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LA PITTURA DI MERCATO

Lucia Corrain

Oggetto di studio: ciclo composto da cinque dipinti realizzati da Vincenzo Campi tra il
1580-1581 vicino ad Augusta.
Questi quadri hanno una caratteristica singolare → mettono in scena soggetti di tipo
“popolare” → tipo di quadri destinati ad una clientela d'élite.

In ambito letterario → il poema epico-cavalleresco del Morgante di Luigi Pulci ha


influenzato in ambito italiano Teofilo Folengo (monaco), autore di un'epopea satirica che
narra le avventure di Baldus → un gigante.
In Francia → Francois Rabelais (monaco) autore di Gargantua et Pantagruel → serie di
cinque romanzi della prima metà del '500, l'opera è una satira con un linguaggio semplice e
vivace. Nell'opera di Rabelais le immagini del mangiare, del bere, del nutrimento, sono
connesse alle feste popolari; il mangiare e bere non appartengono alla quotidianità
dell'individuo. Immagini di forte tendenza all'abbondanza.

A partire dal XVII sec. (1600) → gli alimenti non saranno più parte della “pittura di
genere”, ma diventeranno parte integrante del genere “natura morta”: spogliati dalle figure
umane, i prodotti edibili e i loro oggetti d'uso (coltelli, ciotole etc.) diventano forme capaci
di instaurare un discorso che implicherà una riflessione.

PARTE PRIMA
IL CIBO E LA RAPPRESENTAZIONE PITTORICA

1.
DIPINGERE IL MERCATO

Mercato → essenza stessa della città, luogo dell'incontro e dello scambio.


In pittura la scena di mercato trova uno dei suoi prototipi nel castello di Issogne, in Val
d'Aosta, databile tra la fine del 1400 e l'inizio del 1500.
E' nella capitale dei Paesi Bassi, Anversa (primo mercato nel mondo nel 1500), che la
pittura di mercato prende forma e si sviluppa per poi diffondersi verso le altre aree europee.

1. MOLTEPLICI SGNIFICATI DELLA PITTURA DI MERCATO

I mercati di Aertsen e Beuckelaer sono costruiti con punti di vista che offrono un'estesa
inquadratura: oltre alla vendita, essi includono la grande piazza, spesso anche gli edifici che
la circondano. Al contrario, possiamo trovare scene di mercato dove l'inquadratura si
restringe, soffermandosi maggiormente sui prodotti e venditori.
Alcune opere di Beuckelaer → rappresentazione dei generi edibili con una visione zenitale
→ es. fig.5-6-7, rispettivamente → alleglria aria, acqua, terra.
Nella maggior parte delle entrambe modalità di rappresentazione si riscontra una duplice
articolazione: profano sul proscenio, sacro sullo sfondo → rottura della tradizionale
gerarchia tra sacro e profano.
Innovazione introdotta per primo da Pieter Aertsen.

Camere di retorica: uno spettacolo nello spettacolo del mercato.


1.2 LA REAZIONE ITALIANA ALLA PITTURA DI MERCATO DI ANVERSA

Pittura di mercato di Anversa → sembra racchiudersi in un arco cronologico di poco più di


un secolo, tra il 1550 e il 1650 circa.
Si diffonde rapidamente e specialmente in Italia. Sono soprattutto i dipinti arrivati alla corte
parmense dei Farnese a svolgere un ruolo attivo nel rinnovamento della produzione di alcuni
artisti. Un primo gruppo di quadri (7 scene di mercato di Beuckelaer) raggiunge Parma già
nella seconda metà del '500. Tra gli artisti che si poterono di conseguenza con queste opere
originali, c'era Vincenzo Campi. Poi Agostino, Annibale Carracci e Passerotti.

1.3 VINCENZO CAMPI E LA PITTURA DI MERCATO

Tra questi artisti è soprattutto Vincenzo Campi (Cremona 1530-1591), a partire dagli anni
'70 del '500 e dopo una carriera dedicata a importanti commesse religiose, a volgere la sua
attività artistica sul versante dei prodotti edibili, rappresentanti solitamente in un contesto di
mercato. Opere che riscuotono immediato successo. Tra le numerose tele, due cicli
raffiguranti singole scene di mercato sono arrivate a noi in forma + o – completa:
– 1 Il ciclo di Brera (fig. 11-14)*
– 2 Quello del banchiere tedesco Hans Fugger (tra 1578-1581)
*1 → caratteristica peculiare: questi quadri sono rimasti nella casa dell'artista fino alla sua
morte. Questi svolgevano il ruolo di pietra di paragone: costituivano il modello a cui si
rifaceva all'occorrenza Vincenzo Campi, con successive varianti, alle sempre uguali
richieste della committenza.
Rispetto ai prototipi fiamminghi emergono alcune differenze:
– 1 Il mancato inserimento dei mercati nell'adeguato contesto urbano, a favore di
ambientazioni naturalistiche e scenari campestri privi della folla rumorosa e di
acquirenti.
– 2 Totale cancellazione delle scene religiose poste dai neerlandesi sullo sfondo del
quadro. → questo sembra trasformare le opere di Campi in opere del tutto laiche.
Egli sullo sfondo crea scene collegate a quella in primo piano.

L'ingresso dei dipinti provenienti da Anversa in Italia ha portato gli artisti italiani verso una
visione del mondo verista. Trascurando apparentemente la narrazione storico-religiosa. Ma
si accentua però la volontà di “nascondere” dietro ogni dettaglio della natura significati di
valore chiaramente simbolico.

PARTE SECONDA
IL CICLO DI VINCENZO CAMPI PER HANS FUGGER

0.
I DIPINTI SPEDITI A KIRCHEIM

La serie di dipinti realizzata per il banchiere Hans Fugger è l'unica ad essersi conservata
integra. Custodita nella Speisensaal del castello di Kircheim, non lontano da Augusta e
Monaco di Baviera, dove le aveva poste Hans Fugger. Serie composta da cinque tele (fig.15-
19): una con un mercato di terra, tre di acqua e una di aria.
Queste scene di mercato sono state variamente interpretate come rappresentazioni delle
stagioni, del carnevale, della quaresima. Una cosa è sicura: queste tele mostrano un preciso
sistema di organizzazione delle tipologie alimentari:
– 1 mercato di frutta e verdura → assembla quanto di commestibile produce la terra
– 2 mercato dei pesci → parla dell'ambiente in cui questi vivono → acqua
– 3 mercato dei volatili → aria + fuoco → incarnato dalla cucina che è presente però
solo nel ciclo di Brera (fig.14)

Nel passato tutte le componenti della natura erano disposte secondo una scala di valori →
comunemente definita “grande scala dell'essere”, in base alla quale ogni prodotto del
mondo occupava una specifica posizione che ne determinava il grado di maggiore o minore
nobiltà. Terra, acqua, aria, fuoco. Partiamo quindi dal quadro che tematizza l'elemento più
basso: la terra: La fruttivendola.
1. IL MERCATO DI TERRA
1.1 La fruttivendola

Possiamo identificare con precisione ogni prodotto presente e scoprire che rappresentano ciò
che la terra produce nelle quattro stagioni: pesche, ciliegie, pere, melanzane, more, meloni
per l'estate; nocciole, mandorle, mele e uva per l'autunno; asparagi, fave, carciofi per la
primavera; cavolo bianco per l'inverno.
Da una lato può sembrare la celebrazione della fertilità della natura in ogni sua fase,
dall'altro questo assemblaggio risponde alla logica dispositiva e gerarchica della “grande
catena dell'essere” per quanto riguarda l'elemento terra.
Nella parte più bassa → verdure meno nobili di cui si consuma il bulbo che si sviluppa
sottoterra, → successivamente troviamo le verdure di cui si mangiano le foglie e poi quelle
che emergono dalla superficie terrestre. Nel settore più alto infine troviamo la parte più
pregiata del mondo vegetale → la frutta, che cresce lontano dalla terra.
Ci sono però alcune eccezioni: ciliege nel settore delle verdure e melanzane nel settore più
alto, della frutta → queste due sembrano infrangere l'ordine.
Altra eccezione → canestro con mele e melanzane sulla sinistra → spunta un giglio,
innaturalmente in piedi. → si innalza parallelamente all'unico frutto sospeso → lo
sproporzionato grappolo d'uva bianca posto a sinistra. Le pesche sono direttamente
appoggiate sulle ginocchia della fruttivendola e non dentro una cesta come ogni altro frutto.
Inoltre il dipinto ripresenta per tre volte le ciliegie.
Fermiamo ora l'attenzione sulla fruttivendola-venditrice → In primis l'abbigliamento risulta
poco consono per il lavoro che sta svolgendo: la lavorazione del colletto e dei polsini, la
collana in pietre di corallo, l'acconciatura dei capelli...
Mano destra → centro del quadro → sbuccia una mela in modo inusuale → mignolo indica
la buccia già tolta che forma una spirale che riprende l'andamento della strada sullo sfondo.
Lo sguardo della fruttivendola è rivolto altrove, verso lo spettatore. Duplice postura del
corpo che riprende la duplicità dell'abito.

1.2 Una trama di opposizioni

Come spiegare la presenza del giglio? Del tutto fuori dal contesto del dipinto?
Il giglio è più o meno identico a quello rappresentato in un altro quadro di Campi:
L'Annunciazione di Santa Maria Annunziata a Busseto → nel quale il giglio stava a
significare l'idea della purezza di Maria. Il giglio potrebbe rimandare a Cristo → si
contrappone al giglio il grappolo di uva (anche questo rimanda cristo e il suo sacrificio sulla
croce).
Con quale altro elemento dell'opera il giglio entra subito in relazione?
Con le melanzane e mele contenute nella cesta → Una relazione che sottende anche una
rapporto sul piano semantico più profondo. La melanzana per molto tempo è stata vista
come un ortaggio che reca all'uomo vari malesseri e a rafforzare questa lettura in chiave
negativa è la presenza di mele bacate all'interno della cesta. Inoltre sulla melanzana si
pensava che generasse “melanconici umori” e spingesse alla lussuria. Purezza vs Lussuria,
positivo vs negativo. Ripetuta presenza di un altro frutto riconducibile alla lussuria: ciliegie.
Le ciliegie però possono avere un senso anche in termini eucaristici → rosso → sangue →
sangue versato di Cristo.
Pesche → frutto tripartito (nocciolo duro e amaro, copertura del nocciolo e polpa dolce),
rimanda alla Trinità. Inoltre con la buccia vellutata rimanda alla pelle della donna, nel
quadro queste sono a stretto contatto con la donna (non sono nella cesta) e anche il colore
rimanda al viso della fruttivendola.

1.3 UN'AMBIGUA FIGURA NELLE MAGLIE DEL REBUS

La scelta dei prodotti della terra racconta aspetti sia positivi in relazione alla religiosità, sia
negativi se rapportati alla dimensione profana. Come possiamo quindi trovare un senso
dentro a questo denso mercato di “doppi”?
Ci rifaremo alla fruttivendola e potremo constatare che anch'essa risponde a una duplice
logica.
Abbigliamento → lusso parte superiore, semplice parte inferiore.
Postura → in contrapposizione e innaturale pure questa.
Troviamo la risposta nella sua azione → sta sbucciando una mela → sta mondando →
togliendo gli elementi impuri, purificando. → ci rimanda a Maria Maddalena. Non sta solo
mondando la mela, SI sta mondando. Il suo “mondarsi” è allo stesso tempo un “pentirsi”. Il
suo sguardo verso l'esterno, verso lo spettatore, acquisisce così un significato → invita chi la
guarda a fare la stessa cosa → mondare la sua anima dal peccato.
Stato intero della buccia della mela mondata → rinvia al peccato originale (quando rimane
intera c'è la collaborazione del diavolo).

L'osservatore per accedere al mondo di Cristo deve però percorrere una strada tortuosa,
quella mostrata sullo sfondo → lo spettatore viene così invitato non solo a “purificarsi”
come Maria Maddalena, ma anche ad avvicinarsi alla storia di Cristo.

1.4 UN ALTRO SENSO ANCORA

La zucca → può essere portatrice di un altro significato → unica a mostrare il suo interno,
mostra sempre i suoi semi. → fecondità. → sembra essere il tema che “inaugura” il quadro
→ da sinistra → fichi e mandorle ancora nel guscio → sembra simboli di fecondità e
rigenerazione.
Altro aspetto della zucca, negativo → la stupidità → spesso nel parlato popolare, es. “aver
poco sale in zucca, zucca vuota ecc.”
Zucchine in primo piano → rimandano anche queste alla fecondità essendo della stessa
famiglia della zucca.
Fave, asparagi, carciofi, cipolle, scalogno e rape e cavolo (ultimo → nascita)
→ Lussuria poiché si credeva generassero desiderio sessuale. O anche questi fecondità
considerando il contesto del quadro.
2. IL MERCATO D'ACQUA

2.1 La Pescivendola

Anche qui esposizione “innaturale” dei generi alimentari, come in “La fruttivendola”, la
merce non è di “stagione” e non potrebbe realmente essere servita e esposta tutta insieme.
All'interno del ciclo solo la “Pescivendola” dialoga dal punto di vista compositivo con la
Fruttivendola. → presenza di una sola figura femminile spostata leggermente sulla destra,
sguardo verso lo spettatore e posizione del corpo “innaturale”. → si presenta con imponenza
lo storione che assume una posizione di rilievo → sulle gambe della venditrice e
contemporaneamente sulla bilancia. → sembra tra l'altro ancora vivo (coda in su e occhi).

2.2 Uno strano pesce vivo e immobile

Sullo storione sono sorte molte credenze → “pesce con le squame rivolte verso la bocca,
contrariamente al movimento natatorio”. Simile ad uno squalo, ma privo di denti, dorso
rivestito di scaglie. → poteva evocare la leggendaria figura del drago.

2.3 Un'insolita pescatrice di anime

Quale figura femminile può essere accostata al drago? → Legenda aurea di Jacopo da
Varagine. → Diavolo sotto forma di drago nel racconto del sanguinoso martirio di santa
Margherita d'Antiochia. → non passa inosservata la specie di saccoccia che pende al lato
della venditrice, caratteristica per le dimensioni e cromatismo rosso vivo → ricorda il
sangue versato della martire. → parallelismo con sangue versato da Cristo.
Sangue → rappresentato nel quadro in corrispondenza del taglio della carpa → come se
fosse lì a ricordare la lacerazione che liberò la martire.
Piede → messo in risalto quello della venditrice come a ricordare quello di Margherita che
schiaccia il collo del demonio “sarai schiacciato dal piede di una donna” → rimanda a
quello della Vergine che schiaccia il serpente.
Antico testamento → Messia → “pescatore di anime” → così gli uomini sullo sfondo
diventano “pescatori di anime” → ritirano le reti colme di pesci come tante anime da
ricondurre a Cristo che sacrificandosi verrà donata loro la resurrezione.
In quest'ottica possiamo dare un significato ad un altro elemento → carpa tagliata su letto di
rane in primo piano → rane → altro simbolo di resurrezione. La carpa tagliata in due
sanguinante rimanda al pesce eucaristico che evoca Cristo. Come a confermare ciò: cesto di
lucci → lucius → luce → Cristo.

2.4. I PESCIVENDOLI
(fig.18-19)

Assimilabili per collocazione, soggetto e articolazione compositiva.


La differenza più marcata → pluralità e diversità dei venditori → fig.18 l'uomo e la donna
con in braccio il bambino sono disposti in modo da formare un gruppo, nella fig.19 al
contrario la donna con bambino è disgiunta dall'uomo e spostata sulla destra.
Un altro elemento importante e da sottolineare è la differenza di espressione dei volti tra la
Fruttivendola e Pescivendola e i due Pescivendoli, i primi due neutrali, nei Pescivendoli
invece i tre personaggi esibiscono, magnificandole, diverse forme passionali -dolore,
derisione, ingordigia- e seppur inserite nel contesto del mercato, da quest'ultimo se ne
distaccano in maniera evidente in quanto interessati unicamente al proprio nutrimento.
In entrambi → tavolino con pasto popolare.
Attori maschili → trangugiano la zuppa, cappello calato in testa, ciotola in mano, testa
all'indietro e bocca aperta → atteggiamento che suscita le risate delle donne, anch'esse con
un cucchiaio in mano.

2.5. UN BAMBINO CHE PIANGE

Gli uomini prestano attenzione al cibo non in termini di vendita ma solo per il proprio
consumo personale; le donne non si curano del pianto del bambino né della causa del loro
dolore (gambero attaccato alla manina) → gambero unico prodotto ittico vivo e
sovradimensionato. → istantanea di un dolore silenzioso alle orecchie delle rispettive madri.
Sembra un omaggio a Sofonisba Anguissola, che in un disegno del 1554 aveva raffigurato
un bambino morso da un gambero → uno dei primi esempi in presa diretta di un dolore
fisico intenso tanto da provocare il pianto.
Bambino in braccio alla madre → si lega quasi sempre alla dimensione religiosa → (bambin
Gesù in braccio alla Madonna).
Con questa ipotesi di lettura dai dipinti di Campi emerge un significato più profondo → Il
bambino è in azione → respinge e allontana con la forza degli arti inferiori il paiolo e il
tavolino. → respinge in realtà l'ingordigia.
Storione – fagioli → due classi sociali opposte, alta e bassa.
Formaggio → entrambe le 2 classi.

2.6.… E AMBIGUE FIGURE

Entrambe le tele sembrano fare riferimento alla Sacra Famiglia in un contesto popolare
come quello di mercato del pesce.
Fig. 19 → allo sguardo è permesso inoltrarsi sullo sfondo, nella fig.18 no → i contenitori di
prodotti ittici sono resi secondo un punto di vista alto.

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