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9 ΑΝΑΛΕΚΤΑ ΚΡΥΠΤΟΦΕΡΡΗΣ
9
∆Anavlekta Kruptofevrrh"

1. L’abate Giuseppe Cozza-Luzi archeologo, li-


turgista, filologo. Atti della giornata di studio,
Bolsena, 6 maggio 1995, pp. XXXI, 203, tavv. 19

2. Miscellanea di studi in onore di P. Marco Pet-


TOXOTHS
ta per il LXX compleanno, pp. 1068, tavv. 130 Studies for Stefano Parenti
3. F. Trisoglio, Basilio il Grande si presenta: la
vita, l’azione, le opere, pp. CV, 305, tavv. 3.

4. S. Parenti - E. Velkovska, Mille anni di “rito


greco” alle porte di Roma. Raccolta di saggi sul-

T O X O T H S Studies for Stefano Parenti


la tradizione liturgica del Monastero italo-bizan-
tino di Grottaferrata, pp. XXXI, 421, tavv. 16

5. Liturgia e Agiografia tra Roma e Costantino-


poli. Atti dei Seminari di Studio, pp. 393, tavv.
13.

6. Il monachesimo d’Oriente e d’Occidente nel


passaggio dal primo al secondo Millennio, Atti
del Convegno Internazionale, pp. 273, tavv. 13.

7. I. Angeli Murzaku, Returning Home to Rome.


The Basilians Monks of Grottaferrata in Albania,
pp. 309, tavv. 18

8. F. Trisoglio, San Gregorio di Nazianzo, teolo-


gia e dogmatica, pp. IV, 278

MONASTERO ESARCHICO
Corso del Popolo, 128
00046 Grottaferrata - Roma
Tel. 06.945.93.09
bollettino@abbaziagreca.it
In sopracopertina:
Grottaferrata, A.g. II (a. 1280)
ISBN 978-88-89345-05-4 Grottaferrata 2010 Tavola dei segni zodiacali

2010
FRANCESCO ZANETTI STAMPATORE, COPISTA E INSTAURATOR
DI MANOSCRITTI GRECI*

Anna Gaspari

A Londra, in un codice miscellaneo contenente epistole, conservato


nella British Library con la segnatura Lond. Add. 10273, ho rinvenuto
una lettera inviata da Francesco Zanetti allo scrittore, filologo e
umanista Piero Vettori (1499-1585)1.
f. 336r
Mag(nifi)co S. Piero sal.
Egli e circa uno anno che sono qui à Roma, et in questo tempo | non mi e mai
venuto occasione di scrivere alla S. V. di che ne | ero molto desideroso per
havere ricevuto da lei tanti benefitii, et | favori, et farli conoscere qual’ è l’ani-
mo mio, et hora non po-|tendo sodisfare simil cose in tuttoa, almeno in parte li
mostreròb | la grande affetione ch’io li porto, però sapendo io che la S. V. | ha
desiderio di vedere cose nuove; qui à Roma si stampa dodici | libri dell’Iliade

––––––––––
*
Il presente lavoro vuole essere un omaggio al Prof. Stefano Parenti, in quanto l’editio
princeps delle divine liturgie di Giovanni Crisostomo, di Basilio Magno e dei Presantifi-
cati ad uso dei monaci italogreci (Sacrae liturgiae, seu Missae, sanctorum Ioannis Chry-
sostomi, Basilii Magni, et quae praesanctificatorum donorum dicitur. Quibus utuntur toto
anni tempore, etiam pro sanctis, monachi Italograeci Ordinis Sancti Basilii, iuxta ritum
ordinarii typici, Sacri Monasterii Cryptae Ferratae), testimonianza delle tradizioni cala-
bresi, è stata pubblicata per i tipi della famiglia Zanetti, precisamente da Luigi (Romae,
apud Aloysium Zannettum, 1601), probabilmente figlio di Francesco. Si segnala, d'altron-
de, che nel medesimo volume, lo stesso Francesco Zanetti ha curato la stampa del “Breve
raccolto delle constitutioni monastiche di santo Basilio Magno, molto utile a tutti quelli
che hanno eletto di fare vita monastica” (1578), seguita dalla versione in greco.
1
Sono stata messa sulla pista da un’indicazione presente in Index of Manuscripts in the
British Library, X, Cambridge 1986, 575, tuttavia s.v. Zanetti Franco, anziché Francesco,
per via di un mancato scioglimento dell’abbreviazione per contrazione del nome (Franco)
apposto in calce alla lettera. Francesco Zanetti è altresì menzionato in un indice di corri-
spondenti di Piero Vettori, che è in Cecil Roth, “I carteggi volgari di Piero Vettori nel
British Museum”, Rivista storica degli Archivi Toscani, 1 (1929), 3-34; in particolare, a p.
27: Zanetti Francesco «scrittore greco e stampatore 13 giugno 1573 (Add. 10273, f.
336rv)». La segnatura del codice, da me individuato alla British Library nell’estate 2001, è
stata divulgata da mgr Canart (P. Canart, “Varia palaeographica”, in Miscellanea Biblio-
thecae Apostolicae Vaticanae X (ST 416), Città del Vaticano 2003, 119-126: p. 120 e n.
12), non a caso immediatamente dopo la lettura della tesi di dottorato di chi scrive, A. Ga-
spari, Il copista Camillo Zanetti alias Camillus Venetus. Studio paleografico e codicolo-
gico, discussa nel luglio 2003 presso l’Università di Roma “La Sapienza”.
156 Anna Gaspari

d’Homero tradotti in ottava rima2, quale li mando | il primo foglio, pregandola


che mi perdoni se la cosa non è tanto | alta quanto richiede alli gran studii della
S. V. et piacendoli | la sarà contenta darmi aviso, et volendone un paro di que-
sti | libri come siano stampati ò più me gli offero mandarglieli come | sia forni-
ti che sarà per tutto Luglio come il stampator(e) à pro-|messo àc l’autore, il
qual autore, è un gentil’huomo molto honorato, | quale m’ha pregato di ciò per
veder(e) il parere della S. V. | del suo portamento in questa translatatione, se
però la saràd | contenta darmene avviso subito quello che li pare, et anche se |
lei è contenta ch’io ne mandi, doi ò tre, o quello che li parerà, | del resto sono
sano, et ho da scrivere quanto voglio, et in buo|niss(im)o credito con questi
Cardinali, et Signori che mi danno | da scrivere, et anche sono prontiss(im)o
alli servitii della S. V. | la quale mi perdoni se per il passato non l’havessi
servita | come meritamente bisognava, et hora bisognandoli qualche | cosa qui
in Roma mi offero servirla con tutto il cuor(e), | et con questo faccio fin ba-
sciando le mani humilm(en)te dellae | S. V. che Iddio lungo tempo la manten-
ghi. | Data in Roma a di 13. zugno 1573f.
D. V. S. humiliss(im)o servitore Franc(esc)o Zanetti
scrittor(e) Greco,| et sta(m)patore scrisse

f. 336v
3
Le littere s’ hanno à | indirizare alla botega | de m. D(ome)nego Basa | libraro
del Ziglio
a
in tutto: aggiunto nell’interlineo.
b
in parte, ripetuto, è stato depennato.
c
à: aggiunto nell’interlineo mediante ^ posto al di sotto del rigo di base.
d
la sarà: è scarsamente leggibile per danno della carta. Ma cfr. supra.
e
corretto da dalla.
f
il 7 è stato corretto su 3.
––––––––––
2
Con buona probabilità il testo menzionato si riferisce all’edizione a stampa, in -16°, Del-
l’Iliade d’Homero tradotta da M. Bernardino Leo da Piperno, libri dodeci. All’Illustriss(i-
mo) et Reverendissimo Monsignor il Signor Ferdinando Medici Cardinale di Fiorenza, In
Roma, appresso Bartholomeo Toso Bresciano, MDLXXIII. D’altronde, la collaborazione
fra i due tipografi, Francesco Zanetti e Bartolomeo Tosi è ben attestata: nella marca tipo-
grafica figura un albero fruttifero sradicato e, ai lati, drago e lupo affrontati (ovvero Fran-
cesco Zanetti e Bartolomeo Tosi); il motto è Uterque simul, la sottoscrizione delle edi-
zioni a stampa: Apud Franciscum Zanettum et Bartholomaeum Tosium socios. «Può darsi
che sia una marca creata apposta come simbolo della società che i due tipografi avevano
concluso proprio in quell’anno 1576, che con l’aiuto del motto si potrebbe spiegare come
una intesa a spartirsi i frutti» (E. Vaccaro, Le marche dei tipografi ed editori italiani del
sec. XVI nella biblioteca Angelica di Roma [Biblioteca di Bibliografia Italiana 98], Firen-
ze 1983, 207). Cfr. anche G. Zappella, Le marche dei tipografi e degli editori del Cinque-
cento. Repertorio di figure, simboli e soggetti e dei relativi motti, I (Grandi opere 1),
Milano 1986, 44.
3
Su D. Basa, in società con Francesco Zanetti a partire dal 1580, vd. Dizionario dei tipo-
grafi e degli editori italiani. Il Cinquecento, a cura di M. Menato - E. Sandal - G. Zappel-
la, I (Grandi opere 9), Milano 1997, s.v.
Francesco Zanetti 157

Dalla lettera emergono dati interessanti in merito alla vita di Fran-


cesco Zanetti, alla sua professione di stampatore e, per di più, alla sua
attività – meno conosciuta – di copista di manoscritti per cardinali e
signori; d’altronde, è lui stesso a firmarsi «scrittore Greco e stampa-
tore». Riassumendo:
Francesco Zanetti è a Roma, almeno negli anni 1572-1573;
Francesco Zanetti è stampatore;
Francesco Zanetti è copista di manoscritti greci.
Questa abilità nell’esercizio di più mestieri non deve sorprendere:
infatti nel XVI secolo innumerevoli sono i casi di professionisti nel
contempo copisti e stampatori. Si rifletta, per esempio, sul caso di De-
metrio Zenos, «le prototype de certains Grecs du seizième siècle,
pauvres hères, qui malgré leurs professions multiples, en étaient ré-
duits à vivre au jour la journée. Nous le voyons tour à tour composi-
teur d’imprimerie, éditeur, traducteur, calligraphe et marchand de ma-
nuscrits» 4. Ma senza andare a cercare troppo lontano, basti fare riferi-
mento ad un altro componente della famiglia Zanetti, Bartolomeo,
stampatore e anche copista di manoscritti greci5. A questo punto sorge
un interrogativo: Bartolomeo, Camillo 6 e Francesco erano imparentati
fra loro?
Dal momento che l’attività di stampatore di Francesco Zanetti ci è
nota7, ci si è messi, in seguito alla scoperta della lettera autografa, sul-
le tracce scivolose e incerte di Francesco Zanetti copista: di lui, infatti,

––––––––––
4
É. Legrand, Bibliographie hellénique des XVe et XVIe siècles ou description raisonné des
ouvrages publiés en grec par des Grecs aux XVe et XVIe siècles, I-IV, Paris 1885-1906
(rist. Paris 1972), I, 179.
5
Per la sua attività di copista e stampatore lo studio più esaustivo è in A. Cataldi Palau,
“Bartolomeo Zanetti stampatore e copista di manoscritti greci”, in  

   15°   16°  ( 
 7),  2000 [= The Greek Script
in the 15th and 16th centuries, Athens 2000], 83-144, con rimandi a bibliografia prece-
dente.
6
Circa la vita e le varie fasi dell’attività scrittoria di Camillo Zanetti si rinvia alla già
menzionata tesi di dottorato Gaspari, Il copista Camillo Zanetti alias Camillus Venetus,
con bibliografia retrospettiva. Inoltre, utile contributo per far luce sulla eccessiva prolifi-
cità del nostro scriba: A. Gaspari, “Le ‘mani’ di Camillo Zanetti: il caso di scriba C
(sigma), ‘occidental arrondi’ e Francesco Zanetti”, in    ´  -
 ! "#   o
!  (  , 21-27 $ ! 2003),   
-
  
 .  -.  , I-III,  2008, I, 347-358; III, 1089-1098
(tavv. I-IX).
7
Su Francesco Zanetti stampatore vd. É. Legrand, Bibliographie hellénique [sopra, nota
4], I, 314; II, 28, 33, 52, 224; IV, 94-96, 210, 239.
158 Anna Gaspari

non c’è alcuna menzione né nel repertorio di scribi greci di M. Vogel


e V. Gardthausen 8 né nel Repertorium der Griechischen Kopisten 9.
A tal proposito, si sono rivelati di estremo interesse i mandati di
pagamento della Camera Apostolica e i registri di entrate e di uscite,
utili non solo per conoscere il personale al servizio della Biblioteca
Apostolica Vaticana10, ma anche per studiare il commercio dei libri
manoscritti in Italia nel XVI sec.11 ed avere notizie sul trattamento
economico riservato ai vari copisti12. Addirittura, in taluni frangenti,
possono risultare determinanti per identificare scribi: è questo il caso
di Francesco Zanetti, molto probabilmente – si dirà subito – parente di
Camillo 13.
In particolare, tra gli addenda a Bignami-Odier14, si apprende che
in un Registro Camerale conservato presso l’Archivio di Stato di Ro-
ma è trascritto un documento secondo cui Francesco Zanetti il 12 feb-
braio 1575 ha ricevuto 13 scudi, dietro ordine di un chirografo di

––––––––––
8
M. Vogel - V. Gardthausen, Die griechischen Schreiber des Mittelalters und der Renais-
sance (Zentralblatt für Bibliothekswesen. Beiheft 33), Leipzig 1909.
9
E. Gamillscheg - D. Harlfinger - H. Hunger, Repertorium der griechischen Kopisten
800-1600, I-III, Wien 1981-1997. Si segnala che in questo repertorio compare, invece, al-
meno il nome di Cristoforo, figlio di Bartolomeo e fratello di Camillo, conosciuto per la
sua attività tipografica.
10
P. Canart, “Les manuscrits copiés par Emmanuel Provataris (1546-1570 environ). Essai
d’étude codicologique”, in Mélanges Eugène Tisserant, VI (ST 236), Città del Vaticano
1964, 173-287, in particolare p. 187 n. 57.
11
G. De Gregorio, Il copista greco Manouel Malaxos. Studio biografico e paleografico-
codicologico (Littera antiqua 8), Città del Vaticano 1991, 19.
12
M. L. Agati, Giovanni Onorio da Maglie copista greco (1535-1563), Supplem. 20 al
BollClass (Accademia Nazionale dei Lincei), Roma 2001, 42: si sottolinea la differenza di
trattamento economico tra un copista della Vaticana e un copista incaricato occasional-
mente, come per esempio Malaxos.
13
Per ragioni di ordine cronologico, per Francesco Zanetti si è subito pensato ad un fratel-
lo o ad un cugino di Camillo, piuttosto che allo zio, nato nel 1493 (cfr. polizza d’estimo
della famiglia Zanetti del 1517, conservata nella Queriniana di Brescia, Estimi di Brescia,
1517, pubblicata da R. Cessi, “Bartolomeo e Camillo Zanetti tipografi e calligrafi del
’500”, Archivio veneto-tridentino, 8 (1925), 174-182: 175): nel 1575, infatti, data del do-
cumento che si prenderà in esame, sarebbe stato un po' troppo avanti negli anni per
esercitare ancora il mestiere di copista: avrebbe avuto, infatti, 82 anni.
14
J. Bignami-Odier, La Bibliothèque Vaticane de Sixte IV à Pie XI. Recherches sur l’hi-
stoire des collections de manuscrits (ST 272), Città del Vaticano 1973, 291: «Le scriptor
grec Francesco Zannetto est payé le 12 février 1575, sur l’ordre de Sirleto (chirographe du
9 février 1575: Archivio di Stato di Roma [in seguito ASR], Camerale I 928, f. 123v) pour
une copie».
Francesco Zanetti 159

Guglielmo Sirleto 15, per la copia di un manoscritto. Si fornisce l’edi-


zione diplomatica del documento 16:

D. Fran(cis)co Zannetto
Aloysius etc.1 Camer(ariu)s
Mag(nifi)co d(omino) Bernardo Olgiato pecu(ni)ar(um) Cam(er)ae Ap(ostoli)-
cae g(e)n(er)ali deposit(ari)o | de m(anda)to etc. et auc(torita)te etc. tenore
p(rese)ntium co(m)mittimus et mand(amu)s ut | de dictis pecuniis solvas et
numeres d(omino) Francisco Zannetto | scriptore graeco scuta tresdecim m(o-
ne)tae de iuliis17 decem p(ro) quol(ibe)t | scuto sine ret(entio)ne p(ro) p(re)tio
unius operis sermonu(m) Cirilli p(er) eum in | servitium Bibliothecae Vatica-
nae Graec facti, p(ro)ut Ill(ustrissi)mus et | r(everendissi)mus d(ominus)
meus, d(ominus) Gul(ie)lmus Car(dina)lis Sirletus Bibliothecarius, suo chi-
ro|grapho r(everendo) p(atri) d(omino) thes(aurari)o ap(ostoli)co g(e)n(er)ali
directo sub die 9 p(rese)ntis mensis | facto et penes infra(scrip)tum n(ost)rum
et d(ic)tae Cam(er)ae not(ariu)m dimisso attesta|tus est quae sic soluta etc.
contrariis etc. Dat(um) Romae in Cam(er)a Ap(ostoli)ca | die XII mensis
februarii 1575.|
Aloy(siu)s Cor(naru)s Car(dina)lis Camer(ariu)s
Th(omas) G(iglio)2 Sorae ep(iscopu)s Thes(aurariu)s
Andreas Martini3
1
Aloysius tituli s(anc)ti Marci presbyter cardinalis Cor(naru)s S. R. E. Camerarius.
Cfr. Schedario Baumgarten. Descrizione diplomatica di bolle e brevi originali da
Innocenzo III a Pio IX, IV: Eugenio IV – Pio IX (an. 1431-1862), a c. di S. Pagano,
Città del Vaticano 1986, p. 506. Cfr. K. Eubel, Hierarchia Catholica medii et
recentioris aevi, III, Münster 1923, p. 33 n. 15.
2
Thomas Lilius (Giglio), Sorae episcopus. Cfr. ibidem, p. 302.
3
Andreas Martini, not. cam. ap. et reg., an. 1567-1585. Cfr. Schedario Baumgarten,
cit., IV, p. 508.

––––––––––
15
Guglielmo Sirleto, custos della Biblioteca Vaticana insieme con Fausto Sabeo dal 1554
al 1557, divenne cardinale bibliotecario nel 1572 e conservò tale incarico fino alla morte
(1585).
16
Archivio di Stato di Roma, Camerale I 928, f. 123v. Circa il pezzo d’archivio vd. P.
Cherubini, Mandati della Reverenda Camera Apostolica (1418-1802) (Quaderni della
Rassegna degli Archivi di Stato 55), Roma 1988, 25: La serie Mandati del fondo Came-
rale I dell’Archivio di Stato di Roma conserva la registrazione delle spese camerali da
Martino V a tutto il secolo XVIII. Il mandato, o più esattamente la bullecta è il documento
con cui viene autorizzata una spesa («mandamus quatenus… solvatis aut solvi faciatis»)
ed insieme avviato il relativo processo di contabilizzazione, annunciato con la formula
finale «… in vestris computis admittetis». Per la descrizione del registro Camerale I 928,
vd. ibidem, p. 121: «Liber tertius mandatorum extraordinariorum d. Gregorii pape XIII
(1574 marzo 4 - 1576 gennaio 10)».
17
Il giulio prende il nome da papa Giulio II. Cfr. A. Martini, Manuale di metrologia ossia
misure, pesi e monete, Roma 1883, 603 n. 1. Per l’esattezza, 1 scudo (per lo più scritto
‘’ o D) = 10 giulii.
160 Anna Gaspari

Nel marg. est. del f. 123v è riportata la somma:  (scuta/scudi) 13.


La medesima ricevuta di pagamento è conservata, peraltro, in Arch.
Bibl. Vat. 30, «Libro dove si notavanno tutte l’intrate et uscitae della
libraria ciò è li denari d’essa in che si spendono», che in particolare
contiene - come si legge sul dorso del codice – «Conti e denari spesi
per la Vaticana dal 1572 al 1699». A p. 10 (f. 5v):
A m. Francesco Zannetti | scrittor greco p(er) una op(er)a d(e)lli | sermoni di
Cirillo in greco p(er) la | libraria Vaticana di m(one)ta  (scudi) 13 | a 9 di
Febraro 1575.
Dai documenti sopra riportati scaturisce che il manoscritto copiato
da Francesco Zanetti conteneva i Sermones, ovvero le Omelie di Ciril-
lo d’Alessandria, ventinove lettere festali scritte per la Pasqua degli
anni 414-442. Da un’indagine condotta su codici di XVI secolo con-
servati nella Biblioteca Vaticana, risulta che vi sono quattro esemplari
delle Omelie eortastiche di Cirillo, manoscritti pressoché contempora-
nei, apografi dell’Ott. gr. 448:
- Ott. gr. 215: è stato copiato da Giovanni Mauromates nel 1565;
- Vat. gr. 1665: attribuito a Giovanni Mauromates, è databile sulla
base della legatura al 1566-68 18;
- Vat. gr. 600: secondo Paul Canart di mano di Probatares19;
- Vat. gr. 601: è stato assegnato da Canart allo Scriba  20.
Dunque, il manoscritto in questione, copiato nel 1575, dovrebbe es-
sere proprio il Vat. gr. 601, le cui filigrane non smentiscono questa
proposta di attribuzione:
- ff. 1-148: incudine e martello inseriti in un cerchio sormontato da
una croce. Molto simile a Zonghi 1525 (a. 1576). Cfr. inoltre
Briquet 5965 (a. 1578-80), Woodward 231 (a. 1564-69), Hea-
wood 29 (Roma?, 1580).
––––––––––
18
A. Cataldi Palau, “Il copista Ioannes Mauromates”, in I manoscritti greci tra riflessione
e dibattito. Atti del V Colloquio Internazionale di Paleografia Greca (Cremona, 4-10 ot-
tobre 1998), a cura di G. Prato, I (Papyrologica Florentina 31), Firenze 2000, 380. Cfr. P.
Canart, “Reliures et codicologie. Les manuscrits de la famille Barbaro”, in Calames et
cahiers. Mélanges de codicologie et de paléographie offerts à Léon Gilissen (Publications
de Scriptorium 9), Bruxelles 1985, 13-25.
19
Canart, “Provataris”, cit., 247.
20
Canart, “Provataris”, cit., 203; successivamente Canart lo ha individuato in Francesco
Zanetti, ma senza spiegare il meccanismo che lo ha indotto all’identificazione: Id., “Nou-
velles recherches et nouveaux instruments de travail dans le domaine de la codicologie”,
Scrittura e civiltà, 3 (1979), 267-307: 299 n. 92. Soltanto dopo la lettura della tesi di dot-
torato della sottoscritta si è affrettato a tornare sull’argomento e a pubblicare per primo
l’identificazione (Canart, “Varia palaeographica”, 119-122).
Francesco Zanetti 161

- f. 150 ss.: stella a sei punte inserita in una losanga iscritta in un


cerchio. Molto simile a Zonghi 1730-31 (a. 1574). Cfr. Briquet
6097 (a. 1566-67), Heawood 3875 (Roma, 1564), Woodward
289-291 (Roma, 1558-1565).
Peraltro, il Vat. gr. 601 presenta il taglio, superiore, inferiore e an-
teriore, di colore rosso, un dettaglio che non deve passare inosservato.
In effetti, dato che la legatura attuale non è originale ma secondaria,
rifatta nel 1853 o 1854 21, non è forse arbitrario e troppo audace ipotiz-
zare che la legatura inizialmente fosse in cremisi, come pare suggerire
la seguente commissione per il !!" o illigator librorum ri-
guardante appunto la legatura di manoscritti:
A m(aest)ro Domenico Garello ligatore | gli infrascritti libri … || … 3 Cyrilli
Alex(andrin)i serm(ones) g(re)co f(oli)o cre(mesino) (scudo) 1.22

Sebbene la data non sia indicata, verosimilmente si tratta del 1576,


dal momento che sia il documento precedente sia il successivo ripor-
tano tale data.
Dunque, per la copia dell’attuale Vat. gr. 601, contenente i Sermo-
nes di Cirillo Alessandrino (234 ff.), lo scriba Francesco Zanetti riceve
uno scudo ogni 18 fogli: la cifra corrisponde a quanto calcolato da Ca-
taldi Palau 23 per Mauromates (ca. 20 fogli) e da De Gregorio24 per Ma-
laxos, entrambi copisti freelance. Con l’avvertenza che, nel caso di
Francesco Zanetti, siamo qualche anno più tardi. Ben più remunerati-
vo il compenso percepito da Giovanni Onorio da Maglie, pari a uno
scudo ogni 10 fogli25.
Ma non è tutto. Infatti il nome di Francesco Zanetti è menzionato
in una lista di scriptores Graeci che hanno prestato servizio alla Bi-
blioteca Vaticana26.
Per quanto concerne la scrittura del Vat. gr. 601, sorprendentemen-
te somigliante a quella di Camillo Zanetti (gruppo 1a27), essa presenta
––––––––––
21
La datazione è possibile grazie allo stemma del cardinale bibliotecario Angelo Mai
(1853-54) presente in uno scomparto tra i nervi del dorso del codice.
22
Archivio della Biblioteca Vaticana [in seguito ABV] 30, f. 17rv (10rv).
23
Cataldi Palau, “Mauromates”, cit., 360.
24
De Gregorio, Malaxos, cit., 23-25.
25
Agati, Giovanni Onorio, cit., 42.
26
ABV 42, f. 402v: «Scrittori greci». A f. 403 sono citati: «Provatario Emanuele […] De-
vari Matteo, Zannetti Francesco 1577 […], De Vari Pietro succ. a Matteo Devari suo zio,
Di Santa Maura Giulio Cesare […]».
27
Gaspari, Il copista Camillo Zanetti alias Camillus Venetus, 59-113, soprattutto 94-95
con tavole di riferimento.
162 Anna Gaspari

tuttavia le seguenti lettere e legamenti, seppure non esclusivi, certa-


mente caratteristici:  appoggiato sul rigo di base (vd. in particolare
doppio ), # sinistrorso per lo più dai tratti arrotondati,  con tratto in-
feriore ondulato, uso pressoché esclusivo di  ‘a bastone’, C con C
lunato leggermente inclinato a destra; ! è sempre del tipo ‘a cuore’,
mentre è assente ! con i due occhielli distanziati. Quanto al delta ma-
iuscolo, considerato estraneo alla scrittura dello scriba  28, in realtà
risulta attestato: esempi in Ott. gr 446, f. 24v l. 4 dal basso (" )
e f. 9 l. 18 ("$: dopo punto fermo, a inizio parola).
Inoltre, in particolar modo, si segnala l'accento circonflesso legato
a  nel gruppo –$ ( es.: %&+$ Vat. gr. 601, f. 14v 1. 10;
$ Ott. gr. 446, f. 9 l. 7), un uso alieno alla pratica scrittoria di Ca-
millo Veneto. Degno di rilievo è anche il fatto che i nomina sacra re-
cano il segno abbreviativo legato all’accento.
Rispetto alla scrittura di Camillo Zanetti, «plus expérimenté que
son collegue» 29, si registra una maggiore tendenza alla calligraficità,
una maggiore regolarità e uniformità delle lettere, in particolare dei
nuclei, quasi ad evitare ogni forma di contrasto, cosicché la fisionomia
grafica di Francesco Zanetti, che senz’altro presenta delle morfologie
in comune con quella di Camillo, lascia trasparire, rispetto a quest’ul-
tima, dei tratti di artificiosità: si tratta per così dire di una sorta di
scrittura sclerotizzata, quasi ‘mimetica’ rispetto a quella di Camillo,
senz’altro meno fluida e spontanea30.
Sotto un profilo codicologico, l’uso di reclamantes verticali, appo-
sti sul verso dell’ultimo foglio di ciascun fascicolo, lungo la linea di
giustificazione interna, non è peculiare, in quanto si riscontra anche
nei manoscritti di Camillo e Bartolomeo Zanetti.
Si fornisce un elenco di codici che, al momento, si è in grado di
attribuire con certezza alla mano di Francesco Zanetti sulla base di
criteri sia paleografici sia codicologici:
- Barb. gr. 261, ff. II-41
- Ott. gr. 41, ff. 82 (l. 15)-102v

––––––––––
28
Canart, “Provataris”, cit., 203.
29
Ibidem.
30
Si consideri anche il caso degli imitatori di Giovanni Onorio: cfr. M. L. Agati, “Giovan-
ni Onorio da Maglie e il problema dei suoi imitatori”, in %& . Studi in onore di mgr
Paul Canart per il LXX compleanno, a cura di S. Lucà e di L. Perria, BBGG, n.s. 51
(1997), 243-275, ed Ead., Giovanni Onorio, cit., 232 ss.
Francesco Zanetti 163

- Ott. gr. 446, ff. 1-2v, 7v (l. 4)-9v, 17 (l. 13)-24v, in collaborazione
con Probatares31.
- Ott. gr. 449
- Reg. gr. 7
- Vat. gr. 960, ff. 10 (l. 4)-173v 32
- Vat. gr. 1902, f. 90
- Vat. gr. 1949, ff. 318-325v (con integrazioni di Sirleto), f. 385 (a
integrare lacuna testuale in fogli vergati da Probatares)
- Vat. gr. 1269, ff. 46-62 33
- Vat. gr. 1862, ff. 35-36v (?)
- Vat. gr. 1898, ff. 75-84; 119-126.
- Vat. gr. 2645, ff. 52-53, ff. 146rv 34
- Casan. 931, ff. 1-34 35
- Casan. 1080, ff. 1-150v 36
- Bonon. B. U. 2048, I-III, IV ff. 1-89, V37
- Laur. 28, 28, ff. 2rv, 9-33
––––––––––
31
L’Ott. gr. 446, peraltro, è databile 1559-1560, perché è la copia fatta eseguire da Fran-
cesco Torres per correggere l’esemplare di Nathanaël in vista dell’edizione. Cfr. P. Ca-
nart, “Jean Nathanaël et le commerce des manuscrits grecs à Venise au XVIe siècle”, in
Venezia centro di mediazione tra Oriente e Occidente (secoli XV-XVI). Aspetti e problemi.
Atti del II Convegno internazionale di storia della civiltà veneziana (Civiltà veneziana.
Studi 32), II, Firenze 1977, 417-438, specialmente 429-430.
32
Nei ff. 169 ss. e passim si registra anche la grafia latina del copista, da mettere a con-
fronto con la scrittura della lettera autografa a Piero Vettori.
33
Possessore del codice fu Antonio Carafa, cardinale dal 1568 al 1591.
34
Diversamente S. Lilla, Codices Vaticani Graeci. Codices 2644-2663 (Bibl. Apost. Vat.
codices manu scripti recensiti), in Bibliotheca Vaticana 1986, 45, attribuisce a Camillo
Veneto il f. 146rv.
35
Cfr. S. Lucà, “Il Casan. 931 e il copista criptense Michele Minichelli (sec. XVI). Libri,
testi ed eruditi nella Roma di Gregorio XIII”, RSBN, n.s. 41 (2004), 181-259: 213-215;
tavv. 5-6.
36
Cfr. ibidem, 210, 228 e tav. 12.
37
Da G. Derenzini, “Camillo Zanetti copista: tra vivere e scrivere”, Annali della Facoltà
di Lettere e Filosofia, Università di Siena 9 (1988 [1989]), 19-43: 30-32, ritenuto il mano-
scritto copiato dal Marc. gr. Z. 518, preso in prestito da Camillo Veneto e restituito circa
un mese dopo. Cfr. Marc. lat. XIV, 23, f. 9 e C. Castellani, “Il prestito dei codici mano-
scritti della Biblioteca di S. Marco in Venezia ne’ suoi primi tempi e le conseguenti perdi-
te dei codici stessi. Ricerche e notizie”, Atti del R. Istituto Veneto di scienze, lettere ed ar-
ti, 8 (1896-1897), 311-377: 352. In realtà, credo piuttosto che il Matrit. 4744, ff. 394-563,
o il Monac. gr. 76, ff. 277-453, sia l’Apollonio di Perge in questione. Il codice, inoltre, è
stato vergato su carta con la medesima filigrana del Bonon. B. U. 2048 III, probabilmente
a Venezia nello stesso atelier. Cfr. anche Phill. 1545 di mano di Bartolomeo Zanetti:
stesso contenuto, su carta con identica filigrana, con note marginali di mano di Camillo.
164 Anna Gaspari

- Marc. gr. 545


- Matrit. 4745, ff. 1-237; 278-357
- Monac. gr. 64, ff. 101-231, in collaborazione con Camillo Zanetti.
- Lond. Royal 16 D 5, ff. 2-85
- Berol. Phill. 1426 ff. 13-23v
- Berol. Phill. 1443, ff. 145-265, in collaborazione con Bartolomeo
(ff. 1-144). Si segnalano ripensamenti e aggiustamenti, scarichi
di inchiostro. Databile 1551-1553 sulla base delle filigrane.
Ai manoscritti sopra elencati bisogna forse aggiungere anche i se-
guenti:
- Berol. Phill. 1417, f. Vv (pinax)
- Berol. Phill. 1426, f. IIIv (pinax), ff. 13-23v
- Berol. Phill. 1471, f. IVv (pinax)
- Berol. Phill. 1554, f. IVv (pinax)
- Oxon. Auct. T. 1. 3, f. IVv (pinax).
Nei casi appena menzionati si tratta del pinax scritto sul verso del-
l’ultimo dei fogli di guardia iniziali, in cui figura l’elenco delle sezioni
contenute nel codice accompagnate dal rimando al numero dei fogli;
probabilmente a questa mano si deve anche la foliazione mediante ci-
fre arabe apposte nell’ang. sup. est. del recto di ciascun foglio. È la
grafia di una mano ancora inesperta, quasi goffa per alcuni aspetti, che
si riscontra peraltro nel Monac. gr. 221, ff. 51-104; la Mondrain ha
avanzato l’ipotesi che possa trattarsi di «une étape ancienne dans la
formation de l’écriture grecque de C. Venetus»38, dunque alle prime
armi e probabilmente ancora maldestro e impacciato nel tratteggio di
lettere e legamenti.
Per tentare di far luce sulla questione e proporre un’identificazione
del copista, si è preso in considerazione il Berol. Phill. 1426, in cui si
ravvisa la collaborazione di Camillo, dello scriba dei pinakes e di Bar-
tolomeo Zanetti; pur non avendo a disposizione dei dati certi, tuttavia
mi pare che la scrittura dei pinakes non possa essere in alcun caso
assegnata alla mano di Camillo, ma semmai a quella di Francesco, con
la quale ha delle affinità, con la riserva, però, che possa trattarsi della

––––––––––
38
B. Mondrain, “Copistes et collectionneurs de manuscrits grecs au milieu du XVIe siè-
cle: le cas de Johann Jakob Fugger d’Augsbourg”, BZ 84-85 (1991-1992), 354-390: 378
n. 36. Per la scrittura cfr. anche Monac. gr. 81, ff. 459-462 l. 12 in collaborazione con
Bartolomeo Zanetti (ff. 443-457v, 462 l. 13-479).
Francesco Zanetti 165

mano di Cristoforo Zanetti39 o di un qualche altro componente della


famiglia di cui finora non ci è pervenuta alcuna notizia in merito alla
copia di manoscritti greci.
In effetti, in tale manoscritto sono compresenti, a mio giudizio, le
mani di Camillo, la mano dei pinakes e quella di Bartolomeo. La scrit-
tura di Camillo (ff. 1-12) è del tipo già riscontrato in altri codici (grup-
po 1a); per quanto concerne la grafia di Bartolomeo Zanetti, essa è
ben riconoscibile, pertanto i ff. 24-35v si possono assegnare alla sua
mano sulla scorta del paragone con Berol. Phill. 1639 da lui sottoscrit-
to. Quanto ai ff. 13-23v, sono della stessa mano che ha vergato il pinax
sul verso dell’ultimo dei fogli di guardia iniziali del Berol. Phill. 1426.
Dal raffronto, si evidenziano incontrovertibili analogie piuttosto con la
mano di Francesco, anziché con quella di Camillo, quali ad esempio
l’accento circonflesso legato a  nel gruppo , il  che poggia sul
rigo di base, etc.
Indubbiamente, però, non si può del tutto escludere l’eventualità
che si tratti di Cristoforo Zanetti, di cui non si conosce la scrittura40,
perché non ci sono noti esemplari sottoscritti né ricevute di pagamento
per la copia di manoscritti a suo nome. Tuttavia, al momento, si è in
grado soltanto di sottolineare le suddette similitudini e corrispondenze
con la scrittura di Francesco, anziché con quella di Camillo a cui pure
sono stati fino ad oggi attribuiti tali pinakes.
Nei seguenti casi, inoltre, in calce al pinax, vi è la nota di acquisto
del nunzio apostolico Ludovico Beccadelli (Meus Ludovici Beccatelli
ep(iscop)i Ravellens(is), quem Venetiis emi scutis aureis … 1553), che
fornisce un indubbio terminus ante quem:
- Berol. Phill. 1417, f. Vv
- Berol. Phill. 1426, f. IIIv
- Berol. Phill. 1443, f. 1 (marg. sup.)
- Berol. Phill. 1471, f. IVv
- Oxon. Auct. T. 1. 3, f. IVv
Dunque, la copia di tali codici è stata ultimata sicuramente ante
1553, data di acquisto dei manoscritti; per la precisione, nel caso del
Berol. Phill. 1471, prima del mese di marzo del 1553. A tali esemplari
con il pinax scritto dal medesimo copista, bisogna aggiungere il Berol.

––––––––––
39
Su Cristoforo Zanetti stampatore vd. G. Castellani, “Per Cristoforo Zanetti: proposta di
frazionamento”, Bibliotheca 3 (2004), 159-188.
40
La menzione di Cristoforo Zanetti non è casuale, ma tiene conto delle analogie della
scrittura dei pinakes con i caratteri delle edizioni a stampa.
166 Anna Gaspari

Phill. 1499, con pinax (marg. sup. di f. 1) e testo di mano di Barto-


lomeo Zanetti.
Passiamo ora al caso del Par. gr. 2455, finora attribuito interamente
alla mano di Camillo Zanetti, datato 1562 41: in realtà, ai ff. 77-126r
(contenenti Manuele Briennio) si denota un cambiamento di mano ri-
spetto ai fogli precedenti, mentre la carta utilizzata come supporto
scrittorio è la medesima, come rivela la filigrana Harlfinger Couronne
25, l’unica presente nel codice; dunque, non si tratta di un’aggiunta
posticcia o di un assemblaggio avvenuto al momento della legatura
per soddisfare i gusti del possessore, ma di una vera e propria collabo-
razione tra due copisti, che si sono evidentemente ripartiti il lavoro.
Ciò nonostante, nel passaggio da f. 76v a f. 77 non si assiste ad una
brusca e improvvisa variazione della scrittura, che non lascerebbe
dubbi circa il cambiamento di mano; infatti, si riscontrano spiccate
analogie tra la scrittura che precede e quella che segue, tanto che RGK
attribuisce tout court alla mano di Camillo Veneto il manoscritto in
tutta la sua interezza42. In realtà, l’analisi paleografica di alcune lettere
e di alcuni legamenti può aiutare a distinguere le due grafie che, per
quanto affini, sono differenti, dovute – così si ritiene per la prima
volta – a due diversi copisti.
Di conseguenza, anziché pensare alla possibilità di una digrafia di
Camillo Zanetti, che a partire da f. 77 proporrebbe una versione più
artificiosa e per taluni aspetti esuberante della sua scrittura, si avanza
l’ipotesi della collaborazione con Francesco Zanetti, anche se trattasi
di un’ipotesi dubitativa. Fatto sta che nel Par. gr. 2455 f. 77 ss. si ri-
scontrano le caratteristiche peculiari e ricorrenti della grafia di Fran-
cesco, sottolineate a proposito del Vat. gr. 601, contenente i Sermones
di Cirillo. Non è dunque forse troppo azzardato supporre che l’alta
percentuale di  ‘a bandierina’ anziché  ‘a bastone’ sia da imputare,
per così dire, alla scelta prevalente di questa tipologia di tau fatta da
Camillo Zanetti negli anni ’60, in quanto i manoscritti che presentano
la netta predominanza di  ‘a bandierina’ sono circoscritti esclusiva-
mente a questi anni: dunque Francesco, influenzato da Camillo, avreb-
be fatto la medesima opzione. È probabile che tale ‘stile’ di scrittura
sia stato subito abbandonato perché poco economico, anzi piuttosto
dispendioso non solo di inchiostro, ma anche di tempo.

––––––––––
41
Nel marg. inf. del f. 1r, nota di mano del committente e possessore del codice, Jean
Hurault de Boistaillé: “Transcriptus ex antiquo exemplari Bibliot(hecae) Divi | Marci
Venetiarum: impensa facta aureorum 7. | Scripsit Camillus Venetus. | 1562”.
42
Repertorium der griechischen Kopisten, cit., 2A, 119 (n° 299).
Francesco Zanetti 167

Ancora un manoscritto merita attenzione. Si tratta del Monac. gr.


64, in cui si ravvisa la collaborazione tra le mani di Camillo e di Fran-
cesco Zanetti: la mano del primo, infatti, si interrompe a fine fasci-
colo, a f. 100v; segue un’altra mano straordinariamente simile, del tipo
del Vat. gr. 601, ovvero quella di Francesco (ff. 101-231). Emergono
così in maniera più lampante le analogie e le divergenze tra i due
copisti, le cui scritture sono talmente affini, che la stessa Brigitte
Mondrain non si è accorta del cambiamento di mano e ha attribuito i
ff. 1-326v al solo Camillo 43.
In effetti, soltanto ad un occhio estremamente esercitato al “mare
magnum” Zanetti è possibile cogliere il passaggio da una mano all’al-
tra. In particolar modo, come si è notato in precedenza, la grafia di
Francesco è caratterizzata da: gruppo $ con accento circonflesso le-
gato a  (Monac. gr. 64, f. 101 l. 10; cfr. anche per es. f. 104 l. 19:
$; l. 23: <$; f. 163v l. 3: >$; l. 15: %$-
);  eseguito in un tempo solo;  e doppio  che poggiano sul rigo
di base; ! minuscolo ‘a cuore’, mai nella forma con i due occhielli di-
stanziati; # sinistrorso non particolarmente arrotondato (cfr. Vat. gr.
960 in cui si registra la compresenza di due tipologie di #); % con l’oc-
chiello a sinistra (evidente soprattutto nel doppio %); C con C incli-
nato verso destra. Il ricorrere dell’insieme di queste caratteristiche è
determinante per il riconoscimento della mano di Francesco Zanetti
senza incorrere nel rischio di confonderla con quella di Camillo.
Se nei casi sopra discussi a proposito del Berol. Phill. 1426 e del
Par. gr. 2455, la collaborazione tra Camillo e Francesco Zanetti non è
del tutto certa, ma può essere soltanto supposta, in quest’ultimo caso
non dovrebbero esserci dubbi, dato che la scrittura di Francesco è affi-
ne a quella del Vat. gr. 601, di cui si è detto.
Alla ricerca di ulteriore documentazione su Francesco Zanetti copi-
sta di manoscritti greci, è stato operato uno spoglio, per il momento
solo a campione, di inventari manoscritti della Biblioteca Vaticana; in
particolare, si è individuato un codice, il Vat. lat. 6792, che conserva
una lettera autografa dello stampatore Francesco Zanetti a papa Gre-
gorio XIII (a. 1581). Per la precisione, si tratta dell’esemplare tipogra-
fico dell’epistola dedicatoria che si accompagnava ad un’opera a
stampa, ovvero la minuta del testo a stampa44, in cui si registra anche

––––––––––
43
Mondrain, “Copistes et collectionneurs”, 358. In realtà, alla mano di Camillo Zanetti si
deve la copiatura dei ff. 1-100r, 232-326v, mentre alla mano di Francesco i ff. 101v-231.
44
Si è osservato che tra l’esemplare tipografico autografo e l’epistola dedicatoria a stampa
c’è una divergenza: Graecis litteris apprime erudito (nell’autografo); quem semper Grae-
carum litterarum studia mirifice delectarunt (nel testo stampato).
168 Anna Gaspari

un certo numero di correzioni. Se ne fornisce qui di seguito l’edizione


diplomatica:
Vat. lat. 6792, f. 331r:
Sanctiss. D. N. Gregorio XIII | Pont. Max. |
Maximae quidem Beat(issi)me P(ate)r habendae sunt gratiae iis hominibus,
qui | de inveniendis veterum scriptorum monumentis, quae magno omnium |
detrimento situ obducta adhuc latuerunt, sic semper cogitant, ut | nec labore
nec sumptibus a iam honesto utiliq(ue) opere deterreantur. | Si enim illi qui in
omni disciplinarum genere aliquid litteris man|darunt, in eo posterorum utilita-
tem secuti sunt, atq(ue) ob id iure | merito ab omnibus laudantur: non minori
laude ii digni viden|tur qui nobis id praestant, ne diutius eorum scriptis carea-
mus, ab | oblivione hominum ea vindicantes. In his certe doctissimum Car|di-
nalem Sirletum45 praecipuum esse a nemine dubitatur. Id enim | semper eius
vitae institutum fuit, ut singula quaeq(ue) veterum auctorum, | praesertim
Graecorum scripta assidue pervolutaret; eaq(ue) diuturno | studio, acriq(ue) in-
genio perpenderet; ac diligenti etiam indagine | perquireret, siquid alicubi ab-
ditum reperire, atq(ue) e tenebris erutum | publicae utilitati restituere posset. In
quo uno cum multis iam annis | curam omnem cogitationemq(ue) impenderit
suam, illud assecutus | est, ut eius bibliotheca plurimis vetustissimis, iisq(ue)
optimis referta | sit libris. Ex qua decem has homilias divini illius Ioannis |
Constantinop. Episcopi ob vere aureum eloquentiae flumen co|gnomento
Chrysostomi in varios sacrorum bibliorum locos de|promptas, atq(ue) ex
multis quibus illa abundat, eiusdem auctoris selectas, eius liberalitate ac
munificentia accepi, ut eas Graece, | sicuti ab ipsomet Chrysostomo
conscriptae sunt, meis typis nunc | primum excuderem, omnibusq(ue)
communes redderem [assente nell’edizione a stampa!] facerem. | Quas quidem
S.V. ea qua decet humilitate dicandas esse censui; |
f. 331v:
tum quia sanctissimi Episcopi documenta, quibus ille populum sibi | commis-
sum ad pietatem instituebat, nulli alii magis convenire | possunt, quam S.V.
quae optimi Pastoris imaginem et nomine ipso | refert, et vitae morumq(ue) in-
tegritate exprimit; tum quia licet | parvum sit opus, gratum id S.V. fore spera-
vi, videns eam divina | quadam voluntate ad propagandam religionem, Dei-
q(ue) cultum toto | animo incumbere; ac praeter alia duo haec tamquam funda-
menta | constituisse: Primum, ut antiquorum Patrum scripta vel numquam |
edita proferantur in lucem, vel iam vulgata, iis quibus aut temporum | iniuria,
aut hostium perfidia scatent mendis, diligentissime pur|gentur. Quae res ad de-
tegendas ac refellendas haereticorum imposturas, | quibus nefarii homines pio-

––––––––––
45
Francesco Zanetti ha lavorato per il cardinale Sirleto, come attestano i ff. 318-325v del
Vat. gr. 1949, che contengono una copia mutila della liturgia di Giovanni Crisostomo. A
Francesco Zanetti si deve il testo delle preghiere, mentre le rubriche sono di mano del
cardinale Guglielmo Sirleto: Canart, “Provataris”, cit., 203.
Francesco Zanetti 169

rum mentes labefactare conantur, quam | maxime proficiet46. Atq(ue) hac de


causa novam in Urbe typographiam | superioribus annis S.V. parari iussit
variisque Graecis, Latinis Hebraicisq(ue)47 cha|racteribus copiose instructam;
in qua primum nonnulla quae ad | Graecorum hominum profectum conducere
posse videbantur, excudi | Graece mandavit. Quin etiam non Graecis tantum
(quibus ad haec | Templum insigne S.V. sumptibus miro artificio a fundamen-
tis ex|tructum, publicumq(ue) Collegium in hac eadem Urbe erectum est, in |
quo ex variis Graeciae partibus acciti quam plures, Christianae doctrinae |
praeceptis a viris piis et doctis instituantur) sed aliis quoq(ue) exteris, | a no-
bisq(ue) longe remotis nationibus consulere atq(ue) prodesse summo|pere cu-
pit. Nam Chaldaeae, Armenae, Arabumq(ue) linguarum chara|cteres magnis
sumptibus incidi curavit, quo Aethiopes, Iacobitae, Armeni, Maronitae, Geor-
giani, et reliquae gentes, quae a nostra Religione dissident, catholicorum dog-
matum formulas propriis linguis | [richiamo orizzontale: conceptas]
f. 332:
conceptas (quod est alterum fundamentum, quo etiam Christianae | Reipub.
malis mederi S.V. proposuit) ab Apostolica Sede accipere; | et aliquando tan-
dem, priscis erroribus abolitis, Romanae Ecclesiae | doctrinam ab iis fortasse
ignoratione destitutam, amplecti plene | ex animo possint. Suscipiat igitur S.V.
pro sua pietate hilari | fronte opusculum hoc: et48 licet exiguum, ex affectu
offerentis, | immo potius ex praestantia scriptoris illud metiatur oro: Meq(ue) |
interim hoc ipso specimen quoddam, ac veluti experimentum | artis operae-
q(ue) meae sibi praebere voluisse sciat; quo, si id illi | probabitur, inservire
mox possim ad effingenda multo maiora | et praestantiora, quae S.V. Amplis-
s(im)o Cardinali Antonio | Carafae, Graecis litteris49 apprime erudito, expur-
––––––––––
46
e inserito nell’interlineo.
47
Hebraicisq(ue) aggiunto a margine. Tale notizia trova conferma per es. nella seguente
edizione: Bibbia ebraica. Liber psalmorum, Roma, tip. Franciscus Zanettus 1581. Cfr. G.
L. Masetti Zannini, Stampatori e librai a Roma nella seconda metà del Cinquecento, Ro-
ma 1980, 108-109, 151, 167-168, 187, 197-198. A questo stampato in caratteri ebraici si
fa riferimento nel post scriptum di una lettera (datata 20.VI.1783) di De Rossi all’abate
Barbieri, Professore di lingua ebraica in Propaganda, conservata in ABV 35, ff. 94-95v
edita da C.M. Grafinger, Die Ausleihe Vatikanischer Handschriften und Druckwerke 18.
Jahrhundert (ST 407), Città del Vaticano 2002, 226 s.: «Per le Bibbie ho scritto a Tubinga
per il prezzo solo, e non ho ancora avuto risposta. Cerco anch’io ora varie edizione ebreo-
bibliche moderne, che mi mancano. […] In Roma si è stampato un libercolo di poca mole
che contiene le cinque Meghilloth se le trova mi saranno care. Ho il Salterio del 1581
stampato dalla stesso stampatore Zanetti». Si sottolinea, peraltro, che anche Francesco
Zanetti, come Camillo, ha stampato in caratteri cirillici. Cfr. Tre alfabeti per gli Slavi.
Catalogo della mostra allestita nella Biblioteca Vaticana per l’undicesimo centenario
della morte di San Metodio, Città del Vaticano 1985, 174: Juan A. Polanco, s.j., Directo-
rium sacerdotum et poenitentium, traduzione in slavo «illirico» di Y. Budini\ (Budineü),
Roma, Francesco Zanetti, 1582; L. Komulovi\, s.j., Dottrina cristiana per la Nazione Illi-
rica nella propria lingua, Roma, Francesco Zanetti, 1582; Y. Budini\, Salmi di Davide in
metro poetico, tradotti in slavo «illirico», Roma, Francesco Zanetti, 1582.
48
Et inserito nell’interlineo dopo aver depennato quod.
49
Corretto da Graecarum litterarum.
170 Anna Gaspari

ganda, re|stituendaq(ue) demandavit. Deus optimus maximus S.V. diu | incolu-


mem servet. Romae, XV. kal. Octobris MDLXXXI.
Sanctitatis Vestrae
Humillimus servus

Franciscus Zannettus
Typographus

La lettera è autografa: la scrittura utilizzata, l’italica, la medesima


della lettera indirizzata a Piero Vettori conservata a Londra nella Brit-
ish Library, è caratterizzata da un distintivo ritorno di penna nel trat-
teggio di p e di q.
Quanto all’uso del richiamo orizzontale, la sua scelta trova una giu-
stificazione nell’utilizzo di reclamantes orizzontali sistematicamente
adoperati in calce al testo, sia sul recto sia sul verso del foglio, nell’e-
dizione a stampa.
Dalla presente lettera dedicatoria a papa Gregorio XIII emergono
in particolare i seguenti dati:
- Francesco Zanetti è stampatore per la Tipografia Vaticana;
- Francesco Zanetti ha stampato le prime dieci Omelie di Criso-
stomo.
Una ricerca tra i libri editi per i tipi del nostro stampatore ha con-
dotto all’individuazione di due stampe zanettiane delle Omelie di Cri-
sostomo, entrambe edite nel 1581, ma in due differenti formati, una in
-8°, l’altra in -4°:
1. $  _%  ` {
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 …
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, Romae, apud
Franciscum Zanettum, 1581, 8°, pp. 214;
2. $  _%  ` {
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 …

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 [ed. Giovanni
Battista Gabio], Romae, apud Franciscum Zanettum, 1581, 4°,
pp. [8], 211, [5].50

––––––––––
50
Cfr. anche A. M. Raugei, Gian Vincenzo Pinelli et Claude Dupuy. Une correspondance
entre deux humanistes, I-II, Firenze 2001, II, 556: «Parmi les volumes que Dupuy recher-
che dans les lettres 122, p. 316, et 138, p. 346, figurent les deux éditions 1. $  _% 
` {
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 … 
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 [grec], Romae, apud Franciscum Zanettum, 1581, 8°, pp. 214 […]; 2. $ 
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 … 
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[grec, éd. Giovanni Battista Gabio], Romae, apud Franciscum Zanettum, 1581, 4°, pp. [8],
211, [5]».
Francesco Zanetti 171

Come anche in altre edizioni a stampa di Francesco Zanetti, la mar-


ca tipografica impressa sul frontespizio, è rappresentata da un drago
alato sormontato dalle insegne papali, ovvero lo stemma pontificio di
Gregorio XIII, quale figura peraltro nel Vat. lat. 5527, un codice carta-
ceo che contiene documenti interessanti per la storia del Collegio
greco in Roma51: in particolare, dopo il f. 30, è inserito un opuscolo
stampato, in greco e in latino, la Professio orthodoxae fidei a Graecis
facienda iussu Sanctissimi Domini Nostri Gregorii XIII Papae edita,
del 1582 (
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  %’ " ).
Inoltre, nel Vat. lat. 5527, f. 40 s.v. Index Graecorum Librorum:
“Chrisostomus (sic) in 4°”. Con molta probabilità il riferimento po-
trebbe essere proprio all’edizione a stampa, in 4°, di Francesco Za-
netti.
Ancora un dettaglio: alla dedica di Francesco Zanetti al papa Gre-
gorio XIII nell’edizione a stampa, segue ‘lettera’ di Ioannes Baptista
Gabius ai lettori, una sorta di introduzione e presentazione del libro.

Ioannes Baptista Gabius optimis ac studiosis lectoribus sal.


Si tempus ullum fuit unquam, quum omnibus laetitiis incedere et exultare pii
atque eruditi homines deberent, illud profecto nunc est, quo sanctorum Pa-
trum, et antiquorum Doctorum monumenta è tenebris ubi delitebant, eruuntur,
et utilissimae ac salutares toti Reipub(licae) Christiane lucubrationes eorun-
dem in luce(m) prodeunt, et praesertim sancti patris illius nunquam satis digne
laudati Io. Chrysostomi, cuius has decem Homilias ab amplissimo et illustris-
simo Cardinali Sirleto communis utilitatis viro studiosissimo, omnibusq(ue)
virtutibus, et integerrimae vitae probitate ornatissimo sibi traditas vobiscum
co(m)municare statuit Franciscus Zannettus impressor admodum peritus, nul-
lum aliud inde sibi lucrum proponens, quam ut vos ex ipsis exoptatum perci-
piatis fructum, quum tot sanctae scripturae locos tam ornate tamque dilucide
explicatos discetis, quum tam efficacia ad convincendam depravatorum homi-
num pertinaciam, et haereses penitus profligandas vobis tela subministrata

––––––––––
51
Sul Collegio greco, rifondato nel 1576 per iniziativa di papa Gregorio XIII, vd. C.
Korolevskij, “Les premiers temps du Collège grec de Rome (1576-1622)”, Stoudion 4
(1927), 81-97 e ib. 6 (1929-1930), 40-48. Per la bibliografia sul Collegio greco vd. V.
Peri, “Inizi e finalità ecumeniche del Collegio Greco in Roma”, Aevum 44 (1970), 1-71,
in special modo p. 4 n. 11. Cfr. inoltre A. Meschini, Teodoro Rendios (Studi bizantini e
neogreci 11), Padova 1978, 7, e Z. N. Tsirpanlis, “` ˆ` ‰% ‚ Š

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  (1576-1700). 
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$ $” (AB 32), ’   1980. Vd. inoltre G. De Gregorio, “Costanti-
nopoli-Tubinga-Roma, ovvero la ‘duplice conversione’ di un manoscritto bizantino (Vat.
gr. 738)”, BZ 93 (2000), 37-107, soprattutto p. 92 ss.
172 Anna Gaspari

reipsa experiemini; tum vero et maximas vos illi debere gratias intelligetis, et
Deum non desistetis orare, ut a quibus tanta haec beneficia accipitis, et in dies
maiora speratis, illos diutissime servet incolumes: atque in primis Patris nostri
Beatiss(imi) Gregorii XIII gloriosis faveat incoeptis, qui quam sibi sint huius-
cemodi grati labores, tanta liberalitate cu(m) summa pietate coniuncta decla-
rat, quantam verbis exprimere potest nemo. Valete, et quas Graecas nunc acci-
pitis orationes, easdem propediem Latinas expectare. Verum quia neque
exemplar, unde haec descripta sunt, satis erat emendatum, et fieri non potest,
quin ab impressoribus aliquando vel vigilantissimis erretur, errata nonnulla ut
corrigenda videntur, in fine libri apposuimus.

Giovan Battista Gabia, professore di greco nell’Università di Roma


durante i pontificati di Giulio III, Paolo IV, Pio IV, Pio V e Gregorio
XIII, ottenne la cattedra di lingua greca probabilmente nel 1553, subi-
to dopo la rinunzia di Nicolò Maiorano, che aveva occupato la catte-
dra per più di ventidue anni fino alla sua nomina, in quell’anno, a ve-
scovo di Molfetta; Gabia conservò il ruolo fino al 1582. Inoltre, curò
la traduzione in latino di opere greche, per esempio Sofocle52.
In conclusione, dopo il suo arrivo a Roma, Francesco Zanetti, a
giudicare dalla documentazione riportata alla luce, dovette gravitare
nell’orbita sia della Biblioteca Vaticana, quale scriptor, sia della Tipo-
grafia, quale stampator. Si evidenzia che il contenuto delle opere co-
piate da Francesco Zanetti è prevalentemente di stampo dottrinario e
religioso. Forse per un’educazione teologica o piuttosto per una sua
vicinanza all’ambiente della Roma papalina del ’500. Peraltro, «l’es-
sere specializzati nella copia professionale di un determinato settore di
testi richiedeva una certa familiarità colle opere copiate, ad usum col-
lationis per così dire»53.

Francesco Zanetti instaurator

La mano di Francesco Zanetti è ravvisabile anche in un numero


considerevole di manoscritti conservati alla Biblioteca Medicea Lau-
renziana54. In questo caso il suo ruolo è quello di instaurator: il copi-
––––––––––
52
Cfr. Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 51, Roma 1998, 20-21 s.v. Giovan Bat-
tista Gabia.
53
De Gregorio, Malaxos, cit., 6.
54
Così già Canart, “Nouvelles recherches”, cit., 299: «A la Laurentienne de Florence, D.
Harlfinger signale nombre de manuscrits restaurés par Camille Zanetti; sans les avoir tous
vus, je croirais qu’il s’agit plutôt du scribe ejpiv, alias François Zanetti; mais il faut que
j’approfondisse encore le problème. Dans sa notice d’introduction à la Bibliothèque
Nationale de Florence [Aristoteles Graecus, 346] (ces notices, disons-le en passant, sont
Francesco Zanetti 173

sta è intervenuto per restaurare manoscritti mediante integrazione di


parti di testo mancanti per la perdita di fogli.
Al momento, si è in grado di assegnargli il restauro dei seguenti
manoscritti:
- Laur. 7, 32, f. 1rv, 37 55
- Laur. 72, 10
- Laur. 72, 19
- Laur. 86, 3
- Laur. 87, 12 (marginalia)
- Laur. 87, 19
Il restauro in taluni casi è su supporto cartaceo, talora, invece, le
integrazioni testuali sono state operate su pergamena.
Nel caso della carta, le filigrane possono fornire un valido sussidio
ai fini di una datazione, ma sarebbe necessario operare un’analisi si-
stematica e quindi occorrerà tornare in futuro sull’argomento, in quan-
to il numero dei codici in cui è intervenuto a integrare fogli mancanti è
notevolmente superiore. Si tratta in questo caso solo di un primo elen-
co di manoscritti attribuiti alla sua mano, basato su visione autoptica
degli interventi di restauro. Occorrerebbe uno spoglio sistematico dei
manoscritti conservati alla Biblioteca Medicea Laurenziana per rico-
noscere la sua mano nei manoscritti lacunosi che presentano integra-
zioni testuali operate nel corso del XVI sec.
Di conseguenza, per quanto concerne il restauro di manoscritti, si
pongono diversi problemi, e di ordine cronologico e di ordine metodo-
––––––––––
fort précieuses pour le chercheur), le même Harlfinger signale que les Magliabechiani II.
III. 36, II. III. 38, II. III. 39 (?) et II. III. 40, qui ne sont pas des manuscrits aristotéliciens,
sont des copie de Camille Zanetti ou de son cercle; en fait, […] les codd. II. III. 37, II. III.
38, II. III. 39 et II. III. 40 sont l’oeuvre, en tout ou en partie, d’Emmanuel Provataris; dans
les mêmes manuscrits, trois autres mains sont celles de copistes collaborateurs ou contem-
porains de Provataris; un d’eux (cod. II. III. 39, ff. 1-39v) est le scribe x; je ne connais pas
les autres». Di recente è stata avanzata l’ipotesi – suggerita da Antonio Carlini – di un
restauro dei codici in occasione della riapertura della biblioteca al pubblico nel 1571: così
Mariella Menchelli, “Il Tol. 101/16 tra prima e terza famiglia della tradizione dionea”,
BollClass, s. 3a, 21 (2000), 59-94, specialmente p. 82, anche se le reintegrazioni sono con-
siderate di mano di Camillo, anziché – come sono incline a credere – di Francesco.
55
In realtà, Francesco D’Aiuto, “Su alcuni copisti di codici miniati mediobizantini”, in
%& . Studi in onore di mgr Paul Canart per il LXX compleanno, III, a cura di S. Lucà
e di L. Perria, BBGG, n.s. 53 (1999), 119-150, in particolare 142, segnala che a causa
della caduta di uno o più fogli all’inizio del Laurenziano, il f. 1 (così come il f. 37) fu sup-
plito nel XVI sec. da Camillo Zanetti. Cfr. M. C. Vicario, in Oriente Cristiano e Santità.
Figure e storie di santi tra Bisanzio e l’Occidente, a cura di Sebastiano Gentile, Venezia
1998, 177.
174 Anna Gaspari

logico, ossia quando Francesco Zanetti ha operato questi interventi di


restauro e come ha colmato le lacune testuali, mediante il ricorso a
quale modello (conservato a Firenze? copiato o fatto copiare ad hoc
per la collazione?).
Comunque, preme sottolineare che si è propensi a ritenere che i
manoscritti laurenziani restaurati, generalmente attribuiti a Camillo,
siano piuttosto di mano di Francesco.
A Firenze sono conservati, peraltro, alcuni manoscritti con inter-
venti di restauro operati da una mano del XVI sec., ma che non si de-
vono affatto a Francesco Zanetti: in effetti, sembrebbero esserci delle
morfologie in comune con la grafia dell’Occidental arrondi56 piuttosto
che con quella di Francesco Zanetti.
Ecco alcuni esempi di codici in cui si riscontra restauro di tale
mano:
- Ricc. 10
- Laur. 72, 17
- Laur. 87, 10
- Laur. 87, 17
- Laur. 87, 18
- Laur. 74, 2557
Ma su quest’ultimo copista occorrerà sicuramente un supplemento
d’indagine.
In conclusione, tuttavia, si desidera proporre un’ipotesi molto sug-
gestiva e per giunta non priva di fondamento. Francesco Zanetti o
Zannetti – come preferisce chiamarlo Massimo Ceresa58 – ebbe vari
figli: Maria, Luigi, Bartolomeo, etc.
––––––––––
56
Così denominato da Mondrain, “Copistes et collectionneurs”, cit., 377: «son allure est
apparentée à celle de Camille Venetus mais en moins équilibré et harmonieux».
57
Il restauro ai ff. 125v-126r del codice è stato vagamente inserito tra i codici restaurati
da Francesco Zanetti da P. Degni, “Tra Gioannicio e Francesco Zanetti. Manoscritti re-
staurati presso la Biblioteca Medicea Laurenziana”, in Oltre la scrittura. Variazioni sul
tema per Guglielmo Cavallo (Dossiers Byzantins 8), Paris 2008, 289-302: 300, lasciando
intendere che si possa trattare di scelte grafiche diverse da parte di Francesco piuttosto che
di un altro copista.
58
M. Ceresa, Una stamperia nella Roma del primo Seicento. Annali tipografici di Gu-
glielmo Facciotti ed eredi (1592-1640) (Il Bibliotecario, Nuova serie 3), Roma 2000, 14:
«In anno imprecisato, forse intorno al 1595, Guglielmo sposò Maria Zannetti, figlia di
Francesco Zannetti e sorella di Luigi e di Bartolomeo facenti parte della nota famiglia di
tipografi, di origine bresciana, esattamente di Casterzago, successivamente operanti a Ve-
nezia e a Roma. Maria portò a Guglielmo la cospicua dote di mille scudi, che sicuramente
venne investita con profitto in attrezzature dell’officina e che le venne liquidata alla morte
Francesco Zanetti 175

Dunque, non è forse possibile che Francesco fosse un figlio di Bar-


tolomeo, dato che uno dei figli di Francesco si chiama appunto Barto-
lomeo? Non si tratta di una congettura troppo fantasiosa, ma forse da
prendere seriamente in considerazione: anche se non determinante per
risolvere la questione, tuttavia rappresenta senz’altro un tassello in più
che va ad aggiungersi al mosaico al fine di ricostruire l’attività calli-
grafica e tipografica della famiglia Zanetti.
Per di più, la stessa soluzione del problema è suggerita da E. Lay-
ton – che in ogni caso non fa alcun cenno a Francesco Zanetti copista!
– laddove azzarda una parentela fra Cristoforo, Camillo e Francesco, a
partire dall’analisi di dati inerenti la tipografia: «It is not known if
Francesco Zanetti was also a brother. […] he and Cristoforo Zanetti
adopted the same printer’s device» 59.

Pontificia Università Antonianum, Roma


Scuola Superiore di studi Medievali e Francescani

––––––––––
di Guglielmo dai due nipoti di quest’ultimo, Pietro Antonio e Giacomo, quando passarono
alla guida della tipografia». Cfr. ASR, 30 Notai Capitolini, Uff. 15, Not. Tommaso Salva-
tori, N. 135, c. 420v.
59
E. Layton, The sixteenth century Greek book in Italy. Printers and publishers for the
Greek world (Library of the Hellenic Institute of Byzantine and Post-Byzantine Studies
16), Venice 1994, 522. E inoltre, sempre nella sezione dedicata a Cristoforo, p. 526 s.:
«Another Zanetti, Francesco, used the augustine grecque of Pierre Haultin when he print-
ed in Venice a single work,  > > $ ‹ ! ", ' !   -
  * + 
 ! / ; < </, 1563 (BH I no. 140 and BH IV no. 617 [BH =
É. Legrand, Bibliographie hellénique]). With the exception of this one book, Francesco
Zanetti is associated with printing in Rome where he had a long and distinguished career.
It is interesting to note that on the title page of this work the mark used – three darts held
together by a ribbon with their tips pointing up and their stems touching the ground – is
none other than the one frequently used and associated with the imprints of Cristoforo
Zanetti (fig. 247). It is found in a great number of the Greek works he printed. Thus,
Francesco Zanetti must have been a close relative of Cristoforo, perhaps a younger
brother or a son, and early in his training days in Venice was associated with him. When
Francesco Zanetti began printing Greek in Rome, he used the Haultin augustine grecque
to print all of his Greek books. He also adopted a close variation of the mark with the
three darts as his own device (Vaccaro no. 236; Zappella no. 434)».
IX

LIST OF ABBREVIATIONS

ABl = Anavl ekta Blatavdwn


AK = Anavlekta KruptofevrjrJh"
AOC = Archives de l’Orient chrétien
ASCL = Archivio storico per la Calabria e la Lucania
BBGG = Bollettino della Badia Greca di Grottaferrata
BBTT = Belfast Byzantine Texts and Translations
BELS = Bibliotheca Ephemerides Liturgicae, Subsidia
BMFD 1-5 = J. Thomas, A. Constantinides Hero (eds.), Byzantine
Monastic Foundation Documents. A Complete Translation of the
Surviving Founders’ Typika and Testaments, 5 vols. (Dumbarton
Oaks Studies 35), Washington, DC 2000
BollClass = Bollettino dei Classici
BZ = Byzantinische Zeitschrift
CPG = M. Geerard, Clavis Patrum Graecorum, 5 vols., Turnhout, 1974-
1987
Dmitr I-III = A. A. Dmitrievskij,  
 
    
     
, I-II, Kiev
1895, 1901; III, Petrograd 1917; repr. Hildesheim 1965
DOP = Dumbarton Oaks Papers
EL = Ephemerides Liturgicae
EO = Ecclesia orans
EOr = Échos d’Orient
MMB = Monumenta Musicae Byzantinae
MSIL = Monumenta, Studia, Instrumenta Liturgica
OCA = Orientalia Christiana Analecta
OCP = Orientalia Christiana Periodica
ODB = A. P. Kazhdan – A.-M. Talbot et Alii (Edd.), The Oxford Diction-
ary of Byzantium, I-III, New-York/Oxford 1991
PB = Palaeobulgarica/
  
PG = Patrologia Graeca
PIO = Pontificio Istituto Orientale, Roma
REB = Revue des Études Byzantines
REG = Revue des Études Grecques
RL = Rivista Liturgica
RSBN = Rivista di studi bizantini e neoellenici
SA = Studia Anselmiana
X

SC = Sources chrétiennes
SIFC = Studi italiani di filologia classica
SOC = Studi sull’Oriente Cristiano
ST = Studi e Testi
S&T = Segno e Testo
˝MP = ˝urnal Moskovskoj Patriarxii

BAN/BAN = Biblioteka Akademii Nauk (Library of the Academy of


Sciences), St. Peterburg
GBL/GBL = Gosudarstvennaå Biblioteka im. Lenina (Lenin State
Library), Moscow (now RGB)
GIM/GIM = Gosudarstvennyj Istoriçeskij Muzej (State Histori-
cal Museum), Moscow
RGB/RGB = Rossijskaå Gosudarstvennaå Biblioteka (Russian State
Library), Moscow
RNB/RNB = Rossijskaå Nacional´naå biblioteka (Russian Na-
tional Library), St. Peterburg

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