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Sin dagli esordi van Gogh aveva provato una simpatia profonda nei confronti dei

contadini. Per questo motivo egli, sin dagli esordi, si cimentò nella raffigurazione del
lavoro e della fatica del loro umile mondo, come aveva già fatto d'altronde Jean-
François Millet, artista che pure aveva celebrato con viva partecipazione la vita di
quanti, giorno dopo giorno, anno dopo anno, faticavano in mezzo ai campi,
compiendo gesti di perpetua fatica che nonostante tutto suggellavano un'intima
comunione tra l'uomo e la natura.
Tra le sue opere più famose c’è “Il seminatore”, quadro realizzato dall’artista in due
versioni diverse. Oggi entrambe le tele sono custodite presso due musei prestigiosi:
il Van Gogh Museum di Amsterdam ed il Kröller-Müller Museum di Otterlo, entrambi
nei Paesi Bassi.

“Il seminatore” - la versione del quadro custodita presso il Van Gogh Museum
Realizzato nel 1888, il dipinto “Il seminatore” custodito al Museo Van Gogh di Amsterdam è un
quadro di 32 X 40 cm e come si può dedurre ritrae un contadino intento a seminare.
Nel quadro si può notare il contadino intento a seminare, con il sole alle sue spalle che sta per
tramontare. Sulla destra del contadino si può notare anche un tronco d’albero obliquo, con pochi
rami e privo di foglie, aspetto che sottolinea la stagione della semina.
Molto interessanti sono i colori che Van Gogh ha scelto per realizzare questo quadro: il marrone,
viola e verde per rappresentare il campo e l’albero ed il giallo per il cielo, creando così un netto
contrasto tra la terra ed il cielo. Inoltre, nel dipinto si può notare il sole che tende a disciogliersi nel
cielo, i due elementi che diventano una cosa unica.
“Il seminatore (in Provenza)” - il secondo quadro preservato presso il Kröller-Müller Museum
Prodotto sempre nel 1888, il secondo dipinto che si chiama sempre “Il seminatore” è un quadro
diverso dal primo sia nei colori che a livello di soggetti e di dimensioni. Parliamo infatti di una tela
più grande, di 64,2 X 80,3 cm, in cui l’albero non c’è più ed il contadino non si trova in primo piano
come accadeva nel primo dipinto, ma è più lontano e si trova posizionato sulla destra.
La scena dell'opera si svolge in un paesaggio agreste, dove troviamo un contadino vestito con
pantaloni e camicia blu che incede con passo deciso sull'ampia pianura della Crau, intento nella
semina dei campi: con il braccio sinistro tiene a tracolla un sacchetto di semi e con il destro,
compiendo un ampio gesto, sparge il frumento, di cui si nutrono anche i gabbiani e i corvi. La
figura del seminatore, che feconda la terra con i suoi semi e genera vita, era in effetti
particolarmente amata da van Gogh. Sull'orizzonte, infine, sta lentamente scomparendo il disco
solare, il quale inonda tutta la scena con un giallo infuocato e carico, quasi sfolgorante.
Anche in questo caso, alle spalle del contadino che sta seminando il campo c’è il sole che splende,
anche se ormai è quasi l’ora del tramonto.
Particolarmente interessante è l'impianto tecnico del dipinto. Il colore, ad esempio, è
audacemente autonomo rispetto ai soggetti presenti: nel quadro, infatti, si verifica uno scambio
cromatico tra cielo e terra, con il cielo tinto di un giallo carico ed il campo striato di venature
azzurre, blu e viola. Van Gogh, oltre ad abbandonarsi completamente al contrasto di queste tinte
complementari (esaltando, in questo modo, le qualità luministiche del dipinto stesso), impiega poi
linguette di colore con un andamento leggermente tondeggiante, assolutamente coerenti con la
sagoma del disco solare, «come se dall'astro si sprigionasse una forza benefica, vivificante, che
coinvolge tutto».
Infine, completa l’opera il giallo acceso del sole e del cielo, colore che troviamo spesso nelle opere
di Van Gogh.
Fiori, cieli stellati, rami d’alberi, campi di grano, vigne, terrazze, case e contadini sono tra i soggetti
più amati dal pittore olandese e oggi, tantissimi dipinti che raffigurano queste scene e soggetti
sono considerati tra i più importanti e costosi al mondo. Pensiamo per esempio alla “Notte
stellata” del 1889, “Iris”, “Ramo di mandorlo fiorito” realizzato nel 1890, “I mangiatori di patate”
del 1885, “I girasoli” datato 1888-1889, “Campo di grano con voli di corvo” del 1890, “Terrazza del
caffè la sera, Place du Forum, Arles” del 1888 oppure il dipinto “Notte stellata sul Rodano”.

Si tratta di un soggetto semplice, che illustra un momento fondamentale della vita agreste.
Tuttavia, l’intento dell’artista andò oltre la celebrazione veristica e sociale di un lavoratore dei
campi. Di quest’opera, infatti, non sfugge un possibile significato simbolico e spirituale: seminatore
è colui che agisce per creare nuova vita, nuovo cibo, è una figura positiva dell’uomo attivo che
costruisce il bene. D’altro canto, non si può nemmeno escludere un riferimento diretto al
seminatore di cui parla una parabola evangelica, che paragona il contadino a Dio che getta sulla
terra il seme della salvezza. Per il pittore la vita del grano è molto simile alla vita dell’uomo, poiché
entrambi nascono, crescono, invecchiano e muoiono.

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