) + k Δ x 2 = 1.94 J
2
W = Δ E m = Δ Ec + Δ E p =
2 2
e il tempo necessario a fare questo lavoro a potenza costante è

68
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

W
t= = 0.39 s
P
3) Il momento meccanico che deve esercitare il motore deve compensare quello eserci-
tato dall’attrito in direzione opposta alla velocità
 
M = r × FAtt = FAtt R = μ mgR = μ mg (  0 + Δ x ) = 0.088 Nm

Problema 2.25

Un pendolo semplice è costituito da un punto materiale di massa m = 500 g, legato ad


un filo inestensibile di massa trascurabile e lunghezza  capace di sopportare la tensione
massima di rottura Tr = 12 N. Inizialmente il punto materiale è tenuto in quiete alla stessa
quota del punto di sospensione O e il filo è completamente disteso. Calcolare:
1) a quale angolo il filo si rompe θr
2) il modulo dell’accelerazione in questo istante ar
3) il tempo impiegato dal corpo a passare per la verticale
dopo la rottura del filo nel caso in cui sia  =1 m Δt


O

Soluzione

1) Sul corpo agiscono la tensione del filo e la forza peso. Il corpo


descrive
 una traiettoria circolare, per cui l’equazione del moto uN
  T
T + mg = ma ad un angolo generico θ ha componenti nel sistema di
 
coordinate intrinseco ( u N , uT ) uT
⎧T − mg cos θ = maN

⎩−mg sen θ = maT mg θ
Il filo si rompe quando raggiunge la tensione di rottura Tr. All’istante in
cui ciò avviene, la componente normale dell’equazione del moto è
mvr2
Tr − mg cos θ r =

Inoltre fra l’istante iniziale e l’istante finale si conserva l’energia meccanica che, scelta la
quota del punto O come zero dell’energia potenziale gravitazionale, è inizialmente nulla.
Pertanto l’energia meccanica Er all’istante di rottura del filo è
1
Er = mvr2 − mg cos θ r = 0
2

69
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

Le due equazioni porgono


⎧ 2 Tr 
⎪ vr = − g cos θ r
⎨ m
⎪ v 2 = 2g cos θ
⎩ r r

da cui, eguagliando, si ricava

Tr  Tr
− g cos θ r = 2g cos θ r ⇒ cos θ r = ⇒ θ r = 35.36°
m 3mg

2) Le componenti dell’equazione del moto all’istante di rottura sono


⎧Tr − mg cos θ r = maN

⎩−mg sen θ r = maT
per cui le componenti dell’accelerazione sono
⎧ Tr
⎪aN = − g cos θ r = 16 m/s2
⎨ m
⎪a = −g sen θ = − 5.68 m/s2
⎩ T r

e il suo modulo è

a = aT2 + aN2 = 17 m/s2


 
( )
3) In un sistema cartesiano u x , u y , con origine in O e assi orizzontale e verticale le
coordinate del punto materiale e la sua velocità all’angolo θr sono

⎧ xr =  sen θ r ⎧⎪ vr, x = −vr cos θ r uy


⎨ e ⎨
⎩ yr = − cos θ r ⎩⎪ vr, y = −vr sen θ r
Non appena si rompe il filo, l’unica forza agente è la forza peso, per cui
la componente orizzontale della velocità si conserva e quindi la legge r ux
oraria x ( t ) = xr + vr, x t, calcolata nell’istante in cui passa per la verticale θ
x ( t ) = 0, porge v
  tan θ r
0 =  sen θ r − vr cos θ r Δt ⇒ Δt = tan θ r = = 0.18 s
vr 2g cos θ r

Problema 2.26

Un pendolo conico, ovvero un punto materiale collegato ad un filo inestensibile in rota-


zione attorno alla direzione verticale, di massa m = 200 g, sospeso ad un filo inestensibile di
massa trascurabile, ruota con velocità angolare costante ωA = 4 rad/s su una circonferenza
di raggio RA = 20 cm . Determinare:
1) l'angolo formato dal filo con la verticale α

70
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

Si aumenta l'angolo fino a β = 80° e si ha ancora un moto circolare uniforme. Calcolare:


2) il periodo di rotazione in questa posizione TB
3) il lavoro compiuto per lo spostamento W

ωA
O
α

R
m

Soluzione
1) Il corpo si muove di moto circolare uniforme, per cui l’accelerazione tangenziale è
nulla e quindi le equazioni del moto sono

⎧T sen α = maN ⎧⎪T sen α = mω A2 RA


⎨ ⇒ ⎨ T
α
⎩T cos α − mg = 0 ⎩⎪T cos α = mg α
Dividendo membro a membro aN mg
ω A2 RA ⎛ ω2R ⎞
tan α = ⇒ α = tan −1 ⎜ A A ⎟ = 18.08°
g ⎝ g ⎠

2) Il filo ha lunghezza
RA
= = 0.64 m
sen α
per cui la nuova traiettoria è circolare di raggio
RB =  sen β = 0.63 m
Il moto è circolare uniforme: la velocità angolare si ricava riscrivendo in questa posi-
zione le equazioni del moto già ottenute per la domanda 1. Si ottiene

g tan β 2π
ωB = = 9.4 rad/s ⇒ T = == 0.67 s
RB ωB

3) Il lavoro si ricava dal bilancio energetico fra le due posizioni


⎛1 1 ⎞
W = Δ Ec + Δ E p = ⎜ mv B2 − mv A2 ⎟ + ( −mg cos β + mg cos α ) =
⎝2 2 ⎠
1
( )
= m ω B2 RB2 − ω A2 RA2 + mg ( cos α − cos β ) = 4.4 J
2

71
Dinamica del punto materiale Capitolo 2

Problema 2.27

Due punti materiali di massa m1 = 50 g e m2 = 200 g rispettivamente sono vincolati,


mediante un opportuno sistema di perni, a ruotare in un piano orizzontale attorno ad un asse
verticale passante per il centro di una barra di massa trascurabile che li unisce. Il sistema
viene messo in moto utilizzando un motore applicato all'asse che fornisce un momento
meccanico di modulo M = 0.2 Nm costante. Ciascun braccio della barra è lungo R = 10 cm
e sopporta una tensione massima di rottura Tr in direzione parallela alla barra. Calcolare,
sapendo che uno dei bracci si rompe dopo n = 5 giri:
1) la velocità angolare al momento della rottura ωr
2) la tensione di rottura della barra Tr

m1 m2

Soluzione

1) Il lavoro fatto dal motore dall’istante iniziale fino al momento della rottura del brac-
cio
θr
W == ∫0
M dθ = M θ r = M 2π n

diventa energia cinetica del sistema, per cui, utilizzando il bilancio energetico e osservando
che ambedue i corpi hanno la stessa velocità v = ω R , si ha

1 1 1
W = Δ Ec ⇒ M 2π n = m1vr2 + m2 vr2 = ( m1 + m2 ) R 2ω r2
2 2 2
e la velocità angolare raggiunta dai due corpi all’istante di rottura è
M 4π n
ωr = = 70.9 rad/s
( m1 + m2 ) R2
2) L’equazione del moto lungo la direzione radiale è per entrambi i corpi
T = maN = mω 2 R
La tensione è proporzionale alla massa, per cui la barra si rompe dalla parte della massa
maggiore, ovvero si rompe il braccio attaccato a m2 nel momento in cui questo punto mate-
riale raggiungerà la velocità angolare ωr, cioè quando
Tr = m2ω r2 R = 100.5 N

72
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

Problema 2.28
Due punti materiali di massa m1 = 50 g e m2 = 200 g rispettivamente sono vincolati a
ruotare in un piano orizzontale liscio attorno ad un asse verticale passante per il centro di
una barra rigida di massa trascurabile che li unisce, tramite un opportuno sistema di perni.
Il sistema viene messo in moto utilizzando un motore applicato all'asse che fornisce un
momento meccanico di modulo M = 0.08 Nm costante. Ciascun braccio della barra è lungo
R = 10 cm e sopporta una tensione massima di rottura Tr = 30 N in direzione parallela alla
barra. Calcolare:
1) la velocità angolare al momento della rottura ωr
2) il tempo necessario a rompere il braccio collegato a m2 tr
Supponendo di ripetere la prova su una superficie scabra con coefficiente di attrito fra i
corpi e il piano μ = 0.2, calcolare:
3) la potenza del motore per rompere la barra dopo n = 3 giri Pm

ω π

m1 O m2

Soluzione

1) All’istante di rottura l’equazione del moto di m2 sarà


Tr = m2ω r2 R
per cui il braccio si rompe quando raggiunge la velocità angolare
Tr
ωr = = 38.73 rad/s
m2 R
2) Consideriamo la seconda equazione cardinale applicata con polo sul centro O della
barra lungo l’asse di rotazione.

 dL   t 
M=
dt
⇒ L = L0 + M dt
0 ∫

con L0 = 0 all’istante iniziale.
 
Il momento
  meccanico è M = M u z ed è costante
 e il momento angolare in un moto circo-
 
lare è L = r × m v = mR 2ω u z . Quindi M e L sono paralleli e hanno solo componente z per
cui l’equazione diventa

( m1 + m2 ) R2ω = Mt
e il braccio si rompe all’istante

tr =
( m1 + m2 ) R2ω r = 1.2 s
M

73
Dinamica del punto materiale Capitolo 2


In alternativa si può osservare che, essendo il moto circolare ( r = cost ) la seconda equazio-
ne cardinale si può scrivere come
 
 dL d    dv  
M= = ( r × mv ) = r × m = r × ma = cost
dt dt dt
e quindi l’accelerazione è costante e il moto è circolare uniformemente accelerato
⎧ 1 2
⎪θ = θ 0 + ω 0 t + α t
⎨ 2 con θ 0 = 0 e ω 0 = 0
⎪⎩ω = ω 0 + α t

Semplificando le equazioni si ottiene


2θ r
tr =
ωr
L’angolo a cui avviene la rottura si può determinare dal bilancio energetico in modo identi-
co al problema 2.27

1 ( m1 + m2 ) R2ω r2
Mθr =
2
( m1 + m2 ) R2ω r2 ⇒ θr =
2M
= 23.4 rad

per cui
2θ r
tr = = 1.2 s
ωr
3) Se il piano è scabro compare una forza d’attrito di modulo FAtt = μ N = μ mg costan-
te e tangente alla traiettoria su ciascun
 corpo. La forza d’attrito, ha rispetto al polo O, un
 
momento meccanico resistente M Att = r × FAtt che si somma al momento M esercitato dal
motore. Il bilancio energetico fra l’istante iniziale e l’istante in cui avviene la rottura è
1
W − μ ( m1 + m2 ) gRθ r = ( m1 + m2 ) R 2ω r2
2
dove W è il lavoro fatto dal motore. La rottura avviene quando viene raggiunta la velocità
angolare ω r dopo avere spazzato l’angolo θ r = 2π n , per cui
1
W =
2
( m1 + m2 ) R2ω r2 + μ ( m1 + m2 ) gR2π n = 2.8 J
La forza d’attrito e il momento esercitato dal motore sono costanti, per cui è ancora co-
stante l’accelerazione angolare del sistema, e, ripetendo il calcolo del punto 1, la rottura
avviene all’istante
2θ r 4π n
t r′ = =
ωr ωr
Il lavoro deve essere prodotto nel tempo tr per cui la potenza sviluppata dal motore deve
essere
W Wωr
P = = = 2.88 W
t r′ 4π n

74
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale

Problema 2.29

Un corpo assimilabile ad un punto materiale di massa m = 1 kg g si muove secondo la


  
legge r ( t ) = A cos (ω t ) u x + B sin (ω t ) u y con A = 2 m, B = 4 m e ω = 2 s-1. Determinare al
tempo t1= 10 s: 
1) la forza agente sul corpo  F
2) l’energia potenziale associata alla forza F
scegliendo Ep = 0 nella posizione r0 = 0 Ep,1

Soluzione

1) L’accelerazione del punto materiale può essere determinata derivando due volte la

funzione r ( t )

dr  
= −Aω sen (ω t ) u x + Bω cos (ω t ) u y
dt

d2r
dt 2
 
(  
)
= −Aω 2 cos (ω t ) u x − Bω 2 sen (ω t ) u y = −ω 2 A cos (ω t ) u x + B sen (ω t ) u y = −ω 2 r

per cui la forza all’istante t1 è


 
 d2r 
F = ma = m 2 = −mω 2 r1ur
dt
2 
= −mω 2 ⎡⎣ A cos (ω t1 ) ⎤⎦ + ⎡⎣ B sen (ω t1 ) ⎤⎦ ur = − (1.5 N ) ur
2

 
2) La forza ha la forma F = f ( r ) ur per cui è di tipo centrale ed è quindi conservativa.
L’energia potenziale è legata alla forza dalle equazioni
⎧ ∂E p
⎪⎪ Fr = − ∂r

⎪ F = − 1 ∂E p
⎪⎩ θ r ∂θ
ma poiché la forza ha componenti
⎧⎪ Fr = −mω 2 r

⎩⎪ Fθ = 0
e quindi è solo funzione di r e possiamo utilizzare la derivata totale, per cui
dE p = −Fr dr = mω 2 r dr
per cui integrando
EP,1 r1
∫ 0
dE p = ∫
0
mω 2 r dr

mω 2
{ }
2
r
⎡⎣ A cos (ω t1 ) ⎤⎦ + ⎡⎣ B sen (ω t1 ) ⎤⎦ = 2.8 J
2 2
E p,1 = mω 2 1
=
2 2

75
Capitolo 3

Dinamica dei sistemi di punti materiali


Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali

Problema 3.1

Due corpi puntiformi di massa m1 = 0.24 kg e m2 = 0.15 kg, sono fermi nell’origine di
un asse x orizzontale, lungo il quale possono muoversi senza attrito. Nell’istante t0 = 0 en-
trambi i corpi iniziano a muoversi: il corpo m1 si sposta con accelerazione costante
 
a1 = a1u x , con a1 = 1.8 m/s2; il corpo m2 si sposta lungo il verso negativo dell’asse con
 
velocità costante v2 = −v2 u x , con v2 = 3.6 m/s. Calcolare
1) l’istante in cui il centro di massa del sistema coincide con l’origine t1
2) l’istante in cui la velocità del centro di massa è nulla t2
3) la risultante delle forze esterne agenti sul sistema F(E)

v2 a1

0 x

Soluzione

1) Il corpo di massa m1 si muove di moto rettilineo uniformemente accelerato, mentre il


corpo di massa m2 si muove di moto rettilineo uniforme. Le leggi orarie sono quindi
⎧ 1 2
⎪ x1 ( t ) = a1t u x
⎨ 2
⎪⎩ x2 ( t ) = −v2 t ux
La posizione del centro di massa è data ad ogni istante da
m1 x1 ( t ) + m2 x2 ( t )
xG ( t ) =
m1 + m2
e all’istante t1 deve essere nulla

⎛1 ⎞
m1 ⎜ a1t12 ⎟ + m2 ( −v2 t1 )
⎝2 ⎠
xG ( t1 ) = = 0 ⇒ m1a1t12 − 2m2 v2 t1 = 0
m1 + m2

Quindi il centro di massa coincide con l’origine all’istante t = 0 e all’istante


2m2 v2
t1 = = 2.5 s
m1a1
2) Analogamente, utilizzando le leggi orarie della velocità di ciascun corpo
 
⎧⎪ v1 ( t ) = a1t u x
⎨ 
⎩⎪ v2 ( t ) = −v2 u x
si impone la condizione di annullamento della velocità del centro di massa

79
Dinamica dei sistemi di punti materiali Capitolo 3

m1v1 ( t ) + m2 v2 ( t ) m1 ( a1t 2 ) + m2 ( −v2 ) m v


vG ( t 2 ) = = = 0 ⇒ t 2 = 2 2 = 1.25 s
m1 + m2 m1 + m2 m1a1

3) La componente x della prima equazione cardinale porge


m1a1
F (E ) = ( m1 + m2 ) aG = ( m1 + m2 ) = m1a1 = 0.43 N
m1 + m2
Infatti m2 si muove di motouniforme, per cui su di esso non agisce alcuna forza e la risul-

tante sul sistema è la forza F1 = m1a1 agente su m1.

Problema 3.2

Si consideri il sistema mostrato in figura: il punto materiale m1 = 2 kg può scivolare sul


piano scabro inclinato di θ = 60° con l’orizzontale e con coefficiente di attrito dinamico
μ = 0.3; il punto materiale di massa m2 = 4 kg è sospeso ad un’altezza h = 2 m; la fune è
inestensibile e di massa trascurabile; la carrucola su cui scorre il filo è liscia. Lasciando il
sistema libero di muoversi con velocità iniziale nulla, calcolare per il sistema m1–m2:
1) l’accelerazione iniziale del centro di massa aG
2) lo spostamento del centro di massa fra l’istante
iniziale e quello in cui m2 tocca terra d
3) l’energia cinetica relativa al centro di massa
quando m2 tocca terra Ec′

m1
m2

h
θ

Soluzione

1) Il corpo m1 sale lungo il piano inclinato e il


corpo me scende con la stessa accelerazione scala- x T
re a. Le equazioni del moto dei corpi m1 e m2 N T
nel sistema non ortonormale della figura sono
rispettivamente
y FAtt m1g m2g
⎧T − m1g sen θ − μ m1g cos θ = m1a

⎩−T + m2 g = m2 a

80
Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali

Sommando membro a membro si ricava


m2 g − m1g sen θ − μ m1g cos θ = ( m1 + m2 ) a
y
per cui l’accelerazione scalare dei due corpi è a1
m2 g − m1g sen θ − μ m1g cos θ
a= = 3.21 m/s2 θ
m1 + m2
Le componenti e il modulo dell’accelerazione del centro di massa nel a2 x
sistema di riferimento ortonormale (x,y) della figura a lato sono

⎧ m1a cos θ
⎪aG, x = m + m = 0.53 m/s
2
⎪ 1 2
⎨ ⇒ aG = aG,
2
x + aG, y = 1.32 m/s
2 2

⎪aG, y = m a sen θ − m2 a
1
= −1.21 m/s2
⎪⎩ m1 + m2

2) Il corpo m2 si muove di moto rettilineo uniformemente accelerato e tocca terra al


tempo

2h
t1 = = 1.12 s
a
Anche il centro di massa si muove di moto rettilineo uniformemente accelerato, lungo la
( )
direzione che forma l’angolo α = tan −1 aG, y aG, x con l’asse orizzontale, per cui nello
stesso intervallo di tempo si sposta di
1
d= aG t12 = 83.4 cm
2
3) Le velocità di ambedue i corpi e del centro di massa all’istante t1 sono

⎧⎪ v1 ( t1 ) = v2 ( t 2 ) = v = at1 = 3.46 m/s



⎪⎩ vG ( t1 ) = vG = aG t1 = 1.49 m/s
per cui l’energia cinetica del sistema m1–m2 è
1 1
Ec = m1v 2 + m2 v 2
2 2
Il teorema di König dell’energia cinetica afferma che
Ec = EG + Ec′
per cui
1 1
Ec′ = Ec − EG =
2
( m1 + m2 ) v 2 − 2 ( m1 + m2 ) vG2 = 33.6 J

81
Dinamica dei sistemi di punti materiali Capitolo 3

Problema 3.3

Si consideri il sistema mostrato in figura: i punti materiali sono di massa m1 = 2 kg,


m2 = 3 kg e m3 = 8 kg; il piano è liscio e inclinato con l'orizzontale di θ = 30˚; le funi sono
inestensibili e di massa trascurabile; la molla è ideale, di massa trascurabile e costante ela-
stica k = 150 N/m. Inizialmente il sistema è tenuto fermo con la molla elongata di Δ = 40
cm. Lasciato il sistema libero di muoversi, determinare immediatamente dopo lo sblocco:
1) il modulo dell’accelerazione dei corpi a
2) la tensione delle funi T1, T2
3) il modulo dell’accelerazione del centro di massa del sistema aG

T2
m2

m3 T1
m m1

Soluzione

1) I corpi sono solidali nel loro moto, per cui hanno la stessa accelerazione scalare, ov-
vero lo stesso modulo dell’accelerazione vettoriale. Le funi sono diverse e quindi hanno
tensioni diverse. Il corpo m3 si muove lungo il piano inclinato e gli altri due corpi si muo-
vono lungo la verticale, per cui conviene scegliere un sistema di riferimento non ortonor-
male con gli assi coordinati lungo queste direzioni. Con questa scelta la componente del-
l’accelerazione lungo gli assi scelti è il modulo dell’accelerazione. Supponendo che il corpo
m3 scenda lungo il piano inclinato e pertanto gli altri due corpi salgano, le equazioni del
moto di ciascun punto materiale sono
⎧T1 − m1g = m1a y T1
⎪ T2 T1
⎨T2 − T1 − m2 g = m2 a N
⎪−T + k Δ + m g sen θ = m a
⎩ 2 3 3
x m 1g m 2g , T 2 Fe m3g
per cui se risulterà a < 0 il moto
avviene in direzione opposta.
Sommando membro a membro le tre equazioni
si ottiene
−m1g − m2 g + k Δ + m3 g sen θ = m1a + m2 a + m3a
per cui l’accelerazione è

82
Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali

k Δ + m3 g sen θ − ( m1 + m2 ) g
a= = 3.86 m/s2
m1 + m2 + m3
2) Dall’equazione del moto di m1 ricaviamo la tensione del primo filo
T1 = m1 ( g + a ) = 27.3 N
che sostituita nella equazione del moto di m2 porge
T2 − m1 ( g + a ) − m2 g = m2 a
per cui la tensione del secondo filo è data da
T2 = ( m1 + m2 ) ( g + a ) = 68.3 N
3) Le componenti dell’accelerazione del centro di massa nel sistema di riferimento or-
tonormale (x,y) della figura a lato sono
⎧ −m3a cos θ
⎪aG, x = m + m + m = − 2.06 m/s
2
y
⎪ 1 2 3

⎪a = 1 ( m + m 2 ) a − m3a sen θ
= 0.3 m/s2
⎪⎩ G, y a1 , a2
m1 + m2 + m3
per cui l’accelerazione del centro di massa è θ x
a3
aG = aG,
2
x + aG, y = 2.08 m/s
2 2

oppure utilizzando il teorema di Carnot

⎛π ⎞
( m3a )2 + ⎡⎣( m1 + m2 ) a ⎤⎦ + 2m3a ( m1 + m2 ) a cos ⎜ + θ ⎟
2
⎝2 ⎠
aG = = 2.08 m/s2
m1 + m2 + m3

Problema 3.4

Si consideri il sistema mostrato in figura: i punti materiali hanno massa m1 = 2 kg,


m2 = 3 kg e m3 = 8 kg; il piano è inclinato con l'orizzontale di θ = 30˚ e scabro con coeffi-
ciente di attrito dinamico fra piano e m3 pari a μ = 0.1; le funi sono inestensibili e di massa
nulla; la molla è ideale, di massa nulla e costante elastica k = 150 N/m. Inizialmente il si-
stema è tenuto fermo con la molla elongata di Δ = 40 cm. Lasciato il sistema libero di
muoversi, determinare al tempo t1 in cui la molla torna a riposo:
1) la variazione di quota del centro di massa del sistema Δh
2) l’energia cinetica del sistema Ec
3) il modulo dell’accelerazione del centro di massa del sistema aG

83
Dinamica dei sistemi di punti materiali Capitolo 3

T2
m2

m3 T1
m m1

Soluzione

1) I corpi m1 e m2 si sono alzati di Δ, mentre il corpo m3 si è abbassato di Δ sen θ


per cui il centro di massa si è alzato di

Δh =
( m1 + m2 ) Δ − m3Δ sen θ = 3.1 cm
m1 + m2 + m3
2) Il corpo m3 percorre il tratto Δ lungo il piano inclinato mentre su di esso agisce la
forza di attrito FAtt = μ N = μ m3 g cos θ , Il centro di massa del sistema si alza di Δh e la
forza elastica si annulla. Il bilancio energetico applicato al sistema fra la posizione iniziale
e la posizione finale è quindi
WAtt = Δ Ec + Δ E p
1
− μ m3 g cos θ Δ = Ec + ( m1 + m2 + m3 ) gΔh − k Δ2
2
e quindi l’energia cinetica del sistema nell’istante t1 è
1
Ec = − μ m3 g cos θ Δ − ( m1 + m2 + m3 ) gΔh + k Δ2 = 5.3 J
2
3) I corpi sono solidali e quindi hanno lo stesso modulo dell’accelerazione. Pertanto le
equazioni del moto di ciascun punto mate-
riale, poiché il corpo m3 scende lungo il y
T2 , FAtt
piano inclinato, sono all’istante t1 T1 T2 N
⎧T1 − m1g = m1a

⎨T2 − T1 − m2 g = m2 a x m1g m 2g , T 1 m 3g
⎪−T − μ m g cos θ + m g sen θ = m a
⎩ 2 3 3 3

e si può procedere come nel problema 3.3. Si può in alternativa osservare che le tensioni dei
fili sono forze interne e si può quindi utilizzare la prima equazione cardinale
    
F ( E ) = ( m1 + m2 + m3 ) g + FAtt + N = ( m1 + m2 + m3 ) aG

84
Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali

Le componenti dell’accelerazione del centro di massa nel y


sistema di riferimento
 ortonormale (x,y) della figura a lato so-
 FAtt
no, ricordando che N = m3 g cos θ u y e FAtt = − μ m3 g cos θ u x
N
⎧ ( m1 + m2 + m3 ) g sen θ − μ m3g cos θ = 4.38 m/s2 G
⎪aG, x =
⎪ m1 + m2 + m3 x θ

⎪a = m3 g cos θ − ( m1 + m2 + m3 ) g cos θ = − 3.26 m/s2 (m1+m2+m3)g
⎪ G, y m1 + m2 + m3

per cui l’accelerazione del centro di massa è

aG = aG,
2
x + aG, y = 5.46 m/s
2 2

Problema 3.5

Un corpo di massa m1 = 12 kg è mantenuto in quiete in una situazione in cui comprime


contro una parete una molla ideale di massa trascurabile e costante elastica k = 100 N/m.
Un altro corpo di massa m2 = 2 kg è sovrapposto al primo. Fra i due corpi e fra il corpo m1 e
il pavimento c’è attrito con coefficiente di attrito dinamico μ = 0.1. Si lascia libero il siste-
ma e si osserva che esso parte con accelerazione del centro di massa aG = 2 m/s2. Determi-
nare, sapendo che il coefficiente di attrito statico fra i due corpi non è sufficiente a mante-
nerli solidali:
1) la compressione iniziale della molla Δx
2) l’accelerazione iniziale del corpo m2 a2
3) l’accelerazione iniziale del corpo m1 a1

y
m2

m1

Soluzione

1) Le forze esterne non bilanciate agenti sul sistema appena lo si lascia libero di muo-
versi sono la forza elastica e la forza di attrito fra m1 e il pavimento, mentre al forza di attri-
to fra i due corpi è interna al sistema, per cui l’equazione del moto del centro di massa è

( m1 + m2 ) ( aG + μ g ) = 0.42 m
( m1 + m2 ) aG = k Δ x − μ ( m1 + m2 ) g ⇒ Δx =
k

85
Dinamica dei sistemi di punti materiali Capitolo 3

2) L’effetto della forza elastica è mettere in moto il corpo m1 cui è applicata. Lo stri-
sciamento fra m1 e m2 genera una forza di attrito FAtt = μ m2 g fra i due corpi, interna al
sistema, che frena m1. Tale forza per il principio di azione e reazione agisce, in verso oppo-
sto, anche sul corpo m2 mettendolo in moto. Pertanto l’equazione del moto di m2 è

m2 a2 = μ m2 g ⇒ a2 = μ g = 0.98 m/s2

3) L’equazione del moto di m1 è

k Δ x − μ ( m1 + m2 ) g − μ m2 g = m1a1
per cui
k Δ x − μ ( m1 + m2 ) g − μ m2 g
a1 = = 2.17 m/s2
m1
oppure si può utilizzare la definizione di accelerazione del centro di massa

aG =
m1a1 + m2 a2
⇒ a1 =
( m1 + m2 ) aG − m2 a2 = 2.17 m/s2
m1 + m2 m1

Problema 3.6

Un corpo di massa m2 = 2 kg è sovrapposto ad un altro corpo di massa m1 = 12 kg. I due


corpi sono inviati, tramite un impulso orizzontale, verso una molla ideale di massa trascu-
rabile e costante elastica k = 100 N/m che viene compressa contro una parete fissa. La forza
di attrito che si esercita fra i due corpi è insufficiente a tenerli uniti. C’è attrito fra il pavi-
mento e il corpo m1 con coefficiente di attrito dinamico μ = 0.1. Quando il corpo m1 si fer-
ma, si osserva la situazione della figura in cui si ha la massima compressione della molla
 
Δx = 30 cm e il corpo m2 ha velocità v2 = −v2 u x con v2 = 4 m/s. Determinare immediata-
mente prima dell’istante t di massima compressione:

1) la velocità del centro di massa vG
2) il modulo dell’accelerazione del centro di massa aG
3) l’energia cinetica relativa al centro di massa E′c
Determinare immediatamente dopo l’istante t di massima compressione:
4) il modulo dell’accelerazione del centro di massa aG′

y v2
m2

m1

86
Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali

Soluzione

1) Osservando che all’istante t il corpo m1 si ferma, la velocità del centro di massa G del
sistema è data da,
 
 m v + m2 v 2 m v  
vG = 1 1 = − 2 2 u x = ( − 0.57m/s ) u x
m1 + m2 m1 + m2
2) L’attrito fra i corpi è una forza interna al sistema m1–m2 e quindi non contribuisce
all’equazione del moto del sistema, mentre l’attrito fra m1 e pavimento agisce sul corpo m1
fino all’istante in cui si arresta, per cui l’equazione del moto del centro di massa è in quel-
l’istante

k Δ x + μ ( m1 + m2 ) g = ( m1 + m2 ) aG
da cui si ricava, immediatamente prima dell’istante t di massima compressione,
k Δ x + μ ( m1 + m2 ) g
aG = = 3.12 m/s2
m1 + m2
positiva, diretta verso destra, per cui sta frenando il sistema.
3) Poiché nell’istante di massima compressione della molla il corpo m1 è fermo, l’ener-
gia cinetica del sistema è quella del corpo m2
1
Ec = m2 v22
2
ma per il teorema di König dell’energia cinetica essa vale anche
1
Ec =
2
( m1 + m2 ) vG2 + Ec′
per cui
1 1
Ec′ = m2 v22 − ( m1 + m2 ) vG2 = 13.7 J
2 2
4) La forza di attrito fra m1 e pavimento all’istante t è nulla e all’istante t+dt cambia
segno rispetto all’istante t–dt, per cui l’equazione del moto del centro di massa immediata-
mente dopo l’istante t è

k Δ x − μ ( m1 + m2 ) g
k Δ x − μ ( m1 + m2 ) g = ( m1 + m2 ) aG ⇒ aG = = 1.16 m/s2
m1 + m2

Problema 3.7

Una tavola di massa m1 = 10 kg e lunghezza d = 1.5 m è mantenuta in quiete in una si-


tuazione in cui comprime di Δx = 31 cm contro una parete una molla ideale di massa nulla
con costante elastica k = 150 N/m. Due blocchetti di spessore trascurabile rispetto a d e di
massa uguale m2 = m3 = 0.8 kg sono sovrapposti alla tavola e si trovano inizialmente fermi

87
Dinamica dei sistemi di punti materiali Capitolo 3

all'estremo lontano dalla molla. I due blocchetti sono di materiale diverso e tra essi e la
tavola c'è attrito con coefficiente di attrito dinamico μ2 = 0.2 e μ3 = 0.3 rispettivamente,
mentre l'attrito fra il pavimento e m1 è trascurabile. Si lascia libero il sistema di muoversi e
si osserva che l’attrito statico non è sufficiente a tenere fermi i blocchetti rispetto alla tavo-
la. Calcolare, osservando che la molla cessa di agire una volta tornata alla sua lunghezza di
riposo:
1) l’accelerazione iniziale del centro di massa del sistema aG
2) l’accelerazione iniziale della tavola a1
3) l’accelerazione iniziale dei blocchetti a2, a3
4) il modulo della forza di contatto che si esercita
fra i blocchetti m2 e m3 R
5) l’energia cinetica del sistema quando i corpi cadono dalla tavola Ec

y
m3 m2

m1

d x

Soluzione

1) Il sistema si sposta verso destra rimanendo sul piano. L’unica forza esterna al sistema
agente in direzione del moto è la forza elastica, mentre le forze di attrito e la forza di con-
tatto fra i due blocchetti sono interne al sistema, per cui la prima equazione cardinale porge

kΔx
F ( ) = k Δ x = ( m1 + m2 + m3 ) aG
E
⇒ aG = = 4.01 m/s2
m1 + m2 + m3

2) Sulla tavola agisce la forza elastica che la mette in moto e le forze di attrito con i due
blocchetti che si oppongono al suo moto. La componente x dell’equazione del moto della
tavola è
k Δ x − μ 2 m2 g − μ 3 m 3 g
k Δ x − μ2 m2 g − μ 3 m3 g = m1a1 ⇒ a1 = = 4.26 m/s2
m1

3) Le forze di attrito agenti sui blocchetti sono le forze responsabili del loro moto. Os-
serviamo che
FAtt,2 = μ2 m2 g < FAtt,3 = μ 3 m3 g
per cui se fossero separati l’accelerazione a3* del blocchetto m3 sarebbe superiore a quella
a2* del blocchetto m2. Infatti

88
Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali

⎧⎪ μ2 m2 g = m2 a2* ⎧⎪a2* = μ2 g = 1.96 m/s2


⎨ ⇒ ⎨
⎪⎩ μ 3 m3 g = m3a3 ⎪⎩a3 = μ 3 g = 2.94 m/s
* * 2


Il blocchetto m3 esercita quindi su m2 una forza R che lo accelera. Per il principio di azione
e reazione il blocchetto m2 esercita su m3 una forza uguale e contraria che lo frena. I bloc-
chetti si muovono pertanto solidali con la stessa accelerazione a2 = a3 = a.
Per definizione di accelerazione del centro di massa

aG =
m1a1 + m2 a2 + m3a3
⇒ a = a2 = a3 =
( m1 + m2 + m3 ) aG − m1a1 = 2.45 m/s2
m1 + m2 + m3 m2 + m 3

oppure, utilizzando la prima equazione cardinale sul sistema composto dai due blocchetti
per il quale le forze esterne sono solo le forze di attrito sui blocchetti,
μ 2 m2 g + μ 3 m 3 g
μ2 m2 g + μ 3 m3 g = ( m2 + m3 ) a ⇒ a = a2 = a3 = = 2.45 m/s2
m2 + m 3

4) La componente x dell’equazione del moto del blocchetto di destra è

R + μ2 m2 g = m2 a2 ⇒ R = m2 a2 − μ2 m2 g = 0.39 N

oppure la componente x dell’equazione del moto del blocchetto di destra è


−R + μ 3 m3 g = m3a3 ⇒ R = −m3a3 + μ 3 m3 g = 0.39 N

5) La molla cessa di agire nel momento in cui è arrivata a riposo. Da questo istante i
corpi continuano il loro moto e le uniche forze agenti sono le forze di attrito. I corpi cadono
dalla tavola dopo averla percorsa completamente, ovvero nell’approssimazione del proble-
ma in cui le dimensioni dei corpi sono trascurabili, le forze di attrito agiscono per la distan-
za d. Il bilancio energetico fra l’istante iniziale e l’istante in cui i corpi cadono è

1 1
− μ2 m2 gd − μ 3 m3 gd = Ec − kΔx2 ⇒ Ec = k Δ x 2 − μ2 m2 gd − μ 3 m3 gd = 1.33 J
2 2

Problema 3.8

Una biglia forata di massa m1 = 100 g scorre con attrito lungo un filo inestensibile di
massa trascurabile collegato, attraverso una carrucola liscia fissata nel suo centro O, ad un
corpo di massa m2 =120 g fissato all’altro capo del filo. I due corpi vengono lasciati liberi di
muoversi con velocità iniziale nulla e si muovono con accelerazioni costanti. Sapendo che
dopo t = 0.7 s la biglia è scesa di h1 = 60 cm, determinare in questo istante:
1) l’accelerazione della biglia a1
2) il modulo della forza di attrito tra filo e biglia FAtt
3) la velocità del centro di massa del sistema biglia-corpo vG
4) l’energia cinetica relativa al centro di massa
del sistema biglia-corpo E′c
5) il lavoro fatto dalla forza d’attrito nell’intervallo di tempo t WAtt

89
Dinamica dei sistemi di punti materiali Capitolo 3

m1

m2

Soluzione

1) La biglia scende con moto uniformemente accelerato, per cui scegliendo l’asse verti-
cale y orientato verso il basso, lo spazio percorso nel tempo t è

1 2 2h1
h1 = a1t ⇒ a1 = 2
= 2.45 m/s2
2 t
2) Fra la biglia e il filo si sviluppa una forza in-
terna di attrito dinamico che agisce in direzione oppo- biglia filo corpo
sta sui due corpi in base al principio di azione e rea-
zione. Se la biglia fosse libera di scendere, si muove-
rebbe verso il basso per effetto dell’unica forza ester-
na agente ovvero la forza peso: la forza di attrito,
FAtt T T
quindi si oppone a questo movimento ed è diretta
verso l’alto. Per il principio di azione e reazione una m1g FAtt m2g
forza eguale ed opposta agisce sul filo e si somma
vettorialmente alla sua tensione. Le equazioni del
moto sono allora, per biglia e filo rispettivamente,
⎧ m1g − FAtt = m1a1
⎨F − T = m a = 0
⎩⎪ Att filo filo

ove si è considerato che la massa del filo è nulla. Pertanto


FAtt = T = m1 ( g − a1 ) = 0.73 N
3) L’equazione del moto del corpo m2 è
m2 g − T
m2 g − T = m2 a2 ⇒ a2 = = 3.7 m/s2
m2

per cui anche m2 scende.


La velocità dei corpi all’istante t è

90
Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali

⎧ v1 = a1t = 1.72 m/s m v + m2 v 2


⎨ ⇒ vG = 1 1 = 2.2 m/s
⎩ v2 = a2 t = 2.59 m/s m1 + m2

4) L’energia cinetica del sistema all’istante t è, usando il teorema di König dell’energia


cinetica,
1 1 1
Ec = m1v12 + m2 v22 = ( m1 + m2 ) vG2 + Ec′
2 2 2
per cui l’energia cinetica relativa al centro di massa è
1 1 1
Ec′ = m1v12 + m2 v22 − ( m1 + m2 ) vG2 = 0.018 J
2 2 2
5) Nel tempo t la biglia scende di h1 , mentre il corpo scende di
1
h2 = a2 t 2 = 0.91 m
2
La forza di attrito è l’unica forza dissipativa agente, per cui il bilancio energetico fra posi-
zione iniziale e finale porge
1 1
WAtt = m1v12 + m2 v22 − m1gh1 − m2 gh2 = −1.11 J
2 2

91
Capitolo 4

Moti relativi
Capitolo 4 Moti relativi

Problema 4.1

Una pallina viene lanciata verso l’alto all’interno di un ascensore che si muove verso
l’alto con accelerazione aT = 2 m/s2. I parametri del lancio relativi all’ascensore sono: ango-
lo con l’orizzontale θ = 80°; altezza rispetto al pavimento dell’ascensore h = 1.5 m; velocità
relativa all’ascensore v0′ = 3 m/s . Determinare:
1) l’accelerazione del punto nel sistema di riferimento dell’ascensore a′
2) la massima altezza raggiunta rispetto al pavimento H
3) il tempo impiegato a ricadere sul pavimento tP

aT

y
`

v0 H
`

x
`

Soluzione

1) L’unica forza non apparente che agisce sulla pallina in moto è la forza peso, per cui

l’accelerazione assoluta del corpo è l’accelerazione di gravità g diretta verso il basso. L’ac-
celerazione di trascinamento è l’accelerazione del sistema relativo che si muove con

l’ascensore e quindi è pari ad aT . La legge di trasformazione delle accelerazioni è
  
a = a ′ + aT ove le accelerazioni sono tutte dirette lungo la verticale, per cui

−g = a ′ + aT ⇒ a ′ = − ( aT + g ) = −11.81 m/s2

ovvero l’accelerazione relativa è costante e diretta verso il basso.


2) Il moto nel sistema relativo è uniformemente accelerato lungo la verticale per cui
′ y + a ′ t = v0′ sin θ − (aT + g)t
⎧ v y′ = v0,

⎨ 1 1
′ y t + a ′ t 2 = h + v0′ sin θ t − (aT + g)t 2
⎪ y ′ = y0′ + v0,
⎩ 2 2
la velocità v y′ sarà nulla nell’istante tM in cui la pallina raggiunge il punto M di massima

95
Moti relativi Capitolo 4

altezza relativamente all’ascensore, ovvero all’istante


v0′ sen θ
v y′ ( t M ) = v0′ sen θ − (aT + g)t M = 0 ⇒ t M = = 0.25 s
aT + g

in cui si trova all’altezza


1
H = h + v0′ sin θ t M −
2
( aT + g ) t M2 = 1.87 m
3) Il punto ricade sul pavimento dell’ascensore nell’istante tP in cui la sua quota relativa
all’ascensore è nulla
1
y ′ ( t P ) = h + v0′ sen θ t P − (aT + g)t P2 = 0
2
ovvero
(aT + g)t P2 − 2 v0′ sen θ t P − 2h = 0
ossia all’istante

⎧ t P,1 = − 0.31 s inaccettabile


v0′ sen θ ± ( v0′ sen θ )2 + 2h(aT + g) ⎪
tP = ⇒ ⎨
aT + g ⎪ t P,2 = 0.81 s

Il problema, come molti esercizi sui moti relativi è risolubile almeno parzialmente anche
nel sistema assoluto, ma in generale i conti sono più complessi e richiedono più attenzione.

Problema 4.2
 
Si consideri un ascensore che si muove con accelerazione aT = − g 3 e che contiene,
sospeso mediante una carrucola liscia di massa trascurabile, il sistema meccanico, riportato
in figura, costituito dalle masse m1 e m2 = m1/3 collegate fra loro da una fune inestensibile
di massa trascurabile. Calcolare le accelerazioni di m1 e m2 rispetto:
1) ad un osservatore solidale con l'ascensore a'1, a'2
2) ad un osservatore (inerziale) al suolo a1, a2

y aT
y`

m1

m2

x x`

96
Moti relativi Capitolo 4

Soluzione

1) Un osservatore nel sistema relativo all’ascensore osserva il corpo m1


 
scendere e il corpo m2 salire con la accelerazioni a1′ = − a2′ a causa del-
l’inestensibilità del filo. Essendo l’ascensore in moto accelerato l’osserva- T
 
tore deve considerare le forza d’inerzia apparenti −m1aT e −m2 aT agenti
rispettivamente su m1 e m2 e dirette verso il basso, per cui le equazioni del
moto dei due corpi nel sistema relativo sono
mg , –maT
   
⎧⎪ m1g − m1aT + T = m1a1′
⎨    
⎩⎪ m2 g − m2 aT + T = m2 a2′
 
che, sostituendo a1′ = − a2′ , corrispondono alle equazioni scalari
⎧−m1g − m1aT + T = m1a1′

⎩−m2 g − m2 aT + T = m2 a2′ = −m2 a1′
Sottraendo membro a membro e sostituendo aT = g 3 e m2 = m1/3 si ottiene
g m1 m g m
−m1g − m1 + g + 1 = m1a1′ + 1 a1′
3 3 3 3 3
da cui si ricava
⎧ 2
⎪ a1′ = − g ( verso il basso )
⎪ 3

⎪ a′ = − a′ = 2 g ( verso l'alto )
⎪⎩ 2 1
3
2) La legge di trasformazione delle accelerazioni fra sistemi di riferimento in moto rela-
tivo traslatorio è
  
a = a ′ + aT
che applicata a m1 porge

⎧ 2 
⎪⎪a1′ = 3 g 2 1 1
⎨ ⇒ a1 = − g + g = − g ( verso il basso )

⎪aT = − g1  3 3 3
⎪⎩ 3
e applicata a m2 porge

⎧ 2
⎪⎪a2′ = − 3 g 2 1
⎨ ⇒ a2 = g + g = g ( verso l'alto )
⎪aT = − 1 g 3 3
⎪⎩ 3
     
Si noti che a1′ = − a2′ , mentre a1 ≠ − a2 . La condizione a1 = − a2 vale infatti solo nei sistemi
inerziali (vT = cost), mentre l’accelerazione dell’ascensore implica che aT si somma all’ac-

97
Moti relativi Capitolo 4

celerazione a1 che il corpo m1 avrebbe nel sistema inerziale e si sottrae all’accelerazione a2


che il corpo m2 avrebbe nel sistema inerziale rendendo così diverse le accelerazioni assolu-
te. L’osservatore nel sistema non inerziale non è invece conscio di questo effetto e per ren-
dere compatibili le sue misure deve introdurre la forza apparente d’inerzia.

Problema 4.3

Una tavola di massa m1 = 4 kg si muove inizialmente su un piano orizzontale senza at-


trito con velocità v0 = 0.2 m/s. Nello stesso istante un corpo di massa m2 = 1 kg, messo in
moto tramite un impulso, si muove sulla tavola con velocità u0′ = 0.8 m/s rispetto ad essa. Il
coefficiente di attrito dinamico fra corpo e tavola è μ = 0.06. Determinare :
1) la velocità del sistema quando il corpo è in quiete
rispetto alla tavola v
2) l’accelerazione assoluta della tavola durante il moto a1
3) l’accelerazione del corpo rispetto alla tavola durante il moto a2′

m u0
v0
M

Soluzione

1) L’unica forza che agisce durante il moto è la forza di attrito fra tavola e corpo che è
interna al sistema. Pertanto si conserva la quantità di moto fra l’istante iniziale e l’istante
finale in cui il punto materiale è in quiete rispetto alla tavola e quindi due corpi si muovono
con la medesima velocità assoluta
m1v0 + m2 u0 = ( m1 + m2 ) v
La velocità assoluta del corpo m2 all’istante iniziale è
u0 = u0′ + v0
poiché la velocità di trascinamento è la velocità della tavola. Allora

m1v0 + m2 ( u0′ + v0 )
m1v0 + m2 ( u0′ + v0 ) = ( m1 + m2 ) v ⇒ v = = 0.36 m/s
m1 + m2

2) Si osserva che nel sistema assoluto la forza d’attrito accelera la tavola, mentre frena il
corpo m2, in accordo con il principio di azione e reazione. L’equazione del moto per la ta-
vola è
μ m2 g
F = μ m2 g = m1a1 ⇒ a1 = = 0.15 m/s2
m1

3) Utilizzando la formula di trasformazione dell’accelerazione fra sistemi in moto rela-


tivo traslazionale l’equazione del moto del corpo m2 è

98
Moti relativi Capitolo 4

− μ m2 g = m2 a2 = m2 ( a2′ + a1 ) ⇒ a2′ = − μ g − a1 = − 0.74 m/s2

oppure si può scrivere direttamente l’equazione del moto del corpo nel sistema relativo alla

tavola ricordando che subisce una forza d’inerzia −m2 a1

− μ m2 g − m2 a1 = ma2′ ⇒ a2′ = − μ g − a1 = − 0.74 m/s2

Problema 4.4

Una tavola di massa m1 = 6 kg e di lunghezza  = 2 m è posta su un piano liscio incli-


nato di θ = 30° con l’orizzontale. Sull’estremo inferiore della tavola è appoggiato un corpo
di massa m2 = 2 kg collegato tramite una fune inestensibile di massa trascurabile ad un altro
corpo di massa m3 = 5 kg sospeso in aria. Tra il corpo m2 e la tavola c’è attrito con coeffi-
ciente di attrito dinamico μ = 0.3. Il sistema viene lasciato libero di muoversi con velocità
iniziale nulla e il corpo m2 inizia a strisciare sulla tavola. Determinare:
1) il modulo dell’accelerazione assoluta di ciascun corpo a1, a2, a3
2) il modulo dell’accelerazione del centro di massa
nel sistema relativo alla tavola aG′
3) la velocità assoluta di m2 quando cade dalla tavola v2

m3
m2
m1 ℓ

Soluzione

1) I corpi m2 e m3 sono solidali, per cui avranno in modulo la stessa accelerazione asso-
luta, a2 = a3. Se la tavola m1 fosse libera scenderebbe dal piano inclinato, per
cui l’effetto della forza d’attrito generata dallo strisciamento con il corpo m2 y
è di opporsi a questo moto, quindi è diretta verso l’alto. Per il principio
di azione e reazione la forza di attrito sul corpo m2 è pertanto diretta ver-
so il basso. Le equazioni del moto di ciascun punto materiale nel si-
stema di riferimento non ortonormale della figura per m1 e m2 lungo y x
e m3 lungo x sono

99
Moti relativi Capitolo 4

⎧−m1g sen θ + μ m2 g cos θ = m1a1



⎨T − m2 g sen θ − μ m2 g cos θ = m2 a2
⎪m g − T = m a = m a
⎩ 3 3 3 3 2

Dalla terza equazione si ricava


−m1g sen θ + μ m2 g cos θ
a1 = = − 4.06 m/s2
m1
Sommando membro a membro la seconda e la terza equazione si ottiene
m3 g − m2 g sen θ − μ m2 g cos θ = m3a2 + m2 a2
da cui
m3 g − m2 g sen θ − μ m2 g cos θ
a2 = a3 = = 4.88 m/s2
m2 + m 3
2) La legge di trasformazione delle accelerazioni fra due sistemi in moto relativo uni-
formemente accelerato è
     
a = a ′ + aT ⇒ a ′ = a − aT

che applicata ai tre corpi del sistema di punti materiali, per il quale l’accelerazione di tra-
 
scinamento è aT = a1 , porge nel sistema di riferimento della figura
a1′ = a1 − a1 = 0
y
′ x = a2, x − a1, x = ( a2 − a1 ) cos θ = 7.74 m/s2
⎧⎪a2,

′ y = a2, y − a1, y = ( a2 − a1 ) sen θ = 4.47 m/s2
⎩⎪a2, x
⎧⎪a3,′ x = a2, x − a1, x = −a1 cos θ = 3.52 m/s2

⎪⎩a3,′ y = a3, y − a1, y = −a3 − a1 sen θ = −2.85 m/s
2

per cui l’accelerazione del centro di massa nel sistema di riferimento relativo è

⎧ m a ′ + m3a3,′ x
′ x = 2 2, x
⎪aG, = 2.54 m/s2
⎪ m1 + m 2 + m 3
⎨ ⇒ aG′ = aG,
2
x + aG, y = 2.58 m/s
2 2
m a ′
⎪a ′ = 2 2, y + m a ′
3 3, y
= −0.41 m/s2
⎪⎩ G, y m1 + m2 + m3

3) Il tempo impiegato a percorrere la tavola è determinato dal moto relativo di m2 ri-


spetto a m1. Il modulo dell’accelerazione relativa del corpo m2 è
a2′ = a2 − a1 = 8.94 m/s2
per cui il moto relativo è uniformemente accelerato e quindi, ricordando che la velocità
iniziale è nulla, il corpo percorre la tavola nel tempo

100
Moti relativi Capitolo 4

1 2
= a2′ t 2 ⇒ t= = 0.67 s
2 a2′

per cui la velocità assoluta del corpo m2 nel momento in cui cade dalla tavola è
v2 = a2 t = 3.27 m/s

Problema 4.5

Si consideri il sistema mostrato in figura. I punti materiali hanno masse m1= m2 = 2 kg e


m3 =3 kg, le carrucole sono lisce e di massa trascurabile, le funi sono inestensibili e di mas-
sa trascurabile, ed infine il piano, inclinato di θ =30° con l'orizzontale, è scabro con coeffi-
ciente di attrito dinamico μ = 0.2. Determinare:
1) l'accelerazione assoluta del corpo m1 a1
2) l'accelerazione assoluta del corpo m2 a2
3) l'accelerazione assoluta del corpo m3 a3
y y

x m1

m3
m2 θ
x

Soluzione

1) La massa del corpo m1 è nettamente inferiore a quella del sistema m2–m3, per cui m1
sale lungo il piano inclinato, mentre il sistema scende.
Il modulo a1 dell’accelerazione di m1 è anche il modulo dell’accelerazione del centro
della carrucola. Quindi il sistema di riferimento relativo ( x ′, y ′ ) , fissato alla carrucola che

sostiene il sistema m2–m3, è accelerato con accelerazione a1 diretta verso il basso. Un os-
servatore solidale a questo sistema vede m2 salire e m3 scendere con accelerazioni eguali e
 
opposte a3′ = − a2′ , ma deve tenere conto

delle forze d’inerzia apparenti −m2 a1 e y
 T2, –m2a1 T2, –m3a1
−m3a1 dovute allo stato di moto accele-
rato del sistema di riferimento, agenti
rispettivamente su m2 e m3 con verso op-
 x
posto ad a1 . Le equazioni del moto dei m2g m3g
due corpi nel sistema relativo sono pertan-
to, detto T2 il modulo della tensione del

101
Moti relativi Capitolo 4

filo che collega m2 e m3,


   
⎪⎧T2 + m2 g − m2 a1 = m2 a2′
⎨   
⎪⎩T2 + m3 g − m3a1 = m3a3′
le cui componenti y ′ sono
⎧T2 − m2 g + m2 a1 = m2 a2′

⎩T2 − m3 g + m3a1 = −m3a2′
dove a1 e a2′ sono i moduli delle accelerazioni. Sottraendo membro a membro le due equa-
zioni si ottiene
( m2 − m3 ) a1 − ( m2 − m3 ) g = ( m2 + m3 ) a2′
per cui il modulo dell’accelerazione relativa di m2 e m3 è

a2′ =
( m2 − m3 ) a1 − ( m2 − m3 ) g
m2 + m 3
che, sostituita nella prima equazione,

T2 − m2 g + m2 a1 = m2
( m2 − m3 ) a1 − ( m2 − m3 ) g
m2 + m 3
porge la tensione del filo
2m2 m3 2m2 m3
T2 = g− a1 x T1 N
m2 + m 3 m2 + m 3 T1
Le equazioni del moto del corpo m1 FAtt
e della carrucola, di massa nulla, lun-
go la loro rispettiva direzione di moto T2 T2 y m1g
nel sistema assoluto sono
⎧T1 − m1g sen θ − μ m1g cos θ = m1a1

⎩−T1 + T2 + T2 = 0
da cui otteniamo l’equazione
2T2 − m1g ( sen θ + μ cos θ ) = m1a1
dove, sostituendo l’espressione di T2,
4m2 m3 4m2 m3
g− a1 − m1g ( sen θ + μ cos θ ) = m1a1
m2 + m 3 m2 + m 3
si ricava
4m2 m3 − m1 ( m2 + m3 ) ( sen θ + μ cos θ )
a1 = g = 4.98 m/s2
4m2 m3 + m1 ( m2 + m3 )

102
Moti relativi Capitolo 4

 
2) L’accelerazione del sistema di riferimento relativo è aT = −a1u y per cui la legge di
trasformazione delle accelerazioni fra sistemi in moto relativo traslatorio applicata a m2,
  
a2 = a2′ + aT , osservando che tutte le accelerazioni sono verticali, porge

a2 = a2′ − a1 =
( m2 − m3 ) a1 − ( m2 − m3 ) g − a = − 4.01 m/s2
1
m2 + m 3
verso il basso.
3) La legge di trasformazione delle accelerazioni fra sistemi in moto relativo traslatorio
  
applicata a m3, a3 = a3′ + aT porge

a3 = − a2′ − a1 = −
( m2 − m3 ) a1 − ( m2 − m3 ) g − a = − 5.95 m/s2
1
m2 + m 3
verso il basso.
Osserviamo quindi che nel sistema relativo, non inerziale, solidale alla carrucola ( x ′, y ′ ) m2
sale e m3 scende, mentre nel sistema assoluto, inerziale, fissato a terra entrambi i corpi
scendono e il corpo m1 sale lungo il piano inclinato.

Problema 4.6

Due blocchi di massa m1 = 2 kg e m2 = 1 kg collegati da una corda inestensibile di mas-


sa trascurabile sono posti su un cuneo con angolo di inclinazione α = 30°. I coefficienti di
attrito dinamico fra i corpi e il piano sono rispettivamente μ1 = 0.1 e μ2 = 0.2. Il cuneo si
muove con accelerazione costante a = 5 m/s2 su un piano orizzontale liscio. I due corpi
scendono lungo il piano inclinato e la corda è tesa. Determinare:
1) la tensione della corda durante la discesa dei corpi lungo il piano T
2) il modulo dell'accelerazione dei blocchi
nel sistema relativo al cuneo a'12
3) il modulo dell'accelerazione dei blocchi
nel sistema assoluto al suolo a12

m2 y`
y
m1
a

x`
α
x
Soluzione
Nel sistema di riferimento non inerziale relativo al cuneo ( x ′, y ′ ) compaiono le forze
 
apparenti d’inerzia −m1a e −m2 a agenti rispettivamente su m1 e m2. L’osservatore non
inerziale solidale al cuneo vede i due blocchi scendere lungo il cuneo, le forze agenti su

103
Moti relativi Capitolo 4

ciascun blocco sono

blocchetto m1 blocchetto m2

T , FAtt,1 y` N2 FAtt,2
N1
–m2a
α α
–m1a
α x` α
T
m1g m2g

I due blocchi sono collegati da una fune inestensibile in tensione che li obbliga ad avere la
stessa accelerazione. Le componenti nel sistema di riferimento relativo dell’equazione del
moto di m1 sono
⎧ m1g sen α − μ1 N1 − T + m1a cos α = m1a12


N
⎩ 1 − m 1 g cos α + m1 a sen α = 0
Le componenti nel sistema relativo dell’equazione del moto di m2 sono
⎧ m2 g sen α − μ2 N 2 + T + m2 a cos α = m2 a12


⎩ N 2 − m2 g cos α + m2 a sen α = 0
per cui le forze di reazione normale sui due blocchetti sono
⎧ N1 = m1g cos α − m1a sen α

⎩ N 2 = m2 g cos α − m2 a sen α
che sostituite nelle rispettive equazioni danno il sistema risolutivo

⎧⎪ m1g sen α + m1a cos α − μ1 ( m1g cos α − m1a sen α ) − T = m1a12 ′



⎩⎪ m2 g sen α + m2 a cos α − μ2 ( m2 g cos α − m2 a sen α ) + T = m2 a12

1) Dividendo per m1 la prima equazione e per m2 la seconda si ottiene
⎧ T
⎪ g sen α + a cos α − μ1 ( g cos α − a sen α ) − m = a12

⎪ 1

⎪ g sen α + a cos α − μ2 ( g cos α − a sen α ) + T = a12

⎪⎩ m2
che eguagliate porgono
T T
− μ1 ( g cos α − a sen α ) − = − μ2 ( g cos α − a sen α ) +
m1 m2
ovvero
⎛ 1 1 ⎞
T⎜ + = − ( μ2 − μ1 ) ( g cos α − a sen α )
⎝ m1 m2 ⎟⎠

104
Moti relativi Capitolo 4

per cui
m1m2
T=
m1 + m2
( μ1 − μ2 ) ( a sen α − g cos α ) = 0.4 N
2) L’accelerazione di corpi nel sistema relativo può essere calcolata da una qualsiasi
delle equazioni del sistema: per esempio utilizzando la prima si ottiene
T
′ = g sen α + a cos α − μ1 ( g cos α − a sen α ) −
a12 = 8.44 m/s
m1
diretta lungo il piano inclinato verso il basso.
3) La legge di trasformazione fra sistemi in moto relativo traslatorio porge
  
a12 = a12 ′ +a
con componenti
⎧⎪a12, x = − a12
′ cos α + a = 2.31 m/s2

′ sen α = − 4.22 m/s2
⎩⎪a12, y = − a12
per cui il modulo dell’accelerazione assoluta dei corpi è

a12 = a12,
2
x + a12, y = 4.81 m/s
2 2

Problema 4.7

Un cuneo di massa m1 = 0.5 kg è posto su un tavolo orizzontale privo di attrito; l'angolo


formato dal piano inclinato del cuneo col tavolo è α = 25°. Un corpo di massa m2 = 0.2 kg
viene rilasciato dal vertice del piano inclinato, e si osserva che scivola lungo il piano incli-
nato medesimo; il coefficiente di attrito dinamico tra il corpo e il blocco è μd = 0.3. Deter-
minare:
1) l'accelerazione del piano inclinato rispetto al tavolo a1
2) la reazione normale che il piano inclinato esercita sul corpo m2 N
3) le componenti dell'accelerazione del corpo m2 rispetto al tavolo a2,x, a2,y

y y`
m2

x`
m1
α
x

Soluzione

1) Nel sistema di riferimento non inerziale relativo ( x ′, y ′ ) solidale al cuneo il corpo

105
Moti relativi Capitolo 4

 
scende lungo il piano inclinato con accelerazione a2′ = a2′ u x ′ . L’accelerazione del sistema
 
di riferimento relativo, e quindi del piano inclinato, è a1 = a1u x , perché il
cuneo scorre sul tavolo. Il corpo m2 subisce pertanto una forza apparente N FAtt

d’inerzia −m2 a1 e le componenti della sua equazione del moto sono
quindi
α
⎧ m2 g sen α − FAtt + m2 a1 cos α = m2 a2′ –m2a1
α

⎩ N − m2 g cos α + m2 a1 sen α = 0
m2g
per cui
N = m2 g cos α − m2 a1 sen α
y
Per il principio di azione e reazione la forza di attrito e la reazione normale
agiscono sul cuneo in verso opposto causandone l’accelerazione. Poi-
ché il piano inclinato si muove in direzione orizzontale la sua equa- α
zione del moto lungo l’asse x è Nx
FAtt α
N sen α − FAtt cos α = m1a1
ovvero
m1a1 = N sen α − μ N cos α = N ( sen α − μ cos α ) =
= ( m2 g cos α − m2 a1 sen α ) ( sen α − μ cos α )
ovvero
a1 ⎡⎣ m1 + m2 sin α ( sin α − μ cos α ) ⎤⎦ = m2 g cos α ( sin α − μ cos α )
e quindi l’accelerazione del piano inclinato è
m2 g cos α ( sin α − μ cos α )
a1 = = 0.52 m/s2
m1 + m2 sin α ( sin α − μ cos α )
2) La reazione normale è
N = m2 g cos α − m2 a1 sen α = 1.73 N
3) Nel sistema di riferimento assoluto sul corpo m2 agiscono la forza
N α FAtt
peso, la forza di attrito e la forza di reazione normale, per cui le α
componenti della sua equazione del moto sono
⎧⎪ FAtt cos α − N sen α = m2 a2, x m2g

⎩⎪ FAtt sen α + N cos α − m2 g = m2 a2, y
e le componenti dell’accelerazione assoluta di m2 sono
⎧ N
⎪a2, x = m ( μ cos α − sen α ) = −1.31 m/s
2
⎪ 2

N
⎪a2, y =
⎪⎩ m2
( μ sen α + cos α ) − g = − 0.87 m/s2

106
Moti relativi Capitolo 4

In alternativa si può ricavare l’accelerazione relativa di m2 utilizzando la prima equazione


del punto (1)
N
a2′ = g sen α + a1 cos α − μ = 2.02 m/s2
m2
e applicare la legge di trasformazione delle accelerazioni fra sistemi in moto traslatorio
accelerato

   ⎧⎪a2, x = − a2′ cos α + a1 = −1.31 m/s2


a2 = a2′ + a1 ⇒ ⎨
⎪⎩a2, y = − a2′ sen α = − 0.87 m/s
2

Problema 4.8

Due pattinatori su ghiaccio tengono le estremità di una fune inestensibile di massa tra-
scurabile. I due, di massa rispettivamente m1 = 80 kg e m2 = 60 kg e inizialmente fermi,
tirano la fune per un tempo Δt = 10 s e vengono attirati l'uno verso l'altro. La superficie
ghiacciata è orizzontale e l'attrito è trascurabile. Se, una volta terminato di tirare la corda, i
due pattinatori si avvicinano con velocità relativa v ′ = 4 m/s, determinare
1) le velocità dei due pattinatori v1, v2
2) il modulo dell’impulso impresso da un pattinatore all’altro i
3) la tensione media della corda Tm

v1 v2

Soluzione

1) La forza che si esercita fra i pattinatori quando tirano la corda è una forza interna e
non ci sono altre forze agenti in direzione del moto. Si conserva quindi la quantità di moto
del sistema costituito dai due pattinatori
 
m1v1 + m2 v2 = 0

La velocità v ′ con cui si avvicinano è la velocità relativa di uno qualsiasi dei due patti-
natori nel sistema relativo solidale con l’altro. Scegliendo tale sistema solidale al pattinato-

re 1, per cui la velocità di trascinamento del sistema è v1 , si ha
  
v2 = v ′ + v1

Ricavando v1 dalla conservazione della quantità di moto , si ottiene

107
Moti relativi Capitolo 4

  m 
v2 = v ′ − 2 v2
m1
per cui le velocità assolute dei due pattinatori sono
⎧ m1 
⎪ v2 = v ′ = 2.29 m/s
⎨ m 1 + m2
⎪ v = v − v ′ = 1.71 m/s
⎩ 1 2

Le componenti lungo l’orizzontale, orientando l’asse x verso sinistra, sono


⎧ m1
⎪ v2 = v ′ = 2.29 m/s
⎨ m 1 + m2
⎪ v = v − v ′ = −1.71 m/s
⎩ 1 2

ove abbiamo considerato che il pattinatore 2 si muove verso sinistra, per cui v2 > 0 e v ′ > 0,
mentre il pattinatore 1 si muove verso destra, per cui v1 > 0.
2) L’impulso è pari alla variazione di quantità di moto del corpo che lo subisce. Poiché è
dovuto ad una forza interna esso sarà in questo caso uguale e opposto sui due pattinatori,
ossia
i = m1v1 = m2 v2 = 137 Ns
3) L’impulso viene ottenuto esercitando una forza che è identica alla tensione della fune
data la sua inestensibilità, perché mentre i pattinatori tirano la corda non c’è l’azione di
nessuna altra forza esterna. Per definizione di impulso si ha
Δt i
i= ∫0
T dt = Tm Δt ⇒ Tm =
Δt
= 13.7 N

ove abbiamo utilizzato il teorema della media.

108
Capitolo 5

Dinamica del corpo rigido


Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

Problema 5.1

Un corpo rigido è formato da un punto materiale di massa mA = 200 g fissato all'estremi-


tà libera di un'asta omogenea di massa mB = 2 kg e lunghezza d = 3 m, vincolata all’altro
estremo. Il vincolo O è liscio. Il corpo viene lasciato partire da fermo dalla posizione oriz-
zontale. Calcolare:
1) l’accelerazione angolare iniziale del corpo rigido α
2) la reazione vincolare in O nello stesso istante Φ
Inoltre calcolare nel momento in cui passa per la verticale:
3) la velocità angolare del corpo rigido ω

mA
O mB
d

Soluzione

1) Le forze che agiscono


 sul sistema sono le forze peso dell’asta e del punto materiale e
la reazione vincolare Φ. Il polo utile per scrivere la seconda equazione cardinale è il vinco-
lo, perché rispetto ad esso la reazione vincolare ha braccio e quindi momento nullo, mentre
non lo ha rispetto al centro di massa del sistema, per cui
      d
M O = rB × mB g + rA × mA g = IOα ⇒ mB g + mA gd = IOα
2
 
dove rB è la posizione del centro di massa dell’asta rispetto ad O e rA è la posizione del
punto materiale rispetto ad O. Il momento d’inerzia del corpo rigido rispetto all’asse di ro-
tazione passante per il vincolo O è

d2
IO = mB + mA d 2 = 7.8 kg m 2
3
per cui l’accelerazione angolare iniziale è
d
mB g + mA gd
α= 2 = 4.52 rad/s2
IO
2) La prima equazione cardinale del sistema porge
  
Φ + ( mA + mB ) g = ( mA + mB ) aG

111
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

Il centro di massa sta compiendo una rotazione di raggio


d
mB + mA d
rG = 2 = 1.64 m
mB + mA
attorno all’estremo O dell’asta per cui la sua accelerazione è
aG = α rG = 7.41 m/s2
verso il basso e quindi, scrivendo la componente della prima equazione cardinale sull’asse
verticale orientato verso l’alto, si ricava la reazione vincolare

Φ − ( mA + mB ) g = − ( mA + mB ) aG ⇒ Φ = ( mA + mB ) ( g − aG ) = 5.28 N

3) Si conserva l’energia meccanica fra le due posizioni. Ricordando che l’energia po-
tenziale gravitazionale di un corpo esteso è uguale a quella del suo centro di massa, il bi-
lancio energetico Δ E M = Δ Ec + Δ E p = 0 porge
1 d
IOω 2 − mB g − mA gd = 0
2 2
perché il centro di massa dell’asta si è abbassato di d/2 e il corpo A si è abbassato di d. La
velocità angolare finale è
2 ⎛ d ⎞
ω= ⎜⎝ mB g + mA gd ⎟⎠ = 3 rad/s
IO 2
In alternativa si può scrivere il bilancio energetico come
1
IOω 2 − ( mA + mB ) grG = 0
2
perché il centro di massa del sistema asta–corpo si abbassa di rG ottenendo la medesima
equazione risolutiva.

Problema 5.2

Un’asta omogenea di massa m = 200 g e lunghezza d = 70 cm è vincolata sul suo estre-


mo O e può ruotare solo su un piano orizzontale liscio. Il vincolo è liscio e su di esso viene

applicato un motore che esercita un momento costante M O = M O u z con MO = 0.07 N m. Il
motore viene fatto funzionare per un tempo t = 30 s e successivamente spento. Determina-
re:
1) la velocità angolare dell’asta nell’istante in cui
viene spento il motore ω
2) la quantità di moto dell’asta nello stesso istante q
3) il numero di giri fatti dall’asta nel tempo t N
4) la potenza media del motore P

112
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

ω m
d
y
O
x

Soluzione

1) L’asta è appoggiata su un piano orizzontale liscio la cui reazione normale bilancia la


forza peso dell’asta. L’unico momento meccanico da considerare è quindi quello del motore
agente in O per cui l’equazione del moto rotatorio è

M O = I Oα =
1
3
md 2α ⇒ α =
3M O
md 2
= 2.143 rad/s2 (I O = 32.67 × 10 −3 kgm 2 )
Essendo costanti il momento meccanico e il momento d’inerzia, lo è anche l’accelerazione:
il moto dell’asta è quindi circolare uniformemente accelerato e la velocità angolare finale è
ω = ω 0 + α t = α t = 64.3 rad/s
2) Il centro di massa ruota a distanza d/2 dal vincolo per cui la sua quantità di moto è
d
q = mvCM = mω = 4.5 kgm/s
2
3) Il moto è uniformemente accelerato per cui l’asta nel tempo t spazza l’angolo
1 2
θ= α t = 964 rad
2
girando per
θ
N= = 153.5 giri

4) Il lavoro fatto dal motore è dato dal bilancio energetico. Poiché non ci sono variazio-
ni di energia potenziale il lavoro è uguale all’energia cinetica acquistata dall’asta:
1
W = IOω 2 = 67.5 J
2
e quindi per definizione di potenza media
W
P = = 2.25 W
t
In alternativa il lavoro può essere calcolato come
θ
W = ∫ 0
M O dθ = M Oθ = 67.5 rad

113
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

Problema 5.3

Un punto materiale di massa mA = 200 g è fissato all'estremità libera di un'asta omoge-


nea di massa mB = 2 kg e lunghezza d = 3 m, vincolata in un suo estremo. Il vincolo è sca-
bro e vi si esercita una forza di attrito di momento costante MAtt = 6 Nm. Il corpo viene
lasciato partire da fermo dalla posizione orizzontale. Calcolare per il sistema asta–corpo,
non appena lo si lascia libero di muoversi:
1) l’accelerazione angolare α
2) l’accelerazione del centro di massa aG
Inoltre calcolare nel momento in cui il centro di massa passa per la verticale:
3) la velocità angolare del sistema asta–corpo ω
4) il modulo dell'accelerazione del punto materiale a

mA
O mB
d

Soluzione

1) Nel vincolo si esercita una forza di attrito che non è possibile determinare, ma il cui
effetto è riconducibile all’azione di un momento meccanico resistente, costante e localizza-
to nei pressi del vincolo. Il momento di attrito deve pertanto essere considerato scrivendo la
seconda equazione cardinale anche se si sceglie come polo il vincolo. La seconda equazio-
ne cardinale rispetto ad O è quindi
     
rB × mB g + rA × mA g + M Att = IOα
con

mB d
rB = d 2 , rA = d, IO = IO,asta + IO, punto = + mA d 2 = 7.8 kgm 2
3
per cui osservando che i momenti della forza peso causano il moto, mentre il momento del-
l’attrito vi si oppone, si ottiene

d
mB g + mA gd − M Att
d 2
mB g + mA gd − M Att = IOα ⇒ α= = 3.75 rad/s2
2 IO

2) Il centro di massa del sistema si trova a distanza

114
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

d
mB + mA d
rG = 2 = 1.64 m
mB + mA
dal vincolo e compie un moto di rotazione di raggio xG attorno ad O. La velocità angolare
iniziale è nulla per cui è nulla la componente normale dell’accelerazione iniziale del centro
di massa che è pertanto solo tangenziale
aG = α rG = 6.14 m/s2
3) Nello spostamento dalla posizione iniziale al passaggio sulla verticale il centro di
massa compie una rotazione di π/2. Applicando il bilancio energetico W = Δ Ec + Δ E p fra
queste due posizioni si ha
π 1 d
−M Att = IOω 2 − mB g − mA gd
2 2 2
dal quale si ricava

2 ⎛ d π⎞
ω= ⎜⎝ mB g + mA gd − M Att ⎟⎠ = 2.58 rad/s
IO 2 2
4) Il punto materiale compie un moto circolare di raggio d. Nell’istante in cui si trova
sulla verticale l’unica forza con momento non nullo rispetto al polo O è l’attrito, per cui
M Att
−M Att = IOα ⇒ α=− = − 0.76 rad/s2
IO

Le componenti e il modulo dell’accelerazione del punto materiale sulla verticale sono


quindi

⎧⎪aN = ω 2 d = 20 m/s2
⎨ ⇒ a = aN2 + aT2 = 20.1 m/s2
⎩⎪aT = α d = − 2.3 m/s
2

Problema 5.4

Un’asta omogenea di massa m = 2 kg e lunghezza d = 1 m è vincolata a ruotare in un


piano verticale attorno al suo estremo O. L’altro estremo è collegato con una molla ideale di
massa nulla, lunghezza a riposo nulla e costante elastica k = 30 N/m. L’altro estremo della
molla è fissato ad un perno sulla verticale di O a distanza d da O. Inizialmente l’asta si tro-
va ferma nella posizione orizzontale mostrata in figura. Si lascia libera l’asta di muoversi.
Determinare, sapendo che il vincolo è liscio:
1) l’accelerazione angolare iniziale dell’asta α
2) il modulo iniziale della reazione vincolare Φ
3) la velocità angolare dell’asta quando passa per la verticale ω

115
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

d
O

π/4

π/4

Soluzione

1) Per descrivere la rotazione dell’asta, utilizziamo la seconda equazione cardinale sce-


gliendo come polo il vincolo O attorno al quale ruota l’asta. Rispetto a questo polo la forza
elastica e la forza peso hanno un momento meccanico, mentre è nullo il momento della
reazione vincolare in O e l’equazione è
    
d × Fe + rG × mg = IOα

Poiché la molla ha lunghezza a riposo nulla, la sua deformazione iniziale è


Δ = d 2 = 1.41 m
Inoltre il momento d’inerzia dell’asta rispetto all’asse di rotazione è
1
IO = md 2 = 0.67 kgm 2
3
e nella posizione iniziale i momenti meccanici della forza elastica e della forza peso sono
concordi per cui

π d k 3g
k Δ d sen + mg = IOα ⇒ α = 3 + = 59.7 rad/s2
4 2 m 2d
2) La prima equazione cardinale descrive il moto del centro di massa G dell’asta ed è
data da
   
Φ + mg + Fe = maG
Il centro di massa dell’asta compie un moto circolare di centro O e raggio d 2 , per cui
la sua accelerazione è

116
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

 d d
aG = α uT + ω 02 u N
2 2
L’equazione del moto del centro di massa è quindi, osservando che ω0 = 0,
⎧ π d
⎪⎪ΦT + mg + k Δ sen 4 = mα 2

⎪Φ N + k Δ cos π = mω 02 d = 0
⎪⎩ 4 2
per cui le componenti e il modulo della reazione vincolare sono

⎧ d π
⎪⎪ΦT = mα 2 − mg − k Δ sen 4 = 10.1 N
⎨ ⇒ Φ = Φ N2 + ΦT2 = 31.65 N
π
⎪Φ N = −k Δ cos = − 30 N
⎪⎩ 4
3) La forza peso e la forza elastica sono conservative; la reazione vincolare non compie
lavoro, in quanto non produce spostamenti essendo applicata nel punto O fermo. Pertanto
vale la legge di conservazione dell’energia meccanica . Osserviamo che nella posizione
finale la deformazione della molla è nulla, il centro di massa è sceso di d 2 e l’energia
cinetica è quella che compete ad una rotazione attorno ad O, quindi la legge conservazione
( )i ( )f
dell’energia meccanica Ec + E p = Ec + E p porge

1 d 1 k Δ2 + mgd
k Δ2 + mg = IOω 2 ⇒ ω= 3 = 10.9 rad/s
2 2 2 md 2

Problema 5.5

Due bambini giocano su un’altalena di massa m = 100 kg il cui momento d’inerzia ri-
spetto al suo centro C è I = 130 kg m2. Il primo bambino di massa m1 = 15 kg si trova a
distanza d1 = 1.8 m da C e il secondo bambino di massa m2 = 9 kg si trova a distanza d2 = 2
m da C. Sapendo che partono nell’istante in cui l’altalena è perfettamente orizzontale e che
il vincolo è liscio, determinare all’istante iniziale:
1) l’accelerazione angolare del sistema altalena–bambini α
2) l’accelerazione del centro di massa del sistema altalena-bambini aG
3) la reazione vincolare sul vincolo C Φ

d1 d2

m1 m2
C

117
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

Soluzione

1) Il moto è una rotazione attorno al punto C, per cui scriviamo la seconda equazione
cardinale con polo in C. La forza peso dell’asta e la reazione vincolare sono applicate in C e
hanno quindi momento meccanico nullo. I momenti meccanici della forza peso dei due
bambini sono opposti in verso, per cui scegliendo come direzione positiva di rotazione il
verso antiorario la seconda equazione cardinale è

(
m1gd1 − m2 gd2 = I + m1d12 + m2 d22 α )
da cui
m1gd1 − m2 gd2
α= = 0.41 rad/s2
I + m1d12 + m2 d22
2) Il centro di massa del sistema si trova a distanza dal vincolo pari a
m1d1 − m2 d2
rG = = 7.26 cm
m + m1 + m2
e compie un moto circolare di raggio rG attorno a C. La sua accelerazione è quindi all’istan-
te iniziale diretta verso il basso e coincide con l’accelerazione tangenziale, perché la veloci-
tà iniziale è nulla e pertanto lo è anche la componente normale dell’accelerazione,
aG = α rG = 0.03 m/s2
3) Le sole forze esterne sono le forze peso e la reazione vincolare in C, dirette vertical-
mente, per cui la prima equazione cardinale è
F ( E ) = Φ + mg + m1g + m2 g = ( m + m1 + m2 ) aG
e quindi la reazione vincolare vale
Φ = ( m + m1 + m2 ) ( aG − g ) = −1211 N
verticale verso l’alto.

Problema 5.6

Un’asta sottile di lunghezza  =3 m e massa m =30 kg è tenuta in equilibrio orizzontal-


mente ad una altezza d = 0.5 m da terra tramite un fermo. L’asta è fissata con un vincolo
liscio in modo da poter ruotare attorno all’asse passante per il suo centro O e su un suo
estremo è appoggiato una bambina di massa m1 = 10 kg. All’istante t0 = 0, tolto il fermo, si
applica all’altro estremo una forza di modulo costante F = 200 N, diretta verso il basso che
agisce sempre perpendicolarmente all’asta. Supponendo che la bambina non possa scivola-
re lungo l’asta, calcolare:
1) l’accelerazione angolare iniziale dell’asta α
2) il lavoro fatto dalla forza F dall’istante t0 all’istante
in cui l’asta tocca terra WF

118
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

3) la velocità angolare dell’asta nell’istante in cui tocca terra ω


4) l’altezza massima rispetto a terra raggiunta dal corpo
m1 dopo essersi staccato dall’asta h

F m1

C
d

Soluzione

1) Il sistema compie una rotazione attorno al centro C dell’asta. Scegliendo il vincolo


come polo, le forze che
hanno momento mecca-
r r1 x mg
nico rispetto
 a C sono la y
forza F e la forza peso
della bambina applicate x r1
 
a distanza r = r1 =  / 2 r x F F z mg
da C, con momenti mec-
canici diretti in versi opposti.
La seconda equazione cardinale per il polo C è
    
r × F + r1 × m1g = I C α
dove il momento d’inerzia del sistema rispetto l’asse di rotazione è
2
1 ⎛ ⎞
IC = m2 + m1 ⎜ ⎟ = 45 kgm 2
12 ⎝ 2⎠
per cui

F
 
− m1g = I C α ⇒ α =
( F − m1g )  = 3.4 rad/s2
2 2 2I C

2) La forza F è sempre normale all’asta per cui il momento meccanico che esercita è
costante. Nello spostamento l’estremo percorre
un arco di circonferenza descrivendo l’angolo C
dato da θ
 2d ℓ/2
d= sen θ ⇒ θ = sen −1 = 19.5° d
2 

per cui il lavoro fatto da F è
θ

119
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

θ 
WF =
0∫M dθ = F θ = 102 J
2
3) Nello spostamento fra la posizione iniziale e quella finale il sistema acquista energia
cinetica e la bambina acquista energia potenziale, ma i corpi restano solidali. Il bilancio
energetico è
1
WF = I C ω 2 + m1gd
2
per cui la velocità angolare è
2
ω=
IC
(WF − m1gd ) = 1.53 rad/s
4) Quando il suo estremo tocca terra l’asta si arresta e la bambina si stac-
ca. In questo istante la bambina sta compiendo un moto circolare con la
  θ
velocità v1 = ω  2 uT che diventa quindi la velocità iniziale di un moto v1
curvilineo uniformemente accelerato parabolico le cui componenti sono
⎧ 
⎪⎪ v1, x = −v1 sen θ = −ω 2 sen θ = − 0.77 m/s 2d
⎨ y C
⎪ v1, y = v1 cos θ = −ω  cos θ = 2.17 m/s
⎪⎩ 2 θ
All’istante di massima altezza la bambina ha ve- x
 
locità v2 = v1, x u x e, non essendoci forze dissipative,
si conserva l’energia meccanica tra l’istante del distacco e quello in cui raggiunge la
massima altezza
1
2
( ) 1
m1 v1,2 x + v1,2 y + m1g2d = m1v1,2 x + m1gh
2
e l’altezza raggiunta è
v1,2 y
h = 2d + = 1.24 m
2g
per cui su un’altalena ci si deve tenere per evitare di cadere.

Problema 5.7

Un punto materiale di massa m1 = 500 g è collegato tramite un filo inestensibile di mas-


sa trascurabile ad una carrucola costituita da un disco omogeneo di massa m2 =2 kg e rag-
gio R = 20 cm vincolato nel suo centro O. Si lascia libero il corpo di muoversi partendo da
fermo e di conseguenza il filo si svolge e la carrucola si mette in rotazione. Sapendo che
sull’asse di rotazione agisce un momento di attrito costante di modulo MAtt = 0.8 Nm, cal-
colare:
1) l’accelerazione angolare del disco α
2) il tempo necessario affinché si svolga un tratto d =12 m di filo t

120
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

3) la velocità del punto materiale in questo istante v

R m2
O

m1

Soluzione

1) Il sistema è composto da un disco in rotazione e da un corpo in moto traslatorio. La


seconda equazione cardinale è sufficiente a descrivere il moto del disco, in quanto è vinco-
lato nel suo centro di massa
1
TR − M Att = IOα = m2 R 2α
2

dove T è la tensione del filo che mette in moto il disco e contemporaneamente sostiene il
corpo m1 la cui equazione del moto è
m1g − T = m1a
Il filo inestensibile comporta che l’accelerazione del corpo m1 coincide con l’accelera-
zione tangenziale è del punto della periferia del disco cui il filo è collegato, che compie un
moto rotatorio, per cui sussiste la relazione cinematica a = aT = α R che sostituita nella
equazione precedente porge la tensione del filo

m1g − T = m1a = m1α R ⇒ T = m1g − m1α R

Operando la sostituzione nell’equazione del moto del disco si ottiene

1 2m1gR − 2M Att
( m1g − m1α R ) R − M Att = 2 m2 R2α ⇒ α= = 3 rad/s2
m2 R 2 + 2m1 R 2

OSSERVAZIONE
A causa della relazione cinematica di vincolo v = ω R fra la velocità di m1 e la velocità
angolare del disco derivata dalle precedenti osservazioni, il momento angolare del corpo m1
rispetto al polo O è
     
LO.m1 = r × m1vu z = m1vr sin α u z = m1vRu z = m1 R 2ω u z

121
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

La sua derivata è di conseguenza



dL0,m1 dω  
= m1 R 2 u z = m1 R 2α u z
dt dt
La seconda equazione cardinale del sistema è quindi
 
 (E ) dL0,disco dL0,m1  
MO = + = IO,discoα u z + m1 R 2α u z
dt dt
e, osservando inoltre che la tensione del filo è interna al sistema disco–punto, quindi la
componente lungo l’asse di rotazione dell’equazione è
⎛1 ⎞
m1gR − M Att = IO,discoα + m1 R 2α = ⎜ m2 R 2 + m1 R 2 ⎟ α = IO,sistemaα
⎝2 ⎠
per cui tutto va come se il corpo m1 contribuisce con un momento d’inerzia apparente
IO,m1 = m1 R 2 . L’equazione fornisce
m1gR − M Att
α= = 3 rad/s2
1
m2 R + m1 R
2 2
2
e può essere utilizzata in tutti i casi simili in cui non vengano richieste informazioni interne
al sistema, permettendo una semplificazione dei calcoli.
2) Il moto del punto materiale è uniformemente accelerato con accelerazione a = α R
per cui la sua legge oraria è data da
1 2 1
y= at = α Rt 2
2 2
e il tempo necessario a svolgere un tratto d di filo, ovvero a percorrere la distanza y = d è

2d
t= = 6.3 s
αR
3) Il moto è uniformemente accelerato con v0= 0 per cui all’istante t la velocità è
v = at = α Rt = 3.8 m/s

Problema 5.8

Un disco omogeneo di massa m = 3 kg e raggio R= 30 cm è fissato su un asse orizzon-


tale passante per il suo centro di massa; sui perni si esercita un attrito con momento costan-
te di modulo MAtt = 0.3 Nm. All’istante t0 = 0 una forza verticale diretta verso il basso data

dall’equazione F ( t ) = − ( F0 + kt ) u y con F0 = 3 N e k = 0.2 N/s, viene applicata ad una
fune inestensibile di massa trascurabile avvolta sul disco, che si svolge completamente
staccandosi dal disco dopo t1 = 10 s. Determinare:
1) la velocità angolare del disco al tempo t1 ω1
2) il numero di giri fatti successivamente dal disco fino a fermarsi N
3) il tempo impiegato dal disco a fermarsi a partire da t1 Δt

122
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

R y
O
x

F(t)

Soluzione

1) La dipendenza temporale della forza implica la necessità dell’integrazione delle


equazioni del moto del disco. Il disco è imperniato nel suo centro di massa, per cui la sola
seconda equazione cardinale descrive il suo moto. La componente lungo l’asse di rotazione
dell’equazione é

F ( t ) R − M Att = IOα = IO
dt
che deve essere integrata fra l’istante iniziale e l’istante t1
ω1 ⎛
2⎞
t1 1
∫0
⎡⎣( F0 + kt ) R − M Att ⎤⎦ dt = ∫
0
⎜⎝ mR ⎟⎠ dω
2
t12 1
F0 Rt1 + kR − M Att t1 = mR 2ω1
2 2
per cui la velocità angolare all’istante t1 è

2F0 t1 kt12 2M Att t1


ω1 = + − = 66.7 rad/s
mR mR mR 2
2) La forza di attrito dissipa tutta l’energia cinetica del disco, per cui dal bilancio ener-
getico, ricordando che Δθ = 2π N

1 IOω12 mR 2ω12
−M Att 2π N = − IOω12 ⇒ n= = = 159 giri
2 4π M Att 8π M Att

3) Il moto di frenamento del disco è un moto rotatorio uniformemente accelerato con


accelerazione angolare
M Att
α1 = − = − 2.22 rad/s2
IO
per cui il disco ha spazzato l’angolo Δθ = 2π N nel tempo Δt ottenibile dalla legge oraria
del moto del disco

123
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

1
2π N = ω1Δt + α1Δt 2
2
La soluzione dell’equazione di secondo grado porge due soluzioni coincidenti
Δt = 30 s
Si osservi che la soluzione dei punti (2) e (3) poteva essere anche puramente cinematica.

Problema 5.9

Un corpo di massa mA = 3 kg si trova su un piano liscio inclinato di θ = 30° con l'oriz-


zontale. Da una parte è collegato ad una molla ideale di massa trascurabile di costante ela-
stica k = 300 N/m, fissata alla base del piano inclinato, mentre dall'altra è collegato ad una
puleggia omogenea cilindrica, vincolata nel suo centro, di massa mB = 10 kg e raggio
R = 20 cm, tramite un filo inestensibile di massa trascurabile. Inizialmente il corpo è in
quiete e la corda non è tesa. Si applica al centro di massa della puleggia un motore che
esercita un momento meccanico costante M O sulla puleggia. Il motore tende immediata-
mente la corda e inizia a trascinare il punto materiale verso l’alto. Calcolare, sapendo che il
lavoro fatto dal motore nell’intervallo di tempo fra l’istante in cui la corda si tende e l’istan-
te in cui la molla torna a riposo è W = 3 J :
1) il modulo del momento meccanico applicato alla puleggia MO
2) l'accelerazione del corpo mA non appena la corda si tende aA
3) la velocità del corpo mA nell’istante in cui la molla torna a riposo vA

R m
B
O

mA

Soluzione

1) Inizialmente la corda non è tesa e pertanto non esercita alcuna forza sul corpo: la
componente lungo il piano inclinato della forza peso del corpo mA è quindi equilibrata dalla
forza elastica
k Δ = mA g sin θ

124
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

per cui la molla è compressa di


mA g sin θ
Δ = = 4.9 cm
k
La corda si tende non appena entra in funzione il motore che agisce sul sistema, com-
piendo il lavoro W, durante lo spostamento Δ del corpo mA che riporta la molla alla posi-
zione di riposo. Nello stesso intervallo di tempo, a causa della sua inestensibilità, un tratto
identico di fune si avvolge attorno alla puleggia che quindi ruota dell’angolo Δθ = Δ R . Il
lavoro fatto dal motore è pertanto
Δ
W = M O Δθ = M O
R
per cui il momento meccanico applicato dal motore è
WR
MO = = 12.25 Nm
Δ
2) La tensione della fune trascina verso l’alto il corpo accelerandolo, mentre frena la
puleggia applicandole un momento meccanico, per cui il moto dei corpi che compongono il
sistema è descritto dalle equazioni
⎧T + k Δ − mA g sin θ = mA aA

⎨ 1
⎪⎩ M O − TR = 2 mB R α
2

che corrispondono rispettivamente alla componente dell’equazione del moto del corpo mA
lungo il piano inclinato e della puleggia lungo l’asse normale al foglio. I punti sulla perife-
ria del disco hanno accelerazione tangenziale uguale ad aA. Se la corda non scivola sul di-
sco, ma vi si avvolge, la relazione cinematica fra accelerazione del corpo e accelerazione
angolare del disco è quindi aA = α R. La corda si tende immediatamente, quando la molla è
ancora compressa di Δ = 4.9 cm: vale quindi ancora in questo istante la relazione
k Δ − mA g sin θ = 0. Considerando questa peculiarità e, usando la relazione aA = α R, le
equazioni del moto si riducono a
⎧T = mA aA

⎨ 1 2 aA
⎪⎩ M O − TR = 2 mB R R
che risolte, eliminando l’incognita T, porgono
2M O
aA = = 7.65 m/s2
( mB + 2mA ) R
3) In assenza di forze dissipative il lavoro fatto dal motore viene completamente tra-
sformato in energia meccanica trasferita al sistema. Le energie che cambiano nel processo
sono nella fattispecie: l’energia cinetica di traslazione del corpo mA; l’energia cinetica di
rotazione della puleggia, l’energia potenziale elastica della molla, l’energia potenziale gra-
vitazionale del corpo mA che si alza di Δ sin θ . Il bilancio energetico fra l’istante in cui si
tende la corda e l’istante in cui la molla torna a riposo è

125
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

(
W = Δ E m = Ec + E p ) f − ( Ec + E p )i =
⎡1 1 ⎤ ⎡1 ⎤
= ⎢ mA v A2 + IOω 2 + mA gΔ sin θ ⎥ − ⎢ k Δ2 ⎥
⎣ 2 2 ⎦ ⎣ 2 ⎦
Vale, per le medesime ragioni esposte per l’accelerazione, la relazione cinematica
v A = ω R , quindi
2
1 1⎛1 ⎞⎛v ⎞ 1
W = mA v A2 + ⎜ mB R 2 ⎟ ⎜ A ⎟ + mA gΔ sin θ − k Δ2
2 2⎝2 ⎠⎝ R ⎠ 2
per cui la velocità del corpo A all’istante in cui la molla torna a riposo è

4W + 2k Δ2 − 4mA gΔ sin θ


vA = = 0.81 m/s
2mA + mB

Problema 5.10

La puleggia mostrata in figura, composta da due cilindri coassiali omogenei di massa


complessiva m3 = 20 kg, può ruotare attorno ad un asse orizzontale fisso passante per il suo
2
centro di massa O e ha rispetto a questo asse il momento d'inerzia I = 5 Kg m . Attorno ai
due cilindri di raggi R1 = 10 cm e R2 = 50 cm rispettivamente, sono avvolte due funi ine-
stensibili e di massa trascurabile collegate ad una delle loro estremità rispettivamente con
due corpi di massa m1 = 3 Kg e m2 = 1 Kg. Inizialmente il sistema è fermo e fra i due corpi
c'è una differenza di altezza h = 2 m. All’istante t0 = 0 viene applicato alla puleggia un mo-
tore che esercita un momento costante rispetto al centro della stessa MO = 10 Nm. agente in
modo tale che m1 salga e m2 scenda. Calcolare :
1) l'accelerazione angolare della puleggia α
2) l'accelerazione del centro di massa del sistema aG
3) il tempo necessario perché i due corpi arrivino alla stessa altezza t

m3

m2

m1

126
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

Soluzione

1) I due punti materiali esercitano sulla puleggia momenti meccanici in direzioni oppo-
ste di moduli m1gR1 = 2.96 N/m e m2 gR2 = 4.9 Nm. . Osservando che m2 scende e m1 sale
e il modulo del momento meccanico esercitato dal motore è maggiore di quelli dovuti alla
forza peso, si deduce che esso è concorde con quello esercitato da m2, altrimenti la rotazio-
ne avverrebbe in direzione opposta . Pertanto la seconda equazione cardinale con polo il
centro della puleggia, ricordando il risultato del punto (1) dell’osservazione nel problema
5.7, è

(
M O + m2 gR2 − m1gR1 = IOα = I + m1 R12 + m2 R22 α )
da cui
M O + m2 gR2 − m1gR1
α= = 2.27 rad/s2
I + m1 R12 + m2 R22
2) Il sistema è composto dalla puleggia e dai due punti materiali. La puleggia è vincola-
ta nel suo centro di massa ed ha quindi accelerazione nulla, mentre i due punti materiali si
muovono di moto uniformemente accelerato con accelerazione uguale a quella tangenziale
del punto periferico della puleggia cui sono collegati. Scegliendo la direzione dell’asse del
sistema di riferimento positiva verso il basso si ha
⎧⎪a1 = − α R1 = − 0.237 m/s2

⎩⎪a2 = α R2 = 1.135 m/s
2

e quindi l’accelerazione del centro di massa del sistema è


m1a1 + m2 a2
aG = = 0.019 m/s2
m1 + m2 + m3
diretta verso il basso.
3) La distanza percorsa da m2 nel sistema relativo ad m1 è pari ad h. In questo sistema
relativo l’accelerazione di trascinamento è quella assoluta di m1 per cui la legge di trasfor-
mazione delle accelerazioni applicata a m2 porge

a2 = a2′ + a1 ⇒ a2′ = a2 − a1 = α ( R2 + R1 ) = 1.36 m/s2

e dalla legge oraria del moto uniformemente accelerato nel sistema relativo si ottiene

1 2h
h= a2′ t 2 ⇒ t= = 1.71 s
2 a2′

Problema 5.11

Sul centro di un disco orizzontale omogeneo è fissata un'asta verticale al cui estremo
superiore è legato, con un filo inestensibile, di massa trascurabile e lunghezza  = 0.1 m, un

127
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

punto materiale di massa m = 200 g. Il sistema viene messo in rotazione tramite un motore
che genera un momento meccanico MO = 0.05 Nm applicato al centro del disco. Quando il
disco raggiunge la velocità angolare ω = 15 rad/s il motore viene staccato. Sapendo che il
momento d’inerzia del sistema disco-asta rispetto all’asse di rotazione è IO = 0.02 kgm2,
calcolare:
1) il raggio della traiettoria del corpo m nell’istante finale R
2) il numero di giri del disco necessari a raggiungere ω N
3) la potenza media del motore se il tempo necessario
a raggiungere ω è Δt = 0.2 s Pmed

θ ℓ

R
m

O x

Soluzione

1) Nell’istante finale il punto materiale è un pendolo conico in rotazione con velocità


angolare costante attorno all’asse y. Le equazioni del moto del corpo m nel
sistema di riferimento (x,y) sono
T
⎧⎪T cos θ − mg = may = 0

⎩⎪−T sen θ = maN = −mω R = −mω  sen θ
2 2
maN mg
per cui

⎪⎧T cos θ = mg

⎩⎪T sen θ = mω  sin θ
2

Dividendo le due equazioni membro a membro si ricava

cos θ g g
= 2 ⇒ θ = cos−1 = 64.2° ⇒ R =  sen θ = 9 cm
sen θ ω  sen θ ω 2

128
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

2) Il lavoro W fornito dal motore viene trasformato in energia cinetica ed energia poten-
ziale del sistema finale. Il bilancio energetico fra gli istanti finale e iniziale è
1 1
W = M O Δθ = IOω 2 + mv 2 + mg (  −  cos θ )
2 2
ove si è scelto Ep = 0 nella posizione più bassa occupata dal corpo m, ovvero quella occupa-
ta all’istante iniziale. Poiché la velocità del corpo m è v = ω R e l’angolo spazzato dal mo-
tore è Δθ = 2π N, l’equazione diventa
1 1
M O 2π N = mω 2 R 2 + IOω 2 + mg (  −  cos θ )
2 2
e quindi il numero di giri necessari a raggiungere ω è

N=
( mR 2
)
+ IO ω 2 + 2mg (1 − cos θ )
= 8.1 giri
4π M O
3) La potenza media del motore nel tempo Δt è
W M O 2π N
Pmed = = = 12.7 W
Δt Δt

Problema 5.12

Una ruota di raggio R = 0.3 m è vincolata a ruotare attorno al suo centro O. Il momento
d’inerzia rispetto all’asse di rotazione è I = 2 kgm2 e su di esso agisce un momento di attrito
costante di modulo MO = 2 Nm. All’istante t0, quando la ruota possiede la velocità angolare
ω0 = 45 rad/s, si applicano due ceppi, di dimensione trascurabile rispetto al raggio della
ruota, posti simmetricamente rispetto al suo centro, che la frenano. Supponendo che le forze
di modulo FC esercitate su ciascun ceppo siano dirette radialmente, costanti, eguali ed op-
poste, sapendo che il coefficiente di attrito dinamico fra i due ceppi e la ruota è lo stesso e
che il lavoro complessivo dovuto ai ceppi fino all’arresto della ruota è WAtt = –1000 J, de-
terminare:
1) il numero di giri fatti dalla ruota da t0 fino all’arresto n
2) il modulo della forza di attrito applicata da ciascun ceppo FAtt
3) l’accelerazione angolare della ruota durante il processo α

FC O FC

Soluzione

1) L’energia cinetica della ruota all’istante t0 viene dissipata in calore attraverso il lavoro
delle forze di attrito agenti sull’asse e sui ceppi. Il bilancio energetico fra l’istante iniziale e
quello in cui la ruota si ferma quindi è

129
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

1 2
−2π nM O + WAtt = − Iω 0
2
per cui la ruota si ferma dopo avere fatto
1 2
WAtt + Iω 0
n= 2 = 81.6 giri
2π M 0
2) Le condizioni simmetriche di applicazione della forza
esercitata dai ceppi implicano che il modulo della forza di
attrito generata da ciascun di essi è la stessa. I cep- FAtt
pi pertanto applicano alla ruota una coppia di for-
ze di braccio 2R che esercita il momento mecca- FC O FC
nico frenante complessivo
M Att = −2RFAtt
per cui il lavoro totale fatto dovuto ai ceppi è FAtt
WAtt = −M C Δθ = −2RFAtt 2π n
La forza di attrito esercitata da ciascun ceppo è quindi
WAtt
FAtt = − = 3.25 N
4π NR
3) Scegliendo come polo il vincolo, la seconda equazione cardinale è
−M O − 2FAtt R = Iα
e l’accelerazione angolare della ruota è
M O + 2FAtt R
α=− = −1.97 rad/s2
I
Si osservi che il processo meccanico descritto in questo esercizio è il principio di funzio-
namento dei freni a tamburo, anche se nel dispositivo reale i ceppi, detti ganasce, sono av-
vicinati all’interno della ruota da frenare all’interno di un tamburo che li protegge da piog-
gia e sporcizia. È quindi evidente che lo spazio di frenata dipende fra l’altro dal coefficiente
di attrito dinamico fra ceppi e ruota, ovvero dal materiale con cui sono costruiti i ceppi. È
ovvio che quando i ceppi sono consumati l’attrito avviene fra materiali non adeguati e l’au-
tomobile non frena più.

Problema 5.13

Un disco, di massa m = 5 kg e raggio R = 0.14 m, ruota in un piano orizzontale attorno


ad un asse verticale passante per il suo centro O con velocità angolare ω1 = 8 rad/s. Ad un
certo istante entra in funzione un freno che esercita un momento meccanico rispetto all’asse
di rotazione di modulo MO costante – figura (a) – e la velocità angolare scende al valore ω2
nell’intervallo di tempo t = 1.6 s. Sapendo che in questo processo viene compiuto dalle
forze di attrito il lavoro W = –1.4 J, calcolare:
1) la velocità angolare finale del disco ω2

130
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

2) il modulo del momento frenante MO


Lo stesso valore ω2 viene raggiunto facendo aderire al disco, che ruota con velocità an-
golare ω1, un secondo disco – figura (b) – inizialmente fermo, di massa m ′ e raggio R′ ,
avente lo stesso asse di rotazione in modo tale che, poiché le superfici sono scabre, a regime
i due dischi ruotino con la stessa velocità angolare ω2. Calcolare:
3) il momento d’inerzia del secondo disco I′

z z
z

R`
R O R O

FAtt
(a) (b)

Soluzione

1) Fra istante iniziale e finale l’unico lavoro è fatto dalla forza di attrito del freno, per
cui il bilancio energetico è

1 2 1 2 1
W = Iω 2 − Iω1 con I = mR 2 = 0.049 kgm 2
2 2 2
da cui si ottiene la velocità angolare finale del disco
2W
ω2 = + ω12 = 2.62 rad/s
I
2) L’accelerazione angolare è data dalla legge oraria della velocità angolare per il moto
rotatorio uniformemente accelerato

ω 2 − ω1
ω 2 = ω1 + α t ⇒ α = = − 3.36 rad/s2
t
e quindi il modulo del momento meccanico frenante risulta
M O = Iα = 0.165 Nm
3) Con il secondo metodo si sviluppa fra i due dischi una forza d’attrito interna al siste-
ma che rallenta il disco in moto e accelera quello inizialmente fermo. Tale attrito scompare
nel momento in cui i due dischi hanno velocità relativa nulla e quindi si muovono con la
medesima velocità angolare. Questa forza compie lavoro, ma essendo interna non contri-
buisce alla seconda equazione cardinale, per cui di conseguenza vale la legge di conserva-

131
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

zione del momento angolare del sistema. Considerando che inizialmente il secondo disco è
fermo e alla fine i due dischi hanno la stessa velocità angolare si ottiene

dLz
M z(E ) = = 0 ⇒ Lz = cost
dt
ovvero vale la conservazione del momento angolare fra l’istante iniziale e l’istante finale in
cui i due dischi hanno la stessa velocità angolare

⎛ω ⎞
Iω1 = ( I + I ′ ) ω 2 ⇒ I ′ = I ⎜ 1 − 1⎟ = 0.101 kgm 2
⎝ ω2 ⎠

Si osservi che il processo meccanico descritto è il principio di funzionamento dei freni a


disco, anche se nel dispositivo reale invece di avvicinare un disco vengo strette attorno al
disco solidale alla ruota delle pinze recanti pastiglie di materiale con alto coefficiente di
attrito dinamico. Rispetto ai freni a tamburo, i freni a disco sono più efficienti anche perché
permettono di utilizzare una superficie di frenata più ampia. Se, come ipotizzato nel pro-
blema, le pinze si bloccassero rispetto al disco (tipicamente ciò avviene se l’attrito statico
fra suolo e ruote è insufficiente ad assicurare il rotolamento, ovvero per frenate brusche o su
bagnato), improvvisamente il coefficiente di attrito rilevante sarebbe quello fra ruote e suo-
lo, normalmente molto inferiore, e lo spazio di frenata aumenterebbe. Il sistema di sicurez-
za ABS impedisce il bloccaggio delle pinze rispetto al disco.

Problema 5.14

Un disco omogeneo di massa m1 = 10 kg e raggio R1 = 50 cm può ruotare senza attrito


attorno ad un asse verticale passante per il suo centro di massa A. Su di esso è vincolato un
secondo disco omogeneo di massa m2 = 2 kg e raggio R2 = 20 cm che può ruotare senza
attrito attorno ad un asse verticale passante per il suo centro di massa B fissato a distanza
d = 30 cm da A, Tra i dischi c'è attrito. All'istante t0 = 0 i due dischi stanno ruotando nello
stesso senso con velocità angolare ω1 = 3 rad/s e ω2 = 30 rad/s rispettivamente. Calcolare:
1) il momento angolare del sistema rispetto ad A all’istante t0 Li,A
2) la velocità angolare del sistema all’istante t1
in cui cessa il moto relativo ω
3) il modulo della reazione vincolare sul disco B all’istante t1 ΦB
4) il lavoro fatto dall’attrito nell’intervallo di tempo [t1, t0] WAtt

z z
ω1 ω2

A B

132
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

Soluzione

1) Il disco B è eccentrico rispetto al disco A e all’istante t0 è in moto rispetto ad esso. Il


suo momento angolare iniziale rispetto al polo A è dato dal teorema di König del momento
angolare. Il momento angolare del sistema rispetto ad A all’istante iniziale è quindi
        
( 
) 
Li, A = L1, A + L2, A = L1, A + L2, B + r × m2 v B = I Aω1 + ( I Bω 2 + r × m2 v B )
   
ove r = d e v B = ω1 × r , ovvero v B = ω1d , perché il punto B compie un moto circolare di
raggio d con velocità angolare ω1, e tutti i vettori sono diretti lungo l’asse di rotazione z.
I momenti d’inerzia dei dischi rispetto agli assi di rotazione passanti per il loro centro di
massa sono
⎧ 1
⎪⎪ I A = 2 m1 R1 = 1.25 kg/m
2 2


⎪ I B = 1 m2 R22 = 0.04 kg/m 2
⎪⎩ 2
per cui il modulo del momento angolare è
Li, A = I Aω1 + I Bω 2 + m2ω1d 2 = 5.49 kgm 2 / s
2) Il moto relativo termina nel momento in cui i due dischi si muovono con la stessa
velocità angolare. La forza di attrito che si sviluppa fra i dischi e la forza di reazione vinco-
lare che agisce sul disco B sono forze interne al sistema. Il momento esercitato dalla forza
peso del disco B rispetto al vincolo A è bilanciato dalla reazione vincolare in A. Pertanto il
momento angolare del sistema calcolato rispetto al polo A si conserva. All’istante finale i
due dischi sono solidali, per cui il disco B compie una rotazione attorno ad A descritta dal
momento d’inerzia per l’asse passante per A del disco B, dato dal teorema di Steiner
   
( ) 
L f , A = L1,′ A + L2,′ A = I Aω + I B + m2 d 2 ω

da cui la componente z della legge di conservazione del momento angolare porge

( )
Li, A = I Aω + I B + m2 d 2 ω ⇒ ω=
Li, A
I A + I B + m2 d 2
= 3.73 rad/s

3) A partire dall’istante t1 si annulla il moto del disco B relativo al suo centro di massa,
che inizia a compiere un moto circolare uniforme di raggio d con velocità angolare ω intor-
no al punto A. Le equazioni del moto sono pertanto, lungo la verticale z e la normale N alla
traiettoria in direzione di A,

⎧⎪ΦB, y − m2 g = 0
⎨ ⇒ ΦB = ΦB,2 y + ΦB,2 N = m22 g 2 + m22ω 4 d 2 = 21.3 N
Φ
⎩⎪ B, N = m a
2 N = m 2 ω 2
d

4) La forza di attrito è l’unica forza che compie lavoro, per cui il bilancio energetico
porge

133
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

⎡1
⎣2
1
2
( ) ⎤ ⎡1
⎦ ⎣2
1
2
1 ⎤
WAtt = ⎢ I Aω 2 + I B + m2 d 2 ω 2 ⎥ − ⎢ I Aω12 + I Bω 22 + m2ω12 d 2 ⎥ = −14.2 J
2 ⎦
ove si è sfruttato il teorema di König dell’energia cinetica per calcolare quella che compete
al disco B all’istante iniziale, ricordando che il disco B inizialmente ruota con velocità an-
golare ω2 rispetto al suo centro di massa che compie un moto circolare di raggio d con ve-
locità angolare ω1e quindi velocità vB = ω1d.

Problema 5.15

Una piattaforma circolare di raggio R = 70 cm è vincolata a ruotare attorno ad un asse


verticale passante per il suo centro di massa. Il vincolo è liscio e il momento d’inerzia della
piattaforma rispetto a tale asse è I = 1.5 kgm2. In una scanalatura liscia e simmetrica del
disco è posta una massa m = 400 g, vincolata ad una estremità di una molla ideale di massa
nulla, lunghezza a riposo trascurabile e costante elastica k = 600 N/m; l’altra estremità della
molla è fissata al centro della piattaforma. All’istante iniziale t0 la piattaforma è ferma e il
punto materiale è bloccato all’estremità della piattaforma. Viene applicato all’asse un moto-
re che esercita un momento costante M = 2 Nm. Determinare all’istante t1 in cui la piatta-
forma ha compiuto n = 88 giri:
1) l’accelerazione angolare del sistema α
2) la velocità angolare del sistema ω1
3) il modulo della reazione vincolare sul corpo m Φ
A questo punto il motore viene staccato e la massa si sblocca. Determinare all’istante t2
in cui la molla torna a riposo:
4) la velocità angolare della piattaforma ω2
5) la velocità del punto materiale v2

134
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

Soluzione

1) Tra gli istanti t0 e t1 i due corpi sono solidali con m a distanza R dall’asse e l’unica
azione esterna al sistema è quella esercitata dal motore, per cui la seconda equazione cardi-
nale porge

(
M = I + mR 2 α ) ⇒ α=
M
I + mR 2
= 1.18 rad/s2

2) L’accelerazione angolare è costante e pertanto si tratta di un moto rotatorio unifor-


memente accelerato con velocità angolare iniziale nulla. Le leggi orarie all’istante t1 sono

⎧ω1 = α t1
⎪ 1 ω12
⎨ 1 2 ⇒ 2π n = ⇒ ω1 = 4π nα = 36.1 rad/s
⎪⎩θ = 2π n = 2 α t1 2 α

3) Il corpo m è fermo rispetto alla piattaforma, ma sta compiendo un moto circolare


uniformemente accelerato di raggio R nel sistema assoluto. Su di esso agiscono la reazione
vincolare, la forza peso e la forza elastica per cui la sua equazione del moto è
   
Φ + mg + Fe = ma

ove Φ comprende le forze di reazione esercitate sul corpo m dalla piattaforma, dalla scana-
latura e dal blocco che le impedisce di scorrere lungo di essa. Le componenti dell’equazio-
ne del moto nel sistema di riferimento di figura sono
⎧Φ y + mg = 0
⎪ uN
⎨Φ N + kR = maN = mω12 R

⎩ΦT = maT = mα R
da cui le componenti e il modulo della forza di reazione vincolare sono uy uT
⎧Φ y = −mg = −3.92 N
⎪⎪
⎨Φ N = mω1 R − kR = − 55.1 N ⇒ Φ = Φ y + Φ N + ΦT = 55.2 N
2 2 2 2

⎪Φ = mα R = 0.33 N
⎪⎩ T

4) Dopo lo sblocco del corpo m e lo stacco del motore, tra gli istanti t1 e t2, la forza ela-
stica trascina il corpo m lungo la scanalatura. Durante questo spostamento si conserva il
momento angolare del sistema piattaforma–corpo se calcolato rispetto al centro della piatta-
forma, perché la forza peso e la componente verticale della forza di reazione vincolare sono
applicate in questo punto e si bilanciano, mentre la forza elastica e la reazione vincolare
della scanalatura sono forze interne al sistema. Inoltre quando la molla è tornata a riposo il
corpo m si trova al centro della piattaforma e quindi il suo contributo al momento angolare
del sistema è nullo. Quindi la conservazione del momento angolare tra gli istanti t1 e t2 por-
ge

135
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

( )
I + mR 2 ω1 = Iω 2 ⇒ ω2 =
I + mR 2
I
ω1 = 40.8 rad/s

5) Durante lo spostamento la velocità del corpo m è non è più legata a quella della piat-
taforma da alcun vincolo cinematico, perché non è più ad essa solidale. Non ci sono però
attriti, per cui si conserva l’energia meccanica del sistema
1 2 1
2
( )
1 1
kR + I + mR 2 ω12 = Iω 22 + mv22
2 2 2
da cui la velocità con cui transita m per il centro della piattaforma è

v2 =
( )
kR 2 + I + mR 2 ω12 − Iω 22
= 4.27 m/s
m

Problema 5.16

Un disco omogeneo di raggio R = 20 cm e massa m = 500 g è vincolato a ruotare attor-


no al suo centro O. Il vincolo è scabro con un momento dell'attrito pari a MAtt = 0.8 Nm. Il
disco poggia su una superficie liscia orizzontale e in corrispondenza del punto di appoggio
P è fissata al piano una molla ideale di massa trascurabile e lunghezza a riposo nulla con
costante elastica k = 100 N/m. L'altra estremità della molla è fissata ad un punto del bordo
del disco. All'istante iniziale il disco la molla è elongata di Δ fino a trovarsi con un’estre-
mità nel punto Q sull'orizzontale passante per O. Il disco viene lasciato libero. Calcolare:
1) l'accelerazione angolare iniziale del disco α
2) la reazione vincolare iniziale complessiva sul disco Φ
3) la velocità angolare del disco nell'istante in cui Q passa per P ω

R
Q O

P
x

Soluzione

1) La seconda equazione cardinale con polo in O è

    ⎡ 1 ⎤
r × Fel − M Att = IOα ⎢ con Fel = k Δ, Δ = R 2, r = R, IO = mR ⎥
2

⎣ 2 ⎦

136
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

Il modulo del momento della forza elastica è r r


  ⎛π π⎞
r × Fel = Rk Δ sen ⎜ + ⎟ Fel
⎝ 2 4⎠
π/4
e l’equazione pertanto si riduce all’equazione scalare
⎛π π⎞ ⎛π⎞
( ) 1
Rk Δ sen ⎜ + ⎟ − M Att = Rk R 2 cos ⎜ ⎟ − M Att = kR 2 − M Att = mR 2α
⎝ 2 4⎠ ⎝ 4⎠ 2
da cui si ottiene
k M
α=2 − 2 ATT = 320 rad/s2
m mR 2
2) Il centro di massa è sempre fermo per cui la prima equazione cardinale
   
Φ + Fel + mg = maG = 0
fornisce

⎧Φ x + kR = 0 ⎧Φ x = −kR = − 20 N
⎨Φ − kR − mg = 0 ⇒ ⎨Φ = kR + mg = 24.9 N ⇒ Φ = Φ x + Φ y = 31.9 N
2 2

⎩⎪ y ⎩⎪ y

3) Nello spostamento dal punto Q fino a sovrapporsi a P il disco ruota di π/2 e sull’asse
agisce l’attrito che è una forza dissipativa, per cui il bilancio energetico porge
1 1 π
I 0ω 2 − k Δ2 = −M Att
2 2 2
Sostituendo le espressioni di IO e Δ si ricava la velocità angolare in questa posizione
k M
ω= 4 − 2π Att2 = 23.4 rad/s
m mR

Problema 5.17

Una sfera omogenea S di massa mS = 5 kg ed un anello sottile A di massa mA =2 kg,


aventi entrambi raggio R = 10 cm, si trovano inizialmente in quiete su un piano inclinato
con l'orizzontale di θ= 30° scabro con coefficiente di attrito dinamico μ = 0.3. La distanza
iniziale tra i centri dei due corpi è  = 3 m e la sfera è in posizione superiore rispetto all’a-
nello. All'istante t0 = 0 i due corpi iniziano un moto di puro rotolamento e dopo un tempo t1
i corpi si toccano. Determinare, un istante prima che i corpi si tocchino:
1) l'accelerazione angolare della sfera e dell’anello αS, αA
2) la reazione vincolare sulla sfera e sull’anello ΦS, ΦA
3) l'istante t1 in cui avviene il contatto fra i corpi t1

137
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

GS ℓ

PS
GA

PA

Soluzione

1) In un moto di puro rotolamento non c’è moto relativo fra il punto di contatto del cor-
po che rotola e la superficie di appoggio, per cui il punto di contatto è istantaneamente fer-
mo rispetto a quest’ultima. È quindi possibile scrivere la seconda equazione cardinale del
corpo che rotola indifferentemente scegliendo come polo il punto di contatto, che è fermo,
o il centro di massa del corpo. Nel punto di contatto fra superficie e corpo deve pertanto
essere presente una forza di attrito di tipo statico che fornisce il momento meccanico neces-
sario a causare la rotazione. Osserviamo che scegliendo come polo il centro di massa si
deve considerare il momento della forza di attrito statico generalmente incognita, mentre
scegliendo come polo il punto di contatto quest’ultima ha braccio nullo e quindi non ha
momento meccanico. È quindi spesso conveniente scegliere il punto di contatto come polo
rispetto al quale calcolare la seconda equazione cardinale. Indichiamo rispettivamente con
PS e PA i due punti di contatto, ovvero i poli rispetto ai quali calcolare la seconda equazione
cardinale che pertanto è per i due corpi
  
⎧⎪ PS GS × mS g = I P α S
S
⎨   
⎪⎩ PA GA × mA g = I PA α A
con, utilizzando il teorema di Steiner,
⎧ 2 7
⎪ I PS = I GS + mS R = 5 mS R + mS R = 5 mS R = 0.07 kgm
2 2 2 2 2


⎪ I P = I G + mA R 2 = mA R 2 + mA R 2 = 2mA R 2 = 0.04 kgm 2
⎩ A A

Allora, per la componente lungo l’asse di rotazione della seconda equazione cardinale, si ha

⎧ mS gR sen θ
⎧⎪ mS gR sen θ = I PS α S ⎪α S = I
= 35 rad/s2
⎪ PS
⎨ ⇒ ⎨
⎩⎪ mA gR sen θ = I PA α A ⎪α A = A sen θ = 24.5 rad/s2
m gR
⎪⎩ I PA

138
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

2) La condizione di puro rotolamento, che esprime la mancanza di moto relativo nel


punto di contatto, fra i moduli delle velocità è vG = ω R . Derivando rispetto al tempo si
ricava analoga relazione fra l’accelerazione angolare del corpo e quella del suo centro di
massa aG = α R . La prima equazione cardinale e le sue componenti per i due corpi sono
pertanto

   ⎪⎧Φx,S + mS g sen θ = mS aG,S = mSα S R


ΦS + mS g = mS aG,S ⇒ ⎨
⎩⎪Φy.S − mS g cos θ = 0

   ⎧⎪Φx, A + mA g sen θ = mA aG, A = mAα A R


ΦA + mA g = mA aG, A ⇒ ⎨
⎪⎩Φy, A − mA g cos θ = 0

e il modulo delle due reazioni vincolari è rispettivamente


⎧Φ = Φ 2 + Φ 2 =
⎪ S x,S y,S ( mSα S R − mS g sen θ )2 + ( mS g cos θ )2 = 43 N

⎪ΦA = Φx,2 A + Φy,2 A =
⎩ ( mAα A R − mA g sen θ )2 + ( mA g cos θ )2 = 17.7 N
3) La distanza che la sfera deve percorrere nel sistema relativo dell’anello per raggiun-
gerlo è d =  − 2R = 2.8 m ed essa compie un moto uniformemente accelerato con accele-
razione relativa all’anello pari a aS′ = aG,S − aG, A = α S R − α A R = 1.05 m/s2 , per cui

1 2d
d= aS′ t12 ⇒ t1 = = 2.31 s
2 aS′

Problema 5.18

Una sfera di massa mS = 3 kg e raggio R = 30 cm è collegata, attraverso una molla idea-


le di massa nulla e costante elastica k = 200 N/m agganciata al suo centro, ad un blocco di
massa mB = 2 kg. Il piano su cui appoggiano i due corpi è scabro e i coefficienti di attrito
dinamico e statico fra piano e blocco sono rispettivamente μd = 0.3 e μs = 0.5. Inizialmente
il sistema è fermo e la molla è a riposo. La sfera inizia un moto
 di puro rotolamento quando

viene applicata al suo centro di massa C una forza costante F = Fu x con F = 20 N. Deter-
minare, nell’istante in cui il blocco inizia a muoversi:
1) la deformazione della molla Δx
2) la velocità angolare della sfera ω
3) l’accelerazione del centro di massa del sistema aG
4) la forza di attrito agente sulla sfera Fs

mB mS
R F
C
μd, μs P
x

139
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

Soluzione

1) Il blocco si mette in movimento quando la componente lungo la direzione del moto


della forza che agisce su di esso supera la forza di attrito statico massima che si può eserci-
tare fra blocco e pavimento. La condizione di distacco è

μS mB g
k Δ x − FSmax = k Δ x − μS mB g = 0 ⇒ Δ x = = 4.9 cm
k

2) Nell’intervallo di tempo fra l’istante in cui si applica la forza F e l’istante in cui il
blocco inizia a muoversi le uniche forze che compiono lavoro sono la forza elastica e la
forza F, perché l’attrito statico che agisce sui due corpi non compie lavoro. Il bilancio
energetico quindi è

FΔx =
1
2
( ) 1
I C + mS R 2 ω 2 + k Δ x 2
2
⎛ 2 2⎞
⎜⎝ I C = mS R ⎟⎠
5

ove si è sfruttato il fatto che il puro rotolamento può essere interpretato come una rotazione
istantanea attorno al punto di contatto. La velocità angolare è

5 2F Δ x − k Δ x 2
ω= = 1.98 rad/s
7 mS R 2
3) Il blocco inizia a muoversi e su di esso inizia ad agire una forza di attrito dinamico.
La seconda equazione cardinale per la sfera – con polo il punto di contatto P – e l’equazio-
ne del moto del blocco sono

( )7 2 ⎛ aS ⎞
⎪ FR − k Δ xR = I C + mS R α = mS R ⎜⎝ ⎟⎠

2
5 R
⎪k Δ x − μ m g = m a
⎩ d B B B

per cui le accelerazioni dei due corpi sono


⎧ 5 F − kΔx
⎪aS = 7 m = 2.43 m/s2
⎪ S

⎪aB = k Δ x
− μd g = 1.96 m/s2
⎪⎩ mB
e l’accelerazione del centro di massa del sistema è
mS aS + mB aB
aG = = 2.24 m/s 2
mS + m B
4) La prima equazione cardinale per la sfera porge
F + FS − k Δ x = mS aS ⇒ FS = k Δ x − F + mS aS = −2.91 N

oppure si può utilizzare la prima equazione cardinale di tutto il sistema, per cui la forza
elastica è interna al sistema, ricavando

140
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

F + FS − μ mB g = ( mS + mB ) aG ⇒ FS = μ mB g − F + ( mS + mB ) aG = −2.91 N

Problema 5.19

Un disco omogeneo di massa m = 1 kg e raggio R = 0.2 m è appoggiato su un piano


scabro. Il suo centro di massa è collegato con una molla ideale di lunghezza a riposo trascu-
rabile e costante elastica k = 10 N/m fissata al piano come in figura. All'istante iniziale la
molla è allungata di Δ = 0.5 m e il disco è fermo. Lasciato libero, il disco si muove con
moto di puro rotolamento. Calcolare :
1) l'accelerazione iniziale del disco aG
2) la forza di attrito sul piano allo stesso istante FS
3) la velocità del disco quando la molla è alla minima deformazione vG

y
G

Q P x
d

Soluzione

1) In un moto di puro rotolamento è possibile scrivere la seconda equazione cardinale


del corpo che rotola scegliendo indifferentemente come polo il punto di contatto Q o il cen-
tro di massa del corpo G. Osserviamo che solo la forza elastica ha momento non nullo ri-
spetto al punto di contatto, mentre rispetto a G esiste anche il momento della forza di attri-
to. È quindi conveniente scegliere come polo il punto di contatto rispetto al quale la secon-
da equazione cardinale è
  
r × Fel = IQα
 
essendo r = Ru y il vettore posizione del centro di massa G rispetto al punto di contatto Q.
L’espressione della forza elastica all’istante iniziale, tramite le sue componenti x e y, è
  
Fel = kd u x − kR u y ove d = Δ2 − R 2 = 0.458 m

Quindi la seconda equazione cardinale, osservando che tutto va come se il puro rotola-
mento fosse una rotazione istantanea attorno al punto di contatto, per cui IQ = I G + mR 2 per
il teorema di Steiner, porge

(
kdR = I G + mR 2 α)

141
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

ove
1
I G == mR 2
2
per cui si ottiene, applicando la condizione di puro rotolamento
kdR 2kd
aG = α R = R= = 3.05 m/s2
3 2 3m
mR
2
2) La forza di attrito agente su un corpo in moto di puro rotolamento è una forza di attri-
to statico, per cui la prima equazione cardinale per il disco è
    
Fel + Mg + N + FS = maG
la cui componente orizzontale porge

FS + kd = maG ⇒ FS = maG − kd = −1.53 N

ove il segno negativo implica che è rivolta in direzione opposta a quella del moto.
In alternativa si può scegliere come polo per l’applicazione della seconda equazione cardi-
nale il centro di massa G del disco. L’unica forza con momento non nullo rispetto a G è la
forza di attrito statico, per cui la seconda equazione cardinale con questa scelta porge, indi-
cando in questo caso con FS il modulo della forza di attrito statico,

1 a maG
FS R = I Gα = mR 2 G ⇒ FS = = 1.53 N
2 R 2
La direzione è verso sinistra in quanto FS è l’unica forza responsabile della rotazione oraria
del disco.
3) La minima deformazione è pari al raggio e si ha quando il corpo passa per P. Appli-
cando la legge di conservazione dell’energia fra la posizione iniziale e quella di minima
deformazione si ottiene, ricordando che la forza di attrito statico non compie lavoro,
1
2
1
2
1
(
k Δ2 = kR 2 + I G + mR 2 ω 2
2
)
da cui

vG = ω R = R
(
k Δ2 − R 2 )= (
2 k Δ − R
2 2
)
= 1.18 m/s
I G + mR 2
3 m

Problema 5.20

Una sfera omogenea di massa m = 5 kg è appoggiata su un piano scabro inclinato di un


angolo θ = 30˚ con l'orizzontale. L'asse orizzontale passante per il suo centro di massa è
collegato con una molla ideale di massa nulla e di costante elastica k = 200 N/m fissata co-
me in figura. All'istante iniziale la sfera è tenuta ferma con la molla elongata di Δ = 0.5 m.
Si rimuove il fermo e l’attrito statico è sufficiente a garantire che la sfera si muova con mo-
to di puro rotolamento. Calcolare:

142
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

1) l'accelerazione iniziale della sfera aG


2) la velocità del centro di massa della sfera
quando la molla è compressa di Δ1 = 0.2 m vG
3) il modulo della forza di attrito agente nel punto di contatto FS

G
P

Soluzione

1) Scegliendo come polo il punto di contatto P, rispetto al quale la forza di attrito statico
ha momento meccanico nullo, la seconda equazione cardi-
nale è
π/2 r
    
r × Fel + r × mg = I Pα r
Fe π−θ
ovvero lungo l’asse di rotazione
mg
(
k ΔR − mg sen θ R = I G + mR 2 α ) ⎛ 2 2⎞
⎜⎝ I G = mR ⎟⎠
5
Imponendo la condizione cinematica di puro rotolamento aG = α R e sostituendo
IG, si ricava
5 k Δ − mg sen θ
aG = = 10.8 m/s2
7 m
2) L’attrito statico non compie lavoro, per cui si conserva l’energia meccanica nello
spostamento fra le due posizioni. Scegliendo come zero dell’energia potenziale gravitazio-
nale la posizione di riposo della molla e osservando che inizialmente essa è elongata e nella
posizione finale è compressa si ha
1
2
1
2
( 1
)
k Δ2 − mgΔ sen θ = I G + mR 2 ω 2 + k Δ12 + mgΔ1 sen θ
2
Imponendo la condizione cinematica di puro rotolamento vG = ω R si ricava

vG =
5⎡k

7 ⎣m
( ) ⎤
Δ2 − Δ12 − 2g sen θ ( Δ + Δ1 ) ⎥ = 1.05 m/s

3) Orientando l’asse x verso l’alto lungo il piano inclinato, la componente x della prima
equazione cardinale della sfera porge

143
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

k Δ − mg sen θ + FS = maG ⇒ FS = maG − k Δ + mg sen θ = − 21.5 N

agente verso il basso.


In alternativa si può scegliere come polo il centro di massa della sfera: l’unica forza che
ha momento meccanico rispetto a G è la forza di attrito, per cui

2 ⎛a ⎞ 2
FS R = I Gα = mR 2 ⎜ G ⎟ ⇒ FS = maG = 21.5 N
5 ⎝ R⎠ 5

Con questo metodo si può calcolare solo il modulo della forza d’attrito: per determinar-
ne il verso bisogna osservare che la sfera compie
 un moto orario sotto l’azione del solo
momento della forza d’attrito e di conseguenza FS è diretta verso il basso.

Problema 5.21

Il corpo di massa m1 = 3 kg mostrato in figura è collegato, tramite un filo inestensibile di


massa nulla ed una carrucola liscia, al centro di un disco pieno omogeneo di massa
m2 = 10 kg che può rotolare senza strisciare su un piano scabro inclinato di θ = 30°. Il cor-
po è collegato anche ad una molla ideale di massa nulla fissata al suolo. La molla, inizial-
mente a riposo, ha costante elastica k = 100 N/m. Il sistema viene lasciato libero di muo-
versi e il disco scende con moto di puro rotolamento lungo il piano inclinato. Calcolare
nell’istante in cui la molla è elongata di Δ = 10 cm i moduli delle seguenti grandezze:
1) accelerazione del disco aC
2) spostamento del centro di massa del sistema disco – corpo ΔrG
3) velocità del centro di massa del disco vC

C m2

P
m1

Soluzione

1) L’accelerazione scalare con cui scende il centro del disco e l’accelerazione scalare
con cui sale il corpo m1 sono uguali. L’equazione del moto del corpo m1 e la seconda equa-
zione cardinale del disco rispetto al punto di contatto nel momento in cui la molla è elonga-
ta di Δ sono

144
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

⎧T − m1g − k Δ = m1aC



( 2 3
) 2 ⎛ aC ⎞
⎪−TR + m2 gR sen θ = I C + m2 R α = 2 m2 R ⎜⎝ R ⎟⎠

dove per il disco abbiamo usato il teorema di Huygens-Steiner e la condizione di puro roto-
lamento aC = αR. Il sistema diventa
⎧T − m1g − k Δ = m1aC

⎨ 3
⎪⎩−T + m2 g sen θ = 2 m2 aC

e sommando membro a membro si ricava


2 ( m2 g sen θ − m1g − k Δ )
aC = = 0.53 m/s2
2m1 + 3m2
2) rispetto a qualsiasi origine lo spostamento del centro di massa di un sistema di due
corpi è
⎧ m1Δ x1 + m2 Δ x2
⎪ Δ xG = m1 + m2


⎪ Δ yG = m1Δ y1 + m2 Δ y2
⎪⎩ m1 + m2
Nel problema in esame gli spostamenti sono

⎧ Δ x1 = 0 ⎧ Δ x2 = Δ cos θ
⎨ e ⎨
⎩ Δ y1 = Δ ⎩ Δ y2 = − Δ sen θ
per cui

⎧ m2 Δ cos θ
⎪ Δ xG = m + m = 6.66 cm
⎪ 1 2
⎨ ⇒ ΔrG = Δ xG2 + Δ yG2 = 6.84 cm
⎪ Δ yG = m Δ  − m Δ  sen θ
1 2
= −1.54 cm
⎪⎩ m1 + m2

3) Si conserva l’energia meccanica, perché la forza di attrito statico agente in P non


compie lavoro, e la velocità del punto C è la stessa del corpo m1

0=
1
2
( ) 1 1
I C + m2 R 2 ω 2 + m1vC2 + k Δ2 + m1gΔ − m2 gΔ sen θ
2 2
per cui, ricordando la condizione cinematica di puro rotolamento vC = ωR, si ottiene
2 Δ
vC =
3m2 + 2m1
( 2m2 g sen θ − 2m1g − k Δ) = 0.4 m/s

145
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

Problema 5.22

Un filo inestensibile di massa trascurabile è avvolto su una carrucola scabra di massa


m = 2 kg a forma di disco omogeneo di raggio R = 15 cm fissata nel suo centro di massa. Ai
due capi della fune sono collegati due punti materiali di massa m1 = 300 g e m2 = 150 g
inizialmente a distanza d = 3m lungo la verticale com m1 in alto rispetto ad m2. Il filo non
striscia sulla carrucola, trascinandola quindi nel suo moto, e il sistema viene lasciato libero
di muoversi con velocità iniziale nulla. Calcolare:
1) il modulo dell’accelerazione dei due corpi a
2) il tempo necessario perché i due corpi si trovino
alla medesima altezza t
3) la velocità angolare della carrucola all’istante t ω

O
T1 m T2

m1

m2

Soluzione

1) L’equazione del moto di un qualsiasi tratto di filo a contatto con la carrucola è


   
T1 + T2 + FAtt = mfilo afilo = 0
in quanto la massa del filo è nulla. Allora, nonostante le condizioni di massa trascurabile e
di inestensibilità del filo, l’esistenza di attrito fra filo e disco comporta che la tensione non
sia la stessa lungo tutto il filo. La condizione che il filo non strisci sulla carrucola comporta
che l’attrito è statico e non c’è moto relativo fra carrucola e filo, per cui i moduli dell’acce-
lerazione e della velocità dei punti del filo e della carrucola in contatto fra loro sono gli
stessi. In pratica il moto della carrucola è un puro rotolamento della stessa sul filo. L’attrito
statico fra filo e carrucola è una forza interna al sistema filo–carrucola e quindi il momento
meccanico complessivo che esercita è nullo. Le equazioni del moto della carrucola e dei
punti materiali sono allora, prendendo come polo il centro O del disco,

146
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

    
⎧r1 × T1 + r2 × T2 = IOα
⎪  
⎨T1 + m1g = m1a1
⎪  
⎩T2 + m2 g = m2 a2
con r1 = r2 = R . Osservando che m1 scende e m2 sale e imponendo la condizione che l’ac-
celerazione dei corpi coincida con l’accelerazione tangenziale aT = α R dei punti periferici
della carrucola , si ha nel sistema di riferimento di figura
⎧ 1
⎪T1 R − T2 R = IOα = 2 mR α
2
z
⎪⎪
⎨−T1 + m1g = m1a x
⎪−T2 + m2 g = −m2 a
⎪ y
⎪⎩a = α R
Risolvendo il sistema di quattro equazioni nelle quattro incognite α, a, T1 e T2, si
ricava il modulo dell’accelerazione dei corpi m1 e m2
2g ( m1 − m2 )
a= = 1.01 m/s2
m + 2m1 + 2m2
2) Si può osservare che i due corpi si incontreranno dopo aver percorso ciascuno il tratto
d/2 con accelerazione costante a, per cui

d 1 2 d
= at ⇒ t= = 1.72 s
2 2 a

Oppure si può calcolare il tempo utilizzando i moti relativi, infatti nel sistema relativo ad
m2 si ha
  
a1′ = a1 − aT con a1 = a e aT = a2 = −a

per cui
a1′ = 2a
e, trattandosi di un moto uniformemente accelerato

1 2 2d d
d= a1′t ⇒ t= = = 1.72 s
2 a1′ a

3) Poiché non c’è strisciamento la forza di attrito agente è una forza di attrito statico e
non compie lavoro. Si conserva quindi l’energia meccanica
1 1 1 d d
IOω 2 + m1v 2 + m2 v 2 − m1g + m2 g = 0
2 2 2 2 2
ove la velocità dei corpi è data da v = ω R , per cui

147
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

m1gd − m2 gd m1gd − m2 gd
ω= = = 11.6 rad/s
IO + m1 R 2 + m2 R 2 1
mR + m1 R + m2 R
2 2 2
2

Problema 5.23

Una cordicella inestensibile di massa trascurabile è avvolta intorno alla circonferenza di


raggio R = 2 cm di un oggetto a simmetria cilindrica di massa m = 10 g, il cui momento
d’inerzia rispetto all’asse di simmetria passante per il suo centro di massa è IG = 30 gcm2.
Determinare, ipotizzando velocità iniziale nulla:
1) l’accelerazione del centro di massa dell’oggetto
mentre la cordicella si svolge aG
2) la tensione della cordicella mentre si svolge T
3) la velocità angolare dell’oggetto dopo un giro completo ω

G
R

Soluzione

1) Il moto dell’oggetto è un puro rotolamento sulla superficie definita dal filo in quanto
non c’è moto relativo nel punto di contatto. Scegliendo come polo G, le equazioni del moto
mentre la cordicella si svolge sono, aggiungendo la condizione di puro rotolamento,

⎧ mg − T = maG ⎧ mg − T = maG
⎪ ⎪
⎨TR = I Gα ⇒ ⎨ I Gα I G aG I G
⎪a = α R ⎪⎩T = R = R R = R 2 aG
⎩ G
Sommando membro a membro si ottiene

IG mR 2
mg = maG + aG ⇒ aG = g = 5.6 m/s2
R2 mR + I G
2

2) Utilizzando le equazioni precedenti, la tensione del filo è


IG
T= aG = 0.042 N
R2
3) In un giro completo si svolge la quantità di filo  = 2π R , che corrisponde alla varia-
zione di altezza del centro di massa dell’oggetto. Non essendoci forze dissipative vale la

148
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

legge di conservazione dell’energia. Ricordando che si tratta di una rototraslazione per cui
l‘energia cinetica è data dal teorema di König, si ha
1 1
mvG2 + I Gω 2 − mg2π R = 0
2 2
per cui, utilizzando la relazione cinematica di puro rotolamento vG = ωR, si ha

4π mgR
ω= = 59.3 rad/s
I G + mR 2
In alternativa si può osservare che
aG
α= = 280 rad/s2
R
costante, per cui il moto è rotatorio uniformemente accelerato. Dopo un giro

⎧ 1 2
⎪2π = α t
⎨ 2 ⇒ ω = 4πα = 59.3 rad/s
⎪⎩ω = α t

Problema 5.24

Una slitta di massa m1 = 10 kg si muove con velocità v = 5 m/s su un piano orizzontale


liscio. Su un asse verticale passante per il suo suo centro C è incernierato il centro C ′ di
una sbarretta sottile di massa m2 = 0.6 kg e lunghezza  = 0.4 m, che ha due palline punti-
formi di massa m = 0.2 kg fissate ai suoi estremi. La sbarretta sta ruotando senza attrito in
un piano orizzontale con velocità angolare ω = 20 rad/s. Ad un certo istante si applica alla
slitta una forza frenante F fino a fermarla. Utilizzando un sistema di riferimento solidale al
piano su cui scorre la slitta, calcolare:
1) l’energia cinetica del sistema delle quattro masse
prima della frenata Ec
2) la variazione di quantità di moto subita dal sistema nella frenata Δp
3) il lavoro compiuto dalla forza F nella frenata W
4) il momento frenante (costante) che si dovrebbe applicare
alla sbarretta in rotazione per fermarla nel tempo t = 10 s M

z
ω y
C′
v
v
C C′ x
x

Soluzione

1) L’energia cinetica è data dalla somma dell’energia cinetica della slitta e dell’energia

149
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

cinetica del corpo, ovvero il manubrio, in rotazione, dove quest’ultima può essere scritta
utilizzando il teorema di König dell’energia cinetica
1
Ec = Ec,slitta + Ec,corpo = Ec,slitta + Ec,corpo
′ + M vG2 =
2
1 1 1
= m1v 2 + I C ′ω 2 + ( m2 + 2m ) v 2 = 142.3 J
2 2 2
dove la velocità della slitta e la velocità del centro di massa coincidono, in quanto sono
solidali, e il momento d’inerzia del corpo in rotazione per un asse passante per il suo centro
di massa C ′ è
2
1 ⎛ ⎞
IC ′ = m2 2 + 2m ⎜ ⎟ = 2.4 × 10 −2 kgm 2
12 ⎝ 2⎠
2) All’istante finale il centro di massa del sistema è fermo, per cui la variazione di quan-
tità di moto è data da
Δ p = p f − pi = 0 − M vG = − ( m1 + m2 + 2m ) v = − 55 kgm/s
3) La forza agisce sulla slitta e, in assenza d’attrito, non viene trasmessa alla sbarretta
che continua a ruotare. Quindi varia solo l’energia cinetica di traslazione (che si annulla),
mentre l’energia cinetica di rotazione resta invariata. Utilizzando il teorema delle forze vive
abbiamo dunque
⎛1 ⎞ ⎛1 1 ⎞
W = Δ Ec = Ec, f − Ec,i = ⎜ I C ′ω 2 ⎟ − ⎜ I C ′ω 2 + ( m1 + m2 + 2m ) v 2 ⎟ = −137.5 J
⎝2 ⎠ ⎝2 2 ⎠
3) Poiché il momento meccanico frenante è costante, si tratta di un moto circolare uni-
formemente accelerato. La seconda equazione cardinale porge infatti

M
M = I C ′α = cost ⇒ α = = cost
IC

Utilizzando quindi la legge oraria del moto circolare uniformemente accelerato si ricava

ω
0 = ω + αt ⇒ α = − = − 2 rad/s2
t
per cui il momento frenante è infine
M = I C ′α = − 4.8 × 10 −2 Nm

Problema 5.25

Il corpo di massa m1 = 3 kg mostrato in figura è collegato, tramite un filo inestensibile di


massa nulla ad una molla ideale di massa nulla fissata ad una parete verticale. La molla è
inizialmente elongata di Δ = 20 cm e ha costante elastica k = 800 N/m. La fune passa su
un disco pieno omogeneo di massa m = 10 kg imperniato senza attrito nel suo centro di

150
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

massa,. L’angolo nella figura è θ = 30°. All'istante t0 = 0 il sistema viene lasciato libero di
muoversi: il corpo m1 si muove verso l’alto e il disco viene trascinato dalla fune senza stri-
sciare, poiché c’è attrito fra fune e disco. Calcolare:
1) l'accelerazione iniziale del corpo m1 a
2) il modulo della reazione vincolare del perno del disco ΦC
3) la velocità del corpo m1 quando la molla torna a riposo v

x
z

T2
θ

m
C
T1

m1

Soluzione

1) Esiste un attrito statico tra fune e disco che implica che le tensioni della fune sono
diverse sui due tratti di filo prima e dopo il disco come nel problema 5.22. Il sistema è
composto da disco, corpo m1 e molla, di massa trascurabile, le cui equazioni del moto sono
rispettivamente
⎧ 1 2 ⎛ a⎞ 1
⎪T2 R − T1 R = I C α = 2 mR ⎜⎝ R ⎟⎠ = 2 mRa
⎪⎪
⎨T1 − m1g = m1a
⎪T − k Δ = m
⎪ 2 molla amolla = 0
⎩⎪

151
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

Nella seconda equazione cardinale del disco, scritta rispetto al polo fisso C rispetto al quale
la reazione vincolare ha momento nullo, abbiamo utilizzato il fatto che un punto sulla sua
periferia ha accelerazione tangenziale aT = αR uguale all’accelerazione a del corpo m1. Dal-
la seconda e dalla terza equazione si ricavano le tensioni
⎧T1 = m1 ( g + a )

⎩T2 = k Δ
che sostituite nella prima equazione permettono di ricavare l’accelerazione
2k Δ − 2m1g
a= = 16.3 m/s2
m + 2m1
2) Il centro di massa del disco resta fermo, per cui la prima equazione cardinale del di-
sco è
   
ΦC + mg + T1 + T2 = 0
y
ove T2
θ x
⎧T1 = m1 ( g + a ) = 78.3 N
⎨ T1, mg
⎩T2 = k Δ = 160 N
La reazione vincolare è quindi

⎧⎪ΦC, x = T2 cos θ = 138.6 N


⎨ ⇒ ΦC = ΦC,2 x + ΦC,2 y = 169 N
Φ
⎩⎪ C, y = mg + T1 − T2 sin θ = 96.3 N

3) Non ci sono forze dissipative, perché il vincolo in C è liscio e l’attrito fra fune e di-
sco è di tipo statico, per cui si può applicare la legge di conservazione dell’energia mecca-
nica, osservando che quando la molla torna a riposo il corpo m1 si è alzato di Δ,
1 1 1
k Δ2 = m1v 2 + I C ω 2 + m1gΔ
2 2 2
che, ricordando che v = ω R, perché il disco viene trascinato dalla fune senza strisciamen-
to, porge la velocità del corpo m1

2k Δ2 − 4m1gΔ
v= = 1.59 m/s2
m + 2m1

Problema 5.26
Due dischi omogenei A e B di diverso materiale e di raggi RA = 0.5 m,e RB = 0.4 m
hanno rispettivamente momenti d’inerzia, rispetto agli assi di simmetria passanti per i loro
centri di massa O e O ′, IA = 0.5 kgm2 e IB = 0.48 kgm2. Ciascuno di essi è vincolato a ruo-
tare senza attrito attorno a questi assi con i centri di massa O e O ′ vincolati. Tra i due di-
schi, che sono in contatto, si sviluppa una forza d’attrito di modulo FAtt costante incognita.
Inizialmente il disco B è tenuto bloccato mentre il disco A viene messo in rotazione da un

152
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido

motore. All’istante t0 = 0, in cui la velocità angolare del disco A è ω0,A = 10 rad/s, si stacca
il motore e si sblocca il disco B. Determinare:
1) la velocità angolare dei due dischi all’istante t1 in cui
i due dischi ruotano senza strisciare l’uno rispetto all’altro ωA, ωB
2) il lavoro compiuto dalla forza d’attrito nel tempo t1 WAtt
3) la variazione del momento angolare subìta dal sistema
dei due dischi nel tempo t1 rispetto al polo O ΔL

ω0,A

RA RB
O O`

A B
Soluzione

1) Nel momento in cui si stacca il motore e si lascia libe- ωA


ro il disco B la forza di attrito, uguale e opposta sui due
dischi per il principio di azione e reazione, frena il disco FAtt,A
A (α A < 0 ) e mette in moto il disco B (α B > 0 ) . I
momenti esercitati dalla forza di attrito sui due dischi rA rB
rispetto al loro centro di massa sono opposti in dire-
zione, per cui la rotazione del disco B avviene in sen-
so opposto rispetto al disco A. La seconda equazione
cardinale dei dischi A e B per il polo O e O ′ rispetti-
vamente è pertanto FAtt,B ωB
⎧ FAtt RA
⎧−FAtt RA = I Aα A ⎪α A = − I = cost
⎪ A
⎨ ⇒ ⎨
⎩ FAtt RB = I Bα B ⎪α B = FAtt RB == cost
⎪⎩ IB

I due dischi si muovono pertanto di moto rotatorio uniformemente accelerato per cui al-
l’istante t1 le loro velocità angolari sono
⎧ω A = ω 0, A + α A t1

⎩ω B = α B t1
dalle quali si ricava

ωB ωB
t1 = ⇒ ω A = ω 0, A + α A
αB αB

153
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5

Dalle espressioni delle accelerazioni angolari si ottiene


αA R I
=− A B
αB RB I A
per cui la velocità angolare del disco B è
RA I B
ω A = ω 0, A − ωB
RB I A
e, poiché i due dischi all’istante t1 non strisciano l’uno sulla superficie dell’altro, non ci
deve essere moto relativo fra i punti delle due superfici a contatto ovvero si verifica una
sorta di puro rotolamento di entrambi i dischi in cui i due punti di contatto non sono fermi
nel sistema assoluto, bensì fermi l’uno rispetto all’altro. Pertanto i punti di contatto hanno
la stessa velocità assoluta
vA = vB ⇒ ω A RA = ω B RB

Si ricava

⎧ ω 0, A
⎧ RA ⎪ω A = = 4 rad/s
⎪ω B = ω A R ⎪⎪ R2 I
1 + A2 B
⎪ B
⎨ ⇒ ⎨ RB I A
⎪ω A = ω 0, A − RA I B RA ω A ⎪ R
⎪⎩ RB I A RB ⎪ω B = ω A A = 5 rad/s
⎪⎩ RB

2) Nel bilancio energetico non c’è variazione di energia potenziale per cui il lavoro della
forza d’attrito è pari alla variazione di energia cinetica
⎛1 1 ⎞ ⎛1 ⎞
WAtt = ⎜ I Aω A2 + I Bω B2 ⎟ − ⎜ I Aω 0,2 A ⎟ = −15 J
⎝2 2 ⎠ ⎝ 2 ⎠
3) I momenti angolari dei due dischi rispetto al loro centro sono diretti parallelamente
all’asse di rotazione z, ma con verso opposto perché ruotano in versi opposti. Pertanto
 
⎪⎧ LA,O = I Aω A u z
⎨ 
⎩⎪ LB,O ′ = −I Bω B u z
Si tratta di un sistema a due vincoli fissi, per cui per calcolare il momento angolare è indif-
ferente quale scegliere come polo. Scegliendo il polo O, Il momento angolare del disco B
rispetto ad O, utilizzando il teorema di König, è
    
LB,O = LB,O ′ + OO′ × mB vO ′ = LB,O ′
perché il centro di massa è fermo. Allora la variazione di momento angolare fra t0 e t1 è
 
( 
) 
Δ LO = ( I Aω A − I Bω B ) u z − ( I Aω 0 A ) u z = − 5.4 kgm 2 /s u z
Si osservi che si tratta di un sistema a due vincoli, per cui non esiste alcun polo per cui si
possa scrivere la legge di conservazione del momento angolare.

154
Capitolo 6

Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto


Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

Problema 6.1

Un uomo che si trova su un carrello che si muove su un piano liscio con velocità
v0 = 2 m/s spara in direzione orizzontale un proiettile di massa m = 20 g colpendo un bersa-
glio posto a distanza d = 100 m dal carrello al momento dell'esplosione. Sapendo che l’uo-
mo resta solidale al carrello, che la massa totale carrello–uomo–pistola è M = 200 kg e la
velocità del proiettile relativa al carrello dopo l'esplosione è v2′ = 300 m/s, calcolare, tra-
scurando lo spostamento verso il basso del proiettile dovuto alla forza peso:
1) la velocità con cui si muove il carrello dopo l’esplosione v1
2) l’impulso subito dal proiettile i
3) il tempo necessario a colpire il bersaglio t

d
v`2

v0

Soluzione

1) La forza di origine chimica che causa l’esplosione è interna al sistema carrello–uo-


mo–pistola–proiettile , per cui nell’esplosione si conserva la quantità di moto
M v1 + mv2 = ( m + M ) v0
Inoltre la velocità assoluta del proiettile dopo lo sparo è
v2 = v2′ + v1
Quindi la velocità del carrello è

M v1 + m ( v2′ + v1 ) = ( m + M ) v0 ⇒ v1 =
( m + M ) v0 − mv2′ = 1.97 m/s
M +m
ovvero il carrello prosegue il suo moto in direzione del bersaglio con velocità ridotta.
2) L’impulso subito dal proiettile è pari alla sua variazione di quantità di moto.
i = Δ p2 = mv2 − mv0 = m ( v2′ + v1 − v0 ) = 6 Ns
oppure, poiché per il principio di azione e reazione l’impulso subito dal proiettile è eguale e
contrario a quello subito dal sistema carrello–uomo–pistola, è
i = − Δ p1 = − ( M v1 − M v0 ) = 6 Ns
3) Dopo l’esplosione la velocità del proiettile lungo l’orizzontale è costante, perché
l’unica forza agente è la forza peso diretta lungo la verticale,per cui utilizzando la legge
oraria del moto uniforme si ottiene

157
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

d
d = v2 t = ( v2′ + v1 ) t ⇒ t = = 0.33 s
v2′ + v1

Problema 6.2

Un uomo di massa m = 80 kg si trova su un carrello di massa mA = 200 kg posto su un


binario orizzontale privo di attrito; un secondo carrello di massa mB = 300 kg è posto sullo
stesso binario e collegato al primo carrello tramite una molla ideale. Inizialmente i carrelli
sono in quiete e la molla è a riposo. L’uomo salta dal carrello in direzione parallela al bina-
rio con velocità relativa al carrello v ′ = 5 m/s. Determinare:
1) la velocità assoluta dell’uomo e di ciascuno dei due carrelli
immediatamente dopo il salto v, vA, vB
2) il lavoro compiuto dall’uomo nell’effettuare il salto W
3) la costante elastica della molla se la sua compressione
massima è Δx = 10 cm k

v̀`

Soluzione

1) Saltando l’uomo genera una forza impulsiva interna al sistema che mette in moto il
primo carrello. Il secondo carrello non subisce tale forza, perché la molla non costituisce un
vincolo rigido e quindi non trasmette la forza impulsiva. Infatti nell’istante successivo al
salto la molla è ancora a riposo e non trasmette alcuna forza, per cui vB = 0. Si conserva
pertanto la quantità di moto del sistema uomo-carrello A che nel sistema assoluto è
0 = mv + mA v A
La velocità assoluta dell’uomo è data da
v = v′ + vA
per cui

⎧ mv′
⎪ v A = − m + m = −1.43 m/s
⎪⎪ A
m ( v ′ + v A ) + mA v A = 0 ⇒ ⎨ v = v ′ + v A = 3.57 m/s
⎪v = 0
⎪ B
⎩⎪

158
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

2) Il lavoro fatto dall’uomo è un lavoro interno: viene trasformata energia potenziale di


tipo chimico in energia cinetica per cui il lavoro è pari alla variazione di energia cinetica
⎡1 1 ⎤
W = ⎢ mv 2 + mA v A2 ⎥ − [ 0 ] = 714 J
⎣2 2 ⎦
3) Il salto è istantaneo, per cui il carrello B non si muove immediatamente, né la molla
si comprime subito. Dall’istante immediatamente successivo all’urto l’uomo non influisce
più sul sistema dei due carrelli. Inoltre da questo istante all’istante in cui avviene la massi-
ma compressione si conserva l’energia meccanica. All’istante di massima compressione i
due carrelli hanno velocità relativa nulla per cui procedono insieme con la stessa velocità
assoluta che è anche la velocità del loro centro di massa. La legge di conservazione del-
l’energia pertanto porge
1 1 1
mA v A2 = ( mA + mB ) vG2 + k Δ x 2
2 2 2
Durante questo intervallo di tempo agisce solo la molla, per cui non agiscono forze esterne
al sistema: si conserva la quantità di moto e quindi la velocità del centro di massa non varia.
Immediatamente dopo l’urto essa è
mA vA
vG = = − 0.57 m/s
mA + mB
e quindi la costante elastica della molla è

− ( mA + mB ) vG2 + mA v A2
k= = 24.65 × 10 3 N/m
Δx2

Problema 6.3

Una tavola di massa m1 = 2 kg è appoggiata su un piano orizzontale e sostiene un altro


corpo di massa m2 = 0.5 kg. I piani di appoggio sono scabri con coefficienti di attrito
μ1= 0.1 fra il piano e la tavola e μ2 = 0.4 fra i due corpi. All'istante iniziale viene applicato
un impulso istantaneo orizzontale di modulo i = 3 Ns alla tavola che si mette in moto. Si
osserva che i due corpi strisciano l'uno sull'altro. Calcolare :
1) l'accelerazione iniziale dei due corpi a1, a2
2) il tempo necessario al corpo m2 per fermarsi rispetto alla tavola t1
3) lo spazio percorso dal corpo m2 sulla tavola per fermarsi
rispetto ad essa d
4) il lavoro fatto dalle forze esterne al sistema tavola–corpo fino
al momento in cui il sistema dei due corpi ritorna a riposo Wext

m2
i
m1

159
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

Soluzione

1) L’impulso mette in moto la tavola, ma non viene trasmesso al corpo m2, perché la
forza di attrito che si esercita fra i due corpi non ha carattere impulsivo. Le uniche forze che
agiscono sui corpi sono le forze di attrito: quella fra tavola e pavimento che agisce sulla
tavola e quella fra tavola e corpo m2 che agisce sui due corpi in direzione opposta per il
principio di azione e reazione. Le equazioni del moto dei due corpi sono quindi
⎪⎧− μ2 m2 g − μ1 ( m1 + m2 ) g = m1a1

⎪⎩ μ2 m2 g = m2 a2
e le accelerazioni dei due corpi sono
⎧ μ2 m2 g + μ1 ( m1 + m2 ) g
⎪a1 = − = − 2.21 m/s2
⎨ m 1

a
⎩ 2 = μ 2 g = 3.92 m/s 2

2) Il corpo m2 ha velocità iniziale nulla, mentre l’impulso fornisce alla tavola la quantità
di moto i = m1v0,1 : i due corpi si muovono quindi con moto uniformemente accelerato con
le leggi orarie delle velocità

⎧ i
⎪⎧ v1 ( t ) = v0,1 + a1t ⎪ v0,1 = m = 1.5 m/s
⎨ con ⎨
⎪⎩ v2 ( t ) = a2 t
1
⎪v = 0
⎩ 0,2
Il corpo m2 si ferma rispetto alla tavola quando i due corpi hanno la stessa velocità assolu-
ta,ossia v1(t1) = v2(t2)

v0,1
v0,1 + a1t1 = a2 t1 ⇒ t1 = = 0.245 s
a2 − a1
3) Il moto relativo del corpo m2 rispetto alla tavola è uniformemente accelerato con la
legge oraria
1 ′ = v0,2 − v0,1 = v0,1
⎧ v0,2
v2′ ( t ) = v0,2
′ t+ a2′ t 2 con ⎨
2 ⎩a2′ = a2 − a1
e quindi la distanza percorsa dal corpo m2 sulla tavola nel tempo t1 è
1
d = −v0,1t1 +
2
( a2 − a1 ) t12 = −18.4 cm
per cui si sposta verso sinistra rispetto alla tavola
4) Il bilancio energetico fra l’istante immediatamente successivo all’applicazione del-
l’impulso e l’istante in cui i due corpi si fermano di nuovo è dato da Wtot = ΔEc cioé
1
Wext + Wint = Ec, f − Ec,i = 0 − 2
m1v0,1
2
ove l’unica forza interna è la forza di attrito fra tavola e corpo m2 che compie il lavoro

160
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

Wint = − μ2 m2 g d
e quindi
1
Wext = μ2 m2 g d − 2
m1v0,1 = −1.89 J
2

Problema 6.4

Un blocchetto di massa m = 6 kg è appoggiato su un piano liscio inclinato di θ = 30°


con l’orizzontale. Il blocchetto comprime una molla ideale, di massa trascurabile e costante
elastica k = 300 N/m. All’istante t0 viene esercitato sul blocchetto un impulso istantaneo
parallelo al piano. Il corpo si mette in movimento e si misura una compressione massima
della molla pari a Δxf = 15 cm. Determinare:
1) la compressione iniziale della molla Δxi
2) la velocità iniziale del punto materiale v
3) il modulo dell’impulso applicato al corpo i

i m

Soluzione

1) Nella posizione iniziale la forza elastica e la forza peso si equilibrano, per cui

mg sen θ
mg sen θ − k Δ xi = 0 ⇒ Δ xi = = 9.8 cm
k
2) Essendo istantaneo l’impulso causa una variazione di quantità di moto del blocchetto
conferendogli la velocità iniziale v, senza che ci sia un suo apprezzabile spostamento. La
massima compressione della molla si ha nell’istante finale in cui in cui la velocità è nulla.
Si conserva l’energia meccanica fra l’istante immediatamente successivo all’applicazione
dell’impulso e l’istante finale, per cui, scegliendo lo zero dell’energia potenziale gravita-
zionale nel punto in cui la molla è a riposo, si ha

( Ec + E p )i = ( Ec + E p ) f
1 1 1
mv 2 − mgΔ xi sen θ + k Δ xi2 = −mgΔ x f sen θ + k Δ x 2f
2 2 2
da cui

161
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

v=
k
m
( ) ( )
Δ x 2f − Δ xi2 + 2g sen θ Δ xi − Δ x f = 0.367 m/s

3) L’impulso istantaneo è la causa della comparsa della quantità di moto del blocchetto,
per cui utilizzando il teorema dell’impulso si ottiene
i = Δ p = mv = 2.2 Ns

Problema 6.5
Un pendolo semplice di massa m1 = 300 g e lunghezza  = 50 cm è solidale con una
slitta di massa m2 = 2 kg, comprensiva della massa del supporto del pendolo, inizialmente
ferma. La slitta viene spinta applicando una forza F = 30 N costante e parallela al piano
d’appoggio. Il piano è scabro con coefficiente di attrito dinamico μ = 0.3. Calcolare:
1) l'accelerazione del pendolo a
2) l'angolo formato dal pendolo con la verticale durante il moto θ
Successivamente la slitta viene bloccata improvvisamente. Calcolare:
3) l’istante in cui bloccare la slitta perché in seguito il pendolo possa
raggiungere la verticale al di sopra del punto di sospensione t
4) il modulo dell’impulso che ha bloccato la slitta i

m1
F
m2
x

Soluzione

1) La componente x dell’equazione del moto del sistema slitta–pendolo è


F
F − μ ( m1 + m2 ) g = ( m1 + m2 ) a ⇒ a = − μ g = 10.1 m/s
m1 + m2

2) Il pendolo e la slitta hanno la stessa accelerazione e le forze agenti


sul pendolo sono la forza peso e la tensione del filo. Le componenti del- 
l’equazione del moto del pendolo sono quindi  
1
⎧T sen θ = m1a 

⎩T cos θ − m1g = 0
  1

da cui dividendo membro a membro si ricava

162
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

a a
tan θ = ⇒ θ = tan −1 = 45.84°
g g
3) Il punto più alto della traiettoria raggiungibile dal pendolo è sulla verticale al di sopra
del punto di sospensione. Per poter raggiungere questa posizione la tensione del filo deve
esistere fino a quell’istante, altrimenti il filo si affloscia e il corpo compie un moto di caduta
uniformemente accelerato. In questa posizione l’equazione del moto del pendolo è
v2
−T − m1g = −m1

e quindi la condizione perché possa arrivarci è

⎛ v2 ⎞
T = m1 ⎜ − g ⎟ ≥ 0 ⇒ v ≥ g = vmin = 2.21 m/s
⎝  ⎠

Nello spostamento fra la posizione iniziale, immediatamente dopo che la slitta è stata bloc-
cata, e la posizione finale si conserva l’energia meccanica del pendolo, per cui scegliendo lo
zero dell’energia potenziale della forza peso al livello del punto di sospensione del pendolo
si ha
1 1
m1v02 − m1g cos θ = m1vmin 2
+ m1g
2 2
per cui la slitta e il pendolo devono raggiungere la velocità
v0 = g ( 3 + 2 cos θ ) = 4.64 m/s
che viene raggiunta con moto uniformemente accelerato all’istante

v0
v0 = at ⇒ t = = 0.46 s
a
4) Quando la slitta viene bloccata, l’impulso non viene trasferito al pendolo, perché in
questo caso la tensione non è impulsiva, poiché il filo non costituisce un vincolo rigido e il
corpo appeso non varia la sua velocità. Quindi varia solo la quantità di moto della slitta che
si annulla. Il modulo dell’impulso applicato al sistema è pertanto
i = m2 v0 = 9.28 Ns

Problema 6.6

Una ragazza di massa m1 = 60 kg, ferma su un piano senza attrito, lancia una palla di
massa m2 = 3kg lungo l’asse x come in figura. La ragazza acquista rispetto al suolo la velo-
cità v1 e la palla la velocità v2′ = 2.1 m/s rispetto alla ragazza. Calcolare:
1) le velocità della ragazza e della palla rispetto al suolo v1, v2
La palla urta poi elasticamente contro un muro distante d = 10 m dal punto di lancio e
torna verso la ragazza, che la trattiene, in un processo da considerare un urto completamen-
te anelastico. Calcolare:
2) il tempo impiegato dalla palla a tornare dalla ragazza t

163
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

3) l’energia meccanica dissipata nel processo di raccolta della palla Ed

v1

v2̀

x
d

Soluzione

1) La forza responsabile del moto della palla è interna al sistema ragazza-palla, per cui
si conserva la quantità di moto di tale sistema. Inoltre è necessario utilizzare la trasforma-
zione della velocità della palla dal sistema relativo alla lanciatrice in moto con velocità v1 a
quello assoluto
⎧ m1v1 + m2 v2 = 0

⎩ v2 = v2′ + v1
Risolvendo quindi si ottiene
⎧ m2 v2′
⎪ v1 = − = − 0.1 m/s
⎨ m 1 + m2
⎪ v = v ′ + v = 2 m/s
⎩ 2 2 1

2) Nell’urto, istantaneo, la palla rimbalza sul muro invertendo la sua velocità. Infatti
poiché si tratta di un urto elastico si conserva la sua energia cinetica e quindi il modulo del-
la velocità. Non si conserva invece la quantità di moto, poiché la forza esercitata dal muro è
esterna e causa l’inversione della direzione della quantità di moto. In tutti gli altri istanti il
moto della palla e della lanciatrice sono uniformi, perché non ci sono attriti. Assumendo
come origine dell’asse x il punto di lancio e t0 = 0 l’istante del lancio, la ragazza scivola in
direzione delle x negative spostandosi di un tratto x1 nel tempo t in cui la palla percorre il
tratto d fino a raggiungere il muro e il tratto x2 = d + x1 per tornare dalla ragazza. Le leggi
orarie del moto uniforme dei due corpi sono dunque
⎪⎧ x1 = v1 t

⎪⎩ x2 = x1 + 2d = v2 t
che porgono

2d
v1 t + 2d = v2 t ⇒ t = = 10.5 s
v2 − v1

3) Il processo di raccolta della palla è assimilabile ad un urto completamente anelastico,


per cui non si conserva l’energia cinetica. Quindi, dopo l’urto, i corpi che urtano, palla e

164
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

ragazza nel caso specifico, procedono solidali con la stessa velocità che è la velocità del
loro centro di massa vG. La forza esercitata per raccogliere la palla è interna al sistema ra-
gazza–palla, per cui si conserva la sua quantità di moto. Osservando che prima dell’urto i
due corpi si muovono nella stessa direzione, e utilizzando i moduli delle velocità, si ha

m1v1 + m2 v2
m1v1 + m2 v2 = ( m1 + m2 ) vG ⇒ vG = = 0.19 m/s
( m1 + m2 )
L’energia dissipata nell’urto è pertanto
1 ⎛1 1 ⎞
Ed = Ec, f − Ec,i
2
( m1 + m2 ) vG2 − ⎜ m1v12 + m2 v22 ⎟ = 5.16 J
⎝ 2 2 ⎠

Problema 6.7

Nel sistema mostrato in figura una fune inestensibile e di massa trascurabile collega il
punto materiale m1 = 700 g con il punto materiale m2 = 200 g. Il corpo di massa m1 può
scivolare sul piano liscio inclinato di θ = 60° con l’orizzontale e si trova inizialmente ad
un’altezza h = 2 m rispetto a terra. Lasciando il sistema libero di muoversi con velocità
iniziali nulle, calcolare:
1) la velocità dei corpi immediatamente prima che m1
urti una lamina rigida sporgente posta a livello terra v
2) la velocità del centro di massa del sistema immediatamente
prima che m1 tocchi la lamina vG
3) il modulo dell’impulso esercitato sulla lamina nell’urto
sapendo che dopo l’urto il corpo di massa m1 risale
il piano inclinato con velocità iniziale v1′ = 2 m/s i

m1
m2

h
θ

165
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

Soluzione

1) I due corpi sono solidali per cui si muovono con la stessa velocità finché m1 arriva a
terra dopo aver percorso il tratto  = h sen θ . Fino a questo istante si conserva l’energia
meccanica, ovvero
1 h
Δ Em =
2
( m1 + m2 ) v 2 − m1gh + m2 g sen θ = 0
per cui

⎛ m2 ⎞
2gh ⎜ m1 −
⎝ sen θ ⎟⎠
v= = 4.52 m/s
m1 + m2
2) La velocità del centro di massa nell’istante immediatamente prece-
dente l’urto è y
 
 m v + m2 v 2
vG = 1 1 v2
m1 + m2
θ x
per cui le sue componenti e il suo modulo sono v1
⎧ −m1v cos θ
⎪ vG, x = m + m = −1.76 m/s
⎪ 1 2
⎨ e vG = vG,
2
x + vG, y = 2.69 m/s
2

⎪ vG, y = −m v sen θ + m2 v
1
= −2.04 m/s
⎪⎩ m1 + m2

3) Il corpo m2 prosegue il suo moto verso l’alto, poiché la corda si affloscia improvvi-
samente e quindi l’impulso subito da m1 non viene trasmesso ad m2. Pertanto l’impulso è
pari solo alla variazione di quantità di moto di m1. Osservando che dopo l’urto si inverte la
direzione della velocità, l’impulso è
i = Δ p1 = m1v1′ + m1v = 4.56 Ns

Problema 6.8

Un corpo di dimensioni trascurabili e massa m1 = 0.5 kg è appoggiato su un piano oriz-


zontale scabro ed è collegato tramite una molla ideale di costante elastica k = 20 N/m, ini-
zialmente compressa di Δx = 10 cm, ad una parete. Il corpo viene colpito da un proiettile di
massa m2 = 50 g e velocità orizzontale v0 = 10 m/s che vi si conficca. Si osserva che il
corpo si arresta quando la molla si è compressa ulteriormente di d = 5 cm. Calcolare:
1) la velocità del sistema dopo l’urto v
2) l’impulso che si esercita fra i due corpi i
3) il coefficiente di attrito dinamico fra corpo e piano μ

166
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

m1
m2 v0

Soluzione

1) Dopo l’urto i due corpi sono solidali, per cui l’urto è perfettamente anelastico e quin-
di non si conserva l’energia cinetica. Non ci sono forze esterne impulsive, perché attrito e
forza elastica sono forze finite, per cui nell’urto si conserva la quantità di moto totale del
sistema
m2 v0 = ( m1 + m2 ) v
m2
v= v0 = 0.91 m/s
m1 + m2
2) Per il principio di azione e reazione l’impulso è pari alla variazione di quantità di
moto di uno qualsiasi dei due punti materiali, ossia

i = Δ p2 = m2 v − m2 v0 = 0.45 Ns oppure i = Δ p1 = m1v − 0 = 0.45 Ns

2) Il bilancio energetico fra l’istante immediatamente successivo all’urto e quello in cui,


dopo avere compresso ulteriormente la molla, il sistema si arresta è dato da

( Ec + E p ) f − ( Ec + E p )i = WAtt
1 ⎡1 1 ⎤
k ( Δ x + d ) − ⎢ ( m1 + m2 ) v 2 + k Δ x 2 ⎥ = − μ ( m1 + m2 ) gd
2
2 ⎣2 2 ⎦
da cui si ricava

k ⎡( Δ x + d ) − Δ x 2 ⎤ − ( m1 + m2 ) v 2
2

μ=− ⎣ ⎦ = 0.38
2 ( m1 + m2 ) gd

Problema 6.9

Un punto materiale di massa m1 = 400 g è collegato ad una molla ideale di massa tra-
scurabile con l’altro estremo fissato ad una parete. Un altro punto materiale di massa
m2 = 200 g si trova su un piano liscio posizionato fermo esattamente nella posizione di ri-
poso della molla. La molla viene compressa e, lasciatala libera, avviene un urto perfetta-
mente anelastico fra i due punti materiali. Dopo l’urto il sistema ha un moto armonico sem-
plice di periodo T = 0.8 s e ampiezza A = 20 cm. Determinare
1) la costante elastica della molla k
2) la velocità dei due punti materiali immediatamente dopo l’urto v
3) la velocità di m1 immediatamente prima dell’urto v0
4) la compressione iniziale della molla Δx0

167
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

m1 m2
v0

x
ℓ0
Soluzione

1) L’urto è perfettamente anelastico, per cui dopo l’urto le due masse sono solidali e
oscillano insieme col periodo

m1 + m2 4π 2 ( m1 + m2 )
T = 2π ⇒ k= = 37 N/m
k T2
2) L’oscillazione avviene in assenza di forze dissipative, per cui si conserva l’energia
meccanica. L’ampiezza del moto oscillatorio corrisponde alla massima elongazione della
molla. La legge di conservazione dell’energia fra l’istante di massima elongazione (o com-
pressione) e quello immediatamente dopo l’urto in cui la molla è a riposo porge
1 2 1
kA = ( m1 + m2 ) v 2
2 2
per cui la velocità immediatamente dopo l’urto è
k
v=A = 1.57 m/s
m1 + m2
3) Nell’urto non agiscono forze impulsive esterne, per cui vale la legge di conservazio-
ne della quantità di moto durante l’urto

m1 + m2
m1v0 = ( m1 + m2 ) v ⇒ v0 = v = 2.36 m/s
m1

4) La legge di conservazione dell’energia vale anche fra l’istante iniziale e quello im-
mediatamente prima dell’urto in cui la molla è a riposo, per cui

1 1 m1
k Δ x02 = m1v02 ⇒ Δ x 0 = v0 = 0.25 m
2 2 k

Problema 6.10

Un punto materiale di massa m1 = 80 g è collegato tramite una molla ideale di massa


trascurabile e costante elastica k = 5 N/m alla sommità di un piano scabro inclinato di
θ = 60˚. All’istante t = 0 viene colpito da un punto materiale di massa m2 = 20 g che sale
lungo il piano inclinato ed ha velocità v0 nell’istante dell’urto. L’urto è completamente ane-
lastico e si osserva una compressione massima della molla pari a Δx1 = 15 cm. Calcolare,
conoscendo il coefficiente di attrito dinamico μ = 0.1:
1) la deformazione iniziale della molla Δx0

168
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

2) la velocità dei corpi immediatamente dopo l’urto v1


3) la velocità di m2 immediatamente prima dell’urto v0

m1
v0
m2

Soluzione

1) La forza elastica e la forza peso di m1 sono bilanciate


k Δ x0 = m1g sen θ
per cui la molla è elongata di
m1g sen θ
Δ x0 = = 13.6 cm
k
2) L’urto è completamente anelastico, per cui dopo l’urto i due corpi procedono uniti.
All’istante di massima compressione i due corpi hanno velocità finale nulla, per cui il bi-
lancio energetico, che si deve utilizzare in presenza di forze dissipative, fra l’istante imme-
diatamente successivo all’urto e l’istante di massima compressione è
WAtt = Δ Em = Δ E p + Δ Ec
⎧WAtt = − μ ( m1 + m2 ) g ( Δ x0 + Δ x1 ) cos θ

⎨ 1 1 1
⎪ Δ Em = ( m1 + m2 ) g ( Δ x0 + Δ x1 ) sen θ + k Δ x1 − k Δ x0 − ( m1 + m2 ) v1
2 2 2
⎩ 2 2 2
da cui si ottiene

v1 =
(
2 μ ( m1 + m2 ) g ( Δ x0 + Δ x1 ) cos θ + 2 ( m1 + m2 ) g ( Δ x0 + Δ x1 ) sen θ + k Δ x12 − Δ x02 )
m1 + m2
= 2.31 m/s
3) Nell’urto non ci sono forze esterne impulsive, in quanto attrito, forza peso e forza
elastica sono forze finite, per cui vale la conservazione della quantità di moto
m1 + m2
m2 v0 = ( m1 + m2 ) v1 ⇒ v0 = v1 = 11.55 m/s
m2

169
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

Problema 6.11

Una piattaforma di massa m1 = 3.8 kg è in equilibrio su una molla ideale di massa tra-
scurabile e di costante elastica k = 480 N/m. All’istante t0 = 0 un corpo puntiforme di massa
m2 = 400 g viene lasciato cadere con velocità iniziale nulla sulla piattaforma da altezza h
rispetto ad essa. All’istante t1 il corpo m2 urta elasticamente la piattaforma: il corpo m2 rim-
balza e la piattaforma inizia a muoversi verso il basso seguendo due guide laterali, che
esercitano ciascuna una forza di attrito costante di modulo FAtt = 2.5 N. All’istante t2 la
piattaforma raggiunge la posizione di compressione massima della molla Δx2 = 10 cm. De-
terminare:
1) l’accelerazione della piattaforma all’istante t2 a1
2) la velocità della piattaforma immediatamente dopo l’urto v1′
3) l’altezza da cui il corpo è stato lasciato cadere h

m2

FAtt FAtt
m1

Soluzione

1) Orientando l’asse y verticale verso l’alto, l’equazione del moto della piattaforma al-
l’istante t2 è

k Δ x2 + 2FAtt − m1g
k Δ x2 + 2FAtt − m1g = m1a1 ⇒ a1 = = 4.15 m/s2
m1

frenante verso l’alto.

170
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

2) Il bilancio energetico WAtt = Δ Em applicato al sistema m1–molla fra l’istante t1 im-


mediatamente dopo l’urto e l’istante t2, scegliendo lo zero dell’energia potenziale della for-
za peso nella posizione di riposo della molla e osservando che la piattaforma percorre la
distanza Δ x2 − Δ x1 , è
⎡1 ⎤ ⎡1 1 ⎤
−2FAtt ( Δ x2 − Δ x1 ) = ⎢ k Δ x22 − m1gΔ x2 ⎥ − ⎢ m1v1′ 2 + k Δ x12 − m1gΔ x1 ⎥
⎣2 ⎦ ⎣2 2 ⎦
dove la posizione iniziale della molla è determinata dall’equilibrio della piattaforma prima
dell’urto

m1g
k Δ x1 − m1g = 0 ⇒ Δ x1 = = 7.76 cm
k
e quindi la velocità della piattaforma immediatamente dopo l’urto è

v1′ =
( )
k Δ x22 − Δ x12 + 2m1g ( Δ x1 − Δ x2 ) − 4FAtt ( Δ x1 − Δ x2 )
= 0.35 m/s
m1
3) L’urto è elastico e non ci sono forze esterne impulsive in azione, per cui nell’urto si
conservano l’energia cinetica e la quantità di moto del sistema
⎧ m2 v2 = m2 v2′ + m1v1′

⎨1 1 1
⎪⎩ 2 m2 v2 = 2 m2 v2′ + 2 m1v1′
2 2 2

per cui
⎧⎪ m2 ( v2 − v2′ ) = m1v1′

(2 2
)
⎪⎩ m2 v2 − v2′ = m1v1′
2

Dividendo membro a membro si ottiene

⎧⎪ m2 ( v2 − v2′ ) = m1v1′ ⎧ m1
⎪ v2 − v2′ = v1′
⎨ ⇒ ⎨ m2
⎪⎩( v2 + v2′ ) = v1′ ⎪v + v′ = v′
⎩ 2 2 1

Sommando membro a membro si ricava la velocità v2 del corpo m2 immediatamente prima


dell’urto
m1 + m2
v2 = v1′ = 1.84 m/s
2m2
e utilizzando la legge di conservazione dell’energia per il corpo m2 fra l’istante iniziale t0 e
l’istante t1 immediatamente prima dell’urto si ottiene

1 v22
m2 gh = m2 v22 ⇒ h= = 17.3 cm
2 2g

171
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

Problema 6.12

Un pendolo semplice di lunghezza  = 30 cm e massa m1 = 300 g, viene lasciato libero


da una altezza iniziale h rispetto al suolo. Sulla verticale urta anelasticamente un punto ma-
teriale di massa m2 = 150 g posto su un piano. Sapendo che il punto materiale di massa m2
parte con velocità v2 = 2 m/s e che l’angolo massimo formato dal pendolo con la verticale
dopo l’urto è θm = 30°, determinare :
1) la velocità del pendolo immediatamente dopo l’urto v1
2) l’altezza iniziale del pendolo h
3) l’energia dissipata nell’urto Ed

S
θ

m1
h
m2

Soluzione

1) Dopo l’urto il pendolo continua la sua rotazione e in questo moto si conserva l’ener-
gia meccanica, per cui fra l’istante immediatamente successivo all’urto e l’istante in cui si
ferma arrivando alla massima altezza si ha, scegliendo lo zero dell’energia potenziale nel
punto di sospensione del pendolo,

( Ec + E p )i = ( Ec + E p ) f ⇒
1
2
m1v12 − m1g = −m1g cos θ m

da cui
v1 = 2g( −  cos θ m ) = 0.89 m/s
2) L’urto è anelastico, per cui non si conserva l’energia cinetica. La fune è inestensibile,
per cui in generale trasmette integralmente la forza impulsiva che nell’istante dell’urto si
sviluppa nel vincolo presente nel punto di sospensione S. Scegliendo come polo il punto S,
la forza impulsiva non ha momento rispetto ad esso e si conserva pertanto il momento della
quantità di moto rispetto a S. L’urto è istantaneo e quindi non c’è spostamento della massa
m1 durante l’urto, per cui la legge di conservazione del momento della quantità di moto è
m1v1 + m2 v2
m1v1 + m2 v2  = m1v0  ⇒ v0 = = 1.89 m/s
m1

dove v0 è la velocità del pendolo immediatamente prima dell’urto.

172
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

Si osservi che nel caso specifico questa equazione è equivalente alla legge di conserva-
zione della quantità di moto nell’urto. La giustificazione di questo risultato risiede nel fatto
che l’impulso è orizzontale, pertanto le forze impulsive agenti nell’urto sono orizzontali e il
filo non può trasmetterle. Nel caso in cui venisse comunicato un impulso obliquo verso il
basso, ci sarebbe una componente verticale della forza impulsiva e quindi non si potrebbe
invocare la conservazione della quantità di moto vettoriale, ma solo della sua componente
orizzontale col medesimo risultato.
Applicando nuovamente la conservazione dell’energia fra l’istante dell’urto e quello inizia-
le in cui il pendolo viene lasciato libero si ha

1 v2
m1v02 = m1gh ⇒ h = 0 = 18.2 cm
2 2g

3) Non essendoci spostamenti durante l’urto istantaneo viene dissipata solo energia ci-
netica, per cui
1 ⎛1 1 ⎞
Ed = m1v02 − ⎜ m1v12 + m2 v22 ⎟ = 0.12 J
2 ⎝2 2 ⎠

Problema 6.13

Una molla ideale di massa trascurabile e costante elastica k = 5 N/m è posta su un piano
orizzontale scabro. Un estremo della molla è vincolato ad una parete, mentre all'altro
estremo è fissato un corpo di dimensioni trascurabili di massa m1 = 30 g con coefficiente di
attrito dinamico μd = 0.1 col piano. La molla viene inizialmente compressa di Δx = 5 cm e
da questa posizione viene abbandonata. Quando raggiunge la posizione di riposo della
molla, il corpo m1 urta anelasticamente un punto materiale di massa m2 = 5 g, fissato ad un
filo inestensibile di massa nulla e di lunghezza  = 10 cm. Dopo l'urto la massa m2 raggiun-
ge l'altezza massima h = 1 cm rispetto al piano orizzontale. Determinare:
1) il massimo coefficiente di attrito statico per cui
il corpo m1 può effettivamente partire μs
2) la velocità di m1 immediatamente prima dell'urto v1
3) la velocità di m1 immediatamente dopo l'urto v1′
4) l'energia dissipata nell'urto Ed
5) la tensione della fune immediatamente dopo l'urto T


m1 m2 m2
v1 h

Δx

173
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

Soluzione

1) Il corpo m1 può partire se la forza di attrito statico massima che si esercita fra piano e
corpo è inferiore alla risultante delle altre forze agenti sul corpo in direzione del moto, ov-
vero alla forza elastica. Poiché l’unica forza premente in verticale è la forza peso, si ha
kΔx
k Δ x > Fsmax = μ s m1g ⇒ μ s < = 0.85
m1g

2) Applicando il bilancio energeticoWAtt = Δ E M al corpo m1 fra l’istante iniziale e


l’istante immediatamente precedente l’urto si ricava

⎡1 ⎤ ⎡1 ⎤ kΔx2
− μd m1gΔ x = ⎢ m1v12 ⎥ − ⎢ k Δ x 2 ⎥ ⇒ v1 = − 2 μd gΔ x = 0.56 m/s
⎣2 ⎦ ⎣2 ⎦ m1

3) Nell’urto istantaneo e anelastico si conserva il momento angolare rispetto al punto di


sospensione S, per cui, ricordando che la velocità iniziale del pendolo è v2 = 0,
m1v1 = m1v1′ + m2 v2′ 
Applicando la conservazione dell’energia al corpo m2 fra l’istante immediatamente succes-
sivo all’urto e quello in cui il pendolo raggiunge la massima altezza si ha

1
m2 v2′ 2 = m2 gh ⇒ v2′ = 2gh = 0.44 m/s
2
e la velocità del corpo m1 `immediatamente dopo l’urto è allora
m2
v1′ = v1 − v2′ = 0.49 m/s
m1
4) Non essendoci spostamenti durante l’urto istantaneo viene dissipata solo energia ci-
netica, per cui
⎡1 1 ⎤ ⎡1 ⎤
Ed = ⎢ m1v1′ 2 + m2 v2′ 2 ⎥ − ⎢ m1v12 ⎥ = 0.63 × 10 −3 J
⎣2 2 ⎦ ⎣2 ⎦
5) Immediatamente dopo l’urto sul pendolo agiscono, in direzione verticale, la tensione
della fune e la forza peso e il pendolo compie un moto circolare di raggio 
v2′ 2 v2′ 2
T − m2 g = m2 a N = m2 ⇒ T = m2 g + m2 = 0.06 N
 

Problema 6.14

Due corpi, A e B, di massa m = 200 g, sono appoggiati in quiete su un piano liscio e


sono collegati fra loro da una molla ideale di massa trascurabile, di costante elastica k = 15
N/m, inizialmente a riposo. All'istante t0 i due corpi vengono colpiti contemporaneamente
da due altri corpi, C e D, di massa m, con velocità di modulo vC = 1.2 m/s e vD = 2.4 m/s

174
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

rispettivamente, dirette orizzontalmente come in figura. Sapendo che gli urti sono perfetta-
mente anelastici determinare:
1) la velocità del centro di massa del sistema
dei quattro corpi immediatamente dopo l'urto vG
2) la velocità dei quattro corpi immediatamente dopo l'urto v A′ , v B′ , vC′ , v D

3) la massima compressione della molla Δx

m m m m
vC vD
C A B D
x

Soluzione

1) Le forze agenti sul sistema dei quattro corpi durante l’urto sono forze interne, per cui
si conserva la quantità di moto del sistema e quindi la velocità del suo centro di massa non
varia
     
p = m v A + m v B + m vC + m v D = 4m vG = cost
ovvero, osservando che solo vC e vC non sono nulli,
mvC − mv D
vG = = − 0.3 m/s
4m
2) Gli urti avvengono fra i corpi A e C e fra i corpi B e D. L’unica forza esterna a questi
due sistemi è la forza elastica che non è impulsiva, per cui nell’urto si conserva la quantità
di moto di ciascun sistema a due corpi. Inoltre ciascun urto è perfettamente anelastico e i
corpi che urtano procedono dopo l’urto con la stessa velocità v A′ = vC′ e v B′ = v D

⎧ vC
⎪⎧ mvC = ( m + m ) vC′ ⎪⎪ v A′ = vC′ = 2 = 0.6 m/s
⎨ ⇒ ⎨
⎩⎪−mv D = ( m + m ) v D
′ ⎪ v B′ = v D v
′ = − D = −1.2 m/s
⎪⎩ 2
3) La massima compressione della molla avviene quando i quattro corpi hanno velocità
nulla nel sistema del centro di massa. Infatti nel sistema del centro di massa i corpi A–C e
B–D si avvicinano fra di loro fino all’istante in cui la molla è alla massima compressione:
immediatamente dopo si allontanano e la molla comincia a riallungarsi. Non c’è quindi,
all’istante di massima compressione, moto relativo al centro di massa ( ovvero Ec′ = 0 ) , ma
solo moto del centro di massa come determinato dal teorema di König. Inoltre non ci sono
forze esterne agenti e l’unica forza interna agente è la forza elastica che è conservativa:
valgono pertanto le leggi di conservazione della quantità di moto, per cui la velocità del
centro di massa rimane costante, e dell’energia meccanica durante il moto successivo agli
urti. Esplicitando la legge di conservazione dell’energia si ha
1 1 1 1 1 1
′ 2 = Ec′ + ( 4m ) vG2 + k Δ x 2
m v A′ 2 + m v B′ 2 + m vC′ 2 + m v D
2 2 2 2 2 2
e la massima compressione della molla è, ricordando che in questo istante Ec′ = 0,

175
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

Δx =
k
(
2m 2
)
v A′ + v B′ 2 − 2vG2 = 20.8 cm

Problema 6.15

Una puleggia, costituita da due cilindri concentrici solidali di raggio RA = 0.5 m e


RB = 0.3 m su cui sono avvolti dei fili inestensibili di massa trascurabile, può ruotare senza
attrito attorno al suo centro di massa O. Il momento d’inerzia della puleggia rispetto all’as-
se di rotazione passante per O è IP = 0.5 kgm2. Il cilindro interno è collegato ad una tavola
B liscia di lunghezza  = 2 m, posta su un piano liscio inclinato di θ = 30° con l'orizzonta-
le, e quello esterno è collegato ad un punto materiale A collocato sull’estremità superiore
della tavola. I due corpi hanno la stessa massa mA = mB = m = 1 kg. Il sistema `e inizialmen-
te in quiete e viene lasciato libero di muoversi. Calcolare:
1) l’accelerazione angolare della puleggia α
2) il tempo necessario al corpo A per arrivare
all’estremo opposto della tavola B t
All’istante t il corpo A urta una sporgenza all’estremo della tavola e si incastra. Calcola-
re:
3) la velocità angolare della puleggia immediatamente dopo l’urto ω′

O
mA


mB
θ

Soluzione

1) Consideriamo le equazioni del moto dei corpi A e B e la seconda equazione cardinale


rispetto al polo O della puleggia
⎧ mg sen θ − TA = maA = mα RA

⎨ mg sen θ − TB = maB = mα RB
⎪T R + T R = I α
⎩ A A B B P

ovvero tre equazioni nelle incognite TA, TB e α. Dalle prime due equazioni si ottengono le
tensioni

176
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

⎧TA = mg sen θ − mα RA

⎩TB = mg sen θ − mα RB
che, sostituite nella terza equazione, porgono

mg sen θ ( RA + RB )
(
mgRA sen θ + mgRB sen θ = I P + mRA2 + mRB2 α ) ⇒ α=
I P + mRA2 + mRB2
= 4.67 rad/s2

2) I corpi A e B scendono con accelerazioni assolute costanti aA = α RA e aB = α RB


rispettivamente. L’accelerazione di A relativa a B è
aA′ = aA − aB = α ( RA − RB ) = 0.93 m/s2
costante per cui nel sistema relativo alla tavola B si ha

1 2
= aA′ t 2 ⇒ t= = 2.07 s
2 aA′

3) Nell’urto il filo esterno si affloscia e quindi si sviluppa una forza impulsiva applicata
al vincolo della puleggia che viene trasmessa ai corpi A e B attraverso la fune inestensibile
collegata alla tavola. Si conserva il momento angolare rispetto al vincolo
mRA v A + mRB v B + I Pω = 2mRB v ′ + I Pω ′
perché l’urto è completamente anelastico e dopo l’urto il filo esterno non è più teso, per cui
il sistema, ora composto da due corpi solidali, è collegato al cilindro interno della puleggia.
Le velocità dei corpi e la velocità angolare della puleggia un istante prima dell’urto sono
⎧ω = α t = 9.67 rad/s

⎨ v A = aA t = α RA t = 4.83 m/s
⎪ v = a t = α R t = 2.9 m/s
⎩ B B B

e inoltre v ′ = ω ′ RB per cui


mRA v A + mRB v B + I Pω
ω′ = = 11.9 rad/s
2mRB2 + I P

Problema 6.16

Un corpo puntiforme, di massa m1 = 500 g e velocità v1 = 10 m/s lungo la direzione che


forma l'angolo θ = 45° con l'orizzontale, urta in un estremo un'asta di massa m2 = 2 kg e
lunghezza  = 40 cm imperniata nell'estremo opposto O e inizialmente ferma nella sua
posizione di equilibrio verticale. L'urto è perfettamente anelastico. Determinare:
1) la velocità angolare del sistema dopo l’urto ω
2) il modulo dell'impulso esercitato sul vincolo iO
3) il modulo dell'impulso complessivo subito dall’asta i

177
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

O
y
ℓ C m2

v1 x
θ m1

Soluzione

1) L’urto è perfettamente anelastico, per cui non si conserva l’energia cinetica; nel vin-
colo O si esercita una forza impulsiva, per cui non si conserva la quantità di moto; sce-
gliendo come polo il vincolo, tale forza impulsiva ha braccio nullo, per cui si conserva il
momento angolare del sistema rispetto al vincolo O. Dopo l’urto i due corpi ruotano insie-

me attorno ad O per cui la legge di conservazione del momento angolare, indicando con r
il vettore da O a m1, è

   ⎛π ⎞ ⎛ 2 ⎞
r × m1v1 = IOω ⇒ m1v1 sin ⎜ + θ ⎟ = ⎜ m2 + m12 ⎟ ω
⎝2 ⎠ ⎝ 3 ⎠

da cui si ricava
m1v1 cos θ
ω= = 7.58 rad/s2
2
m2 + m1 2
3
2) L’impulso sul vincolo è pari alla variazione di quantità di moto del sistema. Osser-
vando che dopo l’urto la velocità del centro di massa del’asta è diretta orizzontalmente, si
ha

⎧ ⎛ ⎞
⎪iO, x = Δ px = ⎜⎝ m1ω  + m2ω ⎟⎠ − m1v1 cos θ = 1.01 Ns
⎨ 2 ⇒ iO = iO,
2
x + iO, y = 3.68 Ns
2

⎪iO, y = Δ py = −m1v1 sen θ = −3.54 Ns



3) L’impulso subito dall’asta è pari alla sua variazione di quantità di moto

i = m2 vC − 0 = m2ω = 3.03 Ns
2
comprensivo dell’impulso esercitato dal vincolo e dell’impulso subìto nel punto di contatto
con il proiettile.

Problema 6.17

Un'asta sottile omogenea è composta di due parti di lunghezza eguale  = 50 cm di due


materiali diversi per cui una metà ha massa 2m e l'altra metà ha massa 5m. L'asta è imper-
niata nel suo centro e viene colpita come in figura in un suo estremo da un corpo puntifor-

178
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

me di massa m che si muove con velocità v = 3 m/s in direzione perpendicolare all'asta.


Determinare, sapendo che il corpo m rimane conficcato nell’estremo dell’asta:
1) la velocità angolare del sistema subito dopo l'urto ω
2) la velocità del centro di massa del sistema subito dopo l'urto vG
3) l’impulso per unità di massa esercitato dal vincolo durante l’urto iO/m
4) l’impulso per unità di massa esercitato fra i corpi durante l’urto i/m

y v
m
2m ℓ
O
x
5m ℓ

Soluzione

1) Non si conserva l’energia meccanica, perché l’urto è perfettamente anelastico; nel


vincolo O si sviluppa una reazione vincolare impulsiva, esterna al sistema,per cui non si
conserva neanche la quantità di moto; si conserva invece il momento angolare rispetto ad
O, perché la forza impulsiva sul vincolo ha braccio, e quindi momento, nullo rispetto al
vincolo O stesso:
mv = IOω
dove il momento d’inerzia rispetto all’asse di rotazione dopo l’urto è
1 1
IO = ( 2m ) 2 + ( 5m ) 2 + m2
3 3
perché il sistema dopo l’urto può essere considerato un corpo rigido composto da due aste
vincolate al loro estremo e un punto materiale. La velocità angolare immediatamente dopo
l’urto è pertanto
mv 3 v
ω= = = 1.8 rad/s
2 2 5 2 10 
m + m + m 2
3 3
2) Il centro di massa del sistema si trova nella posizione
 
( 2m ) − ( 5m ) + m

yG = 2 2 =− = − 3.1 cm
2m + 5m + m 16
dal punto O, per cui compie una rotazione attorno al vincolo con velocità
ω
vG = ω yG = − = − 0.056 m/s
16

179
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

3) L’impulso esercitato dalla forza impulsiva sul vincolo è pari alla variazione di quan-
tità di moto del sistema
i0
iO = Δ p = ( 2m + 5m + m ) vG − mv ⇒ = 8vG − v = − 3.45 Ns/kg
m

4) Anche fra asta e corpo m si sviluppa una forza impulsiva che è però interna al siste-
ma, per cui pur avendo momento rispetto al vincolo non provoca la variazione di momento
angolare del sistema. Per poter calcolare l’impulso fra i corpi è necessario separare il siste-
ma nelle sue due componenti: per il principio di azione e reazione, le forze , e di conse-
guenza gli impulsi, che si esercitano fra asta e corpo sono eguali e opposti. Se si considera
il corpo, l’impulso che subisce da parte dell’asta è uguale alla variazione della sua quantità
di moto, ossia
icorpo
icorpo = Δ pcorpo = m v ′ − mv = m (ω  − v ) ⇒ = ω  − v = − 2.1 Ns/kg
m
Se invece si considera l’asta, l’impulso totale che subisce è uguale alla variazione della sua
quantità di moto. Osserviamo che l’asta è ferma prima dell’urto e acquista nell’urto la
quantità di moto
  3
pasta = ( 2m ) ω − ( 5m ) ω = − mω 
2 2 2
perché le due metà dell’asta si muovono in direzione opposta. Per il teorema dell’impulso
3 i 3
iasta = Δ pasta = − mω  ⇒ asta = − ω  = − 1.35 Ns/kg
2 m 2
L’impulso totale subito dall’asta iasta è la somma dell’impulso esercitato su di essa dal
vincolo iO e dell’impulso icorpo impartito dal corpo all’asta
iasta = iO − icorpo

dove il segno opposto fra i due impulsi è giustificato dal principio di azione e reazione.
Quindi
icorpo iO iasta
= − = − 2.1 Ns/kg
m m m
ritrovando il risultato precedentemente ottenuto direttamente da Δ pcorpo .

Problema 6.18

Un corpo puntiforme di massa m1 = 0.5 kg si conficca sul bordo di un disco omogeneo


di massa m2 = 2 kg e raggio R = 30 cm. Il disco è vincolato a ruotare nel piano verticale
attorno ad un asse orizzontale passante per il suo centro O. Un istante prima dell’urto il
 
proiettile viaggiava in direzione parallela al raggio del disco con velocità v1 = v1u x con
v1 = 3 m/s e il disco ruotava con velocità angolare ω = 15 rad/s in senso antiorario. Calcola-
re:

180
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

1) la velocità angolare del sistema immediatamente dopo l’urto ω′


2) il modulo dell’impulso esercitato nell’urto dal vincolo iO
Sapendo che il sistema si ferma dopo avere fatto tre quarti di giro, calcolare:
3) il modulo del momento di attrito agente sull’asse di rotazione
supponendolo costante MAtt

y
v1 O
m1 R x

Soluzione

1) Nell’urto si conserva il momento angolare rispetto al vincolo O, mentre non si con-


servano né la quantità di moto per la presenza di forze impulsive sul vincolo, né l’energia
cinetica perché l’urto è perfettamente anelastico. Prima dell’urto il momento angolare del
 
punto materiale è r × m1v1 = 0, perché la velocità e il vettore posizione rispetto al centro
del disco sono paralleli, mentre dopo l’urto il disco e il corpo m1 costituiscono un corpo
unico per cui

( )
Iω = I + m1 R 2 ω ′
⎛ 1 2⎞
⎜⎝ I = m2 R = 0.09 kgm ⎟⎠
2
2

e quindi la velocità angolare del sistema dopo l’urto è


I
ω′ = ω = 10 rad/s
I + m1 R 2
2) Il vincolo esercita l’unica forza impulsiva esterna che impedisce al disco di spostarsi.
Il centro di massa del disco non si sposta, per cui la sua quantità di moto è nulla sia prima
che dopo l’urto. L’impulso sul vincolo è pertanto pari solo alla variazione di quantità di
moto del proiettile
 
    ⎧ v1 = v1u x
iO = Δ p = m1v1′ − m1v1 con ⎨   
⎪⎩ v1′ = − v1′u y = −ω ′ Ru y

per cui

⎧⎪iO, x = Δ px = −m1v1
⇒ iO = iO, x + iO, y = m1 v1 + ω ′ R = 2.12 Ns
2 2 2 2 2

⎩⎪ O, y
i = Δ p y = −m ω
1 1 R

181
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

3) Quando il sistema si ferma la massa m1 si trova nel punto più alto, per cui il bilancio
energetico, applicato fra l’istante immediatamente successivo all’urto e quello in cui il di-
sco si ferma, è

−M Att
3 1
( )
π = m1gR − I + m1 R 2 ω ′ 2 ⇒ M Att =
( I + m1R2 ) ω ′2 − 2m1gR = 1.12 Nm
2 2 3π

Problema 6.19

Un punto materiale di massa m1 = 200 g è vincolato da una rotaia di massa trascurabile


a ruotare sul bordo di un disco omogeneo di raggio R = 0.3 m e massa m2 = 2 kg. Un oppor-
tuno sistema di vincoli assicura che durante la rotazione il disco resta su un piano orizzon-
tale. Il disco è vincolato nel suo centro con un vincolo liscio, mentre fra punto materiale e
disco esiste una forza d’attrito. Quando disco e punto materiale sono fermi, quest’ultimo
viene messo in moto applicandogli all’istante t0 un impulso i = 3 N·s in direzione perpendi-
colare al raggio. Calcolare:
1) la velocità del punto materiale subito dopo
l’applicazione dell’impulso v
2) la velocità angolare del sistema disco–punto nell’istante t1
in cui il punto esaurisce il suo moto relativo al disco ω
3) il lavoro fatto dalla forza d’attrito fra i due istanti considerati W

z
m1
i
O
R

Soluzione

1) A seguito dell’impulso il punto si mette in moto, mentre il disco resta fermo, perché
la forza di attrito non è impulsiva e non si trasmette immediatamente al disco, per cui dal
teorema dell’impulso

i
i = m1v ⇒ v = = 15 m/s
m1

2) Immediatamente dopo l’applicazione dell’impulso la forza di attrito, interna al siste-


ma disco–punto, comincia a rallentare il punto materiale mettendo contemporaneamente in
moto il disco. Le forze esterne al sistema disco–punto sono le reazioni vincolari sul perno
di sostegno del disco che hanno momento nullo rispetto al centro O del disco . Pertanto si
conserva il momento angolare rispetto a O durante tutto il processo dall’istante t0 + dt im-
mediatamente successivo all’applicazione dell’impulso in cui il punto materiale ha velocità

182
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

v e il disco è ancora fermo, e l’istante t1 in cui si esaurisce il moto relativo per cui disco e

punto materiale procedono solidali con la stessa velocità angolare ω . La seconda equazione
cardinale fra questi due istanti è
  
r × m1v = Itot ω
ed ha solo componente verticale z

(
m1vR = I disco + m1 R 2 ω)
per cui

⎛1 ⎞ 2m1v
m1vR = ⎜ m2 R 2 + m1 R 2 ⎟ ω ⇒ ω= = 8.33 rad/s
⎝2 ⎠ ( m2 + 2m1 ) R
3) Il lavoro è pari alla variazione di energia cinetica del sistema, perché non ci sono
variazioni di energia potenziale

W =
1
2
( ) 1 1⎛1 ⎞ 1
I disco + m1 R 2 ω 2 − m1v 2 = ⎜ m2 R 2 + m1 R 2 ⎟ ω 2 − m1v 2 = −18.75 J
2 2⎝2 ⎠ 2

Problema 6.20

Un disco omogeneo di raggio R = 20 cm e massa m = 500 g è vincolato a ruotare attor-


no al suo centro O. Il vincolo è scabro con un momento dell'attrito di modulo
MAtt = 0.1 Nm. Il disco, inizialmente fermo, viene colpito da un punto materiale di massa
 
m1 = 100 g che si muove con velocità v1 = v1u x con v1 = 15 m/s. L’urto è anelastico e il
 
punto si allontana dopo l’urto lungo la verticale con velocità v2 = v2 u y con v2 = 5 m/s.
Sapendo che il parametro d’urto è h = 15 cm, calcolare:
1) la velocità angolare del disco immediatamente dopo l’urto ω
2) l’accelerazione angolare dopo l’urto α
3) il numero di giri fatti prima di fermarsi N

v2
v1
y m1
h
R
x O

Soluzione

1) L’urto è anelastico, per cui non si conserva l’energia cinetica; la presenza di un vin-

183
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

colo in O comporta la generazione di forze impulsive di reazione vincolare esterne e la con-


seguente non conservazione della quantità di moto; tali forze impulsive, applicate nel vin-
colo, hanno momento meccanico nullo se si sceglie il punto di vincolo come polo, per cui si
ha la conservazione del momento angolare rispetto ad O
    
r × m1v1 = IOω + r × m1v2
che ha componenti solo lungo l’asse z

m1v1h = IOω + m1v2 b con b = R 2 − h 2

ovvero, esplicitando il momento d’inerzia del disco,


1
m1v1h = mR 2ω + m1v2 R 2 − h 2
2
da cui si ricava la velocità angolare

v1h − v2 R 2 − h 2
ω = 2m1 = 15.9 rad/s
mR 2
2) L’unica forza che agisce dopo l’urto è l’attrito sul vincolo, per cui la seconda equa-
zione cardinale è
1
−M ATT = IOα = mR 2α
2
da cui
2M ATT
α=− = −10 rad/s2
mR 2
3) Il lavoro fatto dal momento dell’attrito dissipa tutta l’energia cinetica del disco. Non
essendoci variazioni di energia potenziale il bilancio energetico fra istante iniziale e finale è
1 1
−M ATT 2π N = − IOω 2 = − mR 2ω 2
2 4
da cui si ottiene
mR 2ω 2
N= = 2 giri
8π M ATT

Problema 6.21

Un disco omogeneo di massa M = 2.5 kg e raggio R = 30 cm inizialmente fermo è vin-


colato nel suo centro di massa ad una parete verticale. Il vincolo è liscio e l’estremo inferio-
re A del disco è fissato ad una molla ideale di massa trascurabile di costante elastica
k = 15 N/m inizialmente a riposo connessa come in figura (a). All’istante t0 = 0 un punto
materiale di massa m = 200 g e velocità v0 = 25 m/s in direzione orizzontale urta l’estremo
superiore B del disco rimanendovi attaccata. Determinare:
1) la velocità angolare del disco immediatamente dopo l’urto ω

184
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

2) il modulo dell’impulso esercitato nel vincolo dall’urto i


3) la velocità angolare del disco dopo mezzo giro
– figura (b) –se la molla si avvolge sul disco ω1

m v0
A B
O R O
B A
m

(a) (b)

Soluzione

1) Si conserva il momento angolare rispetto al vincolo


⎛1 ⎞
mv0 R = ⎜ MR 2 + mR 2 ⎟ ω
⎝2 ⎠
per cui
2mv0
ω= = 11.49 rad/s
( M + 2m ) R
2) L’impulso è pari alla variazione di quantità di moto del punto materiale, perché il
centro di massa del disco è vincolato, per cui

i = Δ p = mω R − mv0 = 4.31 Ns
3) Dall’istante immediatamente successivo all’urto si conserva l’energia meccanica, per
cui tenendo conto che rispetto alla situazione iniziale il punto materiale riduce la sua quota
di 2R e la molla si elonga di πR si ha

( Ec + E p )i = ( Ec + E p ) f
1⎛1 2⎞ 2 1⎛1 2⎞ 2 1
⎜ MR + mR ⎟⎠ ω + mg2R = ⎜⎝ MR + mR ⎟⎠ ω1 + k (π R )
2 2 2
2⎝2 2 2 2
per cui

ω1 =
( MR 2
)
+ 2mR 2 ω 2 + 8mgR − 2kπ 2 R 2
= 6.93 rad/s
MR 2 + 2mR 2

185
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

Problema 6.22

Un cubo omogeneo di massa m1 = 2 kg e di lato  = 20 cm è vincolato in A in modo da


poter ruotare nel piano verticale. All'istante t = 0 un punto materiale di massa m2 = 500 g
urta il cubo nel punto B quando quest'ultimo è appoggiato sul piano nella posizione mostra-
ta in figura. L'urto è perfettamente anelastico, il modulo della velocità iniziale del punto
materiale è v0 = 5 m/s, e la sua inclinazione rispetto alla verticale è α = π 3 .. Calcolare:
1) la velocità angolare del sistema cubo–punto
immediatamente dopo l'urto ω1
2) il modulo dell'impulso assorbito dal vincolo nell'urto i
3) la velocità angolare del sistema cubo–punto quando
il centro di massa del cubo raggiunge la quota massima ω2

B
v0
m2 α C
A

Soluzione

1) Nell’urto si sviluppa una forza impulsiva nel vincolo A, rispetto al quale si conserva
il momento angolare. L’urto è perfettamente anelastico, per cui i due
corpi dopo l’urto ruotano insieme attorno al vincolo e quindi π/4 α
  
r × m2 v0 = I Aω1

dove r =  2 è la diagonale del quadrato e, applicando il teorema di v0 r
Steiner al cubo, il momento d’inerzia è m2 α
A
2
⎛ 2⎞
( )
2
I A = I C + m1 ⎜ ⎟ + m2  2 =
⎝ 2 ⎠
2
⎛ 2⎞
m12
( ) ⎛2 ⎞
2
= + m1 ⎜ ⎟ + m2  2 = ⎜ m1 + 2m2 ⎟ 2 = 0.093 kgm 2
6 ⎝ 2 ⎠ ⎝3 ⎠
La componente z della conservazione del momento angolare è
⎛π ⎞
m2 v0 r sin ⎜ + α ⎟ = I Aω1
⎝4 ⎠
da cui si ricava la velocità angolare
⎛π ⎞
m2 v0 r sin ⎜ + α ⎟
⎝4 ⎠
ω1 = = 7.34 rad/s
IA
2) L’impulso è pari alla variazione della quantità di moto del sistema

186
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

    
i = Δ p = ( m2 v1 + m1vC ) − ( m2 v0 )
con
⎧ v1 = ω1 2 = 2.08 m/s

⎨  2
⎪ vC = ω1 = 1.04 m/s
⎩ 2
per cui le componenti dell’impulso sono
π π y v1

⎪⎪ix = m2 v1 cos 4 + m1vC cos 4 − m2 v0 sin α = 0.96 m/s π/4 vC

⎪iy = m2 v1 sin π + m1vC sin π − m2 v0 cos α = 0.04 m/s v0
C
π/4
⎪⎩ 4 4 α A
e il suo modulo è x

i = ix2 + iy2 = 0.96 Ns


3) Fra la posizione finale e quella iniziale si conserva l’energia meccanica. Scegliendo
lo zero dell’energia potenziale al suolo si ha
1  1  2
I Aω12 + m2 g + m1g = I Aω 22 + m2 g 2 + m1g
2 2 2 2
per cui la velocità angolare nella posizione finale è

ω2 =
( ) (
I Aω12 + 2m2 g 1 − 2 + m1g 1 − 2 ) = 5.26 rad/s
IA

Problema 6.23

Un disco rigido, di massa m1 = 1.34 kg e raggio R = 0.12 m, giace in un piano orizzon-


tale e ruota attorno ad un asse verticale passante per il suo centro. Un’asta rigida, di massa
m2 = 0.65 kg e lunghezza d = 0.18 m, si muove in direzione radiale al disco e a un certo
istante lo urta restandovi attaccata. Si osserva che dopo l’urto il sistema disco-asta ruota
attorno all’asse verticale passante per il centro del disco con velocità angolare ω2 = 6 rad/s.
Il vincolo è scabro e pertanto il sistema disco-asta continua a ruotare fino a fermarsi dopo
avere compiuto n = 9 giri. Calcolare:
1) la velocità angolare del disco immediatamente prima dell’urto ω1
2) il modulo della velocità del centro di massa del sistema dopo l’urto vG
3) il modulo del momento di attrito agente sul vincolo MAtt
4) il tempo di arresto t

187
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

O
R
disco

 asta

Soluzione

1) L’urto è perfettamente anelastico ed è presente un vincolo nel sistema, per cui si con-
serva solo il momento angolare rispetto al vincolo nel centro del disco.
I momenti d’inerzia prima e dopo l’urto, utilizzando il teorema di Steiner per l’asta, sono
⎧ 1
⎪ I1 = 2 m1 R = 0.0096 kgm
2 2

⎨ 2
⎪ I = 1 m R 2 + 1 m d 2 + m ⎛ d + R⎞ = 0.04 kgm 2
2⎜ ⎟⎠
⎪⎩ 2 2 1 12
2
⎝2
Allora, osservando che il momento della quantità di moto dell’asta è nullo in quanto l’asta
si sta muovendo in direzione radiale, la legge di conservazione del momento angolare è
I2
I1ω1 = I 2ω 2 ⇒ ω1 = ω 2 = 25 rad/s
I1

2) Il centro di massa del sistema asta–disco si trova alla distanza da O


⎛ d⎞
m2 ⎜ R + ⎟
⎝ 2⎠
xG = = 0.069 m
m1 + m2
e quindi appena dopo l’urto si muove di moto circolare con velocità
vG = ω 2 xG = 0.41 m/s
3) L’arresto del sistema è dovuto al lavoro fatto dal momento d’attrito. Il bilancio ener-
getico fra l’istante immediatamente successivo all’urto e l’istante di arresto porge

1 I 2ω 22
0− I 2ω 22 = WAtt = − 2π nM Att ⇒ M Att = = 0.013 Nm
2 4π n

4) Si tratta di un moto circolare uniformemente accelerato con accelerazione angolare


negativa, per cui

188
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

⎧−M Att = I 2α ω 2 I2
⎨ ⇒ t= = 18.5 s
⎩0 = ω 2 + α t M Att

Problema 6.24

Un disco di .raggio R = 0.5 m giace fermo su un piano orizzontale (x,y) ed è vincolato a


ruotare senza attrito intorno ad un asse verticale passante per il suo centro O. Rispetto al
polo O il momento d’inerzia del disco è I = 0.125 kgm2. In una scanalatura liscia lungo il
diametro del disco è posta una molla ideale di massa trascurabile e lunghezza a riposo nulla
e costante elastica k = 3 N/m vincolata in un suo estremo al punto O. Un corpo puntiforme
di massa m1 = 100 g è collegato all’altro estremo della molla e fissato sul bordo del disco.
Al tempo t = 0 un secondo corpo puntiforme di massa m2 = m1 che si muove con velocità
 
orizzontale v2 = v2 u x con v2 = 10 m/s colpisce anelasticamente una lamina di dimensioni
 
trascurabili infissa sul bordo del disco e rimbalza con velocità v2′ = − v2′ u x con v2′ = v2 4 .
Sapendo che l’urto sblocca il corpo m1, determinare:
1) la velocità angolare del disco immediatamente dopo l’urto ω
2) l’energia cinetica dissipata nell’urto Ed
3) la velocità angolare del disco quando il corpo m1 raggiunge
il suo centro ω′
4) la velocità del corpo m1 nello stesso istante v1′′

m1

O R

v2
m2

Soluzione

1) Nell’urto si sviluppa una forza impulsiva nel punto O, per cui non si conserva la
quantità di moto, ma si conserva il momento angolare rispetto ad O. Il corpo m1 si sblocca,
ma non si sposta immediatamente, in quanto la forza elastica non è impulsiva, per cui as-
  
sume immediatamente dopo l’urto la velocità v1′ = v1′uT = ω RuT e quindi la conservazione
del momento angolare è

189
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

      
r2 × m2 v2 = r2 × m2 v2′ + Iω + r1 × m1v1′
che ha solo componente lungo l’asse di rotazione verticale

m2 R ( v2 + v2′ )
m2 v2 R = −m2 v2′ R + Iω + m1v1′R ⇒ ω = = 4.17 rad/s
I + m1R 2

2) L’energia dissipata è pari alla differenza di energia cinetica del sistema prima e dopo
l’urto

⎡1
( 1
) ⎤ ⎡1 ⎤
Ed = ⎢ I + m1 R 2 ω 2 + m2 v2′ 2 ⎥ − ⎢ m2 v22 ⎥ = 3.38 J
⎣2 2 ⎦ ⎣2 ⎦
3) Dopo l’urto il corpo m1 si sposta verso il punto O per effetto della forza elastica. Si
conserva il momento angolare, perché la forza elastica non ha momento meccanico rispetto
ad O essendo sempre parallela al vettore posizione. Inoltre il momento angolare del corpo
m1 quando passa per O è nullo, quindi nelle due posizioni considerate di m1 la legge di con-
servazione del momento angolare porge

( )
I + m1 R 2 ω = Iω ′ ⇒ ω ′ =
I + m1 R 2
I
ω = 5 rad/s

4) Non ci sono attriti, per cui si conserva l’energia meccanica del sistema fra le stesse
posizioni
1
2
( ) 1
2
1
2
1
I + m1 R 2 ω 2 + kR 2 = Iω ′ 2 + m2 v1′′ 2
2
per cui la velocità del corpo m1 quando raggiunge O è

v1′′ =
( I + m R )ω
1
2 2
+ kR 2 − Iω ′ 2
= 1.5 m/s
m2

Problema 6.25

Un disco omogeneo di massa M = 1 kg e raggio R = 40 cm è vincolato nel suo centro di


massa su un piano verticale. Attorno al disco è avvolto un filo inestensibile di massa trascu-
rabile collegato ad un’estremità ad un punto materiale di massa m1 = 200 g appoggiato sul
piano orizzontale scabro. Il filo è completamente svolto, ma con tensione nulla, in modo da
essere parallelo al piano. All’istante t il disco è fermo e viene colpito nel suo estremo supe-
riore da un punto materiale di massa m2 = m1 che si muove con velocità di modulo v = 7.2
m/s in direzione parallela al piano. Sapendo che il punto materiale si conficca nel disco e
che il disco compie N = 1 giro prima di fermarsi, determinare:
1) la velocità angolare del disco immediatamente dopo l’urto ω
2) il modulo dell’impulso esercitato dal vincolo nell’urto i
3) il coefficiente di attrito dinamico fra il piano e m1 μ
4) l’accelerazione angolare del disco subito dopo l’urto α

190
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

5) la tensione della fune immediatamente dopo l’urto T

m2 v

R R
O
m1

Soluzione

1) Non si conserva l’energia cinetica trattandosi di un urto perfettamente anelastico.


Inoltre a causa della presenza del vincolo non si conserva la quantità di moto, mentre si
conserva il momento angolare del sistema scegliendo come polo il vincolo O. Quindi, detta

v ′ la velocità di m1 subito dopo l’urto
m2 vR = Iω + m1v ′ R
ove dopo l’urto il disco e m2 formano un corpo unico di momento d’inerzia
1
I = MR 2 + m2 R 2 = 0.112 kgm 2
2
e la velocità di m1 è la stessa di un punto periferico del disco
v′ = ω R
La velocità angolare risulta pertanto
m2 vR
ω= = 4 rad/s
I + m1 R 2
2) L’impulso è pari alla variazione di quantità di moto del sistema. I punti materiali
hanno eguale massa e dopo l’urto, trovandosi ambedue a distanza R dal centro del disco,
avranno velocità v ′ = ω R uguale in modulo e opposta in direzione. Inoltre il centro di
massa del disco è fermo. Allora si ha
⎧ pi = m2 v
⎨ p = m ω R − m ω R + M v = 0 ⇒ i = p f − pi = m2 v = 1.44 Ns
⎩⎪ f 2 1 O

3) Le uniche forze esterne che compiono lavoro dopo l’urto sono la forza peso agente
sul corpo m2 e la forza di attrito agente sul corpo m1. Poiché il disco compie un giro prima
di fermarsi, non c’è variazione di energia potenziale gravitazionale di m2 e la distanza per-
corsa dal punto m1 sul piano è pari a d = 2πR. Allora utilizzando il bilancio energetico fra
l’istante immediatamente dopo l’urto e l’istante in cui si ferma il sistema si ha

WAtt = Ec, f − Ec,i


⎛1 1 ⎞ 1
(
⇒ − μ m1gd = 0 − ⎜ Iω 2 + m1v ′ 2 ⎟ = − I + m1 R 2 ω 2
⎝2 2 ⎠ 2
)

191
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

per cui

μ=
( I + m R )ω = ( I + m R )ω
1
2 2
1
2 2
= 0.234
2m1gd 4π m1gR
4) Le equazioni del moto di m1 e del sistema disco–m2 subito dopo l’urto e la relazione
fra accelerazione e accelerazione angolare, tenendo conto che sia m1 che il disco sono dece-
lerati e indicando con T, a e α i moduli delle quantità vettoriali, sono
⎧−T + μ m1g = m1a

⎨TR = Iα
⎪a = α R

Risolvendo si ricava
T = μ m1g − m1α R
( μ m1g − m1α R ) R = Iα
μ m1gR
α= = 1.27 rad/s2
I + m1 R 2
5) Dalle equazioni precedenti si ottiene
T = μ m1g − m1α R = 0.36 N
oppure

T= = 0.36 N
R

Problema 6.26
Un disco omogeneo di massa m1 = 4 kg e raggio R = 20 cm ruota su un piano verticale
attorno al proprio asse orizzontale fisso su cui agisce un momento di attrito di modulo
MA = 0.1 Nm. Sul disco è avvolta una fune inestensibile di massa trascurabile alla cui
estremità libera è collegato un corpo di massa m2 = 1 kg. All’istante t = 0 la fune è floscia, il
corpo m2 è posato sul pavimento e il disco ruota con velocità angolare ω0 =10 rad/s. Il disco
compie n1 = 4 giri con la fune floscia e poi la fune si tende e il corpo m2 inizia a salire in
verticale. Calcolare:
1) la velocità angolare del disco un istante prima che la fune si tenda ω1
2) la velocità angolare del disco un istante dopo che la fune si è tesa ω2
3) il modulo dell’impulso trasmesso all’asse
del disco durante lo strappo i
4) la massima quota raggiunta dal corpo m2 h
5) l’energia dissipata dall’istante iniziale all’istante
in cui il corpo m2 raggiunge la quota massima Ed

192
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

O m1 O m1

m2 m2

(a) (b)

Soluzione

1) Fino all’istante in cui il filo si tende il corpo m2 non partecipa al processo, per cui la
forza di attrito agente sul vincolo dissipa l’energia cinetica del disco. Il bilancio energetico,
ricordando la relazione θ = 2π n, porge

1 1 4π n1 M A
−M A 2π n1 = IOω12 − IOω 02 ⇒ ω1 = ω 02 − = 6.1 rad/s
2 2 IO

con IO = m1 R 2 2 = 0.08 kgm 2 .


2) Il filo si tende improvvisamente e il corpo m2 si stacca dal suolo assumendo la veloci-
tà v2 = ω 2 R . Sul vincolo O si sviluppa quindi una forza impulsiva, come in un urto, e si
conserva il momento angolare rispetto ad O tra l’istante immediatamente precedente e
l’istante immediatamente successivo allo strappo

IO
IOω1 = IOω 2 + m2 Rv2 ⇒ ω2 = ω1 = 4.07 rad/s
I O + m2 R 2
3) L’impulso è pari alla variazione di quantità di moto del sistema. Il centro di massa del
disco è vincolato per cui solo il corpo m2 modifica la sua velocità e quindi il modulo del-
l’impulso è
i = m2 v2 = m2ω 2 R = 0.81 Ns
4) Dopo lo strappo il corpo m2 comincia a sollevarsi fino a fermarsi ad una altezza h
rispetto al suolo nel momento in cui il disco si arresta. Il bilancio energetico fra l’istante
immediatamente successivo allo strappo e l’istante in cui il sistema si ferma è

−M Aθ = m2 gh −
1
2
( )
IO + m2 R 2 ω 22

ove, per definizione di radiante, l’angolo di cui è ruotato il disco è θ = h R , per cui l’altez-
za massima raggiunta dal corpo m2 è

193
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

h=
(I O )
+ m2 R 2 ω 22 R
= 9.6 cm
2 ( m2 gR + M A )
5) L’energia dissipata fra l’istante iniziale e quello finale è
1
Ed = m2 gh − IOω 02 = 3.06 J
2

Problema 6.27

Un cilindro omogeneo di massa m = 0.5 kg e raggio R = 20 cm fermo su un piano sca-


bro con coefficiente di attrito dinamico μ = 0.3 viene colpito con un impulso istantaneo
orizzontale i = 2 Ns sulla sua sommità. Sapendo che il moto di puro rotolamento inizia do-
po che il centro di massa del cilindro ha percorso la distanza d = 3 m e che successivamente
il cilindro risale una rampa liscia, calcolare:
1) la velocità del centro di massa del cilindro
immediatamente dopo l’applicazione dell’impulso vG,1
2) la velocità angolare del cilindro
immediatamente dopo l’applicazione dell’impulso ω1
3) la velocità angolare del cilindro nell’istante
in cui inizia il moto di puro rotolamento ω2
4) la massima altezza rispetto al piano a cui arriva il cilindro h

y G
i

h
G
x

Soluzione

1) La forza di attrito ha intensità finita e non è quindi impulsiva. Pertanto il suo effetto
risulta trascurabile durante l’applicazione dell’impulso istantaneo e il cilindro parte con
velocità del suo centro di massa vG e velocità angolare ω determinate unicamente dall’im-
pulso. Il moto iniziale è quindi di rotolamento con strisciamento. In questo caso non esiste
una relazione cinematica fra la velocità del centro di massa del corpo e la sua velocità ango-
lare che sono perciò indipendenti tra loro. Solo dopo avere percorso un certo tratto il moto
diventerà di puro rotolamento.
Considerando ora la fase in cui viene applicato l’impulso, il teorema dell’impulso de-
termina la velocità del centro di massa

194
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto

i
i = mvG,1 ⇒ vG.1 = = 4 m/s
m
2) Calcoliamo il momento dell’impulso rispetto a G

   Δt  Δt   Δt  L  
r ×i =r × ∫0
F dt = ∫
0
r × F dt = ∫
0
M dt = ∫
0
dL =Δ L

dove il vettore r può essere portato dentro il segno d’integrale, perché costante nel tempo
di durata dell’applicazione dell’impulso. Infatti Δt → 0 e quindi le posizioni prima e dopo
l’applicazione dell’impulso al disco differiscono per una quantità infinitesima. Passando
alle componenti lungo l’asse di rotazione z passante per G si ha
iR 2i
iR = I Gω1 ⇒ ω1 = = == 40 rad/s
I G mR

3) Dopo l’impulso la velocità del centro di massa e la velocità angolare variano per ef-
fetto dell’attrito. Il moto diventa di puro rotolamento quando esse soddisfano alla condizio-
ne cinematica di puro rotolamento vG,2 = ω 2 R. Il bilancio energetico fra l’istante immedia-
tamente successivo all’applicazione dell’impulso e l’istante in cui inizia il moto di puro
rotolamento è
⎡1 1 ⎤ ⎡1 1 ⎤
− μ mgd = ⎢ mvG,2
2
+ I Gω 22 ⎥ − ⎢ mvG,1
2
+ I Gω12 ⎥
⎣2 2 ⎦ ⎣2 2 ⎦
da cui utilizzando la condizione di puro rotolamento e semplificando si ricava
2
2vG,1 + R 2ω12 − 4 μ gd
ω2 = = 22.5 rad/s
3R 2
Si noti che
vG,2 = ω 2 R = 4.5 m/s
per cui fra l’istante iniziale e quello in cui inizia il moto di puro rotolamento la velocità del
centro di massa aumenta, mentre la velocità angolare diminuisce. La direzione della forza
di attrito è pertanto concorde alla direzione del moto del cilindro.
4) Il moto è uniforme finché il cilindro inizia a risalire la rampa: poiché la rampa è liscia
si ha improvvisamente una transizione fra moto di puro rotolamento e moto di rotolamento
con strisciamento. Da questo istante non agisce più alcuna forza esterna che abbia un mo-
mento meccanico non nullo rispetto a G, per cui non può essere modificato il moto relativo
al centro di massa e la velocità angolare del disco resta costante. Per contro la forza peso
agisce sul disco e viene trasformata energia cinetica del centro di massa in energia poten-
ziale della forza peso finché la velocità del centro di massa non si annulla. Il disco arriva
quindi alla massima altezza con velocità del centro di massa nulla pur mantenendosi in ro-
tazione con velocità angolare ω2 attorno a G. La conservazione dell’energia fra l’istante in
cui il disco inizia a salire e l’istante in cui arriva alla massima altezza è
1 1 1
2
mvG,2 + I Gω 22 = mgh + I Gω 22
2 2 2

195
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6

per cui la massima altezza è


2
vG,2 ω 2 R2
h= = 2 = 1.03 m
2g 2g

196
Capitolo 7

Gravitazione universale
Capitolo 7 Gravitazione universale

Problema 7.1

I due punti materiali di figura (a), rispettivamente di massa m1 = 10 kg e m2, distanti fra
loro d = 10 m, sono sottoposti inizialmente soltanto alla loro reciproca azione. In queste
condizioni nel punto P (–d/4, 0) del sistema di riferimento della figura il campo gravitazio-
nale è nullo. Determinare:
1) il valore della massa del secondo corpo m2
Successivamente si porta da distanza infinita nel punto Q (0, d/2) un terzo punto mate-
riale di massa m3 = 5 kg. 
2) la forza agente sul punto materiale m3 F
3) il lavoro fatto dal campo gravitazionale per portare
il corpo m3 in Q, nell’ipotesi di avere postoV∞ = 0 W
Si sostituiscono i corpi m1 e m2 con una sbarretta omogenea di massa m3 e lunghezza d
come in figura (b). Determinare: 
4) la forza agente sul punto materiale m3 F′

y y
Q Q
m3 m3

d/2 d/2
m1 m2 m3
P
O O
x x
d/4
d d
(a) (b)

Soluzione

1) Nel punto P, distante xP = d/4 da O, il campo gravitazionale generato da m1 è uguale


in modulo e opposto in direzione a quello generato da m2. Uguagliando i moduli si ha
m1 m2
G 2
=G 2
⎛d ⎞ ⎛d ⎞
⎜⎝ − xP ⎟⎠ ⎜⎝ + xP ⎟⎠
2 2
ove G = 6.67 × 10 −11 m 3kg −1s−2 è la costante di gravitazione universale, da cui
2
⎛ d d⎞
⎜⎝ + ⎟⎠
2 4
m2 = m = 9m1 = 90 kg
2 1
⎛ d d⎞
⎜⎝ − ⎟⎠
2 4
2) La forza agente su m3 è la somma vettoriale delle forze gravitazionali esercitate sin-
golarmente da m1 e m2. La distanza dei corpi m1 e m2 da m3 è d3 = d 2 / 2 per cui la forza
gravitazionale esercitata da ciascuno di essi è

199
Gravitazione universale Capitolo 7

⎧ m1m3 π  m1m3 π  m3
⎪ F13 = −G d 2 sen 4 u x − G d 2 cos 4 u y
⎪ 3 3 F13 F23
⎨
⎪ F23 = G m m π  m m π 
⎪⎩
2 3
sen u x − G 2 3
cos u y π/4 π/4
d32 4 d32 4
e quindi la forza agente sul corpo m3 è, sommando le m1 m2
componenti,
 m  m 
F = G 2 23 ( m2 − m1 ) u x − G 2 23 ( m2 + m1 ) u y
d d
( 
) ( 
= 3.7 × 10 −10 N u x − 4.7 × 10 −10 N u y )
3) Il lavoro è pari all’opposto della variazione di energia potenziale di m3, Ep = m3 V,
che si assume nulla a distanza infinita
⎛ m m ⎞
( ) m
W = − Δ E p = − m3VQ − m3V∞ = m3 ⎜ G 1 + G 2 ⎟ = 2G 3 ( m1 + m2 ) = 4.72 × 10 −9 J
⎝ d3 d3 ⎠ d
3) Definiamo la densità lineare λ = m3/d della sbarretta e consideriamo un suo elemento
infinitesimo dm = λdx posto a distanza x dall’origine, ovvero a d3 ( x ) = x 2 + d 2 / 4 da m3.
La forza di interazione gravitazionale sarà la somma vettoriale delle forze
 m3dm  m3dm 
dF = G u =G ud y
⎡⎣ d3 ( x ) ⎤⎦
2 d3
d2 3
x +
2
m3
4
esercitate su m da tutti gli elementi infinitesimi. Osserviamo dF dF
che per simmetria per ogni elemento dm3 situato sul se-
miasse positivo esiste un elemento identico situato nel- dm θ
3 dm3
la posizione simmetrica sul semiasse negativo. I
contributi alla forza su m3 dovuti ai due elementi si O x
sommano vettorialmente: le componenti x sono dx dx
eguali e opposte, per cui si elidono; le componenti y inve-
ce sono eguali e concordi e quindi si sommano. La forza risultante è pertanto diretta verso il
basso lungo l’asse y e il suo modulo è il doppio del contributo di mezza sbarretta, ovvero

 d 2  d 2 m3dm 
F ′ = −2 ∫
0
dF cos θ u y = −2G ∫
0 d 2
cos θ u y
x2 +
4
Osservando che
⎧ m3
⎪dm = λ dx = d dx

⎪ d d

⎪cos θ = 2 = 2
⎪ d 3 ( x ) d2
⎪ x2 +
⎩ 4

200
Capitolo 7 Gravitazione universale

si tratta, dopo avere sostituito e semplificato, di calcolare l’integrale


−3 2
 d 2⎛ d2 ⎞ 
F ′ = −G m32 ∫ + 2
⎜ x dx u y
0 ⎝ 4 ⎟⎠

∫ (x ) ( )
−3 2 1
che, sapendo che 2
+a = ax a + x 2 2
+ cost , vale
 m2  
F ′ = −2 2G 23 u y = − 4.7 × 10 −11 N u y
d
( )

Problema 7.2

Due cilindretti C1 e C2 di uguale lunghezza  = 1 m, , sezione trascurabile e massa, di-


stribuita uniformemente, m1 = m = 10 kg e m2 = 4m rispettivamente sono disposti sullo
stesso asse ad una distanza , fra i due estremi affacciati. Calcolare:
1) il modulo della forza che si esercita fra i due corpi F
2) la posizione del punto P, che giace sullo stesso asse
dei due cilindri, in cui il campo gravitazionale è nullo
nel sistema di riferimento indicato in figura xP

y
ℓ ℓ ℓ
P
x
C1 xP C2

Soluzione

1) La forza si esercita fra i centri di massa dei due corpi che sono distanti fra di lo-
ro 2 per cui il suo modulo è

m1m2 m2
F=G =G = 6.67 × 10 −9 N
( 2 ) 2
 2

2) Il campo gravitazionale si può annullare solo nella regione fra i cilindri, dove i campi
gravitazionali dovuti a ciascuno di essi singolarmente sono opposti. Altrove detti campi
sono concordi e quindi non può essere nullo il campo gravitazionale risultante. Indicando
con λ = m  la densità lineare del cilindro più leggero, i campi gravitazionali dovuti singo-

y
dx x x dx
P
dm2 x
dm1 xP

201
Gravitazione universale Capitolo 7

larmente ai due cilindri in P sono

G G
G1 = ∫
C1 r1
2
dm1 e G2 = ∫ C2 r22
dm2

ove dm1 = λ dx edm2 = 4 λ dx dm1 sono elementi di massa infinitesimi dei due cilindri nella
posizione x rispetto all’origine. Il campo gravitazionale nel punto P è quindi
− G 2 G
G = G1 + G2 = ∫0 ( xP − x ) 2
λ dx + ∫ ( x − x P )2
4 λ dx = 0

calcolando gli integrali e semplificando si ricava

⎧ −7 + 73
⎪ xP,1 =  = 25.7 cm
⎪ 6
3xP2 + 7xP − 22 = 0 ⇒ ⎨
⎪ x =  −7 − 73 = − 2.59 m inaccettabile
⎪ P,2 6

Problema 7.3

La velocità di un razzo di massa m =100 tonnellate lanciato verticalmente dalla superfi-


cie terrestre è ad ogni altezza uguale alla velocità di fuga dall'attrazione gravitazionale. Tra-
scurando la fase iniziale di accelerazione e la massa perduta e conoscendo la massa della
Terra MT = 5.97×1024 kg, calcolare:
1) il tempo impiegato dal razzo per raggiungere
un'altezza h rispetto alla superficie uguale
al raggio della Terra RT = 6.38×106 m t
2) il lavoro compiuto dal motore del razzo W

Soluzione

1) La velocità di fuga dalla Terra è la velocità che deve possedere un oggetto per arriva-
re a distanza infinita dalla Terra con velocità nulla. Dalla legge di conservazione dell’ener-
gia, osservando che a distanza infinita l’energia meccanica è nulla
⎛ 1 ⎞ ⎛ mM T ⎞
Δ Ec + Δ E p = ⎜ 0 − mv 2 ⎟ + ⎜ 0 + G ⎟=0
⎝ 2 ⎠ ⎝ r ⎠
nelle approssimazioni considerate, il razzo nel suo moto verticale ha la velocità di fuga
dr 2G M T
v= =
dt r
in ogni posizione r compresa fra la posizione iniziale RT e quella finale 2RT. Si ha quindi
un’equazione differenziale in r e t che si risolve per separazione delle variabili

202
Capitolo 7 Gravitazione universale

2 RT t
⎡2 2 32⎤
∫ ∫ 2G M T dt ⇒ ⎢ ( 2RT ) − ( RT ) ⎥ = 2G M T t
32
r dr =
RT 0 ⎣3 3 ⎦
per cui il razzo percorre la distanza RT nel tempo

t=
2RT3 2
3 2G M T
( )
8 − 1 = 11′ 36 ′′

2) La velocità di fuga è la velocità di un oggetto per poter arrivare a distanza infinita


(EP = 0) con energia cinetica nulla ed è quindi definita dalla condizione per cui l’energia
meccanica del razzo è nulla. L’energia meccanica è sempre costante, per cui il lavoro fatto
dal motore del razzo è solo quello necessario a fargli raggiungere la velocità di fuga iniziale
senza che il razzo si sia alzato apprezzabilmente rispetto alla superficie terrestre nell’ap-
prossimazione suggerita dal testo. Pertanto
1 G MT m
W = mv 2 = = 6.24 × 1012 J
2 RT

Problema 7.4

Un satellite di massa m viene lanciato in un’orbita di altezza rS = 13900 km rispetto al


centro della Terra. Il razzo che porta il satellite lo rilascia con velocità iniziale v0 relativa
alla Terra tangente alla circonferenza di raggio rS. Conoscendo la massa della Terra
MT = 5.97×1024 kg, determinare il valore di velocità iniziale per cui:
1) il satellite descrive un'orbita circolare v0
2) il satellite descrive un'orbita parabolica v0
3) il satellite descrive un'orbita ellittica con raggio
all’apogeo rS e raggio al perigeo rp = 8000 km v0

v0
rS

203
Gravitazione universale Capitolo 7

Soluzione

1) L’orbita è circolare se, dopo il distacco dal razzo, il satellite descrive un moto circola-
re uniforme la cui equazione del moto è

mM T v02 MT
G = m ⇒ v0 = G = 5.35 km/s
rS2 rS rS

2) Il moto è parabolico se l’energia meccanica del satellite al distacco è nulla

mM T 1 M
ET = −G + mv02 = 0 ⇒ v0 = 2G T = 7.57 km/s
rS 2 rS

3) La forza gravitazionale è conservativa per cui resta costante l’energia meccanica.


Inoltre si conserva anche il momento angolare, perché la forza di gravitazione universale
appartiene alla classe delle forze centrali. Ricordando che l’apogeo e il perigeo sono geo-
metricamente gli estremi dell’asse maggiore dell’orbita ellittica, osserviamo che in questi
punti la velocità e il vettore posizione rispetto alla terra del pianeta sono perpendicolari, per
cui le due equazioni di conservazione sono
⎧1 mM T 1 mM T
⎪ 2 mva − G r = 2 mv p − G r
2 2

⎨ a p
⎪ mv r = mv r
⎩ aa p p

Poiché ra = rS e va = v0, si ha
⎧ 2 ⎛ 1 1⎞
⎪ v0 − v 2p = 2G M T ⎜ − ⎟
⎪ ⎝ rS rp ⎠

⎪ v = rS v
⎪ p r 0
⎩ p

per cui sostituendo la seconda equazione nella prima si ottiene


2
⎛r ⎞ ⎛ 1 1⎞
v02 − ⎜ S v0 ⎟ = 2G M T ⎜r −r ⎟
⎝ rp ⎠ ⎝ S p⎠

ovvero
⎛ r2 ⎞ rp − rS
v02 ⎜ 1 − S2 ⎟ = 2G M T
⎝ rp ⎠ rS rp

e quindi la velocità iniziale impressa dal razzo al satellite deve essere

rp − rS rp2 2G M T rp
v0 = 2G M T = = 4.57 km/s
rp rS ( rp − rS ) 2
(
rS rp + rS )

204
Capitolo 7 Gravitazione universale

Problema 7.5

Un meteorite di massa m = 2 × 1010 kg e velocità rispetto alla Terra v0 = 3 km/s viene


individuato a distanza r = 8 × 109 m dal centro della Terra e r1 = 5 × 109 m dal centro della
Luna. Dopo un certo tempo si osserva il meteorite colpire la Luna. Ignorando il contributo
degli altri corpi del Sistema Solare e conoscendo la massa della Terra MT = 5.97 × 1024 kg,
la massa della Luna ML = 7.35 × 1022 kg, il raggio della Luna RL = 1.74 × 106 m, la distanza
del centro della Luna dal centro della Terra al momento dell’impatto dLT = 3.84 × 108 kg e
ipotizzando dLT >> RL, calcolare:
1) il modulo della velocità del meteorite all'impatto v1
Supponendo che l'urto sia tangenziale all'orbita lunare e non perturbi il suo moto, cono-
scendo il periodo di rivoluzione della Luna attorno alla Terra TL = 2.36×106 s e ipotizzando
la sua orbita circolare, determinare inoltre:
2) il modulo dell'impulso dato dal meteorite alla Luna i

Soluzione

1) L’energia meccanica posseduta dal meteorite si conserva e negli istanti di avvista-


mento e di impatto vale
1 mM T mM L 1 mM T mM L
mv02 − G −G = mv12 − G −G
2 r r1 2 d LT RL
per cui all’impatto il meteorite ha velocità

⎛M M M M ⎞
v1 = v02 − 2G ⎜ T − T + L − L ⎟ = 4.08 km/s
⎝ d LT r RL r1 ⎠
2) Dopo l’impatto il meteorite si muoverà rispetto alla Terra con la velocità della Luna

v L = ω L d LT = d LT = 1.02 km/s
TL
 
e per il teorema dell’impulso, nell’ipotesi che l’urto sia tangenziale ovvero che v1  v L l’im-
pulso subito dal meteorite è
i = Δ p = mv L − mv1 = 6.12 × 1013 Ns
eguale e opposto a quello subito dalla Luna e trascurabile rispetto alla quantità di moto del-
la Luna pL = M L v L = 7.51 × 10 25 Ns.

Problema 7.6

Due pianeti orbitano attorno ad una stella; il primo pianeta descrive un'orbita circolare
di raggio R = 108 km con un periodo di rivoluzione T1 = 2 anni; il secondo pianeta descrive
un'orbita ellittica il cui periastro (punto dell’orbita più vicino alla stella) si trova ad una
distanza dalla stella r2,p = 2R con un periodo di rivoluzione T2 = 10 anni. Trascurando le
mutue interazioni tra i due pianeti, determinare
1) la massa della stella M

205
Gravitazione universale Capitolo 7

2) la distanza del secondo pianeta dalla stella nella posizione


di afastro (punto dell’orbita più lontano dalla stella) r2,a
3) il rapporto fra le velocità del secondo pianeta
al periastro e all'afastro v2,p/v2,a

m2

m1 b
S
P A
a
R

r2,p r2,a

Soluzione

1) L’orbita del primo pianeta è circolare, per cui la sua equazione del moto è

m1 M 4π 2 4π 2 R 3
G 2
= m1ω 2 R = m1 2 R ⇒ M = 2
= 1.49 × 10 29 kg
R T1 G T1

2) Applicando ai due pianeti al terza legge di Keplero

T12 T22 r2,a, + r2, p


= con a = seimiasse maggiore dell'orbita di m2
R3 a3 2
si ottiene
2 3
T12 T22 ⎛T ⎞
= ⇒ r2,a = 2R ⎜ 2 ⎟ − r2, p = 3.85 × 10 8 km
R 3
⎛ r2,a, + r2, p ⎞
3
⎝ T1 ⎠
⎜⎝ 2 ⎟⎠

3) Si conserva il momento angolare del pianeta m2 fra le posizioni di periastro ed afastro

v2, p r2,a
m2 v2,a r2,a = m2 v2, p r2, p ⇒ = = 1.92
v2,a r2, p

206
Capitolo 8

Statica dei fluidi


Capitolo 8 Meccanica dei fluidi

Problema 8.1

Un cilindro di legno ( ρl = 0.7 g/cm3) di massa m = 0.5 kg viene fissato alla base di un
cilindro di ferro ( ρFe = 7.86 g/cm3) avente la stessa area di base. Il corpo così composto
viene immerso in un contenitore sul cui fondo c’è acqua ( ρa = 1 g/cm3). Calcolare la mas-
sa del cilindro di ferro affinché sia emersa la frazione x = 0.2 del volume del legno
1) se il ferro è fissato sopra al legno m1
2) se il ferro è fissato sotto al legno m2
Un altro cilindro di ferro viene fissato, dopo avere tolto quello di ferro fissato in prece-
denza, sopra il cilindro di legno. Il cilindro risultante viene immerso in acqua e successiva-
mente ricoperto completamente con olio ( ρo = 0.8 g/cm3). Si osserva che all’equilibrio il
legno è tutto in acqua, mentre il ferro è tutto nell’olio ossia la superficie di separazione le-
gno–ferro coincide con quella di separazione acqua–olio. Calcolare:
3) la massa del nuovo cilindro di ferro m3

Soluzione

1) Nel primo caso il legno è parzialmente immerso nell’acqua e il ferro è completamen-


te all’esterno dell’acqua per cui il volume del fluido spostato, uguale al volume del legno
immerso, è
m
V f = (1 − x ) Vl = (1 − x ) = 571 cm 3
ρl
Fe
ed in equilibrio statico la forza di Archimede e la forza peso
del cilindro sono eguali e opposte
legno
FArch − mg − m1g = ρaV f g − mg − m1g = 0
da cui si ricava che la massa di ferro da fissare sopra il legno è
m1 = ρaV f − m = 71 g
2) Nel secondo caso il legno è parzialmente immerso nell’acqua e il ferro è completa-
mente immerso nell’acqua per cui il volume del fluido spostato è
m2 m
V f = VFe + (1 − x ) Vl = + (1 − x )
ρFe ρl
e l’equilibrio statico porge
legno
FArch − mg − m2 g = ρaV f g − mg − m2 g =
⎡m m⎤
= ρa ⎢ 2 + (1 − x ) ⎥ g − mg − m2 g = 0 Fe
⎣ ρFe ρl ⎦
da cui si ricava che la massa di ferro da fissare sotto il legno è
⎡ ρ ⎤
m ⎢(1 − x ) a − 1⎥
ρ
m2 = ⎣ l ⎦ = 82 g
ρa
1−
ρFe

209
Meccanica dei fluidi Capitolo 8

3) Nel terzo caso il legno è completamente immerso in acqua e il ferro è completamente


immerso nell’olio per cui la condizione di equilibrio statico è
FArch,l + FArch,Fe − mg − m3 g =
olio
= ρaVl g + ρoVFe g − mg − m3 g =
Fe
m m
= ρo 3 g + ρa g − mg − m3 g = 0
ρFe ρl
legno
da cui si ricava che la massa di ferro da fissare sopra il legno è
⎛ρ ⎞
m ⎜ a − 1⎟ acqua
⎝ ρl ⎠
m3 = = 239 g
ρ
1− o
ρFe

Problema 8.2

Una pallina di ferro (densità ρ = 7.86 g/cm3) di massa m = 250 g è appoggiata su uno
scivolo liscio inclinato di θ = 30° con l’orizzontale e completamente immersa in acqua
( ρa = 1 g/cm3). La pallina è collegata alla sommità del piano inclinato utilizzando una
molla ideale di massa trascurabile, costante elastica k = 30 N/m e elongazione iniziale
Δ = 5 cm. Si lascia la pallina libera di muoversi. Determinare, sapendo che la pallina non
si solleva dal piano inclinato:
1) il modulo della reazione vincolare del piano N
2) l’accelerazione iniziale della pallina a

Soluzione

1) La reazione vincolare è normale al piano, perché non ci sono


y
FArch
attriti. Le altre forze agenti sulla pallina sono la forza peso, la forza x
elastica e la forza di Archimede. La pallina non si solleva dal piano Fel N
inclinato per cui nella direzione y, normale ad esso la sua equazione del
mg
moto è
N − mg cos θ + ρaVa g cos θ = 0
ma la pallina è completamente immersa, per cui il volume d’acqua spostata Va è pari al vo-
lume V della pallina

210
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi

m m
ρ= ⇒ V= = Va = 31.8 cm 3
V ρ

per cui la reazione vincolare è


N = mg cos θ − ρaVg cos θ = 1.85 N
2) Lungo la direzione del piano inclinato all’istante iniziale, in cui la velocità è nulla e
non c’è quindi attrito viscoso, l’equazione del moto della pallina è
k Δ − mg sin θ + ρaVg sin θ = ma
per cui la sua accelerazione iniziale è
k Δ − mg sin θ + ρaVg sin θ
a= = 1.7 m/s2
m

Problema 8.3

La base inferiore di un corpo cilindrico di massa m = 800 g e sezione A = 10 cm2 è col-


legata ad una estremità di una molla ideale, di massa trascurabile e costante elastica
k = 50 N/m. L’altra estremità della molla è fissata al fondo di un recipiente contenente ac-
qua (densità ρa = 1000 kg/m3). La molla, che agisce sempre lungo la verticale, ha lunghez-
za a riposo  0 pari alla profondità dello strato d’acqua. Determinare:
1) la compressione della molla nella posizione di equilibrio del corpo Δ
Applicando all’altra base una forza costante diretta verso l’alto di modulo F = 10 N, si
fa emergere il cilindro dall’acqua. Trattando l’acqua come un liquido ideale, determinare:
2) il lavoro fatto dalla forza di Archimede
per estrarre completamente il cilindro WArch
3) la velocità del cilindro nell’istante in cui è
completamente emerso v

ℓ0

211
Meccanica dei fluidi Capitolo 8

Soluzione

1) La profondità dell’acqua è anche la lunghezza a riposo della molla per cui la parte
immersa del cilindro all’equilibrio è uguale alla deformazione della molla, ossia il volume
di fluido spostato è Va = AΔ. L’equilibrio statico del corpo è espresso dall’equazione
ρaVa g − mg + k Δ = 0
per cui
mg
ρa AΔg − mg + k Δ = 0 ⇒ Δ = = 13.1 cm
ρa Ag + k

2) La forza di Archimede varia con la frazione di cilindro immersa. La sua espressione


per una quota generica z della base inferiore rispetto alla posizione di equilibrio è
 
FArch = ρa gA ( Δ − z ) u z
infatti la forza di Archimede vale FArch = ρa gAΔ quando il corpo è in equilibrio statico
(z = 0) ed è nulla non appena il cilindro è completamente emerso (z = Δ ). Il lavoro fatto
dalla forza di Archimede fra la posizione iniziale del cilindro e la posizione in cui è comple-
tamente emerso è quindi
zf   Δ Δ Δ
WArch = ∫ zi
FArch idr = ∫
0
ρa gA ( Δ − z ) dz = ∫
0
ρa gAΔ dz − ∫
0
ρa gAz dz =

Δ2 Δ2
= ρa gAΔ2 − ρa gA = ρa gA = 0.084 J
2 2
3) La forza di Archimede e la forza di sollevamento sono forze di cui è possibile calco-
lare il lavoro fatto durante lo spostamento del cilindro. Non ci sono altre forze non conser-
vative, perché il liquido è ideale e quindi la sua viscosità è nulla. Il bilancio energetico fra
posizione iniziale e finale del cilindro è dato da
WF + WArch = Δ E p + Δ Ec
ossia
1 1
F Δ + WArch = mgΔ − k Δ2 + mv 2
2 2
da cui si ricava
2F Δ 2WArch k
v= + + Δ2 − 2gΔ = 1.41 m/s
m m m

Problema 8.4

Su un piano scabro, con coefficiente di attrito dinamico μ = 0.4 e inclinato con l’oriz-
zontale di θ = 40°, è posto un punto materiale di massa m1 = 5 kg. Il punto è collegato, me-
diante un filo inestensibile di massa nulla e una carrucola liscia di massa nulla, ad un cilin-

212
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi

2
dro di area di base A = 25 cm , altezza  = 10 cm e massa m2 = 1.5 kg. A fianco del piano
inclinato è posto un grande recipiente contenente acqua (densità ρa = 1000 kg/m3) fino ad
un'altezza h = 75 cm da terra. I due corpi sono mantenuti in quiete e il cilindro è appoggia-
to sul fondo del recipiente. All'istante t0 = 0, lasciato il sistema libero di muoversi, il cilin-
dro si solleva e si osserva che comincia ad uscire dall’acqua all'istante t1 ed è completamen-
te emerso a partire dall'istante t2. Trascurando la variazione di livello dell'acqua e l'attrito
viscoso, determinare:
1) l’accelerazione del cilindro all'istante t1 a1
2) la tensione del filo all'istante t1 T
3) la velocità del cilindro all'istante t1 v1
4) l’accelerazione del cilindro all'istante t2 a2
5) la velocità del cilindro all'istante t2 v2

m1
h m
m2 ℓ
θ

Soluzione

1) A partire dall’istante t0 il corpo m1 scende lungo il piano inclinato e il corpo m2 si alza


con la stessa accelerazione a1 , ma all’istante t1 è ancora completamente immerso, per cui il
volume di acqua spostata èVa = A e le equazioni del moto dei due corpi lungo la direzione
del loro spostamento sono, trascurando l’attrito viscoso,
⎧ m1g sin θ − μ m1g cos θ − T = m1a1

⎩T − m2 g + ρa Ag = m2 a1
Sommando membro a membro le equazioni si ricava
m1g sin θ − μ m1g cos θ − m2 g + ρa Ag = ( m1 + m2 ) a1
da cui
m1g sin θ − μ m1g cos θ − m2 g + ρa Ag
a1 = = 0.65 m/s2
m1 + m2
2) La tensione del filo può essere ricavata da una qualsiasi delle due equazioni del moto:
per esempio dalla seconda equazione si ottiene
T = m2 ( g + a1 ) − ρa Ag = 13.2 N

213
Meccanica dei fluidi Capitolo 8

3) L’accelerazione in questa prima parte dell’estrazione del cilindro è costante, per cui il
suo moto è uniformemente accelerato con velocità iniziale nulla e spostamento h −  verso
l’alto. Le leggi orarie sono allora

⎧ v1 = a1t1

⎨ 1 2 ⇒ v1 = 2a1 ( h −  ) = 0.92 m/s
⎪⎩h −  = 2 a1t1

4) All’istante t2 il cilindro è completamente emerso, per cui non agisce più la forza di
Archimede e le equazioni del moto diventano
⎧ m1g sin θ − μ m1g cos θ − T ′ = m1a2

⎩T ′ − m2 g = m2 a2
Sommando membro a membro le equazioni si ricava
m1g sin θ − μ m1g cos θ − m2 g = ( m1 + m2 ) a2
da cui
m1g sin θ − μ m1g cos θ − m2 g
a2 = = 0.27 m/s2
m1 + m2
5) L’accelerazione non è costante nell’intervallo di tempo t2 – t1 per cui conviene utiliz-
zare il bilancio energetico fra questi due istanti
⎡1 1 ⎤
WArch + Watt = Δ E p + Δ Ec = [ m2 g − m1g sin θ ] + ⎢ ( m1 + m2 ) v22 − ( m1 + m2 ) v12 ⎥
⎣2 2 ⎦
Il lavoro fatto dalla forza di Archimede fra l’istante t1 in cui il cilindro è ancora completa-
mente immerso e l’istante t2 in cui è completamente emerso è, come nel Problema 8.3,
  
WArch = ∫0
ρa gA (  − z ) dz = ∫
0
ρa gA dz − ∫0
ρa gAz dz =

2 2
= ρa gA2 − ρa gA = ρa gA
2 2
per cui

ρa gA
2
2
1
− μ m1g  = g ( m2 − m1 sin θ ) + ( m1 + m2 ) v22 − v12
2
( )
e la velocità del cilindro appena emerge è

ρa gA2 − 2g ( m2 − m1 sin θ + μ m1 )


v2 = v12 + = 0.76 m/s
m1 + m2

214
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi

Problema 8.5

Un corpo di massa m e volume trascurabile è legato a tre palloncini e si muove in aria


 
all'altezza h = 100 m con la stessa velocità di un vento di velocità costante v0 = v0 u x con
v0 = 20 m/s parallelamente al suolo. Ciascuno dei palloncini ha massa mp = 10 g ed è gon-
fiato fino al volume V = 30 litri con elio di densità ρ He = 0.179 kg/m3. Determinare, trascu-
rando la resistenza dell'aria di densità ρa =1.293 kg/m3 :
1) la massa del punto materiale m
All'improvviso un palloncino scoppia. Calcolare:
2) il tempo impiegato dal corpo per toccare terra t1
3) la velocità con cui il corpo tocca terra v1

y
v0
x

Soluzione

1) La velocità del sistema corpo–palloncini è la stessa del vento e quindi è orizzontale e


costante. La forza di Archimede in direzione verticale quindi equilibra le forze peso della
plastica, dell’elio e del corpo appeso. L’equazione del moto all’equilibrio in direzione y è
quindi, ricordando che Va = 3V è il volume d’aria spostato dai tre palloncini,

ρa ( 3V ) g = 3m p g + 3ρ HeVg + mg ⇒ m = 3V ( ρa − ρ He ) − 3m p = 70 g

2) Quando il palloncino scoppia diminuisce la forza di Archimede agente sul sistema,


per cui in direzione y non c’è più l’equilibrio statico e l’equazione del moto diventa.
ρa 2Vg − 3m p g − 2 ρ HeVg − mg = (m + 3m p + 2 ρ HeV )a
Il sistema corpo–palloncini si muove pertanto di moto uniformemente accelerato in due
dimensioni descrivendo un moto parabolico con accelerazione
 ρa 2Vg − 3m p g − 2 ρ HeVg − mg 
a=
m + 3m p + 2 ρ HeV
( 
u y = − 2.95 m/s2 u y)
Il corpo raggiunge quota y = 0 partendo dalla quota iniziale y0 = h con componente ver-
ticale nulla della velocità iniziale v0, y = 0 per cui

215
Meccanica dei fluidi Capitolo 8

1 2 2h
0= h+ at1 ⇒ t1 = − = 8.2 s
2 a
3) In direzione x il moto è uniforme, per cui la velocità quando il corpo tocca terra è

v1 = v1,2 x + v1,2 y = v02 + ( at1 ) = 31.5 m/s


2

Problema 8.6

Un filo inestensibile di massa trascurabile e di lunghezza  = 30 m, è avvolto attorno ad


un cilindro omogeneo di massa m = 500 g e raggio R = 20 cm, che può ruotare attorno ad
un asse orizzontale fisso coincidente con il suo asse di simmetria. Sull'asse di rotazione
agisce un momento d'attrito costante di modulo MO = 0.2 Nm. Il capo libero del filo viene
collegato a dei palloncini di massa complessiva mp = 30 g riempiti con elio. Sapendo che la
3 3
densità dell'elio e dell’aria sono rispettivamente ρ He = 0.179 kg/m e ρa = 1.293 kg/m ,
trascurando l'attrito viscoso e la massa della plastica dei palloncini, determinare :
1) la tensione del filo mentre si svolge T
2) la velocità dei palloncini all'istante in cui il filo
è completamente svolto v
3) il numero di giri fatti dal cilindro prima di fermarsi
dopo che il filo si è staccato N

R
O

216
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi

Soluzione

1) I palloncini sono trascinati verso l’alto dalla forza di Archimede cui si oppongono la
forza peso e la tensione del filo, che a sua volta fa ruotare il cilindro intorno all’asse passan-
te per O. Le equazioni del moto dei palloncini e del cilindro sono, utilizzando la relazione
a = α R,
⎧ ma g − m p g − T = m p a

⎨ 1 2 a
⎪TR − M O = IOα = mR
⎩ 2 R
dove ma è la massa d’aria spostata e m p = ρ HeVp è la massa complessiva dei palloncini,
trascurandone l’involucro. Essendo i volumi dell’aria spostata e dei palloncini uguali, si ha
mp ρa
ma = ρaVa = ρa = mp = 217 g
ρ He ρ He
perché i palloncini sono completamente immersi in aria. Esplicitando l’accelerazione nelle
due equazioni si ottiene
⎧ ma g − m p g − T
⎪a =
⎪ mp

⎪ T MO
⎪⎩a = 2 m − 2 mR
e eguagliandole si ricava la tensione del filo

2
T M
−2 O =
ma g − m p g − T
⇒ T=
(
2m p M O + ma − m p mRg ) = 1.74 N
m mR mp ( 2m p + m ) R
2) L’accelerazione, calcolandola dall’equazione del moto dei palloncini, è
ma g − m p g − T
a= = 3.09 m/s2
mp
costante, per cui il moto è uniformemente accelerato

dv dv dx dv  v
a= =
dt dx dt
=v
dx
⇒ ∫
0
a dx = ∫
0
dv

Integrando si ottiene

v2
a = ⇒ v = 2a = 13.6 m/s
2
3) Dall’istante in cui il filo si stacca agisce solo il momento d’attrito esercitato sul vin-
colo del cilindro che lo rallenta fino a fermarlo. Il bilancio energetico fra questi due istanti è

217
Meccanica dei fluidi Capitolo 8

2
1 1⎛1 ⎞ ⎛ v⎞
−M O 2π N = − IOω 2 = − ⎜ mR 2 ⎟ ⎜ ⎟
2 ⎝
2 2 ⎠ ⎝ R⎠
da cui si ricava
mv 2
N= = 18.4 giri
8π M O

Problema 8.7
3
Una bacinella d'acqua ( ρa = 1000 kg/m ) contiene un blocco di legno di massa
3
m =300 g e densità ρ = 600 kg/m . Il blocco è tenuto sotto la superficie dell'acqua da una
molla ideale di massa nulla e costante elastica k = 30 N/m. La bacinella viene posta su un
disco orizzontale a distanza R = 3 m, molto maggiore delle dimensioni del blocco di legno,
dal suo centro. Il disco viene messo in rotazione attorno all’asse passante per il suo centro
di massa fino a raggiungere la velocità angolare ω = 1.8 rad/s che viene successivamente
mantenuta costante. In questa situazione di equilibrio, calcolare: 
1) la forza esercitata dalla molla Fel
2) lo spostamento del blocco rispetto alla verticale
supponendolo trascurabile rispetto ad R Δr

z
ω

O r

Soluzione

1) Il blocco è sottoposto all’azione di tre forze: la forza peso, la forza elastica e la forza
di Archimede. All’equilibrio, ossia quando la velocità angolare è costante, l’equazione del
moto del blocco è nel sistema assoluto
   
Fel + mg + FArch = ma

ove l’accelerazione a ha componente z nulla e componente radiale centripeta aN.
Il corpo si trova immerso in due campi di forze parallele che dipendono dal volume: la
forza peso che agisce in direzione verticale e la forza centrifuga apparente dovuta al moto
circolare che agisce in direzione radiale. La forza di Archimede ha pertanto componenti

218
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi

nelle due direzioni z e r con verso opposto a quella del campo di forze che la genera, ovve-
ro, ricordando che V =Va,
   m  m 
FArch = ρaVa g u z − ρaVa aN ur = ρa g u z − ρa aN ur
ρ ρ
Le componenti dell’equazione del moto nelle direzioni z e r sono pertanto
⎧ m
⎪⎪ Fel,z − mg + ρa ρ g = 0

⎪ Fel,r − ρa m aN = −maN
⎪⎩ ρ
Nell’ipotesi che la deformazione della molla sia trascurabile rispetto alla posizione ra-
diale R del centro di massa del corpo m, si può utilizzare la relazione aN = ω 2 R : la forza
elastica pertanto è
 ⎛ m ⎞ ⎛ m ⎞  
Fel = ⎜ mg − ρa g ⎟ u z + ⎜ −mω 2 R + ρa ω 2 R⎟ ur = ( −1.96 N ) u z + (1.94 N ) ur
⎝ ρ ⎠ ⎝ ρ ⎠
Notando che la componente radiale della forza elastica è positiva, osserviamo che il
blocco si sposta, rispetto alla situazione di equilibrio statica con componente radiale della
forza elastica nulla, verso il centro di rotazione contrariamente a quanto si potrebbe inge-
nuamente pensare.
2) Lo spostamento radiale del blocco è
Δr = Δ cos θ
dove Δ l’elongazione della molla
Fel
Δ = = 9.2 cm
k
e θ è l’angolo formato dalla forza elastica con l’orizzontale
m
mg − ρa g uz
Fel,z ρ
θ = tan −1 = tan −1 = − 45.2°
Fel,r m Fel,r ur
−mω R + ρa ω 2 R
2
ρ
θ
per cui lo spostamento è Fel,z
Δr = Δ cos θ = − 6.5 cm Fel
compatibile con l’approssimazione Δr  R.

Problema 8.8

Un recipiente di massa m = 2 kg è costituito da un cilindro verticale di sezione


A = 0.5 m2 chiuso da un pistone scorrevole senza attrito e di massa trascurabile e da un tubo
verticale, non capillare, con sezione trascurabile rispetto a quella del pistone, aperto verso
3
l'alto. Il sistema contiene V = 50 litri d' acqua ( ρ = 1000 kg/m ) sul fondo e aria sopra il
pelo dell'acqua. Inizialmente il sistema è appoggiato su un piano e il livello del liquido è lo

219
Meccanica dei fluidi Capitolo 8

stesso nel cilindro e nel tubo. Il cilindro viene appeso, immerso in aria, a un filo inestensibi-
le di massa trascurabile collegato al pistone e lasciato raggiungere la sua posizione di equi-
librio statico. Calcolare all’equilibrio, trascurando la tensione di vapore dell'acqua:
1) la tensione del filo T
2) il dislivello fra i liquidi nel tubo e nel cilindro Δh

Soluzione

1) Il sistema è immerso in aria, per cui la pressione esercitata da quest’ultima è identica


su tutte le pareti del contenitore e non contribuisce all’equilibrio delle forze. La pressione
esercitata dall’aria all’interno del contenitore è invece interna al sistema e parimenti non
contribuisce all’equilibrio delle forze esterne applicate al sistema. La condizione di equili-
brio statico è quindi che la tensione del filo eguagli la forza peso del sistema
T = ( m + ρV ) g = 510 N
2) Sul pistone che chiude il cilindro agiscono solo la tensione del filo T, la pressione
dell’aria all’esterno pe e la pressione dell’aria all’interno pi, perché la sua massa è trascura-
bile. La sua condizione di equilibrio è
T − pe A + pi A = 0
per cui la differenza di pressione esercitata sul liquido all’interno del contenitore e quello
contenuto nel tubo laterale è
T
Δ p = pe − pi =
A
La legge di Stevino applicata all’acqua fornisce
pe + ρ ghe = pi + ρ ghi
per cui la differenza di livello è
pi − pe T
Δh = he − hi = =− = −10.4 cm
ρg ρ gA

220
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi

ovvero l’acqua all’interno del contenitore ha un livello superiore all’acqua contenuta nel
tubo laterale all’esterno dello stesso, in accordo con il fatto che la pressione dell’aria pi al-
l’interno del contenitore è inferiore alla pressione pe dell’aria dell’ambiente esterno.

Problema 8.9
2
Un tubo a U, aperto, di sezione A = 10 cm , contiene una massa m = 2 kg d'acqua
3
( ρ = 1000 kg/m ) soggetta alla forza peso. All'imbocco del ramo 1 viene esercitata la pres-
sione p e all'imbocco del ramo 2 la pressione p+Δp, con Δp = 1000 N/m2. Improvvisamente
sul ramo 2 la pressione viene portata al valore p. Determinare, trattando l’acqua come un
liquido ideale:
1) la differenza di altezza iniziale fra i due liquidi Δh
2) il periodo di oscillazione del livello del liquido T

y 1 2

Soluzione

1) La legge di Stevino applicata al sistema porge

Δp
Δ p = − ρ gΔh ⇒ Δh = = 10.2 cm
ρg
2) L’oscillazione avviene a causa della differenza di altezza Δh cui si trova inizialmente
il liquido nei due rami che non è più mantenuta nel momento in cui cessa di esistere la dif-
ferenza di pressione fra i due rami del tubo. La forza netta esercitata sul liquido è data alla
differenza di forza peso esercitata dalle due colonne d’acqua a causa della differenza d’al-
tezza. In un istante generico la differenza di altezza fra le due colonne d’acqua, nel sistema
di riferimento mostrato in figura in cui l’origine è posta nel punto in cui le due colonne
d’acqua hanno la medesima altezza, è Δh = 2y Utilizzando la legge di Stevino l’equazione
del moto del liquido è quindi
F = Δ pA = − ρ gΔhA = − ρ g2yA = ma
ossia
d2y
− ρ g2yA = m
dt 2

221
Meccanica dei fluidi Capitolo 8

ovvero l’equazione differenziale omogenea del secondo ordine a coefficienti costanti


d 2 y 2 ρ gA
+ y=0
dt 2 m
dove si può porre
2 ρ gA
ω2 =
m
che descrive un’oscillazione di periodo
2π m
T= = 2π =2s
ω 2 ρ gA

Problema 8.10

Una sfera d'acqua liquida ( ρ = 1000 kg/m3) nel vuoto è in equilibrio statico soggetta
solo all’interazione gravitazionale fra le molecole che la compongono. Se la differenza di
pressione tra centro e superficie è Δp =1 atm, determinare:
1) il raggio della sfera R

Soluzione

Consideriamo un elemento di massa dm, di spessore dr e sezio-


ne A della sfera d’acqua a distanza r dal centro della sfera. Que-
ur
sto elemento subisce la pressione pe del liquido sovrastante ver-
dm
so il centro e la pressione del liquido sottostante pi verso pe
l’esterno, nonché la forza di interazione gravitazionale con
pi
l’acqua di massa mi contenuta nella regione r < R, ricordando r R
che per il teorema di Gauss l’acqua contenuta nella regione
r > R non contribuisce.al campo gravitazionale in r. La sua equa-
zione del moto è quindi nella direzione radiale
mi dm
pi A − pe A − G =0
r2
dove

4
mi = ρVi = ρ π r 3 e dm = dV = ρ Adr
3
per cui
⎛ 4 3⎞
⎜⎝ ρ π r ⎟⎠ ρ Adr
3
pi A − pe A − G =0
r2
Lo spessore dr è infinitesimo, per cui anche la differenza di pressione pe − pi è infinitesi-
ma. Allora pe − pi = dp e

222
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi

4 2
dp = −G πρ rdr
3
Integrando l’equazione fra il centro e il raggio esterno della sfera d’acqua
pR R 4 2 4 R2
− ∫ p0
dp = ∫
0
G
3
πρ r dr ⇒ Δ p = p0 − pR = G πρ 2
3 2

e quindi, ricordando che 1 atm = 101325 N/m2 e G = 6.67261 × 10 −11 Nm 2 kg −1 , si ottiene


3Δ p
R= = 26932 km
2G πρ 2

223
Capitolo 9

Trasformazioni termodinamiche
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

Problema 9.1*,**

Un contenitore adiabatico verticale, contenente n = 0.2 moli di gas perfetto monoatomi-


co a temperatura T0 = 350 K e pressione p0 = 2 atm è limitato superiormente da un setto
adiabatico scorrevole senza attrito di massa M = 10 kg e sezione A = 100 cm2. Il setto è
collegato alla base del contenitore tramite una corda inestensibile di massa trascurabile. Al
gas viene fornita lentamente, togliendo provvisoriamente parte dell’isolamento in modo che
il gas venga a contatto con un termostato finemente regolabile, la quantità di calore
Q = 300 J necessaria e sufficiente a spezzare la corda. Determinare, sapendo che la pressio-
ne dell'ambiente esterno è pa = 1 atm:
1) la pressione del gas all’istante in cui si spezza la corda p1
2) la tensione di rottura della corda τ1
3) ripetere il calcolo nell’ipotesi che il calore Q sia fornito
rapidamente, ma il pistone sia bloccato nell’istante
immediatamente precedente alla rottura della corda.

pa

τ Q
gas

Soluzione

1) La soluzione di un problema di termodinamica richiede innanzitutto l’individuazione


delle trasformazioni subìte dal sistema e la loro eventuale reversibilità, ove le stesse non

* Se il corso seguito dallo studente non comprende l’entropia, altri esercizi sugli argomenti del
capitolo 9 possono essere ricavati svolgendo parzialmente i problemi 11.2, 11.3, 11.4, 11.8 e 11.9,
tralasciando l’ultima domanda che richiede il calcolo dell’entropia.

** Gli esercizi di termodinamica utilizzano molto spesso gas ideali, altresì detti gas perfetti. In

particolare sono usate le loro capacità termiche molari a volume costante e pressione costante, cv e cp,
e il loro rapporto γ. Riportiamo qui per riferimento i loro valori che poi non saranno esplicitati nella
soluzione dei problemi

cp
cv cp γ =
cv
3 5 5
gas perfetto monoatomico R R
2 2 3
5 7 7
gas perfetto biatomico R R
2 2 5

227
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9

siano specificate esplicitamente.


Qualsiasi trasformazione termodinamica deve avvenire tra stati di equilibrio termodi-
namico. Lo stato iniziale è pertanto di equilibrio per cui devono essere eguali la pressione
esercitata dal gas e la pressione esterna esercitata su di esso. Nel caso in esame la pressione
esterna è determinata dalla pressione dell’ambiente esterno, dalla forza peso del setto e dal-
l’eventuale esistenza di una tensione della corda. Il contributo dei primi due termini è
Mg
pa + = 1.097 atm < p0
A
per cui inizialmente la corda è già tesa, dovendo fornire la differenza di pressione.
L’equilibrio delle pressioni permette di determinare la tensione iniziale

Mg τ 0
pa + + = p0 ⇒ τ 0 = ( p0 − pa ) A − Mg = 915 N
A A
Durante la trasformazione la tensione della corda aumenta, ma non c’è alcuna variazio-
ne di volume del gas fino all’istante in cui la corda si spezza per cui la trasformazione è
isocora.
La reversibilità della trasformazione deve essere stabilita verificando: quali siano le
cause della trasformazione, che per una trasformazione reversibile devono essere infinite-
sime; se durante la trasformazione ogni stato del sistema è di equilibrio termodinamico
(termico, meccanico e chimico); se sono presenti forze dissipative.
Il processo in questione avviene a causa di una variazione di temperatura del gas ottenu-
ta tramite contatto termico con un termostato la cui temperatura viene finemente regolata in
modo da assicurare che ci sia praticamente equilibrio termico in ogni stato della trasforma-
zione. Inoltre la trasformazione avviene lentamente per cui è praticamente garantito anche
l’equilibrio meccanico in ogni stato occupato dalla trasformazione nel piano di Clapeyron.
Non ci sono reazioni chimiche in atto. La mancanza di attriti comporta allora che la tra-
sformazione isocora è reversibile.
Nei successivi problemi ci limiteremo a controllare le cause della trasformazione e
l’esistenza degli equilibri termico e meccanico, assumendo che, ove non esplicitamente
specificato, l’equilibrio chimico e la mancanza di attriti siano sempre garantiti.
La trasformazione è pertanto isocora reversibile. Il calore fornito fino all’istante di rottu-
ra della corda è

Q = ncv (T1 − T0 )
per cui il gas raggiunge la temperatura
Q
T1 = + T0 = 470K
ncv
e di conseguenza,la pressione del gas al momento della rottura, utilizzando l’equazione di
stato dei gas perfetti applicata ad una isocra, è

nRT T p0
V= = cost ⇒ = cost ⇒ p1 = T1 = 2.686 atm
p p T0

228
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

2) Lo stato finale immediatamente precedente la rottura della corda è di equilibrio, per


cui l’uguaglianza fra le pressioni del sistema e dell’ambiente comporta che

Mg τ 1
p1 = pa + + ⇒ τ 1 = p1 A − pa A − Mg = 1610N
A A
3) Se il calore Q viene fornito rapidamente gli stati del gas durante le trasformazioni
sono di non–equilibrio, perché non fanno in tempo a stabilirsi né l’equilibrio meccanico, né
quello termico. La trasformazione è pertanto isocora irreversibile. Bloccando il setto un
istante prima della rottura della corda il gas però comunque raggiunge alla fine lo stesso
stato di equilibrio (p1, V0, T1) e la soluzione è identica.
Si noti che la soluzione sarebbe stata identica anche in caso di trasformazione isocora
irreversibile senza che venisse bloccato il setto, con la differenza che la pressione p1 e la
temperatura T1 del gas all’istante della rottura sono in questo caso interpretabili solo come
valori medi, perché sia temperatura che pressione non sarebbero state le stesse in ogni pun-
to del gas essendo quest’ultimo in uno stato di non–equilibrio termodinamico al momento
della rottura della corda.

Problema 9.2

Un contenitore diatermico verticale, riempito con n = 2 moli di gas è limitato inferior-


mente da un setto mobile di massa m = 80 kg e sezione A = 300 cm2. Al setto è appeso un
corpo di massa m, eguale a quella del setto, e l’atmosfera circostante il contenitore è alla
pressione pa = 1 atm e alla temperatura Ta = 300 K. Il filo che sostiene il corpo m viene
tagliato e il gas raggiunge un nuovo stato di equilibrio. Determinare, trascurando il contri-
buto dell’attrito viscoso e considerando il gas ideale ai fini del calcolo:
1) il volume iniziale e quello finale del gas V0, V1
2) il calore scambiato dal gas nella trasformazione Q

gas

pa

Soluzione

1) Il contenitore diatermico assicura l’equilibrio termico fra l’ambiente esterno e il gas


negli stati iniziale e finale. Poiché l’ambiente esterno è una sorgente di calore a temperatura

229
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9

costante, la temperatura iniziale e quella finale del gas sono le stesse. La causa della tra-
sformazione è una variazione improvvisa e finita di pressione dovuta alla repentina scom-
parsa del contributo dato dalla forza peso del corpo di massa m appeso. Nel caso in cui si
identifichi una causa finita della trasformazione in luogo di una causa infinitesima, la tra-
sformazione è irreversibile. Si tratta quindi di una trasformazione isoterma irreversibile. I
volumi iniziale e finale del gas si ottengono utilizzando la legge dei gas perfetti applicata
agli stati di equilibrio iniziale e finale osservando che la pressione esercitata dal setto è op-
posta a quella esterna

stato iniziale stato finale


⎧ ⎧
⎪T0 = Ta = 300 K ⎪T1 = T0 = 300 K
⎪ ⎪
⎪ mg ⎪ mg
⎨ p0 = pe = pa − 2 = 49 × 10 3 N/m 2 ⎨ p1 = pe′ = pa − = 75.2 × 10 3 N/m 2
⎪ A ⎪ A
⎪ nRT0 ⎪ nRT1
⎪V0 = p = 0.1018 m ⎪V1 = p = 0.0663 m
3 3

⎩ 0 ⎩ 1

2) La trasformazione è una compressione isoterma irreversibile, e quindi non c’è varia-


zione di energia interna, in quanto per un gas ideale essa dipende solo dalla temperatura. Il
primo principio della termodinamica comporta allora l’uguaglianza fra calore scambiato e
lavoro fatto dal gas. Poiché la pressione esterna p1 rimane costante durante tutta la trasfor-
mazione, il calore è
V1
Q=W = ∫ V0
pe′ dV = p1 (V1 − V0 ) = − 2666 J

che rappresenta un calore ceduto oppure un lavoro subìto dal gas.


Si osservi che, come sottolineato nel corso teorico, non è possibile calcolare il lavoro
per la trasformazione isoterma utilizzando la pressione del gas, perché essa non è definita
durante la trasformazione a causa della sua irreversibilità, ossia
V1 V1
Q=W ≠ ∫ V0
p dV = nRT0 ln
V0
= − 2136 J

La sostituzione della pressione esterna agente sul sistema con la pressione del sistema
per il calcolo del lavoro è possibile solo se la trasformazione è reversibile, ovvero per una
trasformazione del sistema fra gli stati termodinamici A e B, il calcolo del lavoro del siste-
ma con la formula
VB
WAB = ∫VA
pe dV

è sempre corretto, mentre il calcolo con la formula


VB
WAB = ∫VA
p dV

è corretto solo se la trasformazione è reversibile. Infatti solo in questo caso tutti gli stati
intermedi sono di equilibrio e quindi in ogni stato della trasformazione la pressione del-

230
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

l’ambiente e la pressione del sistema coincidono.


Si osservi inoltre che se il gas fosse effettivamente ideale e non ci fosse alcun tipo di
attrito fra setto e pareti, il setto entrerebbe in oscillazione attorno alla sua posizione di equi-
librio, mancando forze dissipative nel sistema. Il contributo dell’attrito è quindi necessario
per assicurare l’esistenza di uno stato di equilibrio finale, ma l’energia dissipata in calore
per attrito viene trascurata nella soluzione.

Problema 9.3

Un recipiente cilindrico orizzontale adiabatico è diviso in due parti da un setto adiabati-


co che può scorrere senza attrito. Inizialmente ognuna delle due parti A e B ha lo stesso
volume V0 = 0.6 litri e contiene lo stesso numero n = 0.4 di moli di una miscela di gas idea-
le alla stessa temperatura T0 = 350 K. Togliendo l’isolamento della base del comparto A si
fornisce reversibilmente al gas ivi contenuto del calore, finché la pressione diventa
pA = 1.8 p0, con p0 eguale alla pressione iniziale del gas. Sapendo che le capacità termiche
molari a pressione e volume costante della miscela sono costanti e indipendenti dalla tem-
peratura e vale la relazione cp = 1.5 cv, calcolare:
1) i volumi finali dei due comparti A e B VA, VB
2) il calore assorbito dal gas Q

Q A B

Soluzione

1) I due comparti contengono lo stesso numero di moli dello stesso gas ad eguale volu-
me e temperatura per cui anche la pressione è la stessa
nRT0
p0 = = 19.13 atm
V0
Inoltre dalla relazione di Mayer si ricava

c p − cv = R ⇒ 1.5cv − cv = R ⇒ cv = 2R

e ovviamente
cp
γ = = 1.5
cv
La trasformazione del gas contenuto nel comparto A è reversibile, ma non sono dati ele-
menti che possano identificarla con una delle trasformazioni canoniche: isocora, isobara,
isoterma, adiabatica o politropica. Il gas nel comparto B non può scambiare calore con al-
cuna sorgente o altro sistema e quindi subisce una trasformazione adiabatica reversibile. La

231
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9

reversibilità dell’adiabatica è assicurata dalla reversibilità della trasformazione non canoni-


ca che avviene nel comparto A. Infatti il setto è mobile e ad ogni variazione di pressione nel
comparto A si sposta in modo da restare sempre in equilibrio meccanico. La causa della
trasformazione è quindi una variazione infinitesima di pressione e le pressioni nei due com-
parti sono identiche in ogni stato della trasformazione. Quindi si può utilizzare per il gas in
B l’equazione di Poisson
1
⎛ p ⎞γ
p0V0γ = pBVBγ ⇒ VB = V0 ⎜ 0 ⎟ = 0.405 litri
⎝ pB ⎠

Il volume totale del contenitore è costante per cui

VA + VB = 2V0 ⇒ VA = 2V0 − VB = 0.795 litri

2) Il primo principio della termodinamica è applicabile ai singoli gas, ma anche com-


plessivamente ai due gas intesi come sistema termodinamico. Osserviamo che in questo
caso non si ha lavoro, perché non c’è variazione di volume del gas nel suo complesso, e
quindi il primo principio fornisce, imponendo W = 0,

Q = ΔU = ncv (TA − T0 ) + ncv (TB − T0 )


ove le temperature finali si possono ricavare utilizzando le equazioni di stato

PAVA PV
TA = = 835 K e TB = B B = 425 K
nR nR
per cui si ottiene
Q = ΔU = ncv (TA + TB − 2T0 ) = 2nR (TA + TB − 2T0 ) = 3723 J

Problema 9.4

Un contenitore adiabatico è limitato superiormente da un pistone ed è diviso in due parti


da un setto. Il pistone e il setto sono adiabatici, di massa trascurabile e possono scorrere
senza attrito. La sezione superiore contiene n1= 0.3 moli di gas perfetto biatomico a tempe-
ratura T1 = 300 K, mentre quella inferiore contiene n2= 0.2 moli dello stesso gas perfetto
biatomico in equilibrio con una sorgente di calore a temperatura TS = 500 K. Inizialmente la
pressione esterna esercitata sul gas tramite il pistone è pe = 1 atm e viene aumentata lenta-
mente fino a raddoppiare. Calcolare:
1) la temperatura finale nel comparto superiore T1′
2) il volume finale nel comparto inferiore V2′
3) il lavoro esterno fatto sul sistema dei due gas
durante la trasformazione We

232
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

pe

n1

n2

TS

Soluzione

1) Il gas nel comparto superiore non scambia calore perché contenuto fra pareti adiaba-
tiche e compie quindi una trasformazione adiabatica reversibile, mentre il gas nel comparto
inferiore è in costante contatto termico con un solo serbatoio di calore alla sua stessa tem-
peratura e compie quindi una trasformazione isoterma reversibile. La reversibilità deriva
dal fatto che la causa della trasformazione è una variazione infinitesima di pressione sul
pistone, poiché la pressione viene aumentata lentamente. La reversibilità comporta che ogni
stato attraversato dal sistema è di equilibrio termodinamico e quindi la pressione è in ogni
stato uguale in entrambi i comparti ed eguale alla pressione esterna.
Utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti si determina il volume iniziale del compar-
to superiore
n1 RT1
V1 = = 7.38 litri
pe
Osservando chela pressione finale è pe′ = 2 pe , la legge di Poisson per le adiabatiche rever-
sibili fornisce il volume finale
1
⎛ pe ⎞ γ
peV1γ = pe′ (V1′)
γ
⇒ V1′ = ⎜ ⎟ V1 = 4.5 litri
⎝ pe′ ⎠
e l’utilizzo dell’equazione di stato nello stato finale (o dell’equazione di Poisson) porge la
temperatura finale
⎡ γ −1 ⎤
pe′V1′ ⎛V ⎞
T1′ = = 366 K ⎢ oppure T1′ = T1 ⎜ 1 ⎟ = 366 K ⎥
n1 R ⎢⎣ ⎝ V1′⎠ ⎥⎦
2) Il volume iniziale del comparto inferiore si ottiene utilizzando l’equazione di stato
dei gas perfetti
n2 RTS
V2 = = 8.2 litri
pe
Il volume finale del comparto inferiore si ricava utilizzando la legge di Boyle per le tra-
sformazioni isoterme (oppure la legge dei gas perfetti nello stato finale)

233
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9

pe ⎡ n2 RTS ⎤
peV2 = pe′V2′ ⇒ V2′ = V2 = 4.1 litri ⎢ oppure V2′ = p ′ = 4.1 litri ⎥
pe′ ⎣ e ⎦
3) Il sistema termodinamico è costituito dai materiali che subiscono la trasformazione,
pertanto in questo caso il sistema è costituito dal gas contenuto complessivamente nei due
comparti. Il lavoro fatto dal sistema è quindi la somma dei lavori fatti dai due gas determi-
nati dal primo principio della termodinamica
V2′
W = W1 + W2 = − ΔU1 + (Q2 − ΔU 2 ) = −n1cv (T1′ − T1 ) + n2 RTS ln = − 987 J
V2
Il principio di azione e reazione implica che nell’interazione fra ambiente e sistema vengo-
no applicate forze eguali e contrarie. Gli spostamenti, corrispondenti in termodinamica a
variazioni di volume, sono esclusivamente quelli del sistema, e di conseguenza il lavoro
fatto dal sistema è sempre eguale e opposto a quello fatto dall’ambiente indipendentemente
dal tipo di trasformazione. Quindi
We = −W = 987 J

Problema 9.5

Un recipiente cilindrico verticale con pareti adiabatiche e base diatermica è chiuso supe-
riormente da un pistone adiabatico, libero di scorrere con attrito trascurabile, di sezione
A = 4 dm2. La base del cilindro è costantemente in contatto termico con una miscela di ac-
qua e ghiaccio alla temperatura di fusione T0 = 273 K. Nel recipiente è contenuta n = 1 mo-
le di gas perfetto in equilibrio termodinamico alla pressione iniziale p0 = 1 atm dell’ambien-
te esterno. Si posa sopra il pistone un corpo di massa m provocandone l'abbassamento e alla
fine della trasformazione il gas si trova in un nuovo stato di equilibrio termodinamico ed è
avvenuta la fusione di una massa mg = 3 g di ghiaccio. Trascurando l’attrito, che permette al
pistone di fermarsi, e sapendo che il calore latente di fusione del ghiaccio è λ = 334 J/g,
calcolare
1) il calore scambiato dalla miscela di acqua e ghiaccio Qg
2) la variazione di quota del pistone Δh
3) la massa del corpo appoggiato sul pistone m

p0

acqua e ghiaccio

234
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

Soluzione

1) La miscela di ghiaccio ed acqua si trova a temperatura di fusione e subisce un cam-


biamento di fase isotermo: si comporta quindi come un serbatoio di calore a temperatura T0.
La transizione di fase che avviene è il passaggio di stato da solido a liquido di parte del-
l’acqua. La miscela assorbe calore per cui il calore scambiato è positivo per il serbatoio e
negativo per il gas.
Qg = mg λ = 1002 J
2) Nello stato finale la pressione del gas è
mg
p1 = p0 +
A
identica a quella esercitata sul pistone un istante dopo aver posto il corpo m su di esso. La
causa della trasformazione è dunque l’improvvisa differenza di pressione finita esercitata
sul gas e la trasformazione è pertanto irreversibile. La trasformazione avviene in costante
contatto termico con un serbatoio di calore a temperatura T0, per cui la temperatura finale è
identica a quella iniziale. La trasformazione è quindi una isoterma irreversibile. Gli stati
iniziale e finale del gas sono

⎧ ⎧ mg
⎪ p = 1 atm = 101325 N/m 2 ⎪ p1 = p0 +
⎪⎪ 0 ⎪⎪ A
⎨T0 = 273 K e ⎨ 0
T = 273 K
⎪ nRT0 ⎪ nRT0
⎪V0 = = 22.4 litri = 22.4 × 10 −3 m 3 ⎪V1 =
⎩⎪ p0 ⎪⎩ p1

Il primo principio della termodinamica applicato ad una trasformazione isoterma di un


gas perfetto comporta Q = W. Il calore viene scambiato dal gas solo con il ghiaccio e la
trasformazione irreversibile avviene sotto l’azione della pressione esterna p1 costante. Per-
tanto
⎧Q = −Qg = −mg λ

⎨ V1

⎩ ∫
⎪W = V p1 dV = p1 (V1 − V0 ) = p1 AΔh
0

ove Δh < 0 in quanto il volume finale è inferiore al volume iniziale.


Il primo principio della termodinamica, ricordando che non c’è variazione di energia
interna, essendo la trasformazione una isoterma di un gas perfetto, è
−mg λ = p1 AΔh
per cui la differenza di quota è data da
mg λ mg λ V1
Δh = − =−
p1 A A nRT0
e il volume finale V1 è dato da

235
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9

nRT0 AΔh
V1 = −
mg λ
Poiché

V1 − V0 = ΔV = AΔh ⇒ V1 = V0 + AΔh

la differenza di altezza è

nRT0 AΔh mg λV0


− = V0 + AΔh ⇒ Δh = − = −17.2 cm
mg λ nRT0 A + mg λ A

3) La pressione finale è
mg nRT0
p1 = p0 + =
A V0 − A Δh
per cui la massa del corpo appoggiato è
A ⎛ nRT0 ⎞
m= ⎜ − p0 ⎟ = 183 kg
g ⎝ V0 − A Δh ⎠

Problema 9.6

Un contenitore dalle pareti adiabatiche è diviso in due parti da un setto adiabatico, di


massa trascurabile, che può scorrere senza attrito. La parte superiore è chiusa da un pistone
anch’esso adiabatico, di massa trascurabile, che può scorrere senza attrito, mentre la base è
diatermica e in costante contatto termico con una miscela di acqua e ghiaccio. Ambedue i
comparti del contenitore contengono n = 2 moli di gas perfetto biatomico inizialmente alla
stessa temperatura T0 = 273 K e alla stessa pressione p0 = 1 atm. Utilizzando il pistone il
sistema viene compresso reversibilmente finché si osserva che una quantità m = 10 g di
ghiaccio si è sciolta. Determinare, sapendo che il calore latente di fusione del ghiaccio è
λ = 334 J/g:
1) il volume finale nel comparto inferiore V1
2) la variazione di energia interna nel comparto superiore ΔU2
3) il lavoro esterno fatto complessivamente sul sistema We

acqua e ghiaccio

236
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

Soluzione

1) Ripetendo il ragionamento del problema 9.4 si osserva che nel comparto inferiore
avviene una isoterma reversibile, perché la miscela di acqua e ghiaccio è una sostanza in
transizione di fase e la sua temperatura è costante, mentre nel comparto superiore avviene
una adiabatica reversibile. Lo stato iniziale è identico per ambedue i gas
⎧ p0 = 1 atm

⎪ T0 = 273 K

⎪ V = nRT0 = 44.8 litri
⎪ 0 p0

La trasformazione isoterma avviene in contatto costante con una miscela di acqua e ghiac-
cio che costituisce un serbatoio di calore alla temperatura T0. Il calore viene scambiato
esclusivamente fra il gas del comparto inferiore e la miscela di acqua e ghiaccio. Poiché si
scioglie parte del ghiaccio, la miscela assorbe una quantità di calore che deve essere uguale
in modulo a quella ceduta dal gas ovvero
Qghiaccio = −Qgas
ossia esplicitamente

V1 −
mλ = −nRT0 ln ⇒ V1 = V0 e nRT0
= 21.5 litri
V0

2) Il setto è in equilibrio meccanico anche nello stato finale, per cui la pressione dei gas
nei comparti è la stessa
nRT0
p2 = p1 = = 2.09 atm
V1
Le equazioni di Poisson applicate alla trasformazione adiabatica reversibile del gas nel
comparto superiore forniscono il volume finale
1
⎛ p ⎞γ
p0V0γ = p2V2γ ⇒ V2 = ⎜ 0 ⎟ V0 = 26.5 litri
⎝ p2 ⎠

e quindi l’equazione di stato dei gas perfetti ornisce la temperatura del gas nel comparto
superiore
p2V2
T2 = = 338 K
nR
e la variazione di energia interna è
ΔU 2 = ncv (T2 − T0 ) = 2701 J
3) Il lavoro esterno fatto sul sistema è eguale e opposto a quello fatto dal sistema dei
due gas ricavabile dal primo principio della termodinamica

237
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9

V1
We = −W = −W1 − W2 = −Q1 + ΔU 2 = −nRT0 ln + ΔU 2 = mλ + ΔU 2 = 6050 J
V0

Problema 9.7

Un cilindro orizzontale di sezione S = 100 cm2 è diviso in due parti A e B da un setto


adiabatico di spessore trascurabile che si può muovere senza attrito. La superficie laterale
del cilindro è adiabatica. La base della parte A è costituita da un pistone adiabatico privo di
attriti, mentre la base della parte B è fissa, conduttrice e in costante contatto termico con un
serbatoio di calore a temperatura T0 = 305 K. Nella parte B c’è una molla ideale di massa
trascurabile disposta come in figura. In A e B è contenuto del gas perfetto biatomico. Ini-
zialmente la molla è a riposo e pressione, temperatura e volume sono uguali in A e B e val-
gono rispettivamente p0 = 1 atm, T0 = 305 K, V0 = 5 litri. Spostando lentamente il pistone si
comprime il gas in A fino a che il suo volume è metà di quello iniziale e si osserva uno spo-
stamento del setto Δx = 20 cm. Determinare:
1) la pressione del gas in A nella nuova situazione di equilibrio pA
2) la pressione del gas in B nella nuova situazione di equilibrio pB
3) la costante elastica della molla k

A B
T0
gas gas

Soluzione

1) Il gas in A subisce una compressione adiabatica reversibile, perché non scambia calo-
re e la compressione avviene lentamente, per cui utilizzando le equazioni di Poisson e ri-
cordando che VA = V0/2, si ha
γ
⎛V ⎞
pA = ⎜ 0 ⎟ p0 = ( 2 ) p0 = 2.64 atm = 2.67 × 10 5 N/m 2
γ
pAVAγ = p0V0γ ⇒
⎝ VA ⎠

2) Il gas in B compie una compressione isoterma reversibile, perché scambia calore in


costante contatto con un solo serbatoio di calore e la compressione avviene lentamente. Il
numero di moli di gas in ciascuno dei due comparti è
p0V0
n = nA = nB = = 0.2 moli
RT0
Il volume finale nel comparto B è

238
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

VB = V0 − S Δ x = 3 litri
e quindi la pressione in B è
nRT0
pB = = 1.67 atm = 1.69 × 10 5 N/m 2
VB
3) Il setto è in equilibrio meccanico, quindi la pressione in A è il risultato dell’azione
della pressione del gas in B e della pressione esercitata dalla molla sul setto di separazione

pA = pB +
kΔx
⇒ k=
( pA − pB ) S = 4.9 × 10 3 N/m
S Δx

Problema 9.8

Un recipiente adiabatico è separato in due sezioni di diverso volume da un diaframma


diatermico fisso di capacità termica trascurabile. La base superiore del contenitore è costi-
tuita da un pistone adiabatico di massa m = 1 kg e area A = 10 cm2 che può scorrere senza
attrito. Le due sezioni contengono complessivamente n = nA+nB = 0.3 moli dello stesso gas
perfetto monoatomico a temperatura T0 = 300 K. L’ambiente esterno si trova a pressione
pa = 1 atm. Si fora il diaframma, il pistone scende e il gas raggiunge un nuovo stato di equi-
librio. Il lavoro fatto dalle forze esterne sul sistema è We = 1000 J. Determinare, dopo la
trasformazione:
1) la temperatura del gas T
2) il volume occupato complessivamente dal gas V
3) la variazione di volume complessiva avvenuta ΔV

pa

m
nA

nB

Soluzione

1) La trasformazione è un mescolamento irreversibile di due gas indistinguibili che av-


viene per la rottura improvvisa del diaframma. La trasformazione del sistema A–B dei due
gas è adiabatica irreversibile, perché il recipiente è termicamente isolato dall’ambiente
esterno, ovvero avviene scambio di calore fra i gas, ma non con l’ambiente. Il primo princi-
pio applicato al sistema è, ricordando che il lavoro fatto dal sistema è sempre eguale e op-
posto a quello fatto dall’ambiente,

239
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9

Q = ΔU + W = ΔU A + ΔU B − We = 0
ovvero

nA cv (T − T0 ) + nB cv (T − T0 ) − We = 0
da cui si ricava la temperatura finale

T=
( nA + nB ) cvT0 + We =
ncvT0 + We
= 567 K
( n A + n B ) cv ncv
2) Il pistone nello stato finale è in equilibrio meccanico, per cui la pressione finale del
gas è uguale alla pressione esterna esercitata dall’ambiente esterno e dalla forza peso del
pistone
mg
p = pe = pa + = 1.097 atm
A
e pertanto, utilizzando l’equazione di stato, il volume complessivo è

V=
( nA + nB ) RT =
nRT
= 12.7 litri
p p
3) La pressione esterna pe agente sul sistema resta costante durante tutta la trasforma-
zione per cui il lavoro fatto sul sistema è
V We
We = −W = − ∫V0
pe dV = − pe ΔV ⇒ ΔV = −
pe
= − 9 litri

Problema 9.9

Un recipiente rigido a pareti adiabatiche è diviso in due parti A e B da un setto mobile


senza attriti di capacità termica trascurabile. Il recipiente contiene in A e B rispettivamente
nA = 5 moli e nB = 3 moli di gas perfetto biatomico. Nello stato iniziale il setto è isolante e
il sistema è in equilibrio nelle seguenti condizioni:
VA = 80 litri TA = 400 K VB = 20 litri

Si toglie l'isolamento termico tra i due gas, per cui il setto diventa conduttore, e si atten-
de il ristabilimento dell'equilibrio termodinamico. Calcolare :
1) la temperatura iniziale del gas in B TB
2) la temperatura finale del sistema T
3) il volume finale di A VA′
4) il lavoro fatto dal gas in B sul gas in A WB

240
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

A B A B

situazione iniziale situazione finale

Soluzione

1) Il setto è libero di muoversi, per cui il suo equilibrio è dovuto alla pressione esercita-
ta dai gas in A e B che deve essere uguale. Le equazioni di stato dei due gas
⎧ pAVA = nA RTA

⎩ pBVB = nB RTB
porgono, dividendo membro a membro con pA = pB
VA nA TA nA VB
= ⇒ TB = TA = 166.7 K
VB nB TB nB VA

oppure

nA RTA p V
pB = pA = = 2.05 atm ⇒ TB = B B = 166.7 K
VA nB R

2) La temperatura finale dei due gas è la stessa in quanto si portano in equilibrio termi-
co. Inoltre globalmente per il sistema dei gas A e B la trasformazione è adiabatica
(Q = 0)senza lavoro esterno (W = 0), perché il recipiente è rigido. Quindi per il primo prin-
cipio la variazione di energia interna del sistema è nulla
ΔU = ΔU A + ΔU B = nA cv (T − TA ) + nB cv (T − TB ) = 0
e quindi la temperatura finale del sistema è
n A TA + n B TB
T= = 312.5 K
nA + nB
3) Nello stato finale il setto è ancora in equilibrio meccanico per cui pA′ = pB′ . Il volume
del recipiente non è cambiato quindi
nA RT nB RT
VA + VB = VA′ + VB′ = +
pA′ pB′
e la pressione finale dei gas è

pA′ = pB′ =
( nA + nB ) RT = 2.05 atm
VA + VB
e il volume finale del gas in A è

241
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9

nA RT
VA′ = = 62.5 litri
pA′
4) La pressione iniziale dei gas è uguale alla pressione finale, per cui la trasformazione è
anche isobara. La trasformazione è irreversibile, perché causata da una differenza finita di
temperatura. Il gas B sposta il setto espandendosi e riducendo in eguale quantità il volume
del gas A, per cui compie lavoro positivo, eguale e opposto al lavoro fatto dal gas A sul gas
B
WB = −WA = − pA (VA′ − VA ) = 3635 J

Problema 9.10

Un contenitore adiabatico è diviso orizzontalmente in due parti da un setto adiabatico


che può scorrere senza attrito: la parte A contiene nA = 2 moli di gas perfetto alla temperatu-
ra TA = 300 K, e la parte B contiene un gas perfetto biatomico alla pressione pB = 5 atm. La
parte A è inoltre collegata tramite un rubinetto ad una bombola diatermica che contiene
n = 100 moli dello stesso gas perfetto contenuto in A. L’ambiente esterno al contenitore e
alla bombola è alla stessa temperatura TA del gas contenuto in A. Inizialmente il rubinetto è
chiuso e viene aperto lasciando fluire lentamente il gas dalla bombola al comparto A fino
allo stabilirsi dell’equilibrio. Nello stato finale il volume di ambedue i comparti è Vf = 20 li-
tri. Calcolare:
1) il volume iniziale del comparto B VB
2) la pressione finale del sistema pf
3) la pressione iniziale della bombola p

A B

Soluzione

1) Il setto mobile implica che la pressione è la stessa nei due comparti, per cui il volume
iniziale di A è
nA RTA nA RTA
VA = = = 9.84 litri
PA PB
Il volume totale del contenitore VT = VA + VB = 2 Vf resta costante per cui
VB = VT − VA = 2V f − VA = 30.16 litri
2) Il gas fluisce lentamente nel comparto A, per cui il setto viene spostato lentamente: la
causa della trasformazione nel comparto B è una variazione infinitesima di pressione. Inol-

242
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

tre il gas contenuto in B non può scambiare calore, per cui la trasformazione del gas in B è
adiabatica reversibile. Applicando le equazioni di Poisson al gas biatomico B si ottiene
γ
⎛V ⎞
pBVBγ = p f V fγ ⇒ p f = pB ⎜ B ⎟ = 8.9 atm
⎝ Vf ⎠

3) Nonostante il gas fluisca lentamente nel comparto A, la causa della trasformazione è


una differenza di pressione finita fra il gas ivi contenuto e quello contenuto nella bombola.
In ogni istante della trasformazione i gas in A e nella bombola hanno la stessa temperatura
che è anche quella dell’ambiente esterno, per cui la trasformazione è isoterma irreversibile.
Detto V il volume della bombola, l’equazione dello stato finale applicata al gas contenuto
complessivamente nel comparto A e nella bombola nello stato finale porge

( )
p f V + V f = ( n + nA ) RTA
ovvero il volume della bombola è
( n + nA ) RTA − p f V f
V= = 262 litri
pf
e l’equazione di stato iniziale del gas nella bombola porge la sua pressione iniziale

nRTA
pV = nRTA ⇒ p= = 9.4 atm
V

Problema 9.11

Un cilindro adiabatico di sezione A = 100 cm2 e altezza h = 180 cm è disposto orizzon-


talmente e diviso internamente in tre parti da due setti adiabatici, di spessore trascurabile e
mobili senza attrito. Nei comparti laterali A e B sono contenute n = nA= nB = 0.2 moli di gas
perfetto biatomico, mentre nel comparto centrale non c’è gas, ma esso contiene una molla
ideale di lunghezza a riposo  0 = 50 cm e costante elastica k = 5000 N/m collegata ai due
setti. Inizialmente i gas si trovano alla stessa temperatura T0 e la molla è compressa di
Δ 0 = 10 cm. Calcolare:
1) la pressione del gas p0
2) la temperatura del gas T0
Successivamente si rimuove l’isolamento della base del comparto A e il gas ivi contenu-
to viene riscaldato reversibilmente finché la molla risulta compressa di Δ1 = 20 cm. deter-
minare, dopo la trasformazione:
3) i volumi del gas contenuto in A e B VA, VB
4) le temperature del gas contenuto in A e B TA, TB
5) il calore ceduto dall’ambiente al gas contenuto in A Q

243
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9

A B
Q T0
gas gas

Soluzione

1) L’unica forza agente sui gas è la forza elastica, per cui, essendoci equilibrio meccani-
co, la pressione dei due gas è la stessa ed è uguale a quella esercitata dalla forza elastica
k Δ 0
p0 = = 5 × 10 4 N/m 2 = 0.494 atm
A
2) Il volume occupato dal gas è V0 uguale nei due comparti, perché temperatura pressio-
ne e numero di moli sono gli stessi. Il volume totale e di conseguenza il volume di ciascuna
gas sono

A ( h −  0 + Δ 0 )
V = 2V0 + Vmolla ⇒ Ah = 2V0 + A (  0 − Δ 0 ) ⇒ V0 = = 7 litri
2
e la temperatura è
p0V0
T0 = = 209 K
nR
3) Dopo la trasformazione in A e B non sono uguali volume e temperatura, ma la pres-
sione del gas è identica, perché la situazione meccanica è la stessa
k Δ 1
pA = pB = = 10 5 N/m 2 = 0.988 atm
A
La trasformazione nel comparto B è adiabatica reversibile, perché il gas ivi contenuto non
scambia calore e la compressione avviene reversibilmente, perché la molla si comprime
lentamente. Utilizzando l’equazione di Poisson per le adiabatiche reversibili si ricava
1
⎛ p ⎞γ
p0V0γ = pBVBγ ⇒ VB = ⎜ 0 ⎟ V0 = 4.27 litri
⎝ pB ⎠

Il volume totale non è cambiato, per cui il volume nel comparto A è


VA = V − VB − Vmolla
′ = A ( h −  0 + Δ1 ) − VB = 10.7 litri
4) Le temperature possono essere ottenute dall’equazione di stato dei gas perfetti

pAVA p V
TA = = 645 K e TB = B B = 257 K
nR nR

244
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

5) La trasformazione in A non è canonica, per cui si può utilizzare solo il primo princi-
pio Q = ΔU + W applicandolo al sistema dei due gas. La variazione di energia interna è
immediata, mentre non si può calcolare direttamente il lavoro fatto dai due gas. Sappiamo
però che il lavoro complessivo fatto dai due gas è eguale e opposto a quello fatto dalle forze
esterne agenti sul sistema. L’unica forza esterna agente è la forza elastica che è conservativa
per cui We = − Δ E p,el e quindi il lavoro fatto complessivamente dai due gas è
1 1
W = −We = Δ E p,el = k Δ12 − k Δ20
2 2
e quindi dal primo principio della termodinamica si ricava
1 1
Q = ΔU A + ΔU B + W = nA cv (TA − T0 ) + nB cv (TB − T0 ) + k Δ12 − k Δ20 = 2086 J
2 2

Problema 9.12

Un recipiente cilindrico di area di base S = 0.03 m2 è chiuso superiormente da un pisto-


ne adiabatico mobile senza attrito di massa m = 15 kg, collegato al fondo del recipiente
mediante una molla di lunghezza a riposo  0 = 40 cm, costante elastica k = 2 × 104 N/m e
carico di rottura F = 6 × 103 N. Le pareti laterali del recipiente sono adiabatiche, mentre il
fondo è diatermico; la capacità termica complessiva di recipiente, pistone e molla è
C = 2.5 J/K; la pressione esterna è p0 = 1 atm; il recipiente contiene un gas ideale monoa-
tomico. Inizialmente –figura(a)– il sistema gas–contenitore è in equilibrio termodinamico
nello stato A alla temperatura TA = 310 K, la molla è elongata di Δ1 = 5 cm e il fondo del
recipiente è isolato termicamente. Successivamente il fondo del recipiente viene posto in
contatto con una sorgente di calore a temperatura T; il sistema si riscalda raggiungendo
l'equilibrio termico nello stato B all’istante della rottura della molla –figura (b). Nel mo-
mento in cui la molla si rompe il pistone si blocca e il sistema viene nuovamente isolato –
figura (c)– raggiungendo in seguito un nuovo stato di equilibrio C. Determinare:
1) il numero di moli di gas n
2) la temperatura della sorgente di calore T
3) il calore scambiato con la sorgente di calore Q
4) la temperatura finale del gas TC

p0
p0
p0
m
m
m n

n VB n
VA VC
T2 T2 T2

(a) (b) (c)

245
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9

Soluzione

1) Lo stato iniziale A è di equilibrio sotto l’azione di pressione esterna, forza peso del
pistone e forza elastica
⎧TA = 310 K

⎪VA = S (  0 + Δ1 ) = 13.5 × 10 −3 m 3

⎪ mg k Δ1
⎪⎩ pA = p0 + S + S = 139.5 × 10 N/m
3 2

per cui utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti si ricava


pAVA
pAVA = nRTA ⇒ n= = 0.73 moli
RTA

2) Anche lo stato intermedio, all’istante delle rottura della molla, è di equilibrio. L’equi-
librio meccanico è con la pressione esterna, la forza peso del pistone e la forza massima
F = k Δ 2 esercitata dalla molla; l’equilibrio termico è con la sorgente di calore a tempera-
tura T, per cui lo stato del gas è dato da
⎧TB = T

⎪VB = S (  0 + Δ 2 ) = S ⎛⎜  0 + F ⎞⎟ = 21 × 10 −3 m 3
⎨ ⎝ k⎠

⎪ pB = p0 + mg + F = 3.06 × 10 5 N/m 2
⎩ S S
e utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti si ricava

pBVB
pBVB = nRTB ⇒ T = TB = = 1060 K
nR
3) Fino all’istante di rottura della molla la trasformazione è una trasformazione non
canonica, ma sicuramente irreversibile, perché la causa è una differenza finita di temperatu-
ra. Si può quindi utilizzare solo il primo principio della termodinamica Q = ΔU + W . Alla
trasformazione partecipano il gas e il contenitore, per cui la variazione di energia interna
del sistema è
ΔU = ncv (TB − TA ) + C (TB − TA ) = 8694 J
Il lavoro del gas può essere calcolato solo come lavoro contro le forze esterne agenti, per-
ché la pressione non è definita durante la trasformazione irreversibile. Le forze agenti sono
le forze di pressione esterna, la forza peso del pistone e la forza elastica esercitata dalla
molla, ove queste ultime sono forze conservative. Tutte le forze sono concordi fra di loro e
si oppongono al moto del pistone verso l’alto, pertanto
VB
W = −We = ∫VA
p0 dV + Δ E p =

= p0 (VB − VA ) + mg ( Δ 2 − Δ1 ) +
1
2
( )
k Δ22 − Δ12 = 1672 J

246
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

con Δ 2 = F k = 30 cm. Il calore scambiato con la sorgente è


Q = ΔU + W = 10366 J
4) Nel momento della rottura il sistema viene isolato meccanicamente e termicamente,
per cui l’energia potenziale immagazzinata nella molla si trasforma in calore ceduto al si-
stema e infine in energia interna dello stesso. Non avviene nessun altro processo e non c’è
lavoro, perché VC = VB per cui la variazione di energia interna è
1
ΔU = k Δ22 = ncv (TC − TB ) + C (TC − TB )
2
e la temperatura finale del sistema è

k Δ22
TC = TB + = 1138 K
2 ( ncv + C )

Problema 9.13

Un cilindro verticale, adiabatico, rigido è limitato superiormente da un pistone adiabati-


co di massa m = 5 kg e sezione A = 21 cm2 che può scorrere senza attrito. Il volume interno
è diviso in due parti da un setto rigido fisso: la camera inferiore è vuota; la camera superio-
re contiene n = 0.03 moli di gas perfetto monoatomico alla temperatura T0 = 300 K. Ini-
zialmente il pistone è in equilibrio e la pressione dell’ambiente esterno è pa = 1 atm – figura
(a). Si apre un foro nel setto e il gas fluisce nella camera inferiore finché il pistone si ap-
poggia al setto. Determinare:
1) la temperatura finale del gas T1
2) il minimo volume della camera inferiore affinché
il pistone possa effettivamente appoggiarsi al setto V1
Nell’ipotesi che la camera inferiore abbia volume V1, si fornisce reversibilmente calore
al gas, togliendo l’isolamento termico al cilindro, finché il pistone torna all’altezza iniziale
– figura (b). Calcolare:
3) la temperatura del gas in questo nuovo stato di equilibrio T2
4) la quantità di calore fornita al gas Q

pa pa

m m
n

vuoto n Q

(a) (b)

247
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9

Soluzione

1) La prima trasformazione è un’espansione adiabatica irreversibile nel vuoto: l’adiaba-


ticità è garantita dalla pareti termicamente isolanti; l’irreversibilità è data dal fatto che la
causa della trasformazione è la differenza finita di pressione fra i due comparti; non è
un’espansione libera, perché la pressione esterna e la forza peso del pistone fanno lavoro
sul gas. Lo stato iniziale è completamente determinato
⎧T0 = 300 K
⎪ mg
⎪ p0 = pa + = 1.23 atm
⎨ A
⎪ nRT0
⎪V0 = = 0.6 litri
⎩ p0
Il lavoro del gas è uguale e opposto al lavoro fatto dalle forze esterne la cui risultante è data
dalla somma delle forze di pressione verticali esercitate dall’atmosfera esterna e dalla forza
peso ed esprimibile come
 
F ( E ) = ( pa A + mg ) u y

per cui
Δh  Δh
( pa A + mg ) dh = − ⎛⎜⎝ pa +
 mg ⎞
W = −We = − ∫ F ( E ) • ds = − ∫ ⎟ AΔh = − p0V0 = −nRT0
0 0 A ⎠
indipendentemente dal valore del volume finale, perché il pistone scende esattamente di
Δh = V0/A essendo obbligato ad appoggiarsi sul setto. Il primo principio della termodina-
mica porge, data l’adiabaticità,
Q = ΔU + W = ncv (T1 − T0 ) − nRT0 = 0
da cui
ncvT0 + nRT0 cv + R cp
T1 = = T0 = T0 = γ T0 = 500 K
ncv cv cv
ove si è utilizzata la relazione di Mayer c p − cv = R.
2) Affinché il setto possa appoggiarsi, la pressione finale del gas deve essere uguale o
minore della pressione esterna
nRT1 nRT0
p1 = ≤ p0 =
V1 V0
ossia il valore finale del volume deve essere
T1
V1 ≥ V0 = γ V0 = 1 litro
T0
3) La seconda trasformazione è isobara reversibile: infatti la trasformazione avviene
lentamente assicurando che in ogni stato intermedio ci sia l’equilibrio delle pressioni.
Quindi la pressione del gas è costantemente eguale alla pressione esterna p0 costante. Lo
stato iniziale di questa seconda trasformazione è dato dalle coordinate

248
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

⎧V1 = 1 litro
⎪T = 500 K
⎪ 1

⎪ p = nRT1 = 1.23 atm
⎪⎩ 1 V1
e lo stato finale è dato dalla coordinate termodinamiche

⎧ p2 = p0 = 1.23 atm
⎪⎪V = V + V = 1.6 litri
2 0 1

⎪T = p2V2 = 800 K
⎪⎩ 2 nR
4) La trasformazione è isobara per cui
Q = nc p (T2 − T1 ) = 187 J

Problema 9.14

Un contenitore adiabatico è chiuso da un pistone orizzontale adiabatico inizialmente


fisso. Il suo volume è diviso, da un setto fisso, in due parti eguali ciascuna di volume
VA = 30 litri. In uno dei comparti è stato praticato il vuoto, mentre il secondo contiene
n = 2 moli di gas perfetto monoatomico alla temperatura TA = 300 K. Il gas subisce le se-
guenti trasformazioni:
• AB col pistone bloccato, il setto si rompe e il gas occupa tutto il volume
del contenitore VB
• BC si sblocca il pistone e il gas viene ricompresso molto lentamente nel
volume iniziale VC = VA
• CD il gas viene fatto rapidamente espandere, col pistone sbloccato, fino ad
occupare tutto il volume del contenitore VD = VB in condizioni di pres-
sione esterna costante p1 = 0.5 atm e si attende il ristabilirsi dell’equi-
librio termodinamico
Calcolare, sapendo che la pressione p1 rappresenta l’effetto globale di tutte le forze
esterne agenti sul sistema durante la trasformazione CD:
1) la temperatura del gas nello stato C TC
2) la temperatura finale del gas TD
3) la variazione complessiva di energia interna ΔUAD
4) il lavoro fatto complessivamente dal gas WAD

gas vuoto

249
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9

Soluzione

1) La trasformazione AB è un’espansione libera, per cui QAB = WAB = 0, la temperatura


resta costante, TB = TA, e il volume raddoppia, VB = 2VA. La trasformazione BC è una tra-
sformazione adiabatica reversibile, perché non c’è scambio di calore con l’ambiente e av-
viene lentamente. Osservando che VC = VA e utilizzando le equazioni di Poisson per le adia-
batiche reversibili

TBVBγ −1 = TC VCγ −1 ⇒ TA ( 2VA )


γ −1
= TC VAγ −1 ⇒ TC = TA 2γ −1 = 476 K

2) La trasformazione CD è un’espansione adiabatica irreversibile, perché non c’è scam-


bio di calore con l’ambiente e la causa è una differenza finita di pressione fra il gas e l’am-
biente. Poiché p1 rappresenta la pressione costante esercitata da tutte le forze esterne agenti
sul sistema, il lavoro del gas in questa trasformazione è
VD
WCD = ∫
VC
p1 dV = p1 (VD − VC ) = p1 (VB − VA ) = p1VA = 1520 J

Applicando il primo principio della termodinamica alla trasformazione CD


QCD = ΔUCD + WCD = ncv (TD − TC ) + WCD = 0
si ricava la temperatura dello stato D
WCD
TD = TC − = 415 K
ncv
3) L’energia interna è funzione di stato per cui dipende solo dagli stati iniziale e finale
ΔU AD = ncv (TD − TA ) = 2867 J
4) Tutte le trasformazioni sono adiabatiche, per cui il calore scambiato è nullo. Quindi
applicando il primo principio il lavoro complessivo è

QAD = ΔU AD + WAD = 0 ⇒ WAD = − ΔU AD = − 2867 J

Problema 9.15

Una lattina cilindrica, aperta, vuota, di altezza h = 20 cm viene immersa molto lenta-
mente, rovesciata, fino al fondo di un contenitore pieno d’acqua. La pressione atmosferica
sulla superficie dell’acqua è p0 = 1 atm; la temperatura dell’aria e dell’acqua è T0 = 300 K;
la densità dell'acqua è ρa = 1000 kg/m3; si approssima l’aria ad un gas perfetto; si appros-
sima l’acqua ad un liquido ideale; l’aria intrappolata non esce dalla lattina. Determinare,
sapendo che nello stato finale ( p1 ,V1 ,T1 ) l’altezza dell’aria è z = 19 cm:
1) lo spessore d’acqua nel contenitore H
2) il lavoro per unità di mole d’aria fatto
per portare la lattina sul fondo We/n

250
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche

p0

z H
h

Soluzione

1) La trasformazione è isoterma reversibile: avviene lentamente assicurando il mante-


nimento delle condizioni di equilibrio lungo tutta la trasformazione e la temperatura finale e
iniziale dell’aria e dell’acqua sono le stesse, perché la lattina non è adiabatica e l’aria e
l’acqua sono in equilibrio termico. Si può quindi applicare la legge di Boyle

V0 Ah h
p1V1 = p0V0 ⇒ p1 = p0 = p0 = p0
V1 Az z

dove A è la superficie di base della lattina e p1 è la pressione dell’aria intrappolata nella


lattina alla fine della sua immersione, uguale alla pressione del liquido sul pelo dell’acqua
intrappolata che per la legge di Stevino è
p1 = p0 + ρa g ⎡⎣ H − ( h − z ) ⎤⎦
Eguagliando le due espressioni per la pressione finale del gas si ottiene

h p ⎛h ⎞
p0 = p0 + ρa gH − ρa g ( h − z ) ⇒ H = 0 ⎜ − 1⎟ + h − z = 55.4 cm
z ρa g ⎝ z ⎠
2) Il lavoro esterno è stato fatto per comprimere l’aria da V0 a V1 ed è quindi eguale e
opposto a quello fatto dall’aria intrappolata nella lattina durante la compressione isoterma
reversibile
V1 We z
We = −W = −nRT0 ln ⇒ = −RT0 ln = 128 J
V0 n h

251
Capitolo 10

Cicli termodinamici
Capitolo 10 Cicli termodinamici

Problema 10.1*

Una macchina termica di rendimento η = 0.3 lavora assorbendo la quantità di calore Q1


da un serbatoio di calore e cedendo la quantità di calore Q2 ad un gas perfetto monoatomi-
co. Il gas è contenuto in un cilindro limitato superiormente da un pistone in costante equili-
brio con la pressione esterna, che si può muovere con attrito trascurabile, e si trova alla
pressione p0 = 1 atm. Sapendo che ad ogni ciclo il gas ha una variazione di volume ΔV = 10
litri, calcolare:
1) il calore scambiato dalla macchina col gas in un ciclo Q2
2) il lavoro fatto dalla macchina nel ciclo W
3) il calore scambiato dalla macchina in un ciclo col serbatoio Q1

p0

Serbatoio
W
gas M
Q2 Q1

Soluzione

1) Il gas subisce un trasformazione isobara, perché la sua pressione resta istante per
istante uguale a quella esterna, pertanto considerando l’equazione di stato fra gli stati inizia-
le e finale di un’isobara di un gas ideale si ha
p0 ΔV
p0V = nRT ⇒ p0 ΔV = nRΔT ⇒ ΔT =
nR
Il calore ceduto dalla macchina in un ciclo , Q2 < 0, è assorbito dal gas e pertanto

p0 ΔV cp
−Q2 = nc p ΔT = c p ⇒ Q2 = − p0 ΔV = − 2533 J
nR R
2) La mancanza di informazioni sulla qualità della macchina non permette di stabilire la
sua reversibilità, ma il rendimento di una macchina termica qualsiasi, reversibile o irrever-
sibile, essendo, per ogni ciclo, W il lavoro prodotto dalla macchina, Qa > 0 il calore assorbi-
to dalla macchina e Qc < 0 il calore ceduto dalla macchina, è sempre dato da

* Se il corso seguito dallo studente non comprende l’entropia, altri esercizi sugli argomenti del
capitolo 10 possono essere ricavati svolgendo parzialmente i problemi 11.12, 11.15, 11.19, 11.20,
11.22, 11.27, 11.28, 11.29, 11.34 e 11.35, tralasciando l’ultima domanda che richiede il calcolo
dell’entropia.

255
Cicli termodinamici Capitolo 10

W Qa + Qc Q
η= = = 1+ c
Qa Qa Qa
Nel problema in esame Qa = Q1 e Qc = Q2 per cui il lavoro in un ciclo è
W
η= ⇒ W = ηQ1 = 1086 J
Q1

3) Utilizzando l’altra definizione di rendimento si ricava


Qc Q Q2
η = 1+ = 1+ 2 ⇒ Q1 = = 3619 J
Qa Q1 η −1

oppure

W = Qa + Qc = Q1 + Q2 ⇒ Q1 = W − Q2 = 3619 J

Problema 10.2

Una macchina reversibile scambia calore con una sorgente di calore, di capacità termica
infinita e temperatura T1 = 400 K, e un corpo di capacità termica data da C = k T2 con
k = 0.18 JK-3. Inizialmente il corpo si trova alla temperatura T2 = 300 K e la macchina lavo-
ra finché le due temperature sono eguali. Determinare, sapendo che complessivamente la
macchina assorbe dalla sorgente il calore Q1 = 2.52 MJ:
1) il calore scambiato complessivamente dalla macchina col corpo Q2
2) il lavoro complessivo fatto dalla macchina W
3) il rendimento medio della macchina ηm

T1

Q1
W R

Q2

corpo

Soluzione

1) Nello scambio di calore fra macchina e corpo, il calore infinitesimo δ Q2 ceduto dalla
macchina è il calore infinitesimo δ Q assorbito dal corpo per cui δ Q = −δ Q2 . Per definizio-
ne di capacità termica, il calore infinitesimo ceduto dalla macchina col corpo è

256
Capitolo 10 Cicli termodinamici

δ Q2 = −δ Q = −CdT = −kT 2 dT
per cui il calore ceduto complessivamente al corpo da parte della macchina è

( )
T1 k 3
Q2 = − ∫
T2
kT 2 dT = −
3
T1 − T23 = − 2.22 MJ

2) Il lavoro complessivo è
W = Qa + Qc = Q1 + Q2 = 0.3 MJ
3) La macchina è reversibile, ma la temperatura del corpo non è costante, per cui non lo
è neanche il suo rendimento. Per definizione di rendimento il suo valore medio è
W W
ηm = = = 0.12
Qa Q1

Problema 10.3

Una macchina termica irreversibile M assorbe la quantità di calore Q1 da una sorgente


di calore a temperatura T1 e cede la quantità di calore Q2M = − 9000 J ad una sorgente di
calore a temperatura T2 = 300 K. Il lavoro prodotto viene utilizzato per fare funzionare una
macchina frigorifera reversibile F, che funziona con un ciclo sincrono con quello della
macchina termica, in cui viene assorbita la quantità di calore Q2F = −Q2M e ceduta la quan-
tità di calore Q3 ad una sorgente di calore a temperatura T3 = 400 K. Calcolare:
1) l’efficienza della macchina frigorifera e
2) la quantità di calore scambiata con la sorgente T3 Q3
3) il rendimento della macchina termica η

T1 T3

Q1
Q3
M F
W
Q2M
Q2F

T2

Soluzione

1) La macchina frigorifera F è reversibile, per cui la sua efficienza è quella di un frigori-


fero di Carnot che opera fra T2 e T3
T2
e= =3
T3 − T2

257
Cicli termodinamici Capitolo 10

2) L’efficienza di una macchina frigorifera generica è l’opposto del rapporto fra calore e
lavoro assorbiti dalla macchina, perché il lavoro di una macchina frigorifera è subìto e
quindi negativo

Q2F QF Q2F
e=− F
= 2F ⇒ WF = − = − 3000 J
W W e

e il lavoro è pari al calore netto scambiato nel ciclo, per cui il calore scambiato con T3 è

W F = Q2F + Q3 ⇒ Q3 = W F − Q2F = −12000 J

3) Il lavoro prodotto dalla macchina termica è assorbito dalla macchina frigorifera, per
cui

W M = −W F = Q1 + Q2M ⇒ Q1 = −W F − Q2M = 12000 J

e il rendimento della macchina termica è

WM QM
η= = 1 + 2 = 0.25
Q1 Q1

Problema 10.4

La macchina termica operante in una centrale termoelettrica da P = 500 MW di potenza


elettrica d'uscita può essere approssimata con un ciclo di Carnot operante tra T1 = 550 K e
T2 = 330 K. Se il massimo aumento di temperatura permesso per l'acqua di raffreddamento
è di ΔT = 3 K, determinare:
1) la potenza termica assorbita dal sistema al
serbatoio a temperatura T1 Pa
2) la potenza termica ceduta all’ambiente a temperatura T2 Pc
3) la minima portata del fiume usato per raffreddare la centrale
(per l’acqua: ρ = 1000 kg/m3, c = 4186 J kg-1 K-1) Q

Soluzione

1) il rendimento della macchina termica è


T2 W
η = 1− = = 0.4
T1 Qa
ove il calore assorbito Qa è scambiato col serbatoio a temperatura più alta T1. La potenza
termica assorbita, ovvero il calore assorbito dalla macchina per unità di tempo è
Qa W 1 P
Pa = = = = 1.25 GW
t t η η
2) In un ciclo il lavoro prodotto è pari alla somma algebrica dei calori scambiati dalla
sostanza che esegue il ciclo termodinamico, perché la variazione di energia interna in un
ciclo è nulla

258
Capitolo 10 Cicli termodinamici

W = Qa + Qc = Qa − Qc
ovvero, per unità di tempo,
P = Pa − Pc
dove Pc è il calore ceduto per unità di tempo, o potenza termica ceduta all’ambiente,
Qc P
Pc = = Pa − Pa = − P = 750 MW
t η
2) Il calore ceduto all’ambiente deve essere completamente evacuato con l’acqua del
fiume che assorbe quindi ad ogni ciclo il calore
QH 2 O = −Qc = mcΔT
ove m è la massa d’acqua del fiume che scambia calore con il serbatoio di calore a tempera-
tura T2. La potenza termica assorbita dal fiume è, ricordando che la portata è il volume per
unità di tempo Q = V/t,
QH 2 O mcΔT ρVcΔT
Pfiume = = = = ρQ cΔT
t t t
da cui si ricava la portata minima
V QH 2 O 1 Q 1 Pc
Q= = =− c = = 59.7 m 3 /s
t t ρcΔT t ρcΔT ρcΔT

Problema 10.5

Una mole di gas ideale biatomico in una macchina termica compie il ciclo reversibile
mostrato in figura
• AB compressione adiabatica
• BC riscaldamento isocoro
• CD espansione isobara
• DE espansione adiabatica
• EA raffreddamento isocoro
con pA = 1.013 × 105 N/m2, TA = 355K, rapporto di compressione VA/VB = 2, pressione
pC = 4.1 × 105 N/m2 e calore totale assorbito nel ciclo Qa = 8600 J. Calcolare:
1) i valori di pressione, volume e temperatura
in tutti i punti rilevanti del ciclo pA, TA, VA
pB, TB, VB
pC, TC, VC
pD, TD, VD
pE, TE, VE
2) il rendimento della macchina termica η

259
Cicli termodinamici Capitolo 10

C D

B
E

V
Soluzione

1) Lo stato iniziale è noto utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti (n =1 mole)

⎧ pA = 1.013 × 10 5 N/m 2

⎪TA = 355 K

⎪V = nRTA = 0.029 m 3
⎪⎩ A pA
La trasformazione AB è un’adiabatica reversibile. Utilizzando le equazioni di Poisson

⎧ γ
⎛V ⎞
⎪ pB = pA ⎜ A ⎟ = 2.673 × 10 5 N/m 2
⎪ ⎝ VB ⎠
⎪⎪ γ −1
⎨T = T ⎛ VA ⎞ = 468 K
A⎜
⎪ B ⎝ VB ⎟⎠

⎪V = VA = 0.0145 m 3
⎪⎩ B 2
La trasformazione BC è un’isocora reversibile. Utilizzando l’equazione di stato dei gas per-
fetti

⎧ pC = 4.10 × 10 5 N/m 2

⎪VC = VB = 0.0145 m 3

⎪ PC VC
⎪⎩TC = nR = 715 K
Per determinare le coordinate termodinamiche dello stato D è necessario utilizzare il calore
assorbito nel ciclo. Le quantità di calore scambiate nelle varie trasformazioni sono

260
Capitolo 10 Cicli termodinamici

⎧ QAB = 0

⎪ QBC = ncv (TC − TB ) = 5131 J > 0 assorbito

⎨ QCD = nc p (TD − TC ) > 0 assorbito

⎪ QDE = 0
⎪ QEA = ncv (TA − TE ) < 0 ceduto

per cui il calore assorbito nel ciclo è

Qa = QBC + QCD ⇒ QCD = nc p (TD − TC ) = Qa − QBC = 3469 J

e quindi la temperatura dello stato D è


QCD
TD = TC + = 834 K
nc p
La trasformazione CD è un’isobara reversibile Utilizzando l’equazione di stato dei gas per-
fetti si ottiene

⎧ pD = pC = 4.1 × 10 5 N/m 2

⎪TD = 834 K

⎪V = nRTD = 0.0169 m 3
⎪⎩ D pD
La trasformazione DE è un’adiabatica reversibile con VE = VA . Utilizzando le equazioni di
Poisson

⎧VE = VA = 0.029 m 3
⎪ γ
⎪ ⎛ VD ⎞
⎪ pE = pD ⎜ ⎟ = 1.92 × 10 N/m
5 2
⎨ ⎝ VE ⎠
⎪ γ −1
⎪ ⎛ VD ⎞
T
⎪ E = T D⎜ = 672 K
⎩ ⎝ VE ⎟⎠
2) L’unico calore ceduto nel ciclo è
QEA = ncv (TA − TE ) = − 6586 J
per cui il rendimento del ciclo è
Qc Q
η = 1+ = 1 + EA = 0.234
Qa Qa

261
Cicli termodinamici Capitolo 10

Problema 10.6

Una macchina termica che utilizza n = 0.5 moli di gas perfetto biatomico esegue il se-
guente ciclo:
• AB espansione irreversibile dalla temperatura T1 = 400 K alla temperatura
T2 =500 K
• BC compressione isobara reversibile fino al volume iniziale e alla tempe-
ratura T3
• CA isocora reversibile fino allo stato iniziale assorbendo il calore
QCA = 1500 J
Sapendo che il lavoro prodotto nel ciclo è W = 1200 J, determinare:
1) la temperatura dello stato C T3
2) il calore assorbito nella trasformazione AB QAB
3) il lavoro fatto dal gas nella trasformazione AB WAB

p
A

C B

Soluzione

1) Nella trasformazione isocora il gas scambia la quantità di calore

QCA = ncv (T1 − T3 )


per cui la temperatura in C è
QCA
T3 = T1 − = 255.6 K
ncv
2) Il calore netto scambiato in un ciclo è pari al lavoro netto prodotto per cui
Q = QAB + QBC + QCA = W
e quindi la quantità di calore scambiata nella trasformazione AB è
QAB = W − QBC − QCA = W − nc p (T3 − T2 ) − QCA = 3254 J
3) La trasformazione AB non è canonica, ma il primo principio è valido per qualsiasi
trasformazione reversibile o irreversibile di qualsiasi sistema termodinamico, per cui

262
Capitolo 10 Cicli termodinamici

WAB = QAB − ΔU AB = QAB − ncv (T2 − T1 ) = 2215 J


ove si è utilizzato il fatto che la relazione ΔU = ncv ΔT è valida per qualsiasi trasformazio-
ne reversibile o irreversibile di qualsiasi gas perfetto.
In alternativa si può calcolare il lavoro nel ciclo
W = WAB + WBC + WCA ⇒ WAB = W − WBC − WCA

da cui si ricava

WAB = W − nR (T3 − T2 ) = 2215 J

Problema 10.7

Il ciclo ABCDA mostrato in figura viene compiuto da n = 4 moli di un gas ideale mono-
atomico. Lo stato A è individuato dalle coordinate pA = 1.01 × 105 N/m2 e VA = 0.1 m3. Il
volume VD è pari a 5VA. La trasformazione AB è isocora reversibile e comporta una varia-
zione di energia interna ΔUAB = 3200 J. La trasformazione BC è isobara reversibile, la tra-
sformazione CD è adiabatica reversibile. La trasformazione DA è isoterma irreversibile con
lavoro scambiato WDA = –20000 J. Calcolare:
1) la temperatura del gas nello stato B TB
2) la temperatura del gas nello stato C TC
3) il rendimento del ciclo η

p
B C

Soluzione

1) La temperatura dello stato A è


pAVA
TA = = 305 K
nR
per cui dall’espressione della variazione di energia interna si ricava

263
Cicli termodinamici Capitolo 10

ΔU AB
ΔU AB = ncv (TB − TA ) ⇒ TB = TA + = 369 K
ncv

2) Applicando la legge di Gay-Lussac all’isocora AB si ricava

nrT TB TA TB
V= = cost ⇒ = ⇒ pC = pB = pA = 1.22 × 10 5 N/m 2
p pB pA TA

e applicando la legge di Boyle all’isoterma DA si ottiene


VA
pDVD = pAVA ⇒ pD = pA = 0.2 × 10 5 N/m 2
VD

mentre la legge di Poisson per l’adiabatica reversibile CD porge


1
⎛ p ⎞γ
pC VCγ = pDVDγ ⇒ VC = VD ⎜ D ⎟ = 0.17 m 3
⎝ pC ⎠

per cui, applicando l’equazione di stato dei gas perfetti allo stato C, la temperatura in que-
sto stato è
pC VC
TC = = 627 K
nR
3) Il calore scambiato nelle trasformazioni che compongono il ciclo è

⎧ QAB = ΔU AB = 3200 J > 0 assorbito



⎪ QBC = nc p (TC − TB ) = 21440 J > 0 assorbito

⎪ QCD = 0
⎪ Q = W = − 20000 J < 0 ceduto
⎩ DA DA

e quindi il rendimento del ciclo è


Qc QDA
η = 1+ = 1+ = 0.188
Qa QAB + QBC

Problema 10.8

Un cilindro con pistone mobile senza attrito contiene VA= 300 litri di elio (da considera-
re un gas perfetto monoatomico) inizialmente in equilibrio a temperatura T1 = 273 K. Te-
nendo il pistone bloccato il sistema viene posto a contatto con una sorgente a temperatura
T2 dalla quale assorbe la quantità di calore QAB = 28.3 kJ. In seguito, sbloccato il pistone il
gas viene fatto espandere reversibilmente fino allo stato C rimanendo sempre in contatto
con la sorgente di calore a temperatura T2, e subisce poi un'espansione adiabatica irreversi-
bile fino allo stato di equilibrio D alla temperatura iniziale T1. Infine, il gas viene riportato
lentamente allo stato iniziale A ponendolo a contatto con una miscela di acqua e ghiaccio;

264
Capitolo 10 Cicli termodinamici

nella trasformazione DA si sciolgono m = 110 g di ghiaccio (λ = 333 kJ/kg). Il rendimento


del ciclo è η = 0.76 ηC, dove ηC è il rendimento di un ciclo di Carnot operante fra le stesse
due temperature. Sapendo che la densità dell'elio è ρ = 0.178 g/litro e il suo peso molecola-
re è M = 4 g/mole, calcolare:
1) la temperatura degli stati B e C T2
2) il volume del gas nello stato D VD
3) il volume del gas nello stato C VC

Soluzione

Nel testo del problema viene descritto un ciclo termodinamico. È conveniente disegnare
il ciclo individuando dal testo ciascuna trasformazione.
La trasformazione AB avviene con il pistone bloccato, per cui il volume non varia, e in
costante contatto termico con una sola sorgente di calore a temperatura T2 > T1, perché il
gas assorbe calore. La causa della trasformazione è una differenza finita di temperatura fra
gas e serbatoio, per cui si tratta di un riscaldamento isocoro irreversibile.
La trasformazione BC è un’espansione reversibile, per cui VC > VB, in cui la temperatura
è mantenuta costante dall’ininterrotto contatto termico con il serbatoio di calore alla tempe-
ratura iniziale della trasformazione. Si tratta quindi di un’espansione isoterma reversibile.
La trasformazione CD è un’espansione adiabatica irreversibile per cui VD > VC e il gas
si raffredda fino a raggiungere la temperatura iniziale T1.
La trasformazione DA è evidentemente una compressione isoterma reversibile: il volu-
me finale VA è inferiore al volume iniziale VD; la temperatura è mantenuta costante a T1,
perché è la temperatura di fusione del ghiaccio; la reversibilità è garantita dal processo len-
to in assenza di attriti.
Riportando queste considerazioni nel piano di Clapeyron si trova il grafico del ciclo.

p
B

C
A

V
1) Per definizione di mole il numero di moli del gas è
mHe ρVA
n= = = 13.35 moli
M M
Il calore scambiato nell’isocora AB è

265
Cicli termodinamici Capitolo 10

QAB
QAB = ncv (T2 − T1 ) ⇒ T2 = T1 + = 443 K
ncv

2) Nella trasformazione isoterma reversibile DA il gas cede calore alla miscela di acqua
e ghiaccio, per cui
VA
QDA = nRT1 ln = −mλ
VD
raggiungendo il volume

VD = VA e nRT1 = 1005 litri


3) Il rendimento del ciclo è
⎛ T ⎞
η = 0.76ηC = 0.76 ⎜ 1 − 1 ⎟ = 0.2916
⎝ T2 ⎠
e può essere calcolato anche come
QDA
η = 1+
QAB + QBC
per cui il calore scambiato nella trasformazione BC è
QDA
QBC = − QAB = 23.4 kJ
η −1
e poiché la trasformazione è isoterma reversibile
QBC
VC
QBC = nRT2 ln ⇒ VC = VB e nRT2 = 483 litri
VB

Problema 10.9

Il ciclo ABCDEA in figura viene eseguito da n = 2.3 moli di un gas perfetto biatomico.
Il gas, che occupa inizialmente un volume VA = 15 litri, subisce una trasformazione isocora
reversibile fino allo stato B con temperatura TB = 670 K; in seguito viene posto a contatto
con una sorgente a temperatura TC, mantenendo costante la pressione fino al ristabilimento
dell'equilibrio termodinamico. Il gas esegue poi un'espansione adiabatica reversibile por-
tandosi alla pressione pD = 1.08 atm, seguita da una compressione isobara reversibile fino al
volume VE = 4.5 VA. Infine il gas subisce una compressione isoterma irreversibile tornando
allo stato A. Sapendo che il rendimento del ciclo vale η = 0.15 e che il calore assorbito in
un ciclo dal gas vale Qa = 21130 J, calcolare:
1) la temperatura del gas in C TC
2) il volume del gas in D VD
3) il lavoro eseguito sul gas nella trasformazione EA WEA

266
Capitolo 10 Cicli termodinamici

p
B C

D
E
V

Soluzione

1) Nel ciclo il gas assorbe calore durante le trasformazioni AB e BC


Qa = QAB + QBC = ncv (TB − TA ) + nc p (TC − TB )
Osserviamo che
pEVE pDVE
TA = TE = = = 386.5 K
nR nR
per cui la temperatura dello stato C è
Qa − ncv (TB − TA )
TC = + TB = 783 K
nc p
2) La pressione e il volume del gas nello stato C sono
nRTB nRTC
pC = pB = = 8.43 atm e VC = = 17.5 litri
VB pC

per cui utilizzando l’equazione di Poisson per l’adiabatica reversibile CD si ottiene


1
⎛ p ⎞γ
pC VCγ = pDVDγ ⇒ VD = VC ⎜ C ⎟ = 76 litri
⎝ pD ⎠

3) Utilizzando la definizione di rendimento il lavoro del ciclo è

W
η= ⇒ W = ηQa = 3170 J
Qa

ed è anche pari a
W = WAB + WBC + WCD + WDE + WEA =
= 0 + pB (VC − VB ) − ncv (TD − TC ) + pD (VE − VD ) + WEA
L’unica temperatura ancora da calcolare è

267
Cicli termodinamici Capitolo 10

pDVD
TD = = 435 K
nR
per cui infine il lavoro fatto dal gas nell’isoterma irreversibile EA è
WEA = W − pB (VC − VB ) + ncv (TD − TC ) − pD (VE − VD ) = −14.7 kJ
In alternativa, dal rendimento si calcola il calore ceduto nel ciclo

Qc
η = 1+ ⇒ Qc = (η − 1) Qa = −18 kJ
Qa

e il lavoro nell’isoterma irreversibile EA è quindi dato da

Qc = QDE + QEA ⇒ WEA = QEA = Qc − nc p (TE − TD ) = −14.7 kJ

Si noti che
VA
WEA = QEA ≠ nRTA ln = −11.1 kJ
VE
formula valida solo per le isoterme reversibili.

Problema 10.10

Il seguente ciclo frigorifero utilizza n = 2 moli di gas perfetto monoatomico:


• AB raffreddamento isocoro dalla temperatura TA = 200 K in contatto con
un serbatoio di calore a temperatura TB = 100 K
• BC espansione isoterma reversibile in contatto con lo stesso serbatoio
• CD riscaldamento isocoro in contatto con un serbatoio di calore a tempe-
ratura TD = 300 K
• DA compressione isobara reversibile fino alla temperatura iniziale TA
Calcolare:
1) il calore scambiato nella trasformazione isoterma QBC
2) il lavoro netto nel ciclo W
3) l'efficienza del ciclo e

Soluzione

1) Il calore scambiato nella trasformazione isoterma reversibile BC è


VC
QBC = WBC = nRTB ln
VB
ma si osservi che VA = VB e VC = VD e quindi la legge di Gay-Lussac per la trasformazione
DA porge

VA VD VB VC VC TD
= ⇒ = ⇒ =
TA TD TA TD VB TA

268
Capitolo 10 Cicli termodinamici

da cui si ottiene
VC T
QBC = WBC = nRTB ln = nRTB ln D = 674 J
VB TA
2) Il lavoro netto nel ciclo è la somma dei lavori prodotti in ciascuna trasformazione
oppure, osservando che il lavoro netto nel ciclo è pari al calore netto scambiato nello stesso,
dalla somma dei calori scambiati in ciascuna trasformazione.
Per la trasformazione isocora irreversibile AB si ha
⎧⎪QAB = ncv (TB − TA ) = −2493 J

⎩⎪WAB = 0
per la trasformazione isocora irreversibile CD si ha
⎧⎪QCD = ncv (TD − TC ) = 4986 J

⎩⎪WCD = 0
e infine per la trasformazione isobara reversibile DA si ha
⎧⎪QDA = nc p (TA − TD ) = − 4155 J

⎪⎩WDA = nR (TA − TD ) = −1662 J
per cui il lavoro scambiato nel ciclo è
W = WBC + WDA = − 988 J
oppure
W = QAB + QBC + QCD + QDA = − 988 J
ovviamente subìto trattandosi di un ciclo frigorifero.
3) L’efficienza del ciclo è data dal rapporto fra il calore assorbito dal gas nel ciclo e il
lavoro utilizzato per fare funzionare la macchina.
Qa Q + QCD
e=− = − BC = 5.73
W W
Si osservi che per risolvere il problema non è
stato necessario disegnare il ciclo, ma è utile co- p
munque farlo. Un osservazione importante è che le A D
trasformazioni isocore ed isobare per essere reversibili
necessitano di scambiare calore con un numero infinito
di sorgenti di calore, ovvero con un termostato fine-
B
mente regolabile. Poiché nelle trasformazioni isocore
AB e CD è disponibile una sola sorgente di calore, esse
sono irrreversibili. Il ciclo è pertanto quello riportato in
figura, percorso ovviamente in verso antiorario essendo C
un ciclo frigorifero.
V

269
Cicli termodinamici Capitolo 10

Problema 10.11

Un gas perfetto monoatomico esegue il seguente ciclo frigorifero:


• AB espansione adiabatica reversibile da TA = 300 K fino a TB = 200 K
• BC riscaldamento isocoro irreversibile da TB in contatto termico con una
sorgente di calore a temperatura TC = TA
• CA compressione isoterma irreversibile fino allo stato iniziale in contatto
termico con la stessa sorgente
Il calore assorbito nel ciclo è Qa = 600 J e la sua efficienza è e = 3. Determinare:
1) il numero di moli del gas n
2) il lavoro netto nel ciclo W
3) il rapporto tra i volumi A e C VA/Vc
4) il calore ceduto alla sorgente Qc

p
A

Soluzione

1) In un qualsiasi ciclo termodinamico deve esserci sia calore assorbito che calore cedu-
to. Pertanto osservando che la trasformazione AB è adiabatica, e non avviene quindi alcun
scambio di calore, e che il gas assorbe calore nel riscaldamento isocoro BC, l’unica tra-
sformazione in cui può essere ceduto calore è la compressione isoterma CA. Allora la mac-
china sottrae calore alla sorgente TC assorbendolo nella trasformazione BC. Il calore assor-
bito nel ciclo è perciò
Qa = QBC = ncv (TC − TB )
da cui
Qa
n= = 0.48 moli
cv (TC − TB )
2) Applicando la definizione di efficienza frigorifera si ottiene

270
Capitolo 10 Cicli termodinamici

Qa Qa
e=− ⇒ W =− = − 200 J
W e
3) I volumi negli stati B e C sono uguali, per cui possiamo utilizzare le equazioni di
Poisson per l’adiabatica reversibile AB
1
VA VA ⎛ TB ⎞ γ −1
TAVAγ −1 = TBVBγ −1 ⇒ = = = 0.544
VC VB ⎜⎝ TA ⎟⎠

4) Il calore viene ceduto alla sorgente a temperatura TA solo nella trasformazione CA. La
trasformazione è isoterma irreversibile, per cui il calore può essere calcolato solo indiretta-
mente. In un ciclo il calore netto e il lavoro netto scambiati dalla sostanza termodinamica
sono uguali, per cui
W = Q = Qa + Qc ⇒ Qc = W − Qa = − 800 J

Si osservi che il calore scambiato dal gas se l’isoterma CA fosse reversibile, sarebbe
VA
R
QCA = WCA
R
= nRTA ln = −728 J
VC
Inoltre analizzando il ciclo si osserva che viene utilizzata una sola sorgente di calore a
temperatura TA. Il ciclo è quindi monotermo e coerentemente con l’enunciato di Kelvin del
secondo principio della termodinamica il lavoro è negativo, ovvero è necessario fornire
lavoro esterno perché il gas esegua il ciclo.

Problema 10.12

Un ciclo frigorifero ABCDA di efficienza e = 3, viene eseguito da n = 0.072 moli di gas


perfetto biatomico. Il ciclo è costituito dalle seguenti trasformazioni:
• AB raffreddamento isocoro irreversibile da TA a TB
• BC espansione adiabatica reversibile in cui il volume raddoppia VC/VB = 2
e la temperatura scende a TC = 200 K
• CD riscaldamento isocoro irreversibile fino a TA in costante contatto ter-
mico con una sorgente a temperatura TA
• DA compressione isoterma irreversibile fino a VA
Calcolare, sapendo che potenza della macchina è P = 500 W e che la frequenza del ciclo
della macchina è f = 10 Hz:
1) il calore sottratto alla sorgente a temperatura TA QCD
2) la temperatura degli stati A e B TA ,TB
3) il calore ceduto dal gas nella trasformazione isoterma DA QDA

Soluzione

1) Il tempo impiegato per eseguire un ciclo termodinamico è Δt = 1/f, per cui il lavoro
netto nel ciclo, assorbito dalla macchina e pertanto negativo, è

271
Cicli termodinamici Capitolo 10

P p
W = −P Δt = − = − 50 J
f A
Il gas cede calore nelle trasformazioni AB e DA, men-
tre lo assorbe nella trasformazione CD, per cui l’effi-
cienza del frigorifero porge
B D
Qa Q
e=− = − CD ⇒ QCD = −eW = 150 J
W W
C
2) Il calore QCD è scambiato in un’isocora, per cui
V
Q
QCD = ncv (TD − TC ) ⇒ TD = TA = TC + CD = 300 K
ncv

perché lo stato D si trova sull’isoterma a temperatura TA. La trasformazione BC è adiabatica


reversibile e le equazioni di Poisson porgono
γ −1
⎛V ⎞
TBVBγ −1 = TC VCγ −1 ⇒ TB = TC ⎜ C ⎟ = 264 K
⎝ VB ⎠

3) Il lavoro nel ciclo è pari al calore netto del ciclo


W = Q = QAB + QBC + QCD + QDA = ncv (TB − TA ) + 0 + QCD + QDA
per cui il calore scambiato nell’isoterma irreversibile è
QDA = W − ncv (TB − TA ) − QCD = −146 J
ove si noti che data l’irreversibilità della trasformazione
VA
QDA ≠ nRTA ln = −124 J
VD
Si osservi che complessivamente nel ciclo
⎧Qa = QCD = 150 J

⎨Qc = QAB + QDA = − 200 J
⎪W = Q + Q = −50 J
⎩ a c

per cui in pratica il ciclo si limita a trasformare il lavoro utilizzato per fare funzionare la
macchina in calore ceduto.

Problema 10.13

Un gas reale esegue il ciclo ABCA costituito dalle seguenti trasformazioni:


• AB espansione adiabatica reversibile dal volume VA = 1.6 litri al punto di
volume VB = 2.5 litri e pressione pB = 20 atm. La trasformazione può
essere descritta dalla politropica pVk = cost con k = 1.52 in media lun-
go la trasformazione.

272
Capitolo 10 Cicli termodinamici

• BC compressione isobara reversibile fino al volume VC = VA


• CA riscaldamento isocoro irreversibile in cui il gas assorbe la quantità di
calore QCA = 6815 J
Calcolare:
1) il lavoro prodotto dal gas nella trasformazione adiabatica WAB
2) il rendimento del ciclo η
3) la quantità di calore ceduta dal gas nella trasformazione isobara QBC

Soluzione

1) Se la sostanza che compie un ciclo termodinamico è un gas reale è necessario evitare


di utilizzare tutte le equazioni che hanno validità solo per i gas ideali. In pratica è necessa-
rio usare solo le equazioni basilari. Nel caso del lavoro si può utilizzare per qualsiasi tra-
sformazione reversibile di qualsiasi sostanza l’equazione
B
WAB = ∫ A
p dV

inserendo nell’integrale la funzione p (V ) della specifica trasformazione del gas.


Nel caso in esame la trasformazione AB
è descritta dalla politropica pVk = cost, nella p
quale la costante può essere calcolata in
qualsiasi punto della trasformazione. Sce- A
gliendo di calcolarla nello stato B si ha

pBVBk
pBVBk = cost ⇒ p (V ) =
Vk C
Il lavoro nell’adiabatica reversibile AB è B
quindi
V
B VB
k V
− k +1 VB ( )
pBVBk VB1− k − VA1− k
∫ ∫
−k
WAB = p dV = pBVB V dV = pBVB
k
= = 2.54 kJ
A VA −k + 1 V 1− k
A

2) Il lavoro netto fatto dal gas nel ciclo è


W = WAB + WBC + WCA = WAB + pB (VC − VB ) + 0 = 0.72 kJ
e il calore viene assorbito dal gas solo nella trasformazione CA, per cui il rendimento del
ciclo è
W W
η= = = 0.106
Qa QCA
3) Il rendimento è dato anche da

Qc Q
η = 1+ = 1 + BC ⇒ QBC = (η − 1) QCA = − 6.09 kJ
Qa QCA

273
Cicli termodinamici Capitolo 10

Oppure, ricordando che il primo principio della termodinamica vale per qualsiasi trasfor-
mazione di qualsiasi sistema termodinamico, si può considerare la variazione di energia
interna del ciclo che deve essere nulla essendo funzione di stato
ΔU = ΔU AB + ΔU BC + ΔUCA = −WAB + (QBC − WBC ) + QCA = 0
per cui
QBC = WAB + WBC − QCA = W − QCA = − 6.09 kJ
risultato ottenibile direttamente anche da

W = Q = QBC + QCA ⇒ QBC = W − QCA = − 6.09 kJ

Problema 10.14

Una macchina termica compie il ciclo di Carnot in figura impiegando acqua come fluido
termodinamico. Il tratto ABC è un’isoterma reversibile a temperatura T1 = 300 K: il tratto
AB corrisponde a stati di coesistenza liquido–vapore alla pressione di vapor saturo
p1 = 85.2 atm; il tratto BC corrisponde all’espansione isoterma del vapore. Il tratto CD è
un’espansione adiabatica reversibile. Il tratto DEF è un’isoterma reversibile a temperatura
T2 = 200 K: il tratto DE corrisponde alla compressione isoterma del vapore; il tratto EF
corrisponde a stati di coesistenza liquido–vapore alla pressione di vapor saturo
p2 = 15.3 atm. Il tratto FA è una compressione adiabatica reversibile. In un ciclo l’acqua
assorbe complessivamente la quantità di calore Qa = 2.3 MJ mentre nel tratto DE viene ce-
duta dal vapor d’acqua la quantità di calore QDE = –0.485 MJ. I calori latenti di evaporazio-
ne sono λ1 = 1.4 MJ/kg a temperatura T1 e λ2 = 1.94 MJ/kg a temperatura T2. Il volume spe-
cifico del vapor saturo a temperatura T2 è vS2 = 127 litri/kg. Calcolare, ricordando che il
vapor d’acqua non è un gas ideale:
1) il lavoro compiuto dalla macchina in un ciclo W
2) la massa d’acqua allo stato liquido nello stato F mF
3) la variazione di energia interna nella trasformazione EF ΔUEF

p
A B

C
F E
D

274
Capitolo 10 Cicli termodinamici

Soluzione

1) Il teorema di Carnot afferma che il rendimento è lo stesso per tutte le macchine re-
versibili che operano utilizzando le stesse due sorgenti di calore. Il rendimento non dipende
quindi dalla sostanza utilizzata come fluido termodinamico e quindi è sempre quello di una
macchina di Carnot a gas perfetto
T2
η = 1− = 0.333
T1
per cui dalla definizione di rendimento si ricava
W
η= ⇒ W = ηQa = 0.77 MJ
Qa

2) Il calore ceduto nel ciclo è


Qc = QDE + QEF = QDE − mF λ2
dove mF è la massa di liquido che ha cambiato stato passando da E a F e inoltre
W = Qa + Qc ⇒ Qc = W − Qa

per cui la massa di liquido nello stato F è


QDE − Qc QDE + Qa − W
mF = = = 0.54 kg
λ2 λ2
3) Il primo principio della termodinamica applicato alla trasformazione EF porge

QEF = ΔU EF + WEF ⇒ ΔU EF = QEF − WEF = −mF λ2 − p2 (VF − VE )

ove, detta m la massa totale di acqua che compie il ciclo e ricordando che l’acqua ha densità
ρ = 1 kg/litro, i volumi sono

⎧VE = mvS2
⎪ mF
⎨ mF ⇒ VF − VE = − mF vS2
⎪VF = VF,liquido + VF,vapore = ρ + ( m − mF ) vS2 ρ

e quindi si ottiene
⎛m ⎞
ΔU EF = −mF λ2 − p2 ⎜ F − mF vS2 ⎟ = − 0.94 MJ
⎝ ρ ⎠
Si noti che nonostante la trasformazione EF sia isoterma la sua variazione di energia
interna non è nulla.

275
Capitolo 11

Entropia
Capitolo 11 Entropia

Problema 11.1

Un recipiente adiabatico di volume V = 100 litri è diviso in due parti eguali da un setto
fisso di massa e capacità termica trascurabili. La parte superiore è vuota, mentre quella infe-
riore contiene n = 2 moli di gas perfetto biatomico in equilibrio termodinamico a tempera-
tura TA = 300 K. In questa parte del recipiente viene introdotta una massa m = 100 g di ra-
me (calore specifico c = 387 J kg–1 K–1) di volume trascurabile e temperatura T = 500 K. Il
sistema raggiunge il nuovo stato di equilibrio termodinamico B. Dopo il ristabilimento del-
l’equilibrio si apre un foro nel setto, per cui il gas fluisce nello scomparto superiore e rag-
giunge lo stato di equilibrio termodinamico C. Determinare:
1) la pressione del gas nello stato B pB
2) la variazione di entropia del sistema fra gli stati A e C ΔSAC
Si toglie l’isolamento termico e si lascia che il sistema raggiunga il nuovo stato di equi-
librio temodinamico D. Sapendo che la temperatura dell’atmosfera esterna al cilindro è TA,
determinare
3) la variazione di entropia dell’universo fra gli stati C e D ΔSCD
u

Vuoto

Gas

Rame

Soluzione

1) Il processo AB è un raffreddamento del rame e un contemporaneo riscaldamento iso-


coro del gas. Inoltre è irreversibile, perché la causa della trasformazione è la differenza di
temperatura finita fra il gas e il blocchetto di rame. Il calore viene scambiato esclusivamen-
te fra rame e gas per cui, tenendo conto del fatto che il lavoro in una isocora irreversibile è
nullo, la variazione di energia interna del sistema deve essere nulla. Quindi

ΔU = ΔU AB
gas
+ ΔU AB
rame
( ) (
= ncv TB − TA + mc TB − T = 0 )
e la temperatura di equilibrio finale è
mcT + ncvTA
TB = = 396.4 K
mc + ncv
per cui utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti, e ricordando che il volume occupato
dal gas è VB =V/2, si ottiene

279
Entropia Capitolo 11

nRTB 2nRTB
pB = = = 1.3 atm
VB V
2) Il sistema termodinamico è composto dalle sostanze che subiscono la trasformazione
termodinamica, quindi nel caso in esame dal gas e dal blocchetto di rame.La trasformazione
BC per il gas è una espansione libera, ovvero una trasformazione adiabatica irreversibile
nella quale temperatura iniziale e finale coincidono, per cui TB = TC. Quindi nella trasfor-
mazione AB cambiano stato sia il rame che il gas, mentre nella trasformazione BC non c’è
variazione di entropia del rame, perché rimanendo alla stessa temperatura non cambia stato
termodinamico, mentre varia la sua entropia il gas che si espande. Ai fini del calcolo della
variazione di entropia ogni trasformazione irreversibile va sostituita con una qualsiasi tra-
sformazione reversibile che colleghi gli stati finale e iniziale. Pertanto
ΔSAC = ΔS rame
AB
+ ΔS AB
gas
+ ΔS BC
gas
=
⎛ TB mc ⎞ ⎛ TB ncv ⎞ ⎛ C δQ ⎞
=⎜
⎝ ∫
T T
dT ⎟ +
⎠ Raffreddamento ⎜⎝ ∫
TA T
dT ⎟
⎠ Isocora
+⎜
⎝ ∫ B T ⎟⎠ Isoterma
=
Reversibile Reversibile Reversibile

T T V
= mc ln B + ncv ln B + nR ln = 14.1 J/K
T TA VB
I primi due termini hanno un’ovvia giustificazione ed esprimono la sostituzione della tra-
sformazione realmente avvenuta con quella reversibile del tutto analoga, mentre il terzo
termine discende dal fatto che si è utilizzata per il calcolo della variazione di entropia del
gas la trasformazione isoterma reversibile fra gli stati B e C che li collega. Tali sostituzioni
sono possibili solo per il calcolo della variazione di entropia. Nei problemi successivi omet-
teremo spiegazioni analoghe ritenendole acquisite.
3) L’universo termodinamico è composto dal sistema gas–rame e dai serbatoi di calore
che vengono utilizzati durante la trasformazione termodinamica che in questo caso è solo
l’atmosfera esterna. La trasformazione CD del gas è un raffreddamento isocoro irreversibi-
le, quella del rame è un raffreddamento di un solido e la trasformazione dell’ambiente è
isoterma irreversibile.La variazione di entropia del sistema gas–rame, che cede calore, è
negativa, mentre quella dell’ambiente, che assorbe calore, è positiva. La trasformazione
dell’universo termodinamico è adiabatica irreversibile, per cui deve essere necessariamente
positiva in accordo con il principio di aumento dell’entropia.
Il calore scambiato dal sistema con l’atmosfera è
QCD = mc (TA − TB ) + ncv (TA − TB ) = −7736 J
La variazione di entropia dell’universo è quindi
TA T Q
ΔSCD
u
= ΔSCD
rame
+ ΔSCD
gas
+ ΔSCD
amb
= mc ln + ncv ln A − CD = 3.43 J/K
TB TB TA
perché l’atmosfera assorbe il calore Qamb = – QCD a temperatura costante TA.
Il risultato è in accordo con le aspettative: osserviamo che è evidente dai calcoli come il
principio di aumento dell’entropia valga solo per l’universo termodinamico, mentre ciascu-
na delle sue componenti può aumentare o diminuire la sua entropia sia per trasformazioni
reversibili che irreversibili.

280
Capitolo 11 Entropia

Problema 11.2

Un recipiente adiabatico verticale, contenente un gas perfetto monoatomico a tempera-


tura T0 = 250 K e pressione p0 > 1.2 atm è limitato superiormente da un setto adiabatico
2
scorrevole senza attrito di massa m = 10 kg e sezione A = 100 cm . Il setto è collegato alla
base del contenitore tramite una corda inestensibile di massa trascurabile e tensione di rot-
tura τ = 1500 N. All’esterno del recipiente c’è una miscela di acqua e ghiaccio alla tempera-
tura di fusione T1 = 273 K inizialmente isolata termicamente dal gas. Si toglie l’isolamento
e si osserva che la corda si spezza nel momento in cui si ristabilisce l’equilibrio termico e si
sono formati Δm = 20 g di ghiaccio. Determinare, sapendo che il calore latente di fusione
del ghiaccio è λ = 334 J/g e che la pressione dell'ambiente esterno al contenitore è
pa = 1 atm:
1) la pressione del gas al momento in cui si spezza la corda p1
2) il numero di moli di gas n
3) la variazione di entropia dell’universo fra lo stato iniziale
e quello immediatamente precedente la rottura della corda ΔSu

pa

τ
gas

acqua e ghiaccio

Soluzione

1) La pressione del gas all’istante in cui la corda si spezza, ovvero la sua tensione vale
τ, è determinata dall’azione dell’atmosfera esterna, della forza peso del setto scorrevole e
dalla tensione della corda. Poiché il setto si trova in equilibrio meccanico, nello stato finale
la pressione del gas è
mg τ
p1 = pa + + = 2.61 × 10 5 N/m 2
A A
2) Si osservi che la pressione iniziale del gas è p0 > 1.2 atm ~ 1.21 × 105 N/m2, quindi
mg
p0 > pa + = 1.11 atm
A
per cui la corda nello stato iniziale è già tesa. La trasformazione del gas a seguito dello
scambio di calore con la miscela di acqua e ghiaccio è quindi isocora irreversibile in quanto
la causa della trasformazione è la differenza finita di temperatura fra il gas e la miscela di
acqua e ghiaccio. La temperatura finale del gas è quella del serbatoio di calore costituito
dalla miscela. Lo scambio di calore avviene solo fra il gas che si riscalda e la miscela che
cede calore, perché si è formato del ghiaccio, per cui, non essendoci lavoro,

281
Entropia Capitolo 11

ΔU = ΔU gas + ΔU miscela = ncv (T1 − T0 ) − Δ mλ = 0


imponendo che il calore sia ceduto dalla miscela, e il numero di moli del gas è
Δ mλ
n= = 23.3 moli
cv (T1 − T0 )
3) L’universo è composto dal gas che subisce la trasformazione isocora e dall’ambiente
costituito dalla miscela di acqua e ghiaccio, per cui
T1 Δ mλ
ΔSu = ΔSgas + ΔSamb = ncv ln − = 1.09 J/K
T0 T1

Problema 11.3

Un recipiente cilindrico verticale, a pareti laterali adiabatiche e base inferiore diatermi-


ca, di sezione A = 0.5 m2 ha la base superiore adiabatica costituita da un pistone di massa
m = 100 kg. Il cilindro contiene n = 2 moli di gas perfetto monoatomico a temperatura ini-
ziale T0 = 300 K. Le due basi del cilindro sono collegate da una fune inestensibile di massa
trascurabile con tensione di rottura τ = 1200 N. La pressione dell’ambiente esterno è
pa = 0.1 atm all’equilibrio iniziale e la fune è completamente svolta, ma con tensione nulla.
Si pone il gas in contatto termico con un serbatoio di calore attraverso la base diatermica
del cilindro, finché la fune si spezza. Si consideri la trasformazione subita dal gas dallo sta-
to di equilibrio iniziale a quello finale che precede la rottura della corda e si calcoli:
1) la lunghezza della corda 
2) il calore scambiato dal gas Q
3) la temperatura del serbatoio, sapendo che c’è una
variazione di entropia dell’universo ΔSu = 0.8 J/K TS

pa

gas

TS

282
Capitolo 11 Entropia

Soluzione

1) Lo stato iniziale è di equilibrio con le coordinate termodinamiche date da



⎪T0 = 300K

⎪ mg
⎨ p0 = pa + = 12090 N/m 2
⎪ A
⎪ nRT0
⎪V0 = A = p = 0.412 m
3

⎩ 0

Il valore del volume implica che la lunghezza della corda è


V0
= = 0.825 m
A
2) La trasformazione del gas è isocora, perché la corda si tende senza allungarsi, e irre-
versibile, perché avviene in virtù di una differenza finita di temperatura con una sola sor-
gente di calore. Lo stato finale è allora

⎪V = V0 = 0.412 m 3

⎪ mg τ
⎨ p = pa + + = 14490 N/m 2
⎪ A A
⎪ pV
⎪⎩T = nR = 359 K
e il calore scambiato è
Q = ncv (T − T0 ) = 1476 J
assorbito dal gas.
3) L’universo è composto dal gas che compie una trasformazione isocora e dall’ambien-
te costituito dal serbatoio che cede il calore –Q al gas, per cui la variazione di entropia del-
l’universo è
T Q
ΔSu = ΔSgas + ΔSamb = ncv ln −
T0 TS
e quindi la temperatura del serbatoio di calore è
Q
TS = = 401 K
T
ncv ln − ΔSu
T0

Problema 11.4

In un contenitore verticale a pareti laterali adiabatiche sono contenute n = 2 moli di gas


perfetto biatomico. Il contenitore è limitato superiormente da un pistone adiabatico di mas-

283
Entropia Capitolo 11

sa trascurabile, che scorre senza attrito, e la base conduttrice è posta in costante contatto
termico con un termostato regolabile. La pressione dell’ambiente esterno è costante. La
temperatura del termostato, inizialmente fissata a TA = 300 K, viene innalzata gradualmente
finché il gas ha assorbito la quantità di calore QAB = 2000 J. Sapendo che il gas subisce una
variazione di volume ΔV = 30 litri, determinare:
1) la temperatura finale del gas TB
2) la pressione del gas p
3) la variazione di entropia del termostato nella trasformazione ΔSAB
termostato

pe

gas

Termostato

Soluzione

1) La temperatura viene aumentata gradualmente e non ci sono attriti. Il pistone è libero


per cui la pressione del gas è sempre in equilibrio con quella esterna costante. Si tratta
quindi di una trasformazione isobara reversibile. Il calore scambiato fra gas e termostato è
allora

QAB = nc p (TB − TA )
da cui si ottiene
QAB
TB = TA + = 334.4 K
nc p
2) Utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti la differenza di volume fra stato ini-
ziale e finale è data da
nRTB nRTA
ΔV = VB − VA = −
p p
da cui
nR
p = pe =
ΔV B
(T − TA ) = 19058 N/m 2
Oppure si può osservare che il calore scambiato in una trasformazione isobara è

( )
WAB = pe ΔV = QAB − ΔU AB = nc p ΔT − ncv ΔT = n c p − cv ΔT = nR (TB − TA )
da cui si ricava

284
Capitolo 11 Entropia

nR
pe = (T − TA ) = 19058 N/m 2
ΔV B
3) La trasformazione è reversibile, per cui non c’è nessuna variazione di entropia del-
l’universo che è costituito dal termostato e dal gas
ΔSAB
u
= ΔSAB
termostato
+ ΔSAB
gas
=0
e la variazione di entropia del termostato è
TB
ΔSAB
termostato
= − ΔSAB
gas
= −nc p ln = − 6.31 J/K
TA

Problema 11.5

Un recipiente cilindrico verticale adiabatico di sezione A = 200 cm2, chiuso da un pisto-


ne adiabatico scorrevole senza attriti, contiene n = 2 moli di gas perfetto biatomico. Sul
pistone agisce una forza verticale F = 2990 N costante, comprensiva della forza peso del
pistone e della pressione atmosferica, con il pistone ad altezza h = 0.6 m dal fondo nello
stato di equilibrio iniziale A. L’isolamento del fondo del cilindro viene rimosso e il gas vie-
ne messo a contatto con acqua alla temperatura T0 = 290 K lasciando il pistone libero di
muoversi. Quando il sistema raggiunge il nuovo stato di equilibrio B si misura la tempera-
tura TB = 280 K. Determinare:
1) la massa dell’acqua m
2) la variazione di entropia dell’universo nella trasformazione ΔSAB
u

La forza viene gradualmente ridotta a F1 = 100 N portando il sistema allo stato di equi-
librio C. Calcolare, sapendo che il calore latente di solidificazione dell’acqua è λ = 334 J/g:
3) la variazione di entropia dell’acqua nella trasformazione BC ΔSBC
acqua

4) la massa d’acqua che cambia stato Δm

gas

acqua

285
Entropia Capitolo 11

Soluzione

1) Lo stato iniziale è noto


⎧ F
⎪ pA = A = 149500 N/m
2

⎪⎪
⎨VA = Ah = 0.012 m
3

⎪ p V
⎪TA = A A = 108 K
⎪⎩ nR
Il gas subisce una trasformazione isobara perché pressione iniziale e finale coincidono, es-
sendo il pistone scorrevole e costantemente in equilibrio con la pressione esterna. L’isobara
è irreversibile, perché la causa della trasformazione è una differenza finita di temperatura.
Lo scambio di calore avviene esclusivamente fra l’acqua e il gas, per cui, ricordando che il
calore specifico dell’acqua è c = 1 cal g–1 K–1 = 4186 J kg–1 K–1, si ottiene, per il sistema
gas–acqua,
Q = mc (TB − T0 ) + nc p (TB − TA ) = 0
e la massa dell’acqua utilizzata come scambiatore di calore è
nc p (TB − TA )
m= = 239 g
c (T0 − TB )
2) L’universo è composto dall’acqua che si raffredda e dal gas che compie una isobara
irreversibile. La variazione di entropia dell’universo è
TB T
ΔSAB
u
= ΔSAB
gas
+ ΔSAB
acqua
= nc p ln + mc ln B = 20.3 J/K
TA T0
3) La trasformazione BC è reversibile, perché avviene lentamente con attrito trascurabi-
le, ma non canonica. La temperatura finale è pari alla temperatura di solidificazione del-
l’acqua TC = 273 K, in quanto il testo informa che parte dell’acqua solidifica. Gli stati ini-
ziale e finale del gas sono pertanto noti

⎧ pB = pA = 149500 N/m 2 ⎧ F1
⎪ pC = A = 5000 N/m
2

⎪TB = 280 K ⎪
⎨ ⎨TC = 273 K
⎪V = nRTB = 0.031 m 3 ⎪ nRTC
⎪⎩ B pB ⎪VC = = 0.907 m 3
⎩ p C

La trasformazione è reversibile per cui la variazione di entropia dell’universo è nulla

TC VCγ −1
ΔSBC
u
= ΔSBC
gas
+ ΔSBC
acqua
= 0 ⇒ ΔSBC
acqua
= − ΔSBC
gas
= −ncv ln = − 55 J/K
TBVBγ −1

ove per il gas abbiamo applicato la formula generale di variazione di entropia per un gas
ideale.
4) La trasformazione dell’acqua è un processo di raffreddamento fino alla temperatura

286
Capitolo 11 Entropia

TC di solidificazione seguita da una transizione di fase liquido–solido. La sua variazione di


entropia è quindi
TC Δ mλ
ΔSBC
acqua
= mc ln −
TB TC
per cui la quantità di ghiaccio che si forma è
TC ⎛ TC acqua ⎞
Δm = ⎜⎝ mc ln T − ΔSBC ⎟⎠ = 24 g
λ B

Problema 11.6

Un recipiente contiene n = 2 moli di gas perfetto biatomico inizialmente nello stato di


equilibrio A a temperatura TA = 1000 K e volume VA = 100 litri. Il gas viene messo in con-
tatto termico con del rame fondente alla temperatura di fusione TF = 1356 K. Il coperchio
del contenitore è costituito da un setto di massa e capacità termica trascurabili che può scor-
rere senza attrito, ma che viene tenuto bloccato fino a raggiungere il nuovo stato di equili-
brio B. Successivamente il coperchio viene sbloccato e il gas, restando sempre in contatto
con il serbatoio di calore a temperatura TF, si porta ad uno stato C di equilibrio con la pres-
sione esterna pe = 1 atm. Durante le due trasformazioni viene scambiato calore esclusiva-
mente fra rame e gas. Calcolare
1) la quantità di calore scambiata in ciascuna trasformazione QAB, QBC
2) la variazione complessiva di entropia dell’universo
nelle due trasformazioni ΔSAC
u

Restando sempre in contatto termico col rame, il gas viene lentamente ricompresso nel-
lo stato di equilibrio D caratterizzato dal volume VD = VA. Calcolare, in questa trasforma-
zione:
3) il lavoro del gas WCD
4) la variazione di entropia del rame ΔSCD
rame

pe

gas

rame

Soluzione

1) La trasformazione AB è una isocora irreversibile, perché il volume è mantenuto co-


stante e la causa della trasformazione è una differenza finita di temperatura. La trasforma-
zione BC è isoterma irreversibile in cui pC = pe, perché TB = TC = TF e la causa della tra-

287
Entropia Capitolo 11

sformazione è una differenza finita di pressione. Il volume occupato dal gas negli stati B e
C è rispettivamente
nRTC nRTF
VB = VA = 100 litri e VC = = = 222 litri
pC pe

e il calore scambiato in ciascuna trasformazione è


⎧QAB = ncv (TC − TA ) = 14792 J

⎨ VC

⎩ ∫
⎪QBC = WBC = V pe dV = pe (VC − VB ) = 12349 J
B

2) La variazione di entropia dell’universo è la somma delle variazioni di entropia di gas


e rame
⎛ T V ⎞ ⎛ Q + QBC ⎞
ΔSAC
u
= ΔSAC
gas
+ ΔSAC
rame
= ⎜ ncv ln B + nR ln C ⎟ − ⎜ AB ⎟⎠ = 5.88 J/K
⎝ TA VB ⎠ ⎝ TC
applicando per il gas le formule per le variazioni di entropia del gas ideale in un’isocora e
un’isoterma e osservando che in ambedue le trasformazioni il rame cede calore restando a
temperatura costante.
3) La trasformazione CD è isoterma reversibile alla temperatura TF, per cui il lavoro
fatto è pari al calore scambiato dal gas
VD
WCD = QCD = nRTF ln = −18000 J
VC
4) Il rame assorbe il calore –QCD a temperatura costante, per cui la sua variazione di
entropia è
QCD
ΔSCD
rame
=− = 13.3 J/K p
TF BΞD
Si noti che lo stato D ha volume VD = VA = VB e
temperaturaTD = TF = TB. Quindi anche le pressioni
sono eguali e gli stati B e D sono coincidenti. Nel
piano di Clapeyron le trasformazioni sono allora A
rappresentabili come nella figura a lato. Le trasfor- C
mazioni BC e CD collegano entrambe gli stessi stati
e sono ambedue isoterme, ma la reversibilità o l’ir-
reversibilità della trasformazione comportano risul- V
tati diversi per le grandezze da calcolare.

Problema 11.7

Due recipienti di uguale volume sono termicamente isolati tra loro e dall’ambiente
esterno e sono in comunicazione tramite una valvola. Il primo contiene n1= 2 moli di gas
perfetto biatomico a temperatura T1 = 500 K e il secondo contiene n2 = 4 moli dello stesso
gas a temperatura T2 = 300 K. Si apre la valvola di comunicazione fra i due recipienti e il
gas si miscela. Determinare:

288
Capitolo 11 Entropia

1) la temperatura di equilibrio del sistema dei due gas T


2) la variazione di entropia dell’universo nella trasformazione ΔSu
Il gas viene lentamente compresso tutto in uno dei due comparti tramite una pompa ap-
plicata alla valvola di comunicazione. Determinare, nell’ipotesi che il calore scambiato
attraverso la pompa sia trascurabile:
3) il lavoro fatto dalla pompa Wext

n1 n2

Soluzione

1) Nella prima trasformazione il sistema composto dai gas nei due recipienti non scam-
bia né lavoro né calore con l’esterno per cui la sua variazione di energia interna è nulla.
Non c’è infatti variazione globale di volume, ovvero dal punto di vista dei singoli
componenti del sistema il lavoro viene fatto da un gas sull’altro ed è eguale e opposto per i
due gas. Quindi Qsist = 0, Wsist = 0 e
ΔU sist = n1cv (T − T1 ) + n2 cv (T − T2 ) = 0
da cui si ottiene la temperatura di equilibrio
n1cvT1 + n2 cvT2 n1T1 + n2T2
T= = = 367 K
n1cv + n2 cv n1 + n2
2) Il volume raddoppia per ciascun gas e l’ambiente non partecipa alla trasformazione,
per cui, applicando la formula generale per il calcolo della variazione di entropia di un gas
perfetto a ciascuno dei due gas, si ottiene
T T
ΔSu = ΔS1 + ΔS2 = n1cv ln + n2 cv ln + ( n1 + n2 ) R ln 2 = 38.5 J/K
T1 T2
3) La seconda trasformazione del gas miscelato è adiabatica reversibile e pertanto la
variazione di entropia del gas è nulla. Il volume dimezza, per cui
Tf Vf Tf 1
ΔS = ( n1 + n2 ) cv ln + ( n1 + n2 ) R ln = ( n1 + n2 ) cv ln + ( n1 + n2 ) R ln =0
T V T 2
e la temperatura finale del gas è
R 1
− ln
Tf = T e cv 2
= 484 K
Il lavoro fatto dall’esterno è uguale e opposto al lavoro fatto dal gas che è a sua volta ugua-
le e opposto alla sua variazione di energia interna, perché il calore scambiato è nullo

(
Wext = −W = − ( − ΔU ) = ΔU = (n1 + n2 )cv T f − T = 14584 J )

289
Entropia Capitolo 11

Problema 11.8

Un recipiente adiabatico posto in verticale è diviso in due parti da un setto ed è limitato


superiormente da un pistone. Il pistone e il setto hanno massa trascurabile, sono adiabatici e
possono scorrere senza attrito. Il comparto superiore contiene un liquido ideale con densità
ρ = 1100 kg/m3, alla temperatura TA = 300 K; l’altezza della colonna di liquido è h = 80
cm; la sua capacità termica è C = 3000 J/K. Il comparto inferiore è inizialmente vuoto, ma
è collegato ad una bombola adiabatica di volume VA = 15 litri contenente un gas perfetto
monoatomico alla pressione pA = 20 atm e alla stessa temperatura TA del liquido. La pres-
sione esterna agente sul pistone è pa = 1 atm. Il rubinetto della bombola viene aperto e il
gas fluisce nel comparto inferiore del cilindro. Calcolare per questa trasformazione AB:
1) il volume finale occupato dal gas e la sua temperatura VB, TB
Successivamente viene tolto l’isolamento al setto fra liquido e gas e il gas raggiunge un
nuovo stato di equilibrio C. Calcolare per questa trasformazione BC:
2) la temperatura dello stato finale TC
3) il lavoro fatto da gas WBC
Determinare inoltre complessivamente per la prima e la seconda trasformazione:
4) la variazione di entropia dell’universo ΔSACu

pa

Soluzione

1) Il gas contenuto nella bombola è


pAVA
n= = 12.2 moli
RTA
Tutti i recipienti sono adiabatici, per cui la trasformazione AB è adiabatica irreversibile e
quindi
QAB = ΔU AB + WAB = ncv (TB − TA ) + pB (VB − VA ) = 0
perché la trasformazione avviene sotto l’azione della pressione esterna costante pB ottenuta
applicando le legge di Stevino: setto e pistone si alzano della stessa quantità, perché il li-
quido è incomprimibile e non varia il suo volume comportando che h resta costante duran-
te il processo

290
Capitolo 11 Entropia

pB = pa + ρ gh = 1.085 atm
Utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti si ricava
⎛p V ⎞
ncv ⎜ B B − TA ⎟ + pB (VB − VA ) = 0
⎝ nR ⎠
da cui si ottiene il volume finale del gas
ncvTA + pBVA
VB = = 172 litri
⎛c ⎞
pB ⎜ v + 1⎟
⎝ R ⎠
e la temperatura dello stato B è
pBVB
TB = = 186.5 K
nR
2) La trasformazione BC del gas è un’isobara irreversibile, ma il sistema gas–liquido
compie una trasformazione adiabatica irreversibile, per cui il calore scambiato globalmente
è nullo, ovvero il calore assorbito dal gas è ceduto dal liquido,
QBC = QBC
liquido
+ QBC
gas
= C (TC − TA ) + nc p (TC − TB ) = 0
per cui il gas raggiunge la temperatura di equilibrio
CTA + nc pTB
TC = = 291 K
C + nc p
3) Applicando il primo principio della termodinamica alla trasformazione isobara BC
del gas si ottiene
WBC = QBC − ΔU BC = ncP (TC − TB ) − ncv (TC − TB ) = nR (TC − TB ) = 10600 J
In alternativa, il volume finale è
nRTC
VC = = 268 litri
pB
per cui il lavoro è
VC
WBC = ∫
VB
pe dV = pB (VC − VB ) = 10600 J

4) L’universo è composto dal gas e dal liquido, per cui la sua variazione di entropia è
TC T V γ −1
ΔSAC
u
= ΔSAC
liquido
+ ΔSAC
gas
= C ln + ncv ln C Cγ −1 =196 J/K
TA TAVA

291
Entropia Capitolo 11

Problema 11.9

Un recipiente a pareti laterali adiabatiche è diviso in due parti A e B da un setto adiaba-


tico di massa trascurabile libero di muoversi senza attrito. Le due parti del recipiente con-
tengono ciascuna nA = nB = n = 1 mole di gas perfetto monoatomico alla temperatura inizia-
le T0 = 0 °C e alla pressione iniziale p0 = 1 atm. Il gas in B è in contatto con una miscela di
acqua e ghiaccio alla temperatura di fusione, che scambia calore esclusivamente con il gas
contenuto in B. La base inferiore viene posta in contatto con una sorgente di calore a tem-
peratura TS = 1600 °C e viene successivamente isolata appena il gas in A raggiunge la tem-
peratura T1 = 100 °C. Al termine della trasformazione, durante la quale il gas in B è rimasto
costantemente in contatto con la miscela di acqua e ghiaccio, si verifica che una quantità di
ghiaccio m = 10 g si è fusa. Sapendo che il calore latente di fusione del ghiaccio è
λ = 334 J/g determinare:
1) il calore scambiato dal gas in A QA
2) il volume finale dei due gas VA, VB
3) la variazione di entropia dell’universo ΔSu

acqua e ghiaccio

TS

Soluzione

1) Il gas nel comparto B è in equilibrio termico con la miscela di acqua e ghiaccio e il


contatto termico resta per tutta la trasformazione. La trasformazione del gas in B è quindi
isoterma irreversibile, la cui irreversibilità dovuta alla differenza finita di temperatura fra il
gas in A e la sorgente di calore TS che causa la trasformazione. Applicando il primo princi-
pio della termodinamica a questa trasformazione isoterma del gas in B e tenendo presente
che QB causa un cambiamento di stato dell’acqua si ha
WB = QB = −mλ = −3340 J
ove QB è negativo, perché ceduto dal gas in B alla miscela per fondere del ghiaccio. Il lavo-
ro WB è subìto dal gas in B perché esso viene compresso dal gas in A che si espande e per-
tanto compie il lavoro WA = –WB sul gas in B.
La trasformazione del gas in A non è canonica per cui si può utilizzare solo il primo
principio della termodinamica fra i due stati a temperatura T0 e T1
QA = ΔU A + WA = ncv (T1 − T0 ) − WB = 4590 J
2) Il volume iniziale occupato da ciascun gas è

292
Capitolo 11 Entropia

nRT0
V0 = = 22.39 litri
p0
Il volume totale dei due gas è 2V0 e resta costante per cui nello stato finale dei due gas
nRT1 nRT0
VA + VB = + = 2V0
p1 p1
dove p1 è la pressione finale, comune ai due gas in equilibrio tramite il setto mobile, che
vale
nR (T1 + T0 )
p1 = = 1.18 atm
2V0
Il volume occupato da ciascun gas nello stato finale è
⎧ nRT1
⎪VA = = 25.9 litri
⎨ p1
⎪V = 2V − V = 18.9 litri
⎩ B 0 A

3) L’universo termodinamico è composto dai due gas, dalla sorgente a temperatura TS e


dalla miscela di acqua e ghiaccio. La variazione di entropia dell’universo è
m λ QA T V γ −1 V γ −1
ΔSu = − + ncv ln 1 Aγ −1 + ncv ln Bγ −1 =13.5 J/K
T0 TS T0V0 V0

Problema 11.10

Un contenitore adiabatico orizzontale è diviso in due parti da un setto fisso di spessore


trascurabile. Uno dei due comparti è vuoto mentre l'altro contiene n = 0.2 moli di un gas
perfetto biatomico in equilibrio termodinamico nello stato A. Improvvisamente il setto si
rompe e il gas si espande in tutto il recipiente. Quando ha raggiunto il nuovo stato di equi-
librio B il gas viene ricompresso lentamente fino al volume iniziale nello stato C. Sapendo
che durante questi processi la variazione di entropia dell'universo è ΔSAC u
= 1.5 J/K e il
lavoro fatto dal gas è WAC = –600 J, calcolare:
1) il rapporto fra i volumi nello stato B e nello stato A VB/VA
2) la temperatura del gas negli stati A, B, C TA, TB, TC

Soluzione

1) La trasformazione AB è un’espansione libera, mentre la trasformazione BC è una


trasformazione adiabatica reversibile, poiché avviene lentamente. Ambedue le trasforma-
zioni sono adiabatiche per cui l’ambiente non partecipa alla trasformazione e quindi non
varia la sua entropia, che quindi varia solo per il gas nella trasformazione AB, essendo la
trasformazione BC reversibile. La variazione di entropia si calcola lungo una qualsiasi tra-
sformazione reversibile che colleghi lo stato iniziale e quello finale. In una espansione libe-
ra la temperatura non varia, per cui i due stati sono collegati da una isoterma reversibile e
quindi la variazione di entropia dell’universo è

293
Entropia Capitolo 11

δQ V
ΔSAC = ΔSAB = ∫ = nR ln B
u gas
isoterma
reversibile T VA
e il rapporto fra i volumi nei due stati A e B è
Δ SAC
u
VB
=e nR = 2.47
VA
2) Utilizzando le equazioni di Poisson delle adiabatiche reversibili per la trasformazione
BC e ricordando che VC = VA si ricava
γ −1 γ −1
⎛V ⎞ ⎛V ⎞
TBVBγ −1 = TC VCγ −1 ⇒ TC = TB ⎜ B ⎟ = TB ⎜ B ⎟
⎝ VC ⎠ ⎝ VA ⎠

L’espansione libera è una adiabatica in cui il lavoro fatto dal sistema è nullo, WAB = 0, per
cui
⎡ ⎛ V ⎞ γ −1 ⎤
WAC = WAB + WBC = WBC = − ΔU BC = −ncv [TC − TB ] = −ncv ⎢TB ⎜ B ⎟ − TB ⎥
⎢⎣ ⎝ VA ⎠ ⎥⎦
e quindi le temperature dei tre stati sono
⎧TA = TB
⎪ WAC
⎪TB = = 331 K
⎪ ⎡ ⎛ V ⎞ γ −1 ⎤
⎪ ncv ⎢1 − ⎜ ⎟ ⎥B
⎨ ⎢⎣ ⎝ VA ⎠ ⎥⎦

⎪ γ −1
⎪T = T ⎛ VB ⎞ = 476 K
B⎜
⎪⎩ C ⎝ VA ⎟⎠

Problema 11.11

Un frigorifero di potenza P = 900 W e efficienza e = 4 viene usato per produrre


del ghiaccio a temperatura T1 = –18 °C a partire da una massa m = 20 kg di acqua a tempe-
ratura dell’atmosfera T2 = 27 °C. Il frigorifero scambia calore solo fra l’acqua e l’atmosfe-
ra. Sono noti il calore specifico dell'acqua ca  = 4.18 kJ kg–1 K–1, il calore specifico del
ghiaccio cg= 2.05 kJ kg–1 K–1 e il calore latente di solidificazione dell'acqua λ= 334 kJ/kg.
Trascurando le perdite di calore e la capacità termica del contenitore e supponendo che l’in-
tero processo avvenga in un numero intero di cicli, determinare:
1) il tempo impiegato a produrre il ghiaccio t
2) la variazione di entropia dell’acqua nell'intero processo ΔSacqua
3) la variazione di entropia dell'universo nell'intero processo ΔSu

294
Capitolo 11 Entropia

T2

Qc
W F

Qa

ghiaccio

Soluzione

1) Il processo è la successione di tre trasformazioni: il raffreddamento dell’acqua dalla


temperatura T2 fino alla sua temperatura di solidificazione Ts = 0 °C; la transizione di fase a
temperatura Ts fino alla completa solidificazione dell’acqua; il raffreddamento del ghiaccio
da Ts fino alla temperatura finale. Durante questo processo il frigorifero assorbe dall’acqua
la quantità di calore
Qa = −mca (Ts − T2 ) + mλ − mcg (T1 − Ts ) = 9.7 MJ
Il lavoro utilizzato dal frigorifero per assorbire questa quantità di calore è, utilizzando la
definizione di efficienza,
Qa Qa Qa
e=− = ⇒ W =− = − 2.4 MJ
W W e

per cui il tempo necessario a produrre il ghiaccio a temperatura T1 è


W
t= ≈ 2700 s ≈ 45 minuti
P
2) La variazione di entropia dell’acqua è la somma delle variazioni di entropia delle tre
trasformazioni cui viene sottoposta
Ts mλ T
ΔSacqua = mca ln − + mcg ln 1 = − 35 kJ/K
T2 Ts Ts
Si noti il segno opposto imposto al termine di transizione di fase: esso è dovuto al fatto che
nel punto precedente è stato considerato lo scambio di calore dal punto di vista del frigori-
fero, mentre in questo calcolo lo si considera dal punto di vista dell’acqua che cede calore.
3) La variazione di entropia dell’universo è uguale alla somma delle variazioni di entro-
pia dell’acqua e dell’atmosfera che insieme costituiscono l’ambiente termodinamico con
cui scambia calore il frigorifero. Il calore ceduto dal frigorifero all’atmosfera, che è una
sorgente di calore a temperatura T2, durante il processo si ricava da
W = Qa + Qc ⇒ Qc = W − Qa = −12.1 MJ

e pertanto la variazione di entropia dell’atmosfera è

295
Entropia Capitolo 11

Qc
ΔS2 = − = 40 kJ/K
T2
e la variazione di entropia dell’universo risulta
ΔSu = ΔSacqua + ΔS2 = 5 kJ/K
perché il frigorifero non varia la sua entropia avendo effettuato un numero intero di cicli.

Problema 11.12

Due macchine termiche, una reversibile R e una irreversibile I, lavorano scambiando


calore fra una sorgente di calore a temperatura TA e una massa m = 1 kg di ghiaccio a tem-
peratura di fusione TG = 273 K. La due macchine producono lo stesso lavoro, ma quella
irreversibile fornisce al ghiaccio una quantità di calore tripla di quella reversibile. Inoltre le
macchine sono sincrone, ovvero il ciclo termodinamico delle due macchine ha la stessa
durata, ed esse lavorano finché il ghiaccio è completamente sciolto. Ipotizzando che la
macchina compia un numero intero di cicli e sapendo che il rendimento della macchina di
Carnot tra le stesse sorgenti è ηC = 0.4 e che il calore latente di fusione del ghiaccio è
λ = 334 J/g, calcolare:
1) la temperatura della sorgente di calore a temperatura più alta TA
2) il lavoro prodotto complessivamente da ciascuna macchina W
3) la variazione di entropia complessiva dell’universo
alla fine del processo ΔSu

TA

QaR QaI

W R I W
QcR QcI

ghiaccio

Soluzione

1) Durante il periodo di funzionamento delle macchine, la temperatura del ghiaccio non


cambia, per cui il rendimento della macchina reversibile, uguale per il Teorema di Carnot a
quello di una macchina di Carnot fra le stesse temperature, è costante e dato da
TG TG
ηR = ηC = 1 − ⇒ TA = = 455 K
TA 1 − ηC

296
Capitolo 11 Entropia

2) Il calore assorbito dal ghiaccio per sciogliersi completamente è in modulo pari a


quello ceduto complessivamente dalle due macchine nel corso del loro funzionamento
Qc = −mλ = − 80 kcal = − 335 kJ
Le quantità di calore cedute dalle due macchine sono per ipotesi legate dalla relazione
QcI = 3QcR per cui complessivamente
Qc = QcI + QcR = 3QcR + QcR = 4QcR

e il calore ceduto al ghiaccio dalla macchina reversibile R è


QcR = Qc 4 = − 20 kcal = − 83.7 kJ
Il rendimento della macchina reversibile e, di conseguenza, il calore che essa assorbe sono

QcR QCR
ηC = 1 + ⇒ QaR = = 139.5 kJ
QaR ηC − 1

e quindi il lavoro prodotto, uguale per le due macchine, è


W = QaR + QcR = 55.8 kJ
3) La variazione di entropia dovuta alla macchina reversibile R è nulla, per cui la varia-
zione di entropia dell’universo è dovuta solo alla macchina irreversibile I. Le quantità di
calore scambiate dalla macchina irreversibile sono
⎧⎪QcI = 3QcR = – 251 kJ
⎨ I
⎩⎪Qa = W − Qc l = 307 kJ
I

e, poiché si ipotizza che la macchina abbia compiuto un numero intero di cicli, la variazio-
ne di entropia dell’universo è in definitiva solo quella delle due sorgenti nello scambio di
calore con la macchina irreversibile, cioè

QaI QcI
ΔSu = − − = 245 J/K
TA TG
In alternativa si considera complessivamente il sistema e, dopo aver osservato che le mac-
chine hanno compiuto un numero intero di cicli per cui la variazione di entropia del sistema
è nulla, si ottiene
Qa Qc
ΔSu = ΔSciclo
sist
+ ΔSciclo
amb
= 0− −
TA TG
dove

⎪⎧Qa = Qa + Qa = 447 kJ
R I

⎩⎪Qc = −mλ = − 335 kJ
per cui

297
Entropia Capitolo 11

Qa Qc
ΔSu = − − = 245 J/K
TA TG

Problema 11.13

La macchina termica reversibile M1 lavora tra una sorgente di calore a temperatura


T1 = 400 K e una massa m = 250 kg di ghiaccio a temperatura di fusione T0 = 273 K. La
macchina termica irreversibile M2 lavora tra una sorgente di calore a temperatura T2 e la
stessa massa di ghiaccio. Il rendimento della macchina irreversibile è η2 = 0.365 e le due
macchine sono sincrone. In ogni ciclo le variazioni di entropia delle due sorgenti sono ri-
spettivamente ΔS1 = –1.85 J/K e ΔS2 = –2.15 J/K; in ogni ciclo si sciolgono Δm = 5 g di
ghiaccio . Determinare, sapendo che il calore latente di fusione del ghiaccio è λ = 334 J/g:
1) il calore scambiato da M1 con il ghiaccio in un ciclo Q0M1
2) il calore scambiato da M2 con il ghiaccio in un ciclo Q0M 2
3) la temperatura della seconda sorgente di calore T2
4) la variazione dell'entropia dell'universo nel tempo
necessario a fondere completamente il ghiaccio ΔSu

T1 T2

Q1 Q2

W1 M1 M2 W2
M M
Q0 1 Q0 2

ghiaccio

Soluzione

1) Il periodo di funzionamento delle macchine coincide con una costante presenza di


una miscela di acqua e ghiaccio. Il rendimento della macchina reversibile è quindi costante
e pari al rendimento di una macchina di Carnot che operi fra due sorgenti di calore
T0
η1 = 1 − = 0.3175
T1
e la variazione di entropia del serbatoio a temperatura T1 è

Q1
ΔS1 = − ⇒ Q1 = −T1ΔS1 = 740 J
T1

per cui dalla definizione di rendimento si ricava

298
Capitolo 11 Entropia

Q0M1
η1 = 1 + ⇒ Q0M1 = Q1 (η1 − 1) = −505 J
Q1

2) In un ciclo il ghiaccio assorbe la quantità di calore

Q0 = −Q0M1 − Q0M 2 = Δ m λ
e quindi la quantità di calore ceduta dalla macchina irreversibile al ghiaccio è
Q0M 2 = − Δ mλ − Q0M1 = −1165 J
3) Dalla definizione di rendimento per la macchina irreversibile si ottiene

Q0M 2 Q0M 2
η2 = 1 + ⇒ Q2 = = 1835 J
Q2 η2 − 1

per cui la variazione di entropia del serbatoio a temperatura T2 è


Q2 Q2
ΔS2 = − ⇒ T2 = − = 853 K
T2 ΔS2

4) Il numero di cicli necessario a fondere completamente il ghiaccio è


m
N= = 50000 cicli
Δm
per cui la variazione di entropia dell’universo, pari alla variazione di entropia dell’ambiente
costituito dai due serbatoi di calore e dal ghiaccio, è complessivamente in N cicli

ΔSu = N ( ΔS1 + ΔS2 ) + = 105 kJ/K
T0

Problema 11.14

Due macchine reversibili A e B lavorano nel modo schematizzato in figura. I cicli delle
due macchine sono regolati in modo tale che la macchina A assorbe da un corpo K di capa-
cità termica C = 5000 J/K inizialmente a temperatura T2 = 500 K la quantità di calore Q e
la macchina B cede la stessa quantità di calore − Q ad un serbatoio di calore ideale a tem-
peratura T1 = 100 K. Lo scambiatore di calore intermedio è una massa m = 1 kg di acqua
inizialmente alla temperatura di solidificazione T0 = 273 K. Il calore latente di fusione del
ghiaccio è λ = 334 kJ/kg e il calore specifico del ghiaccio è cg = 2051 J kg–1 K-1. Quando la
variazione di entropia del corpo C rispetto allo stato iniziale è ΔSK = –500 J/K, calcolare:
1) la quantità di calore scambiata dal corpo K QK
2) la variazione di entropia dell'acqua ΔSa
3) la temperatura finale dell’acqua T0′
4) il lavoro fatto complessivamente dalle due macchine W

299
Entropia Capitolo 11

WA WB

corpo K

acqua
A B T1
|Q| Q0A Q0B –|Q|

Soluzione

1) Il corpo K si raffredda e dalla sua variazione di entropia la sua temperatura finale è


Δ SK
T′
ΔSK = C ln 2 ⇒ T2′ = T2 e C = 452 K
T2

per cui scambia la quantità di calore


QK = − Q = C (T2′ − T2 ) = − 240 kJ
2) Le macchina sono reversibili per cui la variazione di entropia dell’universo è nulla.
Ipotizzando che le macchine abbiano completato un ciclo, la variazione di entropia del-
l’universo è uguale a quella dei tre scambiatori di calore
Q
ΔSu = ΔSamb = ΔSK + ΔSa + =0
T1
perché il serbatoio di calore a temperatura T1 assorbe il calore ceduto dal corpo K. La varia-
zione di entropia dell’acqua è quindi
QC
ΔSa = − ΔSK − = −1900 J/K
T1
3) La variazione di entropia dell’acqua se si ghiacciasse completamente sarebbe

ΔSa′ = − = −1223 J/K
T0
inferiore in modulo a quella determinata precedentemente. Il calore netto ceduto dall’acqua
è in modulo superiore a quello necessario a farla ghiacciare completamente, quindi, una
volta completata la transizione di fase, il ghiaccio deve raffreddarsi ulteriormente. La varia-
zione di entropia dell’acqua è pertanto anche
mλ T′
ΔSa = − + mcg ln 0
T0 T0
e la sua temperatura finale è

300
Capitolo 11 Entropia

Δ Sa T0 + m λ
mcg T0
T0′ = T0 e = 196 K
4) La macchina A assorbe il calore Q = –QK dal corpo K e cede il calore Q0A all’acqua;
la macchina B assorbe il calore Q0B dall’acqua e cede il calore − Q = QK al serbatoio a
temperatura T1. Il primo principio della termodinamica applicato al ciclo di ciascuna mac-
china pertanto porge
⎧⎪WA = Q + Q0A

⎩⎪WB = Q0 − Q
B

Il lavoro prodotto complessivamente è


W = WA + WB = Q0A + Q0B
ma la somma delle quantità di calore scambiate con l’acqua dalle due macchine è il calore
netto assorbito dall’acqua che cede il calore Qa < 0 calore per solidificarsi e poi raffreddar-
si,per cui
W == Q0A + Q0B = Qa = −mλ + mcg (T0′ − T0 ) = 492 kJ

Problema 11.15

Si consideri il sistema di due macchine termodinamiche reversibili mostrato in figura.


Le sorgenti di calore hanno temperature T1 = 400 K, T2 = 300 K e T3; la macchina M è ter-
mica e la macchina F è frigorifera. Sapendo che Q1M = 30 kJ , Q1F = − 50 kJ , Q2F = 5 kJ e
che il lavoro prodotto dalla macchina termica alimenta quella frigorifera , determinare:
1) il lavoro prodotto dalla macchina termica M WM
2) l'efficienza della macchina frigorifera F e
3) la temperatura della terza sorgente di calore T3

T1

Q1M Q1F
Q3F
M F T3
W
Q2M Q2F

T2

Soluzione

1) La macchina termica M è reversibile, e opera tra due sorgenti per cui il suo rendimen-
to è quello di una macchina di Carnot

301
Entropia Capitolo 11

T2
η = 1− = 0.25
T1
ed è anche esprimibile come
WM
η= ⇒ WM = ηQ1M = 7.5 kJ
Q1

2) Il lavoro fatto dalla macchina termica è utilizzato per fare funzionare la macchina
frigorifera per cui
WF = −WM = Q1F + Q2F + Q3F
e quindi il calore scambiato con la sorgente T3 è

( )
Q3F = − WM + Q1F + Q2F = 37.5 kJ

assorbito dalla macchina e quindi ceduto dalla sorgente T3. L’efficienza della macchina fri-
gorifera è pertanto
Qa Q Q F + Q3F
e=− = a = 2 = 5.67
WF WF WM
3) La macchine sono reversibili, per cui ad ogni ciclo entrambe danno contributo nullo
alla variazione di entropia dell’universo. Lo sorgente T3 interagisce solo con la macchina
frigorifera F per cui consideriamo solo la variazione di entropia dell’universo causata da
quest’ultima
Q1F Q2F Q3F
ΔSuF = ΔSciclo
F
+ ΔSamb
F
= 0− − − =0
T1 T2 T3
e quindi la temperatura della terza sorgente è
Q3F
T3 = − = 346 K
Q1F Q2F
+
T1 T2

Problema 11.16

Un frigorifero ideale F viene utilizzato per raffreddare m = 10 kg di ghiaccio dalla tem-


peratura T0 = 273 K alla temperatura T1 = 253 K Il frigorifero lavora fra il blocco di ghiac-
cio e l'ambiente a temperatura TA = 300 K. L'energia necessaria per il funzionamento del
frigorifero F è fornita da una macchina termica ideale M, sincronizzata con F, di potenza
P = 1000 W funzionante fra lo stesso ambiente e una sorgente di calore a temperatura
TB = 500 K. Sapendo che il calore specifico del ghiaccio è cg = 2050 J kg–1 K–1 e ipotizzan-
do che le macchine compiano un numero intero di cicli, determinare:
1) la variazione di entropia del ghiaccio ΔSg
2) il lavoro prodotto dalla macchina termica WM

302
Capitolo 11 Entropia

3) l’efficienza del frigorifero e


4) il calore scambiato da M con la sorgente B Q1
5) il calore scambiato dall'ambiente QA
6) il tempo impiegato per raffreddare il ghiaccio t

TB ghiaccio

Q1 Q4

M F
W
Q2 Q3

TA

Soluzione

1) Il ghiaccio subisce un raffreddamento reversibile da T0 a T1 per cui la sua variazione


di entropia è
T1 mcg T1
Δ Sg = ∫
T0 T
dT = mcg ln
T0
= −1560 J/K

2) Il calore che la macchina F assorbe dal ghiaccio è


Q4 = mcg (T0 − T1 ) = 410 kJ
Il frigorifero è reversibile, per cui la variazione di entropia dell’universo che causa in ogni
ciclo è nulla ed è quella delle due sorgenti

Q3
ΔSu = − + ΔSg = 0 ⇒ Q3 = TA ΔSg = − 468 kJ
TA

e quindi il lavoro utilizzato per farlo funzionare è


WM = −WF = − (Q3 + Q4 ) = 58 kJ
3) L’efficienza del frigorifero è
Q4 Q Q
e=− = 4 = 4 = 7.1
WF WF W M
4) La macchina termica è reversibile, lavora fra due sorgenti di calore ideali e il suo
rendimento è quello di una macchina di Carnot
TA
η = 1− = 0.4
TB
e dalla definizione generale di rendimento si ricava

303
Entropia Capitolo 11

WM WM
η= ⇒ Q1 = = 145 kJ
Q1 η

ceduto dalla sorgente B alla macchina M.


5) Il calore scambiato dalla macchina M con l’ambiente è
Q2 = WM − Q1 = − 87 kJ
per cui il calore assorbito dall’ambiente è
QA = −Q2 − Q3 = 555 kJ
6) Per definizione di potenza il tempo impiegato a raffreddare il ghiaccio è

WM WM
P = ⇒ t= = 58 s
t P

Problema 11.17

Una macchina termica irreversibile I di rendimento ηI = 0.15, che lavora fra l’atmosfera
a temperatura T0 = 300 K e un serbatoio di calore a temperatura T1 > T0, viene utilizzata per
fornire energia ad un frigorifero reversibile R, che scambia calore con l’atmosfera e una
massa m = 1 kg d’acqua. Le due macchine compiono un numero intero di cicli trasforman-
do l’acqua dalla temperatura iniziale T0 in ghiaccio a temperatura T2 = 255 K. Noti il calore
specifico dell'acqua ca = 4.187 J g–1 K–1, il calore specifico del ghiaccio cg = 2.052 J g–1 K–1,
e il calore latente di fusione del ghiaccio, λf = 330 J/g, calcolare:
1) il calore scambiato dalla macchina R con l’acqua Qa
2) il calore scambiato dalla macchina R con l’atmosfera Q0R
3) il calore scambiato dalla macchina I col serbatoio a temperatura T1 Q1
4) il calore scambiato dalla macchina I con l’atmosfera Q0I

T0

Q0I Q0R
acqua

T1 I R
Q1 W Qg

Soluzione

1) L’acqua si raffredda portandosi dalla temperatura ambiente T0 alla temperatura di


fusione Tf = 273 K, successivamente si trasforma tutta in ghiaccio che viene ulteriormente

304
Capitolo 11 Entropia

raffreddato fino alla temperatura T2. Il calore ceduto dall’acqua e assorbito quindi dal frigo-
rifero è

( ) ( )
Qa = −mca T f − T0 + mλ f − mcg T2 − T f = 480 kJ
2) La variazione di entropia dell’universo dovuta alla macchina reversibile R è nulla. La
macchina R ha compiuto un numero intero di cicli, per cui la variazione di entropia del-
l’universo da essa provocata è uguale a quella dell’ambiente termodinamico della macchi-
na, costituito dall’atmosfera, che è un serbatoio a temperatura T0, e dall’acqua,

Q0R T f mλ f T
ΔSuR = − + mca ln − + mcg ln 2 = 0
T0 T0 Tf Tf
e il calore scambiato dal frigorifero con l’atmosfera è pertanto
⎛ T f mλ f T ⎞
Q0R = T0 ⎜ mca ln − + mcg ln 2 ⎟ = – 523 kJ
⎝ T0 Tf Tf ⎠
3) Il lavoro fatto dalla macchina termica irreversibile I è uguale a quello utilizzato dalla
macchina frigorifera R

(
WI = −WR = − Qa + Q0R = 43 kJ)
e il calore viene assorbito prelevandolo dal serbatoio a temperatura T1, per cui dalla defini-
zione di rendimento si ottiene
WI WI
ηI = ⇒ Q1 = = 287 kJ
Q1 ηI
4) Il lavoro prodotto dalla macchina termica è uguale al calore netto scambiato dalla
macchina nel ciclo, per cui

WI = Q1 + Q0I ⇒ Q0I = WI − Q1 = −244 kJ

Problema 11.18

Una macchina termica di rendimento η = 0.2 che funziona utilizzando un gas perfetto
monoatomico esegue il seguente ciclo termodinamico:
• AB espansione isoterma irreversibile a TA = 300 K
• BC raffreddamento isocoro irreversibile da TB fino a TC = 200 K in costan-
te contatto termico con un serbatoio di calore a temperatura TC
• CA compressione adiabatica reversibile fino allo stato iniziale
Determinare, sapendo che la macchina produce il lavoro W = 200 J per ciclo:
1) il calore scambiato nell’isoterma QAB
2) il numero di moli del gas n
3) la variazione di entropia dell’universo nella trasformazione BC ΔSBC
u

4) la variazione di entropia dell’universo in un ciclo ΔSciclo


u

5) il rapporto fra i volumi degli stati A e B VA/VB

305
Entropia Capitolo 11

p
A

Soluzione

1) Il calore viene assorbito nell’espansione isoterma e ceduto nel raffreddamento isoco-


ro, per cui il rendimento è

W W W
η= = ⇒ QAB = = 1000 J
Qa QAB η

2) Il lavoro netto nel ciclo è dato dalla somma dei calori scambiati nel ciclo per cui

W − QAB
W = Q = QAB + QBC + QCA = QAB + ncv (TC − TB ) ⇒ n = = 0.64 moli
cv (TC − TB )

3) La variazione di entropia dell’universo in una trasformazione è data dalla somma


delle variazioni di entropia del sistema e dell’ambiente. Nelle macchine termodinamiche il
sistema è la sostanza che compie il ciclo, che nel nostro caso è un gas ideale, e l’ambiente è
costituito dagli scambiatori di calore che la macchina utilizza per funzionare, che nel caso
della trasformazione BC è un serbatoio di calore a temperatura TC. La trasformazione BC è
isocora, per cui la variazione di entropia dell’universo in BC è
TC ncv (TC − TB )
ΔSBC
u
= ΔSBC
gas
+ ΔSBC
amb
= ncv ln − = 0.75 J/K
TB TC
4) La variazione di entropia dell’universo nel ciclo è data dalla somma delle variazioni
di entropia dell’ambiente nel ciclo, perché è nulla quella del gas nel ciclo. L’ambiente del
ciclo è costituito da due serbatoi di calore a temperature TA e TC, per cui la variazione di
entropia dell’universo nel ciclo è
QAB QBC Q nc (T − TB )
ΔSciclo
u
= ΔSciclo
amb
=− − = − AB − v C = 0.66 J/K
TA TC TA TC

306
Capitolo 11 Entropia

5) La trasformazione BC è isocora, per cui i volumi degli stati B e C sono uguali e quin-
di VA VB = VA VC . Gli stati A e C sono gli estremi di una trasformazione adiabatica rever-
sibile cui possiamo applicare le equazioni di Poisson
1
VA VA ⎛ TC ⎞ γ −1
TAVAγ −1 = TC VCγ −1 ⇒ = = = 0.54
VB VC ⎜⎝ TA ⎟⎠

Problema 11.19

Una macchina termica a gas perfetto compie il ciclo termico mostrato in figura. L’iso-
terma AB alla temperatura T1 = 500 K, quella CD alla temperatura T2 = 200 K e la compres-
sione adiabatica DA da T2 a T1 sono reversibili, mentre l’espansione adiabatica BC da T1 a
T2 è irreversibile. Sapendo che VB/VA = 2 e che VC/VD = 3.8 calcolare:
1) il rapporto tra i lavori eseguiti nelle due adiabatiche WBC/WDA
2) il rendimento del ciclo η
3) la variazione di entropia dell’universo per ogni ciclo
se vengono utilizzate n = 2 moli di gas ΔSciclo
u

p
A

D
C

V
Soluzione

1) Il primo principio applicato alle due adiabatiche porge

⎧⎪WBC + ncv (T2 − T1 ) = 0 WBC


⎨ ⇒ = −1
⎩⎪ DA
W + nc (
v 1T − T2 ) = 0 WDA

2) Il gas assorbe calore nell’espansione isoterma AB, cede calore nella compressione
isoterma CD, e non scambia calore nelle trasformazioni adiabatiche. Applicando la defini-
zione di rendimento e utilizzando i rapporti noti si ha
Qc Q nRT2 ln (VD VC ) T ln (VC VD )
η = 1+ = 1 + CD = 1 + = 1− 2 = 0.23
Qa QAB nRT1 ln (VB VA ) T1 ln (VB VA )

307
Entropia Capitolo 11

3) La variazione dell’entropia dell’universo avviene solo nella trasformazione irreversi-


bile BC. Poiché in questa trasformazione l’ambiente non partecipa, c’è solo la variazione di
entropia del gas. In un ciclo la variazione di entropia del gas è nulla per cui
ΔSciclo
gas
= ΔSAB
gas
+ ΔSBC
gas
+ ΔSCD
gas
+ ΔSDA
gas
=0
per cui la variazione di entropia dell’universo in un ciclo è
ΔSciclo
u
= ΔSBC
gas
(
= − ΔSAB
gas
+ ΔSCD
gas
+ ΔSDA
gas
= )
VB V ⎛ V V ⎞
= − nR ln − nR ln D + 0 = nR ⎜ ln C − ln B ⎟ = 10.7 J/K
VA VC ⎝ VD VA ⎠

Problema 11.20

Una mole di gas ideale monoatomico, inizialmente in equilibrio con l’atmosfera a tem-
peratura TA = 27 °C e pressione pA = 1 atm, subisce una compressione adiabatica reversibile
fino a raggiungere la temperatura TB. Successivamente il gas, posto a contatto termico con
una sorgente a temperatura TB, viene fatto espandere lentamente finché raggiunge lo stato C
a pressione pC = pA. Successivamente, tolto il contatto termico con la sorgente a temperatura
TB, si lascia che il gas, a pressione costante e in contatto termico con l’atmosfera, ritorni
alla temperatura iniziale. Durante la prima trasformazione si è compiuto sul gas il lavoro
WAB = – 2493 J. Calcolare:
1) la temperatura della sorgente di calore TB
2) il rendimento del ciclo η
3) la variazione di entropia dell’universo nel ciclo ΔSciclo
u

Soluzione

Il ciclo termodinamico è composto dalle trasformazioni: p


• AB compressione adiabatica reversibile B
• BC espansione isoterma reversibile, perché avviene
lentamente in costante contatto termico con un
serbatoio di calore a temperatura TB A C
• CA compressione isobara irreversibile, perché avvie-
ne in costante contatto termico con un solo serba- V
toio di calore costituito dall’atmosfera a temperatura TA
1) Il calore scambiato nella compressione adiabatica è nullo, per cui il primo principio
della termodinamica, si ha
WAB
QAB = WAB + ncv (TB − TA ) = 0 ⇒ TB = TA − = 500 K
ncv

2) Il calore viene assorbito nella espansione isoterma reversibile BC e ceduto nel raf-
freddamento isobaro irreversibile CA. Il calore scambiato in queste trasformazioni è

308
Capitolo 11 Entropia

⎧ VC
⎪ QBC = nRTB ln > 0 assorbito
⎪ VB


⎪⎩ QCA = nc p (TA − TB ) < 0 ceduto
I volumi degli stati termodinamici del gas sono

⎪ V = nRTA = 24.6 litri
⎪ A pA

⎪ 1
⎪ γ γ ⎛ TA ⎞ γ −1
⎨ TAVA = TBVB
−1 −1
⇒ VB = VA ⎜ ⎟ = 11.4 litri
⎪ ⎝ TB ⎠

⎪ nRTB
⎪ VC = = 41.0 litri
⎪ pA

per cui il rendimento della macchina è
Qc Q nc p (TA − TB )
η = 1+ = 1 + CA = 1 + = 0.22
Qa QBC V
nRTB ln C
VB
3) La variazione dell’entropia dell’universo è la somma delle variazioni dell’ambiente
nel ciclo, perché la variazione di entropia del gas nel ciclo è nulla
VC
nRTB ln
Q Q VB nc p (TA − TB )
ΔSciclo
u
= ΔSAB
amb
+ ΔSBC
amb
+ ΔSCA
amb
= 0 − BC − CA = − − = 3.2 J/K
TB TA TB TA
oppure è pari alla variazione dell’entropia dell’universo nelle trasformazioni irreversibili,
perché il contributo delle trasformazioni reversibili è nullo. L’unica trasformazione irrever-
sibile è l’isobara CA, per cui
TA QCA
ΔSciclo
u
= ΔSCA
gas
+ ΔSCA
amb
= nc p ln − = 3.2 J/K
TB TA

Problema 11.21

Un gas perfetto monoatomico esegue il seguente ciclo termico:


• AB espansione adiabatica irreversibile da TA = 500 K a TB = 350 K
• BC compressione isobara reversibile da TB a TC = 175 K
• CA riscaldamento isocoro reversibile fino alla temperatura iniziale TA
Sapendo che il lavoro prodotto nel ciclo è W = 1800 J, determinare
1) il numero di moli del gas n
2) la variazione di entropia del gas in AB ΔSAB
gas

309
Entropia Capitolo 11

3) la variazione di entropia dell’universo nel ciclo ΔSciclo


u

p
A

C B

V
Soluzione

1) Il lavoro nel ciclo è


W = WAB + WBC + WCA = −ncv (TB − TA ) + nR (TC − TB ) + 0
da cui si ricava
W
n= = 4.33 moli
R (TC − TB ) − cv (TB − TA )
2) La variazione di entropia del gas in AB non può essere calcolata direttamente, perché
manca l’informazione sui volumi degli stati, ma si può ottenere indirettamente osservando
che la variazione di entropia del sistema in un ciclo è nulla
TC T
ΔSciclo
gas
= ΔSAB
gas
+ ΔSBC
gas
+ ΔSCA
gas
= ΔSAB
gas
+ nc p ln + ncv ln A = 0
TB TC
per cui la variazione di entropia del gas in AB è
TC T
ΔSAB
gas
= −nc p ln − ncv ln A = 5.69 J/K
TB TC
3) Le trasformazioni BC e CA sono reversibili, per cui non contribuiscono alla varia-
zione di entropia dell’universo, e la trasformazione AB è adiabatica, per cui ΔSAB amb
= 0. † La
variazione di entropia dell’universo è quindi pari alla variazione di entropia del gas in AB
ΔSciclo
u
= ΔSAB
gas
= 5.69 J/K
Si osservi che essendo nulla la variazione di entropia del sistema nel ciclo si ha anche

ΔSciclo
amb
= ΔSciclo
u
= ΔSAB
gas
= 5.69 J/K

† L’affermazione è approssimativamente valida solo se l’ambiente ha dimensioni molto grandi, al


limite infinite. Infatti, se la trasformazione del sistema è adiabatica irreversibile, anche l’ambiente
compie una trasformazione adiabatica irreversibile e la sua variazione di entropia deve essere posi-
tiva. Tuttavia, se l’ambiente è molto grande, variano molto poco le sue coordinate termodinamiche,
ivi compresa l’entropia. Quantitativamente possiamo osservare che le variazioni di volume e di tem-
peratura dell’ambiente sono molto piccole e quindi i rapporti fra le temperature e i volumi sono prati-
camente pari all’unità rendendo la variazione di entropia, proporzionale ai loro logaritmi, trascurabile.

310
Capitolo 11 Entropia

Problema 11.22

Il ciclo termico ABCDA mostrato in figura viene eseguito da n = 2 moli di gas perfetto
monoatomico:
• AB espansione isobara reversibile da TA = 300 K a TB = 350 K
• BC espansione adiabatica irreversibile fino aTC = 320 K
• CD raffreddamento isocoro reversibile fino a TD = TA
• DA compressione isoterma irreversibile fino allo stato iniziale in costante
contatto termico con un serbatoio di calore a temperatura TA
Determinare, sapendo che il rendimento del ciclo è η = 0.05:
1) il lavoro fatto dal gas nel ciclo W
2) il calore scambiato nella trasformazione DA QDA
3) la variazione di entropia dell’ambiente nel ciclo ΔSciclo
amb

p
A B

C
D

V
Soluzione

1) Il calore scambiato in ciascuna trasformazione è dato da


⎧ Q = nc (T − T ) > 0 assorbito
⎪ AB p B A
⎪⎪ QBC = 0

⎪ QCD = ncv (TD − TC ) < 0 ceduto
⎪ Q =W <0 ceduto (in quanto compressione)
⎪⎩ DA DA

Il calore viene quindi assorbito solo nella trasformazione isobara AB per cui dalla definizio-
ne di rendimento

W W
η= = ⇒ W = ηnc p (TB − TA ) = 103.9 J
QAB nc p (TB − TA )

2). Il lavoro nel ciclo è

W = WAB + WBC + WCD + WDA = nR (TB − TA ) − ncv (TC − TB ) + 0 + WDA


e in una isoterma di un gas perfetto il calore è pari al lavoro, per cui
QDA = WDA = W − nR (TB − TA ) + ncv (TC − TB ) = −1475J
3) La variazione di entropia dell’universo nelle trasformazioni reversibili è nulla, per cui

311
Entropia Capitolo 11

ΔSuR = ΔSgas
R
+ ΔSamb
R
= 0 ⇒ ΔSamb
R
= − ΔSgas
R

La variazione di entropia dell’ambiente nel ciclo è pari alla somma delle variazioni di en-
tropia dell’ambiente in ciascuna trasformazione

QDA ⎛T ⎞ ⎛T ⎞ Q
ΔSciclo
amb
= − ΔSAB
gas
+ 0 − ΔSCD
gas
− = −ncP ln ⎜ B ⎟ − ncv ln ⎜ D ⎟ − DA = 0.12 J/K
TA ⎝ TA ⎠ ⎝ TC ⎠ TA
Si noti che poiché ΔSciclo
gas
= 0, risulta anche ΔSciclo
u
= ΔSciclo
amb
= 0.12 J/JK.

Problema 11.23

Si consideri il seguente ciclo termico eseguito da una mole di gas perfetto monoatomi-
co:
• AB compressione isoterma reversibile da TA = 300 K e VA = 25 litri fino a
VB = 10 litri
• BC espansione irreversibile fino a TC = 360 K in costante contatto termico
con un serbatoio di calore a temperatura TC in cui il gas compie il la-
voro WBC = 1600 J
• CA espansione adiabatica irreversibile fino allo stato iniziale in cui la va-
riazione di entropia del gas è ΔSCA
gas
= 1.97 J/K
Calcolare:
1) il rendimento del ciclo η
2) la variazione di entropia dell’universo nel ciclo ΔSciclo
u

3) il volume occupato dal gas nello stato C VC

p
B

C
A
V
Soluzione
1) I calori scambiati, osservando che la trasformazione BC non è una trasformazione
canonica e quindi è possibile utilizzare solo il primo principio della termodinamica, sono
⎧ VB
⎪ QAB = nRTA ln = −2284 J < 0 ceduto
⎪ VA

⎪ QBC = ΔU BC + WBC = ncv (TC − TB ) +WBC = 2348 J > 0 assorbito
⎪ QCA = 0

per cui QAB è il calore ceduto nel ciclo e QBC è il calore assorbito nel ciclo. Il rendimento è
quindi dato da

312
Capitolo 11 Entropia

Qc Q
η = 1+ = 1 + AB = 0.027
Qa QBC
2) La variazione di entropia dell’universo nel ciclo è uguale alla variazione di entropia
dell’ambiente nel ciclo, perché ΔSciclo
gas
= 0. L’ambiente è costituito dai due serbatoi di calo-
re a temperatura TA, utilizzato nella trasformazione AB, e a temperatura TC, utilizzato nella
trasformazione BC, per cui
QAB QBC
ΔSciclo
u
= ΔSciclo
amb
= ΔSAB
amb
+ ΔSBC
amb
=− − = 1.09 J/K
TA TC
3) La variazione di entropia del gas in CA è data dalla formula generale per i gas perfetti
VA T
ΔSCA
gas
= nR ln + ncv ln A
VC TC
da cui si ricava
1 ⎛ T gas ⎞
ncv ln A − Δ SCA
nR ⎜⎝ TC ⎟⎠
VC = VA e = 15 litri

Problema 11.24

Si consideri il ciclo termico, eseguito da n = 2 moli di gas perfetto monoatomico, com-


posto dalle seguenti trasformazioni
• AB riscaldamento isocoro reversibile da TA = 100 K a TB = 200 K
• BC espansione isobara reversibile da TB a TC = 300 K
• CA compressione irreversibile fino allo stato A mantenendo il gas in co-
stante contatto termico con un serbatoio di calore alla temperatura TA
Sapendo che la variazione di entropia dell’universo nel ciclo è ΔSciclo
u
= 19.1 J/K, deter-
minare nella trasformazione CA:
1) il calore scambiato QCA
2) il lavoro WCA
3) la variazione di entropia del gas ΔSCA
gas

p
B C

313
Entropia Capitolo 11

Soluzione

1) La variazione di entropia dell’universo nel ciclo è la somma delle variazioni di entro-


pia dell’ambiente nel ciclo, essendo ΔSciclo
gas
= 0,
ΔSciclo
u
= ΔSciclo
amb
= ΔSAB
amb
+ ΔSBC
amb
+ ΔSCA
amb

ove, ricordando che nelle trasformazioni reversibili ΔS amb = − ΔS gas ,


⎧ amb TB
⎪ ΔSAB = − ΔSAB = −ncv ln T = −17.3 J/K
gas

⎪ A
⎪ amb TC
⎨ ΔSBC = − ΔSBC = −nc p ln = −16.8 J/K
gas

⎪ TB
⎪ amb QCA
⎪ ΔSCA = −
⎩ TA
per cui
QCA = −TA ΔSCA
amb
= TA ΔSAB(
amb
+ ΔSBC
amb
− ΔSciclo
u
)
= − 5320 J

2) Alla trasformazione CA è solo possibile applicare il primo principio, trattandosi di


una trasformazione non canonica,
WCA = QCA − ΔUCA = QCA − ⎡⎣ ncv (TA − TC ) ⎤⎦ = − 334 J

3) La variazione di entropia dell’universo nel ciclo è dovuta solo alla trasformazione


CA, perché è l’unica irreversibile. Quindi
QCA
ΔSciclo
u
= ΔSCA
gas
+ ΔSCA
amb
⇒ ΔSCA
gas
= ΔSciclo
u
− ΔSCA
amb
= ΔSciclo
u
+ = − 34.1 J/K
TA

oppure si osserva che la variazione di entropia del gas nel ciclo è nulla
TB T
ΔSciclo
gas
= ΔSAB
gas
+ ΔSBC
gas
+ ΔSCA
gas
= ncv ln + nc p ln C + ΔSCA
gas
=0
TA TB
per cui la variazione di entropia del gas in CA è
TB T
ΔSCA
gas
= −ncv ln − nc p ln C = − 34.1 J/K
TA TB

Problema 11.25

Una macchina termica lavora con n = 1 mole di gas perfetto monoatomico. Il gas ini-
zialmente si trova nello stato A con TA = 300 K e VA = 10 litri e compie le seguenti trasfor-
mazioni:
• AB espansione isoterma reversibile fino a VB = 30 litri
• BC espansione adiabatica reversibile fino a VC = 40 litri
• CD compressione isobara in contatto termico con un serbatoio a TD
• DE compressione isoterma reversibile

314
Capitolo 11 Entropia

• EA riscaldamento isocoro reversibile


Sapendo che la variazione di entropia del gas nella trasformazione EA è uguale e oppo-
sta alla variazione di entropia del gas nella trasformazione CD calcolare:
1) la temperatura del gas in D TD
2) il rendimento del ciclo η
3) la variazione di entropia dell'ambiente nel ciclo ΔSciclo
a

p
A

B
E

C
D
V

Soluzione

1) Le variazioni di entropia in CD ed EA sono

TD T
ΔSCD = − ΔSEA ⇒ nc p ln = −ncv ln A
TC TE

ovvero

TD T T cp T
nc p ln + ncv ln A = 0 ⇒ ln A + ln D = 0
TC TE TE cv TC

per cui ricordando che γ = c p cv

TATDγ TATDγ
ln =0 ⇒ =1
TE TCγ TE TCγ

Utilizzando le equazioni di Poisson per l’adiabatica reversibile BC si ottiene TC

VBγ −1
TBVBγ −1 = TC VCγ −1 ⇒ TC = TB = 247.4 K
VCγ −1

Osservando infine che TE = TD si ricava


1
TATDγ TDγ −1 ⎛ T γ ⎞ γ −1
= TA = 1 ⇒ TD = ⎜ C ⎟ = 185.5 K
TE TCγ TCγ ⎝ TA ⎠

315
Entropia Capitolo 11

2) Utilizzando la legge di Gay-Lussac per l’isobara CD si ricava


VC VD VC
= ⇒ VD = TD = 30 litri
TC TD TC

per cui il calore scambiato nelle trasformazioni che compongono il ciclo è


⎧ VB assorbito
⎪ QAB = nRTA ln = 2739 J
⎪ VA
⎪ QBC = 0
⎪⎪
⎨ QCD = nc p (TD − TC ) = −1286 J ceduto
⎪ VE ceduto
⎪ QDE = nRTD ln = −1694 J
⎪ VD

⎪⎩ QEA = ncv (TA − TE ) = 1427 J assorbito

e il rendimento del ciclo è


Qc Q + QDE
η = 1+ = 1 + CD = 0.285
Qa QAB + QEA
3) La variazione di entropia dell’ambiente nel ciclo è pari alla variazione di entropia
dell’universo nel ciclo a sua volta eguale alla variazione di entropia dell’universo nelle tra-
sformazioni irreversibili. L’unica trasformazione irreversibile in questo ciclo è CD, per cui
QCD T
ΔSciclo
a
= ΔSciclo
u
= ΔSCD
u
=− + nc p ln D = 0.95 J/K
TD TC
In alternativa si osserva che la variazione di entropia dell’ambiente è la somma delle varia-
zioni di entropia dell’ambiente in ciascuna trasformazione: nella trasformazione AB l’am-
biente è costituito da un serbatoio di calore a temperatura TB; l’ambiente non partecipa nella
trasformazione BC; nelle trasformazioni CD e DE l’ambiente è costituito da un serbatoio di
calore a temperatura TD; la trasformazione EA è reversibile, per cui la variazione di entropia
dell’ambiente è eguale e opposta a quella del gas. Pertanto la variazione di entropia del-
l’ambiente nel ciclo è
ΔSciclo
a
= ΔSAB
a
+ ΔSBC
a
+ ΔSCD
a
+ ΔSDE
a
+ ΔSEA
a
=
Q Q Q T
= − AB + 0 − CD − DE − ncv ln A = 0.95 J/K
TB TD TD TE

Problema 11.26

Una macchina frigorifera, funzionante con n = 2 moli di gas perfetto monoatomico,


esegue il ciclo composto dalle seguenti trasformazioni:
• AB compressione isoterma irreversibile alla temperatura T1 = 400 K
• BC raffreddamento isocoro reversibile fino alla temperatura T2 = 250 K

316
Capitolo 11 Entropia

• CD espansione isoterma reversibile fino al volume iniziale


• DA riscaldamento isocoro irreversibile fino allo stato iniziale in contatto
con il serbatoio a temperatura T1
L’efficienza della macchina è e = 3 ed è necessario fornire il lavoro W = –2000 J per
ogni ciclo. Calcolare:
1) il calore scambiato nella trasformazione CD QCD
2) la variazione di entropia dell’ambiente nella trasformazione BC ΔSBC
amb

3) la variazione di entropia dell’universo nella trasformazione DA ΔSDA


u

p
B

C
A

Soluzione

1) Notando che il calore è ceduto in AB (compressione) e BC (raffreddamento) ed as-


sorbito in CD (espansione) e DA (riscaldamento) la definizione di efficienza porge
Qa Q Q + QDA
e= = − a = − CD
W W W
dove
QDA = ncv (T1 − T2 ) = 3740 J
per cui
QCD = −eW − QDA = 2260 J
2) La trasformazione BC è reversibile, per cui

T2
ΔSBC
u
= ΔSBC
gas
+ ΔSBC
amb
= 0 ⇒ ΔSBC
amb
= − ΔSBC
gas
= −ncv ln = 11.7 J/K
T1

3) Applicando la definizione di variazione di entropia dell’universo per un’isocora irre-


versibile si ha
T1 QDA
ΔSDA
u
= ΔSDA
gas
+ ΔSDA
amb
= ncv ln − = 2.37 J/K
T2 T1

317
Entropia Capitolo 11

Problema 11.27

Un frigorifero di efficienza e = 3, che funziona utilizzando n = 2 moli di gas perfetto


monoatomico, esegue il ciclo termodinamico:
• AB compressione adiabatica reversibile da TA a TB
• BC raffreddamento isocoro irreversibile da TB a TC = 200 K in costante
contatto termico con un serbatoio di calore a temperatura TC
• CA espansione isobara irreversibile fino allo stato iniziale in costante con-
tatto termico con un serbatoio di calore a temperatura TA
Determinare, sapendo che il lavoro utilizzato in un ciclo è W =– 4000 J:
1) la temperatura dello stato A TA
2) la temperatura dello stato B TB
3) la variazione di entropia dell’universo in un ciclo ΔSciclo
u

p
B

C A

Soluzione

1) Il calore viene sottratto solo dalla trasformazione isobara, perché AB è adiabatica,


mentre BC è un raffreddamento e quindi cede calore. Allora l’efficienza del frigorifero è

QCA Q
e= = − CA ⇒ QCA = −eW = 12000 J
W W

e poiché il calore scambiato nell’isobara è

QCA
QCA = nc p (TA − TC ) ⇒ TA = + TC = 489 K
nc p

2) Il lavoro subìto dal gas nel ciclo è


W = WAB + WBC + WCA = −ncv (TB − TA ) + 0 + nR (TA − TC )
per cui la temperatura nello stato B è
nR (TA − TC ) − W
TB = TA + = 842 K
ncv
oppure

318
Capitolo 11 Entropia

W = Q = QBC + QCA ⇒ QBC = ncv (TC − TB ) = W − QCA

per cui la temperatura nello stato B è


W − QCA
TB = TC − = 842 K
ncv
3) La variazione di entropia dell’universo nel ciclo è pari alla variazione di entropia
dell’ambiente nel ciclo
QBC QCA
ΔSciclo
u
= ΔSciclo
amb
= ΔSAB
amb
+ ΔSBC
amb
+ ΔSCA
amb
= 0− − =
TC TA
ncv (TC − TB ) nc p (TA − TC )
=− − = 55.5 J/K
TC TA

Problema 11.28

Si consideri il seguente ciclo frigorifero di un gas perfetto monoatomico:


• AB espansione libera da TA = 300K e VA = 15 litri a VB = 20 litri
• BC espansione adiabatica reversibile fino a VC = 25 litri
• CD riscaldamento isocoro reversibile fino alla pressione pD = pA
• DA compressione isobara reversibile fino allo stato iniziale
Sapendo che il lavoro nel ciclo è W = –2000 J, calcolare:
1) il numero di moli del gas n
2) l’efficienza del ciclo e
3) la variazione di entropia dell'ambiente nel ciclo ΔSciclo
amb

p
A D

B
C

Soluzione

1) Si tratta di un ciclo frigorifero con due trasformazioni in cui non c’è lavoro: l’espan-
sione libera AB e l’isocora CD. Il lavoro nel ciclo è

W = WBC + WDA = −ncv (TC − TB ) + nR (TA − TD )

319
Entropia Capitolo 11

Analizzando il ciclo si ricavano i valori della temperatura nei vari stati


⎧ TA = TB espansione libera

γ −1
⎪ ⎛V ⎞
⎪ TC = TB ⎜ B ⎟ = 258.5 K adiabatica reversibile
⎨ ⎝ VC ⎠

⎪ T = T VD = 500 K isobara
⎪ D A
VA

per cui il numero di moli è
W
n= = 1.75 moli
R (TA − TD ) − cv (TC − TB )
2) Il calore viene assorbito nel riscaldamento isocoro CD e ceduto nella compressione
isobara DA, per cui l’efficienza del ciclo è
Qa Q Q nc (T − TC )
e= = − a = − CD = − v D = 2.63
W W W W
3) La variazione di entropia dell’ambiente nel ciclo è la somma delle variazioni di en-
tropia dell'ambiente nelle trasformazioni non adiabatiche che sono ambedue reversibili, per
cui per entrambe ΔS amb = − ΔS gas ,
TD T
ΔSciclo
amb
= − ΔSCD
gas
− ΔSDA
gas
= −ncv ln − nc p ln A = 4.18 J/K
TC TD
oppure è la variazione di entropia dell'universo nel ciclo che è dovuta solo all’espansione
libera AB. Ricordando che l’espansione libera è adiabatica e pertanto la variazione di entro-
pia dell’ambiente è nulla, e isoterma, per cui stato iniziale e finale sono alla stessa tempera-
tura, si ottiene
VB
ΔSciclo
amb
= ΔSciclo
u
= ΔSAB
gas
= nR ln = 4.18 J/K
VA

Problema 11.29

Una macchina frigorifera, funzionante con n = 2 moli di gas perfetto biatomico, esegue
il ciclo composto dalle seguenti trasformazioni:
• AB compressione isoterma irreversibile alla temperatura T1 = 400 K
• BC raffreddamento isocoro reversibile fino alla pressione iniziale
• CA espansione isobara irreversibile fino allo stato finale in costante con-
tatto termico con il serbatoio di calore alla temperatura T1
L’efficienza della macchina è e = 3 ed è necessario fornire il lavoro W = –2000 J per
ogni ciclo. Calcolare:
1) la temperatura nello stato C T2
2) il calore scambiato nella trasformazione AB QAB
3) la variazione di entropia dell’universo nella trasformazione CA ΔSCA
u

320
Capitolo 11 Entropia

p
B

C A

Soluzione

1) Le trasformazioni AB e BC cedono calore, mentre la trasformazione CA lo assorbe


per cui l’efficienza è
Qa Q Q
e= = − a = − CA ⇒ QCA = −eW = 6000 J
W W W

Il calore scambiato nell’isobara è

QCA
QCA = nc p (T1 − T2 ) ⇒ T2 = T1 − = 297 K
nc p

2) Il lavoro netto nel ciclo è uguale al calore netto scambiato nel ciclo

W = Q = QAB + QBC + QCA = QAB + ncv (T2 − T1 ) + nc p (T1 − T2 )


per cui il calore scambiato nell’isoterma irreversibile AB è
QAB = W − ncv (T2 − T1 ) − nc p (T1 − T2 ) = − 3712 J
3) Applicando la definizione di variazione di entropia dell’universo per la trasformazio-
ne CA si ha
T1 QCA
ΔSCA
u
= ΔSCA
gas
+ ΔSCA
amb
= nc p ln − = 2.3 J/K
T2 T1

Problema 11.30

Una macchina termica reversibile funziona utilizzando un gas perfetto monoatomico. Il


ciclo ABCDA che compie la macchina è rappresentato in figura nel piano TS. Sono note le
coordinate TA = 300 K, SA = SB = 1 J/K, SC =3.77 J/K, SD = 4.21 J/K. Inoltre il volume dello
stato A è doppio del volume dello stato B. Determinare:
1) la temperatura dello stato B TB
2) il calore netto scambiato dalla macchina in un ciclo Q
3) il rendimento della macchina η

321
Entropia Capitolo 11

T
B C

A D

Soluzione

1) La trasformazione AB è isoentropica, quindi adiabatica reversibile. Le trasformazioni


BC e DA sono isoterme. Scrivendo le equazioni di Poisson per la trasformazione AB e ri-
cordando che VA = 2VB si ottiene
γ −1
⎛V ⎞
TAVAγ −1 = TBVBγ −1 ⇒ TB = ⎜ A ⎟ TA = 476 K
⎝ VB ⎠

2) Il calore è dato dall’area sottesa dalla curva che rappresenta la trasformazione nel
piano TS, se questa è reversibile
⎛ Sf ⎞
Qif = ⎜
⎝ ∫Si
T dS ⎟
⎠ trasformazione
reversibile

ovvero in un ciclo reversibile il calore netto è pari all’area delimitata dalle trasformazioni
che lo compongono che nel caso in esame è un trapezio rettangolo. Inoltre in un ciclo
Q = W e quindi
⎡( SD − SA ) + ( SC − SB ) ⎤⎦ (TB − TA )
Q= ⎣ = W = 526 J
2
3) Il calore assorbito è il contributo positivo all’integrale, per cui è dato dall’area sottesa
alla trasformazione BC sommata a quella sottesa alla trasformazione CD

Qa = QBC + QCD = TB ( SC − SB ) +
(TB + TA ) ( SD − SC ) = 1490 J
2
e poiché il lavoro prodotto in un ciclo è uguale al calore netto scambiato nel ciclo il rendi-
mento della macchina è
W Q
η= = = 0.35
Qa Qa

Problema 11.31

Una sostanza compie il ciclo reversibile rappresentato in figura nel diagramma TS. La
trasformazione AB è una trasformazione reversibile di equazione T = aebS, con a = 3 K e
b = 0.1 K/J costanti positive. Sapendo che SA = 46 J/K e SB = SC = 49 J/K , calcolare:

322
Capitolo 11 Entropia

1) la capacità termica della sostanza relativa alla trasformazione AB CAB


2) il lavoro fatto nel ciclo W
3) il rendimento del ciclo η

T
B

A C

Soluzione

1) La capacità termica un una trasformazione if qualsiasi è definita come


δQ
Cif =
dT if
e se la trasformazione è reversibile
dS T
δ Q = TdS ⇒ Cif = T =
dT dT
dS
Nel caso della trasformazione AB del problema si ha
dT
=
dS dS
d
( )
aebS = abebS

e quindi
aebS 1
C AB = bs
= = 10 J/K
abe b
2) Il lavoro prodotto nel ciclo è uguale al calore netto scambiato nel ciclo. Osservando
che la trasformazione BC è isoentropica, quindi adiabatica, e la trasformazione CA è iso-
terma, le quantità di calore scambiate in ciascuna trasformazione sono

( )
SB SB a
⎪ QAB =


SA
T dS = ∫
SA
aebS dS = ebSB − ebSA = 1044 J
b
assorbito

⎨ Q BC = 0
⎪ SA
⎪ QCA =
⎪⎩ ∫
SC
T dS = TA ( SA − SC ) = aebSA ( SA − SC ) = − 895 J ceduto

e il lavoro netto prodotto nel ciclo è


W = Q = QAB + QBC + QCA = 149 J

323
Entropia Capitolo 11

3) Il rendimento è
W W
η= = = 0.14
Qa QAB

Problema 11.32

Una miscela di gas ideali, a sua volta trattabile come gas ideale, con capacità termica a
pressione costante CP = 20 J/K, compie un ciclo costituito dalle trasformazioni reversibili:
• AB espansione isoterma a temperatura TA = 450 K durante la quale il gas
assorbe la quantità di calore QAB = 4260 J
• BC raffreddamento isobaro dalla temperatura TA alla temperatura TC
• CA compressione adiabatica con rapporto di compressione VA/VC = 0.4.
Determinare:
1) la temperatura dello stato C TC
2) il numero di moli del gas n
3) il lavoro compiuto dal gas nel ciclo W

Soluzione

1) La variazione di entropia del gas nel ciclo è nulla p


A
Q T
ΔSciclo
gas
= ΔSAB
gas
+ ΔSBC
gas
+ ΔSCA
gas
= AB + CP ln C + 0 = 0
TA TB
per cui, ricordando che TA =TB la temperatura dello stato C è B
C
QAB

TC = TA e C P TA
= 280.3 K V

2) Il calore scambiato nell’isoterma reversibile è


VB
QAB = nRTA ln
VA
e il rapporto fra i volumi
VB VB VC TB VC
= = =4
VA VC VA TC VA
dove abbiamo utilizzato la legge di Gay-Lussac V/T = cost per l’isobara BC

VB VC VB TB
= ⇒ =
TB TC VC TC

Il numero di moli di gas è pertanto


QAB
n= = 0.82 moli
VB
RTA ln
VA

324
Capitolo 11 Entropia

3) Il lavoro fatto dalla miscela di gas è pari alla somma dei lavori compiuti in ciascuna
trasformazione che sono
⎧WAB = QAB = 4260 J
⎪⎪
⎨WBC = pB (VC − VB ) = nR (TC − TB ) = −1156 J

⎪⎩WCA = − ΔUCA = −Cv (TA − TC ) = − 2240 J
ove è stata utilizzata la relazione di Mayer fra le capacità termiche della miscela

C p = nc p = n ( cv + R ) = ncv + nR = Cv + nR ⇒ Cv = C p − nR = 13.2 J/K

Il lavoro compiuto dalla miscela di gas nel ciclo è


W = WAB + WBC + WCA = 864 J

Problema 11.33

Un gas perfetto monoatomico compie il seguente ciclo :


• AB compressione adiabatica reversibile fino a VB = VA/2
• BC espansione libera fino a VC
• CD compressione adiabatica reversibile fino a VD = VA
• DA isocora in contatto con un serbatoio di calore a temperatura TA
Conoscendo la variazione di entropia dell’universo nel ciclo ΔSciclo
u
= 60 J/K , il numero
di moli di gas n = 3 moli e la temperatura iniziale del gas TA = 300 K, determinare :
1) la temperatura dello stato B TB
2) la temperatura dello stato D TD
3) il lavoro del gas nel ciclo W
4) la variazione di entropia del gas nella trasformazione BC ΔSBCgas

p
B D

C
A

Soluzione

1)Utilizzando le equazioni di Poisson per l’adiabatica reversibile AB si ottiene


γ −1
⎛V ⎞
TAVAγ −1 = TBVBγ −1 ⇒ TB = ⎜ A ⎟ TA = 476 K
⎝ VB ⎠

325
Entropia Capitolo 11

2) La variazione di entropia dell’universo nel ciclo è pari alla variazione di entropia


dell’ambiente nel ciclo. Le prime tre trasformazioni sono adiabatiche, per cui la variazione
di entropia dell’universo è dovuta solo alla trasformazione DA
QDA nc (T − TD )
ΔSciclo
u
= ΔSciclo
amb
= ΔSDA
amb
=− =− v A
TA TA
per cui la temperatura del gas nello stato D è
TA ΔSciclo
u
TD = TA + = 781 K
ncv
3) Il lavoro prodotto nel ciclo è la somma dei lavori prodotti in ciascuna trasformazione.
Osservando che nell’espansione libera e nell’isocora il lavoro compiuto è nullo e che
TC = TB
W = WAB + WCD = − ΔU AB − ΔUCD = −ncv (TB − TA ) − ncv (TD − TC ) = −18 kJ
Osserviamo che la macchina, che esegue un ciclo, apparentemente termico, compie lavoro
negativo. Il risultato non è sorprendente, perché il ciclo è monotermo, ovvero usa una sola
sorgente di calore a temperatura TA necessaria come scambiatore di calore per fare compiere
al gas la trasformazione DA. Le altre tre trasformazioni sono adiabatiche per cui alle tempe-
rature degli stati B,C, D non corrispondono sorgenti di calore. Il secondo principio della
termodinamica nell’enunciato di Lord Kelvin stabilisce che il lavoro netto di una macchina
che esegue un ciclo monotermo può essere solo W ≤ 0.
4) La variazione di entropia del gas nel ciclo è nulla, perché l’entropia è una funzione di
stato. Sono nulle anche le variazioni di entropia delle due trasformazioni adiabatiche rever-
sibili, per cui
TA
ΔSciclo
gas
= ΔSBC
gas
+ ΔSDA
gas
= 0 ⇒ ΔSBC
gas
= − ΔSDA
gas
= −ncv ln = 35.8 J/K
TD

oppure, poiché gli stati B e C giacciono sulla stessa isoterma


C ⎛ δQ ⎞ V
ΔSBC = ∫ = nR ln C
gas
⎜⎝ ⎟
B T ⎠ isoterma VB
reversibile

Utilizzando le equazioni di Poisson per AB e CD e ricordando che VD = VA e TC = TB


1
⎧⎪TAVAγ −1 = TBVBγ −1 V ⎛ T ⎞ γ −1
⎨ ⇒ C =⎜ D⎟
γ −1 γ −1 VB ⎝ TA ⎠
⎪⎩TC VC = TDVD

e quindi
1
V ⎛ T ⎞ γ −1
ΔSBC
gas
== nR ln C = nR ln ⎜ D ⎟ = 35.8 J/K
VB ⎝ TA ⎠

326
Capitolo 11 Entropia

Problema 11.34

Un gas perfetto monoatomico, n = 2 moli, compie il seguente ciclo :


• AB espansione reversibile in cui la pressione diminuisce linearmente al
crescere del volume secondo la legge p = – aV + b con a = 1 atm/litro
e b = 20 atm. Sono noti il volume iniziale VA = 13 litri e quello finale
VB =17 litri.
• BC compressione adiabatica reversibile fino a VC = VA
• CA riscaldamento isocoro in contatto con un serbatoio di calore a tempe-
ratura TA
Determinare, sapendo che nella trasformazione AB il gas cede sempre calore:
1) il lavoro compiuto dal gas nel ciclo W
2) il rendimento del ciclo η
3) la variazione di entropia dell’universo nel ciclo ΔSciclo
u

p
A

Soluzione

1) Il lavoro fatto dal gas nel ciclo è


W = WAB + WBC + WCA = WAB + WBC
essendo nullo il lavoro nell’isocora CA. Il lavoro del gas lungo la trasformazione AB è
l’area sottesa dalla retta nel piano di Clapeyron

( )
B VB 1
WAB = ∫ A
p dV = ∫
VA
( −aV + b ) dV = b (VB − VA ) −
2
a VB2 − VA2 = 2026 J

Lo stato iniziale dell’adiabatica è alla temperatura


pBVB ( −aVB + b ) VB
TB = = = 311 K
nR nR
e la temperatura dello stato finale è, utilizzando le equazioni di Poisson e VC = VA
γ −1
⎛V ⎞
TBVBγ −1 = TC VCγ −1 ⇒ TC = TB ⎜ B ⎟ = 372 K
⎝ VC ⎠

per cui il lavoro lungo la trasformazione adiabatica BC è

327
Entropia Capitolo 11

WBC = − ΔU BC = −ncv (TC − TB ) = −1521 J


Il lavoro lungo la trasformazione CA è nullo, per cui il lavoro netto prodotto nel ciclo è
W = WAB + WBC = 505 J
2) Il calore è sicuramente assorbito dal gas durante il riscaldamento isocoro CA, mentre
il testo del problema ci assicura che il calore scambiato durante la trasformazione AB è
sempre ceduto in ogni suo punto, ovvero che durante la trasformazione AB il gas cede sem-
pre calore, ossia non ci sono tratti in cui assorbe calore e tratti in cui lo cede: che tale ipote-
si sia vera non è evidente e verrà discussa alla fine del problema.
La temperatura iniziale del gas è
pAVA ( −aVA + b ) VA
TA = = = 555 K
nR nR
per cui il calore scambiato nella trasformazione isocora CA è
QCA = ncv (TA − TC ) = 4562 J
che, nella nostra ipotesi, è il calore assorbito dal gas nel ciclo, per cui il rendimento della
macchina termica è
W W
η= = = 0.11
Qa QCA
3) La variazione di entropia dell’universo nel ciclo è uguale alla somma delle variazioni
di entropia dell’universo nelle trasformazioni irreversibili. L’unica trasformazione irrever-
sibile è CA, per cui
TA QCA
ΔSciclo
u
= ΔSCA
u
= ΔSCA
gas
+ ΔSCA
a
= ncv ln − = 1.75 J/K
TC TA
Nota di giustificazione delle ipotesi del problema

Discutiamo la veridicità dell’ipotesi sotto la quale il problema è stato risolto, ovvero


discutiamo il segno del calore scambiato nella trasformazione non canonica AB nell’inter-
vallo di variazione del volume del gas da VA = 13 litri a VB = 17 litri.
Il primo principio della termodinamica in forma infinitesima porge
δ Q = dU + δ W = ncv dT + pdV = ncv dT + ( −aV + b ) dV
e differenziando l’equazione di stato dei gas perfetti si ha

pdV + Vdp ( −aV + b ) dV + V ( −adV ) b − 2aV


pdV + Vdp = nRdT ⇒ dT = = = dV
nR nR nR
che, sostituendo nell’equazione precedente, fornisce δQ in funzione di V
b − 2aV ⎛ c b 2c a ⎞
δ Q = ncv dV + ( −aV + b ) dV = ⎜ v − v V − aV + b ⎟ dV
nR ⎝ R R ⎠
la quantità di calore scambiato al variare del volume è al derivata di Q(V) rispetto a V

328
Capitolo 11 Entropia

δQ ⎛ c ⎞ ⎛ 2c ⎞
= b ⎜ 1 + v ⎟ − aV ⎜ 1 + v ⎟
dV ⎝ R⎠ ⎝ R ⎠
Al crescere di V (dV > 0) il calore è ceduto(δQ < 0) finché

δQ ⎛ c ⎞ ⎛ 2c ⎞
< 0 ⇒ b ⎜ 1 + v ⎟ − aV ⎜ 1 + v ⎟ < 0
dV ⎝ R ⎠ ⎝ R ⎠

ovvero per volumi del gas


⎛ c ⎞
b ⎜1 + v ⎟
⎝ R⎠
V> = 12.5 litri.
⎛ 2c ⎞
a ⎜1 + v ⎟
⎝ R ⎠
quindi il calore è sempre ceduto lungo la trasformazione AB nell’intervallo [VA, VB] in cui
opera il ciclo della macchina. È evidente che se l’intervallo di variazione del volume fosse
diverso si potrebbe avere sia calore assorbito in un tratto che ceduto in un altro tratto della
trasformazione AB e sarebbe necessario tenerne conto nel calcolo del rendimento per non
ottenere risultati incoerenti.

Problema 11.35

Un gasometro contiene una massa m = 7.3 g di vapore d’acqua saturo a temperatura


T0 = 290 K. Il vapore, di volume iniziale V0 = 500 litri, viene fatto condensare all’interno
del recipiente con un frigorifero di efficienza e = 10 a cui si fornisce il lavoro W = –1225 J
per ogni ciclo. La trasformazione è una transizione di fase approssimabile con una isoterma
reversibile a pressione costante e il vapore non obbedisce alle leggi dei gas perfetti. Sapen-
do che il calore latente di vaporizzazione dell’acqua alla temperatura T0 è λv = 2449.5 J/g,
la tensione di vapore dell’acqua è p0 = 0.018 atm e la temperatura dell’ambiente a cui il
frigorifero cede calore è T = 298 K, determinare dopo il primo ciclo:
1) la massa d’acqua condensata mc
2) il volume del vapore dopo la trasformazione V1
3) la variazione di energia interna del vapore d’acqua ΔUv
4) la variazione di entropia dell’universo ΔSu

Soluzione

1) L’efficienza del frigorifero fornisce il calore assorbito nel ciclo

Qa Q
e= =− a ⇒ Qa = −eW = 12250 J
W W

che viene sottratto al vapore d’acqua provocandone la condensazione per cui


Qa
Qa = mc λv ⇒ mc = =5g
λv

329
Entropia Capitolo 11

2) Il vapore non obbedisce alle leggi dei gas perfetti, per cui non vale la legge pV = nRT
come si può verificare. Durante la trasformazione di fase avviene la condensazione, perché
non può aumentare la densità del vapore, se si esclude la possibilità di raggiungere stati di
vapore soprassaturo. La densità del vapore e dell’acqua condensata restano quindi costanti
durante la trasformazione che talvolta è detta isopicnica (a densità costante). La densità del
vapore è ρ = m V0 per cui trascurando il volume dell’acqua condensata
Vc = mc ρa ∼ 5 × 10 −3 litri , il volume finale del vapore è
m − mc m − mc
V1 = = V0 = 157.5 litri
ρ m
3) Il calore scambiato dal vapore è uguale e opposto a quello assorbito dal frigorifero
Qv = −Qa = −12250 J
e il lavoro fatto dal vapore, che diminuisce il suo volume a pressione costante, è
V1
Wv = ∫V0
p dV = p0 (V1 − V0 ) = − 625 J

per cui utilizzando il primo principio della termodinamica la variazione di energia interna
del vapore è
Qv = ΔU v + Wv ⇒ ΔU v = Qv − Wv = −11625 J

4) Il frigorifero assorbe il calore Qa dal vapore d’acqua e cede allo sorgente T il calore
Qc = Q − Qa = W − Qa = −13475 J
per cui osservando che sia il vapore d’acqua che la sorgente non cambiano la loro tempera-
tura, T0 e T rispettivamente, la variazione di entropia dell’universo nell’intero processo è
Qa Qc
ΔSu = ΔSciclo
sistema
+ ΔSciclo
ambiente
= ΔSciclo
sistema
+ ΔSciclo
vapore
+ ΔSciclo
sorgente
= 0− − = 3 J/K
T0 T

Problema 11.36

Una macchina termica funzionante con m = 20 kg di acqua esegue il ciclo reversibile


ABCDEFA indicato in figura. La trasformazione AB è isocora con TA = 373 K, TB = 420 K,
pB = 39.3 atm; la trasformazione BC è isobara con TC = 523 K; la trasformazione CD è iso-
terma e isobara; la trasformazione DE è isobara con VE = 1771 litri; la trasformazione EF è
adiabatica; la trasformazione FA è isoterma e isobara. Il volume specifico del vapore saturo
a 523 K è v2 = 50.06 litri/kg; i calori latenti di vaporizzazione sono λ1 =2256 kJ/kg (a
373 K) e λ2 = 1710 kJ/kg (a 523 K); il calore specifico per il liquido è c = 4215 J kg–1 K–1
nell'intervallo di temperatura considerato. Si noti che per il vapor d'acqua non valgono le
leggi dei gas ideali. Sapendo che il rapporto delle variazioni di entropia dell’acqua
R = ΔSCD/ΔSFA = –0.6 e che il calore assorbito complessivamente in un ciclo è
Qa = 56418 kJ,, calcolare :
1) la massa di acqua allo stato liquido in F m'

330
Capitolo 11 Entropia

2) il rendimento del ciclo η


3) la variazione di energia interna del sistema
nella trasformazione DE ΔUDE
4) la variazione di entropia del sistema
nella trasformazione BCDE ΔSBE

C D
B E

A
F

Soluzione

1) Essendo dato il rapporto ΔSCD/ΔSFA, esaminiamo queste trasformazioni. Nella tra-


sformazione CD avviene la transizione di fase liquido–vapore per tutta la massa m dell’ac-
qua del sistema, mentre nella trasformazione FA avviene la transizione di fase inversa vapo-
re–liquido della massa d’acqua m – m' presente allo stato di vapore nello stato F. Pertanto
nella trasformazione CD a TC = 523 K l’acqua assorbe calore e vaporizza, mentre nella tra-
sformazione FA a TA = 373 K il vapore cede calore e liquefa. Le variazioni di entropia del-
l’acqua nelle due trasformazioni sono dunque
⎧ m λ2
⎪ ΔSCD = T
⎪ C

⎪ ΔS = − m − m ′ ) λ1
(
⎪⎩ FA TA
per cui il loro rapporto è
ΔSCD m λ2 TA
R= =−
ΔSFA TC ( m − m ′ ) λ1
da cui si ricava
m λ 2 TA
m′ = m + = 2 kg
R λ1 TC
2) Nel ciclo non viene scambiato calore in EF e il calore viene quindi assorbito in
ABCDE e ceduto in FA, per cui il rendimento del ciclo è

331
Entropia Capitolo 11

η = 1+
Qc Q
= 1 + FA = 1 −
( m − m ′ ) λ1 = 0.28
Qa Qa Qa
3)Il calore assorbito dal sistema nel ciclo è
Qa = QAB + QBC + QCD + QDE
ove nella trasformazione BC l’acqua viene riscaldata fino alla temperatura TC e nella tra-
sformazione CD tutta l’acqua cambia fase, per cui
QDE = Qa − QAB − QBC − QCD = Qa − mc (TB − TA ) − mc (TC − TB ) − mλ2 = 9573 kJ
e il lavoro compiuto dal sistema è
WDE = pB (VE − VD ) = pB (VE − mv2 ) = 3065 kJ
e utilizzando il primo principio della termodinamica la variazione di energia interna del-
l’acqua in DE è
ΔU DE = QDE − WDE = 6508 kJ
4) La variazione di entropia del sistema nel ciclo è nulla, perché l’entropia è funzione di
stato
ΔSciclo = ΔSAB + ΔSBE + ΔSEF + ΔSFA = 0
e, poiché la variazione di entropia nella trasformazione EF è nulla in quanto adiabatica re-
versibile, la variazione di entropia del sistema in BE è
TB ( m − m ′ ) λ1
ΔSBE = − ΔSAB − ΔSFA = −mc ln + = 99 kJ/K
TA TA

332
La presente raccolta propone una parte significativa dei temi d’esame assegnati
negli anni scorsi ai corsi di Fisica 1 di Ingegneria del settore Informazione dell’U-
Pierluigi Zotto
niversità di Padova da parte degli autori. I problemi sono stati accuratamente
selezionati e riorganizzati per argomenti corredandoli con soluzioni commen- Sergio Lo Russo

Pierluigi Zotto - Sergio Lo Russo


tate con lo scopo di fornire agli studenti uno strumento avanzato di prepara-
zione della prova scritta. Ogni argomento viene introdotto gradualmente, ma
è comunque richiesta, per la soluzione, una conoscenza teorica della materia
sufficiente a permettere di interpretare correttamente le situazioni proposte.
I problemi presentati sono articolati e costituiscono l’ideale complemento agli
esercizi trattati dal docente durante lo svolgimento dei corsi oppure incontrati
come esempi o semplici esercizi da risolvere nei libri di testo.

PIERLUIGI ZOTTO è Professore Associato presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia


dell’Università di Padova. La sua attività di ricerca si svolge nel campo della fisica delle
Problemi di Fisica Generale
particelle elementari presso il laboratorio europeo CERN. Si è occupato di progettazione
e realizzazione di grandi apparati per la rivelazione dei muoni e dello sviluppo di algoritmi Meccanica - Termodinamica
di ricostruzione di traccia. Ha tenuto corsi di Fisica Sperimentale per le lauree in Ingegne-
ria presso il Politecnico di Milano e l’Università di Padova.

SERGIO LO RUSSO è stato fino a Dicembre 2014 Professore Ordinario di Fisica Sperimenta-
le presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova. Ha svolto la sua
attività didattica nell’ambito dei corsi di Fisica Generale per le lauree in Ingegneria dell’U-
niversità di Padova. Ha svolto attività di ricerca nel campo della Struttura della Materia e
della Scienza dei Materiali, anche con utilizzo di macchine acceleratrici.

PROBLEMI DI FISICA GENERALE


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