Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
- .. Luglio/Settembre
"' ·;
L
DI A CADUTA DEL FASCISMO E LA FINE
SCHI .LA musica n~ anni
Antonio Trudu DELIA SECONDA GUERRA MONDIALE NON dtl fascismo, in ENRICO
CRISPOLTI - BERTHOLD
SEGNARONO UNA NETTA FRATTURA
HJNZ - ZENO BIROUJ, J\rte
NELLA VITA CULTURALE ITALIANA. r fauismo in Italia t in
Soprattutto la situazione della vita musicale in generale e della Gnmania, Milano , Fcltri-
nelli, 1974, pag. 181.
· critica musicale in particolare non cambiò in maniera sensibi-
le, anche perché, come ha osservato Rubens Tedeschi, perfino
i musicisti piu compromessi con il regime fascista non ebbero
noie di alcun tipo, nel dopoguerra. Tanto è vero che, tanto per
')" "
fare qualche nome, Barbara Giuranna divenne una delle figu-
re piu autorevoli all'interno del settore musicale della RAI,
mentre Adriano Lualdi divenne direttore del Conservatorio di
Firenze, Ennio Porrino, autore dell'inno della Repubblica di
Salò, diresse i Conservatori di Venezia. e di Cagliari, Rito Sel-
vaggi fu direttore del Conservatorio di Parma1•
Semmai si può dire che nell'intreccio fra nazionalismo
e misoneismo il secondo prenda il sopravvento sul primo e che
l'atteggiamento di ostilità e di chiusura verso le esperienze piu
avanzate si radicalizzi, anclte perché, a partire dalla metà degli
anni Cinquanta, da piu parti si ha la sensazione che gli espo-
nenti della cosiddetta 'scuola di Darmstadt' abbiano realizzato
una sorta di 'tabula rasa', rinunciando a qualsiasi legame con
~ C'M-~ ~ ,..uz
-Pa.S~"'--CP .
------------
~ Al>RIANO LUALDI, Se si esamina l'atteggiamento della critica musicale ita-
\'inggio musimlt i11 Europa,
Milano, Alpes, 1929. liana nel secondo dopoguerra, spesso parrebbe che le condi-
pagg. 27-8. zioni per cosi dire ambientali non siano mutate da quelle che
~ OTTORINO RtsPIGIII,
Gll'St:PPE Ml'LÈ, ILDt:BRAN· alla fine degli anni Venti avevano consentito ad Adriano Lual-
no PIZZETTI, RICCARDO di di scrivere che la scuola di Vienna si ispirava a «ideali di
ZANOONAJ, GUIDO ZUFFEL-
1.ATO, ALBERTO GASCO, bruttezza, di spiacevolezza e di maleducazione che non hanno
ALCEO TONI , RICCARDO esempi nel passato» e che l'innato sentimento religioso, di arte
PICK·MANGIAGAI.U, GUIDO
GUERRINI, GENNARO cristiana degli italiani doveva ergersi a baluardo «contro ten-
NAPOLI, Man.iftslo 111usi- denze che hanno, per noi, qualche cosa di anticristiano, di
calt, in «Corriere della
Sera•, 17.12.1932. irreligioso, di ateo: e che sono infatti rappresentate, nei loro
◄ ROBERTA COSTA · elementi piu significativi e fanatici, da campioni -e condottieri
ANTONIO TRUDU, La li11-
gua di Massimo Mila e israeliti»2; né che le condizioni siano diverse da quelle che
Ftdtk D'Amico negli scritti all'inizio degli anni Trenta avevano indotto i firmatari del
sul teatro musicale dtl
Novecento, in Le parole Manifesto antimodernista a schierarsi in difesa del «genio italia-
della musica, I, Studi sulla no», prendendo chiaramente posizione contro «strombazzatu-
lingua della letteratura
musicali in ornm di Gian.- re atonali e politonali», contro «oggettivismo» ed «espressioni-
franco Fokna, a cura di F. smo», contro «tendenze» ed «esperimenti», contro la «moda
Nicolodi e P. Trovato,
Firenze, Olschki, 1994, forestiera» e le «musiche straniere», contro l'arte «che non ha
pagg. 387-92. nessun contenuto umano» e che non è altro che «gioco mec-
canico e arzigogolo cerebrale»3.
Salvo rarissime eccezioni - Bortolotto, Gentilucci, Man-
zoni, Pestalozza, Santi, innanzi tutto, ma anche i compositori
che saltuariamente scrivono su giornali e riviste, comunque,
come vedremo, anche loro con qualche idiosincrasia - salvo
queste eccezioni, dicevo, la critica musicale italiana nel suo
complesso, Mila compreso, ha riservato alle esperienze musica-
li piu avanzate della seconda metà del Novecento lo stesso trat-
tamento che ho avuto modo di osservare e mettere in evidenza
negli scritti di D'Amico sulla nuova musica. In essi, ma direi
con essi, il critico romano combatteva un 'autentica guerra
senza esclusione di colpi, servendosi di armi di due tipi diversi:
da un lato una serie di artifici linguistici finalizzati a 'delegitti-
mare' i 'nemici', screditandoli, dall'altro una sorta di strania-
mento tendente e metterne in dubbio l'esistenza stessa4•
Il suo straniamento D'Amico lo realizzava con l'uso
delle virgolette o premettendo ai diversi termini, per esempio
«dodecafonia» o «serialità», aggettivi come «cosiddetto»,
«famoso», «famigerato»; per delegittimare gli avversari, invece,
D'Amico usava un'autentica girandola di figure retoriche, per
esempio servendosi di accumulazioni disordinate, di metafore
tendenziose, di comparazioni, di definizioni o di semplici
accostamenti, spesso paradossali, che presentano l'arte moder-
lisa- sua Cavalleria (quel Canto sospeso del '56, dove si concentrava il
~ «il meglio della sua ispirazione), mette in mostra, in questo spet-
:ima tacolo interminabile e insopportabile, tutte le sue rughe imbel-
mto lettate da ottusa presunzione28 •
arti- E infine Heinz Klaus Metzger che nel 1964, nel suo
nno Invecchiamento della musica nuovissima, definisce Nono uno
~an- «Pfitzner seriale», proprio come Rognoni aveva detto che Cage
1esi- era una specie di Menotti29.
vec- Potrei continuare a lungo, per esempio con i silenzi. Mi
sue limiterò a ricordare quello che riguarda Franco Evangelisti,
g-gia uno dei pochi compositori italiani che si siano occupati di
e la musica elettronica fin dagli anni Sessanta, il cui nome non
atu- compare neppure una volta nell'antologia curata per la Feltri-
.ene nelli da Henri Pousseur!!O, Comunque va aggiunto che di Evan-
ico; gelisti non si parla neppure nell'Introduzione alla musica el,ettro-
può nica di Armando Gentilucci' 1.
ima Ma non posso tacere del silenzio assoluto, da noi, sino a
tempi recentissimi, sull'americana minimal music, un'esperien-
sala za nata alla metà degli anni Sessanta e che si può dire conclusa
inte alla metà degli anni Settanta e sulla quale tutti, per anni,
spe- hanno taciuto, dando prova - credo - di quell'eurocentrismo
/
. . d' 0 punto di vista,
~2 M. Mli.A, Ltttern da
contro il quale Lmg1 Nono - da un iv~rs .
Ven ezia , «La Rassegna comunque - si era battuto in diverse occasiom. , . .d
Musicale •, XVII/ l Si potrebbe pensare che prese di posizione_ cosi ~1gi e,
(1947), pagg. 68.
. . . h odo giusuficau dalla
'' M. MILA, Lelltm da che questi silenzi siano m qua1c e m .
V,,u,ia, «La Rassegna
Musicale», XXII (4 otto-
novità e - se si vuole - dall'estremismo di quelle espenenze. Ma
bre 1952), pag. 330. mi sembra davvero illuminante il fatto che lo. stesso trattamen~
94 F. D'AMICO, I wsi
della '1tusira, ci t . , pag . to sia stato riservato anche agli autori della seconda scuola di
322. Vienna e in particolare a Webern. . . . .
!.~ GUGLIELMO BARBL-\N,
Quo ¼Jdìs M11-sin1 Appunti Ancora nel 1947 Massimo Mila mamfesta il suo scettici-
sul Festival musicale vent- smo nei confronti di Webem, affermando che la Sinfonia Op.
ziano, «Rivista Musicale
Italiana», XLVIIl/4 21 non è musica incomprensibile, ma un esempio di «estrema
(1946) , pagg. 490-491. miseria» dietro al quale c'è il vuoto, rifiutandosi di riconoscere
Riferendo «a caldo,. ( «Il
Nuovo Corriere della documenti di reale grandezza nei saggi di musica aforistica e
Sera,. , 18.9.1946) della nelle miniature32. Qualche anno dopo, nel 1952, lo stesso
stessa esecuzione venezia-
na, Franco Abbiati scris- Mila, a proposito della Cantata Op. 31 parla di «irritante divio-
se: «Della Sinfonia N. 21
[sic] del Webern, in due
sionismo [... ] profondamente inartistico» 33 .
tempi , c'è da dire che D'Amico invece, dopo avere tante volte preso di mira e
essa è apparsa la cosa piu messo in cattiva luce soprattutto con metafore tendenziose le
stramba e disorientante
che mai ci è capitato di complicazioni della dodecafonia, in occasione di una critica
ascoltare. Si tratta di una
scheletrica successione di
positiva del Moses und Aron di Schoenberg, del quale ammette
soli punti e virgole, con di avere «fiutato il senso e subito il fascino», evita di usare non
pochi suoni sparsi e
rumori sospetti, con un solo termini come Sprechgesang o Sprechstimme, che comunque
sobbalzare e un saltellare descrive con chiarezza, ma anche espressioni come «dodecafo-
epilettico e frammenta•
rio che certo vocabolario nia» e «tecnica seriale», che tratta alla stregua di veri e propri
musicale chiama anche tabu linguistici, sostituendole con un reticente eufemismo:
aforistico•.
'6 GINO RoNCAGI.IA, «l'autore [vi] mette in opera - si limita ad affermare descriven-
Invito alla musica, Mila- do il linguaggio musicale del Moses und Aron - i piu complessi
n o, Tarantola, 19515,
pag. 55. meccanismi compositivi, ricavati da molteplici filoni della tra-
S7 G. T. [GUIDO TUR·
dizione tedesca»34.
CHI], Anton Webtrn •
Symphonie [ ... ] Op. 21 Guglielmo Barblan, ancora a proposito della Sinfonia
[ ... ]. «Rivista Musicale Op. 21 - «la cosa piu stramba e disorientante che mai ci è capi-
Italiana", LVI/2 (1954),
pag. 194. tato di ascoltare», scrive - parla di «bamboleggiare» con i
suoni, di «pause interrotte da cacofonie», di «scheletrica suc-
cessione di punti e virgole», di «un sobbalzare e un saltellare
epilettico e frammentario che certo vocabolario musicale chia-
ma anche aforistico» 35 • Gino Roncaglia parla delle musiche di
Schoenberg e di Berg - di Webern tace, ovviamente - come di
«organismi con formule al posto del cuore, vaniloqui insensati,
facce senza connotati, mondi privi della forza di gravità, sentie-
ri arzigogolati»36.
Ancora, Guido Turchi nel 1954 a proposito della Sinfo-
nia di Webern parla di «tautologia del silenzio»!!?, mentre
ni in una pagina di diario del 1964 (ma pubblicata nel 1992) rio rosso, cit., pag. 561.
"° F. ABBIATI, Stima dtlla
ha raccontato che il figlio undicenne di Riccardo Nielsen musica. cit., pag. 637.
ascoltando un brano orchestrale di Webern si strinse al padre 11 A.'H O!l:10 C APRI , S/&-
ria 1/ella musica. Dallt anti-
dicendo: «Papà, ho paura!». Tendenzioso il commento di chr civiltà orientali all't~l-
Gavazzeni: «Sta a vedere se tra gli scopi della musica c'è anche lronica, voi. VII. Milano.
Vallardi , 1969-73, pagg.
quello di far impaurire i bravi bambini»39. 62-63.
Ma a proposito di Webern si potrebbe continuare a
l1;1ngo; mi limiterò a ricordare Franco Abbiati, che scrisse che
le tecniche compositive del Quartetto Op. 28 «hanno sapore
di arido partito preso»40; e Antonio Capri, che defini i «fram-
menti» weberniani come «balbettamento, concentrazione del
vuoto», sostenendo che Webern «positivizza il momento nega-
tivo della sterilità e se ne fa una maniera» 41 •
Chiudo con una notazione leggera, ma indicativa del
discredito da cui la dodecafonia era circondata in Italia negli
anni Cinquanta, ricordando la conclusione di uno dei piu
divertenti film di Antonio de Curtis, Totò a colori, diretto da Ste-
fano Vanzina (Steno) nel 1952. Dopo una lunga serie di esila-
ranti peripezie, il Maestro Antonio Scannagatti, meglio noto
come «cigno di Caianiello» e autore di una strampalata sinfo-
nia intitolata La foca imbalsamata, finalmente riesce a far rap-
presentare al Teatro alla Scala la sua Epopea italica, nella quale,
fra l'altro, Cristoforo Colombo fa rapire Elena di Troia, otte-
nendo un grande successo. Nel sottofinale, mentre la voce
fuori campo racconta del trionfo di Scannagatti, viene inqua-
drato un giornale che riporta la notizia del trionfo del «cigno
di Caianiello»; sotto il titolo, Un nuovo genio della musica, si
legge: «Il maestro Antonio Scannagatti è stato giudicato dal
pubblico la nuova rivelazione della musica dodecafonica».
Roman Vlad
Ringrazio Antonio Th.ulu -per questo specchio che ci ha dato dtlla cri-
tica musica/,e nei confronti dtlla nuova musica. Egli ha accennato prima a
Vm:ina: ora arriviamo a Nicola Vm:ina. Egli è qui per parlarci dell'
Hyperion, dtl/e "Metamorfosi dtll'Hyperion di Bruno Madema ".