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Possiamo tranquillamente affermare che la nostra umanità genetica avrà il suo naturale sviluppo e
acquisterà completezza, solo e in quanto qualcuno avrà comunicato con noi in modo efficace.
Attraverso il dialogo due giovani, nonostante provengano da famiglie diverse e quindi siano portatori
di differenti tipi d’educazione e di abitudini, oppure, a volte, siano d’altra estrazione sociale, di città o
addirittura di lingua o religione diversa, riescono a raggiungere l’ambizioso obiettivo d’essere coppia,
in altre parole diventare due in uno.
Questo può avvenire soltanto se tra di loro vi sarà un continuo scambio di pensieri, idee, riflessioni,
tendenti alla scoperta e alla conoscenza dell’altro, per arrivare poi alla sua accettazione.
Questa conoscenza non può essere limitata nel tempo giacché, l’essere umano, è in continuo
divenire e quindi anche la conoscenza deve essere continua, perenne. Non si può pensare di
conoscere il proprio fidanzato o fidanzata, ma anche il marito o la moglie in un certo momento e
basta, perché sia le esperienze e i vissuti esaltanti dati dalle gioie e dalle gratificazioni, così come le
avversità, le malattie, le crisi, le tristezze della vita, l’impietoso trascorrere degli anni, ci cambiano
continuamente, costringendoci ad un continuo adattamento. Per tali motivi bisogna che questa
conoscenza si applichi ad ogni momento presente e si proietti nel divenire, poiché ogni uomo ha
bisogno di sentire quello che la sua donna pensa di lui, vuole e cerca da lui o da lui si aspetta e
viceversa.
C’è sempre qualcosa che l’uno può dare all’altro, come c’è sempre qualcosa che l’uno può e deve
ricevere dall’altro. Lo scambio può riguardare le conoscenze, le idee, i modi di essere, le esperienze,
ma può e deve riguardare anche il mondo degli affetti e dei sentimenti indispensabili ad entrambi. E’
attraverso lo scambio che avviene l’arricchimento reciproco. Quando questo scambio viene a
mancare, c’impoveriamo ogni giorno di più, ogni momento di più moriamo, come singolo e come
coppia.
Questo scambio è giusto che sia, in definitivo, paritario, ma non si può usare la bilancia del bottegaio
per pesare quanto ognuno ha dato o è disposto a dare in un certo momento, giacché, la capacità di
donare, non è legata solo alla nostra volontà ma è strettamente connessa alle possibilità e capacità di
ognuno di noi in una data situazione ed in rapporto allo sviluppo affettivo ed umano. Per tale motivo
è corretto affermare che ognuno ha il dovere di dare il massimo possibile nel rapporto di coppia,
com’è altrettanto importante accogliere con gioia e gratitudine quello che l’altro può dare in quel
momento.
Il dialogo è dono
Possiamo aiutare chi ci sta accanto in mille modi: il nostro ascolto, le nostre parole, i nostri pensieri,
gli incoraggiamenti o le osservazioni, lo possono aiutare, più d’ogni cosa, a capire se stesso e i bisogni
di chi gli sta vicino. Ciò lo potrà stimolerà a comportarsi in maniera generosa, corretta, responsabile,
attenta.
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Questo possiamo ottenere dicendo la parola giusta al momento giusto, dando il nostro sostegno e
conforto e soprattutto valorizzandolo. Ognuno di noi ha bisogno che qualcuno valorizzi le qualità e le
capacità che possediamo. Essere importante per qualcuno ci fa sentire bene, ci dà sicurezza, forza,
coraggio, ci fa affrontare meglio e con più grinta, la vita. La disistima e la scarsa fiducia da parte delle
persone più vicine e care portano invece spesso alla chiusura, alla tristezza, all’abbandono, allo
sconforto, alla rinuncia.
Anche il semplice ascolto, se riusciamo ad inserirci nella stessa lunghezza d’onda dell’altro, mettendo
il nostro cuore accanto al suo, è capace di dare un grande aiuto, poiché potrà permettere alla
persona che amiamo di aprire il suo cuore al nostro per scambiare amore, conforto, sostegno,
comprensione.
STRUMENTI DI DIALOGO
All’alba di ogni amore c’è sempre un incontro. Più o meno casuale, lento, organizzato, faticoso,
sognato , preparato, fulminante…è un incontro quasi magico, che fa sgranare gli occhi e liberare il
cuore.
Sono le prime reazioni istintive da cui scaturiscono delle tendenze, dapprima confuse e poi sempre
più precise:
La tendenza a stare insieme
La tendenza a dipendere l’uno dall’altra (non in maniera ossessiva, ma nel senso di pensare e
decidere insieme)
La tendenza alla fiducia
Si profilano poi i primi progetti, sembrano quasi sogni. Sono la conferma della freschezza e della
fantasia dell’amore che sboccia e la loro assenza, nei discorsi o nei desideri, dovrebbe fare
insospettire. “Abbiamo visto un negozio di arredamenti. Quel divano ci pareva già nostro”.
Si comincia a parlare con il “noi”. Nei modi di dire, di pensare o di sognare: e il rapporto cresce.
L’amore è scelta quindi e volontà. Di conoscersi, di sapere, di scoprirsi per come si è.
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Com’è stato il nostro incontro?
Cosa mi ha colpito di te?
Cosa mi piace di te? Cosa amo di te?
Cos’è cambiato da allora? C’è il NOI nei nostri, pensieri, discorsi, sogni?
Come mi pongo quando parlo con te? Sono presuntuoso? Remissivo? Passivo? E tu come sei con me?
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Mi fido di te? O c’è qualche ombra quando mi parli?
Com’è la qualità del nostro dialogo? I toni sono accesi o rispettosi? Riusciamo con i gesti ad accogliere
l’altro?
Di cosa parliamo? Come stiamo vivendo la nostra relazione?
4. VALUTARE
Talvolta la nostra attenzione è posta più sul giudicare che sul valutare.
Valutare, cogliere – cioè – il valore di una persona. Valutare è accogliere.
Giudicare è allontanare.
Valutare è l’atteggiamento di chi si lascia invadere e pervadere dall’altro. Con calma.
Giudicare è tipico di chi vuole apporre la propria etichetta, i propri schemi sull’altro.
Forse si apre uno scenario nuovo.