Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Oktober 1982
=lomansk lnstitut
~0benhavns Universitet
~jalsgade 78=80
~300 Kbh. S Gebyr 5,00 kr.
3
INDHOLDSFORTEGNELSE
Prefazione
A. Introduz·i one
oggi conosciuti. Questa parte della teoria, che fra l'altro si ri-
connette a quella, pure di Rohlfs, della neoromanizzazione di una
grande parte del Mezzogiorno e della Sicilia, è stata modificata
negli anni succesivi alla prima edizione dei SL. Oggi Rohlfs è
~ell'opi~ione (R SL 5ss) che il greco del Salento sia vissut~ ac-
cunto al la-c~1!1o e che tale convivenza abbia affrettato l'erosione
del grico. A lui pare, insomma, che j_l bovese sia il più arcaico
fra i due dialetti greci d'Italia. Così, la penetrazione nel romanzo
calabrese di un numero considerevole di presti ti dal remai co (con--
siderevole se comparato ai prestiti penetrati nel romanzo salen-
tino) costituirebbe una testimonianza significativa dell'antica
forza e vi tali tà del bo ve; se (R NSL 6). Questo cambiamento di opi-
nione dello studioso tedesco è senza dubbio dovuto alle penetranti
analise fatte dal Parlangèli della sua lingua materna salentina. Ma.
P. stesso, citando a conf8rma il grecista francese Hubert Pernot,
non ha dubbi che il 'bovese in alcuni ca.si mo.stra uno sviluppo leg--
germente più avanzato del grico' (P RR 127).
'E spesso .stato osservato come le condizioni geografiche di
una lingua influiscano sullo sviluppo di e.ssa. L'inaccessibilità
del terreno della Bovesia (R SL 76, Rossl-Taibbi 1959 XVII-XX) co-
stituisce senza dubbio una barriera linguistica. anche verso i paesi
rornanz ;_ circostanti. Il Salento, invece, dà prova d i uno sviluppo
linguistico forse più avanzato, anche perché è facilmente accessi-
bile, con la sua conformazione pianeggiante che non ha offerto im-
pedimenti r::aturali ai contatti fra le casate grecofone ed i loro
vicini i talofoni. Pertanto, anche prescindendo dalL1 rispetti va
arcaicità delle due isole linguistiche basta la geografia lingui-
stica - per così dire - a spiegare la presenza in Calabria di un nu-
mero maggiore di probabili arcaismi lessical:L. Sempre in rapporto
al Salento, come osserva P RR 111, da 55 parole arcaiche del R (SL
l. ed.) soltanto 15 sono anche del romaico salentino, cfr. anche
Caratzas 1958 129-144.
Latinizzazione o neoromanizzazione
bjÒ però profondamAnte quando nella seconda metà del sec~ XIII av~
venne una imrn.l.grazio:'lE'ò in Sì c ili a di gentj_ liguri (gallo i ·caJ.:Lar:i) c
piemontesi e france.si (galloromanz.i). L! incorporamento di c_ruE:st.:i
gruppi di stranierj_ avrebbe creato, secondo il Rohlfs, una nuovE; re-
mani tà o~ se si vuole, una Eeolatini zzazione, in ccmp:l esse. se:c1c:;::~E
(nel senso dì Bartoli) rispetto al romanzo meridionale i.n gcor,er-e;
:LI siciliano dice dumani invece di crai, usa habere per tenere,
invece dj_ cauu, ecc. (per un quadro sinottico della problemstics
cfr. Palermo 1968).
Anche la funzione del romaico come barriera opposta ad eme reé .
latinizzazione della Sicilj_a, proveniente dal nord, viene sottol:i-
neata dal Rohlfs: l'immigrazione infatt:L gj_unse in Sj cilis dal
In una serie di. articoli (cfr~ R SL 63r.s~ H Studi 246-272) i~L
ha aggiunto ancora dGlle prove in merito, fra cui la dj_v:csi_o,-,e
Calabria in una zona settentrionale arcaica ed una merj_di. ona~èe p::·
giovane ( seriore) . Si tratta della già me:1zionata linea li:cgui stù:2.
Nicastro-Catanzaro che non solo dimostrerebbe l' sstensione ma.ss5.r:'a
della liEgua greca nel passato, ma j_ndicherebbe anche fin.o a do'J"
sia parlata una ling.la dj_ vera discendenza latina (R Studi 236) . A~
sud di questa linea il romanzo sarebbe appunto di discen.denz<è te.,·,'c
latina e probabilmente si sarebbe esteso fino a quel limi te ':i: : _..
lendo dalla Sicilia attraverso lo Stretto.
12
B. Argomenti linguistici
A 'dorico'
Secondo R SL 158ss l'antico dialetto dorico che sta alla base
del romaico odierno ha lasciato delle testimonianze ancor oggi rin-
tracciabili; 1n' simile residuo è la conservazione dell'~' 'dorico'
il quale nel greco balcanico ha dato n , p. es (R NSL 4, 93ss, R GSDI
lla) nel bov. pasta (di rraKTa = rrnKTn ) , lan6 (di Àav6ç = Ànv6ç ) e
nasioa (di *vaol.6a=v110l.6o: ) • Kaps BZ 32ls cerca di aumentare il nu-
mero di dorismi; i suoi esempi daR GSDI lla giudicati 'discutibi-
li'. I dorismi di R sono stati negati soprattutto per via etimolo-
gica di Alessio. Il P (FLR 112) ritiene che i dorismi sopravvissuti,
specie quelli in -~-. siano troppo sporadici per fornire informa-
zione sicura sull'età e sulla provenienza del romaico. Cfr. Tsopa-
nakis 1955 55-57, Kahane 1981 lll.
Consonante geminate
Questo fatto molto discusso è specialmente stato trattato da
Caratzas 79-143. Si è d'accordo, pare, che le consonanti antiche ge-
minate già nel greco ellenistico hanno cominciato un lento sviluppo
verso lo scempiamento; le geminate però sono state mantenute in una
zona periferica coprendo l'italogreco, i dialetti del Cipro, Rodo,
Scarpanto, Cos, Icaria e Chies (dialetti dell'est). Ora, secondo Car-
atzas uno dei primi passi dello scempiamento fu pp<p , che oggi vale
per tutta la Grecia salvo l'i tal o greco. Un'iscrizione (o o o o; ) della
colonia tarentina Eraclea dal IV sec. a. C. è stata accostata al
gri o odierno ossopu 'quando' (daR NSL 62 sulla scorta di Caratzas
94ss ma rifiutata da P RR lo9). P osserva (P RR 126) che il romaico
con il greco balcanico innova nei suffissi verbali -ano, -~, -ino
(invece di -.§.Q!22, ecc.): R GSDI 52 e Kaps BZ 327 vuole che lo scem-
piamento in questo caso sia dovuto all'accento. Per commenti alla
conclusione di Caratzas, v. P 1959a 75ss con esempi da iscrizioni si-
ciliane. Cfr. R SL 167, R GSDI 75, Aerts 1965 l2o n.l, Falc DRB 226,
R 1976a 355, Caracausi l98o.
14
Assimilazione di ve 1:1:
Esistenza dell'infinito
L'infinito verbale è stato sostituito in tutta l 1 area del neo-
gr·eco d2 una proposizione subordine.ta ècpo il verbo reggente, del
tipo (voglio dormire ~) 'voglio che dormo'~ Eccezione unica è il
IVIezzogiorno dove l' i.nfini to a:r:cora è obblìgator.to dopo bov: sònno,
otr: sòzo (rio pcsso'), e fa col tati vo Ciopo c8.nno ( 1 io faccio')~ l-çuc
(
1
io sento 1 ) bov: fsolJ:!_, otr: ~ ('io so'), afinno ( 1 .io lascio')
e è ho ('io ho da.,.'). Nei casi fa col tati v:i il roma ice usa anche la
perifrasi del neo greco con na (=::\?a. 'che') .. Lo .stato della lingua
greca che il romaico riflette con questo .suo tratto risale secondo
R NSL 76-78 ai primi .secoli d. C., v. R GSDI 148, )18. H GSDI 318
aggj_unge che la possibilità di usare 1 1 infin.i to ec.ìste anche dopo
bov: eelo, otr: telo (rio voglio') ed Jrta ('io sono venUto') ed
inoltre nelle proposizioni interrogative dirette e indirette. L'in-
finito in uso facoltativo sono quello dell'aoristo, caratteristico
anche del pontico. Secondo P RR 114 la costruzione con l'infinito
dell t aoristo sia ormai tanto rara da non dimostr·are niente [ sic!].
P. cita Herselj_ng, secondo cui l 1 infinite scOI:lparve solo dopo il
XVI sec., mentre R GSDI 318 fa risalire una prima sostituzione
dell'infinj_i;o ai primi due secoli d. C. F'alc DRB 29oss riferisce le
ricerche dello Hatzidakis dooumantando un numero cospicuo di esem-
pi di uso moderno dell':i.nfinito (dal XII sec. ad oggi), in primo luo-
go però come perifrasi del futuro, ma anche come parte del perfetto
e del piuccheperfetto. Falc DRB 29oss osserva che l'uso dell'infini-
to in bovese è ristretto ai verbi reggenti di sònno, 8elo ed èho
16
àntico, non "è dei tutto chiaro. In R 1964, s.v. 6 s.i J..e~;ge;
'Der Pluralartikel e ~ ol. ist durch di.e Konfusion
Lmd a L als fem. Artikel' .
Metafonia
In tutta la penisola salentina la~ lat. si è dittongizzata,
mentre invece la Q soltanto nel nord dà luogo a uo (ma nemmeno la
dittongazione di ~ è stata applicata dappertutto con uguale conse-
guenza, v. R NSL 142). Il P RR l6o-63 ne deduce che la dittonga-
zione di ~ sia anteriore a quella di Q., che cioè la dittongazione
di Q non fosse ancora cominciata quando i colonizzatori greco-bizan-
tini si sono avviati verso l'Italia, formando con la loro presenza
alloglotta una barriera che impediva alle innovazioni provenienti
dal nord di inoltrarsi nel sud. Sec. il P la dittongazione di ~ co-
minciò a propagarsi nel VI sec. Per R NSL l4ls ambe i dittonghi sono
sorti allo stesso periodo, ma la fortuna del gruppo ie sarebbe do-
vuta a delle cause "fonico-eufoniche" per cui ie fosse più adatto
ad essere assimilato da un sistema fonetico diverso da quello ini-
ziale, più conforme ad altri sistemi fonetici, più facilmente esten-
dibile a loro. Il punto di vista parlangeliano viene applicato anche
ad altri elementi del sistema vocalico in RR 122-23, P Stor Ling
31-35, 46-52. Cfr. Bonfante 1954 94-lo5 (sul sistema vocalico dei
nostri dialetti), R Studi 256, Mancarella 1979, Mocciaro l98o 296-98
(riassunto), Lausberg 1974 (per le implicazioni della zona calabro-
lucana).
~~é=~~~~~~~~=~~gé~è~~~~=~~é=~2illg~~~
(Per un'orientamento generale sul rapporto fra greco e latino v.
Bonfante 196o (enumera 24 esempi di contatto greco-romanzo))
obietta che non sia legittima supporre un'influsso greco sul roman-
zo in questo caso, dato che il romanzo della Corsica e della Sar-
degna mostra anch'esso il procedimento con l'imperfetto. R NSL 88
n 264 risponde che per queste due isole si tratterebbe piuttosto di un'
alternativa stilistica al tipo romanzo corrente del condizionale,
mentre per il Salento e la Calabria il nostro tipo è l'unica possibili-
tà per esprimere questa variante della proposizione ipotetica. Per
la Calabria il R non dubbia di influssi esercitati dal sostrato
greco, per il Salento, invece, il R si immagina non un vero feno-
meno di sostrato per la grande estensione del tratto in questione,
ma preferisce parlare di un calco linguistico dal greco una volta
in uso in vaste zone del Mezzogiorno. Da quando la popolarità della
forma nel Mezzogiorno è diminuita sono rimaste quelle isole lingui-
stiche che ancora presentano il tipo, isole che il P non si era con-
vinto che si sarebbe potuto spiegare in base alla teoria rohlfsiana.
Per la datazione del fenomeno è da rilevare che la presenza del
tipo in tutta la penisola salentina comporta l'introduzione di esso
dopo l'unificazione del Salento (concetto parlangeliano: "o ante-
riormente al frazionamento del territorio o posteriormente alla u-
nificazione secondaria di esso 11 P RR l6o), per cui si potrebbe chie-
dere almeno una spiegazione che dà conto della provenienza del feno-
meno. Cfr. R GSDI 321 e 322, Studi 257, 3o6-15, NSL 85s,P StorLing
78-81.
L'infinito
Dopo verbi semanticamente corrispondenti alla classe verbale
greca del tipo 8Éf..w ·va (ma non in quelli del tipo YOJ.ll1;W ~H ) , i l
romanzo del Mezzogiorno, fino a Bo km a nord di Bari e fino a llo
km a nord di Aspromonte mostra gli stessi procedimenti per subordi-
nazione come le isole linguistiche greche, v. qui p 15. Vuol dire,
notaR NSL 78, che dopo potere si usa sempre l'infinito e dopo fare
e sapere l'uso oscilla fra l'infinito e la subordinazione. "Al con-
trario delle regole greche" (= romaiche, R loc. cit.) dopo sentire
e vedere si ha sempre e soltanto l'infinito. Cfr a. R SL 59ss, 86ss,
lo4ss. Riguardo alle congiunzioni in uso nella proposizione subor-
dinata: ku nel Salento e~ nella Calabria corrispondenti al greco
va e ka in ambedue le zone per il greco OTL, P StorLing 81-88 ~1ole
posticipare l'apparizione di questa distinzione a tempi più recenti
rispetto alla datazione rohlfsiana. La distinzione si sarebbe persa
nel resto del Mezzogiorno, mantenendosi solo nelle nostre regioni.
La ragione di questa caduta sarebbe da cercare nella contaminazione
che facilnente si sarebbe instaurata fra i vocali in due congiun-
zioni proclitiche monosillabiche come ku/ka. Il P infatti, propone
che la distinzione piuttosto che dal modello greco tragga origine
da un modello latino, cioè 'quod 1 ( =ku) / 1 qui a'( =ka) • L'autore vede una
conferma della sua teoria nella netta separazione modale che segue
l'uso delle congiunzioni: perciò il salentino ku più il congiuntivo
sarebbe un tratto arcaico continuando il latino 'quod' più congiun-
tivo con valore consecutivo e finale (P StorLing 85s). Secondo Sa-
lamac 1976 268s le seguenti sono le norme per la costruzione nel
Salento: potere, dovere e volere sono sempre seguiti dall'infinito,
volere viene accompagnato qualche volta dall'infinito e altre volte
dalla subordinazione per mezzo di congiunzione. L'uso del congiun-
tivo raggiungerebbe la sua massima estensione nel Salento centrale
e meridionale, mentre nel nord avrebbe guadagnato terreno l'indica-
tivo. Vi si cita inoltre D'Elia 196o,secondo il quale la latinità sa-
lentina non è mai stata interrotta: il greco non ha potuto distrug-
gere l'infinito romanzo che si è sviluppato direttamente dal latino
regionale del meridione. Bonfante 1954, 291 pare approvare l'opi-
nione rohlfsiana; si tratterebbe, dice, di 'un ellenismo' nel ro-
manzo. Cfr. R 1957 5o7, R Studi 258, 318-332, 333-338, 343s, R GSLI
3 786a, Kahane l978a 84.
25
dd cacuminale da ll
In ambedue i gruppi di lingua greca in Italia la consonante
geminata 66 del greco antico si è sviluppata in ~~ c acuminale (o
retroflesso) attraverso w1a fa.se ll. Il suono dd fa parte anche del
assetto fonetico dei dialetti romanzi ed è di solito ritenuto un
riflesso di sostrato mediterraneo. Mentre R in NSL 71 nega l'influen-
za italiana - al massimo dd sarebbe passato attraverso lo stesso
sostrato mediterraneo in romaico ed in romanzo - nella GSDI 75 l'in-
flusso romanzo sul romai.co viene definito "assai probabile". Cfr.
P RR l6o, Bonfante 1954 292, Kaps BZ 329, D'Elia l96o ln-3 Fan-
ciullo 1979.
Abbreviazioni
(P o R dav<:mti al titolo indica la paternità parlangeliana rispet-
tivamente rohlfsiana. Nel testo è citata la pagina o, per le gram-
mat.iche, i l paragrafo dopo il titolo)
C. Bibliografia
Caratzas, St.C.
.
KaraLaste.sis, A.I11. To t6Lupc{ tflç i\oTuno)\cx.l~aç,-,·~Eç~LKovpaw.L1Fi.TLov
Les 0rigines des dia~ectes nécgrecs de l'I-
talia m~ridionale. (-Coll. ~e l'!nstitut d'e-
tu<l.es byzan.tines et néohelleniques, le.:~
Par-is 1958.
Cuciureanu, Ccnstructii ipotetice in clialeci.:ele i t aliene
meridioLale. -Omagiu lui lorgu Icrda:1: 217-·
22o. Bucarest 1958.
Giannelli, G. L'ultimo ellenismc nel.l'Italia i:laridianale.
-Atti del III Congresso internazionale di
Studi sull'Alto Medioevo: 217-~22o.
Hubschmid, ,T. Zum Griechentum Stiè.iLal.ienc. -ZR?h 74 (:;_J5'~~:
4o5-4l3.
Kapsomeno::::' ;:; . G. ni e Griechische SpraciJ(3 ZWÌSC}18r.i Kcj_YJR ur·.c.
Neugriechisch. -Berichte zu;n ll. internsz". o-·
nalen Byzanti.nisten-Kcngress, vol. II, l: '1
Mtinchen 1958.
Parlangèli, O.(a)Brevi osservazioni su alcune opposizioni fc-
::'lem2t:_~che nei dialetti saler. .tini. -RIL, 92
(1958): 762-68 (ora in P l96o).
(b)Postille e giunte al 'Vocabolario dei dia-
letti salentini' di G. Rohlfs. -RIL, 92:
737-798.
(c)La predica salentina in caratteri greci. -Ro-
manica. Festschrift G. Rohlfs: 336-36o. Halle
1958 (ora :Ln P 196o) •
Rohlfs, G. l'1essapisches m1d Griechisches aus dem Salen-
to. -Sybaris. Festschrift Hans Krahe: l2l-
l2B. Wiesbaden 19.58.
La perdita de'll' infinite nelle l1.ngue balca-
niche e nella Italia meridionale. -Omagiu
lui Iorgu Iordan: 733-744. Bucarest 1958 (ora
in R Studi).
J-.95.2 Alessio, G. Ripercussioni linguistiche della domin8zione
normanna nel nostro !vJ:ezzogiorno. -ASP, 12
(1959): 197-232.
Battist.i, C, Stratificazioni linguistiche nel Salentino.
-AAA, 53 (1959):
Bordante, G. (Ree. di Battisti 1959). -Latomus 18 (1959):
82o.
D'Elia, M. Aspetti della tecnica delle confi~azioni del-
la proprietà terriera dell'agro salatinese
(Terra d'Otranto) nel Quattrocento, alla luce
dei suoi riflessi linguistici. Estratto dall'
Annuario 1958-59 del Liceo-Ginnasio-Statale
'G. Palmieri'. Lecce-Galatina 1959. *
Cenni sul problema del biling'Jismo greco-
romanzo nel territorio salatinese (Terra d'
Otranto) nel Quattrocento. -Studi salentini,
8 (1959): 301-359. *
Parlangèli, O. (a)Contributi allo studio della grecità s.ici-
liana (con un 'Excursus: brevi cenni sulla
storia della grecità nella Italia meridiona-
le'). -K~kalos, 5 (1959): 62-lo6.
(b)Storia politica e storia linguistica nell'I-
talia meridionale. -Atti III Congresso inter-
nazionale di Studi sull'Alto Medioevo: 453-
464. Spoleto 1959.
Piccitto, G. Il siciliano dialetto italiano. -Orbis, 8
(1959): 183-199.
Reichenkron, G. Per la lingua dei Normanni di Sicilia e dell'
Italia meridionale. -BCSic, 5 (1959): 97-lo3.
Rohlfs, G. (a)Am Kreuzweg der Sprachen (Neues aus Slidost-
italien). -Die Sprache, 5 (1959): 172-182
(=Festschrift W. Havers).
(b)Zwischen Koine und Neugriechisch. -Glotta,38
(1959): 89-lo6.
Rossi Taibbi, G. Testi neogreci di Calabria. (-Istituto sici-
e Caracausi, C. li ano di studi bizantini e neo greci. T'es ti,
3.) Palermo 1959.
Stomeo, P. Uso del participio nella coniugazione del ver-
bo greco di JVlartano. Galatina 1959.
1gçg, Bonfante, G. Les rapports linguistiques entre la Grèce et
l'Italie. -Hommages à Léon Hermann: 171-182.
Bruxelles 196o. l=Latomus, 44).
Burguière, P. Historie de l'infinitif en grec. Paris l96o.
31
,studi).
J-.2_§~ Alessio, G. Apulia et Calabria nel quadro ciç::l.lç:~_ topuno-
mastioa mediterranea. -Atti del VII~ Congresso
delle Scienze onomasti.che, vol l: 65-129.
Firenze.
Problemj_ di etimologia romanza e rcmaica. -no-
mania. Seri tta offerti a F'. Picco ls: 25-96.
Napoli 1962.
Prc. . bl.emi storico-linguistici rr:.essanici .. -Studi
salentini, 14 (1962): 326-?• -
Bonfante, G. La Questione del aicilianc. -AGI, 47 (1962):
162-64.
Siciliano antico scritto e parlato. -BCSic, 6
(1962): 199-211 (=Saggi e ricerche ln memoria
di E.Li Gotti) .
Devoto, G. Dc:te mil=_enni di storia italo-grecé:. -A t; ti del
I oonver;tc di Studi sulla ~1agna Grecja: 119-
135. Napoli 1962.•
Parlangèli, O~ Per l'eti~ologia di grj_ço'greco del Salento 1 •
-Glctta, 4o (1962): 2o2-2lo.
Il nome di Lecce. -Atti del VIII Congresso
delle Scienze onomastiche, vol. 2: 287-312.
Firenze 1962.
Roblfs, G. Antroponimia e toponomastica (aspetti_ di geo-
grafia toponomastica). -RLR, 25 (1962): 334-
368.
32
Opere bibliografiche