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negli anni scorsi ai corsi di Fisica 1 di Ingegneria del settore Informazione dell’U-
Pierluigi Zotto
niversità di Padova da parte degli autori. I problemi sono stati accuratamente
selezionati e riorganizzati per argomenti corredandoli con soluzioni commen- Sergio Lo Russo
SERGIO LO RUSSO è stato fino a Dicembre 2014 Professore Ordinario di Fisica Sperimenta-
le presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova. Ha svolto la sua
attività didattica nell’ambito dei corsi di Fisica Generale per le lauree in Ingegneria dell’U-
niversità di Padova. Ha svolto attività di ricerca nel campo della Struttura della Materia e
della Scienza dei Materiali, anche con utilizzo di macchine acceleratrici.
ISBN 978-88-9385-326-2
© Copyright 2022
Società Editrice Esculapio s.r.l.
Via Terracini, 30 – 40131 Bologna
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Prefazione
L’intento è di proporre esercizi mirati ad una graduale preparazione dello studente alla
risoluzione di situazioni specifiche con metodi generali. La difficoltà principale da risolvere
in un eserciziario di Fisica 1 risiede nel fatto che lo studente affronta per la prima volta dei
problemi di Fisica applicando a situazioni particolari i metodi matematici e le nozioni teori-
che apprese nei corsi. Lo scopo principale che ci siamo prefissi è l’acquisizione da parte
dello studente di un metodo di soluzione dei problemi, col quale possa classificare i vari
quesiti senza essere banali, tediosi e ripetitivi e senza che il libro risulti un’insieme confuso
di esercizi assemblati con carenza di una logica evidente. Ogni capitolo introduce nuovi
argomenti conglobando le nozioni acquisite in quelli precedenti e la stessa logica è applica-
ta all’interno di ogni capitolo introducendo gradualmente nuove situazioni in ordine di
complessità crescente. Abbiamo scelto di rendere esplicita la logica della soluzione e di
commentare dettagliatamente tutti i suoi passi solo quando una particolare situazione viene
esaminata per la prima volta. Le spiegazioni sono invece ridotte all’essenziale e talvolta
vengono scritte direttamente le equazioni risolutive quando situazioni simili vengono nuo-
vamente affrontate in problemi successivi, assumendo che lo studente abbia acquisito il
metodo.
I problemi più semplici hanno lo scopo di mettere in evidenza le situazioni più comuni e
di fornire allo studente gli strumenti metodologici per affrontare anche i problemi più com-
plessi. D’altro canto i problemi molto articolati e un po’ complicati sono presentati per ac-
crescere la cultura dello studente ed evidenziare come le nozioni di base del corso di Fisica
Generale 1 siano sufficienti, se organizzate in un contesto unitario e in un metodo, a com-
prendere e risolvere situazioni applicative molto varie e anche complesse.
La tipologia e il grado di difficoltà dei problemi d’esame, pur con specificità legate ai
singoli corsi, può essere dedotta da questa raccolta di problemi, tenendo presente che nor-
malmente essi si collocano nella media dei problemi presentati.
Entropia...................................................................................................................277
Capitolo 1
Problema 1.1
Due automobili A e B viaggiano lungo la stessa direzione con velocità v0,A = 20 m/s e
v0,B = 30 m/s costanti. All'istante t0 = 0 l’auto A inizia a decelerare con una accelerazione
a = – 5 m/s2. Dopo un tempo t1 = 1 s anche l’auto B decelera con la medesima accelerazio-
ne. Calcolare:
1) lo spazio percorso da A prima di fermarsi dA
2) la minima distanza tra A e B all'istante t0 affinché
le due auto non si urtino dmin
Soluzione
v A = v0, A + at
All'istante t2 in cui si arresta ha velocità nulla e quindi
v0, A
0 = v0, A + at 2 ⇒ t2 = − =4s
a
per cui si ferma dopo avere percorso la distanza
1 2
d A = v0, A t 2 + at 2 = 40 m
2
dall’inizio della frenata
2) All'istante t0 l’auto B continua a muoversi con velocità costante fino al tempo t1 per-
correndo la distanza
9
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
Problema 1.2
All'istante t0 = 0 un sasso viene lanciato verso l'alto con velocità iniziale v0 = 14.7 m/s
dalla sommità di un edificio e cade a terra dopo t1 = 5 s. Determinare:
1) la velocità con cui tocca terra v1
2) l'altezza massima raggiunta rispetto al suolo hM
3) l'altezza dell'edificio h
Soluzione
1) Il sasso subisce solo l'effetto dell'accelerazione di gravità, per cui mentre sale è dece-
lerato fino a fermarsi al tempo tM, quando raggiunge la massima altezza. Poi discende acce-
lerando. In ambedue i casi il moto è uniformemente accelerato con accelerazione in modulo
pari a g = 9.8 m/s2. Le leggi del moto sono quindi, scegliendo verso l’alto il verso positivo
dell’asse verticale e fissandone l’origine al suolo,
⎧t 0 = 0
⎧ v = v0 + a ( t − t 0 ) ⎪x = h
⎪ ⎪ 0
⎨ 1 con ⎨
⎪ x = x0 + v0 ( t − t 0 ) + a ( t − t 0 ) ⎪ v0 = v0
2
⎩ 2 ⎪⎩a = −g
v1 = −g ( t1 − t M ) = −34.3 m/s
10
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale
dove il segno negativo indica che il vettore velocità è diretto verso il basso.
2) Il sasso raggiunge il suolo all’istante t1 quando x = 0, per cui
1 1
g ( t1 − t M ) g ( t1 − t M ) = 60 m
2 2
0 = hM − ⇒ hM =
2 2
3) Lo spazio percorso dal sasso in salita e , di conseguenza, l'altezza dell'edificio sono
1 2 1 2
hM = h + v0 t M − gt M ⇒ h = hM − v0 t M + gt M = 49 m
2 2
Problema 1.3
Una tappa del giro d’Italia prevede una prova a cronometro su una distanza d = 15 km.
Due concorrenti A e B partono a distanza Δt = 3 minuti l’uno dall’altro. Ambedue i concor-
renti percorrono un primo tratto di strada – di lunghezza diversa fra i due concorrenti – con
accelerazione a = 0.04 m/s2 costante e il tratto successivo con velocità costante. Il primo
concorrente accelera sino ad ottenere la velocità vA = 45 km/h. Determinare:
1) il tempo impiegato dal primo concorrente a raggiungere
il traguardo t′
2) la velocità che deve raggiungere il secondo concorrente per
passare il traguardo esattamente nello stesso istante del primo vB
Soluzione
1) Il moto del primo ciclista è un moto uniformemente accelerato nel primo tratto (x1) e
uniforme nel secondo tratto (x2 = d – x1). Le leggi orarie relative ai due tratti porgono
⎧ vA
⎧ v A = at1
⎪ ⎪⎪t1 = a = 312.5 s
⎨ 1 2 ⇒ ⎨
⎪⎩ x1 = 2 at1
2
⎪ x = v A = 1953 m
⎪⎩ 1
2a
d − x1
x2 = ( d − x1 ) = v A t 2 ⇒ t2 = = 1044 s
vA
11
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
⎧ vB
⎧ v B = at 3
⎪ ⎪⎪t 3 = a
⎨ 1 2 ⇒ ⎨
⎪⎩ x3 = 2 at 3
2
⎪ x = vB
⎪⎩ 3 2a
v B2
d−
d − x3
x4 = ( d − x3 ) = v B t 4 ⇒ t4 = = 2a
vB vB
Il tempo totale di percorrenza sarà
v B2
d−
vB 2a
t ′′ = t 3 + t 4 = +
a vB
che fornisce l’equazione di secondo grado
Problema 1.4
Durante una partita di pallavolo viene effettuata una battuta con la palla ad un angolo
θ = 60º con l'orizzontale dall’altezza y0 = 2 m. Sapendo che la rete è alta h = 3 m, il campo
è diviso in due parti eguali di lunghezza = 6 m e la battuta viene effettuata ai limiti del
campo, calcolare :
1) la velocità iniziale massima perché la palla ricada in campo v0,max
2) la velocità e l'angolo d'impatto al suolo se v0 = v0,max vimp, θimp
3) l'altezza a cui passa sopra la rete se v0 = v0,max Δy
4) la velocità iniziale minima perché passi sopra la rete v0,min
5) il punto d'impatto se v0 = v0,min ′
ximp
v0
θ
h
y0
ℓ ℓ x
12
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale
Soluzione
1) La palla è soggetta solo all’accelerazione di gravità a ≡ ( 0, −g ) = cost per cui il suo è
un moto curvilineo uniformemente accelerato: ponendo t0 = 0 la sua legge oraria è data da
⎧r0 ≡ ( 0, y0 )
1 ⎪
r = r0 + v0 t + at 2 con ⎨ v0 ≡ ( v0 cos θ , v0 sen θ )
2 ⎪
⎩a ≡ ( 0, −g )
2g2
y0 + 2 tan θ − =0
2
v0,max cos2 θ
che porge
2g2
v0,max = = 11.1 m/s
cos2 θ ( y0 + 2 tan θ )
2) La legge oraria della velocità è
⎧⎪ v0 ≡ ( v0 cos θ , v0 sen θ )
v = v0 + at con ⎨
⎩⎪a ≡ ( 0, −g )
corrispondente alle leggi scalari delle componenti x e y
13
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
⎧ v x = v0 cos θ
⎨ v = v sen θ − gt
⎩⎪ y 0
v y,imp
vimp = v x,imp
2
+ v y,imp
2
= 12.82 m/s e θimp = tan −1 = 64.3°
v x,imp
rispettivamente.
3) All'istante in cui passa sopra la rete si ha x(tr) = , per cui le leggi orarie scalari sono
⎧ xr = v0,max cos θ t r =
⎪
⎨ 1 2
⎪⎩ yr = y0 + v0,max sen θ t r − 2 gt r
⎧⎪ x ( t r′ ) = ⎧ xr = v0,min cos θ t r′ =
⎪
⎨ ⇒ ⎨ 1 2
⎩⎪ y ( t r′ ) = h ⎪⎩ yr = y0 + v0,min sen θ t r′ − 2 gt r′ = h
14
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale
si ha
2
⎛ ⎞ 1 ⎛ ⎞
y0 + v0,min sen θ ⎜ ⎟ − g⎜ ⎟ =h
⎝ v0,min cos θ ⎠ 2 ⎝ v0,min cos θ ⎠
g2
y0 + tan θ − =h
2
2v0,min cos2 θ
che porge infine
g2
v0,min = = 8.7 m/s
2 cos2 θ ( y0 + tan θ − h )
5) All'istante d'impatto se v0 = v0,min si ha
′ = v0,min cos θ timp
⎧ ximp ′
⎪
⎨ 1 2
′ = y0 + v0,min sen θ timp
⎪ yimp ′ − gtimp
′ =0
⎩ 2
La seconda equazione porge
′ 2 − 2v0,min sen θ timp
gtimp ′ − 2y0 = 0
Problema 1.5
Durante una esibizione acrobatica una moto deve saltare una fila di automobili di altez-
za h = 1.5 m e lunghezza = 3 m ciascuna. La moto, lanciata su una rampa che forma con
l'orizzontale l’angolo θ = 30°, raggiunge, prima di staccarsi dalla rampa ad altezza
d = 2.5 m dal suolo, la velocità v0 = 100 km/h. Determinare:
1) il tempo impiegato a raggiungere l’altezza h
dal suolo nella fase di discesa del suo moto t1
2) quante automobili riesce a saltare Ν
y
v0
ℓ
d
h
θ
L x
15
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
Soluzione
Problema 1.6
All’istante t0 = 0 un cannone spara dalla posizione A, posta alla base di un piano inclina-
to di β = 30° con l'orizzontale, un proiettile con un angolo rispetto all’orizzontale α = 45° e
velocità iniziale v0 = 40 m/s. Il proiettile colpisce il piano inclinato nella posizione B. Cal-
colare:
1) l’istante in cui colpisce il piano inclinato t1
2) la distanza lungo il piano inclinato fra punto di partenza
e punto d’impatto d
3) il modulo della velocità del proiettile all’impatto v1
16
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale
y
B
v0
α β
A x
Soluzione
17
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
Problema 1.7
Un aeroplano scende con un angolo θ = 45º con l'orizzontale e con velocità in modulo
vA = 200 km/h. All’altezza h = 800 m dal suolo lascia cadere una bomba contro un bersa-
glio mobile con velocità uniforme v B = v B u x con vB = 50 km/h. Calcolare :
1) il tempo impiegato dalla bomba a colpire il bersaglio t1
2) l'angolo sotto il quale il puntatore deve vedere il bersaglio
per poterlo colpire φ
3) la velocità della bomba all'impatto v1
A
θ
vA
ϕ
vB
B
O x0,B x
Soluzione
18
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale
x B = x0, B + v B t
Al tempo t1 d'impatto il bersaglio sarà quindi arrivato nella posizione
x1, B = x0, B + v B t1
Affinché la bomba colpisca il bersaglio deve essere soddisfatta la condizione
x0, B ⎛x ⎞
tan ϕ = ⇒ ϕ = tan −1 ⎜ 0, B ⎟ = 0.291 rad = 16.7°
h ⎝ h ⎠
19
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
Problema 1.8
Due oggetti A e B vengono lanciati verso l’alto l’uno contro l’altro. Al momento del
lancio (t0 = 0) il primo ha coordinate x0,A = – 30 m e y0,A = 0, velocità inclinata con l’oriz-
zontale di θA= 55° e modulo v0,A, mentre il secondo ha coordinate x0,B > 0 e y0,B = 0, velo-
cità inclinata con l’orizzontale di θB = 80° e modulo v0,B = 15 m/s. Sapendo che si scontra-
no quando passano per la posizione x = 0, calcolare
1) il modulo della velocità iniziale del primo punto v0,A
2) l’istante a cui avviene il contatto t1
3) l’altezza rispetto al suolo a cui avviene il contatto y1
4) il modulo della velocità degli oggetti all’istante del contatto v1,A, v1,B
y
v0,A θB v0,B
θA
A B x
Soluzione
20
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale
v1, A = v1A,
2
x + v1A, y = 17.1 m/s
2
v1, B = v1B,
2
x + v1B, y = 13.9 m/s
2
Il segno negativo della componente verticale della velocità di ambedue i corpi significa che
all’istante dell’urto sono entrambi nella parte di parabola discendente.
Problema 1.9
21
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
y
z
y1
d O
x
z1
y0
v1
v0
θ
Soluzione
v0 sen θ
v y = v0 sen θ − gt1 = 0 ⇒ t1 = = 2.95 s
g
Allo stesso istante raggiunge la massima altezza rispetto ad O, ovvero rispetto all’estremità
della canna del fucile, che è quindi
1 2
y1 = y0 + v0 sen θ t1 − gt1 = 39.8 m
2
2) Nell’ipotesi di traiettoria rettilinea, il proiettile percorre la distanza
22
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale
Problema 1.10
SuperMario deve saltare su una piattaforma molto piccola posta inizialmente nel punto
di coordinate x0 = 40 cm e y0 = 10 cm rispetto a lui. SuperMario può saltare solo con un
angolo θ = 45° con l’orizzontale e, nel momento in cui salta (t0 = 0), la piattaforma inizia a
muoversi con accelerazione a = au y con a = 2 m/s2. Determinare:
1) il modulo della velocità con cui deve saltare SuperMario v0
2) il tempo impiegato ad arrivare sulla piattaforma t1
3) la variazione di velocità di SuperMario fra gli istanti
immediatamente precedente e immediatamente successivo,
all’atterraggio sulla piattaforma supponendo che si fermi
istantaneamente rispetto ad essa senza alterarne il moto Δv
v0
θ
x
Soluzione
1) La condizione per cui SuperMario non cada è che lui e la piattaforma si trovino allo
stesso istante nella medesima posizione. Quindi è necessario imporre l’intersezione fra le
due traiettorie nel punto (x0, y1) occupato da SuperMario e dalla piattaforma al tempo t1:
SuperMario compie un moto curvilineo uniformemente acceleratoLa piattaforma compie
un moto rettilineo uniformemente accelerato con legge oraria scalare
1 2
yP = y0 + a t1
2
23
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
mentre SuperMario compie un moto curvilineo uniformemente accelerato con legge oraria
⎧ xSM = v0 cos θ t1
⎪
⎨ 1 2
⎪⎩ ySM = v0 sen θ t1 − 2 gt1
Imponendo l’intersezione delle traiettorie al tempo t1 si ottiene
⎧ x0
⎧⎪ xSM ( t1 ) = x0 ⎪⎪t1 = v cos θ
⎨ ⇒ ⎨ 0
y (
⎩⎪ SM 1 t ) = y (
P 1t ) ⎪ v sen θ t − 1 g t 2 = y + 1 a t 2
⎪⎩ 0 1
2
1 0
2
1
gx02 a x02
x0 − = y0 +
v02 v02
che determina la velocità iniziale di SuperMario
g+a
v0 = x 0 = 2.5 m/s
x0 − y0
2) L’istante di arrivo sulla piattaforma è ovviamente
x0
t1 = = 0.225 s
v0 cos θ
3) Dall’istante in cui si posa sulla piattaforma SuperMario si muove con essa. Quindi
all’istante immediatamente successivo al tempo t1 dell’atterraggio sia lui che la piattaforma
hanno la stessa velocità v2 = v2 u y . Questa velocità è quella che la piattaforma ha all’istan-
te immediatamente precedente il tempo t1, se il moto della piattaforma non viene modificato
dall’impulso datole da SuperMario. La variazione di velocità ha quindi componenti
24
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale
Problema 1.11
Un punto materiale si muove di moto rettilineo con velocità v0 = 14 m/s lungo il verso
positivo dell'asse x. All'istante t0 = 0 il punto passa per l'origine e, per t > 0, la sua accelera-
zione vale a1 = –kv, con k = 2.4 s–1, fino a quando il punto passa nella posizione x1 = 4 m.
Tra x1 e x2 = 8 m l'accelerazione è a2 costante e si osserva che, per x = x2, il punto ha di
nuovo velocità v0. Calcolare:
1) la velocità nel punto x1 v1
2) il valore dell'accelerazione tra x1 e x2 a1
Soluzione
1 v02 − v12
a2 = = 22.1 m/s2
2 x2 − x1
25
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
Problema 1.12
A
v0
R
θ
x
Soluzione
26
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale
Problema 1.13
Una ruota di raggio R = 0.3 m vincolata nel suo centro O viene messa in moto all’istante
t0 = 0 con una accelerazione angolare costante α = 0.12 rad/s2. Dopo t1 = 18 s un punto ma-
teriale che al tempo t0 = 0 si trovava sulla verticale in alto si stacca dalla ruota nel punto D.
Calcolare:
1) il numero di giri fatto dalla ruota prima del distacco Ν
2) l’accelerazione del punto materiale al momento del distacco a1
3) il tempo impiegato dal punto materiale a raggiungere terra t2
4) il valore dell’ascissa in cui tocca terra x2
27
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
D
v0
R
θ
β
O
x2 x
Soluzione
1 2
θD = α t1 con θ D = 2π N
2
e quindi
1 2 α t12
2π N = α t1 ⇒ N= = 3.094 giri
2 4π
2) L’accelerazione del punto è la stessa del punto D alla periferia del disco che ha
componenti
⎪⎧aN = ω 2 R u N = (α t1 ) R u N
2
⎨
⎩⎪aT = α R uT
e quindi modulo
28
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale
π
β= − 2π ( N − 3) ≈ 0.98 rad ≈ 56.17°
2
Dall’istante t1 di distacco il moto del punto è curvilineo uniformemente accelerato
⎧ x = x D + v D, x t
⎪ ⎧ x D = R cos β = 16.7 cm ⎧⎪ v D, x = v D sen β
⎨ 1 2 con ⎨ e ⎨
⎪⎩ y = yD + v D, y t − 2 gt ⎩ yD = R + R sen β ≈ 54.9 cm ⎪⎩ v D, y = −v D cos β
Problema 1.14
Due dischi A e B sono collegati fra di loro da una cinghia di trasmissione inestensibile.
Il disco A di raggio RA= 30 cm si muove partendo da fermo con accelerazione angolare
αA = 1.3 rad/s2 costante. Calcolare:
1) il tempo necessario affinché il disco B di raggio RB = 12 cm
raggiunga la velocità angolare ωB = 30 rad/s t
2) l’accelerazione di un punto K sulla periferia del disco B
all’istante t aK
H
K
RA
RB
29
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
Soluzione
1) La rigidità della cinghia di trasmissione implica che i punti sui bordi dei due dischi
hanno in ogni istante la stessa velocità scalare e la stessa accelerazione scalare
⎧ v = ω A RA = ω B RB
⎨
⎩a = α A RA = α B RB
Se il disco A parte da fermo (ω0,A = 0) con accelerazione angolare αA, il disco B parte da
fermo (ω0,B = 0) con accelerazione angolare
RA
αB = α A = 3.25 rad/s2
RB
compiendo quindi un moto uniformemente accelerato per cui
ωB
ω B = ω 0, B + α B t = α B t ⇒ t = = 9.23 s
αB
2) Un punto sulla periferia di B ha all’istante t accelerazione a con componenti
⎧ v B2
⎪aN = u N = ω B2 RB u N
⎨ RB
⎪a = α R u
⎩ T B B T
e quindi modulo
Problema 1.15
Soluzione
che vanno determinate all’istante t1. È quindi necessario calcolare velocità e accelerazione
angolare all’istante t1. Dalla definizione di accelerazione angolare si ottiene la velocità an-
30
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale
dω ω1 t1 t1 1 2
α=
dt
⇒ ∫ω0
dω = ∫
0
α dt = ∫
0
−kt dt ⇒ ω1 = ω 0 −
2
kt1 = 2.2 rad/s
α1t1 − ω1
ω 2 = ω1 + α1 ( t 2 − t1 ) = 0 ⇒ t 2 = = 17.4 s
α1
Problema 1.16
Soluzione
⎧ v0
⎧ω1 = ω 0 + α t1 ⎪⎪ω 0 = R = 5 rad/s
⎪
⎨ 1 2 con ⎨
⎪⎩θ1 = 2π N1 = ω 0 t1 + 2 α t1 ⎪ω1 = v1 = 0.75 rad/s
⎪⎩ R
Si potrebbe risolvere il sistema, ma è più conveniente eliminare il parametro tempo e de-
terminare l’accelerazione angolare
dω dω dθ dω
α= = =ω ⇒ α dθ = ω dω
dt dθ dt dθ
31
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
ω12 − ω 02
α= = −1.94 rad/s2
4π
da cui
aT = α R = − 0.78 m/s2
L’accelerazione tangenziale è l’accelerazione scalare, per cui una possibilità alternativa per
la soluzione del problema è considerare la coordinata curvilinea s: per definizione di accele-
razione tangenziale
dv dv ds dv
aT = = =v ⇒ aT ds = vdv
dt ds dt ds
Lo spostamento del punto in un giro è pari alla circonferenza s = 2πR, per cui
2π R v1 v12 v02
∫0
aT ds = ∫ v0
v dv ⇒ aT 2π R =
2
−
2
da cui si ricava
v12 − v02
aT = = − 0.78 m/s2
4π R
2) Il tempo impiegato a fare un giro è
ω1 − ω 0
ω1 = ω 0 + α t1 ⇒ t1 = = 2.19 s
α
3) Ripetendo l’integrazione su mezzo giro (θ1/2 = π)
π ω1/2 1 2 1
∫ α dθ = ∫ ω dω ⇒ πα = ω1/2 − ω 02 ⇒ ω1/2 = ω 02 + 2πα
2
0 ω0 2 2
oppure
πR v1/2 2
v1/2 v2
∫ aT ds = ∫ v dv ⇒ aT π R = − 0 ⇒ v1/2 = v02 + 2π RaT
2
0 v0 2 2
per cui
v 2 + 2π RaT
( )
2
v1/2
aN = = 0 = ω1/2
2
R = ω 02 + 2πα R = 5.12 m/s2
R R
32
Capitolo 1 Cinematica del punto materiale
Problema 1.17
Soluzione
v=
ds d
=
dt dt
( )
kt 2 = 2kt
Problema 1.18
Soluzione
33
Cinematica del punto materiale Capitolo 1
per ottenere la legge che determina la velocità in funzione del tempo. Separando le variabili
dv
= −kdt
v
e integrando
v t
∫ v0
v −1 2 dv = − ∫0
k dt ⇒ 2v1 2 − 2v10 2 = −kt
si ricava
k
v = v0 − t
2
Il corpo si ferma quando la sua velocità è nulla
k 2
v ( t ) = v0 − t=0 ⇒ t= v0 = 40 s
2 k
2) È necessario determinare lo spazio percorso dal corpo nell’intervallo di tempo t cal-
colandolo dalla sua legge oraria.
2
dx ⎛ k ⎞ dx dx k2 2
v= ⇒ ⎜ v0 − t ⎟ = ⇒ = v0 − k v0 t + t
dt ⎝ 2 ⎠ dt dt 4
34
Capitolo 2
Problema 2.1
mB FT
mA
Soluzione
Il problema richiede la soluzione dell’equazione del moto F = ma dei due punti mate-
riali, dove F è la forza risultante su di essi. È pertanto richiesta l’analisi delle forze per
determinare la loro risultante agente su ciascun punto materiale.
Sul blocchetto A agiscono la forza peso mA g, la forza di attrito
dinamico Fd (opposta
alla direzione
del moto), la forza di trazione della sbarretta TA , la reazione normale del
piano N A .
Sul blocchetto B agiscono
la forza peso mB g, la forza
di trazione FT , la forza di tra-
zione della sbarretta TB , la reazione normale del piano N B .
1) Nel primo caso le forze
agenti sono disposte come in figura blocchetto A blocchetto B
e le equazioni vettoriali del moto
dei due blocchetti sono
NA TA y NB FT
⎧⎪ mA g + TA + N A + Fd = mA aA
⎨
⎩⎪ mB g + FT + N B + TB = mB aB x
FD mAg TB mBg
Il moto avviene lungo il piano
inclinato verso l’alto, per cui la
componente normale al piano del-
l’accelerazione è nulla. Inoltre i due corpi sono vincolati rigidamente e la loro accelerazione
è pertanto uguale. Le equazioni scalari per le componenti x, parallela al piano inclinato, e y,
normale allo stesso, orientati come in figura sono, osservando che i moduli delle forze di
trazione
della sbarretta sono uguali per il principio di azione e reazione ovvero
TA = TB = T
37
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
Problema 2.2
F
mB
mA
38
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
Soluzione
1) Essendo F costante il moto è uniformemente accelerato per cui le leggi orarie della
posizione e della velocità dei corpi porgono
⎧ 1 2
⎪ d = at
⎪ 2 1 v2
⎨ ⇒ a= = 2.25 m/s2
⎪ v = at 2 d
⎪⎩
Problema 2.3
m2 x
F
y
m1 F x0
39
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
Soluzione
1) Osservando che per entrambi i corpi l’attrito è una forza resistente e si oppone al
moto mentre la forza F è motrice, la componente x lungo il piano inclinato delle equazioni
del moto per i due corpi è,
⎧ F − μ m1g cos θ − m1g sen θ = m1a1
⎨
⎩−F + μ m2 g cos θ − m2 g sen θ = m2 a2
e quindi
⎧ F
⎪a1 = m − μ g cos θ − g sen θ = 5.9 m/s
2
⎪ 1
⎨
⎪a2 = − F + μ g cos θ − g sen θ = −11.5 m/s2
⎪⎩ m2
2) Entrambi i corpi si muovono di moto uniformemente accelerato con velocità iniziale
nulla per cui le loro leggi orarie sono
⎧ 1 2
⎪⎪ x1 ( t ) = 2 a1t
⎨
⎪ x2 ( t ) = x0 + 1 a2 t 2
⎪⎩ 2
I due corpi si incontreranno nell’istante t in cui x1(t) = x2(t)
1 2 1 2x0
a1t = x0 + a2 t 2 ⇒ t= = 1.17 s
2 2 a1 − a2
Problema 2.4
Alla partenza di un gran premio Vettel parte in pole position, mentre Alonso parte in
seconda posizione. La distanza tra i due guidatori e l’inizio della prima curva è d1 = 200 m
e d2 = 210 m rispettivamente. La curva è circolare a novanta gradi e il raggio della traietto-
ria percorsa da Vettel è R1 = 100 m, mentre per Alonso il raggio è R2 = 110 m. Alla partenza
l’auto di Vettel ha il serbatoio pieno e può sviluppare un’accelerazione scalare costante
a1 = 4 m/s2, inferiore all’accelerazione a2, sempre costante, dell’altra auto col serbatoio non
completamente pieno. Sapendo che le due auto escono contemporaneamente dalla curva,
per cui Alonso supererà agevolmente Vettel, determinare:
1) l’accelerazione scalare dell’auto di Alonso a2
2) il modulo dell’accelerazione delle due auto in uscita dalla curva a1′ , a2′
3) il minimo coefficiente di attrito statico fra le gomme
e il suolo affinché le auto non sbandino in curva μS,1, μS,2
40
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
R1
R2
d1
d2
Soluzione
1) Il moto delle due auto nella coordinata curvilinea s è uniformemente accelerato per-
ché lungo tutta la traiettoria i due moti hanno accelerazione scalare (tangenziale) costante.
All’uscita dalla curva i tratti s1 e s2 percorsi dalle due auto nello stesso tempo t sono rispettivamen-
te
⎧ π 1 2
⎪ s1 = d1 + R1 = a1t = 357 m
⎪ 2 2
⎨
⎪ s = d + π R = 1 a t 2 = 383 m
⎪⎩ 2 2
2
2
2
2
s1 a1 s2
= ⇒ a2 = a1 = 4.29 m/s2
s2 a2 s1
⎩ 2
Si osservi che l’accelerazione normale viene sentita dal pilota, nel sistema di riferimento
non inerziale della vettura, come una forza apparente centrifuga. Il suo valore è molto gran-
de (~3g) e quindi ha effetti notevoli sul corpo del pilota. In particolare il punto debole è la
41
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
testa, perché, mentre il sedile fornisce la reazione vincolare obbligando il corpo a mantene-
re la posizione, la testa deve essere libera di ruotare e quindi il pilota deve utilizzare un
collare per evitare traumi.
3) La forza che tiene in strada la vettura, ovvero che fornisce l’accelerazione centripeta,
è solo la forza di attrito statico, il cui valore massimo è Fs,max = μ s N = μ s mg , per cui per le
due auto
⎧ v12 ⎧ v12
⎪ μS,1m1g = m1 ⎪ μS,1 = = 2.91
⎪ R1 ⎪ gR1
⎨ ⇒ ⎨
2 2
⎪ μ m g = m v2 ⎪ μ = v2 = 3.04
⎪ S,2 2 2
R2 ⎪ S,2
gR2
⎩ ⎩
Il valore del coefficiente di attrito statico minimo è molto elevato – e nella realtà si deve
tenere conto anche della portanza fornita dagli alettoni che aumenta la forza netta verso il
basso subita dalle vetture –, per cui le auto usano pneumatici con mescola molto tenera e la
pista è molto regolare in modo da massimizzare l’adesione dell’auto al terreno: l’usura de-
gli pneumatici è di conseguenza molto elevata.
Problema 2.5
Due masse m1 = 10 kg e m2 = 5 kg sono collegate come in figura tramite una fune ine-
stensibile e di massa trascurabile passante su una carrucola liscia. Si calcoli, sapendo che il
piano su cui si trova m1 è scabro con μd = μs = 0.3 e inclinato di θ = 10° con l'orizzontale:
1) il minimo valore della massa m3 da incollare ad m1
per impedire che essa scivoli sul piano m3
2) il modulo della velocità dei punti materiali dopo un tratto
h = 30 cm di discesa nel caso in cui m3 sia il valore trovato
in risposta alla domanda 1, m1 = m2 =10 kg v
m3
m1
m2
42
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
Soluzione
m2 g − μd ( m1 + m3 ) g cos θ + ( m1 + m3 ) g sen θ
v = 2ah = 2h = 0.76 m/s
m1 + m2 + m3
43
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
Problema 2.6
44
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
m F
M
d
Soluzione
45
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
F − Mg sen θ − μ mg cos θ = Ma
per cui essa si muove con accelerazione
F − Mg sen θ − μ mg cos θ
a= = 3.06 m/s2
M
costante e quindi, essendo il moto uniformemente accelerato con velocità iniziale nulla, il
tempo necessario alla tavola per percorrere la distanza d , per cui il corpo m raggiunge
l’estremità opposta della tavola è
1 2 2d
d= at ⇒ t= = 1.62 s
2 a
oppure si può calcolare il tempo necessario alla tavola per raggiungere la velocità v
v
v = at ⇒ t = = 1.62 s
a
Problema 2.7
m
F v
46
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
Soluzione
1) Sul punto materiale agisce la forza F resistente e tangente in ogni istante alla traiet-
toria. Il lavoro fatto da tale forza mentre il punto materiale percorre l’arco di circonferenza
s = R (π 2 ) è
π
s R π
WF = ∫
0
F • dr = ∫
0
2
F ds cos π = −FR
2
L’altra forza agente in questo intervallo di tempo è la forza peso che è conservativa, per cui
il bilancio energetico fra posizione iniziale e finale con velocità finale nulla porge
WF = Δ E c + Δ E p
π 1
−FR = − mv 2 − mgR
2 2
da cui si ottiene
v 1 FRπ − 2mgR Fπ − 2mg
ω= = = = 3.47 rad/s
R R m mR
2) Non è immediata l’individuazione del verso di applicazione della reazione vincolare
che ha sicuramente direzione verticale, poiché il piano è liscio. In questi casi si sceglie di
scrivere la forza come se avesse componente positiva: se il valore ottenuto è negativo, si
conclude che il verso è opposto a quello ipotizzato. All’istante iniziale, la componente ver-
ticale dell’equazione del moto nel sistema di coordinateintrinseco ( u N , uT ) del moto curvi-
lineo è
N + mg = maN = mω 2 R
F uT
da cui otteniamo
Ν = −mg + mω 2 R = 4.13 N mg , N
diretta verso il basso, per cui la guida obbliga il punto materiale a segui- uN
re la traiettoria circolare: senza tale vincolo il punto lascerebbe la super-
ficie compiendo un moto uniformemente accelerato.
3)La componente orizzontale dell’equazione del moto è invece
−F = maT = mα R
per cui
F
α=− = − 8 rad/s2
mR
Problema 2.8
Un bambino lancia una palla oltre un muro alto H = 5.5 m. All’istante del lancio la ma-
no del bambino (e quindi la palla) si trova ad altezza h = 1.5 m dal suolo e a distanza
47
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
d = 3.5 m dal muro. Sapendo che il bambino imprime la velocità minima necessaria per
superare il muro, determinare:
1) la componente verticale della velocità iniziale della palla v0,y
2) il tempo impiegato dalla palla ad arrivare all’altezza del muro t1
3) il modulo della velocità iniziale della palla v0
H
v0
d x
Soluzione
1) L’unica forza agente è la forza peso, per cui si conserva l’energia meccanica. La ve-
locità minima per superare il muro si ha quando la componente verticale della velocità di-
venta nulla ad altezza H, mentre non agendo alcuna forza lungo l’orizzontale, la velocità in
questa direzione resta costante. Pertanto la legge di conservazione dell’energia, ponendo lo
zero dell’energia potenziale gravitazionale al suolo, è data da
mgh +
1
2
( 2
m v0, 2
)
x + v0, y = mgH +
1
2
2
mv0, x
da cui si ottiene
v0, y
v1, y = v0, y − gt1 = 0 ⇒ t1 = = 0.9 s
g
d
d = v0, x t1 ⇒ v0, x = = 3.89 m/s
t1
48
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
v0 = v0,
2
x + v0, y = 9.68 m/s
2
Si osservi che il problema poteva essere risolto anche per via puramente cinematica.
Problema 2.9
y
m
M
Soluzione
1) Appena vengono lasciati liberi i due corpi si muovono insieme costituendo un corpo
unico di massa m+M. L’equazione del moto del blocco m+M all’istante iniziale è quindi
k Δ x0 − ( M + m ) g = ( M + m ) a0
per cui la sua accelerazione iniziale, che è anche quella della piattaforma, è
k Δ x0 − ( M + m ) g
a0 = = 26.55 m/s2
M +m
2) Il distacco avviene quando la reazione vincolare R dovuta al contatto fra corpo e piat-
taforma si annulla. L’equazione del moto di m è
−mg + R = ma
che, imponendo R = 0, porge l’accelerazione a1 di m al momento del distacco
a1 = −g
49
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
In questo istante anche la piattaforma avrà la stessa accelerazione, per cui l’equazione del
moto del blocco m–M al distacco è
k Δ x1 − ( M + m ) g = ( M + m ) a1 = − ( M + m ) g ⇒ Δ x1 = 0
( Ec + E p )i = ( Ec + E p ) f
1 1
k Δ x02 = ( M + m ) gΔ x0 + ( M + m ) v12
2 2
k
v1 = Δ x 2 − 2gΔ x0 = 1.83 m/s
( M + m) 0
Da questo istante in poi il corpo m è indipendente e si conserva ancora l’energia meccanica.
Scegliendo stavolta lo zero dell’energia potenziale gravitazionale nel punto di distacco si ha
v2
( Ec + E p )i = ( Ec + E p ) f ⇒
1
2
mv12 = mgh ⇒ h = 1 = 0.17 m
2g
Problema 2.10
Due punti materiali di massa m1 = 4 kg e m2 = 6 kg sono collegati fra loro da una fune
inestensibile di massa trascurabile e il secondo corpo è collegato al soffitto, come in figura,
con una molla ideale di massa trascurabile, di costante elastica k = 800 N/m e inizialmente
elongata di Δy = 0.3 m. Lasciati i corpi liberi di muoversi determinare:
1) l’accelerazione iniziale dei corpi a
2) la velocità dei corpi nell’istante in cui la molla torna a riposo v
m2
m1
50
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
Soluzione
1) Le equazioni del moto dei due punti materiali sono, osservando che la forza elastica
agente su m2 è diretta verso l’alto poiché la molla è elongata,
⎧⎪ k Δ y − T − m2 g = m2 a
⎨
T − m1g = m1a
⎩⎪
per cui sommando membro a membro si ricava
k Δ y − ( m2 + m1 ) g
k Δ y − ( m2 + m1 ) g = ( m2 + m1 ) a ⇒ a = = 14.2 m/s2
m2 + m1
2) Durante il moto fra l’istante iniziale e l’istante in cui la molla torna a riposo la fune,
inestensibile, resta tesa e i due corpi sono pertanto solidali e si muovono con la stessa velo-
cità. Tutte le forze agenti sono conservative per cui si conserva l’energia meccanica e
l’energia elastica della molla si trasforma in energia cinetica e energia potenziale gravita-
zionale dei due corpi
1 1 1
k Δ y 2 = m1v 2 + m2 v 2 + m1gΔ y + m2 gΔ y
2 2 2
per cui
k Δ y 2 − 2 ( m1 + m2 ) gΔ y
v= = 1.15 m/s
m1 + m2
Problema 2.11
m2
m1
R
θ2 θ1
51
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
Soluzione
⎧ k Δ x + m1g sen θ1 − T = 0
⎨ ⇒ T = k Δ x + m1g sen θ1 = 103.9 N
⎩ N − m1g cos θ1 = 0
per cui
⎧ Rx = m2 g sen θ 2 − T = − 79.4 N
⎨ R = m g cos θ = 42.4 N ⇒ R = Rx2 + Ry2 = 90 N
⎪⎩ y 2 2
52
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
Δ Ec + Δ E p = 0
⎡⎛ 1 1 2⎞ ⎤ ⎡ ⎛ 1 2⎞⎤
⎢⎜⎝ 2 m1v + 2 m2 v ⎟⎠ − 0 ⎥ + ⎢( m2 gΔ x sin θ 2 − m1gΔ x sin θ1 ) + ⎜⎝ 0 − 2 k Δ x ⎟⎠ ⎥ = 0
2
⎣ ⎦ ⎣ ⎦
k Δ x 2 + 2gΔ x ( m1 sin θ1 − m2 sin θ 2 )
v= = 1.7 m/s
m1 + m2
Problema 2.12
m O A
R
Soluzione
53
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
v2
Fd = μ N = μ m = 0.84 N
R
3) L’accelerazione è data dalla composizione vettoriale delle sue componenti tangenzia-
le e normale. Essendo nota la velocità, se ne conosce la componente normale (centripeta),
mentre la componente tangenziale si ottiene dalla corrispondente componente dell’equazio-
ne del moto all’istante finale già scritta in precedenza
−mg − Fd = maT
per cui
⎧ Fd
⎪⎪aT = −g − m = −12.6 m/s
2
⎨ 2
⇒ a = aT2 + aN2 = 18.8 m/s2
⎪a = v = 14 m/s2
⎪⎩ N R
Problema 2.13
m1
m2
d
Soluzione
1) Il blocchetto m2 percorre la distanza d lungo il piano inclinato, per cui il lavoro fatto
dalla forza di attrito è
WAtt = −Fd d = − μ m2 g cos θ d = − 0.153 J
54
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
2) Il blocchetto di massa m1 non si sposta, per cui si applica il bilancio energetico fra
l’istante iniziale e l’istante in cui m2 arriva alla base del piano
Δ Ec + Δ E p = WAtt
1 1
m2 v 2 + kd 2 − m2 gd sen θ = − μ m2 g cos θ d
2 2
k 2
v = 2gd ( sen θ − μ cos θ ) − d = 1.15 m/s
m2
3) La tensione del filo agisce solo sul blocchetto m1 che resta sempre in quiete, per cui
applicando l’equazione della statica all’istante finale si ricava
T − kd − m1g sen θ = 0 ⇒ T = kd + m1g sen θ = 1.58 N
Problema 2.14
mB F
0
mA
Soluzione
1) Il corpo A inizia a muoversi nel momento in cui viene applicata una forza risultante
che supera la massima forza di attrito statico Fsmax = μS N agente
su di esso. Nell’istante immediatamente precedente alla messa in y
moto si ha NA x
⎧⎪ k Δ x − mg sen θ − FSmax = 0 Fe
⎨ Fs
⎩⎪ N A − mg cos θ = 0 θ mg
per cui
55
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
k Δ x − mg sen θ − μ s mg cos θ = 0
e l’elongazione della molla è
mg
Δx =
k
( sen θ + μs cos θ ) = 7.04 cm
2)L’equazione del moto di B porge y
NB x
⎧ F − k Δ x − mg sen θ − μd N B = maB
⎨ F
⎩ N B − mg cos θ = 0 Fe , Fd
θ mg
per cui
F − k Δ x − mg sen θ − μd mg cos θ = maB
e B ha accelerazione
F − k Δ x − mg sen θ − μd mg cos θ
aB = = 1.85 m/s2
m
3) Poiché solo il corpo B si è mosso spostandosi di Δx il bilancio energetico porge
WF + WAtt = Δ Ec + Δ E p
1 1
F Δ x − μd mg cos θ Δ x = mv B2 + mgΔ x sen θ + k Δ x 2
2 2
e la velocità di B è
F k
vB = 2 Δ x − 2 μd g cos θ Δ x − 2gΔ x sen θ − Δ x 2 = 0.87 m/s
m m
Problema 2.15
Due punti materiali di massa m = 500 g sono collegati fra loro da una molla ideale di
massa trascurabile e costante elastica k = 200 N/m. Sono vincolati a scorrere lungo due
binari lisci affacciati e inclinati di θ = 30° con l’orizzontale. I due corpi sono lasciati liberi
di muoversi dalla posizione in cui la molla è orizzontale, compressa di Δx = 10 cm. Deter-
minare:
1) l’accelerazione iniziale di ciascun corpo a
2) la forza di reazione normale al piano agente su ciascun corpo N
3) la velocità di ciascun corpo quando la molla torna a riposo v
m m
θ θ
Soluzione
Notiamo che, data la completa simmetria nel moto dei due corpi, la molla si mantiene
sempre orizzontale durante il loro moto.
56
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
Su ciascun corpo
agiscono la forza elastica Fe , la forza peso e la forza di reazione nor-
male al piano N . Il moto avviene lungo il piano inclinato, per cui la forza di reazione nor-
male equilibra le componenti delle altre forze in direzione
perpendicolare al piano. Allora l’equazione del moto per uno y
qualsiasi dei due corpi all’istante iniziale è x
N
N + mg + Fe = ma θ
Le componenti nelle direzioni perpendicolare e parallela al
θ Fe
piano inclinato sono
mg
⎧ k Δ x cos θ − mg sen θ = ma
⎨
⎩ N − k Δ x sin θ − mg cos θ = 0
1) Dalla prima equazione si ricava
k Δ x cos θ − mg sen θ
a= = 29.7 m/s2
m
ovvero i due corpi salgono, perché l’accelerazione è positiva.
2) Dalla seconda equazione si ricava invece
N = k Δ x sen θ + mg cos θ = 14.2 N
3) Agiscono solo forze conservative, per cui si può applicare la legge di conservazione
dell’energia meccanica fra l’istante iniziale e quello finale. Assumiamo lo zero dell’energia
potenziale gravitazionale alla quota di partenza dei due corpi e osserviamo che quando la
molla torna a riposo ogni estremo si è spostato di Δ x 2 in orizzontale e quindi ciascun
corpo si è alzato di h = ( Δ x 2 ) tan θ . Pertanto
Ec,i + E p,i = Ec, f + E p, f
1 1 Δx
k Δ x 2 = ( m + m ) v2 + ( m + m ) g tan θ
2 2 2
e la velocità è
k Δ x 2 − 2mgΔ x tan θ
v= = 1.2 m/s
2m
Problema 2.16
57
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
k2
k1
Soluzione
1) Nel punto di equilibrio le due molle saranno deformate della stessa quantità (una sarà
compressa e una sarà elongata e quindi entrambe le molle spingono verso l’alto) e l’accele-
razione sarà nulla, per cui:
mg
k1Δ x0 + k2 Δ x0 − mg = 0 ⇒ Δ x0 = = 4 cm
k1 + k2
2) Tutte le forze agenti sono conservative, per cui utilizzando la legge di conservazione
dell’energia meccanica con variazione di quota h = Δx1-Δx0 e ricordando che la deforma-
zione è la stessa per le due molle, si ha
1 1 1
mv 2 + ( k1 + k2 ) Δ x02 + mg ( Δ x1 − Δ x0 ) = ( k1 + k2 ) Δ x12
2 2 2
per cui, quando ripassa per il punto d’equilibrio, il corpo ha velocità
v=
k1 + k2
m
( )
Δ x12 − Δ x02 − 2g ( Δ x1 − Δ x0 ) = 0.93 m/s
Problema 2.17
58
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
y k1
m
x
k2
Soluzione
1) Ciascuna delle due molle occupa a riposo metà del tubicino, per cui nella posizione
di equilibrio iniziale la loro deformazione è la stessa, ma quella superiore è elongata, men-
tre quella inferiore è compressa. Ambedue le forze elastiche agiscono quindi verso l’alto.
mg
k1Δ x + k2 Δ x − mg = 0 ⇒ Δ x = = 1.4 cm
k1 + k2
−k1Δ x − k2 Δ x − mg
−k1Δ x − k2 Δ x − mg = ma ⇒ a = = − 2g = −19.6 m/s2
m
3) Il tubicino è liscio per cui si conserva l’energia meccanica: nella posizione iniziale
c’è solo energia potenziale, mentre nella posizione finale c’è solo energia cinetica
1 1 1
mgΔ x + k1Δ x 2 + k2 Δ x 2 = mv 2
2 2 2
per cui la velocità di passaggio per il centro è
k1 + k2
v = 2gΔ x + Δ x 2 = 0.64 m/s
m
Problema 2.18
Un punto materiale di massa m = 250 g è collegato ad una fune e ad una molla come in
figura ad un’altezza h = 15 cm dal suolo. La fune è inestensibile, di massa trascurabile e
lunghezza d = 30 cm. La molla è ideale, di massa trascurabile, lunghezza a riposo trascura-
bile e costante elastica k = 2 N/m. Il corpo viene messo in moto con un impulso orizzontale
che gli conferisce la velocità iniziale v0 = v0 u x con v0= 3 m/s. Calcolare nell’istante in cui
la fune è orizzontale:
59
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
Soluzione
= d 2 + ( d + h ) = 0.54 m
2
v1 =
m
(
k 2
)
h − 2 − 2gd + v02 = 0.98 m/s
uT
2) Nella posizione finale la forza elastica ha componenti
T
Fel = k sin θ u N − k cos θ uT = kd u N − k ( h + d ) uT
uN F
e quindi la componente centripeta delle equazioni del moto del corpo e θ mg
nella posizione finale é
v12 v12
T1 + kd = m ⇒ T1 = m − kd = 0.2 N
d d
per cui la corda è ancora tesa e il corpo può effettivamente raggiungere l’orizzontale.
3) La componente tangenziale delle equazioni del moto del corpo nella posizione finale
é invece
−mg − k ( d + h ) = ma1,T
per cui l’accelerazione è
60
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
v14 ⎡ mg + k ( d + h ) ⎤
2
a1 = a1,2 N + a1,T
2
= 2
+⎢ ⎥ = 13.8 m/s
2
d ⎣ m ⎦
Problema 2.19
Due molle di uguale lunghezza a riposo = 0.3 m e massa trascurabile, aventi costante
elastica rispettivamente k1 =16 N/m e k2 =8 N/m sono assicurate a due supporti posti a di-
stanza 2 come mostra la figura (a). Una biglia forata di massa m =0.15 kg e dimensioni
trascurabili è infilata su una barretta posta verticalmente ed è agganciata alle due molle. La
biglia viene tirata verso il basso lungo la verticale finché la lunghezza di entrambe le molle
è raddoppiata come mostrato in figura (b), e bloccata con un fermo. Determinare:
1) la forza di reazione vincolare esercitata sulla biglia dal fermo R
All’istante t0 la biglia viene rilasciata. Determinare:
2) la velocità con cui passa per la posizione O di riposo
delle molle nell’ipotesi che la barretta sia liscia v
3) il lavoro fatto dall’attrito fra l’istante t0 e l’istante in cui arriva
in O con velocità nulla nell’ipotesi che la barretta sia scabra e
la biglia non compia un moto oscillatorio WAtt
m y
k1 k2
ℓ ℓ
o x
ℓ ℓ
θ θ
2ℓ 2ℓ
(a) (b)
Soluzione
1) Nella posizione iniziale la forza di reazione vincolare esercitata sulla biglia equilibra
la forza peso e le forze elastiche agenti su di essa
y
R + mg + k1r1 + k2 r2 = 0
dove, poiché le molle sono deformate della stessa quantità Δ , k1r1 k2r2
⎪⎧r1 = − Δ x u x + Δ y u y x
⎨
⎪⎩r2 = Δ x u x + Δ y u y mg R
sono le deformazioni di ciascuna molla nella posizione iniziale.
61
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
⎛ 1⎞
= 2 sin θ ⇒ θ = sin −1 ⎜ ⎟ = 30°
⎝ 2⎠
v=
( k1 + k2 ) 2 − 2mg 3
= 2.05 m/s
m
3) Non essendoci oscillazioni la biglia si ferma non appena arriva in O la prima volta. Il
bilancio energetico fra la posizione iniziale e finale della biglia è
1 2 1
WAtt = Δ Ec + Δ E p,el + Δ E p,g = −
k1 − k2 2 + mgy0 = − 0.32 J
2 2
che deve anche corrispondere all’energia cinetica acquistata dalla biglia nel caso senza at-
trito prospettato nella domanda 2, ovvero
1
WAtt = − mv 2 = − 0.32 J
2
Problema 2.20
62
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
estremo della molla è collegato alla rotaia esattamente dove quest’ultima comincia a curva-
re. Inizialmente il punto si trova ad altezza R rispetto al suolo. Il corpo viene lasciato libero
di muoversi da questa posizione. Determinare:
1) l’accelerazione iniziale del corpo a
2) il lavoro fatto dall’attrito sapendo che il corpo percorre
anche un tratto piano d = 80 cm di rotaia prima di fermarsi WAtt
y
m O
d x
Soluzione
1) Dopo aver individuato le forze agenti ( mg, FAtt , Fe e N ) e uN N FAtt
osservando che la molla ha lunghezza = R 2 per cui la forza
elastica è mg Fe
Fe = −k sen (π 4 ) u N + k cos (π 4 ) uT = −kR u N + kR uT
uT
le equazioni del moto del corpo all’istante iniziale, in cui la velocità è nulla,
sono
⎧ v2
⎪−kR + N = maN = m 0 = 0
⎨ R
⎪− μ N + kR + mg = ma = ma
⎩ T
2) Sia nella posizione iniziale che in quella finale il corpo è in quiete e ci sono quindi
solo variazioni di energia potenziale elastica e energia potenziale gravitazionale, per cui
applicando il bilancio energetico si ottiene
⎛1 1 ⎞
WAtt = Δ E p = ⎜ kd 2 − k2R 2 ⎟ − mgR = − 6.3 J
⎝2 2 ⎠
Si osservi che il calcolo diretto del lavoro è possibile solamente con una operazione di inte-
grazione, perché la reazione normale non è costante in quanto sia la forza elastica che la
forza peso hanno componente normale alla rotaia variabile con la posizione.
63
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
Problema 2.21
y
C O
d
R
θ
θ
B
m
A x
Soluzione
64
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
2) Poiché il piano è liscio, si conserva l’energia meccanica fra i punti A e B, per cui,
osservando che la molla torna a riposo
( Ec + E p ) A = ( Ec + E p ) B
1 1
k Δ2 = mv B2 + mgyB
2 2
dove yB = R 2 , per cui il corpo passa per B con velocità
Problema 2.22
65
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
teriale arriva in B:
1) la velocità v
2) il modulo della forza esercitata dalla rotaia N
3) il modulo dell’accelerazione a
A
m
R
B
C
Soluzione
1) La rotaia è liscia, per cui la reazione normale è in ogni punto della traiettoria normale
alla rotaia e non compie lavoro. Le altre forze sono conservative, e quindi si conserva
l’energia meccanica nello spostamento fra il punto A e il punto B
( Ec + E p ) A = ( Ec + E p ) B
1 1 1
k ( 2R ) = mv 2 + k R 2( )
2 2
mgR +
2 2 2
per cui in B la velocità è
2kR 2
v = 2gR + = 2.57 m/s
m
2) La rotaia è liscia, per cui la forza che esercita deve essere normale ad
essa in qualsiasi punto, ovvero orizzontale in B. In questo punto la N
componente normale dell’equazione del moto porge
Fe uN
v2 v2 mg π/4
N + kR = m ⇒ N=m − kR = 7.91 N
R R
uT
3) La componente tangenziale dell’equazione del moto invece è
mg + kR = maT
Allora le componenti dell’accelerazione sono
⎧ kR
⎪⎪aT = g + m ⎛ kR ⎞ v4
2
⎨ ⇒ a = ⎜ g + ⎟ + 2 = 36.9 m/s2
⎪a = v
2 ⎝ m⎠ R
⎪⎩ N R
66
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
Problema 2.23
M
v0
m
O
R
Soluzione
1) La tensione del filo è l’unica forza che agisce sul punto materiale in direzione radiale.
Allora all’istante della rottura la componente normale dell’equazione del moto è
v1 RTr
FN = Tr = m ⇒ v1 = = 28.3 m/s
R m
2) L’unico lavoro compiuto sul corpo m è quello del momento M O . Infatti non ci sono
altre forze che compiano lavoro, perché la tensione è normale allo spostamento, non
ci sono
attriti e non ci sono variazioni di quota del corpo. Il lavoro fatto dal momento M O causa
quindi la variazione di energia cinetica del corpo
θ
WM = ∫0
M dθ = Δ Ec
L’angolo totale descritto dal corpo prima della rottura è θ = 2π n , per cui si ha
1 1
M 2π n = mv12 − mv02
2 2
da cui si ricava
n=
(
m v12 − v02 ) = 31.7 giri
4π M
67
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
Problema 2.24
Un punto materiale di massa m = 300 g è vincolato ad una molla ideale di massa trascu-
rabile, lunghezza a riposo 0 = 10 cm e costante elastica k = 400 N/m. L’altro estremo della
molla è vincolato in un punto O di un piano orizzontale liscio su cui è appoggiato il siste-
ma. Sapendo che la massa compie un moto circolare uniforme di periodo T = 0.3 s, deter-
minare:
1) l’elongazione della molla Δx
Sapendo che per fare ruotare il punto materiale partendo da fermo con la molla a riposo-
si utilizza un motore che esercita la potenza costante P = 5 W, calcolare:
2) il tempo impiegato a raggiungere lo stato finale t
Se il piano fosse scabro con coefficiente di attrito dinamico fra piano e corpo m pari a
μ = 0.2, determinare:
3) il momento meccanico che dovrebbe esercitare il motore
per mantenere costante la velocità del corpo M
v0
m
O
R
Soluzione
FN = k Δ x = maN = mω 2 R ⇒ k Δ x = mω 2 ( 0 + Δ x)
68
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
W
t= = 0.39 s
P
3) Il momento meccanico che deve esercitare il motore deve compensare quello eserci-
tato dall’attrito in direzione opposta alla velocità
M = r × FAtt = FAtt R = μ mgR = μ mg ( 0 + Δ x ) = 0.088 Nm
Problema 2.25
ℓ
O
Soluzione
69
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
Tr Tr
− g cos θ r = 2g cos θ r ⇒ cos θ r = ⇒ θ r = 35.36°
m 3mg
e il suo modulo è
Problema 2.26
70
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
ωA
O
α
R
m
Soluzione
1) Il corpo si muove di moto circolare uniforme, per cui l’accelerazione tangenziale è
nulla e quindi le equazioni del moto sono
2) Il filo ha lunghezza
RA
= = 0.64 m
sen α
per cui la nuova traiettoria è circolare di raggio
RB = sen β = 0.63 m
Il moto è circolare uniforme: la velocità angolare si ricava riscrivendo in questa posi-
zione le equazioni del moto già ottenute per la domanda 1. Si ottiene
g tan β 2π
ωB = = 9.4 rad/s ⇒ T = == 0.67 s
RB ωB
71
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
Problema 2.27
m1 m2
Soluzione
1) Il lavoro fatto dal motore dall’istante iniziale fino al momento della rottura del brac-
cio
θr
W == ∫0
M dθ = M θ r = M 2π n
diventa energia cinetica del sistema, per cui, utilizzando il bilancio energetico e osservando
che ambedue i corpi hanno la stessa velocità v = ω R , si ha
1 1 1
W = Δ Ec ⇒ M 2π n = m1vr2 + m2 vr2 = ( m1 + m2 ) R 2ω r2
2 2 2
e la velocità angolare raggiunta dai due corpi all’istante di rottura è
M 4π n
ωr = = 70.9 rad/s
( m1 + m2 ) R2
2) L’equazione del moto lungo la direzione radiale è per entrambi i corpi
T = maN = mω 2 R
La tensione è proporzionale alla massa, per cui la barra si rompe dalla parte della massa
maggiore, ovvero si rompe il braccio attaccato a m2 nel momento in cui questo punto mate-
riale raggiungerà la velocità angolare ωr, cioè quando
Tr = m2ω r2 R = 100.5 N
72
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
Problema 2.28
Due punti materiali di massa m1 = 50 g e m2 = 200 g rispettivamente sono vincolati a
ruotare in un piano orizzontale liscio attorno ad un asse verticale passante per il centro di
una barra rigida di massa trascurabile che li unisce, tramite un opportuno sistema di perni.
Il sistema viene messo in moto utilizzando un motore applicato all'asse che fornisce un
momento meccanico di modulo M = 0.08 Nm costante. Ciascun braccio della barra è lungo
R = 10 cm e sopporta una tensione massima di rottura Tr = 30 N in direzione parallela alla
barra. Calcolare:
1) la velocità angolare al momento della rottura ωr
2) il tempo necessario a rompere il braccio collegato a m2 tr
Supponendo di ripetere la prova su una superficie scabra con coefficiente di attrito fra i
corpi e il piano μ = 0.2, calcolare:
3) la potenza del motore per rompere la barra dopo n = 3 giri Pm
ω π
m1 O m2
Soluzione
( m1 + m2 ) R2ω = Mt
e il braccio si rompe all’istante
tr =
( m1 + m2 ) R2ω r = 1.2 s
M
73
Dinamica del punto materiale Capitolo 2
In alternativa si può osservare che, essendo il moto circolare ( r = cost ) la seconda equazio-
ne cardinale si può scrivere come
dL d dv
M= = ( r × mv ) = r × m = r × ma = cost
dt dt dt
e quindi l’accelerazione è costante e il moto è circolare uniformemente accelerato
⎧ 1 2
⎪θ = θ 0 + ω 0 t + α t
⎨ 2 con θ 0 = 0 e ω 0 = 0
⎪⎩ω = ω 0 + α t
1 ( m1 + m2 ) R2ω r2
Mθr =
2
( m1 + m2 ) R2ω r2 ⇒ θr =
2M
= 23.4 rad
per cui
2θ r
tr = = 1.2 s
ωr
3) Se il piano è scabro compare una forza d’attrito di modulo FAtt = μ N = μ mg costan-
te e tangente alla traiettoria su ciascun
corpo. La forza d’attrito, ha rispetto al polo O, un
momento meccanico resistente M Att = r × FAtt che si somma al momento M esercitato dal
motore. Il bilancio energetico fra l’istante iniziale e l’istante in cui avviene la rottura è
1
W − μ ( m1 + m2 ) gRθ r = ( m1 + m2 ) R 2ω r2
2
dove W è il lavoro fatto dal motore. La rottura avviene quando viene raggiunta la velocità
angolare ω r dopo avere spazzato l’angolo θ r = 2π n , per cui
1
W =
2
( m1 + m2 ) R2ω r2 + μ ( m1 + m2 ) gR2π n = 2.8 J
La forza d’attrito e il momento esercitato dal motore sono costanti, per cui è ancora co-
stante l’accelerazione angolare del sistema, e, ripetendo il calcolo del punto 1, la rottura
avviene all’istante
2θ r 4π n
t r′ = =
ωr ωr
Il lavoro deve essere prodotto nel tempo tr per cui la potenza sviluppata dal motore deve
essere
W Wωr
P = = = 2.88 W
t r′ 4π n
74
Capitolo 2 Dinamica del punto materiale
Problema 2.29
Soluzione
1) L’accelerazione del punto materiale può essere determinata derivando due volte la
funzione r ( t )
dr
= −Aω sen (ω t ) u x + Bω cos (ω t ) u y
dt
d2r
dt 2
(
)
= −Aω 2 cos (ω t ) u x − Bω 2 sen (ω t ) u y = −ω 2 A cos (ω t ) u x + B sen (ω t ) u y = −ω 2 r
2) La forza ha la forma F = f ( r ) ur per cui è di tipo centrale ed è quindi conservativa.
L’energia potenziale è legata alla forza dalle equazioni
⎧ ∂E p
⎪⎪ Fr = − ∂r
⎨
⎪ F = − 1 ∂E p
⎪⎩ θ r ∂θ
ma poiché la forza ha componenti
⎧⎪ Fr = −mω 2 r
⎨
⎩⎪ Fθ = 0
e quindi è solo funzione di r e possiamo utilizzare la derivata totale, per cui
dE p = −Fr dr = mω 2 r dr
per cui integrando
EP,1 r1
∫ 0
dE p = ∫
0
mω 2 r dr
mω 2
{ }
2
r
⎡⎣ A cos (ω t1 ) ⎤⎦ + ⎡⎣ B sen (ω t1 ) ⎤⎦ = 2.8 J
2 2
E p,1 = mω 2 1
=
2 2
75
Capitolo 3
Problema 3.1
Due corpi puntiformi di massa m1 = 0.24 kg e m2 = 0.15 kg, sono fermi nell’origine di
un asse x orizzontale, lungo il quale possono muoversi senza attrito. Nell’istante t0 = 0 en-
trambi i corpi iniziano a muoversi: il corpo m1 si sposta con accelerazione costante
a1 = a1u x , con a1 = 1.8 m/s2; il corpo m2 si sposta lungo il verso negativo dell’asse con
velocità costante v2 = −v2 u x , con v2 = 3.6 m/s. Calcolare
1) l’istante in cui il centro di massa del sistema coincide con l’origine t1
2) l’istante in cui la velocità del centro di massa è nulla t2
3) la risultante delle forze esterne agenti sul sistema F(E)
v2 a1
0 x
Soluzione
⎛1 ⎞
m1 ⎜ a1t12 ⎟ + m2 ( −v2 t1 )
⎝2 ⎠
xG ( t1 ) = = 0 ⇒ m1a1t12 − 2m2 v2 t1 = 0
m1 + m2
79
Dinamica dei sistemi di punti materiali Capitolo 3
Problema 3.2
m1
m2
h
θ
Soluzione
80
Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali
⎧ m1a cos θ
⎪aG, x = m + m = 0.53 m/s
2
⎪ 1 2
⎨ ⇒ aG = aG,
2
x + aG, y = 1.32 m/s
2 2
⎪aG, y = m a sen θ − m2 a
1
= −1.21 m/s2
⎪⎩ m1 + m2
2h
t1 = = 1.12 s
a
Anche il centro di massa si muove di moto rettilineo uniformemente accelerato, lungo la
( )
direzione che forma l’angolo α = tan −1 aG, y aG, x con l’asse orizzontale, per cui nello
stesso intervallo di tempo si sposta di
1
d= aG t12 = 83.4 cm
2
3) Le velocità di ambedue i corpi e del centro di massa all’istante t1 sono
81
Dinamica dei sistemi di punti materiali Capitolo 3
Problema 3.3
T2
m2
m3 T1
m m1
Soluzione
1) I corpi sono solidali nel loro moto, per cui hanno la stessa accelerazione scalare, ov-
vero lo stesso modulo dell’accelerazione vettoriale. Le funi sono diverse e quindi hanno
tensioni diverse. Il corpo m3 si muove lungo il piano inclinato e gli altri due corpi si muo-
vono lungo la verticale, per cui conviene scegliere un sistema di riferimento non ortonor-
male con gli assi coordinati lungo queste direzioni. Con questa scelta la componente del-
l’accelerazione lungo gli assi scelti è il modulo dell’accelerazione. Supponendo che il corpo
m3 scenda lungo il piano inclinato e pertanto gli altri due corpi salgano, le equazioni del
moto di ciascun punto materiale sono
⎧T1 − m1g = m1a y T1
⎪ T2 T1
⎨T2 − T1 − m2 g = m2 a N
⎪−T + k Δ + m g sen θ = m a
⎩ 2 3 3
x m 1g m 2g , T 2 Fe m3g
per cui se risulterà a < 0 il moto
avviene in direzione opposta.
Sommando membro a membro le tre equazioni
si ottiene
−m1g − m2 g + k Δ + m3 g sen θ = m1a + m2 a + m3a
per cui l’accelerazione è
82
Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali
k Δ + m3 g sen θ − ( m1 + m2 ) g
a= = 3.86 m/s2
m1 + m2 + m3
2) Dall’equazione del moto di m1 ricaviamo la tensione del primo filo
T1 = m1 ( g + a ) = 27.3 N
che sostituita nella equazione del moto di m2 porge
T2 − m1 ( g + a ) − m2 g = m2 a
per cui la tensione del secondo filo è data da
T2 = ( m1 + m2 ) ( g + a ) = 68.3 N
3) Le componenti dell’accelerazione del centro di massa nel sistema di riferimento or-
tonormale (x,y) della figura a lato sono
⎧ −m3a cos θ
⎪aG, x = m + m + m = − 2.06 m/s
2
y
⎪ 1 2 3
⎨
⎪a = 1 ( m + m 2 ) a − m3a sen θ
= 0.3 m/s2
⎪⎩ G, y a1 , a2
m1 + m2 + m3
per cui l’accelerazione del centro di massa è θ x
a3
aG = aG,
2
x + aG, y = 2.08 m/s
2 2
⎛π ⎞
( m3a )2 + ⎡⎣( m1 + m2 ) a ⎤⎦ + 2m3a ( m1 + m2 ) a cos ⎜ + θ ⎟
2
⎝2 ⎠
aG = = 2.08 m/s2
m1 + m2 + m3
Problema 3.4
83
Dinamica dei sistemi di punti materiali Capitolo 3
T2
m2
m3 T1
m m1
Soluzione
Δh =
( m1 + m2 ) Δ − m3Δ sen θ = 3.1 cm
m1 + m2 + m3
2) Il corpo m3 percorre il tratto Δ lungo il piano inclinato mentre su di esso agisce la
forza di attrito FAtt = μ N = μ m3 g cos θ , Il centro di massa del sistema si alza di Δh e la
forza elastica si annulla. Il bilancio energetico applicato al sistema fra la posizione iniziale
e la posizione finale è quindi
WAtt = Δ Ec + Δ E p
1
− μ m3 g cos θ Δ = Ec + ( m1 + m2 + m3 ) gΔh − k Δ2
2
e quindi l’energia cinetica del sistema nell’istante t1 è
1
Ec = − μ m3 g cos θ Δ − ( m1 + m2 + m3 ) gΔh + k Δ2 = 5.3 J
2
3) I corpi sono solidali e quindi hanno lo stesso modulo dell’accelerazione. Pertanto le
equazioni del moto di ciascun punto mate-
riale, poiché il corpo m3 scende lungo il y
T2 , FAtt
piano inclinato, sono all’istante t1 T1 T2 N
⎧T1 − m1g = m1a
⎪
⎨T2 − T1 − m2 g = m2 a x m1g m 2g , T 1 m 3g
⎪−T − μ m g cos θ + m g sen θ = m a
⎩ 2 3 3 3
e si può procedere come nel problema 3.3. Si può in alternativa osservare che le tensioni dei
fili sono forze interne e si può quindi utilizzare la prima equazione cardinale
F ( E ) = ( m1 + m2 + m3 ) g + FAtt + N = ( m1 + m2 + m3 ) aG
84
Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali
aG = aG,
2
x + aG, y = 5.46 m/s
2 2
Problema 3.5
y
m2
m1
Soluzione
1) Le forze esterne non bilanciate agenti sul sistema appena lo si lascia libero di muo-
versi sono la forza elastica e la forza di attrito fra m1 e il pavimento, mentre al forza di attri-
to fra i due corpi è interna al sistema, per cui l’equazione del moto del centro di massa è
( m1 + m2 ) ( aG + μ g ) = 0.42 m
( m1 + m2 ) aG = k Δ x − μ ( m1 + m2 ) g ⇒ Δx =
k
85
Dinamica dei sistemi di punti materiali Capitolo 3
2) L’effetto della forza elastica è mettere in moto il corpo m1 cui è applicata. Lo stri-
sciamento fra m1 e m2 genera una forza di attrito FAtt = μ m2 g fra i due corpi, interna al
sistema, che frena m1. Tale forza per il principio di azione e reazione agisce, in verso oppo-
sto, anche sul corpo m2 mettendolo in moto. Pertanto l’equazione del moto di m2 è
m2 a2 = μ m2 g ⇒ a2 = μ g = 0.98 m/s2
k Δ x − μ ( m1 + m2 ) g − μ m2 g = m1a1
per cui
k Δ x − μ ( m1 + m2 ) g − μ m2 g
a1 = = 2.17 m/s2
m1
oppure si può utilizzare la definizione di accelerazione del centro di massa
aG =
m1a1 + m2 a2
⇒ a1 =
( m1 + m2 ) aG − m2 a2 = 2.17 m/s2
m1 + m2 m1
Problema 3.6
y v2
m2
m1
86
Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali
Soluzione
1) Osservando che all’istante t il corpo m1 si ferma, la velocità del centro di massa G del
sistema è data da,
m v + m2 v 2 m v
vG = 1 1 = − 2 2 u x = ( − 0.57m/s ) u x
m1 + m2 m1 + m2
2) L’attrito fra i corpi è una forza interna al sistema m1–m2 e quindi non contribuisce
all’equazione del moto del sistema, mentre l’attrito fra m1 e pavimento agisce sul corpo m1
fino all’istante in cui si arresta, per cui l’equazione del moto del centro di massa è in quel-
l’istante
k Δ x + μ ( m1 + m2 ) g = ( m1 + m2 ) aG
da cui si ricava, immediatamente prima dell’istante t di massima compressione,
k Δ x + μ ( m1 + m2 ) g
aG = = 3.12 m/s2
m1 + m2
positiva, diretta verso destra, per cui sta frenando il sistema.
3) Poiché nell’istante di massima compressione della molla il corpo m1 è fermo, l’ener-
gia cinetica del sistema è quella del corpo m2
1
Ec = m2 v22
2
ma per il teorema di König dell’energia cinetica essa vale anche
1
Ec =
2
( m1 + m2 ) vG2 + Ec′
per cui
1 1
Ec′ = m2 v22 − ( m1 + m2 ) vG2 = 13.7 J
2 2
4) La forza di attrito fra m1 e pavimento all’istante t è nulla e all’istante t+dt cambia
segno rispetto all’istante t–dt, per cui l’equazione del moto del centro di massa immediata-
mente dopo l’istante t è
k Δ x − μ ( m1 + m2 ) g
k Δ x − μ ( m1 + m2 ) g = ( m1 + m2 ) aG ⇒ aG = = 1.16 m/s2
m1 + m2
Problema 3.7
87
Dinamica dei sistemi di punti materiali Capitolo 3
all'estremo lontano dalla molla. I due blocchetti sono di materiale diverso e tra essi e la
tavola c'è attrito con coefficiente di attrito dinamico μ2 = 0.2 e μ3 = 0.3 rispettivamente,
mentre l'attrito fra il pavimento e m1 è trascurabile. Si lascia libero il sistema di muoversi e
si osserva che l’attrito statico non è sufficiente a tenere fermi i blocchetti rispetto alla tavo-
la. Calcolare, osservando che la molla cessa di agire una volta tornata alla sua lunghezza di
riposo:
1) l’accelerazione iniziale del centro di massa del sistema aG
2) l’accelerazione iniziale della tavola a1
3) l’accelerazione iniziale dei blocchetti a2, a3
4) il modulo della forza di contatto che si esercita
fra i blocchetti m2 e m3 R
5) l’energia cinetica del sistema quando i corpi cadono dalla tavola Ec
y
m3 m2
m1
d x
Soluzione
1) Il sistema si sposta verso destra rimanendo sul piano. L’unica forza esterna al sistema
agente in direzione del moto è la forza elastica, mentre le forze di attrito e la forza di con-
tatto fra i due blocchetti sono interne al sistema, per cui la prima equazione cardinale porge
kΔx
F ( ) = k Δ x = ( m1 + m2 + m3 ) aG
E
⇒ aG = = 4.01 m/s2
m1 + m2 + m3
2) Sulla tavola agisce la forza elastica che la mette in moto e le forze di attrito con i due
blocchetti che si oppongono al suo moto. La componente x dell’equazione del moto della
tavola è
k Δ x − μ 2 m2 g − μ 3 m 3 g
k Δ x − μ2 m2 g − μ 3 m3 g = m1a1 ⇒ a1 = = 4.26 m/s2
m1
3) Le forze di attrito agenti sui blocchetti sono le forze responsabili del loro moto. Os-
serviamo che
FAtt,2 = μ2 m2 g < FAtt,3 = μ 3 m3 g
per cui se fossero separati l’accelerazione a3* del blocchetto m3 sarebbe superiore a quella
a2* del blocchetto m2. Infatti
88
Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali
Il blocchetto m3 esercita quindi su m2 una forza R che lo accelera. Per il principio di azione
e reazione il blocchetto m2 esercita su m3 una forza uguale e contraria che lo frena. I bloc-
chetti si muovono pertanto solidali con la stessa accelerazione a2 = a3 = a.
Per definizione di accelerazione del centro di massa
aG =
m1a1 + m2 a2 + m3a3
⇒ a = a2 = a3 =
( m1 + m2 + m3 ) aG − m1a1 = 2.45 m/s2
m1 + m2 + m3 m2 + m 3
oppure, utilizzando la prima equazione cardinale sul sistema composto dai due blocchetti
per il quale le forze esterne sono solo le forze di attrito sui blocchetti,
μ 2 m2 g + μ 3 m 3 g
μ2 m2 g + μ 3 m3 g = ( m2 + m3 ) a ⇒ a = a2 = a3 = = 2.45 m/s2
m2 + m 3
R + μ2 m2 g = m2 a2 ⇒ R = m2 a2 − μ2 m2 g = 0.39 N
5) La molla cessa di agire nel momento in cui è arrivata a riposo. Da questo istante i
corpi continuano il loro moto e le uniche forze agenti sono le forze di attrito. I corpi cadono
dalla tavola dopo averla percorsa completamente, ovvero nell’approssimazione del proble-
ma in cui le dimensioni dei corpi sono trascurabili, le forze di attrito agiscono per la distan-
za d. Il bilancio energetico fra l’istante iniziale e l’istante in cui i corpi cadono è
1 1
− μ2 m2 gd − μ 3 m3 gd = Ec − kΔx2 ⇒ Ec = k Δ x 2 − μ2 m2 gd − μ 3 m3 gd = 1.33 J
2 2
Problema 3.8
Una biglia forata di massa m1 = 100 g scorre con attrito lungo un filo inestensibile di
massa trascurabile collegato, attraverso una carrucola liscia fissata nel suo centro O, ad un
corpo di massa m2 =120 g fissato all’altro capo del filo. I due corpi vengono lasciati liberi di
muoversi con velocità iniziale nulla e si muovono con accelerazioni costanti. Sapendo che
dopo t = 0.7 s la biglia è scesa di h1 = 60 cm, determinare in questo istante:
1) l’accelerazione della biglia a1
2) il modulo della forza di attrito tra filo e biglia FAtt
3) la velocità del centro di massa del sistema biglia-corpo vG
4) l’energia cinetica relativa al centro di massa
del sistema biglia-corpo E′c
5) il lavoro fatto dalla forza d’attrito nell’intervallo di tempo t WAtt
89
Dinamica dei sistemi di punti materiali Capitolo 3
m1
m2
Soluzione
1) La biglia scende con moto uniformemente accelerato, per cui scegliendo l’asse verti-
cale y orientato verso il basso, lo spazio percorso nel tempo t è
1 2 2h1
h1 = a1t ⇒ a1 = 2
= 2.45 m/s2
2 t
2) Fra la biglia e il filo si sviluppa una forza in-
terna di attrito dinamico che agisce in direzione oppo- biglia filo corpo
sta sui due corpi in base al principio di azione e rea-
zione. Se la biglia fosse libera di scendere, si muove-
rebbe verso il basso per effetto dell’unica forza ester-
na agente ovvero la forza peso: la forza di attrito,
FAtt T T
quindi si oppone a questo movimento ed è diretta
verso l’alto. Per il principio di azione e reazione una m1g FAtt m2g
forza eguale ed opposta agisce sul filo e si somma
vettorialmente alla sua tensione. Le equazioni del
moto sono allora, per biglia e filo rispettivamente,
⎧ m1g − FAtt = m1a1
⎨F − T = m a = 0
⎩⎪ Att filo filo
90
Capitolo 3 Dinamica dei sistemi di punti materiali
91
Capitolo 4
Moti relativi
Capitolo 4 Moti relativi
Problema 4.1
Una pallina viene lanciata verso l’alto all’interno di un ascensore che si muove verso
l’alto con accelerazione aT = 2 m/s2. I parametri del lancio relativi all’ascensore sono: ango-
lo con l’orizzontale θ = 80°; altezza rispetto al pavimento dell’ascensore h = 1.5 m; velocità
relativa all’ascensore v0′ = 3 m/s . Determinare:
1) l’accelerazione del punto nel sistema di riferimento dell’ascensore a′
2) la massima altezza raggiunta rispetto al pavimento H
3) il tempo impiegato a ricadere sul pavimento tP
aT
y
`
v0 H
`
x
`
Soluzione
1) L’unica forza non apparente che agisce sulla pallina in moto è la forza peso, per cui
l’accelerazione assoluta del corpo è l’accelerazione di gravità g diretta verso il basso. L’ac-
celerazione di trascinamento è l’accelerazione del sistema relativo che si muove con
l’ascensore e quindi è pari ad aT . La legge di trasformazione delle accelerazioni è
a = a ′ + aT ove le accelerazioni sono tutte dirette lungo la verticale, per cui
−g = a ′ + aT ⇒ a ′ = − ( aT + g ) = −11.81 m/s2
95
Moti relativi Capitolo 4
Problema 4.2
Si consideri un ascensore che si muove con accelerazione aT = − g 3 e che contiene,
sospeso mediante una carrucola liscia di massa trascurabile, il sistema meccanico, riportato
in figura, costituito dalle masse m1 e m2 = m1/3 collegate fra loro da una fune inestensibile
di massa trascurabile. Calcolare le accelerazioni di m1 e m2 rispetto:
1) ad un osservatore solidale con l'ascensore a'1, a'2
2) ad un osservatore (inerziale) al suolo a1, a2
y aT
y`
m1
m2
x x`
96
Moti relativi Capitolo 4
Soluzione
⎧ 2
⎪⎪a1′ = 3 g 2 1 1
⎨ ⇒ a1 = − g + g = − g ( verso il basso )
⎪aT = − g1 3 3 3
⎪⎩ 3
e applicata a m2 porge
⎧ 2
⎪⎪a2′ = − 3 g 2 1
⎨ ⇒ a2 = g + g = g ( verso l'alto )
⎪aT = − 1 g 3 3
⎪⎩ 3
Si noti che a1′ = − a2′ , mentre a1 ≠ − a2 . La condizione a1 = − a2 vale infatti solo nei sistemi
inerziali (vT = cost), mentre l’accelerazione dell’ascensore implica che aT si somma all’ac-
97
Moti relativi Capitolo 4
Problema 4.3
m u0
v0
M
Soluzione
1) L’unica forza che agisce durante il moto è la forza di attrito fra tavola e corpo che è
interna al sistema. Pertanto si conserva la quantità di moto fra l’istante iniziale e l’istante
finale in cui il punto materiale è in quiete rispetto alla tavola e quindi due corpi si muovono
con la medesima velocità assoluta
m1v0 + m2 u0 = ( m1 + m2 ) v
La velocità assoluta del corpo m2 all’istante iniziale è
u0 = u0′ + v0
poiché la velocità di trascinamento è la velocità della tavola. Allora
m1v0 + m2 ( u0′ + v0 )
m1v0 + m2 ( u0′ + v0 ) = ( m1 + m2 ) v ⇒ v = = 0.36 m/s
m1 + m2
2) Si osserva che nel sistema assoluto la forza d’attrito accelera la tavola, mentre frena il
corpo m2, in accordo con il principio di azione e reazione. L’equazione del moto per la ta-
vola è
μ m2 g
F = μ m2 g = m1a1 ⇒ a1 = = 0.15 m/s2
m1
98
Moti relativi Capitolo 4
oppure si può scrivere direttamente l’equazione del moto del corpo nel sistema relativo alla
tavola ricordando che subisce una forza d’inerzia −m2 a1
Problema 4.4
m3
m2
m1 ℓ
Soluzione
1) I corpi m2 e m3 sono solidali, per cui avranno in modulo la stessa accelerazione asso-
luta, a2 = a3. Se la tavola m1 fosse libera scenderebbe dal piano inclinato, per
cui l’effetto della forza d’attrito generata dallo strisciamento con il corpo m2 y
è di opporsi a questo moto, quindi è diretta verso l’alto. Per il principio
di azione e reazione la forza di attrito sul corpo m2 è pertanto diretta ver-
so il basso. Le equazioni del moto di ciascun punto materiale nel si-
stema di riferimento non ortonormale della figura per m1 e m2 lungo y x
e m3 lungo x sono
99
Moti relativi Capitolo 4
che applicata ai tre corpi del sistema di punti materiali, per il quale l’accelerazione di tra-
scinamento è aT = a1 , porge nel sistema di riferimento della figura
a1′ = a1 − a1 = 0
y
′ x = a2, x − a1, x = ( a2 − a1 ) cos θ = 7.74 m/s2
⎧⎪a2,
⎨
′ y = a2, y − a1, y = ( a2 − a1 ) sen θ = 4.47 m/s2
⎩⎪a2, x
⎧⎪a3,′ x = a2, x − a1, x = −a1 cos θ = 3.52 m/s2
⎨
⎪⎩a3,′ y = a3, y − a1, y = −a3 − a1 sen θ = −2.85 m/s
2
per cui l’accelerazione del centro di massa nel sistema di riferimento relativo è
⎧ m a ′ + m3a3,′ x
′ x = 2 2, x
⎪aG, = 2.54 m/s2
⎪ m1 + m 2 + m 3
⎨ ⇒ aG′ = aG,
2
x + aG, y = 2.58 m/s
2 2
m a ′
⎪a ′ = 2 2, y + m a ′
3 3, y
= −0.41 m/s2
⎪⎩ G, y m1 + m2 + m3
100
Moti relativi Capitolo 4
1 2
= a2′ t 2 ⇒ t= = 0.67 s
2 a2′
per cui la velocità assoluta del corpo m2 nel momento in cui cade dalla tavola è
v2 = a2 t = 3.27 m/s
Problema 4.5
x m1
m3
m2 θ
x
Soluzione
1) La massa del corpo m1 è nettamente inferiore a quella del sistema m2–m3, per cui m1
sale lungo il piano inclinato, mentre il sistema scende.
Il modulo a1 dell’accelerazione di m1 è anche il modulo dell’accelerazione del centro
della carrucola. Quindi il sistema di riferimento relativo ( x ′, y ′ ) , fissato alla carrucola che
sostiene il sistema m2–m3, è accelerato con accelerazione a1 diretta verso il basso. Un os-
servatore solidale a questo sistema vede m2 salire e m3 scendere con accelerazioni eguali e
opposte a3′ = − a2′ , ma deve tenere conto
delle forze d’inerzia apparenti −m2 a1 e y
T2, –m2a1 T2, –m3a1
−m3a1 dovute allo stato di moto accele-
rato del sistema di riferimento, agenti
rispettivamente su m2 e m3 con verso op-
x
posto ad a1 . Le equazioni del moto dei m2g m3g
due corpi nel sistema relativo sono pertan-
to, detto T2 il modulo della tensione del
101
Moti relativi Capitolo 4
a2′ =
( m2 − m3 ) a1 − ( m2 − m3 ) g
m2 + m 3
che, sostituita nella prima equazione,
T2 − m2 g + m2 a1 = m2
( m2 − m3 ) a1 − ( m2 − m3 ) g
m2 + m 3
porge la tensione del filo
2m2 m3 2m2 m3
T2 = g− a1 x T1 N
m2 + m 3 m2 + m 3 T1
Le equazioni del moto del corpo m1 FAtt
e della carrucola, di massa nulla, lun-
go la loro rispettiva direzione di moto T2 T2 y m1g
nel sistema assoluto sono
⎧T1 − m1g sen θ − μ m1g cos θ = m1a1
⎨
⎩−T1 + T2 + T2 = 0
da cui otteniamo l’equazione
2T2 − m1g ( sen θ + μ cos θ ) = m1a1
dove, sostituendo l’espressione di T2,
4m2 m3 4m2 m3
g− a1 − m1g ( sen θ + μ cos θ ) = m1a1
m2 + m 3 m2 + m 3
si ricava
4m2 m3 − m1 ( m2 + m3 ) ( sen θ + μ cos θ )
a1 = g = 4.98 m/s2
4m2 m3 + m1 ( m2 + m3 )
102
Moti relativi Capitolo 4
2) L’accelerazione del sistema di riferimento relativo è aT = −a1u y per cui la legge di
trasformazione delle accelerazioni fra sistemi in moto relativo traslatorio applicata a m2,
a2 = a2′ + aT , osservando che tutte le accelerazioni sono verticali, porge
a2 = a2′ − a1 =
( m2 − m3 ) a1 − ( m2 − m3 ) g − a = − 4.01 m/s2
1
m2 + m 3
verso il basso.
3) La legge di trasformazione delle accelerazioni fra sistemi in moto relativo traslatorio
applicata a m3, a3 = a3′ + aT porge
a3 = − a2′ − a1 = −
( m2 − m3 ) a1 − ( m2 − m3 ) g − a = − 5.95 m/s2
1
m2 + m 3
verso il basso.
Osserviamo quindi che nel sistema relativo, non inerziale, solidale alla carrucola ( x ′, y ′ ) m2
sale e m3 scende, mentre nel sistema assoluto, inerziale, fissato a terra entrambi i corpi
scendono e il corpo m1 sale lungo il piano inclinato.
Problema 4.6
m2 y`
y
m1
a
x`
α
x
Soluzione
Nel sistema di riferimento non inerziale relativo al cuneo ( x ′, y ′ ) compaiono le forze
apparenti d’inerzia −m1a e −m2 a agenti rispettivamente su m1 e m2. L’osservatore non
inerziale solidale al cuneo vede i due blocchi scendere lungo il cuneo, le forze agenti su
103
Moti relativi Capitolo 4
blocchetto m1 blocchetto m2
T , FAtt,1 y` N2 FAtt,2
N1
–m2a
α α
–m1a
α x` α
T
m1g m2g
I due blocchi sono collegati da una fune inestensibile in tensione che li obbliga ad avere la
stessa accelerazione. Le componenti nel sistema di riferimento relativo dell’equazione del
moto di m1 sono
⎧ m1g sen α − μ1 N1 − T + m1a cos α = m1a12
′
⎨
N
⎩ 1 − m 1 g cos α + m1 a sen α = 0
Le componenti nel sistema relativo dell’equazione del moto di m2 sono
⎧ m2 g sen α − μ2 N 2 + T + m2 a cos α = m2 a12
′
⎨
⎩ N 2 − m2 g cos α + m2 a sen α = 0
per cui le forze di reazione normale sui due blocchetti sono
⎧ N1 = m1g cos α − m1a sen α
⎨
⎩ N 2 = m2 g cos α − m2 a sen α
che sostituite nelle rispettive equazioni danno il sistema risolutivo
104
Moti relativi Capitolo 4
per cui
m1m2
T=
m1 + m2
( μ1 − μ2 ) ( a sen α − g cos α ) = 0.4 N
2) L’accelerazione di corpi nel sistema relativo può essere calcolata da una qualsiasi
delle equazioni del sistema: per esempio utilizzando la prima si ottiene
T
′ = g sen α + a cos α − μ1 ( g cos α − a sen α ) −
a12 = 8.44 m/s
m1
diretta lungo il piano inclinato verso il basso.
3) La legge di trasformazione fra sistemi in moto relativo traslatorio porge
a12 = a12 ′ +a
con componenti
⎧⎪a12, x = − a12
′ cos α + a = 2.31 m/s2
⎨
′ sen α = − 4.22 m/s2
⎩⎪a12, y = − a12
per cui il modulo dell’accelerazione assoluta dei corpi è
a12 = a12,
2
x + a12, y = 4.81 m/s
2 2
Problema 4.7
y y`
m2
x`
m1
α
x
Soluzione
105
Moti relativi Capitolo 4
scende lungo il piano inclinato con accelerazione a2′ = a2′ u x ′ . L’accelerazione del sistema
di riferimento relativo, e quindi del piano inclinato, è a1 = a1u x , perché il
cuneo scorre sul tavolo. Il corpo m2 subisce pertanto una forza apparente N FAtt
d’inerzia −m2 a1 e le componenti della sua equazione del moto sono
quindi
α
⎧ m2 g sen α − FAtt + m2 a1 cos α = m2 a2′ –m2a1
α
⎨
⎩ N − m2 g cos α + m2 a1 sen α = 0
m2g
per cui
N = m2 g cos α − m2 a1 sen α
y
Per il principio di azione e reazione la forza di attrito e la reazione normale
agiscono sul cuneo in verso opposto causandone l’accelerazione. Poi-
ché il piano inclinato si muove in direzione orizzontale la sua equa- α
zione del moto lungo l’asse x è Nx
FAtt α
N sen α − FAtt cos α = m1a1
ovvero
m1a1 = N sen α − μ N cos α = N ( sen α − μ cos α ) =
= ( m2 g cos α − m2 a1 sen α ) ( sen α − μ cos α )
ovvero
a1 ⎡⎣ m1 + m2 sin α ( sin α − μ cos α ) ⎤⎦ = m2 g cos α ( sin α − μ cos α )
e quindi l’accelerazione del piano inclinato è
m2 g cos α ( sin α − μ cos α )
a1 = = 0.52 m/s2
m1 + m2 sin α ( sin α − μ cos α )
2) La reazione normale è
N = m2 g cos α − m2 a1 sen α = 1.73 N
3) Nel sistema di riferimento assoluto sul corpo m2 agiscono la forza
N α FAtt
peso, la forza di attrito e la forza di reazione normale, per cui le α
componenti della sua equazione del moto sono
⎧⎪ FAtt cos α − N sen α = m2 a2, x m2g
⎨
⎩⎪ FAtt sen α + N cos α − m2 g = m2 a2, y
e le componenti dell’accelerazione assoluta di m2 sono
⎧ N
⎪a2, x = m ( μ cos α − sen α ) = −1.31 m/s
2
⎪ 2
⎨
N
⎪a2, y =
⎪⎩ m2
( μ sen α + cos α ) − g = − 0.87 m/s2
106
Moti relativi Capitolo 4
Problema 4.8
Due pattinatori su ghiaccio tengono le estremità di una fune inestensibile di massa tra-
scurabile. I due, di massa rispettivamente m1 = 80 kg e m2 = 60 kg e inizialmente fermi,
tirano la fune per un tempo Δt = 10 s e vengono attirati l'uno verso l'altro. La superficie
ghiacciata è orizzontale e l'attrito è trascurabile. Se, una volta terminato di tirare la corda, i
due pattinatori si avvicinano con velocità relativa v ′ = 4 m/s, determinare
1) le velocità dei due pattinatori v1, v2
2) il modulo dell’impulso impresso da un pattinatore all’altro i
3) la tensione media della corda Tm
v1 v2
Soluzione
1) La forza che si esercita fra i pattinatori quando tirano la corda è una forza interna e
non ci sono altre forze agenti in direzione del moto. Si conserva quindi la quantità di moto
del sistema costituito dai due pattinatori
m1v1 + m2 v2 = 0
La velocità v ′ con cui si avvicinano è la velocità relativa di uno qualsiasi dei due patti-
natori nel sistema relativo solidale con l’altro. Scegliendo tale sistema solidale al pattinato-
re 1, per cui la velocità di trascinamento del sistema è v1 , si ha
v2 = v ′ + v1
Ricavando v1 dalla conservazione della quantità di moto , si ottiene
107
Moti relativi Capitolo 4
m
v2 = v ′ − 2 v2
m1
per cui le velocità assolute dei due pattinatori sono
⎧ m1
⎪ v2 = v ′ = 2.29 m/s
⎨ m 1 + m2
⎪ v = v − v ′ = 1.71 m/s
⎩ 1 2
ove abbiamo considerato che il pattinatore 2 si muove verso sinistra, per cui v2 > 0 e v ′ > 0,
mentre il pattinatore 1 si muove verso destra, per cui v1 > 0.
2) L’impulso è pari alla variazione di quantità di moto del corpo che lo subisce. Poiché è
dovuto ad una forza interna esso sarà in questo caso uguale e opposto sui due pattinatori,
ossia
i = m1v1 = m2 v2 = 137 Ns
3) L’impulso viene ottenuto esercitando una forza che è identica alla tensione della fune
data la sua inestensibilità, perché mentre i pattinatori tirano la corda non c’è l’azione di
nessuna altra forza esterna. Per definizione di impulso si ha
Δt i
i= ∫0
T dt = Tm Δt ⇒ Tm =
Δt
= 13.7 N
108
Capitolo 5
Problema 5.1
mA
O mB
d
Soluzione
d2
IO = mB + mA d 2 = 7.8 kg m 2
3
per cui l’accelerazione angolare iniziale è
d
mB g + mA gd
α= 2 = 4.52 rad/s2
IO
2) La prima equazione cardinale del sistema porge
Φ + ( mA + mB ) g = ( mA + mB ) aG
111
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
Φ − ( mA + mB ) g = − ( mA + mB ) aG ⇒ Φ = ( mA + mB ) ( g − aG ) = 5.28 N
3) Si conserva l’energia meccanica fra le due posizioni. Ricordando che l’energia po-
tenziale gravitazionale di un corpo esteso è uguale a quella del suo centro di massa, il bi-
lancio energetico Δ E M = Δ Ec + Δ E p = 0 porge
1 d
IOω 2 − mB g − mA gd = 0
2 2
perché il centro di massa dell’asta si è abbassato di d/2 e il corpo A si è abbassato di d. La
velocità angolare finale è
2 ⎛ d ⎞
ω= ⎜⎝ mB g + mA gd ⎟⎠ = 3 rad/s
IO 2
In alternativa si può scrivere il bilancio energetico come
1
IOω 2 − ( mA + mB ) grG = 0
2
perché il centro di massa del sistema asta–corpo si abbassa di rG ottenendo la medesima
equazione risolutiva.
Problema 5.2
112
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
ω m
d
y
O
x
Soluzione
M O = I Oα =
1
3
md 2α ⇒ α =
3M O
md 2
= 2.143 rad/s2 (I O = 32.67 × 10 −3 kgm 2 )
Essendo costanti il momento meccanico e il momento d’inerzia, lo è anche l’accelerazione:
il moto dell’asta è quindi circolare uniformemente accelerato e la velocità angolare finale è
ω = ω 0 + α t = α t = 64.3 rad/s
2) Il centro di massa ruota a distanza d/2 dal vincolo per cui la sua quantità di moto è
d
q = mvCM = mω = 4.5 kgm/s
2
3) Il moto è uniformemente accelerato per cui l’asta nel tempo t spazza l’angolo
1 2
θ= α t = 964 rad
2
girando per
θ
N= = 153.5 giri
2π
4) Il lavoro fatto dal motore è dato dal bilancio energetico. Poiché non ci sono variazio-
ni di energia potenziale il lavoro è uguale all’energia cinetica acquistata dall’asta:
1
W = IOω 2 = 67.5 J
2
e quindi per definizione di potenza media
W
P = = 2.25 W
t
In alternativa il lavoro può essere calcolato come
θ
W = ∫ 0
M O dθ = M Oθ = 67.5 rad
113
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
Problema 5.3
mA
O mB
d
Soluzione
1) Nel vincolo si esercita una forza di attrito che non è possibile determinare, ma il cui
effetto è riconducibile all’azione di un momento meccanico resistente, costante e localizza-
to nei pressi del vincolo. Il momento di attrito deve pertanto essere considerato scrivendo la
seconda equazione cardinale anche se si sceglie come polo il vincolo. La seconda equazio-
ne cardinale rispetto ad O è quindi
rB × mB g + rA × mA g + M Att = IOα
con
mB d
rB = d 2 , rA = d, IO = IO,asta + IO, punto = + mA d 2 = 7.8 kgm 2
3
per cui osservando che i momenti della forza peso causano il moto, mentre il momento del-
l’attrito vi si oppone, si ottiene
d
mB g + mA gd − M Att
d 2
mB g + mA gd − M Att = IOα ⇒ α= = 3.75 rad/s2
2 IO
114
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
d
mB + mA d
rG = 2 = 1.64 m
mB + mA
dal vincolo e compie un moto di rotazione di raggio xG attorno ad O. La velocità angolare
iniziale è nulla per cui è nulla la componente normale dell’accelerazione iniziale del centro
di massa che è pertanto solo tangenziale
aG = α rG = 6.14 m/s2
3) Nello spostamento dalla posizione iniziale al passaggio sulla verticale il centro di
massa compie una rotazione di π/2. Applicando il bilancio energetico W = Δ Ec + Δ E p fra
queste due posizioni si ha
π 1 d
−M Att = IOω 2 − mB g − mA gd
2 2 2
dal quale si ricava
2 ⎛ d π⎞
ω= ⎜⎝ mB g + mA gd − M Att ⎟⎠ = 2.58 rad/s
IO 2 2
4) Il punto materiale compie un moto circolare di raggio d. Nell’istante in cui si trova
sulla verticale l’unica forza con momento non nullo rispetto al polo O è l’attrito, per cui
M Att
−M Att = IOα ⇒ α=− = − 0.76 rad/s2
IO
⎧⎪aN = ω 2 d = 20 m/s2
⎨ ⇒ a = aN2 + aT2 = 20.1 m/s2
⎩⎪aT = α d = − 2.3 m/s
2
Problema 5.4
115
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
d
O
π/4
π/4
Soluzione
π d k 3g
k Δ d sen + mg = IOα ⇒ α = 3 + = 59.7 rad/s2
4 2 m 2d
2) La prima equazione cardinale descrive il moto del centro di massa G dell’asta ed è
data da
Φ + mg + Fe = maG
Il centro di massa dell’asta compie un moto circolare di centro O e raggio d 2 , per cui
la sua accelerazione è
116
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
d d
aG = α uT + ω 02 u N
2 2
L’equazione del moto del centro di massa è quindi, osservando che ω0 = 0,
⎧ π d
⎪⎪ΦT + mg + k Δ sen 4 = mα 2
⎨
⎪Φ N + k Δ cos π = mω 02 d = 0
⎪⎩ 4 2
per cui le componenti e il modulo della reazione vincolare sono
⎧ d π
⎪⎪ΦT = mα 2 − mg − k Δ sen 4 = 10.1 N
⎨ ⇒ Φ = Φ N2 + ΦT2 = 31.65 N
π
⎪Φ N = −k Δ cos = − 30 N
⎪⎩ 4
3) La forza peso e la forza elastica sono conservative; la reazione vincolare non compie
lavoro, in quanto non produce spostamenti essendo applicata nel punto O fermo. Pertanto
vale la legge di conservazione dell’energia meccanica . Osserviamo che nella posizione
finale la deformazione della molla è nulla, il centro di massa è sceso di d 2 e l’energia
cinetica è quella che compete ad una rotazione attorno ad O, quindi la legge conservazione
( )i ( )f
dell’energia meccanica Ec + E p = Ec + E p porge
1 d 1 k Δ2 + mgd
k Δ2 + mg = IOω 2 ⇒ ω= 3 = 10.9 rad/s
2 2 2 md 2
Problema 5.5
Due bambini giocano su un’altalena di massa m = 100 kg il cui momento d’inerzia ri-
spetto al suo centro C è I = 130 kg m2. Il primo bambino di massa m1 = 15 kg si trova a
distanza d1 = 1.8 m da C e il secondo bambino di massa m2 = 9 kg si trova a distanza d2 = 2
m da C. Sapendo che partono nell’istante in cui l’altalena è perfettamente orizzontale e che
il vincolo è liscio, determinare all’istante iniziale:
1) l’accelerazione angolare del sistema altalena–bambini α
2) l’accelerazione del centro di massa del sistema altalena-bambini aG
3) la reazione vincolare sul vincolo C Φ
d1 d2
m1 m2
C
117
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
Soluzione
1) Il moto è una rotazione attorno al punto C, per cui scriviamo la seconda equazione
cardinale con polo in C. La forza peso dell’asta e la reazione vincolare sono applicate in C e
hanno quindi momento meccanico nullo. I momenti meccanici della forza peso dei due
bambini sono opposti in verso, per cui scegliendo come direzione positiva di rotazione il
verso antiorario la seconda equazione cardinale è
(
m1gd1 − m2 gd2 = I + m1d12 + m2 d22 α )
da cui
m1gd1 − m2 gd2
α= = 0.41 rad/s2
I + m1d12 + m2 d22
2) Il centro di massa del sistema si trova a distanza dal vincolo pari a
m1d1 − m2 d2
rG = = 7.26 cm
m + m1 + m2
e compie un moto circolare di raggio rG attorno a C. La sua accelerazione è quindi all’istan-
te iniziale diretta verso il basso e coincide con l’accelerazione tangenziale, perché la veloci-
tà iniziale è nulla e pertanto lo è anche la componente normale dell’accelerazione,
aG = α rG = 0.03 m/s2
3) Le sole forze esterne sono le forze peso e la reazione vincolare in C, dirette vertical-
mente, per cui la prima equazione cardinale è
F ( E ) = Φ + mg + m1g + m2 g = ( m + m1 + m2 ) aG
e quindi la reazione vincolare vale
Φ = ( m + m1 + m2 ) ( aG − g ) = −1211 N
verticale verso l’alto.
Problema 5.6
118
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
F m1
C
d
Soluzione
F
− m1g = I C α ⇒ α =
( F − m1g ) = 3.4 rad/s2
2 2 2I C
2) La forza F è sempre normale all’asta per cui il momento meccanico che esercita è
costante. Nello spostamento l’estremo percorre
un arco di circonferenza descrivendo l’angolo C
dato da θ
2d ℓ/2
d= sen θ ⇒ θ = sen −1 = 19.5° d
2
per cui il lavoro fatto da F è
θ
119
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
θ
WF =
0∫M dθ = F θ = 102 J
2
3) Nello spostamento fra la posizione iniziale e quella finale il sistema acquista energia
cinetica e la bambina acquista energia potenziale, ma i corpi restano solidali. Il bilancio
energetico è
1
WF = I C ω 2 + m1gd
2
per cui la velocità angolare è
2
ω=
IC
(WF − m1gd ) = 1.53 rad/s
4) Quando il suo estremo tocca terra l’asta si arresta e la bambina si stac-
ca. In questo istante la bambina sta compiendo un moto circolare con la
θ
velocità v1 = ω 2 uT che diventa quindi la velocità iniziale di un moto v1
curvilineo uniformemente accelerato parabolico le cui componenti sono
⎧
⎪⎪ v1, x = −v1 sen θ = −ω 2 sen θ = − 0.77 m/s 2d
⎨ y C
⎪ v1, y = v1 cos θ = −ω cos θ = 2.17 m/s
⎪⎩ 2 θ
All’istante di massima altezza la bambina ha ve- x
locità v2 = v1, x u x e, non essendoci forze dissipative,
si conserva l’energia meccanica tra l’istante del distacco e quello in cui raggiunge la
massima altezza
1
2
( ) 1
m1 v1,2 x + v1,2 y + m1g2d = m1v1,2 x + m1gh
2
e l’altezza raggiunta è
v1,2 y
h = 2d + = 1.24 m
2g
per cui su un’altalena ci si deve tenere per evitare di cadere.
Problema 5.7
120
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
R m2
O
m1
Soluzione
1 2m1gR − 2M Att
( m1g − m1α R ) R − M Att = 2 m2 R2α ⇒ α= = 3 rad/s2
m2 R 2 + 2m1 R 2
OSSERVAZIONE
A causa della relazione cinematica di vincolo v = ω R fra la velocità di m1 e la velocità
angolare del disco derivata dalle precedenti osservazioni, il momento angolare del corpo m1
rispetto al polo O è
LO.m1 = r × m1vu z = m1vr sin α u z = m1vRu z = m1 R 2ω u z
121
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
2d
t= = 6.3 s
αR
3) Il moto è uniformemente accelerato con v0= 0 per cui all’istante t la velocità è
v = at = α Rt = 3.8 m/s
Problema 5.8
122
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
R y
O
x
F(t)
Soluzione
1 IOω12 mR 2ω12
−M Att 2π N = − IOω12 ⇒ n= = = 159 giri
2 4π M Att 8π M Att
123
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
1
2π N = ω1Δt + α1Δt 2
2
La soluzione dell’equazione di secondo grado porge due soluzioni coincidenti
Δt = 30 s
Si osservi che la soluzione dei punti (2) e (3) poteva essere anche puramente cinematica.
Problema 5.9
R m
B
O
mA
Soluzione
1) Inizialmente la corda non è tesa e pertanto non esercita alcuna forza sul corpo: la
componente lungo il piano inclinato della forza peso del corpo mA è quindi equilibrata dalla
forza elastica
k Δ = mA g sin θ
124
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
che corrispondono rispettivamente alla componente dell’equazione del moto del corpo mA
lungo il piano inclinato e della puleggia lungo l’asse normale al foglio. I punti sulla perife-
ria del disco hanno accelerazione tangenziale uguale ad aA. Se la corda non scivola sul di-
sco, ma vi si avvolge, la relazione cinematica fra accelerazione del corpo e accelerazione
angolare del disco è quindi aA = α R. La corda si tende immediatamente, quando la molla è
ancora compressa di Δ = 4.9 cm: vale quindi ancora in questo istante la relazione
k Δ − mA g sin θ = 0. Considerando questa peculiarità e, usando la relazione aA = α R, le
equazioni del moto si riducono a
⎧T = mA aA
⎪
⎨ 1 2 aA
⎪⎩ M O − TR = 2 mB R R
che risolte, eliminando l’incognita T, porgono
2M O
aA = = 7.65 m/s2
( mB + 2mA ) R
3) In assenza di forze dissipative il lavoro fatto dal motore viene completamente tra-
sformato in energia meccanica trasferita al sistema. Le energie che cambiano nel processo
sono nella fattispecie: l’energia cinetica di traslazione del corpo mA; l’energia cinetica di
rotazione della puleggia, l’energia potenziale elastica della molla, l’energia potenziale gra-
vitazionale del corpo mA che si alza di Δ sin θ . Il bilancio energetico fra l’istante in cui si
tende la corda e l’istante in cui la molla torna a riposo è
125
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
(
W = Δ E m = Ec + E p ) f − ( Ec + E p )i =
⎡1 1 ⎤ ⎡1 ⎤
= ⎢ mA v A2 + IOω 2 + mA gΔ sin θ ⎥ − ⎢ k Δ2 ⎥
⎣ 2 2 ⎦ ⎣ 2 ⎦
Vale, per le medesime ragioni esposte per l’accelerazione, la relazione cinematica
v A = ω R , quindi
2
1 1⎛1 ⎞⎛v ⎞ 1
W = mA v A2 + ⎜ mB R 2 ⎟ ⎜ A ⎟ + mA gΔ sin θ − k Δ2
2 2⎝2 ⎠⎝ R ⎠ 2
per cui la velocità del corpo A all’istante in cui la molla torna a riposo è
Problema 5.10
m3
m2
m1
126
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
Soluzione
1) I due punti materiali esercitano sulla puleggia momenti meccanici in direzioni oppo-
ste di moduli m1gR1 = 2.96 N/m e m2 gR2 = 4.9 Nm. . Osservando che m2 scende e m1 sale
e il modulo del momento meccanico esercitato dal motore è maggiore di quelli dovuti alla
forza peso, si deduce che esso è concorde con quello esercitato da m2, altrimenti la rotazio-
ne avverrebbe in direzione opposta . Pertanto la seconda equazione cardinale con polo il
centro della puleggia, ricordando il risultato del punto (1) dell’osservazione nel problema
5.7, è
(
M O + m2 gR2 − m1gR1 = IOα = I + m1 R12 + m2 R22 α )
da cui
M O + m2 gR2 − m1gR1
α= = 2.27 rad/s2
I + m1 R12 + m2 R22
2) Il sistema è composto dalla puleggia e dai due punti materiali. La puleggia è vincola-
ta nel suo centro di massa ed ha quindi accelerazione nulla, mentre i due punti materiali si
muovono di moto uniformemente accelerato con accelerazione uguale a quella tangenziale
del punto periferico della puleggia cui sono collegati. Scegliendo la direzione dell’asse del
sistema di riferimento positiva verso il basso si ha
⎧⎪a1 = − α R1 = − 0.237 m/s2
⎨
⎩⎪a2 = α R2 = 1.135 m/s
2
e dalla legge oraria del moto uniformemente accelerato nel sistema relativo si ottiene
1 2h
h= a2′ t 2 ⇒ t= = 1.71 s
2 a2′
Problema 5.11
Sul centro di un disco orizzontale omogeneo è fissata un'asta verticale al cui estremo
superiore è legato, con un filo inestensibile, di massa trascurabile e lunghezza = 0.1 m, un
127
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
punto materiale di massa m = 200 g. Il sistema viene messo in rotazione tramite un motore
che genera un momento meccanico MO = 0.05 Nm applicato al centro del disco. Quando il
disco raggiunge la velocità angolare ω = 15 rad/s il motore viene staccato. Sapendo che il
momento d’inerzia del sistema disco-asta rispetto all’asse di rotazione è IO = 0.02 kgm2,
calcolare:
1) il raggio della traiettoria del corpo m nell’istante finale R
2) il numero di giri del disco necessari a raggiungere ω N
3) la potenza media del motore se il tempo necessario
a raggiungere ω è Δt = 0.2 s Pmed
θ ℓ
R
m
O x
Soluzione
⎪⎧T cos θ = mg
⎨
⎩⎪T sen θ = mω sin θ
2
cos θ g g
= 2 ⇒ θ = cos−1 = 64.2° ⇒ R = sen θ = 9 cm
sen θ ω sen θ ω 2
128
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
2) Il lavoro W fornito dal motore viene trasformato in energia cinetica ed energia poten-
ziale del sistema finale. Il bilancio energetico fra gli istanti finale e iniziale è
1 1
W = M O Δθ = IOω 2 + mv 2 + mg ( − cos θ )
2 2
ove si è scelto Ep = 0 nella posizione più bassa occupata dal corpo m, ovvero quella occupa-
ta all’istante iniziale. Poiché la velocità del corpo m è v = ω R e l’angolo spazzato dal mo-
tore è Δθ = 2π N, l’equazione diventa
1 1
M O 2π N = mω 2 R 2 + IOω 2 + mg ( − cos θ )
2 2
e quindi il numero di giri necessari a raggiungere ω è
N=
( mR 2
)
+ IO ω 2 + 2mg (1 − cos θ )
= 8.1 giri
4π M O
3) La potenza media del motore nel tempo Δt è
W M O 2π N
Pmed = = = 12.7 W
Δt Δt
Problema 5.12
Una ruota di raggio R = 0.3 m è vincolata a ruotare attorno al suo centro O. Il momento
d’inerzia rispetto all’asse di rotazione è I = 2 kgm2 e su di esso agisce un momento di attrito
costante di modulo MO = 2 Nm. All’istante t0, quando la ruota possiede la velocità angolare
ω0 = 45 rad/s, si applicano due ceppi, di dimensione trascurabile rispetto al raggio della
ruota, posti simmetricamente rispetto al suo centro, che la frenano. Supponendo che le forze
di modulo FC esercitate su ciascun ceppo siano dirette radialmente, costanti, eguali ed op-
poste, sapendo che il coefficiente di attrito dinamico fra i due ceppi e la ruota è lo stesso e
che il lavoro complessivo dovuto ai ceppi fino all’arresto della ruota è WAtt = –1000 J, de-
terminare:
1) il numero di giri fatti dalla ruota da t0 fino all’arresto n
2) il modulo della forza di attrito applicata da ciascun ceppo FAtt
3) l’accelerazione angolare della ruota durante il processo α
FC O FC
Soluzione
1) L’energia cinetica della ruota all’istante t0 viene dissipata in calore attraverso il lavoro
delle forze di attrito agenti sull’asse e sui ceppi. Il bilancio energetico fra l’istante iniziale e
quello in cui la ruota si ferma quindi è
129
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
1 2
−2π nM O + WAtt = − Iω 0
2
per cui la ruota si ferma dopo avere fatto
1 2
WAtt + Iω 0
n= 2 = 81.6 giri
2π M 0
2) Le condizioni simmetriche di applicazione della forza
esercitata dai ceppi implicano che il modulo della forza di
attrito generata da ciascun di essi è la stessa. I cep- FAtt
pi pertanto applicano alla ruota una coppia di for-
ze di braccio 2R che esercita il momento mecca- FC O FC
nico frenante complessivo
M Att = −2RFAtt
per cui il lavoro totale fatto dovuto ai ceppi è FAtt
WAtt = −M C Δθ = −2RFAtt 2π n
La forza di attrito esercitata da ciascun ceppo è quindi
WAtt
FAtt = − = 3.25 N
4π NR
3) Scegliendo come polo il vincolo, la seconda equazione cardinale è
−M O − 2FAtt R = Iα
e l’accelerazione angolare della ruota è
M O + 2FAtt R
α=− = −1.97 rad/s2
I
Si osservi che il processo meccanico descritto in questo esercizio è il principio di funzio-
namento dei freni a tamburo, anche se nel dispositivo reale i ceppi, detti ganasce, sono av-
vicinati all’interno della ruota da frenare all’interno di un tamburo che li protegge da piog-
gia e sporcizia. È quindi evidente che lo spazio di frenata dipende fra l’altro dal coefficiente
di attrito dinamico fra ceppi e ruota, ovvero dal materiale con cui sono costruiti i ceppi. È
ovvio che quando i ceppi sono consumati l’attrito avviene fra materiali non adeguati e l’au-
tomobile non frena più.
Problema 5.13
130
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
z z
z
R`
R O R O
FAtt
(a) (b)
Soluzione
1) Fra istante iniziale e finale l’unico lavoro è fatto dalla forza di attrito del freno, per
cui il bilancio energetico è
1 2 1 2 1
W = Iω 2 − Iω1 con I = mR 2 = 0.049 kgm 2
2 2 2
da cui si ottiene la velocità angolare finale del disco
2W
ω2 = + ω12 = 2.62 rad/s
I
2) L’accelerazione angolare è data dalla legge oraria della velocità angolare per il moto
rotatorio uniformemente accelerato
ω 2 − ω1
ω 2 = ω1 + α t ⇒ α = = − 3.36 rad/s2
t
e quindi il modulo del momento meccanico frenante risulta
M O = Iα = 0.165 Nm
3) Con il secondo metodo si sviluppa fra i due dischi una forza d’attrito interna al siste-
ma che rallenta il disco in moto e accelera quello inizialmente fermo. Tale attrito scompare
nel momento in cui i due dischi hanno velocità relativa nulla e quindi si muovono con la
medesima velocità angolare. Questa forza compie lavoro, ma essendo interna non contri-
buisce alla seconda equazione cardinale, per cui di conseguenza vale la legge di conserva-
131
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
zione del momento angolare del sistema. Considerando che inizialmente il secondo disco è
fermo e alla fine i due dischi hanno la stessa velocità angolare si ottiene
dLz
M z(E ) = = 0 ⇒ Lz = cost
dt
ovvero vale la conservazione del momento angolare fra l’istante iniziale e l’istante finale in
cui i due dischi hanno la stessa velocità angolare
⎛ω ⎞
Iω1 = ( I + I ′ ) ω 2 ⇒ I ′ = I ⎜ 1 − 1⎟ = 0.101 kgm 2
⎝ ω2 ⎠
Problema 5.14
z z
ω1 ω2
A B
132
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
Soluzione
⎨
⎪ I B = 1 m2 R22 = 0.04 kg/m 2
⎪⎩ 2
per cui il modulo del momento angolare è
Li, A = I Aω1 + I Bω 2 + m2ω1d 2 = 5.49 kgm 2 / s
2) Il moto relativo termina nel momento in cui i due dischi si muovono con la stessa
velocità angolare. La forza di attrito che si sviluppa fra i dischi e la forza di reazione vinco-
lare che agisce sul disco B sono forze interne al sistema. Il momento esercitato dalla forza
peso del disco B rispetto al vincolo A è bilanciato dalla reazione vincolare in A. Pertanto il
momento angolare del sistema calcolato rispetto al polo A si conserva. All’istante finale i
due dischi sono solidali, per cui il disco B compie una rotazione attorno ad A descritta dal
momento d’inerzia per l’asse passante per A del disco B, dato dal teorema di Steiner
( )
L f , A = L1,′ A + L2,′ A = I Aω + I B + m2 d 2 ω
( )
Li, A = I Aω + I B + m2 d 2 ω ⇒ ω=
Li, A
I A + I B + m2 d 2
= 3.73 rad/s
3) A partire dall’istante t1 si annulla il moto del disco B relativo al suo centro di massa,
che inizia a compiere un moto circolare uniforme di raggio d con velocità angolare ω intor-
no al punto A. Le equazioni del moto sono pertanto, lungo la verticale z e la normale N alla
traiettoria in direzione di A,
⎧⎪ΦB, y − m2 g = 0
⎨ ⇒ ΦB = ΦB,2 y + ΦB,2 N = m22 g 2 + m22ω 4 d 2 = 21.3 N
Φ
⎩⎪ B, N = m a
2 N = m 2 ω 2
d
4) La forza di attrito è l’unica forza che compie lavoro, per cui il bilancio energetico
porge
133
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
⎡1
⎣2
1
2
( ) ⎤ ⎡1
⎦ ⎣2
1
2
1 ⎤
WAtt = ⎢ I Aω 2 + I B + m2 d 2 ω 2 ⎥ − ⎢ I Aω12 + I Bω 22 + m2ω12 d 2 ⎥ = −14.2 J
2 ⎦
ove si è sfruttato il teorema di König dell’energia cinetica per calcolare quella che compete
al disco B all’istante iniziale, ricordando che il disco B inizialmente ruota con velocità an-
golare ω2 rispetto al suo centro di massa che compie un moto circolare di raggio d con ve-
locità angolare ω1e quindi velocità vB = ω1d.
Problema 5.15
134
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
Soluzione
1) Tra gli istanti t0 e t1 i due corpi sono solidali con m a distanza R dall’asse e l’unica
azione esterna al sistema è quella esercitata dal motore, per cui la seconda equazione cardi-
nale porge
(
M = I + mR 2 α ) ⇒ α=
M
I + mR 2
= 1.18 rad/s2
⎧ω1 = α t1
⎪ 1 ω12
⎨ 1 2 ⇒ 2π n = ⇒ ω1 = 4π nα = 36.1 rad/s
⎪⎩θ = 2π n = 2 α t1 2 α
⎪Φ = mα R = 0.33 N
⎪⎩ T
4) Dopo lo sblocco del corpo m e lo stacco del motore, tra gli istanti t1 e t2, la forza ela-
stica trascina il corpo m lungo la scanalatura. Durante questo spostamento si conserva il
momento angolare del sistema piattaforma–corpo se calcolato rispetto al centro della piatta-
forma, perché la forza peso e la componente verticale della forza di reazione vincolare sono
applicate in questo punto e si bilanciano, mentre la forza elastica e la reazione vincolare
della scanalatura sono forze interne al sistema. Inoltre quando la molla è tornata a riposo il
corpo m si trova al centro della piattaforma e quindi il suo contributo al momento angolare
del sistema è nullo. Quindi la conservazione del momento angolare tra gli istanti t1 e t2 por-
ge
135
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
( )
I + mR 2 ω1 = Iω 2 ⇒ ω2 =
I + mR 2
I
ω1 = 40.8 rad/s
5) Durante lo spostamento la velocità del corpo m è non è più legata a quella della piat-
taforma da alcun vincolo cinematico, perché non è più ad essa solidale. Non ci sono però
attriti, per cui si conserva l’energia meccanica del sistema
1 2 1
2
( )
1 1
kR + I + mR 2 ω12 = Iω 22 + mv22
2 2 2
da cui la velocità con cui transita m per il centro della piattaforma è
v2 =
( )
kR 2 + I + mR 2 ω12 − Iω 22
= 4.27 m/s
m
Problema 5.16
R
Q O
P
x
Soluzione
⎡ 1 ⎤
r × Fel − M Att = IOα ⎢ con Fel = k Δ, Δ = R 2, r = R, IO = mR ⎥
2
⎣ 2 ⎦
136
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
⎧Φ x + kR = 0 ⎧Φ x = −kR = − 20 N
⎨Φ − kR − mg = 0 ⇒ ⎨Φ = kR + mg = 24.9 N ⇒ Φ = Φ x + Φ y = 31.9 N
2 2
⎩⎪ y ⎩⎪ y
3) Nello spostamento dal punto Q fino a sovrapporsi a P il disco ruota di π/2 e sull’asse
agisce l’attrito che è una forza dissipativa, per cui il bilancio energetico porge
1 1 π
I 0ω 2 − k Δ2 = −M Att
2 2 2
Sostituendo le espressioni di IO e Δ si ricava la velocità angolare in questa posizione
k M
ω= 4 − 2π Att2 = 23.4 rad/s
m mR
Problema 5.17
137
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
GS ℓ
PS
GA
PA
Soluzione
1) In un moto di puro rotolamento non c’è moto relativo fra il punto di contatto del cor-
po che rotola e la superficie di appoggio, per cui il punto di contatto è istantaneamente fer-
mo rispetto a quest’ultima. È quindi possibile scrivere la seconda equazione cardinale del
corpo che rotola indifferentemente scegliendo come polo il punto di contatto, che è fermo,
o il centro di massa del corpo. Nel punto di contatto fra superficie e corpo deve pertanto
essere presente una forza di attrito di tipo statico che fornisce il momento meccanico neces-
sario a causare la rotazione. Osserviamo che scegliendo come polo il centro di massa si
deve considerare il momento della forza di attrito statico generalmente incognita, mentre
scegliendo come polo il punto di contatto quest’ultima ha braccio nullo e quindi non ha
momento meccanico. È quindi spesso conveniente scegliere il punto di contatto come polo
rispetto al quale calcolare la seconda equazione cardinale. Indichiamo rispettivamente con
PS e PA i due punti di contatto, ovvero i poli rispetto ai quali calcolare la seconda equazione
cardinale che pertanto è per i due corpi
⎧⎪ PS GS × mS g = I P α S
S
⎨
⎪⎩ PA GA × mA g = I PA α A
con, utilizzando il teorema di Steiner,
⎧ 2 7
⎪ I PS = I GS + mS R = 5 mS R + mS R = 5 mS R = 0.07 kgm
2 2 2 2 2
⎨
⎪ I P = I G + mA R 2 = mA R 2 + mA R 2 = 2mA R 2 = 0.04 kgm 2
⎩ A A
Allora, per la componente lungo l’asse di rotazione della seconda equazione cardinale, si ha
⎧ mS gR sen θ
⎧⎪ mS gR sen θ = I PS α S ⎪α S = I
= 35 rad/s2
⎪ PS
⎨ ⇒ ⎨
⎩⎪ mA gR sen θ = I PA α A ⎪α A = A sen θ = 24.5 rad/s2
m gR
⎪⎩ I PA
138
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
1 2d
d= aS′ t12 ⇒ t1 = = 2.31 s
2 aS′
Problema 5.18
mB mS
R F
C
μd, μs P
x
139
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
Soluzione
μS mB g
k Δ x − FSmax = k Δ x − μS mB g = 0 ⇒ Δ x = = 4.9 cm
k
2) Nell’intervallo di tempo fra l’istante in cui si applica la forza F e l’istante in cui il
blocco inizia a muoversi le uniche forze che compiono lavoro sono la forza elastica e la
forza F, perché l’attrito statico che agisce sui due corpi non compie lavoro. Il bilancio
energetico quindi è
FΔx =
1
2
( ) 1
I C + mS R 2 ω 2 + k Δ x 2
2
⎛ 2 2⎞
⎜⎝ I C = mS R ⎟⎠
5
ove si è sfruttato il fatto che il puro rotolamento può essere interpretato come una rotazione
istantanea attorno al punto di contatto. La velocità angolare è
5 2F Δ x − k Δ x 2
ω= = 1.98 rad/s
7 mS R 2
3) Il blocco inizia a muoversi e su di esso inizia ad agire una forza di attrito dinamico.
La seconda equazione cardinale per la sfera – con polo il punto di contatto P – e l’equazio-
ne del moto del blocco sono
⎧
( )7 2 ⎛ aS ⎞
⎪ FR − k Δ xR = I C + mS R α = mS R ⎜⎝ ⎟⎠
⎨
2
5 R
⎪k Δ x − μ m g = m a
⎩ d B B B
oppure si può utilizzare la prima equazione cardinale di tutto il sistema, per cui la forza
elastica è interna al sistema, ricavando
140
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
F + FS − μ mB g = ( mS + mB ) aG ⇒ FS = μ mB g − F + ( mS + mB ) aG = −2.91 N
Problema 5.19
y
G
Q P x
d
Soluzione
Quindi la seconda equazione cardinale, osservando che tutto va come se il puro rotola-
mento fosse una rotazione istantanea attorno al punto di contatto, per cui IQ = I G + mR 2 per
il teorema di Steiner, porge
(
kdR = I G + mR 2 α)
141
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
ove
1
I G == mR 2
2
per cui si ottiene, applicando la condizione di puro rotolamento
kdR 2kd
aG = α R = R= = 3.05 m/s2
3 2 3m
mR
2
2) La forza di attrito agente su un corpo in moto di puro rotolamento è una forza di attri-
to statico, per cui la prima equazione cardinale per il disco è
Fel + Mg + N + FS = maG
la cui componente orizzontale porge
ove il segno negativo implica che è rivolta in direzione opposta a quella del moto.
In alternativa si può scegliere come polo per l’applicazione della seconda equazione cardi-
nale il centro di massa G del disco. L’unica forza con momento non nullo rispetto a G è la
forza di attrito statico, per cui la seconda equazione cardinale con questa scelta porge, indi-
cando in questo caso con FS il modulo della forza di attrito statico,
1 a maG
FS R = I Gα = mR 2 G ⇒ FS = = 1.53 N
2 R 2
La direzione è verso sinistra in quanto FS è l’unica forza responsabile della rotazione oraria
del disco.
3) La minima deformazione è pari al raggio e si ha quando il corpo passa per P. Appli-
cando la legge di conservazione dell’energia fra la posizione iniziale e quella di minima
deformazione si ottiene, ricordando che la forza di attrito statico non compie lavoro,
1
2
1
2
1
(
k Δ2 = kR 2 + I G + mR 2 ω 2
2
)
da cui
vG = ω R = R
(
k Δ2 − R 2 )= (
2 k Δ − R
2 2
)
= 1.18 m/s
I G + mR 2
3 m
Problema 5.20
142
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
G
P
Soluzione
1) Scegliendo come polo il punto di contatto P, rispetto al quale la forza di attrito statico
ha momento meccanico nullo, la seconda equazione cardi-
nale è
π/2 r
r × Fel + r × mg = I Pα r
Fe π−θ
ovvero lungo l’asse di rotazione
mg
(
k ΔR − mg sen θ R = I G + mR 2 α ) ⎛ 2 2⎞
⎜⎝ I G = mR ⎟⎠
5
Imponendo la condizione cinematica di puro rotolamento aG = α R e sostituendo
IG, si ricava
5 k Δ − mg sen θ
aG = = 10.8 m/s2
7 m
2) L’attrito statico non compie lavoro, per cui si conserva l’energia meccanica nello
spostamento fra le due posizioni. Scegliendo come zero dell’energia potenziale gravitazio-
nale la posizione di riposo della molla e osservando che inizialmente essa è elongata e nella
posizione finale è compressa si ha
1
2
1
2
( 1
)
k Δ2 − mgΔ sen θ = I G + mR 2 ω 2 + k Δ12 + mgΔ1 sen θ
2
Imponendo la condizione cinematica di puro rotolamento vG = ω R si ricava
vG =
5⎡k
⎢
7 ⎣m
( ) ⎤
Δ2 − Δ12 − 2g sen θ ( Δ + Δ1 ) ⎥ = 1.05 m/s
⎦
3) Orientando l’asse x verso l’alto lungo il piano inclinato, la componente x della prima
equazione cardinale della sfera porge
143
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
2 ⎛a ⎞ 2
FS R = I Gα = mR 2 ⎜ G ⎟ ⇒ FS = maG = 21.5 N
5 ⎝ R⎠ 5
Con questo metodo si può calcolare solo il modulo della forza d’attrito: per determinar-
ne il verso bisogna osservare che la sfera compie
un moto orario sotto l’azione del solo
momento della forza d’attrito e di conseguenza FS è diretta verso il basso.
Problema 5.21
C m2
P
m1
Soluzione
1) L’accelerazione scalare con cui scende il centro del disco e l’accelerazione scalare
con cui sale il corpo m1 sono uguali. L’equazione del moto del corpo m1 e la seconda equa-
zione cardinale del disco rispetto al punto di contatto nel momento in cui la molla è elonga-
ta di Δ sono
144
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
⎧T − m1g − k Δ = m1aC
⎪
⎨
⎩
( 2 3
) 2 ⎛ aC ⎞
⎪−TR + m2 gR sen θ = I C + m2 R α = 2 m2 R ⎜⎝ R ⎟⎠
dove per il disco abbiamo usato il teorema di Huygens-Steiner e la condizione di puro roto-
lamento aC = αR. Il sistema diventa
⎧T − m1g − k Δ = m1aC
⎪
⎨ 3
⎪⎩−T + m2 g sen θ = 2 m2 aC
⎧ Δ x1 = 0 ⎧ Δ x2 = Δ cos θ
⎨ e ⎨
⎩ Δ y1 = Δ ⎩ Δ y2 = − Δ sen θ
per cui
⎧ m2 Δ cos θ
⎪ Δ xG = m + m = 6.66 cm
⎪ 1 2
⎨ ⇒ ΔrG = Δ xG2 + Δ yG2 = 6.84 cm
⎪ Δ yG = m Δ − m Δ sen θ
1 2
= −1.54 cm
⎪⎩ m1 + m2
0=
1
2
( ) 1 1
I C + m2 R 2 ω 2 + m1vC2 + k Δ2 + m1gΔ − m2 gΔ sen θ
2 2
per cui, ricordando la condizione cinematica di puro rotolamento vC = ωR, si ottiene
2 Δ
vC =
3m2 + 2m1
( 2m2 g sen θ − 2m1g − k Δ) = 0.4 m/s
145
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
Problema 5.22
O
T1 m T2
m1
m2
Soluzione
146
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
⎧r1 × T1 + r2 × T2 = IOα
⎪
⎨T1 + m1g = m1a1
⎪
⎩T2 + m2 g = m2 a2
con r1 = r2 = R . Osservando che m1 scende e m2 sale e imponendo la condizione che l’ac-
celerazione dei corpi coincida con l’accelerazione tangenziale aT = α R dei punti periferici
della carrucola , si ha nel sistema di riferimento di figura
⎧ 1
⎪T1 R − T2 R = IOα = 2 mR α
2
z
⎪⎪
⎨−T1 + m1g = m1a x
⎪−T2 + m2 g = −m2 a
⎪ y
⎪⎩a = α R
Risolvendo il sistema di quattro equazioni nelle quattro incognite α, a, T1 e T2, si
ricava il modulo dell’accelerazione dei corpi m1 e m2
2g ( m1 − m2 )
a= = 1.01 m/s2
m + 2m1 + 2m2
2) Si può osservare che i due corpi si incontreranno dopo aver percorso ciascuno il tratto
d/2 con accelerazione costante a, per cui
d 1 2 d
= at ⇒ t= = 1.72 s
2 2 a
Oppure si può calcolare il tempo utilizzando i moti relativi, infatti nel sistema relativo ad
m2 si ha
a1′ = a1 − aT con a1 = a e aT = a2 = −a
per cui
a1′ = 2a
e, trattandosi di un moto uniformemente accelerato
1 2 2d d
d= a1′t ⇒ t= = = 1.72 s
2 a1′ a
3) Poiché non c’è strisciamento la forza di attrito agente è una forza di attrito statico e
non compie lavoro. Si conserva quindi l’energia meccanica
1 1 1 d d
IOω 2 + m1v 2 + m2 v 2 − m1g + m2 g = 0
2 2 2 2 2
ove la velocità dei corpi è data da v = ω R , per cui
147
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
m1gd − m2 gd m1gd − m2 gd
ω= = = 11.6 rad/s
IO + m1 R 2 + m2 R 2 1
mR + m1 R + m2 R
2 2 2
2
Problema 5.23
G
R
Soluzione
1) Il moto dell’oggetto è un puro rotolamento sulla superficie definita dal filo in quanto
non c’è moto relativo nel punto di contatto. Scegliendo come polo G, le equazioni del moto
mentre la cordicella si svolge sono, aggiungendo la condizione di puro rotolamento,
⎧ mg − T = maG ⎧ mg − T = maG
⎪ ⎪
⎨TR = I Gα ⇒ ⎨ I Gα I G aG I G
⎪a = α R ⎪⎩T = R = R R = R 2 aG
⎩ G
Sommando membro a membro si ottiene
IG mR 2
mg = maG + aG ⇒ aG = g = 5.6 m/s2
R2 mR + I G
2
148
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
legge di conservazione dell’energia. Ricordando che si tratta di una rototraslazione per cui
l‘energia cinetica è data dal teorema di König, si ha
1 1
mvG2 + I Gω 2 − mg2π R = 0
2 2
per cui, utilizzando la relazione cinematica di puro rotolamento vG = ωR, si ha
4π mgR
ω= = 59.3 rad/s
I G + mR 2
In alternativa si può osservare che
aG
α= = 280 rad/s2
R
costante, per cui il moto è rotatorio uniformemente accelerato. Dopo un giro
⎧ 1 2
⎪2π = α t
⎨ 2 ⇒ ω = 4πα = 59.3 rad/s
⎪⎩ω = α t
Problema 5.24
z
ω y
C′
v
v
C C′ x
x
Soluzione
1) L’energia cinetica è data dalla somma dell’energia cinetica della slitta e dell’energia
149
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
cinetica del corpo, ovvero il manubrio, in rotazione, dove quest’ultima può essere scritta
utilizzando il teorema di König dell’energia cinetica
1
Ec = Ec,slitta + Ec,corpo = Ec,slitta + Ec,corpo
′ + M vG2 =
2
1 1 1
= m1v 2 + I C ′ω 2 + ( m2 + 2m ) v 2 = 142.3 J
2 2 2
dove la velocità della slitta e la velocità del centro di massa coincidono, in quanto sono
solidali, e il momento d’inerzia del corpo in rotazione per un asse passante per il suo centro
di massa C ′ è
2
1 ⎛ ⎞
IC ′ = m2 2 + 2m ⎜ ⎟ = 2.4 × 10 −2 kgm 2
12 ⎝ 2⎠
2) All’istante finale il centro di massa del sistema è fermo, per cui la variazione di quan-
tità di moto è data da
Δ p = p f − pi = 0 − M vG = − ( m1 + m2 + 2m ) v = − 55 kgm/s
3) La forza agisce sulla slitta e, in assenza d’attrito, non viene trasmessa alla sbarretta
che continua a ruotare. Quindi varia solo l’energia cinetica di traslazione (che si annulla),
mentre l’energia cinetica di rotazione resta invariata. Utilizzando il teorema delle forze vive
abbiamo dunque
⎛1 ⎞ ⎛1 1 ⎞
W = Δ Ec = Ec, f − Ec,i = ⎜ I C ′ω 2 ⎟ − ⎜ I C ′ω 2 + ( m1 + m2 + 2m ) v 2 ⎟ = −137.5 J
⎝2 ⎠ ⎝2 2 ⎠
3) Poiché il momento meccanico frenante è costante, si tratta di un moto circolare uni-
formemente accelerato. La seconda equazione cardinale porge infatti
M
M = I C ′α = cost ⇒ α = = cost
IC
Utilizzando quindi la legge oraria del moto circolare uniformemente accelerato si ricava
ω
0 = ω + αt ⇒ α = − = − 2 rad/s2
t
per cui il momento frenante è infine
M = I C ′α = − 4.8 × 10 −2 Nm
Problema 5.25
150
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
massa,. L’angolo nella figura è θ = 30°. All'istante t0 = 0 il sistema viene lasciato libero di
muoversi: il corpo m1 si muove verso l’alto e il disco viene trascinato dalla fune senza stri-
sciare, poiché c’è attrito fra fune e disco. Calcolare:
1) l'accelerazione iniziale del corpo m1 a
2) il modulo della reazione vincolare del perno del disco ΦC
3) la velocità del corpo m1 quando la molla torna a riposo v
x
z
T2
θ
m
C
T1
m1
Soluzione
1) Esiste un attrito statico tra fune e disco che implica che le tensioni della fune sono
diverse sui due tratti di filo prima e dopo il disco come nel problema 5.22. Il sistema è
composto da disco, corpo m1 e molla, di massa trascurabile, le cui equazioni del moto sono
rispettivamente
⎧ 1 2 ⎛ a⎞ 1
⎪T2 R − T1 R = I C α = 2 mR ⎜⎝ R ⎟⎠ = 2 mRa
⎪⎪
⎨T1 − m1g = m1a
⎪T − k Δ = m
⎪ 2 molla amolla = 0
⎩⎪
151
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
Nella seconda equazione cardinale del disco, scritta rispetto al polo fisso C rispetto al quale
la reazione vincolare ha momento nullo, abbiamo utilizzato il fatto che un punto sulla sua
periferia ha accelerazione tangenziale aT = αR uguale all’accelerazione a del corpo m1. Dal-
la seconda e dalla terza equazione si ricavano le tensioni
⎧T1 = m1 ( g + a )
⎨
⎩T2 = k Δ
che sostituite nella prima equazione permettono di ricavare l’accelerazione
2k Δ − 2m1g
a= = 16.3 m/s2
m + 2m1
2) Il centro di massa del disco resta fermo, per cui la prima equazione cardinale del di-
sco è
ΦC + mg + T1 + T2 = 0
y
ove T2
θ x
⎧T1 = m1 ( g + a ) = 78.3 N
⎨ T1, mg
⎩T2 = k Δ = 160 N
La reazione vincolare è quindi
3) Non ci sono forze dissipative, perché il vincolo in C è liscio e l’attrito fra fune e di-
sco è di tipo statico, per cui si può applicare la legge di conservazione dell’energia mecca-
nica, osservando che quando la molla torna a riposo il corpo m1 si è alzato di Δ,
1 1 1
k Δ2 = m1v 2 + I C ω 2 + m1gΔ
2 2 2
che, ricordando che v = ω R, perché il disco viene trascinato dalla fune senza strisciamen-
to, porge la velocità del corpo m1
2k Δ2 − 4m1gΔ
v= = 1.59 m/s2
m + 2m1
Problema 5.26
Due dischi omogenei A e B di diverso materiale e di raggi RA = 0.5 m,e RB = 0.4 m
hanno rispettivamente momenti d’inerzia, rispetto agli assi di simmetria passanti per i loro
centri di massa O e O ′, IA = 0.5 kgm2 e IB = 0.48 kgm2. Ciascuno di essi è vincolato a ruo-
tare senza attrito attorno a questi assi con i centri di massa O e O ′ vincolati. Tra i due di-
schi, che sono in contatto, si sviluppa una forza d’attrito di modulo FAtt costante incognita.
Inizialmente il disco B è tenuto bloccato mentre il disco A viene messo in rotazione da un
152
Capitolo 5 Dinamica del corpo rigido
motore. All’istante t0 = 0, in cui la velocità angolare del disco A è ω0,A = 10 rad/s, si stacca
il motore e si sblocca il disco B. Determinare:
1) la velocità angolare dei due dischi all’istante t1 in cui
i due dischi ruotano senza strisciare l’uno rispetto all’altro ωA, ωB
2) il lavoro compiuto dalla forza d’attrito nel tempo t1 WAtt
3) la variazione del momento angolare subìta dal sistema
dei due dischi nel tempo t1 rispetto al polo O ΔL
ω0,A
RA RB
O O`
A B
Soluzione
I due dischi si muovono pertanto di moto rotatorio uniformemente accelerato per cui al-
l’istante t1 le loro velocità angolari sono
⎧ω A = ω 0, A + α A t1
⎨
⎩ω B = α B t1
dalle quali si ricava
ωB ωB
t1 = ⇒ ω A = ω 0, A + α A
αB αB
153
Dinamica del corpo rigido Capitolo 5
Si ricava
⎧ ω 0, A
⎧ RA ⎪ω A = = 4 rad/s
⎪ω B = ω A R ⎪⎪ R2 I
1 + A2 B
⎪ B
⎨ ⇒ ⎨ RB I A
⎪ω A = ω 0, A − RA I B RA ω A ⎪ R
⎪⎩ RB I A RB ⎪ω B = ω A A = 5 rad/s
⎪⎩ RB
2) Nel bilancio energetico non c’è variazione di energia potenziale per cui il lavoro della
forza d’attrito è pari alla variazione di energia cinetica
⎛1 1 ⎞ ⎛1 ⎞
WAtt = ⎜ I Aω A2 + I Bω B2 ⎟ − ⎜ I Aω 0,2 A ⎟ = −15 J
⎝2 2 ⎠ ⎝ 2 ⎠
3) I momenti angolari dei due dischi rispetto al loro centro sono diretti parallelamente
all’asse di rotazione z, ma con verso opposto perché ruotano in versi opposti. Pertanto
⎪⎧ LA,O = I Aω A u z
⎨
⎩⎪ LB,O ′ = −I Bω B u z
Si tratta di un sistema a due vincoli fissi, per cui per calcolare il momento angolare è indif-
ferente quale scegliere come polo. Scegliendo il polo O, Il momento angolare del disco B
rispetto ad O, utilizzando il teorema di König, è
LB,O = LB,O ′ + OO′ × mB vO ′ = LB,O ′
perché il centro di massa è fermo. Allora la variazione di momento angolare fra t0 e t1 è
(
)
Δ LO = ( I Aω A − I Bω B ) u z − ( I Aω 0 A ) u z = − 5.4 kgm 2 /s u z
Si osservi che si tratta di un sistema a due vincoli, per cui non esiste alcun polo per cui si
possa scrivere la legge di conservazione del momento angolare.
154
Capitolo 6
Problema 6.1
Un uomo che si trova su un carrello che si muove su un piano liscio con velocità
v0 = 2 m/s spara in direzione orizzontale un proiettile di massa m = 20 g colpendo un bersa-
glio posto a distanza d = 100 m dal carrello al momento dell'esplosione. Sapendo che l’uo-
mo resta solidale al carrello, che la massa totale carrello–uomo–pistola è M = 200 kg e la
velocità del proiettile relativa al carrello dopo l'esplosione è v2′ = 300 m/s, calcolare, tra-
scurando lo spostamento verso il basso del proiettile dovuto alla forza peso:
1) la velocità con cui si muove il carrello dopo l’esplosione v1
2) l’impulso subito dal proiettile i
3) il tempo necessario a colpire il bersaglio t
d
v`2
v0
Soluzione
M v1 + m ( v2′ + v1 ) = ( m + M ) v0 ⇒ v1 =
( m + M ) v0 − mv2′ = 1.97 m/s
M +m
ovvero il carrello prosegue il suo moto in direzione del bersaglio con velocità ridotta.
2) L’impulso subito dal proiettile è pari alla sua variazione di quantità di moto.
i = Δ p2 = mv2 − mv0 = m ( v2′ + v1 − v0 ) = 6 Ns
oppure, poiché per il principio di azione e reazione l’impulso subito dal proiettile è eguale e
contrario a quello subito dal sistema carrello–uomo–pistola, è
i = − Δ p1 = − ( M v1 − M v0 ) = 6 Ns
3) Dopo l’esplosione la velocità del proiettile lungo l’orizzontale è costante, perché
l’unica forza agente è la forza peso diretta lungo la verticale,per cui utilizzando la legge
oraria del moto uniforme si ottiene
157
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
d
d = v2 t = ( v2′ + v1 ) t ⇒ t = = 0.33 s
v2′ + v1
Problema 6.2
v̀`
Soluzione
1) Saltando l’uomo genera una forza impulsiva interna al sistema che mette in moto il
primo carrello. Il secondo carrello non subisce tale forza, perché la molla non costituisce un
vincolo rigido e quindi non trasmette la forza impulsiva. Infatti nell’istante successivo al
salto la molla è ancora a riposo e non trasmette alcuna forza, per cui vB = 0. Si conserva
pertanto la quantità di moto del sistema uomo-carrello A che nel sistema assoluto è
0 = mv + mA v A
La velocità assoluta dell’uomo è data da
v = v′ + vA
per cui
⎧ mv′
⎪ v A = − m + m = −1.43 m/s
⎪⎪ A
m ( v ′ + v A ) + mA v A = 0 ⇒ ⎨ v = v ′ + v A = 3.57 m/s
⎪v = 0
⎪ B
⎩⎪
158
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
− ( mA + mB ) vG2 + mA v A2
k= = 24.65 × 10 3 N/m
Δx2
Problema 6.3
m2
i
m1
159
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
Soluzione
1) L’impulso mette in moto la tavola, ma non viene trasmesso al corpo m2, perché la
forza di attrito che si esercita fra i due corpi non ha carattere impulsivo. Le uniche forze che
agiscono sui corpi sono le forze di attrito: quella fra tavola e pavimento che agisce sulla
tavola e quella fra tavola e corpo m2 che agisce sui due corpi in direzione opposta per il
principio di azione e reazione. Le equazioni del moto dei due corpi sono quindi
⎪⎧− μ2 m2 g − μ1 ( m1 + m2 ) g = m1a1
⎨
⎪⎩ μ2 m2 g = m2 a2
e le accelerazioni dei due corpi sono
⎧ μ2 m2 g + μ1 ( m1 + m2 ) g
⎪a1 = − = − 2.21 m/s2
⎨ m 1
⎪
a
⎩ 2 = μ 2 g = 3.92 m/s 2
2) Il corpo m2 ha velocità iniziale nulla, mentre l’impulso fornisce alla tavola la quantità
di moto i = m1v0,1 : i due corpi si muovono quindi con moto uniformemente accelerato con
le leggi orarie delle velocità
⎧ i
⎪⎧ v1 ( t ) = v0,1 + a1t ⎪ v0,1 = m = 1.5 m/s
⎨ con ⎨
⎪⎩ v2 ( t ) = a2 t
1
⎪v = 0
⎩ 0,2
Il corpo m2 si ferma rispetto alla tavola quando i due corpi hanno la stessa velocità assolu-
ta,ossia v1(t1) = v2(t2)
v0,1
v0,1 + a1t1 = a2 t1 ⇒ t1 = = 0.245 s
a2 − a1
3) Il moto relativo del corpo m2 rispetto alla tavola è uniformemente accelerato con la
legge oraria
1 ′ = v0,2 − v0,1 = v0,1
⎧ v0,2
v2′ ( t ) = v0,2
′ t+ a2′ t 2 con ⎨
2 ⎩a2′ = a2 − a1
e quindi la distanza percorsa dal corpo m2 sulla tavola nel tempo t1 è
1
d = −v0,1t1 +
2
( a2 − a1 ) t12 = −18.4 cm
per cui si sposta verso sinistra rispetto alla tavola
4) Il bilancio energetico fra l’istante immediatamente successivo all’applicazione del-
l’impulso e l’istante in cui i due corpi si fermano di nuovo è dato da Wtot = ΔEc cioé
1
Wext + Wint = Ec, f − Ec,i = 0 − 2
m1v0,1
2
ove l’unica forza interna è la forza di attrito fra tavola e corpo m2 che compie il lavoro
160
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
Wint = − μ2 m2 g d
e quindi
1
Wext = μ2 m2 g d − 2
m1v0,1 = −1.89 J
2
Problema 6.4
i m
Soluzione
1) Nella posizione iniziale la forza elastica e la forza peso si equilibrano, per cui
mg sen θ
mg sen θ − k Δ xi = 0 ⇒ Δ xi = = 9.8 cm
k
2) Essendo istantaneo l’impulso causa una variazione di quantità di moto del blocchetto
conferendogli la velocità iniziale v, senza che ci sia un suo apprezzabile spostamento. La
massima compressione della molla si ha nell’istante finale in cui in cui la velocità è nulla.
Si conserva l’energia meccanica fra l’istante immediatamente successivo all’applicazione
dell’impulso e l’istante finale, per cui, scegliendo lo zero dell’energia potenziale gravita-
zionale nel punto in cui la molla è a riposo, si ha
( Ec + E p )i = ( Ec + E p ) f
1 1 1
mv 2 − mgΔ xi sen θ + k Δ xi2 = −mgΔ x f sen θ + k Δ x 2f
2 2 2
da cui
161
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
v=
k
m
( ) ( )
Δ x 2f − Δ xi2 + 2g sen θ Δ xi − Δ x f = 0.367 m/s
3) L’impulso istantaneo è la causa della comparsa della quantità di moto del blocchetto,
per cui utilizzando il teorema dell’impulso si ottiene
i = Δ p = mv = 2.2 Ns
Problema 6.5
Un pendolo semplice di massa m1 = 300 g e lunghezza = 50 cm è solidale con una
slitta di massa m2 = 2 kg, comprensiva della massa del supporto del pendolo, inizialmente
ferma. La slitta viene spinta applicando una forza F = 30 N costante e parallela al piano
d’appoggio. Il piano è scabro con coefficiente di attrito dinamico μ = 0.3. Calcolare:
1) l'accelerazione del pendolo a
2) l'angolo formato dal pendolo con la verticale durante il moto θ
Successivamente la slitta viene bloccata improvvisamente. Calcolare:
3) l’istante in cui bloccare la slitta perché in seguito il pendolo possa
raggiungere la verticale al di sopra del punto di sospensione t
4) il modulo dell’impulso che ha bloccato la slitta i
m1
F
m2
x
Soluzione
162
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
a a
tan θ = ⇒ θ = tan −1 = 45.84°
g g
3) Il punto più alto della traiettoria raggiungibile dal pendolo è sulla verticale al di sopra
del punto di sospensione. Per poter raggiungere questa posizione la tensione del filo deve
esistere fino a quell’istante, altrimenti il filo si affloscia e il corpo compie un moto di caduta
uniformemente accelerato. In questa posizione l’equazione del moto del pendolo è
v2
−T − m1g = −m1
e quindi la condizione perché possa arrivarci è
⎛ v2 ⎞
T = m1 ⎜ − g ⎟ ≥ 0 ⇒ v ≥ g = vmin = 2.21 m/s
⎝ ⎠
Nello spostamento fra la posizione iniziale, immediatamente dopo che la slitta è stata bloc-
cata, e la posizione finale si conserva l’energia meccanica del pendolo, per cui scegliendo lo
zero dell’energia potenziale della forza peso al livello del punto di sospensione del pendolo
si ha
1 1
m1v02 − m1g cos θ = m1vmin 2
+ m1g
2 2
per cui la slitta e il pendolo devono raggiungere la velocità
v0 = g ( 3 + 2 cos θ ) = 4.64 m/s
che viene raggiunta con moto uniformemente accelerato all’istante
v0
v0 = at ⇒ t = = 0.46 s
a
4) Quando la slitta viene bloccata, l’impulso non viene trasferito al pendolo, perché in
questo caso la tensione non è impulsiva, poiché il filo non costituisce un vincolo rigido e il
corpo appeso non varia la sua velocità. Quindi varia solo la quantità di moto della slitta che
si annulla. Il modulo dell’impulso applicato al sistema è pertanto
i = m2 v0 = 9.28 Ns
Problema 6.6
Una ragazza di massa m1 = 60 kg, ferma su un piano senza attrito, lancia una palla di
massa m2 = 3kg lungo l’asse x come in figura. La ragazza acquista rispetto al suolo la velo-
cità v1 e la palla la velocità v2′ = 2.1 m/s rispetto alla ragazza. Calcolare:
1) le velocità della ragazza e della palla rispetto al suolo v1, v2
La palla urta poi elasticamente contro un muro distante d = 10 m dal punto di lancio e
torna verso la ragazza, che la trattiene, in un processo da considerare un urto completamen-
te anelastico. Calcolare:
2) il tempo impiegato dalla palla a tornare dalla ragazza t
163
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
v1
v2̀
x
d
Soluzione
1) La forza responsabile del moto della palla è interna al sistema ragazza-palla, per cui
si conserva la quantità di moto di tale sistema. Inoltre è necessario utilizzare la trasforma-
zione della velocità della palla dal sistema relativo alla lanciatrice in moto con velocità v1 a
quello assoluto
⎧ m1v1 + m2 v2 = 0
⎨
⎩ v2 = v2′ + v1
Risolvendo quindi si ottiene
⎧ m2 v2′
⎪ v1 = − = − 0.1 m/s
⎨ m 1 + m2
⎪ v = v ′ + v = 2 m/s
⎩ 2 2 1
2) Nell’urto, istantaneo, la palla rimbalza sul muro invertendo la sua velocità. Infatti
poiché si tratta di un urto elastico si conserva la sua energia cinetica e quindi il modulo del-
la velocità. Non si conserva invece la quantità di moto, poiché la forza esercitata dal muro è
esterna e causa l’inversione della direzione della quantità di moto. In tutti gli altri istanti il
moto della palla e della lanciatrice sono uniformi, perché non ci sono attriti. Assumendo
come origine dell’asse x il punto di lancio e t0 = 0 l’istante del lancio, la ragazza scivola in
direzione delle x negative spostandosi di un tratto x1 nel tempo t in cui la palla percorre il
tratto d fino a raggiungere il muro e il tratto x2 = d + x1 per tornare dalla ragazza. Le leggi
orarie del moto uniforme dei due corpi sono dunque
⎪⎧ x1 = v1 t
⎨
⎪⎩ x2 = x1 + 2d = v2 t
che porgono
2d
v1 t + 2d = v2 t ⇒ t = = 10.5 s
v2 − v1
164
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
ragazza nel caso specifico, procedono solidali con la stessa velocità che è la velocità del
loro centro di massa vG. La forza esercitata per raccogliere la palla è interna al sistema ra-
gazza–palla, per cui si conserva la sua quantità di moto. Osservando che prima dell’urto i
due corpi si muovono nella stessa direzione, e utilizzando i moduli delle velocità, si ha
m1v1 + m2 v2
m1v1 + m2 v2 = ( m1 + m2 ) vG ⇒ vG = = 0.19 m/s
( m1 + m2 )
L’energia dissipata nell’urto è pertanto
1 ⎛1 1 ⎞
Ed = Ec, f − Ec,i
2
( m1 + m2 ) vG2 − ⎜ m1v12 + m2 v22 ⎟ = 5.16 J
⎝ 2 2 ⎠
Problema 6.7
Nel sistema mostrato in figura una fune inestensibile e di massa trascurabile collega il
punto materiale m1 = 700 g con il punto materiale m2 = 200 g. Il corpo di massa m1 può
scivolare sul piano liscio inclinato di θ = 60° con l’orizzontale e si trova inizialmente ad
un’altezza h = 2 m rispetto a terra. Lasciando il sistema libero di muoversi con velocità
iniziali nulle, calcolare:
1) la velocità dei corpi immediatamente prima che m1
urti una lamina rigida sporgente posta a livello terra v
2) la velocità del centro di massa del sistema immediatamente
prima che m1 tocchi la lamina vG
3) il modulo dell’impulso esercitato sulla lamina nell’urto
sapendo che dopo l’urto il corpo di massa m1 risale
il piano inclinato con velocità iniziale v1′ = 2 m/s i
m1
m2
h
θ
165
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
Soluzione
1) I due corpi sono solidali per cui si muovono con la stessa velocità finché m1 arriva a
terra dopo aver percorso il tratto = h sen θ . Fino a questo istante si conserva l’energia
meccanica, ovvero
1 h
Δ Em =
2
( m1 + m2 ) v 2 − m1gh + m2 g sen θ = 0
per cui
⎛ m2 ⎞
2gh ⎜ m1 −
⎝ sen θ ⎟⎠
v= = 4.52 m/s
m1 + m2
2) La velocità del centro di massa nell’istante immediatamente prece-
dente l’urto è y
m v + m2 v 2
vG = 1 1 v2
m1 + m2
θ x
per cui le sue componenti e il suo modulo sono v1
⎧ −m1v cos θ
⎪ vG, x = m + m = −1.76 m/s
⎪ 1 2
⎨ e vG = vG,
2
x + vG, y = 2.69 m/s
2
⎪ vG, y = −m v sen θ + m2 v
1
= −2.04 m/s
⎪⎩ m1 + m2
3) Il corpo m2 prosegue il suo moto verso l’alto, poiché la corda si affloscia improvvi-
samente e quindi l’impulso subito da m1 non viene trasmesso ad m2. Pertanto l’impulso è
pari solo alla variazione di quantità di moto di m1. Osservando che dopo l’urto si inverte la
direzione della velocità, l’impulso è
i = Δ p1 = m1v1′ + m1v = 4.56 Ns
Problema 6.8
166
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
m1
m2 v0
Soluzione
1) Dopo l’urto i due corpi sono solidali, per cui l’urto è perfettamente anelastico e quin-
di non si conserva l’energia cinetica. Non ci sono forze esterne impulsive, perché attrito e
forza elastica sono forze finite, per cui nell’urto si conserva la quantità di moto totale del
sistema
m2 v0 = ( m1 + m2 ) v
m2
v= v0 = 0.91 m/s
m1 + m2
2) Per il principio di azione e reazione l’impulso è pari alla variazione di quantità di
moto di uno qualsiasi dei due punti materiali, ossia
( Ec + E p ) f − ( Ec + E p )i = WAtt
1 ⎡1 1 ⎤
k ( Δ x + d ) − ⎢ ( m1 + m2 ) v 2 + k Δ x 2 ⎥ = − μ ( m1 + m2 ) gd
2
2 ⎣2 2 ⎦
da cui si ricava
k ⎡( Δ x + d ) − Δ x 2 ⎤ − ( m1 + m2 ) v 2
2
μ=− ⎣ ⎦ = 0.38
2 ( m1 + m2 ) gd
Problema 6.9
Un punto materiale di massa m1 = 400 g è collegato ad una molla ideale di massa tra-
scurabile con l’altro estremo fissato ad una parete. Un altro punto materiale di massa
m2 = 200 g si trova su un piano liscio posizionato fermo esattamente nella posizione di ri-
poso della molla. La molla viene compressa e, lasciatala libera, avviene un urto perfetta-
mente anelastico fra i due punti materiali. Dopo l’urto il sistema ha un moto armonico sem-
plice di periodo T = 0.8 s e ampiezza A = 20 cm. Determinare
1) la costante elastica della molla k
2) la velocità dei due punti materiali immediatamente dopo l’urto v
3) la velocità di m1 immediatamente prima dell’urto v0
4) la compressione iniziale della molla Δx0
167
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
m1 m2
v0
x
ℓ0
Soluzione
1) L’urto è perfettamente anelastico, per cui dopo l’urto le due masse sono solidali e
oscillano insieme col periodo
m1 + m2 4π 2 ( m1 + m2 )
T = 2π ⇒ k= = 37 N/m
k T2
2) L’oscillazione avviene in assenza di forze dissipative, per cui si conserva l’energia
meccanica. L’ampiezza del moto oscillatorio corrisponde alla massima elongazione della
molla. La legge di conservazione dell’energia fra l’istante di massima elongazione (o com-
pressione) e quello immediatamente dopo l’urto in cui la molla è a riposo porge
1 2 1
kA = ( m1 + m2 ) v 2
2 2
per cui la velocità immediatamente dopo l’urto è
k
v=A = 1.57 m/s
m1 + m2
3) Nell’urto non agiscono forze impulsive esterne, per cui vale la legge di conservazio-
ne della quantità di moto durante l’urto
m1 + m2
m1v0 = ( m1 + m2 ) v ⇒ v0 = v = 2.36 m/s
m1
4) La legge di conservazione dell’energia vale anche fra l’istante iniziale e quello im-
mediatamente prima dell’urto in cui la molla è a riposo, per cui
1 1 m1
k Δ x02 = m1v02 ⇒ Δ x 0 = v0 = 0.25 m
2 2 k
Problema 6.10
168
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
m1
v0
m2
Soluzione
v1 =
(
2 μ ( m1 + m2 ) g ( Δ x0 + Δ x1 ) cos θ + 2 ( m1 + m2 ) g ( Δ x0 + Δ x1 ) sen θ + k Δ x12 − Δ x02 )
m1 + m2
= 2.31 m/s
3) Nell’urto non ci sono forze esterne impulsive, in quanto attrito, forza peso e forza
elastica sono forze finite, per cui vale la conservazione della quantità di moto
m1 + m2
m2 v0 = ( m1 + m2 ) v1 ⇒ v0 = v1 = 11.55 m/s
m2
169
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
Problema 6.11
Una piattaforma di massa m1 = 3.8 kg è in equilibrio su una molla ideale di massa tra-
scurabile e di costante elastica k = 480 N/m. All’istante t0 = 0 un corpo puntiforme di massa
m2 = 400 g viene lasciato cadere con velocità iniziale nulla sulla piattaforma da altezza h
rispetto ad essa. All’istante t1 il corpo m2 urta elasticamente la piattaforma: il corpo m2 rim-
balza e la piattaforma inizia a muoversi verso il basso seguendo due guide laterali, che
esercitano ciascuna una forza di attrito costante di modulo FAtt = 2.5 N. All’istante t2 la
piattaforma raggiunge la posizione di compressione massima della molla Δx2 = 10 cm. De-
terminare:
1) l’accelerazione della piattaforma all’istante t2 a1
2) la velocità della piattaforma immediatamente dopo l’urto v1′
3) l’altezza da cui il corpo è stato lasciato cadere h
m2
FAtt FAtt
m1
Soluzione
1) Orientando l’asse y verticale verso l’alto, l’equazione del moto della piattaforma al-
l’istante t2 è
k Δ x2 + 2FAtt − m1g
k Δ x2 + 2FAtt − m1g = m1a1 ⇒ a1 = = 4.15 m/s2
m1
170
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
m1g
k Δ x1 − m1g = 0 ⇒ Δ x1 = = 7.76 cm
k
e quindi la velocità della piattaforma immediatamente dopo l’urto è
v1′ =
( )
k Δ x22 − Δ x12 + 2m1g ( Δ x1 − Δ x2 ) − 4FAtt ( Δ x1 − Δ x2 )
= 0.35 m/s
m1
3) L’urto è elastico e non ci sono forze esterne impulsive in azione, per cui nell’urto si
conservano l’energia cinetica e la quantità di moto del sistema
⎧ m2 v2 = m2 v2′ + m1v1′
⎪
⎨1 1 1
⎪⎩ 2 m2 v2 = 2 m2 v2′ + 2 m1v1′
2 2 2
per cui
⎧⎪ m2 ( v2 − v2′ ) = m1v1′
⎨
(2 2
)
⎪⎩ m2 v2 − v2′ = m1v1′
2
⎧⎪ m2 ( v2 − v2′ ) = m1v1′ ⎧ m1
⎪ v2 − v2′ = v1′
⎨ ⇒ ⎨ m2
⎪⎩( v2 + v2′ ) = v1′ ⎪v + v′ = v′
⎩ 2 2 1
1 v22
m2 gh = m2 v22 ⇒ h= = 17.3 cm
2 2g
171
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
Problema 6.12
S
θ
ℓ
m1
h
m2
Soluzione
1) Dopo l’urto il pendolo continua la sua rotazione e in questo moto si conserva l’ener-
gia meccanica, per cui fra l’istante immediatamente successivo all’urto e l’istante in cui si
ferma arrivando alla massima altezza si ha, scegliendo lo zero dell’energia potenziale nel
punto di sospensione del pendolo,
( Ec + E p )i = ( Ec + E p ) f ⇒
1
2
m1v12 − m1g = −m1g cos θ m
da cui
v1 = 2g( − cos θ m ) = 0.89 m/s
2) L’urto è anelastico, per cui non si conserva l’energia cinetica. La fune è inestensibile,
per cui in generale trasmette integralmente la forza impulsiva che nell’istante dell’urto si
sviluppa nel vincolo presente nel punto di sospensione S. Scegliendo come polo il punto S,
la forza impulsiva non ha momento rispetto ad esso e si conserva pertanto il momento della
quantità di moto rispetto a S. L’urto è istantaneo e quindi non c’è spostamento della massa
m1 durante l’urto, per cui la legge di conservazione del momento della quantità di moto è
m1v1 + m2 v2
m1v1 + m2 v2 = m1v0 ⇒ v0 = = 1.89 m/s
m1
172
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
Si osservi che nel caso specifico questa equazione è equivalente alla legge di conserva-
zione della quantità di moto nell’urto. La giustificazione di questo risultato risiede nel fatto
che l’impulso è orizzontale, pertanto le forze impulsive agenti nell’urto sono orizzontali e il
filo non può trasmetterle. Nel caso in cui venisse comunicato un impulso obliquo verso il
basso, ci sarebbe una componente verticale della forza impulsiva e quindi non si potrebbe
invocare la conservazione della quantità di moto vettoriale, ma solo della sua componente
orizzontale col medesimo risultato.
Applicando nuovamente la conservazione dell’energia fra l’istante dell’urto e quello inizia-
le in cui il pendolo viene lasciato libero si ha
1 v2
m1v02 = m1gh ⇒ h = 0 = 18.2 cm
2 2g
3) Non essendoci spostamenti durante l’urto istantaneo viene dissipata solo energia ci-
netica, per cui
1 ⎛1 1 ⎞
Ed = m1v02 − ⎜ m1v12 + m2 v22 ⎟ = 0.12 J
2 ⎝2 2 ⎠
Problema 6.13
Una molla ideale di massa trascurabile e costante elastica k = 5 N/m è posta su un piano
orizzontale scabro. Un estremo della molla è vincolato ad una parete, mentre all'altro
estremo è fissato un corpo di dimensioni trascurabili di massa m1 = 30 g con coefficiente di
attrito dinamico μd = 0.1 col piano. La molla viene inizialmente compressa di Δx = 5 cm e
da questa posizione viene abbandonata. Quando raggiunge la posizione di riposo della
molla, il corpo m1 urta anelasticamente un punto materiale di massa m2 = 5 g, fissato ad un
filo inestensibile di massa nulla e di lunghezza = 10 cm. Dopo l'urto la massa m2 raggiun-
ge l'altezza massima h = 1 cm rispetto al piano orizzontale. Determinare:
1) il massimo coefficiente di attrito statico per cui
il corpo m1 può effettivamente partire μs
2) la velocità di m1 immediatamente prima dell'urto v1
3) la velocità di m1 immediatamente dopo l'urto v1′
4) l'energia dissipata nell'urto Ed
5) la tensione della fune immediatamente dopo l'urto T
ℓ
m1 m2 m2
v1 h
Δx
173
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
Soluzione
1) Il corpo m1 può partire se la forza di attrito statico massima che si esercita fra piano e
corpo è inferiore alla risultante delle altre forze agenti sul corpo in direzione del moto, ov-
vero alla forza elastica. Poiché l’unica forza premente in verticale è la forza peso, si ha
kΔx
k Δ x > Fsmax = μ s m1g ⇒ μ s < = 0.85
m1g
⎡1 ⎤ ⎡1 ⎤ kΔx2
− μd m1gΔ x = ⎢ m1v12 ⎥ − ⎢ k Δ x 2 ⎥ ⇒ v1 = − 2 μd gΔ x = 0.56 m/s
⎣2 ⎦ ⎣2 ⎦ m1
1
m2 v2′ 2 = m2 gh ⇒ v2′ = 2gh = 0.44 m/s
2
e la velocità del corpo m1 `immediatamente dopo l’urto è allora
m2
v1′ = v1 − v2′ = 0.49 m/s
m1
4) Non essendoci spostamenti durante l’urto istantaneo viene dissipata solo energia ci-
netica, per cui
⎡1 1 ⎤ ⎡1 ⎤
Ed = ⎢ m1v1′ 2 + m2 v2′ 2 ⎥ − ⎢ m1v12 ⎥ = 0.63 × 10 −3 J
⎣2 2 ⎦ ⎣2 ⎦
5) Immediatamente dopo l’urto sul pendolo agiscono, in direzione verticale, la tensione
della fune e la forza peso e il pendolo compie un moto circolare di raggio
v2′ 2 v2′ 2
T − m2 g = m2 a N = m2 ⇒ T = m2 g + m2 = 0.06 N
Problema 6.14
174
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
rispettivamente, dirette orizzontalmente come in figura. Sapendo che gli urti sono perfetta-
mente anelastici determinare:
1) la velocità del centro di massa del sistema
dei quattro corpi immediatamente dopo l'urto vG
2) la velocità dei quattro corpi immediatamente dopo l'urto v A′ , v B′ , vC′ , v D
′
3) la massima compressione della molla Δx
m m m m
vC vD
C A B D
x
Soluzione
1) Le forze agenti sul sistema dei quattro corpi durante l’urto sono forze interne, per cui
si conserva la quantità di moto del sistema e quindi la velocità del suo centro di massa non
varia
p = m v A + m v B + m vC + m v D = 4m vG = cost
ovvero, osservando che solo vC e vC non sono nulli,
mvC − mv D
vG = = − 0.3 m/s
4m
2) Gli urti avvengono fra i corpi A e C e fra i corpi B e D. L’unica forza esterna a questi
due sistemi è la forza elastica che non è impulsiva, per cui nell’urto si conserva la quantità
di moto di ciascun sistema a due corpi. Inoltre ciascun urto è perfettamente anelastico e i
corpi che urtano procedono dopo l’urto con la stessa velocità v A′ = vC′ e v B′ = v D
′
⎧ vC
⎪⎧ mvC = ( m + m ) vC′ ⎪⎪ v A′ = vC′ = 2 = 0.6 m/s
⎨ ⇒ ⎨
⎩⎪−mv D = ( m + m ) v D
′ ⎪ v B′ = v D v
′ = − D = −1.2 m/s
⎪⎩ 2
3) La massima compressione della molla avviene quando i quattro corpi hanno velocità
nulla nel sistema del centro di massa. Infatti nel sistema del centro di massa i corpi A–C e
B–D si avvicinano fra di loro fino all’istante in cui la molla è alla massima compressione:
immediatamente dopo si allontanano e la molla comincia a riallungarsi. Non c’è quindi,
all’istante di massima compressione, moto relativo al centro di massa ( ovvero Ec′ = 0 ) , ma
solo moto del centro di massa come determinato dal teorema di König. Inoltre non ci sono
forze esterne agenti e l’unica forza interna agente è la forza elastica che è conservativa:
valgono pertanto le leggi di conservazione della quantità di moto, per cui la velocità del
centro di massa rimane costante, e dell’energia meccanica durante il moto successivo agli
urti. Esplicitando la legge di conservazione dell’energia si ha
1 1 1 1 1 1
′ 2 = Ec′ + ( 4m ) vG2 + k Δ x 2
m v A′ 2 + m v B′ 2 + m vC′ 2 + m v D
2 2 2 2 2 2
e la massima compressione della molla è, ricordando che in questo istante Ec′ = 0,
175
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
Δx =
k
(
2m 2
)
v A′ + v B′ 2 − 2vG2 = 20.8 cm
Problema 6.15
O
mA
ℓ
mB
θ
Soluzione
ovvero tre equazioni nelle incognite TA, TB e α. Dalle prime due equazioni si ottengono le
tensioni
176
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
⎧TA = mg sen θ − mα RA
⎨
⎩TB = mg sen θ − mα RB
che, sostituite nella terza equazione, porgono
mg sen θ ( RA + RB )
(
mgRA sen θ + mgRB sen θ = I P + mRA2 + mRB2 α ) ⇒ α=
I P + mRA2 + mRB2
= 4.67 rad/s2
1 2
= aA′ t 2 ⇒ t= = 2.07 s
2 aA′
3) Nell’urto il filo esterno si affloscia e quindi si sviluppa una forza impulsiva applicata
al vincolo della puleggia che viene trasmessa ai corpi A e B attraverso la fune inestensibile
collegata alla tavola. Si conserva il momento angolare rispetto al vincolo
mRA v A + mRB v B + I Pω = 2mRB v ′ + I Pω ′
perché l’urto è completamente anelastico e dopo l’urto il filo esterno non è più teso, per cui
il sistema, ora composto da due corpi solidali, è collegato al cilindro interno della puleggia.
Le velocità dei corpi e la velocità angolare della puleggia un istante prima dell’urto sono
⎧ω = α t = 9.67 rad/s
⎪
⎨ v A = aA t = α RA t = 4.83 m/s
⎪ v = a t = α R t = 2.9 m/s
⎩ B B B
Problema 6.16
177
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
O
y
ℓ C m2
v1 x
θ m1
Soluzione
1) L’urto è perfettamente anelastico, per cui non si conserva l’energia cinetica; nel vin-
colo O si esercita una forza impulsiva, per cui non si conserva la quantità di moto; sce-
gliendo come polo il vincolo, tale forza impulsiva ha braccio nullo, per cui si conserva il
momento angolare del sistema rispetto al vincolo O. Dopo l’urto i due corpi ruotano insie-
me attorno ad O per cui la legge di conservazione del momento angolare, indicando con r
il vettore da O a m1, è
⎛π ⎞ ⎛ 2 ⎞
r × m1v1 = IOω ⇒ m1v1 sin ⎜ + θ ⎟ = ⎜ m2 + m12 ⎟ ω
⎝2 ⎠ ⎝ 3 ⎠
da cui si ricava
m1v1 cos θ
ω= = 7.58 rad/s2
2
m2 + m1 2
3
2) L’impulso sul vincolo è pari alla variazione di quantità di moto del sistema. Osser-
vando che dopo l’urto la velocità del centro di massa del’asta è diretta orizzontalmente, si
ha
⎧ ⎛ ⎞
⎪iO, x = Δ px = ⎜⎝ m1ω + m2ω ⎟⎠ − m1v1 cos θ = 1.01 Ns
⎨ 2 ⇒ iO = iO,
2
x + iO, y = 3.68 Ns
2
Problema 6.17
178
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
y v
m
2m ℓ
O
x
5m ℓ
Soluzione
179
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
3) L’impulso esercitato dalla forza impulsiva sul vincolo è pari alla variazione di quan-
tità di moto del sistema
i0
iO = Δ p = ( 2m + 5m + m ) vG − mv ⇒ = 8vG − v = − 3.45 Ns/kg
m
4) Anche fra asta e corpo m si sviluppa una forza impulsiva che è però interna al siste-
ma, per cui pur avendo momento rispetto al vincolo non provoca la variazione di momento
angolare del sistema. Per poter calcolare l’impulso fra i corpi è necessario separare il siste-
ma nelle sue due componenti: per il principio di azione e reazione, le forze , e di conse-
guenza gli impulsi, che si esercitano fra asta e corpo sono eguali e opposti. Se si considera
il corpo, l’impulso che subisce da parte dell’asta è uguale alla variazione della sua quantità
di moto, ossia
icorpo
icorpo = Δ pcorpo = m v ′ − mv = m (ω − v ) ⇒ = ω − v = − 2.1 Ns/kg
m
Se invece si considera l’asta, l’impulso totale che subisce è uguale alla variazione della sua
quantità di moto. Osserviamo che l’asta è ferma prima dell’urto e acquista nell’urto la
quantità di moto
3
pasta = ( 2m ) ω − ( 5m ) ω = − mω
2 2 2
perché le due metà dell’asta si muovono in direzione opposta. Per il teorema dell’impulso
3 i 3
iasta = Δ pasta = − mω ⇒ asta = − ω = − 1.35 Ns/kg
2 m 2
L’impulso totale subito dall’asta iasta è la somma dell’impulso esercitato su di essa dal
vincolo iO e dell’impulso icorpo impartito dal corpo all’asta
iasta = iO − icorpo
dove il segno opposto fra i due impulsi è giustificato dal principio di azione e reazione.
Quindi
icorpo iO iasta
= − = − 2.1 Ns/kg
m m m
ritrovando il risultato precedentemente ottenuto direttamente da Δ pcorpo .
Problema 6.18
180
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
y
v1 O
m1 R x
Soluzione
( )
Iω = I + m1 R 2 ω ′
⎛ 1 2⎞
⎜⎝ I = m2 R = 0.09 kgm ⎟⎠
2
2
per cui
⎧⎪iO, x = Δ px = −m1v1
⇒ iO = iO, x + iO, y = m1 v1 + ω ′ R = 2.12 Ns
2 2 2 2 2
⎨
⎩⎪ O, y
i = Δ p y = −m ω
1 1 R
181
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
3) Quando il sistema si ferma la massa m1 si trova nel punto più alto, per cui il bilancio
energetico, applicato fra l’istante immediatamente successivo all’urto e quello in cui il di-
sco si ferma, è
−M Att
3 1
( )
π = m1gR − I + m1 R 2 ω ′ 2 ⇒ M Att =
( I + m1R2 ) ω ′2 − 2m1gR = 1.12 Nm
2 2 3π
Problema 6.19
z
m1
i
O
R
Soluzione
1) A seguito dell’impulso il punto si mette in moto, mentre il disco resta fermo, perché
la forza di attrito non è impulsiva e non si trasmette immediatamente al disco, per cui dal
teorema dell’impulso
i
i = m1v ⇒ v = = 15 m/s
m1
182
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
v e il disco è ancora fermo, e l’istante t1 in cui si esaurisce il moto relativo per cui disco e
punto materiale procedono solidali con la stessa velocità angolare ω . La seconda equazione
cardinale fra questi due istanti è
r × m1v = Itot ω
ed ha solo componente verticale z
(
m1vR = I disco + m1 R 2 ω)
per cui
⎛1 ⎞ 2m1v
m1vR = ⎜ m2 R 2 + m1 R 2 ⎟ ω ⇒ ω= = 8.33 rad/s
⎝2 ⎠ ( m2 + 2m1 ) R
3) Il lavoro è pari alla variazione di energia cinetica del sistema, perché non ci sono
variazioni di energia potenziale
W =
1
2
( ) 1 1⎛1 ⎞ 1
I disco + m1 R 2 ω 2 − m1v 2 = ⎜ m2 R 2 + m1 R 2 ⎟ ω 2 − m1v 2 = −18.75 J
2 2⎝2 ⎠ 2
Problema 6.20
v2
v1
y m1
h
R
x O
Soluzione
1) L’urto è anelastico, per cui non si conserva l’energia cinetica; la presenza di un vin-
183
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
v1h − v2 R 2 − h 2
ω = 2m1 = 15.9 rad/s
mR 2
2) L’unica forza che agisce dopo l’urto è l’attrito sul vincolo, per cui la seconda equa-
zione cardinale è
1
−M ATT = IOα = mR 2α
2
da cui
2M ATT
α=− = −10 rad/s2
mR 2
3) Il lavoro fatto dal momento dell’attrito dissipa tutta l’energia cinetica del disco. Non
essendoci variazioni di energia potenziale il bilancio energetico fra istante iniziale e finale è
1 1
−M ATT 2π N = − IOω 2 = − mR 2ω 2
2 4
da cui si ottiene
mR 2ω 2
N= = 2 giri
8π M ATT
Problema 6.21
184
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
m v0
A B
O R O
B A
m
(a) (b)
Soluzione
i = Δ p = mω R − mv0 = 4.31 Ns
3) Dall’istante immediatamente successivo all’urto si conserva l’energia meccanica, per
cui tenendo conto che rispetto alla situazione iniziale il punto materiale riduce la sua quota
di 2R e la molla si elonga di πR si ha
( Ec + E p )i = ( Ec + E p ) f
1⎛1 2⎞ 2 1⎛1 2⎞ 2 1
⎜ MR + mR ⎟⎠ ω + mg2R = ⎜⎝ MR + mR ⎟⎠ ω1 + k (π R )
2 2 2
2⎝2 2 2 2
per cui
ω1 =
( MR 2
)
+ 2mR 2 ω 2 + 8mgR − 2kπ 2 R 2
= 6.93 rad/s
MR 2 + 2mR 2
185
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
Problema 6.22
B
v0
m2 α C
A
Soluzione
1) Nell’urto si sviluppa una forza impulsiva nel vincolo A, rispetto al quale si conserva
il momento angolare. L’urto è perfettamente anelastico, per cui i due
corpi dopo l’urto ruotano insieme attorno al vincolo e quindi π/4 α
r × m2 v0 = I Aω1
dove r = 2 è la diagonale del quadrato e, applicando il teorema di v0 r
Steiner al cubo, il momento d’inerzia è m2 α
A
2
⎛ 2⎞
( )
2
I A = I C + m1 ⎜ ⎟ + m2 2 =
⎝ 2 ⎠
2
⎛ 2⎞
m12
( ) ⎛2 ⎞
2
= + m1 ⎜ ⎟ + m2 2 = ⎜ m1 + 2m2 ⎟ 2 = 0.093 kgm 2
6 ⎝ 2 ⎠ ⎝3 ⎠
La componente z della conservazione del momento angolare è
⎛π ⎞
m2 v0 r sin ⎜ + α ⎟ = I Aω1
⎝4 ⎠
da cui si ricava la velocità angolare
⎛π ⎞
m2 v0 r sin ⎜ + α ⎟
⎝4 ⎠
ω1 = = 7.34 rad/s
IA
2) L’impulso è pari alla variazione della quantità di moto del sistema
186
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
i = Δ p = ( m2 v1 + m1vC ) − ( m2 v0 )
con
⎧ v1 = ω1 2 = 2.08 m/s
⎪
⎨ 2
⎪ vC = ω1 = 1.04 m/s
⎩ 2
per cui le componenti dell’impulso sono
π π y v1
⎧
⎪⎪ix = m2 v1 cos 4 + m1vC cos 4 − m2 v0 sin α = 0.96 m/s π/4 vC
⎨
⎪iy = m2 v1 sin π + m1vC sin π − m2 v0 cos α = 0.04 m/s v0
C
π/4
⎪⎩ 4 4 α A
e il suo modulo è x
ω2 =
( ) (
I Aω12 + 2m2 g 1 − 2 + m1g 1 − 2 ) = 5.26 rad/s
IA
Problema 6.23
187
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
O
R
disco
asta
Soluzione
1) L’urto è perfettamente anelastico ed è presente un vincolo nel sistema, per cui si con-
serva solo il momento angolare rispetto al vincolo nel centro del disco.
I momenti d’inerzia prima e dopo l’urto, utilizzando il teorema di Steiner per l’asta, sono
⎧ 1
⎪ I1 = 2 m1 R = 0.0096 kgm
2 2
⎪
⎨ 2
⎪ I = 1 m R 2 + 1 m d 2 + m ⎛ d + R⎞ = 0.04 kgm 2
2⎜ ⎟⎠
⎪⎩ 2 2 1 12
2
⎝2
Allora, osservando che il momento della quantità di moto dell’asta è nullo in quanto l’asta
si sta muovendo in direzione radiale, la legge di conservazione del momento angolare è
I2
I1ω1 = I 2ω 2 ⇒ ω1 = ω 2 = 25 rad/s
I1
1 I 2ω 22
0− I 2ω 22 = WAtt = − 2π nM Att ⇒ M Att = = 0.013 Nm
2 4π n
188
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
⎧−M Att = I 2α ω 2 I2
⎨ ⇒ t= = 18.5 s
⎩0 = ω 2 + α t M Att
Problema 6.24
m1
O R
v2
m2
Soluzione
1) Nell’urto si sviluppa una forza impulsiva nel punto O, per cui non si conserva la
quantità di moto, ma si conserva il momento angolare rispetto ad O. Il corpo m1 si sblocca,
ma non si sposta immediatamente, in quanto la forza elastica non è impulsiva, per cui as-
sume immediatamente dopo l’urto la velocità v1′ = v1′uT = ω RuT e quindi la conservazione
del momento angolare è
189
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
r2 × m2 v2 = r2 × m2 v2′ + Iω + r1 × m1v1′
che ha solo componente lungo l’asse di rotazione verticale
m2 R ( v2 + v2′ )
m2 v2 R = −m2 v2′ R + Iω + m1v1′R ⇒ ω = = 4.17 rad/s
I + m1R 2
2) L’energia dissipata è pari alla differenza di energia cinetica del sistema prima e dopo
l’urto
⎡1
( 1
) ⎤ ⎡1 ⎤
Ed = ⎢ I + m1 R 2 ω 2 + m2 v2′ 2 ⎥ − ⎢ m2 v22 ⎥ = 3.38 J
⎣2 2 ⎦ ⎣2 ⎦
3) Dopo l’urto il corpo m1 si sposta verso il punto O per effetto della forza elastica. Si
conserva il momento angolare, perché la forza elastica non ha momento meccanico rispetto
ad O essendo sempre parallela al vettore posizione. Inoltre il momento angolare del corpo
m1 quando passa per O è nullo, quindi nelle due posizioni considerate di m1 la legge di con-
servazione del momento angolare porge
( )
I + m1 R 2 ω = Iω ′ ⇒ ω ′ =
I + m1 R 2
I
ω = 5 rad/s
4) Non ci sono attriti, per cui si conserva l’energia meccanica del sistema fra le stesse
posizioni
1
2
( ) 1
2
1
2
1
I + m1 R 2 ω 2 + kR 2 = Iω ′ 2 + m2 v1′′ 2
2
per cui la velocità del corpo m1 quando raggiunge O è
v1′′ =
( I + m R )ω
1
2 2
+ kR 2 − Iω ′ 2
= 1.5 m/s
m2
Problema 6.25
190
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
m2 v
R R
O
m1
Soluzione
3) Le uniche forze esterne che compiono lavoro dopo l’urto sono la forza peso agente
sul corpo m2 e la forza di attrito agente sul corpo m1. Poiché il disco compie un giro prima
di fermarsi, non c’è variazione di energia potenziale gravitazionale di m2 e la distanza per-
corsa dal punto m1 sul piano è pari a d = 2πR. Allora utilizzando il bilancio energetico fra
l’istante immediatamente dopo l’urto e l’istante in cui si ferma il sistema si ha
191
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
per cui
μ=
( I + m R )ω = ( I + m R )ω
1
2 2
1
2 2
= 0.234
2m1gd 4π m1gR
4) Le equazioni del moto di m1 e del sistema disco–m2 subito dopo l’urto e la relazione
fra accelerazione e accelerazione angolare, tenendo conto che sia m1 che il disco sono dece-
lerati e indicando con T, a e α i moduli delle quantità vettoriali, sono
⎧−T + μ m1g = m1a
⎪
⎨TR = Iα
⎪a = α R
⎩
Risolvendo si ricava
T = μ m1g − m1α R
( μ m1g − m1α R ) R = Iα
μ m1gR
α= = 1.27 rad/s2
I + m1 R 2
5) Dalle equazioni precedenti si ottiene
T = μ m1g − m1α R = 0.36 N
oppure
Iα
T= = 0.36 N
R
Problema 6.26
Un disco omogeneo di massa m1 = 4 kg e raggio R = 20 cm ruota su un piano verticale
attorno al proprio asse orizzontale fisso su cui agisce un momento di attrito di modulo
MA = 0.1 Nm. Sul disco è avvolta una fune inestensibile di massa trascurabile alla cui
estremità libera è collegato un corpo di massa m2 = 1 kg. All’istante t = 0 la fune è floscia, il
corpo m2 è posato sul pavimento e il disco ruota con velocità angolare ω0 =10 rad/s. Il disco
compie n1 = 4 giri con la fune floscia e poi la fune si tende e il corpo m2 inizia a salire in
verticale. Calcolare:
1) la velocità angolare del disco un istante prima che la fune si tenda ω1
2) la velocità angolare del disco un istante dopo che la fune si è tesa ω2
3) il modulo dell’impulso trasmesso all’asse
del disco durante lo strappo i
4) la massima quota raggiunta dal corpo m2 h
5) l’energia dissipata dall’istante iniziale all’istante
in cui il corpo m2 raggiunge la quota massima Ed
192
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
O m1 O m1
m2 m2
(a) (b)
Soluzione
1) Fino all’istante in cui il filo si tende il corpo m2 non partecipa al processo, per cui la
forza di attrito agente sul vincolo dissipa l’energia cinetica del disco. Il bilancio energetico,
ricordando la relazione θ = 2π n, porge
1 1 4π n1 M A
−M A 2π n1 = IOω12 − IOω 02 ⇒ ω1 = ω 02 − = 6.1 rad/s
2 2 IO
IO
IOω1 = IOω 2 + m2 Rv2 ⇒ ω2 = ω1 = 4.07 rad/s
I O + m2 R 2
3) L’impulso è pari alla variazione di quantità di moto del sistema. Il centro di massa del
disco è vincolato per cui solo il corpo m2 modifica la sua velocità e quindi il modulo del-
l’impulso è
i = m2 v2 = m2ω 2 R = 0.81 Ns
4) Dopo lo strappo il corpo m2 comincia a sollevarsi fino a fermarsi ad una altezza h
rispetto al suolo nel momento in cui il disco si arresta. Il bilancio energetico fra l’istante
immediatamente successivo allo strappo e l’istante in cui il sistema si ferma è
−M Aθ = m2 gh −
1
2
( )
IO + m2 R 2 ω 22
ove, per definizione di radiante, l’angolo di cui è ruotato il disco è θ = h R , per cui l’altez-
za massima raggiunta dal corpo m2 è
193
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
h=
(I O )
+ m2 R 2 ω 22 R
= 9.6 cm
2 ( m2 gR + M A )
5) L’energia dissipata fra l’istante iniziale e quello finale è
1
Ed = m2 gh − IOω 02 = 3.06 J
2
Problema 6.27
y G
i
h
G
x
Soluzione
1) La forza di attrito ha intensità finita e non è quindi impulsiva. Pertanto il suo effetto
risulta trascurabile durante l’applicazione dell’impulso istantaneo e il cilindro parte con
velocità del suo centro di massa vG e velocità angolare ω determinate unicamente dall’im-
pulso. Il moto iniziale è quindi di rotolamento con strisciamento. In questo caso non esiste
una relazione cinematica fra la velocità del centro di massa del corpo e la sua velocità ango-
lare che sono perciò indipendenti tra loro. Solo dopo avere percorso un certo tratto il moto
diventerà di puro rotolamento.
Considerando ora la fase in cui viene applicato l’impulso, il teorema dell’impulso de-
termina la velocità del centro di massa
194
Capitolo 6 Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto
i
i = mvG,1 ⇒ vG.1 = = 4 m/s
m
2) Calcoliamo il momento dell’impulso rispetto a G
Δt Δt Δt L
r ×i =r × ∫0
F dt = ∫
0
r × F dt = ∫
0
M dt = ∫
0
dL =Δ L
dove il vettore r può essere portato dentro il segno d’integrale, perché costante nel tempo
di durata dell’applicazione dell’impulso. Infatti Δt → 0 e quindi le posizioni prima e dopo
l’applicazione dell’impulso al disco differiscono per una quantità infinitesima. Passando
alle componenti lungo l’asse di rotazione z passante per G si ha
iR 2i
iR = I Gω1 ⇒ ω1 = = == 40 rad/s
I G mR
3) Dopo l’impulso la velocità del centro di massa e la velocità angolare variano per ef-
fetto dell’attrito. Il moto diventa di puro rotolamento quando esse soddisfano alla condizio-
ne cinematica di puro rotolamento vG,2 = ω 2 R. Il bilancio energetico fra l’istante immedia-
tamente successivo all’applicazione dell’impulso e l’istante in cui inizia il moto di puro
rotolamento è
⎡1 1 ⎤ ⎡1 1 ⎤
− μ mgd = ⎢ mvG,2
2
+ I Gω 22 ⎥ − ⎢ mvG,1
2
+ I Gω12 ⎥
⎣2 2 ⎦ ⎣2 2 ⎦
da cui utilizzando la condizione di puro rotolamento e semplificando si ricava
2
2vG,1 + R 2ω12 − 4 μ gd
ω2 = = 22.5 rad/s
3R 2
Si noti che
vG,2 = ω 2 R = 4.5 m/s
per cui fra l’istante iniziale e quello in cui inizia il moto di puro rotolamento la velocità del
centro di massa aumenta, mentre la velocità angolare diminuisce. La direzione della forza
di attrito è pertanto concorde alla direzione del moto del cilindro.
4) Il moto è uniforme finché il cilindro inizia a risalire la rampa: poiché la rampa è liscia
si ha improvvisamente una transizione fra moto di puro rotolamento e moto di rotolamento
con strisciamento. Da questo istante non agisce più alcuna forza esterna che abbia un mo-
mento meccanico non nullo rispetto a G, per cui non può essere modificato il moto relativo
al centro di massa e la velocità angolare del disco resta costante. Per contro la forza peso
agisce sul disco e viene trasformata energia cinetica del centro di massa in energia poten-
ziale della forza peso finché la velocità del centro di massa non si annulla. Il disco arriva
quindi alla massima altezza con velocità del centro di massa nulla pur mantenendosi in ro-
tazione con velocità angolare ω2 attorno a G. La conservazione dell’energia fra l’istante in
cui il disco inizia a salire e l’istante in cui arriva alla massima altezza è
1 1 1
2
mvG,2 + I Gω 22 = mgh + I Gω 22
2 2 2
195
Fenomeni impulsivi e dinamica dell’urto Capitolo 6
196
Capitolo 7
Gravitazione universale
Capitolo 7 Gravitazione universale
Problema 7.1
I due punti materiali di figura (a), rispettivamente di massa m1 = 10 kg e m2, distanti fra
loro d = 10 m, sono sottoposti inizialmente soltanto alla loro reciproca azione. In queste
condizioni nel punto P (–d/4, 0) del sistema di riferimento della figura il campo gravitazio-
nale è nullo. Determinare:
1) il valore della massa del secondo corpo m2
Successivamente si porta da distanza infinita nel punto Q (0, d/2) un terzo punto mate-
riale di massa m3 = 5 kg.
2) la forza agente sul punto materiale m3 F
3) il lavoro fatto dal campo gravitazionale per portare
il corpo m3 in Q, nell’ipotesi di avere postoV∞ = 0 W
Si sostituiscono i corpi m1 e m2 con una sbarretta omogenea di massa m3 e lunghezza d
come in figura (b). Determinare:
4) la forza agente sul punto materiale m3 F′
y y
Q Q
m3 m3
d/2 d/2
m1 m2 m3
P
O O
x x
d/4
d d
(a) (b)
Soluzione
199
Gravitazione universale Capitolo 7
⎧ m1m3 π m1m3 π m3
⎪ F13 = −G d 2 sen 4 u x − G d 2 cos 4 u y
⎪ 3 3 F13 F23
⎨
⎪ F23 = G m m π m m π
⎪⎩
2 3
sen u x − G 2 3
cos u y π/4 π/4
d32 4 d32 4
e quindi la forza agente sul corpo m3 è, sommando le m1 m2
componenti,
m m
F = G 2 23 ( m2 − m1 ) u x − G 2 23 ( m2 + m1 ) u y
d d
(
) (
= 3.7 × 10 −10 N u x − 4.7 × 10 −10 N u y )
3) Il lavoro è pari all’opposto della variazione di energia potenziale di m3, Ep = m3 V,
che si assume nulla a distanza infinita
⎛ m m ⎞
( ) m
W = − Δ E p = − m3VQ − m3V∞ = m3 ⎜ G 1 + G 2 ⎟ = 2G 3 ( m1 + m2 ) = 4.72 × 10 −9 J
⎝ d3 d3 ⎠ d
3) Definiamo la densità lineare λ = m3/d della sbarretta e consideriamo un suo elemento
infinitesimo dm = λdx posto a distanza x dall’origine, ovvero a d3 ( x ) = x 2 + d 2 / 4 da m3.
La forza di interazione gravitazionale sarà la somma vettoriale delle forze
m3dm m3dm
dF = G u =G ud y
⎡⎣ d3 ( x ) ⎤⎦
2 d3
d2 3
x +
2
m3
4
esercitate su m da tutti gli elementi infinitesimi. Osserviamo dF dF
che per simmetria per ogni elemento dm3 situato sul se-
miasse positivo esiste un elemento identico situato nel- dm θ
3 dm3
la posizione simmetrica sul semiasse negativo. I
contributi alla forza su m3 dovuti ai due elementi si O x
sommano vettorialmente: le componenti x sono dx dx
eguali e opposte, per cui si elidono; le componenti y inve-
ce sono eguali e concordi e quindi si sommano. La forza risultante è pertanto diretta verso il
basso lungo l’asse y e il suo modulo è il doppio del contributo di mezza sbarretta, ovvero
d 2 d 2 m3dm
F ′ = −2 ∫
0
dF cos θ u y = −2G ∫
0 d 2
cos θ u y
x2 +
4
Osservando che
⎧ m3
⎪dm = λ dx = d dx
⎪
⎪ d d
⎨
⎪cos θ = 2 = 2
⎪ d 3 ( x ) d2
⎪ x2 +
⎩ 4
200
Capitolo 7 Gravitazione universale
∫ (x ) ( )
−3 2 1
che, sapendo che 2
+a = ax a + x 2 2
+ cost , vale
m2
F ′ = −2 2G 23 u y = − 4.7 × 10 −11 N u y
d
( )
Problema 7.2
y
ℓ ℓ ℓ
P
x
C1 xP C2
Soluzione
1) La forza si esercita fra i centri di massa dei due corpi che sono distanti fra di lo-
ro 2 per cui il suo modulo è
m1m2 m2
F=G =G = 6.67 × 10 −9 N
( 2 ) 2
2
2) Il campo gravitazionale si può annullare solo nella regione fra i cilindri, dove i campi
gravitazionali dovuti a ciascuno di essi singolarmente sono opposti. Altrove detti campi
sono concordi e quindi non può essere nullo il campo gravitazionale risultante. Indicando
con λ = m la densità lineare del cilindro più leggero, i campi gravitazionali dovuti singo-
y
dx x x dx
P
dm2 x
dm1 xP
201
Gravitazione universale Capitolo 7
G G
G1 = ∫
C1 r1
2
dm1 e G2 = ∫ C2 r22
dm2
ove dm1 = λ dx edm2 = 4 λ dx dm1 sono elementi di massa infinitesimi dei due cilindri nella
posizione x rispetto all’origine. Il campo gravitazionale nel punto P è quindi
− G 2 G
G = G1 + G2 = ∫0 ( xP − x ) 2
λ dx + ∫ ( x − x P )2
4 λ dx = 0
⎧ −7 + 73
⎪ xP,1 = = 25.7 cm
⎪ 6
3xP2 + 7xP − 22 = 0 ⇒ ⎨
⎪ x = −7 − 73 = − 2.59 m inaccettabile
⎪ P,2 6
⎩
Problema 7.3
Soluzione
1) La velocità di fuga dalla Terra è la velocità che deve possedere un oggetto per arriva-
re a distanza infinita dalla Terra con velocità nulla. Dalla legge di conservazione dell’ener-
gia, osservando che a distanza infinita l’energia meccanica è nulla
⎛ 1 ⎞ ⎛ mM T ⎞
Δ Ec + Δ E p = ⎜ 0 − mv 2 ⎟ + ⎜ 0 + G ⎟=0
⎝ 2 ⎠ ⎝ r ⎠
nelle approssimazioni considerate, il razzo nel suo moto verticale ha la velocità di fuga
dr 2G M T
v= =
dt r
in ogni posizione r compresa fra la posizione iniziale RT e quella finale 2RT. Si ha quindi
un’equazione differenziale in r e t che si risolve per separazione delle variabili
202
Capitolo 7 Gravitazione universale
2 RT t
⎡2 2 32⎤
∫ ∫ 2G M T dt ⇒ ⎢ ( 2RT ) − ( RT ) ⎥ = 2G M T t
32
r dr =
RT 0 ⎣3 3 ⎦
per cui il razzo percorre la distanza RT nel tempo
t=
2RT3 2
3 2G M T
( )
8 − 1 = 11′ 36 ′′
Problema 7.4
v0
rS
203
Gravitazione universale Capitolo 7
Soluzione
1) L’orbita è circolare se, dopo il distacco dal razzo, il satellite descrive un moto circola-
re uniforme la cui equazione del moto è
mM T v02 MT
G = m ⇒ v0 = G = 5.35 km/s
rS2 rS rS
mM T 1 M
ET = −G + mv02 = 0 ⇒ v0 = 2G T = 7.57 km/s
rS 2 rS
⎨ a p
⎪ mv r = mv r
⎩ aa p p
Poiché ra = rS e va = v0, si ha
⎧ 2 ⎛ 1 1⎞
⎪ v0 − v 2p = 2G M T ⎜ − ⎟
⎪ ⎝ rS rp ⎠
⎨
⎪ v = rS v
⎪ p r 0
⎩ p
ovvero
⎛ r2 ⎞ rp − rS
v02 ⎜ 1 − S2 ⎟ = 2G M T
⎝ rp ⎠ rS rp
rp − rS rp2 2G M T rp
v0 = 2G M T = = 4.57 km/s
rp rS ( rp − rS ) 2
(
rS rp + rS )
204
Capitolo 7 Gravitazione universale
Problema 7.5
Soluzione
⎛M M M M ⎞
v1 = v02 − 2G ⎜ T − T + L − L ⎟ = 4.08 km/s
⎝ d LT r RL r1 ⎠
2) Dopo l’impatto il meteorite si muoverà rispetto alla Terra con la velocità della Luna
2π
v L = ω L d LT = d LT = 1.02 km/s
TL
e per il teorema dell’impulso, nell’ipotesi che l’urto sia tangenziale ovvero che v1 v L l’im-
pulso subito dal meteorite è
i = Δ p = mv L − mv1 = 6.12 × 1013 Ns
eguale e opposto a quello subito dalla Luna e trascurabile rispetto alla quantità di moto del-
la Luna pL = M L v L = 7.51 × 10 25 Ns.
Problema 7.6
Due pianeti orbitano attorno ad una stella; il primo pianeta descrive un'orbita circolare
di raggio R = 108 km con un periodo di rivoluzione T1 = 2 anni; il secondo pianeta descrive
un'orbita ellittica il cui periastro (punto dell’orbita più vicino alla stella) si trova ad una
distanza dalla stella r2,p = 2R con un periodo di rivoluzione T2 = 10 anni. Trascurando le
mutue interazioni tra i due pianeti, determinare
1) la massa della stella M
205
Gravitazione universale Capitolo 7
m2
m1 b
S
P A
a
R
r2,p r2,a
Soluzione
1) L’orbita del primo pianeta è circolare, per cui la sua equazione del moto è
m1 M 4π 2 4π 2 R 3
G 2
= m1ω 2 R = m1 2 R ⇒ M = 2
= 1.49 × 10 29 kg
R T1 G T1
v2, p r2,a
m2 v2,a r2,a = m2 v2, p r2, p ⇒ = = 1.92
v2,a r2, p
206
Capitolo 8
Problema 8.1
Un cilindro di legno ( ρl = 0.7 g/cm3) di massa m = 0.5 kg viene fissato alla base di un
cilindro di ferro ( ρFe = 7.86 g/cm3) avente la stessa area di base. Il corpo così composto
viene immerso in un contenitore sul cui fondo c’è acqua ( ρa = 1 g/cm3). Calcolare la mas-
sa del cilindro di ferro affinché sia emersa la frazione x = 0.2 del volume del legno
1) se il ferro è fissato sopra al legno m1
2) se il ferro è fissato sotto al legno m2
Un altro cilindro di ferro viene fissato, dopo avere tolto quello di ferro fissato in prece-
denza, sopra il cilindro di legno. Il cilindro risultante viene immerso in acqua e successiva-
mente ricoperto completamente con olio ( ρo = 0.8 g/cm3). Si osserva che all’equilibrio il
legno è tutto in acqua, mentre il ferro è tutto nell’olio ossia la superficie di separazione le-
gno–ferro coincide con quella di separazione acqua–olio. Calcolare:
3) la massa del nuovo cilindro di ferro m3
Soluzione
209
Meccanica dei fluidi Capitolo 8
Problema 8.2
Una pallina di ferro (densità ρ = 7.86 g/cm3) di massa m = 250 g è appoggiata su uno
scivolo liscio inclinato di θ = 30° con l’orizzontale e completamente immersa in acqua
( ρa = 1 g/cm3). La pallina è collegata alla sommità del piano inclinato utilizzando una
molla ideale di massa trascurabile, costante elastica k = 30 N/m e elongazione iniziale
Δ = 5 cm. Si lascia la pallina libera di muoversi. Determinare, sapendo che la pallina non
si solleva dal piano inclinato:
1) il modulo della reazione vincolare del piano N
2) l’accelerazione iniziale della pallina a
Soluzione
210
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi
m m
ρ= ⇒ V= = Va = 31.8 cm 3
V ρ
Problema 8.3
ℓ0
211
Meccanica dei fluidi Capitolo 8
Soluzione
1) La profondità dell’acqua è anche la lunghezza a riposo della molla per cui la parte
immersa del cilindro all’equilibrio è uguale alla deformazione della molla, ossia il volume
di fluido spostato è Va = AΔ. L’equilibrio statico del corpo è espresso dall’equazione
ρaVa g − mg + k Δ = 0
per cui
mg
ρa AΔg − mg + k Δ = 0 ⇒ Δ = = 13.1 cm
ρa Ag + k
Δ2 Δ2
= ρa gAΔ2 − ρa gA = ρa gA = 0.084 J
2 2
3) La forza di Archimede e la forza di sollevamento sono forze di cui è possibile calco-
lare il lavoro fatto durante lo spostamento del cilindro. Non ci sono altre forze non conser-
vative, perché il liquido è ideale e quindi la sua viscosità è nulla. Il bilancio energetico fra
posizione iniziale e finale del cilindro è dato da
WF + WArch = Δ E p + Δ Ec
ossia
1 1
F Δ + WArch = mgΔ − k Δ2 + mv 2
2 2
da cui si ricava
2F Δ 2WArch k
v= + + Δ2 − 2gΔ = 1.41 m/s
m m m
Problema 8.4
Su un piano scabro, con coefficiente di attrito dinamico μ = 0.4 e inclinato con l’oriz-
zontale di θ = 40°, è posto un punto materiale di massa m1 = 5 kg. Il punto è collegato, me-
diante un filo inestensibile di massa nulla e una carrucola liscia di massa nulla, ad un cilin-
212
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi
2
dro di area di base A = 25 cm , altezza = 10 cm e massa m2 = 1.5 kg. A fianco del piano
inclinato è posto un grande recipiente contenente acqua (densità ρa = 1000 kg/m3) fino ad
un'altezza h = 75 cm da terra. I due corpi sono mantenuti in quiete e il cilindro è appoggia-
to sul fondo del recipiente. All'istante t0 = 0, lasciato il sistema libero di muoversi, il cilin-
dro si solleva e si osserva che comincia ad uscire dall’acqua all'istante t1 ed è completamen-
te emerso a partire dall'istante t2. Trascurando la variazione di livello dell'acqua e l'attrito
viscoso, determinare:
1) l’accelerazione del cilindro all'istante t1 a1
2) la tensione del filo all'istante t1 T
3) la velocità del cilindro all'istante t1 v1
4) l’accelerazione del cilindro all'istante t2 a2
5) la velocità del cilindro all'istante t2 v2
m1
h m
m2 ℓ
θ
Soluzione
213
Meccanica dei fluidi Capitolo 8
3) L’accelerazione in questa prima parte dell’estrazione del cilindro è costante, per cui il
suo moto è uniformemente accelerato con velocità iniziale nulla e spostamento h − verso
l’alto. Le leggi orarie sono allora
⎧ v1 = a1t1
⎪
⎨ 1 2 ⇒ v1 = 2a1 ( h − ) = 0.92 m/s
⎪⎩h − = 2 a1t1
4) All’istante t2 il cilindro è completamente emerso, per cui non agisce più la forza di
Archimede e le equazioni del moto diventano
⎧ m1g sin θ − μ m1g cos θ − T ′ = m1a2
⎨
⎩T ′ − m2 g = m2 a2
Sommando membro a membro le equazioni si ricava
m1g sin θ − μ m1g cos θ − m2 g = ( m1 + m2 ) a2
da cui
m1g sin θ − μ m1g cos θ − m2 g
a2 = = 0.27 m/s2
m1 + m2
5) L’accelerazione non è costante nell’intervallo di tempo t2 – t1 per cui conviene utiliz-
zare il bilancio energetico fra questi due istanti
⎡1 1 ⎤
WArch + Watt = Δ E p + Δ Ec = [ m2 g − m1g sin θ ] + ⎢ ( m1 + m2 ) v22 − ( m1 + m2 ) v12 ⎥
⎣2 2 ⎦
Il lavoro fatto dalla forza di Archimede fra l’istante t1 in cui il cilindro è ancora completa-
mente immerso e l’istante t2 in cui è completamente emerso è, come nel Problema 8.3,
WArch = ∫0
ρa gA ( − z ) dz = ∫
0
ρa gA dz − ∫0
ρa gAz dz =
2 2
= ρa gA2 − ρa gA = ρa gA
2 2
per cui
ρa gA
2
2
1
− μ m1g = g ( m2 − m1 sin θ ) + ( m1 + m2 ) v22 − v12
2
( )
e la velocità del cilindro appena emerge è
214
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi
Problema 8.5
y
v0
x
Soluzione
ρa ( 3V ) g = 3m p g + 3ρ HeVg + mg ⇒ m = 3V ( ρa − ρ He ) − 3m p = 70 g
215
Meccanica dei fluidi Capitolo 8
1 2 2h
0= h+ at1 ⇒ t1 = − = 8.2 s
2 a
3) In direzione x il moto è uniforme, per cui la velocità quando il corpo tocca terra è
Problema 8.6
R
O
216
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi
Soluzione
1) I palloncini sono trascinati verso l’alto dalla forza di Archimede cui si oppongono la
forza peso e la tensione del filo, che a sua volta fa ruotare il cilindro intorno all’asse passan-
te per O. Le equazioni del moto dei palloncini e del cilindro sono, utilizzando la relazione
a = α R,
⎧ ma g − m p g − T = m p a
⎪
⎨ 1 2 a
⎪TR − M O = IOα = mR
⎩ 2 R
dove ma è la massa d’aria spostata e m p = ρ HeVp è la massa complessiva dei palloncini,
trascurandone l’involucro. Essendo i volumi dell’aria spostata e dei palloncini uguali, si ha
mp ρa
ma = ρaVa = ρa = mp = 217 g
ρ He ρ He
perché i palloncini sono completamente immersi in aria. Esplicitando l’accelerazione nelle
due equazioni si ottiene
⎧ ma g − m p g − T
⎪a =
⎪ mp
⎨
⎪ T MO
⎪⎩a = 2 m − 2 mR
e eguagliandole si ricava la tensione del filo
2
T M
−2 O =
ma g − m p g − T
⇒ T=
(
2m p M O + ma − m p mRg ) = 1.74 N
m mR mp ( 2m p + m ) R
2) L’accelerazione, calcolandola dall’equazione del moto dei palloncini, è
ma g − m p g − T
a= = 3.09 m/s2
mp
costante, per cui il moto è uniformemente accelerato
dv dv dx dv v
a= =
dt dx dt
=v
dx
⇒ ∫
0
a dx = ∫
0
dv
Integrando si ottiene
v2
a = ⇒ v = 2a = 13.6 m/s
2
3) Dall’istante in cui il filo si stacca agisce solo il momento d’attrito esercitato sul vin-
colo del cilindro che lo rallenta fino a fermarlo. Il bilancio energetico fra questi due istanti è
217
Meccanica dei fluidi Capitolo 8
2
1 1⎛1 ⎞ ⎛ v⎞
−M O 2π N = − IOω 2 = − ⎜ mR 2 ⎟ ⎜ ⎟
2 ⎝
2 2 ⎠ ⎝ R⎠
da cui si ricava
mv 2
N= = 18.4 giri
8π M O
Problema 8.7
3
Una bacinella d'acqua ( ρa = 1000 kg/m ) contiene un blocco di legno di massa
3
m =300 g e densità ρ = 600 kg/m . Il blocco è tenuto sotto la superficie dell'acqua da una
molla ideale di massa nulla e costante elastica k = 30 N/m. La bacinella viene posta su un
disco orizzontale a distanza R = 3 m, molto maggiore delle dimensioni del blocco di legno,
dal suo centro. Il disco viene messo in rotazione attorno all’asse passante per il suo centro
di massa fino a raggiungere la velocità angolare ω = 1.8 rad/s che viene successivamente
mantenuta costante. In questa situazione di equilibrio, calcolare:
1) la forza esercitata dalla molla Fel
2) lo spostamento del blocco rispetto alla verticale
supponendolo trascurabile rispetto ad R Δr
z
ω
O r
Soluzione
1) Il blocco è sottoposto all’azione di tre forze: la forza peso, la forza elastica e la forza
di Archimede. All’equilibrio, ossia quando la velocità angolare è costante, l’equazione del
moto del blocco è nel sistema assoluto
Fel + mg + FArch = ma
ove l’accelerazione a ha componente z nulla e componente radiale centripeta aN.
Il corpo si trova immerso in due campi di forze parallele che dipendono dal volume: la
forza peso che agisce in direzione verticale e la forza centrifuga apparente dovuta al moto
circolare che agisce in direzione radiale. La forza di Archimede ha pertanto componenti
218
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi
nelle due direzioni z e r con verso opposto a quella del campo di forze che la genera, ovve-
ro, ricordando che V =Va,
m m
FArch = ρaVa g u z − ρaVa aN ur = ρa g u z − ρa aN ur
ρ ρ
Le componenti dell’equazione del moto nelle direzioni z e r sono pertanto
⎧ m
⎪⎪ Fel,z − mg + ρa ρ g = 0
⎨
⎪ Fel,r − ρa m aN = −maN
⎪⎩ ρ
Nell’ipotesi che la deformazione della molla sia trascurabile rispetto alla posizione ra-
diale R del centro di massa del corpo m, si può utilizzare la relazione aN = ω 2 R : la forza
elastica pertanto è
⎛ m ⎞ ⎛ m ⎞
Fel = ⎜ mg − ρa g ⎟ u z + ⎜ −mω 2 R + ρa ω 2 R⎟ ur = ( −1.96 N ) u z + (1.94 N ) ur
⎝ ρ ⎠ ⎝ ρ ⎠
Notando che la componente radiale della forza elastica è positiva, osserviamo che il
blocco si sposta, rispetto alla situazione di equilibrio statica con componente radiale della
forza elastica nulla, verso il centro di rotazione contrariamente a quanto si potrebbe inge-
nuamente pensare.
2) Lo spostamento radiale del blocco è
Δr = Δ cos θ
dove Δ l’elongazione della molla
Fel
Δ = = 9.2 cm
k
e θ è l’angolo formato dalla forza elastica con l’orizzontale
m
mg − ρa g uz
Fel,z ρ
θ = tan −1 = tan −1 = − 45.2°
Fel,r m Fel,r ur
−mω R + ρa ω 2 R
2
ρ
θ
per cui lo spostamento è Fel,z
Δr = Δ cos θ = − 6.5 cm Fel
compatibile con l’approssimazione Δr R.
Problema 8.8
219
Meccanica dei fluidi Capitolo 8
stesso nel cilindro e nel tubo. Il cilindro viene appeso, immerso in aria, a un filo inestensibi-
le di massa trascurabile collegato al pistone e lasciato raggiungere la sua posizione di equi-
librio statico. Calcolare all’equilibrio, trascurando la tensione di vapore dell'acqua:
1) la tensione del filo T
2) il dislivello fra i liquidi nel tubo e nel cilindro Δh
Soluzione
220
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi
ovvero l’acqua all’interno del contenitore ha un livello superiore all’acqua contenuta nel
tubo laterale all’esterno dello stesso, in accordo con il fatto che la pressione dell’aria pi al-
l’interno del contenitore è inferiore alla pressione pe dell’aria dell’ambiente esterno.
Problema 8.9
2
Un tubo a U, aperto, di sezione A = 10 cm , contiene una massa m = 2 kg d'acqua
3
( ρ = 1000 kg/m ) soggetta alla forza peso. All'imbocco del ramo 1 viene esercitata la pres-
sione p e all'imbocco del ramo 2 la pressione p+Δp, con Δp = 1000 N/m2. Improvvisamente
sul ramo 2 la pressione viene portata al valore p. Determinare, trattando l’acqua come un
liquido ideale:
1) la differenza di altezza iniziale fra i due liquidi Δh
2) il periodo di oscillazione del livello del liquido T
y 1 2
Soluzione
Δp
Δ p = − ρ gΔh ⇒ Δh = = 10.2 cm
ρg
2) L’oscillazione avviene a causa della differenza di altezza Δh cui si trova inizialmente
il liquido nei due rami che non è più mantenuta nel momento in cui cessa di esistere la dif-
ferenza di pressione fra i due rami del tubo. La forza netta esercitata sul liquido è data alla
differenza di forza peso esercitata dalle due colonne d’acqua a causa della differenza d’al-
tezza. In un istante generico la differenza di altezza fra le due colonne d’acqua, nel sistema
di riferimento mostrato in figura in cui l’origine è posta nel punto in cui le due colonne
d’acqua hanno la medesima altezza, è Δh = 2y Utilizzando la legge di Stevino l’equazione
del moto del liquido è quindi
F = Δ pA = − ρ gΔhA = − ρ g2yA = ma
ossia
d2y
− ρ g2yA = m
dt 2
221
Meccanica dei fluidi Capitolo 8
Problema 8.10
Una sfera d'acqua liquida ( ρ = 1000 kg/m3) nel vuoto è in equilibrio statico soggetta
solo all’interazione gravitazionale fra le molecole che la compongono. Se la differenza di
pressione tra centro e superficie è Δp =1 atm, determinare:
1) il raggio della sfera R
Soluzione
4
mi = ρVi = ρ π r 3 e dm = dV = ρ Adr
3
per cui
⎛ 4 3⎞
⎜⎝ ρ π r ⎟⎠ ρ Adr
3
pi A − pe A − G =0
r2
Lo spessore dr è infinitesimo, per cui anche la differenza di pressione pe − pi è infinitesi-
ma. Allora pe − pi = dp e
222
Capitolo 8 Meccanica dei fluidi
4 2
dp = −G πρ rdr
3
Integrando l’equazione fra il centro e il raggio esterno della sfera d’acqua
pR R 4 2 4 R2
− ∫ p0
dp = ∫
0
G
3
πρ r dr ⇒ Δ p = p0 − pR = G πρ 2
3 2
223
Capitolo 9
Trasformazioni termodinamiche
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
Problema 9.1*,**
pa
τ Q
gas
Soluzione
* Se il corso seguito dallo studente non comprende l’entropia, altri esercizi sugli argomenti del
capitolo 9 possono essere ricavati svolgendo parzialmente i problemi 11.2, 11.3, 11.4, 11.8 e 11.9,
tralasciando l’ultima domanda che richiede il calcolo dell’entropia.
** Gli esercizi di termodinamica utilizzano molto spesso gas ideali, altresì detti gas perfetti. In
particolare sono usate le loro capacità termiche molari a volume costante e pressione costante, cv e cp,
e il loro rapporto γ. Riportiamo qui per riferimento i loro valori che poi non saranno esplicitati nella
soluzione dei problemi
cp
cv cp γ =
cv
3 5 5
gas perfetto monoatomico R R
2 2 3
5 7 7
gas perfetto biatomico R R
2 2 5
227
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9
Mg τ 0
pa + + = p0 ⇒ τ 0 = ( p0 − pa ) A − Mg = 915 N
A A
Durante la trasformazione la tensione della corda aumenta, ma non c’è alcuna variazio-
ne di volume del gas fino all’istante in cui la corda si spezza per cui la trasformazione è
isocora.
La reversibilità della trasformazione deve essere stabilita verificando: quali siano le
cause della trasformazione, che per una trasformazione reversibile devono essere infinite-
sime; se durante la trasformazione ogni stato del sistema è di equilibrio termodinamico
(termico, meccanico e chimico); se sono presenti forze dissipative.
Il processo in questione avviene a causa di una variazione di temperatura del gas ottenu-
ta tramite contatto termico con un termostato la cui temperatura viene finemente regolata in
modo da assicurare che ci sia praticamente equilibrio termico in ogni stato della trasforma-
zione. Inoltre la trasformazione avviene lentamente per cui è praticamente garantito anche
l’equilibrio meccanico in ogni stato occupato dalla trasformazione nel piano di Clapeyron.
Non ci sono reazioni chimiche in atto. La mancanza di attriti comporta allora che la tra-
sformazione isocora è reversibile.
Nei successivi problemi ci limiteremo a controllare le cause della trasformazione e
l’esistenza degli equilibri termico e meccanico, assumendo che, ove non esplicitamente
specificato, l’equilibrio chimico e la mancanza di attriti siano sempre garantiti.
La trasformazione è pertanto isocora reversibile. Il calore fornito fino all’istante di rottu-
ra della corda è
Q = ncv (T1 − T0 )
per cui il gas raggiunge la temperatura
Q
T1 = + T0 = 470K
ncv
e di conseguenza,la pressione del gas al momento della rottura, utilizzando l’equazione di
stato dei gas perfetti applicata ad una isocra, è
nRT T p0
V= = cost ⇒ = cost ⇒ p1 = T1 = 2.686 atm
p p T0
228
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
Mg τ 1
p1 = pa + + ⇒ τ 1 = p1 A − pa A − Mg = 1610N
A A
3) Se il calore Q viene fornito rapidamente gli stati del gas durante le trasformazioni
sono di non–equilibrio, perché non fanno in tempo a stabilirsi né l’equilibrio meccanico, né
quello termico. La trasformazione è pertanto isocora irreversibile. Bloccando il setto un
istante prima della rottura della corda il gas però comunque raggiunge alla fine lo stesso
stato di equilibrio (p1, V0, T1) e la soluzione è identica.
Si noti che la soluzione sarebbe stata identica anche in caso di trasformazione isocora
irreversibile senza che venisse bloccato il setto, con la differenza che la pressione p1 e la
temperatura T1 del gas all’istante della rottura sono in questo caso interpretabili solo come
valori medi, perché sia temperatura che pressione non sarebbero state le stesse in ogni pun-
to del gas essendo quest’ultimo in uno stato di non–equilibrio termodinamico al momento
della rottura della corda.
Problema 9.2
gas
pa
Soluzione
229
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9
costante, la temperatura iniziale e quella finale del gas sono le stesse. La causa della tra-
sformazione è una variazione improvvisa e finita di pressione dovuta alla repentina scom-
parsa del contributo dato dalla forza peso del corpo di massa m appeso. Nel caso in cui si
identifichi una causa finita della trasformazione in luogo di una causa infinitesima, la tra-
sformazione è irreversibile. Si tratta quindi di una trasformazione isoterma irreversibile. I
volumi iniziale e finale del gas si ottengono utilizzando la legge dei gas perfetti applicata
agli stati di equilibrio iniziale e finale osservando che la pressione esercitata dal setto è op-
posta a quella esterna
⎩ 0 ⎩ 1
La sostituzione della pressione esterna agente sul sistema con la pressione del sistema
per il calcolo del lavoro è possibile solo se la trasformazione è reversibile, ovvero per una
trasformazione del sistema fra gli stati termodinamici A e B, il calcolo del lavoro del siste-
ma con la formula
VB
WAB = ∫VA
pe dV
è corretto solo se la trasformazione è reversibile. Infatti solo in questo caso tutti gli stati
intermedi sono di equilibrio e quindi in ogni stato della trasformazione la pressione del-
230
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
Problema 9.3
Q A B
Soluzione
1) I due comparti contengono lo stesso numero di moli dello stesso gas ad eguale volu-
me e temperatura per cui anche la pressione è la stessa
nRT0
p0 = = 19.13 atm
V0
Inoltre dalla relazione di Mayer si ricava
c p − cv = R ⇒ 1.5cv − cv = R ⇒ cv = 2R
e ovviamente
cp
γ = = 1.5
cv
La trasformazione del gas contenuto nel comparto A è reversibile, ma non sono dati ele-
menti che possano identificarla con una delle trasformazioni canoniche: isocora, isobara,
isoterma, adiabatica o politropica. Il gas nel comparto B non può scambiare calore con al-
cuna sorgente o altro sistema e quindi subisce una trasformazione adiabatica reversibile. La
231
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9
PAVA PV
TA = = 835 K e TB = B B = 425 K
nR nR
per cui si ottiene
Q = ΔU = ncv (TA + TB − 2T0 ) = 2nR (TA + TB − 2T0 ) = 3723 J
Problema 9.4
232
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
pe
n1
n2
TS
Soluzione
1) Il gas nel comparto superiore non scambia calore perché contenuto fra pareti adiaba-
tiche e compie quindi una trasformazione adiabatica reversibile, mentre il gas nel comparto
inferiore è in costante contatto termico con un solo serbatoio di calore alla sua stessa tem-
peratura e compie quindi una trasformazione isoterma reversibile. La reversibilità deriva
dal fatto che la causa della trasformazione è una variazione infinitesima di pressione sul
pistone, poiché la pressione viene aumentata lentamente. La reversibilità comporta che ogni
stato attraversato dal sistema è di equilibrio termodinamico e quindi la pressione è in ogni
stato uguale in entrambi i comparti ed eguale alla pressione esterna.
Utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti si determina il volume iniziale del compar-
to superiore
n1 RT1
V1 = = 7.38 litri
pe
Osservando chela pressione finale è pe′ = 2 pe , la legge di Poisson per le adiabatiche rever-
sibili fornisce il volume finale
1
⎛ pe ⎞ γ
peV1γ = pe′ (V1′)
γ
⇒ V1′ = ⎜ ⎟ V1 = 4.5 litri
⎝ pe′ ⎠
e l’utilizzo dell’equazione di stato nello stato finale (o dell’equazione di Poisson) porge la
temperatura finale
⎡ γ −1 ⎤
pe′V1′ ⎛V ⎞
T1′ = = 366 K ⎢ oppure T1′ = T1 ⎜ 1 ⎟ = 366 K ⎥
n1 R ⎢⎣ ⎝ V1′⎠ ⎥⎦
2) Il volume iniziale del comparto inferiore si ottiene utilizzando l’equazione di stato
dei gas perfetti
n2 RTS
V2 = = 8.2 litri
pe
Il volume finale del comparto inferiore si ricava utilizzando la legge di Boyle per le tra-
sformazioni isoterme (oppure la legge dei gas perfetti nello stato finale)
233
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9
pe ⎡ n2 RTS ⎤
peV2 = pe′V2′ ⇒ V2′ = V2 = 4.1 litri ⎢ oppure V2′ = p ′ = 4.1 litri ⎥
pe′ ⎣ e ⎦
3) Il sistema termodinamico è costituito dai materiali che subiscono la trasformazione,
pertanto in questo caso il sistema è costituito dal gas contenuto complessivamente nei due
comparti. Il lavoro fatto dal sistema è quindi la somma dei lavori fatti dai due gas determi-
nati dal primo principio della termodinamica
V2′
W = W1 + W2 = − ΔU1 + (Q2 − ΔU 2 ) = −n1cv (T1′ − T1 ) + n2 RTS ln = − 987 J
V2
Il principio di azione e reazione implica che nell’interazione fra ambiente e sistema vengo-
no applicate forze eguali e contrarie. Gli spostamenti, corrispondenti in termodinamica a
variazioni di volume, sono esclusivamente quelli del sistema, e di conseguenza il lavoro
fatto dal sistema è sempre eguale e opposto a quello fatto dall’ambiente indipendentemente
dal tipo di trasformazione. Quindi
We = −W = 987 J
Problema 9.5
Un recipiente cilindrico verticale con pareti adiabatiche e base diatermica è chiuso supe-
riormente da un pistone adiabatico, libero di scorrere con attrito trascurabile, di sezione
A = 4 dm2. La base del cilindro è costantemente in contatto termico con una miscela di ac-
qua e ghiaccio alla temperatura di fusione T0 = 273 K. Nel recipiente è contenuta n = 1 mo-
le di gas perfetto in equilibrio termodinamico alla pressione iniziale p0 = 1 atm dell’ambien-
te esterno. Si posa sopra il pistone un corpo di massa m provocandone l'abbassamento e alla
fine della trasformazione il gas si trova in un nuovo stato di equilibrio termodinamico ed è
avvenuta la fusione di una massa mg = 3 g di ghiaccio. Trascurando l’attrito, che permette al
pistone di fermarsi, e sapendo che il calore latente di fusione del ghiaccio è λ = 334 J/g,
calcolare
1) il calore scambiato dalla miscela di acqua e ghiaccio Qg
2) la variazione di quota del pistone Δh
3) la massa del corpo appoggiato sul pistone m
p0
acqua e ghiaccio
234
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
Soluzione
⎧ ⎧ mg
⎪ p = 1 atm = 101325 N/m 2 ⎪ p1 = p0 +
⎪⎪ 0 ⎪⎪ A
⎨T0 = 273 K e ⎨ 0
T = 273 K
⎪ nRT0 ⎪ nRT0
⎪V0 = = 22.4 litri = 22.4 × 10 −3 m 3 ⎪V1 =
⎩⎪ p0 ⎪⎩ p1
⎩ ∫
⎪W = V p1 dV = p1 (V1 − V0 ) = p1 AΔh
0
235
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9
nRT0 AΔh
V1 = −
mg λ
Poiché
V1 − V0 = ΔV = AΔh ⇒ V1 = V0 + AΔh
la differenza di altezza è
3) La pressione finale è
mg nRT0
p1 = p0 + =
A V0 − A Δh
per cui la massa del corpo appoggiato è
A ⎛ nRT0 ⎞
m= ⎜ − p0 ⎟ = 183 kg
g ⎝ V0 − A Δh ⎠
Problema 9.6
acqua e ghiaccio
236
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
Soluzione
1) Ripetendo il ragionamento del problema 9.4 si osserva che nel comparto inferiore
avviene una isoterma reversibile, perché la miscela di acqua e ghiaccio è una sostanza in
transizione di fase e la sua temperatura è costante, mentre nel comparto superiore avviene
una adiabatica reversibile. Lo stato iniziale è identico per ambedue i gas
⎧ p0 = 1 atm
⎪
⎪ T0 = 273 K
⎨
⎪ V = nRT0 = 44.8 litri
⎪ 0 p0
⎩
La trasformazione isoterma avviene in contatto costante con una miscela di acqua e ghiac-
cio che costituisce un serbatoio di calore alla temperatura T0. Il calore viene scambiato
esclusivamente fra il gas del comparto inferiore e la miscela di acqua e ghiaccio. Poiché si
scioglie parte del ghiaccio, la miscela assorbe una quantità di calore che deve essere uguale
in modulo a quella ceduta dal gas ovvero
Qghiaccio = −Qgas
ossia esplicitamente
mλ
V1 −
mλ = −nRT0 ln ⇒ V1 = V0 e nRT0
= 21.5 litri
V0
2) Il setto è in equilibrio meccanico anche nello stato finale, per cui la pressione dei gas
nei comparti è la stessa
nRT0
p2 = p1 = = 2.09 atm
V1
Le equazioni di Poisson applicate alla trasformazione adiabatica reversibile del gas nel
comparto superiore forniscono il volume finale
1
⎛ p ⎞γ
p0V0γ = p2V2γ ⇒ V2 = ⎜ 0 ⎟ V0 = 26.5 litri
⎝ p2 ⎠
e quindi l’equazione di stato dei gas perfetti ornisce la temperatura del gas nel comparto
superiore
p2V2
T2 = = 338 K
nR
e la variazione di energia interna è
ΔU 2 = ncv (T2 − T0 ) = 2701 J
3) Il lavoro esterno fatto sul sistema è eguale e opposto a quello fatto dal sistema dei
due gas ricavabile dal primo principio della termodinamica
237
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9
V1
We = −W = −W1 − W2 = −Q1 + ΔU 2 = −nRT0 ln + ΔU 2 = mλ + ΔU 2 = 6050 J
V0
Problema 9.7
A B
T0
gas gas
Soluzione
1) Il gas in A subisce una compressione adiabatica reversibile, perché non scambia calo-
re e la compressione avviene lentamente, per cui utilizzando le equazioni di Poisson e ri-
cordando che VA = V0/2, si ha
γ
⎛V ⎞
pA = ⎜ 0 ⎟ p0 = ( 2 ) p0 = 2.64 atm = 2.67 × 10 5 N/m 2
γ
pAVAγ = p0V0γ ⇒
⎝ VA ⎠
238
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
VB = V0 − S Δ x = 3 litri
e quindi la pressione in B è
nRT0
pB = = 1.67 atm = 1.69 × 10 5 N/m 2
VB
3) Il setto è in equilibrio meccanico, quindi la pressione in A è il risultato dell’azione
della pressione del gas in B e della pressione esercitata dalla molla sul setto di separazione
pA = pB +
kΔx
⇒ k=
( pA − pB ) S = 4.9 × 10 3 N/m
S Δx
Problema 9.8
pa
m
nA
nB
Soluzione
239
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9
Q = ΔU + W = ΔU A + ΔU B − We = 0
ovvero
nA cv (T − T0 ) + nB cv (T − T0 ) − We = 0
da cui si ricava la temperatura finale
T=
( nA + nB ) cvT0 + We =
ncvT0 + We
= 567 K
( n A + n B ) cv ncv
2) Il pistone nello stato finale è in equilibrio meccanico, per cui la pressione finale del
gas è uguale alla pressione esterna esercitata dall’ambiente esterno e dalla forza peso del
pistone
mg
p = pe = pa + = 1.097 atm
A
e pertanto, utilizzando l’equazione di stato, il volume complessivo è
V=
( nA + nB ) RT =
nRT
= 12.7 litri
p p
3) La pressione esterna pe agente sul sistema resta costante durante tutta la trasforma-
zione per cui il lavoro fatto sul sistema è
V We
We = −W = − ∫V0
pe dV = − pe ΔV ⇒ ΔV = −
pe
= − 9 litri
Problema 9.9
Si toglie l'isolamento termico tra i due gas, per cui il setto diventa conduttore, e si atten-
de il ristabilimento dell'equilibrio termodinamico. Calcolare :
1) la temperatura iniziale del gas in B TB
2) la temperatura finale del sistema T
3) il volume finale di A VA′
4) il lavoro fatto dal gas in B sul gas in A WB
240
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
A B A B
Soluzione
1) Il setto è libero di muoversi, per cui il suo equilibrio è dovuto alla pressione esercita-
ta dai gas in A e B che deve essere uguale. Le equazioni di stato dei due gas
⎧ pAVA = nA RTA
⎨
⎩ pBVB = nB RTB
porgono, dividendo membro a membro con pA = pB
VA nA TA nA VB
= ⇒ TB = TA = 166.7 K
VB nB TB nB VA
oppure
nA RTA p V
pB = pA = = 2.05 atm ⇒ TB = B B = 166.7 K
VA nB R
2) La temperatura finale dei due gas è la stessa in quanto si portano in equilibrio termi-
co. Inoltre globalmente per il sistema dei gas A e B la trasformazione è adiabatica
(Q = 0)senza lavoro esterno (W = 0), perché il recipiente è rigido. Quindi per il primo prin-
cipio la variazione di energia interna del sistema è nulla
ΔU = ΔU A + ΔU B = nA cv (T − TA ) + nB cv (T − TB ) = 0
e quindi la temperatura finale del sistema è
n A TA + n B TB
T= = 312.5 K
nA + nB
3) Nello stato finale il setto è ancora in equilibrio meccanico per cui pA′ = pB′ . Il volume
del recipiente non è cambiato quindi
nA RT nB RT
VA + VB = VA′ + VB′ = +
pA′ pB′
e la pressione finale dei gas è
pA′ = pB′ =
( nA + nB ) RT = 2.05 atm
VA + VB
e il volume finale del gas in A è
241
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9
nA RT
VA′ = = 62.5 litri
pA′
4) La pressione iniziale dei gas è uguale alla pressione finale, per cui la trasformazione è
anche isobara. La trasformazione è irreversibile, perché causata da una differenza finita di
temperatura. Il gas B sposta il setto espandendosi e riducendo in eguale quantità il volume
del gas A, per cui compie lavoro positivo, eguale e opposto al lavoro fatto dal gas A sul gas
B
WB = −WA = − pA (VA′ − VA ) = 3635 J
Problema 9.10
A B
Soluzione
1) Il setto mobile implica che la pressione è la stessa nei due comparti, per cui il volume
iniziale di A è
nA RTA nA RTA
VA = = = 9.84 litri
PA PB
Il volume totale del contenitore VT = VA + VB = 2 Vf resta costante per cui
VB = VT − VA = 2V f − VA = 30.16 litri
2) Il gas fluisce lentamente nel comparto A, per cui il setto viene spostato lentamente: la
causa della trasformazione nel comparto B è una variazione infinitesima di pressione. Inol-
242
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
tre il gas contenuto in B non può scambiare calore, per cui la trasformazione del gas in B è
adiabatica reversibile. Applicando le equazioni di Poisson al gas biatomico B si ottiene
γ
⎛V ⎞
pBVBγ = p f V fγ ⇒ p f = pB ⎜ B ⎟ = 8.9 atm
⎝ Vf ⎠
( )
p f V + V f = ( n + nA ) RTA
ovvero il volume della bombola è
( n + nA ) RTA − p f V f
V= = 262 litri
pf
e l’equazione di stato iniziale del gas nella bombola porge la sua pressione iniziale
nRTA
pV = nRTA ⇒ p= = 9.4 atm
V
Problema 9.11
243
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9
A B
Q T0
gas gas
Soluzione
1) L’unica forza agente sui gas è la forza elastica, per cui, essendoci equilibrio meccani-
co, la pressione dei due gas è la stessa ed è uguale a quella esercitata dalla forza elastica
k Δ 0
p0 = = 5 × 10 4 N/m 2 = 0.494 atm
A
2) Il volume occupato dal gas è V0 uguale nei due comparti, perché temperatura pressio-
ne e numero di moli sono gli stessi. Il volume totale e di conseguenza il volume di ciascuna
gas sono
A ( h − 0 + Δ 0 )
V = 2V0 + Vmolla ⇒ Ah = 2V0 + A ( 0 − Δ 0 ) ⇒ V0 = = 7 litri
2
e la temperatura è
p0V0
T0 = = 209 K
nR
3) Dopo la trasformazione in A e B non sono uguali volume e temperatura, ma la pres-
sione del gas è identica, perché la situazione meccanica è la stessa
k Δ 1
pA = pB = = 10 5 N/m 2 = 0.988 atm
A
La trasformazione nel comparto B è adiabatica reversibile, perché il gas ivi contenuto non
scambia calore e la compressione avviene reversibilmente, perché la molla si comprime
lentamente. Utilizzando l’equazione di Poisson per le adiabatiche reversibili si ricava
1
⎛ p ⎞γ
p0V0γ = pBVBγ ⇒ VB = ⎜ 0 ⎟ V0 = 4.27 litri
⎝ pB ⎠
pAVA p V
TA = = 645 K e TB = B B = 257 K
nR nR
244
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
5) La trasformazione in A non è canonica, per cui si può utilizzare solo il primo princi-
pio Q = ΔU + W applicandolo al sistema dei due gas. La variazione di energia interna è
immediata, mentre non si può calcolare direttamente il lavoro fatto dai due gas. Sappiamo
però che il lavoro complessivo fatto dai due gas è eguale e opposto a quello fatto dalle forze
esterne agenti sul sistema. L’unica forza esterna agente è la forza elastica che è conservativa
per cui We = − Δ E p,el e quindi il lavoro fatto complessivamente dai due gas è
1 1
W = −We = Δ E p,el = k Δ12 − k Δ20
2 2
e quindi dal primo principio della termodinamica si ricava
1 1
Q = ΔU A + ΔU B + W = nA cv (TA − T0 ) + nB cv (TB − T0 ) + k Δ12 − k Δ20 = 2086 J
2 2
Problema 9.12
p0
p0
p0
m
m
m n
n VB n
VA VC
T2 T2 T2
245
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9
Soluzione
1) Lo stato iniziale A è di equilibrio sotto l’azione di pressione esterna, forza peso del
pistone e forza elastica
⎧TA = 310 K
⎪
⎪VA = S ( 0 + Δ1 ) = 13.5 × 10 −3 m 3
⎨
⎪ mg k Δ1
⎪⎩ pA = p0 + S + S = 139.5 × 10 N/m
3 2
2) Anche lo stato intermedio, all’istante delle rottura della molla, è di equilibrio. L’equi-
librio meccanico è con la pressione esterna, la forza peso del pistone e la forza massima
F = k Δ 2 esercitata dalla molla; l’equilibrio termico è con la sorgente di calore a tempera-
tura T, per cui lo stato del gas è dato da
⎧TB = T
⎪
⎪VB = S ( 0 + Δ 2 ) = S ⎛⎜ 0 + F ⎞⎟ = 21 × 10 −3 m 3
⎨ ⎝ k⎠
⎪
⎪ pB = p0 + mg + F = 3.06 × 10 5 N/m 2
⎩ S S
e utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti si ricava
pBVB
pBVB = nRTB ⇒ T = TB = = 1060 K
nR
3) Fino all’istante di rottura della molla la trasformazione è una trasformazione non
canonica, ma sicuramente irreversibile, perché la causa è una differenza finita di temperatu-
ra. Si può quindi utilizzare solo il primo principio della termodinamica Q = ΔU + W . Alla
trasformazione partecipano il gas e il contenitore, per cui la variazione di energia interna
del sistema è
ΔU = ncv (TB − TA ) + C (TB − TA ) = 8694 J
Il lavoro del gas può essere calcolato solo come lavoro contro le forze esterne agenti, per-
ché la pressione non è definita durante la trasformazione irreversibile. Le forze agenti sono
le forze di pressione esterna, la forza peso del pistone e la forza elastica esercitata dalla
molla, ove queste ultime sono forze conservative. Tutte le forze sono concordi fra di loro e
si oppongono al moto del pistone verso l’alto, pertanto
VB
W = −We = ∫VA
p0 dV + Δ E p =
= p0 (VB − VA ) + mg ( Δ 2 − Δ1 ) +
1
2
( )
k Δ22 − Δ12 = 1672 J
246
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
k Δ22
TC = TB + = 1138 K
2 ( ncv + C )
Problema 9.13
pa pa
m m
n
vuoto n Q
(a) (b)
247
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9
Soluzione
per cui
Δh Δh
( pa A + mg ) dh = − ⎛⎜⎝ pa +
mg ⎞
W = −We = − ∫ F ( E ) • ds = − ∫ ⎟ AΔh = − p0V0 = −nRT0
0 0 A ⎠
indipendentemente dal valore del volume finale, perché il pistone scende esattamente di
Δh = V0/A essendo obbligato ad appoggiarsi sul setto. Il primo principio della termodina-
mica porge, data l’adiabaticità,
Q = ΔU + W = ncv (T1 − T0 ) − nRT0 = 0
da cui
ncvT0 + nRT0 cv + R cp
T1 = = T0 = T0 = γ T0 = 500 K
ncv cv cv
ove si è utilizzata la relazione di Mayer c p − cv = R.
2) Affinché il setto possa appoggiarsi, la pressione finale del gas deve essere uguale o
minore della pressione esterna
nRT1 nRT0
p1 = ≤ p0 =
V1 V0
ossia il valore finale del volume deve essere
T1
V1 ≥ V0 = γ V0 = 1 litro
T0
3) La seconda trasformazione è isobara reversibile: infatti la trasformazione avviene
lentamente assicurando che in ogni stato intermedio ci sia l’equilibrio delle pressioni.
Quindi la pressione del gas è costantemente eguale alla pressione esterna p0 costante. Lo
stato iniziale di questa seconda trasformazione è dato dalle coordinate
248
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
⎧V1 = 1 litro
⎪T = 500 K
⎪ 1
⎨
⎪ p = nRT1 = 1.23 atm
⎪⎩ 1 V1
e lo stato finale è dato dalla coordinate termodinamiche
⎧ p2 = p0 = 1.23 atm
⎪⎪V = V + V = 1.6 litri
2 0 1
⎨
⎪T = p2V2 = 800 K
⎪⎩ 2 nR
4) La trasformazione è isobara per cui
Q = nc p (T2 − T1 ) = 187 J
Problema 9.14
gas vuoto
249
Trasformazioni termodinamiche Capitolo 9
Soluzione
Problema 9.15
Una lattina cilindrica, aperta, vuota, di altezza h = 20 cm viene immersa molto lenta-
mente, rovesciata, fino al fondo di un contenitore pieno d’acqua. La pressione atmosferica
sulla superficie dell’acqua è p0 = 1 atm; la temperatura dell’aria e dell’acqua è T0 = 300 K;
la densità dell'acqua è ρa = 1000 kg/m3; si approssima l’aria ad un gas perfetto; si appros-
sima l’acqua ad un liquido ideale; l’aria intrappolata non esce dalla lattina. Determinare,
sapendo che nello stato finale ( p1 ,V1 ,T1 ) l’altezza dell’aria è z = 19 cm:
1) lo spessore d’acqua nel contenitore H
2) il lavoro per unità di mole d’aria fatto
per portare la lattina sul fondo We/n
250
Capitolo 9 Trasformazioni termodinamiche
p0
z H
h
Soluzione
V0 Ah h
p1V1 = p0V0 ⇒ p1 = p0 = p0 = p0
V1 Az z
h p ⎛h ⎞
p0 = p0 + ρa gH − ρa g ( h − z ) ⇒ H = 0 ⎜ − 1⎟ + h − z = 55.4 cm
z ρa g ⎝ z ⎠
2) Il lavoro esterno è stato fatto per comprimere l’aria da V0 a V1 ed è quindi eguale e
opposto a quello fatto dall’aria intrappolata nella lattina durante la compressione isoterma
reversibile
V1 We z
We = −W = −nRT0 ln ⇒ = −RT0 ln = 128 J
V0 n h
251
Capitolo 10
Cicli termodinamici
Capitolo 10 Cicli termodinamici
Problema 10.1*
p0
Serbatoio
W
gas M
Q2 Q1
Soluzione
1) Il gas subisce un trasformazione isobara, perché la sua pressione resta istante per
istante uguale a quella esterna, pertanto considerando l’equazione di stato fra gli stati inizia-
le e finale di un’isobara di un gas ideale si ha
p0 ΔV
p0V = nRT ⇒ p0 ΔV = nRΔT ⇒ ΔT =
nR
Il calore ceduto dalla macchina in un ciclo , Q2 < 0, è assorbito dal gas e pertanto
p0 ΔV cp
−Q2 = nc p ΔT = c p ⇒ Q2 = − p0 ΔV = − 2533 J
nR R
2) La mancanza di informazioni sulla qualità della macchina non permette di stabilire la
sua reversibilità, ma il rendimento di una macchina termica qualsiasi, reversibile o irrever-
sibile, essendo, per ogni ciclo, W il lavoro prodotto dalla macchina, Qa > 0 il calore assorbi-
to dalla macchina e Qc < 0 il calore ceduto dalla macchina, è sempre dato da
* Se il corso seguito dallo studente non comprende l’entropia, altri esercizi sugli argomenti del
capitolo 10 possono essere ricavati svolgendo parzialmente i problemi 11.12, 11.15, 11.19, 11.20,
11.22, 11.27, 11.28, 11.29, 11.34 e 11.35, tralasciando l’ultima domanda che richiede il calcolo
dell’entropia.
255
Cicli termodinamici Capitolo 10
W Qa + Qc Q
η= = = 1+ c
Qa Qa Qa
Nel problema in esame Qa = Q1 e Qc = Q2 per cui il lavoro in un ciclo è
W
η= ⇒ W = ηQ1 = 1086 J
Q1
oppure
W = Qa + Qc = Q1 + Q2 ⇒ Q1 = W − Q2 = 3619 J
Problema 10.2
Una macchina reversibile scambia calore con una sorgente di calore, di capacità termica
infinita e temperatura T1 = 400 K, e un corpo di capacità termica data da C = k T2 con
k = 0.18 JK-3. Inizialmente il corpo si trova alla temperatura T2 = 300 K e la macchina lavo-
ra finché le due temperature sono eguali. Determinare, sapendo che complessivamente la
macchina assorbe dalla sorgente il calore Q1 = 2.52 MJ:
1) il calore scambiato complessivamente dalla macchina col corpo Q2
2) il lavoro complessivo fatto dalla macchina W
3) il rendimento medio della macchina ηm
T1
Q1
W R
Q2
corpo
Soluzione
1) Nello scambio di calore fra macchina e corpo, il calore infinitesimo δ Q2 ceduto dalla
macchina è il calore infinitesimo δ Q assorbito dal corpo per cui δ Q = −δ Q2 . Per definizio-
ne di capacità termica, il calore infinitesimo ceduto dalla macchina col corpo è
256
Capitolo 10 Cicli termodinamici
δ Q2 = −δ Q = −CdT = −kT 2 dT
per cui il calore ceduto complessivamente al corpo da parte della macchina è
( )
T1 k 3
Q2 = − ∫
T2
kT 2 dT = −
3
T1 − T23 = − 2.22 MJ
2) Il lavoro complessivo è
W = Qa + Qc = Q1 + Q2 = 0.3 MJ
3) La macchina è reversibile, ma la temperatura del corpo non è costante, per cui non lo
è neanche il suo rendimento. Per definizione di rendimento il suo valore medio è
W W
ηm = = = 0.12
Qa Q1
Problema 10.3
T1 T3
Q1
Q3
M F
W
Q2M
Q2F
T2
Soluzione
257
Cicli termodinamici Capitolo 10
2) L’efficienza di una macchina frigorifera generica è l’opposto del rapporto fra calore e
lavoro assorbiti dalla macchina, perché il lavoro di una macchina frigorifera è subìto e
quindi negativo
Q2F QF Q2F
e=− F
= 2F ⇒ WF = − = − 3000 J
W W e
e il lavoro è pari al calore netto scambiato nel ciclo, per cui il calore scambiato con T3 è
3) Il lavoro prodotto dalla macchina termica è assorbito dalla macchina frigorifera, per
cui
WM QM
η= = 1 + 2 = 0.25
Q1 Q1
Problema 10.4
Soluzione
258
Capitolo 10 Cicli termodinamici
W = Qa + Qc = Qa − Qc
ovvero, per unità di tempo,
P = Pa − Pc
dove Pc è il calore ceduto per unità di tempo, o potenza termica ceduta all’ambiente,
Qc P
Pc = = Pa − Pa = − P = 750 MW
t η
2) Il calore ceduto all’ambiente deve essere completamente evacuato con l’acqua del
fiume che assorbe quindi ad ogni ciclo il calore
QH 2 O = −Qc = mcΔT
ove m è la massa d’acqua del fiume che scambia calore con il serbatoio di calore a tempera-
tura T2. La potenza termica assorbita dal fiume è, ricordando che la portata è il volume per
unità di tempo Q = V/t,
QH 2 O mcΔT ρVcΔT
Pfiume = = = = ρQ cΔT
t t t
da cui si ricava la portata minima
V QH 2 O 1 Q 1 Pc
Q= = =− c = = 59.7 m 3 /s
t t ρcΔT t ρcΔT ρcΔT
Problema 10.5
Una mole di gas ideale biatomico in una macchina termica compie il ciclo reversibile
mostrato in figura
• AB compressione adiabatica
• BC riscaldamento isocoro
• CD espansione isobara
• DE espansione adiabatica
• EA raffreddamento isocoro
con pA = 1.013 × 105 N/m2, TA = 355K, rapporto di compressione VA/VB = 2, pressione
pC = 4.1 × 105 N/m2 e calore totale assorbito nel ciclo Qa = 8600 J. Calcolare:
1) i valori di pressione, volume e temperatura
in tutti i punti rilevanti del ciclo pA, TA, VA
pB, TB, VB
pC, TC, VC
pD, TD, VD
pE, TE, VE
2) il rendimento della macchina termica η
259
Cicli termodinamici Capitolo 10
C D
B
E
V
Soluzione
1) Lo stato iniziale è noto utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti (n =1 mole)
⎧ pA = 1.013 × 10 5 N/m 2
⎪
⎪TA = 355 K
⎨
⎪V = nRTA = 0.029 m 3
⎪⎩ A pA
La trasformazione AB è un’adiabatica reversibile. Utilizzando le equazioni di Poisson
⎧ γ
⎛V ⎞
⎪ pB = pA ⎜ A ⎟ = 2.673 × 10 5 N/m 2
⎪ ⎝ VB ⎠
⎪⎪ γ −1
⎨T = T ⎛ VA ⎞ = 468 K
A⎜
⎪ B ⎝ VB ⎟⎠
⎪
⎪V = VA = 0.0145 m 3
⎪⎩ B 2
La trasformazione BC è un’isocora reversibile. Utilizzando l’equazione di stato dei gas per-
fetti
⎧ pC = 4.10 × 10 5 N/m 2
⎪
⎪VC = VB = 0.0145 m 3
⎨
⎪ PC VC
⎪⎩TC = nR = 715 K
Per determinare le coordinate termodinamiche dello stato D è necessario utilizzare il calore
assorbito nel ciclo. Le quantità di calore scambiate nelle varie trasformazioni sono
260
Capitolo 10 Cicli termodinamici
⎧ QAB = 0
⎪
⎪ QBC = ncv (TC − TB ) = 5131 J > 0 assorbito
⎪
⎨ QCD = nc p (TD − TC ) > 0 assorbito
⎪
⎪ QDE = 0
⎪ QEA = ncv (TA − TE ) < 0 ceduto
⎩
per cui il calore assorbito nel ciclo è
⎧ pD = pC = 4.1 × 10 5 N/m 2
⎪
⎪TD = 834 K
⎨
⎪V = nRTD = 0.0169 m 3
⎪⎩ D pD
La trasformazione DE è un’adiabatica reversibile con VE = VA . Utilizzando le equazioni di
Poisson
⎧VE = VA = 0.029 m 3
⎪ γ
⎪ ⎛ VD ⎞
⎪ pE = pD ⎜ ⎟ = 1.92 × 10 N/m
5 2
⎨ ⎝ VE ⎠
⎪ γ −1
⎪ ⎛ VD ⎞
T
⎪ E = T D⎜ = 672 K
⎩ ⎝ VE ⎟⎠
2) L’unico calore ceduto nel ciclo è
QEA = ncv (TA − TE ) = − 6586 J
per cui il rendimento del ciclo è
Qc Q
η = 1+ = 1 + EA = 0.234
Qa Qa
261
Cicli termodinamici Capitolo 10
Problema 10.6
Una macchina termica che utilizza n = 0.5 moli di gas perfetto biatomico esegue il se-
guente ciclo:
• AB espansione irreversibile dalla temperatura T1 = 400 K alla temperatura
T2 =500 K
• BC compressione isobara reversibile fino al volume iniziale e alla tempe-
ratura T3
• CA isocora reversibile fino allo stato iniziale assorbendo il calore
QCA = 1500 J
Sapendo che il lavoro prodotto nel ciclo è W = 1200 J, determinare:
1) la temperatura dello stato C T3
2) il calore assorbito nella trasformazione AB QAB
3) il lavoro fatto dal gas nella trasformazione AB WAB
p
A
C B
Soluzione
262
Capitolo 10 Cicli termodinamici
da cui si ricava
Problema 10.7
Il ciclo ABCDA mostrato in figura viene compiuto da n = 4 moli di un gas ideale mono-
atomico. Lo stato A è individuato dalle coordinate pA = 1.01 × 105 N/m2 e VA = 0.1 m3. Il
volume VD è pari a 5VA. La trasformazione AB è isocora reversibile e comporta una varia-
zione di energia interna ΔUAB = 3200 J. La trasformazione BC è isobara reversibile, la tra-
sformazione CD è adiabatica reversibile. La trasformazione DA è isoterma irreversibile con
lavoro scambiato WDA = –20000 J. Calcolare:
1) la temperatura del gas nello stato B TB
2) la temperatura del gas nello stato C TC
3) il rendimento del ciclo η
p
B C
Soluzione
263
Cicli termodinamici Capitolo 10
ΔU AB
ΔU AB = ncv (TB − TA ) ⇒ TB = TA + = 369 K
ncv
nrT TB TA TB
V= = cost ⇒ = ⇒ pC = pB = pA = 1.22 × 10 5 N/m 2
p pB pA TA
per cui, applicando l’equazione di stato dei gas perfetti allo stato C, la temperatura in que-
sto stato è
pC VC
TC = = 627 K
nR
3) Il calore scambiato nelle trasformazioni che compongono il ciclo è
Problema 10.8
Un cilindro con pistone mobile senza attrito contiene VA= 300 litri di elio (da considera-
re un gas perfetto monoatomico) inizialmente in equilibrio a temperatura T1 = 273 K. Te-
nendo il pistone bloccato il sistema viene posto a contatto con una sorgente a temperatura
T2 dalla quale assorbe la quantità di calore QAB = 28.3 kJ. In seguito, sbloccato il pistone il
gas viene fatto espandere reversibilmente fino allo stato C rimanendo sempre in contatto
con la sorgente di calore a temperatura T2, e subisce poi un'espansione adiabatica irreversi-
bile fino allo stato di equilibrio D alla temperatura iniziale T1. Infine, il gas viene riportato
lentamente allo stato iniziale A ponendolo a contatto con una miscela di acqua e ghiaccio;
264
Capitolo 10 Cicli termodinamici
Soluzione
Nel testo del problema viene descritto un ciclo termodinamico. È conveniente disegnare
il ciclo individuando dal testo ciascuna trasformazione.
La trasformazione AB avviene con il pistone bloccato, per cui il volume non varia, e in
costante contatto termico con una sola sorgente di calore a temperatura T2 > T1, perché il
gas assorbe calore. La causa della trasformazione è una differenza finita di temperatura fra
gas e serbatoio, per cui si tratta di un riscaldamento isocoro irreversibile.
La trasformazione BC è un’espansione reversibile, per cui VC > VB, in cui la temperatura
è mantenuta costante dall’ininterrotto contatto termico con il serbatoio di calore alla tempe-
ratura iniziale della trasformazione. Si tratta quindi di un’espansione isoterma reversibile.
La trasformazione CD è un’espansione adiabatica irreversibile per cui VD > VC e il gas
si raffredda fino a raggiungere la temperatura iniziale T1.
La trasformazione DA è evidentemente una compressione isoterma reversibile: il volu-
me finale VA è inferiore al volume iniziale VD; la temperatura è mantenuta costante a T1,
perché è la temperatura di fusione del ghiaccio; la reversibilità è garantita dal processo len-
to in assenza di attriti.
Riportando queste considerazioni nel piano di Clapeyron si trova il grafico del ciclo.
p
B
C
A
V
1) Per definizione di mole il numero di moli del gas è
mHe ρVA
n= = = 13.35 moli
M M
Il calore scambiato nell’isocora AB è
265
Cicli termodinamici Capitolo 10
QAB
QAB = ncv (T2 − T1 ) ⇒ T2 = T1 + = 443 K
ncv
2) Nella trasformazione isoterma reversibile DA il gas cede calore alla miscela di acqua
e ghiaccio, per cui
VA
QDA = nRT1 ln = −mλ
VD
raggiungendo il volume
mλ
Problema 10.9
Il ciclo ABCDEA in figura viene eseguito da n = 2.3 moli di un gas perfetto biatomico.
Il gas, che occupa inizialmente un volume VA = 15 litri, subisce una trasformazione isocora
reversibile fino allo stato B con temperatura TB = 670 K; in seguito viene posto a contatto
con una sorgente a temperatura TC, mantenendo costante la pressione fino al ristabilimento
dell'equilibrio termodinamico. Il gas esegue poi un'espansione adiabatica reversibile por-
tandosi alla pressione pD = 1.08 atm, seguita da una compressione isobara reversibile fino al
volume VE = 4.5 VA. Infine il gas subisce una compressione isoterma irreversibile tornando
allo stato A. Sapendo che il rendimento del ciclo vale η = 0.15 e che il calore assorbito in
un ciclo dal gas vale Qa = 21130 J, calcolare:
1) la temperatura del gas in C TC
2) il volume del gas in D VD
3) il lavoro eseguito sul gas nella trasformazione EA WEA
266
Capitolo 10 Cicli termodinamici
p
B C
D
E
V
Soluzione
W
η= ⇒ W = ηQa = 3170 J
Qa
ed è anche pari a
W = WAB + WBC + WCD + WDE + WEA =
= 0 + pB (VC − VB ) − ncv (TD − TC ) + pD (VE − VD ) + WEA
L’unica temperatura ancora da calcolare è
267
Cicli termodinamici Capitolo 10
pDVD
TD = = 435 K
nR
per cui infine il lavoro fatto dal gas nell’isoterma irreversibile EA è
WEA = W − pB (VC − VB ) + ncv (TD − TC ) − pD (VE − VD ) = −14.7 kJ
In alternativa, dal rendimento si calcola il calore ceduto nel ciclo
Qc
η = 1+ ⇒ Qc = (η − 1) Qa = −18 kJ
Qa
Si noti che
VA
WEA = QEA ≠ nRTA ln = −11.1 kJ
VE
formula valida solo per le isoterme reversibili.
Problema 10.10
Soluzione
VA VD VB VC VC TD
= ⇒ = ⇒ =
TA TD TA TD VB TA
268
Capitolo 10 Cicli termodinamici
da cui si ottiene
VC T
QBC = WBC = nRTB ln = nRTB ln D = 674 J
VB TA
2) Il lavoro netto nel ciclo è la somma dei lavori prodotti in ciascuna trasformazione
oppure, osservando che il lavoro netto nel ciclo è pari al calore netto scambiato nello stesso,
dalla somma dei calori scambiati in ciascuna trasformazione.
Per la trasformazione isocora irreversibile AB si ha
⎧⎪QAB = ncv (TB − TA ) = −2493 J
⎨
⎩⎪WAB = 0
per la trasformazione isocora irreversibile CD si ha
⎧⎪QCD = ncv (TD − TC ) = 4986 J
⎨
⎩⎪WCD = 0
e infine per la trasformazione isobara reversibile DA si ha
⎧⎪QDA = nc p (TA − TD ) = − 4155 J
⎨
⎪⎩WDA = nR (TA − TD ) = −1662 J
per cui il lavoro scambiato nel ciclo è
W = WBC + WDA = − 988 J
oppure
W = QAB + QBC + QCD + QDA = − 988 J
ovviamente subìto trattandosi di un ciclo frigorifero.
3) L’efficienza del ciclo è data dal rapporto fra il calore assorbito dal gas nel ciclo e il
lavoro utilizzato per fare funzionare la macchina.
Qa Q + QCD
e=− = − BC = 5.73
W W
Si osservi che per risolvere il problema non è
stato necessario disegnare il ciclo, ma è utile co- p
munque farlo. Un osservazione importante è che le A D
trasformazioni isocore ed isobare per essere reversibili
necessitano di scambiare calore con un numero infinito
di sorgenti di calore, ovvero con un termostato fine-
B
mente regolabile. Poiché nelle trasformazioni isocore
AB e CD è disponibile una sola sorgente di calore, esse
sono irrreversibili. Il ciclo è pertanto quello riportato in
figura, percorso ovviamente in verso antiorario essendo C
un ciclo frigorifero.
V
269
Cicli termodinamici Capitolo 10
Problema 10.11
p
A
Soluzione
1) In un qualsiasi ciclo termodinamico deve esserci sia calore assorbito che calore cedu-
to. Pertanto osservando che la trasformazione AB è adiabatica, e non avviene quindi alcun
scambio di calore, e che il gas assorbe calore nel riscaldamento isocoro BC, l’unica tra-
sformazione in cui può essere ceduto calore è la compressione isoterma CA. Allora la mac-
china sottrae calore alla sorgente TC assorbendolo nella trasformazione BC. Il calore assor-
bito nel ciclo è perciò
Qa = QBC = ncv (TC − TB )
da cui
Qa
n= = 0.48 moli
cv (TC − TB )
2) Applicando la definizione di efficienza frigorifera si ottiene
270
Capitolo 10 Cicli termodinamici
Qa Qa
e=− ⇒ W =− = − 200 J
W e
3) I volumi negli stati B e C sono uguali, per cui possiamo utilizzare le equazioni di
Poisson per l’adiabatica reversibile AB
1
VA VA ⎛ TB ⎞ γ −1
TAVAγ −1 = TBVBγ −1 ⇒ = = = 0.544
VC VB ⎜⎝ TA ⎟⎠
4) Il calore viene ceduto alla sorgente a temperatura TA solo nella trasformazione CA. La
trasformazione è isoterma irreversibile, per cui il calore può essere calcolato solo indiretta-
mente. In un ciclo il calore netto e il lavoro netto scambiati dalla sostanza termodinamica
sono uguali, per cui
W = Q = Qa + Qc ⇒ Qc = W − Qa = − 800 J
Si osservi che il calore scambiato dal gas se l’isoterma CA fosse reversibile, sarebbe
VA
R
QCA = WCA
R
= nRTA ln = −728 J
VC
Inoltre analizzando il ciclo si osserva che viene utilizzata una sola sorgente di calore a
temperatura TA. Il ciclo è quindi monotermo e coerentemente con l’enunciato di Kelvin del
secondo principio della termodinamica il lavoro è negativo, ovvero è necessario fornire
lavoro esterno perché il gas esegua il ciclo.
Problema 10.12
Soluzione
1) Il tempo impiegato per eseguire un ciclo termodinamico è Δt = 1/f, per cui il lavoro
netto nel ciclo, assorbito dalla macchina e pertanto negativo, è
271
Cicli termodinamici Capitolo 10
P p
W = −P Δt = − = − 50 J
f A
Il gas cede calore nelle trasformazioni AB e DA, men-
tre lo assorbe nella trasformazione CD, per cui l’effi-
cienza del frigorifero porge
B D
Qa Q
e=− = − CD ⇒ QCD = −eW = 150 J
W W
C
2) Il calore QCD è scambiato in un’isocora, per cui
V
Q
QCD = ncv (TD − TC ) ⇒ TD = TA = TC + CD = 300 K
ncv
per cui in pratica il ciclo si limita a trasformare il lavoro utilizzato per fare funzionare la
macchina in calore ceduto.
Problema 10.13
272
Capitolo 10 Cicli termodinamici
Soluzione
pBVBk
pBVBk = cost ⇒ p (V ) =
Vk C
Il lavoro nell’adiabatica reversibile AB è B
quindi
V
B VB
k V
− k +1 VB ( )
pBVBk VB1− k − VA1− k
∫ ∫
−k
WAB = p dV = pBVB V dV = pBVB
k
= = 2.54 kJ
A VA −k + 1 V 1− k
A
Qc Q
η = 1+ = 1 + BC ⇒ QBC = (η − 1) QCA = − 6.09 kJ
Qa QCA
273
Cicli termodinamici Capitolo 10
Oppure, ricordando che il primo principio della termodinamica vale per qualsiasi trasfor-
mazione di qualsiasi sistema termodinamico, si può considerare la variazione di energia
interna del ciclo che deve essere nulla essendo funzione di stato
ΔU = ΔU AB + ΔU BC + ΔUCA = −WAB + (QBC − WBC ) + QCA = 0
per cui
QBC = WAB + WBC − QCA = W − QCA = − 6.09 kJ
risultato ottenibile direttamente anche da
Problema 10.14
Una macchina termica compie il ciclo di Carnot in figura impiegando acqua come fluido
termodinamico. Il tratto ABC è un’isoterma reversibile a temperatura T1 = 300 K: il tratto
AB corrisponde a stati di coesistenza liquido–vapore alla pressione di vapor saturo
p1 = 85.2 atm; il tratto BC corrisponde all’espansione isoterma del vapore. Il tratto CD è
un’espansione adiabatica reversibile. Il tratto DEF è un’isoterma reversibile a temperatura
T2 = 200 K: il tratto DE corrisponde alla compressione isoterma del vapore; il tratto EF
corrisponde a stati di coesistenza liquido–vapore alla pressione di vapor saturo
p2 = 15.3 atm. Il tratto FA è una compressione adiabatica reversibile. In un ciclo l’acqua
assorbe complessivamente la quantità di calore Qa = 2.3 MJ mentre nel tratto DE viene ce-
duta dal vapor d’acqua la quantità di calore QDE = –0.485 MJ. I calori latenti di evaporazio-
ne sono λ1 = 1.4 MJ/kg a temperatura T1 e λ2 = 1.94 MJ/kg a temperatura T2. Il volume spe-
cifico del vapor saturo a temperatura T2 è vS2 = 127 litri/kg. Calcolare, ricordando che il
vapor d’acqua non è un gas ideale:
1) il lavoro compiuto dalla macchina in un ciclo W
2) la massa d’acqua allo stato liquido nello stato F mF
3) la variazione di energia interna nella trasformazione EF ΔUEF
p
A B
C
F E
D
274
Capitolo 10 Cicli termodinamici
Soluzione
1) Il teorema di Carnot afferma che il rendimento è lo stesso per tutte le macchine re-
versibili che operano utilizzando le stesse due sorgenti di calore. Il rendimento non dipende
quindi dalla sostanza utilizzata come fluido termodinamico e quindi è sempre quello di una
macchina di Carnot a gas perfetto
T2
η = 1− = 0.333
T1
per cui dalla definizione di rendimento si ricava
W
η= ⇒ W = ηQa = 0.77 MJ
Qa
ove, detta m la massa totale di acqua che compie il ciclo e ricordando che l’acqua ha densità
ρ = 1 kg/litro, i volumi sono
⎧VE = mvS2
⎪ mF
⎨ mF ⇒ VF − VE = − mF vS2
⎪VF = VF,liquido + VF,vapore = ρ + ( m − mF ) vS2 ρ
⎩
e quindi si ottiene
⎛m ⎞
ΔU EF = −mF λ2 − p2 ⎜ F − mF vS2 ⎟ = − 0.94 MJ
⎝ ρ ⎠
Si noti che nonostante la trasformazione EF sia isoterma la sua variazione di energia
interna non è nulla.
275
Capitolo 11
Entropia
Capitolo 11 Entropia
Problema 11.1
Un recipiente adiabatico di volume V = 100 litri è diviso in due parti eguali da un setto
fisso di massa e capacità termica trascurabili. La parte superiore è vuota, mentre quella infe-
riore contiene n = 2 moli di gas perfetto biatomico in equilibrio termodinamico a tempera-
tura TA = 300 K. In questa parte del recipiente viene introdotta una massa m = 100 g di ra-
me (calore specifico c = 387 J kg–1 K–1) di volume trascurabile e temperatura T = 500 K. Il
sistema raggiunge il nuovo stato di equilibrio termodinamico B. Dopo il ristabilimento del-
l’equilibrio si apre un foro nel setto, per cui il gas fluisce nello scomparto superiore e rag-
giunge lo stato di equilibrio termodinamico C. Determinare:
1) la pressione del gas nello stato B pB
2) la variazione di entropia del sistema fra gli stati A e C ΔSAC
Si toglie l’isolamento termico e si lascia che il sistema raggiunga il nuovo stato di equi-
librio temodinamico D. Sapendo che la temperatura dell’atmosfera esterna al cilindro è TA,
determinare
3) la variazione di entropia dell’universo fra gli stati C e D ΔSCD
u
Vuoto
Gas
Rame
Soluzione
ΔU = ΔU AB
gas
+ ΔU AB
rame
( ) (
= ncv TB − TA + mc TB − T = 0 )
e la temperatura di equilibrio finale è
mcT + ncvTA
TB = = 396.4 K
mc + ncv
per cui utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti, e ricordando che il volume occupato
dal gas è VB =V/2, si ottiene
279
Entropia Capitolo 11
nRTB 2nRTB
pB = = = 1.3 atm
VB V
2) Il sistema termodinamico è composto dalle sostanze che subiscono la trasformazione
termodinamica, quindi nel caso in esame dal gas e dal blocchetto di rame.La trasformazione
BC per il gas è una espansione libera, ovvero una trasformazione adiabatica irreversibile
nella quale temperatura iniziale e finale coincidono, per cui TB = TC. Quindi nella trasfor-
mazione AB cambiano stato sia il rame che il gas, mentre nella trasformazione BC non c’è
variazione di entropia del rame, perché rimanendo alla stessa temperatura non cambia stato
termodinamico, mentre varia la sua entropia il gas che si espande. Ai fini del calcolo della
variazione di entropia ogni trasformazione irreversibile va sostituita con una qualsiasi tra-
sformazione reversibile che colleghi gli stati finale e iniziale. Pertanto
ΔSAC = ΔS rame
AB
+ ΔS AB
gas
+ ΔS BC
gas
=
⎛ TB mc ⎞ ⎛ TB ncv ⎞ ⎛ C δQ ⎞
=⎜
⎝ ∫
T T
dT ⎟ +
⎠ Raffreddamento ⎜⎝ ∫
TA T
dT ⎟
⎠ Isocora
+⎜
⎝ ∫ B T ⎟⎠ Isoterma
=
Reversibile Reversibile Reversibile
T T V
= mc ln B + ncv ln B + nR ln = 14.1 J/K
T TA VB
I primi due termini hanno un’ovvia giustificazione ed esprimono la sostituzione della tra-
sformazione realmente avvenuta con quella reversibile del tutto analoga, mentre il terzo
termine discende dal fatto che si è utilizzata per il calcolo della variazione di entropia del
gas la trasformazione isoterma reversibile fra gli stati B e C che li collega. Tali sostituzioni
sono possibili solo per il calcolo della variazione di entropia. Nei problemi successivi omet-
teremo spiegazioni analoghe ritenendole acquisite.
3) L’universo termodinamico è composto dal sistema gas–rame e dai serbatoi di calore
che vengono utilizzati durante la trasformazione termodinamica che in questo caso è solo
l’atmosfera esterna. La trasformazione CD del gas è un raffreddamento isocoro irreversibi-
le, quella del rame è un raffreddamento di un solido e la trasformazione dell’ambiente è
isoterma irreversibile.La variazione di entropia del sistema gas–rame, che cede calore, è
negativa, mentre quella dell’ambiente, che assorbe calore, è positiva. La trasformazione
dell’universo termodinamico è adiabatica irreversibile, per cui deve essere necessariamente
positiva in accordo con il principio di aumento dell’entropia.
Il calore scambiato dal sistema con l’atmosfera è
QCD = mc (TA − TB ) + ncv (TA − TB ) = −7736 J
La variazione di entropia dell’universo è quindi
TA T Q
ΔSCD
u
= ΔSCD
rame
+ ΔSCD
gas
+ ΔSCD
amb
= mc ln + ncv ln A − CD = 3.43 J/K
TB TB TA
perché l’atmosfera assorbe il calore Qamb = – QCD a temperatura costante TA.
Il risultato è in accordo con le aspettative: osserviamo che è evidente dai calcoli come il
principio di aumento dell’entropia valga solo per l’universo termodinamico, mentre ciascu-
na delle sue componenti può aumentare o diminuire la sua entropia sia per trasformazioni
reversibili che irreversibili.
280
Capitolo 11 Entropia
Problema 11.2
pa
τ
gas
acqua e ghiaccio
Soluzione
1) La pressione del gas all’istante in cui la corda si spezza, ovvero la sua tensione vale
τ, è determinata dall’azione dell’atmosfera esterna, della forza peso del setto scorrevole e
dalla tensione della corda. Poiché il setto si trova in equilibrio meccanico, nello stato finale
la pressione del gas è
mg τ
p1 = pa + + = 2.61 × 10 5 N/m 2
A A
2) Si osservi che la pressione iniziale del gas è p0 > 1.2 atm ~ 1.21 × 105 N/m2, quindi
mg
p0 > pa + = 1.11 atm
A
per cui la corda nello stato iniziale è già tesa. La trasformazione del gas a seguito dello
scambio di calore con la miscela di acqua e ghiaccio è quindi isocora irreversibile in quanto
la causa della trasformazione è la differenza finita di temperatura fra il gas e la miscela di
acqua e ghiaccio. La temperatura finale del gas è quella del serbatoio di calore costituito
dalla miscela. Lo scambio di calore avviene solo fra il gas che si riscalda e la miscela che
cede calore, perché si è formato del ghiaccio, per cui, non essendoci lavoro,
281
Entropia Capitolo 11
Problema 11.3
pa
gas
TS
282
Capitolo 11 Entropia
Soluzione
⎩ 0
Problema 11.4
283
Entropia Capitolo 11
sa trascurabile, che scorre senza attrito, e la base conduttrice è posta in costante contatto
termico con un termostato regolabile. La pressione dell’ambiente esterno è costante. La
temperatura del termostato, inizialmente fissata a TA = 300 K, viene innalzata gradualmente
finché il gas ha assorbito la quantità di calore QAB = 2000 J. Sapendo che il gas subisce una
variazione di volume ΔV = 30 litri, determinare:
1) la temperatura finale del gas TB
2) la pressione del gas p
3) la variazione di entropia del termostato nella trasformazione ΔSAB
termostato
pe
gas
Termostato
Soluzione
QAB = nc p (TB − TA )
da cui si ottiene
QAB
TB = TA + = 334.4 K
nc p
2) Utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti la differenza di volume fra stato ini-
ziale e finale è data da
nRTB nRTA
ΔV = VB − VA = −
p p
da cui
nR
p = pe =
ΔV B
(T − TA ) = 19058 N/m 2
Oppure si può osservare che il calore scambiato in una trasformazione isobara è
( )
WAB = pe ΔV = QAB − ΔU AB = nc p ΔT − ncv ΔT = n c p − cv ΔT = nR (TB − TA )
da cui si ricava
284
Capitolo 11 Entropia
nR
pe = (T − TA ) = 19058 N/m 2
ΔV B
3) La trasformazione è reversibile, per cui non c’è nessuna variazione di entropia del-
l’universo che è costituito dal termostato e dal gas
ΔSAB
u
= ΔSAB
termostato
+ ΔSAB
gas
=0
e la variazione di entropia del termostato è
TB
ΔSAB
termostato
= − ΔSAB
gas
= −nc p ln = − 6.31 J/K
TA
Problema 11.5
La forza viene gradualmente ridotta a F1 = 100 N portando il sistema allo stato di equi-
librio C. Calcolare, sapendo che il calore latente di solidificazione dell’acqua è λ = 334 J/g:
3) la variazione di entropia dell’acqua nella trasformazione BC ΔSBC
acqua
gas
acqua
285
Entropia Capitolo 11
Soluzione
⎪⎪
⎨VA = Ah = 0.012 m
3
⎪ p V
⎪TA = A A = 108 K
⎪⎩ nR
Il gas subisce una trasformazione isobara perché pressione iniziale e finale coincidono, es-
sendo il pistone scorrevole e costantemente in equilibrio con la pressione esterna. L’isobara
è irreversibile, perché la causa della trasformazione è una differenza finita di temperatura.
Lo scambio di calore avviene esclusivamente fra l’acqua e il gas, per cui, ricordando che il
calore specifico dell’acqua è c = 1 cal g–1 K–1 = 4186 J kg–1 K–1, si ottiene, per il sistema
gas–acqua,
Q = mc (TB − T0 ) + nc p (TB − TA ) = 0
e la massa dell’acqua utilizzata come scambiatore di calore è
nc p (TB − TA )
m= = 239 g
c (T0 − TB )
2) L’universo è composto dall’acqua che si raffredda e dal gas che compie una isobara
irreversibile. La variazione di entropia dell’universo è
TB T
ΔSAB
u
= ΔSAB
gas
+ ΔSAB
acqua
= nc p ln + mc ln B = 20.3 J/K
TA T0
3) La trasformazione BC è reversibile, perché avviene lentamente con attrito trascurabi-
le, ma non canonica. La temperatura finale è pari alla temperatura di solidificazione del-
l’acqua TC = 273 K, in quanto il testo informa che parte dell’acqua solidifica. Gli stati ini-
ziale e finale del gas sono pertanto noti
⎧ pB = pA = 149500 N/m 2 ⎧ F1
⎪ pC = A = 5000 N/m
2
⎪
⎪TB = 280 K ⎪
⎨ ⎨TC = 273 K
⎪V = nRTB = 0.031 m 3 ⎪ nRTC
⎪⎩ B pB ⎪VC = = 0.907 m 3
⎩ p C
TC VCγ −1
ΔSBC
u
= ΔSBC
gas
+ ΔSBC
acqua
= 0 ⇒ ΔSBC
acqua
= − ΔSBC
gas
= −ncv ln = − 55 J/K
TBVBγ −1
ove per il gas abbiamo applicato la formula generale di variazione di entropia per un gas
ideale.
4) La trasformazione dell’acqua è un processo di raffreddamento fino alla temperatura
286
Capitolo 11 Entropia
Problema 11.6
Restando sempre in contatto termico col rame, il gas viene lentamente ricompresso nel-
lo stato di equilibrio D caratterizzato dal volume VD = VA. Calcolare, in questa trasforma-
zione:
3) il lavoro del gas WCD
4) la variazione di entropia del rame ΔSCD
rame
pe
gas
rame
Soluzione
287
Entropia Capitolo 11
sformazione è una differenza finita di pressione. Il volume occupato dal gas negli stati B e
C è rispettivamente
nRTC nRTF
VB = VA = 100 litri e VC = = = 222 litri
pC pe
⎩ ∫
⎪QBC = WBC = V pe dV = pe (VC − VB ) = 12349 J
B
Problema 11.7
Due recipienti di uguale volume sono termicamente isolati tra loro e dall’ambiente
esterno e sono in comunicazione tramite una valvola. Il primo contiene n1= 2 moli di gas
perfetto biatomico a temperatura T1 = 500 K e il secondo contiene n2 = 4 moli dello stesso
gas a temperatura T2 = 300 K. Si apre la valvola di comunicazione fra i due recipienti e il
gas si miscela. Determinare:
288
Capitolo 11 Entropia
n1 n2
Soluzione
1) Nella prima trasformazione il sistema composto dai gas nei due recipienti non scam-
bia né lavoro né calore con l’esterno per cui la sua variazione di energia interna è nulla.
Non c’è infatti variazione globale di volume, ovvero dal punto di vista dei singoli
componenti del sistema il lavoro viene fatto da un gas sull’altro ed è eguale e opposto per i
due gas. Quindi Qsist = 0, Wsist = 0 e
ΔU sist = n1cv (T − T1 ) + n2 cv (T − T2 ) = 0
da cui si ottiene la temperatura di equilibrio
n1cvT1 + n2 cvT2 n1T1 + n2T2
T= = = 367 K
n1cv + n2 cv n1 + n2
2) Il volume raddoppia per ciascun gas e l’ambiente non partecipa alla trasformazione,
per cui, applicando la formula generale per il calcolo della variazione di entropia di un gas
perfetto a ciascuno dei due gas, si ottiene
T T
ΔSu = ΔS1 + ΔS2 = n1cv ln + n2 cv ln + ( n1 + n2 ) R ln 2 = 38.5 J/K
T1 T2
3) La seconda trasformazione del gas miscelato è adiabatica reversibile e pertanto la
variazione di entropia del gas è nulla. Il volume dimezza, per cui
Tf Vf Tf 1
ΔS = ( n1 + n2 ) cv ln + ( n1 + n2 ) R ln = ( n1 + n2 ) cv ln + ( n1 + n2 ) R ln =0
T V T 2
e la temperatura finale del gas è
R 1
− ln
Tf = T e cv 2
= 484 K
Il lavoro fatto dall’esterno è uguale e opposto al lavoro fatto dal gas che è a sua volta ugua-
le e opposto alla sua variazione di energia interna, perché il calore scambiato è nullo
(
Wext = −W = − ( − ΔU ) = ΔU = (n1 + n2 )cv T f − T = 14584 J )
289
Entropia Capitolo 11
Problema 11.8
pa
Soluzione
290
Capitolo 11 Entropia
pB = pa + ρ gh = 1.085 atm
Utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti si ricava
⎛p V ⎞
ncv ⎜ B B − TA ⎟ + pB (VB − VA ) = 0
⎝ nR ⎠
da cui si ottiene il volume finale del gas
ncvTA + pBVA
VB = = 172 litri
⎛c ⎞
pB ⎜ v + 1⎟
⎝ R ⎠
e la temperatura dello stato B è
pBVB
TB = = 186.5 K
nR
2) La trasformazione BC del gas è un’isobara irreversibile, ma il sistema gas–liquido
compie una trasformazione adiabatica irreversibile, per cui il calore scambiato globalmente
è nullo, ovvero il calore assorbito dal gas è ceduto dal liquido,
QBC = QBC
liquido
+ QBC
gas
= C (TC − TA ) + nc p (TC − TB ) = 0
per cui il gas raggiunge la temperatura di equilibrio
CTA + nc pTB
TC = = 291 K
C + nc p
3) Applicando il primo principio della termodinamica alla trasformazione isobara BC
del gas si ottiene
WBC = QBC − ΔU BC = ncP (TC − TB ) − ncv (TC − TB ) = nR (TC − TB ) = 10600 J
In alternativa, il volume finale è
nRTC
VC = = 268 litri
pB
per cui il lavoro è
VC
WBC = ∫
VB
pe dV = pB (VC − VB ) = 10600 J
4) L’universo è composto dal gas e dal liquido, per cui la sua variazione di entropia è
TC T V γ −1
ΔSAC
u
= ΔSAC
liquido
+ ΔSAC
gas
= C ln + ncv ln C Cγ −1 =196 J/K
TA TAVA
291
Entropia Capitolo 11
Problema 11.9
acqua e ghiaccio
TS
Soluzione
292
Capitolo 11 Entropia
nRT0
V0 = = 22.39 litri
p0
Il volume totale dei due gas è 2V0 e resta costante per cui nello stato finale dei due gas
nRT1 nRT0
VA + VB = + = 2V0
p1 p1
dove p1 è la pressione finale, comune ai due gas in equilibrio tramite il setto mobile, che
vale
nR (T1 + T0 )
p1 = = 1.18 atm
2V0
Il volume occupato da ciascun gas nello stato finale è
⎧ nRT1
⎪VA = = 25.9 litri
⎨ p1
⎪V = 2V − V = 18.9 litri
⎩ B 0 A
Problema 11.10
Soluzione
293
Entropia Capitolo 11
δQ V
ΔSAC = ΔSAB = ∫ = nR ln B
u gas
isoterma
reversibile T VA
e il rapporto fra i volumi nei due stati A e B è
Δ SAC
u
VB
=e nR = 2.47
VA
2) Utilizzando le equazioni di Poisson delle adiabatiche reversibili per la trasformazione
BC e ricordando che VC = VA si ricava
γ −1 γ −1
⎛V ⎞ ⎛V ⎞
TBVBγ −1 = TC VCγ −1 ⇒ TC = TB ⎜ B ⎟ = TB ⎜ B ⎟
⎝ VC ⎠ ⎝ VA ⎠
L’espansione libera è una adiabatica in cui il lavoro fatto dal sistema è nullo, WAB = 0, per
cui
⎡ ⎛ V ⎞ γ −1 ⎤
WAC = WAB + WBC = WBC = − ΔU BC = −ncv [TC − TB ] = −ncv ⎢TB ⎜ B ⎟ − TB ⎥
⎢⎣ ⎝ VA ⎠ ⎥⎦
e quindi le temperature dei tre stati sono
⎧TA = TB
⎪ WAC
⎪TB = = 331 K
⎪ ⎡ ⎛ V ⎞ γ −1 ⎤
⎪ ncv ⎢1 − ⎜ ⎟ ⎥B
⎨ ⎢⎣ ⎝ VA ⎠ ⎥⎦
⎪
⎪ γ −1
⎪T = T ⎛ VB ⎞ = 476 K
B⎜
⎪⎩ C ⎝ VA ⎟⎠
Problema 11.11
294
Capitolo 11 Entropia
T2
Qc
W F
Qa
ghiaccio
Soluzione
295
Entropia Capitolo 11
Qc
ΔS2 = − = 40 kJ/K
T2
e la variazione di entropia dell’universo risulta
ΔSu = ΔSacqua + ΔS2 = 5 kJ/K
perché il frigorifero non varia la sua entropia avendo effettuato un numero intero di cicli.
Problema 11.12
TA
QaR QaI
W R I W
QcR QcI
ghiaccio
Soluzione
296
Capitolo 11 Entropia
QcR QCR
ηC = 1 + ⇒ QaR = = 139.5 kJ
QaR ηC − 1
e, poiché si ipotizza che la macchina abbia compiuto un numero intero di cicli, la variazio-
ne di entropia dell’universo è in definitiva solo quella delle due sorgenti nello scambio di
calore con la macchina irreversibile, cioè
QaI QcI
ΔSu = − − = 245 J/K
TA TG
In alternativa si considera complessivamente il sistema e, dopo aver osservato che le mac-
chine hanno compiuto un numero intero di cicli per cui la variazione di entropia del sistema
è nulla, si ottiene
Qa Qc
ΔSu = ΔSciclo
sist
+ ΔSciclo
amb
= 0− −
TA TG
dove
⎪⎧Qa = Qa + Qa = 447 kJ
R I
⎨
⎩⎪Qc = −mλ = − 335 kJ
per cui
297
Entropia Capitolo 11
Qa Qc
ΔSu = − − = 245 J/K
TA TG
Problema 11.13
T1 T2
Q1 Q2
W1 M1 M2 W2
M M
Q0 1 Q0 2
ghiaccio
Soluzione
Q1
ΔS1 = − ⇒ Q1 = −T1ΔS1 = 740 J
T1
298
Capitolo 11 Entropia
Q0M1
η1 = 1 + ⇒ Q0M1 = Q1 (η1 − 1) = −505 J
Q1
Q0 = −Q0M1 − Q0M 2 = Δ m λ
e quindi la quantità di calore ceduta dalla macchina irreversibile al ghiaccio è
Q0M 2 = − Δ mλ − Q0M1 = −1165 J
3) Dalla definizione di rendimento per la macchina irreversibile si ottiene
Q0M 2 Q0M 2
η2 = 1 + ⇒ Q2 = = 1835 J
Q2 η2 − 1
Problema 11.14
Due macchine reversibili A e B lavorano nel modo schematizzato in figura. I cicli delle
due macchine sono regolati in modo tale che la macchina A assorbe da un corpo K di capa-
cità termica C = 5000 J/K inizialmente a temperatura T2 = 500 K la quantità di calore Q e
la macchina B cede la stessa quantità di calore − Q ad un serbatoio di calore ideale a tem-
peratura T1 = 100 K. Lo scambiatore di calore intermedio è una massa m = 1 kg di acqua
inizialmente alla temperatura di solidificazione T0 = 273 K. Il calore latente di fusione del
ghiaccio è λ = 334 kJ/kg e il calore specifico del ghiaccio è cg = 2051 J kg–1 K-1. Quando la
variazione di entropia del corpo C rispetto allo stato iniziale è ΔSK = –500 J/K, calcolare:
1) la quantità di calore scambiata dal corpo K QK
2) la variazione di entropia dell'acqua ΔSa
3) la temperatura finale dell’acqua T0′
4) il lavoro fatto complessivamente dalle due macchine W
299
Entropia Capitolo 11
WA WB
corpo K
acqua
A B T1
|Q| Q0A Q0B –|Q|
Soluzione
300
Capitolo 11 Entropia
Δ Sa T0 + m λ
mcg T0
T0′ = T0 e = 196 K
4) La macchina A assorbe il calore Q = –QK dal corpo K e cede il calore Q0A all’acqua;
la macchina B assorbe il calore Q0B dall’acqua e cede il calore − Q = QK al serbatoio a
temperatura T1. Il primo principio della termodinamica applicato al ciclo di ciascuna mac-
china pertanto porge
⎧⎪WA = Q + Q0A
⎨
⎩⎪WB = Q0 − Q
B
Problema 11.15
T1
Q1M Q1F
Q3F
M F T3
W
Q2M Q2F
T2
Soluzione
1) La macchina termica M è reversibile, e opera tra due sorgenti per cui il suo rendimen-
to è quello di una macchina di Carnot
301
Entropia Capitolo 11
T2
η = 1− = 0.25
T1
ed è anche esprimibile come
WM
η= ⇒ WM = ηQ1M = 7.5 kJ
Q1
2) Il lavoro fatto dalla macchina termica è utilizzato per fare funzionare la macchina
frigorifera per cui
WF = −WM = Q1F + Q2F + Q3F
e quindi il calore scambiato con la sorgente T3 è
( )
Q3F = − WM + Q1F + Q2F = 37.5 kJ
assorbito dalla macchina e quindi ceduto dalla sorgente T3. L’efficienza della macchina fri-
gorifera è pertanto
Qa Q Q F + Q3F
e=− = a = 2 = 5.67
WF WF WM
3) La macchine sono reversibili, per cui ad ogni ciclo entrambe danno contributo nullo
alla variazione di entropia dell’universo. Lo sorgente T3 interagisce solo con la macchina
frigorifera F per cui consideriamo solo la variazione di entropia dell’universo causata da
quest’ultima
Q1F Q2F Q3F
ΔSuF = ΔSciclo
F
+ ΔSamb
F
= 0− − − =0
T1 T2 T3
e quindi la temperatura della terza sorgente è
Q3F
T3 = − = 346 K
Q1F Q2F
+
T1 T2
Problema 11.16
302
Capitolo 11 Entropia
TB ghiaccio
Q1 Q4
M F
W
Q2 Q3
TA
Soluzione
Q3
ΔSu = − + ΔSg = 0 ⇒ Q3 = TA ΔSg = − 468 kJ
TA
303
Entropia Capitolo 11
WM WM
η= ⇒ Q1 = = 145 kJ
Q1 η
WM WM
P = ⇒ t= = 58 s
t P
Problema 11.17
Una macchina termica irreversibile I di rendimento ηI = 0.15, che lavora fra l’atmosfera
a temperatura T0 = 300 K e un serbatoio di calore a temperatura T1 > T0, viene utilizzata per
fornire energia ad un frigorifero reversibile R, che scambia calore con l’atmosfera e una
massa m = 1 kg d’acqua. Le due macchine compiono un numero intero di cicli trasforman-
do l’acqua dalla temperatura iniziale T0 in ghiaccio a temperatura T2 = 255 K. Noti il calore
specifico dell'acqua ca = 4.187 J g–1 K–1, il calore specifico del ghiaccio cg = 2.052 J g–1 K–1,
e il calore latente di fusione del ghiaccio, λf = 330 J/g, calcolare:
1) il calore scambiato dalla macchina R con l’acqua Qa
2) il calore scambiato dalla macchina R con l’atmosfera Q0R
3) il calore scambiato dalla macchina I col serbatoio a temperatura T1 Q1
4) il calore scambiato dalla macchina I con l’atmosfera Q0I
T0
Q0I Q0R
acqua
T1 I R
Q1 W Qg
Soluzione
304
Capitolo 11 Entropia
raffreddato fino alla temperatura T2. Il calore ceduto dall’acqua e assorbito quindi dal frigo-
rifero è
( ) ( )
Qa = −mca T f − T0 + mλ f − mcg T2 − T f = 480 kJ
2) La variazione di entropia dell’universo dovuta alla macchina reversibile R è nulla. La
macchina R ha compiuto un numero intero di cicli, per cui la variazione di entropia del-
l’universo da essa provocata è uguale a quella dell’ambiente termodinamico della macchi-
na, costituito dall’atmosfera, che è un serbatoio a temperatura T0, e dall’acqua,
Q0R T f mλ f T
ΔSuR = − + mca ln − + mcg ln 2 = 0
T0 T0 Tf Tf
e il calore scambiato dal frigorifero con l’atmosfera è pertanto
⎛ T f mλ f T ⎞
Q0R = T0 ⎜ mca ln − + mcg ln 2 ⎟ = – 523 kJ
⎝ T0 Tf Tf ⎠
3) Il lavoro fatto dalla macchina termica irreversibile I è uguale a quello utilizzato dalla
macchina frigorifera R
(
WI = −WR = − Qa + Q0R = 43 kJ)
e il calore viene assorbito prelevandolo dal serbatoio a temperatura T1, per cui dalla defini-
zione di rendimento si ottiene
WI WI
ηI = ⇒ Q1 = = 287 kJ
Q1 ηI
4) Il lavoro prodotto dalla macchina termica è uguale al calore netto scambiato dalla
macchina nel ciclo, per cui
Problema 11.18
Una macchina termica di rendimento η = 0.2 che funziona utilizzando un gas perfetto
monoatomico esegue il seguente ciclo termodinamico:
• AB espansione isoterma irreversibile a TA = 300 K
• BC raffreddamento isocoro irreversibile da TB fino a TC = 200 K in costan-
te contatto termico con un serbatoio di calore a temperatura TC
• CA compressione adiabatica reversibile fino allo stato iniziale
Determinare, sapendo che la macchina produce il lavoro W = 200 J per ciclo:
1) il calore scambiato nell’isoterma QAB
2) il numero di moli del gas n
3) la variazione di entropia dell’universo nella trasformazione BC ΔSBC
u
305
Entropia Capitolo 11
p
A
Soluzione
W W W
η= = ⇒ QAB = = 1000 J
Qa QAB η
2) Il lavoro netto nel ciclo è dato dalla somma dei calori scambiati nel ciclo per cui
W − QAB
W = Q = QAB + QBC + QCA = QAB + ncv (TC − TB ) ⇒ n = = 0.64 moli
cv (TC − TB )
306
Capitolo 11 Entropia
5) La trasformazione BC è isocora, per cui i volumi degli stati B e C sono uguali e quin-
di VA VB = VA VC . Gli stati A e C sono gli estremi di una trasformazione adiabatica rever-
sibile cui possiamo applicare le equazioni di Poisson
1
VA VA ⎛ TC ⎞ γ −1
TAVAγ −1 = TC VCγ −1 ⇒ = = = 0.54
VB VC ⎜⎝ TA ⎟⎠
Problema 11.19
Una macchina termica a gas perfetto compie il ciclo termico mostrato in figura. L’iso-
terma AB alla temperatura T1 = 500 K, quella CD alla temperatura T2 = 200 K e la compres-
sione adiabatica DA da T2 a T1 sono reversibili, mentre l’espansione adiabatica BC da T1 a
T2 è irreversibile. Sapendo che VB/VA = 2 e che VC/VD = 3.8 calcolare:
1) il rapporto tra i lavori eseguiti nelle due adiabatiche WBC/WDA
2) il rendimento del ciclo η
3) la variazione di entropia dell’universo per ogni ciclo
se vengono utilizzate n = 2 moli di gas ΔSciclo
u
p
A
D
C
V
Soluzione
2) Il gas assorbe calore nell’espansione isoterma AB, cede calore nella compressione
isoterma CD, e non scambia calore nelle trasformazioni adiabatiche. Applicando la defini-
zione di rendimento e utilizzando i rapporti noti si ha
Qc Q nRT2 ln (VD VC ) T ln (VC VD )
η = 1+ = 1 + CD = 1 + = 1− 2 = 0.23
Qa QAB nRT1 ln (VB VA ) T1 ln (VB VA )
307
Entropia Capitolo 11
Problema 11.20
Una mole di gas ideale monoatomico, inizialmente in equilibrio con l’atmosfera a tem-
peratura TA = 27 °C e pressione pA = 1 atm, subisce una compressione adiabatica reversibile
fino a raggiungere la temperatura TB. Successivamente il gas, posto a contatto termico con
una sorgente a temperatura TB, viene fatto espandere lentamente finché raggiunge lo stato C
a pressione pC = pA. Successivamente, tolto il contatto termico con la sorgente a temperatura
TB, si lascia che il gas, a pressione costante e in contatto termico con l’atmosfera, ritorni
alla temperatura iniziale. Durante la prima trasformazione si è compiuto sul gas il lavoro
WAB = – 2493 J. Calcolare:
1) la temperatura della sorgente di calore TB
2) il rendimento del ciclo η
3) la variazione di entropia dell’universo nel ciclo ΔSciclo
u
Soluzione
2) Il calore viene assorbito nella espansione isoterma reversibile BC e ceduto nel raf-
freddamento isobaro irreversibile CA. Il calore scambiato in queste trasformazioni è
308
Capitolo 11 Entropia
⎧ VC
⎪ QBC = nRTB ln > 0 assorbito
⎪ VB
⎨
⎪
⎪⎩ QCA = nc p (TA − TB ) < 0 ceduto
I volumi degli stati termodinamici del gas sono
⎧
⎪ V = nRTA = 24.6 litri
⎪ A pA
⎪
⎪ 1
⎪ γ γ ⎛ TA ⎞ γ −1
⎨ TAVA = TBVB
−1 −1
⇒ VB = VA ⎜ ⎟ = 11.4 litri
⎪ ⎝ TB ⎠
⎪
⎪ nRTB
⎪ VC = = 41.0 litri
⎪ pA
⎩
per cui il rendimento della macchina è
Qc Q nc p (TA − TB )
η = 1+ = 1 + CA = 1 + = 0.22
Qa QBC V
nRTB ln C
VB
3) La variazione dell’entropia dell’universo è la somma delle variazioni dell’ambiente
nel ciclo, perché la variazione di entropia del gas nel ciclo è nulla
VC
nRTB ln
Q Q VB nc p (TA − TB )
ΔSciclo
u
= ΔSAB
amb
+ ΔSBC
amb
+ ΔSCA
amb
= 0 − BC − CA = − − = 3.2 J/K
TB TA TB TA
oppure è pari alla variazione dell’entropia dell’universo nelle trasformazioni irreversibili,
perché il contributo delle trasformazioni reversibili è nullo. L’unica trasformazione irrever-
sibile è l’isobara CA, per cui
TA QCA
ΔSciclo
u
= ΔSCA
gas
+ ΔSCA
amb
= nc p ln − = 3.2 J/K
TB TA
Problema 11.21
309
Entropia Capitolo 11
p
A
C B
V
Soluzione
ΔSciclo
amb
= ΔSciclo
u
= ΔSAB
gas
= 5.69 J/K
310
Capitolo 11 Entropia
Problema 11.22
Il ciclo termico ABCDA mostrato in figura viene eseguito da n = 2 moli di gas perfetto
monoatomico:
• AB espansione isobara reversibile da TA = 300 K a TB = 350 K
• BC espansione adiabatica irreversibile fino aTC = 320 K
• CD raffreddamento isocoro reversibile fino a TD = TA
• DA compressione isoterma irreversibile fino allo stato iniziale in costante
contatto termico con un serbatoio di calore a temperatura TA
Determinare, sapendo che il rendimento del ciclo è η = 0.05:
1) il lavoro fatto dal gas nel ciclo W
2) il calore scambiato nella trasformazione DA QDA
3) la variazione di entropia dell’ambiente nel ciclo ΔSciclo
amb
p
A B
C
D
V
Soluzione
Il calore viene quindi assorbito solo nella trasformazione isobara AB per cui dalla definizio-
ne di rendimento
W W
η= = ⇒ W = ηnc p (TB − TA ) = 103.9 J
QAB nc p (TB − TA )
311
Entropia Capitolo 11
ΔSuR = ΔSgas
R
+ ΔSamb
R
= 0 ⇒ ΔSamb
R
= − ΔSgas
R
La variazione di entropia dell’ambiente nel ciclo è pari alla somma delle variazioni di en-
tropia dell’ambiente in ciascuna trasformazione
QDA ⎛T ⎞ ⎛T ⎞ Q
ΔSciclo
amb
= − ΔSAB
gas
+ 0 − ΔSCD
gas
− = −ncP ln ⎜ B ⎟ − ncv ln ⎜ D ⎟ − DA = 0.12 J/K
TA ⎝ TA ⎠ ⎝ TC ⎠ TA
Si noti che poiché ΔSciclo
gas
= 0, risulta anche ΔSciclo
u
= ΔSciclo
amb
= 0.12 J/JK.
Problema 11.23
Si consideri il seguente ciclo termico eseguito da una mole di gas perfetto monoatomi-
co:
• AB compressione isoterma reversibile da TA = 300 K e VA = 25 litri fino a
VB = 10 litri
• BC espansione irreversibile fino a TC = 360 K in costante contatto termico
con un serbatoio di calore a temperatura TC in cui il gas compie il la-
voro WBC = 1600 J
• CA espansione adiabatica irreversibile fino allo stato iniziale in cui la va-
riazione di entropia del gas è ΔSCA
gas
= 1.97 J/K
Calcolare:
1) il rendimento del ciclo η
2) la variazione di entropia dell’universo nel ciclo ΔSciclo
u
p
B
C
A
V
Soluzione
1) I calori scambiati, osservando che la trasformazione BC non è una trasformazione
canonica e quindi è possibile utilizzare solo il primo principio della termodinamica, sono
⎧ VB
⎪ QAB = nRTA ln = −2284 J < 0 ceduto
⎪ VA
⎨
⎪ QBC = ΔU BC + WBC = ncv (TC − TB ) +WBC = 2348 J > 0 assorbito
⎪ QCA = 0
⎩
per cui QAB è il calore ceduto nel ciclo e QBC è il calore assorbito nel ciclo. Il rendimento è
quindi dato da
312
Capitolo 11 Entropia
Qc Q
η = 1+ = 1 + AB = 0.027
Qa QBC
2) La variazione di entropia dell’universo nel ciclo è uguale alla variazione di entropia
dell’ambiente nel ciclo, perché ΔSciclo
gas
= 0. L’ambiente è costituito dai due serbatoi di calo-
re a temperatura TA, utilizzato nella trasformazione AB, e a temperatura TC, utilizzato nella
trasformazione BC, per cui
QAB QBC
ΔSciclo
u
= ΔSciclo
amb
= ΔSAB
amb
+ ΔSBC
amb
=− − = 1.09 J/K
TA TC
3) La variazione di entropia del gas in CA è data dalla formula generale per i gas perfetti
VA T
ΔSCA
gas
= nR ln + ncv ln A
VC TC
da cui si ricava
1 ⎛ T gas ⎞
ncv ln A − Δ SCA
nR ⎜⎝ TC ⎟⎠
VC = VA e = 15 litri
Problema 11.24
p
B C
313
Entropia Capitolo 11
Soluzione
⎪ A
⎪ amb TC
⎨ ΔSBC = − ΔSBC = −nc p ln = −16.8 J/K
gas
⎪ TB
⎪ amb QCA
⎪ ΔSCA = −
⎩ TA
per cui
QCA = −TA ΔSCA
amb
= TA ΔSAB(
amb
+ ΔSBC
amb
− ΔSciclo
u
)
= − 5320 J
oppure si osserva che la variazione di entropia del gas nel ciclo è nulla
TB T
ΔSciclo
gas
= ΔSAB
gas
+ ΔSBC
gas
+ ΔSCA
gas
= ncv ln + nc p ln C + ΔSCA
gas
=0
TA TB
per cui la variazione di entropia del gas in CA è
TB T
ΔSCA
gas
= −ncv ln − nc p ln C = − 34.1 J/K
TA TB
Problema 11.25
Una macchina termica lavora con n = 1 mole di gas perfetto monoatomico. Il gas ini-
zialmente si trova nello stato A con TA = 300 K e VA = 10 litri e compie le seguenti trasfor-
mazioni:
• AB espansione isoterma reversibile fino a VB = 30 litri
• BC espansione adiabatica reversibile fino a VC = 40 litri
• CD compressione isobara in contatto termico con un serbatoio a TD
• DE compressione isoterma reversibile
314
Capitolo 11 Entropia
p
A
B
E
C
D
V
Soluzione
TD T
ΔSCD = − ΔSEA ⇒ nc p ln = −ncv ln A
TC TE
ovvero
TD T T cp T
nc p ln + ncv ln A = 0 ⇒ ln A + ln D = 0
TC TE TE cv TC
TATDγ TATDγ
ln =0 ⇒ =1
TE TCγ TE TCγ
VBγ −1
TBVBγ −1 = TC VCγ −1 ⇒ TC = TB = 247.4 K
VCγ −1
315
Entropia Capitolo 11
Problema 11.26
316
Capitolo 11 Entropia
p
B
C
A
Soluzione
T2
ΔSBC
u
= ΔSBC
gas
+ ΔSBC
amb
= 0 ⇒ ΔSBC
amb
= − ΔSBC
gas
= −ncv ln = 11.7 J/K
T1
317
Entropia Capitolo 11
Problema 11.27
p
B
C A
Soluzione
QCA Q
e= = − CA ⇒ QCA = −eW = 12000 J
W W
QCA
QCA = nc p (TA − TC ) ⇒ TA = + TC = 489 K
nc p
318
Capitolo 11 Entropia
Problema 11.28
p
A D
B
C
Soluzione
1) Si tratta di un ciclo frigorifero con due trasformazioni in cui non c’è lavoro: l’espan-
sione libera AB e l’isocora CD. Il lavoro nel ciclo è
319
Entropia Capitolo 11
Problema 11.29
Una macchina frigorifera, funzionante con n = 2 moli di gas perfetto biatomico, esegue
il ciclo composto dalle seguenti trasformazioni:
• AB compressione isoterma irreversibile alla temperatura T1 = 400 K
• BC raffreddamento isocoro reversibile fino alla pressione iniziale
• CA espansione isobara irreversibile fino allo stato finale in costante con-
tatto termico con il serbatoio di calore alla temperatura T1
L’efficienza della macchina è e = 3 ed è necessario fornire il lavoro W = –2000 J per
ogni ciclo. Calcolare:
1) la temperatura nello stato C T2
2) il calore scambiato nella trasformazione AB QAB
3) la variazione di entropia dell’universo nella trasformazione CA ΔSCA
u
320
Capitolo 11 Entropia
p
B
C A
Soluzione
QCA
QCA = nc p (T1 − T2 ) ⇒ T2 = T1 − = 297 K
nc p
2) Il lavoro netto nel ciclo è uguale al calore netto scambiato nel ciclo
Problema 11.30
321
Entropia Capitolo 11
T
B C
A D
Soluzione
2) Il calore è dato dall’area sottesa dalla curva che rappresenta la trasformazione nel
piano TS, se questa è reversibile
⎛ Sf ⎞
Qif = ⎜
⎝ ∫Si
T dS ⎟
⎠ trasformazione
reversibile
ovvero in un ciclo reversibile il calore netto è pari all’area delimitata dalle trasformazioni
che lo compongono che nel caso in esame è un trapezio rettangolo. Inoltre in un ciclo
Q = W e quindi
⎡( SD − SA ) + ( SC − SB ) ⎤⎦ (TB − TA )
Q= ⎣ = W = 526 J
2
3) Il calore assorbito è il contributo positivo all’integrale, per cui è dato dall’area sottesa
alla trasformazione BC sommata a quella sottesa alla trasformazione CD
Qa = QBC + QCD = TB ( SC − SB ) +
(TB + TA ) ( SD − SC ) = 1490 J
2
e poiché il lavoro prodotto in un ciclo è uguale al calore netto scambiato nel ciclo il rendi-
mento della macchina è
W Q
η= = = 0.35
Qa Qa
Problema 11.31
Una sostanza compie il ciclo reversibile rappresentato in figura nel diagramma TS. La
trasformazione AB è una trasformazione reversibile di equazione T = aebS, con a = 3 K e
b = 0.1 K/J costanti positive. Sapendo che SA = 46 J/K e SB = SC = 49 J/K , calcolare:
322
Capitolo 11 Entropia
T
B
A C
Soluzione
e quindi
aebS 1
C AB = bs
= = 10 J/K
abe b
2) Il lavoro prodotto nel ciclo è uguale al calore netto scambiato nel ciclo. Osservando
che la trasformazione BC è isoentropica, quindi adiabatica, e la trasformazione CA è iso-
terma, le quantità di calore scambiate in ciascuna trasformazione sono
⎧
( )
SB SB a
⎪ QAB =
⎪
∫
SA
T dS = ∫
SA
aebS dS = ebSB − ebSA = 1044 J
b
assorbito
⎪
⎨ Q BC = 0
⎪ SA
⎪ QCA =
⎪⎩ ∫
SC
T dS = TA ( SA − SC ) = aebSA ( SA − SC ) = − 895 J ceduto
323
Entropia Capitolo 11
3) Il rendimento è
W W
η= = = 0.14
Qa QAB
Problema 11.32
Una miscela di gas ideali, a sua volta trattabile come gas ideale, con capacità termica a
pressione costante CP = 20 J/K, compie un ciclo costituito dalle trasformazioni reversibili:
• AB espansione isoterma a temperatura TA = 450 K durante la quale il gas
assorbe la quantità di calore QAB = 4260 J
• BC raffreddamento isobaro dalla temperatura TA alla temperatura TC
• CA compressione adiabatica con rapporto di compressione VA/VC = 0.4.
Determinare:
1) la temperatura dello stato C TC
2) il numero di moli del gas n
3) il lavoro compiuto dal gas nel ciclo W
Soluzione
VB VC VB TB
= ⇒ =
TB TC VC TC
324
Capitolo 11 Entropia
3) Il lavoro fatto dalla miscela di gas è pari alla somma dei lavori compiuti in ciascuna
trasformazione che sono
⎧WAB = QAB = 4260 J
⎪⎪
⎨WBC = pB (VC − VB ) = nR (TC − TB ) = −1156 J
⎪
⎪⎩WCA = − ΔUCA = −Cv (TA − TC ) = − 2240 J
ove è stata utilizzata la relazione di Mayer fra le capacità termiche della miscela
Problema 11.33
p
B D
C
A
Soluzione
325
Entropia Capitolo 11
e quindi
1
V ⎛ T ⎞ γ −1
ΔSBC
gas
== nR ln C = nR ln ⎜ D ⎟ = 35.8 J/K
VB ⎝ TA ⎠
326
Capitolo 11 Entropia
Problema 11.34
p
A
Soluzione
( )
B VB 1
WAB = ∫ A
p dV = ∫
VA
( −aV + b ) dV = b (VB − VA ) −
2
a VB2 − VA2 = 2026 J
327
Entropia Capitolo 11
328
Capitolo 11 Entropia
δQ ⎛ c ⎞ ⎛ 2c ⎞
= b ⎜ 1 + v ⎟ − aV ⎜ 1 + v ⎟
dV ⎝ R⎠ ⎝ R ⎠
Al crescere di V (dV > 0) il calore è ceduto(δQ < 0) finché
δQ ⎛ c ⎞ ⎛ 2c ⎞
< 0 ⇒ b ⎜ 1 + v ⎟ − aV ⎜ 1 + v ⎟ < 0
dV ⎝ R ⎠ ⎝ R ⎠
Problema 11.35
Soluzione
Qa Q
e= =− a ⇒ Qa = −eW = 12250 J
W W
329
Entropia Capitolo 11
2) Il vapore non obbedisce alle leggi dei gas perfetti, per cui non vale la legge pV = nRT
come si può verificare. Durante la trasformazione di fase avviene la condensazione, perché
non può aumentare la densità del vapore, se si esclude la possibilità di raggiungere stati di
vapore soprassaturo. La densità del vapore e dell’acqua condensata restano quindi costanti
durante la trasformazione che talvolta è detta isopicnica (a densità costante). La densità del
vapore è ρ = m V0 per cui trascurando il volume dell’acqua condensata
Vc = mc ρa ∼ 5 × 10 −3 litri , il volume finale del vapore è
m − mc m − mc
V1 = = V0 = 157.5 litri
ρ m
3) Il calore scambiato dal vapore è uguale e opposto a quello assorbito dal frigorifero
Qv = −Qa = −12250 J
e il lavoro fatto dal vapore, che diminuisce il suo volume a pressione costante, è
V1
Wv = ∫V0
p dV = p0 (V1 − V0 ) = − 625 J
per cui utilizzando il primo principio della termodinamica la variazione di energia interna
del vapore è
Qv = ΔU v + Wv ⇒ ΔU v = Qv − Wv = −11625 J
4) Il frigorifero assorbe il calore Qa dal vapore d’acqua e cede allo sorgente T il calore
Qc = Q − Qa = W − Qa = −13475 J
per cui osservando che sia il vapore d’acqua che la sorgente non cambiano la loro tempera-
tura, T0 e T rispettivamente, la variazione di entropia dell’universo nell’intero processo è
Qa Qc
ΔSu = ΔSciclo
sistema
+ ΔSciclo
ambiente
= ΔSciclo
sistema
+ ΔSciclo
vapore
+ ΔSciclo
sorgente
= 0− − = 3 J/K
T0 T
Problema 11.36
330
Capitolo 11 Entropia
C D
B E
A
F
Soluzione
331
Entropia Capitolo 11
η = 1+
Qc Q
= 1 + FA = 1 −
( m − m ′ ) λ1 = 0.28
Qa Qa Qa
3)Il calore assorbito dal sistema nel ciclo è
Qa = QAB + QBC + QCD + QDE
ove nella trasformazione BC l’acqua viene riscaldata fino alla temperatura TC e nella tra-
sformazione CD tutta l’acqua cambia fase, per cui
QDE = Qa − QAB − QBC − QCD = Qa − mc (TB − TA ) − mc (TC − TB ) − mλ2 = 9573 kJ
e il lavoro compiuto dal sistema è
WDE = pB (VE − VD ) = pB (VE − mv2 ) = 3065 kJ
e utilizzando il primo principio della termodinamica la variazione di energia interna del-
l’acqua in DE è
ΔU DE = QDE − WDE = 6508 kJ
4) La variazione di entropia del sistema nel ciclo è nulla, perché l’entropia è funzione di
stato
ΔSciclo = ΔSAB + ΔSBE + ΔSEF + ΔSFA = 0
e, poiché la variazione di entropia nella trasformazione EF è nulla in quanto adiabatica re-
versibile, la variazione di entropia del sistema in BE è
TB ( m − m ′ ) λ1
ΔSBE = − ΔSAB − ΔSFA = −mc ln + = 99 kJ/K
TA TA
332
La presente raccolta propone una parte significativa dei temi d’esame assegnati
negli anni scorsi ai corsi di Fisica 1 di Ingegneria del settore Informazione dell’U-
Pierluigi Zotto
niversità di Padova da parte degli autori. I problemi sono stati accuratamente
selezionati e riorganizzati per argomenti corredandoli con soluzioni commen- Sergio Lo Russo
SERGIO LO RUSSO è stato fino a Dicembre 2014 Professore Ordinario di Fisica Sperimenta-
le presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova. Ha svolto la sua
attività didattica nell’ambito dei corsi di Fisica Generale per le lauree in Ingegneria dell’U-
niversità di Padova. Ha svolto attività di ricerca nel campo della Struttura della Materia e
della Scienza dei Materiali, anche con utilizzo di macchine acceleratrici.
ISBN 978-88-9385-326-2