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Le Emozioni

Le Emozioni primarie
EMOZIONE CAUSA REAZIONE FISICA PENSIERI

Tristezza Perdita Lentezza, espressione facciale verso il basso Bassa motivazione

Felicità Guadagno Energia, espressione facciale verso l’alto Aperto a nuove idee

Rabbia Qualcosa scorretto Denti stretti, accigliato Pensieri negativi e spiacevoli

Sorpresa Qualcosa inaspettato Bocca aperta, occhi spalancati Sospensione del pensiero

Paura Possibile minaccia Fuga o fermata Scappare o proteggersi

Disgusto Qualcosa di cattivo gusto Naso aggrottato Rifiutare ciò che genera il disturbo

La Lista delle situazioni

- Associa ad ogni situazione l’emozioni che pensi tu proveresti e descrivi cosa pensi ti accada e quali
pensieri avresti:

• Hai litigato con un amico e gli hai detto cose che non pensavi
• Sei stato eletto rappresentante di classe
• I tuoi genitori ti hanno promesso una bellissima vacanza
• Hai preso un voto insuffi ciente nell’interrogazione di italiano
• Tuo fratello ha raccontato qualcosa che hai combinato ai tuoi genitori
• Hai un compito in classe molto importante per la valutazione di
fi ne quadrimestre
• Un amico ti aveva chiesto di uscire con lui, ma si è dimenticato di
avvisarti che ha avuto un altro impegno
• Sei stato punito per non aver aiutato tuo padre a sbrigare dei lavori
• Il tuo allenatore si è congratulato con te per come hai giocato
• Sei con i tuoi amici, inciampi e tutti ridono
• Entrando in classe un amico non ti saluta e si gira dall’altra parte
• I tuoi genitori ti chiedono di impegnarti di più a scuola

La T delle emozioni
La “T delle emozioni” è un metodo grafico per capire come si manifestano le emozioni. Si prepara un grafico come quello che
segue ed assieme si evidenzia cosa si osserva o si sente quando una persona prova un’emozione, un sentimento o si trova in
uno stato d’animo.

La T della Rabbia/Empatia/Felicità/etc.

COSA VEDO COSA SENTO

(esempi) (esempi)

- Viso arrossato - Voce rauca

- Muscoli contratti - Tono di voce alto

- Ciclia aggrottate - Frasi:”Basta!”


La tecnica della Tartaruga
E’ una tecnica racchiusa nella storia che segue.

È la storia di una piccola tartaruga. A questa piccola tartaruga piaceva giocare da sola e con gli amici Le piaceva
guardare la televisione e andare fuori a giocare, ma non le piaceva tanto andare a scuola. Starsene seduta in classe
ad ascoltare per tutto quel tempo il maestro non le piaceva. Era durissima. Spesso la tartarughina si arrabbiava con
i suoi amici. Le prendevano la matita, a volte la spingevano o la infastidivano e, quando succedeva si arrabbiava
proprio tantissimo. Spesso rispondeva con la stessa moneta o diceva cose cattive. Dopo un po’ gli altri bambini non
vollero più giocare con la tartarughina. La tartarughina rimase spesso da sola nel campo di giochi ed era fuori di sé.
Arrabbiata e confusa si sentiva triste, perché non riusciva a controllarsi né sapeva come venire a capo del
problema. Un giorno infine incontrò una vecchia e saggia tartaruga che aveva trecento anni e viveva ai margini del
paese. La tartarughina le disse: – Che cosa posso fare? Per me la scuola è un problema. Non riesco a comportarmi
bene. Ci provo ma non ci riesco mai. – La vecchia e saggia tartaruga le disse: “Dentro di te c’è già la soluzione al
problema. È la tua corazza quando sei fuori di te o ti senti molto arrabbiata al punto da non riuscire a controllarti,
puoi andare dentro la tua corazza. Quando sei dentro la corazza puoi calmarti. Quando io entro nella mia – disse la
vecchia e saggia tartaruga faccio tre cose; mi dico di fermarmi; faccio un lungo respiro, e se necessario ne faccio un
altro; poi mi chiedo qual è il problema.” La vecchia e saggia tartaruga praticò questo metodo con la tartarughina.
Quest’ultima disse di volerlo provare al suo ritorno in classe. Il giorno successivo ecco che mentre sta facendo il
suo lavoro un bambino si mette ad infastidirla. Comincia a sentire la rabbia che sale dentro di lei; ha le mani calde
e il battito più veloce. Ma si ricorda quello che le ha detto la vecchia tartaruga. Così ripiega mani e gambe nella
corazza, dove c’è pace e nessuno potrà disturbarla, mettendosi a pensare sul da farsi. Fa un lungo respiro e,
quando esce dalla corazza vede il maestro che le sorride. Ripete più e più volte il sistema. A volte riesce a volte no,
ma a poco a poco la tartarughina impara a controllarsi usando la corazza. Fa nuove amicizie e comincia ad
apprezzare di più la scuola perché adesso ormai sa come gestire la rabbia.
- Le regole di classe

- La lista dei complimenti

ESERCIZI PRATICI SULLA GESTIONE DELLA RABBIA IN CLASSE

1)Drammatizzazione di un gioco per l’educazione alle emozioni tratto dal programma PATSH

(Da “Emozioni distruttive” Goleman, Dalai Lama Edizioni Mondadori)

Alcune indicazioni.

Dopo aver raccontato la storia della tartaruga, si fa recitare ai bambini aiutandoli di volta in volta a prendere la parte della
vecchia tartaruga saggia, della tartarughina, e dell’insegnante. La storia viene così recitata da punti di vista diversi e
compresa nei vari aspetti. La storia riguarda alcuni punti importanti per le attività di educazione alle emozioni:

La tartaruga Insegna a:
– come diventare consapevoli delle proprie emozioni, prima di adottare comportamenti distruttivi
– a diventare più consapevoli delle altrui emozioni e sensazioni
– a riconoscere le emozioni e a controllarle
– come assumersi responsabilità e autoregolarsi
– il prerequisito dell’agire responsabile
La tartaruga stimola l’uso del corpo: fare la tartaruga significa incrociare le mani sul petto (così non si può colpire nessuno) e
respirare profondamente per calmarsi.
Quando un insegnante si trova di fronte ad un bambino arrabbiato, quel bambino di solito non riesce a calmarsi da solo.
L’insegnante può intervenire e prendere per mano il bambino dicendo: ”Vedo che sei molto turbato. Calmiamoci insieme. Io
lo faccio insieme a te. Facciamo un respiro profondo. Ti senti più calmo adesso?“
Occorre ripetere più volte la procedura perché i bambini interiorizzino questa tecnica di base.. Se i bambini non imparano a
calmarsi quando sono veramente turbati, nient’altro di quanto si può insegnare loro sullo sviluppo morale o sulle sensazioni
potrà avere un seguito.

2) IL CESTINO DELLA RABBIA

È un’attività legata alle emozioni che i litigi tirano fuori e all’importanza di visualizzarle, addomesticarle e dialogarci. Il
“cestino della rabbia è un’attività rituale e comunitaria in cui i bambini costruiscono un oggetto totemico, il cestino, dove
poter collocare le loro emozioni negative, in modo da creare un dialogo comune con le stesse.

La costruzione dell’oggetto simbolico, il cestino, è molto importante perché diventa un’occasione per il gruppo di attivare
una sorta di consapevolezza dei vissuti negativi, spesso visti semplicemente in termini di colpa.

La rabbia, da questo punto di vista, è l’emozione più vicina all’aggressività ed è spesso fortemente presente nei litigi.
Individuare uno spazio simbolico dove la rabbia, in maniera comunitaria, trova una sua collocazione, diventa l’occasione per
il gruppo di crescere e di sostenersi reciprocamente, vivendo un’esperienza di condivisione anche nella difficoltà del
confrontarsi con le proprie emozioni difficili.

ESERCIZIO SULLA COOPERAZIONE

1) RISPARMIO – PIEDI

Obiettivo:

– cooperazione o contatto fisico

– coordinazione del movimento o divertimento

Materiale: nessuno

Partecipanti: gruppi di cinque

Età: da otto anni in su

Tipologia: moderato

Durata: 5 – 10 minuti

GESTIONE DELLA RABBIA IN CLASSE

Svolgimento

I partecipanti si dividono in due sottogruppi di cinque persone ciascuno. Tutti i gruppi si allineano da una parte della sala o
del campo di gioco.

Al via devono raggiungere il lato opposto camminando con meno piedi possibili (con sette o sei o anche meno).

Non importa chi arriva come primo ma quale gruppo è riuscito a farlo con meno piedi e come i suoi membri si sono
organizzati.

GESTIONE DELLA RABBIA IN CLASSE

Osservazione

È un gioco divertente che richiede molta sfida.

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