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Il coro

La trattazione sul coro che presentiamo procederà in maniera molto sintetica e schematica,
cercando di porre in evidenza solo ciò che è essenziale e più importante.

Cerchiamo innanzittutto di fornire una definizione di coro liturgico. Per coro liturgico
intendiamo qualunque gruppo di cantori costituito per iniziare, educare, guidare
un'assemblea che celebra in canto e per raggiungere quelle note di solennità e di bellezza
che aiutano il fedele a vivere il clima della festa (definizione di Paolo Iotti).
A partire da questa definizione possiamo proporre un'analisi più ampia e dettagliata.

1. Il coro è l'attore liturgico specializzato nel canto di gruppo; esso corrisponde al gruppo
base animatore del canto rituale.

2. Un coro può essere di varia struttura:

a) A UNA VOCE:

- UNICA
solo voci bianche, solo femminili, solo maschili
- MISTA
voci bianche+ maschili, femminili+maschili

b) A 2, 3, 4 O PIÙ VOCI:

- PARI
solo voci bianche, solo femminili, solo maschili
- MISTE o DISPARI
voci bianche+maschili, femminili+maschili

3. Il coro deve avere chiara cognizione del suo ruolo, ossia:


a. Introdurre, sostenere, alternare e animare il canto di tutta l'assemblea
b. Arricchire alcuni canti con forme polifoniche (ad esempio all'inizio e alla comunione)
c. Sovrapporsi a più voci mentre l'assemblea canta all'unisono ( ad esempio l'Alleluia e il
Santo)
d. Sostituire l'assemblea quando essa non sia in grado di rendere bene un determinato rito
(ad esempio l'inno Gloria a Dio). In questo caso l'assemblea partecipa con l'ascolto. E'
importante non assolutizzare e non prediligere questa funzione del coro che potrebbe andare a
discapito dell'assemblea celebrante e della stessa liturgia.
4. Il coro può intervenire in maniera appropriata nei momenti in cui l'assemblea è in
movimento, ad esempio durante la distribuzione dell'Eucaristia: l'assemblea in movimento
canta meno volentieri. L'intervento del coro può anche creare un momento di meditazione, ad
esempio dopo la proclamazione del Vangelo o dopo la comunione.
5. Il coro deve prendere coscienza della sua importanza liturgica come:
a. Stimolo e aiuto ritmico-melodico per tutta l'assemblea, affinché la Parola che si fa canto
possa risuonare nella sua esattezza e nella sua bellezza, esprimendo nel miglior modo la verità
che essa contiene
b. Mezzo indispensabile per realizzare una forma di differenza-contrasto (pochi-tutti) che
esprima l'immagine vera della Chiesa che è articolata, non statica né uniforme
c. Opportunità determinante per creare varietà, qualità, vivacità di forme musicali-rituali in
conformità con l'articolazione rituale di tutta la celebrazione.
6. Il coro non deve essere mai elemento estraneo, di contorno, di lusso e meno ancora deve
appropriarsi tutti i canti della celebrazione.
7. Per compiere bene un tale servizio sarà pure indispensabile trovare il luogo più idoneo
all'interno dell'aula della chiesa. Non è cosa da sottovalutare, e... non solo per "motivi acustici"
(Cfr. IOE 97; PNMR 274; MS 23).
 
3.3. Il direttore del coro

Definita in questo modo la natura del coro liturgico ne deriva che la figura del direttore deve
avere delle caratteristiche ben precise come ben preciso e assai delicato è il servizio che gli
viene richiesto. Alcune di queste caratteristiche consistono in una serie di doti personali
imprescindibili, altre devono essere acquisite attraverso un'accurata formazione che deve
tendere a far sorgere nel direttore del coro competenze

· musicali,
· liturgiche,
· psicologiche e pedagogiche.

Non meno imprescindibili sono le qualità umane che un direttore di un coro liturgico deve
possedere: deve essere un amico, un fratello; elemento unificante dei vari coristi, capace di
conciliare eventuali contrasti; pieno di pazienza, sereno, sempre gioviale e imparziale con tutti.

Nello stesso tempo gli si richiede senso di disciplina, unitamente ad una capacità carismatica di
imporsi senza far pesare l'autorità.

 
3.4. Il solista

Per solista non si intende colui che canta con atteggiamento esibizionistico, ma un buon
porgitore della parola di Dio attraverso il canto.

1. Dovrà essere principalmente un buon salmista. Curerà, quindi, più la capacità cantillatoria
che melodica, affinché sappia dare più spazio alla Parola che alla musica.

2. Dovrà prendere esatta coscienza di essere un chiaro trasmettitore di un testo, piuttosto che
una bella voce.

3. Dovrà conoscere alcune tecniche, perché è chiaro che nessuno può improvvisarsi solista.
Perciò sarà bene che frequenti qualche corso specializzato e sappia esercitarsi personalmente.

4. Le sue funzioni saranno:

· cantare da solo
· alternarsi con il coro e con l'assemblea
· animare e aiutare, se necessario, l'assemblea.

 
3.5. Gli strumentisti

Gli strumentisti sono attori liturgici specializzati nel suono strumentale.

1. Anzitutto devono saper accompagnare, ossia essere di sostegno al canto; non


primeggiare ma piuttosto "essere accanto a".

2. Devono convincersi che per accompagnare un canto rituale è necessario dosare bene il
volume e la timbrica a seconda del significato del canto o del rito stesso.

3. Massima importanza si deve a dare a pre-, inter- e post-ludi, che devono costituire la
giusta cornice del quadro "canto". Improvvisare sul canto sarebbe la soluzione migliore, nel
caso di un solo strumentista accompagnatore, ma dovrebbe farlo soltanto chi è veramente
esperto dal lato liturgico-musicale.

4. In alcuni momenti rituali funzionerà benissimo una musica strumentale senza canto. Ci si
dovrà però organizzare, sia per quanto riguarda i vari momenti rituali, sia per la durata, la
tipologia degli strumenti da usare, la qualità del suono.

 
3.6. Il tecnico del suono

1. Di grande importanza è il ruolo del tecnico del suono, anch'egli vero e proprio animatore
liturgico.

2. Oltre la preparazione tecnica riguardante gli strumenti di amplificazione e diffusione, dovrà


curare la formazione liturgica.

3. Dovrà rendersi conto delle qualità acustiche della chiesa in cui opera.

4. Dovrà essere attento a una giusta distribuzione di toni e volumi, specialmente quando si
diffondono - attraverso un impianto di amplificazione - strumenti, coro, solisti.

5. Dovrà essere in sintonia con l'animatore generale e stare alle sue indicazioni.

 
3.7. La guida dell'assemblea

Il servizio che deve essere svolto dall'animatore dell'assemblea è forse il più delicato fra i tanti
ministeri liturgici che si esplicano all'interno di una celebrazione.

Non si tratta di un esperto direttore di coro o di un solista dalla voce estasiante. Le doti naturali
di una buona voce e la necessaria competenza tecnica possono facilitare chi è chiamato a
guidare l'assemblea ma ciò spesso non è sufficiente, anzi, se assolutizzate, possono indurre a
forme narcisistiche, esibizionistiche che non permetteranno di essere vere guide del canto
dell'assemblea. Procediamo, come sempre, in maniera sintetica e schematica.

1. E' di enorme importanza che la guida dell'assemblea conosca le tecniche di animazione di


massa e che abbia una sensibilità psicologica che gli permetta di comprendere lo stato d'animo,
le reazioni, le capacità e le esigenze dell'assemblea cui si rivolge.

2. Non basta che conosca solo le tecniche di animazione di massa, ma che sia esperto anche e
specialmente nelle tecniche musicali dell'animazione di massa che si esplicano attraverso la
gestualità, la lettura musicale, il colpo d'occhio.

3. Inoltre è bene che sappia compiere una scelta dei canti che faciliti l'intervento
dell'assemblea: non tutti i canti sono adatti, né sono stati composti per l'intervento
dell'assemblea; mentre alcuni sono stati creati e sperimentati proprio per un intervento facile,
spontaneo e immediato dell'assemblea.

4. Perché questo animatore compia un servizio efficace dovrà escogitare sempre qualcosa di
nuovo e interessante per coinvolgere l'assemblea. E' quindi necessario che la guida
dell'assemblea lavori sempre in stretto accordo con gli altri animatori liturgici.
5. Dovrà vagliare opportunamente le modalità per l'insegnamento dei canti all'assemblea.

6. Durante le celebrazioni il suo intervento deve essere deciso ma non invadente né autoritario.
La frequenza degli interventi attraverso le parole e i gesti dipenderà dalle esigenze
dell'assemblea e non da smania di protagonismo che spesso può caratterizzare azione di una
guida più attenta a sé stessa che all'assemblea. Ciò che è importante non è muovere le
braccia, cantare al microfono o dire parole frequentemente inutili, ma coinvolgere l'assemblea
e aiutarla ad intervenire nei momenti propri.

 
3.8. L'animatore musicale generale

Anche l'animatore musicale generale ricopre un ruolo molto importante per la realizzazione di
una intelligente animazione musicale. Il suo è un ruolo di coordinamento e di supervisione. Può
assolvere a questo servizio o il direttore del coro o la guida dell'assemblea. Spesso capita che
un'unica persona ricopra i tre ruoli contemporaneamente: guida dell'assemblea, direttore del
coro e animatore generale, non è cosa facile ma non potendo avere la possibilità di numerosi e
qualificati animatori si può tentare di accumulare le funzioni.

Elenchiamo le caratteristiche e i compiti di questo animatore.

1. L'animatore generale deve sapere coordinare il servizio dei vari animatori musicali: più sono
gli animatori e più è necessaria la presenza di un coordinatore.

2. Gli si richiedono solide competenze sia in campo musicale che in campo liturgico.

3. Dovrà prendersi la responsabilità della programmazione del canto e della musica per le
liturgie non solo con gli altri animatori musicali ma con tutti i responsabili della celebrazione e
in particolare con il presidente e il cerimoniere.

4. E' il primo responsabile della scelta dei canti. E' importante che conosca bene i criteri per
una buona scelta dei canti: ogni scelta và motivata e fatta comprendere sia agli altri animatori
musicali, sia all'intera assemblea.

5. L'animatore generale deve anche distribuire le parti ai vari "interpreti": solisti, coro
assemblea, strumenti. Si preoccuperà quindi di verificare la preparazione dei singoli animatori
musicali.

6. E' necessario che richieda agli strumentisti intelligenza di interventi, specialmente a


sostegno del canto dell'assemblea.

7. Dovrà coordinare gli interventi dei vari attori della celebrazione: soli-coro-tutti (fra i "soli"
ci sono anche il presidente della celebrazione, i concelebranti, il salmista, i lettori, i solisti), gli
strumentisti che accompagnano il canto o eseguono musica di sottofondo o meditativa, gli
interventi parlati.

8. E' importante verificare (anche con l'eventuale tecnico del suono) il funzionamento e la
regolazione dell'impianto di sonorizzazione (amplificatori, microfoni, radiomicrofoni,
altoparlanti). Dove esiste la radio parrocchiale, è importante verificarne gli strumenti di
trasmissione.

9. L'animatore generale curerà anche la verifica della celebrazione attraverso valutazioni


immediate - ossia subito dopo la celebrazione - e successive. solo la programmazione e la
verifica costanti possono assicurare un vero ed efficace servizio di animazione musicale.
 

4. Conclusione

 
Abbiamo iniziato parlando dell'assemblea, chiudiamo il cerchio con una brevissima conclusione
che prende ancora lo spunto dall'assemblea liturgica.

Il servizio di tutti gli animatori musicali che abbiamo presentato sarà veramente tale se avrà
come termine ultimo l'assemblea, affinchè questa possa lodare bene, acclamare bene,
ringraziare bene, ascoltare bene, tacere bene, perchè possa, in poche parole, celebrare bene il
mistero della propria salvezza.

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