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Il litigio

Scheda tecnica
Il percorso si propone di sviluppare le seguenti competenze:

 potenziare la capacità di ascolto, attenzione, concentrazione;


 potenziare le capacità di comprensione e di analisi di un testo;
 potenziare la capacità di interagire con l’argomento trattato sulla base delle proprie
esperienze personali;
 potenziare la capacità di interiorizzazione ed elaborazione dell’esperienza vissuta durante il
percorso;
 potenziare le capacità di problem solving rispetto a determinate situazioni proposte durante
il laboratorio;
 potenziare le capacità di espressione e controllo delle emozioni;
 capacità di accogliere le idee e le opinioni degli altri attraverso i valori del rispetto e della
tolleranza.

 
Luogo di realizzazione:

il percorso si svolge  presso la classe.

Materiale utilizzato:

 fogli A4 colorati;
 pongo colorato;
 sfere di polistirolo;
 pennarelli;
 registratore vocale.

Modalità di svolgimento:

1° INCONTRO: lettura del libro “Il litigio” di Claude Boujon (Babalibri) e forum sul tema del
litigio;

2° INCONTRO:attività manuale individuale; costruzione di un puppet con polistirolo, plastilina e


pennarelli; creazione di un cartellone con le idee dei bambini/e emerse durante il forum
dell’incontro precedente;

3°INCONTRO: lettura e registrazione vocale  di un “vademecum” sul litigio redatto dai bambini/e.

Perché un laboratorio sul litigio:

APPUNTI DI VIAGGIO

All’ interno di una  classe in cui seguivo un alunno , c’era un gruppo di  bambini dalla personalità
molto forte che spesso, durante i momenti di ricreazione e nei lavori di gruppo , tendevano a
scontrarsi. La causa principale degli scontri che portavano al litigio e a manifestazioni verbali quali:
“Non sono più tuo amico”, “Non gioco mai più con te”, era la tendenza a prevaricare gli altri e la
volontà di imporre le proprie idee. Il bambino che seguivo rientrava nel gruppo: anche lui aveva
la tendenza ad imporsi ma, quando si verificava il contrasto e c’era la rottura con qualche
compagno, provava un grosso senso di frustrazione per il quale era necessario l’intervento.
dell’adulto in qualità di mediatore.
Per tale motivo è nato il laboratorio che porta il titolo del libro con cui ho aperto il percorso e
introdotto l’argomento: “Il litigio” di Claude Boujon.
L’ascolto della storia e l’analisi dei comportamenti dei due protagonisti, Bruno e Bigio, hanno
permesso ai bambini di entrare immediatamente nel tema così si è aperto un forum durato quasi due
ore . Un lasso di tempo piuttosto lungo calcolando che era una classe terza (ciclo primaria) durante
il quale l’attenzione è sempre stata alta. D’altro canto tutti avevano dei litigi da raccontare, quindi
hanno iniziato con il condividere le proprie esperienze personali. A mano a mano che si
confrontavano sono venute spontanee alcune domande sulle quali hanno ragionato.
La prima domanda è stata:
“Perché si litiga?”

Queste alcune risposte:


Aurora: “Si litiga perché abbiamo idee diverse sulla soluzione dei problemi”.
Carlotta: ”Perché non tutti abbiamo gli stessi gusti”.
Giada: “Una volta avevo un quaderno e non volevo che i miei compagni lo aprissero senza il mio
permesso. Una mia compagna l’ha aperto. Io mi sono arrabbiata ma poi abbiamo fatto pace”.
Manuel: “Io litigo con mio fratello, a noi viene spontaneo perché ci facciamo sempre i dispetti”.
Debora: “In prima facevo dei dispetti a una mia compagna perché non l’avevo ancora conosciuta
bene e non mi stava simpatica. Poi ci siamo conosciute meglio. Ora siamo amiche”.
Sumroze: “Io ho litigato con mio fratello mentre giocavamo a nascondino. Dopo il litigio non
sapevo cosa fare da sola, allora sono andata a fare pace con lui”.
Lorenzo: “Io litigo molto con mio fratello perché uno vuole quello che ha l’altro”.

“Come ci si sente quando si litiga?”

Francesca: “Io litigo con le mie sorelle e quando succede mi sento triste”.
Letizia: “Una sera ho litigato con mia sorella a causa della tv. Siamo andate a letto arrabbiate. Io mi
sentivo molto male”.
Tommaso: “Quando litigo sento male in tutto il corpo”.
Manuel: “La giornata non è completa quando si litiga e sento il mal di testa”.

“E’ facile fare pace? E se ci si vergogna?”

Matilde: E’ difficile fare pace perché ci si blocca e ci si vergogna. A volte capita di dire durante un
litigio: ”Basta, non sono più tuo amico!”.
Roxana: “Ho litigato con una mia compagna. Il giorno dopo abbiamo fatto pace. Ho fatto io il
primo passo perché le voglio tanto bene”.
Gabriele: “Quando litigo con mio fratello, facciamo pace perché ci aiuta la mamma”.
Sumeroze: “Quando mi vergogno faccio pace scrivendo dei bigliettini”.
Letizia: “Io uso una filastrocca quando devo fare pace: Pace, Pace, Mille Patate.
Lorenzo: “Il metodo migliore per far pace quando litigo con mio fratello, è aspettare che lui si sia
calmato. Quando si è tutti tranquilli allora viene voglia di fare pace”.
Debora: “Quando abbiamo litigato e non riusciamo a far pace, possiamo chiedere aiuto a qualcuno
che ci conosce bene”.

“Il litigio è sempre negativo oppure da un litigio si possono trarre anche spunti positivi?”

Carlotta: “A volte i litigi possono essere anche buoni”.


Chiara: “A volte, litigando , si possono trovare dei punti in comune”.
Giulia: “Quando si litiga escono dei lati nuovi del carattere della persona con cui si litiga”.
Giada: “Durante un litigio dici delle cose che feriscono l’altro. Quelle cose sai che non le devi dire
più”.
Letizia: “Quando si litiga ma poi si fa la pace, si può ricominciare da capo e dirsi: -Scusa, non ti ho
conosciuto bene, ricominciamo-“.

“Cosa si può fare per litigare di meno?”

Carlotta: “Per mettersi d’accordo senza litigare, si deve trovare un punto di incontro”.
Lia: “Dobbiamo confrontarci e scegliere l’idea più giusta”.
Giada: “Dobbiamo adeguarci anche alle idee degli altri e non pensare solo alle nostre.

Tutte queste belle idee non potevano andare perdute. Così , insieme ai ragazzi, le ho cucite e ne è
uscito un “Vademecum” sul litigio che fra l’altro poteva essere d’aiuto anche ad altri bambini.
Successivamente sono stati costruiti dei puppets con la plastilina. Ogni bambino/a ha rappresentato
se stesso. Questi puppets sono serviti a creare un breve filmato durante il quale i bambini hanno
raccontato ciò che era emerso dal forum.
Ed ecco il risultato del lavoro.
AUDIOSTORIA

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