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IL CRITICO NELLA VOSTRA TESTA

Gli psicologi hanno scoperto che i messaggi (verbali e non verbali) dati ai bambini piccoli possono avere una
forza pari a quella dell'ipnosi, proprio perché i bambini hanno un lo ancora poco sviluppato. Per questa ragione,
spesso ci si riferisce ai messaggi ricevuti nella prima infanzia come a casi di «induzione ipnotica». Di solito il
bambino tende a introiettare questi messaggi in modo integrale, credendovi ciecamente e ripetendoli
mentalmente come se si trattasse di convinzioni proprie, e dimenticando allo stesso tempo chi è stato a
comunicarglieli.
Questo esercizio si propone di aiutare i partecipanti a diventare più consapevoli delle cose negative che conti-
nuano a ripetere a se stessi e che hanno l'effetto di esaurire le energie e di diminuire la fiducia nelle proprie
capacità. I partecipanti vengono incoraggiati a pensare alle origini di questi messaggi, a considerare il fatto che
normalmente si tratta di cose che sono state dette loro o trasmesse tacitamente da figure adulte significa tive,
come i genitori o gli insegnanti, in modo verbale o non verbale.
Facendo questo esercizio, che consente di portare alla coscienza questi messaggi e queste autocritiche, i
partecipanti possono acquisire un maggiore potere su di essi e una maggiore capacità di decidere se sia il caso di
continuare a prestarvi ascolto.

Sfortunatamente, la maggior parte di noi si Poi, nei riquadri a fianco di ogni nuvoletta,
rivolge scrivete
ogni giorno delle critiche severe. Scrivete in quello che vorreste replicare a queste voci,
ciascu- come
Possibili sviluppiIstruzioniObiettivo

na nuvoletta dell'illustrazione i messaggi «Piantala!», per esempio, oppure: «D'accordo,


Esempio: Esempio:
«Sei così stupido!» Critico interiore: «Sei sempre così pigro!»
«Non c'è un giorno in cui tu riesca a fare quello Replica (in modo compassionevole): «È
che importante
dovresti.» che mi riposi un po', perché così, quando
«Ma guarda, ancora una volta hai fatto la cosa ricomin-
sba-

La conversazione dei rimproveri


I partecipanti possono diventare maggiormente consapevoli dell'esistenza di un «critico interiore» e della
«vittima perseguitata», provando a recitare con dei pupazzi o con delle figurine il dialogo abituale che hanno con
se stessi.
Prima di tutto, ciascuno sceglie un compagno. Poi si decide chi dei due inizierà a mettere in scena la sua
conversazione interiore a base di rimproveri. Prende allora due pupazzi o due piccoli oggetti, uno per rappre -
sentare il critico interiore e l'altro per rappresentare la vittima, dopodiché incomincia a recitare la consueta
controversia che si ripete regolarmente nella sua testa. All'inizio il compagno si limita ad ascoltare per cogliere
l'atmosfera generale della conversazione e per sentire quali sono i punti di vista delle due parti. In un secondo
momento (se è il caso) prova ad aiutare «la coppia litigiosa» a trovare una qualche sorta di compromesso che
possa soddisfare almeno in parte le pretese di entrambi i contendenti. Sia il «critico» che la «vittima» dovrebbero
essere molto precisi nell'esprimere quello che vogliono. Per esempio, invece di dire: «Mi aspetterei meno critiche
da te e più aiuto» — che è un'espressione troppo generica — sarebbe meglio dire: «L'aiuto che voglio da te è 'x',
'y' e 'z', nel tal modo e nella tale circostanza...».
Sia al «critico» che alla «vittima» si potrebbe chiedere di completare le seguenti frasi:
«Quello che mi irrita di te è ...»
«Quello che mi piace di te è ...»
«Quello che ti posso offrire è ...»
«Quello che desidero da te è ... Allora, lo farai?»
Sta al partecipante, tramite l'esercizio, decidere se il critico interiore gli è utile in qualche modo e anche se
effettivamente vale la pena cominciare a dialogare con lui. A volte capita che il critico interiore dica qualche cosa
di vero, ma i suggerimenti dovrebbero essere sempre attenti e gentili. Sfortunatamente, molti critici interiori
commettono l'errore di voler controllare il comportamento, ricattare o anche annientare la personali tà
dell'individuo. In alcuni casi, il critico interiore risulta totalmente distruttivo e rappresenta semplicemente la

© 1997, Sunderland, Disegnare le emozioni, Erickson Il critico nella vostra testa ■ 79


voce negativa di qualche altra persona che non vuole incoraggiare le buone intenzioni, ma trasmettere solo
P sentimenti negativi. A questo punto, il partecipante può decidere di disfarsi completamente di questa voce
interiore. Il primo passo può consistere nel gettare via il pupazzo che rappresenta il critico, o nel dirgli quanto è
os arrabbiato con lui e quanto siano sbagliate le sue opinioni e che non ha più intenzione di stare ad ascoltarlo. (È
importante che il pupazzo del critico si limiti ad ascoltare queste cose.)
si Ecco un esempio di come si possa trattare con un critico interiore realmente distruttivo:

bil Critico interiore: «Sei veramente inutile e patetico».


Partecipante: «Aspetta un momento, ora ricordo che è quello che mi diceva a scuola la maestra, quando avevo
i sei anni. Non voglio più starla ad ascoltare. Odiava i bambini e non avrebbe mai dovuto fare l'insegnante.
Signora maestra, esca dalla mia testa una volta per sempre. Non Le darò mai più ascolto».
sv La voce di un critico interiore come questo dovrebbe essere distinta da una come la seguente: «Guarda che non
fai tutto quello che potresti fare per te stesso. Hai talmente paura di ogni cosa che te ne stai a oziare tutto il
giorno senza avere il coraggio di correre alcun rischio».
In questo caso risulta chiaro che il critico parla ancora in termini sentenziosi, ma se diventasse un po' più
comprensivo, potrebbe avere qualcosa di utile da dire, come ad esempio: «Vedo che per la tua paura ti impedisci
da solo di avere realmente successo nella vita. Che peccato! Penso che potremmo andare a parlare con qualcuno
che se ne intende di queste cose, oppure potremmo partecipare a un gruppo».
Se questo esercizio ha successo, i partecipanti potrebbero instaurare una relazione meno conflittuale e più
pacifica con se stessi.

La famiglia dei Sé o delle «sottopersonalità»


Ognuno di noi ha un Sé costituito da diverse parti, come il «critico interiore» e la «vittima interiore». A tutte
queste parti può essere dato un nome, come Signor Responsabile, Signorina Cattivo Umore, Signor Arrogante o
Signorina Vuol-Piacere-a-Tutti. Pensate ad alcune delle vostre sottopersonalità e date loro un nome. Poi mettete
in scena il modo in cui normalmente interagiscono l'una con l'altra (o comunque il modo in cui voi pensate che
interagiscano) in una recita con i pupazzi o con le figurine, nel teatro della scatola di sabbia. (Si veda il Glossario,
alla voce «Scatole di sabbia»).

Il vostro nuovo Sé sano (Esercizio di gruppo)


Pensate a una qualche parte del vostro «Sé», ad esempio a una parte assertiva o generosa, della cui esistenza
incominciate a sentirvi consapevoli, ma che vorreste apparisse più spesso. In altre parole, dovrebbe essere un
aspetto di voi stessi che sentite che sta crescendo e si sta sviluppando, ma di cui dovete ancora verificare
l'effettiva validità.
Fare la prova di parti di sé nuove e più forti può servire a ricordarvi quali sono le vostre potenzialità. A questo
punto scegliete un pupazzo o una figurina che rappresenti questo nuovo aspetto del vostro Sé. Poi, quando tutti
gli altri partecipanti sono pronti, provate a conoscere gli «aspetti che si stanno sviluppando» nelle altre persone.
Conversate insieme e cercate di notare come il fatto di trovarvi con persone differenti influisca sul modo in cui
percepite il vostro nuovo «aspetto che si sta sviluppando». Alla fine, discutete di cosa provate nei confronti di
questo vostro aspetto che si sta sviluppando e di cosa avete provato nell'incontrare gli aspetti delle altre
persone.

Nota bene:
Ovviamente, se questi particolari esercizi sono eseguiti in un contesto terapeutico piuttosto che in un contesto
educativo possono offrire un'esperienza più profonda, consentendo una maggiore apertura di se stessi.

Argomento di discussione
Discutete la seguente affermazione di Gendin (1978, p. 67): «La maggior parte della gente tratta se stessa molto
male, peggio di quanto vorrebbe trattare gli altri esseri umani. La maggior parte della gente si comporta come
una guardia carceraria sadica nei confronti della propria parte interiore dotata di sensibilità».
Come ulteriore sviluppo potete eseguire l'esercizio successivo.

80 ■ Il critico nella vostra testa © 1997, Sunderland, Disegnare le emozioni, Erickson

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