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Comunicare non è Parlare – F.

Cocco

SOMMARIO
Apprezzare Sinceramente
Le Difficolta’
Comunicare non è Parlare – F. Cocco

Apprezzare Sinceramente

Non è intimità
Ciò che scopre o tocca
E’ intimità
Ciò che anche a distanza lega

E.S. Gondelirer

L’argomento del sincero apprezzamento è forse l’argomento più importante. Infatti mi


sento di dire che se dovessi avere qualche difficoltà nella comunicazione con qualcuno,
meglio tornare a queste righe e rileggerle.
La regola più importante della comunicazione è che è molto difficile comunicare
efficacemente con qualcosa o qualcuno per il quale non si nutra un qualche grado di
apprezzamento.
Potrai usare le tecniche più sofisticate, le parole più giuste del mondo ma se non c’è
apprezzamento le parole saranno vuote, male interpretate, confuse. I tuoi sforzi saranno
inutili, e costruirai castelli di carta fatti di irrisolti.
Se invece apprezzerai sinceramente qualcuno e avrai costruito una buona relazione,
allora anche gli errori saranno più perdonati, il senso delle tue parole sarà interpretato
meglio, potrai anche permetterti qualche correzione o critica che verrà accettata.
E del resto questo il senso del secondo assioma della comunicazione:
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OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO DI CONTENUTO E UNO DI RELAZIONE 1

E pertanto se il contenuto (quello che dici) non ti restituisce l’effetto che ti aspettavi,
probabilmente bisogna lavorare sulla relazione. Relazione significa “io cosa penso e provo
per te, tu cosa pensi e provi per me”. Va da sé che senza un sentimento di stima,
comprensione e apprezzamento non cè contenuto che tenga. Qualsiasi comunicazione
diventa una sorta di guerra, il meglio che si ottiene è qualche armistizio di tanto in tanto.
Si perché la guerra è qui che si nasconde. La guerra è nel cuore degli uomini, non fuori. E
si manifesta nella comunicazione prima di tutto. Ma non dobbiamo pensare alla
comunicazione tra strateghi o capi di stato. Quando urliamo e lottiamo in casa nostra,
quando imponiamo la nostra opinione, quando distruggiamo l’autostima di una persona
pur di vincere in una discussione, quella è guerra. Quella è la forma di guerra peggiore,
perché non solo avremo fatto un danno a qualcuno, ma quel qualcuno avrà imparato che è
così che si comunica efficacemente. E quindi tramandiamo agli altri o ai nostri figli come
fare guerra. Comunicare e dialogare richiede abilità, ma prima di tutto richiede
comprensione e apprezzamento.
Mio figlio alle elementari era vittima di un bulletto. Io e mia moglie conoscevamo la
situazione familiare del vessatore, una situazione familiare difficile, genitori separati e
madre che faticava a tirare avanti, spesso assente da casa. Di queste cose parlavamo io e
mia moglie con nostro piccolo, stimolandolo a capire le difficoltà del bulletto. Un giorno
tornò da scuola felicissimo. Il bullo era stato ingiustamente accusato e mio figlio aveva
preso le sue difese. Riconoscente, lo aveva invitato a casa per giocare insieme Sono
diventati grandi amici e spesso è venuto a casa nostra per giocare.
Questa storia poteva andare in maniera molto diversa, ma mio figlio ha dimostrato rispetto
e grandezza nel momento importante e di lì in avanti la comunicazione è diventata ottima.
E ha donato alla mia famiglia un grande precedente. Oggi quando si presenta una
situazione difficile, andiamo subito a questo episodio. Un esempio di come si può
trasformare una situazione difficile.
La relazione così creata dura ancora oggi.
La guerra inizia dove due parti sono convinte di avere RAGIONE. Spesso sento dire “ e
allora gli ho detto così e così. Non ho forse RAGIONE?”

1
Watzlawick Paul, Beavin J. H., Jackson D. D. definiscono gli assiomi della comunicazione come proprietà
tipiche della comunicazione che hanno essenziali implicazioni relazionali. Ne hanno individuati cinque.
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Certo che hai RAGIONE. Ma quello che vuoi è vincere? O trovare ACCORDI duraturi?
Non nego che a volte bisogna combattere per i propri diritti, ma nella mia esperienza l’uso
della guerra, verbale e non, eccede di gran lunga la sua necessità. Spesso arriviamo ai
conflitti senza una effettiva necessità, solo perché due posizioni rimangono distanti e
mancano di mettersi nei panni dell’altro. Comunicare efficacemente richiede coraggio.
Per questo cercare il bello nelle persone, nella forma di un apprezzamento, di un
complimento, esplicito possibilmente è la più nobile delle pratiche. E’ una attività che crea
due grandi effetti sia in chi fa l’apprezzamento sia in chi lo riceve.
Chi riceve l’apprezzamento si sente compreso, visto finalmente nelle sue qualità e nei suoi
sforzi. La maggior parte di noi non è apprezzata abbastanza. Passiamo le giornate a
ricevere critiche, a svolgere compiti, a lottare per il nostro lavoro, mantenere gli affetti, per
vivere e sopravvivere. Siamo inondati di critiche e alla fine, diventiamo anche noi quello
che riceviamo. Ricevere un apprezzamento e costruire una relazione è una cosa magica.
Non si è più soli, si diventa compresi e la vita assume il suo vero senso.
Chi fa l’apprezzamento d’altra parte, è costretto a cercare le cose che gli piacciono e che
apprezza dell’altro. Questa è una grande pratica perché noi esseri umani siamo bravissimi
a trovare i difetti o gli errori in qualcuno ma non le cose belle, i motivi per cui le persone
sono apprezzabili. E le persone, hanno, chiaramente, entrambe. Cose buone e cose
brutte. Se vedi solo le brutte, è probabile che il problema sia proprio tu, perché ormai non
riesci più ad apprezzare chi ti sta vicino e quel che succede.
Specialmente quando siamo stanchi, stiamo attraversando un periodo difficile o abbiamo
preoccupazioni, scendiamo di energia e le cose ci sembrano molto peggiori di quello che
sono realmente. In quei momenti dobbiamo stare attenti a quello che diciamo.
Spesso è meglio recuperare le energie e vedere le cose con un occhio più riposato e
fresco piuttosto che parlare quando le nostre emozioni non sono al massimo. Le parole
una volta uscite purtroppo non tornano più indietro.
Ci sono tanti modi per apprezzare qualcuno e costruire relazione.

APPREZZARE MOSTRANDO APPREZZAMENTO SINCERO


E’ la forma più semplice. Cercare cosa ci piace in qualcuno e dirglielo. Non è una cosa
difficile, basta cercare continuamente i punti di forza o le cose belle di qualcuno. E dirle. In
pubblico, in privato, a una persona diversa, apprezzare gli altri è una buona pratica in ogni
circostanza e controcorrente rispetto alla critica pubblica privata e sottobanco.
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Le persone hanno qualità apprezzabili, bisogna trovarle. Più andrai avanti con questa
pratica più ti diventerà facile. C’è uno splendido esercizio che puoi fare subito: pensa a
qualcuno che proprio ti stia antipatico e trova dieci caratteristiche positive di quella
persona. Puoi ripetere l’esercizio con più persone. Per aiutarti usa questa scheda

Uno splendido esercizio. Grazie. Se troverai il coraggio di dire le cose che hai scritto alle
persone sarà splendido.

APPREZZARE CHIEDENDO UNA OPINIONE


Se apprezzi qualcuno, vuol dire che ne riconosci le qualità e quindi di fronte alle situazioni
chiedi cosa ne pensa. “Tu cosa ne pensi?” oppure “Tu come la vedi?”. Le persone hanno
un’opinione su tante cose ma spesso non gli viene chiesta. O non gli è data l’opportunità
di manifestarla. Rispetto e apprezzamento per come le persone pensano è importante. Nel
mio mestiere di consulente nelle Imprese chiedo spesso l’opinione di tutti. So bene che le

Figura 1 Esercizio di apprezzamento e relazione: i partecipanti trovano le caratteristiche positive nelle persone
del gruppo
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persone hanno ottime idee, chi fa il lavoro è l’esperto di quel lavoro e sa molte moltissime
cose che io non so. Le soluzioni migliori si trovano condividendo le idee.
Chiedere un’opinione crea relazione a tutti i livelli. Anche con i superiori o con i bambini e i
ragazzi. Nelle situazioni ingarbugliate mi piace sentire il punto di vista dei giovani e dei
ragazzi. Mi sorprendono spesso per la profondità di cui sono capaci, su tanti argomenti.
Sono convinto che le persone possiedano un’enorme ricchezza interiore che non appare
mai abbastanza e mi sforzo di tirarla fuori. Chiediamo l’opinione delle altre persone più
spesso.

APPREZZARE FACENDO UN DONO


Spesso aspettiamo gli eventi o le feste per fare un dono, ma portare qualcosa di
inaspettato a qualcuno quando meno se lo aspetta, significa dire “ti ho pensato, sei
importante nella mia vita”. Un oggetto, una frase un pensiero, un dono. Non bisogna
spendere molto o meglio, a volte proprio niente. Basta che il pensiero sia pertinente,
sentito e quindi vero, come gli apprezzamenti verbali.

APPREZZARE RICONOSCENDO GLI SFORZI E DICENDO GRAZIE


Le persone spesso fanno grandi sforzi che non sono visti. Questa epoca che premia i
campioni e che sembra avere occhi solo per i primi classificati mette in cattiva luce il ruolo
importantissimo di chi si sforza in silenzio, del turbinoso e costante lavorio nascosto di
ciascuno. Riconoscere l’impegno, la costanza, la meticolosità e gli sforzi delle persone è
vitale e ci aiuta a ricordarci che siamo tutti uniti e che la società funziona bene non grazie
ai numeri uno ma grazie al numero infinito di tantissime persone. Non c’è niente di peggio
di uno sforzo non riconosciuto. Non c’è niente di peggio che andare da un genitore dopo
aver recuperato un’insufficienza e sentirsi dire “hai fatto solo il tuo dovere”. Crea ostilità nel
nostro cuore e nel cuore degli altri.
Ringraziare, dire Grazie, poi non è solo “buona educazione”. E’ riconoscere che il lavoro
degli altri non è mai scontato, è sempre nuovo. Ringraziare, sempre e in ogni circostanza.
Se dimentichiamo di dire grazie ci siamo dimenticati di noi stessi. Per quanto le cose
possano essere difficili, possiamo ringraziare tante persone che ci stanno vicino, per la
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salute o per star combattendo per averla, per essere in un paese senza guerre e per avere
cibo a sufficienza. Ci sono tante cose per cui ringraziare.

APPREZZARE LODANDO IN PUBBLICO


Apprezzare in privato è forte ma in pubblico lo è ancora di più. Ben pochi lodano gli altri in
pubblico mentre è più frequente la critica pubblica che è un gran distruttore della
comunicazione. In realtà sarebbe meglio astenersi dalle critiche pubbliche in ogni caso. E
non è un dettaglio ricordarci che “pubblico” significa “più di 2”. Se siamo in tre dobbiamo
ricordarci che siamo sempre in pubblico. Possiamo usare critica quando siamo più di due
solo in gruppi affiatatissimi, quindi con una relazione e apprezzamento di fondo altissima.

APREZZARE AIUTANDO
Siamo tutti stretti in relazione e aiutare è una grande opportunità per costruire relazione.
Non potrò mai dimenticare la profonda gratitudine quando una tromba d’aria colpi la mi
acasa e tanti amici vennero ad aiutarmi. Ero disperato, il tetto distrutto, gli alberi divelti la
recinzione abbattuta. La loro presenza e il loro aiuto mi diede una gran forza quando ero
disperato. La relazione che avevamo era bellissima ma quel che successe quel giorno non
potrò mai dimenticarlo. Quando si riceve un aiuto inaspettato in un momento difficile si
crea subito una grande relazione. Spesso le persone non hanno il coraggio di chiedere
aiuto. Sta alla nostra sensibilità capire il modo migliore di aiutare le persone in maniera
che non si sentano offese dalle nostre azioni.
E’ poi importantissimo non vantarsene mai o non chiedere nulla in cambio. L’aiuto è
donato, altrimenti è business. Se ci aspettiamo qualcosa in cambio, possiamo stare certi
che rimarremo delusi in quantità e qualità. Quindi aiutiamo se sentiamo il trasporto, o
riflettiamo così da fare nascere in noi il desiderio di aiutare.
Del resto noi stessi siamo figli dell’aiuto. Siamo nati senza aspettative da parte di nostra
madre e padre e viviamo grazie all’aiuto di tante, tantissime persone che lavorano,
preparano alimenti, ci curano, ci danno affetto. Se non siamo grati non siamo neanche
consapevoli della preziosità della nostra vita. Solo per essere in vita dovremmo provare un
forte senso di gratitudine.
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APPREZZARE PERDONANDO
Perdonare è una gran pratica. Significa “vedo così tanta bellezza in te che posso passare
sopra questa piccolezza”. Perdonare quindi ci aiuta a vedere le cose in maniera corretta,
ci allena alla pazienza e ci fa stare meglio. Credo che tutti vogliamo essere felici e non
arrabbiati. Quando perdoniamo ci autorizziamo a stare meglio.
Prima o poi specie nelle relazioni di lungo periodo ci si offende o ci si fa del male. E’
inevitabile. Quello che è evitabile è legarsi al dito le offese e vivere male. E se non stiamo
bene le cose poi diventano difficili. Non è buonismo, le situazioni difficili ci sono e bisogna
bloccarle e lottare, ma perdonare poi, ci permette di vivere meglio e serenamente
Attenzione alla comunicazione. Perdonare non significa dire “ti perdono” che potrebbe
suonare come “sei un deficiente a un livello tale che non vale la pena neanche
arrabbiarsi”. Perdonare significa provarlo nel cuore e, spesso, non dirlo.

APPREZZARE INCORAGGIANDO
Una maniera splendida per apprezzare è dare coraggio alle persone ricordando le loro
qualità. Non c’è niente come un raggio di luce nei momenti difficili. E tutti attraversano
momenti difficili. Una parola di incoraggiamento, una parola di comprensione in quei
momenti crea grande relazione. Spesso quando le persone sono in difficoltà, vengono
abbandonate. E’ umano. Essere vicino e manifestare che “credo in te anche se tutto il
mondo direbbe il contrario” è prezioso e una chiara manifestazione che apprezzi davvero
quella persona.

APPREZZARE GIOCANDO E RIDENDO INSIEME


Quale manifestazione migliore di un sincero apprezzamento del gioco e dello scherzo?
Del ridere insieme? Del passare tempo insieme in allegria? Se sto con te e non sto bene o
non vedo l’ora di fare qualcos’altro, e guardo l’orologio per andare via, forse non c’è
apprezzamento né relazione.
Le persone che si apprezzano amano stare insieme. Magari da soli insieme!
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Le Difficolta’

La vera sfida è affrontare difficoltà crescenti


Senza diventare amareggiati dalla vita stessa

Possiedi un grande potenziale. In verità un potenziale davvero enorme.


Ma questa frase l’hai già sentita tante volte. Allora che senso ha parlare di potenziale?
Il potenziale non ha un senso senza le difficoltà. E’ come se i due fossero le due facce
della stessa medaglia. Allora se vogliamo capire il potenziale, non dobbiamo studiare il
potenziale, che, appunto, è invisibile. Dobbiamo studiare il suo opposto, la mancata
manifestazione del potenziale e la sua causa, cioè le difficoltà. Questo è il vero studio.
Comprendendo le difficoltà e la loro vera natura, comprenderemo il potenziale.

Federica è una splendida ragazza. E’ bellissima e forse lo sa. Ha circa 30 anni, e vive in
una zona isolata, fuori dalla città. Si lamenta parecchio. Afferma di sentirsi sola, non
compresa, lei che ha grandi ambizioni. Teme per il suo futuro. Nessuno la comprende.
Per caso si trova in un meeting in cui persone della sua età parlano dei loro obiettivi e
delle difficoltà che stanno vivendo. Scopre che ciascuno dei partecipanti si sente
esattamente come lei anche se vivono in città. Ha una illuminazione: “non è il luogo dove
vivo che mi fa sentire sola, ma il mio atteggiamento di chiusura. Sono io che non parlo con
le persone !”
Piena della gioia di questa nuova consapevolezza, prende il coraggio a due mani e va a
parlare con gli stessi giovani del meeting, ringraziandoli e chiedendo loro, a ciascuno di
loro, il numero per incontrarsi di nuovo e scambiare delle idee insieme. Federica adesso
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ha amici, anche con interessi simili ai suoi e non ha più la sensazione di sentirsi sola. Ha
capito che era il suo comportamento la vera causa.

In questa storia è racchiusa la vera natura delle difficoltà.


Analizziamola attentamente

STATO ATTUALE OCCULTO: Federica ha difficoltà di comunicazione, è introversa ma


non ne è consapevole, o non è consapevole che la sua introversione è la causa vera della
solitudine che prova.
IDEALE, DESIDERIO : Una vita sociale appagante, non sentirsi più sola.
MANIFESTAZIONE DEL POTENZIALE INESPRESSO: Senso di solitudine, sofferenza,
difficoltà.

Di questi tre aspetti due sono manifesti e quindi studiabili, per Federica, e questi sono IL
DESIDERIO e LA MANIFESTAZIONE DEL POTENZIALE INESPRESSO, CIOE’ LE
DIFFICOLTA E LA SOFFERENZA DEL SENTIRSI SOLA.

Un ASPETTO E’ INVECE OCCULTO: LA SITUAZIONE ATTUALE PER LEI E’ OCCULTA,


O NON LA PERCEPISCE COME CAUSA DELLA SUA SOFFERENZA.
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SONO INTROVERSO
Stato Attuale
occulto

MI SENTO SOLO
Sofferenza
Manifestazione
del Potenziale
inespresso
VOGLIO UNA VITA
CON PIU'
RELAZIONI
Ideale Desiderio
incompatibile con
lo stato attuale

Figura 2 Il vero aspetto delle difficoltà

La situazione presenta quindi uno squilibrio. Ogni squilibrio si manifesta attraverso


difficoltà e sofferenza, alimentato dal desiderio di una situazione migliore.

Manifestazione
Oggi del futuro
possibile

Figura 3 Il Vero aspetto delle difficoltà, evidenziare un limite occulto


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Cosa ha dovuto fare Federica per superare questa situazione? Ha dovuto fare un atto
coraggioso, e cioè parlare con degli sconosciuti a un meeting.
L’ATTO DI CORAGGIO HA SBLOCCATO LO SQUILIBRIO tra Situazione Attuale e
Desiderio. Da quando ha compiuto l’atto di coraggio Federica non solo ha visto la sua
introversione, ma ha visto anche la propria trasformazione e sé stessa prima della
trasformazione. La Federica introversa che ha paura di parlare con gli sconosciuti adesso
è evidente, non solo per quella che è (era!) ma per gli effetti che causava a sé stessa (e
agli altri).

Chiarezza Situazione
delle cause stabile

Situazione
precedente Azione
chiara nelle Coraggiosa
cause

Desiderio Cessazione
Realizzato della Sofferenza

Figura 4- Atto di coraggio e nuovo equilibrio

La situazione ha un nuovo equilibrio. Un equilibrio che un nuovo desiderio squilibrerà


presto.

LA VERA NATURA DELLE DIFFICOLTA’ E’


RENDERE MANIFESTO L’ATTO DI CORAGGIO NECESSARIO PER LA CRESCITA.

E’ molto difficile sopravvivere senza coraggio.


Se il mondo cambia (e lo fa in continuazione) e noi vogliamo sopravvivere, dobbiamo
anche noi cambiare insieme al mondo. Ogni volta sarà richiesto un nuovo atto di coraggio
e un nuovo cambiamento in noi stessi si sarà verificato insieme alla nostra crescita.
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Questo è quel che è successo. Federica aveva una situazione difficile. La situazione si è
risolta, in bene. Ma ci sono altri due film che sarebbero potuti accadere con Risultati molto
diversi.

FILM 1 ACCONTENTARSI E REPRIMERE I DESIDERI


Di fronte alla situazione di solitudine Federica avrebbe potuto accontentarsi e soffocare o
limitare i propri desideri. Accontentarsi dunque e vivere una vita in cui la sensazione di
pienezza non avverrà forse mai. Sento ancora qualcuno dire “meglio non sognare, così
non rimarrai deluso”. Vero, ma non starai neanche vivendo.
Senza desideri dunque non c’è crescita.

FILM 2 MANTENERE IL DESIDERIO MA NON AVERE IL CORAGGIO PER CAMBIARE


Il secondo film vede Federica che diventa una persona frustrata. Probabilmente
incomincia a dare segni di isterismo perche se desidera una vita piena ma non ha il
coraggio di fare le azioni che le permettano di realizzarla, probabilmente cercherà una
ragione per cui non riesce a ottenere quello che vuole all’esterno di sé (il sistema è
sbagliato, sono tutte persone cattive, il mondo è crudele, non ci sono persone che valgono
qualcosa etc etc). E’ anche probabile che Federica sviluppi attaccamenti morbosi nei
confronti di qualcuno, un amico, un compagno. Potrebbe sviluppare così una relazione
“insana” e fragile, che finirà per rompersi. Il nuovo sviluppo di Federica potrebbe essere
che non esistono persone decenti, e potrebbe chiudersi ulteriormente.
Il secondo film è peggio del primo perchè può portare alla aggressività interna e/o esterna.
Non è un caso se sette e gruppi religiosi attingano a personalità di questo tipo per trovare
accoliti disposti a tutto.

I TRE PROTAGONISTI: DESIDERI, DIFFICOLTA’ E CORAGGIO


Allora è chiaro che il Desiderio è necessario, il Problema è necessario, e così il Coraggio e
la determinazione a crescere e a compiere azioni coraggiose per superare le difficoltà
Senza una delle tre ci sono comunque problemi e difficoltà.
Ma se analizziamo questa triade composta da Desiderio, Difficoltà e Coraggio ci rendiamo
conto che:
i desideri sono parte della vita. Non conosco nessuno che non abbia desideri o che non
voglia vedere la propria vita migliorata in qualche aspetto, a qualsiasi età;
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le difficoltà non mancano mai.Fanno parte anche queste della vita. E non conosco
persona, ricca o povera, in salute o in malattia, che non ne abbia;
Il coraggio è la vera chiave di lettura. E’ il coraggio il tassello che può esserci o non
esserci, che può trasformare le situazioni e farle evolvere, e che quando manca rende
impossibile ogni cosa. E’ il coraggio di crescere, cambiare, fare cose nuove, non accettare
scuse e prendersi piena responsabilità dei propri desideri e della propria vita che
dovremmo studiare, ammirare, insegnare se vogliamo costruire un mondo diverso,
migliore, per noi e per gli altri. E’ il coraggio che ci serve, e di cui posso dire di non avere
mai abbastanza.

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