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Avevo solo 4 anni e il parroco di allora, Padre Betti, volle insegnarmi a cantare
per animare la liturgia eucaristica. Non sapevo leggere, perciò, veniva a casa ad
insegnarmi i canti a memoria. Ricordo la timidezza con cui mi proponevo la
domenica durante la Santa Messa, e gli inevitabili errori di una bambina troppo
piccola e intimorita. Ma l’amore per il canto e ciò che mi veniva sempre detto: “
Hai un dono da Dio che non è per te ma per essere donato a tutti!”, mi fecero
perseverare ed acquistare sicurezza. Successivamente le pazienti e buone suore
pastorelle (ricordo in particolare Suor Gabriella, Suor Giancarla, Suor Candida,
etc…) fecero di un piccolo gruppo di bambine sparse in tutta la parrocchia un
coro di voci bianche innamorate del bel canto liturgico.
Per me l’esperienza del canto liturgico è stata la via privilegiata per l’incontro
con il Signore, la via migliore per imparare a pregarlo. Attraverso le parole dei
canti e le dolci melodie sentivo più forte la Sua presenza nella mia vita e più
facilmente divenne per me un amico inseparabile ed unico.
Ben presto, però, la nostra parrocchia fu privata dalla presenza di queste suore
così speciali:dico questo perché non sono state significative solo per il coro, ma
per tutti i bambini che con il loro pulmino radunavano per la parrocchia. Ricordo
le gite con loro a Roma, al Luna Park, a visitare i Presepi a Natale, il primo ritiro
spirituale in occasione della comunione e cresima,… tutto vissuto come gioco,
come gioia di stare insieme, come scoperta di essere un gruppo di amici. Questo
vivere la parrocchia come persone che amano sentirsi una comunità è ciò che ha
motivato, credo, tutti coloro che ancora oggi collaborano per renderla tale.
Gli anni successivi alla partenza delle suore, le nostre celebrazioni furono così
fredde…
Noi del coretto di voci bianche eravamo ancora piccoli per poter far qualcosa…
Avevo circa 11 anni, quando l’amore per la musica e il canto, e il regalo di una
provvidenziale chitarra, mi fecero tentare l’inserimento nella liturgia di questo
strumento. Padre Giuseppe Tata, parroco in quella epoca, non accolse
favorevolmente all’inizio questa proposta e la ostacolò per parecchio, del resto
nelle chiese non era consentito alcun altro strumento se non l’organo e in
occasioni speciali strumenti operistici, ma certamente non la chitarra. Ma i tempi
cambiano e di fronte ad una liturgia senza canti, si arrivò al compromesso
dell’introduzione della chitarra in chiesa. Misi allora insieme un gruppo di
ragazze per costituire un nuovo coro parrocchiale. Certo, ero senza esperienza né
preparazione alcuna, mio fratello aveva anche lui, nel frattempo, imparato a
suonare la chitarra ed era certamente più bravo di me, quindi il coro tornò a far
sentire le sue melodie nella nostra piccola chiesa. Divenne discretamente bravo,
tanto da venir chiamato nei matrimoni e pagato.
Il mondo del lavoro, però, anni dopo finì con l’impedirmi di continuare ad
occuparmi del coro, ma il Signore aveva permesso che in esso si formassero
persone capaci di continuare il cammino, anzi la preparazione e la passione di
Paolo Attanasio portò il coro a livelli superiori. Giunsero persone come Caterina
Passali con una preparazione musicale, per la prima volta nel nostro coro, da
Conservatorio (diplomata in Chitarra classica mi sembra) e con esperienza in
corali; Suor Agatha, cantante soprano, anche lei diplomata al Conservatorio…
persone che hanno fatto “la differenza” portando il coro a cimentarsi con canti
altamente impegnativi come “La Messa degli Angeli”, vari canti gregoriani,…
Ma, ancora una volta, le persone sono soggette a seguire le proprie strade, chi
quelle del lavoro, chi quelle della famiglia, … ed è così che il coro si è sfaldato.
La domenica mi sono ritrovata sola a cantare con la mia chitarra e con chi, dei
vecchi cori, si trovava a passare. Ho tentato, allora di ricostituire il coro
proponendolo ai bambini, ma la risposta è stata deludente, i genitori non erano
così disponibili ad accompagnare i loro figli ed io non avevo un pulmino tanto
grande da poter fare la raccolta nella nostra vasta parrocchia di chi era
desideroso di partecipare.
Ognuno di loro oggi può dire, come diceva S. Agostino, con convinzione che:
Ovviamente l’invito a far parte del coro è sempre aperto a tutti. Il coro riprende
le prove il primo giovedì di settembre dalle ore 18,00 alle ore 19,30. Per gli
incontri successivi, basta chiedere a me: Adriana Boccacci oppure a Silvia
Vannozzi la domenica dopo la Messa. La scelta del giorno e dell’ora per le
prove viene concordato insieme, in genere, ad inizio settembre.
Adriana Boccacci