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Enri
o Onofri
Claudio Destri
(E.O.) Dipartimento di Fisi
a, Universita di Parma
E-mail address : onofriparma.infn.it
(C.D.) Dipartimento di Fisi
a, Universita di Milano
E-mail address : destrimilano.infn.it
iii
Indi
e
Prologo
Notazioni
xi
xiv
3
3
6
8
9
11
15
15
16
20
22
23
24
31
31
35
37
37
38
40
41
43
43
45
47
51
51
51
54
57
60
62
65
67
67
68
70
71
72
75
79
80
80
82
85
92
95
99
101
106
108
109
112
115
115
115
116
122
124
125
132
133
136
138
138
141
146
vi
148
152
154
154
157
167
167
175
177
182
184
192
193
196
197
200
205
206
209
209
210
214
229
235
236
238
240
243
244
248
255
259
259
264
269
270
273
274
276
280
282
vii
283
284
285
287
289
292
295
297
298
301
302
306
308
311
314
315
319
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323
325
327
330
335
336
338
339
343
346
346
350
352
356
361
361
362
367
368
370
381
385
385
viii
388
389
392
393
393
397
401
404
405
407
408
411
418
420
422
425
425
427
427
430
432
433
437
437
439
441
443
Parte 3. Appendi i
447
App. A. Complementi
A.1. La me
ani
a quantisti
a se
ondo Feynman
A.1.1. Integrali sui
ammini
A.1.2. Formulazione a tempo immaginario
A.1.3. La me
ani
a sto
asti
a
A.2. Teorie di gauge in me
ani
a quantisti
a
A.2.1. Approssimazione adiabati
a e
ampi di gauge
A.2.2. Il
ampo di monopolo della mole
ola biatomi
a
A.3. Un esperimento
on i fotoni
449
449
449
453
455
457
458
465
473
479
ix
479
479
480
484
487
488
490
490
492
493
495
497
499
500
500
503
505
509
511
513
515
516
517
519
519
519
520
521
522
524
Problemi
525
Bibliograa
Indi
e analiti
o
533
539
Indi e analiti o
541
551
553
Prologo
I rapporti
he inter
orrono tra si
a teori
a e si
a sperimentale hanno
subito una profonda evoluzione
on l'estendersi del
ampo di indagine a
s
ale di energia, tempi e lunghezze totalmente al di fuori della diretta
per
ezione sensoriale. Ogni esperimento di si
a delle parti
elle oppure di
astrosi
a
osmi
a e
os profondamente dipendente dal modello teori
o da
rendere probabilmente vuota di signi
ato un'espressione quale \alla lu
e
dei puri dati sperimentali risulta
he ... ". La distinzione tra si
a teori
a
e sperimentale e quindi da
onsiderare essenzialmente una divisione di
ompiti ma non di obiettivi,
he rimangono, almeno per la ri
er
a \pura",
quelli
he
os des
rive Einstein nel 1940 [Ein88:
La s
ienza rappresenta il tentativo di far
orrispondere la
varieta
aoti
a della nostra esperienza sensibile a un sistema di pensiero logi
amente uniforme. In questo sistema
le singole esperienze vanno
orrelate alla struttura teori
a
in maniera tale
he la
oordinazione risultante sia uni
a e
onvin
ente.
:::
Cio
he noi
hiamiamo si
a
omprende quel gruppo di
s
ienze naturali
he fondano i loro
on
etti nelle misure e i
ui
on
etti e proposizioni si prestano a una formulazione
matemati
a. Il suo dominio e di
onseguenza denito
ome
quella parte del
omplesso delle nostre
onos
enze
he e
sus
ettibile di venire espressa in termini matemati
i.
Einstein prosegue identi
ando lo s
opo della si
a teori
a nella ri
er
a
di basi
omuni e nella uni
azione delle leggi dei vari fenomeni naturali:
si pensi alla
onquista di Newton { le leggi della me
ani
a
eleste sono
le stesse leggi della me
ani
a dei gravi { oppure all'uni
azione tra elettrologia e magnetismo, ora proseguita nell'uni
azione
on le interazioni
deboli. Newton
er
o basi uni
ate tra me
ani
a e otti
a, ma il tentativo era prematuro. Vedremo
ome nell'ambito della nuova me
ani
a
quantisti
a l'idea di Newton torna attuale. Si puo allora dire
he obiettivo della si
a teori
a e quello di realizzare la massima e
onomia di
xi
Prologo
pensiero nel des
rivere il piu vasto
ampo disponibile di fenomeni naturali. Il
ampo di fenomeni
he si prestano a una des
rizione quantitativa
in termini matemati
i e in
ontinua evoluzione; la matemati
a stessa lo
e, an
he sotto lo stimolo della ri
er
a si
a. Sembra non esser
i limite alla appli
abilita di s
hemi matemati
i an
he i piu astratti { Wigner
parla di una irragionevole
apa
ita della matemati
a nel modellizzare la
realta si
a . Quello
he a
ade
ontinuamente nello sviluppo parallelo di
matemati
a e si
a e
he dalla si
a sorgono esigenze di
al
olo e di formalizzazione
he stimolano progresso in tutte le dis
ipline matemati
he.
Una moderna teoria quale la
romodinami
a quantisti
a ri
hiede te
ni
he
matemati
he mutuate dall'analisi funzionale, dalla teoria dei gruppi, dalla
teoria dei pro
essi sto
asti
i, dalle equazioni integrali e inne sempre piu
diusamente dall'analisi numeri
a piu ranata.
La si
a di questo se
olo ha arontato problemi di grandissimo impegno: si sono
omprese le basi della struttura intima della materia e
si sono esplorati i
onni del
osmo di
ui si ha un modello globale
he
e oggetto di veri
he sperimentali. Teoria ed esperimento sono sempre
piu inestri
abilmente legati, an
he se l'apparenza e al
ontrario quella di
una di
otomia tra l'attivita del si
o sperimentale e del teori
o. Cio e
solo un'apparente
ontraddizione: la
omplessita degli esperimenti e del
quadro teori
o ha portato ad una forte par
ellizzazione del lavoro, ma l'obiettivo e rimasto uni
o, essenzialmente quello
he e des
ritto dalle parole
di Einstein.
Il nostro
ammino di avvi
inamento alla si
a teori
a pro
edera per
gradi. Innanzitutto rivedremo insieme le basi della me
ani
a nella sua
formulazione piu avanzata dovuta all'opera di Euler, Lagrange, Ja
obi,
Hamilton. Il fondamento euristi
o { il prin
ipio guida universale { di
questa dis
iplina e quello dei prin
ipi variazionali. Vedremo
ome tutta la
me
ani
a e la teoria dei
ampi
lassi
i siano des
rivibili in modo sempli
e
dalla
ondizione di stazionarieta
L(q; q_) dt = 0
Prologo
Prologo
Notazioni
Inne un
enno alle notazioni impiegate. I problemi
ontengono materiale importante. La loro numerazione e legata al
apitolo e alla sezione
nella forma Problema x.y-n, dove x e il numero del
apitolo, y quello
della sezione e n e un numero progressivo. Le soluzioni sono indi
ate
on
Soluzione: : : : : : .
I riferimenti bibliogra
i sono in ordine alfabeti
o ed hanno
arattere
mnemoni
o (es. [LL76 indi
a il testo di Landau e Lifshiz del 1976).
I vettori sono denotati da lettere in grassetto (ad es. x; E ). L'insieme
dei numeri naturali, interi, reali e
omplessi sono indi
ati
on N ; Z; R ; C .
Parte reale e immaginaria del numero
omplesso z sono indi
ate
on Re z ,
Im z ; il
omplesso
oniugato e indi
ato da z. Il simbolo r rappresenta
l'operatore vettoriale di
omponenti (=x; =y; =z ), per
ui r V
e la divergenza di V , r ^ A e il rotore di A e r e il gradiente di
. L'operatore di Lapla
e r2 e rappresentato dall'usuale 4 . Per vettori nello spazio di Minkowski (quadrivettori) si usa preferibilmente la
notazione in
oordinate p ; ( = 0; 1; 2; 3) e la lunghezza e denita da
p2 = p20 p21 p22 p23 p20 p2 .
xiv
Parte 1
CAPITOLO 1
T=
3
X
i=1
1 mx_ 2
i
2
21 mx_ ix_ i ;
L(q; q_) =
1
2
n X
3
X
=1 i;j =1
Le equazioni del moto sono date dalla estensione a n gradi di liberta della
(1.1), e
ioe
d L(q; q_) L(q; q_)
(1.3)
=
; (i = 1; 2; 3; = 1; :::; n) :
dt q_i
qi
La validita delle equazioni di Lagrange e molto piu ampia di quanto esposto nora. La forma (1.3) si appli
a an
he in presenza di vin
oli olonomi ,
esprimibili
ioe da relazioni del tipo
r (q) = 0 (r = 1; :::; p)
a patto di introdurre
oordinate generali q1 ; :::; q3n p
he tengano
onto
espli
itamente dei vin
oli, oppure an
ora
on il metodo dei moltipli
atori
di Lagrange,
ome e noto dalla me
ani
a razionale. Il vantaggio della formulazione lagrangiana delle equazioni del moto si puo dunque riassumere
nel fatto
he la forma (1.3) si appli
a a qualunque s
elta delle
oordinate
generali, il
he permette di sorvolare sul problema di identi
are le forze
4
Le equazioni di Lagrange
di inerzia e le reazioni vin
olari . Non dimostreremo ora quanto aermato,
assumendone la
onos
enza dalla me
ani
a razionale; ne daremo tuttavia
in seguito (x1.3) una derivazione a partire dal prin
ipio variazionale. Ci
interessa sottolineare l'ulteriore estensione della appli
abilita delle equazioni di Lagrange a forze derivabili da potenziali dipendenti dalla velo
ita.
Cio permette di rappresentare nel formalismo di Lagrange an
he le forze
elettromagneti
he (vedi il x3.3).
Problema 1.1-1. Dimostrare
he la quantita gij dqi dq j e invariante
rispetto a trasformazioni di
oordinate qi ! Qi = f i (q).
Problema 1.1-2. Ri
avare la matri
e metri
a per i sistemi di
oordinate
i) sferi
he (r; # ')
ii) paraboli
he
8
1 2 2 )
os '
>
<x = 2 (
y = 21 ( 2 2 ) sin '
>
:
z =
iii) ellissoidali
8
>
<x =
osh
os '
y =
osh sin '
>
:
z = sinh
i)
ii)
iii)
1 0
0
0 A
gij = 0 r2
2
0 0 r sin2 #
0 2
gij =
0
+ 2
0
0
2 + 2
0
0
1 ( 2
4
0
0
2 )2
0
0
osh2 + sinh2
gij =
0
2 (
osh2 + sinh2 )
0 A
0
0
2
osh2
Problema 1.1-3. S
rivere le equazioni del moto per una parti
ella
vin
olata a s
ivolare senza attrito su una super
ie sferi
a sotto l'azione
della forza di gravita.
Problema 1.1-4. Consideriamo un sistema me
ani
o
ostituito da
due masse puntiformi identi
he
onnesse da un lo inestendibile e di massa tras
urabile. La prima parti
ella si muove senza attrito su di un piano
5
orizzontale; il lo passa attraverso un foro nel piano e la se
onda massa si muove verti
almente sotto l'azione della gravita. Studiare il moto
del sistema, nell'ipotesi
he il moto della se
onda massa sia ristretto alla
direzione verti
ale.
n
X
=1
n
X
m x_ 2
; =1
V (x x )
he risulta ovviamente invariante sotto traslazione; il
orrispondente integrale primo del moto (momento lineare totale) e dato da
X L
Pi =
i
x_
Piu in generale, assumiamo
he la Lagrangiana, funzione delle n variabili
generali fq1 ; : : : ; qn g, sia invariante sotto un gruppo di trasformazioni del
tipo
qi ! q0 i = qi + " ai (q)
dove " e un parametro innitesimale. Sviluppando in serie di Taylor
avremo
he la variazione di L al primo ordine in " e data da
L d i
L i
a (q) + i a (q) :
L = "
qi
q_ dt
Sfruttando le equazioni del moto si arriva allora alla seguente relazione,
he identi
a l'esistenza di un integrale primo del moto:
d L i
a
(
q
)
=0:
L = 0 !
dt q_i
Si noti
he le
ostanti del moto ottenute per questa via sono sempre
ostituite da funzioni lineari nelle quantita
L
pi i :
q
A queste grandezze si da il nome di momenti
oniugati alle variabili Lagrangiane qi . Costanti del moto piu generali possono ovviamente esistere
ma non sono legate a simmetrie del tipo
onsiderato nora. Vedremo
he
la
onnessione tra simmetrie e
ostanti del moto si puo ulteriormente generalizzare nel formalismo di Hamilton, dove l'insieme delle trasformazioni
di
oordinate verra sostanzialmente allargato.
Problema 1.2-1. Considerare una Lagrangiana invariante sotto una
rotazione innitesimale x ! x + "! ^ x; dimostrare
he il
orrispondente
integrale primo del moto e dato dal momento angolare x ^ p dove p e il
momento lineare (pi = mx_ i ).
S [q(t); t1 ; t2 =
Z t2
t1
L(q(t); q_(t)) dt :
Il valore di S dipende dagli inniti valori assunti dalle funzioni qi (t) nell'intervallo (t1 ; t2 ) e dunque non si tratta di una ordinaria funzione di piu
variabili; per questo tipo di \funzione" si impiega il termine di funzionale.
Pre
isiamo ora
he
osa si intenda per variazione di q(t) (l'analogo per
traiettorie del
on
etto di dierenziale dx):
onsideriamo per una data
s
elta q(t) una traiettoria virtuale q(t)+ q(t) dove q(t) e nulla al di fuori
di un intervallo (1 ; 2 ) interamente
ontenuto in (t1 ; t2 ), ossia t1 < 1 <
2 < t2 . Limitando
i a pi
ole variazioni, e sviluppando la Lagrangiana
in serie di Taylor, otteniamo
S = S [q(t) + q(t) S [q(t)
Z t2
L i
L i
q (t) + i q_ (t) + O(q)2 :
=
dt
qi
q_
t1
d
Ora, q_i = qi e per
io un'integrazione per parti
i da
dt
Z t2
L d L
2
i
S =
dt q
i
i + O (q )
q
dt
q
_
t1
9
L(y; y0 ) = y 1 + y0 2 :
Dato pero
he x non
ompare espli
itamente nella Lagrangiana, esiste un integrale primo (equivalente all'energia nel
aso della dinami
a) rappresentato
da
0
p
L
yy 2
0
1 + y0 2 =
ostante :
y
E =y 0 L= p
y
1 + y0 2
Dopo sempli
azioni elementari si ottiene
dy
p
= dx
(y=E )2 1
he ha per soluzione la
atenaria y = E
osh((x x0 )=E ). Si dis
uta l'esistenza
della soluzione in dipendenza dei parametri del problema (le posizioni dei due
punti rispetto all'asse). Si trovera
he non sempre il problema ammette soluzione
(il
he si puo mettere in evidenza sperimentalmente
on lo di ferro e a
qua
saponata ).
Problema 1.3-2. Determinare la forma
he assume, sotto l'azione
della gravita, un
avo
essibile e inestendibile avente spessore e densita
uniformi, appeso alle due estremita. Il problema e simile al pre
edente, ma
U [y = mg
p
y(x) 1 + y0 (x)2 dx
10
l[y =
Z p
1 + y0 (x)2 dx
sia ssata. Il metodo da appli
are e quello dei moltipli
atori di Lagrange.
Si
er
a di minimizzare il funzionale U [y l[y e si determina a posteriori il
parametro in modo
p da soddisfare il vin
olo. L'integrale primo risulta in questo
aso (mgy )= 1 + y0 (x)2 , identi
o, a parte una traslazione della y, a quello
del problema pre
edente. La soluzione sara dunque an
ora una
atenaria. Si
dis
uta an
he in questo
aso l'esistenza di una soluzione
he rispetti i vin
oli.
nella formulazione di Feynman una traiettoria
he sia soluzione delle equazioni
lassi
he
del moto.
11
S [q S [q
l =
Z t2
Z t2
t1
Z [q
t2
L(q; q_) dt
L d L
L
q j +L(q
l (t2 ); q_
l (t2 ))t ;
'
q(t) dt +
q
l dt q_
l
q_
l t=t2
t1
dove t = [q t2 ; ma q(t2 ) = q(t2 ) q
l (t2 ) = q(t2 ) q(t2 + t) '
q_(t2 )t e per
io
L
= Et
S [q = t L q_
q_
dove abbiamo indi
ato
on E l'energia della traiettoria q
l(t). Notiamo
he allora
he il funzionale
W [q; E = S [q + E [q
he viene an
he
hiamato l'azione ridotta , risulta stazionario sulle soluzioni
delle equazioni del moto rispetto a variazioni
he rispettino la
onservazione dell'energia2. Il prin
ipio variazionale assume ora la forma (detta
di Maupertuis )
Z
(S + E ) = (L + E ) dt =
2T dt = 0
E V (q) ds = 0
Notiamo
he in questa forma il prin
ipio variazionale permette di studiare direttamente le traiettorie indipendentemente dalla loro per
orrenza
oraria. In questa formulazione, le equazioni del moto sono assimilate a
quelle di un moto di parti
ella libera
he avviene lungo le geodeti
he ,
ioe
le
urve di minima distanza, per una geometria
he non e quella ssata
2Il passaggio da S a W e un
aso parti
olare di trasformata di Legendre (si veda
il x2.1) ed infatti le relazioni S= = E , W=E = sono previste dallo s
hema
generale; le in
ontreremo di nuovo nello s
hema di Hamilton-Ja
obi.
12
dalla
ongurazione
p del sistema (la gij ), bens quella denita dalla distanza elementare E V ds. Si notera l'analogia
on l'otti
a geometri
a:
per un mezzo trasparente
on indi
e di rifrazione n(!) dipendente dalla frequenza i raggi luminosi des
rivono le traiettorie di
ammino otti
o
minimo (o meglio stazionario), se
ondo il prin
ipio di Fermat
n(!) ds = 0 :
Z t2
t1
Z P2 p
P1
Si tratta dunque di studiare la geometria indotta sulla super
ie da quella eu
lidea dello spazio R3 , partendo dalla identi
azione della metri
a ds2
he si
ottiene esprimendo dxi dxi in termini dei parametri (u; v). Un
aso del tutto elementare e
ostituito dalle super
i sviluppabili; in tal
aso la geometria e
quella eu
lidea del piano e le traiettorie sono rette sulla super
ie sviluppata (si
des
rive
os ad esempio il moto libero sulla super
ie di un
ono).
Problema 1.3-4. Consideriamo una massa puntiforme
he si muove
V (x)
ds
E V (x)
Z p
Z
dxi
V xi ds
p
E V (x) dxi 21
=
ds
xi E V (x)
p
p
Ponendo ds = 2=m E V (x) dt ed uguagliando a zero la variazione per xi
arbitrario, si ottiene l'equazione del moto.
V (x) ds =
V (x) ds
1
2
ds ds
q
ds ds
Z
d
(gij q_i ) qj + 12 gij;k q_i q_j qk ds
=
ds
=
gij qi
dove per sempli
ita si e indi
ato
on gij;k la derivata parziale gij =qk . L'equazione si puo allora ris
rivere nel modo piu simmetri
o
gij qj + 12 (gik;j + gij;k gjk;i ) q_j q_i = 0
Se
ondo la
onvenzione del
al
olo tensoriale l'equazione delle geodeti
he si ris
rive
allora in termini dei simboli di Christoel
k = g kl
1
ijl
ijk 2 (gik;j + gjk;i gij;k ) ;
ij
nella forma
qi + ijk q_j q_k = 0:
Per gli elementi di
al
olo tensoriale si veda [Pau58.
14
CAPITOLO 2
Il formalismo hamiltoniano
La me
ani
a di Newton ha assunto, nella formulazione di Lagrange,
una forma estremamente sempli
e: le traiettorie di qualunque sistema
dinami
o sono individuate
ome
urve di stazionarieta di un funzionale,
l'azione del sistema. Cio
omporta la massima liberta nella s
elta delle
oordinate
on
ui si desidera des
rivere la
ongurazione del sistema, in
parti
olare
io permette di adattarne la s
elta alle parti
olari simmetrie
presenti nel problema. Un ulteriore passo avanti in questa direzione si ottiene
on la formulazione di Hamilton, in
ui si ries
ono a mettere in gio
o,
nella s
elta delle
oordinate, an
he le velo
ita generalizzate. Lo s
hema e
fondamentale per gli sviluppi della dinami
a
eleste e, limitatamente agli
s
opi di queste lezioni,
ostituis
e il modello astratto
he si ripetera
on
po
he modi
he nell'ambito della me
ani
a quantisti
a. Vale la pena ribadire
he nel passaggio dalla me
ani
a di Newton a quella di Lagrange e
inne di Hamilton la si
a di base e del tutto inalterata. Cio non di meno
la diversa impostazione formale del problema del moto fornis
e al ri
er
atore nuovi punti di vista da
ui sviluppare metodi di
al
olo e
ienti (ad
esempio la teoria delle perturbazioni). Premettiamo una denizione generale di trasformata di Legendre
he sta a fondamento matemati
o della
transizione dalla me
ani
a lagrangiana a quella hamiltoniana.
Il formalismo hamiltoniano
H (q1 ; : : : ; qn ; p1 ; : : : ; pn ) = sup
q_
16
n
X
i=1
pi q_i L :
Equazioni di Hamilton
a) L = 21 mx_ 2 V (x)
s
m 2
b) L =
2
x_
1
g x_ i x_ j ;
2 ij
e studiarne il limite per
! 1, ammettendo
he g00 = 1 + 2(x)=
2 e
gij = ij + O(1=
2 ). Che signi
ato si puo attribuire al
ampo (x)?
m 2
L=
g00
dH (q; p) = d
=
=
X
pi q_i L
Il formalismo hamiltoniano
18
Equazioni di Hamilton
le equazioni di Hamilton sono infatti del primo ordine e quanto aermato segue dal teorema fondamentale delle equazioni dierenziali. Il fatto
he per ogni punto iniziale nello spazio delle fasi si ha una uni
a traiettoria rende possibile ragurarsi il
omplesso di tutte le traiettorie
ome
il moto di un
uido: ad ogni punto iniziale assegniamo una parti
ella del
uido e possiamo seguire il moto di una parti
olare porzione del
uido
inizialmente ra
hiuso in una regione S . Un primo risultato interessante
he dis
ende dalle equazioni di Hamilton e il seguente teorema di Liouville: il volume di S e indipendente dal tempo. La dimostrazione non e
di
ile: il volume e dato da
Z
Z
(q(t); p(t))
dq dp J
dq dp =
;
V (t) =
(q(0); p(0))
(q;p)2S (0)
(q;p)2S (t)
dove S (t) e la regione individuata da tutti i punti dello spazio delle fasi ottenuti risolvendo le equazioni di Hamilton no al tempo t
on la
ondizione
iniziale (q(0); p(0)) 2 S . Si tratta per
io di valutare il determinante
Ja
obiano
1
0 i
q (t) qi (t)
B q j (0) pj (0) C
C
J = det B
pi (t) pi (t) A
qj (0) pj (0)
e dimostrare
he J 1. A questo s
opo e su
iente studiare un intervallo
di tempo innitesimale: si ha in tal
aso
0
H
H 1
i
i
q + dt
q + dt
B q j
p
p
pi C
i
j
C
B
J = det
H
H A
p dt i
p dt i
qj j
q
pj j
q
2H 1
2H
dt
+ dt j
B ij
q pi
pj pi C
C
= det B
2
2H A
H
dt i j ij dt i
q q
q pj
Si ha in generale
0
Il formalismo hamiltoniano
1
hf (q; p)i Tlim
!1 T
Z T
dt f (q(t); p(t)) :
q V 0 (q) = 2 p2 =2m :
Dedurne il risultato se
ondo
ui nel moto di Keplero l'energia
ineti
a
media P
hT i soddisfa hT i = 21 hV i = E . Si
onsideri il valor medio di
(d=dt) i qi pi . Il risultato dis
ende dal fatto
he, nell'ipotesi
he il moto sia
limitato, il valor medio di una derivata totale deve annullarsi. La relazione e
nota
ome teorema del viriale
Trasformazioni anoni he
La trasformazione e dunque lineare per quanto riguarda i momenti
oniugati e si esprime nel modo piu su
into
on la
ondizione
pi dqi = p0i dq0 i
equivalente alla (2.3). Questo tipo di trasformazioni e pero una sempli
e estensione allo spazio delle fasi delle trasformazioni denite sullo
spazio base delle
ongurazioni. Trasformazioni piu generali del tipo
q ! f (q; p); p ! g(q; p)
ostituis
ono inve
e la vera novita del formalismo Hamiltoniano. La
aratterizzazione delle trasformazioni
anoni
he
e sorprendentemente sempli
e: in sostituzione della Eq. (2.3) si deve avere
(2.4)
pi dqi = p0i dq0 i + dF (q; q0 )
dove F (q; q0 ) e detta la funzione generatri
e (f.g) della trasformazione
anoni
a. La trasformazione si rende espli
ita sviluppando il dierenziale;
si ottiene
os :
F
F
pi = i ; p0i =
q
q0 i
La
hiave per
omprendere questo risultato e da ri
er
are an
ora nel prin
ipio variazionale. Una volta riespresso in termini di
oordinate
anoni
he,
il prin
ipio di Eulero-Lagrange diviene
S
Z t2
t1
L dt
Z t2
t1
pq_ H (q; p) dt
Il formalismo hamiltoniano
Abbiamo
aratterizzato le trasformazioni
anoni
he attraverso la proprieta di las
iare invarianti in forma le equazioni di Hamilton; d'altra
parte le stesse equazioni sono del tipo f_ = ff; H g. Per
onsistenza an
he
le Parentesi di Poisson (P.d.P.) devono essere in tutta generalita invarianti
per trasformazioni
anoni
he (vedi Probl. 2.3-2). In parti
olare le P.d.P.
fondamentali
(2.5)
(2.6)
i j
q ; q = pi ; pj
i
g=0
q ; pj = ij
2.3.1. Trasformazioni
anoni
he innitesimali. La forma
ostituita dall'Eq. (2.4) non e l'uni
a possibile e neppure la piu
onveniente.
Ad esempio la trasformazione identita fp0 = p; q0 = qg non e esprimibile in questa forma! La trasformata di Legendre
i suggeris
e qual
he
variante. A partire dalla Eq. (2.4), possiamo de
idere di passare ad una
formulazione in
ui siano (q; p0 ) le variabili indipendenti:
(2.7)
(2.8)
X
G(q; p0 ) = q0 i p0i + F (q; q0 ) 0
pi = F=q0 i
i
G
G
q 0 i = 0 ; pi = i
p
q
A questo punto e possibilePrappresentare la trasformazione identita attraverso la f.g. G(q; p0 ) = qi p0i ;
io e piu importante di quanto possa
sembrare a prima vista: segue infatti
he una trasformazione
anoni
a
he
dieris
a di po
o dall'identita sara rappresentabile nella forma
G(q; p0 ) =
qi p0i + "g(q; p0 )
Trasformazioni anoni he
Si ha per
io
he una trasformazione
anoni
a innitesimale e
aratterizzata da una funzione generatri
e g(q; p) attraverso le relazioni
g(q; p)
+ O("2 )
qi = q0 i qi = "
pi
g(q; p)
pi = p0i pi = "
+ O("2 )
qi
e in generale
f
f
f (q; p) = i qi + pi = "ff; gg:
q
pi
Osservazione. Se identi
hiamo la f.g. g(q; p)
on la funzione Hamiltoniana H (q; p) e il parametro "
on un intervallo innitesimo di tempo,
possiamo
on
ludere
he l'evoluzione temporale del sistema Hamiltoniano,
os
ome segue dalle equazioni di Hamilton,
H
q(t + dt) = q(t) + dt
p
H
p(t + dt) = p(t) dt
q
ostituis
e una trasformazione
anoni
a innitesimale generata dalla Hamiltoniana. D'altra parte e altrettanto
hiaro
he due trasformazioni
anoni
he eseguite in su
essione sono equivalenti ad una singola trasformazione
anoni
a, detta il prodotto delle prime due. Le trasformazioni
anoni
he
ostituis
ono
ioe un gruppo . L'evoluzione temporale si puo
per
io sempre pensare
ome l'eetto di innite trasformazioni
anoni
he
innitesimali e
ostituis
e per
io un gruppo di trasformazioni
anoni
he.
2.3.2. Trasformazioni
anoni
he dipendenti dal tempo. Se ammettiamo
he la trasformazione (q; p) ! (q0 ; p0 )
oinvolga espli
itamente
il tempo, le formule di trasformazione devono essere leggermente modi
ate; l'eetto piu rilevante e
ostituito dal fatto
he la Hamiltoniana ri
eve
un
ontributo additivo proporzionale alla derivata rispetto al tempo della
funzione generatri
e . Cio si ri
ava fa
ilmente dal prin
ipio variazionale,
tenendo
onto
he il termine H (q; p) dt entra in gio
o nella trasformazione.
Dall'equazione
pi dqi H (q; p) dt = p0 dq0 i K (q0 ; p0 ) dt + dG(q; p0 ; t)
i
Il formalismo hamiltoniano
2.3.3. L'equazione di Hamilton-Ja
obi. Immaginiamo ora di saper determinare una f.g. G(q; p0 ; t) tale
he la nuova Hamiltoniana risulti
identi
amente nulla: K = 0. Le
orrispondenti variabili
anoni
he (q0 ; p0 )
soddisfano a equazioni del moto del tutto banali q_0 = p_0 = 0, ossia esse
sono tutte
ostanti del moto . In eetti possiamo organizzare la trasformazione in modo
he q0 i = qi (0); p0i = pi (0) e la trasformazione
anoni
a
prende la forma
G
pi = i
q
G
q0 i = 0
pi
G
:
K (q0 ; p0 ) = 0 = H (p; q) +
t
Si pro
ede
ome segue: indi
ando
on (q0 i ; p0i ) = (i ; i ) i valori
ostanti
delle nuove variabili
anoni
he, si avra
G(q; ; t) i
G(q; ; t)
H
=0
;q +
i
q
t
Una volta determinata una soluzione parti
olare dell'equazione
he
ontenga n
ostanti indipendenti da identi
are
on le variabili , la trasformazione
anoni
a e
ompletata dalla
G(q; ; t)
i =
i
Questo s
hema, noto
ome equazione di Hamilton-Ja
obi ,
ostituis
e un
vero e proprio metodo di soluzione delle equazioni del moto, in
ui si e
sostituita una singola equazione dierenziale alle derivate parziali in luogo
delle 2n equazioni dierenziali ordinarie del primo ordine (nella forma di
Hamilton). Nell'arontare la soluzione di un problema
on
reto questo
s
hema sara e
a
e se, ad esempio, risultera possibile adottare la separazione delle variabili ,
ome vedremo piu avanti; oppure potra prestarsi
ad impostare qual
he
al
olo approssimato a partire dalla soluzione nota di un sistema fa
ilmente integrabile. In generale inve
e, ove si debba ri
orrere al metodo numeri
o
ome uni
a risorsa di
al
olo, e molto
piu vantaggioso impostare il problema in termini di equazioni del moto
ordinarie.
Il problema inverso,
ostruire
ioe la soluzione G(q; ; t) nota la soluzione qi (t) delle equazioni del moto, si risolve ri
orrendo al prin
ipio
variazionale. Si ha infatti (si veda il Probl. 2.3-5 a p. 30)
(2.9)
F (q; q0 ; t) =
Z t
L(q
l ( ); q_
l ( ))d
24
Trasformazioni anoni he
dove abbiamo indi
ato
on q
l la soluzione nota delle equazioni del moto
aratterizzata dalle
ondizioni q
l(0) = q0 ; q
l (t) = q. Si trova quindi
he
la soluzione dell'equazione di Hamilton-Ja
obi e data dal valore estremale
del funzionale di azione, il valore
ioe
he esso assume sulla soluzione
lassi
a. Eettuando poi una trasformazione di Legendre si puo ottenere
la soluzione nella forma G(q; p0 ). Si noti
he queste
onsiderazioni valgono
in generale solo per un intervallo limitato t 2 (0; T ), nel quale esiste
un'uni
a soluzione
lassi
a
he soddis alle
ondizioni al
ontorno. Cio
non e mai vero per quei sistemi
he in seguito alla imposizione di vin
oli
sono
aratterizzati da uno spazio delle
ongurazioni non sempli
emente
onnesso. In questo
aso infatti, tutte le traiettorie virtuali
on assegnati
punto iniziale e nale si suddividono in
lassi di omotopia (due traiettorie
appartengono alla stessa
lasse se sono deformabili
on
ontinuita l'una
nell'altra). In ognuna delle
lassi di omotopia l'azione assume in generale
un valore minimo
he rappresenta per
io una soluzione
lassi
a (si veda a
questo proposito il Probl. 2.3-6 a p. 30). Considerazioni di questo tipo,
he
tengono
onto della geometria non banale dello spazio delle
ongurazioni,
sono ne
essarie per arontare problemi globali di dinami
a; per i re
enti
progressi ottenuti in dinami
a
lassi
a,
he esulano dagli s
opi di queste
lezioni, si
onsultino ad es. [AM79, Arn78, Gal83, Wei73.
L'equazione di Hamilton-Ja
obi stazionaria. Una variante allo s
hema
pre
edente e ottenuta nel
aso
he la Hamiltoniana non dipenda espli
itamente dal tempo,
ome e il
aso per un sistema isolato. Si potra allora
porre
ome ansatz G(q; ; t) = W (q; ) n t (
he si puo assimilare alla
trasformazione gia
onsiderata al x1.3.2) il
he porta alla equazione di
Hamilton-Ja
obi stazionaria
W i
; q = n
H
qi
In questo s
hema la trasformazione generata da W e indipendente dal
tempo e l'Hamiltoniana
oin
ide
on la variabile
anoni
a p0n ; le variabili
(q0 i ; p0i )
on i < n sono
ostanti del moto e ssano la traiettoria
ome
urva geometri
a nello spazio delle fasi, mentre la per
orrenza oraria del
punto sulla traiettoria e ssata dall'ultima equazione
W
t:
n =
n
Illustriamo ora un metodo di soluzione dell'equazione di Hamilton-Ja
obi,
basato su un'idea
he trova appli
azioni alquanto generali3. Diremo
he
3Per una trattazione estesa di te
ni
he di soluzione di equazioni alle derivate
parziali del primo ordine si veda [Gou59.
25
Il formalismo hamiltoniano
p2
W (xi ; Ei ) =
3
X
i=1
Trasformazioni anoni he
p2
p2
1
p2r + #2 + 2 ' 2
+ V (r; #; ') :
H=
2m
r
r sin #
Si noti
he la energia
ineti
a puo essere s
ritta
ome (p2r +`2 =r2 )=(2m), essendo `2 il modulo quadrato del momento angolare jr ^pj2 . Se il potenziale
e della forma spe
iale
Z (')
U (#)
V (r; #; ') = V (r) + 2 + 2 2
r
r sin #
l'equazione di Hamilton-Ja
obi ammette soluzione di tipo separato nelle
variabili. Si ha infatti, ponendo W = R(r) + (#) + (')
1 0 2
R0(r)2 + r12 [0(#)2 + 2mU (#) + r2 sin
2 # (') + 2mZ (') = 2mE :
Possiamo allora ridistribuire i termini no ad ottenere
r2 [R0 (r)2 + 2mV (r) E =
(2.10)
1
[0 (#)2 +2mU (#) + 2 0 (')2 + 2mZ (') :
sin #
Si nota ora
he il membro di sinistra della pre
edente equazione dipende
solo dalla variabile r, mentre quello di destra dipende dal resto delle
oordinate. Essendo r; #; ' variabili indipendenti, si deve
on
ludere
he
entrambi i membri della Eq. (2.10) devono essere uguali ad una
ostante,
identi
abile
on `2 . Si ottiene allora
R0(r)2 + 2mV (r) + `2=r2 = 2mE
e analogamente per separazione delle variabili angolari
0 (')2 + 2mZ (') = 2
0 (#)2 + 2mU (#) + 2 = sin2 # = `2 :
Il
aso dei potenziali a simmetria sferi
a, detti potenziali
entrali , e parti
olarmente sempli
e; si ha in questo
aso
0 (') =
0 (#) =
`2 2 = sin2 #
27
Il formalismo hamiltoniano
d# `2 2 = sin2 #
dr 2m(E
V (r)) `2 =r2
Le variabili
oniugate a (E; `; ) si ottengono
ompletando la trasformazione
anoni
a se
ondo l'Eq. (2.7):
W
W
W
; Q` =
; Q =
:
QE =
E
`
Per la soluzione espli
ita del moto in
ampo
entrale e tuttavia
onveniente restringersi n dall'inizio al piano in
ui avviene il movimento, il
1
piano ortogonale al momento angolare
he
orrisponde a # = . La
2
onservazione del momento angolare impli
a
he il moto gia
e su questo
piano e non
'e nessuna limitazione di generalita a dis
utere il problema
del moto direttamente in due gradi di liberta4. Si ottiene in tal modo
W = `' +
dr 2m(E
V (r)) `2 =r2
dr
2m (E V (r)) `2 =r2
La traiettoria e des
ritta dalla sempli
e equazione Q` (t) = Q` (0); mentre
la per
orrenza oraria dell'orbita e data dalla equazione
Z
dr
QE = m p
= t t0 :
2m (E V (r)) `2 =r2
Per il moto piano in
ampo
entrale V (r) si ha per
io la soluzione generale (a meno di quadrature); la traiettoria e
onvenientemente espressa
in termini della variabile re
ipro
a = 1=r:
(2.11)
W
= ' `
Q` =
`
' '0 = `
Z r 1
r2
d 2m(E
V ( 1 )) `2 2
1=2
In base alle parti
olari simmetrie del
ampo di forze puo risultare
onveniente introdurre altri sistemi di
oordinate
urvilinee. In genere i sistemi
he permettono la separazione delle variabili nell'equazione di HamiltonJa
obi sono basati su fas
i di
oni
he o di quadri
he
onfo
ali (si veda ad
esempio [MS61).
4Si noti
he
io non vale in me
ani
a quantisti
a (vedi il
ap.6.5).
28
Trasformazioni
anoni
he
Problema 2.3-1.
Poisson:
1:
2:
3:
4:
5:
anti per trasformazioni
anoni
he e in parti
olare sotto trasformazioni innitesimali. Per veri
arlo espli
itamente, si
onsideri una trasformazione
anoni
a
innitesimale generata da f ; si avra:
h(q; p) = "fh; f g
g(q; p) = "fg; f g
fh; gg = "ffh; gg; f g
= " [fff; hg; gg + ffg; f g; hg
= [f"fh; f g; gg + fh; "fg; f gg
= fh; gg + fh; gg
Si e fatto uso delle proprieta delle P.d.P., in parti
olare dell'identita di Ja
obi. In
~
sostanzan si ha
o
he posta k = fh; g g, e indi
ata
on h la funzione h trasformata,
~ g~ = k~.
si avra h;
29
Il formalismo hamiltoniano
fMi; Mj g = "ijk Mk ;
"ijk =
8
>
<
>
:
30
CAPITOLO 3
Appli
azioni
3.1. Invarianti adiabati
i
Consideriamo un sistema me
ani
o
aratterizzato da al
uni parametri
si
i variabili nel tempo. Un tipi
o esempio e dato da un pendolo sempli
e la
ui lunghezza l(t) varia nel tempo; un altro esempio e quello di una
massa puntiforme
he si muove all'interno di un volume
on pareti perfettamente elasti
he la
ui distanza venga modi
ata a pia
ere nel tempo
(un
ilindro
on un pistone mobile). Se la velo
ita di variazione nel tempo
di questi parametri e per
entualmente molto pi
ola sulla s
ala temporale
tipi
a del sistema (ad esempio nel
aso del pendolo jl_(t)=l(t)j !(t), essendo quest'ultima la frequenza di os
illazione), esistono grandezze si
he
la
ui variazione nel tempo puo essere resa pi
ola a pia
ere, in un senso
he sara pre
isato meglio in seguito. Queste grandezze vengono
hiamate
invarianti adiabati
i e rivestono una notevole importanza nello sviluppo
della me
ani
a quantisti
a (oltre
he avere tutt'oggi un
erto peso nella moderna dinami
a non-lineare). Consideriamo l'esempio elementare
seguente. Una massa puntiforme m rimbalza in modo perfettamente elasti
o tra due pareti la
ui distanza aumenta nel tempo se
ondo la legge
l(t) = l0 +
t. La velo
ita iniziale della parti
ella v0 e molto maggiore
di
. Se al tempo T si ha l(T ) = 2l(0) 2l0 , e inoltre andiamo al limite per T ! 1 (
! 0), e fa
ile dimostrare
he la velo
ita nale v(T )
tende al valore v0 =2. Cio si puo
omprendere intuitivamente
ome eetto
dell'assorbimento di energia da parte della parete. Il risultato pre
edente
suggeris
e
he in sostituzione dell'integrale primo dell'energia sia presente
un'altra grandezza
onservata e
ioe il prodotto l(t)v(t); si dimostra infatti (
fr. Probl. 3.1-1)
he questa grandezza e approssimativamente una
ostante del moto
on tanto maggiore pre
isione quanto piu lento e il moto della parete in
onfronto a v(t). L'osservazione
ru
iale a questo punto
e
he se
onsideriamo le pareti sse, il prodotto 2lv rappresenta l'area
della porzione dello spazio delle fasi ra
hiuso dalla traiettoria . Viene
spontaneo formulare la
ongettura
he sia proprio questa area a mantenersi
ostante in generale per deformazioni lente dei parametri del sistema.
31
Appli azioni
J=
ZZ
H (q;p)<E
dp dq =
p(q; E )dq
Invarianti adiabati i
ta la parete mobile. Sia vn la velo
ita
ostante nell'intervallo (tn ; tn+1 ); sia
ln = l(tn ) = l0 +
tn; si ha ovviamente tn+1 tn = (ln+1 + ln )=vn . Dall'uniformita
del moto della parete segue
ln+1 ln =
(tn+1 tn )
mentre dalle leggi dell'urto si ha
vn+1 = vn 2
:
Segue allora
vn (ln+1 ln ) =
(ln+1 + ln )
ovvero
(vn+1 +
)ln+1 = (vn +
)ln
he rappresenta una legge di
onservazione esatta. equivalente a
ln vn = l0 v0
2 (tn t0 ) :
Fintanto
he v(t)
si puo approssimare la legge di
onservazione
on v(t)l(t)
ostante. Il risultato si puo an
he riassumere
on d(l(t)v(t))=dt =
2 ,
he
mostra
ome la derivata di lv sia un innitesimo di ordine superiore rispetto a
dl(t)=dt =
.
Problema 3.1-2. Risolvere l'equazione del moto per le pi
ole os
illazioni di un pendolo
on lunghezza l(t) = l0 exp(
t) e veri
are l'Eq. (3.2).
Problema 3.1-3. Considerare il moto di un punto materiale vin
olato
a s
orrere senza attrito lungo un prolo piano
hiuso t denito parametri
amente dalle equazioni x = X (s; t); y = Y (s; t) essendo s 2 (0; 1) un
parametro lungo la
urva e t il tempo. S
rivere la funzione Hamiltoniana
e studiare le
aratteristi
he del moto nel
aso di deformazione lenta del
prolo t . Dierenziando rispetto a t troviamo
33
Appli azioni
X
et
. Conviene introdurre le grandezze ausiliarie
t
G = Xs2 + Ys2
A = X s Xt + Y s Y t
V = 12 (Xt2 + Yt2 )
in termini delle quali il momento lineare e dato da
L
p=
= (Xt2 + Yt2 )s_ + Xt Xs + Yt Ys Gs_ + A
s_
e inne
(p A)2
V
H=
2G
Se la dipendenza da t e molto lenta, possiamo
H appli
are l'approssimazione adiabati
a se
ondo
ui l'integrale d'azione J = pdq si mantiene
ostante nel tempo.
Dato
he sia V
he A
ontengono derivate rispetto al tempo, troviamo in prima
approssimazione
avendo posto m = 1, Xt
J = ( 2G(E + V ) + A)ds
e quindi E (t) (
pGds)
2GEds
Problema 3.1-4. Risolvere le equazioni del moto per un pendolo sempli e di lunghezza l(t) = l(0) + t nel limite di pi ole os illazioni. Per un
pendolo sempli
e di lunghezza variabile l(t) l'equazione del moto,
ome si dedu
e
dalla Lagrangiana (valida per pi
ole os
illazioni)
L = 21 ml2 '_ 2 21 mgl(t)'2
e la seguente
l_
g
' + 2 '_ + ' = 0
l
l
La derivata logaritmi
a di l(t)
ompare
ome un fattore di smorzamento (se
positiva), il
he fa prevedere
he le os
illazioni tendano ad attenuarsi per l(t)
res
ente. Assumendo per l(t) la forma ri
hiesta l(t) = l0 +
t l'equazione si
risolve agevolmente
on il metodo di Lapla
e (vedi l'App. B.6). Posto
'(t) =
si trova infatti
mentre per
e pertanto
ezt F (z )dz
l
g
F (z ) = exp 0 z
z
si puo s
egliere un
ontorno
hiuso intorno a z = 0. La soluzione
'(t) /
l(t)z
exp
34
g
dz
z
Invarianti adiabati
i
he si puo esprimere in termini di funzioni di Bessel. Il limite per
! 0 si puo
stimare
on il metodo del punto sella (vedi l'App. B.2):
p
(lz g=z ) = 0 ! z = i g=l
z
da
ui si ottiene
p
'(t) / l(t) 3=4
os(2 l(t)g=
):
p
Si veri
a fa
ilmente
he l'invarianza adiabati
a (E (t) / l(t)=g) fornis
e lo
stesso risultato per ampiezza di os
illazione1.
1 ; : : : ; n ) =
XZ
pi (q; ) dqi :
ra
onto sia la lunghezza del pendolo sia l'ampiezza delle os
illazioni fossero
res
enti
nel tempo dimostra
he il moto era
ontrollato dall'esterno (gli agenti dell'Inquisizione).
35
Appli azioni
Appli azioni
=
d = v(T ) v_ (T )
he permette di estendere qualunque soluzione nota in [0; T ) a tutto l'asse
reale. Infatti si avra
(t + T ) = u(t + T ) + v(t + T )
= (a +
)u(t) + (b + d )v(t)
Una traslazione in avanti in t pari a T e rappresentata per
io dall'appli
azione
(; ) ! (; )
Appli azioni
l(t + T ) = l(t) =
e
L = 12 mx_ 2 + A(x) x_ e(x)
des
rive una parti
ella di
ari
a e interagente
on un
ampo elettromagneti
o
aratterizzato dai
ampi E = r; B = r ^ A. Infatti le equazioni
di Lagrange danno immediatamente le equazioni del moto
orrette
e
mxi = (x_ ^ B )i e
xi
Il formalismo
anoni
o si ottiene attraverso la trasformata di Legendre:
L
e
pi =
= mx_ i + Ai
x_ i
1
e 2
H=
p A + e(x)
2m
Nel formalismo
anoni
o entrano dunque in
onsiderazione i potenziali
(A; )
ome oggetti primari. Si tenga presente
he la denizione dei
potenziali e sempre assoggettabile ad una trasformazione di gauge
he
non
ambia i
ampi si
i E ; B . Il
aso piu generale e quello di potenziali e
ampi dipendenti dal tempo,
he
onviene des
rivere nel formalismo tetradimensionale. Si indi
a allora
on A l'insieme dei potenziali (A0 = ; (A1 ; A2 ; A3 ) = A), e i
ampi sono deniti dal sistema
di equazioni
A
A
F =
x x
40
(3.7)
3.3.1. Moto in
ampo magneti
o uniforme. Il problema della dinami
a della parti
ella
ari
a in un
ampo magneti
o
ostante B pone un
quesito interessante:
ome si
on
ilia la evidente simmetria di traslazione
di
ui sono dotate le leggi del moto di Newton
on l'apparente man
anza
di simmetria della Hamiltoniana? Qualunque sia la s
elta del potenziale
A(x); l'Hamiltoniana non puo essere invariante per traslazione se
on
questo si intende l'ordinaria trasformazione x ! x + a . Tuttavia dal
momento
he A(x + a) deve
orrispondere allo stesso
ampo magneti
o
ostante B deve esistere una trasformazione di gauge tale
he
A(x + a) A(x) = r(x; a):
Cio
omporta
he la rottura di simmetria sotto traslazioni puo essere
orretta da una trasformazione di gauge in modo tale
he la trasformazione
risultante
x ! x+a
e
p ! p + r(x; a)
41
Appli azioni
las
i invariante l'Hamiltoniana. E questa dunque la denizione piu
onveniente di traslazione per una parti
ella in
ampo magneti
o
ostante, se
non altro per
he, da un punto di vista utilitaristi
o,
i ore immediatamente delle
ostanti del moto e pre
isamente le funzioni generatri
i delle
traslazioni innitesimali
he risultano sempli
emente
e
Ga(x; p) = a p (x; a):
Se s
egliamo la gauge A = 12 B ^ x ; si ha in parti
olare
e
Ga(x; p) = a p x ^ B ;
e le
ostanti del moto sono le seguenti
eB
eB
y; P2 = p2 + x; P3 = p3
(3.9)
P1 = p1
2
2
he si veri
a immediatamente avere parentesi di Poisson nulla
on
1
H (x; p) =
2m
"
eB
p1 + y
2
2
+ p2
eB
x
2
2
+ p23 :
Qual e il signi
ato di queste
ostanti del moto? Appli
ando le equazioni
del moto troviamo subito
eB
P1 = mx_
y
eB
P2 = my_ + x;
da
ui segue
2
2
d
P + y + P1 = 0;
x
dt
eB 2
eB
ossia la proiezione delle orbite sul piano xy e sempre
ir
olare e le
ostanti
del moto
=(eB ) (P1 ; P2 ) ne rappresentano il
entro . E immediato veri
are
he le variabili X =
P2 =eB; Y =
P1 =eB hanno la seguente
parentesi di Poisson
fX; Y g = eB
:
Si puo peranto introdurre un nuovo insieme di
oordinate
anoni
he di
ui fanno parte P1 = X e Q1 = eBY=
. Come eser
izio si determini la
oppia Q2 ; P2
he
ompleta l'insieme di variabili
anoni
he.
Problema 3.3-2. Dis
utere la simmetria di traslazione nel
aso della
s
elta di gauge A = (0; Bx; 0), ri
avare le
ostanti del moto relative e
veri
are
he il loro signi
ato si
o e lo stesso individuato in pre
edenza.
42
H (x1 ; x2 ; p1 ; p2 ) =
La Hamiltoniana
1 2
1 2
p1 +
p + V (jx1
2m1
2m2 2
x2 j)
P = p 1 + p2 ;
Q = 1 x1 + 2 x2
p = 1 p1 + 2 p2 ; x =
1 x1 +
2 x2 :
Si puo imporre
he la trasformazione sia
anoni
a attraverso le relazioni
fondamentali (2.5). Si ottiene:
i
Q ; Pj =
i
(1 + 2 ) ij = ij
x ; Pj = (
1 +
2 ) ij = 0
i
Q ; pj = (1 1 + 2 2 ) ij = 0
i
x ; pj = (
1 1 +
2 2 ) ij = ij
43
Appli azioni
e 1 e si s rive
0 1
10
P
1
BQC B
0
B C=B
p A (1 1 )
x
0
0
1
0
p1
C Bx1 C
0
1
1
1
CB C
(3.10)
0 1
0 A p2 A
x2
1= 0
1=
Tra tutte le innite soluzioni la piu interessante e quella
he fa
oin
idere Q
on il bari
entro delle due masse;
io
orrisponde a ssare 1 =
m1 =(m1 + m2 ), mentre l'altro parametro si puo porre uguale a uno,
senza perdita di generalita. Si ha in denitiva il quadro seguente
m x + m2 x2
P = p1 + p2 ;
Q= 1 1
m1 + m2
(3.11)
m1 p2 m2 p1
p=
; x = x2 x1 :
m1 + m2
L'Hamiltoniana nelle nuove
oordinate
anoni
he si trova fa
ilmente essere
(3.12)
H=
P 2 p2
+ + V (r)
2M 2
dove r = jxj e si sono introdotte la massa totale M = m1 + m2 e la
osiddetta massa ridotta = m1 m2 =(m1 + m2 ). Il problema risulta pertanto
separato nel moto del bari
entro e nel moto relativo. La dinami
a del bari
entro e banale (moto rettilineo uniforme), mentre il moto relativo e quello
di una parti
ella di massa in un
ampo
entrale V . Abbiamo sfruttato
la simmetria di traslazione e ridotto il numero di gradi di liberta a quelli
del moto relativo. C'e ora un'altra simmetria
he puo essere utilizzata per
ridurre ulteriormente i gradi di liberta, la simmetria di rotazione. In base
a questa simmetria il momento angolare totale del sistema x ^ p + Q ^ P si
onserva (vedi Probl. 3.4-1). Nel sistema del bari
entro la Hamiltoniana
risulta invariante rispetto a rotazioni indipendenti delle
oordinate Q e
x, il
he
omporta
he an
he M = x ^ p e
ostante del moto. Il moto
relativo avviene pertanto nel piano ortogonale al vettore
ostante M e si
ridu
e quindi a un problema a due gradi di liberta. In
oordinate polari
nel piano si ha allora l'Hamiltoniana ridotta
!
1 2 p2'
p +
+ V (r)
h=
2 r r2
Il residuo di simmetria
entrale si manifesta nel fatto
he la
oordinata '
non
ompare espli
itamente e quindi il suo momento
oniugato e
ostante
del moto (p' =
ostante = ` = jM j). Il moto e per
io eettivamente
ridotto allo studio di un sistema monodimensionale
on potenziale e
a
e
Ve (r; `) = V (r) + `2 =2r2 .
44
M tot = x1 ^ p1 + x2 ^ p2 = Q ^ P + r ^ p :
3.4.2. Urti tra parti
elle. La soluzione dell'equazione di Hamilton-Ja
obi nel
aso di
ampo
entrale, Eq. (2.11), permette di risolvere
immediatamente il problema dell'urto di due masse. L'angolo di de
essione # nel sistema di bari
entro si ottiene ponendo r ! 1 e s
egliendo
r0 = r0 (E; `) uguale alla minima distanza possibile:
# = 2'
Z 1
dr=r2
`
p
= 2p
2 r0 E Ve (r; `)
Per il potenziale
oulombiano
he agis
e tra un nu
leo di
ari
a Ze e una
parti
ella si ha V (r) = 2 Z e2 =r; il
al
olo dell'integrale e elementare e
ore il risultato
' = os
1=r k=`2
p
2E=`2 + (k=`2 )2
dove k = 2 Z e2 . Ponendo
(3.13)
`2
= ; "=
k
1+
2E`2
k2
si ottiene l'equazione
= 1 + "
os '
r
he rappresenta una
oni
a di e
entri
ita ", ed inne l'angolo di de
essione
(3.14)
(3.15)
# = 2 os 1 (1=") ;
o, piu sempli
emente, sin 12 # = " 1 . Ora, i parametri naturali per des
rivere l'urto sono la velo
ita iniziale v1 e il parametro d'impatto b, deniti
2 =2
ome segue: in assenza di interazione l'energia e tutta
ineti
a E = v1
e la traiettoria e rettilinea: sia b la distanza di questa traiettoria \libera"
dal
entro di interazione. E
hiaro
he il parametro d'impatto e esprimibile
in termini del momento angolare, e pre
isamente ` = v1 b. Sostituendo
a (E; `) le nuove variabili (v1 ; b) si ottiene
(3.16)
4 =k 2 :
" = 1 + 2 b2 v1
45
Appli azioni
v1
Questa formula rappresenta la sezione d'urto dierenziale per diusione di
parti
elle da parte di nu
lei atomi
i (Rutherford, 1911). La formula,
basata interamente sulla me
ani
a
lassi
a,
oin
ide a
identalmente3
on quella
he ri
averemo in base alla me
ani
a quantisti
a.
Problema 3.4-2. Dimostrare
he la sezione d'urto (3.17) si puo mettere nella forma
d
= jAj2
d
on
2
A = 4Ze 2
jpin pout j
46
i=1
2
X
jx1 x2 j
ei
x_ i A(xi )
i=1
Appli azioni
metodo alternativo). La trasformazione
anoni
a allo s
hema di Hamilton-Ja
obi si
ompleta
on il
al
olo della variabile
oniugata all'energia,
he evolve nel tempo se
ondo l'equazione
W
= t t0
=
E
r Z
dr
p
=
2
E Ve (r; `)
Per il
aso Kepleriano (orbita ellitti
a, E < 0) il
al
olo e elementare, e
permette di seguire il moto sull'orbita in funzione del tempo. Per ottenere
la terza legge di Keplero si determina il periodo dell'orbita
ome segue:
indi
ando
on rmin; rmax rispettivamente l'afelio e il perielio, il periodo e
dato da
Z rmax
T = 2
r dr 2Er2 + 2kr `2 1=2
rmin
(3.19)
N =p^M
r
r
kr
48
L = m
e
2 e r_ 2 r2 #_ 2 :
Si ri
avi la Hamiltoniana e da questa si determini l'equazione dell'orbita
attraverso il metodo di Hamilton-Ja
obi. Si mostri
he le traiettorie nel
piano r; # sono indipendenti dalla massa m. Si ri
avi la formula di Einstein per la pre
essione del perielio (m 6= 0) e la de
essione
dei
raggi luminosi (m = 0). L'equazione della geodeti
a e R ds = 0.
Introdu
endo t
ome parametro e immediato identi
are la Lagrangiana
a meno di un fattore di proporzionalita
he viene ssato nel limite
! 1
dalla
ondizione di riottenere la me
ani
a Newtoniana. Si trova poi
l'Hamiltoniana
s
1
p2
H =
e 2 m2
2 + p2r e + #2
r
e si ottiene per
io l'equazione di Hamilton-Ja
obi nella forma
2
E
W 2
W 2
2
+r
=
e m2
2 :
e
r
#
5Si vedano [LL60, Pau58, Reg80, Piz93 per una introduzione alla Relativita Generale, [Edd24,
ap. III, per i
al
oli dettagliati relativi alle prime veri
he
sperimentali, [Pau95 per una visione moderna dei
on
etti fondamentali di spazio e
tempo.
49
Appli azioni
Le sostituzioni
p ! p ; H ! H ; m ! m ;
las
iano invarianti le equazioni del moto e per
io le traiettorie si possono studiare nei due
asi essenzialmente dierenti m > 0 e m = 0. La
separazione delle variabili porta a
Z
E 2
(m2
2 + `2 =r2 ) e :
(3.20)
W = `# +
L'equazione dell'orbita si determina imponendo
he W=# =
ostante.
a) m > 0: si pone E = m
2 + E 0 e si ottiene
Z
dr=r2
:
# #0 + ` p
2mE 0 + 2GN Mm2 =r (1 S =r) `2 =r2
L'integrale si puo valutare per via approssimata tenendo solo il primo
termine in
2 e da per lo spostamento del perielio la formula di Einstein
a2
S
# = 243 2 2
;
= 3
2
T (1 )
a (1 2 )
dove a e il semiasse maggiore dell'ellisse, e l'e
entri
ita e T e il periodo;
numeri
amente si trova # 5:7000 =a per ogni orbita, se il semiasse e
espresso in milioni di km (si vedano [LCA74, Pau58).
b) m = 0: si pone E=
= `=b, introdu
endo il parametro d'impatto b, e si
ottiene l'equazione analoga alla (3.4-7). Dierenziando si trova (u = 1=r):
2
du
+ u2 = b 2 + S u3 :
d#
Ponendo bu = sin # + u si trova in prima approssimazione
u = S (1 +
os2 #) :
2b
La de
essione
orrisponde al doppio del valore di # per
ui u = 0 e quindi
si ottiene # = 2S =b (se b = R si trova # 1:7600 ). Si
onfronti
questo risultato
on quello
he si potrebbe ottenere da un'appli
azione
della dinami
a newtoniana a una parti
ella di velo
ita
(vedi Probl. 3.4-3).
Problema 3.4-8. Se
ondo il risultato del problema pre
edente, la
orrezione relativisti
a al moto di Keplero e equivalente a un termine
adddizionale alla energia potenziale
S `2
:
V =
2m r3
Determinare la variazione del vettore di Runge-Lenz dovuta a V e
valutare per questa via lo spostamento del perielio.
dr e
50
CAPITOLO 4
(x; t) =
1
X
An n (x; t) ;
n= 1
dove le innite
ostanti arbitrarie An assumono valori
omplessi, in modo
da permettere uno sfasamento arbitrario tra i vari modi normali, ma soddisfano la
ondizione A n = An per assi
urare il
arattere reale della
soluzione.
1Si di
e
he si adottano \
ondizioni di Diri
hlet".
52
1
X
n=1
sin(nx=L) = u(x) :
Im An nv
L
hf j gi =
Z L
f (x) g(x)dx :
53
Z L
(
dx
E [ =
x
0
e si appli
hi la relazione di ortogonalita.
1
2
2
+
t
2 )
1
(rR0 )0 + k2
rR
m2
R = 0:
r2
u(r) =
ezr F (z )dz
(2jmj + 1)zF (z )
d 2 2
(z + k )F (z ) ezr dz ;
dz
1
he e risolta da F (z ) = (z 2 + k2 )jmj 2 a patto di ssare la
urva di
integazione in modo
he i
ontributi niti dell'integrazione per parti
svanis
ano. Cio si realizza s
egliendo per il segmento
he
ongiunge
55
n
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Z ik
ik
/ (kr)jmj
ezr (z 2 + k2 )jmj 2 dz
Z 1
Jm (kr) :
1
2 d
Jm (kr0 ) = 0
ammette innite soluzioni
(1) < k (2) < : : : < k (n) < : : :
k = km
m
m
Jm (x)
2
sin(x
x
(n)
da
ui si dedu
e km
r0 n + (m
1
2 (m
1).
2 2
56
1 ) ) ;
2
4u =
p;q
pq 4 p q p 1 q 1 z l
p q+
(l p q)(l p q
1) p q z l p q 2
=0
rl Ylm =
k
X
l
= r eim'
k
m 2k
2k
m+k;k sin #
osl
k 2k # :
Ogni soluzione Ylm e per
io esprimibile
ome il prodotto di eim' per un
polinomio in
os # e sin #, noto
ome funzione asso
iata di Legendre.
Queste funzioni sono denominate armoni
he sferi
he3 e saranno utilizzate an
he nella soluzione di problemi di me
ani
a quantisti
a dotati di
simmetria
entrale. Di esse e importante ri
ordare la seguente proprieta,
detta relazione di ortogonalita
(4.9)
Z
sin # d#
Z 2
he puo essere risolto per i
oe
ienti flm proprio grazie alle relazioni di
ortogonalita.
Il punto
ru
iale e ora il seguente: dall'equazione 4rl Ylm = 0 si ha
subito
rl
1 d2 l
Y
1 2Y
1
=
r r Y = l(l + 1)rl 2 Y ;
sin
#
+
r2 sin # #
# r2 sin2 # '2
r dr2
3Le funzioni Ylm sono espresse in termini di funzioni di Legendre nella forma
Ylm =
2l + 1 (l jmj)! jmj
P (
os #) expfim'g
4 (l + jmj)! l
59
j1
j2
j3
j4
4.493409 5.763459 5.763459 6.987932
7.725252 9.095011 9.095011 10.41712
10.90412 12.32294 12.32294 13.69802
14.06619 15.51460 15.51460 16.92362
17.22076 18.68904 18.68904 20.12181
20.37130 21.85387 21.85387 23.30425
23.51945 25.01280 25.01280 26.47676
26.66605 28.16783 28.16783 29.64260
29.81160 31.32014 31.32014 32.80373
32.95639 34.47049 34.47049 35.96141
36.10062 37.61937 37.61937 39.11647
39.24443 40.76712 40.76712 42.26951
Tabella 4-2. Zeri delle funzioni di Bessel sferi
he jl (x).
n
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
j0
3.141593
6.283185
9.424778
12.56637
15.70796
18.84956
21.99115
25.13274
28.27433
31.41593
34.55752
37.69911
gravitazionale di Einstein, tutte ammettono una formulazione di tipo lagrangiano e sono per
io esprimibili attraverso un prin
ipio variazionale.
Ad esempio l'equazione d'onda
2
4 =
12 t2
e equivalente al prin
ipio variazionale
S [ =
g d4 x = 0 ;
L( (x); (x)) d4 x :
Sotto una pi
ola variazione ! + ,
on nulla al di fuori di una
S[ =
d4 x
( )
Z
L
L
d4 x :
=
( )
Imponendo
he l'azione sia stazionaria per arbitraria (ad esempio
puo essere s
elta diversa da zero dappertutto tranne
he in una regione
arbitrariamente pi
ola
entrata intorno a un punto qualunque x ), si
ottengono le equazioni del
ampo in forma lagrangiana:
L X
L
=
:
(
)
si puo s rivere
1 2
2 x
dove rappresenta lo s
ostamento dalla posizione di equilibrio.
Problema 4.2-2. Il
ampo elettromagneti
o (E ; B ) si puo esprimere
in temini di potenziali (; A)
ome segue: E = r + A=x0 ; B =
r A. Dimostrare
heZdall'azione
L = 21
t
S=
E 2 B 2 + j A d4 x
si ri
avano le equazioni di Maxwell
he
ontengono la densita di
ari
a e di
orrente; spiegare inoltre l'origine delle rimanenti equazioni
he
ontengono il rotore di E e la divergenza di B .
Problema 4.2-3. Dimostrare
he l'operatore di Lapla
e assume la
forma seguente quando venga espresso in un sistema di
oordinate qualunque
'
;
(4.10)
4' = p1g x pggij x
i
j
appli
ando il prin
ipio variazionale se
ondo
ui l'equazione 4' = 0 si
ottiene
ome equazione di Eulero-Lagrange a partire dall'azione
Z
' '
;
A = pg d3x gij x
i xj
dove gij e la matri
e metri
a (vedi l'Eq. (1.2)), g detgij ed inne gij e
la matri
e inversa della matri
e metri
a. Dall'equazione variazionale segue
subito
p ij '
gg
=0;
xi
xj
da
ui individuiamo l'operatore di Lapla
e
ome il membro di sinistra di quest'ultima equazione, a meno di un fattore
moltipli
ativo arbitrario (dipendente dalle
R
oordinate). Dal momento
he 4'pg d3 x 0 per ogni ' a supporto
ompatto, si
on
lude
he il fattore moltipli
ativo deve essere proporzionale a 1=pg, e la
ostante
he rimane an
ora da determinare e ssata al valore uno sempli
emente
valutando il
aso banale delle
oordinate
artesiane.
62
Il quadro generale
natura non rientrano ne
essariamente in questa des
rizione: tipi
amente le onde sulla
super
ie di un liquido ri
hiedono una des
rizione ben piu elaborata.
63
Lo s
hema andrebbe pre
isato ulteriormente nei suoi dettagli matemati
i, ma i suoi aspetti essenziali sono stati delimitati. Vedremo
he questo
s
hema, appli
abile a problemi tanto sempli
i
ome quelli
he abbiamo illustrato o
os
omplessi
ome l'a
usti
a di una grande sala di audizioni, si
appli
hera
on minime variazioni alla nuova me
ani
a quantisti
a, nonostante
he i prin
ipi si
i su
ui quest'ultima si basa siano totalmente
dierenti da quelli della me
ani
a dei mezzi
ontinui. In parti
olare la
linearita dell'equazione fondamentale (l'equazione di S
hroedinger) non e
frutto di approssimazioni (\pi
ole os
illazioni") bens rappresenta una
proprieta fondamentale della si
a alla s
ala atomi
a6.
6Su questo punto l'ultima parola non e forse an
ora stata detta (si veda ad
es.[Wei89).
64
Parte 2
Me ani a quantisti a
CAPITOLO 5
Quanti e onde
5.1. La ve
hia teoria dei quanti
Nei pre
edenti
apitoli abbiamo illustrato i fondamenti teori
i su
ui si
basa la des
rizione
lassi
a del mondo si
o. Essa
onsiste in due tipi ben
distinti di rappresentazioni me
ani
he: da un lato
'e la materia,
omposta di mole
ole, atomi o
omunque di parti mi
ros
opi
he piu o meno
elementari, numerabili e dotate di massa,
he potremmo generi
amente
hiamare \parti
elle"; dall'altro
i sono i mezzi
ontinui. Non possiamo
onsiderare questi ultimi solo
ome una
onveniente approssimazione di
sistemi
omposti da molte parti
elle, dato
he esistono mezzi
ontinui senza al
un substrato materiale, i \
ampi",
ome il
ampo elettromagneti
o
e quello gravitazionale. In ogni
aso, se
ondo la si
a
lassi
a, sia le parti
elle
he i
ampi ubbidis
ono a leggi deterministi
he del moto, siano esse in
forma di equazioni dierenziali ordinarie o alle derivate parziali,
he
oinvolgono variabili dinami
he misurabili, in linea di prin
ipio,
on pre
isione
grande a pia
ere. Questa visione
lassi
a della natura era stata
ompletata, e
ezion fatta per quanto riguarda il
ampo gravitazionale, gia prima
della ne del se
olo s
orso. Essa si fondava sulle equazioni di Hamilton,
o di Hamilton-Ja
obi, per le parti
elle e sulle equazioni di Maxwell per
il
ampo elettromagneti
o. Ma gia agli inizi del nuovo se
olo la si
a
lassi
a era profondamente in
risi. Come vedremo dall'esame degli esempi piu rilevanti (esame fatto senza pretese di
ompletezza ne di ordine
stori
o-
ronologi
o), la
ontraddizione fondamentale della me
ani
a
lassi
a risiede proprio nella separazione
on
ettuale tra parti
elle, dotate di
un numero nito di gradi di liberta, e
ampi, dotati di un numero innito
di gradi di liberta. Questa profonda disparita della des
rizione
lassi
a
rende problemati
a, se non del tutto impossibile, la stabilita della materia di fronte alla radiazione. Inoltre l'evidenza sperimentale impone di
ri
onos
ere alla materia stessa sorprendenti proprieta ondulatorie ed alla
radiazione una natura an
he
orpus
olare. In questo
apitolo illustreremo
questi aspetti apparentemente
ontraddittori e la loro ri
on
iliazione in
uno s
hema teori
o nuovo, tutto sommato abbastanza sempli
e e molto
67
Quanti e onde
onvin ente1.
u(; T ) = a 3 e b=T ;
on a e b
ostanti universali, era in a
ordo
on gli esperimenti per frequenze abbastanza grandi, ma era nettamente violata a basse frequenze.
Al
ontrario, la formula di Rayleigh-Jeans,
8 2
(5.1)
u(; T ) = 3 kB T ;
era in ottimo a
ordo
on ls regione infrarossa dello spettro di emissione
del
orpo nero, ma perdeva signi
ato nel regime ultravioletto, prevedendo
una divergenza dell'energia
ontenuta dal
ampo elettromagneti
o in un
volume nito. In eetti questo era proprio dovuto all'ipotesi
he gli inniti
modi normali del
ampo potessero interagire
lassi
amente
on le mole
ole
delle pareti, nendo per ubbidire alla legge di equipartizione dell'energia.
Un os
illatore armoni
o soggetto alla statisti
a di Boltzmann ha l'energia
media a temperatura T
R1
exp( E=kB T )
= kB T ;
hE i
lassi
a = 0R 1dEdEEexp(
E=kB T )
0
mentre in ogni intervallo di frequenza tra e + d vi sono 2(4=
3 ) 2 d
modi normali per unita di volume. Il fattore 2 e dovuto ai due stati
di polarizzazione della radiazione elettromagneti
a, mentre il resto segue
dalla leggi di dispersione 2 =
jkj tra la frequenza ed il vettore numero
d'onda k.
1In eetti qui
i soeremeremo po
o sulla si
a dei \
orpus
oli" della radiazione
68
Intensita
0.8
0.6
T=2.726K
0.4
0.2
0
0
10
12
onde/cm
14
16
18
20
69
Quanti e onde
he subito riprodu
e la (5.2) una volta moltipli
ata per la densita di modi
normali, (8=
3 ) 2 .
L'interpretazione di questo risultato e
he la radiazione elettromagneti
a si manifesta sotto forma di quanti indivisibili di energia (i fotoni
nella terminologia
orrente). L'interazione
on le mole
ole delle pareti
ausa solo variazioni del numero di quanti presenti in
ias
un modo normale, dovute all'assorbimento e all'emissione di interi fotoni da parte della
materia.
opportuno soermarsi un attimo sugli aspetti quanOsservazione. E
titativi della questione: una lampadina emette lu
e in
oerente e non
mono
romati
a, ma possiamo lo stesso stimare fa
ilmente il numero N
di fotoni emessi per se
ondo, supponendo
he siano tutti emessi uniformemente nel visibile. Data la pi
olezza della
ostante di Plan
k si trova
he
100 Watt
orrispondono a
ir
a 1020 fotoni al se
ondo ad una frequenza
di 7 1014 Hz.
70
0 =
h
(1
os )
m
71
Quanti e onde
E = h ; q = h= = h= :
"1 = j"j os e
i1
i2
Quindi abbiamo
k^ ^ n sin
os(k x !t 2 ) ;
per
ui, in ogni punto del raggio, al variare di t il vettore E (t) des
rive
un'ellisse nel piano ortogonale alla direzione di propagazione. Si di
e allora
he la polarizzazione e ellitti
a. Nel
aso parti
olare in
ui 1 = 2 ,
l'ellisse degenera in un segmento di retta e si parla di polarizzazione lineare. Ci poniamo ora il problema di interpretare " dal punto di vista
dei fotoni
he
ompongono l'onda elettromagneti
a. Il modulo quadro
j"j2 e
ollegato, attraverso l'intensita della radiazione, al numero medio
di fotoni. D'altra parte, possiamo individuare nel vettore
omplesso normalizzato "=j"j una grandezza si
a propria di ogni singolo fotone. Si
tratta della stessa grandezza per tutti i fotoni qualora la radiazione, oltre
he polarizzata, sia an
he
oerente , mentre essa varia da fotone a fotone,
ma soltanto per quanto riguarda la fase
omplessiva, nel
aso di lu
e polarizzata in
oerente . Il signi
ato della polarizzazione di un singolo fotone
appare evidente dagli esperimenti
on i ltri polarizzatori.
Un ltro polarizzatore (lineare) e un dispositivo otti
o
apa
e di
las
iar passare solo la lu
e polarizzata linearmente in una parti
olare direzione, detta asse del polarizzatore ,
he tipi
amente
oin
ide
on la direzione lungo la quale sono orientati
erti mi
ro
ristalli
he
ompongono
il ltro stesso. In generale un polarizzatore non e perfettamente e
iente.
Tuttavia, nelle prossime
onsiderazioni l'eventuale parziale ine
ienza di
un
erto ltro polarizzatore P non e signi
ativa, per
ui possiamo n
d'ora assumere
he P las
i passare tutta la lu
e polarizzata linearmente
lungo il proprio asse,
he siamo liberi di identi
are
on n , e
he assorba
ompletamente tutta la lu
e polarizzata nella direzione ortogonale a n
(si intende
he il raggio luminoso in questione in
ide verti
almente su P ).
Inoltre, in un buon ltro polarizzatore e per fas
i luminosi non troppo intensi, il
ampo elettromagneti
o soddisfa an
ora alle equazioni lineari di
Maxwell proprie dei mezzi
ontinui. La linearita di tali equazioni
i permette di
onsiderare l'azione di P separatamente sulle due
omponenti
di E ,
ioe quella parallela a n , E 1 = (E n)n , e quella ortogonale ad
esso, E 2 = E E 1 . Quindi la
omponente parallela E 1 passa indenne
il ltro, mentre E 2 viene interamente assorbita. Di
onseguenza, in un
punto al di la di P il
ampo elettri
o vale
E () = E 1
os !t ;
ed e polarizzato lungo n . Essendo l'intensita della radiazione luminosa
proporzionale al modulo quadro del vettore elettri
o, il fas
io polarizzato
73
Quanti e onde
he emerge da
fattore
(5.6)
74
h=2 e la ostante di
5.1.5. La teoria di Bohr. La me
ani
a di Newton-Lagrange-Hamilton si rivela inadeguata a des
rivere la si
a dell'atomo. All'inizio di
questo se
olo, l'imponente mole di dati sperimentali riguardante gli spettri di emissione e di assorbimento dei vari elementi da sola sembra imporre la ne
essita di un superamento della si
a
lassi
a. In parti
olare la
natura degli spettri a righe degli elementi allo stato gassoso pone interrogativi
he sembrano irrisolubili nell'ambito della visione
lassi
a della
natura. Con questo non si vuole impli
are
he la teoria
lassi
a fallis
a
su tutti i problemi si
i alla s
ala atomi
a, ma
he essa, nell'otti
a di
Einstein ri
ordata nell'introduzione, non sia di fatto in grado di fornire
una des
rizione uni
ata e
onsistente per tutti i fenomeni osservati. Si
tratterebbe ad esempio di giusti
are uno stato di equilibrio dinami
o
tra parti
elle
ari
he (i
ostituenti dell'atomo)
he nessun modello basato
75
Quanti e onde
sulla elettrodinami
a ries
e a riprodurre;
ari
he in interazione elettromagneti
a in moto quasiperiodi
o intorno al loro
entro di massa sono
soggette infatti a
ontinue a
elerazioni e in base alla elettrodinami
a devono irraggiare energia sotto forma di onde elettromagneti
he. Cio e in
palese
ontrasto
on l'esistenza stessa di atomi stabili. Si noti tuttavia
he
non esiste un soluzione esatta nean
he per il problema di due
ari
he in
mutua interazione elettromagneti
a, se si tengono in
onsiderazione tutti
i gradi di liberta del
ampo; quindi potrebbe restare aperta la possibilita
he eetti an
ora non
ompresi nel
omportamento di
ari
he in moto
a
elerato possano portare a orbite stabili senza irraggiamento. Resta il
fatto
he la si
a
lassi
a, nell'ambito delle approssimazioni prati
abili ,
non ries
e a rendere
onto dell'esistenza di stati stazionari per sistemi di
parti
elle
ari
he (si veda l'ampia trattazione su [LL60, Ja
75). Illustriamo ora rapidamente il tentativo eettuato da Bohr di aggirare questa
di
olta. Bohr assume il modello di atomo introdotto da Rutherford,
se
ondo
ui l'atomo e
ostituito da un nu
leo positivo in
ui e
on
entrata
la maggior parte della massa, e da elettroni legati al nu
leo dalla forza
di attrazione elettrostati
a, un modello simile a quello del sistema solare.
L'ipotesi di Bohr
onsiste nell'assumere
he vi sia a livello atomi
o una
regola di selezione
he permette alle parti
elle di seguire solo al
une determinate traiettorie tra tutte quelle previste dalla me
ani
a
lassi
a; la
regola di selezione s
operta da Bohr e formulata in termini delle variabili
d'azione
he abbiamo
onsiderato al x3.1.1 e pre
isamente si assume
he
a) le uni
he traiettorie permesse siano quelle
he
orrispondono a valori
interi delle variabili d'azione in unita della
ostante di Plan
k, ovvero
Ji =
pi dqi = nih ; (i = 1; : : : ; n)
b) gli elettroni possono rimanere stabilmente sulle orbite permesse senza irraggiare, oppure eettuare un salto ad un'altra traiettoria permessa
emettendo (o assorbendo) un quanto di radiazione
on frequenza if =
(Ei Ef )=h (avendo indi
ato
on Ei l'energia dell'orbita iniziale e
on
Ef quella nale).
La selezione di orbite
on valori interi di J=h viene
hiamata quantizzazione dei livelli energeti
i. Non vi sono
ondizioni spe
i
he per quelle
traiettorie a energia positiva
he
orrispondono a moti aperiodi
i. Lo
s
hema di Bohr e giusti
ato solo a posteriori dal su
esso
he in
ontra
nel prevedere lo spettro di emissione dell'atomo di idrogeno, ma e palesemente inadeguato da un punto di vista teori
o. Appare molto restrittiva
la limitazione
onnessa alla separabilita del moto
lassi
o, uni
o
aso in
76
me4
2~2 n2
dove il numero intero positivo n rappresenta la somma dei tre numeri quanti
i
nr ; n# ; n' (indi
hiamo
on m la massa dell'elettrone, sorvolando sul fatto
he
in questa formula dovremmo per maggiore pre
isione inserire la massa ridotta).
Le frequenze di Bohr nn0 = (En En0 )=h sono allora date dalla formula di
Balmer
nn0 =
R1 n0 2 n 2 ;
dove R1 e nota
ome
ostante di Rydberg ed ha le dimensioni dell'inverso di
una lunghezza (R11 103
A), ed e legata all'energia di ionizzazione dell'idrogeno,
ioe
E1 = h
R1 13:605eV :
Dal legame tra energia e raggio dell'orbita si ha poi
he quest'ultimo e dato da
(5.7)
En =
an = n2
~2
me2
6In realta questa e una limitazione prati
a, piu
he di prin
ipio; in eetti e possibile appli
are
on su
esso le
ondizioni di quantizzazione a sistemi non separabili
imponendo la
ondizione di Bohr direttamente sulle orbite periodi
he
he esistono in
generale in numero pari al numero di gradi di liberta se
ondo un teorema di Weinstein
[Wei73;
io e tuttavia prati
abile solo
on l'analisi numeri
a e non era proponibile ai
tempi di Bohr.
77
Quanti e onde
~2=me2
3:861 10 13m
m
~2
a = =2 = 2 :
me
Come si vede l'unita naturale di lunghezza alla s
ala atomi
a e quattro ordini di
grandezza piu grande dell'unita
he si puo
ostruire senza fare uso della
ostante
di Plan
k.
= = =
al prin
ipio se
ondo
ui ogni stato permesso o
upa una
ella di volume
hn nello spazio delle fasi. Nel
aso separabile possiamo ragionare in ogni
sottospazio di
oppie
anoni
he (p; q). La
ondizione J = nh
i di
e
he
78
l'area della porzione di piano A
he ha per
ontorno la proiezione dell'orbita ha area multipla intera di h,
ome dis
ende dalla formula integrale
di Gauss
I
Z
p dq :
dp dq =
A
A
In me
ani
a quantisti
a questo risultato si esprime nel prin
ipio di Heisenberg , se
ondo
ui la misura simultanea di posizione e momento lineare e
soggetta ad una limitazione intrinse
a di pre
isione: il prodotto q p
non puo essere inferiore a 21 ~ (vedi il x7.3.3).
Notiamo
he la
ondizione di quantizzazione per J' impli
a
he la
omponente del momento angolare in direzione z
he si identi
a
on la
ostante del moto p' = J' =2 puo assumere soltanto valori interi in
unita ~. Per la simmetria di rotazione si sarebbe indotti a
on
ludere
he la
omponente del momento angolare in qualunque direzione deve
essere quantizzata allo stesso modo, il
he risulta palesemente impossibile
da realizzarsi. Dunque o si ha una rottura di simmetria di rotazione
o la quantizzazione alla Bohr deve essere modi
ata. Vedremo
he la
me
ani
a quantisti
a da una soluzione del tutto originale al problema
(vedi il
ap. 8).
Quanti e onde
L'equazione di S hroedinger
=2 =
~2
2mjE j me2
he
oin
ide
on il raggio di Bohr . Come si vede l'ordine di grandezza e
quello giusto, il
he
i
onferma di essere nella direzione
orretta. Per elettroni non relativisti
i , ossia
on energia molto pi
ola rispetto a 21 MeV ,
la formula di De Broglie si puo s
rivere
12:3A
; E0 = 1 eV
(5.9)
p
E=E0
Si noti
he la relazione = h=p ha inve
e validita an
he per elettroni a
energia paragonabile a m
2 , ossia elettroni relativisti
i. Esperimenti
ondotti nel 1927 da Davisson e Germer mostrano
hiaramente
he gli
elettroni subis
ono dirazione esattamente
ome previsto dall'ipotesi di
De Broglie (
he risale al 1924). Si apre
on questi esperimenti una bran
a della si
a (l'otti
a elettroni
a)
he
ostituis
e an
ora oggi (insieme
on l'otti
a neutroni
a e
on l'otti
a a lu
e
oerente) un fondamentale
strumento per l'indagine della struttura della materia. Se un pennello
elettroni
o viene fatto in
idere su di uno s
hermo
on due fenditure separate da una distanza d dello stesso ordine di grandezza della lunghezza
d'onda di De Broglie, e va poi a impressionare una lastra fotogra
a posta
dietro lo s
hermo, quello
he si osserva e del tutto analogo alle gure di
interferenza
he si osservano
on lu
e mono
romati
a. La distanza tra
le frange di dirazione, nota l'energia del fas
io elettroni
o, permette di
veri
are la relazione di De Broglie. Si noti
he questa proprieta degli
elettroni e in netto
ontrasto
on il modello
orpus
olare. Ipotizziamo infatti
he la dirazione elettroni
a sia dovuta a qual
he perturbazione della
traiettoria dovuta all'urto
ontro i bordi delle fenditure,
on
onseguente
variazione
asuale della velo
ita: dovremmo allora aspettar
i
he la gura
he viene a formarsi sulla lastra fotogra
a sia la stessa an
he qualora
las
iassimo aperta una sola fenditura per meta del tempo e la se
onda
fenditura per un tempo uguale. Si ris
ontra inve
e
he in questo
aso nella gura di dirazione non si osservano frange di interferenza . La natura
del fenomeno e per
io del tutto simile a quella dell'interferenza di onde
luminose mono
romati
he.
81
Quanti e onde
5.2.2. Pa
hetti d'onda. Sviluppiamo ora gli strumenti matemati
i ne
essari per des
rivere adeguatamente la propagazione di onde in un
mezzo dispersivo e rendere quantitative le idee introdotte nora riguardo
alle onde di De Broglie. Un qualunque fenomeno ondulatorio lineare e des
rivibile in termini di una funzione d'onda ottenuta
ome sovrapposizione
lineare di onde piane
(5.10)
expfik x i!(k) tg :
Il vettore d'onda k individua la direzione di propagazione dell'onda piana;
i piani ortogonali ad esso sono piani di fase
ostante. La fase assume lo
stesso valore sui piani
he distano per multipli della quantita = 2=jkj,
he viene per
io
hiamata lunghezza d'onda. La quantita vf = !(k)=jkj si
di
e velo
ita di fase. Il suo signi
ato e molto sempli
e: se immaginassimo
di spostar
i in direzione k
on velo
ita vf osserveremmo una fase
ostante.
La funzione !(k)
aratterizza la dispersione delle onde piane. Per le
onde luminose in un mezzo omogeneo e isotropo di indi
e di rifrazione n
indipendente dalla lunghezza d'onda si ha ! =
jkj=n, vf =
=n, e quindi
non si ha dispersione. Nel
aso generale in
ui ! sia una funzione non
lineare di jkj, si osserva inve
e il fenomeno della dispersione, importante
in otti
a e,
ome vedremo, di fondamentale importanza per la me
ani
a
ondulatoria.
E
hiaro
he le onde piane sono solo una idealizzazione matemati
a. Ogni onda reale avra un'estensione nita nello spazio e dovra per
io des
riversi attraverso una sovrapposizione di onde piane:
hiameremo
pa
hetto d'onde un'espressione del tipo
(5.11)
(x; t) =
dove l'ampiezza
(k) sara tipi
amente una funzione
on
entrata intorno ad
un valore medio hki = k0 : Le
onsiderazioni
he svilupperemo nel seguito
non dipendono dai dettagli della funzione, ma e piu e
onomi
o lavorare
su una funzione data in forma espli
ita. Per ssare le idee
onsideriamo
per
io una funzione gaussiana
(k) expf (k k0 =2 )2 g.
Vogliamo mostrare
he un pa
hetto d'onda evolve nel tempo in modo
tale
he il suo
entro si muove
on una velo
ita vg detta \velo
ita di
82
L'equazione di S hroedinger
d 3 exp
2 + ik0 x + i x i!(k0 + )t
Z
t :
exp fik0 x i!(k0 )tg
exp
x !
k0
Come si vede il pa
hetto d'onde si puo approssimare
on un'onda piana di vettore d'onda k0 modulata da una gaussiana
entrata nel punto
x = t!= k0 il
he e quanto volevamo dimostrare. Notiamo
he la velo
ita
di gruppo
oin
ide
on la velo
ita di fase solo nel
aso in
ui la frequenza
dipenda linearmente dal vettore d'onda, mentre in generale non vi e relazione tra le due. In taluni
asi si puo an
he avere vf >
(ma vg <
) il
he indi
a
he la velo
ita di fase non e in generale osservabile (si veda il
Probl. 5.2-1 a p. 90.) Quanto alla identi
azione della velo
ita di gruppo
on la velo
ita di propagazione del segnale portato dall'onda, la
osa non
e
os sempli
e (si veda [Bri60); a noi interessa tuttavia il fatto
he la
velo
ita di gruppo des
rive in modo pre
iso la velo
ita di propagazione
del bari
entro del pa
hetto d'onde.
Torniamo ora all'idea di De Broglie
he
onsiste nell'asso
iare ad ogni
parti
ella elementare un'onda se
ondo la relazione h=mv. Seguendo
un argomento
he risale a Fermi,
hiediamo
i in quale modo un pa
hetto
d'onda possa seguire una traiettoria
he appaia ubbidire alla legge del
moto di Newton nel limite di pi
ole lunghezze d'onda. Sappiamo
he nel
aso di propagazione di onde luminose in questo limite si puo appli
are
l'approssimazione dell'otti
a geometri
a
he des
rive la lu
e in termini di
raggi soggetti al prin
ipio variazionale di Fermat (vedi il x1.3.2)
Z
ds
=0
(5.12)
vf (!; x)
La velo
ita di fase vf =
=n dipende in generale dalla frequenza (dispersione) e dalla posizione nello spazio (nel
aso generale di un mezzo trasparente non omogeneo). Ci si deve
hiedere allora in quali
ir
ostanze questo
prin
ipio diventi equivalente a quello (di Maupertuis)
he
orrisponde alla
me
ani
a
lassi
a
Z
(5.13)
d 3
2 + i
E V (x) ds = 0
Quanti e onde
per qual
he funzione f (!), da determinarsi; an
he l'uguaglianza valga in generale, e non soltanto per qual
he valore parti
olare dell'energia,
dovremo inoltre ammettere
he esista un legame tra energia e frequenza, E = E (!), an
he questa da determinarsi. Ri
hiederemo allora
he
la velo
ita di gruppo del pa
hetto d'onda
oin
ida
on la velo
ita della
parti
ella vp legata al valore dell'energia se
ondo la me
ani
a
lassi
a.
Dalla denizione si trova
d! 1
d !
1
vg = =
dk
d! vf
e per
io
r
p
1
1
mp
1
d
!f (!) E (!) V (x) =
;
d!
vg vp
2 E (!) V (x)
da
ui segue
p
p
m=2
!f (! E 0 (!))
0
=p
f (!) + !f (!) E (!) V (x) + p
E (!) V (x)
2 E (!) V (x)
e inne
p
m=2 21 !f (!)E 0 (!)
0
f (!) + !f (!) =
:
E (!) V (x)
Derivando rispetto a xi troviamo
he ambo i membri dell'equazione devono annullarsi e per
io
f 0 (!)=f (!) = 1=!
p
!f (!)E 0 (!) = 2m :
he si risolve fa
ilmente nella forma
K
f (!) =
p!
2m
E (!) =
! + E (0)
K
A questo punto siamo in grado di esprimere an
he la velo
ita di fase in
termini delle grandezze me
ani
he: risulta
p
p
2 2m
(5.14)
vf = !K E V (x) ! =
Kp
essendo p il momento lineare. Questa non
p e altro
he la relazione di
De Broglie, sempre
he si identi
hi K 2m=~; nel
ontempo otteniamo an
he la relazione di Einstein E = ~! + E (0). Questo argomento
mostra
he la me
ani
a del punto materiale regolata dall'equazione di
Newton e equivalente alla des
rizione del moto in termini di un pa
hetto
d'onda
he si propaga in un mezzo avente indi
e di rifrazione variabile da
84
L'equazione di S
hroedinger
punto a punto se la velo
ita di fase e legata alla energia me
ani
a se
ondo
la relazione di De Broglie. Si noti
he l'analogia tra otti
a e me
ani
a, nei
suoi aspetti formali, era gia ben nota a Hamilton, ma le sue impli
azioni
si
he sono maturate solo
on le idee di De Broglie e S
hroedinger e naturalmente
on le osservazioni sperimentali delle proprieta ondulatorie delle
parti
elle materiali.
4u + V (x)u = Eu
2m
he e nota
ome \equazione di S
hroedinger per gli stati stazionari"7. L'equazione in questa forma
ontiene il parametro E legato alla frequenza;
un'equazione
he valga per un qualunque pa
hetto d'onde si ottiene assumendo una dipendenza periodi
a dal tempo del tipo exp( i!t), il
he
omporta
u
(5.19)
!u i :
t
Siamo
os
ondotti all'equazione di S
hroedinger
(5.18)
(5.20)
i~
(x; t)
~2
=
4 (x; t) + V (x) (x; t)
t
2m
7I prin ipi fondamentali della me ani a ondulatoria sono enun iati da S hroedin-
ger in una serie di quattro lavori apparsi tutti nei primi mesi del 1926 su Annalen der
Physik [S
h26. Si veda [S
h77 per la traduzione in inglese.
85
Quanti e onde
(5.21)
1
= D4
t 2
86
L'equazione di S hroedinger
T (x; t) = (x; t)
soddisfa alla stessa equazione
ui soddisfa (x; t). Una dis
ussione piu
pre
isa di questa importante proprieta dell'equazione di S
hroedinger sara
fornita nel
ap. 9.
Conviene ssare al
une denominazioni di uso
omune
he impiegheremo frequentemente nel seguito. L'equazione di S
hroedinger si s
rive
formalmente
(5.22)
i~ = H
t
dove H ~2 4=2m + V (x). H e un operatore lineare detto operatore
Hamiltoniano o sempli
emente l'Hamiltoniano. La funzione
he
ompare nell'equazione di S
hroedinger viene denominata funzione d'onda
o, in un
ontesto un po' piu generale, vettore di stato. Si noti
he
appli
ando H ad un'onda piana uk = exp(ik x) si trova
2 2
~ k
+ V (x) uk
2m
ma per la relazione di De Broglie il vettore ~k
oin
ide
on il momento
lineare p e per
io
2
p
+ V (x) uk
(5.24)
Huk =
2m
(5.23)
Huk =
8La presenza di
ampi magneti
i potra ri
hiedere qual
osa di piu
he questa
sempli
e operazione.
87
Quanti e onde
88
L'equazione di S hroedinger
delle onde. C'e da aspettarsi
he la me
ani
a quantisti
a sia intrinse
amente piu ri
a di quella
lassi
a,
he pero
i serve
ome valido punto di
partenza.
Gli operatori p; q assumono un'importanza fondamentale in me
ani
a
quantisti
a, e vengono denominati operatori
anoni
i. Una proprieta
importante di essi e espressa dal
Teorema di Wintner. Gli operatori
anoni
i non possono essere
ma. Si veda piu avanti a pag. 242 e la dimostrazione
ompleta, non priva di sottigliezze,
in [Put67.
89
Quanti e onde
D'altronde e ben noto
he il potenziale A
ontiene gradi di liberta sovrabbondanti, in quanto lo stato si
o del
ampo elettromagneti
o e determinato soltanto dai
ampi E ; B : e possibile infatti eettuare una trasformazione sul potenziale
(5.32)
A(x) ! A0 (x) = A(x) + r(x)
senza
he
ambi la si
a del problema. Dimostreremo allora il seguente
Teorema 5.2.1. Gli operatori Hamiltoniani H [A e H [A0 sono unitariamente equivalenti, ossia esiste una trasformazione unitaria U tale
he
H [A0 = U H [A U y :
(Come sara
hiaro dalla formulazione generale della me
ani
a quantisti
a, due Hamiltoniani legati da una trasformazione unitaria des
rivono la
stessa si
a, ed e questo il risultato enun
iato dal teorema.)
Dimostrazione. Si
onsiderino gli operatori p eA=
; p eA0 =
he
ompaiono nei due operatori Hamiltoniani. E
hiaro
he si potra
s
rivere
p eA0 =
= p er=
eA=
= p0 eA=
) p0 = p er=
:
L'interazione delle parti
elle
ari
he
on il
ampo elettromagneti
o
ostituis
e l'esempio piu sempli
e di interazione di gauge; se ne trovera una
trattazione piu approfondita nel
ap. 12.
Problema 5.2-1. Appli
are la
p sostituzione
p2 + m2 2
p ! i~r all'Hamilto-
e ri avarne l'equazione di
L'equazione he si ottiene me ani amente attraverso la sostituzione omporta una radi e quadrata di un operatore dierenziale; a questo si da fa ilmente
90
L'equazione di S
hroedinger
un signi
ato in termini di trasformata di Fourier:
i~ t =
= (2~) 3=2
da
ui segue
~2r2 + m2 2
i~ t (p; t) =
p2 + m2
2
p
Tuttavia quest'equazione, per quanto ben denita dal punto di vista matemati
o,
presenta proprieta si
he insoddisfa
enti (vedi [S
h64). Si preferis
e
onsiderare
l'equazione
he si ottiene derivando una se
onda volta rispetto al tempo
~2t2
= 2 ~2 r2 + m2 4
1 2
2 t
m 2
= 0:
Le regole di
ommutazione
anoni
he (5.28) assumono un signi
ato si
o alla lu
e del teorema generale
he illustreremo piu avanti (vedi il
x7.3.3). Da esse dis
ende infatti
he,
ome anti
ipato nel x5.1.5, esiste
un limite assoluto alla pre
isione
on
ui e possibile misurare
ontemporaneamente posizione e momento lineare di una parti
ella (prin
ipio di
indeterminazione di Heisenberg, si veda il su
essivo x5.2.10).
91
Quanti e onde
da
p0
B
1
0
~ ..
Q=
2! .
0
..
.
0
p0
B 1
B
r
B 0
~
!B
B .
P =i
.
2 B
B .
B 0
..
.
r
B
B
B
B
B
B
B
1
0
p
2
:::
1
0
p
2
:::
0
p
0
0
2
0p
0
0
3 0
...
..
..
pn . 1 0.
:::
...
0
0
0
p
2
0p
0
0
3 0
...
...
...
p
n 1 0
:::
...
:::
:::
:::
:::
: : :C
C
: : :C
C
.. C
C
pn : :. :C
C
A
... ...
1
::: :::
: : : : : :C
C
: : : : : :C
C
.. C
C
pn : :. :C
C
A
... ...
L'equazione di S hroedinger
per la des
rizione dell'esperimento reale. Si veda an
he [K+ 84 per una ri
a presentazione di fotograe di interferometria elettroni
a. Per una trattazione teori
a
dell'esperimento si veda il x7.9.1
93
Quanti e onde
Figura 5-2. La formazione di frange di interferenza originate o dall'a
umularsi di elettroni su una lastra fotogra
a simulata numeri
amente; a) 100 parti
elle, b) 500 ,
)
1000, d) 5000.
L'equazione di S hroedinger
5.2.5. Proprieta matemati
he dell'equazione. Prima di approfondire gli aspetti teori
i legati all'interpretazione si
a dell'equazione di
S
hroedinger e della funzione d'onda (
ap. 7), esploreremo le prin
ipali
proprieta dell'equazione dal punto di vista matemati
o. L'equazione e
innanzitutto lineare, omogenea e del primo ordine del tempo. La linearita
omporta
he date due soluzioni 1 (x; t) e 2 (x; t) an
he una loro
arbitraria
ombinazione lineare 1 1 + 2 2 rappresenta una soluzione,
per qualunque s
elta dei parametri
omplessi i . Lo spazio di tutte le
soluzioni e per
io uno spazio lineare ed ogni soluzione e identi
abile
on
un vettore in tale spazio; si puo fa
ilmente
onstatare
he la dimensione
di questo spazio e innita, il
he
ostituis
e una inevitabile sorgente di
di
olta
he saranno da arontare armati della matemati
a adeguata
(analisi funzionale). Per ogni
oppia di vettori nello spazio verra denito
un prodotto s
alare
(5.35)
h 1j 2i
d 3x
1 2
Quanti e onde
Si trova ad esempio, sfruttando la relazione di
ompletezza,
ome il prodotto s
alare di due vettori si esprime in termini delle
omponenti
X
X
hj i = hj ni hnj i = n n :
n
L'equazione di S hroedinger
a meno s'intende di una
ostante di proporzionalita. L'autovalore dell'energia si dira inve
e n-volte degenere allor
he ad esso appartengono n
autovettori linearmente indipendenti. Impareremo a
ollegare questa proprieta alle proprieta di simmetria del sistema si
o.
Utilizzando la relazione di
ompletezza si esprime fa
ilmente l'azione
di un qualunque operatore lineare A in una data base nel modo seguente:
A jni =
0
E H E 00 = E 0 E 0 E 00 ;
e in base a questa proprieta la determinazione delle autofunzioni dell'equazione di S
hroedinger e equivalente alla diagonalizzazione dell'Hamiltoniano. Se
ondo il risultato del Probl. 5.2-2 possiamo
on
ludere
he gli
autovalori dell'Hamiltoniano
he des
rive un os
illatore armoni
o 21 (P 2 +
!2 Q2 ) sono dati da En = (n + 12 )~!, un risultato
he ritroveremo nel x6.2
in modo piu sistemati
o.
Torniamo ora all'equazione di S
hroedinger; dal momento
he,
ome
gia a
ennato in pre
edenza, una soluzione e individuata univo
amente
dall'assegnazione della funzione d'onda ad un determinato istante di tempo, lo spazio delle soluzioni sara identi
abile
on lo spazio delle possibili
ondizioni iniziali f (x; t0 )g. Quali
ondizioni dobbiamo imporre alla funzione d'onda an
he sia si
amente a
ettabile? Non avendone an
ora
dis
usso l'interpretazione si
a, sembrerebbe prematuro porre
ondizioni
sulle , e tuttavia e ne
essario almeno
ir
os
rivere l'insieme di possibili
stati iniziali: assumeremo
he ogni stato iniziale sia
aratterizzato da una
funzione dierenziabile (C 1 ) e tale
he esista l'integrale
h j i
d 3 x (x) (x)
Quanti e onde
Cau
hy ( 1 ; 2 ; ::: n ; :::). Si ottiene in tal modo uno spazio di Hilbert individuato
on il simbolo L2 (R3 ). Tuttavia nel
onsiderare l'appli
azione
di un operatore lineare
ome H dovremo in genere limitar
i ad un sottospazio opportuno dello spazio di Hilbert, il dominio dell'operatore. Nel
aso dell'operatore
he denis
e l'equazione di S
hroedinger dovremo assumere
he le funzioni d'onda siano dierenziabili
on derivate parziali
assolutamente
ontinue ed inne si ri
hiedera
he la funzione H sia a
sua volta a quadrato sommabile. Non avremo ne
essita di entrare in
questi dettagli matemati
i troppo di frequente; tuttavia e il
aso di sottolineare
he talune proprieta elementari dell'equazione di S
hroedinger
dipendono in modo
ru
iale dall'appartenenza della funzione d'onda al
orretto dominio dell'operatore Hamiltoniano.
Teorema 5.2.2. Il prodotto s
alare di due soluzioni dell'equazione di
S
hroedinger non dipende dal tempo.
Dimostrazione. La dimostrazione e del tutto diretta:
d
h
dt
j 2 i = h dtd 1j 2 i + h 1 j dtd 2 i
1
( hH 1 j 2 i + h 1 jH 2 i) :
=
i~
hH 1j 2 i = h 1 jH 2 i
(5.37)
(u4v
v4
u) d 3 x =
(un v vn u) d 2
98
L'equazione di S hroedinger
hH 1 j 2 i h 1 jH 2 i = 2m
=
ZZ
ZZZ
d 3x
( 1 n
2 n 1 ) d
2
e nel limite in
ui
riempie tutto lo spazio l'integrale di super
ie deve
tendere a zero. Cio non e in generale vero per ogni
oppia di funzioni a
quadrato sommabile ma si dimostra valere per le funzioni
he appartengono al dominio dell'Hamiltoniano.
k k h j i
(5.39)
=
+
t
t t
~2
1
~2
=
4 + V (x)
4 + V (x)
i~
2m
2m
(5.40)
i~
= ( 4
4 )
2m
i~
r ) div j (x; t)
= div( r
2m
avendo appli
ato una formula elementare di analisi vettoriale se
ondo
ui
(5.41)
(x) =
Quanti e onde
Si ottiene infatti
(5.43)
j (x) = Re
p
m
Im f r g
(5.47)
2 x V (x) = hE V (x)i :
Vedremo un'appli
azione di questa formula nel Probl. 6.5-2 a p. 162.
100
L'equazione di S
hroedinger
Problema 5.2-3. Considerare il problema pre
edente nel
aso di una
parti
ella vin
olata alla semiretta reale positiva. Dimostrare
he in questo
aso
i sono
ontributi al
ontorno e
he vale la relazione
0
~2
(5.48)
V (x) = j 0 (0)j2 :
2m
Problema 5.2-4. Dimostrare
he l'equazione (5.45) e equivalente alla
seguente
~2 000 p
d p
+ E V (x)
(5.49)
E V (x) = 0 :
8m
dx
5.2.7. Soluzioni stazionarie. La soluzione dell'equazione di S
hroedinger si puo mettere simboli
amente nella forma
(5.50)
(x; t) = exp ( i H t=~) (x; 0)
se ammettiamo
he la funzione esponenziale sia stata denita per gli operatori lineari in modo da mantenerne le proprieta formali di
ui gode in
ampo
omplesso. L'analisi funzionale [Tay58, Nai68, BRS93, Ono84
fornis
e gli strumenti adatti per tradurre l'espressione formale exp( iHt=~)
in una
ostruzione matemati
amente ben denita. Questo strumento e
quello dello sviluppo spettrale dell'operatore H . Per ogni operatore
autoaggiunto esiste una rappresentazione del tipo
H=
(5.51)
dE^
X
2d (H )
P^ +
2 (H )
dE^
dove gli operatori E^
ostituis
ono una famiglia spettrale (vedi l'App. B.9)
e
onviene mettere in evidenza le due
omponenti dello spettro: l'insieme
dei numeri reali (H ) = d (H ) [
(H )
ostituis
e lo spettro dell'operatore H , d ne e la parte dis
reta e
quella
ontinua. I proiettori P
sono deniti dalla dis
ontinuita della famiglia spettrale E^ nei punti dello
spettro dis
reto. Determinare lo spettro e la famiglia spettrale dell'Hamiltoniano
ostituis
e il problema
entrale nelle appli
azioni della me
ani
a
quantisti
a. Vedremo nel seguito quali te
ni
he sono state sviluppate per
risolvere questo problema. Al di fuori di
asi molto sempli
i e ne
essario ri
orrere a metodi di approssimazione (vedi
ap. 10). Nella prati
a,
anzi
he la forma astratta di E^ , se ne
onsidera la rappresentazione in
termini di autovettori propri e generalizzati:
X
X
P =
j; i h; j ; dE^ = j; i d h; j
101
Quanti e onde
(5.52)
Hj
i=Ej i
I valori di E si
hiamano autovalori dell'energia e le
orrispondenti soluzioni vengono denominate autofunzioni dell'energia. Un determinato
autovalore dell'energia si di
e non-degenere se la
orrispondente autofunzione e determinata univo
amente, a meno s'intende di una
ostante
di proporzionalita. L'autovalore dell'energia si dira inve
e n-volte degenere allor
he esistono n soluzioni linearmente indipendenti. Impareremo a
ollegare questa proprieta alle proprieta di simmetria del sistema
si
o.
Il problema della determinazione dello spettro d'energia non e molto
diverso, dal punto di vista matemati
o, da quello
he abbiamo in
ontrato nello studio della dinami
a lineare dei mezzi
ontinui. In quel
aso
lo spettro e l'insieme delle frequenze dei modi normali. L'esistenza dei
livelli energeti
i dis
reti negli atomi sugger appunto l'idea
he
i sia un
fenomeno ondulatorio al fondamento della si
a atomi
a. La dierenza
he ris
ontriamo immediatamente tra l'equazione di S
hroedinger e le
equazioni
lassi
he
he des
rivono mezzi elasti
i e data dalla man
anza di
ondizioni al
ontorno. L'equazione di S
hroedinger e denita in tutto lo
spazio R3 e
io
omporta
he non tutti i potenziali V (x) danno luogo ad
uno spettro dis
reto di energia; d'altra parte la si
a atomi
a mostra
he
i sistemi atomi
i presentano sia livelli dis
reti di energia sia un
ontinuo
di valori
he
orrispondono agli stati di ionizzazione. Il su
esso della
nuova me
ani
a basata sull'equazione di S
hroedinger sta proprio della
apa
ita di des
rivere in un formalismo uni
ato entrambe le
omponenti
dello spettro.
Si tenga presente
he
on una nomen
latura derivata dalla si
a atomi
a, lo stato di energia piu bassa di un qualunque sistema si
o viene denominato stato fondamentale, mentre gli stati a energia piu alta sono
detti generi
amente stati e
itati. Cio allude al fatto
he un atomo,
he
si trova ordinariamente nel suo stato fondamentale, puo essere \e
itato"
ad un livello piu alto in seguito ad una interazione
on altri atomi,
on
radiazione elettromagneti
a e
. (si veda [FR95).
102
L'equazione di S
hroedinger
Problema 5.2-5. Dimostrare
he gli autovalori dell'energia sono reali
e le
orrispondenti autofunzioni sono ortogonali
hE1j E2i = 0 (se E1 6= E2 )
Autofunzioni appartenenti allo stesso autovalore dell'energia (stati
osiddetti degeneri ) non sono ne
essariamente ortogonali. Tuttavia da una
qualunque base di autofunzioni degeneri possiamo sempre
ostruire (in
inniti modi possibili) una base ortogonale appli
ando il pro
edimento di
S
hmid. In ogni
aso per
io esiste una base ortogonale di autofunzioni,
he possiamo an
he assumere di lunghezza unitaria. Si di
e allora
he si
e introdotta una base ortonormale di autofunzioni.
Spettro
ontinuo. Si avra in generale an
he una
omponente
ontinua dello spettro,
he non
orrisponde ad autofunzioni in senso stretto. Se E^
e la famiglia spettrale dell'Hamiltoniano, la
omponente
ontinua dello
spettro
orrisponde all'insieme di punti in
ui la funzione kE^ k e
ontinua e strettamente non-
ostante per qual
he vettore . Una denizione
sempli
ata di autofunzione dello spettro
ontinuo,
he ha il pregio di
essere abbastanza intuitiva, e la seguente.
Definizione 5.2.1. Si di
e
he E e un autovalore dell'energia nello
spettro
ontinuo se
a) H = E non ammette soluzioni a quadrato sommabile;
b) esiste una su
essione di vettori f n g di norma unitaria tali
he
lim k(H E ) n k = 0 :
n!1
103
Quanti e onde
k
k(q )
k2
k2
=
=
Z 1n
2
1n
2
Z 1n
2
1
2n
2
2
2
2
n2 dy = 1
n2 y2 dy = 14 n
p e osti-
Valgono
onsiderazioni identi
he a quelle appli
ate per l'operatore q;
onviene ovviamente lavorare nello spazio di Fourier. Consideriamo per
io una
su
essione di funzioni d'onda la
ui trasformata di Fourier sia data da
(
0 per jp j > 21 n 2
; (n = 1; 2; : : :):
n (p) =
n per jp j < 21 n 2
Dato
he l'espressione kn k2 assume la stessa forma
ome nel problema pre
edente nella
oordinata momento, si otterranno le medesime
on
lusioni. Una
funzione d'onda la
ui trasformata di Fourier e del tipo n ,
ioe a supporto nito,
ostituis
e un'approssimazione si
amente ragionevole ad un'onda piana.
L'equazione di S hroedinger
operano sui vettori di una base ortonormale. La loro appli
azione sistemati
a risale a Dira
[Dir59. Supponiamo di normalizzare le funzioni della
su
essione denita nella soluzione del Probl. 5.2-6 in modo dierente:
(
0 per jx j > 21 n 1
(5.53)
(
x;
)
=
n
n per jx j < 21 n 1
d hn; j n; i =
d
dx n2 jx j <
1
2n
jx j < 21n :
Invertendo l'ordine di integrazione si ottiene d hn; j n; i = 1 : Troviamo per
io
he il prodotto s
alare hj i possiede giusto le
aratteristi
he
della distribuzione di Dira
( ) (vedi l'App. B.5). Pro
ederemo
dunque nell'assunzione
he questa proprieta delle autofunzioni generalizzate dell'operatore q si possa estendere an
he al
aso dello spettro
ontinuo
di tutti gli altri operatori autoaggiunti. Il
aso dell'operatore momento p
i porta a denire,
ome in pre
edenza,
(5.55)
pup (x) = pup (x); up (x) = N exp(ipx=~);
in
orrispondenza ad ogni p reale. Ovviamente le onde piane non appartengono allo spazio di Hilbert. La normalizzazione
orretta si trova
onsiderando la nota relazione
Z
1
eixy dx = (y)
(5.56)
2
il
he impone N = (2~) 1=2 . S
hematizzando si puo asserire
he le formule di algebra vettoriale utilizzate nella des
rizione di vettori in termini
di una base ortonormale si trasferis
ono allo spettro
ontinuo in termini
delle basi di autovettori generalizzati sostituendo la di Dira
alla di
Krone
ker.
Problema 5.2-8. Si determini lo spettro e le autofunzioni dell'operatore autoaggiunto D = 12 (pq + qp).
105
Quanti e onde
(x)
k2
(x)j2 dx =
j()j2 d
d () jxji
1
2
he viene detta trasformata di Mellin (vedi [BRS93, Ho 71). Il aso antisimmetri o si tratta in modo analogo.
L'equazione di S hroedinger
per funzioni
he siano oltre
he a quadrato sommabile an
he a modulo sommabile (
ioe 2 L1 \ L2 ). Tuttavia dato
he la trasformata di
Fourier denis
e un operatore isometri
o, dunque limitato, essa risulta
estendibile per
ontinuita a tutto L2 .
Impiegheremo nel seguito il simbolo = F ( ). L'operatore F presenta notevoli proprieta di
ui faremo spesso uso:
a) kF k = k k (identita di Parseval, F e un operatore unitario).
b) F 2 = P , essendo P l'operatore di parita, denito da P (x) = ( x).
) F 4 = 1.
La se
onda proprieta impli
a
he la formula di inversione e data dalla
stessa formula integrale a meno di un
ambiamento di segno nell'esponente:
(5.58)
(x) = (2~)
3=2
d 3 p eixp=~ (p) :
p2
(p) +
2m
d 3 p V (p p0 ) (p0 ) = E(p)
integrale V e denito da
V () = (21~)3
d 3 q eix=~ V (x)
107
Quanti e onde
n un (x) :
d 3 x um (x) (x; 0) =
=
e pertanto
(x; t) =
XZ
d 3 x um (x) un (x)
nm n = m
iEn t=~ :
G(x; x0 ; t) =
un (x)un (x0 ) e
iEn t=~ :
L'equazione di S
hroedinger
Alla funzione di Green G(x; x0 ; t) possiamo ri
onos
ere il seguente signi
ato si
o: assumiamo
he la funzione d'onda al tempo t = 0 sia
on
entrata in una regione attorno al punto x = x0 . Allora la funzione d'onda
al tempo t, e quindi l'ampiezza di probabilita di rivelare la parti
ella in
x al tempo t e data da G(x; x0 ; t). Da qui l'altro termine \propagatore",
talora assegnato alla funzione G. Si veri
a fa
ilmente
he la funzione di
Green soddisfa del tutto in generale un'identita
he assume un evidente
signi
ato proprio alla lu
e di quanto appena detto:
Z
(5.64)
d 3 x00 G(x; x00 ; t1 ) G(x00 ; x0 ; t2 ) = G(x; x0 ; t1 + t2 ) ;
Se = j j2
i ore la densita di probabilita per la posizione della parti
ella, possiamo
valutare il valore medio a priori della misura di qualunque funzione f (q )
della posizione
Z
hf (q)i = d 3x f (x) j (x)j2 ;
avendo assunto
he la funzione d'onda sia normalizzata. In generale si
dovranno
onsiderare an
he grandezze osservabili
he dipendono dal momento lineare (energia, momento lineare e angolare). Adotteremo l'ipotesi
di lavoro se
ondo
ui la funzione d'onda
ontiene gia tutte le informazioni
ne
essarie per una des
rizione statisti
a di tutte le osservabili. Si tratta
109
Quanti e onde
hpi =
d 3 p j(p)j2 p =
d (x)
hOi = d j j =
2
110
d 3 x (x) O (x)
L'equazione di S hroedinger
Quest'ultima proprieta si dimostra tenendo
onto
he per operatori autoaggiunti le autofunzioni sono ortogonali:
Z
d 3 x 0 = ( 0 ) :
Si ha infatti
Z
d 3x
(x) O (x) =
=
=
Z
ZZ
Z
d 3x
d (x)O
d d0 0 0 ( 0 )
d j j2
Sia (x; t) la soluzione dell'equazione di S
hroedinger. Assumeremo di disporre di rivelatori di parti
elle da sistemare nella posizione desiderata. Per misurare il momento lineare la parti
ella deve essere isolata da
ampi di forza esterni.
Quindi la soluzione e quella della parti
ella libera (
i ridu
iamo al
aso di una
dimensione per sempli
ita di notazione, ma l'argomento si puo ripetere piu in
generale)
(x; t) = (2~)
1
2
~ (mv) expfimv2t=2~g
p 1 2im
t
2~
r
e dunque j (vt; t)j2 mj(mv)j2 =t. Dato
he la probabilita di trovare un momento
ompreso tra p = mv e p = mv + dp e data dalla probabilita di trovare
la parti
ella tra x = vt e x = (v + dp=m)t, il fattore m=t viene riassorbito e il
risultato e proprio j(p)j2 .
111
Quanti e onde
2 q = q2
= 2 q +
(x) + ~ 0 (x)2 dx
j j
2 2 p + 2 Re
p
~
= 2 p + p 2
p
sx
0 dx
~x
2
dx + 2 q
Z
~2
2 p
0 dx :
Z
2
~
0 dx :
R
0 dx)2 ossia
1 ~2
4
Z
(x
0 + x 0 ) dx
2
1 ~2
4
16Senza man are di rispetto a un grande maestro, puo essere divertente ri or-
dare
he solo nel 1923 Heisenberg si rese
onto dell'importanza da annettere all'analisi
degli errori sperimentali; durante il suo esame di dottorato ris
hio infatti una solenne
bo
iatura non sapendo rispondere alle domande
he Wien gli pose riguardo il potere
risolutivo di un mi
ros
opio (vedi [MR82, vol. 2,
ap. i.8.)
112
L'equazione di S hroedinger
q p 12 ~
(5.66)
Una trattazione dettagliata dei prin
ipi si
i su
ui si fonda questo risultato si trova in [Hei63.
Problema 5.2-12. Determinare gli stati (detti pa
hetti d'onda minimali ) per i quali si realizza il minimo valore del prodotto delle indeterminazioni q p = 21 ~.
Problema 5.2-13. Dimostrare per operatori
anoni
i qi ; pi ; (i = 1; 2;
: : : ; n) vale la disuguaglianza
DX E DX E
2
p2i n4 ~2
q2i
Problema 5.2-14. Trovare il difetto logi
o del seguente argomento,
talvolta invo
ato per suggerire
he l'atomo di idrogeno e stabile grazie al
prin
ipio di Heisenberg:
Dalle relazioni di indeterminazione segue p2 x2 49 ~2 ; e quindi
4 me4
H = p2 =2m e2 =r p2 =2m e2 =r
9 2~2
p
ome si trova determinando il minimo rispetto a r hx2 i. In eetti
l'energia dello stato fondamentale e riprodotta a meno del fattore 4=9.
Dove sta il passaggio s
orretto?
L'argomento appli
a una disuguaglianza
he in realta non sussiste; infatti si
fa uso di (1=r) 1=r, mentre la disuguaglianza di Jensen aerma giusto il
ontrario! Si veda [Lie76 per una forma piu forte del prin
ipio di Heisenberg
he supera la di
olta. Vedi an
he il Probl. 10.3-2
113
CAPITOLO 6
punto esse sono linearmente dipendenti, ii ) e su
iente
onos
ere una soluzione per
ostruirne un'altra linearmente indipendente
on una sempli
e
quadratura:
Z x
dy
0
0
:
(6.1)
u v u v = 1 ! v(x) = u(x)
u
(
y )2
0
Al
une proprieta qualitative delle soluzioni sono immediatamente evidenti
dalla equazione stessa. Da
00 2m
= 2 (V (x) E )
~
Sia W = u v0 u0 v il Wronskiano delle due autofunzioni a quadrato sommabile. E noto
he W e
ostante e dunque possiamo valutarlo per x ! 1 dove
sappiamo
he entrambe le autofunzioni devono tendere a zero. Sara per
io W = 0
e pertanto u e v sono linearmente dipendenti. Una dimostrazione piu espli
ita e
la seguente: data una soluzione a quadrato sommabile u(x) una qualunque altra
soluzione v(x) deve soddisfare la relazione del Wronskiano u v0 u0 v = C ,
on C
ostante. Sia x0 il piu grande valore di x per
ui E = V (x) (punto di inversione
del moto
lassi
o). Si ha per
io, indi
ando
on A una
ostante arbitraria,
Z x
Z x
u(x)2
dy
1
v(x) = Au(x) + Cu(x)
=
Au
(
x
)
+
Cu
(
x
)
dy ;
2
x0 u(y )
x0 u(y )2
ma l'integrale
res
e piu rapidamente di (x x0 ) in quanto u(x) risulta monotona
de
res
ente per x > x0 , il
he impli
a
he v(x) diverge per x ! 1, a meno
he
sia C = 0 e dunque v / u.
tra un mezzo trasparente e l'altro. In modo analogo i problemi piu sempli
i in me
ani
a ondulatoria sono quelli in
ui il potenziale e
ostante a
tratti, s
hematizzando
os una situazione in
ui il
ampo di forze e nullo
tranne
he sulle super
i di separazione tra le varie regioni di potenziale
ostante. Per sistemi a un grado di liberta l'equazione di S
hroedinger
diventa sempli
emente
~2 00
(x) + Vi (x) i (x) = E i (x); (i = 1; 2; : : :)
2m i
dove si e supposto
he il potenziale assuma il valore
ostante Vi negli
intervalli (xi < x < xi+1 ) . Comin
iamo a studiare un
aso tra i piu
sempli
i
(
0 jxj > L=2
V (x) =
;
V1 jxj < L=2
ui
i riferiremo
ome a una bu
a di potenziale se V1 < 0 ovvero
ome a
una barriera di potenziale nel
aso opposto. L'equazione di S
hroedinger
si ridu
e a
~2 00
(x) = E (x); jxj > L=2
2m
~2 00
(x) + V1 (x) = E (x); jxj < L=2
2m
e la soluzione si trova allora
on
al
oli del tutto elementari (si tratta di
equazioni lineari a
oe
ienti
ostanti). Il vero problema
onsiste nell'identi
are le
orrette
ondizioni di ra
ordo della soluzione tra un intervallo e l'altro. Sono possibili varie
ondizioni
he
orrispondono a una
orretta denizione matemati
a dell'equazione, ma e la si
a a dettare
quali
ondizioni al
ontorno siano quelle
orrette. Se infatti
onsideriamo
la dis
ontinuita del potenziale
ome la s
hematizzazione di un potenziale
a rapida variazione in un intervallo (L=2 ; L=2 + ), la stessa equazione
i suggeris
e
he
0 (L=2 + )
0 (L=2
) =
=
Z L=2+
00 dx
L=2
Z
2m L=2+
(E
~2 L=2
V (x)) (x)dx ;
soluzioni, per ragioni del tutto generali; in questo
aso infatti l'operatore
p2 =2m + V (q) E e positivo denito, quindi invertibile e E appartiene
all'insieme risolvente1 di H . Consideriamo per
io il
aso V1 < E < 0.
In questo regime la me
ani
a
lassi
a prevede un moto periodi
o (la
parti
ella rimbalza elasti
amente tra due pareti). Risolvendo l'equazione
troviamo
8
>
x < L=2
<A exp(x) ;
(x) = B
os kx + C sin kx ; L=2 < x < L=2
>
:
D exp( x) ;
x > L=2
p
118
(x L=2)
1 + (=k)2 :
119
3.5
2.5
1.5
0.5
0
0
0.5
1.5
2.5
3.5
di potenziale innitamente alta si dovranno appli
are le
ondizioni al
ontorno (x) = 0 nel punto di dis
ontinuita, mentre la derivata prima della
funzione d'onda non e soggetta ad al
una
ondizione.
Problema 6.1-2. Determinare autostati e autofunzioni dell'equazione
di S
hroedinger per un potenziale della forma
8
>
<+
V (x) = 0
>
:
V0
on a; b; V0
ostanti positive.
1 (n + 12 )~
2m
a b
on due autofunzioni linearmente indipendenti
orrispondenti ai due moti
lassi
i
possibili. Pro
ediamo ora alla soluzione dell'equazione di S
hroedinger, fa
endo
buon uso della simmetria
he
i permette di
er
are soluzioni simmetri
he oppure
En
120
2
k = 2mE=~; =
Si avra
2m(V0
E )=~ :
8
>
<A
k ot(k(a b)) =
Si ha dunque
121
vale approssimativamente
E 2k
=
= 2"
ot $
E
k
= 4
os2 $=(1 + L)
V E
exp( 2b) ;
=4 0
V0 (1 + L)
dove il valore di E
he
ompare nell'equazione e quello
orrispondente a b = 1.
Si noti
he l'esponente 2b si puo identi
are
on la quantita
S=
Z b p
2m(V0
E )dx
Z b
jp(E; x)j dx
8
>
<0
6.1.3. Il
aso di una forza
ostante. Consideriamo ora il problema di determinare le autofunzioni dell'equazione di S
hroedinger per
una parti
ella soggetta ad un
ampo di forze
ostante e uniforme nello
spazio (la trattazione matemati
a e la stessa sia
he si tratti del
ampo
di gravita o di un
ampo elettri
o). Studieremo pertanto l'equazione di
S
hroedinger
on V (q) = mgq. Dato
he il potenziale e lineare in q risulta
onveniente adottare la rappresentazione del momento lineare
on la
sostituzione H (q; p) ! H (i~=p; p); l'equazione si s
rive allora:
p2
(p) + mg i~0 (p) = E(p) :
2m
122
E (x) = N
123
0.8
0.6
0.4
Ai
0.2
-0.2
-0.4
-0.6
-0.8
-20
-15
-10
-5
xn (3(n 1=4)=2) 3 :
Si puo veri
are fa
ilmente
he la quantizzazione alla Bohr riprodu
e lo stesso
risultato, a meno della
orrezione nita 1=4
he ri
hiede un'analisi piu ranata
(per maggiori dettagli si veda [Sak90).
2
Introdu
iamo p
una
oordinata adimensionale sfruttando il fatto
he la
ombinazione ~=m! ha le dimensioni di una lunghezza:
r
x=
m!
:
= "N e
2
l'operatore lineare
q
d
a = 12
d
Si denis a
+ ;
ay =
q
1
2
d
+ :
d
sistema a un grado di liberta si puo identi
are
on il numero quanti
o della quantizzazione di Bohr. In parti
olare lo stato fondamentale e rappresentato da una funzione
reale priva di zeri per tutti i sistemi
on Hamiltoniano H = 4 + V (x) { si veda
[RS78a, x XIII.12.
125
127
128
( ) =
ez F (z )dz
C
e si ottiene, dopo un'integrazione per parti,
Z
2
d
2
z
z
(2zF ) + (z + 2" 1)F dz 2ze F (z ) = 0 :
e
dz
1
C
Si intende
he C e un
ammino nel
ampo
omplesso,
on estremi
1 ;
2 . L'equazione e soddisfatta se
z 2 + 2" 1
d
log(2zF ) =
dz
2z
e inoltre il
ontributo agli estremi di C si annulla. Dall'equazione si ottiene
fa
ilmente
1
F (z ) = z " 2 exp( 14 z 2 ) ;
e si dovra rispettare il vin
olo
1
2
z 2 " exp( 41 z 2 + z )
1
=0:
129
exp( z 2 =4)
dz ;
"+ 1
C (z + 2 ) 2
1
d Hn( )Hm ( ) e
Si onsidera l'integrale
G(t; s)
2
= 0; per n 6= m :
d (; t) (; s) ;
1
dove la e stata determinata nel problema pre
edente. Sviluppando in serie si
ha
XX 1 Z
2
G(t; s) =
d Hn ( )Hm ( ) e tn sm
n
!
m
!
n m
=
d expf t2 s2 + 2 (t + s) 2 g
= e2ts
dove si e fatto uso dell'Eq. (6.9). A questo punto abbiamo due sviluppi in serie di
G
dalla serie di Taylor di e2ts , l'altro in termini degli integrali
R (t; s), uno fornito
2
Hn Hm exp( ). Confrontando le singole potenze tn sm si ottiene
Z 1
p
2
d Hn ( )Hm ( ) e = 2n n! nm :
1
Problema 6.2-5. Costruire le autofunzioni n ( ) dell'os
illatore
arp
moni
o a partire dalla rappresentazione h j ni = h j ayn j0i = n! .
130
dove
e una matri
e hermitiana a spettro positivo e an (n = 1; 2; :::; N )
sono operatori di anni
hilazione mutuamente
ommutanti.
Attraverso una trasformazione unitaria An = Snm am si puo ri
ondurre H
alla somma di N os
illatori armoni
i disa
oppiati. Se !1 ; :::; !N sono gli autovalori positivi di
si avra (senza ne
essita di eettuare al
un
al
olo) la seguente
espressione per gli autovalori di H :
X
En1 ;:::;nN = ~nj !j :
131
n=30
0.4
0.35
0.3
0.25
0.2
0.15
0.1
0.05
0
10
0
x
10
Il metodo algebri
o
he
ha permesso di studiare in modo
os sempli
e lo spettro dell'os
illatore
armoni
o e essenzialmente equivalente alla proprieta puramente analiti
a
dell'operatore dierenziale d2 =dx2 + x2 di ammettere una fattorizzazione
in termini di operatori del primo ordine x d=dx. Tale fattorizzazione
si puo in
ontrare in vari altri
asi
he permettono una soluzione analiti
a dell'equazione di S
hroedinger. C'e tuttavia un aspetto del problema
he non va sottovalutato, pena l'insorgere di imbarazzanti paradossi,
ome mostrato da Klauder (lezioni di S
hladming, 1969). Si
onsideri
l'operatore dierenziale
(x) 1 =
0 = ;
x
x
on 2 L2 . Lavorando in via del tutto formale, si trova
Dy = (x) 1 (x) =
0 = ;
x
x
132
D = (x)
0.35
0.3
0.25
0.2
0.15
0.1
0.05
0
10
0
x
10
e quindi
2
+ 00 =
x2
E evidente
he K ammette
ome autovettore appartenente all'autovalore zero. Inoltre il fatto
he K e fattorizzabile
ome DyD in modo analogo
all'Hamiltoniano dell'os
illatore armoni
o puo indur
i a
on
ludere
he
rappresenti proprio lo stato fondamentale (da h j DyD j i = jD j2 0).
Attenzione pero. Se 0 = e singolare quanto aermato potrebbe essere falso. Si
onsideri ad es. = x expf x2 =2g; si trova fa
ilmente 00 = = x2 3
e lo stato fondamentale non e 0 ma 2 ! Il punto e
he D e denito in
un dominio
he ri
hiede una
ondizione al
ontorno di annullamento in
x = 0. In tale dominio K e fattorizzato e positivo denito ma non e un
operatore autoaggiunto. Tuttavia K ammette un'estensione autoaggiunta; per l'estensione non vale la fattorizzazione e
ade la
on
lusione sulla
natura positiva dello spettro. La lezione e
he manipolazioni formali di
operatori singolari sono potenzialmente sorgenti di errori. L'apparire di
operatori singolari in un modello si
o puo essere il segnale
he il problema e mal posto, oppure
he si e operata un'e
essiva s
hematizzazione
(ad es.
ari
he puntiformi).
K := Dy D =
6.2.3. Stati
oerenti. Per l'os
illatore armoni
o e possibile introdurre una base di vettori nello spazio di Hilbert, detti stati
oerenti ,
he
133
gode della notevole proprieta seguente [S
h77: ogni vettore e individuato da un punto nello spazio delle fasi
lassi
o e la sua evoluzione se
ondo
l'equazione di S
hroedinger e des
ritta esattamente dalla orbita
lassi
a,
e
ioe:
(p; q) 7! jp; qi ; e iHt=~ jp; qi / jp(t); q(t)i :
Si
onos
ono po
hi sistemi
he
ondividono questa proprieta dell'os
illatore armoni
o, e si tratta di sistemi elementari
aratterizzati in termini
algebri
i (una qual
he algebra di Lie prende il ruolo dell'algebra degli
operatori
anoni
i). Per una trattazione generale si veda [KS85, Per86.
Il modo piu sempli
e per
ostruire la base degli stati
oerenti e la seguente:
si
onsideri uno stato ottenuto dallo stato fondamentale per traslazione
(una gaussiana
entrata in x = q)
2
m!
q (x) = N expf 2~ (x q ) g ;
ovvero in termini piu simboli
i jqi = eiqp=~ j0i. L'evoluzione temporale
sara data da
jqit = e iHt=~ eiqp=~ j0i
= e iHt=~ eiqp=~ eiHt=~ j0i
1
jzi = ezay
za j0i
:
Appli
hiamo la formula di Baker-Hausdor e otteniamo
jzi = e
(6.13)
1 2
y
2 jz j eza eza
j0i
1
1 2X
= e 2 jzj
(zay)n j0i =n!
n=0
1 zn
1 2X
p jni :
= e 2 jzj
n=0 n!
Dalla denizione, per integrazione su tutto il piano
omplesso, si trova fa
ilmente la relazione5
Z
1
dz dz jz ihz j = 1 ;
2i
he mostra
ome ogni vettore sia esprimibile
ome sovrapposizione di stati
oerenti
Z
1
j i = 2i dz dz jz ihz j i :
Si tratta tuttavia di una base non-ortogonale. Infatti si veri
a fa
ilmente
he
j hz j i j = expf 21 jz j2 g.
La rappresentazione
j i 7! (z) hzj i
e nota
ome rappresentazione di Bargmann. Si noti
he la funzione
(z ) e della forma
1 2
(z ) = e 2 jzj f (z )
on f (z ) analiti
a regolare in ogni regione limitata del piano
omplesso
(una funzione intera ). Infatti il resto N -esimo della serie di Taylor
1 zn
X
p hnj i
f (z ) =
n!
0
e maggiorato se
ondo la disuguaglianza di Cau
hy da
1
X
zn
p hnj i
n!
"
1
X
N
j hnj i j2
1
# 1 [ 1 jz j2n =n! 2 :
2 N
135
ni hilazione
a jz i = z jz i :
ni
hilazione sono rappresentati nel modo seguente nella base degli stati
oerenti
df (z )
a f (z ) =
dz
ay f (z ) = zf (z ) :
nm
O =
nm ayn am
nm
he rappresenta lo sviluppo di O in monomi Wi
k-ordinati.
Problema 6.2-11. Dimostrare
he vale l'identita
136
137
0
per x > a (regione III)
La me
ani
a
lassi
a prevede due
lassi di movimenti possibili: se l'energia e maggiore del massimo valore del potenziale, la parti
ella, inizialmente
in moto
on velo
itaa positiva nella regione I, prosegue nella sua
orsa e
si trovera nella regione III dopo un
erto tempo di volo. In
aso
ontrario
la parti
ella rimbalza sulla barriera di potenziale e ritorna nella regione
I. Nel
aso limite in
ui E max(V ) la parti
ella raggiunge il massimo
del potenziale in un tempo innito: si tratta di un'orbita instabile, in
quanto una variazione arbitrariamente pi
ola della velo
ita iniziale porta
a grandi dierenze nella posizione nale. La des
rizione quantisti
a,
ome
vedremo ora, e radi
almente dierente.
Pensiamo ad esempio ad un pa
hetto d'onda
he si propaga liberamente nella regione I
on momento medio positivo. Il pa
hetto entra in
interazione
on il potenziale e ogni sua
omponente di Fourier ne viene
sfasata in modo p
dierente, il
he porta alla parziale ri
essione del pa
hetto. Detto k = 2mE=~, la soluzione e data da porzioni di onda piana
138
Spettro ontinuo
nelle regioni I e III, ra
ordate
on
ontinuita alla soluzione (x) = uII (x)
nella regione II :
(6.17)
8
ikx + B e ikx
>
<Ae
(regione I)
(regione II)
(regione III)
in
k
eikx + (k)e
(k)eikx ;
in
k
ikx ;
( k)e ikx ;
e ikx + ( k)eikx ;
x< a
x>a
x< a
x>a
(k)
i~k2 t=2m dk
in
k (x)e
x = vt < 0
x = vt < 0
x = vt > 0
~k2t + ikvtg
expf i
2m
~k2t ikvtg
(k) expf i
2m
~
k2t
+ ikvtg
(k) expf i
2m
dove nella
olonna C e riportato il valore di k per
ui la fase risulta stazionaria, e nella D i valori per
ui il termine in B interferis
e
ostruttivamente. Si trova
ioe
he i termini proporzionali a e non rispettano la
ondizione di fase stazionaria per t 0, mentre
ostituis
ono il termine
dominante all'integrale per t 0. Si trova in denitiva
r
2im
imx2
(x; t)
exp
~t
2~t
(
per t ! 1
( mx
t~ )
mx
mx
mx
mx
( t~ ) ( t~ ) + ( t~ ) ( t~ ) per t ! +1
Risulta
hiaro ora il signi
ato dei
oe
ienti e . Per un
usso di
parti
elle di momento k
he in
idono sulla barriera una per
entuale pari
a R = j(k)j2 viene ri
essa e una per
entuale T = j (k)j2 supera la
barriera. E naturale per
io denire (k) ampiezza di trasmissione e
(k) ampiezza di ri
essione.
Problema 6.3-1. Dimostrare l'identita T + R = 1.
Si
al
oli la densita di
orrente per la soluzione kin e si tenga
onto della
equazione di
ontinuita.
Osservazione. Il pa
hetto d'onde ri
esso e quello trasmesso si muovono
in genere
on velo
ita dierenti! Infatti la posizione del massimo dei due
pa
hetti e determinata dai prodotti e ; se ad esempio e
on
entrata su un valore di k = k0 in
ui j(k)j e
res
ente il massimo di jj2
si trovera ad un valore k0r > k0 , e quello di j j2 ad un valore k0t < k0 .
Cio non e in
ontraddizione
on la
onservazione dell'energia: si ponga
attenzione al fatto
he l'energia
ineti
a media del pa
hetto non e direttamente legata alla velo
ita di propagazione del pa
hetto d'onde. Ad
esempio un pa
hetto d'onde del tipo
/ exp( x2 ) (reale) evolve nel
tempo mantendendo il massimo in x = 0, ma nondimeno la sua energia
ineti
a media non e aatto nulla.
Spettro
ontinuo
situazione in
ui se
ondo la me
ani
a
lassi
a la parti
ella sarebbe sempre ri
essa . Questo fenomeno tipi
amente quantisti
o viene denominato
eetto tunnel ed e ampiamente sfruttato nei moderni dispositivi mi
roelettroni
i. Si noti peraltro
he si ha an
he il fenomeno re
ipro
o,
se
ondo
ui il
oe
iente di ri
essione non si annulla ne
essariamente per
energia superiore al massimo della barriera di potenziale.
6.3.2. Formulazione integrale dell'equazione d'onda. Mostreremo ora
ome si puo impostare un
al
olo approssimato in forma di
serie di potenze; questo metodo sara utilizzato,
on solo lievi modi
he,
nella teoria quantisti
a dei pro
essi d'urto.
S
riviamo l'equazione di S
hroedinger nella forma
2
d
2
+k
(x) = (x)
dx2
2mV (x)
(x) =
(x)
2
~
e risolviamo la prima equazione in modo simile all'equazione di Poisson: trattandosi di un'equazione lineare inomogenea, si tratta di determinare una soluzione parti
olare e
ombinarla linearmente
on la soluzione generale dell'equazione omogenea. Tenendo
onto dell'identita (vedi
l'App. B.5)
d2 jxj d(x)
=
= 2(x)
dx2
dx
si veri
a
he la soluzione parti
olare ha la forma
Z 1
0
(x) = (2ik) 1
eikjx x j (x0 ) dx0
1
e quindi l'equazione di S
hroedinger per gli stati kin e equivalente alla
seguente
Z 1
2m
0
(6.18)
(x) = eikx + (2ik) 1
V (x0 ) eikjx x j (x0 ) dx0 :
2
1 ~
Se il potenziale ha supporto
ompatto (di
iamo nell'intervallo ( a; a)) si
trova allora 8
R
<eikx + m a eikx V (x0 ) in (x0 ) dx0 =ik ~2 e ikx x < a
k
a
in
Ra
k (x) : ikx
ikx
0
x > a:
1+m ae
V (x ) kin (x0 ) dx0 =ik~2
e
da
ui si identi
ano le due ampiezze e in termini impli
iti attraverso la soluzione. L'equazione integrale (6.18) si puo risolvere
ome ogni
equazione della forma
= 0+K
141
Si ha poi
V (p
p0 ) hpj V (q) p0 =
il
he
i da inne
(p20
p2 )
(p) = 2m
dx ix(p p0 )
e
V (q) ;
2~
Spettro ontinuo
143
risultare \trasparente" ad una data energia a patto di
alibrare a
uratamente la distanza L. (Si valuti l'ampiezza di ri
essione nel problema
pre
edente
on 1 = 2 ).
Problema 6.3-6. Risolvere i problemi pre
edenti direttamente dall'e-
8
<A eikx
+ B e ikx ;
x! 1
:
B
A
A
B
ikx
ikx
:
e +
e ; x ! +1
144
Spettro
ontinuo
Esprimeremo piu
onvenientemente questa relazione introdu
endo la matri
e di
trasferimento W
he in questo
aso e data da
=
1
=
W = = 1=
he
i permette di esprimere la funzione d'onda alla destra della barriera F eikx +
Ge ikx in termini della funzione alla sinistra sempli
emente attraverso la relazione ( FG ) = W ( BA ) : Per la barriera posta in x = L si avra la stessa relazione
in termini di onde piane sfasate F eik(x L) + G e ik(x L) . Posta
ikL
V L = e 0 e 0ikL
la soluzione del
aso generale di un numero qualunque di barriere di potenziale
dislo
ate in x = 0; L; 2L; : : : e rappresentabile nella forma7:
(n) = W V W V : : : W V W 1
(6.25)
L
L
L
0
(n)
Per il
aso n = 2 troviamo fa
ilmente
2
(2) =
1 + 2 j= j2 e2ikL
+ e2ikL
(2) =
:
+ jj2 e2ikL
Notiamo
he
alibrando L in modo
he exp(2ikL) = = si ottiene (2) = 0.
La matri
e W e del tipo parti
olare
W = ; det W = 1 :
Matri
i di questa forma
ostituis
ono un gruppo denominato SU (1; 1). An
he
V L appartiene al gruppo, il
he
onferma
he l'equazione (6.25) fornis
e una
risposta
onsistente: la
ombinazione di piu barriere di potenziale si ottiene
moltipli
ando le rispettive matri
i di trasferimento inter
alate
on le matri
i di
sfasamento dipendenti dalla distanza. Un'altra matri
e
aratteristi
a per una
barriera di potenziale e quella
he esprime i
oe
ienti delle onde us
enti (F; B )
in termini delle onde entranti (A; G). Si trova in generale
F =S A ;S=
W221
W12 W221
(6.26)
B
G
W21 W221
W221
Si veri
a immediatamente
he gli elementi di matri
e di S sono direttamente
legati alle ampiezze di trasmissione e ri
essione (S11 = (k); S21 = (k)), e
inoltre la matri
e S risulta unitaria. Queste proprieta della matri
e S si
generalizzano alla teoria dell'urto.
7Il formalismo e ovviamente generalizzabile a barriere disposte a distanze arbitrarie
e an
he dierenti tra loro.
145
6.3.3. Proprieta di analiti
ita. Consideriamo l'esempio della barriera a
orto raggio d'azione. Le ampiezze (; ) presentano una
aratteristi
a pe
uliare: entrambe sono estendibili a funzioni analiti
he del
parametro
omplesso k e presentano una singolarita (un polo sempli
e)
in
orrispondenza al valore k = ik0 = i 2mV a=~2 . Se
onsideriamo la
soluzione (6.22) per k in prossimita di ik0 troviamo:
ikk0 ikjxj
e :
(x) e k0 x +
k ik0
Al limite per k ! ik0 il primo termine e tras
urabile e la funzione diventa proporzionale a expf k0 jxjg,
he risulta quindi una soluzione a
quadrato sommabile, dunque uno stato legato, se k0 > 0; l'energia e data
da E = ~2 k2 =2m = ~2 k02 =2m, il
he si puo veri
are
on un
al
olo
diretto (la
ondizione k0 > 0 equivale a V < 0,
ioe V (x) deve essere attrattivo). L'esempio suggeris
e per
io
he esista una pre
isa relazione tra
gli stati dello spettro
ontinuo e quelli legati, e porta alla
ongettura
he
le singolarita polari degli elementi della \matri
e S" nel semipiano superiore Im fkg > 0 individuino gli stati legati. Per una trattazione generale
di questo argomento si vedano [AR65, New66.
Problema 6.3-8. Considerare la doppia barriera simmetri
a del problema 6.3-4 a p. 143. Studiare le singolarita nel piano
omplesso k delle
ampiezze (; ).
Dalla Eq. (6.23), inserendo la denizione di k0 , troviamo
k2
=
(k ik0 )2 + k02 expf2ikLg
le
ui singolarita sono da
er
are nelle radi
i del denominatore (la radi
e = 0
e
an
ellata dall'azzerarsi del numeratore). Ponendo k = i, troviamo le due
equazioni,
he abbiamo posto in termini di variabili adimensionali:
L = k0 L (1 e L) :
Si vede fa
ilmente
he per k0 L > 1 esistono due radi
i, mentre per k0 L 1 solo
l'equazione
on il segno positivo ammette una soluzione. Inoltre per k0 L molto
grande le radi
i sono bene approssimate da
k0 (1 e k0 L) :
Questa situazione e si
amente molto intuitiva: grandi valori di L
orrispondono
a due bu
he di potenziale attrattivo separate da una grande distanza. In questo
aso
i aspettiamo
he la parti
ella venga legata in una delle due bu
he
on un'energia di legame uguale a quella
he avrebbe in assenza dell'altra bu
a. Tuttavia
la parti
ella, per eetto tunnel, non puo essere
onnata stabilmente in una
delle due bu
he. Uno stato stazionario puo essere ottenuto distribuendo
on
eguale probabilita la parti
ella nelle due bu
he; si ottengono in generale due
146
Spettro
ontinuo
stati
ombinando in modo simmetri
o e in modo antisimmetri
o le due funzioni
d'onda lo
alizzate e il termine exp( k0 L)
he rappresenta la dierenza di energia
tra i due livelli quasi degeneri e palesemente legato all'ampiezza di trasmissione
della barriera
he separa le due bu
he, in base alla formula approssimata
he
troveremo nel
ap. 10.2.
Problema 6.3-9. Cal
olare il
oe
iente di trasmissione per una
barriera di potenziale del tipo \barriera rettangolare"
(
V (x) =
0
V0 > 0
jxj > a
jxj a
0.8
0.8
0.6
0.6
T
0.4
0.4
0.2
0.2
0
0
0
0
ka
20
30
ka
0.8
0.8
0.6
0.6
T
0.4
0.4
0.2
0.2
0
0
10
0
0
15
10
ka
ka
Vogliamo ora determinare gli eetti della barriera di potenziale sulla parte
ontinua dello spettro dell'energia. A
prima vista non
i sono variazioni rispetto al
aso libero in
ui V = 0:
lo spettro
ontinuo si estende su tutti i valori non negativi dell'energia
E . Per osservare degli eetti sui livelli energeti
i e ne
essario poterli risolvere,
ioe \dis
retizzarli". Questo si ottiene
onsiderando il moto della
parti
ella ristretto ad una porzione nita, an
he se molto piu grande di
tutte le altre s
ale di lunghezza in questione, della retta reale. Il modo
piu sempli
e
onsiste nell'imporre la seguente
ondizione di periodi
ita
(x + L) = (x)
on l'opportuna ridenizione della norma
(6.27)
k k =
2
Z L=2
L=2
j (x)j2 :
Spettro ontinuo
L'eetto del potenziale e evidentemente di ordine 1=L rispetto alla densita
nel
aso libero ed e quindi tras
urabile esattamente a L = 1,
ome previsto. D'altra parte (k)
ontiene tutte le informazioni sullo s
attering.
In parti
olare la variazione della densita degli stati serve a mantenere invariato il numero totale degli stati (an
he se innito). Per dimostrarlo,
determiniamo innanzitutto una relazione tra tale somma e l'operatore risolvente (H E ) 1 a L = 1,
ioe sull'intera retta reale. Per
ostruzione
l'Hamitoniana H possiede la semiretta E > 0
ome spettro
ontinuo, per
ui (H E ) 1 ha tale semiretta
ome taglio sul piano
omplesso E . La
dis
ontinuita attraverso il taglio vale allora
1
1
= 2i(H E ) ;
H E i H E + i
grazie alle note formule di Plemely
1
1
=P
i(x) :
x i
x
La tra
ia di (H E ) sull'intero spazio di Hilbert rappresenta evidentemente la denizione naturale di densita degli stati relativamente all'energia. Si tratta di una denizione puramente formale pero, dato
he la densita degli stati relativa sia al numero d'onda k
he all'energia E = ~2 k2 =(2m) diverge
ome L (vedi Eq. (6.28)). Cio
he esiste nita
an
he al limite l ! 1 e la variazione
dk
(6.29)
(E ) = [+ (k) + (k) :
dE
150
Spettro ontinuo
e la matri
e
= a
db ha determinante uguale a uno per il teorema di Wronski. Si notera a questo punto
he la natura del problema
matemati
o e esattamente la stessa di quella
onsiderata nel x3.2.2. Sulla
s
orta dei risultati ottenuti allora possiamo
on
ludere
he se il parametro
= u(L) + v0 (L) e in modulo inferiore a 2, il
aso di stabilita nel problema me
ani
o, le soluzioni saranno quasi-periodi
he: potremo individuare
152
Potenziali periodi i
u(x) =
os(kx)
per 0 < x < L=2
A
os(kx) + B sin(kx)=k per L=2 < x < L
v(x) =
sin(kx)=k
per 0 < x < L=2
C
os(kx) + D sin(kx)=k per L=2 < x < L
dove k = 2mE=~. Le
ostanti A; B; C; D si determinano imponendo le
ondizioni di ra
ordo in x = L=2 (ri
ordare l'Eq. (6.24)), e inne si
al
ola =
u(L) + v0 (L) = 2
os(kL) + 2m=k~2 sin(kL). Le bande di energia sono allora
individuate dagli intervalli in
ui
os(kL) + m sin(kL) < 1 :
k ~2
Un
al
olo piu rapido si puo impostare nel modo seguente: l'obiettivo e quello
di determinare soluzioni quasi periodi
he, tali
ioe
he (x + L) = ! (L)
on
j!j = 1. Conviene eettuare una traslazione di L=2 in modo
he le barriere siano
nei punti nL; si puo allora porre
(
(x) =
A
os kx + B sin kx
per 0 < x < L
! (A
os k(x L) + B sin k(x L)) per L < x < 2L
V (x) =
Le bande di energia per E < 0 sono date dalla disequazione jj < 2 ,
on
1
2 =
os ka
1.5
0.5
/2 0
-0.5
-1
-1.5
-2
10
15
20
polari, in modo analogo alle altre equazioni alle derivate parziali della si
a matemati
a. Sia V (r) l'energia potenziale. Allora l'equazione si s
rive
(ri
ordando l'espressione dell'operatore di Lapla
e (4.7))
2
1
1
1 2
r+ 2
sin # + 2 2
(r; #; ')
r r2
r sin # #
# r sin # '2
2m
+ 2 (E V (r)) (r; #; ') = 0 :
~
8
< sin kr
kr
os kr
;
(kr)2
:
(1 + (r) 1 ) exp( r) ;
8L'operatore
r<R
r>R
156
10
5
0
5
0
E=0.2
2
15
10
5
0
5
0
10
r
12
14
16
18
20
10
r
12
14
16
18
20
10
r
12
14
16
18
20
E=0.2325
8
10
5
0
5
0
E=0.265
2
risulterebbe di ardua soluzione, se non fosse
he,
ome in me
ani
a
lassi
a, si puo sfruttare tutta la simmetria del problema per ridursi,
ome
per qualunque
ampo
entrale, ad un problema in un solo grado di liberta.
Si tratta innanzitutto di separare il moto del
entro di gravita, passando
agli operatori
anoni
i (
ome nel x3.4)
P = p n + pe
m x + mn xn
X= e e
me + mn
mn pe me pn
=
mn + me
r = x e xn :
In termini di questi l'Hamiltoniano diviene sempli
emente
P 2 2 e2
H=
+
2M 2 r
dove M = me +mn e la massa totale, 1 = me 1 +mn 1 la massa ridotta,
e r jrj e la distanza tra le due parti
elle. L'equazione di S
hroedinger
risulta ora separabile, ossia possiamo porre
(X ; r ) = (X ) (r ) ;
158
il
he porta a due equazioni disa
oppiate. Possiamo pero pro
edere piu
speditamente ri
onos
endo il fatto
he i gradi di liberta del
entro di massa
rappresentano una parti
ella libera
he sara des
rivibile
on onde piane e a
ui
orrisponde un
ontributo positivo all'energia pari alla energia
ineti
a
P 2 =2M . Gli altri gradi di liberta
he rappresentano il moto relativo di
elettrone e nu
leo
ostituis
ono la dinami
a interessante. S
egliamo per
io
di metter
i nel sistema di riferimento in
ui il
entro di massa e in quiete:
l'equazione da risolvere e quella di S
hroedinger in
ampo
entrale
e2
~2
4
(r )
(r ) = E (r )
2
r
he si ridu
e, dopo avere separato la parte angolare ponendo
= Ylm (; )u(r)=r
ad un'equazione ordinaria
2
~2 d2 u
e ~2 l(l + 1)
+
+
u = Eu :
2 dr2
r
2r2
Cer
heremo le soluzioni
orrispondenti a stati legati (E < 0). Introdu
iamo innanzitutto variabili adimensionali attraverso le sostituzioni (suggerite dalla formula di Bohr)
e2
~2
r = na ; a = 2 ; n = p
e
~
2E
he
i ore l'equazione formalmente piu sempli
e
u00 ( ) + 1 + 2n= l(l + 1)= 2 u( ) = 0 ;
Osserviamo
he a e
orrettamente delle dimensioni di una lunghezza e
rappresenta la s
ala di dimensioni atomi
he. Viene denominato raggio
di Bohr e vale numeri
amente
ir
a mezzo A (vedi a p. 524 per il valore
pre
iso). Il parametro n
he nella quantizzazione alla Bohr assume valori
interi, al momento e un reale positivo arbitrario. La soluzione generale
dell'equazione e ottenuta fa
ilmente in termini della funzione ipergeometri
a
on
uente,
ome mostreremo piu avanti. Un metodo diretto
basato sul metodo di Lapla
e funziona senza di
olta nel
aso l = 0:
u00 ( ) + (2n )u( ) = 0
Z
d 2
(z 1) F + nF = 0
u( ) = exp(z )F (z ) dz =)
dz
C
he ha
ome soluzione
F (z ) = (1 z )n 1 (1 + z ) n 1
159
-1
un ( ) = Ln( )e
160
1 2l
1 F1 ( n l; 2l; 2 ) :
161
(n l 1)!
an2 [(n + l)!3
(vedi [Ho
71, CS6411). La Tab. 6-1 riporta le autofunzioni per gli
stati legati per pi
oli valori di n. La Tab. 6-2 riporta la tradizionale
onvenzione degli spettros
opi
he asso
iano gli stati di momento angolare
l a una lettera se
ondo la su
essione12 s, p, d, f, .... Ad esempio lo stato
1 S
orrisponde n = 1; l = 0, 2 P a n = 2; l = 1, et
.
Le autofunzioni unl (r) sono
onvenientemente rappresentate in Ma13 da
themati
a
Nnl =
CoulombU[x_,n_,l_:=Sqrt[Gamma[n-l/(n^2*Gamma[n+l+1)*
Exp[-x/n*(2 x/n)^(l+1)*LaguerreL[n-l-1,2*l+1,2*x/n.
Il
al
olo diretto
oinvolge integrali non del tutto elementari (si vedano
[CS64, BS57).
Sipuo pro
edere inve
e per via ri
orsiva. Dalla relazione (5.45),
indi
ando Ik rk , si ottiene per V = e2=r + ~2 l(l + 1)=2mr2
k En Ik
2 1
1 + e (2
k ) Ik
~2 (k
2
162
p1r e
2
r=2 (1
1 r)
2
2 r + 2 r2 )
3
27
3
1 2
4r + 8r
1 3
192 r )
u41 =
p5=3
16
r2 e r=4 (1
1 r)
6
1 r + 1 r2 )
4
80
numero quanti
o l 0 1 2 3 4 5 : : :
serie spettros
opi
a s p d f g h : : :
Tabella 6-2. Denominazione dei livelli idrogenoidi.
0.6
0.5
u10
0.4
0.3
u20
0.2
u30
0.1
0
0
10
15
r
20
25
30
Conviene
introdurre unita atomi
he, per
ui nel seguito nella espressione per
k
r
e sottinteso un fattore a k ; dove a e il raggio di Bohr. La relazione di
ri
orrenza e quindi sempli
emente
k 1
k l(l + 1) (k2 1)=4 I k 2 = (2k 1) I k 1
I k:
n2
163
u21
0.16
0.14
0.12
u31
0.1
0.08
u41
0.06
0.04
0.02
0
0
10
15
20
25
r
30
35
40
45
50
u32
0.1
0.08
u42
0.06
0.04
u52
0.02
0
0
10
20
30
r
40
50
60
164
2
1
r =
:
(l + 12 ) n3
Dalla relazione di ri
orrenza si ha poi, partendo da k = 0,
I 2
1
I 3=
=
l(l + 1) n3 l(l + 21 )(l + 1)
3n2 l(l + 1)
I 4= 5
:
2n (l 12 )l(l + 21 )(l + 1)(l + 32 )
Si noti
he r k e denito solo se k < 2l + 3 .
e per io
165
CAPITOLO 7
168
N
2
1X
a(j ) hAi
= lim
N !1 N
j =1
1=2
Z +1
2
;
da (a hAi) pA (a)
=
1
dove si e fatto uso della regola generale valida per un funzione f (A)
Z +1
da f (a) pA (a) :
hf (A)i =
1
In queste ultime espressioni la dipendenza dallo stato e sottintesa,
ioe
hi = hi e = .
Un
aso parti
olarmente rilevante si ottiene quando identi
amente A =
0 ,
ioe quando ogni ripetizione dell'esperimento da il medesimo risultato
a . Si di
e allora
he lo stato del sistema e un autostato dell'osservabile
A e a e il
orrispondente autovalore. Questo fatto puo veri
arsi ovviamente solo se l'autovalore a in questione risulta essere, per ragioni di
prin
ipio o per evidenza sperimentale, dis
reto,
ioe separato dal resto dello spettro di A . Non si tratta
omunque di una limitazione signi
ativa,
dato
he, per via del potere risolutivo limitato degli apparati di misura,
la des
rizione operativa di una qualunque osservabile
omporta
he lo
spettro sia sempre interamente dis
reto: in eetti A e approssimabile arbitrariamente bene in termini di opportune
ollezioni nite di osservabili
di
otomi
he,
he assumono il valore 1 oppure 0 (e sono quindi dis
rete
e limitate) e sono misurate mediante opportuni esperimenti di tipo \si o
no" (tipi
amente \si" ! 1 e \no" ! 0 ). Si pensi, ad esempio, alle misure
di posizione mediante una
ollezione di rivelatori spazialmente ordinati, o
agli esperimenti sul passaggio di fotoni attraverso ltri polarizzatori, et
..
Generalmente, le osservabili
he sono oggetto degli esperimenti tipo \si
o no" sono delle funzioni
aratteristi
he di altre osservabili: EA (b)
e la funzione
aratteristi
a dell'osservabile A
he vale 1 non appena A
assume un valore
ompreso nel sottoinsieme boreliano b e vale 0 altrimenti. Si noti
he, per denizione stessa di funzione
aratteristi
a, per un
170
(7.3)
sottolinea il fatto
he le osservabili sono di fatto identi
ate
on le funzioni su FS ), mentre ad ogni stato
orrisponde una distribuzione di
probabilita % (q; p) ,
he per denizione soddisfa a
% (q; p) 0 ;
dn q dn p % (q; p) = 1 :
FS
Inne il valor medio di A nello stato si s
rive
hAi =
dn q dn p % (q; p)A(q; p) ;
FS
mentre la probabilita PrA (bj ) segue dalla relazione generale (7.4) utilizzando la funzione
aratteristi
a EA (b) ,
he vale 1 su tutti i punti di
FS sui quali A assume un valore appartenente a b e vale 0 altrimenti.
Nel
aso di sistemi si
i \sempli
i",
ioe dotati di un numero pi
olo di
osservabili fondamentali (po
he
oppie (q; p) se
ondo la me
ani
a
lassi
a), sembrerebbe ragionevole poter
on
epire ed eettuare (entro ovvi
limiti te
nologi
i) un insieme
ompleto di esperimenti atti a determinare
il valore di tutte le osservabili
on pre
isione grande a pia
ere. In altri
termini, 8 > 0 , deve esistere uno stato sperimentale tale
he A <
per qualunque osservabile A . Questo e il punto di vista impli
ito nella
des
rizione dei sistemi si
i basata sulla me
ani
a
lassi
a, per la quale
gli stati
on le suddette
aratteristi
he sono gli stati puri del sistema
si
o S . Nel limite ideale di pre
isione innita gli stati puri sono delle
distribuzioni di probabilita
on
entrate in un singolo punto dello spazio
delle fasi e sono quindi in
orrispondenza biunivo
a
on i punti di FS .
Risulta poi naturale estendere questa visione
lassi
a della natura an
he
a sistemi
omplessi, per i quali solo stati non puri, detti an
he mis
ele statisti
he sono sperimentalmente a
essibili. In ogni
aso, pur
ammettendo l'inevitabile in
ompletezza dell'informazione ra
olta in uno
stato si
amente realizzabile, il prin
ipio sottostante la visione
lassi
a
del mondo e
he ogni sistema si
o, per quanto
omplesso, ad ogni istante deve trovarsi in uno stato puro ben pre
iso, nel quale tutte le fq g
e le fpg (e quindi tutte le osservabili), posseggono un ben pre
iso valore;
solo la nostra ignoranza dei dettagli
i obbliga a introdurre il
on
etto
di probabilita. Una
onseguenza immediata di questa des
rizione e
he
l'atto di \osservare" S , ovvero fare su di esso esperimenti, lo perturba in modo tras
urabile o
omunque
ontrollabile all'interno della stessa
rappresentazione
lassi
a delle osservabili e degli stati.
D'altra parte, indipendentemente dalla modellizzazione matemati
a
he possiamo assumere per des
rivere il sistema S , esiste un
on
etto
strettamente operativo di stato puro: S si trovera in uno stato puro tutte
le volte
he l'informazione ra
olta in esso e massimale, ovvero quando non
risulta possibile determinare sperimentalmente il valore di una ulteriore
172
osservabile del sistema senza ne
essariamente perdere il
ontrollo sul valore di una o piu delle osservabili pre
edentemente misurate. L'assunzione
fondamentale della me
ani
a
lassi
a, suggerita dall'evidenza sperimentale del modo ma
ros
opi
o \ordinario", e
he il pro
esso di ranamento
dello stato di S , mediante la misurazione sempre piu pre
isa di un numero
sempre maggiore di osservabili, si possa portare avanti, almeno in linea di
prin
ipio, no alla determinazione dei valori assunti da tutte le osservabili
del sistema. Lo stato viene
os ridotto ad uno stato puro della me
ani
a
lassi
a,
ioe ad un intorno pi
olo a pia
ere di un singolo punto di FS .
Abbiamo visto nei
apitoli pre
edenti
ome l'evidenza sperimentale
su s
ale mi
ros
opi
he sia in netto
ontrasto
on questa visione
lassi
a.
Le relazioni di indeterminazione tra momento e posizione impli
ano
he e
impossibile, per ragioni di prin
ipio, determinare
on una
erta pre
isione
la posizione di un elettrone senza al
ontempo perdere informazione sul
momento, o vi
eversa. Piu in generale, l'interazione tra S e l'apparato
di misura perturba il sistema stesso in un modo non
ompletamente
ontrollabile, per
ui la misurazione di una data osservabile, oltre a
ausare
l'indeterminazione di altre osservabili, puo fornire dei valori
he non sono
attribuibili al solo sistema e/o non sono in al
una relazione
on i valori
della medesima osservabile subito dopo la misurazione. Dunque e un fatto
sperimentalmente a
ertato
he esistono sistemi si
i per i quali il pro
esso di ranamento dello stato si deve ritenere
on
luso ed il livello di stato
puro raggiunto, per ragioni di prin
ipio, ben prima
he i valori di tutte le
osservabili risultino determinati.
A questo punto risulta opportuno fare una distinzione di fondo tra
due diversi tipi di osservazione,
he
hiameremo di prima e se
onda spe
ie,
rispettivamente, ed introdurre i
on
etti operativi di osservabili
ompatibili e di preparazione
ompleta degli stati del sistema si
o S 2.
In un esperimento di prima spe
ie, o preparazione, si intende misurare,
on la maggior a
uratezza prati
amente possibile, una o piu osservabili del sistema S ,
on la ragionevole
ertezza
he gli stessi valori
verrebbero osservati in una ripetizione immediata della misura stessa (mediante il medesimo apparato sperimentale od un altro ad esso equivalente).
Possiamo allora aermare
he S viene preparato
os in uno stato
aratterizzato dai quei pre
isi valori delle osservabili in questione. Vi
eversa, in
un esperimento di se
onda spe
ie, una o piu osservabili vengono misurate
mediante operazioni
he ne
essariamente
omportano la perdita parziale
o totale dell'informazione sul valore assunto dalle stesse osservabili, subito
dopo il
ompletamento dell'osservazione.
2Quello
he segue e soltanto un brevissimo a
onto di una trattazione generale degli
stati e delle osservabili basata su
on
etti puramente operativi. Versioni piu
omplete
e rigorose si trovano in [Jau68, Lud83
173
distruggendo i fotoni rivelati all'altezza z mediante un'opportuna lastra semitrasparente e fotosensibile. Un fotone
on ben deniti valori di
x , y , pz e sx e dunque
ompletamente preparato. Le
aratteristi
he
salienti dell'insieme di osservabili fx; y; pz ; sxg sono due: esse sono tutte
mutuamente
ompatibili (vedi sotto) e non esiste al
una altra osservabile
ompatibile
on esse
he non sia da esse dipendente (
ioe univo
amente
ssata in valore non appena le altre lo sono).
7.1.1. Insiemi
ompleti di osservabili
ompatibili (I). In generale, due osservabili A e B di un generi
o sistema si
o S si di
ono
ompatibili qualora la misurazione di prima spe
ie di A non
omporti
ne
essariamente al
un aumento dell'indeterminazione sul valore assunto
da B , e vi
eversa. Possiamo dire
he A e B risultano statisti
amente
s
orrelati nella ripetizione di tante serie di esperimenti identi
i. Questo
on
etto di
ompatibilita e puramente operativo: esso fa riferimento a
pre
ise appare
hiature sperimentali. Di fatto, sono le stesse appare
hiature, atte per ipotesi alla misurazione di A e B , ad essere, o non
essere,
ompatibili. La determinazione della polarizzazione lineare di un
fotone non osta
ola in al
un modo la misurazione del momento del fotone stesso, e vi
eversa. Naturalmente le due osservabili A e B possono
essere
ompatibili in modo banale,
ioe sempli
emente per
he tra loro
dipendenti (vale a dire una funzione dell'altra). In questo
aso esse possono venir misurate in un uni
o esperimento mediante lo stesso apparato
sperimentale, per
ui nessun problema di in
ompatibilita puo manifestarsi. Il
aso non banale e quando A e B sono
ompatibili pur essendo
indipendenti, e questo e quanto qui assumiamo. Si noti inoltre
he i
on
etti di
ompatibilita e indipendenza
i permettono di pre
isare la nozione
di osservabili \fondamentali", ssandone delle
aratteristi
he salienti: le
osservabili fondamentali sono tutte tra loro indipendenti e formano un
insieme irridu
ibile di osservabili, nel senso
he ogni altra osservabile
ompatibile
on ognuna di esse e ne
essariamente un'osservabile banale,
he assume
ioe lo stesso valore indipendentemente dallo stato del sistema.
Supponiamo ora
he esista un'altra osservabile C di S , indipendente
da A e B , e
ompatibile
on entrambe ( A e B sono per ipotesi indipendenti e
ompatibili tra loro3). Per misurare an
he C assieme ad A
e B sara ne
essario
ompli
are ulteriormente l'apparato sperimentale. E
os pure nel
aso
he si voglia misurare un'eventuale altra osservabile D ,
ompatibile
on le tre pre
edenti e da esse indipendente. Questo pro
esso
3Si osservi
he la
ompatibilita
i permette di dare un signi
ato operativo pre
iso
alla nozione di un'osservabile dipendente,
ioe funzione di varie altre osservabili: se A
e B sono
ompatibili, la relazione funzionale C = f (A; B ) e sus
ettibile di veri
a
sperimentale.
175
di a
res
imento del
omplesso delle appare
hiature sperimentali ha ne
essariamente un termine: se
ondo la me
ani
a
lassi
a il limite e uni
o
e ssato dall'insieme delle osservabili fondamentali, le fqg e fpg ; se
ondo l'esperienza attuale esso dipende inve
e dalle osservabili sotto esame e
viene raggiunto non appena l'insieme delle osservabili
ompatibili risulta
ompleto, nel senso
he non risulta possibile individuare altre osservabili
ompatibili
on le pre
edenti e da esse indipendenti. In altri termini, l'insieme di osservabili
ompatibili e
ompleto se un qualunque esperimento di
prima spe
ie, atto a misurare un'ulteriore osservabile indipendente,
omporta per ne
essita un aumento dell'indeterminazione sul valore assunto
da una o piu delle osservabili originarie. Si noti
he questa denizione
operativa di
ompletezza non e assoluta: nuovi risultati sperimentali possono sempre ri
hiedere l'introduzione di nuove osservabili
ompatibili
on
le pre
edenti.
Dunque una preparazione
ompleta
orrisponde alla misurazione
di prima spe
ie di un insieme
ompleto di osservabili
ompatibili,
e
ostituis
e il raggiungimento del massimo dell'informazione possibile
sul sistema S . In altre parole, una preparazione
ompleta las
ia il sistema in uno stato puro. Quindi, ad ogni insieme
ompleto di osservabili
ompatibili fA; B; C; : : :g risulta asso
iato un sottoinsieme di stati
puri biunivo
amente individuati dai valori distinti assunti dalle osservabili
A; B; C; : : : . Vi
eversa, per ogni stato puro esiste almeno un insieme
ompleto di osservabili
ompatibili
he assumono quei pre
isi valori se e
solo se il sistema si trova nello stato . La novita essenziale rispetto
alla visione
lassi
a
onsiste nel fatto
he in natura esistono osservabili
in
ompatibili, e, di
onseguenza, esistono moltepli
i insiemi
ompleti, tra
loro in
ompatibili, di osservabili
ompatibili. A
ias
uno di questi insiemi
orrisponde un parti
olare sottoinsieme di stati puri nei quali
erte osservabili di altri insiemi ne
essariamente non posseggono valori deniti.
E l'unione di tutti questi sottoinsiemi
he
ostituis
e lo spazio degli stati
puri destinato a sostituire lo spazio delle fasi FS di
lassi
a memoria.
Ri
ordiamo inne
he, essendo le osservabili sempre dis
rete, almeno
dal punto di vista operativo su
ui si basa evidentemente il
on
etto di
preparazione del sistema si
o S , l'insieme degli stati puri ottenibili
ome
preparazioni misurando un ssato insieme
ompleto di osservabili
ompatibili, e ne
essariamente numerabile. Tale numero puo, in linea di prin
ipio,
essere innito, an
he se ovviamente solo una frazione nita e si
amente
realizzabile.
Fin qui la trattazione e stata del tutto generale e,
ome tale, puramente des
rittiva. Per
ostruire una teoria, o
orre stabilire una pre
isa
rappresentazione matemati
a per stati, stati puri ed osservabili, non
he
regole
he permettano di
al
olare i possibili risultati degli esperimenti
176
e le relative frequenze, ovvero di fare delle previsioni quantitative sul sistema si
o in esame. Nei prossimi paragra vedremo
ome, alla lu
e
del fondamentale prin
ipio di sovrapposizione lineare la me
ani
a
quantisti
a fornis
a una risposta in
redibilmente e
a
e ed esauriente a
questa domanda prati
a4.
177
venir osservato sia in V1 (
on probabilita j
1 j2 )
he in V2 (
on probabilita j
2 j2 = 1 j
1 j2 ). E a questo punto
he risulta ne
essario dotare di
un opportuno prodotto s
alare lo spazio lineare dei vettori di stato, allo
s
opo di
aratterizzare
ome tra loro ortogonali i vettori
orrispondenti
alle situazioni alternative appena des
ritte. Si tratta di fornire una rappresentazione matemati
a per l'osservazione empiri
a,
he e an
he esigenza
logi
a, se
ondo la quale un fotone polarizzato lungo "1 non passa mai attraverso un polarizzatore orientato lungo "2 oppure un singolo elettrone
non viene lo
alizzato simultaneamente in V1 e in V2 .
Va tuttavia sottolineato
he gli esempi appena
itati non impli
ano di
per se stessi il prin
ipio di sovrapposizione lineare, ne tantomeno la natura
omplessa dei
oe
ienti (in eetti, nel
aso parti
olare dei vettori di
polarizzazione, e sembrato naturale
onsiderare una
ombinazione lineare
on
oe
ienti reali). Dato
he l'interpretazione probabilisti
a ri
hiede,
nella veri
a sperimentale, di
onsiderare grandi insiemi statisti
i di
opie
identi
he del sistema in esame (ovvero ripetizioni numerose del medesimo
esperimento), le due situazioni di
ui sopra risultano spiegabili in termini
di statisti
a puramente
lassi
a, senza ne
essita di
ombinare linearmente
dei vettori di stato. Cio e dovuto proprio alla
aratteristi
a di ortogonalita
dei due vettori di polarizzazione "1 e "2 e al fatto
he le due funzioni
d'onda 1 e 2 hanno supporto disgiunto, V1 \ V2 = ;.
Ma due vettori di polarizzazione possono non essere ortogonali (ad
esempio " e "1 ). Quindi, mediante opportuni esperimenti di separazione
e ri
ombinazione di fas
i di lu
e (vedi ad esempio l'App. A.3), possiamo
ottenere dei fotoni il
ui stato di polarizzazione e des
ritto dal vettore
e dipende dalla fase relativa tra
1 1 e
2 2 se e solo se
'e sovrapposizione: 1 (x) 2 (x) 6= 0 . Nel
aso
ontrario in
ui i supporti di 1 e 2
restino disgiunti, non e si
amente possibile distinguere una
ollezione di
N elettroni ( N ! 1 ), tutti
on funzione =
1 1 +
2 2 , da un'altra
in
ui N j
1 j2 elettroni sono des
ritti da 1 e N j
2 j2 da 2 .
Da quanto nora visto, risulta evidente
he la fase globale della funzione d'onda, o del vettore di polarizzazione, non des
rive al
una proprieta osservabile. Non sono quindi i vettori di stato, an
he una volta
normalizzati, a trovarsi in
orrispondenza biunivo
a
on gli stati puri del
sistema si
o S , ma le
lassi di equivalenza dei vettori normalizzati
he
dieris
ono solo per un fattore di fase. Queste
lassi
ostituis
ono i
osiddetti raggi dello spazio vettoriale in questione. In prati
a, un raggio si
ottiene identi
ando tutti i vettori
he dieris
ono per un arbitrario fattore
omplesso (non nullo) di moltipli
azione: il modulo di questo fattore
viene ssato imponendo la
orretta normalizzazione, mentre la fase resta
omunque libera ed inosservabile. Un raggio
oin
ide quindi
on un sottospazio monodimensionale dello spazio vettoriale V in questione, e l'insieme di tutti i raggi di V
ostituis
e lo spazio proiettivo P = V =C ,
dove C e il gruppo dei numeri
omplessi diversi da zero (avendo inteso
V denito sul
ampo dei numeri
omplessi C ).
I vettori di polarizzazione di un fotone formano uno spazio isomorfo
allo spazio lineare bidimensionale C 2 ,
on prodotto s
alare ("; "0 ) = ""0 .
C2
e un esempio elementare di spazio di Hilbert [BRS93. Le funzioni
d'onda di un elettrone, soggette alla sola
ondizione di normalizzabilita
Z
d3 x j (x)j2 < 1
d3 x (x) (x) :
tramite la regola
he vettori di raggi
orrispondenti a preparazioni distinte sono ortogonali. In assenza di restrizioni sperimentalmente fondate,
il prin
ipio di sovrapposizione lineare va appli
ato in modo in
ondizionato, aermando
he qualunque
ombinazione lineare di vettori (idealmente
an
he innita, pur
he le somme parziali denis
ano una su
essione di
Cau
hy) appartiene a HS . Questo signi
a
he tale
ombinazione e an
h'essa un vettore di stato,
ioe appartiene ad un raggio di HS
he
orrisponde ad uno stato puro si
amente preparabile mediante opportuni
esperimenti di prima spe
ie. HS risulta per
io
ompleto ed e uno spazio
di Hilbert. Si ri
ordi
he la ri
hiesta di preparabilita per uno stato puro,
almeno in linea di prin
ipio, e impli
ita nella sua denizione stessa,
he e
operativa: essa equivale a ri
hiedere
he per ogni stato puro esiste almeno
un insieme
ompleto di osservabili
ompatibili
he hanno quello stato
ome
autostato.
Siamo nalmente in posizione per formulare il postulato I della me
ani
a quantisti
a,
ioe quello
he spe
i
a dal punto di vista matemati
o
la natura dello spazio degli stati puri di un generi
o sistema si
o S :
Postulato I
Gli stati puri di un sistema si
o S sono in
orrispondenza biunivo
a
on i raggi di uno spazio di Hilbert,
HS ,
omplesso e separabile. Lo spazio degli stati puri e
quindi identi
abile
on HS =C .
In base alle
onsiderazioni fatte nora, la ri
hiesta di separabilita per
HS si spiega
ome segue. Uno spazio di Hilbert e separabile se e solo
se ammette una base numerabile [BRS93 (quindi uno spazio di Hilbert
nito-dimensionale,
ome C 2 , e banalmente separabile). D'altra parte, i
raggi
orrispondenti ai diversi stati puri ottenuti
ome preparazioni basate
su un ssato insieme
ompleto di osservabili
ompatibili sono per ipotesi
ortogonali in HS . Se teniamo quindi
onto
he tali preparazioni sono
numerabili (vedi la dis
ussione al x7.1), numerabili devono an
he essere
i raggi ortogonali di HS ,
he e per
io separabile. Uno spazio di Hilbert
non separabile
ontiene degli insiemi non numerabili di vettori ortogonali,
i quali des
rivono stati puri
he non possono essere risolti,
ioe distinti
gli uni dagli altri,
on preparazioni nite (
ioe
he
oinvolgono un numero nito di operazioni), dato
he le preparazioni nite sono numerabili.
Dunque un HS non separabile non e sperimentalmente ri
ostruibile e non
puo far parte di una des
rizione oggettiva del sistema si
o S .
180
Data una base j1i e j2i di vettori linearmente indipendenti, per denizione
ogni altro vettore j i si puo s
rivere
j i = z1 j1i + z2 j2i ;
on z1 e z2 numeri
omplessi. Se z1 6= 0 , allora j i e
j 1 i = j1i + z j2i ; z = zz2
1
appartengono ad un uni
o raggio, univo
amente identi
ato dal numero
omplesso z . Per
oprire an
he il
aso z1 = 0 , assumiamo z2 6= 0 (il
aso in
ui sia
z1
he z2 si annullano
orrisponde al vettore nullo e va es
luso) e
onsiderariamo
il vettore
j 2 i = w j1i + j2i ; w = zz1 :
2
Evidentemente j i = z2 j 2 i , per
ui j 2 i appartiene allo stesso raggio di j i .
Se w 6= 0 , allora j i , j 1 i e j 2 i stanno tutti e tre nello stesso raggio, univo
amente identi
ato da w = z 1 . Dunque lo spazio dei raggi
oin
ide
on il piano
omplesso proiettivo, la
osiddetta \sfera di Riemann",
he viene usualmente
denotato
on CP 1 ( 1-dimensional Complex Proje
tive spa
e). La relazione
on
la sfera S 2 , identi
ata
on il luogo dei punti in R3 equidistanti dall'origine
( x21 + x22 + x23 = 1 ), si ottiene attraverso le proiezioni stereogra
he, ad esempio
quella dal polo nord (0; 0; 1)
1
(x1 ; x2 ; x3 ) =
(2 Re z; 2 Im z; 1 jz j2) :
1 + jz j2
j i =
mn
mn j
0 :
mi n
Lo spazio di Hilbert HS[S 0
os ri
ostruito
oin
ide per
io
on il prodotto tensoriale HS
HS 0 dei due spazi iniziali.
L'operazione di
omposizione di due sistemi si
i puo essere ripetuta piu volte, risultando in sistemi molto
omplessi a partire da sistemi
\sempli
i",
ioe dotati di po
he osservabili fondamentali. Vi
eversa, dato
un sistema si
o piu o meno
omplesso, ma
omunque
aratterizzato da
una
erta individualita, risulta naturale
er
are di \de
omporlo" in sistemi
piu sempli
i, fa
ilitando
os enormemente la determinazione di opportuni
insiemi
ompleti di osservabili
ompatibili, ovvero la ri
ostruzione del
orretto spazio di Hilbert degli stati puri. La si
a \fondamentale" si o
upa
proprio del problema di ridurre ogni sistema si
o alle sue
omponenti
piu sempli
i possibili: dai sistemi ma
ros
opi
i alle mole
ole, quindi agli
atomi, poi alle parti
elle atomi
he, a quelle nu
leari e inne a quelle subnu
leari, in una rin
orsa
he al giorno d'oggi sembra essersi
on
lusa nel
osiddetto modello standard, almeno per quanto riguarda i ris
ontri sperimentali. E tuttavia
urioso notare
ome, lungo questa strada \riduzionista", la ne
essita di integrare nella me
ani
a quantisti
a i prin
ipi della
relativita ristretta di Einstein abbia determinato una
risi proprio della
visione \a parti
elle" (an
he se soggette alla me
ani
a ondulatoria) della
materia, a favore di una visione uni
ata in termini di
ampi quantizzati sia per la materia
he per la radiazione. Da questo punto di vista il
pro
esso riduzionista nis
e per non ridurre aatto, dato
he un
ampo
(quantizzato e non) possiede
omunque un numero enorme (prati
amente
innito) di gradi di liberta e di
onseguenza un numero enorme di osservabili fondamentali. Queste
onsiderazioni
i portano tuttavia ben al di la
dello s
opo di questo libro, per
ui non le approfondiremo ulteriormente.
D'altra parte, all'interno della si
a non relativisti
a risulta quasi sempre
su
iente l'appro
io riduzionista piu diretto, in base al quale il generi
o
sistema si
o S e
omposto da sistemi elementari, generi
amente
hiamati parti
elle, per i quali osservabili fondamentali sono il momento, la
posizione e al piu po
he altre osservabili dis
rete e limitate, quali lo spin
e l'isospin (si veda ai
app. 8 e 9). Di
onseguenza lo spazio di Hilbert di
una singola parti
ella e isomorfo a L2 (R3 ) o al massimo a L2 (R3 )
C n ,
on n numero intero piuttosto pi
olo, per
ui HS risulta isomorfo al
prodotto tensoriale di varie
opie di L2 (R3 ) e di uno spazio di Hilbert
nito-dimensionale.
183
j i=
k + j ?i ;
P^a =
n
n X
X
j =1 k=1
ja; j i M
1
jk
ha; kj ;
h j i
Va sottolineato
he questa formula, dovendo rappresentare una probabilita,
he e un numero reale per ogni j i 2 HS , ri
hiede espressamente
he P^a sia autoaggiunto. Qualora i vettori ja; j i siano stati opportunamente ortonormalizzati, Mjk = jk , la stessa probabilita diventa
n
X
j ha; j j i j2 ;
pa =
j =1
h j i
tamente operativo, un su iente potere risolutivo per distinguere a da a0 ; questo e banalmente vero nel aso delle funzioni aratteristi he, ovvero delle proiezioni ortogonali:
186
187
j i in HS .
E^A (b) =
dE^ (a) ;
Postulato II
Ogni osservabile A di S e rappresentata da un operatore
lineare autoaggiunto A^ su HS .
Postulato III
Se j i e un vettore di HS rappresentativo del raggio
orrispondente allo stato puro in
ui si trova il sistema S al momento della misurazione dell'osservabile A ,
allora la probabilita di ottenere un valore
ompreso nel
sottoinsieme boreliano b e data da
h j E^A(b) j i ;
(7.13)
PrA (bj ) =
h j i
(7.14)
Pr( ! 0 ) = j 0 i j2 :
A questa espressione viene
omunemente dato il nome di probabilita
di transizione dallo stato des
ritto da j i a quello des
ritto da j 0i .
Va ri
ordato pero
he essa fa riferimento soltanto al possibile risultato di
un esperimento in
ui si misura quell'osservabile
he possiede j 0 i
ome
autovettore
on autovalore 1 , ed il
omplemento ortogonale di j 0 i
ome
autospazio
on autovalore 0 .
Al variare dei raggi
he
ontengono j i e j 0 i in tutto lo spazio
proiettivo HS =C , le probabilita (7.14) rappresentano la totalita del
ontenuto si
o,
ioe sperimentalmente veri
abile, dello spazio di Hilbert dei
vettori di stato. Il
ontenuto si
o della me
ani
a quantisti
a sta dunque
nella struttura metri
a dello spazio dei raggi HS =C . La nozione di distanza d(r1 ; r2 ) tra due punti r1 e r2 di HS =C dis
ende naturalmente
dall'Eq. (7.14), ad esempio nella forma
2 1=2
j
h
1j 2i j
d(r1 ; r2 ) = 1
h 1j 1i h 2j 2i ;
funzione d(r1 :r2 ) denis
e una distanza sulla sfera S 2 . Qual e la relazione
on la metri
a indotta su S 2 dall'usuale immersione x2 + y2 + z 2 = 1 nello
spazio Eu
lideo R3 ?
In denitiva, dunque,
io
he viene misurato negli esperimenti e proprio
la distanza fra i raggi di HS , la quale quanti
a la diversita dei vari stati
puri di S .
h j i
h j i
A = h(A hAi
ovvero, in termini di A^ e j i ,
)2
i = hA2 i hAi2 ;
i1=2
h j A^2 j i h j A^ j i2
dove per brevita si e assunto
he j i e normalizzato, h j i = 1 . Si
A =
i1=2
ommutatore
[A^ ; B^ A^B^
B^ A^
0 0
a ; B^ ja; i = 0 :
La diagonalizzazione di B^ non
omporta quindi al
un mes
olamento di
autovettori di A^
orrispondenti ad autovalori diversi, e si ridu
e ad una
riduzione della degenerazione indi
izzata da ,
ioe alla relazione (7.17).
Ma allora A = B = 0 per qualunque
oppia di valori degli spettri
delle due osservabili,
he sono per
io
ompatibili. In denitiva, abbiamo
veri
ato
he due osservabili (dis
rete e limitate) sono
ompatibili se e
solo se i
orrispondenti operatori autoaggiunti
ommutano. L'estensione
di questa fondamentale proprieta ad osservabili illimitate e/o dotate di
spettro
ontinuo ri
hiede solo un minimo di
autela. Il dis
orso appena fatto e
hiaramente ripetibile per le rispettive funzioni
aratteristi
he
EA (a) e EB (b) e relative famiglie spettrali E^A (a) e E^B (b) ,
he sono
per
ostruzione operatori limitati e
on spettro dis
reto. D'altronde la
194
= A
1 = A
1 :
H1
H1
H2
Analogamente, per una osservabile B solo di S2 si avra
A(1) := A
B (2)
Dato
he
:= B
H1
H2
=1
H2
=1
B :
jh j [A ; B j ij :
La diseguaglianza (7.18) e nota
ome relazione di indeterminazione
(generalizzata) e rappresenta l'espressione matemati
a del prin
ipio di
(7.18)
1
2
7.3.4. Insiemi
ompleti di osservabili
ompatibili (II). Abbiamo appena visto
ome un'osservabile B
ompatibile
on un'altra data
osservabile A serva a ridurre l'eventuale degenerazione degli autovalori
di quest'ultima. Si intende
he A e B sono osservabili indipendenti,
nel senso
he un pre
iso valore assunto da una non ssa ne
essariamente
il valore dell'altra. In
aso
ontrario B sarebbe una funzione di A , e
la sua
onos
enza non aggiungerebbe al
una informazione sullo stato del
sistema. Il pro
esso di riduzione della degenerazione puo evidentemente
ontinuare, prendendo in
onsiderazione un'ulteriore osservabile C
ompatibile sia
on A
he
on B ed indipendente da esse, e via di seguito.
Abbiamo gia dis
usso questa situazione al paragrafo 7.1.1 e potremmo
ripetere la trattazione parola per parola: ora per osservabili
ompatibili
intendiamo operatori autoaggiunti e
ommutanti, mentre la ri
hiesta di
indipendenza signi
a
he nessuna delle osservabili puo venire espressa
ome funzione delle altre (funzioni di operatori
ommutanti non sorono
di al
una ambiguita di ordinamento e quindi
orrispondono esattamente
alla nozione intuitiva di relazione funzionale tra diversi risultati numeri
i
di esperimenti). An
he la nozione di
ompletezza di un dato insieme di
osservabili
ompatibili ri
eve ora una pre
isa
aratterizzazione matemati
a. Il pro
esso di ranamento della nostra informazione sullo stato del
sistema termina quando la degenerazione degli autovalori viene
ompletamente rimossa: un insieme A1 ; A2 ; : : : ; An di osservabili
ompatibili e
ompleto se e solo se ad un ssata n-upla di autovalori (a1 ; a2 ; : : : ; an )
orrisponde un sottospazio monodimensionale di autovettori. Se ora
onsideriamo un'ulteriore osservabile An+1
he
ommuta
on tutte le pre
edenti, essa deve essere diagonale sulla base degli autostati simultanei di
A1 ; A2 ; : : : ; An . Nel
aso estremo essa puo avere autovalori an+1 tutti
197
distinti, ma tutte distinte sono per
ostruzione an
he le n-uple di autovalori (a1 ; a2 ; : : : ; an ) , per
ui deve ne
essariamente esistere una relazione
funzionale all'interno della (n + 1)-upla (a1 ; a2 ; : : : ; an+1 ) . In altri termini, An+1 e una funzione di A1 ; A2 ; : : : ; An . Vi
eversa, se i valori sperimentalmente osservati di An+1 non sono
al
olabili
on
ertezza, pur
sapendo
he il sistema e stato preparato nell'uni
o stato
orrispondente a
(a1 ; a2 ; : : : ; an ) , allora An+1 > 0 , tale stato non e autostato di An+1
e quindi An+1 non puo
ommutare
on tutte le osservabili pre
edenti,
ontrariamente all'ipotesi.
Una volta stabilito quale e lo spazio di Hilbert HS adatto per la
des
rizione di un dato sistema si
o S , risultano deniti an
he tutti i
possibili insiemi
ompleti di osservabili
ompatibili, nel senso matemati
o
del termine. In generale pero, soltanto un numero piuttosto ristretto di
tali insiemi possiede una interpretazione operativa reale. Basti pensare
he, almeno in linea di prin
ipio, esistono moltepli
i insiemi di osservabili
ompatibili
omposti da una sola osservabile. In eetti, essendo per ipotesi
HS separabile, si possono
ostruire inniti operatori autoaggiunti dotati
di uno spettro dis
reto
omposto da autovalori non degeneri: e su
iente
s
egliere una base ortonormale arbitraria, gli autovettori, e ssare in modo
altrettanto arbitrario una sequenza di numeri reali tutti distinti, da identi
are
on gli autovalori. Tuttavia, e
ezion fatta per sistemi idealizzati
parti
olarmente sempli
i, si tratta di osservabili solo in senso matemati
o, poi
he risulta prati
amente impossibile individuare le
orrispondenti
osservabili nel senso operativo del termine. Lo stesso vale an
he per la
maggior parte degli insiemi
ompleti di operatori autoaggiunti.
In generale, il numero di osservabili operativamente identi
ate di un
insieme
ompleto e
ompatibile dipende, oltre
he dalla natura del sistema si
o in esame, an
he dalle disponibilita sperimentali. Un esempio
tipi
o e quello dell'elettrone: nei primi anni della me
ani
a quantisti
a
era
onvinzione
he si trattasse del prototipo del punto materiale quantome
ani
o, per il quale le tre
omponenti della posizione formassero
un insieme
ompleto di osservabili
ompatibili. Tuttavia l'evidenza sperimentale su
essiva (eetto Zeeman, struttura ne et
.) ha ampiamente
dimostrato
he il sottospazio
orrispondente ad un dato valore di (x; y; z )
non e monodimensionale, ma bidimensionale (tale sottospazio va inteso
in senso generalizzato, essendo lo spettro della posizione
ontinuo). Per
ridurre del tutto la degenerazione e quindi ne
essaria una ulteriore osservabile, ad esempio la terza
omponente Sz dell'operatore di spin S ,
he
non possiede analogo
lassi
o. Come vedremo in seguito, gli autovalori di
Sz sono due sz = ~=2 , e la quadrupla (x; y; z; sz ) individua, in senso
generalizzato, un uni
o stato puro (almeno allo stato attuale della nostra
onos
enza sperimentale). Va ri
ordato, in ogni
aso,
he lo spazio
198
199
Se
ondo il postulato I, ad ogni stato puro del sistema si
o S
orrisponde un raggio dello spazio di Hilbert HS , ovvero un insieme di vettori normalizzati
he dieris
ono solo per un irrilevante fattore di fase.
A sua volta un raggio identi
a un pre
iso sottospazio monodimensionale
di HS , ovvero una proiezione ortogonale monodimensionale su HS (
ioe
tale
he all'autovalore 1
orrisponde un sottospazio monodimensionale).
Dunque ogni stato puro e rappresentato dal proiettore
(7.19)
% j ih j ;
dove j i e un vettore normalizzato
he appartiene al sottospazio monodimensionale
orrispondente a . Si di
e
he j i e un vettore rappresentativo del raggio % . Va
omunque sottolineato
he l'espressione (7.19) non
dipende dalla fase di j i . A questo punto e
hiaro
he possiamo far
adere
la distinzione tra stati puri in senso operativo e loro rappresentazione
matemati
a, per
ui spesso ometteremo il susso : gli stati puri del sistema sono i raggi di HS , ovvero i proiettori ortogonali monodimensionali
su HS .
An
he il postulato III puo essere riformulato in termini di proiettori,
introdu
endo l'operazione di tra
ia sugli operatori lineari su HS . Se
X e un operatore e fjni ; n = 1; 2; : : :g una base ortonormale di HS ,
allora gli elementi di matri
e di X si s
rivono
Xmn = hmj X jni
e la tra
ia Tr X
onsiste nella somma degli elementi diagonali
X
X
(7.20)
Tr X =
Xnn = hnj X jni :
n
Si tratta ovviamente di espressioni formali, dato
he generalmente la somma
ontiene inniti termini e l'esistenza degli stessi elementi di matri
e
dipende dal dominio di denizione di X e dalla base s
elta. Se Tr X
esiste nito, allora X si di
e di
lasse tra
ia e Tr X non dipende dalla
200
ih jX = h jX j i :
Nel linguaggio delle tra
e e dei proiettori, il postulato III aerma
he, se
% e lo stato puro del sistema S , allora la probabilita di ottenere,
ome
risultato della misurazione dell'osservabile A , un risultato
ompreso nel
sottoinsieme boreliano b vale
(7.21)
PrA (bj ) = Tr % E^A (b) :
In parti
olare la probabilita di transizione (7.14) tra due stati puri %1 e
%2 si s
rive ora
Pr(%1 ! %2 ) = Tr %1 %2 = j h
j 2 i j2
dove l'ultima espressione vale una volta s
elti due vettori rappresentativi
degli stati puri %1 e %2 .
Dobbiamo ora osservare
he gli stati puri, in quanto stati sperimentali
he ra
olgono il massimo di informazione possibile sul sistema, non sono
in prati
a fa
ilmente preparabili. La situazione piu generale e quella in
ui l'informazione ottenuta non e massimale, per
ui diversi stati puri
sono
ompatibili
on i risultati di una data
ombinazione di esperimenti
di prima spe
ie. In questo
aso dobbiamo fare ri
orso ad una des
rizione
statisti
a del sistema, in modo analogo a
ome in me
ani
a
lassi
a si
introdu
e una distribuzione di probabilita sullo spazio delle fasi. Si parla
allora di mis
ele statisti
he al posto degli stati puri.
Questa
ir
ostanza ri
hiede una modi
a minima nel formalismo appena introdotto. Si supponga
he, in base all'informazione ra
olta, lo
stato del sistema possa essere des
ritto alternativamente dal vettore j 1 i
on probabilita w1 , oppure da j 2 i
on probabilita w2 , da j 3 i
on
probabilita w3 , e via di
endo. I vettori fj j i ; j = 1; 2; : : :g si intendono
linearmente indipendenti, normalizzati, non ne
essariamente ortogonali e
possibilmente inniti in numero. Inoltre, per denizione di probabilita,
avremo
he
X
0 wj 1 ;
wj = 1 :
j
Possiamo aermare
he il sistema si trova
on probabilita wj nello stato puro %j = j j ih j j . Allora lo stato del sistema e des
ritto dalla
201
j i wj h j j
he viene solitamente
hiamata matri
e statisti
a o matri
e di densita. Si noti
he questa
ombinazione lineare,
on
oe
ienti nonnegativi,
e fatta al livello degli stati %j e non dei vettori di stato j ij . D'altro
lato il prin
ipio di sovrapposizione lineare aerma
he (modulo eventuali regole di superselezione: vedi x7.5) esiste uno stato puro del sistema
orrispondente ad una qualunque
ombinazione lineare
X
(7.23)
j i =
j j j i ;
j
j j j2 %j +
i=
6 j
j ii i j h j j
202
Si noti
he l'espressione (7.24) e del tutto generale; infatti, se A
oin
ide
on la funzione
aratteristi
a di un'altra osservabile A0 su un
erto
sottoinsieme boreliano, vale a dire
on la
orrispondente proiezione ortogonale, la (7.24) si ridu
e alla denizione della probabilita di osservare un
valore di A0
ompreso in quell'intervallo.
Per quanto riguarda la deviazione standard di A nello stato % , abbiamo ora
(A)2 = Tr %(A^ hAi)2 = (q A)2 + (
l A)2 ;
dove
X
(q A)2 =
wj (A)2j
j
wj h
j j (A
hAij )2 j j i
e la media delle deviazioni quadrati
he di origine puramente quantome
ani
a, e quindi rappresenta una misura delle
uttuazioni
oerenti dell'osservabile A , mentre
X
(
l A)2 = wj (hAij hAi)2
j
e la deviazione quadrati
a dei valori medi hAij ,
he dis
ende dalla statisti
a puramente
lassi
a e
aratterizza per
io le
uttuazioni in
oerenti di
A.
Cos
ome denita, la matri
e di densita gode di tre proprieta fondamentali,
he sono
%y = % ; % 0 ; Tr % = 1 :
(7.25)
ij
203
%=
juni pn hunj :
%2 =
204
dove
pij =
jk ik :
Problema 7.4-1. Si veri
hi
he,
os
ome denito, questo operatore % soddisfa le tre propieta (7.25).
Osserviamo dunque
he, ntanto
he siamo interessati soltanto alle osservabili di S , lo stato puro j ih j del sistema
omposto e equivalente alla
mis
ela statisti
a % per S . Questo eetto e dovuto alla nostra ignoranza,
ompleta e di
hiarata, riguardo alla parte S 0 , sul
ui spazio di Hilbert
dobbiamo per
io prendere la tra
ia. Si tratta di una tra
ia parziale
Tr S 0 per quanto riguarda lo spazio di Hilbert
omplessivo HS[S 0 :
X
% = Tr S 0 j ih j h0j j ih j0j i :
j
soddisfare ai requisiti (7.1) e (7.2). Questa denizione puo essere riformulata in modo equivalente in termini delle funzioni
aratteristi
he EA (b)
dei sottoinsiemi boreliani di R : asso
ia ad ogni E = EA (b) un numero
reale hE i
on le proprieta (si noti
he EA (;) = 0 e EA (R) = 1 , 8A )
(7.28)
0 hE i 1 ;
h0i = 0 ; h1i = 1
e, non appena E e E 0 hanno supporto disgiunto,
(7.29)
E + E 0 = hE i + E 0 :
Ri
ordiamo ora
he, se
ondo il postulato II, le osservabili sono rappresentate da operatori autoaggiunti su HS , ovvero
he ad ogni funzione
aratteristi
a E = EA (b) (
ioe ad ogni esperimento di tipo \si o no")
orrisponde una proiezione spettrale6 E^ su un qual
he sottospazio di HS .
Dunque la rappresentazione matemati
a di uno stato deve essere un
funzionale a valori reali hi sull'insieme di tutte le proiezioni ortogonali
su HS
on le proprieta equivalenti alle (7.28) e (7.30), vale a dire
(7.30)
0 hE^ i 1 ;
h0i = 0 ; h1i = 1
e, non appena E^ e E^ 0 sono ortogonali,
(7.31)
hE^ + E^ 0 i = hE^ i + hE^ 0i :
206
Regole di superselezione
prin
ipio di sovrapposizione,
he prendono il nome di regole di superselezione. Esse
orrispondono all'a
ertata impossibilita (almeno sino
ad ora) di identi
are le osservabili la
ui misurazione di prima spe
ie
permetta di preparare determinati tipi di stati puri. Ad esempio, non e
attualmente noto
ome preparare stati puri des
ritti da
ombinazioni lineari di vettori di stato
on diversi autovalori della
ari
a elettri
a. Quindi,
se e vero
he un insieme
ompleto di osservabili
ompatibili permette, attraverso il prin
ipio di sovrapposizione lineare, di ri
ostruire lo spazio di
Hilbert HS , non e sempre vero
he il
orrispondente spazio dei raggi
HS =C rappresenti esattamente l'insieme di tutti gli stati puri di S . Per
essere vero, e ne
essario
he per qualunque raggio di HS si possa identi
are un insieme
ompleto di osservabili
ompatibili misurando le quali sia
possibile preparare il
orrispondente stato puro di S . L'esperienza sperimentale indi
a inve
e
he esistono determinate osservabili Q1 ; Q2 ; : : : ,
dotate di spettro dis
reto,
he sono
ompatibili
on tutte le osservabili di
S e quindi fanno parte di tutti gli insiemi
ompleti di osservabili
ompatibili si
amente realizzabili. In altri termini ogni stato puro di S e
un autostato di queste osservabili,
he prendono il nome di
ari
he di superselezione, e non esistono stati puri in
ui esse non abbiano un valore
denito. Ne segue
he
ombinazioni lineari di vettori
orrispondenti ad
autovalori dierenti di Q1 ; Q2 ; : : : non des
rivono stati puri di S , dato
he la loro preparazione sarebbe possibile solo tramite osservabili
he non
ommutano
on le
ari
he di superselezione.
La struttura si
amente
orretta dello spazio di Hilbert HS risulta allora essere la seguente: HS e suddiviso in settori di superselezione
HS(q1;q2;:::)
aratterizzati dai diversi autovalori q1; q2; : : : delle
ari
he Q1,
Q2 ; : : : . Mentre all'interno di
ias
un settore il prin
ipio di sovrapposizione lineare vale in maniera in
ondizionata, esso non vale tra dierenti settori: se j 1 i e j 2 i appartengono a due diversi settori, allora
j i =
1 j i +
2 j 2i non des
rive al
un nuovo stato puro del sistema S .
Infatti i settori di superselezione non sono tra loro
omuni
anti, nel senso
he non esistono osservabili
on elementi di matri
e non-nulli tra dierenti
settori: h 1 j A j 2 i = 0 , per qualsiasi osservabile A (ovviamente esistono
moltepli
i operatori autoaggiunti
on tali elementi di matri
e non-nulli,
ma essi non
orrispondono ad al
una osservabile nel senso operativo del
termine). Quindi il valor medio di A , nell'ipoteti
o stato puro des
ritto
da j i =
1 j i +
2 j 2 i , vale (si assumano i vettori normalizzati)
h j A j i = j
1 j2 h 1 j A j 2 i + j
2 j2 h 2 j A j 2 i ;
ioe lo stesso
he nello stato misto % = j
1 j2 j 1 ih 1 j + j
1 j2 j 2 ih 2 j .
Quindi j ih j non e si
amente distinguibile da % e non
orrisponde
207
ad un nuovo stato puro di S . In base a questa osservazione,
on
ludiamo
he diversi settori di superselezione possono essere
ombinati solo
in
oerentemente, ovvero se
ondo i prin
ipi della statisti
a
lassi
a. Per
ontro, all'interno di
ias
un settore di superselezione HS(q1 ;q2 ;:::) il prin
ipio di sovrapposizione lineare
ontinua a valere in modo in
ondizionato,
determinando la tipi
a
oerenza quantome
ani
a degli stati puri.
208
Rappresentazioni e trasformazioni
to un insieme
ompleto di osservabili
ompatibili, A1 ; A2 ; : : : ; An , i
orrispondenti autovalori a1 ; a2 ; : : : ; an servano
ome indi
i per una base
ortonormale dello spazio di Hilbert HS (eventualmente intesa in senso
generalizzato). Per abbreviare la notazione, indi
hiamo sinteti
amente
on l'indi
e generalizzato l'intera
ollezione a1 ; a2 ; : : : ; an , e
orrispondentemente
on ji un generi
o vettore della suddetta base ortonormale.
L'ortonormalita della base fjig si s
rive allora
hj 0 = 0 ;
dove il simbolo 0 puo
ontenere an
he di Dira
. La
ompletezza di
fjig si esprime attraverso la
osiddetta risoluzione
ompleta dell'identita asso
iata alle osservabili A1 ; A2 ; : : : ; An :
1
jihj ;
j i=
jihj :
i:
ji ! ei ji
determina evidentemente la trasformazione
(7.32)
()
!e
i
()
stato puro des
ritto da j i , la misurazione
ontemporanea delle osservabili A1 ; A2 ; : : : ; An dia a1 ; a2 ; : : : ; an
ome risultato (naturalmente questa probabilita va intesa
ome densita di probabilita nel
aso di spettri
ontinui). Dunque () rappresenta una ampiezza di probabilita, ovvero un
numero
omplesso il
ui modulo quadrato e una (densita di) probabilita.
In parti
olare la
orretta normalizzazione ri
hiede
he
X
j ()j2 = 1 :
Nell'uso prati
o i
on
etti di vettori di stato e funzioni d'onda sono inter
ambiabili. Non va dimenti
ato tuttavia
he mentre quella di vettore di
stato e una nozione astratta, quella di funzione d'onda ri
hiede una
on
reta rappresentazione dello spazio di Hilbert HS basata su un determinato
insieme
ompleto di osservabili
ompatibili.
Data una tale rappresentazione, possiamo realizzare espli
itamente
an
he tutti gli operatori lineari su HS , e quindi tutte le osservabili. In effetti, un generi
o operatore X risulta univo
amente determinato dai suoi
elementi di matri
e in una qualunque base. Nel
aso della base ortonormale fjig questi si s
rivono hj X j0 i e l'azione di X sulle funzioni
d'onda e data da
X
(X )() hj X j i =
hj X 0 0 i
0
hj X 0 (0 ) :
Rappresentazioni e trasformazioni
j i=
j i h j i
h j i =
(7.33)
fjig , otteniamo
h j i hj i ;
hj i h j 0 = hj 0 = 0 :
Vi
eversa, dato un operatore U unitario su HS (
ioe un operatore lineare
he
onserva il prodotto s
alare: hU j Ui = h j i ; 8 ; 2 HS ),
ad esso
orrisponde un
ambiamento di base, da una base ortonormale
fjig alla base, pure ortonormale, fU jig . Si noti
he se fjig e una
base in senso generalizzato, l'operazione ji ! U ji va opportunamente
denita. Il risultato, in ogni
aso, e an
ora una base generalizzata. Se
inve
e fjig e una base in senso stretto, e quindi per denizione numerabile, allora an
he la nuova base fU jig lo e. Tra le due basi,
omunque,
esiste una
orrispondenza biunivo
a, per
ui la trasformazione generata
da U ammette sia una interpretazione attiva
he una passiva. Se
ondo la
visione attiva
ambia il vettore mentre le
omponenti,
he denis
ono la
funzione d'onda, restano invariate:
j i=
jihj
!Uj i=
U jihj :
jihj
j i hj i ;
j i h j i :
Nel primo
aso risulta denito dalla (7.34) un operatore unitario U , mentre nel se
ondo U e antiunitario. E fa
ile
onvin
ersi
he un operatore
antiunitario U si puo sempre s
rivere
ome prodotto V K di un operatore
unitario V per un ssato operatore antiunitario K : ad esempio, dalla relazione (7.35) risulta evidente
he K puo essere individuato nell'operatore
di
oniugazione
omplessa relativo alla base fjig :
Kj
i=K
jihj =
ji hj i :
Se
ondo un importante teorema, dovuto a Wigner, le due possibilita appena
itate sono esaurienti. Anti
ipiamo qui la formulazione piu generale,
212
Rappresentazioni e trasformazioni
E bene sottolineare
he, a questo livello, si tratta soltanto di un
ambiamento di rappresentazione: l'operatore X resta invariato e
ambiano solo
i suoi elementi di matri
e,
ioe la trasformazione e intesa in senso passivo.
Naturalmente, nel
aso in
ui esista una
orrispondenza biunivo
a tra i
vettori delle due basi fjig e fj ig , an
he l'interpretazione attiva e possibile e,
ome abbiamo appena visto, sullo spazio di Hilbert HS risulta
denita una trasformazione di simmetria, implementata da un operatore
unitario o antiunitario U . In tal
aso an
he gli operatori possono essere
attivamente trasformati se
ondo la regola
X ! X 0 = U y XU :
213
Rappresentazioni e trasformazioni
le fasi relative vanno ssate per pre
isare
ompletamente la rappresentazione). Si noti
he in questo
aso HS viene ri
ostruito direttamente
nella rappresentazione della posizione. Ogni vettore j i si esprime
ome
sovrapposizione lineare dei vettori jni ,
1
X
jni hnj i ;
j i=
n= 1
dove n hnj i e la
orrispondente funzione d'onda. La
ondizione di
normalizzabilita
1
X
j n j2 < 1
n= 1
ed il prodotto s
alare
1
X
n n
hj i =
n= 1
mostrano
he HS
oin
ide
on `2 , lo spazio di Hilbert delle serie a
quadrato sommabile.
Per re
uperare la des
rizione della parti
ella sulla retta reale, dobbiamo
onsiderare il
osiddetto \limite
ontinuo", nel quale a ! 0 . Per
esempio, possiamo
onsiderare una su
essione di reti
oli
ongruenti ottenuti per dimezzamento ripetuto del passo reti
olare: a ! a=2 , per
ui
dopo s dimezzamenti avremo a = 2 s a0 ,
on a0 il passo reti
olare iniziale. Nelle misure di lunghezza di ogni giorno la base e 10 anzi
he 2 , ma
il
on
etto e lo stesso. Il limite s ! 1
ostituis
e in ogni
aso una idealizzazione, dato il potere risolutivo ne
essariamente nito di ogni strumento
di misura. D'altro lato tale limite rende possibile una des
rizione \universale" del moto quantome
ani
o della parti
ella,
ioe una des
rizione
svin
olata dalla parti
olare dis
retizzazione s
elta, e quindi an
he dalle
appare
hiature sperimentali eettivamente a disposizione.
Nel limite
ontinuo la posizione q a
quista uno spettro
ontinuo dato
he, ponendo x = na , ogni ssato valore di x viene approssimato arbitrariamente bene se a ! 0 e n ! 1 . Per quanto riguarda il limite dello
spazio di Hilbert, si
onsideri il prodotto s
alare:
1
X
a(a 1=2 n )(a 1=2 n ) :
hj i =
n= 1
Con le sostituzioni (piuttosto formali ma intuitivamente ovvie)
Z +1
1
X
dx : : : ; a 1=2 n ! (x) hxj i ;
a::: !
1
n= 1
215
otteniamo
hj i =
Z +1
(x) (x)
1
e
ioe l'espressione del prodotto s
alare in L2 (R) . Per
on
ludere rigorosamente
he L2 (R) e proprio il limite
ontinuo di `2 dovremmo veri
are
he la misura sulla retta reale ottenuta quando a ! 0 e proprio quella
di Lebesgue. Questo esula pero dai nostri s
opi, per
ui
i limiteremo
a
onsiderazioni formali. In ogni
aso, l'affermazione
he `2 ! L2 (R)
equivale ad aermare
he il generi
o vettore normalizzabile j i possiede
un limite per a ! 0 , senza bisogno di moltipli
arlo per potenze di a .
In altri termini, j i e adimensionale. Ma poi
he abbiamo appena visto
he la funzione d'onda ri
hiede un fattore dimensionale a 1=2 , dobbiamo
on
ludere
he tale fattore va assegnato agli autovettori della posizione:
a
ovvero
1=2
= a
1=2
hnj j i ! hxj i ;
da una
amera a lo. Per tale esempio il limite
ontinuo des
rive la situazione si
amente impossibile di una
amera a lo innitamente tta. Ma non e per una
amera a
lo reale
he dobbiamo
onsiderare il limite
ontinuo, bens per una
amera a lo immaginaria da riguardare
ome modellizzazione astratta (ed oltre
erti limiti arbitraria)
dello spazio si
o. Ovviamente un'appare
hiatura immaginaria non
i permette di fare
delle osservazioni reali. D'altro
anto, le osservazioni reali delle pi
olissime distanze,
ondotte
on l'ausilio degli a
eleratori di parti
elle (ed interpretate alla lu
e della teoria quantisti
a dei
ampi), dimostrano
he se lo spazio e un reti
olo iper
ubi
o, il passo
reti
olare a e molto piu pi
olo delle s
ale atomi
he e subatomi
he. Quindi, per la
des
rizione quantome
ani
a di singole parti
elle, il limite a ! 0 e piu
he ragionevole.
216
Rappresentazioni e trasformazioni
r 2 ZD g
(7.42)
T (ra) T (r 0 a) = T ((r + r0 )a) :
La notazione TD o TD
a rende
onto del fatto
he, una volta espresso il vettore u
ome
ombinazione lineare dei versori
oordinati e1 =
(1; 0; : : : ; 0) , e2 = (0; 1; : : : ; 0); : : : eD = (0; 0; : : : ; 1) , vale a dire u =
PD
j =1 uj ej , ogni traslazione si s
rive
ome prodotto di traslazioni lungo
gli assi
oordinati
T (u) = T (u1 e1 ) T (u2 e2 ) : : : T (uD eD ) :
E inoltre evidente
he TD
ome insieme
oin
ide
on lo spazio originale
RD : la notazione TD rende solo espli
ita la struttura gruppale delle D uple di numeri reali sotto addizione. Lo stesso dis
orso vale per TD
a e le
217
D-uple di interi relativi. In parti
olare si noti
he ogni traslazione dis
reta
T (ra) in una qualsiasi delle direzioni
oordinate si ottiene
ome potenza
r-esima della traslazione di un passo reti
olare a in quella direzione: se
r = (r; 0; : : : ; 0) , allora T (r a) = [T (ae1 )r . Il
aso piu sempli
e e quello
monodimensionale D = 1 , per il quale la notazione vettoriale e sovrabbondante: per ogni r 2 Z , T (ra) = T (a)r , dove T (a) e la traslazione di
un passo reti
olare verso destra.
D
L'azione di TD su RD o di TD
a su aZ si estende naturalmente ad
un'azione sulle osservabili di posizione q
(7.43)
T (u) : q ! q + u
e l'equivalenza tra le osservabili originarie e quelle trasformate si tradu
e
in una relazione di simmetria per i rispettivi spazi di Hilbert. Ad esempio
T (ra) agis
e in modo ovvio su uno stato lo
alizzato nella
ella n-esima:
(7.44)
T (ra) : jnihnj ! jT (r a)nihT (r a)nj = jn + rihn + rj
e las
ia senz'altro invariate le relazioni di ortonormalita della base fjnig :
hT (ra)nj T (ra)n0 = hn + rj n0 + r = n(D+)r n0+r = n(Dn)0 = hnj n0 :
Analoghe relazioni esistono nella versione
ontinua,
on gli stati idealizzati
jxi hxj e le traslazioni
ontinue T (u) .
In a
ordo
on il teorema di Wigner, T (u) e rappresentata da un operatore unitario T^(u) (il
aso antiunitario e es
luso per
he le traslazioni di
RD sono
onnesse in modo
ontinuo alla trasformazione identi
a T0 ,
ui
possiamo sempre asso
iare l'operatore 1 ,
he e unitario). Dalla relazione
(7.44) e dal fatto
he sia jxi
he T^(u) sono
omunque individuati solo a
meno di un fattore di fase, ri
aviamo
(7.45)
jT (u)xi = T^(u) jxi = (x; u) jx + ui ;
dove j (x; u)j = 1 (l'azione di T^(u) si estende poi a tutto HS per linearita). Analogamente, la legge di
omposizione delle traslazioni, Eq. (7.41)
si tradu
e per gli operatori T^(u) nella relazione
(7.46)
T^(u) T^(u0 ) = !(u; u0 )T^(u + u0 ) ;
dove !(u; u0 ) e un altro fattore di fase. Si di
e
he T^ D = fT^(u); u 2
RD g
ostituis
e una rappresentazione per raggi o rappresentazione proiettiva del gruppo di simmetria TD
aratterizzata dai fattori
!(u; u0 ) (vedi
ap. 9 e App. B.1). Per quanto riguarda la fase globale
degli operatori T^u , essa e ssata dalla naturale ri
hiesta T^0 = 1 . Si noti
he nessun problema di fasi esiste nell'azione di T^(u) sulle osservabili:
alla relazione (7.43)
orrisponde la relazione operatoriale
(7.47)
T^(u)y q T^(u) = q + u ;
218
Rappresentazioni e trasformazioni
T (u) : (x)
= (x u) :
Ritornando momentaneamente sul reti
olo monodimensionale aZ , osserviamo
he l'operatore T (a) e fa
ilmente diagonalizzabile. Infatti, per
ogni numero
omplesso k i vettori
X
jki / exp(ikna) jni
n2Z
sono formalmente autovettori di T (a) ,
on autovalore eika , e quindi di
tutti i T (ra) ,
on autovalore eikra . Tuttavia jki esplode esponenzialmente in una delle due direzioni a meno
he k non sia reale, nel qual
aso
j hnj ki j e
ostante. Gli stati jki
on k reale sono detti onde piane,
ed evidentemente non sono normalizzabili. Essi vanno intesi
ome vettori di stato in senso generalizzato. Si osservi an
he
he k e k + 2q=a
denis
ono lo stesso vettore per ogni q 2 Z , per
ui possiamo restringere
il numero d'onda k alla
osiddetta prima zona di Brillouin, vale a dire
(7.50)
k 2 ( =a; =a :
219
n2ZD
dove k n D
j =1 kj nj . Esse sono indi
izzate dai numeri d'onda k =
(k1 ; k2 ; : : : ; kD )
he restringiamo
onvenzionalmente alla prima zona di
Brillouin: kj 2 ( =a; =a .
La non normalizzabilita delle onde piane jki e an
ora una volta dovuta ad un pro
esso di limite. In nessun esperimento reale e possibile tenere
sotto osservazione, alla ri
er
a della parti
ella, una porzione innita di
spazio. Una qualunque appare
hiatura sperimentale possiede una estensione ne
essariamente nita, per
ui possiamo immaginarla immersa in
una regione grande, ma nita dello spazio, imponendo
he la parti
ella si trovi senz'altro da qual
he parte in . Se le dimensioni di questa
regione sono abbastaza grandi, non potremo mai eettuare esperimenti
in grado di distinguere questa situazione da quella in
ui lo spazio a
essibile alla parti
ella e a priori innito. Questo
i permette an
he di
s
egliere la forma di e le
ondizioni al
ontorno nel modo piu
onveniente. La s
elta tipi
a e quella di un iper
ubo di lato L ,
on
ondizioni
periodi
he al
ontorno, per
ui lati opposti dell'iper
ubo sono identi
ati. Il vantaggio di questa s
elta sta nel mantenimento della simmetria
per traslazione. Il pro
esso di limite sopra
itato
onsiste nel
onsiderare
L ! 1 e prende
omunemente il nome di limite infrarosso (il limite
ontinuo viene
hiamato an
he limite ultravioletto), per ragioni
he
saranno presto
hiare.
Se a e diverso da zero, ovvero prima del limite
ontinuo, la regione e
an
ora suddivisa in
elle, per
ui lo spazio si
o risulta di fatto identi
ato
on un reti
olo iper
ubi
o D-dimensionale, nito e periodi
o. Assumendo
he L sia un multiplo dispari di a , L = (2N + 1)a , restringeremo ogni
omponente nj di n di modo
he N nj N . Il numero totale di
elle e evidentemente (2N +1)D = (L=a)D : questo e il numero dei vettori
della base ortonormale fjnig e
oin
ide quindi
on la dimensionalita dello
spazio di Hilbert. Dunque in presenza del
uto ultravioletto a e del
uto infrarosso L , HS e nito-dimensionale ed isomorfo a C (2N +1)D .
Le traslazioni dis
rete T (ra) trasformano an
ora il reti
olo in se
stesso, ma ne
essariamente
(7.52)
T (rL) = 1 ; 8r 2 ZD ;
220
Rappresentazioni e trasformazioni
visto
he una traslazione di L=a passi reti
olari in una qualunque direzione
oordinata riporta ogni
ella in se stessa. Ad esempio, nel
aso
monodimensionale D = 1 , dove la relazione T (ra) = T (a)r rende suf
iente
onsiderare l'azione di T (a) , su stati lo
alizzati non sul bordo
destro avremo
(7.53)
T (a) jni = jn + 1i ;
N nN 1;
mentre per lo stato lo
alizzato sul bordo destro dovra valere
(7.54)
T (a) jN i = j N i :
Questa ultima relazione potrebbe sembrare non abbastanza generale, tenendo
onto della natura intrinse
amente proiettiva delle rappresentazioni in me
ani
a quantisti
a: l'Eq. (7.52) vale per le traslazioni del
reti
olo periodi
o, mentre per gli operatori unitari
he le rappresentano
nello spazio di Hilbert varra in generale la forma proiettiva della stessa,
he
per D = 1 si s
rive T (rL) = !1 , j!j = 1 . Di
onseguenza l'Eq. (7.54)
va modi
ata nella
(7.55)
T (a) jN i = ! j N i :
Analoghe relazioni varranno per
ias
uno dei D sottogruppi di TD
orrispondenti alle traslazioni nelle direzioni
oordinate, per
ui nella versione proiettiva dell'Eq. (7.52)
ompaiono D fattori di fase !j = eij ,
0 j < 2 :
(7.56)
T (rL) = exp(i r)1
Rimandando ai prossimi
apitoli la trattazione di esempi rilevanti di rappresentazioni proiettive delle traslazioni su varieta non sempli
emente
onnesse,
ome e il dominio periodi
o ,
onsideriamo qui solo il
aso
proiettivamente banale !j = 1 . Questa s
elta rientra nella nostra liberta
di approssimare nel modo piu sempli
e possibile lo spazio si
o innito
on
una regione nita. In parti
olare, la relazione T (rL) = 1 impli
a per
l'azione degli operatori di traslazione sui vettori jni e sulle
omponenti
qj della posizione
T (r a) jni = n0 ; n0j = nj + rj mod 2N + 1
T (ra) qj T (ra) = qj + ra mod L :
Inne la relazione (7.52) per gli operatori T (ra) si tradu
e nel seguente
vin
olo per i loro autovalori
exp(iLk r) = 1 ;
il
he forza k ad essere reale e della forma
2
k= ;
L
221
jki = (a=L)D=2
n2
per via della ben nota proprieta delle radi
i ennesime dell'unita:
N
X
n= N
exp
2in
= (2N + 1) 0 :
2N + 1
Nella relazione (7.57) appare una delta di Krone
ker in termini dei numeri
dis
reti ma non interi kj piuttosto
he degli interi j , ma il signi
ato e
lo stesso: essa vale 1 se kj = kj0 e 0 altrimenti.
Dunque la diagonalizzazione delle traslazioni
i fornis
e una nuova
base fjkig ortonormale, ovvero denis
e un
ambio di rappresentazione,
he prende il nome di trasformazione di Fourier dis
reta. La nuova base
fj ig des
rive evidentemente stati
ompletamente delo
alizzati, nei quali
la parti
ella si trova
on la stessa probabilita (a=L)D=2 in qualunque
ella. L'ortogonalita tra due diversi stati di questo tipo e dovuta alle
diverse fasi dell'ampiezza di probabilita di osservare la parti
ella in una
data
ella. Tale ampiezza
oin
ide
on la matri
e unitaria
he denis
e
la trasformazione, vale a dire
on la funzione d'onda di un'onda piana:
hnj ki = (a=L)D=2 exp(ik na) .
La relazione tra le funzioni d'onda nelle due rappresentazioni si s
rive,
in a
ordo
on la regola generale (7.33)
(7.58)
~k = (a=L)D=2
n2
exp( ik na) n :
= (a=L)D=2
k2~
222
exp(ik na) ~k
Rappresentazioni e trasformazioni
dove ~ rappresenta il reti
olo duale di , ovvero la prima zona di Brillouin: nel nostro
aso,
ioe quello di un reti
olo iper
ubi
o, abbiamo sempli
emente ~ = (2=L) 8. Inne, data l'unitarieta della trasformazione
di Fourier, abbiamo
X
X
h j i = h j ni hnj i = h j ki hkj i ;
n2
k2~
per
ui vale la relazione di Plan
herel tra n e ~k ,
X
X
(7.60)
j nj2 = j ~k j2 :
n2
k2~
Nel limite infrarosso L ! 1 (
on a ssato), per ottenere un risultato
diverso da zero e ne
essario moltipli
are jki per LD=2 , ovvero ridenire
jki :
(7.61)
jki ! L D=2 jki ;
per
ui (si
onfronti
on la versione non normalizzata (7.51))
jki = aD=2
n2ZD
Il ris
alamento (7.61) evidenzia il fatto
he le onde piane non sono normalizzabili su un reti
olo innito. Nel limite L ! 1 il reti
olo duale ~
diventa innitamente tto e viene a
oin
idere
on il dominio pre
edentemente introdotto f( =a; =agD (vedi Eq. (7.50)).
I vettori fjkig
ontinuano
omunque a formare una base ortonormale
in senso generalizzato:
hkj k0 ' (L=a)D (D)0 ! (2)D (D) (k k0 ) :
kk
La delta di Dira
(D) (k k0 )
os (formalmente) denita risulta
orrettamente normalizzata dato
he
Z
Z
X
dD k hkj k0 = dD k
h
kj ni hnj k0
~
~
n2ZD
Z
X
0 na
i
k
D
e
=a
dD k e ikna
(7.62)
~
n2ZD
D
X
0
2
n(D0) = (2)D :
= aD
eik na
a
n2ZD
8La trasformazione di Fourier dis
reta e denita in generale per ogni reti
olo
ordinato, dato
he si basa sull'esistenza di un gruppo transitivo di simmetria (non
ne
essariamente un gruppo abeliano di traslazioni, vedi l'App. B.1).
223
aD=2
n=
(2)D
X 2 D
k2~
dD k
exp(ik na) ~(k) ;
~ (2 )D
on la naturale identi
azione di 2=L , la distanza tra due valori
ontigui
di kj ,
on l'elemento innitesimo dkj . Analogamente, per la trasformata
di Fourier abbiamo ora
X
~(k) = aD=2
(7.64)
exp( ik na) n ;
D
n2Z
ioe lo sviluppo della funzione ~(k) in serie multipla di Fourier. Inne la
relazione di Plan
herel (7.60) diventa
Z
D
X
(7.65)
j n j2 = ~ (2d)kD j ~(k)j2 ;
n2ZD
! aD=2
Rappresentazioni e trasformazioni
dD x j (x)j2 =
k2~
j ~k j2 :
Rappresentazioni e trasformazioni
vale a dire
;
xj
he e l'identi
azione fondamentale della me
ani
a ondulatoria. Il dominio di denizione di p
onsiste evidentemente in tutte le funzioni su
he ammettono derivate parziali in L2 () . Si noti
he la periodi
ita di
non va assolutamente dimenti
ata; non ha al
un bordo e tutti i suoi
punti sono equivalenti. Ad esempio, nel
aso D = 1 , la s
rittura espli
ita
= ( L=2; L=2 e da
onsiderarsi equivalente alla = (x0 ; x0 + L o
= [x0 ; x0 + L) , dove x0 e un numero arbitrario. In D = 1 puo essere visualizzato
ome un
er
hio di raggio L=2 , in D dimensioni,
ome
prodotto
artesiano di D
opie dello stesso. La derivate parziali sono le
omponenti del gradiente su tale spazio, il quale tratta tutti i punti allo
stesso modo. Ne segue
he se e analiti
a in x , essa appartiene al dominio di denizione delle serie di potenze di pj , ma xj in generale non
vi appartiene e quindi il
ommutatore [pj ; xj non risulta denito su tutto
il dominio di funzioni d'onda sul quale vale l'esponenziazione del momento per serie di potenze. Questa sottigliezza naturalmente viene meno nel
limite infrarosso L ! 1 .
Nella rappresentazione in
ui T (u) e diagonale an
he p e diagonale,
per
ui
p jki = ~k jki ; (p ~)(k) = ~k ~(k) :
Quindi, in presenza del
uto infrarosso L , lo spettro del momento
oin
ide
on (2=L)ZD . In denitiva, possiamo identi
are il momento
lineare p
on l'insieme
ompleto di osservabili
ompatibili
he denis
e
la rappresentazione in
ui le traslazioni sono diagonali. Tale rappresentazione prende quindi il nome di rappresentazione del momento. Questa terminologia viene
omunemente adottata an
he sul reti
olo (nito od
innito
he sia),
ioe in presenza del
uto ultravioletto a . In tal
aso
possiamo denire p mediante la relazione
(7.73)
T (ra) = exp( iar p=~)
e la regola
he lo spettro di p=~
oin
ida
on la prima zona di Brillouin
~ (per la quale la s
elta piu opportuna, in vista del limite
ontinuo, e
proprio quella simmetri
a n qui adottata,
ioe ~ = f( =a; =agD ).
La dierenza fondamentale rispetto al
aso
ontinuo e
he l'operatore
autoaggiunto p
os denito non e lo
ale nella rappresentazione della
posizione. Infatti, mentre nel
aso
ontinuo pj ha elementi di matri
e
lo
ali
hxj pj x0 = i~ x (D) (x x0) ;
j
227
pj = i~
sul reti
olo nito abbiamo (l'eser
izio e las
iato al lettore)
D
Y
p(n) =
(p )n =
N
X
n0 = N
p(n n0 ) n0
e tutti i punti del reti
olo
on
orrono alla formazione della nuova funzione
d'onda p .
L'ultimo passo
he
i resta di fare e rimuovere il
uto rimasto, quello infrarosso L del dominio
ubi
o ( L=2; L=2D RD , oppure quello ultravioletto a del reti
olo innito ZD . Con le regole sopra
itate
ir
a le proprieta di s
ala delle funzioni d'onda, dalle relazioni (7.64) e
(7.63) oppure dalle (7.66) e (7.67) si ottengono allora le formule della
trasformazione di Fourier per L2 (RD )
hxj ki = eikx
Z
x0 ) ;
dD x jxihxj = 1
Z
dD k
jkihkj = 1 :
(2)D
La diversa normalizzazione per posizioni e momenti segue dalla s
elta
hxj ki = eikx al posto della piu simmetri
a hxj ki = (2) D=2 eikx . Essa
orrisponde a normalizzare ad una parti
ella il
usso uniforme di parti
elle des
ritto da un'onda piana. Infatti la densita di probabilita e
228
Evoluzione temporale
229
Evoluzione temporale
onsiderare
ome sistema si
o S una singola parti
ella e
ome rappresentazione quella della posizione. Proiettando quindi l'Eq. (7.79) sui vettori
jxi degli stati perfettamente lo
alizzati, si ottiene
hxj i dtd j (t)i = i dtd hxj (t)i = i t (x; t)
da una parte e
Z
Evoluzione temporale
si
~ t0
t0
t0
tn 1
t0
to) di operatori
T
(t1 ; t2 ; : : : ; tn ) =
ziale T-ordinato
(7.84)
U (t; t0 ) = T exp
i
~
233
Z t
t0
dt0 H (t0 ) :
Qualora H (t)
ommuti
on H (t0 ) , per ogni s
elta di t e t0 nell'intervallo [t0 ; t , l'ordinamento temporale e irrilevante ed il simbolo T puo
essere omesso. In parti
olare, se l'operatore Hamiltoniano non dipende
dal tempo, dH (t)=dt = 0 , l'espressione (7.84) si ridu
e immediatamente
alla (7.78).
Abbiamo dunque visto
ome l'evoluzione temporale nello spazio di
Hilbert dei vettori di stato sia governata dall'equazione di S
hroedinger
(7.79) o (7.82). All'atto prati
o HS e inizialmente ri
ostruito in una spe
i
a rappresentazione,
ioe a partire dallo spettro
ongiunto di un insieme
ompleto di osservabili
ompatibili fAg = A1 ; A2 ; : : : ; An . I
orrispondenti autovettori fjig fornis
ono un sistema di riferimento ortogonale
in HS , rispetto al quale il generi
o vettore di stato j (t)i risulta istante
per istante individuato dalla funzione d'onda (; t) = hj (t)i . Il sistema di riferimento resta
ostante nel tempo, ovvero resta ssato una volta
per tutte l'insieme fAg utilizzato per ri
ostruire HS . Da questo punto
di vista, essendo di fatto fAg arbitrario, possiamo
onsiderare tutte le
osservabili di S ssate. Le osservabili vanno qui intese in senso operativo,
ome ben denite pro
edure sperimentali
he, in quanto tali, sono
naturalmente denite a priori. Quindi il \moto" di j (t)i avviene relativamente alle osservabili. Questa visione dell'evoluzione temporale prende
il nome di rappresentazione di S
hroedinger.
E possibile interpretare l'evoluzione temporale nel modo opposto, vale
a dire mantenendo ssi i vettori di stato e fa
endo \muovere" le osservabili. Dal punto di vista
on
ettuale, questo signi
a spostare sugli stati
la valenza operativa, per
ui gli stati sono puramente \stati sperimentali", ovvero ssate
ollezioni di distribuzioni di probabilita sui risultati
degli esperimenti, mentre le osservabili ria
quistano un ruolo di variabili
dinami
he analogo a quello proprio della me
ani
a
lassi
a. Dal punto di vista del formalismo della me
ani
a quantisti
a, questo passaggio e davvero elementare: all'istante t0 , tutte le informazioni sullo stato %(t0 ) = % del sistema S sono
ontenute nell'insieme dei valori medi
hAi% = Tr %(t0)A al variare dell'osservabile A . Ad esempio,
onsiderando
ome A la famiglia spettrale EB (b) di un'altra osservabile, il valor
medio hEB (b)i diventa la distribuzione di probabilita per B . Queste informazioni
ambiano nel tempo, durante l'evoluzione indisturbata di S ,
se
ondo l'equazione (7.76)
Evoluzione temporale
j i
e lo stato % e stazionario: d%=dt = 0 . Lo stesso risultato si ottiene evidentemente nel
aso di mis
ele statisti
he di autostati dell'energia, ovvero
quando [H; % = 0 , in a
ordo
on l'equazione del moto (7.82). Si noti
he in un sistema
onservativo la distribuzione di probabilita dell'energia e
ostante indipendentemente dal fatto
he lo stato % sia stazionario
o meno. Cio
he
aratterizza gli stati stazionari e
he la distribuzione
di probabilita di qualunque osservabile (
he non dipende espli
itamente
dal tempo) e pure
ostante, dato
he %(t) = %(t0 ) impli
a subito
he
hA(t)i = hA(t0)i .
Vi
eversa, possiamo
hieder
i quando una determinata osservabile A
possiede una distribuzione di probabilita
ostante nel tempo indipendentemente dallo stato del sistema. Assumendo
he A non dipenda espli
itamente da t e
he il sistema sia
onservativo, dall'equazione di Heisenberg
(7.85) otteniamo subito la
ondizione
[H ; A = 0
In tal
aso A si di
e essere una
ostante del moto. Si noti
he
ostanti
del moto possono esistere in linea di prin
ipio an
he per sistemi non
onservativi: e ne
essario e su
iente
he A
ommuti
on H (t) per ogni
valore di t . Restando nell'ambito dei sistemi
onservativi, osserviamo
he l'insieme di tutte le osservabili
he sono
ostanti del moto formano
un'algebra di Lie reale: se A e B
ommutano
on H allora an
he A +
B ( e reali) e un'osservabile e
ommuta
on H e
os pure per
i[A; B , grazie all'identita di Ja
obi [A; [B; H +[B; [H; A+[H; [A; B =
0:
1
2
j h j [A(t); H (t) j i j :
236
Evoluzione temporale
tE
237
Evoluzione temporale
spettro ontinuo
Z T=2
dt i(! !0 )t
e
:
2
T=2
Dunque per T nito gli autostati dell'energia, intesi nel senso operativo
del termine, hanno norma nita
(7.91)
h!; j !; i ' 2T :
Ora, dovendo rappresentare un pro
esso stazionario, la matri
e di densita
% deve
ommutare
on la Hamiltoniana H ed essere quindi diagonale sui
vettori j!; i , ovvero
XZ
(7.92)
%=
d! j!; i w 0 (!) !; 0 :
0
0
Nel limite T
veri
a
he
d!0
j !0; 0 !0 ; 0 e i(! !0 )t 1
Z T=2
T=2
dt0 ei(!
!0 )t0
on l'identi azione
%'
T 0
% ;
2
Il postulato II aerma
he ogni osservabile A del sistema si
o S e rappresentata da un operatore autoaggiunto su HS , ma non di
e nulla su
ome identi
are tale operatore a priori, in una data rappresentazione di
HS , senza dover passare attraverso la ri
ostruzione operativa espli
ita ottenuta misurando opportune probabilita di transizione. An
he se in linea
di prin
ipio la ri
ostruzione operativa e su
iente ai ni delle predizioni
su su
essivi esperimenti
he
oinvolgano l'osservabile A (questa osservazione riassume l'idea originale di Heisenberg della
osiddetta \me
ani
a
delle matri
i" [Hei63), dal punto di vista sia prati
o
he
on
ettuale e
9Queste
oerenze residue sono importanti, ad esempio, per la des
rizione dello
s
attering di fas
i polarizzati.
240
Quantizzazione anoni a
molto importante poter disporre di regole per
al
olare la forma operatoriale espli
ita delle osservabili piu rilevanti. Nel
aso di osservabili dotate
di analogo
lassi
o, tali regole sono riassunte nella
osiddetta quantizzazione
anoni
a. Le osservabili
ostituite dalle
oordinate
artesiane
q1 ; q2 ; : : : ; qn e dai relativi momenti
oniugati p1 ; p2 ; : : : ; pn di un sistema si
o S sono rappresentate in me
ani
a quantisti
a da operatori autoaggiunti q1 ; q2 ; : : : ; qn e p1 ; p2 ; : : : ; pn
he soddisfano alle regole di
ommutazione
anoni
he
(7.93)
sempli
i ris
alamenti q ! q; p ! p= le une delle altre (si veda l'esempio
dis
usso in x7.6.3). Il teorema di Von Neumann (vedi an
ora al x5.2.3)
i
assi
ura
he se lo spazio delle
ongurazioni, vale a dire lo spettro delle
osservabili di posizione q; ,
oin
ide
on Rn , allora ogni rappresentazione
irridu
ibile delle regole di
ommutazione
anoni
he e equivalente a quella
osiddetta di S
hroedinger, vale a dire
qj = moltipli
azione per qj
pj = i~ q ;
j
denita sulle funzioni d'onda (q1 ; : : : ; qn ) .
Una formulazione piu pre
isa di questo risultato, nella quale si evitano
le sottigliezze legate alla natura illimitata di q e p , e quella proposta da
Weyl. Possiamo limitar
i al
aso di una sola
oppia q; p e sostituire
[q ; p = i~1
on le regole di
ommutazione
anoni
he alla Weyl:
T (a) T (a0 ) = T (a0 ) T (a) ; V (b) V (b0 ) = V (b0 ) V (b)
(7.96)
T (a) V (b) = e iab=~ V (b) T (a) :
Per ipotesi T (a) e V (b) sono operatori unitari per ogni a; b 2 R e le
regole (7.96) valgono su tutto lo spazio di Hilbert. Si dimostra allora
he
tutte le rappresentazioni irridu
ibili delle (7.96) sono equivalenti a quella
in
ui lo spazio di Hilbert e L2 (Rn ) e
(T (a) )(x) = (x a) ; (V (b) )(x) = e ibx=~ (x) :
Gli operatori q e p sono quindi re
uperati
ome generatori (vedi x7.6.3
e soprattutto x9.1.3) di V (b) e T (a) , rispettivamente. q risulta ben
denito su tutti i vettori j i tali
he il limite
i~
(7.97)
lim [V (b) 1 j i := q j i
b!0 b
esiste in senso forte. Analogamente il dominio di p e
ostituito dai vettori
ji tali
he esiste in senso forte il limite
i~
(7.98)
lim [T (a) 1 j i := q j i :
a!0 a
Com'e noto, questo
i permette di identi
are T (a) e V (b)
on gli esponenziali e iap=~ e e iaq=~ , rispettivamente. Le regole di
ommutazione
anoni
he per q e p seguono dalle (7.96) nel limite di a e b innitesimi.
Dobbiamo inne osservare
he la portata eettiva delle regole della
quantizzazione
anoni
a sulla
ostruzione dell'operatore
he rappresenta
una generi
a osservabile
lassi
a e in realta molto limitata. La me
ani
a
quantisti
a e una generalizzazione della me
ani
a
lassi
a, per
ui possono esistere moltepli
i osservabili quantome
ani
he
he si ridu
ono alla
242
Quantizzazione anoni a
an
ora di aermare
he i valori medi del momento e della posizioni ubbidis
ano alle leggi
lassi
he del moto, in quanto, in generale hF (x)i 6= F (hxi) .
Si noti
he la parti
ella libera, la parti
ella in un
ampo
ostante e l'os
illatore armoni
o sono gli uni
i esempi dove vale inve
e l'equaglianza per
ogni j i . Negli altri
asi, l'approssimazione
p_ ' F (hxi)
sara tanto migliore quanto piu le anarmoni
ita del potenziale sono pi
ole
nella regione di spazio in
ui la funzione d'onda hxj i e non tras
urabile.
Preparazioni e misure
245
%a = jai haj 11. Dopo tutto quanto appena des
ritto non e altro
he una
preparazione
ompleta (si veda il x7.1). In un ulteriore esperimento, atto a misurare un'altra generi
a osservabile B , dovremo appli
are le regole della me
ani
a quantisti
a, in parti
olare il postulato III, fa
endo
riferimento allo stato %a
os preparato. Quindi l'eetto della prima osservazione e stato quello di
ambiare lo stato % nello stato %a . Tale
pro
esso prende
omunemente il nome di pre
ipitazione o riduzione del
pa
hetto d'onda e se
ondo le interpretazioni realisti
he del formalismo
della me
ani
a quantisti
a esso
ostituis
e un fenomeno si
o oggettivo,
da as
rivere all'interazione tra il sistema si
o S e l'apparato di misura
A . E proprio questo il punto in
ui si manifesta l'indeterminismo della
des
rizione quantome
ani
a dei fenomeni si
i: mentre l'evoluzione di
S
hroedinger e perfettamente deterministi
a, la riduzione del pa
hetto
d'onda e intrinse
amente a
ausale: la
onos
enza dello stato iniziale %
del sistema S non ssa univo
amente quale autovalore a verra osservato, per
ui ripetizioni dello stesso esperimento fornis
ono risultati diversi,
indipendentemente dall'a
uratezza sperimentale.
A questo punto le versioni realisti
he della me
ani
a quantisti
a si
diversi
ano, a se
onda della des
rizione dinami
a assunta per l'apparato
ma
ros
opi
o A e la sua interazione
on il sistema S . Non e questo il
luogo per addentrarsi in una temati
a
omplessa e spinosa
ome quella
del passaggio, all'interno della me
ani
a quantisti
a, dal mondo mi
ros
opi
o a quello ma
ros
opi
o (si vedano ad esempio [D'E71, WZ83,
Omn94). Qui
i limitiamo a distinguere tra due linee fondamentalmente
distinte. Nella prima si assume
he la me
ani
a quantisti
a fornis
a una
des
rizione
ompleta del mondo si
o, in
lusi gli oggetti ma
ros
opi
i,
he
sono da
onsiderare \sempli
emente"
ome sistemi
omposti da moltissimi oggetti mi
ros
opi
i. Se
ondo questa linea di pensiero l'apparato di
misura A e
ompletamente des
ritto da un opportuno spazio di Hilbert
HA e la sua dinami
a e governata da un'opportuna, sebbene
ompli
atissima, Hamiltoniana HA ,
on relativa equazione di S
hroedinger, proprio
ome il sistema S sotto esame. La misurazione di una osservabile A
di S mediante A
ostituis
e un parti
olare tipo di interazione tra S e
A , des
ritta da una Hamiltoniana HAS
he agis
e nel prodotto diretto
dei due spazi di Hilbert HAS = HA
HS . I risultati dell'esperimento sono leggibili da
ambiamenti ma
ros
opi
i dello stato di A indotti
da tale interazione. Il fatto
he questi siano oggettivamente ben deniti
(ina
uratezze sperimentali a parte), senza piu al
una tra
ia apparente
11Se
ondo Dira
questo e un inevitabile prin
ipio di
ontinuita si
a: se lo stesso
246
Preparazioni e misure
della
oerenza quantome
ani
a propria dei sistemi mi
ros
opi
i, va attribuito alle parti
olari
aratteristi
he della dinami
a dei sistemi ma
ros
opi
i. Questo s
hema
on
ettuale e senz'altro molto attraente, ma va
detto
he, nonostante moltepli
i tentativi piu o meno validi, non ne esiste an
ora una formulazione del tutto
onvin
ente. Si noti an
he
he in
questa otti
a non e le
ito
onsiderare una misurazione
ome un pro
esso
istantaneo, ne assumere
he due misurazioni possono essere arbitrariamente vi
ine nel tempo. Se
ondo l'altra linea di pensiero, la me
ani
a
quantisti
a, almeno
os
ome presentata sinora, sarebbe fondamentalmete in
ompleta, vuoi per
he essa tras
urerebbe
erti gradi di liberta dei
sistemi si
i (le
osiddette variabili nas
oste) la
ui
ompleta
onos
enza eliminerebbe ogni fattore di indeterminazione, vuoi per
he l'equazione
di S
hroedinger sarebbe solo un'approssimazione lineare di equazioni del
moto piu
omplesse,
apa
i di interpolare in modo
ontinuo tra il
omportamento quantome
ani
o degli oggetti mi
ros
opi
i e quello
lassi
o
dei sistemi ma
ros
opi
i. Nel seguito torneremo sulla temati
a delle variabili nas
oste, in relazione alle fondamentali diseguaglianze di Bell. Per
il momento, fa
endo ri
orso alle matri
i densita ed alle famiglie spettrali,
possiamo fa
ilmente estendere il formalismo della riduzione del pa
hetto
d'onda al
aso generale di un arbitrario stato iniziale % (puro o misto
he sia) e di un'arbitraria osservabile A . Se % e lo stato del sistema
all'istante t0 della misurazione di A mediante un esperimento di prima
spe
ie, e viene osservato un risultato
ompreso nel sottoinsieme boreliano
b , lo stato del sistema \immediatamente dopo" vale
%0 =
EA (b)%EA (b)
:
Tr %EA (b)
Preparazioni e misure
questa suddivisione logi
a
on quella temporale: le parti
elle sono prima emesse dalla sorgente, quindi interagis
ono
on lo s
hermo ed inne
vengono rivelate sulla lastra. Inoltre e
hiaro
he la nostra informazione
sulla fase di preparazione dis
ende da rivelazioni su
essive (la stessa rivelazione fotogra
a e/o rivelazioni di altro tipo). Sono proprio queste
ultime ad insegnar
i
he il fas
io e
omposto da parti
elle,
ias
una delle
quali determina una singola ma
hia sulla lastra. Si noti inne
he, nel
suo
omplesso, l'esperimento e di se
onda spe
ie (vedi x7.1): esso si
on
lude
on la \distruzione" delle parti
elle rivelate tramite le ma
hie sulla
lastra.
La grandezza si
a misurata nell'esperimento e la distribuzione delle
ma
hie sulla lastra fotogra
a, denita
ome la frazione delle ma
hie in
una pi
ola area
entrata nel punto (x; y) . Piu pre
isamente, dato
he il
pro
esso in questione e di tipo stazionario, nel senso des
ritto al x7.7.3,
la grandezza misurata e il
usso di parti
elle attraverso l'areola
entrata
in (x; y) . Il rapporto tra quest'ultimo ed il
usso totale,
ioe la densita di
usso F (x; y) ,
oin
ide
on la probabilita per unita di tempo di
rivelare in (x; y) una data, singola parti
ella, a patto di
onsiderare l'esperimento nel suo
omplesso
ome la ripetizione di un identi
o esperimento
\elementare"
he
oinvolge una sola parti
ella alla volta. Questa interpretazione risulta naturale se
onsideriamo fas
i di debolissima intensita
e, in parti
olar modo, se teniamo
onto
he la stessa gura di interferenza
si ottiene ri
omponendo i risultati di esperimenti parziali
ondotti, nelle
stesse
ondizioni, in tempi e luoghi diversi.
La me
ani
a quantisti
a, attraverso il postulato III,
i fornis
e un
modo per
al
olare F (x; y)
ome valor medio di un'opportuna osservabile
J (x; y) in un opportuno stato %
he si suppone des
rivere una parti
ella
del fas
io:
(7.101)
F (x; y) = Tr % J (y; z ) :
Il primo problema e quindi quello di rappresentare J (x; y)
ome operatore
autoaggiunto nello spazio di Hilbert della parti
ella. Abbiamo J (x; y) =
Jz (x; y; L) dove
J (x) = 21 (v jxihxj + jxihxj v) ;
e v = p=m e l'operatore velo
ita. Si tratta della traduzione quantome
ani
a diretta della nozione
lassi
a di
orrente per una parti
ella: essa
e
on
entrata nella posizione della parti
ella ed ivi
oin
ide
on la velo
ita. Possiamo veri
are subito
he, per uno stato puro j ih j , nella
rappresentazione della posizione si ottiene
h
Tr j
249
mini
ome quello stesso di \parti
ella", o di espressioni
ome \muoversi" e \passare
attraverso". Esso inevitabilmente suggeris
e l'idea di traiettoria, e quindi di un passaggio
he avviene attraverso l'una o l'altra delle fenditure. Ma in assenza di rivelatori
in grado di segnalar
i la presenza di una parti
ella in prossimita di una fenditura in un
erto intervallo di tempo, questa
on
lusione e priva di fondamento: per ipotesi, noi
abbiamo rinun
iato a rivelare le parti
elle se non
on la lastra fotogra
a.
250
Preparazioni e misure
Helmholtz
(4 + k2 ) = 0 :
Si tratta di un problema di dirazione tipi
o dell'otti
a ondulatoria:
al
olare l'ampiezza nella porzione di spazio tra lo s
hermo e la lastra,
sapendo
he un'onda piana mono
romati
a in
ide a sinistra sullo s
hermo. Le
ondizioni al
ontorno vanno assegnate sul piano z = 0 (possiamo
assumere
he lo s
hermo sia in prati
a illimitato), non
he \all'innito".
Sulla porzione di piano si
amente o
upata dallo s
hermo assumiamo
ondizioni di Neumann,
ioe =z = 0 , mentre sulla porzione di piano
orrispondente alle fenditure poniamo =z = ik ,
he e il valore
ivi assunto dall'onda piana in
idente (si tratta di una buona approssimazione per
al
olare lontano dallo s
hermo). \All'innito" abbiamo la
ondizione di radiazione, la quale ri
hiede
he
de
ada almeno
ome
r 1.
Il teorema di Helmholtz-Kir
hho-Green dell'otti
a ondulatoria fa il
resto: la funzione d'onda vale
= ++ ;
dove
Z
dx0 dy0 G(x; y; z ; x0 ; y0 ; 0)
(x; y; z ) = i k
f
J=
F = h j J j i =
C02
Z +1
dxdy J (x; y)
dx dy Im
251
(x; y; L) z (x; y; L) = 1 :
Ritornando ora alla determinazione dello stato % , assumiamo per sempli
ita il limite di un fas
io strettamente mono
romati
o; la situazione
reale
orrisponde ad una somma in
oerente di situazioni ideali di questo
tipo, ma non introdu
e modi
he sostanziali: se F (x; y; !) e la densita
di
usso per un fas
io mono
romati
o di frequenza ! = ~k2 =2m , allora
F (x; y) =
d! w(!) F (x; y; !)
#3=2
1 + 18 (d=L)2
2 kd x :
F (x; 0) ' F (0; 0)
os
2L
1 + (x=L)2 + 18 (d=L)2
Supponiamo ora di avere a disposizione un tipo parti
olare di rivelatore
R , in grado di segnalare il passaggio di una parti
ella in una data regione
dello spazio senza assorbirla ne perturbarne il moto in modo apprezzabile.
252
Preparazioni e misure
j + i
j1i + j i
j0i
h +j
h1j + h j
h1j :
Si tratta an
ora di uno stato puro, nel quale pero esiste una ben pre
isa
orrelazione tra il vettore di stato del rivelatore e quello della parti
ella.
La diversa normalizzazione rispetto all'Eq. (7.103) e dovuta al fatto
he
j +i
j1i e ortogonale a j i
j0i . E proprio l'ortogonalita di j0i e
j1i a determinare la \riduzione": infatti, dato
he J (x; y) agis
e
ome
l'identita rispetto a R , abbiamo
i h0j 0i
Preparazioni e misure
Al
une osservazioni sono ne
essarie per evitare di
onsiderare troppo banale questo risultato. Innanzitutto, an
he se equivalente alla mis
ela statisti
a propria della riduzione per quanto riguarda le osservabili del solo
S , lo stato % e an
ora uno stato puro: esso
ontinua a
ontenere tutte le
oerenze quantome
ani
he
he darebbero luogo a fenomeni di interferenza nella misurazione di opportune osservabili non banali an
he su R .
In se
ondo luogo, non e aatto fa
ile dimostrare
he la transizione
he
avviene nel rivelatore sia una
onseguenza dell'evoluzione quantome
ani
a unitaria governata dalla Hamiltoniana
omplessiva,
he tenga
onto
dell'interazione tra R e S e delle
aratteristi
he interne di R .
Non e
omunque questo il luogo per addentrar
i oltre in una temati
a di
ile e spinosa, dove spesso la si
a viene persa di vista a favore
della losoa (per approfondimenti si veda per esempio [WZ83). Conviene solo notare
ome la \spiegazione" appena fornita del me
anismo
di riduzione porti ad una visione della natura piuttosto
uriosa, dove
le interazioni passate
on oggetti lontani nel tempo e nello spazio vanno sempre in
luse nella des
rizione degli eventi attuali: lo s
hermo ed
il rivelatore potrebbero essere molto lontani dalla lastra fotogra
a, rendendo piuttosto misterioso l'utilizzo dello stato
omplessivo di S [ R
per
al
olare una probabilita relativa al solo sistema S . Nel prossimo
paragrafo esamineremo un'altra straordinaria istanza di questo aspetto
intrinsi
amente \non-lo
ale" della me
ani
a quantisti
a.
Torniamo ora al sistema
omposto, e denotiamo
on a e b , rispettivamente, i versori
he individuano le orientazioni dei due apparati. Sia
inoltre A l'osservabile \spin di S1 relativa all'orientazione a " ed analogamente B quella di S2 . Si noti
he esse sono re
ipro
amente
ompatibili.
L'esperimento in questione
onsiste nella preparazione ripetuta di S
in un
erto stato, da una fase di evoluzione indisturbata e di durata variabile e quindi da una misurazione di A e B in regioni di spazio arbitrariamente lontane. Evidentemente la dinami
a e le
ondizioni sperimentali
sono tali per
ui la parti
ella S1 attraversa un apparato e la parti
ella S2
attraversa l'altro in almeno al
une delle ripetizioni. Noi siamo interessati
in questi
asi soltanto e vogliamo studiare le
orrelazioni tra l'osservazione
di un
erto valore per A da una parte e di B dall'altra al variare delle
orientazioni a e b .
Supponiamo ora
he i valori misurati di A e B dipendano, oltre
he
dalle orientazioni a e b dei magneti, an
he da un insieme di parametri,
he ra
ogliamo in un uni
o simbolo , e
he rappresentano tutte le
ondizioni rilevanti ma ignote dell'esperimento. L'ipotesi fondamentale
he
vogliamo mettere alla prova e se possono esistere delle funzioni A(a; ) =
1 e B (b; ) = 1
he rappresentano le osservabili A e B . Si tratta
ioe di tentare una des
rizione
lassi
a, deterministi
a e lo
ale dell'esperimento. In una des
rizione non lo
ale dovremmo ammettere an
he funzioni
della forma A(a; b; ) e B (a; b; ) : esse impli
herebbero una dipendenza
di quanto osservato da una parte dalle s
elte fatte dall'altra parte,
he
potrebbe essere distante anni-lu
e.
Poi
he non sappiamo nulla sui valori assunti dalle variabili nas
oste
,
he possono
ambiare da una osservazione all'altra, dobbiamo fare una
media su di essi. Sia f () la distribuzione di probabilita,
omunque
ignota, di . Allora, per ssate orientazioni, la
orrelazione tra A e B
si s
rive
(7.105)
C (a; b) =
C (a; b) C (a; b0 ) =
=
Z
Z
Z
Preparazioni e misure
= 2 C (a0 ; b0 ) + C (a0 ; b) ;
ovvero
2
os
os 2 1 :
per qualunque valore di
ompreso tra 0 e =2 . Ma questo e palesemente falso per un intero intervallo
entrato in = =3 .
Dunque le diseguaglianze di Bell sono violate dalla me
ani
a quantisti
a e l'evidenza sperimentale punta de
isamente dalla parte della me
ani
a quantisti
a [ADR82.
Si noti
he le ipotesi sotto le quali le diseguaglianze sono state derivate
possono essere ulteriormente \alleggerite". Infatti possiamo an
he evitare
di assumere il determinismo esatto se
ondo il quale le osservabili A e B
assumono un valore denito non appena a , b e sono ssate. Supponiamo allora
he esistano due algoritmi indipendenti di arbitraria natura
per
al
olare i valori medi hAi = A(a; ) e hB i = B (b; ) a partire da
una data rappresentazione matemati
a delle osservabili A e B . Ad esempio, in una des
rizione di tipo
lassi
o, potremmo separare dall'insieme di
tutte le variabili nas
oste quelle pertinenti alla sola osservazione di A ,
he
denotiamo brevemente
on 1 , e quelle pertinenti alla sola osservazione
di B , denotate
on 2 ; potremmo quindi introdurre due distribuzioni di
probabilita indipendenti f1 (a; 1 ) e f2 (b; 2 ) per il veri
arsi di A = +1
o A = 1 e di B = +1 o B = 1 , per
ui avremmo
Z
A(a; ) = d1 f1 (a; 1 )A(a; 1 ; ) ;
on un'espressione analoga per B . In una des
rizione di tipo quantome
ani
o avremmo regole diverse per
al
olare i valori medi, ma in generale
la nozione piu intuitiva di lo
alita ri
hiede
omunque
he hAi non possa
dipendere da b e vi
eversa.
Dunque l'espressione (7.105) per il
orrelatore si generalizza subito
alla
Z
(7.107)
C (a; b) = d f () A(a; ) B (b; ) :
Ma dato
he i valori osservati di A e B sono 1 , i rispettivi valori medi
sono numeri
on modulo minore o al piu eguale ad uno e la dimostrazione
pre
edente
ontinua a valere senza ne
essita di modi
he.
In
on
lusione, la nozione di lo
alita
he sottende alla (7.107) e in
ontrasto
on la me
ani
a quantisti
a: il fatto
he i due sistemi si
i
S1 e S2 fossero un tempo strettamente legati in un sistema
omposto
S
ontinua a far sentire i propri eetti an
he quando S1 e S2 sono
spazialmente separati a distanze arbitrarie.
258
CAPITOLO 8
Momento angolare
La trattazione del momento angolare riveste un ruolo parti
olarmente
importante nel formalismo della me
ani
a quantisti
a. In primo luogo
essa presenta un ulteriore notevolissimo esempio di due fenomeni tipi
i della me
ani
a quantisti
a: la non
ompatibilita di osservabili fondamentali
lassi
amente
ompatibili, e la dis
retizzazione del loro spettro,
lassi
amente
ontinuo. In se
ondo luogo
erte
aratteristi
he salienti della
me
ani
a quantisti
a trovano esempi paradigmati
i proprio nelle proprieta del momento angolare, grazie alla sempli
azione fornita dalla natura
dis
reta, o addirittura nita, dello spettro di
ias
una
omponente. Inne,
an
he se non
erto per importanza, lo studio del momento angolare, spe
ie
in relazione
on le rotazioni dello spazio si
o R3 ,
ostituis
e un esempio fondamentale dello straordinario ruolo svolto in me
ani
a quantisti
a
dalla teoria dei gruppi e delle loro rappresentazioni. Questo aspetto verra
trattato in modo generale nel prossimo
apitolo,
ui rimandiamo an
he
per ulteriori approfondimenti sulle rotazioni e sul momento angolare.
L=x^p:
In eetti, per un punto materiale L
oin
ide
on il momento angolare
totale J , inteso
ome funzione generatri
e delle trasformazioni
anoni
he
(8.1)
M=
(xn
X ) ^ pn :
Momento angolare
ostruzione L + M = J . Com'e noto,
onsiderazioni analoghe valgono nel
aso dei mezzi
ontinui e dei
ampi, quali quello elettromagneti
o
e gravitazionale.
Consideriamo ora la des
rizione quantome
ani
a di un singolo punto materiale. Come sappiamo, essa
onsiste nel promuovere x e p ,
= (1; 2; 3) = (x; y; z ) , ad operatori autoaggiunti nello spazio di Hilbert
degli stati,
on regole di
ommutazione
anoni
he [x ; p = i~ . Sappiamo an
he
he alle osservabili
lassi
he,
ioe alle funzioni a volori reali
A(x; p) vengono a
orrispondere, in generale, diversi operatori autoaggiunti, e quindi diverse osservabili quantome
ani
he. Questo
ostituis
e il problema dell'ordinamento gia dis
usso nel x5.2.3 e x7.8. Le tre
omponenti del momento angolare orbitale
(8.3)
L = x p
ovvero
Lx = ypz zpy ; Ly = zpx xpz ; Lz = xpy ypx ;
non sorono di al
un problema di ordinamento, per
ui risulta naturale
(prin
ipio di
orrispondenza) identi
are in L an
he il momento angolare orbitale quantome
ani
o. Come vedremo nei prossimi paragra, si
tratta di una identi
azione naturale in base al ruolo di generatore delle
rotazioni rivestito dal momento angolare.
Una
onseguenza immediata della relazione (8.1) e un nuovo prin
ipio
di indeterminazione: non e piu possibile attribuire simultaneamente un
valore esatto a piu di una
omponente di L . Infatti le tre
omponenti
Lx , Ly e Lz non sono osservabili
ompatibili, ma soddisfano alle regole
di
ommutazione
[Lx ; Ly = i~ Lz ; [Lz ; Lx = i~ Ly ; [Ly ; Lz = i~ Lx ;
he possiamo riassumere
on
isamente nella
(8.4)
[L ; L = i~ L ;
o, equivalentemente,
[a L ; b L = i~ (a ^ b) L ;
dove a e b sono arbitrari vettori \
-numero"1. D'altra parte, e fa
ile
veri
are
he il modulo quadro di L , vale a dire
L2 = L L = L2x + L2y + L2z ;
ommuta
on
ias
una
omponente
[L2 ; Lx = [L2 ; Ly = [L2 ; Lz = 0 ;
1Con
-numero si intende un numero
lassi
o,
ioe un multiplo dell'operatore
identita. Al
ontrario un \q-numero" e un operatore non banale sullo spazio di Hilbert.
260
[L2 ; L = 0 :
Di
onseguenza L2 ed una delle tra
omponenti, di
iamo Lz (questa e
la s
elta standard, ma una qualsiasi
ombinazione lineare di Lx , Ly e
Lz andrebbe altrettanto bene), possono essere diagonalizzati simultaneamente.
Osservazione. Conviene ora adottare le unita di misura in
ui ~ =
1 . In altri termini, misuriamo i momenti lineari in unita di ~ [lunghezze 1 ,
i momenti angolari in unita di ~ e le energie in unita di ~ [tempi 1 .
Altre regole di
ommutazione rilevanti sono quelle tra L e la
oppia
anoni
a x , p :
[L ; x = i x ; [L ; p = i p :
Esse impli
ano fra l'altro
he r2 = x x e p2 = p p
ommutano
on
L . Quindi aggiungendo una funzione di p2 e/o di r alla
oppia L2 , Lz
otteniamo un insieme
ompleto di osservabili
ompatibili per il singolo
punto materiale. Si pensi ad esempio alla Hamiltoniana
orrispondente
ad un
ampo
entrale studiata nel
ap. 6.5. Espli
itamente abbiamo,
adottando la
onvenzione della somma sugli indi
i ripetuti,
L2 = x p x p
= ( ) x p x p
= x p (x p x p )
= r2 p2 (x p)2 + ix p :
Possiamo quindi porre, nella rappresentazione della posizione,
1
(8.5)
p2 = p2r + 2 L2 ;
r
dove,
ome si
al
ola agevolmente in
oordinate sferi
he, p2r e il quadrato
dell'operatore dierenziale simmetri
o
1
r
pr = i
r r
(vedi Eq. (4.7)).
Problema 8.1-1. Sempre nella rappresentazione della posizione, in
oordinate sferi
he, si veri
hi
he L Lx iLy e Lz diventano gli
operatori dierenziali
i'
L = e
# + i
ot # '
(8.6)
Lz = i :
'
261
Momento angolare
Quindi abbiamo
(8.7)
1
L2 =
sin2 #
"
sin #
#
2
2
+ 2 :
'
a1 = 21 [x + py i(y px )
a2 = 21 [x py + i(y + px )
e i relativi
oniugati hermitiani ay1 e ay2 . Essi soddisfano alle usuali regole
di
ommutazione di
reazione-anni
hilazione (vedi al x6.2),
[aj ; ak = 0 = [ayj ; ayk
[aj ; ayk = jk ;
dove j; k = 1; 2 . Si veri
a quindi fa
ilmente
he
Lz = ay1 a1 ay2 a2 ;
ovvero
he Lz si puo s
rivere
ome dierenza di due operatori-numero
indipendenti (vedi an
ora al x6.2 sull'os
illatore armoni
o). Se ne dedu
e
subito
he lo spettro di Lz ha la forma m = n1 n2 ,
on n1 e n2
interi non negativi. Quindi m puo assumere tutti e soli i valori interi,
on degenerazione
ontabilmente innita.
263
Momento angolare
del punto materiale,
he
ome sappiamo rappresenta la densita di probabilita di trovare la parti
ella, e una grandezza s
alare, nel senso
he assume
nel punto trasformato lo stesso valore
he aveva nel punto originale:
x ! x0 =) ! 0 ; j 0 (x0 )j2 = j (x)j2 :
Questa proprieta risulta ovvia quando la trasformazione in questione viene
onsiderata nel senso passivo,
ioe
ome un
ambiamento di
oordinate
he
las
ia i punti di R3 immobili ma ne
ambia la parametrizzazione. (Vi
eversa, nella visione attiva il sistema di riferimento resta sso mentre i punti
di R3 ruotano attorno ad un determinato asse). Ora, per denizione,
un punto materiale non ha al
una struttura interna e risulta interamente
aratterizzato dall'insieme
ompleto di osservabili
ompatibili
ostituito
dalle tre
omponenti della posizione. Nel
aso delle rotazioni otteniamo
per
io
j 0 (Rx)j2 = j (x)j2 :
Tuttavia questa relazione non e su
iente per denire la nuova funzione
d'onda 0 , dato
he non ne ssa la fase. In linea di prin
ipio potremmo
porre
0 (Rx) = ei (x;R; ) (x) ;
(8.8)
dove la grandezza reale potrebbe dipendere dal punto, dalla rotazione e
dalla parti
olare funzione d'onda. Dobbiamo pero tenere
onto
he, oltre
alla densita di probabilita, la funzione d'onda denis
e an
he la
orrente
di probabilita j = Im [ r (si veda il x5.2.6 e si ri
ordi
he ~ = 1
nelle unita attuali). Risulta naturale ri
hiedere
he j si trasformi
ome
un vettore sotto rotazioni,
ioe
ome x :
(8.9)
j 0 (x0 ) = R j (x) ;
m
L'a
ordo
on la ri
hiesta (8.9) impone quindi
he non dipenda dal
punto: = 0 . In sostanza, dato
he stiamo lavorando nella rappresentazione della posizione in
ui p = i , la
ondizione appena trovata
i
permette di appli
are la regola della derivata
omposta per
al
olare la
265
Momento angolare
0 0
=
d3 x0 0 (x0 )0 (x0 )
=
d3 x (x)(x)
= h j i :
Si tratta
ioe di trasformazioni unitarie. In denitiva, siamo arrivati
al seguente fondamentale risultato: ad ogni rotazione R
orrisponde la
trasformazione ! 0 U (R) , dove l'azione dell'operatore unitario
U (R) risulta denita dalla (8.8)
on = 0 , vale a dire
(8.11)
(U (R) )(x) = (R 1 x) :
Questa
orrispondenza R ! U (R)
ostituis
e la rappresentazione s
alare
del gruppo SO(3) delle rotazioni.
Per veri
are
he la (8.11) denis
e eettivamente una rappresentazione di SO(3)
i basta
omporre due trasformazioni:
(U (R1 )U (R2 ) )(x) = (U (R2 ) )(R1 1 x)
= (R2 1 R1 1 x)
= ((R1 R2 ) 1 x)
= (U (R1 R2 ) )(x) ;
ovvero, dato
he e arbitraria,
U (R1 ) U (R2 ) = U (R1 R2 ) ;
266
U (R) jxi = jR xi :
(8.12)
i = R 1 x i = (R 1 x)
U (R) j
R ' 1 + M
Momento angolare
in , di ottiene
(U (R) )(x) ' (x + Mx)
' (x) + M x (x)
= [1 i L (x) ;
dove L = i x sono proprio le
omponenti
artesiane del momento angolare orbitale. Quindi, data l'arbitrarieta di , deve valere
(8.14)
U (R) ' 1 i L :
Si noti
he an
he R in (8.13) si puo ris
rivere in una forma analoga,
R ' 1 i ` ;
in termini della terna ` di matri
i hermitiane
on elementi
(8.15)
(` ) = i :
E fa
ile
al
olare le regole di
ommutazione
(8.16)
[` ; ` = i ` ;
he sono strutturalmente identi
he a quelle soddisfatte da L, Eq. (8.4).
Componendo innite volte la stessa rotazione innitesima si ottiene una
rotazione nita (possiamo identi
are
on N 1 nel limite N ! 1 ):
`
R() lim 1 i
N !1
N
N
= exp( i `) :
Per stabilire in modo geometri
amente
hiaro quale sia la rotazione eettivamente des
ritta da R() , introdu
iamo il versore n = =jj e l'angolo
= jj . Si trova allora (il
al
olo e las
iato
ome eser
izio):
(8.17)
R() x = x
os + n ^ x sin + (1
os )(n x) n :
Si tratta quindi di una rotazione antioraria di un angolo (per denizione
positivo) attorno all'asse individuato dal versore n (rotazioni
on
angoli negativi sono riprodotte
ome rotazioni antiorarie attorno all'asse
n ). L'espressione
(8.18)
R() R(n; ) = exp( i n `)
denis
e n `
ome il generatore delle rotazioni attorno all'asse n . Possiamo ora ripetere la stessa analisi per l'operatore U (n; ) U (R())
he rappresenta R() sullo spazio di Hilbert2. Otteniamo
(8.19)
U (n; ) = exp( i n L)
2Dato
he lo spazio di Hilbert in questione e innito-dimensionale, bisogna spe
i
are il dominio su
ui valgono veramente oggetti
ome [1 i L=N N per N
arbitrariamente grandi. Si dimostra
omunque
he tale dominio e denso nello spazio di
Hilbert, per
ui il limite N ! 1 denis
e un uni
o operatore unitario.
268
he identi
a in n L ,
ioe nella
omponente del momento angolare orbitale lungo l'asse individuato da n , il generatore delle trasformazioni
unitarie sullo spazio di Hilbert di un punto materiale
orrispondenti alle
rotazioni attorno allo stesso asse. In breve, il vettore L genera le rotazioni
di un punto materiale quantome
ani
o.
Abbiamo dunque veri
ato
he R e U (R) hanno la stessa forma
esponenziale, l'una in funzione delle matri
i hermitiane ` e l'altro degli
operatori autoaggiunti L . I generatori ` ed i loro rappresentanti sullo
spazio di Hilbert, L , soddisfano alle stesse regole di
ommutazione, (8.16)
e (8.4), rispettivamente. Per
al
olare tali regole abbiamo fatto uso della
forma espli
ita di ` (Eq. (8.15)) e di L (Eq. (8.3)), ma dovrebbe ormai
essere
hiaro
he esse sono univo
amente ssate dalla struttura gruppale
di SO(3) (vedi l'App. B.1). Per veri
arlo espli
itamente,
onsideriamo
il
osiddetto
ommutatore nito
C (R1 ; R2 ) = R1 R2 R1 1 R2 1
dove R1 = R(n1 ; 1 ) e R2 = R(n2 ; 2 ) . Sviluppando no al se
ondo
ordine i vari esponenziali si trova
C (R1 ; R2 ) ' 1 1 2 [n1 ` ; n2 ` :
D'altro lato possiamo
al
olare espli
itamente C (R1 ; R2 ) dalla formula
(8.17) e trovare, allo stesso ordine in 1 2 :
C (R1 ; R2 ) ' 1 i1 2 (n1 ^ n2 ) ` :
Le regole di
ommutazione (8.16) seguono immediatamente. Dunque alla
legge di
omposizione del gruppo SO(3)
orrisponde una pre
isa struttura
algebri
a nello spazio lineare dei generatori (le matri
i hermitiane puramente immaginarie
he si ottengono
ombinando linearmente le tre ` )
aratterizzata da determinate regole di
ommutazione
he si
hiudono sui
generatori stessi. Si tratta di una
osiddetta algebra di Lie. Data una
rappresentazione unitaria R ! U (R) del gruppo SO(3) , si ottiene quindi automati
amente una rappresentazione autoaggiunta della sua algebra
di Lie, poi
he
C (U (R1 ); U (R2 )) = U (C (R1 ; R2 )) :
Come vedremo, il vi
eversa non e sempre vero.
Momento angolare
(U (R) )(x1 ; x2 ; : : : ; xn ) = (R 1 x1 ; R 1 x2 ; : : : ; R 1 xn ) :
J=
N
X
j =1
totale
Lj :
Possiamo an
he ripetere le
onsiderazioni fatte all'inizio del x8.1, e suddividere la
ollezione fLj j = 1; 2; : : : N g nel momento angolare orbitale
L dell'intero sistema visto
ome un singolo oggetto, e nel momento angolare interno M (vedi Eq. (8.2)). Per
ostruzione [L; M = 0 , L genera
le rotazioni del sistema
ome se tutte le parti
elle fossero
on
entrate nel
entro di massa e M genera le rotazioni attorno al
entro di massa. In
ogni
aso J = L + M e
U (R) = UL (R)UM (R) ; UL (R) = e iL ; UM (R) = e iM :
Nel pre
edente paragrafo abbiamo
onsiderato la
lasse piu ovvia di rappresentazioni quantome
ani
he delle rotazioni, partendo dal singolo punto materiale ed estendendo la stessa logi
a a piu parti
elle s
alari,
ioe punti materiali des
ritti da funzioni d'onda s
alari sotto rotazioni. Ripensando pero alla
formulazione generale della me
ani
a quantisti
a, a lungo des
ritta nel
ap. 7, risulta naturale prendere in
onsiderazione possibilita piu generali.
Si tratta
omunque di generalizzazioni imposte dall'evidenza sperimentale: esistono sistemi si
i assimilabili al punto materiale per i quali le
omponenti della posizione non formano tuttavia un insieme
ompleto di
osservabili
ompatibili. Vi sono
ioe dei gradi di liberta \interni" e si pone
il problema di stabilire se e
ome le rotazioni agis
ano su di essi.
270
Momento angolare
8.2.3. Momento angolare totale. Dagli esempi riportati nei pre
edenti paragra, si dedu
e la seguente generalizzazione: ogni sistema si
o
S e ne
essariamente immerso nello spazio si
o R3 , per
ui, in modo piu
o meno signi
ativo, le rotazioni agis
ono su di esso
ome trasformazioni
di simmetria (vedi il prossimo
apitolo per la trattazione generale). Allora
su HS risulta denita (teorema di Wigner) una rappresentazione unitaria
di SO(3) , R ! U (R) . Gli operatori U (R) soddifano alla stessa legge di
omposizione delle matri
i di SO(3) , al piu modi
ata dal fattore di fase
!(R1 ; R2 ) = 1 :
U (R1 ) U (R2 ) = !(R1 ; R2 )U (R1 R2 ):
Questo e su
iente per introdurre la terna di generatori J = (J1 ; J2 ; J3 ) =
(Jx ; Jy ; Jz ) tramite la formula generale
R() = exp( i `) =) U (R()) = exp( i J ) ;
dove i parametri (1 ; 2 ; 3 ) sono un set di
oordinate normali (vedi il
x8.2.8 e l'App. B.1) di SO(3) . Si dimostra (teorema di Stone)
he i J
sono operatori autoaggiunti. L'osservabile momento angolare totale
del sistema S viene per denizione identi
ata
on il generatore J delle
rotazioni. Quindi J deve ubbidire alle regole di
ommutazione proprie
dell'algebra di Lie di SO(3) , vale a dire
(8.24)
[J ; J = i J :
273
Momento angolare
Esse sono equivalenti all'aermazione
he J genera una rappresentazione delle rotazioni. L'ulteriore spe
i
a di momento angolare totale va
riservata al generatore della rappresentazione U (R) ,
he per ipotesi tiene
onto di tutti i gradi di liberta di S sensibili alle rotazioni dello spazio
si
o R3 .
u = exp( i =2) ;
=
i
In eetti, avendo individuato in SU (2) il gruppo di ri
oprimento universale di SO(3) , sarebbe piu appropriato parlare di rappresentazioni di
SU (2) , annoverarando tra queste la rappresentazione aggiunta SO(3) ,
piuttosto
he il vi
eversa.
Per assi
urar
i
he SU (2) sia eettivamente SO(3) dobbiamo pero
veri
are
he SU (2) sia sempli
emente
onnesso: dato
he ogni matri
e
di SU (2) si s
rive in modo uni
o nella forma
u = u0 + iu =
= u0 iu3 ; = u2 + iu1 ;
jj2 + j j2 = 1 ;
Momento angolare
Momento angolare
on j un numero non negativo. Inne, per via delle relazioni di innalzamento ed abbassamento (8.28) e (8.29), deve ne
essariamente esistere un
intero non negativo n tale
he
J+n jk; j i / jk; j i
ovvero
j + n = j =) j = n=2 :
Abbiamo
os ottenuto una rappresentazione di (Jx ; Jy ; Jz ) in termini di
matri
i hermitiane (2j + 1) (2j + 1) per ogni j ssato. Infatti dalle
relazioni (8.28),(8.29) e (8.31) abbiamo
he
J jj; mi / jj; m 1i
(8.32)
J+ jj; j i = 0 = J jj; j i
dove abbiamo introdotto la nuova notazione jj; mi , al posto di quella
iniziale jj (j + 1); mi , per gli autovettori di J 2 e Jz . I fattori di proporzionalita in (8.32) vengono ssati, a meno di una fase,
al
olando la
norma di J jj; mi
on l'aiuto delle relazioni quadrati
he (8.30):
jjJ jj; mi jj2 = hj; mj JJ jj; mi = j (j + 1) m(m 1) :
La s
elta
onvenzionale e quella piu sempli
e
he
i permette di s
rivere
(8.33)
J jj; mi = [j (j + 1) m(m 1)1=2 jj; m 1i :
Si noti
he j (j + 1) m(m 1) = (j m)(j m + 1)
orrettamente si
annulla per m = j . Gli elementi di matri
e
(j )
j; m0 J jj; mi = [j (j + 1) m(m 1)1=2 m0 m1 Dmm
0 (J )
(8.34)
0
(
j
)
j; m Jz jj; mi = mm0 m Dmm0 (Jz )
denis
ono la rappresentazione (2j + 1) -dimensionale sopra
itata, detta
di peso o spin j ,
he denotiamo generi
amente
on il simbolo D(j ) .
Risulta evidente
he si tratta di una rappresentazione irridu
ibile, dato
he lo spazio lineare (2j + 1) -dimensionale Vj formato da tutte le
ombinazioni lineari dei vettori fjj; mi ; m = j; j +1; : : : ; j 1; j g non
ontiene al
un sottospazio invariante sotto l'azione di J e Jz . Vi
eversa, una rappresentazione della terna (Jx ; Jy ; Jz ) in
ui J 2 non assume
un valore denito j (j + 1) e ne
essariamente ridu
ibile, in quanto ne Jz
ne J ,
ommutando
on J 2 , possono interpolare stati
on autovalori di
J 2 diversi. In denitiva, valgono le seguenti aermazioni generali:
a) I possibili autovalori dell'operatore di Casimir J 2 sono i numeri razionali della forma j (j + 1) ,
on j intero o semintero non negativo, ovvero
j = 0; 1=2; 1; 3=2; : : : .
b) Per ogni j tale
he j (j +1) appartiene allo spettro di J 2 , gli autovalori
di Jz sono i 2j + 1 numeri m = j; j + 1; : : : ; j 1; j .
278
e W.
= R() , =
1
0
0A
1
per quanto riguarda SU (2) e SO(3) , mentre, sfruttando il fatto
he
D(j ) (Jz ) e diagonale,
D(j ) 0 (u) = eim mm0 m; m0 non sommati :
mm
Quindi, se ! + 2 ,
u ! u ; R ! R ; D(j ) (u) ! ( )2j D(j ) (u) ;
ovvero
D(j ) ( u) = ( )2j D(j ) (u) :
Questa relazione vale in generale, per qualunque u 2 SU (2) , dato
he le
rotazioni attorno ad un asse arbitrario n sono trasformazioni
oniugate rispetto a quelle attorno all'asse z :
u(; n) = v u(; ez ) v 1 ;
279
Momento angolare
(8.35)
D(j ) (R1 )D(j ) (R2 ) = !(R1 ; R2 )D(j ) (R1 R2 ) ;
on !(R1 ; R2 ) = (1)2j . La natura proiettiva, rispetto a SO(3) , delle
rappresentazioni
on spin semintero e interamente dovuta al fatto
he
SO(3) non e sempli
emente
onnesso. I fattori di fase !(R1 ; R2 ) sparis
ono passando a SU (2) , per il quale si dimostra
he tutte le rappresentazioni sono equivalenti a rappresentazioni strettamente vettoriali,
ioe
senza fattori di fase proiettivi (vedi x9.3.4).
Data la
lassi
azione delle rappresentazioni irridu
ibili di SO(3) , in
un sistema si
o
on
reto
aratterizzato da uno spazio di Hilbert HS
e da una rappresentazione R ! U (R) denite a priori, si pone ora il
fondamentale problema di determinare la de
omposizione di U (R) in rappresentazioni irridu
ibili. Si tratta
ioe di individuare tutti gli stati di peso
massimo jj; m = j; i anni
hilati da J+ ,
on
ome
ollezione di tutti
gli altri numeri quanti
i ne
essari per la
ompleta identi
azione dello
stato. Fatto questo, e ri
ostruiti i multipletti irridu
ibili mediante J ,
avremo il risultato generale
(8.36)
U (R) jj; m; i =
j
X
j; m0 ; D (j 0)
m0 = j
m m (R) :
8.2.6. Spettro del momento angolare orbitale. Un esempio immediato di quanto appena detto e fornito proprio dal punto materiale,
nel qual
aso la rappresentazione unitaria R ! U (R) e quella denita su
L2(R3 ) dalla relazione (8.11). In essa L2 e l'operatore di Casimir, per
ui i suoi autovalori devono essere della forma j (j + 1) ,
on j = n=2 e n
intero non negativo. Dato
he sappiamo gia (vedi x8.1)
he Lz ha tutti
gli interi
ome spettro, il
aso di j semintero va es
luso.
Dobbiamo inoltre osservare
he L agis
e soltanto sul sottospazio di
L2(R3 )
he si ottiene ignorando la variabile radiale r = jxj . Esso agis
e
280
ioe su L2 (S 2 ) lo spazio di Hilbert delle funzioni a modulo quadro sommabile sulla sfera S 2 (
on la misura invariante per rotazione ereditata dall'immersione di S 2 nello spazio R3
on metri
a eu
lidea). In altre parole possiamo s
rivere L2 (R3 ) L2 (R+ ; r2 dr)
L2 (S 2 ) , dove L2 (R+ ; r2 dr) e lo
spazio di Hilbert delle funzioni a modulo quadro sommabile sulla semiretta positiva,
on misura d(r) = r2 dr (si ri
ordi lo Ja
obiano nel passaggio
dalle
oordinate
artesiane a quelle sferi
he). Evidentemente la de
omposizione in rappresentazioni irridu
ibili delle rotazioni riguarda soltanto
L2(S 2 ) , mentre il numero quanti
o radiale, relativo a L2(R+ ; r2dr) , e un
esempio di numero quanti
o di tipo . Si noti
he L2 e Lz
ostituis
ono
un insieme
ompleto di osservabili
ompatibili per L2 (S 2 ) .
Inne, dalla soluzione dell'equazione dierenziale agli autovalori per
L2 , s
ritto nella forma (8.7),
on
ludiamo
he tutti i valori interi non negativi dello spin j
ompaiono nella de
omposizione di L2 (S 2 ) . Abbiamo
per
io
1
M
2
L2(S ) Vl ;
l=1
(8.37)
l
X
m0 = l
l
X
m0 = l
1e ) =
z
l
X
m0 = l
281
(l)
Ylm0 (ez )Dm
0 m (Rx ) :
Momento angolare
Ora Ylm (ez ) non puo dipendere dall'angolo ' e deve quindi essere della forma
l m 0 , dove la
ostante
l e ssata dalla normalizzazione al valore [(2l +
1)=41=2 . Si ottiene allora
2l + 1 1=2 (l)
D0 m (Rx ) ;
4
he e la relazione
er
ata. Si noti
he il termine a destra e
orrettamente invariante sotto la modi
a Rx ! R(ez ; )Rx
he non
ambia la proprieta di ruotare
x^ in ez .
Ylm (^x) =
Abbiamo denito in pre
edenza
ome parti
ella dotata di spin un sistema si
o per il quale la
quadrupla (x; y; z; Sz )
ostituis
e un insieme
ompleto di osservabili
ompatibili. Evidentemente, il solo Sz e su
iente per individuare lo stato
interno della parti
ella se e solo se la rappresentazione interna nitodimensionale D(R) e irridu
ibile,
ioe D(R) = D(j ) (R) per un
erto
peso j . In questo
aso, al posto di j viene usualmente adoperato il simbolo s , detto spin della parti
ella. Esso puo essere intero o semintero. In
natura si osservano parti
elle elementari
on spin s = 0 3, s = 1=2 , s = 1
e s = 2 e non oltre (una \spiegazione teori
a" di questa limitazione esiste,
an
he se ri
hiede nozioni
he vanno ben oltre lo s
opo di questo libro).
D'altra parte, ridu
endo la nostra attenzione a determinate osservabili,
possiamo sempre
onsiderare elementari an
he parti
elle
omposte
ome
i barioni (formati da tre quarks di spin 1=2 e quindi
on stati di spin no
a 3=2), o i nu
lei o gli stessi atomi, nel qual
aso il valore dello spin puo
essere an
he maggiore di 2. Tuttavia non dobbiamo dimenti
are
he non
si tratta piu veramente solo dello spin ma di una somma di diversi spin
e di momento angolare interno (ad esempio il momento angolare orbitale
degli elettroni attorno al nu
leo).
L'esempio primo di parti
ella elementare
on spin 1=2 e l'elettrone,
an
he se lo spin di un elettrone libero non e realmente osservabile: non
risulta signi
ativo, ad esempio, un esperimento di tipo Stern-Gerla
h
on fas
i elettroni
i. L'evidenza sperimentale dello spin dell'elettrone, una
volta opportunamente mediata dalla teoria, e
omunque fuori dis
ussione.
3In realta tutte le parti
elle relativisti
he s
alari sinora osservate sono sistemi
om-
posti, o stati legati, di altre parti
elle dotate di spin s = 1=2 . Ad esempio il pione e
formato da un quark e da un antiquark,
he sono fermioni (vedi al Cap. 11) di spin
1=2 . Il fatto
he queste parti
elle s
alari si di
ano egualmente elementari non e solo
un retaggio stori
o risalente a quando erano ritenute \indivisibili": i loro
ostituenti
interagis
ono
os fortemente da non essere osservabili allo stato libero; in altri termini,
non sembra possibile materialmente dividere un pione in quark ed antiquark
os
ome
si divide un atomo di idrogeno in protone ed elettrone o un nu
leo pesante in nu
lei piu
leggeri nel pro
esso di ssione.
282
E = Sjp jp ;
he per una generi
a parti
ella dotata di spin
orrisponde alla
omponente
di S lungo la direzione del moto,
ioe del momento p. Come tale l'eli
ita
possiede uno spettro quantizzato in multipli interi o seminteri di ~ . Se
la parti
ella e massiva, allora esiste una
orrispondenza biunivo
a tra gli
autostati di E e quelli, ad esempio, di Sz , per
ui E assume 2s + 1
valori. Se la massa e nulla, inve
e, lo spin lungo un asse arbitrario non
e denito e si dimostra
he lo spettro di E si ridu
e alle due possibilita
estreme ~s ,
orrispondenti a S parallelo o antiparallelo a p .
(j )
Gli elementi di matri
e Dmm
0 (u)
soddisfano a relazioni di ortogonalita analoghe a quelle valide per le armoni
he sferi
he (4.9). Queste ultime
ostituis
ono un insieme ortogonale
ompleto sullo spazio di Hilbert L2 (S 2 ) delle funzioni a quadrato sommabile sulla sfera. Nel
aso di SU (2) e ne
essario prima di tutto denire il
prodotto s
alare per funzioni denite sul gruppo:
Z
Momento angolare
8.2.10. Operatori tensoriali irridu
ibili. La posizione, il momento lineare ed il momento angolare orbitale di una parti
ella,
os
ome il
momento angolare totale di un generi
o sistema S , inteso
ome generatore delle rotazioni, sono esempi di operatori vettoriali. Un operatore
vettoriale A = (V1 ; V2; V3 ) = (Vx; Vy ; Vz ) , per denizione si trasforma
sotto rotazioni
ome il vettore
oordinato x , vale a dire
(8.40)
U (R)y V U (R) = R V ;
dove R ! U (R) e la rappresentazione delle rotazioni nello spazio di
Hilbert su
ui agis
e V . Considerando rotazioni innitesime R ' 1
i ` , U (R) ' 1 i J , dalla (8.40) si ottengono subito le regole
di
ommutazione di V
on il momento angolare totale J :
(8.41)
[J ; V = (` ) V = i V ;
Problema 8.2-3. Si veri
hi le relazione (8.40) a partire dalla (8.41)
fa
endo uso dello sviluppo in serie della funzione esponenziale, dalla quale
si desume la regola generale
1
X
eA Be A = Cn (A; B ) :
n=0
[J ; Vm =
m0 = 1;0;1
285
mm
(1)
Vm0 Dm
0 m (J ) :
Momento angolare
(8.42)
j
X
m0 = j
(j )
Tm(j0) Dm
0 m (R) ;
(8.43)
j
X
m0 = j
(j )
Tm(j0) Dm
0 m (J ) :
= Slm (R 1 V ) =
l
X
m0 = l
(j )
Slm0 (V )Dm
0 m (R) ;
Tm(l)
y
= ( 1)j
m T (l)
m
(si
onfronti questa relazione
on quella analoga per la
oniugazione
omplessa delle armoni
he sferi
he). Infatti sappiamo
he ogni osservabile e
invariante sotto rotazioni di 2 , vale a dire
U (2) Tm(j ) U (2)y = Tm(j ) ;
he e
ompatibile
on la denizione (8.42) solo se D(j ) (R(n; 2) = 1 ,
ovvero per j intero.
Momento angolare
m2
j 1= 2
j 2 = 7/2
M
m1
j 1+ j 2
j 1+ j 2
| j1 .
.
-1
j 2|
D(j1 )
D(j1 )
jM
1 +j2
J =jj1 j2 j
D(J ) :
jM
1 +j2
jM
1 +j2
[J A ;
[J A
0
J =jj1 j2 j
J =jj1 j2 j
dove abbiamo introdotto la notazione alternativa [j D(j ) . Un
aso di
questo tipo si in
ontra nella de
omposizione del prodotto diretto di tre
rappresentazioni irridu
ibili,
[j1
[j2
[j3 [j1
[j2
[j3
(8.46)
jM
1 +j2
JM
+j3
[J 0 A ;
J =jj1 j2 j J 0 =jJ j3 j
he e rilevante nell'addizione di tre momenti angolari indipendenti. Si noti
he nella doppia sommatoria diretta in Eq. (8.46), una stessa rappresentazione irridu
ibile [J puo
omparire piu volte, segnalando la degenerazione
M ) di J 2 e Jz .
della
oppia di autovalori (J;
Problema 8.3-1. Si sviluppino in rappresentazioni irridu
ibili i tripli
prodotti [ 21
3 [ 12
[ 12
[ 21 e [1
3 .
8.3.1. Coe
ienti di Clebsh-Gordan. I vettori jm1; m2 i formano
per
ostruzione una base ortonormale in D(j1 )
D(j1 ) . An
he i vettori
jJ; M i , una volta normalizzati, formano una base ortonormale nello stesso
spazio. Le due basi devono quindi essere
ollegate da una trasformazione
unitaria:
X
jm1 ; m2i hm1; m2 j J; M i :
(8.47)
jJ; M i =
m1 ;m2
Momento angolare
l; M
1 ; 1 ; 1 J; M
2 2 2
"
+ 12
i = ll ++ M
M + 23
290
#1=2
l; M + 21 ; 12 ; 12 J; M + 1i ;
l+M + 2
=
l; M + 23 ; 12 ; 12 l +
5
l+M + 2
"
#1=2
l + M + 21
=
l; l; 21 ; 12 l + 12 ; l +
2l + 1
(8.50)
l; M
"
l + M + 21
=
2l + 1
#1=2
1; M
2
+2
1
2
Problema 8.3-2. Si veri
hi
he i
oe
ienti di Clebs
h-Gordan relativi ai
asi rimanenti (ovvero J = l + 1=2 , m2 = 1=2 e J = l 1=2 ,
m2 = 1=2 ) valgono rispettivamente
(8.51)
l; M +
1
1 1 1
2; 2; 2 l + 2; M =
l; M
1 1 1
2; 2; 2 l
1; M
2
"
l M + 12
2l + 1
=
"
#1=2
l M + 12
2l + 1
#1=2
Si noti
he i quattro
oe
ienti in questione formano una matri
e ortogonale 2 2 per ogni M . Per denizione essi denis
ono una matri
e
unitaria; la riduzione a una matri
e reale ortogonale e
onseguenza della
onvenzione adottata per le fasi. Si tratta di un risultato generale, valido
per ogni j1 e j2 . Nel
aso in esame, j1 = l e j2 = 1=2 , questo permette
di ottenere le (8.51) direttamente dalla (8.50), senza fare piu uso delle
regole di ri
orrenza.
Nel
aso piu sempli
e le relazioni (8.50) e (8.51) des
rivono
la
omposizione
di due spin 1=2 . Adottando la notazione abbreviata 21 ; 21 = ji per
indi
are i due vettori di stato di un singolo spin, otteniamo le espressioni
per il
osiddetto tripletto
on spin totale J = 1
j1; 1i = j++i j1; 0i = p1 (j+ i + j +i) ; j1; 1i = j i
2
e per il singoletto
on spin totale nullo
j0; 0i = p1 (j+ i j +i) :
2
291
Momento angolare
8.3.2. Il teorema di Wigner-E
kart. I
oe
ienti di Clebs
h-Gordan possono essere fa
ilmente messi in relazione
on il prodotto diretto di
rappresentazioni unitarie irridu
ibili. Infatti abbiamo, per ogni rotazione
R,
U (R) jJ; M i =
da un lato, e
U (R) jj1 ; m1 ; j2 ; m2 i =
J
X
J; M 0 D (J )0
M M (R)
M 0= J
X
j1 ; m0 ; j2 ; m0 D (j10 ) (R)D (j20 ) (R)
1
2
m2 m2
m1 m1
m01 ;m02
X X
M 0 m1 ;m2
m2 m2
m1 m1
m1 ;m2
M0
(J )
j1 ; m01 ; j2 ; m02 J; M 0 DM
0 M (R) ;
=
j1 ; m0 ; j2 ; m0 J; M 0 D(J )0 (R) hJ; M j j1 ; m1 ; j2 ; m2 i :
M0 J
MM
Evidentemente quest'ultima relazione, detta an
he serie di Clebs
hGordan, esprime espli
itamente la de
omposizione del prodotto diretto
D(j1 )
D(j2 ) in rappresentazioni irridu
ibili D(J ) . Si ri
ordi
he, per
denizione, i
oe
ienti di Clebs
h-Gordan sono diversi da zero solo se
m1 + m2 = M , jj1 j2 j J jj1 + j2 j e la somma j1 + j2 + J e un
intero.
Combinando la de
omposizione (8.52)
on le relazioni di ortogonalita
(8.38), si ottiene la segeuente regola per l'integrazione su SU (2) di tre
292
(8.53)
(j1 )
(J )
(j2 )
d(u)DM
0 M (u)Dm01 m1 (u)Dm02 m2 (u)
82
qM
m0 q0
mm
qM
hJ; jjTm(j) jJ 0 ; 0 =
j; m0 ; J 0 ; q0 J; qi hJ; q; j Tm(j0) J 0 ; q0 ; 0 :
m0
q0
Momento angolare
hJ; M; j J0(1) J 0 ; M 0; 0 = MJ J 0 M M 0 0 ;
on la s
elta piu
onveniente M = M 0 = J = J 0 , si ottiene
(8.56)
[J (J + 1)1=2
Inoltre gli elementi di matri
e ridotti hJ; jjV jjJ; 0 i sono ri
ondu
ibili agli
elementi di matri
e,
he sono di solito piu fa
ili da
al
olare, dell'operatore
s
alare
J V =
( 1)m J
294
m Vm
Espli itamente:
= ( 1)m
hJ; M; j J m J 00 ; M 00 ; 00 J 00; M 00 ; 00 Vm J; M; 0
m
00 J 00 M 00
= [J (J + 1)1=2 hJ; jjV jJ; 0
X
X
( 1)m hJ; M j 1; m; j; M 00 J; M 00 1; m; j; M i :
M 00
8.3.3. Simboli 3-j. Al posto dei
oe
ienti di Clebs
h-Gordan vengono di sovente adoperati altri
oe
ienti, dotati di maggiori proprieta di
simmetria, i
osiddetti simboli 3-j. Essi si s
rivono
(8.58)
j1 j2 j3 = ( p1)j1 j2 m3 hj ; m ; j ; m j j ; m i
1 1 2 2 3
3
m1 m2 m3
2j3 + 1
Momento angolare
m1 ;m2 ;m3
(j1 )
(j2 )
(j3 )
Dm
01 m1 (R) Dm02 m2 (R) Dm01 m3 (R)
296
j1 j2 j3
m1 m2 m3
CAPITOLO 9
Simmetria e invarianza
In questo
apitolo
i proponiamo di illustrare il ruolo fondamentale
he
rivestono i prin
ipi di simmetria e di invarianza nel formalismo generale
della me
ani
a quantisti
a. Abbiamo gia avuto modo di a
ennare al
problema nei pre
edenti
apitoli (ad esempio al x7.6 e x7.6.3) e pro
ediamo
ora alla trattazione generale.
Innanzitutto o
orre fare una distinzione ben pre
isa tra i due aspetti
della questione: quello
he potremmo denire stati
o-
inemati
o e quello
dinami
o. Sia ben
hiaro
he la stessa distinzione sussiste an
he in me
ani
a
lassi
a; nella sua formulazione piu generale, quella basata sulla
nozione di spazio delle fasi F , le trasformazioni di simmetria al livello
stati
o-
inemati
o sono tutte e sole le trasformazioni
anoni
he,
ioe le
appli
azioni biunivo
he di F in se stesso
he, preservando la struttura
simpletti
a di F (ovvero las
iando invariate le parentesi di Poisson tra
le
oordinate
anoni
he), garantis
ono la
ovarianza (
ioe l'invarianza in
forma) delle equazioni del moto di Hamilton. Questa e la
ondizione
ne
essaria e su
iente an
he una generi
a trasformazione su F possa essere una simmetria della des
rizione del moto se
ondo la me
ani
a
lassi
a. In se
ondo luogo, si pone la questione di
ontrollare le proprieta di trasformazione dell'Hamiltoniana: se essa risulta invariante, allora
la trasformazione in questione preserva la dinami
a, ovvero permette di
ostruire nuove soluzioni del moto a partire da date soluzioni del moto: si
tratta di una simmetria del moto e non solo della des
rizione dello stesso.
Inoltre, nel
aso di gruppi
ontinui di trasformazioni, ad ogni simmetria
dell'Hamiltoniana (
ioe ad ogni trasformazione di simmetria
he las
ia invariata l'Hamiltoniana) risulta asso
iata una legge di
onservazione (vedi
al
ap. 1).
Volendo estendere queste
onsiderazioni alla me
ani
a quantisti
a, la
prima questione a
ui rispondere riguarda la determinazione di
he
osa
una trasformazione di simmetria deve las
iare invariato: si tratta
ioe di
identi
are l'analogo quantisti
o della struttura simpletti
a dello spazio
delle fasi
lassi
o. Ri
ordiamo
he, se
ondo i prin
ipi della me
ani
a
quantisti
a dis
ussi nel
ap. 7, ad ogni sistema si
o S e asso
iato uno
spazio di Hilbert HS , i
ui raggi unitari sono in
orrispondenza biunivo
a
297
Simmetria e invarianza
Trasformazioni di simmetria
299
Simmetria e invarianza
Consideriamo ora un sempli
e esempio. Si supponga
he i due suddetti osservatori siano
ollegati dalla traslazione spaziale T (a) , a 2 R3 ,
ioe fa
iano riferimento a due terne di assi
oordinati ottenuti l'uno dall'altro mediante lo spostamento rigido a . Osservando lo stesso esperimento, essi attribuiranno al sistema S in esame dierenti stati
ome
risultati della stessa preparazione, dato
he diversa e la loro rappresentazione matemati
a delle osservabili di S . Ad esempio, se r
:m: e il
entro
di massa di S per il primo, allora T (a) r
:m: = r
:m: + a e il
entro di
massa per il se
ondo, e via di
endo,
on un'analoga, pre
isa
orrispondenza per tutte le osservabili. Poi
he gli stati sono preparati misurando
le osservabili, deve esistere una
orrispondenza biunivo
a an
he tra tutti i possibili stati puri assegnati a S dai due osservatori. Supponiamo
ora
he il primo osservatore sia in grado, mediante opportuni arrangiamenti sperimentali, di preparare alternativamente gli stati ortonormali
j 1 ih 1 j e j 2ih 2 j , non
he lo stato j ih j ,
on j i =
1 j 1i +
2 j 2 i e
j
1 j2 + j
2 j2 = 1 (si pensi ad esempio alle varie rotazioni del magnete in un
esperimento di Stern-Gerla
h). L'altro osservatore,
he essendo per ipotesi equivalente al primo appli
a gli stessi prin
ipi generali della me
ani
a
quantisti
a, assegna agli stati preparati i vettori jT (a) 1 i , jT (a) 2 i e
jT (a) i =
01 jT (a) 1 i +
02 jT (a) 2 i . In su
essive misure, i due osservatori si troveranno d'a
ordo sui risultati se e solo se jT (a) 1 i e jT (a) 2 i
sono ortonormali e j
0j j2 = j
j j2 , j = 1; 2 . Dato
he
j = h j j i ,
0j = hT (a) j j T (a) i , e j i , j j i sono vettori rappresentativi di raggi
arbitrari di HS , arriviamo alla ri
hiesta
he alla traslazione T (a)
orrisponda una trasformazione di simmetria dello spazio degli stati puri di
S.
In questo esempio la trasformazione di simmetria
he
ollega le due des
rizioni quantome
ani
he prende origine direttamente da una simmetria
dello spazio si
o, poi
he (almeno per spostamenti a non troppo grandi)
appare ovvio assumere
he i due osservatori siano eettivamente equivalenti (questo
ostituis
e un esempio di prin
ipio di simmetria). Questa
interpretazione della simmetria si di
e passiva in quanto il sistema S
e uno solo e resta inalterato, mentre la traslazione T (a)
ollega diversi
osservatori. Si di
e inve
e attiva l'interpretazione opposta, per la quale
vi e un solo osservatore
he
ontempla due distinti sistemi si
i ottenuti
l'uno dall'altro per traslazione. Entrambe le visioni sono legittime e si
tradu
ono in una trasformazione di simmetria del formalismo della me
ani
a quantisti
a, in base all'assunzione di omogeneita dello spazio si
o. E inoltre evidente
he le due trasformazioni
os ottenute sono una
300
Trasformazioni di simmetria
l'inversa dell'altra, dato
he, se lo spazio e davvero omogeneo, traslare insieme osservatore e sistema osservato2 deve tradursi nella trasformazione
identi
a.
Quanto appena detto per le traslazioni suggeris
e un'interpretazione
attiva di tipo operativo per tutte le trasformazioni di simmetria
ollegate
a simmetrie spazio-temporali. Si tratta, in sostanza, di eettuare (o immaginare di eettuare) determinate operazioni sugli apparati sperimentali
atti a preparare il sistema S in un
erto stato. Dopo tali operazioni, gli
apparati prepareranno il sistema in uno stato
he e legato a quello originale dalla trasformazione di simmetria T
he
orrisponde alle operazioni
fatte.
hU j Ui = hj i = h j i ;
(9.1)
essa denis e an ora una trasformazione di simmetria. Si dimostra fa ilmente he tale appli azione e antilineare, ioe
1 j
i +
2 j 2i 7!
1 jU 1 i +
2 jU 2i :
Possiamo an
ora porre jU i = U j i
on la regola U
j i =
U j i ,
2 C . Insieme
on la (9.1) questo denis
e U
ome operatore antiuni1
2E
importante in
ludere nel
omplesso osservatore-osservato, oltre a tutto l'apparato sperimentale ne
essario per le osservazioni, an
he tutti gli agenti esterni al sistema S
he potrebbero in
uenzare la preparazione e le varie misure entro l'a
uratezza
desiderata. Si pensi ad esempio al
ampo gravitazionale ed a quello elettromagneti
o.
301
Simmetria e invarianza
Trasformazioni di simmetria
Simmetria e invarianza
T T
= aUT jai = a jT ai :
D'altra parte, se lo spettro di A sostiene una realizzazione della trasformazione T , per
ui jT ai des
rive un autostato di A
on autovalore T a (si
pensi ad esempio alle traslazioni spaziali ed all'osservabile posizione), allora l'osservabile attivamente trasformata T A = UTy AUT assume il valore
304
Trasformazioni di simmetria
T 1 T
305
T 2 T
Simmetria e invarianza
relazione
he spesso si ridu
e ad una identita, grazie alla parti
olare forma
funzionale di f (ad esempio per f algebri
a sempli
e).
Osserviamo ora
he l'implementazione (9.4) della trasformazione di
simmetria T , una volta
onsiderata per un insieme di osservabili fondamentali, ssa UT a meno di un fattore di fase. Se infatti UT e VT
implementano entrambi T , avremo
T A = U y A U = V yA V
j
e quindi
T j T
T j T
Aj = T 1 T Aj = UT VT 1 y Aj UT VT 1 :
Dunque UT VT 1
ommuta
on tutte le osservabili fondamentali ed e per
io
un multiplo dell'identita, ovvero VT = ei UT .
Per
ostruire UT espli
itamente, stabilendo tra l'altro la sua natura lineare o antilineare, possiamo far ri
orso alle regole di
ommutazione
tra le osservabili fondamentali,
he per denizione devono funzionalmente
hiudersi sulle stesse Aj e l'identita. Piuttosto
he presentare una trattazione in termini generali, ne
essariamente piuttosto astratta,
i limitiamo
qui a riportare la formula generale di partenza,
he segue
ombinando la
regola (9.4)
on la possibilita di esprimere T Aj in termini delle A1 ; A2 ; : : :
stesse:
(9.9)
UTy Aj UT = Tj (A1 ; A2 ; : : :) ;
dove le Tj sono funzioni solitamente piuttosto sempli
i. Per un'analisi dettagliata, preferiamo rimandare ai vari esempi trattati nei prossimi
paragra.
9.1.3. Trasformazioni innitesimali e generatori. In base al teorema di Wigner, una trasformazione innitesimale di simmetria,
lassi
amente realizzata
ome trasformazione
anoni
a innitesimale,
onsiste nel
formalismo della me
ani
a quantisti
a in un operatore unitario
he differis
e \po
o" dall'identita (per denizione un operatore antiunitario non
puo dierire \po
o" dall'identita). Per una denizione pre
isa,
onsideriamo un parametro innitesimo ed un operatore autoaggiunto Q e
poniamo
(9.10)
U = 1 iQ :
Si veri
a subito
he l'operatore U e unitario al primo ordine in
UU y = (1 iQ)(1 + iQ) = 1 + O(2 ) :
Ripetendo molte volte una trasformazione innitesima si ottiene una trasformazione nita: per ogni j i appartenente al dominio di analiti
ita di
306
Trasformazioni di simmetria
Q si ottiene
i n
Q j i = exp( iQ) j i :
lim
1
n!1
n
D'altro lato, esiste uni
o l'operatore unitario U ()
he per reale
oin
ide
on exp( iQ) sul dominio di analiti
ita di Q , per
ui possiamo
porre
U () = exp( iQ) :
Ovviamente, per = , questa relazione riprodu
e al primo ordine la
denizione iniziale (9.10). Al variare di sui reali, U () des
rive un
sottogruppo ad un parametro,
ontinuo in senso forte, di operatori
unitari (e quindi di trasformazioni di simmetria),
aratterizzato dalla legge
di
omposizione
U (0 )U () = U (0 + ) :
L'operatore autoaggiunto Q si di
e il generatore di tale sottogruppo.
L'inverso di questa
ostruzione
ostituis
e il seguente
Qj
i = lim
i 1 [U ()
!0
su ogni vettore j i per il quale il limite esiste in senso forte, e autoaggiunto e genera il sottogruppo, ioe U () = exp( iQ) .
Abbiamo gia avuto modo di in
ontrare questo teorema al x7.7, in relazione all'evoluzione temporale ed alla Hamiltoniana, ed al paragrafo
x7.6.3, riguardo alle traslazioni spaziali ed al momento. In questo
apitolo
esso gio
a un ruolo fondamentale e sara d'ora in poi sempre sottinteso.
Supponiamo ora
he sia a priori denito, per il sistema S , un sottogruppo
ontinuo ad un parametro fT (); 2 Rg di trasformazioni di
simmetria. Risulta allora spontaneo domandarsi se tale sottogruppo e
sempre implementabile da operatori unitari della forma UT () U () =
exp( iQ) ,
he
ome sappiamo formano a loro volta un sottogruppo ad
un parametro. Il teorema di Wigner e la
ontinuita del sottogruppo per
! 0
i garantis
ono l'esistenza di un operatore unitario V ()
he implementa T () a meno di un fattore di fase. L'indeterminazione su tale
fase esiste indipendentemente per ogni , per
ui in generale V () soddisfa alla legge di
omposizione del sottogruppo a meno di un fattore di
fase,
ioe
(9.11)
V (0 )V () = !(0 ; )V (0 + ) ;
307
Simmetria e invarianza
dove j!(0 ; )j = 1 . Possiamo sempre ssare la fase globale della famiglia
fV ()g in modo tale
he V (0) = 1 , per
ui
!(; 0) = !(0; ) = 1 :
Quindi, dierenziando la (9.11) rispetto a 0 in 0 = 0 si ottiene
dV ()
= i[Q + f ()V () ;
d
dove Q e il generatore di V () e f () e una funzione reale e
ontinua
d
dV ()
:
log
!
(
;
)
=
0
;
f
(
)
=
i
Q=i
d
d
=0
L'operatore U ()
Z
d f ()
Trasformazioni di simmetria
(9.13)
U12 = U1
U2 :
Adottando la
onvenzione diusa, gia introdotta a pag. 195, di identi
are
U1
on U1
1 e U2
on 1
U2 , la (9.13) si ris
rive piu sempli
emente
ome U12 = U1 U2 . Questo risultato si estende in modo ovvio al
aso di
un numero qualunque di sistemi e relative trasformazioni.
Come gia ripetuto, le trasformazioni di simmetria si
amente piu signi
ative sono quelle
he traggono origine da proprieta di simmetria dello
spazio-tempo. Supponiamo ora
he T1 e T2 siano trasformazioni di simmetria di questo tipo. E evidente allora
he la denizione appena data
di trasformazione
omposta T12 non
orrisponde in generale ad una simmetria spazio-temporale, a meno
he T1 e T2 non rappresentino l'azione
sugli stati e sulle osservabili di S1 e S2 della stessa trasformazione T . Se
questo e eettivamente il
aso e se esiste una
orrispondenza biunivo
a tra
le osservabili dei due sistemi, possiamo fare l'identi
azione T1 = T2 = T .
Consideriamo ad esempio il
aso di due parti
elle distinguibili, soggette
ad una data traslazione: evidentemente T1 = T2 = T = traslazione di
spostamento a se eettivamente T1 x1 = x1 + a e T2 x2 = x2 + a (
on le
restanti osservabili fondamentali, momenti ed eventuali spin, non modi
ate). Piu in generale T1 e T2 possono essere realizzazioni distinte della
309
Simmetria e invarianza
Q(12:::N ) =
N
X
j =1
Qj
Simmetria e invarianza
on le funzioni T~j generalmente diverse dalle Tj . Detto in altri termini, una generi
a trasformazione di simmetria T non
ommuta
on
l'evoluzione temporale, e quindi evolve an
h'essa.
Diremo per
io
he una ssata trasformazione di simmetria T e una
invarianza del moto del sistema si
o S se essa
ommuta
on l'evoluzione
temporale del sistema stesso. Abbiamo visto
he per le osservabili fondamentali questo ri
hiede
he T~j = Tj . Dal punto di vista degli stati, la
ri
hiesta di invarianza e
he due raggi
ollegati dall'evoluzione temporale
siano trasformati da T in due raggi
ollegati dalla stessa evoluzione temporale. Alternativamente possiamo dire
he raggi
orrispondenti sotto T
all'istante t0 saranno an
ora
orrispondenti sotto T all'istante t , per
ui
la
orrispondenza sotto T degli stati puri e una
aratteristi
a
ostante
del moto.
In termini degli operatori UT 3 e U (t; t0 )
he implementano rispettivamente T e l'evoluzione temporale sullo spazio di Hilbert, la
ondizione
di invarianza si esprime quindi
ome segue
(9.19)
UT U (t; t0 ) = ei U (t; t0 )UT ;
dove il fattore di fase e in linea di prin
ipio possibile dato
he le
orrispondenze tra raggi non ne vengono alterate. In ogni
aso = (t; t0 )
deve annullarsi per t = t0 ; inoltre, per le proprieta di U (t; t0 ) , deve
essere una funzione antisimmetri
a, (t; t0 ) = (t0 ; t) e soddisfare la
legge di
omposizione (t; t0 ) = (t; t1 ) + (t1 ; t0 ) . Quindi (t; t0 ) =
'(t) '(t0 ) .
Riletta nella forma UT U (t; t0 )UTy = ei U (t; t0 ) la (9.19) esprime l'invarianza dell'evoluzione temporale sotto T , mentre riletta
ome
U (t; t0 )y UT U (t; t0 ) = ei UT
essa esprime l'invarianza di T sotto l'evoluzione temporale. Risulta an
he
evidente
he le trasformazioni di simmetria
he sono an
he invarianze del
moto formano un sottogruppo.
Si noti
he il fattore di fase (t; t0 ) = '(t) '(t0 ) puo venir sempre
riassorbito in una ridezione di UT , a patto di a
ettare an
he implementazioni
he dipendono dal tempo della trasformazione T ,
he inve
e
da t non dipende aatto. Possiamo
omunque fare a meno di una simile
eventualita ed assumere UT ssato nel tempo, pro
edendo nel seguente
modo. Dierenziamo l'Eq. (9.19) rispetto t e fa
iamo uso dell'equazione
del moto di U (t; t0 ) (Eq. (7.80)) per ottenere
UT H (t)U (t; t0 )UTy = ei [H (t) '_ U (t; t0 ) ;
3In questo
ome in quasi tutti i seguenti paragra, assumeremo ta
itamente
he
312
la quale impli a an he
313
Simmetria e invarianza
9.2.1. Trasformazioni dipendenti dal tempo. Nel pre
edente paragrafo abbiamo denito una trasformazione di simmetria
ome una invarianza, qualora essa
ommuti
on l'evoluzione temporale. Abbiamo an
he
assunto
he la trasformazione T in questione fosse ssata una volta per
tutte,
ioe fosse indipendente dal tempo t . Possiamo ora togliere questa
limitazione,
onsiderando il
aso di una famiglia fT (t)g di trasformazioni
di simmetria
he dipende espli
itamente dal tempo, nel senso
he essa
orrisponde ad operazioni su S
he variano eettivamente da istante a
istante. Si intende
he tale dipendenza e
ontinua ed e ssata a priori,
senza al
un riferimento
ioe all'evoluzione temporale eettiva del sistema
S . Un esempio importante sara
onsiderato al x9.3.6.
La
ondizione di invarianza (9.19) va ora modi
ata nella
(9.21)
UT (t) U (t; t0 ) = ei U (t; t0 )UT (t0 ) :
Sfruttando le proprieta di U (t; t0 ) e fa
ile veri
are
he dobbiamo an
ora
avere = '(t) '(t0 ) , per
ui possiamo riassorbire il fattore di fase
ponendo UT (t) = ei'(t) V (t) . Possiamo inoltre assumere
he gli operatori
V (t) siano unitari, dato
he una famiglia antiunitaria si puo sempre ottenere moltipli
ando per un ssato operatore antiunitario. S
rivendo la
(9.21) nella forma
(9.22)
V (t) = U (t; t0 )V (t0 )U (t; t0 )y
appare ora evidente
he l'operatore evoluto se
ondo Heisenberg, vale a
dire
V (t)H = U (t; t0 )y V (t)U (t; t0 ) ;
oin
ide
on V (t0 ) ed e per
io
ostante nel tempo. D'altra parte, differenziando l'Eq. (9.22) rispetto a t e tenendo
onto
he
H (t) = i[U (t; t0 )=t U (t; t0 )y
si ri
ava
V (t)
V (t)y + V (t)H (t)V (t)y = H (t) ;
i
t
he esprime l'invarianza dell'equazione di S
hroedinger sotto T (si vedano
le relazioni (9.7) e (9.8)).
Se inoltre assumiamo
he, per ogni t , V (t) sia un elemento del sottogruppo ad un parametro exp[ iQ(t) , possiamo ris
rivere la (9.22)
interamente in termini dei generatori
ome
Q(t)
(9.23)
[H (t); Q(t) = i
:
t
Abbiamo
os ottenuto, da un lato, la legge trasformazione innitesima
della Hamiltoniana (si ri
ordi
he la dipendenza di Q(t) da t si intende
314
Simmetria e invarianza
U (: : : ; j ; : : :) U (: : : ; j ; : : :) = U (: : : ; j + j ; : : :) :
Dunque a
ias
una
oordinata normale
orrisponde un sottogruppo ad un
parametro di operatori unitari,
ontinuo in senso forte. Per il teorema di
Stone possiamo allora porre
U (: : : ; j ; : : :) = exp
ij Qj ;
dove Qj e l'operatore autoaggiunto
he genera il sottogruppo a un parametro
orrispondente alla
oordinata j . Ripetendo l'analisi per
ias
uno
dei restanti sottogruppi si ottiene l'insieme Q1 ; Q2 ; : : : ; Qr dei generatori
della rappresentazione proiettiva
orrispondente alle
oordinate normali
1 ; 2 ; : : : ; r . Quindi, grazie alla denizione stessa di
oordinate normali,
per un generi
o elemento del gruppo G avremo
(9.26)
U (1 ; 2 ; : : : ; r ) = exp i
r
X
j =1
j Qj :
T (g)A =
+i
=A+i
j Qj + O(2 ) A
j Qj + O(2 )
j [Qj ; A + O(2 ) ;
da ui segue immediatamente
:
T
(
g
)
A
j
1 =:::=r =0
Come vedremo piu avanti, questa relazione, una volta appli
ata ad un
insieme di osservabili fondamentali A1 ; A2 ; : : : , risulta di solito su
iente
per ssare i generatori Qj
ome funzioni delle A1 ; A2 ; : : : , a meno di
multipli dell'identita.
Consideriamo ora due arbitrari elementi di G , g1 = g(1 ; : : : ; r ) e
g2 = g(1 ; : : : ; r ) ed appli
hiamo la formula di Baker-Hausdor nella
relazione (9.25)
(9.27)
[Qj ; A = i
(j + j )Qj
1
2
j
jk
j k [Qj ; Qk + O(3 ) ;
1; : : : ; r .
!(g1 ; g2 ) = exp i
jk
djk j k + O(3 ) ;
dove le
ostanti djk sono antisimmetri
he, djk = dkj , poi
he per ipotesi
!(g; g) = 1 . Dalla relazione (9.25) otteniamo per
io
[Qj ; Qk = i
j = j + j +
1
2
njk Qn + idjk 1
jkn k n + O(3 ) ;
in termini delle
ostanti di struttura
njk del gruppo G (vedi App. B.1).
Dunque la natura proiettiva della rappresentazione si tradu
e al livello dell'algebra di Lie in una
osiddetta estensione
entrale, ovvero nella
omparsa di
-numeri a destra delle regole di
ommutazione dei generatori
sullo spazio di Hilbert.
317
Simmetria e invarianza
Qj ! Qj + uj =) U (1 ; : : : ; r ) ! exp
uj j U (1 ; : : : ; r )
djk ! djk
njk un :
9.3.1. Traslazioni spaziali. Abbiamo gia avuto modo in pre
edenza di parlare delle traslazioni spaziali e di
ome sono implementate nel
formalismo della me
ani
a quantisti
a. Presentiamo ora la trattazione
generale e riassuntiva, adottando il punto di vista attivo. Consideriamo
quindi un sistema
ostituito da un numero arbitrario N di parti
elle
distinguibili, libere di muoversi in R3 , ovvero di quel sistema si
o S
interamente
aratterizzato dalle 9N osservabili fondamentali
he sono
le 3
omponenti della posizione xj , del momento
oniugato pj e dello
spin/isospin sj di
ias
una parti
ella, soggette per ipotesi alle regole di
ommutazione
anoni
he (vedi x7.8). Le traslazioni in R3 formano un
gruppo di Lie abeliano,
onnesso e sempli
emente
onnesso, isomorfo a
R3
ome spazio lineare; una traslazione
e individuata da un vettore a , al
319
Simmetria e invarianza
quale risulta quindi asso
iato un operatore unitario U (a) su HS , identi
ato a meno di un fattore di fase dalle leggi di trasformazione delle
osservabili fondamentali:
U y (a) xj U (a) = xj + a
(9.31)
U y(a) pj U (a) = pj
U y (a) sj U (a) = sj
Queste relazioni sono essenzialmente basate sull'analogia
on la me
ani
a
lassi
a: la posizione di una parti
ella e per ipotesi
io
he trasla, mentre
il momento lineare e lo spin,
ome momento angolare intrinse
o (
ioe relativo al
entro di massa della parti
ella), o l'isospin,
ome grado di liberta
interno, sono invarianti sotto traslazione. Dal punto di vista strettamente
logi
o-operativo, possiamo
onsiderare queste proprieta sotto traslazione
ome fa
enti parte della denizione stessa delle osservabili quantome
ani
he fondamentali di un sistema di N parti
elle distinguibili. In questo
senso la struttura
omposta di tale sistema gio
a un ruolo importante:
tra le osservabili di
ias
una parti
ella esiste una naturale
orrispondenza
he viene rispettata dall'azione (9.31) delle traslazioni.
Combinando le relazioni (9.27) e (9.31), si ottengono le
ondizioni
ui
devono soddisfare i tre generatori Q , = 1; 2; 3 di U (a) :
[Q ; (xj ) = i ; [Q ; (pj ) = [Q ; (sj ) = 0 :
La soluzione e immediata: le Q sono le
omponenti
artesiane del vettore
Q = ~ 1 P + u1 ;
dove P e il momento totale del sistema
P=
N
X
j +1
pj
9.3.2. Traslazioni temporali. Nel formalismo della me
ani
a quantisti
a,
os
ome des
ritto sinora, le traslazioni temporali ri
hiedono una
trattazione a parte, poi
he il tempo stesso riveste un ruolo parti
olare. La
grandezza t
he usiamo per parametrizzare il tempo non e una osservabile
ome la posizione x di una parti
ella e non possiamo quindi pensare
di eettuare una traslazione t ! t + in senso attivo nello stesso modo
della relazione (9.31)5.
Il signi
ato della sostituzione t ! t + e intrinse
amente passivo:
essa
ollega le
oordinate temporali usate da due osservatori i
ui orologi non sono sin
ronizzati, ma potrebbero esserlo portando l'uno avanti o
l'altro indietro. Dal punto di vista attivo t ! t + non e una traslazione,
ma rappresenta l'evoluzione del sistema S in esame da t a t + (non
possiamo spostare S , ad esempio, nel futuro, dobbiamo aspettare
he esso
evolva nei suoi stati futuri). Come sappiamo dal x7.7, l'evoluzione da t a
321
Simmetria e invarianza
t +
ostituis
e per ipotesi (il postulato IV) una trasformazione di simmetria, implementata dall'operatore U (t+; t) . D'altra parte e evidente
he i
on
etti di evoluzione e traslazione temporale sono strettamente
onnessi,
per
ui l'implementazione unitaria della traslazione t ! t + deve dis
endere da quella dell'evoluzione,
ioe da U (t + ; t) . Il punto fondamentale
e stabilire qual e l'azione della traslazione t ! t + sulle osservabili e/o
sugli stati del sistema S , non essendo t stesso una osservabile.
Per denire l'azione sulle osservabili la des
rizione appropriata e quella
di Heisenberg: se A(t)H e l'operatore di Heisenberg
orrispondente ad un
operatore A di S
hroedinger ssato nel tempo, alla traslazione t ! t +
sara asso
iata la trasformazione
A(t)H ! A0 (t)H = A(t )H ;
ome ri
hiesto dal fatto
he A(t)H e una funzione di t (la regola e quella
s
alare, f 0 (t0 ) = f (t) quando t ! t0 , propria dell'interpretazione passiva). Denotiamo U ( ; t )H l'operatore
he implementa tale trasformazione; abbiamo allora, per ipotesi
U ( ; t )yH A(t)H U ( ; t )H = A(t )H ;
he possiamo an
he s
rivere
(9.33)
U ( ; t)yH A(t + )H U ( ; t)H = A(t)H
Di
onseguenza, in base alla regola di Heisenberg (7.85), A(t)H = U (t; t0 )y
A U (t; t0 ) , e a meno del solito fattore di fase, dobbiamo avere
U ( ; t)H = U (t + ; t0 )y U (t; t0 )
= U (t; t0 )y U (t; t + )U (t; t0 )
= exp +i
Z t+
dt0 H (t0 )H :
dove evidentemente
323
Simmetria e invarianza
dove per
ostruzione A(x; p; s; t)H = A(q (t)H ; p(t)H ; s(t)H ) . Tale azione
oin
ide
on quanto ri
hiesto per una traslazione spazio-temporale. Tuttavia la
ollezione di operatori U (a; ; t)H non fornis
e una rappresentazione del gruppo delle traslazioni spazio-temporali, sempre a
ausa dell'espli
ita dipendenza da t : tramite le regole (9.33) e (9.34) si
al
ola
U (1 + 2 ; a1 + a2 ; t)H = U (1 ; a1 ; t + 2 )H U (2 ; a2 ; t)H :
Se il sistema e
onservativo e la sua Hamiltoniana e invariante per traslazioni spaziali, ovvero dH=dt = dP H =dt = 0 , allora U (a; ; t)H non
dipende piu da t e
oin
ide
on l'operatore di S
hroedinger
a P )=~
Al momento, i limiti sperimentali sulla variabilita delle
ostanti universali sono molto stringenti, deponendo a favore dell'invarianza delle fondamentali leggi dinami
he per traslazione, ovvero dell'omogeneita dello
spazio-tempo \vuoto" [Wil84.
Un modo indiretto di veri
a dell'invarianza per traslazioni spaziali
onsiste nel
ontrollare la pre
isione delle leggi di
onservazione ad esse
asso
iate,
ioe le leggi di
onservazione del momento lineare totale del
sistema isolato S . Analogamente, l'invarianza per traslazioni temporali, ovvero l'indipendenza della Hamiltoniana dal tempo, si tradu
e nella
legge di
onservazione dell'energia. Tutte queste leggi di
onservazione
sono state veri
ate sperimentalmente, su s
ale spazio-temporali vastamente diverse e
on un altissimo livello di a
uratezza, per
ui sono oggi
universalmente a
ettate.
Simmetria e invarianza
J =L+S =
N
X
j =1
xj ^ pj + sj :
Simmetria e invarianza
=
:
Quindi
d + d = 0 ;
he dimostra l'antisimmetria di d an
he per l'estensione
entrale (9.41).
Allora ne
essariamente d = u ,
he e equivalente a 0 , in quanto
eliminabile
on la ridenizione P ! P u .
Consideriamo ora la possibilita
he le traslazioni spaziali siano rappresentate in modo proiettivo, vale a dire
he
ompaia una estensione
entrale
nell'Eq. (9.32)
[P ; P = d0 1 :
Come sappiamo, la natura abeliana delle traslazioni non pone vin
oli su
d0 tramite l'Eq (9.28). Tuttavia, in quanto le traslazioni
ostituis
ono un
sottogruppo non invariante di E (3) , si ottengono delle identita di Ja
obi
non banali
on J . In parti
olare abbiamo
0 = [ [P ; P ; J = [ [J P ; P [ [J P ; P
= i [P ; P i [P ; P
= d0 + d0 :
Quindi, moltipli
ando per e sommando su e si ottiene
0 = ( )d0 + 2d0
Simmetria e invarianza
N
X
j =1
mj xj
Simmetria e invarianza
Simmetria e invarianza
a)
b)
)
d)
e)
[P ; P = 0
f ) [J ; P = i P
[G ; G = 0
g) [J ; G = i G
[P ; G = iM h) [J ; J = i J
[H ; P = 0
i) [H ; G = iP
[H ; J = 0
Tabella 9-1. Relazioni di
ommutazione dei generatori
delle trasformazioni galileiane.
Questo risultato, insieme alla forma espli
ita del fattore di fase !(g1 ; g2 ) ,
Eq. (9.52), puo essere determinato direttamente a partire dalla (9.53),
mediante ripetute appli
azioni della regola dell'azione aggiunta (B.1.12)
(
ioe eA Be A = B + [A; B + : : : , vedi Eq. (8.2-3) e (B.1.12)). Si noti
he la traslazione spaziale v1 2 indotta da boost e traslazione temporale
viene prodotta per U (g; t) dalla dipendenza espli
ita dal tempo di G(t)
(vedi Eq. (9.46) e (9.47)), mentre per U (g) essa deriva direttamente dalla
regola di
ommutazione [H; G = iP .
Inne si pone la questione della struttura proiettiva della rappresentazione (9.53): si tratta di un esempio in
ui tale struttura non e eliminabile,
a meno
he M non sia nullo,
osa
he e si
amente impossibile. Per
onvin
ersene,
onviene
onsiderare il problema dal punto di vista dell'algebra
di Lie dei generatori H , P , G e J . L'insieme
ompleto delle relazioni
di
ommutazione e riportato nella Tab. 9-1.
L'uni
a relazione di
ommutazione
on estensione
entrale e la relazione
) tra i generatori dei boost e delle traslazioni spaziali, i quali
ommutano al livello dell'algebra di Lie astratta. Questa situazione non
e spe
i
a della rappresentazione (9.53), ma e un fatto generale: per il
gruppo di Galilei, la dimensione dello spazio delle soluzioni antisimmetri
he, non equivalenti a zero e linearmente indipendenti, dell'equazione
lineare (9.28) e esattamente uguale a 1 , per
ui ogni rappresentazione
proiettiva e equivalente alla (9.53). In eetti, nel x9.3.5 abbiamo gia visto
ome le relazioni (a) , (f ) e (h) , relative al sottogruppo E (3) , non
ammettano al
una estensione
entrale non banale. Lo stesso vale evidentemente per le relazioni (b) e (g)
he insieme alle (h) denis
ono una
se
onda sottoalgebra di Lie isomorfa alla pre
edente. Per quanto riguarda
le relazioni (b) e (d) ,
he esprimono l'invarianza dell'Hamiltoniana sotto
rototraslazioni, dall'identita di Ja
obi
(9.55)
[ [J ; P ; H + [ [H ; J ; P ; + [ [P ; H ; J = 0 ;
si ottiene subito [P ; H = 0 , e analogamente si ri
ava [J ; H = 0
e [G ; H = iP , sostituendo P prima
on J e poi
on G nella
334
Simmetria e invarianza
sono settori di superselezione. In altre parole, l'assunzione
he le osservabili si trasformino se
ondo il gruppo di Galilei nel passaggio da un sistema
di riferimento inerziale all'altro, impli
a l'esistenza su HS di una regola di
superselezione,
on la massa inerziale totale
ome
ari
a di superselezione.
Nella realta, il gruppo di Galilei e solo approssimativamente un gruppo
di simmetria, per
ui an
he la regola di superselezione di Bargmann e
solo approssimativamente valida. Nei fenomeni
he
oinvolgono velo
ita
prossime a quelle della lu
e, il gruppo di simmetria e quello di Poin
are e
la massa inerziale non e piu superselezionata ne
ostante del moto.
9.3.8. Parti
elle elementari. Nel x9.3.6 abbiamo visto
ome sono
implementate le trasformazioni di simmetria galileiane nella des
rizione
quantome
ani
a del sistema S
ostituito da N parti
elle. Evidente-
mente tale sistema risulta denito a partire dal
on
etto primario di singola parti
ella o, piu pre
isamente, di singola parti
ella elementare,
ioe
non de
omponibile in altre parti
elle. Inoltre, abbiamo an
he visto
he
nel
aso di invarianza galileiana, su HS risulta denita una rappresentazione proiettiva unitaria del gruppo di Galilei G(3; 1) ,
on asso
iate leggi
di
onservazione per i die
i generatori della rappresentazione.
Possiamo ora
onsiderare la questione da un punto di vista
omplementare, se
ondo il quale il
on
etto stesso di parti
ella deve essere fondato sul prin
ipio di invarianza galileiana6. Come sappiamo, questo prin
ipio
onsiste nell'aermazione
he lo spazio di Hilbert di un sistema si
o
isolato deve sostenere una rappresentazione unitaria di G(3; 1) . Tipi
amente, tale rappresentazione sara ridu
ibile, e tanto piu ridu
ibile quanto
piu
omplesso e il sistema si
o S in questione e quindi piu numerose le
sue osservabili fondamentali. E infatti naturale attender
i
he tutti i gradi
di liberta del sistema
he non sono direttamente
oinvolti nei movimenti
spazio-temporali des
ritti dal gruppo di Galilei
orrispondano a sottospazi
di HS invarianti rispetto all'azione
he il gruppo stesso eser
ita su HS
tramite la sua rappresentazione unitaria.
Risulta allora naturale denire una parti
ella elementare libera, se
ondo la me
ani
a quantisti
a nonrelativisti
a,
ome un sistema si
o
S il
ui spazio di Hilbert HS sostiene una rappresentazione proiettiva
unitaria irridu
ibile del gruppo di Galilei. Quindi su HS devono essere
per ipotesi deniti 10 operatori autoaggiunti le
ui relazioni di
ommutazione
oin
idono
on quelle della Tab. 9-1, mentre non possono esistere
6Si intende
he questa impostazione varra solo per quei fenomeni
he
oinvolgono velo
ita tras
urabili rispetto alla velo
ita della lu
e. In
aso
ontrario dovremo far
ris
orso al prin
ipio piu generale basato sulla relativita ristretta di Einstein e sul gruppo Poin
are. Resta
omunque valida l'idea
he
onsiste nel fare uso del gruppo dei
movimenti spazio-temporali (di Galilei o di Poin
are) per denire in modo pre
iso il
on
etto di parti
ella elementare.
336
Simmetria e invarianza
P
; H0 = 12 M X_ 2 ;
M
he
i permette di identi
are M
on la massa della parti
ella e H0
on
l'energia
ineti
a. Il risultato H = H0 +
-numero rende evidentemente
X_ =
Simmetria e invarianza
341
Simmetria e invarianza
Trasformazioni di gauge
Simmetria e invarianza
Trasformazioni di gauge
Simmetria e invarianza
9.5.1. Inversione spaziale. L'inversione spaziale, detta an
he trasformazione di parita e denotata
on P ,
onsiste nella ri
essione delle
oordinate attraverso l'origine del sistema di riferimento
artesiano originalmente adottato. Quindi P x = x , per ogni punto x dello spazio si
o.
Evidentemente P 2
oin
ide
on la trasformazione identi
a, P 2 = e . Inoltre, P si ottiene (in inniti modi)
omponendo una rotazione
on una ri
essione attraverso un piano. Ad esempio (x1 ; x2 ; x3 ) ! ( x1 ; x2 ; x3 ) e
un rotazione di 180o attorno all'asse z x3 e (x1 ; x2 ; x3 ) ! (x1 ; x2 ; x3 )
Simmetria e invarianza
P jx; i = j x; i .
Simmetria e invarianza
351
Simmetria e invarianza
352
Simmetria e invarianza
ome ri
hiesto.
In parti
olare, se T H = H , la dinami
a si di
e invariante per inversione temporale. Diversamente dalla parita, ad una tale invarianza
dis
reta non e asso
iata al
una legge di
onservazione (vedi al prossimo
paragrafo). Come per la parita, l'invarianza sotto T stabilis
e una
orrispondenza dis
reta tra soluzioni del moto: se j (t)i e una soluzione
dell'equazione di S
hroedinger (9.76), allora an
he UT j ( t)i lo e.
Ci poniamo ora il problema di
ostruire una realizzazione espli
ita
dell'operatore UT in una data rappresentazione dello spazio di Hilbert.
Ci limiteremo al
aso di una singola parti
ella, dato
he il
aso piu generale
di N parti
elle si ottiene tramite il prodotto diretto (vedi x7.2.1).
Nella rappresentazione della posizione, per una parti
ella senza spin,
possiamo identi
are UT , sempre a meno del solito fattore di fase,
on
l'operatore K di
oniugazione
omplessa:
Kj
i=K
d3 x
UT jki =
d3 x jxi hxj ki = j ki ;
UT
j i = d3 k j ki hkj i = d3 p jki h kj i ;
ovvero
(UT ~)(k) = ~( k) ;
dove ~ e la trasformata di Fourier di .
L'in
lusione dello spin ri
hiede di modi
are l'identi
azione UT =
K , in quanto gli operatori di spin Sx , Sy e Sz non possono avere tutti
e tre elementi di matri
e puramente immaginari o puramente reali in
al
una base ssata. Come sappiamo pero dal x8.2.5, nella base in
ui
Sz e diagonale possiamo sempre ssare le fasi in modo tale
he Sx e
Sz abbiano elementi di matri
e reali, mentre Sy ha elementi di matri
e
immaginari puri. Quindi
UT = Y K ; Y e iSy
(in parti
olare Y = iy per spin 1/2) si ottiene subito la (9.75), in
quanto
(9.78)
Y y Sx Y = Sx ; Y ySy Y = Sy ; Y y Sz Y = Sz :
i U
UT2 = Y K Y K = e
iSy e+i( Sy )
355
=e
2iSy
Simmetria e invarianza
UT2 = ( 1)NF 1
dove NF e il numero di fermioni, ovvero parti
elle
on spin semintero,
del sistema si
o in esame.
Problema 9.5-4. Si dimostri il teorema di Kramer, il quale afferma
he se il sistema
onservativo S
ontiene un numero dispari di
parti
elle
on spin semintero ed e governato da una Hamiltoniana invariante sotto inversione temporale, allora ogni autovalore dell'energia e
almeno doppiamente degenere. Gli uni
i ingredienti ne
essari sono: (i)
HUT = UT H ; (ii) UT e antiunitario; (iii) UT2 = 1 . Questo teorema
risulta rilevante nella si
a atomi
a, in quanto impli
a
he non e sempre possibile rimuovere tutte le degenerazioni dei livelli energeti
i dovute
all'invarianza per rotazioni, solo fa
endo ri
orso a
ampi elettri
i, i quali
sono pari sotto T .
9.5.4. Il prin
ipio di mi
roreversibilita. Nel pre
edente paragrafo abbiamo visto
ome la ri
hiesta di
ovarianza dell'equazione di S
hroedinger ssi la legge di trasformazione dell'Hamiltoniana sotto inversione temporale (vedi Eq. (9.77)). Nella visione attiva essa assume la
forma
(9.79)
H (t) ! T H (t) = UTy H ( t)UT
In eetti, tenuto
onto
he l'operatore di evoluzione temporale U (t; t0 ) si
s
rive (x7.7, Eq. (7.84))
U (t; t0 ) = T exp
possiamo veri
are subito
he
T U (t; t0 ) T exp i
Z t
t0
Z t
t0
dt0 H (t0 )
dt0 T H (t0 )
Z
t
= UTy T exp +i dt0 H ( t0 ) UT
t0
y
= UT U ( t; t0 )UT
om'e naturale attendersi dall'inversione dell'asse dei tempi.
356
La relazione (9.79) suggeris
e T H = H
ome
ondizione di invarianza della dinami
a sotto T . Per l'esattezza, la formulazione piu generale
di tale
ondizione e evidentemente
T U (t; t0 ) = ei(t;t0 )U (t; t0 )
dove (t0 ; t0 ) = 1 e (t; t0 ) = (t0 ; t) per
ostruzione. Insieme alla
legge di
omposizione di U (t; t0 ) questo impone (t; t0 ) = ~ (t) ~ (t0 ) .
Inne la natura antiunitaria di UT insieme a UT2 = ( 1)NF ri
hiede
he
~ (t) = ~ ( t) . Ma allora possiamo porre ~ (t) = (t) + ( t) e, an
ora
grazie all'antilinearita di UT , riassorbire il fattore di fase -dipendente
in una inno
ua ridenizione di U (t; t0 ) . In denitiva abbiamo veri
ato
he la ri
hiesta di invarianza sotto T si ridu
e sempre a
(9.80)
U ( t; t0 ) = UT U (t; t0 ) UTy
he equivale esattamente a UTy H ( t)UT = H (t) . La relazione (9.80)
rende evidente
he non esiste al
una legge di
onservazione asso
iata
all'invarianza per inversione temporale. Infatti U (t; t0 )yUT U (t; t0 ) non
e proporzionale a UT .
Se il sistema S e
onservativo, allora
U (t; t0 ) = exp[ i(t t0 )H = U ( t0 ; t)
e la
ondizione per una dinami
a T -invariante si s
rive
(9.81)
U (t0 ; t) = UT U (t; t0 ) UTy
Possiamo allora formulare la ri
hiesta di invarianza sotto forma del
osiddetto prin
ipio di mi
roreversibilita; esso aerma
he, per un sistema
isolato, la probabilita di trovare S nello stato ji al tempo t , se S era
stato preparato nello stato j i al tempo t0 , e uguale alla probabilita di
trovare S nello stato jT i al tempo t , avendo preparato S nello stato
jT i al tempo t0 . In formule:
(9.82)
j hj U (t; t0 ) j i j2 = j hT j U (t; t0) jT i j2
ome si deriva immediatamente dalla (9.81). Vi
eversa, se il prin
ipio di
mi
roreversibilita (9.82) vale per ogni
oppia di vettori di stato j i e ji ,
allora U (t; t0 ) dieris
e da UTy U (t0 ; t)UT al piu per un fattore di fase.
Essendo UT antiunitario, questo fattore si ridu
e a , e per
ontinuita
a t = t0 si ridu
e inne a 1 , riprodu
endo la (9.81).
L'appli
azione del prin
ipio di mi
roreversibilita ai fenomeni di diusione (o s
attering) produ
e il
osiddetto prin
ipio del bilan
io dettagliato. Senza entrare nei parti
olari,
he esulano dai nostri s
opi presenti, in
regime nonrelativisti
o possiamo des
rivere le
ose nei seguenti termini.
Lo stato iniziale j i , al tempo t0 ! 1 , des
rive per ipotesi le parti
elle 1 e 2 ,
on momenti p1 , p2 e proiezioni dei rispettivi spin m1 e m2
357
Simmetria e invarianza
358
359
CAPITOLO 10
Metodi di approssimazione
10.1. Teoria delle perturbazioni
Per qualunque problema si
o e in generale ne
essario
ostruire la soluzione per approssimazioni su
essive; una prima s
hematizzazione tiene
onto delle interazioni piu rilevanti e sulla base della soluzione del sistema
sempli
ato si
er
ano poi di in
ludere gli eetti delle altre interazioni.
Questo s
hema risale alla me
ani
a
eleste: la dinami
a dei pianeti e des
ritta dalle orbite di Keplero
he tengono
onto della sola attrazione del
Sole, mentre le mutue attrazioni di pianeti e satelliti possono essere in
luse
ome
orrezioni; ad uno stadio su
essivo si vorra poi tenere
onto di
altri eetti piu ni, quali quelli prodotti dalla deviazione dalla forma perfettamente sferi
a del Sole o dalle
orrezioni relativisti
he. L'importante
per l'analisi di un problema
omplesso e rius
ire ad individuare la gerar
hia di importanza delle varie interazioni in modo da stimare l'ordine di
grandezza delle
orrezioni. Per un
al
olo quantitativo si deve sviluppare
un algoritmo
he permetta di valutare le
orrezioni alla pre
isione desiderata. La natura lineare delle equazioni della me
ani
a quantisti
a fa
ilita
di molto il
ompito, rispetto al problema analogo
he si deve arontare
in me
ani
a
lassi
a, in regime non-lineare; le questioni legate alla stima
a priori degli errori inve
e
ostituis
ono un problema assai spinoso. In
genere infatti le
orrezioni su
essive formano una serie divergente a
ui si
er
a di dare un signi
ato in termini di serie asintoti
he (vedi App. B.2).
Considereremo anzitutto il problema della determinazione dello spettro dell'Hamiltoniano (teoria delle perturbazioni stazionarie ), problema
tipi
o per un sistema isolato. Un sistema in interazione
on un
ampo esterno puo altres porre il problema di un'interazione dipendente dal
tempo, nel qual
aso gli autostati dell'Hamiltoniano imperturbato (ossia
in assenza di interazione
on l'esterno) non sono piu stati stazionari e la
domanda interessante riguarda la probabilita di transizione da uno stato all'altro. Questo problema e
operto dalla teoria delle perturbazioni
dipendenti dal tempo.
361
Metodi di approssimazione
Consideriamo un Hamilto-
H = H0 + "V;
dove H0 rappresenta un
erto stadio di approssimazione del problema
si
o
he assumiamo
ompletamente risolto, mentre V rappresenta una
nuova interazione di
ui vogliamo tenere
onto; il parametro " puo essere
una
ostante si
a
he entra nella des
rizione dell'interazione (
ostante
di a
oppiamento), oppure e un numero puro introdotto al puro s
opo
di dierenziare l'interazione V dal resto delle interazioni e
he alla ne
dovra essere posto uguale a uno. Si assume per
io nota la de
omposizione
spettrale di H0 , e per sempli
ita assumiamo
he si tratti di spettro dis
reto
on autovalori non-degeneri. Il
aso piu generale verra dis
usso piu
avanti. Sia dunque E0 l'autovalore di
ui vogliamo valutare la
orrezione
e jE0 i il
orrispondente autovettore. Dobbiamo determinare autostato e
autovalore dell'Hamiltoniano
ompleto
H jE" i = E" jE" i
tali
he per " ! 0 valgano i due limiti1
lim E = E0 ; lim jE" i = jE0 i :
"!0
"!0 "
362
Metodi di approssimazione
(10.6)
jk i = R(E0 )
k 1
X
j =1
j jk
ji
V jk
1 A
Le Eq. (10.5),(10.6) formano un algoritmo ri
orsivo
he in linea di prin
ipio puo generare i
oe
ienti della serie perturbativa ad ogni ordine.
Il vantaggio di questa impostazione e di permettere una notevole e
onomia di
al
olo; inoltre l'algoritmo e fa
ilmente
odi
abile per un
al
olo
automati
o.
Problema 10.1-1. Determinare i primi termini della serie perturbativa per lo stato fondamentale dell'Hamiltoniano
H = 12 (p2 + q2 ) + "q4 :
Conviene utilizzare gli operatori di
reazione-anni
hilazione, e quindi ris
rivere l'Hamiltoniano nella forma
H = ay a + 1 + 1 "(a + ay )4
2
364
n
3=4
21=8
333=16
30885=128
916731=256
65518401=1024
2723294673=2048
1030495099053=32768
54626982511455=65536
6417007431590595=262144
413837985580636167=524288
116344863173284543665=4194304
Tabella 10-1. Sviluppo perturbativo dello stato fondamentale per l'operatore aya + 21 + "q4 .
3
4
p6
p
3 2
j1 i = R0 (0)( V j0i) = 4 j2i 8 j4i
21
2 = h0j V j1 i =
:
8
Il
al
olo si eettua agevolmente utilizzando un programma simboli
o quale
s
hoons
hip/form o mathemati
a e fornis
e la serie di
oe
ienti riportata in
Tab. 10-1. Si nota
he i
oe
ienti n tendono a
res
ere molto rapidamente,
piu di quanto sarebbe ri
hiesto dalla
onvergenza della serie. Bender e Wu
([BW69) hanno per primi ri
avato un grande numero di
oe
ienti (no a
75 0:75 10144) e dimostrato l'andamento asintoti
o
p
(10.7)
n ( 1)n+1 6=3 3n (n + 12 ) :
Disponendo di un elevato numero di
oe
ienti e pensabile arontare il
ompito
di \risommare" la serie divergente. La te
ni
a piu sempli
e e
ostituita dall'introduzione di approssimanti razionali, noti
ome approssimanti di Pade [BGM81.
L'idea
onsiste nel determinare due polinomi P (") e Q(") di grado nP ed nQ
(
on N = nP + nQ ), in modo
he valga la relazione
1 = h0j V j0i =
N
X
P (")
+ O("N +1 ) :
Q
(
"
)
n=1
La forma razionale P=Q e molto piu
essibile di quella rappresentata dai sempli
i
polinomi. In parti
olare e possibile approssimare fedelmente funzioni analiti
he
on singolarita. La Tab. 10-2
onfronta il risultato della risommazione della serie
perturbativa per l'os
illatore anarmoni
o
on i valori ottenuti per via numeri
a
n "n =
365
Metodi di approssimazione
n "n
"
P=Q
Ref.[HM75
0:002 0.50149 0.50148966 0.50148966
0:01 0.507256 0.50725620 0.50725620
0:1
0.565 0.55914633 0.55914633
0:5
0.69617385 0.69617582
1:0
0.80366865 0.80377065
2:0
0.94972612 0.95156847
50:
1.71143505 2.49970877
diretta. Per una vasta trattazione dei problemi
onnessi alla risommazione della
serie perturbativa in me
ani
a quantisti
a si veda [Hir82.
Problema 10.1-2. Un os
illatore armoni
o e perturbato da un'inte-
exp
jpjdx=~ :
(l + 1 m)(l + 1 + m) m
Yl+1 +
(2l + 1)(2l + 3)
(l m)(l + m) m
Y
(2l 1)(2l + 1) l 1
he
ostituis
e un
aso parti
olare del teorema di Wigner-E
kart, ed e dedu
ibile
dalla relazione di ri
orrenza delle funzioni asso
iate di Legendre
(2l + 1)xPlm (x) = (l m + 1)Pnm+1 (x) + (n + m)Plm1 (x) :
Si avra pertanto
1 j h1; 0j
os #=r2 jn; l = 1ij2
1X
2 E1 =
3 n=2
1 n 2
il
he mostra
he la serie
he denis
e 2 E1 e rapidamente
onvergente. (L'impostazione data alla soluzione assume
he il momento di dipolo abbia un'orientazione ssa nello spazio o per lo meno lentamente variabile sulla s
ala dei tempi
atomi
i).
10.1.2. Il teorema di Feynman-Helmann. Una
onseguenza immediata della formula
he esprime la
orrezione perturbativa al primo
ordine e il seguente risultato, noto
ome teorema di Feynman-Helmann :
l'Hamiltoniano H () dipenda parametri
amente da una variabile reale
. Siano En () e jn; i autovalori e autovettori di H . Allora vale la
relazione
n ()
hn; j dHd() jn; i = dEd
:
Sara infatti H ( + ") = H () + "dH=d + O("2 ) e in a
ordo
on la teoria
delle perturbazioni
dH ()
jn; i + O("2 ) :
En ( + ") = En () + " hn; j
d
367
Metodi di approssimazione
Il risultato si puo ri
avare an
he senza invo
are la teoria delle perturbazioni sempli
emente derivando rispetto a la relazione hn; j H jn; i =
En () e tenendo
onto
he hn; j n; i 1.
Problema 10.1-4. Appli
ando il teorema di Feynman-Hellman, si
ri
avino gli elementi di matri
e hnj q2 jni e hnj p2 jni per l'os
illatore
armoni
o.
Problema 10.1-5. Appli
ando il teorema di Feynman-Hellman, si
ri
avino gli elementi di matri
e hnj r 1 jni e hnj r 2 jni per l'atomo di
idrogeno.
10.1.3. Teoria delle perturbazioni per livelli degeneri. La teoria sviluppata nella sezione pre
edente deve essere modi
ata per affrontare il
aso di livelli di energia degeneri. Indi
hiamo
on fjE0 ; i,
( = 1; 2; : : : ; r)g una base ortonormale per il sottospazio di autovettori
appartenenti all'autovalore imperturbato E0 . In assenza di perturbazione
la base di autovettori e determinata solo a meno di una trasformazione
unitaria jE0 ; i = U jE0 ; i . La serie perturbativaPper l'autovettore
inizia per
io
on una
ombinazione lineare arbitraria
jE0 ; i e sara
la perturbazione a identi
are la base
orretta3. Le formule pre
edenti
diventano allora
(10.8)
(H0 E0 ) j i = (E E0 "V ) j i
X
X
(10.9)
j i =
jE0; i + "n j n i
n1
X
(10.10)
E = E0 + "n n
n1
Prendiamo il prodotto s
alare della prima equazione
on un generi
o
autovettore imperturbato e otteniamo
X
"n n hE0 ; j i = " hE0 ; j V j i :
n1
Il termine del primo ordine in "
i da allora
X
hE0 ; j V jE0; i
= 1
368
i valori
os ottenuti per 1 siano distinti possiamo ri
ondur
i alla teoria
delle perturbazioni non-degeneri per il
al
olo degli ordini piu alti. Siamo
infatti liberi di ridenire H0 nel modo seguente
H00 = H0 + 0 V 0
dove 0 e il proiettore ortogonale sul sottospazio di degenerazione.
Assumiamo inve
e
he la degenerazione non sia risolta al primo ordine,
ad esempio nel
aso
he tutti gli elementi di matri
e hE0 ; j V jE0 ; i siano
nulli. I
oe
ienti
sono allora an
ora indeterminati. Al se
ondo ordine
si ottiene allora dall'Eq. (10.8)
j i = R0
da
ui
X
n "n "V
X
j1 i = R0V
2
=
j i+
jE0 ; i
jE0 ; i
dove al solito nell'operatore R0 e sottinteso il proiettore ortogonale al sottospazio appartenente all'autovalore E0 . Quest'ultima equazione determina ad un tempo la
orrezione al se
ondo ordine e la base di autovettori
all'ordine zero.
Si
onsideri il seguente esempio: l'Hamiltoniano sia rappresentato
dalla matri
e
0
1
E0 0
"a
"b A :
H = 0 E0
"a "b E0 +
Il livello degenere E0 non e risolto al primo ordine e si deve pertanto
diagonalizzare la matri
e
0
10
10
1
1 0 0
0 0 a
0 0
0
0 A
0 V R0 V 0 = 0 1 0A 0 0 b A 0 0
0 0 0
a b 0
0 0 1
0
10
1
0 2
1
0 0 a
1 0 0
a ab 0
0 0 b A 0 1 0A = 1 ab b2 0A
a b 0
0 0 0
0 0 0
he ore il risultato
(
0
2 =
(a2 + b2 )= :
Si puo fa
ilmente veri
are questo risultato attraverso un
al
olo esatto. Qualora an
he al se
ondo ordine si dovesse avere una degenerazione
residua sara ne
essario invo
are un'equazione analoga a ordini su
essivi.
369
Metodi di approssimazione
10.1.4. Perturbazioni dipendenti dal tempo. La teoria sviluppata nora riguarda il
aso di un sistema quantisti
o isolato il
ui Hamiltoniano presenti in modo naturale una gerar
hia di interazioni e
he
permette per
io lo studio della dinami
a quantisti
a in su
essive fasi di
approssimazione. Una strategia analoga puo essere adottata in un
aso
fondamentalmente dierente, quello di un sistema quantisti
o non isolato
per il quale l'interazione
on altri sistemi si
i possa
onsiderarsi debole.
Si pensi all'esempio di un atomo
he venga a trovarsi immerso in un
ampo elettromagneti
o: in questo
aso l'Hamiltoniano risulta esprimibile in
una forma simile a quanto
onsiderato in pre
edenza
H = H0 + "V (t)
ma in generale si avra
he l'interazione dipende espli
itamente dal tempo. Il problema tipi
o non sara piu allora quello di determinare lo spettro perturbato (lo spettro di energia istante per istante non e di grande
utilita, tranne
he nel
aso di interazioni in regime adiabati
o), ma piuttosto interessera
onos
ere la probabilita
he il sistema inizialmente in un
370
qual
he autostato di H0
ompia una transizione ad un autostato qualunque; nell'esempio dell'atomo, la radiazione elettromagneti
a puo e
itare
l'atomo
edendo energia, oppure dise
itarlo assorbendola;
ompito della
teoria e quello di
al
olare le ampiezze di probabilita di questo tipo di
pro
essi. Indi
hiamo
on j (t)i lo stato del sistema al tempo t, soluzione
dell'equazione
d
i~ j (t)i = H (t) j (t)i
dt
essendo noto lo stato a un
erto tempo t0 . Conviene
onsiderare l'operatore di evoluzione temporale U (t; t0 ) in termini del quale j (t)i =
U (t; t0 ) j (t0 )i. L'operatore U soddisfa l'equazione
d
i~ U (t; t0 ) = H (t) U (t; t0 )
dt
e la
ondizione iniziale U (t0 ; t0 ) = 1. Dal momento
he si vuole tenere
onto della parte dipendente dal tempo quale debole perturbazione, si
avra
he U dieris
e di po
o dall'operatore imperturbato
d
i~ W (t; t0 ) = "U0 (t t0 )y V (t) U0 (t t0 ) W (t; t0 ) :
dt
P
Cer hiamo una soluzione nella forma W (t; t0 ) = n "n Wn (t; t0 ): dall'equazione pre edente si ottiene una relazione di ri orrenza
d
i~ Wn+1 (t; t0 ) = Vint (t; t0 ) Wn (t; t0 )
dt
avendo per sempl
ita introdotto il simbolo
Metodi di approssimazione
W2 (t; t0 ) =
W3 (t; t0 ) =
:::
~ t0
Z t
~ t0
Z t
~ t0
Z t
i
Vint (t0 ; t0 ) Wn (t0 ; t0 ) dt0
Wn+1 (t; t0 ) =
~ t0
:::
Se risolviamo la relazione di ri
orrenza otteniamo una
ongurazione notevole (nota a Volterra nel se
olo s
orso)
he assume la denominazione di
serie di Dyson o esponenziale
ronologi
amente ordinato:
Z Z
i 2 t t1
W2 (t; t0 ) = ( )
Vint (t1 ; t0 ) Vint (t2 ; t0 ) dt1 dt2
~
t0 t0
Z t Z t1 Z t2
i
W3 (t; t0 ) = ( )3
Vint (t1 ; t0 ) Vint (t2 ; t0 ) Vint (t3 ; t0 ) dt1 dt2 dt3
~
t0 t0 t0
:::
Per
omprendere meglio la struttura di questa
ostruzione4, si noti
he
se fossimo autorizzati a permutare liberamente gli operatori dovremmo
trovare un'espressione identi
a a
Z
i t
0
0
exp
Vint (t ; t0 ) dt :
~ t0
Questa e infatti la soluzione nel
aso
he valga la relazione di
ommutazione a tempi arbitrari [Vint (t; t0 ); Vint (t0 ; t0 ) = 0, in quanto per operatori
ommutanti la funzione esponenziale gode della proprieta
dB (t)
d
expfB (t)g =
expfB (t)g :
dt
dt
La soluzione generale rappresenta per
io la naturale estensione della funzione esponenziale al
aso di operatori non-
ommutanti. Si
onstata fa
ilmente
he l'uni
a dierenza rispetto all'esponenziale ordinario
onsiste
nel fatto
he nell'integrale multiplo
he denis
e Wn(t; t0 ) gli operatori
Vint (t; t0 )
ompaiono ordinati
ronologi
amente, ossia Vint (t; t0 ) si trova a
4Si puo esprimere
on
isamente la teoria delle perturbazioni dipendenti dal tempo
R
on la identita expfA + B g = expfAg T expf 01 ds e sA B esA g.
372
(t) =
Z t
exp
Z t
B ( ) d = expf
(t)g
B ( ) d +
1
2
Z tZ
[B ( ); B () dd + : : :
i"=~
Z t
t0
exp
i
~
(Em
Z t
t0
En )(t0
t0 )
Metodi di approssimazione
perturbazione della forma V = "f (q; t). Determinare l'ampiezza di transizione ad uno stato e
itato jni nel
aso
8
>
<0
t<0
f (q; t) = qK sin !0 t 0 < t < T
>
:
0
t > T;
dove K e un intero positivo.
Per appli
are la formula al primo ordine dobbiamo valutare l'elemento di
matri
e hnj qK j0i e la trasformata di Fourier
Z T
expfin!tg sin !0 t dt :
q=i
2m!
1 (a ay )
2
1 2
y
y
eq j0i = ei(a a ) j0i = e 2 e ia eia j0i
( i)n
p jni
n!
n0
dove abbiamo posto (~=2m!)1=2. Estraendo il
oe
iente di K si trova
1
= e2
qK j0i = K !
2m!
!K [K=2
X
m=0
2mm!
( )m
jK
(K 2m)!
2mi
374
aH (t) = a e it + "
Z t
0
dt0 f (t0 ) ei(t t) :
Metodi di approssimazione
hmj B jni , nel aso di assorbimento, o hmj B y jni , nel aso di emissione,
0
5
Radiazione atomi a.
a) dato
he la velo
ita elettroni
a v e nonrelativisti
a ed il
ampo magneti
o ha la stessa ampiezza di quello elettri
o nella radiazione, gli eetti
magneti
i sugli elettroni atomi
i sono piu pi
oli di quelli elettri
i per un
fattore v=
e possono essere in prima istanza tras
urati;
b) la variazione del
ampo elettri
o su distanze della s
ala atomi
a e
tras
urabile, dato
he frequenze di tipo atomi
o
orrispondono a lunghezze
d'onda elettromagneti
he molto maggiori del raggio di Bohr.
Quindi possiamo
onsiderare l'interazione di
ias
un elettrone solo
on un
ampo elettri
o spazialmente uniforme E (t) e s
rivere la Hamiltoniana
(10.12)
H = H0 E (t) d
dove H0 e lo Hamiltoniano imperturbato,
d= e
377
xj
Metodi di approssimazione
e il momento di dipolo elettri
o dell'atomo, xj e l'operatore di posizione del j -esimo elettrone e e e la sua
ari
a elettri
a.
Consideriamo ora un'onda elettromagneti
a mono
romati
a di frequenza ! , a
esa solo nell'intervallo (0; T ) , vale a dire
8
>
<0
t<0
E (t) = >E 0
os !t 0 < t < T
:
0
t > T;
Supponiamo inoltre
he ! sia tale da indurre solo transizioni tra i livelli
atomi
i dis
reti.
Osservazione. Come sappiamo, nel
aso di transizioni tra livelli dis
reti la trattazione al primo ordine non e molto adabile per grandi !T ,
poi
he la funzione di risonanza fT (!) , non mediata da al
una densita
di stati, diventa singolare. Un'altra approssimazione, detta dell'onda
rotante, risulta piu e
a
e. Essa
onsiste nel ridurre il problema allo
spazio di Hilbert bidimensionale relativo ai due livelli energeti
i En e
Em , trattando assorbimento ed emissione
ome pro
essi indipendenti. Si
pone per
io
i!t
0
h
m
j
d
E
j
n
i
e
E
0
0
n
H0 = 0 E ; "V (t) =
hnj d E0 jmi ei!t
0
m
Il problema e ora equivalente a quello della risonanza di spin 10.1-9 ed e
esattamente risolubile.
risonante (! ! !), si ri
avano le probabilita per unita di tempo di assorbimento, Rn!m , e di emissione, Rm!n , di radiazione alla frequenza
!mn = !m !n > 0
42
u(! ) d :
3~2 mn mn
L'uguaglianza Rn!m = Rm!n e una veri
a del prin
ipio del bilan
io
dettagliato (vedi 9.5.4)
he dis
ende dall'invarianza per inversione spaziotemporale dell'interazione elettromagneti
a della materia.
(10.13)
Rn!m = Rm!n =
Emissione spontanea.
Metodi di approssimazione
stato fondamentale del
ampo e.m. non e un autostato del sistema totale e
puo de
adere nel prodotto di stati atomi
i meno energeti
i e stati e
itati
del
ampo. Questi ultimi des
rivono la radiazione emessa spontaneamente
dall'atomo.
A questo punto della nostra trattazione, la te
nologia matemati
a
ne
essaria per
al
olare le rilevanti ampiezze di probabilita non e stata
an
ora sviluppata, ne lo sara eettivamente nel prosieguo, dato
he essa
esula dagli s
opi di questo libro (la teoria fondamentale per l'interazione
tra materia e radiazione e.m. e una teoria relativisti
a e quantisti
a di
ampo, nota
ome elettrodinami
a quantisti
a ; si vedano [S
h64,
BD64, IZ80, Kin90, Wei95). Ciononostante e possibile derivare importanti
on
lusioni sull'emissione spontanea n d'ora, fa
endo ri
orso al
famoso argomento di Einstein del 1917,
he si basa uni
amente sull'idea
di equilibrio statisti
o tra materia e radiazione e sul prin
ipio del bilan
io
dettagliato.
Consideriamo
ome modello quello ideale di
orpo nero (vedi 5.1.1),
ostituito da una
avita risonante in
ui la radiazione e.m. e in equilibrio
on le pareti ad una temperatura T . Gli atomi delle pareti assorbono ed
emettono fotoni di
ontinuo, in modo tale
he il numero N (j ) di atomi nel
livello atomi
o j resta
ostante nel tempo. Consideriamo le transizioni
tra due generi
i livelli Em > En , per le quali abbiamo
al
olato le rilevanti probabilita di transizione stimolata per unita di tempo al pre
edente
paragrafo (Eq. (10.13)). Evidentemente il numero di atomi
he transis
ono per unita di tempo da !m a !n e pari a N (n) Rn!m , mentre per la
transizione opposta tale numero vale N (m) Rm!n . Se assumiamo
he vi
sia una probabilita nonnulla R m!n di emissione spontanea, l'equilibrio
statisti
o ri
hiede esattamente
he
381
Metodi di approssimazione
da ui segue
i~ d2 (x)
1 d(x) 2
:
+ V (x) E =
2m dx
2m dx2
Si pone ora d(x)=dx = 0 (x) + ~1 (x) + : : ::
1
2m
~n n (x)
+ V (x) E =
~n
dn (x)
:
dx
20 = 2m(E
d
20 1 = i 0
dx
d1
2
20 2 + 1 = i
dx
:::
V (x))
0 (x) = p (E; x)
essendo p = p(E; x) la funzione
he esprime il momento lineare se
ondo la me
ani
a
lassi
a,
on le due possibili determinazioni della radi
e
quadrata. Le su
essive equazioni
i orono poi
p0
1 = 12 i
p
p00 3p0 2
+
2 =
4p2 8p3
:::
Limitando
i all'approssimazione piu sempli
e, possiamo ora s
rivere
Z
i
0
1
(x) exp
pdx + 2 ip =p
~
1
i
exp
~
p(E; x)
p(E; x)dx :
Per gli stati legati dobbiamo ri
hiedere
he la funzione d'onda sia reale, il
he impone la s
elta A = A+ e quindi
Z x
A
0
0
p
p(E; x ) dx =~ + :
sin
wkb (x) =
p(E; x)
0
L'approssimazione
os ottenuta e nota
ome approssimazione semi
lassi
a o approssimazione WKB (dalle iniziali di Wentzel, Kramers e
Brillouin). La presenza di potenze negative di p(E; x) rende singolare la
soluzione approssimata in
orrispondenza dei punti in
ui V (x) = E ,
he
orrispondono ai punti in
ui il moto
lassi
o inverte la sua direzione. In
generale l'approssimazione e a
ettabile se viene soddisfatto il prin
ipio
se
ondo
ui la variazione per
entuale dell'energia
ineti
a
lassi
a sull'ar
o
di una lunghezza d'onda di De Broglie deve essere molto pi
ola, il
he
i
da
dV (x) 1=3
jdp=dxj jpj ! jpj 2m~
dx
e questo viene ovviamente a
adere in un intorno dei punti in
ui p(E; x) =
0 (
he
orrispondono ai punti in
ui il moto della parti
ella
lassi
a inverte
di segno). Dato
he la validita dell'approssimazione e limitata a regioni
s
onnesse, sorge il problema di
ome ra
ordare tra loro questi \spezzoni" di soluzione. Ci sono vari modi per arontare questo problema;
senza pretendere di entrare troppo in dettaglio (si veda ad es.[Kem37
per un'ampia trattazione) una possibilita e quella di invo
are il prin
ipio
he la funzione d'onda sia uniforme: ri
hiediamo
ioe
he dopo un giro
lungo un
ammino
hiuso in
ampo
omplesso
he
ontorni il taglio della funzione p(E; x) la funzione
p torni alla stessa determinazione; tenendo
onto del fatto
he il fattore p
ambia segno,
io
omporta
Z x
p(E; x) dx = 2~ (n + 21 ); n 2 N :
Metodi di approssimazione
Metodo variazionale
jru(x)j2 !
u(x)2 d3 x = 0 :
Per l'equazione di S
hroedinger stazionaria,
on autovalore E , si trova
analogamente il prin
ipio variazionale
Z 2
~
jr j
E j
j d3 x = 0 ;
2m
ome si trova gia nel primo lavoro di S
hroedinger [S
h26. Questo prin
ipio e alla base di un metodo di
al
olo approssimato (il metodo variazionale )
on vaste appli
azioni a tutta la me
ani
a quantisti
a, in modo
parti
olare alla si
a degli atomi a piu elettroni e a quella delle mole
ole.
10.3.1. Il metodo di Ritz. Nel prin
ipio variazionale di S
hroedinger (10.14) l'autovalore
e da interpretare
ome parametro di Lagrange
R E2
asso
iato al vin
olo j j d3 x = 1 e quindi il prin
ipio variazionale si puo
riformulare nella forma:
h jH j i = 0;
(10.14)
(x) 2 + [V (x)
h j i
(x) 2
Metodi di approssimazione
Metodo variazionale
N =1
:01
0:1
0:5
1:0
.507288
.560308
.701662
.812500
:01
0:1
0:5
1:0
1.535799
1.773402
2.339127
2.812500
N =2
N=5
Esatto [HM75
Stato fondamentale
.507257 .5072562
0.50725620
.559186 .5591463
0.55914633
.698251 .6961776
0.69617582
.807415 .8037831
0.80377065
Primo livello e
itato
1.535651 1.5356483
1.53564828
1.769673 1.7695027
1.76950264
2.329442 2.3244221
2.32440635
2.746050 2.7379228
2.73789227
=0.5, n=2
2.45
0.715
0.71
2.4
0.705
0.7
2.35
0.695
0.69
1
1.5
2.3
1
=0.5, n=3
1.5
2.5
2.5
=0.5, n=4
4.5
6.75
4.45
6.7
4.4
6.65
4.35
4.3
1
6.6
1.5
2.5
6.55
1
1.5
tore anarmoni o.
Metodi di approssimazione
dn x expf V (x)g
Z ( ) = Tr e
hk j e
H jk i
388
Approssimazione adiabati a
Z ( ) (4 )
1n
2
dn x expf V (x)g ;
Sym65.
Problema 10.3-4. Ri avare un limite inferiore allo stato fondamentale dell'os illatore anarmoni o appli ando la disuguaglianza di BBL.
389
Metodi di approssimazione
X
d
j
(t)i =
a_ n (t) jEn (t)i +
an (t) REn (t) H_ (t) jEn (t)i :
dt
n
n
Inseriamo quest'ultima relazione nell'equazione di S
hroedinger e otteniamo il sistema dierenziale (per alleggerire la notazione, poniamo ~ =
1)
X hEn (t)j H_ (t) jEk (t)i
a_ n (t) = i En (t) an (t) +
ak (t) :
En (t) Ek (t)
k6=n
Il sistema e equivalente all'equazione di S
hroedinger ma si presta ora
ad appli
are l'approssimazione adiabati
a nel
aso in
ui la variazione di
H (t) sia lenta: dal sistema si vede
hiaramente qual e la
ondizione pre
isa: gli elementi di matri
e di H_ devono essere molto pi
oli rispetto
alle
orrispondenti frequenze di Bohr . In questa situazione potremo appli
are la teoria delle perturbazioni dipendenti dal tempo
onsiderando
ome parametro di sviluppo il parametro di s
ala temporale
he
ompare
ne
essariamente nella dipendenza di H da t. Conviene introdurre nuovi
oe
ienti deniti da
X
Z t
dEn ( ) ;
Approssimazione adiabati a
=
Z t
dt0 l(t0 )
2
(
l_(t)
(x; t) = l(t) exp 12 i x2 (; ) ;
l(t)
l'equazione di evoluzione per la e data da
2
i = 21 2 + U ( ) + 21 l3 l 2 :
391
1
2
Metodi di approssimazione
392
CAPITOLO 11
des
rivibili in termini di un vero e proprio gas di parti
elle \elementari" identi
he: i
e i quanti dei modi normali di os
illazione del reti
olo [FR95.
fononi,
io
393
identi
he (per esempio i due elettroni dell'atomo di elio o della mole
ola
di idrogeno). Ad un dato, arbitrario istante, supponiamo di lo
alizzare
esattamente i due elettroni. Questo e per denizione sempre possibile
se
ondo la me
ani
a
lassi
a, ma non presenta impedimenti di prin
ipio
neppure dal punto di vista quantome
ani
o (almeno nell'approssimazione
nonrelativisti
a alla quale qui
i restringiamo), dato
he i due operatori di
posizione q 1 e q2
ommutano. Siano x1 e x2 le posizioni
os determinate, di
iamo all'istante t = t0 . Nel
aso di due elettroni sappiamo pero
he questo non basta a denire interamente lo stato quantome
ani
o, in
quanto
ias
un elettrone possiede ulteriori gradi di liberta rappresentati
dallo spin. Possiamo in prima battuta non preo
upar
ene, assumendo
he i due spin elettroni
i siano parelleli. An
or piu sempli
emente possiamo
onsiderare due parti
elle prive di spin,
ome due mesoni 0 o
ome
due atomi di idrogeno entrambi nello stato fondamentale, e
.
Abbiamo dunque, per ipotesi, nella des
rizione
lassi
a
(11.1)
q j (t0 ) = xj ; j = 1; 2 ;
dove q 1 (t) e q 2 (t) sono le traiettorie del moto. Le
ondizioni iniziali
(11.1) sono
ompatibili
on l'assegnazione an
he di arbitrarie velo
ita per
le due parti
elle, dato
he le equazioni del moto lagrangiane sono del se
ondo ordine nelle derivate temporali. Al tempo stesso questo signi
a
he lo stato
lassi
o del sistema e
ompletamente determinato dai valori
iniziali xj e mvj pj (t0 ) , j = 1; 2 . Infatti le stesse equazioni del moto
ssano univo
amente q j (t) e pj (t) per tutti gli altri valori di t . Risulta allora evidente
he nella des
rizione della me
ani
a
lassi
a, le due
parti
elle, seppure identi
he, sono perfettamente distinguibili: la parti
ella permanentemente identi
ata dall'indi
e j ( j = 1; 2 ) e quella
he al
tempo t = t0 si trovava nel punto xj
on velo
ita vj (il
aso patologi
o
x1 = x2 , v1 = v2 va ovviamente es
luso). E l'uni
ita delle traiettorie
lassi
he
he garantis
e
he questa assegnazione di un indi
e distintivo
per
ias
una delle due parti
elle si mantiene del tutto
onsistente ad ogni
istante t su
essivo (e pre
edente2) a t0 .
Esaminiamo ora la des
rizione quantome
ani
a del moto delle due
parti
elle identi
he. L'equivalente quantome
ani
o dell'Eq. (11.1) si s
rive
2Non vi sono osta
oli ad estendere questa analisi ad un numero arbitrario N di
parti
elle identi
he
he ubbidis
ano alla me
ani
a
lassi
a. Queste formano quindi
un sistema di parti
elle distinguibili. Quando pero N diventa ma
ros
opi
amente
grande, rendendo obbligatoria una des
rizione solo statisti
a del sistema, la suddetta
distinguibilita deve venir meno, proprio per
he non e piu possibile determinare tutte le
posizioni e le velo
ia iniziali. Insistendo
omunque sulla distinguibilita, si va in
ontro
al paradosso di Gibbs sull'entropia di mes
olamento. D'altro
anto, questo paradosso si
evita adottando la
osiddetta statisti
a di Maxwell-Boltzmann per parti
elle
lassi
he
indistinguibili,
he
oin
ide
on il limite
lassi
o ( ~ ! 0 , e/o T ! 1 ) delle statisti
he
quantisti
he di Bose-Einstein e Fermi-Dira
(vedi [FR95).
394
naturalmente
(11.2)
q j jx1 ; x2 i = xj jx1 ; x2 i ; j = 1; 2 ;
dove jx1 ; x2 i rappresenta lo stato (non normalizzabile) del sistema.
Osservazione. La non-normalizzabilita degli autostati dell'operatore di posizione non in
ia l'analisi
he segue: la
ompleta lo
alizzazione va
intesa
ome pro
edura al limite, ne
essaria per poter pensare di separare
al tempo t = t0 (e quindi di fatto distinguere) le due parti
elle,
omunque
vi
ine esse siano.
A dierenza della des
rizione
lassi
a pero, non e piu possibile assegnare an
he le velo
ita delle parti
elle, poi
he posizione e momento non
ommutano. Il prin
ipio di indeterminazione di Heisenberg impone
he,
se le posizioni iniziali x1 e x2 sono note
on esattezza, allora le velo
ita
iniziali sono
ompletamente indeterminate. Quindi an
he le posizioni ad
un istante su
essivo sono ugualmente indeterminate. In eetti e fa
ile
veri
are
he la funzione d'onda di una parti
ella esattamente lo
alizzata ad un dato istante e distribuita su tutto lo spazio disponibile ad ogni
istante su
essivo (si veda il
ap. 5). Cio
he possiamo aermare in me
ani
a quantisti
a mediante su
essive misurazioni di posizione si ridu
e
a questo:
Al tempo t = t0 una parti
ella e stata lo
alizzata in x1
e l'altra in x2 ; al su
essivo tempo t = t1 una parti
ella
e stata lo
alizzata in x01 e l'altra in x02 .
Non vi e modo di stabilire quale delle due parti
elle lo
alizzate al tempo t = t1 e la parti
ella lo
alizzata in x1 al tempo t = t0 . Se an
he
insistiamo ad assegnare un indi
e distintivo alle parti
elle in base alla posizione assunta al tempo t = t0 , tale identi
azione non si mantiene nel
tempo, poi
he le parti
elle non seguono traiettorie pre
ise. Il
on
etto
stesso di traiettoria esatta del moto di una o piu parti
elle e privo di signi
ato in me
ani
a quantisti
a3, si
he le parti
elle identi
he perdono
ompletamente la loro individualita. In altri termini possiamo aermare
he l'identita delle due parti
elle per quanto riguarda le loro proprieta
si
he individuali, si tradu
e in me
ani
a quantisti
a nella loro
ompleta indistinguibilita. Questo
ostituis
e il
osiddetto prin
ipio di indistinguibilita, il quale gio
a un ruolo assolutamente
entrale nella si
a
ontemporanea dei sistemi a molti
orpi. E opportuno sottolineare
he si
3Se il
on
etto di traiettoria reale,
ome soluzione di equazioni del moto, non e appli
abile nella des
rizione quantome
ani
a del moto, il
on
etto di traiettoria virtuale
e an
ora valido: nella formulazione alla Feynman le ampiezze quantome
ani
he sono
espresse
ome somma pesata su tutte le possibili traiettorie virtuali (vedi App. A.1),
in
luse quelle in
ui due o piu parti
elle identi
he si s
ambiano fra loro i punti nali
e/o iniziali.
395
396
Bosoni e fermioni
per ogni osservabile A , per
ui j i e P j i devono
orrispondere allo stesso stato si
o,
ioe allo stesso raggio nello spazio di Hilbert: P j i = j i .
Ma P 2 = 1 impli
a allora
P j i = j i ;
he e un altro modo di s
rivere l'Eq. (11.6).
Supponiamo ora
he ad un dato istante la funzione d'onda di due
parti
elle distinguibili sia fattorizzata, nel senso
he
(x1 ; x2 ) = 1 (x1 ) 2 (x2 ) :
Questa e la situazione tipi
a se, almeno nella fase di preparazione dello
stato, le parti
elle non interagis
ono. Me se le parti
elle sono identi
he,
dovremo simmetrizzare o antisimmetrizzare la funzione d'onda in
1 (x1 ) 2 (x2 ) 1 (x2 ) 2 (x1 ) ;
il
he ha solitamente eetti osservabili. Ad esempio il valore medio di un
potenziale di interazione dieris
e nei tre
asi di
ui sopra per un termine
proporzionale al
osiddetto integrale di s
ambio
(11.7)
IS =
H
{z: : :
H}
|
N volte
Bosoni e fermioni
(11.9)
H(N ) = P H(N ) ;
p
j1; 2 ; : : : ; N i N ! P j1; 2 ; : : : ; N i
1 X jP j
=p
jP 1 ; P 2 ; : : : ; P N i :
N ! P 2SN
Risulta evidente
he due fermioni non possono trovarsi nel medesimo stato di parti
ella singola, dato
he lo stato
orrispondente in H(N ) , avendo j = k per almeno una
oppia (jk) , verrebbe anni
hilato da P .
Questo
ostituis
e il
osiddetto prin
ipio di es
lusione di Pauli. Di
fatto, esso e una diretta
onseguenza della realizzazione fermioni
a del
prin
ipio di indistinguibilita. E opportuno sottolineare
he il prin
ipio di
es
lusione si appli
a agli stati di parti
ella singola, ed in generale gli autostati dell'energia di N fermioni si possono s
rivere esattamente in termini
di stati di parti
ella singola solo in assenza di interazione fra le parti
elle.
Tuttavia, in moltissime situazioni reali dove i fermioni interagis
ono, tale
des
rizione
ostituis
e una buona approssimazione e rende e
latanti gli
eetti del prin
ipio di es
lusione: basti pensare alla tavola periodi
a degli
elementi o alle proprieta elettri
he e termodinami
he dei metalli (si veda
ad esempio [FR95).
Abbiamo di fatto gia anti
ipato
he in natura sono presenti entrambe
le realizzazioni, bosoni
a e fermioni
a, del prin
ipio di indistinguibilita.
Inoltre, si veri
a sperimentalmente
he esiste un ferreo legame tra la statisti
a e lo spin delle parti
elle: tutte le parti
elle
on spin intero sono
bosoni (mesoni , fotoni, fononi, gravitoni e
.), mentre tutte le parti
elle
on spin semintero sono fermioni (elettroni, protoni, muoni, quarks
et
.). Questa regola trova una rimar
hevole previsione teori
a nella teoria
relativisti
a dei
ampi quantizzati,
on il
elebre teorema spin-statisti
a
[SW64.
L'appli
azione della suddetta regola alle \parti
elle
omposte", o \stati
legati", quali i nu
leoni, i nu
lei, gli atomi, le mole
ole, e dettata dalla
legge di
omposizione dello spin: se lo stato legato \
ontiene" un numero
400
Bosoni e fermioni
pari (dispari) di fermioni (
he hanno spin semintero), il suo spin e ne
essariamente intero (semintero) e la statisti
a e bosoni
a (fermioni
a). Cos
il protone, formato da tre quarks di spin 1/2, e un fermione (ed in parti
olare lo spin e 1/2) e lo stesso di
asi per il neutrone, mentre i mesoni 0 e
, formati da due quarks, sono bosoni (
on spin 0). Analogamente l'atomo di idrogeno (un protone ed un elettrone) e un bosone, mentre l'atomo
di elio He3 (due protoni, un neutrone, due elettroni) e un fermione. In
generale, un nu
leo di peso atomi
o pari (dispari) e bosoni
o (fermioni
o),
mentre il
orrispondente atomo neutro,
he ha in piu gli elettroni, e un
bosone (fermione) se la somma del peso atomi
o e del numero atomi
o e
pari (dispari).
11.2.1. Interazione di s
ambio. Consideriamo ora un esempio
on
reto, e
ioe l'atomo di elio He3 o He4 nell'approssimazione piu
he ragionevole in
ui si tras
urano il moto nel nu
leo e gli eetti relativisti
i.
Il sistema e quindi
ostituito da due parti
elle fermioni
he di spin 1/2, i
due elettroni,
on Hamiltoniana
(11.13)
H=
1 2 2
p + p + V (jq 1
2m 1 2
q 2 j) 2V (jq 1 j) 2V (jq 2 j) ;
hxj i j (x)i =
=
(x) j i
j (x1; x2 )i =
1 ;2 =
1 2 (x1 ; x2 ) j1 2 i
Sugli stati di spin j1 2 i agis
ono in modo ovvio i due operatori di spin
s1 = ~ =2
1 e s2 = 1
~=2 , le
ui
omponenti sono
onservate nel
tempo poi
he H non dipende espli
itamente dagli spin elettroni
i.
Imponiamo ora, in a
ordo
on il prin
ipio di indistinguibilita,
he lo
stato dei due elettroni sia antisimmetri
o sotto simultaneo s
ambio delle
401
P j (x1 ; x2 )i
=
(11.14)
1 ;2 =
X
1 ;2 =
X
1 ;2 =
(P
1 2 )( x1 ; x2 )P
j1 2i
1 2 (x2 ; x1 ) j2 1 i
2 1 (x2 ; x1 ) j1 2 i =
j (x1; x2 )i ;
ovvero 1 2 (x1 ; x2 ) =
2 1 (x2 ; x1 ) . Conviene evidentemente
ambiare la base nello spazio degli spin, passando da quella in
ui sz1 e sz2
sono diagonali, a quella in
ui sono diagonali S 2 e S z , dove S = s1 + s2
e lo spin totale:
(11.15)
j (x1; x2)i =
00 (x1 ; x2 )
j0; 0i +
m= 1;0;+1
1m (x2 ; x1 )
j1; mi
Bosoni e fermioni
E0 ! E 0 +
ID =
IS =
Se onda quantizzazione
da funzioni a valori reali sullo spazio delle fasi ad operatori, in genere non
ommutanti, su uno spazio di Hilbert. Tipi
amente, questo spazio e formato da funzioni d'onda,
he a loro volta sono sempli
i funzioni (a valori
omplessi) sullo spazio delle
ongurazioni del sistema si
o, e soddisfano
all'equazione di S
hroedinger,
he e, nei
asi piu emblemati
i, una equazione dierenziale alle derivate parziali di stampo
lassi
o. Risulta naturale
(an
he se in un
erto senso improprio) assimilare questa equazione ad altre equazioni fondamentali, lineari e non, della si
a dei mezzi
ontinui e
dell'elettromagnetismo. In questa otti
a, la se
onda quantizzazione ripete
l'operazione della prima, questa volta sulle \funzioni d'onda" governate
da tali equazioni, promuovendole ad operatori in un nuovo, piu grande
spazio di Hilbert.
Sara bene
hiarire subito i limiti di questa analogia. Innanzitutto,
ome presto vedremo, nel
aso non relativisti
o il formalismo della se
onda
quantizzazione e del tutto equivalente a quello ordinario di prima quantizzazione. Certamente non e la funzione d'onda
ome vettore dello spazio di
Hilbert
he diventa un operatore. In eetti, l'equazione di S
hroedinger,
ome versione innitesima di una traslazione temporale sul vettore di stato, e ne
essariamente uni
a. Tuttavia, e possibile esprimere l'evoluzione
temporale in termini di una equazione generalmente non lineare, molto
simile all'equazione di S
hroedinger ad una parti
ella, dove l'in
ognita e
eettivamente un operatore, l'operatore di
ampo (vedi oltre). Questa e
la situazione tipi
a nel
aso relativisti
o, poi
he l'equivalente des
rizione
alla S
hroedinger,
on funzioni d'onda di un numero ssato di parti
elle
identi
he, di fatto non esiste nemmeno.
11.3.1. Lo spazio di Fo k.
Il punto
entrale della se
onda quantizzazione e l'abbandono dello spazio di Hilbert ad un numero ssato di
parti
elle identi
he. Consideriamo inizialmente lo spazio H(N ) di N parti
elle distinguibili. Lo spazio degli stati
on N non ssato e lo spazio di
Fo
k:
1
M
F = H(N ) ;
N =0
ioe la somma diretta di tutti gli H(N )
on variabile sugli interi nonnegativi 5. Per denizione H(0) C e lo spazio degli stati senza parti
elle,
he possiede,
ome uni
o vettore di base, il
osiddetto stato di vuoto j0i .
Inoltre, sottospazi H(N1 ) e H(N2 )
on un numero di parti
elle diverso,
N1 6= N2 , sono per denizione ortogonali. In termini delle basi
anoni
he
j1; 2 ; : : : ; N i , N = 0; 1; 2; : : : , i vettori di F hanno dunque la forma
5Dato
he si tratta di una somma diretta innita si intende
he lo spazio di Fo
k
e
ompletato nel senso di Cau
hy.
405
generale
(11.21)
j i =
1
X
N =0 1 ;2 ;:::;N
= 0 j0i +
(1 ; 2 ; : : : ; N ) j1 ; 2 ; : : : ; N i
() ji +
1 ;2
(1 ; 2 ) j1 ; 2 i + : : :
e la norma in
inve
e
(11.22)
X
h j i = N1 !
1 ;2 ;:::;N
N =0
"
n()! j (1 ; 2 ; : : : ; N )j2
Se onda quantizzazione
N +1
a() j0i = 0 ;
a() j1 ; 2 ; : : : ; N i =
N
X
j =1
N
8 ji 2 H
j hj
j i j1 ; : : : ; j 1 ; j +1 ; : : : N i
per
ui risulta naturale introdurre una base fay ()g per gli operatori di
reazione in
orrispondenza di una base fjig in H
X
ay() = ay
ji hj i =
ay() hj i :
ji =
j i h j i ;
N
+1
X
n=1
N +1
n hj
n i j1 ; : : : ; n 1 ; n+1 ; : : : N +1 i
N
n=1
N
X
n=1
n hj
N
ni a
n hj
y (0 ) j1 ; : : : ; n 1 ; n+1 ; : : : N i
n i j1 ; : : : ; n 1 ; n+1 ; : : : N +1 i
11.3.3. Rappresentazione \numero-di-o
upazione". Il pro
edimento n qui seguito (una parti
ella ! tante parti
elle ! spazio di
Fo
k di un numero illimitatamente variabile di parti
elle ! operatori di
reazione e distruzione ! regole di (anti-)
ommutazione
anoni
he) puo
perfettamente essere invertito. Supponiamo
he sia denito, su un
erto
spazio di Hilbert V , un insieme di operatori lineari fa(); ay ()g indi
izzato
ome una base fjig di un altro spazio di Hilbert H separabile.
Di fatto, l'indi
e generalizzato puo essere s
elto
ontabile, ed essere
quindi indi
izzato a sua volta dagli interi j = 0; 1; 2; : : : , per
ui l'uni
a
sostanziale dierenza sta tra il
aso in
ui H e di dimensione nita ed il
408
Se onda quantizzazione
k
jk
nj ! jn0 ; n1 ; n2 ; : : :i = jj1 ; j2 ; : : : ; jN i+ :
(11.30)
j
Per ipotesi, in jj1 ; : : : ; jN i+ l'indi
e j
ompare nj volte. La simmetrizzazione totale e automati
a dato
he l'ordinamento dei
reatori in
409
(11.29) e irrilevante. L'Eq. (11.30) mostra an
he qual e il fattore di normalizzazione giusto per la base
anoni
a di N bosoni e dimostra la
orrettezza della formula (11.22) per la norma di un generi
o vettore di F+ .
La ri
ostruzione delo spazio di Fo
k F+ e ora
ompleta: esso
onsiste
nel sottospazio di V
aratterizzato dallo stato di vuoto j0i e
ompletato
nel senso di Cau
hy a partire da stati
on N; arbitrariamente grandi ma
niti6.
La base fjn0 ; n1 ; n2 ; : : :i ; nj = 0; 1; 2; : : :g denis
e la
osiddetta
rappresentazione del numero di o
upazione: nj e il numero di
bosoni
he si trovano nello stato jj i . L'operatore numero totale di
parti
elle N si s
rive quindi
X
X
(11.31)
N = ay aj ay()a() :
j
per
ui, una volta assunta l'esistenza del vuoto j0i anni
hilato da tutti i
distruttori, lo spazio vettoriale asso
iato allo stato jj i e bidimensionale:
se nj = 0 esso non e o
upato da un fermione; se nj = 1 esso e o
upato. nj e l'autovalore del operatore numero dello stato jj i ,
he si s
rive
ayj aj
ome nel
aso bosoni
o e soddisfa alle stesse regole di
ommutazione
(11.27)
on
reatori e distruttori. An
he l'operatore \numero totale di
6E
opportuno sottolineare
he quando le
oppie
anoni
he sono innitamente numerose tale ri
ostruzione non e aatto uni
a. Al
ontrario, possono esser
i inniti
sottospazi ortogonali di Fo
k all'interno di V . Essi dieris
ono nella s
elta del vuoto e
sono ortogonali nonappena i rispettivi vuoti sono ortogonali. Di fatto essi
ostituis
ono
rappresentazioni inequivalenti delle regole di (anti-)
ommutazione
anoni
he. Si noti
he il teorema di Von Neumann enun
iato al x5.2.3 vale per un numero nito di
oppie
anoni
he. Va detto inoltre
he esistono an
he rappresentazioni non di Fo
k delle regole
di (anti-)
ommutazione
anoni
he, nelle quali non
'e al
un vettore di vuoto.
410
Se onda quantizzazione
fermioni" N mantiene quindi la stessa espressione (11.31). La totale antisimmetria degli stati fermioni
i,
os
ome la totale simmetria di quelli
bosoni
i e una
onseguenza banale delle regole di (anti-)
ommutazione
anoni
he. Di fatto, nella rappresentazione del numero di o
upazione
non e piu ne
essario sottolineare le proprieta di simmetria: il prin
ipio di
indistinguibilita e impli
ito nelle regole di (anti-)
ommutazione
anoni
he
della se
onda quantizzazione.
(x) = N ;
411
j i =
F
on un numero N
2
d3N x (x1 ; x2 ; : : : ; xN ) 4
N
Y
j =1
y (xj )5 j0i :
L'azione di (x) su j i indu
e, attraverso le regole di (anti-)
ommutazione
anoni
a (11.33), un'azione sulla funzione d'onda (x1 ; x2 ; : : : ; xN ) :
(x) j i = 0
N
X
(x
0 (x1 ; x2 ; : : : ; xN ) =
j =1
xj ) (x1 ; x2 ; : : : ; xN ) :
(x)
N
X
j =1
(x q j ) :
w =
d3 x y (x) (x) ;
dove w e un volumetto
entrato in una parti
olare posizione, le
ui dimensioni dipendono di fatto dall'apparato di misura, non sorgono problemi neppure dal punto di vista operativo. Se
onfrontiamo un'espressione
ome questa
on il suo analogo di prima quantizzazione, dove (x)
e la funzione d'onda di una ben pre
isa parti
ella (o meglio, un ben
pre
iso punto materiale), possiamo apprezzare il salto
on
ettuale della se
onda quantizzazione: da probabilita di trovare la parti
ella nel
volume elementare d3 x , il
-numero (x) (x)d3 x viene promosso in
y (x) (x)d3 x , il q-numero (osservabile) \numero di parti
elle in d3 x " (si
ri
ordi
he l'operatore aggiunto e l'analogo del
omplesso
oniugato per i
numeri
omplessi). In parti
olare, se
onsideriamo stati del tipo (11.34)
on una sola parti
ella, des
rivibili mediante la funzione d'onda normalizzata (x) , vediamo
he la densita di probabilita di trovare la parti
ella in un dato punto, (x) (x) ,
oin
ide
on il valore di aspettazione
dell'operatore densita (x) .
412
Se onda quantizzazione
j (x) =
y (x)r (x)
r y(x) (x)
2m i
he e formalmente identi
a alla
orrente di probabilita del punto materiale quantome
ani
o (vedi x5.2.3), va ora identi
ata
on la densita di
velo
ita del sistema di parti
elle identi
he. Las
iamo al lettore,
ome utile
eser
izio, veri
are
he eettivamente, sotto la restrizione al settore H(N )
on N parti
elle,
N
1 X
pj (x q j ) + (x qj )pj :
2m j =1
j (x) !
Si noti
he nello stato ad una parti
ella des
ritto da (x) , l'operatore
j (x) assume un valore di aspettazione identi
o alla
orrente di probabilita.
L'integrazione di j (x) sullo spazio o
upato dal sistema produ
e evidentemente l'operatore
he
orrisponde al momento totale del sistema.
Analogamente, l'operatore (formalmente) autoaggiunto
(11.35)
H=
d3 x
+
2
~
2m
rappresenta la versione se
ondo-quantizzata dell'Hamiltoniana di un sistema di parti
elle identi
he non-relativisti
he in un
ampo esterno V (x)
e
on interazione a due
orpi V (x; y ) (si noti
he solo la parte simmetri
a di questo potenziale sopravvive alla doppia integrazione in (11.35),
per
ui esso si puo assumere simmetri
o n dal prin
ipio,
ome ri
hiesto
dall'identita delle parti
elle). Si puo infatti veri
are (eser
izio!)
he su
stati
on N parti
elle del tipo (11.34),
H j i = jhN i
dove hN e l'operatore dierenziale di prima quantizzazione
hN =
N
X
j =1
~2
4 + V (xj ) +
2m j
j<k
V (xj ; xn )
hi
he la densita di parti
elle e ls densita di velo
ita soddisfano all'equazione operatoriale di
ontinuita (
onservazione lo
ale delle parti
elle)
(x; t) + r j (x; t) = 0
t
Essa rappresenta la versione di se
onda quantizzazione dell'equazione della
onservazione lo
ale della probabilita (5.40).
In eetti, nel
aso di parti
elle non-interagenti, la soluzione generale dell'equazione di S
hroedinger per una parti
ella ssa interamente an
he la
soluzione dell'equazione di Heisenberg per il
ampo. E su
iente
onsiderare
ome base fjig in H la base ortonormale delle autofunzioni
u (x) = hxj i dell'operatore di S
hroedinger8
~2
+ 12
1 2 01 02
ay (1 )ay (2 ) h1 2 j V 01 02
414
Se onda quantizzazione
Se onda quantizzazione
lo
alizzazione esatta di parti
elle massive in un pre
iso punto dello spazio
e del tempo non e piu possibile nemmeno al livello
on
ettuale (
om'e
inve
e nell'impianto teori
o della prima quantizzazione): piu pi
ola la
regione spazio-temporale di lo
alizzazione, piu grandi le energie ed i momenti trasferiti in gio
o, n
he la produzione di nuove parti
elle identi
he
a quella originariamente da lo
alizzare rende l'intera operazione priva di
signi
ato.
Nel
aso bosoni
o si puo identi
are piuttosto agevolmente un
ampo
lassi
o di
ui la se
onda quantizzazione,
os
ome e stata qui introdotta, automati
amente denis
e un analogo quantome
ani
o. In eetti,
la
ollezione innita di os
illatori quantome
ani
i des
ritti da a() e
ay() e direttamente interpretabile
ome un
ampo quantizzato. A tale
s
opo, e su
iente
onsiderare gli operatori formalmente
autoaggiunti e
p
mutualmente
ommutanti '() = [a() + ay()= 2 . Essi formano un
insieme
ompleto di osservabili di tipo posizione,
he possiamo
onsiderare
ome
oordinate del
ampo,
on
ome indi
e generalizzato9. Al livello
lassi
o esse soddisfano a parentesi di Poisson
anoni
he
on variabili di
tipo momento () . Dopopla quantizzazione, i momenti
oniugati sono
() = i~[a() ay ()= 2 . Le regole di
ommutazione
anoni
he si
s
rivono ora
'() ; '(0 ) = 0 = () ; (0 )
'() ; (0 ) = i~0
Cambiamenti di base in H e, piu in generale, trasformazioni
anoni
he
(tali
ioe da preservare le regole (11.33)) vanno
onsiderati
ome
asi
spe
iali di riparametrizzazione dello spazio delle fasi del
ampo.
Risulta ora naturale asso
iare a
ias
un valore dell'indi
e generalizzato ,
ioe a
ias
un elemento della base fjig di H , una
opia di L2 (R)
(assumendo per sempli
ita
he R sia lo spettro di '() . Come sappiamo (teorema di Von Neumann), in tale spazio tutte le rappresentazioni
delle regole di
ommutazione
anoni
he per un singolo grado di liberta
sono isomorfe a quella in
ui '() e un operatore di moltipli
azione e
() = (i~) 1 ='() . Lo spazio totale degli stati del
ampo e per
io
formalmente
ostituito dal prodotto diretto di un numero innito ma numerabile di
opie di L2 (R) . Si tratta di uno spazio lineare di funzioni
d'onda
on un numero innito di argomenti, un oggetto generalmente
molto di
ile da
aratterizzare in modo matemati
amente pre
iso (si puo
dimostrare, ad esempio della sua
omplessita,
he esso
ontiene inniti
9Non esiste inve
e, in generale, un analogo
lassi
o degli inniti os
illatori
fermioni
i des
ritti dalle regole di anti
ommutazione
anoni
he.
417
sottospazi di Hilbert non separabili). Un sottospazio di Fo
k, ad esempio quello da
ui siamo pre
edentemente partiti, e uno spazio di Hilbert
separabile e risulta univo
amente individuato dallo stato di vuoto.
E senz'altro opportuno a
questo punto esaminare in dettaglio un esempio dove il
ampo in questione
ha una pre
isa interpretazione si
a. Si tratta del
lassi
o problema della
orda vibrante. Abbiamo gia avuto modo di studiare questo sistema si
o
nel x4.1.1 Ri
apitoliamo i punti fondamentali, adattando la notazione al
ontesto attuale. La variabile dinami
a fondamentale e il
ampo
lassi
o
(x; t) ,
he des
rive lo spostamento al tempo t di un punto x della
orda
dalla posizione di equilibrio. Nel formalismo
anoni
o della me
ani
a
lassi
a, lo spazio delle fasi e parametrizzato da (x) = (x; 0) e dal
momento
oniugato (x) = t (x; 0) , dove e la densita di massa della
orda.
Come al x4.1.1 assumiamo
he la
orda sia di lunghezza L e ssa agli
estremi, per
ui
j ; j 0 = 0 = j ; j 0 ;
t2
(11.38)
dis
ende dall'Hamiltoniana
H=
Z L
v2 x2
"
j ; j 0 = i~j j 0 :
=0
1 2
+
dx
2
2 x
418
2 #
Se
onda quantizzazione
p
j j
Efng = ~!j
nj + 12 :
ioe la somma delle innite energie di punto zero degli os
illatori armoni
i
he
ompongono il
ampo quantizzato. Si tratta evidentemente
di una quantita divergente, il primo esempio delle divergenze ultraviolette (
ioe legate al
omportamento del modello in questione nel limite
di pi
ole lunghezze d'onda)
he
ostellano la teoria dei
ampi quantizzati. Dovrebbe tuttavia risultare evidente
he l'origine di questa divergenza
dell'energia di punto zero e da ri
er
arsi nell'approssimazione stessa di
mezzo
ontinuo. In realta la
orda vibrante non e un sistema
ontinuo,
419
420
Se onda quantizzazione
d3 x u u0 = 0 :
nel vuoto, e nis
ono per dierire solo per uno sfasamento di =2 delle
os
illazioni armoni
he. La s
elta (11.42) appare attualmente piu adeguata
quando il
ampo e.m. viene a
oppiato alla materia.
A questo punto la quantizzazione del
ampo e.m. pro
ede in modo
anoni
o, promuovendo Q e P ad operatori autoaggiunti
he soddisfano
le regole di
ommutazione
anoni
he. Dunque i quanti del
ampo e.m.,
ioe i fotoni, sono parti
elle bosoni
he.
La sostituzione usuale di
ias
una
oppia Q; P
on la
oppia a; ay
(vedi x6.2) porta alle espressioni nali per il
ampo e.m.
h
i
X
E (x; t) = i (2~! )1=2 ay (t) a (t) u (x)
B (x; t) =
X 2 ~ 1=2 h
ay (t) + a (t)
r ^ u(x)
he si integrano a a (t) = a e i! t . Possiamo quindi identi
are lo stato fondamentale privo di fotoni, il vuoto j0i del
ampo e.m., in assenza
di
ari
he e/o
orrenti, nello stato anni
hilato da tutti gli operatori di
distruzione
a j0i = 0 ; 8n
e da qui ri
ostruire l'intero spazio di Fo
k dei fotoni
ome dis
usso al
x11.3.3. Si noti
he,
ome nel
aso della
orda quantisti
a, il vuoto elettromagneti
o ha un'energia innita. In ogni stato dello spazio di Fo
k il
valor medio dell'energia e nito relativamente allo stato fondamentale j0i.
In parti
olare gli stati
on un numero denito n di fotoni in
ias
un
moP
do normale u (x) sono autostati dell'energia
on autovalore ~na !
rispetto a j0i.
L'energia del vuoto, la
osiddetta energia di punto zero da luogo
ad eetti osservabili, quali l'eetto Casimir (vedi ad esempio [IZ80).
Se onda quantizzazione
des
rivono la propagazione di energia sotto forma di radiazione elettromagneti
a. Un modo prati
o di pro
edere
onsiste nel rimuovere \all'innito" le
ondizioni al
ontorno su E e B (alternativamente potremmo
studiare geometrie adeguate
ome quelle delle guide d'onda, ma a prezzo
di maggiori
ompli
azioni).
I modi normali del
ampo e.m. nello spazio vuoto ed innito sono
proporzionali alla parte reale ed alla parte immaginaria delle onde piane
exp(ik x),
ioe a seni e
oseni. La de
omposizione in modi normali
oin
ide quindi
on l'analisi di Fourier. Conviene fare
ome di
onsueto
uso della notazione
omplessa, utilizzando gli esponenziali al posto delle
funzioni trigonometri
he, ma restringendo le ampiezze di Fourier
on la
ondizione E yk = E k . Poi
he i modi normali
uk (x) = "k eikx
devono soddisfare a r uk = 0, otteniamo la
ondizione di trasversalita
k "k = 0. Per ogni valore di k vi sono per
io due possibili polarizzazioni
indipendenti,
he indi
heremo
on "k; ; = 1; 2. In denitiva l'indi
e
generalizzato viene identi
ato nella
oppia (k; ) e quindi gli operatori
di
reazione e distruzione si s
rivono ayk; e ak; . Essi
reano e distruggono
fotoni di numero d'onda k e polarizzazione denita " . Dato
he lo spazio
di Hilbert in
ui essi agis
ono e
omplesso, per ogni k gli stati di polarizzazione sono in
orrispondenza biunivo
a
on i raggi di C 2 . Ritroviamo
os il risultato ri
avato
on argomenti semi
lassi
i in x5.1.4.
423
CAPITOLO 12
L'interazione elettromagneti
a
12.1. L'a
oppiamento minimale
L'interazione di una parti
ella
ari
a
on il
ampo elettromagneti
o e des
ritta in me
ani
a
lassi
a,
ome abbiamo visto nel x3.3, attraverso un
termine aggiuntivo nella Lagrangiana
e
e (x; t) + A(x; t) v ;
dove (A; )
ostituis
ono il potenziale (quadri-)vettore del
ampo elettromagneti
o. Cio
omporta
he l'Hamiltoniana
lassi
a e da modi
are
se
ondo la sostituzione (nota
ome \a
oppiamento minimale")
e
p !=p A
H (p; x) ! H ( ; x) + e(x)
Le variabili vengono denominati momenti
inemati
i (mentre ai p rimane assegnato il termine di \momenti
anoni
i"). Assumeremo
he la
stessa pro
edura si possa appli
are in me
ani
a quantisti
a1. Su questo
prin
ipio si basa tutta la teoria dell'interazione delle parti
elle elementari
on il
ampo elettromagneti
o. Vedremo nel seguito al
une appli
azioni
di quest'idea limitando
i per il momento al
aso di
ampi elettromagneti
i indipendenti dal tempo e
onsiderati alla stregua di
ampi
lassi
i.
La teoria
ompleta, in
ui il
ampo elettromagneti
o assume il ruolo di
ampo dinami
o quantisti
o,
os
ome delineato alla ne del pre
edente
apitolo, e nota
ome elettrodinami
a quantisti
a e ri
hiede te
ni
he
di me
ani
a quantisti
a relativisti
a,
he esulano dagli s
opi di queste
lezioni.
Problema 12.1-1. Dimostrare
he i momenti
inemati
i formano
la parte spaziale di un quadrivettore e
he il
ommutatore [ ; e
proporzionale a F .
1Si ri
ordi
he l'a
oppiamento minimale emerge in modo naturale gia da
onsiderazioni di simmetria basate sulle trasformazioni galileiane (vedi il x9.3.10).
425
L'interazione elettromagneti a
(12.1)
! exp i e(~x
; t) (x; t) ;
e
A
e 2
r + e
1
t
La derivata del fattore di fase eie=~
an
ella esattamente il termine addizionale al potenziale s
alare, mentre il termine in r e riassorbito dalla
ommutazione
r exp i e~( x)
e(x)
= exp i
~
r + i ~e r
Dal momento
he la trasformazione di gauge sulla funzione d'onda e data da una trasformazione unitaria, tutte le grandezze osservabili ri
ondu
ibili a elementi di matri
e di una qual
he osservabile O risultano invarianti, a patto di assoggettare le osservabili della teoria alla
ontemporanea trasformazione O ! exp(ie=~
) O expf ie=~
g equivalente
alla pres
rizione q ! q; p ! p e=
r:
Sebbene in me
ani
a quantisti
a sia mantenuto il prin
ipio se
ondo
ui sono i
ampi (E ; B ) a rappresentare i gradi di liberta si
i,
nondimeno l'apparire dei potenziali (A; ) direttamente nelle equazioni dinami
he fondamentali
omporta al
uni eetti pe
uliari, inaspettati
dal punto di vista della si
a
lassi
a (si veda ad esempio il su
essivo
x12.5).
426
Eetto Zeeman
eB 2 2
eB 2
p1
y + p2 + x + p3
2
2
1 2 eB
m eB 2 2 2
= p +
(xp yp1 ) +
(x + y ):
2m
2m
2
2 2m
avendo orientato l'asse z nella direzione di B . Si trova per
io
he l'interazione
on il
ampo magneti
o e data dall'energia di un dipolo magneti
o
legato al momento angolare orbitale L = q ^ p dalla relazione
e
L:
(12.2)
=
2m
L'elettrone ha poi un momento magneti
o intrinse
o legato al suo momento angolare di spin ; di questo si tiene
onto introdu
endo un termine
addizionale all'Hamiltoniano 12 g (e=2m
) 12 ~ B , dove g e il rapporto
giromagneti
o dell'elettrone e vale g 2 entro un errore di 10 3 . Si
avra dunque
on questa approssimazione
1
H=
2m
1
eB
m eB 2 2 2
(12.3) H = p2 +
(Lz + ~3 ) +
(x + y ) + V (x);
2m
2m
2 2m
dove V (x) tiene
onto di altre interazioni rappresentabili
on un potenziale
stati
o. Studieremo ora due
asi parti
olari di questo Hamiltoniano; il
primo e gia
ontenuto nei primi lavori di S
hroedinger (atomo di idrogeno
in
ampo magneti
o), il se
ondo fu studiato da Landau ([LL76) ed e
legato all'eetto Hall quantizzato (Von Klitzing 1980).
L'interazione elettromagneti a
428
Eetto Zeeman
e 2 sL
(12.11)
Vso =
:
r3
Si noti
he introdu
endo unita atomi
he (r misurato in unita del raggio
di Bohr a, energie riferite all'unita e2 =a e momento angolare in unita
~) si pu
o s
rivere sempli
emente Vso = 21 2 s L=r3 , dove = e2 =~
e
la
ostante di struttura ne. A quest'ordine di approssimazione bisogna
an
he tenere
onto delle
orrezioni relativisti
he. Se s
riviamo l'energia
ineti
a nella forma gia
onsiderata (Probl. 5.2-1) la
orrezione all'ordine
2 e data da 81 p4 =m3
2
he pure risulta di ordine 2 .
Problema 12.3-1. Determinare la
orrezione al primo ordine perturbativo dei livelli energeti
i dell'atomo di idrogeno dovuta all'a
oppiamento spin-orbita e alla
orrezione relativisti
a.
1
2
Si tratta di appli
are la teoria delle perturbazioni dei livelli degeneri. Si deve
per
io diagonalizzare la matri
e della perturbazione
2
0 + Vso = p4 + 1 e~ l
H 0 = Hrel
83
2 2
2r3
dove l = L=~. La base piu
onveniente e suggerita dal fatto
he l e esprimibile
in termini di (l + 21 )2 . Conviene introdurre
ioe la base in
ui e diagonale il
momento angolare totale j; m; l; 21 se
ondo la te
ni
a della somma dei momenti
angolari (vedi il x8.3). Si avra infatti
hj; m; lj l jj; m; li = j (j + 1) l(l + 1) 34
he e da valutare per j = l 12 e pre
isamente
(12.12)
hl i =
l
per j = l + 21
l 1 per j = l 21
Inoltre la matri
e del fattore r 3 risulta gia diagonale per via dell'invarianza
rotazionale ed e espressa da integrali
he abbiamo
onsiderato nel Probl. 6.5-2:
1
1
:
(12.13)
n l 21 M l 3 n l 12 M l =
r
l(l + 1)(l + 12 ) n3 a3
Per valutare il
ontributo del termine proporzionale a p4 ,
onviene riesprimere
quest'ultimo
ome segue
p4 = (2)2 H0 + e2 =r 2 ;
429
L'interazione elettromagneti a
Livelli di Landau
he entrano direttamente nella denizione dell'Hamiltoniano (i
osiddetti momenti
inemati
i o derivate
ovarianti ) 1 ; 2
he dieris
ono dai
pre
edenti per un segno:
eB
eB
y ; 2 = p2 + x
1 = p 1
2
2
eB
[1 ; 2 = i~ :
Possiamo per
io denire due distinti operatori di distruzione, A = N (1
i2 ) e A = N (P1 + P2 ), dove N e s
elta in modo da ottenere le regole
di
ommutazione bosoni
he [A; Ay = [A; Ay = 1 : In termini di questi
l'Hamiltoniano e dato da
~eB y
(A A + AAy + 3 ) ;
H=
2m
he mostra immediatamente
he lo spettro di energia e
ostituito da livelli equispaziati della quantita ~
= ~eB=m
, in a
ordo
on il fatto
he le orbite
lassi
he sono periodi
he
on frequenza
(la frequenza
di Larmor). In
onseguenza del fatto
he l'Hamiltoniano
ommuta
on
gli operatori A e Ay, si ha
he ogni livello di energia e innitamente degenere . Infatti ogni sottospazio
orrispondente ad un livello energeti
o
risulta invariante rispetto all'appli
azione degli operatori A e Ay , e dal
fatto
he questi ultimi sono operatori
anoni
i segue
he il sottospazio
non puo avere dimensione nita (si ri
ordi il teorema di Wintner). Piu
on
retamente, detto j0i lo stato fondamentale denito da
A j0i = 0 ; A j0i = 0 ; 3 j0i = j0i ;
si puo
ostruire una base di autovettori di H appli
ando gli operatori di
reazione
yn ym
jnm; s = 1i = Ap A j0i ;
n!m!
ed altrettanti stati si ottengono a partire dalla soluzione
on spin s = +1.
Si noti
he l'energia dipende solo dalla
ombinazione n + s e dunque si
ha degenerazione innita. Questa parti
olarita del problema della parti
ella
ari
a in
ampo magneti
o
ostante di presentare livelli innitamente degeneri e stata s
operta da Landau gia nel 1930, e per
io si parla
di livelli di Landau. Tenendo
onto delle dimensioni nite della regione in
ui si puo realizzare un
ampo magneti
o uniforme (le dimensioni del dispositivo a semi
onduttore) la simmetria di traslazione e rotta
dalle
ondizioni al
ontorno e quindi la degenerazione innita non e realizzabile in prati
a. Un argomento semi
lassi
o mostra
he ogni livello
di Landau e in realta
ostituito da un numero nito di stati indipendenti, proporzionali all'area L1 L2 disponibile all'elettrone. Si ha infatti
431
L'interazione elettromagneti a
he gli operatori Qi = 2
Pi =eB si possono interpretare
ome le
oordinate del
entro delle orbite
ir
olari
he
ostituis
ono le soluzioni delle
equazioni
lassi
he del moto (vedi il x3.3.1). Ma dalla regola di
ommutazione [Q1 ; Q2 = i~
=eB segue
he possiamo
onsiderare l'area L1 L2
alla stregua di una porzione di spazio delle fasi e il numero di stati indipendenti e valutabile
ome il numero di
elle elementari di area h
=eB
(
he rappresenta la \
ostante di Plan
k eettiva" del problema). Si avra
dunque piu realisti
amente una degenerazione di ordine
eB
(12.17)
N L1 L2 :
h
Problema 12.4-1. Dimostrare
he il primo livello di Landau
orrisponde alle autofunzioni della forma
eB 2 2
(x + y ) s= 1
(x; y) = f (x iy) exp
4~
dove f e una funzione analiti
a della variabile
omplessa = x iy.
alto, la funzione d'onda sara \
ongelata" in direzione trasversale all'autofunzione dello stato fondamentale mentre rimangono liberi i soli gradi
di liberta longitudinali alla giunzione. Se si appli
a un
ampo magneti
o
trasversale B a questo sistema eettivamente bidimensionale,
i troviamo
nella situazione des
ritta in pre
edenza in termini di livelli di Landau.
La dimensione nita del dispositivo rende approssimata la des
rizione in
termini di livelli innitamente degeneri; ogni livello di Landau sara risolto
in un
luster di livelli, ma se il
ampo magneti
o e su
ientemente intenso potremo
onsiderare questi livelli
ome degeneri,
on moltepli
ita data
dalla stima semi
lassi
a (12.17) e pre
isamente eB=h
per unita di super
ie. Immaginiamo
he il primo livello di Landau sia interamente o
upato
da elettroni. La densita di
ari
a super
iale e per
io = e2 B=h
. Se si
appli
a un
ampo elettri
o E longitudinale si
rea una
orrente Hall iH
ortogonale al
ampo elettri
o; questa si puo determinare osservando
he
elettroni in moto
on velo
ita v sono in
ondizioni di muoversi
ome parti
elle libere se la forza di Lorentz equilibra la forza elettrostati
a, ossia
E = vB=
. La densita lineare di
orrente Hall e dunque
e2 B E
e2
= h E;
(12.21)
jH = v =
h
B
he
orrisponde ad una
ondu
ibilita trasversale xy = e2 =h. Se si realizza
la situazione in
ui N livelli di Landau sono
ompletamente popolati la
ondu
ibilita risulta moltipli
ata per N . L'aspetto piu notevole del risultato e
ostituito dal fatto
he la
ondu
ibilita Hall risulta indipendente
dalla temperatura e dalle
aratteristi
he del materiale ed e inve
e espressa
dalla
ombinazione di
ostanti fondamentali e2 =h. Una
ir
ostanza
he ha
reso possibile la s
operta di questo notevolissimo eetto e
ostituita dal
fatto
he la presenza di impurezze rende piu stabile il fenomeno per
ui il
valore pre
iso della
ondu
ibilita multipla di e2 =h si mantiene
on grande
pre
isione (10 8 di errore relativo) per un intero intervallo di valori del
ampo elettri
o
he
onna gli elettroni nel lm sottile alla giunzione.
Si osservano infatti delle
urve di
ondu
ibilita simili alla Fig. 12-1. Per
approfondire l'argomento, tuttora argomento di ri
er
a attiva, si vedano
[Kli86, Aok87, PG90, CP88, Fer94 e gli ultimi numeri della \Physi
al
Review".
L'interazione elettromagneti a
QHE
4
3.5
-xy
2.5
1.5
0.5
0
0
0.5
1.5
2.5
3.5
as issa la tensione Vg .
434
L'interazione elettromagneti a
e nessun eetto AB. Il punto
ru
iale
he risolve questa apparente in
onsistenza e
ostituito dalla non-uni
ita della rappresentazione dell'algebra
di Heisenberg : e falso
ioe
he si possa appli
are allo spazio di Hilbert
L2(R3 C ) il teorema di Von Neumann. Esistono in realta rappresentazioni inequivalenti dell'algebra degli operatori
anoni
i e l'insieme delle
rappresentazioni irridu
ibili e parametrizzato da un numero reale
he puo
identi
arsi
on il
usso di B all'interno del
ilindro. Le rappresentazioni inequivalenti sono individuate dalla diversa denizione dell'operatore
p'
he
orrisponde alla
omponente del momento angolare nella direzione
dell'asse del
ilindro. Si ha in ogni
aso p' = i~ =' , ma il dominio
di denizione per p' e dato da
(2) = ei (0) :
Si dimostra
he identi
ando = e=~
si ottiene un Hamiltoniano unitariamente equivalente a quello denito in termini di un a
oppiamento
on il
ampo A.
E interessante osservare
he si e messo in evidenza an
he un eetto
AB s
alare ,
ioe dovuto alla parte s
alare del potenziale. Cio e realizzato suddividendo in due un fas
io di elettroni e fa
endo transitare i due
fas
i in zone a potenziale elettrostati
o dierente. L'equazione di S
hroedinger prevede allora una dierenza di fase expfiV t=~g. In questa
forma l'esperimento e realizzabile an
he sfruttando il
ampo gravitazionale. Esperimenti di interefenza
on fas
i neutroni
i hanno
onfermato
on
grande pre
isione le previsioni dell'equazione di S
hroedinger (si vedano
[Sak90, Gre86).
Problema 12.5-1. Un fas
io di neutroni di lunghezza d'onda viene
suddiviso in due parti e poi ri
omposto in modo
oerente. I due fas
i
per
orrono un tratto lungo L a due quote dierenti z1 ; z2 . Dimostrare
he la dierenza di fase tra i due fas
i e approssimativamente =
m2 g~ 2 jz2 z1 j.
436
CAPITOLO 13
Teoria dell'urto
Dall'esperimento di Rutherford sulla diusione (s
attering) di parti
elle
lo studio di pro
essi di urto tra parti
elle ha assunto un ruolo dominante nella ri
er
a di si
a atomi
a e subatomi
a. In questo
apitolo
onsidereremo gli elementi della trattazione quantisti
a dei pro
essi d'urto. Limiteremo la trattazione al
aso di urti elasti
i tra due parti
elle
senza spin.
Teoria dell'urto
G+E
Teoria dell'urto
di diusione.
m
Si noti
he il primo termine divergente
ome L2 e in realta presente an
he
in assenza di
entro di diusione e rappresenta per
io il
ontributo dell'onda in
idente: nella des
rizione dipendente dal tempo questo termine e
onnato alla dimensione trasversale del fas
io in
idente e non
ontribuis
e
se non per # = 0. Il se
ondo termine rappresenta l'interferenza tra onda
in
idente e onda diusa; il suo
ontributo e tras
urabile per via della fase
rapidamente os
illante exp(ikL
os #)
he an
ora
ontribuis
e solo intorno
alla direzione del fas
io. L'ultimo termine rappresenta il genuino
ontributo di diusione. Si trova poi
he il
usso in
idente e pre
isamente ~k=m.
Si ha pertanto
d
= jf (#; ')j2 ;
(13.8)
d
Teoria dell'urto
jx yj
k (x) =
lm
dove si e tenuto
onto
he il fas
io in
idente ha in genere simmetria
ilindri
a intorno alla direzione di propagazione e quindi lo stato e autostato
di Lz
on m = 0 (Yl0 / Pl (
os #)). Questa rappresentazione della funzione d'onda e nota
ome sviluppo in onde parziali; da essa dis
ende,
ome mostreremo, una sempli
e espressione dell'ampiezza di diusione.
Limitando
i per sempli
ita al
aso di potenziali a supporto
ompatto
(V (r) = 0 per r > a), le funzioni Rkl (r) sono date dalle note soluzioni di
parti
ella libera per grande r; ri
ordiamo
he la soluzione generale e data
da
Rkl (r) = Al jl (kr) + Bl nl (kr) ; r > a;
dove le funzioni di Bessel sferi
he jl ; nl hanno il noto sviluppo asintoti
o
1
2 l + l =kr ;
Teoria dell'urto
=
=
d
jf j2
1
4 X
(2l + 1) sin2 l (k)
k2 l=0
(13.10)
445
Parte 3
Appendi i
APP. A
Complementi
Non esprimerti mai
in forma piu
hiara
dei tuoi pensieri .
Niels Bohr.
A.1.1. Integrali sui
ammini. L'idea di Feynman
onsiste nel
aratterizzare in modo del tutto sinteti
o il propagatore G(x; x0 ; 0; t) (denito nel x5.2.9) direttamente in termini della funzione di azione S [x(t)
denita dalla me
ani
a
lassi
a: al propagatore quantisti
o G(x; x0 ; 0; t)
ontribuis
ono tutte le possibili traiettorie virtuali del sistema me
ani
o
lassi
o,
ioe tutti i
ammini x(t)
ompatibili
on gli eventuali vin
oli e
tali
he x(0) = x0 ; x(t) = x ,
on un'ampiezza
Z t
i
L(x( ); x_ ( )) d :
expfiS [x=~g = exp
~ 0
Questa formula si propone quindi
ome un'alternativa alla regola di quantizzazione
anoni
a, in quanto permette di denire il propagatore a partire dalla Lagrangiana
lassi
a. Si noti l'eleganza di questa idea
he rende
449
Complementi
molto intuitivo il legame tra me
ani
a
lassi
a e quantisti
a: ogni
ammino virtuale
ontribuis
e all'ampiezza totale
on un'ampiezza di modulo
uno e dunque nessun
ammino parti
olare e piu probabile degli altri. Tuttavia nel limite in
ui la
ostante ~ sia pi
ola rispetto alle azioni in gio
o
nel sistema si
o, il prin
ipio della fase stazionaria
i di
e
he i
ontributi di tutti i
ammini si
an
ellano per interferenza tranne quelli per
ui
la fase S [x risulti stazionaria rispetto a pi
ole variazioni del
ammino,
il
he
ostituis
e il prin
ipio di Eulero Lagrange
he determina le equazioni del moto
lassi
he. E
o dunque svelato il fondamento di tutti i
prin
ipi variazionali della me
ani
a
lassi
a: si tratta sempli
emente di
manifestazioni del prin
ipio della fase stazionaria appli
ata alla formulazione quantisti
a in termini di somma sui
ammini! Resta \soltanto"
aperto il problema di dare un signi
ato matemati
o pre
iso all'integrazione sui
ammini e di veri
are
he in tal modo si ottiene eettivamente
la me
ani
a quantisti
a.
In eetti il
on
etto di integrazione sui
ammini o integrazione funzionale (estensione a innite dimensioni del
al
olo integrale) puo essere
formulato in termini matemati
amente rigorosi, ma in un
ontesto dierente, quello dei pro
essi diusivi,
he
orrisponde all'equazione di S
hroedinger in
ui si prenda la
ontinuazione analiti
a a valori immaginari del
tempo. Si tratta di uno sviluppo molto interessante
he ha portato alla
appli
azione dell'integrale sui
ammini al
al
olo dello spettro per teorie
di
ampo quantisti
he al di fuori del regime perturbativo. Il no
iolo della questione e
ostituito dal fatto
he la
ontinuazione analiti
a a tempi
immaginari permette di studiare le proprieta dell'operatore exp f tH=~g
da
ui in parti
olare si ottengono informazioni sullo spettro e su elementi
di matri
e di varie osservabili (si veda [Roe91, Sim79, ID89).
Una prima giusti
azione intuitiva della formula di Feynman dis
ende
da una proprieta
he possiamo denire di semigruppo : suddividiamo l'insieme C di tutti i
ammini ! : x0 ! x nei sottoinsiemi Cx00 deniti dalla
ondizione aggiuntiva x(t00 ) = x00 per un qual
he t00 s
elto arbitrariamente
nell'intervallo (0; t). Si avra ovviamente
Z t
Z
Z
i
x0
00
00
00
L d (x(t ) x )xx(0)=
G = dx Dx(:) exp
(t)=x
=
dx00
Z
D
~ 0
Z t
i
00 )=x00
L d x(xt(t)=
x(:) exp
x
~ t00
( Z 00
)
i t
x0
x(:) exp
L d xx((0)=
00 )=x00 :
t
~ 0
Gli integrali sui
ammini soddisfano per
io ad una legge di
omposizione
identi
a a quella tipi
a di un propagatore (si veda la (5.64)). D'altra
450
parte questo fatto
i permette di pro
edere nella suddivisione dell'intervallo (0; t) appli
ando ri
orsivamente questa legge di
omposizione, in modo
tale
he per una suddivisione su
ientemente ne dell'intervallo potremo
appli
are un'approssimazione dell'integrale sui
ammini valida per tempi
brevi. Sia (t1 ; t2 ; : : : ; tN ) una suddivisione
on N molto grande. Per ogni
sotto-intervallo (tk ; tk+1 )
onsideriamo la soluzione x
l ( ) delle equazioni
lassi
he del moto tale
he x
l (tk ) = xk ; x
l (tk+1 ) = xk+1 . Poniamo in
ias
un intervallo x( ) = x
l ( ) + ( ) , dove e una nuova variabile di
integrazione funzionale soggetta al vin
olo (tk ) = (tk+1 ) = 0. Inserendo
nell'azione otteniamo
S [x =
V (x
l ) V 0 (x
l )
Z tk+1
2
1
_
_2
2 m(x_
l + 2 x_
l + )
tk
1 V 00 (x ) 2 + O ( 3 ) d (tk )=0 :
l
2
(tk+1 )=0
D exp
i
~
Z tk+1
tk
1 V 00 (x ( )) ( )2 + O ( 3 )
l
2
m _2
2
d :
exp
( N
X
n=0
exp
(N +1
X
n=1
~ S (xn
m (xn+1 xn )2
2 tn+1 tn
1 ; x n ; tn 1 ; tn )
V (xn )(tn+1 tn )
)
1Di passaggio notiamo
he per l'os
illatore armoni
o il termine V 00 e una
ostante
e per
io l'integrale sui
ammini risulta in una sempli
e funzione del tempo mentre il
propagatore si ridu
e alla formula semi
lassi
a G = exp fiS=~g ,
ome si puo veri
are
dalla formula (6.16).
451
Complementi
itT=N ~
e itT=N ~
dxN
1 jxN 1 i hxN 1 j
Si nota
he l'esponente
ostituis
e giustamente un'approssimazione dis
reta per l'integrale
he denis
e l'azione
lassi
a. In piu questa derivazione
i)
i da una prova della
onvergenza per il limite N ! 1 (teorema di
Kato-Trotter, si veda [Nel64) e ii)
i fornis
e an
he la normalizzazione
orretta (il fattore divergente (2i~t=Nm) N=2 ).
Un'interessante variante di questa formula dis
retizzata permette di
impostare l'integrale sui
ammini in termini Hamiltoniani. Per
ias
un
452
Z t
d (p_2 + 2 x_ 2 )
A.1.2. Formulazione a tempo immaginario. Per illustrare un'appli
azione dell'integrale sui
ammini, vale la pena sottolineare
he il propagatore
ontiene tutte le informazioni ne
essarie per
aratterizzare il sistema quantisti
o. In parti
olare per estrarre lo spettro di energia possiamo
sempli
emente integrare il propagatore
on una qualunque funzione di
453
Complementi
dx
jhEnj ij2 e
iEn t=~ ;
he puo fornire gli autovalori En attraverso l'analisi di Fourier. In alternativa si e trovato
onveniente studiare il propagatore a tempi immaginari G(x; x0 ; ) = hxj exp f H g jx0 i,
he rappresenta an
he la matri
e
densita. La rappresentazione in termini di integrali sui
ammini (vedi
[Fey72) e del tutto simile a quanto visto per il propagatore ordinario,
on una dierenza fonamentale: la Lagrangiana del sistema e sostituita
dall'energia E (q; q_):
Z
Z
0
1 m 2
x0 :
x_ + V (x) d xx(0)=
hxj exp( H ) x = Dq exp ~
(
)=
x
2
0
Mostriamo ora
ome sia possibile esprimere al
une
aratteristi
he spettrali dell'Hamiltoniano direttamente in termini di integrali sui
ammini a
tempo immaginario. Consideriamo l'elemento di matri
e
( ) hE0 j q exp f H g q exp fH g jE0 i ;
dove jE0 i e lo stato fondamentale di H ,
onPautovalore E0 , e e positivo.
Inserendo la relazione di
ompletezza 1 = E jE i hE j , si trova
( ) =
(E E0 )
j h0j q jE i j2 :
rappresentano lo s
ostamento dall'equilibrio di una
orda elasti
a di lunghezza innita soggetta ad una forza di potenziale V (q) e in equilibrio
termi
o alla temperatura kT ~. Dato
he risulta relativamente
agevole simulare
on il
al
olo numeri
o sistemi
lassi
i soggetti ad agitazione termi
a, questo fatto apre la possibilita di ottenere informazioni
riguardanti lo spettro del sistema quantisti
o attraverso una simulazione
numeri
a. L'idea risale alla ne degli anni '40 ed e legata al nome di Mar
Ka
; la formula di integrazione sui
ammini a tempo immaginario e nota
ome formula di Feynman-Ka
[Sim79.
A.1.3. La me
ani
a sto
asti
a. Nella formulazione a tempo immaginario l'integrazione sui
ammini e del tutto equivalente dal punto
di vista matemati
o alla teoria
he des
rive il moto browniano. Dobbiamo limitar
i ad indi
are le parole
hiave pro
essi sto
asti
i, pro
essi
diusivi, equazione di Langevin e rimandare ai testi spe
ialisti
i sull'argomento [Ka
59, PR69, Roe91. Vale tuttavia la pena di tenere
presente il quadro s
hemati
o seguente.
Sia w(t) il moto browniano standard:
on questo si intende il pro
esso
sto
asti
o
aratterizzato dalla proprieta
he gli in
rementi dw(t) sono
variabili aleatorie gaussiane indipendenti
on media zero e
\
< [wi (t1 ) wi (t2 ) wj (t01 ) wj (t02 ) >= ij [(t1 ; t2 ) (t01 ; t02 )
T
(indi
hiamo
on [I la misura dell'intervallo I e
on I1 I2 l'intersezione
dei due intervalli). Sia x(t) un pro
esso diusivo legato al moto browniano
dall'equazione dierenziale sto
asti
a
dx(t) = b(x) dt + (x) dw(t) ;
essendo le funzioni b e soggette a
ondizioni non molto restrittive
[PR69. Allora la densita di probabilita del pro
esso soddisfa l'equazione
di evoluzione (Fokker-Plan
k)
P (x; t) 1
= 2 4 (x)2 P (x; t) div (b(x) P (x; t)) :
t
Inoltre se il \
ampo di tras
inamento" b ha la forma parti
olare
b(x) = 12 (x)2 rS (x) ;
il pro
esso tende per grandi tempi di evoluzione alla distribuzione stazionaria
2
P1 (x) =
exp f S (x)g :
(x)2
Su queste formule si basa la possibilita di valutare i valori medi hq(0)q(t)i
attraverso la soluzione numeri
a di equazioni di tipo
lassi
o
on un termine di rumore gaussiano, simili per natura alle equazioni
he des
rivono
la dinami
a delle parti
elle browniane.
455
Complementi
e
V (x) + A(x) x_ :
Dx(:) exp ~ d 2
0
Ri
avare l'integrale sui
ammini
he rappresenta il propagatore a tempo
immaginario.
G(x; x0 ; t) =
m
x_ 2
(q; p; q0 ; p0 ) =
Z T
q(0)=q0 ; p(0)=p0
p(t)dq(t) :
(q; p; q0 ; p0 ) =
q(0)=q0 ; p(0)=p0
q(T )=q ; p(T )=p
( Z
T
p(t)dq(t)
456
1 1
2
Z T
(p_(t)2 + q_(t)2 ) dt
Dimostrare he la funzione denita nel problema pre edente rappresenta il nu leo integrale dell'operatore exp f T K g, dove
K=
1
2
"
i
p
2
i
q
2 #
Le teorie di gauge
ostituis
ono un soggetto relativamente nuovo nel panorama della si
a teori
a, ma, a dispetto di questo, o
upano gia un
posto di grande rilievo e
ostituis
ono attualmente il fondamento generale
della des
rizione delle interazioni fondamentali tra parti
elle elementari.
L'origine dell'idea di una simmetria lo
ale si puo fare risalire a Weyl2
nel
ontesto di un tentativo di uni
azione tra elettromagnetismo e gravitazione. Nella forma piu generale,
he
oinvolge una simmetria lo
ale nonabeliana , e stata enun
iata nel 1954 da C. N. Yang e R. L. Mills [YM54.
Queste teorie sono rimaste prive di appli
azione no alla ne degli anni
Sessanta, quando si sono rivelate uno strumento indispensabile nella des
rizione delle interazioni fondamentali. A questi primi grandi su
essi e
seguita un'intensa attivita di ri
er
a
he ha messo in lu
e l'importanza di
questo tipo di strutture in molti
ampi della si
a teori
a. Da un punto di vista formale le teorie di gauge
ostituis
ono una generalizzazione
della des
rizione dell'interazione di una parti
ella
ari
a
on il
ampo elettromagneti
o, trattata nei x3.3, x9.4, e nel
ap. 12. Mentre rimandiamo
ai testi di teoria quantisti
a dei
ampi per una trattazione generale delle
teorie di gauge (vedi [ID89, IZ80, Wei95), mostreremo nel seguito
ome
la struttura matemati
a
ostituita da
ampi di gauge non-abeliani si presenti in modo naturale an
he nella dinami
a quantisti
a non-relativisti
a
di sistemi sempli
i (per altri esempi si vedano [Ber84, WZ84, SW89).
2Si veda ad esempio [Pau58, x65.
457
Complementi
458
WZ84
Complementi
(A.2.6)
E
n (X )n (X ; x):
1
2M
E
n (X ) =
P 2I n (X ; x) + n (X )n (X ; x)
X
En (X ; x)
E
n (X );
e la dipendenza dalle variabili elettroni he puo essere rimossa moltipli ando a sinistra per m (X ; x) ed integrando su tutto lo spazio delle
(A.2.7)
1
2M
XZ
m P 2I n d x + mn n (X )
E
E
n (X ) = E m (X ):
L'Eq. (A.2.1) si ridu
e allora ad un'equazione agli autovalori per un operatore matri
iale
he agis
e sulle funzioni d'onda4
E (X ) = ( 0E (X ); 1E (X ); : : :)T ;
denite per ogni valore di X le matri
i AI (X )
ome
Z
mn
(A.2.8)
AI (X ) = i~ m(X ; x) I n(X ; x) d x ;
X
il primo termine del membro di sinistra della Eq. (A.2.7) puo essere
ris
ritto
Z
m P 2I n d x =
(ml P I
ln
Aml
I )(ln P I AI );
460
l'equazione di S
hroedinger (A.2.1) per l'intero sistema, nu
lei piu elettroni, puo essere ris
ritta
ome
X
(A.2.9)
Hmn
E
E
n (X ) = E n (X );
I qn
Amn
I (X )
pn
ampo F in analogia
on il
aso abeliano
ome
ommutatore dei momenti
inemati
i (ri
ordiamo il Probl. 12.1-1):
(A.2.13)
Complementi
(A.2.14)
Amn
I (X ) ' 0 per m (X ) 6= n (X ):
In questo regime la (A.2.9) si separa in un sistema di equazioni agli autovalori
he des
rivono
ias
una la dinami
a nu
leare e
a
e in
orrispondenza ai vari stati elettroni
i.
Caso non degenere. Consideriamo anzitutto il
aso in
ui il sistema si trovi
in uno stato elettroni
o non degenere n (X ). Sia n (X ; x) l'autostato
elettroni
o
orrispondente e nE (X ) la funzione d'onda
he des
rive lo
462
Caso degenere. Supponiamo ora
he il sistema si trovi in uno stato elettroni
o n (X )
he presenti una degenerazione di ordine N . Cambiando
la notazione in modo molto ragionevole indi
hiamo
on n;a (X ; x), a =
1; : : : ; N gli autostati elettroni
i
orrispondenti. Lo stato delle variabili
E (X ), a = 1; : : : ; N ,
nu
leari e des
ritto mediante le N funzioni d'onda n;a
ovvero mediante la funzione d'onda
1
0 E
n;1 (X )
B E (X ) C
n;2
C
E
n (X ) = B
C:
B
.
.
A
.
E (X )
n;N
La (A.2.9) si ridu
e allora ad un'equazione di S
hroedinger matri
iale di
dimensione pari alla degenerazione del livello n (X )
)
(
1 X
2
(1 P AI (X )) + 1N n(X ) En (X ) = E En (X )
(A.2.17)
2M I N I
dove n (X )
ompare an
ora
ome un termine di potenziale e la dinami
a risulta a
oppiata ad un
ampo di gauge U (N ) rappresentato dal
potenziale vettore AI (X ) rappresentato in ogni punto dalla matri
e5
Z
ab
(A.2.18)
AI (X ) = i~ n;a(X ; x) X
I n;b (X ; x) d x :
5Negli operatori P e sottinteso un fattore ab rispetto agli indi
i di gauge.
463
Complementi
A.2.2. Il
ampo di monopolo della mole
ola biatomi
a. Il signi
ato si
o dei
ampi di gauge indotti nella dinami
a nu
leare e
a
e
dalla separazione dei gradi di liberta elettroni
i puo essere
apito agevolmente analizzando lo spettro del sistema piu sempli
e
he si presta a
questo tipo di studio, la mole
ola biatomi
a [MSW86. Consideriamo
pertanto una mole
ola
ostituita da due nu
lei di massa uguale M ed
un numero arbitrario di elettroni di massa me (M >> me ). Separate le
oordinate del
entro di massa, parametrizziamo il sistema mediante il
vettore X ,
he indi
a la posizione relativa dei due nu
lei, e le
oordinate
degli elettroni xi , i = 1; 2; : : :, relative ad un sistema di riferimento solidale al
entro di massa. La dinami
a del sistema risulta allora des
ritta
dall'Hamiltoniano
(A.2.21)
H=
1 2 1 X 2
p + V (X ; x);
P +
2
2m i i
dove P = i~= X e pi = i~= xi rappresentano gli operatori momento
oniugati alle variabili X e xi , = M=2 e la massa ridotta
dei due nu
lei, m = (1 + me=2M ) me ' me ; V (X ; x)
omprende il
potenziale di interazione
oulombiana nu
leo-nu
leo, nu
leo-elettrone ed
465
Complementi
= + S; + S 1; : : : ; S:
d) : Il sistema ammette
ome ulteriore simmetria la ri
essione rispetto
ad un qualsiasi piano
ontenente l'asse n. Questa operazione las
ia immutata l'energia del sistema ma non gli stati, poi
he nella ri
essione il segno
del momento angolare (vettore polare!)
ambia. Se ne dedu
e
he tutti
gli stati
orrispondenti ad un valore di 6= 0 sono doppiamente degeneri.
Questi stati vengono usualmente
lassi
ati mediante il valore della loro
parita, .
I livelli energeti
i della mole
ola biatomi
a vengono pertanto eti
hettati
mediante i numeri quanti
i , S ed
. Convenzionalmente viene utilizzato
il simbolo
;S;
(X ) = 2S +1 ()
:
Ad esempio i livelli
on = 1 ed S = 1 vengono indi
ati
ome 3 0 , 3 1 ,
3 . Per spe
i
are lo stato del sistema e ne
essario indi
are un ulteriore
2
numero quanti
o,
onvenzionalmente il valore della parita. Gli stati =
0 risultano non degeneri, mentre quelli
on 6= 0 sono doppiamente
degeneri: all'energia ;S;
(X )
orrispondono i due autostati della parita
;S;
;(X ; x). In alternativa alla parita dello stato e possibile assegnare
il segno dell'autovalore della proiezione del momento angolare elettroni
o
totale lungo l'asse della mole
ola. Questo equivale a s
egliere
ome base
dell'autospazio degenere gli autovalori di J el n, ;S;
(X ; x) in luogo
467
Complementi
di quelli della parita. E immediato veri
are
he le due basi sono legate
dalla trasformazione
;S;
;+(X ; x) =
;S;
;
p1 (;S;+
(X ; x) + ;S;
(X ; x))
2
1
(X ; x) = p (;S;+
(X ; x) ;S;
(X ; x)) :
2
(r; n; x) d x
r 0
Z
= i~ 0 (r; z ; x) 0 (r; z ; x) d x
r
Z
1
= i~
0 (r; z ; x) 0 (r; z ; x) d x = 0
2 r
Ar (r; ; ') = i~
0 (r; n; x)
A (r; ; ') = i~
= i~
0 (r; n; x)
0 (r; z ; x) exp
exp
Z
i
Lely
~
(r; n; x) d x
0
)
(
Lely
Lelz
i'
exp i
~
exp i'
Lelz
~
0 (r; z ; x) d x
0 (r; z ; x) Ly 0 (r; z ; x) d x = 0
6Questa rotazione non e ovviamente ben denita per = . Per pro
edere in
modo rigoroso e ne
essario ri
oprire la super
ie della sfera mediante due
arte
oordinante e denire la funzione (r; n; x) in
ias
una
arta mediante un'opportuna
rotazione. Sull'intersezione delle due
arte le due espressioni della funzione d'onda
dieris
ono uni
amente per una s
elta della gauge ed e possibile dare un signi
ato
globale all'intera teoria. Nel seguito
on
entreremo la nostra attenzione sull'espressione lo
ale della funzione d'onda e dei
ampi, las
iando le questioni globali per un
ulteriore approfondimento.
469
Complementi
dove abbiamo utilizzato le regole di selezione dell'operatore Ly per valutare l'elemento di matri
e nell'ultima riga; inne
Z
A' (r; ; ') = i~ 0 (r; n; x) 0 (r; n; x) d x
'
(
)
Z
Lely
Lelz
Lelz
exp i
exp i'
= i~ 0 (r; z ; x) exp i'
'
exp
=
i'
Lelz
i
0 (r; z ; x) exp
Lelz exp
Z
Lely
)
i
exp
i'
Lelz
~
exp i'
Lely
~
exp i'
exp i
el
Lz
~
~
Lely
Lelz
0 (r; z ; x) d x
0 (r; z ; x) d x +
0 ( os 1)Lelz
di spin nullo. Nel
aso generale la teoria di gauge
he des
rive il moto nu
leare risultera
banale qualora il momento angolare totale del sistema di elettroni si annulli.
470
=
6 0. Supponiamo ora
he il sistema di elettroni possieda un momento angolare orbitale diverso da zero. Il potenziale vettore (A.2.18)
he
ompare nella dinami
a nu
leare e
a
e e allora rappresentato da
una matri
e 2 2 i
ui elementi possono essere valutati in modo del tutto
simile al
aso pre
edente
Z
b (r; z ; x) d x
Aabr (r; ; ') = i~ a (r; z ; x) r
Z
Aab (r; ; ') =
Aab' (r; ; ')
a (r; z ; x) (
os 1)Lelz +
i
471
Complementi
Un esperimento on i fotoni
Nel
aso parti
olarmente sempli
e della mole
ola biatomi
a la presenza di un
ampo di gauge indotto nella dinami
a delle variabili lente,
quelle nu
leari, dall'interazione adiabati
a
on le variabili velo
i, quelle
elettroni
he, ammette pertanto un'interpretazione intuitiva diretta.
Complementi
specchio S 1
R1
variatore
convertitore
verso il
basso
1
contatore di
coincidenze
divisore
2
specchio S 2
R2
Figura A-1. S hema dell'apparato sperimentale per l'esperimento di oin idenza di fotoni.
ri
esso risulta sfasato di =2 rispetto a quello trasmesso ed entrambi hanno per denizione un'intensita pari alla meta del fas
io di lu
e in
idente.
Se inoltre teniamo
onto dello sfasamento introdotto dal variatore di
ammino otti
o, otteniamo subito
i i 2 I
I 1
I1 = p + p e = (1 sin )
2 2
2
2
2
1 I
I i
I2 = p + p ei = (1 + sin )
2 2
2
2
dove I e l'intensita del fas
io originale, prima del
onvertitore verso il
basso. Quantisti
amente dobbiamo inve
e ragionare in termini di fotoni.
Tenendo
onto
he i due fotoni sono polarizzati nello stesso modo, possiamo denotare
on ay1 ; a1 la
oppia di operatori di
reazione ed anni
hilazione di fotoni nella direzione 1 (
orrispondente al rivelatore R1 ) e
on
ay2 ; a2 quella nella direzione 2 (
orrispondente al rivelatore R2 ). Quindi
abbiamo le seguenti regole (tratte direttamente all'otti
a) per des
rivere
quello
he a
ade dopo il
onvertitore verso il basso.
a) Passaggio dei fotoni in direzione 2 attraverso il variatore di
ammino
otti
o: ay2 ! ei ay2 .
b) Ri
essione sugli spe
hi S1 e S2 : ay1 ! ay2 e ay2 ! ay1 .
) Semiri
essione sul divisore di fas
io:
1
1
ay1 ! p ay1 + iay2 e ay2 ! p ay2 + iay1 :
2
2
Non
i resta
he des
rivere lo stato iniziale dei due fotoni emergenti dal
onvertitore verso il basso. Si tratta proprio del punto piu sottile, dove
il prin
ipio di sovrapposizione lineare gio
a un ruolo fondamentale. Il
onvertitore verso il basso agis
e per
ias
uno dei due fotoni prodotti
474
Un esperimento on i fotoni
ome uno spe
hio semitrasparente, nel senso
he esso preserva la
oerenza quantome
ani
a
he era propria del singolo fotone iniziale, senza
eettuare al
una \riduzione del pa
hetto d'onda". In altre parole esso
non agis
e
ome un rivelatore, il quale emetterebbe un fotone in direzione
1 ed uno in direzione 2 , produ
endo ay1 ay2 j0i
ome stato iniziale dei due
fotoni. Al
ontrario, i due fotoni emergenti dal
onvertitore verso il basso si trovano entrambi nel medesimo stato puro di singola parti
ella nel
quale il fotone viaggerebbe
on probabilita 1=2 in direzione 1 e
on la
stessa probabilita in direzione 2 . Questo stato
purodi singola parti
ella e
y
1
=
2
evidentemente des
ritto dal vettore 2
a1 + ay2 j0i . Dunque lo stato
iniziale dei due fotoni e des
ritto dal vettore
2
j i i = p1 ay1 + ay2 j0i
2 2
Con le regole dell'otti
a sopras
ritte, possiamo ora
al
olare lo stato nale,
appena prima dei
ontatori:
2
j ii ! p1 ay1 + ei ay2 j0i
2 2
i
1 h y
y + ei ay + iay 2 j0i
p
a
+
ia
!
2
1
2
(A.3.1)
4 2 1
"
#
(ay1 )2
(ay2 )2
y
y
!
11 p +
12 a1 a2 +
22 p j0i
2
2
dove
11 = 41 1 + iei ;
12 = 2pi 2 1 + e2i ;
22 = 14 i + ei
Quindi le probabilita di osservare due fotoni in un rivelatore e zero nell'altro valgono
Pr20 = j
11 j2 = 41 (1 sin )2
Pr02 = j
22 j2 = 41 (1 + sin )2 ;
mentre la probabilita di osservare un fotone in entrambi i rivelatori (ovvero
la probabilita del fenomeno di
oin
idenza) vale
Pr11 = j
12 j2 = 12
os2 = 1 Pr20 Pr02
e rappresenta la gura di interferenza
lassi
amente inosservabile. L'intensita relativa della lu
e ra
olta nei due rivelatori si
al
ola ora immediatamente
I1
= Pr20 + 12 Pr11 = 21 (1 sin )
I
I2
= Pr02 + 12 Pr11 = 21 (1 + sin )
I
475
Complementi
e
oin
ide
on il risultato
lassi
o,
ome ri
hiesto dal prin
ipio di
orrispondenza.
Questo esperimento di interferometria quantisti
a e stato ulteriormente sviluppato dal gruppo di Berkeley nel seguente modo. Su uno
dei due
ammini otti
i, di
iamo quello nella direzione 1 , viene interposto
un variatore di polarizzazione tra lo spe
hio S 2 e il divisore di fas
io. Se
i fotoni emergenti sono polarizzati in una direzione ruotata di un angolo
rispetto a quella originaria, dobbiamo aggiungere la nuova regola di
trasformazione ay1 ! ay1
os + by1 sin ; dove gli operatori by1 e b1
reano e distruggono fotoni polarizzati in modo ortogonale rispetto a quelli
reati e distrutti dagli operatori ayj e aj , j = 1; 2 . Le modi
he da fare
all'Eq. A.3.1 sono immediate e per lo stato nale si trova
i2
h
j i = p1
os + iei ay + i
os + ei ay + sin by + iby j0i
f
4 2
Se i rivelatori non sono sensibili alla polarizzazione, i
onteggi sono in
lusivi rispetto al tipo, a o b , di fotoni rivelati e si ottengono quindi
le probabilita, o frequenze relative di
onteggio,
ome somma dei moduli
quadri relativi a
ias
una possibilita,
Pr20 =
2
2
2
2
h0j pa1 j f i + h0j pb1 j f i + jh0j a1b1 j f ij2
2
2
2
1
= 4 (1
os sin )
2
2
b22
a22
Pr02 = h0j p j f i + h0j p j f i + jh0j a2 b2 j f ij2
2
2
2
1
= 4 (1 +
os sin )
Pr11 = jh0j a1 a2 j f ij2 + jh0j b1 b2 j f ij2 + jh0j a1 b2 j f ij2 + jh0j a2 b1 j f ij2
= 21 (sin2 +
os2
os2 )
(si osservi
he vale an
ora la
ompleta normalizzazione, Pr20 + Pr02 +
Pr11 = 1 , poi
he abbiamo ta
itamente assunto
he il variatore di polarizzazione abbia e
ienza ideale). Si noti in parti
olare
he nel
aso
di una rotazione di =2 della polarizzazione,
os = 0 e le suddette
probabilita non dipendono piu dallo sfasamento . In tal
aso la diversa
polarizzazione dei due fotoni permette di stabilire il per
orso seguito e
non rimane quindi al
una tra
ia della gura di interferenza.
Possiamo pero rendere i rivelatori es
lusivi rispetto alla polarizzazione
interponendo davanti a loro degli opportuni ltri polarizzatori. Se questi
las
iano passare solo fotoni
reati rispettivamente dagli operatori a1
os +
b1 sin e a2
os + b2 sin ( e l'angolo formato dall'asse dei nuovi polarizzatori
on l'asse della polarizzazione originale, quella
orrispondente
476
Un esperimento on i fotoni
477
APP. B
Ausili matemati
i
B.1. Elementi di teoria dei gruppi
Lo studio della teoria dei gruppi e importante per tutta la si
a teori
a, tuttavia
in queste pagine possiamo solo vederne un
enno introduttivo. Rimandiamo per
una trattazione piu
ompleta a [Ham62, BC72.
479
Ausili matemati i
B.1.2. Rappresentazioni. Ad una data struttura di gruppo possono
orrispondere diverse realizzazioni in termini di trasformazioni geometri
he o altro.
Ad esempio il gruppo delle permutazioni S3 si puo
aratterizzare in modo astratto dalla legge di
omposizione (vedi il terzo esempio presentato in pre
edenza)
oppure si puo realizzare
ome le trasformazioni di simmetria di un triangolo equilatero (a = rotazione di 1200, gli elementi i rappresentano le ri
essioni attorno
alle tre altezze). Si tratta dello stesso gruppo o se si preferis
e di due gruppi isomor. Il
on
etto di isomorsmo tra gruppi si denis
e nel modo piu naturale:
G e G0 sono isomor se esiste una
orrispondenza biunivo
a : G ! G0 tale
he
(a b) = (a) (b) (notare
he a rigore dovremmo usare due notazioni dierenti
per il prodotto in G e in G0 ). Piu in generale, se l'appli
azione non e biunivo
a
si parla di omomorsmo tra i due gruppi. Qual
he esempio vale a ssare le
idee: si
onsiderino le appli
azioni:
a) : G3 ! C2
on (e) = (a) = (a2 ) = e, (i ) = x
b) : G3 ! C3
on (e) = (1 ) = e, (a) = (2 ) = x, (a2 ) = (3 ) = x2 .
) : E (3) ! O(3)
on ([
; a) =
.
480
10
0
0
R2=3
x1
x1
x2 A ! R2=3
0
0 A x2 A
0
R2=3
x3
x3
dove R2=3 e la matri
e 2 2
he rappresenta una rotazione di 1200 nel piano.
Analogamente la ri
essione attorno all'altezza del triangolo
ui appartiene il terzo
atomo sara rappresentata da una matri
e
on
0 S3 0
3 ! S3 0 0A
0 0 3
1 0 0
S1 = 0 1 0A
0 0 1
Possiamo sinteti
amente des
rivere questa
ostruzione di
endo
he esiste un omomorsmo dal gruppo G3 nel gruppo GL(6; R) delle matri
i reali a sei dimensioni.
In generale si denis
e rappresentazione lineare di un gruppo G un omomorsmo D : G ! B(X ) in un gruppo di operatori lineari in uno spazio lineare X ;
se n e la dimensione di X , la rappresentazione si dira n dimensionale.
Ovviamente
io
he viene espresso sinteti
amente dal
on
etto di omomorsmo puo essere presentato per esteso
ome segue: una rappresentazione lineare reale (
omplessa) del gruppo G e data da un'appli
azione D : G !
GL(N; R)(GL(N; C )) di G nel gruppo delle matri
i reali (
omplesse) N N
481
Ausili matemati i
D(g)D(g0 )
D(e)
D(g 1 )
= D(g g0 )
= 1N
= D(g) 1
La rappresentazione e detta fedele se D(g) = D(g0 ) impli
a g = g0 ossia se D e
un isomorsmo.
Di parti
olare interesse per le appli
azioni in me
ani
a quantisti
a sono le
rappresentazioni unitarie, per le quali l'omomorsmo D ha valori nel gruppo
U (N ) delle matri
i unitarie; in altri termini lo spazio in
ui e realizzata la rappresentazione e dotato di un prodotto s
alare invariante rispetto all'azione di D(G).
Delle rappresentazioni unitarie esiste una
aratterizzazione
ompleta, almeno per
tutti i gruppi niti e per una
lasse molto ampia di gruppi inniti. Da un punto di vista molto generale la teoria uni
a
on
etti provenienti dall'analisi, dalla
geometria e dall'algebra (ad es. analisi di Fourier, la geometria degli spazi di Riemann, la teoria delle algebre di Lie). La teoria delle rappresentazioni lineari dei
gruppi niti, rilevanti per la trattazione di sistemi
on simmetrie dis
rete, quali
le mole
ole
omplesse, e un
apitolo molto ri
o di risultati della matemati
a
moderna. Ci limitiamo ad a
ennare ad al
uni dei risultati piu rilevanti, rimandando quindi per l'apprendimento della teoria al testo di [Wig59, Ham62.
Ogni rappresentazione unitaria si puo de
omporre in
ostituenti fondamentali
detti irridu
ibili. Una rappresentazione e detta irridu
ibile se non esistono sottospazi invarianti sotto l'azione di G. In altri termini dato un qualunque vettore
jvi nello spazio in
ui agis
e la rappresentazione, l'uni
o vettore ortogonale a
tutti i vettori fD(g)j0i; g 2 Gg risulta essere il vettore nullo. Due rappresentazioni irridu
ibili D1 ; D2 sono dette equivalenti se esiste una matri
e unitaria U
tale
he per ogni g 2 G si abbia D1 (g)U = U D2 (g). Ogni gruppo nito ammette
soltanto un numero nito di rappresentazioni irridu
ibili, a meno di equivalenza.
Questo numero e individuato a partire dalla struttura astratta del gruppo in
base al
on
etto di
lassi di
oniugazione: si di
e
he due elementi g; g0 2 G sono
oniugati (g g0 ) se esiste un terzo elemento h tale
he g h = h g0 . In base
a questa relazione di equivalenza il gruppo risulta suddiviso in
lassi. Citiamo
senza dimostrazione (vedi [Ham62) il seguente teorema
he
ostituis
e la base
dell'appli
azione della teoria delle rappresentazioni:
Teorema B.1.1. Il numero di
lassi
oin
ide
on il numero di rappresentazioni irridu
ibili inequivalenti.
482
Date due rappresentazioni irridu ibili inequivalenti D1 ; D2 e un qualunque operatore X onsideriamo l'operatore lineare
Y12 =
g2G
D1 (g)X D2 (g
1)
e per
io Y e nullo. Inoltre per una data rappresentazione D irridu
ibile l'analoga
ostruzione
X
Y=
D(g)X D(g 1 )
g2G
porta a un operatore Y
he
ommuta
on ogni D(g0 ) e per
io Y = 1. S
egliamo
per X un operatore di proiezione j 1 i h 2 j; otteniamo
os:
X
g2G
D (g) j 1 i h 2 j D (g
1) =
La
ostante si determina poi agevolmente
onsiderando il
aso = e prendendo la tra
ia di ambo i membri:
Tr
g2G
D (g) j 1 i h 2 j D (g
1 ) = Tr
g2G
j 1 i h 2 j = dG h 2 j 1 i = dim(D)
dim(D )2 = dG
483
Ausili matemati i
f (g) =
XX
ij
484
[Xk ; Xh Xk Xh
XhXk = jkh Xj
on opportune
ostanti
jkh
he vengono
hiamate
ostanti di struttura dell'algebra. Questa proprieta si puo veri
are a partire dalla struttura di gruppo
ri
onos
endo
he una trasformazione innitesimale
orrispondente a una s
elta
dei parametri tutti nulli tranne k = " si puo rappresentare nel modo seguente:
F (x) ! F (x0 ) = expf"Xk gF (x)
e dunque l'appli
azione su
essiva di due distinte trasformazioni
on parametri
innitesimali k = " e h = " sara equivalente, per la formula di Baker-Hausdor
3Per sempli
ita di notazione si intendera appli
ata la
onvenzione di Einstein
485
Ausili matemati i
486
B.1.4. Gruppo delle rotazioni e gruppo SU(2). Esiste una parametrizzazione del gruppo delle rotazioni
he ha parti
olare rilevanza in me
ani
a
quantisti
a (vedi il
ap. 8). Si tratta di un omomorsmo di SO(3) nel gruppo
SU (2) delle matri
i unitarie 2 2 a determinante uno
he permette di individuare una rotazione in termini di due parametri
omplessi 5. L'omomorsmo si
ostruis
e nel modo seguente. Si
onsideri la matri
e
Z = x +z iy x ziy
he asso
ia ad ogni vettore (x; y; z ) una matri
e hermitiana a tra
ia nulla. La
trasformazione
Z ! Z 0 = uZ uy
on u uy = 1
ostituis
e una trasformazione di similitudine
he per
io las
ia invariata la tra
ia e il determinante di Z . La matri
e hermitiana Z 0 deve pertanto
essere della stessa forma di Z
orrispondentemente ad un altro vettore (x0 ; y0 ; z 0 )
avente la stessa lunghezza di (x; y; z ). Dato
he la relazione (x; y; z ) ! (x0 ; y0 ; z 0 )
e lineare si tratta di una rotazione. Se introdu
iamo le tre matri
i di Pauli
0
1
0
i
1
0
(B.1.4)
1 = 1 0 ; 2 = i 0 ; 3 = 0 1
potremo esprimere la relazione tra Z e Z 0 nel modo seguente
Z 0 = x0 = u x u y
5Pi
u propriamente di un quaternione di modulo uno.
487
Ausili matemati i
Per
ostruzione u e uei'
orrispondono alla stessa rotazione, per
io possiamo
imporre la
ondizione det(u) = 1. Il gruppo di matri
i
os individuato e denominato SU (2). L'omomorsmo SU (2) ! O(3) e tale
he ad ogni R
orrispondono
due matri
i u e u. In parti
olare per il sottogruppo delle rotazioni intorno
all'asse z si ha
os '
sin
'
0
ei'=2
0
u=
!
R = sin '
os ' 0 :
i'=
2
0 e
0
0
1
In generale alla matri
e R(n; ') denita nell'Eq. (B.1.3),
he des
rive una rotazione di un angolo ' intorno al generi
o asse di direzione n ,
orrisponde la
matri
e unitaria
(B.1.5)
u =
os( 21 ') i sin( 12 ')n :
Si noti
he mentre ' varia tra 0 e 2 il vettore in R3
ompie un giro
ompleto,
mentre la matri
e di SU (2) varia tra l'unita e
1 0 :
0
1
Dopo un se
ondo giro
ompleto an
he la matri
e di SU (2) torna all'identita.
Non si
onos
ono grandezze si
he in me
ani
a
lassi
a
he si trasformino direttamente in termini di u. Come illustrato nel x8.2.2, in me
ani
a quantisti
a
si e inve
e portati a
onsiderare an
he oggetti
he sotto rotazioni si trasformano
ome
! 0=u :
Tali oggetti sono denominati spinori.
B.1-3. Dimostrare l'isomorsmo del gruppo
ostituito da (1;
gruppo dei quaternioni. Cio impli
a
he esiste una
orrispondenza
he asso
ia ad ogni quaternione una rotazione spaziale (Hamilton
1863).
Problema
B.1.5. Rappresentazioni lineari. La teoria delle rappresentazioni lineari di gruppi ontinui si e sviluppata an he sotto lo stimolo delle appli azioni
488
489
Ausili matemati i
(B.1.7)
d(g) h
1 jD
() (g )j
2 ih 3 jD
( ) (g 1 )j
4i
VG
h j ih j i
dim(D() ) 1 4 3 2
dove ; sono indi
i generalizzati
he individuano le varie rappresentazioni unitarie irridu
ibili e VG e il volume del gruppo. Si vedano [Ham62, Wig59,
Vil69, Z el73 per una trattazione
ompleta.
=
B.1.7. Integrazione invariante su SU(2). Qui
i limiteremo a
ostruire espli
itamente, an
he se in modo euristi
o, la misura invariante per SU (2).
Consideriamo dunque un generi
o elemento di SU (2) nella parametrizzazione gia
adottata al xB.1.4:
(B.1.8)
u =
os
i sin n = exp( i =2) :
2
2
Osserviamo
he = jj rappresenta l'angolo di rotazione attorno all'asse n =
=jj e
he, trattandosi di SU (2), varia da 0 a 2 se n varia sull'intera sfera
S 2 . I parametri 1 ; 2 ; 3
orrispondono a spostamenti
he sono intuitivamente
ortogonali (rotazioni attorno ai tre assi
oordinati). Inoltre, poi
he rotazioni
dello stesso angolo attorno a due assi diversi sono tra loro
oniugate, tali spostamenti devono essere \pesati" nello stesso modo da una integrazione invariante.
Matemati
amente quanto appena detto si
on
retizza introdu
endo un prodotto
s
alare tra gli elementi dell'algebra di Lie:
i
i
(X; Y ) = 2Tr XY ; X = X ; Y = Y
2
2
he e invariante sotto trasformazioni aggiunte
(X; Y ) = (u 1Xu; u 1u 1 Xu)
e rispetto al quale i generatori delle rotazioni attorno agli assi
oordinati sono
ortonormali
(B.1.9)
( 2i ; 2i ) = :
In base a questa proprieta le variabili 1 ; 2 ; 3 vengono denominate
oordinate
normali . La relazione (B.1.9) denis
e evidentemente la metri
a eu
lidea ds2 =
d d nell'intorno dell'identita,
ioe per matri
i della forma 1 i =2
on
jj innitesimo. Nell'intorno del generi
o punto u, des
ritto dalle matri
i della
forma u (1 i0 =2), la metri
a invariante varra an
ora ds2 = d0 d0 ,
per via della omogeneita del gruppo. Il problema e di determinare la relazione
490
u()
= Tr u( )
d
e per io
! = n d + 2 sin
os dn sin n ^ dn :
2
2
2
Tenendo
onto del fatto
he n dn = 0, si
al
ola fa
ilmente la metri
a
nella parametrizzazione n = (sin #
os '; sin # sin ';
os #) in termini egli angoli
sferi
i.
Possiamo ora veri
are
he la metri
a dell'Eq. (B.1.10) si ridu
e eettivamente a quella eu
lidea ds2 = d d nell'intorno dell'identita ( ! 0) ed
he e
bi-invariante,
ioe invariante per moltipli
azioni di u sia a sinistra, u ! au,
he
a destra, u ! ub, per arbitrari, ma ssati a; b 2 SU (2). L'invarianza a sinistra
segue da
(au) 1 d(au) = u 1a 1 a du = u 1 du
mentre quella a destra segue da
(ua) 1 d(au) = a 1 (u 1 du)a
= i!a 1 a = i!R (a)
d(u) = 82 :
491
Ausili matemati i
1p 12 n
1 (x; y) x + y
La se
onda sommatoria si estende a tutte le partizioni di p in un numero pari di
interi;
io
omporta
he il numero di termini
oinvolti in
n
res
e molto rapidamente
on l'ordine
he si intende raggiungere. Nella prati
a e talora su
iente
limitarsi ai primi termini
he sono dati espli
itamente da
exp(x) exp(y) exp x + y + 21 [x; y+
1
1
12 [x; [x; y + 12 [y; [y; x+ :
1
24 [x; [y; [x; y + : : :
In parti
olare nel
aso di operatori
anoni
i per i quali il
ommutatore e multiplo
dell'identita la serie di Baker-Hausdor si tron
a esattamente al primo termine:
[a; ay = 1 ! exp(a) exp(ay ) = exp a + ay + 21 :
Per ulteriori sviluppi su questo tema si vedano [Mag54, WM62, NT87.
Esiste una parti
olare forma dello sviluppo di Baker-Hausdor
he si puo
prestare a qual
he appli
azione:
Teorema B.1.2. Sia g un'algebra di Lie. Per e in un intorno dello zero
si ha
Z 1
log(e e ) = + eAd() et Ad() dt
0
492
Metodi asintoti
i
Si veda [HS64 per la dimostrazione. Un'altra formula
he assume importanza fondamentale nella formulazione alla Feynman della me
ani
a quantisti
a
e quella di Lie-Trotter:
n
exp(x + y) = nlim
!1 (exp(x=n) exp(y=n)) :
Questa formula e
onveniente nel
aso si sia in grado di esprimere in forma
hiusa
separatamente exp(x) e exp(y) ma non exp(x + y). Il pro
edimento di limite va
inteso in una opportuna norma. Per gli aspetti di analisi funzionale
onnessi a
questa formula si veda [RS78b, Ono84.
Altre formule di analisi non-
ommutativa di uso frequente sono:
a) Formula di
oniugazione (azione \aggiunta" del gruppo sull'algebra di Lie):
1
X
(B.1.12)
exp(x) y exp( x) =
An (x; y)
n=0
dse sX Y esX
Quest'ultima formula oinvolge il simbolo di esponenziale ronologi amente ordinato denito nel x10.1.4.
j!1 f (z )
lim #1 <jzarg
z<#2
N
X
n=0
an z n z N +1 = aN +1 :
P
In questa
ir
ostanza si adotta la notazione f (z ) an z n. Si ha dunque
he
PN
f (z ) = n=0 an z n + RN (z ), ma a dierenza del
aso di una serie
onvergente
(di Laurent) in
ui RN ! 0 per N ! 1; si ha inve
e una
onvergenza per
jz j ! 1 a N ssato. Un esempio elementare (dovuto ad Eulero) nel
ampo
493
Ausili matemati i
f (x) =
jRN (x)j N !
log RN
1
= 0 =) log x + log N +
=0
N
2N
da
ui si
on
lude
he
onviene
tron
are la serie a N = N~ x e a questo valore
p
x
il resto vale RN~ e
2=x. Esiste pertanto un limite nito, dipendente da
x, alla pre
isione
on
ui una serie asintoti
a puo approssimare una funzione
assegnata.
Un se
ondo in
onveniente delle P
serie asintoti
he e
hePnon esiste, in generale,
un
riterio di uni
ita : da f1 (z ) an z n e f2 (z ) an z n possiamo solo
dedurre
he f1 f2 de
res
e piu velo
emente di ogni potenza ma non
erto f1 f2
ome dis
enderebbe inve
e da uno sviluppo in serie
onvergente; e ovvio infatti
he ad esempio f (z ) e f (z ) + exp( z ) hanno lo stesso sviluppo asintoti
o per
Re z > 0.
Un
on
etto piu restrittivo di serie asintoti
a e il seguente:
494
Metodi asintoti
i
Definizione B.2.1. Si di
e
he f (z )
e approssimata asintoti
amente in
P
senso forte dalla serie an z n se vale per ogni N una disuguaglianza
f (z )
N
X
n=0
an z
n j arg zj< 21 + C N +1 (N
jzj>
+ 1)!jz j N
L'interesse per questa denizione piu restrittiva
onsiste nel fatto
he vale il
prin
ipio di uni
ita: l'uni
a funzione fortemente asintoti
a alla serie nulla (an
0) e la funzione nulla (si veda [RS78a).
Da un punto di vista prati
o e importante avere a disposizione vari metodi
per ottenere sviluppi asintoti
i. Si troveranno utili suggerimenti su [Erd56,
Din73, Evg61. Ci limiteremo qui ad al
uni metodi elementari, il metodo di
Lapla
e e quello della fase stazionaria ,
asi spe
iali del
osiddetto metodo del
punto sella ([BRS93, x 3.7).
f (x) =
Z b
exh(t)G(t) dt
dt( )
d
ex G(h 1 ( ))
d
h(a)
Z 2
1
X
ex an n d
=
f (x) =
1
1 X n 2 1 2 x X
= ex
e
nan n d
an j1
x
x 1
e pertanto, integrando su
essivamente per parti, si ottiene lo sviluppo
ompleto;
nel
aso di intervallo innito si utilizza il
Teorema di Watson. Sia f (z ) analiti
a regolare, ad e
ezione di un eventuale taglio
on punto di diramazione in z = 0, in tutto il
er
hio jz j < a + e
valga lo sviluppo
onvergente
1
X
f (z ) =
am tm=r 1 ; jz j < a
m=1
495
Ausili matemati i
dove
1 =
Per x ! 1 la gaussiana exp( 21 h00 (t0 ) x 2 ) e
on
entrata intorno a zero e l'integrale si puo estendere a tutto l'asse reale
ompiendo un errore piu pi
olo di
qualunque potenza negativa di x. Posto jh00 (t0 )j 1 si trova
os :
Z +1
1 2
f (x)
e 2 x = G( ( )) 0 (t) dt eh(t0 )x
1
r
2
xh
(
t
)
0
=e
G(t0 )
1+O x 1 :
x
P
n
Se si dispone dello sviluppo in serie per la funzione G( ( )) 0 ( ) = 1
0 an ,
si potra derivare lo sviluppo
ompleto
r
(2n)!
2 X
a2n n n =xn
x
2 n!
avendo appli
ato la formula di integrazione gaussiana (B.7.1). Un esempio in
ui questo
e fornito dalla funzione di Bessel:
R s
hema funziona in modo sempli
e
I0 (x) = ex
os # d#. Si ha in questo
aso h =
os # e G 1. Il massimo di h
e in # = 0, = 1 e pertanto
#
os # = 1 21 2 =) = 2 sin
2
1
1
X
2 k
d#
1
1
2
=)
=p
# = 2 sin
=
2
d
k
4
1 2 =4
0
r
r
1 (2k)!( )k
1
1
2 X
2
x
k
x
2
1+ +::: :
I0 (x) ' e
x =e
x 0
8k k!
x
8x
k
f (x) exh(0)
496
Metodi asintoti
i
B.2.2. La formula di Stirling. Si vuole determinare lo sviluppo asintoti
o
della funzione
(B.2.4)
P m n;mm;:::=2N
1
n>0
P
2N + m
( 1) mn [2(N + mn )!
P
Q
m :
n (N +
mn )! 1
n=1 mn ! (n + 2)! n
497
Ausili matemati i
Per ogni N ssato ontribuis ono i valori di m1 ; : : : ; mn ; ::: he ostituis ono una
1 + 1 + 1 + 1 (14 )
!
m1 = 4
2 + 1 + 1 (12 ; 2) ! m1 = 2; m2 = 1
2+2
(22 )
!
m2 = 2
3+1
(1; 3)
! m 1 = m3 = 1
4
(4)
!
m4 = 1
Questa e la notazione standard per le partizioni e ad essa viene asso
iato un
gra
o, detto diagramma di Young,
he rappresenta la partizione in modo
gra
o
on una matri
e di
elle, ogni riga
ontenente un numero pari ad un
intero della de
omposizione, ad esempio:
4
3
:
2
1
1
1 3 4 () 1 =)
1
All'ordine 1=x
ontribuis
ono le partizioni di N = 2
! (12 ) ! m1 = 2 ) 5
24
! (2) ! m2 = 1 ) 81
1
per un totale di . All'ordine 1=x2 (2N = 4)
ontribuis
ono:
12
m1 = 4
+12!
= 385=1152
6!264!3!4
m1 = 2; m2 = 1
10!
= 35=64
5!252!3!24!
m2 = 2
+8!
= 35=384
24 4!4!2 2!
m1 = m 3 = 1
244!3!5!
m4 = 1
6!
= 1=48
3!236!
1
.
288
Problema B.2-1. Si inverta la relazione
p
= 2(e 1 )
per un totale di
498
+8!
= 7=48
Metodi asintoti
i
fa
endo uso della formula di Burmann-Lagrange [WW69
1 d n 1 n
:
kn n ; k n
n! d
n =0
La serie
he si ottiene puo essere immediatamente utilizzata per ottenere lo
sviluppo di Stirling (ad esempio si ottiene agevolmente il termine su
essivo
139=51840x 3: per questo si suggeris
e di utilizzare un programma di elaborazione simboli
a; in Mathemati
a 6 ad esempio e su
iente denire
=
f[z_ := z/Sqrt[2*(Exp[z-1-z);
k[n_ := Limit[1/n!*D[f[z^n,{z,n-1},z->0;
per ottenere rapidamente tutti i
oe
ienti desiderati. I piu pigri possono poi
evitare an
he la formula di Lagrange ed usare direttamente InverseSeries.)
Z b
eixh(t)g(t) dt :
ossia
p
2
eit =2" g(t) dt g(0) 2i"
it2 =2" "0
pe
! (t) :
2i"
Problema B.2-2. La funzione di Bessel Jn (x)
e denita dall'integrale
Z
1
eix sin # ni# d# :
(B.2.5)
Jn (x) =
2
6
Wolfram Resear
h [Wol92
499
Ausili matemati i
500
Metodi asintoti
i
Esempi
a)
ln n! =
(B.2.8)
n
X
k=1
Z n
1
ln k
ln x dx + 21 ln n + 121 n
B2k
n2k 1
2k(2k 1)
equivalente allo sviluppo di Stirling.
b)
+
n
X
1
1
360
1 +:::
1 +:::
1 B 1 2k 1 n
X
dx 1 1
2k
+2
+1 +
n
(2
k
)!
x
1 x
1
1
1
X
B2k k
1
( ) n 2k 1
+
= ln n + 21 1 +
n
2
k
1
1
=
k
Z n
Teorema di Hardy-Littlewood.
1). Se
allora
0
Z L
e txd(x) At per t ! 0
d(x)
A
L per L ! +1:
(1 + )
In parti
olare, si ha an
he
he
1
X
e tn an A t ; per t ! 0
impli
a
N
X
0
an
A
N per N
( + 1)
501
! +1
Ausili matemati i
N
X
n=1
nk
d k 1
t = k! t k
dt
k! N k+1 N k+1
=
(k + 2) k + 1
f (1) =
1)
1
t
e 2 t
t e 1
t
t
dt = 1
1+
2
502
1 log(2 ) :0810615:::
2
Metodi asintoti
i
2
0.086
1.5
0.084
0.5
log(C)
log(C)
0.082
0
0.08
-0.5
0.078
-1
-1.5
0.076
-2
10
10
P
n
B.2.6. Sviluppi asintoti
i dallo sviluppo di Taylor. Sia f (x) = 1
0 an x ,
da ui
1
1
=
n! 2i
1
n!
2
1
=
2i
e
n+1
I
503
d
e
d :
n! n+1
Ausili matemati i
Segue
1 x2n e d
X
2 1 d
1
1
=
e +x
n
2i
2i
0 n!
he e analizzabile
on il metodo di Lapla
e dopo avere posto = xz .
Problema B.2-7. Si
onsideri la serie
on raggio di
onvergenza innito
a
a(a + 1) x2
+:::
1 F1 (a;
; x) = 1 + x +
(
+ 1) 2
(B.2.10)
1 (a + n) xn (
)
X
;
=
0 (
+ n) n! (a)
I (x) =
f (x) =
=
X
X
n=x+
n 2
x
n!
xx+ ex+
p
(x + )x+ 2(x + )
!2
504
Metodi asintoti
i
Sviluppando in serie di potenze in (=x) si ha poi
f (x)
Se approssimiamo
niamo
f (x)
=
2
+::: :
x
exp 2x ln(2x)
R
d
2x
e2x 2 =x =x
e2x
e
= p exp 14 x
2x
2 x
pe (1 + 14 x
2 x
1 +:::)
La funzione
(B.2.13)
Teorema B.2.2.
(x) si puo estendere a una funzione analiti
a in tutto il
piano
omplesso tranne per poli sempli
i nei punti x = 0; 1; 2; : : : ; n; : : :
Dimostrazione.
(x) =
e t tx 1 dt +
Z 1
tx
1
X
0
( t)n
dt
n!
1
nZ 1
X
(1; x) + ( n)!
tx+n 1 dt
0
0
1 ( )n 1
X
= (1; x) +
n=0 n! x + n
n
1
(1; x) e analiti
a regolare per ogni x
omplesso; la serie 1
0 ( ) n! =(x + n)
e
onvergente per ogni x diverso da un intero non-positivo. Questo mostra
he
ha poli sempli
i in x = n (n = 0; +1; +2; : : : )
on residuo ( )n =n!.
P
505
Ausili matemati i
Integrali notevoli:
Z 1
uy 1
(1 + u)x+y
0
0
Z 1
x
u
=
(x) (1 x) =
du
1
+
u
sin
x
0
Z 1
t
t
e
e
dt = ln :
t
0
(x) (y)
=
(x + y)
dt tx 1(1
(B.2.14)
(s) =
1
X
1
t)y 1
du
n s ; (Re s > 1) :
La serie e uniformemente
onvergente per Re s 1+ " > 1 e denis
e per
io una
funzione analiti
a. Piu in generale, data una su
essione di numeri reali positivi
on limite +1
0 < 1 2 3 n ! +1 :
(t) =
1
X
n=1
(t) ts 1 dt;
e n t :
506
Metodi asintoti
i
termine a termine,
1
(s)
Z a
a
1
ts 1
dt
=
ts
et 1
(s) 0
Z a
1
ts
=
(s) 0
dt
et 1
1 B
X
n n
2
t dt
n
!
0
Z a
1 B
1
t X
2n 2n
s
2
=
+
t ) dt
t (1
(s) 0
2 1 (2n)!
"
#
1 B
s+2n 1
1
1 as 1 1 as X
2n a
=
+
+
(s)
(s) s 1 2 s
1 (2n)! s + 2n 1
m pari 2
m=0
B2n =2n m = 2n 1
1
=
2
>
:
1 s
2
1 s
(1 s)
2
ossia la funzione s=2 (s=2) (s) e simmetri
a intorno al punto 1=2. La dimostrazione della relazione di simmetria e interessante in quanto fa uso di una
identita (Ja
obi)
he ha un signi
ato intuitivo (metodo della ri
essioni { vedi
[Som64).
Il metodo di Hawking. La funzione di Riemann (e la sua generalizzazione
al
aso di una su
essione 1 ; 2 ; : : : ; n ; : : : n ! +1), e alla base di un pro
edimento di sommazione di prodotti divergenti [RS71, Haw77. Il problema
onsiste nell'estrarre un risultato nito da un prodotto del tipo
1
Y
X = n
1
507
Ausili matemati i
e si onsidera la quantita
0 (s) =
1
X
1
(ln n )n s :
X=
Allora (s) =
Si trova
P1
1
Y
1
(n + ) :
d (s; + 1)
js=0 = ln ( + 1)
s
1 ln 2
2
da
ui
1
Y
(n + ) = exp f 0 (0)g = exp 21 ln 2 ln ( + 1) =
1
2
:
( + 1)
(s) =
In generale :
1
Y
kn
1
1
X
1
n 2s = R (2s)
! k (s) =
n ks = 1 (ks) =)
Sia da al olare:
D=
1
Y
n=1
508
n
n
1
Y
1
kn =
1
Y
1
n
!k
1 ")
1 dt
(e n t e nt ) :
t
0
1
1
Lo stesso risultato si ottiene dalla funzione :
X
X
x (s) = n s ; (s) = n s
Y
ln ( n ) = 0 (0) 0 (0);
n
Z 1
X
X
1
(s) (s) =
ts 1
e n t
e n t dt;
(s) 0
Z
0 (s) Z 1 s 1 X t X t
1 d
n
n )dt +
:::
t
(
e
e
0 (s) 0 (s) =
(s)2 0
(s) ds
Ma (s) s 1 per s ! 0, dunque
Z 1
dt X nt X n t
0 (0) 0 (0) =
( e
e
):
0 t
An
he quest'ultima espressione dia un risultato nito e ne
essario
he per t ! 0
si abbia
1
1
X
X
e n t
e nt > t ! 0 >> 0 :
N
X
ln(n =n ) =
N Z
X
Sia ad esempio n = n2 ; n = n2 + :
1
X
2
1
e (n +)t = e t ( p 12 + : : : ) :
2 t
1
e quindi
1
X
p
1
t + O(t) :
(e n t e nt ) = (1 e t ) p 12 + : : : =
2
2 t
1
La
ontinuazione analiti
a a s = 0 e quindi
al
olabile prendendo il rapporto
tra il prodotto divergente e un altro prodotto noto preso
ome riferimento (in
questo
aso
orrisponde alla s
elta = 0). Te
ni
he di questo genere sono
appli
ate nella teoria dell'integrazione innito-dimensionale, dove e ne
essario
dare un signi
ato a determinanti di operatori in innite dimensioni.
509
Ausili matemati i
i) Coordinate sferi
he
x = r sin #
os '
y = r sin # sin '
z = r
os #
(r 0; 0 # ; 0 ' < 2):
ds2 = dr2 + r2 d#2 + sin2 # d'2
2
1
1 2
4 = 1r r
2 r + r2 sin # # sin # # + r2 sin2 # '2 :
ii) Coordinate
ir
olari-
ilindri
he
x = r
os '
y = r sin '
z=z
(r 0; 0 ' < 2):
ds2 = dr2 + r2 d'2 + dz 2
2
1 2
r + 2 2+ 2:
4 = 1r r
r r '
z
iii) Coordinate paraboli
he-
ilindri
he
x = 12 (2 2 )
y =
z=z
( 0; 1 < < +1) :
ds2 = (2 + 2 )[(d)2 + (d )2 + (dz )2 :
2
2
2
4 = (2 + 2 ) 1 2 + 2 + z 2 :
iv) Coordinate ellitti
o-
ilindri
he
x = a
osh
os '
y = a
osh sin '
z=z
( 0; 0 ' < 2):
ds2 = a2 (
osh2
os2 ')[(d)2 + (d')2 + (dz )2 :
2
2
2
2
2
2
1
4 = a (
osh
os ') 2 + '2 + z 2 :
510
511
Ausili matemati i
n
nX
o
n
_
fn (t) =
n fn ; H (t)
fn (t) =
Z t
ffn 1 ( ); H ( )gd =
f ( ) = f (0)
Z t
XH ( ) (f (0))d +
Z tZ
Z t
XH ( ) (fn 1 ( ))d
dd 0 XH ( ) XH ( )0 (f (0)) +
512
f (t) = T exp
Z t
XH ( ) d
f (0)
La formula pre
edente si appli
a in generale alla soluzione di problemi lineari del
tipo
dx(t)
= H (t)x(t)
dt
in parti
olare si in
ontra questo tipo di
ostrutto nella soluzione di problemi
di me
ani
a quantisti
a in
ampo esterno dipendente dal tempo (esponenziali
T-ordinati , vedi x10.1.4).
(x) =
0
per x 6= 0
+1 per x = 0
R
in modo tale
he " " (x) dx = 1. Una denizione piu pre
isa si da in termini di
funzionali lineari. Dato uno spazio di funzioni F sui reali,
he assumiano innitamente dierenziabili e a des
res
ita rapida all'innito, deniamo il funzionale
lineare (f ) = f (0) . Il funzionale e formalmente identi
abile
on
(f ) =
dx (x) f (x) ;
on una disinvolta appli
azione del teorema della media. La teoria delle distribuzioni insegna a dare un signi
ato matemati
o pre
iso a queste espressioni formali. Ci limitiamo qui a dare un elen
o di proprieta della e delle distribuzioni ad essa
ollegate, rimandando per una trattazione dettagliata ai testi
di matemati
a (si vedano [Lig64, BRS93 o l'appendi
e A su [Mes62).
513
Ausili matemati i
(x) = lim
L!1
Z L
dk ikx
e
2
L
1
1 X
einx
2
n= 1
n= 1
1
x2
2 exp
(x) = lim
(2
)
!0
2
1
"
(x) = "lim
!0 x2 + "2
d(x)
x
(x) =
; (x) =
dx
j
xj
(
d(x)
1 x>0
(x) =
; (x) =
dx
0 x<0
1
(x) = "lim
!0 2" ( jx "j)
(x 2n) =
d(x)
f (x) dx = f 0(0)
dx
dn (x)
f (x) dx = ( )n f (n) (0)
dxn
) Proprieta varie
x (x) 0
x 0 (x) (x)
X
g (x xn )
(f (x)) = fxfn0jf(x(xnn)=6 )=0
0 jf 0 (xn )j
d) Relazione
on la parte prin
ipale di Cau
hy (il simbolo P indi
a la parte
prin
ipale di Cau
hy dell'integrale singolare).
1
1
i (x) 2i +(x)
=P
x + i"
x
1
1
+ i (x) 2i (x)
=P
x i"
x
x
1
= 2 2
P
x
x +"
Z
1 1
dk expf "k + ikxg
+ (x) =
2 0
Z
1 0
dk expf "k + ikxg
(x) =
2 1
514
Metodo di Lapla
e
e) Teorema di Poin
are-Bertrand (s
ambio di integrali in parte prin
ipale di
Cau
hy, si veda [Tri85)
Z b
dy
a y z
Z b
Z b
Z b
f (x; y) dx
f (x; y)dy
= P dx P
x
y
(
y
z )(x y)
a
a
a
2 f (z; z ) :
dn y
dn 1 y
F (y; x) (an + bn x) n + (an 1 + bn 1 x) n 1 + : : : + (a0 + b0 x)y = 0
dx
dx
ammettono soluzione in termini di una rappresentazione integrale
he si presta
spesso ad un'analisi esatta [Gou59. Il metodo, detto di Lapla
e,
onsiste nella
sostituzione
Z
y(x) =
Z (z )ezxdz
F (y; x) =
P (z ) =
n
X
k=0
ak z k ; Q(z ) =
n
X
k=0
bk z k :
d
(QZ ) = P Z
dz
he impli
a
Z (z ) =
Si avra per
io
F (y; x) =
1
exp
Q(z )
Z
P (z )
dz :
Q(z )
z2
zx
zx
d(ZQe ) = Z (z )Q(z ) e
z1
515
Ausili matemati i
D E
B 0
u (x) + C + + 2 u = 0:
u00 (x) + A +
x
x x
ammette un gruppo di sostituzioni
he ne las
ia inalterata la forma a meno di
una ridenizione dei
oe
ienti: si ponga
u = x expfxg f (x):
Allora l'equazione si trasforma in un'altra della stessa
lasse,
on parametri
dierenti (A0 ; : : : ; E 0 ), se
ondo la tabella
(B.6.1)
A0 = A + 2a; B 0 = B + 2; C 0 = C + aA + a2
(B.6.2)
D0 = D + aB + (A + 2a); E 0 = E + (B 1) + 2
La s
elta di a;
he ssa C 0 = E 0 = 0 ri
ondu
e l'equazione ad una forma
anoni
a, risolubile
on il metodo di Lapla
e; introdu
endo la variabile =
2A0x, e le nuove
ostanti a = D0 =A0 ;
= B 0 , l'equazione diventa
d2 f
df
+ (
)
af = 0
d 2
d
nota
ome ipergeometri
a
on
uente (vedi ad es. [WW69, Cop35, Ho
71),
la
ui soluzione generale e data da
f ( ) =
1 1 F1 (a;
; ) +
2 1
1 F1 (a
+ 1; 2
; ):
Della funzione 1 F1 basta ri
ordare lo sviluppo in serie (
on raggio di
onvergenza
innito)
1 (a) xk
X
k
1 F1 (a;
; x) =
(
)
k!
k
k=0
e l'andamento asintoti
o per grandi valori dell'argomento (vedi il Probl. B.2-7 a
p. 504)
(B.6.3)
1 F1 (a; ; x)
(
) x a
e x ; (x ! +1) :
(a)
Per Re
> Re a > 0 esiste inoltre una rappresentazione integrale (
fr. App. B.2),
he si ottiene appli
ando il metodo del paragrafo pre
edente:
a0 = a a 1 =
a 2 = 0
b0 = 0 b1 = 1 b2 = 1
da
ui si ottiene immediatamente
f ( ) /
Z 1
z a 1(1 z ) a 1 ez dz
516
Metodo di Lapla
e
B.6.2. Funzioni di Bessel. L'equazione
n2
1
y00 + y0 + 1 2 y = 0
x
x
e nota
ome equazione di Bessel ed appare in numerosi problemi di teoria di
ampo in simmetria
ilindri
a. La sostituzione y(x) = xn (x) ri
ondu
e l'equazione alla forma risolubile
on il metodo di Lapla
e:
x 00 + (2n + 1) 0 + x = 0:
Si ottiene quindi la rappresentazione integrale per la soluzione regolare in x = 0
(x) =
Z 1
Per una lista
ompleta delle proprieta note delle funzioni di Bessel si vedano ad
esempio [Erd55, Ho
71, AS65.
L'equazione di S
hroedinger della parti
ella libera in
oordinate polari
2
d
l(l + 1)
2
ulk (r) = 0
+k
dr2
r2
si ri
ondu
e all'equazione di Bessel. Si puo pero ottenere direttamente la soluzione in termini espli
iti appli
ando il metodo di Lapla
e. Sia ul;k = rl+1 l (kr).
L'equazione diventa ( kr)
00l + 2(l + 1)0l + l = 0:
Se
ondo lo s
hema generale si ha
a0 = 0
a1 = 2(l + 1) a2 = 0
b0 = 1
b1 = 0
b2 = 1
P (z ) = 2(l + 1) Q(z ) = z 2 + 1
da
ui
Z
2(l + 1)z
1
exp
dz = (1 + z 2)l :
Z (z ) = 2
z +1
z2 + 1
Per far s
he QZez si annulli agli estremi del
ammino di integrazione e su
iente s
egliere quest'ultimo
ome il segmento
he
ongiunge i e i. Troviamo
per
io
Z
Z
l ( ) = N
ez (1 + z 2 )l dz = N
(1 t2 )l exp(it ) dt :
517
Ausili matemati i
he mostra
he le soluzioni sono esprimibili in termini di funzioni trigonometri
he. Interessa
onos
ere il
omportamento per grandi valori di ; questo si
ottiene agevolmente tenendo
onto
he il termine dominante per ! 1 si ottiene fa
endo
ommutare 1=
on la derivata (i
ommutatori
ontengono derivate
di potenze negative
he tendono a zero piu rapidamente). Si ha allora
dl sin sin( l=2)
l+1
l ( ) ( 1)l l l
d
La funzione d'onda radiale si ri
ondu
e alla l e pre
isamente
518
Integrali multidimensionali
B.6.3. Sviluppo dell'onda piana in onde sferi
he. Per lo studio dell'equazione di S
hroedinger in
ampo
entrale e importante sapere sviluppare un'onda piana in soluzioni fattorizzate in
oordinate polari. Se si s
eglie l'asse z nella
direzione dell'onda piana si ottiene fa
ilmente (kr ; t
os #)
1
X
(B.6.5)
expfitg = (2l + 1)il jl ( ) Pl (t)
Si fa
ia uso della denizione
jl ( ) =
l=0
l Z 1
1
(1
2 2l l!
1
x2 )l eix dx
(B.6.6)
Pl (t) Pn (t) dt =
2
l
+ 1 ln
1
e integrando per parti l volte.
di metodi della teoria delle perturbazioni (in spe
ial modo in teoria quantisti
a
dei
ampi) sono basate su un ingrediente elementare: l'integrazione di polinomi
su una misura gaussiana. L'integrale generale di
ui si fa uso e il seguente
I (A; m) =
RN
1
2
Aij xi xj +
mi x i
I0 (A)
RN
519
1 t
y Ay
Ausili matemati i
n
Z 1
Z 1
Z 1
(n 1)! 1
j =1 j
1
=
d1 d2 : : : dn
:
a1 a2 : : : an
[a1 1 + a2 2 + : : : an n n
0
0
0
La formula e appli
ata solitamente
on ai = m2 + ki2 e permette una
erta
e
onomia di
al
olo quando sono presenti piu propagatori.
Una dimostrazione si puo fornire per ri
orrenza. Introdu
endo le nuove
variabili z tali
he
1 = z 1 z 2 ; 2 = z 2 z 3 ; : : : ; n 1 = z n 1 z n ; n = z n ;
520
Regole di
orrispondenza
si trasforma l'integrale nella forma
Z 1
dz1
Z z1
dz2 : : : : : :
Z zn
n (a1 ; a2 ; : : : ; an ) =
1
(n 1)! (1 z1 )
dzn
[an zn + an 1 (zn 1 zn ) + : : : a1 (z1
z2 )n
In
[(an
an 1 )zn + (an
a2 )z2 + a1 n
: : : z2 1g.
(a ; : : : ; an 2 ; an ) n 1 (a1 ; : : : ; an 2 ; an 1 )
:
n (a1 ; : : : ; an ) = n 1 1
an 1 a n
Dal momento
he ovviamente si ha 1 (a1 ) = 1=a1, la formula risulta dimostrata
per induzione.
H = (2~)
H (p; q) !
dp dq du dv F (u; v) H (p; q) exp
[(q
q)u + (p p)v ;
iii) H = f (q) p2 .
521
Ausili matemati i
j i
Z b
jf (x)j2 dh j E^x j i
La famiglia spettrale
aratterizza interamente l'operatore autoaggiunto, in parti
olare il suo spettro . L'asse reale e suddiviso in tre sottoinsiemi: R(A); P (A)
e C(A)
os determinati:
a) R(A) (detto l'insieme risolvente7) e
ostituito dai punti x tali
he E^x e
ostante
in un intorno di x; i punti di R(A) non
ontribuis
ono alla de
omposizione
spettrale ;
7In generale si di
e insieme risolvente dell'operatore A l'insieme dei punti
omplessi
z tali
he l'operatore (z 1 A) 1 e invertibile e l'inverso e un operatore limitato. R(A)
e dato dall'intersezione dell'insieme risolvente
on l'asse reale.
522
De
omposizione spettrale
b) P (A) (lo spettro dis
reto) e
ostituito dai punti di dis
ontinuita di E^x : e
ioe
P (A) = fxjy!
limx E^y 6= E^x g
) C(A) (lo spettro
ontinuo) e
ostituito dai punti x in
ui E^y e
ontinuo
an
he da sinistra in x, ma non e
ostante in al
un suo intorno.
Si veri
a fa
ilmente
he i punti dello spettro dis
reto
orrispondono agli autovalori di A nel senso
he per ogni x 2 P (A) esiste almeno un vettore hxj tale
he
A hxj = x hxj :
Si ha infatti
Z 1
A(E^x E^x " )j i =
ydE^y (E^x E^x " ) j i =
1
Z 1
Z 1
ydE^y E^x " j i =
ydE^y E^x j i
1
1
Z x
Z x "
^
ydEy j i
ydE^y j i =
1
1
Z x
ydE^y j i x(E^x E^x " ) j i
x "
L'operatore Px = "!
lim0+(E^x E^x " ) per
io proietta nel sottospazio delle soluzioni
dell'equazione agli autovalori A j i = x j i. La de
omposizione spettrale si
s
rivera piu espli
itamente
Z
X
f (x)dE^x
f (x)Px +
f (A) =
x2P (A)
x2C(A)
523
Costanti si
he
Per una lista piu
ompleta si veda [Par94 ottenibile an
he via internet all'indi-
rizzo http://www-pdg.lbl.gov.
524
Problemi
Problema 1. Tenendo
onto dell'espressione dell'energia di un pianeta in
termini delle variabili d'azione dis
utere la variazione dell'energia dovuta ad una
lenta diminuzione della massa del Sole (lenta rispetto al periodo di rivoluzione si invo
hi il prin
ipio adiabati
o).
Problema 2. Si riprenda in esame il Probl. 3.2-3 e lo si risolva fa
endo uso
del vettore di Runge-Lenz.
Problema 3. S
rivere le equazioni del moto per una parti
ella vin
olata
a s
ivolare senza attrito su una super
ie sferi
a sotto l'azione della forza di
gravita. Dis
utere le proprieta generali del moto fa
endo uso della
onservazione
dell'energia e della
omponente del momento angolare nella direzione del
ampo
di gravita.
Problema 4. Si
onsiderino due pendoli identi
i di massa m e lunghezza l
he
ompiono pi
ole os
illazioni
on frequenza !. I due pendoli sono a
oppiati
da una molla
on modulo di elasti
ita k. All'istante iniziale si pone in movimento
uno dei due pendoli dis
ostandolo di un angolo #0 dalla sua posizione di equilibrio
mentre l'altro pendolo e tenuto in posizione verti
ale. Si ri
avi il moto del sistema
in funzione del tempo. Se il modulo k per qual
he motivo tende a diminuire nel
tempo (molto lentamente rispetto al periodo di os
illazione)
he
osa si puo
prevedere per la dipendenza dal tempo dell'energia totale?
Problema 5. Sia H l'Hamiltoniano di un sistema quantome
ani
o; si sa
he l'osservabile X
ommuta
on H mentre l'altra osservabile Y soddisfa a
[H; Y = i X
Dimostrare
he Z = i [X; Y e a sua volta una
ostante del moto e fornire un
esempio
on
reto dei tre operatori H; X; Y .
Problema 6. Si studi lo spettro dell'operatore
H = ay a + (ay2 a + ay a2 ) + ay2 a2
al se
ondo ordine in teoria delle perturbazioni nel parametro . Dimostrare
inoltre (
on un
al
olo esatto)
he nel
aso = 1 lo stato fondamentale e
degenere.
Problema 7. Dis
utere lo spettro di una parti
ella in una \bu
a di potenziale" (in una dimensione) di ampiezza 2a e profondita V0 (V = V0 (jxj < a))
525
Problemi
nel limite in
ui V0 ! 1; a ! 0
on V0 a = b ssato. Ri
avare le
ondizioni al
ontorno
ui soddisfa la funzione d'onda al limite a ! 0.
Problema 8. Si
onsideri il problema di una parti
ella quantisti
a in un
solo grado di liberta soggetta ad una \bu
a di potenziale"
ome al problema
pre
edente. Se la parti
ella si trova inizialmente nello stato rappresentato da un
pa
hetto d'onde gaussiano
(x x0 )2
ik0 x
(x; t = 0) = A exp
4
on A; k0 ; x0 e
ostanti reali positive, valutare la probabilita
he una misura
dell'energia all'istante t > 0 dia un valore negativo
orrispondente allo stato
fondamentale. Si approssimino le formule ottenute nel
aso in
ui x0 >> a.
La probabilita ri
hiesta dipende dal tempo t > 0 a
ui si eettua la misura
dell'energia?
Problema 9. Si
onsideri una parti
ella di massa m (in una dimensione)
soggetta ad un potenziale
V (x) = 1 (x x0 ) 2 (x + x0 )
dove 1 ; 2 ; x0 sono
ostanti positive assegnate. Determinare gli stati legati della
parti
ella, in parti
olare valutare la dierenza tra i primi due livelli energeti
i al
limite x0 ! 1 nel
aso 1 6= 2 e nel
aso 1 = 2 .
Problema 10. Si
onsideri un atomo di idrogeno in due dimensioni immerso
in un
ampo magneti
o trasversale B . Adottando
oordinate polari nel piano
(r; ')
on momenti
oniugati pr ; p' , determinare i livelli energeti
i
on il metodo
di Bohr-Sommerfeld nel limite di
ampo debole (si tras
uri il termine quadrati
o
in B ).
Problema 11. Si
onsideri un os
illatore armoni
o inizialmente nel suo
stato fondamentale, des
ritto in opportune unita di misura dall'Hamiltoniano
H0 = (p2 + q2)=2. All'istante t = 0 l'os
illatore e sottoposto ad una perturbazione
esterna
he
orrisponde ad una Hamiltoniana di interazione HI = q sin !t. Si
determini qual'e la probabilita P (E; t) di misurare un'energia E = n +1=2 ad un
qualunque istante t > 0. Al tempo t = T = 2=! la perturbazione viene spenta:
la probabilita P(E,t) dipende dal tempo per t > T ?
Problema 12. Due os
illatori armoni
i monodimensionali, di massa m e
frequenza rispettivamente !1 e !2 , sono a
oppiati tramite il potenziale V =
gx1 x2 . Cal
olare lo spettro del sistema.
526
Problemi
14. Una parti
ella e des
ritta dalla Hamiltoniana
H =
jpj + 21 K jqj2
dove
; K sono
ostanti positive. Dis
utere la dinami
a del sistema se
ondo la
me
ani
a
lassi
a. Valutare lo spettro del sistema appli
ando una p
onveniente
approssimazione. (L'operatore jpj si intende denito dalla funzione p p).
Problema
V=
(x);
+1;
jxj < a;
jxj a
527
Problemi
20. Un sistema di due parti
elle a spin zero si trova nello stato
2 2
jx j 2 jx2 j +
x1 x2
(x1 ; x2 ) = N exp
2 1
Si
al
oli il valore di aspettazione del momento lineare e delle
omponenti del
momento angolare delle due parti
elle.
Problema 21. Cal
olare la
orrezione ai primi due livelli di energia di un
atomo di idrogeno dovuti ad un momento di dipolo elettri
o " del nu
leo. Il
al
olo sia eettuato al primo ordine in teoria delle perturbazioni.
N.B.: Le funzioni d'onda idrogenoidi normalizzate nlm
he interessano sono
le seguenti (r espresso in unita atomi
he):
Problema
100 (r) = 2e
p1 e
Y00
r=2 (1 1 r) Y 0
0
2
2
r=2 Y m
1
21m (r) = 2p6 re
1
200 (r)
528
Problemi
suggerita dall'analogia
on le parentesi di Poisson. Appli
ando la formula al
aso
H = p2 + V (q) dedurne il teorema del viriale (si sfrutti il fatto
he il
ommutatore
ha elementi di matri
e nulli sulla diagonale).
Problema 26. Si
onsideri un os
illatore armoni
o isotropo in due gradi di
liberta; l'Hamiltoniano e dato in unita opportune da
529
Problemi
omponente del momento angolare in direzione n se lo stato e un autostato della
omponente del momento angolare in direzione n0
orrispondente allo stesso
valore?
Problema 32. L'Hamiltoniano
2
3x2 a2
d
+ 2 22
H = 21
dx
(x + a )
2
2
1
ammette l'autofunzione 0 = N (x + a ) appartenente all'autovalore zero.
Esistono stati a energia negativa?
P1
Problema 33. Sia H0 =
n=0 En Pn la de
omposizione spettrale dell'Hamiltoniano H0 (spettro puramente dis
reto). Si
onsideri la perturbazione H =
H0 + " j i h j , essendo j i un qualunque vettore di norma uno. Dis
utere lo
spettro di H in generale e ri
avare lo sviluppo perturbativo degli autovalori.
Dimostrazione. La perturbazione
ostituita da un operatore di rango uno,
quale e il proiettore su j i, e il
aso piu sempli
e possibile di perturbazione. Appli
ando all'Hamiltoniano la denizione di determinante estesa al
aso di operatori
innito-dimensionali, lo spettro e individuato dalle radi
i dell'equazione
0 = det (H0 E 1 + " j i h j)
= det (H0 E 1) det 1 + " j i h j (H0 E 1) 1
= det (H0 E 1) 1 + " h j (H0 E 1) 1 j i
X j hnj i j2
=1+"
:
n En E
Veri
are
he per " pi
olo si ottiene lo stesso risultato della teoria delle perturbazioni.
Problema 34. Studiare il problema agli autovalori per l'operatore
K = 12 p4 + q4
essendo p e q operatori
anoni
i e si sono adottate unita in
ui ~ = 1. Adottare
un'approssimazione
he
onsiste nel restringere l'operatore al sottospazio generato dai primi N autovettori fjni jn = 0; 1; : : : ; N 1g dell'os
illatore armoni
o
p2 + q2 . Spiegare per quale motivo il problema si puo risolvere separatamente
nei sottospazi generati da S = fj4k + i jk = 0; 1; : : : ; [N=4g, per = 0; 1; 2; 3 :
Problema 35. Dal prin
ipio di Heisenberg segue
he una parti
ella
onnata in una regione di volume limitato non puo avere energia
ineti
a media nulla.
Spiegare il per
he e valutare la pressione media
he la parti
ella eser
ita sulle
pareti an
he nel suo stato di energia piu basso (temperatura zero!).
Problema 36. A e B sono per ipotesi due osservabili dis
rete e non
ompatibili di un
erto sistema si
o S . Si supponga inoltre
he S possa essere
preparato, mediante gli opportuni esperimenti di prima spe
ie, in uno stato
nel quale ne A ne B posseggono un valore denito. Misurando A si ottengono i
valori a1 e a2 ,
on frequenza relativa P rA (aj j ) = pj , j = 1; 2, mentre misurando
530
Problemi
B si ottengono i valori b1 e b2 ,
on frequenza relativa P rB (aj j ) = qj , j = 1; 2.
Assumendo
he almeno al
une delle misurazioni di A e B siano di prima spe
ie,
possiamo selezionare opportunamente i vari risultati sperimentali, in modo da
ottenere delle preparazioni di S negli autostati j di A
orrispondenti a aj da
una parte, e negli autostati j0 di B
orrispondenti a bj dall'altra. Inne si osserva
he B non possiede valori deniti quando S si trova in un autostato di A, per
ui A e B non sono
ompatibili. Ci poniamo ora il problema di rappresentare
matemati
amente la relazione esistente tra e j e quella esistente tra e j0 .
La MQ da una risposta univo
a a questo problema. Quale? Sarebbe univo
a la
risposta se A e B fossero
ompatibili?
Problema 37. Utilizzando la formula B.1.12, la formula di Baker Hausdor
e la \rappresentazione di interazione" (x10.1.4) dimostrare la seguente identita
G(x; y; t) hxj exp t 21 p2 + V (q) jyi =
Z
2
e (x y) =2t
0 hx0 j T e t R01 dV (y+(x y) +(1 )q it p) j0i :
=
dx
(2t)1=2
Si veda [Ono78. La formula permette di ri
avare lo sviluppo in serie di potenze
in t della funzione funzione di Green G, una volta fattorizzato il
ontributo
\libero" G0 rappresentato dalla gaussiana.
R Problema 38. Ri
avare una relazione di ri
orrenza per integrali della forma
dx n k f (x)
he generalizzi il risultato della (5.45) (a pag. 100) al
aso di due
autofunzioni distinte n ; k . Si appli
a il metodo del x5.2.6 alla funzione
nk = n (x) k (x) ,
on la dierenza
he e ne
essario derivare quattro volte per
ottenere un'equazione dierenziale autonoma. Si ottiene
~2 hf (iv) i = hf 0V 0i + 2hf 00(V + 1 (En + Ek ))i m!nk2 hf i ;
2
4m
dove !nk e la frequenza di Bohr relativa ai due livelli (En Ek )=~ .
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[Wol92
[WW69
[WZ83
[WZ84
[YM54
[Z el73
539
Indi e analiti o
Abeliano
gruppo, 479
a
oppiamento
minimale, 343, 344
spin-orbita, 291, 428
adiabati
a
approssimazione, 389, 457
adiabati
o
invariante, 31
teorema, 32, 389
afelio, 48
Airy
Baker-Hausdor
formula di, 492
Balmer
formula di, 162
bande di energia, 153
541
Indi
e analiti
o
serie di, 292
oerenze residue, 205, 239
ommutatore, 126, 194
ommutatore nito, 269
ompletezza
relazioni di, 96
omponenti irridu
ibili, 276
Compton
eetto, 71
lunghezza d'onda, 71, 524
oniugato Hermitiano, 96
onservativo, 235
onservazione
leggi di, 6, 7, 311
ontrovariante
omponente di un vettore, 4
oordinate
ilindri
he, 510
urvilinee, 509
ellitti
he, 510
paraboli
he, 510, 511
polari, 3
sferi
he, 509
sferoidali, 511
oordinate normali, 273
orpo nero, 68, 380
orrente
densita di, 99
di probabilita, 100
ostante
di a
oppiamento, 362
di Boltzmann, 524
di Newton, 524
di Plan
k, 524
di Rydberg, 77, 524
di struttura ne, 524
ostanti di struttura, 317
ostanti si
he, 524
ovariante
omponente di un vettore, 4
Bargmann
rappresentazione di, 135
regola di superselezione, 335
base ortonormale, 103
Bell
diseguaglianze di, 257
Berry
fase di, 392
Bessel
equazione di, 55
funzioni di, 35, 443, 496, 517
funzioni sferi
he di, 518
bilan
io dettagliato
prin
ipio del, 357
Blo
h
teorema di, 153
Bohr
magnetone di, 524
raggio di, 524
teoria di, 75
Boltzmann
ostante di, 524
Born
interpretazione di, 94
serie di, 142
Born-Oppenheimer
approssimazione di, 458
Bose-Einstein, 394
bosoni, 399
bra, 96, 181
Brillouin
prima zona di, 219
-numero, 260
anoni
a
quantizzazione, 241
anoni
he
oordinate, 18
regole di
ommutazione, 241
trasformazioni, 20, 22
ari
a
onservata, 313
e
a
e, 47
elettroni
a, 524
Casimir
eetto di, 422
Christoel
simboli di, 14
Clebs
h-Gordan
oe
ienti di, 290
Davisson-Germer
esperimento di, 81
De Broglie
lunghezza d'onda di, 524
degenerazione
asintoti
a, 121
dei livelli energeti
i, 97, 102
densita, 202
degli stati, 149
542
Indi
e analiti
o
anoni
he, 18
d'Eulero-Lagrange, 9
di Heisenberg-Hamilton, 243
esperimento
delle due fenditure, 81, 248
di Davisson-Germer, 81
di Stern-Gerla
h, 79
esponenziale
T-ordinato, 233, 372, 493, 513
Eulero
funzione di, 497, 505
prin
ipio di, 10
Eulero-Lagrange
equazioni di, 9
prin
ipio di, 21
di probabilita, 94
deviazione standard, 170
De Broglie
onde di, 83
diagonale a blo
hi, 276
diagonalizzazione, 97
diagrammi
di Feynman, 415
di Young, 498
diusione
ampiezza di, 440
dipolo
approssimazione di, 377
elettri
o, 348, 378, 524
magneti
o, 524
Dira
, 88
funzione di, 513
dispersione, 82, 170
disuguaglianza
di Barnes, Bras
amp e Lieb, 388
di Young, 16
f.g., 21
famiglia spettrale, 101, 187
fase stazionaria
prin
ipio della, 499
Fermat
prin
ipio di, 13, 83
Fermi
regola d'oro di, 376
fermioni, 399
Feynman
diagrammi di, 415
integrali sui
ammini di, 449
Feynman-Ka
formula di, 455
ltro polarizzatore, 73
fononi, 393, 416
formula
di Baker-Hausdor, 492
di Balmer, 162
di Feynman-Ka
, 455
di Lie-Trotter, 493
di Rayleigh-Jeans, 68
fotoni, 70, 422
frequenza
di Bohr, 77, 373
di Larmor, 431
funzionali lineari, 513
funzione
di Eulero, 497
aratteristi
a, 170
di Airy, 123
di Bessel, 517
di Green, 108, 438
di Legendre, 59
eetto
Compton, 71
fotoelettri
o, 70
tunnel, 141
Ehrenfest
ipotesi adiabati
a di, 77
teorema di, 243
Einstein, 49, 70, 72, 380
Einstein,
onvenzione di, 4
elettrodinami
a quantisti
a , 380, 425
elettrone
ari
a, 524
dipolo elettri
o, 524
dipolo magneti
o, 524
massa, 524
eli
ita, 283
emissione
risonante, 375
spontanea, 379
energia di punto zero, 126, 422
equazione
di Bessel, 55
di Hamilton-Ja
obi, 24
di Klein-Gordon, 91
di Langevin, 455
di Lippman-S
hwinger, 439
di S
hroedinger, 85
equazioni
543
Indi
e analiti
o
relazioni di, 112, 196
infrarosso, 220
insieme
ompleto
di osservabili
ompatibili, 176
di proiezioni ortogonali, 187
integrale di s
ambio, 397
integrali
gaussiani, 519
sui
ammini, 449
integrali sui
ammini, 521
interazione
di gauge, 90
di s
ambio, 403
interazioni minimali, 339
interferenza, 81, 248
invarianti adiabati
i, 31
invarianza galileiana
prin
ipio di, 332
inversione
spaziale, 346
temporale, 352
ipergeometri
a
on
uente, 160, 504, 516
irridu
ibile
insieme di osservabili, 171, 175
irridu
ibili
rappresentazioni, 482
isospin, 183, 271, 339
istantoni, 122
di partizione, 388
generatri
e, 21, 23
funzione d'onda, 86, 209
Galilei
gruppo di , 329{335
gauge
invarianza di, 90, 344
trasformazioni di, 343, 425
Gauss
integrazione di, 519
generatori, 242, 307, 485
geodeti
he, 12
Goudsmit-Uhlenbe
k
ipotesi di, 78
Green
funzione di, 108, 438
gruppi di simmetria, 339
gruppi di simmetria , 315
gruppo, 23
astratto, 479
ontinuo, 484
di Galilei, 330
di Lie, 316
di trasformazioni, 7
eu
lideo, 327
simpletti
o, 43
gruppo delle rotazioni
rappresentazioni del, 488
Ja
obi
identita di, 29, 485
Hamilton
equazioni di, 16
me
ani
a di, 15
Hamilton-Ja
obi
equazione di, 23{30
Hamiltoniana, 17
Hamiltoniano, 87
Heisenberg
prin
ipio di, 112, 126
rappresentazione di, 235
regole di
ommutazione di, 88
Hermite
polinomi di, 129
Hilbert
spazio di, 179
Keplero
leggi di, 47
ket, 96, 181
Kramer
teorema di, 356
Lagrange
prin
ipio di Eulero-, 10
moltipli
atori di, 11
Lagrangiana, 3
Laguerre
polinomi di, 162
Lamb shift, 430
Landau
livelli di, 431
Langevin
equazione di, 455
Lapla
e
identita
di Ja
obi, 29, 485
indeterminazione, 170
prin
ipio di, 75
544
Indi
e analiti
o
misura
a valori operatoriali, 189
teoria della, 167
modi normali, 420
mole
ola biatomi
a, 465
moltepli
ita, 185
moltipli
atori di Lagrange, 11
momento
oniugato, 7, 17
lineare, 6
momento angolare
interno, 269
intrinse
o, 273
orbitale, 259, 260
totale, 270, 273
monopolo
ampo di, 465
moto
browniano, 455
equazioni del, 3
Newton
ostante di, 524
Noether
teorema di, 6
norma
della funzione d'onda, 99
Notazioni, xiv
nu
leo integrale, 107
numero quanti
o
additivo, 311
moltipli
ativo, 310
prin
ipale, 162
massa
a riposo, 71
di Plan
k, 524
ridotta, 159
matri
e, 194, 202
densita, 454
elementi ridotti di, 293
metri
a, 4
matri
i di Pauli, 257, 487
Maupertuis
prin
ipio di, 10
me
ani
a
delle matri
i, 92
di Hamilton , 15{25
di Lagrange , 3{11
metodo di Weyl, 521
metodo variazionale, 385
mi
roreversibilita
prin
ipio di, 357
minimale
a
oppiamento, 343, 344
mis
ele statisti
he, 172, 201
545
Indi
e analiti
o
di evoluzione temporale, 371
risolvente, 150, 363
s
alare, 286
tensoriale irridu
ibile, 286
operatore vettoriale, 285
operatori
anoni
i, 89, 104
ortogonalita
relazioni di, 96
os
illatore armoni
o , 124{138
osservabili, 168
ompatibili, 175
di
otomi
he, 170
pa
hetto d'onda, 82
riduzione del, 186
parentesi di Poisson, 18
parita, 346
intrinse
a, 347
operatore di, 107
orbitale, 347
violazione della, 350
parte prin
ipale
se
ondo Cau
hy, 514
partizione, 498
Pauli
matri
i di, 257, 487
prin
ipio di, 400
perielio, 48
pre
essione del, 49
permutazioni, 480
perturbazioni
armoni
he, 375
dipendenti dal tempo, 370
stazionarie, 362
Plan
k
ostante di, 524
massa di, 524
Poin
are-Bertrand
teorema, 515
Poisson
parentesi di, 18, 29, 241
polarizzazione
ellitti
a, 73
lineare, 73
vettore di, 72
polinomi
di Hermite, 129
di Laguerre, 162
popolazioni, 205
quanti, 70
quantizzazione, 76
anoni
a, 241
quaternioni, 480
radiazione
atomi
a, 377
di fondo, 69
radiazione di fondo, 524
raggi, 179
raggio
di Bohr, 524
546
Indi
e analiti
o
s
attering, 238
S
hroedinger
equazione di, 85
S
hur
lemma di, 482
S
hwartzs
hild
raggio di, 524
sempli
emente
onnessa
varieta, 263
separabilita, 26
dello spazio degli stati, 180
serie
asintoti
a, 362, 493
di Born, 142
di Dyson, 372
perturbativa, 362
sezione d'urto
dierenziale, 440
totale, 444
sfasamenti, 152, 443
simboli 3-j, 295
simmetria
interna, 339
trasformazione di, 213, 298
simmetrie, 6, 7
simpletti
o
gruppo, 43
singoletto, 292
sostituzione minimale, 89
sottogruppo, 480
ad un parametro, 307
sovrapposizione
oerente, 202
in
oerente, 202
spazio
di Hilbert, 179
metri
o, 95
proiettivo, 179
spettrale
de
omposizione, 191, 522
famiglia, 188, 522
teorema, 191
spettri a righe, 75
spettro, 101, 169
spin, 183, 198, 273
spin-orbita
a
oppiamento, 291, 428
spinori, 488
stati
547
Indi
e analiti
o
passiva, 300
traslazioni, 217
spaziali, 319
temporali, 231, 321
trasmissione
ampiezza di, 140
tripletto, 291
tunnel
eetto, 141
ultravioletto, 220
unitaria, 211
urti elasti
i, 437
teorema, 190
adiabati
o, 32, 389
del viriale, 20
di Blo
h, 153
di Ehrenfest, 243
di Feynman-Helmann, 367
di Gauss, 98
di Hardy-Littlewood, 501
di Kramer, 356
di Levinson, 152
di Liouville, 19
di Noether, 6
di Poin
are-Bertrand, 515
di Stone, 307
di Von Neumann, 89
di Wi
k, 520
di Wigner, 301
di Wintner, 89, 241
otti
o, 444
spettrale, 191
teoria
dei gruppi, 259
dei gruppi , 479
dei gruppi, 299
dei gruppi , 493
di Floquet, 38
tori invarianti, 37
tra
ia, 200
transizione, 192
trasformata di Borel, 500
trasformazione
legge di, 211
attiva, 300
oniugata, 279
di gauge, 343
di simmetria, 213, 298
innitesimale, 22
548
Indi
e analiti
o
Wintner
teorema di, 89, 241
WKB, 383
Young
disuguaglianza di, 16
Yukawa, 91
549
5-2
6-1
6-2
6-3
6-4
6-5
6-6
6-7
6-8
6-9
6-10
32
551
6-11
Le densita radiali
di idrogeno (onda
8-1
288
10-1
10-2
La funzione fT (!).
Metodo variazionale appli
ato all'os
illatore anarmoni
o.
377
387
12-1
434
A-1
474
B-1
552
6-1
163
163
9-1
334
10-1
6-2
10-2
10-3
B-1
553
56
60
524