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Impianti Chimici I
Prof. B. Mazzarotta
A.A. 2012-13
ASSORBIMENTO – METODO A STADI
G1 L0
Relazione di equilibrio (valida per ogni componente solubile)
y=kx
k = f (P, T, c)
Sistema binario
Data la curva di equilibrio y = k x e noti i valori di x0, y1 e yN+1
y
Si trova (L/G)min (=>Numero di stadi infinito)
per via grafica o analitica
yN+1 Si fissa (L/G)operativo = 1.2-1.6 (L/G)min
(L/G)operat
Si trova il numero di stadi per via grafica.
(L/G)mi
y1 y=kx
xo xNmax x
Kremser
Valido se la costante di equilibrio non dipende dalla concentrazione k = f (P, T) e P e T sono
costanti (ossia quando si ha una retta di equilibrio)
y N +1 − y1 A N +1 − A
= N +1 (13)
y N +1 − k ⋅ x 0 A −1
L
A= fattore di assorbimento (pendenza della retta di lavoro rispetto a quella di equilibrio)
k⋅G
y − k ⋅ x0 1 1
ln n +1 1 − +
y1 − k ⋅ x 0 A A
N=
ln A
Sistema multicomponente
Si può fissare y1 solo per il componente “chiave” (o imporre una specifica sulla somma di tutte le
y1)
• Si trova graficamente (L/G)min per il componente chiave;
• Si fissa L/G > (L/G)min ;
• Si trova il numero di stadi
Una volta noti N e L/G si trovano (per tentativi) i valori di y1 degli altri componenti.
1
Componente
Component meno solubile
e più
yA
yB
yC
XA XB Xc
G N +1 L
Relazione di equilibrio : y n = k n x n ⇒ Yn = knXn 0
Gn Ln
Bilancio totale : L 0 ( X N − X 0 ) = G ( YN +1 − Y1 )
Grado di assorbimento :
YN +1 − Y1
Φ=
YN +1
LM x 0 A N +1 − A
Φ = 1 − N +1 (29 )
A ⋅ G M y N +1 A −1
Con le nuove variabili posso definire :
Ln
An =
knGn
L0 X N
Dall’equilibrio si ha Yn =
A n G N +1
e si ottiene la relazione di Horton e Franklin (44):
YN +1 − Y1 A1 A2 .. AN + A2 A3 .. AN + ... + AN L0 X 0 A2 A3 .. AN + A3 A4 .. AN + ... + AN + 1
Φ= = −
YN +1 A1 A2 .. AN + A2 A3 .. AN + ... + AN + 1 G N +1YN +1 A1 A2 .. AN + A2 A3 .. AN + ... + AN + 1
2
Per applicare questa relazione occorre conoscere le temperature di ogni stadio.
• Le temperature di L0 e di GN+1 sono note;
• Si fissa la temperatura di G1 0.5-1.5°C maggiore di quella di L0;
• Si calcola la temperatura di LN dal bilancio entalpico.
Per valutare portate e temperature di ogni stadio (per lo stadio n-esimo) si possono utilizzare queste
relazioni approssimate:
1
Gn G N
= 1 da cui si ricava G n
G n +1 G N +1
Ln si ricava dal bilancio di materia
G N +1 − G n −1 TN − Tn
= da cui si ricava Tn
G N +1 − G1 TN − T0
Relazione di Edmister
È derivata da Horton e Franklin in modo semplificato considerando solo due stadi, il primo e
l’ultimo (stadio N = stadio 2)
A1 A 2 + A 2 L0X 0 A2 + 1
Φ= − (50)
A1A 2 + A 2 + 1 G N +1 YN +1 A1A 2 + A 2 + 1
che si può scrivere come:
L0 X 0 AEN +1 − AE
Φ = 1 − N +1
A' G N +1 Y N +1 AE − 1
avendo posto
A 2 (1 + A1 )
A' = A E = A 2 (1 + A1 ) + 0.25 − 0.5
1 + A2
Va rimarcato che L/G =(L/G)min quando N →∞, condizione che si verifica per il componente chiave
quando AE= Φ. Nelle fasi iniziali del calcolo, in cui non sono ancora note le portate GN e L1 si
possono utilizzare i valori di GN+1 e L0.
Nel caso di assorbimento multicomponente spesso si preferisce iniziare il calcolo con il metodo di
Edminster e fare la verifica finale con Horton-Franklin.
3
- si assume che i componenti meno solubili di quello chiave non si assorbano affatto (grado di
assorbimento Φ = 0).
Sulla base di queste ipotesi si può calcolare la composizione completa (di tentativo) del gas uscente
Y1.
• Si può scrivere il bilancio di materia e determinare la composizione del liquido uscente LN in
funzione del rapporto L0/GN+1 incognito.
• Si può scrivere anche il bilancio entalpico ed ottenere l’espressione della temperatura
dell’ultimo stadio TN in funzione del rapporto L0/GN+1 incognito.
• Date T1 e TN si hanno anche le espressioni delle costanti di equilibrio k1 e kN, sempre in
funzione del rapporto L0/GN+1 incognito.
• Si può quindi scrivere l’espressione di AE del componente chiave, in funzione rapporto L0/GN+1:
eguagliando AE del componente chiave al suo grado di assorbimento Φ si ottiene (L0/GN+1)min
• A questo punto si fissa L0/GN+1=1.2÷1.6 (L0/GN+1)min, si calcola TN dal bilancio entalpico, si
calcola kN, AE e, noto il grado di assorbimento Φ del componente chiave si trova N di primo
tentativo con la relazione di Edmister.
• Noto N si calcolano i valori di Φ degli altri componenti e quindi la composizione Y1 e la portata
G1 del gas uscente; si riscrive il bilancio di materia determinando la composizione XN e la
portata LN del liquido uscente, e si riscrive il bilancio entalpico determinando la temperatura TN.
• Applicando le relazioni approssimate si calcolano i valori delle portate G e L e le temperature T
di ogni stadio.
• Si calcola il rapporto L/G del primo e dell’ultimo stadio e si applica di nuovo Edmister,
ripetendo l’intera procedura (calcolo di A, Φ, Y1, G1, YN, LN, TN) fino a convergenza.
• Arrivati a convergenza con il metodo di Edmister si fa, eventualmente, un controllo finale
utilizzando la relazione di Horton e Franklin.
• In questa maniera si è determinato il numero di stadi teorico.
• Se si intende realizzare l’assorbimento in una colonna a piatti occorre valutare il rendimento
dei piatti per passare da stadi teorici a piatti effettivi: si possono utilizzare metodi rapidi
(grafico di O’Connell, poco preciso per sistemi acquosi) o più precisi (rendimento di
Murphree)
• Se si intende realizzare l’assorbimento in una colonna a riempimento va calcolata l’altezza
di riempimento equivalente ad uno stadio teorico (detta HETP o HETS).
4
ASSORBIMENTO (METODO A CONTATTO CONTINUO)
5
FL
1 − y i 1 − x FG
=
1 − y 1 −x i
Integrando le (82) e (83) si ottiene l’altezza necessaria al trasferimento di materia:
ye
G Mi dy
H= ∫ F a (1 − y) [ln(1 − y ) − ln(1 − y)]
yu G
2
i
xu
L Mi dx
H= ∫ F a (1 − x ) [ln(1 − x ) − ln(1 − x )]
xe L
2
i
L’integrale viene risolto per via numerica. Per utilizzare queste relazioni si devono calcolare, per
ogni intervallo, i valori di:
• a = f (riempimento, G, L, φo)
• FG = f (riempimento, G, ScG, µG, εo)
• FL = f (riempimento, L, ScL, µL, cm, DL)
dove
Sc = µ/ρD
ds = diametro della sfera con la stessa superficie del riempimento
εo = grado di vuoto operativo εo = ε - φt
• Per soluzioni acquose φtw = f (L, ds)
aw = f (tipo di riempimento, diametro del riempimento, G, L)
• Per le altre φt = φs + φo
φs = f (µL, σ, ρL, ds)
φo = φow - H*
φow = φtw-φsw
φsw = f (ds)
H* = f (L, σ, ρL, µL)
a = aw (φo/φow)
La relazione (59), per la fase gassosa e quella liquida, viene posta nella forma
N1 = kG P (y-yi) con P pressione operativa
N1= kL cm (xi -x) con cm concentrazione molare totale (kmol/l)
FG FL
kG = kL =
P ⋅ y BM c m x BM
6
y − yi xi − x
y BM = x BM =
1 − yi 1−x
ln ln
1− y 1 − xi
Quando il grado di assorbimento è piccolo (come in questo caso, visto la modesta variazione delle
portate) si può porre yBM ≅ 1 e xBM ≅ 1 e si possono considerare costanti kG e kL.
Le relazioni precedenti diventano:
N 1a ⋅ dh = G M dy = k G P( y − y i ) a ⋅ dh (68)
N 1a ⋅ dh = L M dx = k L c m ( x − x i ) a ⋅ dh (69)
e integrando si ha:
ye
G dy
H= M ∫ = HGNG (77)
k G aP yu y − y i
xu
LM dx
H=
k L ac m ∫x
xe i −x
= HLNL (78)
7
Tenendo conto del significato di kOG e kOL e delle relazioni (75) (76) (77) e (78):
1
H OG = H G + H L (79)
A
H OL = H L + A ⋅ H G (80)
LM
dove A =
k GM
Se il valore di A è grande HOG è circa uguale a HG.
In questo caso per applicare le relazioni si calcolano i valori medi di:
• HG = f (riempimento, G, L, ScG)
• HL = f (riempimento, G, L, ScL)
g Mj l Mj
e le frazioni molari sono date dalle: y j = e yj =
GM LM
Dalle (72) e (73) si possono scrivere le relazioni per il flusso dei componenti
z j − yij zj − xj
w = FGj ln = FLj ln (96)
zj − yj z j − x ij
8
Dalle (96) uguagliando i secondi e i terzi membri per ogni componente solubile si ottengono (c – 2)
equazioni indipendenti:
FGj FLj
z j − yij z − xj
= j
z j − y j z j − xij
mentre eguagliando i secondi e terzi membri per due diversi componenti solubili si ottengono (c –
3) equazioni indipendenti:
FLj FLk
zj − xj z − xk
= k
z j − xij zk − xik
Per il trasferimento di calore si scrive il bilancio termico per la fase gassosa:
TG − Ti w ⋅ c pz
d(G M c p TG ) = w ⋅ c pz ⋅ a ⋅ dh (99) dove a ' =
exp(a ' ) ) − 1 hG
Dato che dG M = w ⋅ a ⋅ dh e considerando cp costante si ha:
w ⋅ a (TG − Ti ) c pz
dTG = ⋅ − TG ⋅ dh (100)
G M exp(a ') c p
La temperatura all’interfaccia si trova dalla:
a'
h G (TG − Ti ) ϕ (a ' ) + w ⋅ ∆H = h L (Ti − TL ) (101) con ϕ (a ' ) =
1 − exp(−a ' )
dove ∆H è l’effetto termico connesso al flusso molare w .
Per risolvere il problema:
• con le equazioni (94) e (100) si trovano gli andamenti di gMj, lMj e TG lungo le colonne, tenendo
conto che gM1 e lMc sono costanti
• con le equazioni (93) e (95) si trovano yj e xj
• con le equazioni (96), (97), (98) e (101) si trovano i valori di xij, yij, Ti e zj.
Se si trasferisce un solo componente, con calore di soluzione QSOL per kmole di gas disciolto, si ha:
9
Ricordando le relazioni (82) e (83):
dy 1 − yi
G Mi = FG a ln dh
(1 − y )2 1− y
dx 1− x
L Mi 2
= FL a ln dh
(1 − x ) 1 − xi
Si può scrivere
dT Q SOL (1 − x ) 2 a ⋅ FL 1 − x
=− ln (92)
dh L Mi c pL 1− xi
dy a ⋅ FG 1 − yi
= (1 − y) 2 ln
dh G Mi 1− y
10
DISTILLAZIONE
pumparound
caso b ase
Riflusso
riflusso L
E’ definito come: Rapporto di riflusso = =
distillato D
45
Esistono due condizioni limite per il rapporto di riflusso:
40
• Riflusso totale ⇔ Nmin
Questa condizione si utilizza solo, a volte, in fase di start-
35
up.
30
• Riflusso minimo ⇔ N ∞ .
N
25
La colonna non può funzionare in queste condizioni
20
Il riflusso ottimale rappresenta un compromesso:
15
• se il riflusso aumenta ⇒ N diminuisce
10
0 0,5 1 1,5 2 H diminuisce
E
D aumenta
• se il riflusso diminuisce ⇒ N aumenta
11
H aumenta
D diminuisce
Per ragioni legate al controllo della distillazione occorre fare si che al variare del rapporto di
riflusso E il numero di stadi N non vari troppo. Spesso il rapporto di riflusso ottimale è Eottimale =
1.2÷1.5 Emin
Ingresso alimentazione
Va fatto nel punto in cui la composizione dell’alimentazione (liquido, vapore o bifasica) è più
vicina alla composizione del liquido o del vapore in colonna.
A volte, se la composizione dell’alimentazione non è costante, è conveniente prevedere più
bocchelli d’alimentazione a varie altezze.
Pressione operativa
Ove possibile si opera a pressione atmosferica, purché non vi siano problemi di temperatura troppo
bassa in testa, o troppo alta sul fondo. La pressione può essere superiore a quella atmosferica per
mettersi in condizioni di condensare il distillato con acqua (Tmin = 30°C) o con aria (Tmin =50/60°C).
Se non è possibile o conveniente aumentare la pressione in modo da rispettare questa condizione
(ad esempio in caso di temperatura troppo alta al ribollitore) e la temperatura di condensazione in
testa è bassa, si può utilizzare un impianto frigorifero o ricorrere alla termocompressione del
vapore. In quest’ultimo caso quando il riflusso rientra in colonna subisce un flash e di ciò occorre
tenere conto quando si valuta il rapporto di riflusso. Riducendo la pressione al ribollitore, si riduce
la T al ribollitore e ciò può essere utile per prodotti termosensibili; inoltre riducendo la pressione
migliora la volatilità relativa. In ogni caso occorre tener conto delle cadute di pressione in colonna,
più importanti nel caso di colonne che operano sotto vuoto.
Stadio di equilibrio
Per ogni componente i e per ogni stadio n:
1. Bilancio di materia Vn Ln-1
Vn+1 yn+1 + Ln-1 xn-1 + Fn zn = Vn yn + Ln xn + Sn xn yn xn-1
Fn Sn
zn xn
2. Bilancio di energia n
Vn+1 Hn+1 + Ln-1 hn-1 + Fn hn = Vn Hn + Ln hn + Sn hn + qn
dove Ln qn
Vn+1
H = entalpia specifica vapore xn
yn+1
h = entalpia specifica liquido
3. Equilibrio yi = k i ⋅ x i
c c
4. Congruenza ∑ x i = ∑ yi = 1
i =1 i =1
Queste equazioni, che si possono scrivere per ogni stadio, per il ribollitore e V y
per il condensatore, sono alla base dei metodi rigorosi.
F z
12
L x
c c
Punti di ebollizione: ∑ yi = ∑ k ⋅ x i = 1
i =1 i =1
c c y
Punti di condensazione: ∑ x i = ∑ ki =1
i =1 i =1
F⋅ hf = V ⋅ H + L ⋅ h
Flash: V
F ⋅ z i = V ⋅ y i + L ⋅ x i = V ⋅ k i ⋅ x i + L ⋅ x i = L ⋅ x i k i + 1
L
c F ⋅ zi V ⋅ ki
L=∑ =S fattore di stripping
i =1 V ⋅ k i L
L + 1
c F ⋅ zi L
V=∑ =A fattore di assorbimento
i =1 L V ⋅ ki
+ 1
V ⋅ ki
Variabili di progetto
Si fa riferimento ad una colonna tipo:
• 1 alimentazione
• 1 condensatore totale
• 1 ribollitore
• senza prelievi laterali.
In fase operativa sono noti:
- la composizione e l’entalpia dell’alimentazione;
- il numero di stadi di arricchimento e di esaurimento;
- la portata dell’alimentazione;
- la pressione in colonna;
- il calore scambiato al condensatore;
- il calore scambiato al ribollitore;
e va determinato il rapporto di riflusso E in grado di soddisfare le specifiche richieste.
In fase di progetto sono noti:
- portata, composizione e entalpia dell’alimentazione;
- portata di riflusso,
- composizione in testa e in fondo del componente chiave;
- portata di prodotto (distillato o residuo),
- pressione;
e va determinato il numero degli stadi N in grado di soddisfare le specifiche.
13
Metodi rigorosi
La loro applicazione richiede di:
1. Specificare il problema in modo completo.
2. Selezionare i valori delle variabili da calcolare in modo iterativo
(per esempio: T, L e V di ogni stadio).
3. Individuare una procedura per la soluzione delle equazioni relative ad ogni stadio:
• Bilancio di materia;
• Bilancio di energia;
• Equilibrio;
• Congruenza.
4. Stabilire una procedura per selezionare i nuovi valori delle variabili da calcolare per via
iterativa.
5. Stabilire una procedura per verificare la convergenza.
Quasi tutti i metodi rigorosi richiedono per la loro applicazione che sia specificato il numero
di stadi (teorici) sopra e sotto l’alimentazione e forniscono la composizione del prodotto in
funzione del numero di stadi e del rapporto di riflusso. Questi metodi sono alla base del
calcolo effettuato mendiante simulatori di processo. La loro applicazione in fase di progetto
richiede di avere una stima di primo tentativo del numero di stadi e del rapporto di riflusso:
ciò che viene calcolato è la composizione in testa e in fondo. Se i valori ottenuti non
corrispondono alle specifiche richieste si procede con un nuovo valore del numero degli stadi
e/o del rapporto di riflusso. In fase operativa si può ovviamente agire solo variando il
rapporto di riflusso.
14
Metodo di Thiele e Geddes (1933)
Sviluppato originariamente per il calcolo manuale.
Occorre conoscere:
• Portata composizione e condizioni dell’alimentazione;
• Portata e temperatura del riflusso;
• Portata del distillato;
• Pressione;
• Numero di stadi di equilibrio sopra e sotto l’alimentazione.
All’inizio si assumono profili di tentativo di temperatura e portata lungo la colonna e,
risolvendo il sistema di equazioni, si ottengono i nuovi profili di temperatura.
Metodi di “rilassamento”
Sono stati sviluppati per trattare i transitori e richiedono che siano scritte equazioni alle differenze
finite per i bilanci di stadio. Il metodo, procedendo nel transitorio converge alla fine sulla soluzione
dello stato stazionario, anche se ci mette molto tempo.
Sono stati sviluppati per miscele di idrocarburi e non possono essere utilizzati per sistemi
marcatamente non ideali.
Una prima serie di metodi cerca di ricondurre la miscela multicomponente ad un sistema
pseudo-binario. Altri metodi sono di tipo empirico, poiché si basano sulla prestazione
di colonne esistenti o sui risultati di calcoli di progetto precisi.
Volatilità relativa
La volatilità di un componente è definita
P ⋅ yA
come P y/x.
xA y ⋅x
La volatilità relativa di A rispetto a B sarà: α AB = = A B
P ⋅ y B y B ⋅x A
xB
15
yA x
quindi = α AB A
yB xB
Il rapporto tra A e B nel vapore è αAB volte quello nel liquido.
Tenuto conto che yA = kA⋅xA e yB = kB⋅xB, si ha:
αAB = kA/kB
Per una miscela binaria yB = 1 - yA e xB = 1 - xA
yA 1− x A α⋅ xA yA
α AB = yA = xA =
1− yA x A 1 + (α − 1) x A α − (α − 1) y A
Componenti chiave
• Chiave leggero: (lk = light key) il componente che non si vuole nel residuo.
• Chiave pesante: (hk = heavy key) il componente che non si vuole nel distillato.
I componenti chiave possono essere contigui o no. In qualche caso può non essere evidente
quali componenti scegliere come chiave e occorre vedere con quali componenti
chiave si ha il maggior numero di stadi.
Piatto di alimentazione
Il metodo di Fenske si può applicare anche separatamente alle sezioni di arricchimento e di
esaurimento, calcolando separatamente gli stadi sopra e sotto l’alimentazione e utilizzando anche la
volatilità alla TF di alimentazione. Ciò consente di stimare la posizione del piatto di alimentazione.
Il numero degli stadi della sezione di arricchimento e di esaurimento si può anche calcolare dalla
relazione di Kirkbride:
16
x r ,lk
2
N Arrich R x
log = 0.206 ⋅ log ⋅ f ,hk ⋅
D x f ,lk x
N Esaur + 1 d ,hk
dove N = NArrich + NEsaur
Il valore numerico di θ deve essere compreso tra gli α dei componenti chiave (ossia tra αlk e 1).
V HF − HL
F è la frazione di vapore nell’alimentazione: f = =
F HV − HL
Se l’alimentazione è costituita da un liquido saturo f = 0.
fissata;
• si legge il valore dell’ordinata E/(E+1);
• con la serie di coppie di valori di N e di E si costruisce il
diagramma di N in funzione di E;
• si fissa una coppia di valori N ed E nella zona in cui N E
varia poco al variare di E.
17
ye x
G dy u
L dx
da cui si ottiene: H = ∫ M =∫ M
y u FG ⋅ a y i − y x e FL ⋅ a x − x i
α⋅x
• La relazione di equilibrio y = f (x) non è mai lineare: y =
1 + (α − 1) x
• Anche se GM e LM rimangono all’incirca costanti, FG e FL variano parecchio perché sono
funzioni delle proprietà fisiche che variano con la temperatura (che cambia lungo la colonna).
Distillazione discontinua
Viene operata generalmente a composizione del distillato costante oppure a portata di riflusso
costante.
• bilancio globale B0 = B + D
• bilancio al componente B0 xB0 = B xB + D xD
D x B0 − x B
Si ottiene: =
B0 x D − x B
D
Il calore occorrente a partire dall’ebollizione in caldaia, fino al tempo t è: Q B = λ ∫0 (E + 1) dD
18
Vapore d’acqua (1) + un componente volatile immiscibile (2)
• Il vapore d’acqua fornisce il calore per l’operazione e condensa (parzialmente)
nell’apparecchio.
La relazione di equilibrio è: P = ps1 + ps2
Se il componente da vaporizzare non raggiunge l’equilibrio si tiene conto del suo rendimento di
vaporizzazione Ev (tipicamente 0.8-0.9): P = ps1 + Ev ps2
n1 p s1
Il rapporto in moli tra il vapor d’acqua e il componente da vaporizzare è: =
n 2 E v ⋅ ps 2
Quando ps2 è bassa il quantitativo di vapor d’acqua richiesto può essere anche molto alto.
• Il vapore d’acqua non condensa nell’apparecchio ed il calore è fornito a parte in un ribollitore.
In questo caso ps1 = P – Ev ps2
n1 P − E v ⋅ p s 2
Il rapporto in moli tra il vapor d’acqua e il componente da vaporizzare è: =
n2 E v ⋅ ps2
Il quantitativo di vapor d’acqua richiesto diminuisce al diminuire della pressione P.
Vapore d’acqua (1) + un componente volatile immiscibile (2) + un componente poco volatile (3)
Il vapore d’acqua non condensa nell’apparecchio ed il calore è fornito a parte in un ribollitore.
n2
E v ⋅ ps2
n2 n2 + n3 E v ⋅ ps2 ⋅ n 2
= =
n1 n 2 P ⋅ n 3 + (P − E v ⋅ p s 2 ) n 2
P − E v ⋅ ps2
n2 + n3
n2 n2 n2
Si definisce Y = e X= si ha: p 2 = E v ⋅ x 2 ⋅ p s 2 = E v ⋅ p s 2
n1 n3 n2 + n3
• Operazione continua con 1 stadio
Bilancio di materia in moli L3 (X0 – Xf) = V1 Yf
Quando si ha un solo stadio Xf e Yf sono all’equilibrio
V1 ( x 0 − x f ) [P + (P − E v ⋅ p s 2 ) X f ]
=
L3 E v ⋅ ps2 ⋅ X f
Esiste una procedura per valutare il rendimento di vaporizzazione Ev, nel caso in cui il vapor
d’acqua sia immesso nel ribollitore, considerando che si abbia moto anulare. Si trattano i tubi del
ribollitore come colonne a parete bagnata e si ha:
Ev = f (Htubi, di, V1, P, ps2, FG)
19
APPARECCHI PER CONTATTO GAS-LIQUIDO
Perdite di carico
Colonne a gorgogliamento
Colonne a piatti
∆P Colonne a riempimento
Colonne a parete bagnata
Applicazioni
• Colonne a piatti Distillazione, assorbimento
• Colonne a riempimento Assorbimento, distillazione
• Colonne a parete bagnata Assorbimento con forte effetto termico
• Colonne a pioggia Lavaggio di gas
• Colonne a gorgogliamento Reattori gas-liquido
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Colonne a riempimento
• Vantaggi • Svantaggi
Costo basso Occorre molto liquido per bagnare il riempimento
Basse perdite di carico
Facile manutenzione
Adatte per fluidi corrosivi
Occorre prestare attenzione a:
• Trascinamento goccioline
• Distributore liquido
• Distributore gas
• Supporto riempimento
Corpi di riempimento
Deve avere le seguenti caratteristiche
• Leggero (per evitare che si rompano gli elementi posti sotto agli altri);
• Elevata superficie per unità di volume (ag: superficie offerta per unità di volume m2/m3);
• Elevato grado di vuoto (ε).
Perdite di carico
All’aumentare della portata gassosa G, le perdite di
carico aumentano secondo la legge ∆P = k G1.8-2 fino
a raggiungere il punto di loading, in cui il gas inizia a
trascinare verso l’alto il liquido. Aumentando ancora
P
flooding
la portata gassosa si arriva al punto di flooding,
log
L
ovvero all’ingorgo della colonna, per cui il liquido
non riesce più a scendere. loading
La portata gassosa a cui si verificano le condizioni di
loading e flooding diminuiscono all’aumentare della log G
Diametro colonna
Il punto ottimale di funzionamento di una colonna a riempimento è circa quello di loading, ma
questa condizione è di difficile determinazione. Per soluzione acquose:
L w
= f (ρ G , ρ aria , riempimento, L )
ρL ⋅ a g wG
In pratica si fissa una portata inferiore (ad esempio il 60%) di quella che causa le condizioni di
flooding. La portata di flooding (Gf) si può calcolare con la relazione di Sawistowsky:
0.25
G 2c µ 0.2 w ρG ag
ln f f L = −4 L
con c f ≅ fattore di caratterizzazione del riempimento
ρ Lρ G g µ W wG ρL ε3
21
C’è comunque una portata liquida minima (MWR = minimum wetting rate) che occorre per bagnare
il riempimento, anche se la colonna funzionerebbe con portata liquida più bassa:
MWR = 0.079 m3/h per m di perimetro bagnato (traccia del riempimento sul piano
orizzontale)
wL L
La portata liquida minima si ricava dalla: = min = 0.079
ρL ⋅ p ρLa g
Dimensione del riempimento
La dimensione del riempimento è funzione del diametro della colonna:
Diametro colonna < 0.3 m 0.3 - 0.9 m > 0.9m
Diametro riempimento < 25 mm 25 - 38 mm 50 - 75 mm
HETP
• Per colonne a distillazione (a riempimento) HETP si può considerare indipendente dalle
proprietà del sistema purché le perdite di carico siano sufficientemente alte.
• Per colonne di assorbimento HETP è funzione anche delle proprietà del sistema.
A ⋅ ln A
Nell’ipotesi di portate molari costanti e k costante: HETP = H OG (103)
A −1
LM 1
dove A = e H OG = H G + HL (79 )
kG M A
Ci sono espressioni di HL e HG per vari corpi di riempimento.
HL e HG = f (tipo di riempimento, dimensioni del riempimento, G, L, Sc)
22
Quindi, se l’altezza totale del riempimento è elevata questo va suddiviso in più strati, frapponendo
tra di essi un cono di rinvio per la redistribuzione del liquido. Tra strato e strato si assume
trascurabile il fenomeno di maldistribuzione del gas e del liquido.
Per la massima altezza del singolo strato di riempimento si possono adottare i seguenti criteri:
• Hmax strato = 4-5 m
• Hmax strato = 3 volte il diametro della colonna (per gli anelli Rashig)
• Hmax strato = 8-10 il diametro del riempimento (per anelli Pall e selle Berl)
• Hmax strato = 8 m dove il problema sia lo schiacciamento
Perdite di carico
Sono disponibili varie relazioni per calcolare le perdite di carico di fluidi all’interno di solidi porosi.
Queste relazioni si possono adattare al caso di gas all’interno di strati di corpi di riempimento: si
calcolano prima le perdite di carico associate al passaggio del gas e poi si moltiplicano per un
fattore correttivo che tiene conto anche della presenza del liquido.
∆P = ∆Ps ⋅ FL
FL = f ( tipo riempimento, Re L , L, a g , ρ L , d n , ε)
4L
Re L =
a g µ L (1 − ε)
• Relazione di Ergun
∆PS 2c f G 2 150(1 − ε) 6G (1 − ε)
= + 1.75 dove Re =
z 6ρ G Re µGa g
• Relazione di Carman
' ∆PS' f ⋅ a g (1 − ε) G 2
∆PS = FW ∆P S dove =
z ε3 ρG
G
f = f (Re' ) con Re' =
a gµ G
d riempiment o
FW = f ( , moto laminare o turbolento)
d colonna
• Relazione di Chilton-Colburn
∆PS' 2⋅f ⋅G2
= FS con FS = f (d n )
z d n ⋅ ρG
Gd n
f = f (Re" ) con Re' ' =
µG
Il moto è turbolento per Re” > 40.
23
Colonne a piatti
Si può assumere che nel passaggio attraverso il piatto il gas sia ben mescolato mentre il liquido
cambia composizione. La presenza di schiuma crea problemi per il rimescolamento del liquido.
Per le colonne a piatti il tipo di montaggio dipende dal diametro della colonna. Nel montaggio
occorre prestare attenzione a:
• Tenuta tra piatto e parete: importante per evitare by-pass del gas
• Orizzontalità del piatto rispetto all’asse ortogonale e parallelo al discendente.
Per quanto riguarda eventuali problemi legati alla portata liquida
• Portata liquida alta; cresce il battente sullo stramazzo ⇒ aumentano le perdite di carico
Soluzione: piatti a più passaggi.
• Portata liquida bassa; poco rimescolamento liquido sul piatto ⇒ il rendimento diminuisce.
Soluzione: piatti a correnti invertite.
colonna
Distanza tra i piatti 40 ÷ 50 cm 60 cm 75 cm 90 cm
24
Dimensioni caratteristiche del piatto
Diametro colonna ⇒ dt
Lunghezza stramazzo ⇒ lW
Il rapporto lW/dt deve essere compreso tra 0.6 e 0.8.
Se è superiore a 0.8 si fa un piatto a più passaggi
Se è inferiore a 0,6 si fa un piatto a correnti invertite
At ⇒ Area totale
Ad ⇒ Area discendente
An ⇒ Area netta An = At - Ad
Aa ⇒ Area attiva Aa = An – Ad = At – 2 Ad
Piatti forati
Sono poco costosi ma possono presentare problemi di sgocciolamento del liquido se la portata
gassosa si abbassa rispetto al valore di progetto.
• Fori
Diametro dei fori dh generalmente compreso tra 4 e 15 mm (tipicamente 4-5 mm)
Passo dei fori triangolare pT = 2.5 ÷ 5 dh
Generalmente si considera di potere forare solo una parte dell’area attiva (tipicamente l’85%). Una
volta fissato il diametro dei fori ed il loro passo rimane fissato anche il rapporto tra area dei fori ed
area attiva.
2
π ⋅ d 2h 0.85 ⋅ A a Ah 0.85 ⋅ π ⋅ d 2h d
Ah = nh ⋅ dove nh = da cui = 2
= 0.771 h
4 p T ⋅ 0.866 ⋅ p T A a 4 ⋅ 0.866 ⋅ p T pT
⋅2
2
Dati i rapporti usuali tra pT e dh, il rapporto Ah/Aa è generalmente compreso tra 0.03 e 0.123.
• Velocità di flooding
Il progetto parte dal calcolo della velocità di flooding:
ρL − ρG
uF = cF ⋅ con uF [m/h] z1
ρG
0.2
σ A lw
c F = [b − a ⋅ log X ]⋅ ⋅ 5 ⋅ h + 0.5 con σ = dyne / cm z0
20 Aa
Aa Ad
w L ρG
X= ⋅ ma se risulta X < 0.1 occorre porre X = 0.1
wG ρL
nella relazione per il calcolo di cF
a e b sono funzioni della distanza dei piatti tp. Per applicare
questa relazione occorre quindi ipotizzare la distanza tra i piatti dt
che sarà verificata alla fine sulla base del diametro della colonna.
• Fattore di flooding
25
Nota uF si calcola la velocità nell’area netta un = ϕ uF dove ϕ è il fattore di flooding, che è
tipicamente compreso tra 0.5-0.6. Il fattore di flooding può essere fissato in funzione della frazione
di trascinamento ammessa per il liquido.
L trasc
e= Tipicamente si assumono valori inferiori a 0.05 o 0.1.
L + L trasc
Noto il valore della frazione di trascinamento e il valore di ϕ si ricava da diagrammi in funzione del
rapporto X: nei diagrammi va inserito il valore effettivo di X anche se esso fosse inferiore a 0.1
wG
Nota un e la portata gassosa si può calcolare A n =
ρG ⋅ u n
• Area del discendente
La valutazione dell’area del discendente si fa assumendo che il liquido si liberi dalle bolle di vapore
eventualmente trascinate se il tempo di residenza τ > 3 ÷ 5 sec.
Si assume, per tenersi in sicurezza, che il volume geometrico del discendente Vdisc = Ad (tp + hw) sia
occupato dal liquido solo per un terzo della sua altezza (in fase di progetto si considera accettabile
un valore fino alla metà dell’altezza). Si valuta quindi l’area del discendente come:
3⋅ w L ⋅ τ
Ad =
ρL (t p + h w )
Una volta calcolato il valore di Ad si verifica dalla tabella a pag. 358 che il rapporto tra lunghezza
dello stramazzo e diametro del piatto rientri nell’intervallo previsto (0.6-0.8). Se è inferiore a 0.6 si
può aumentare il tempo di residenza, se è superiore a 0.8, diminuire il tempo di residenza: tuttavia
se si è molto lontani da questi limiti si dovrà ricorrere a piatti con passaggi multipli o a correnti
invertite.
Nota l’area del discendente Ad si calcola l’area totale At = Ad +An e quindi il diametro del piatto dt,
verificando che il valore di interpiatto tp assunto in precedenza sia corretto.
Si valuta quindi Aa = An - Ad e quindi l’area dei fori Ah ed il numero di fori nh.
• Sgocciolamento
Va quindi il controllo nei confronti dello sgocciolamento del liquido dai fori.
La velocità minima del gas nei fori per evitare lo sgocciolamento è:
0.379 0.293 β −0.724
0.0229 ⋅ σ µ 2G ρ s 2 ⋅ Aa ⋅ d h z
u h min = ⋅ ⋅ L ⋅ ⋅ 3
con β = 2.8 ⋅ 1
µG σ ⋅ ρG ⋅ d h ρG dh 3 ⋅ p T dh
Se questa condizione non è rispettata occorre ridurre l’area forata.
• Perdite di carico
Le perdite di carico sono date dalla somma di tre termini ∆h = hD + hL + hR
hD = ∆P nel piatto asciutto
26
1
d 4 u h ⋅ d h ⋅ ρG
con c 0 = 1.09 ⋅ h f = 0.4191 ⋅ Re −h0.255 Re h =
s µG
hL = ∆P dovute al liquido
wL
hL = 0.0061 +0.7366 ⋅ h w − 6.71 ⋅ 10 −5 ⋅ h w ⋅ F + 0.00048 ⋅
ρL ⋅ z m
con F = u a ⋅ ρG e z m = 0.5 ⋅ (d t + h w )
4.73 ⋅ 10 −8 ⋅ σ
hR = ∆P dovute alla tensione superficiale del liquido hR =
ρL ⋅ d h
Se le perdite di carico risultano elevate, per ridurle va incrementata la superficie dei fori, facendo
attenzione a non arrivare a condizioni di sgocciolamento. L’aumento della superficie dei fori si può
ottenere
- Aumentando il diametro dei fori (mantenendo inalterato il passo)
- Riducendo il passo dei fori (mantenendo inalterato il diametro)
- Aumentando la sezione dell’area attiva, cosa che si ottiene facilmente aumentando il diametro
della colonna, a parità dei rapporti Aa/At.
• Altezza del liquido nel discendente
Per consentire una certa flessibilità operativa è bene che l’altezza del liquido nel discendente sia
inferiore alla metà della distanza tra i piatti: H < tp/2.
Il valore di H dipende principalmente dalle perdite di carico, ma è comunque somma di vari termini
H = ∆h + hd + h1 + hw
2
3 wL
hd = ∆P del liquido quando percorre il discendente h d =
2 ⋅ g A 'd ⋅ ρ L
dove A 'd è la più piccola tra Ad e la sezione di passaggio fra discendente e piatto.
Il termine hd è generalmente trascurabile rispetto agli altri.
α⋅λ
h1 = battente sullo stramazzo h1 =
1− α ⋅β ⋅ λ
lw
8 .6 − 9 ⋅ 2
dt wL 3
dove α = 2.84 ⋅ 10 −3 β= λ =
dt lw ⋅ρL
È opportuno che il valore del battente sullo stramazzo non sia troppo alto, perché ciò significa che il
piatto è sensibile a variazioni della portata liquida.
Piatti a valvola
La presenza delle valvole, coperchietti sui fori, consente un funzionamento più ‘elastico’ riducendo
la luce di passaggio se la velocità del gas diminuisce e quindi permette di lavorare anche con portate
gassose decisamente inferiori a quella di progetto. I vari modelli disponibili (a coperchietto singolo
o multiplo) sono brevettati da vari costruttori che forniscono anche le relazioni di calcolo. Nel
seguito si fa riferimento alle valvole V1 della Glitsch.
27
Per i piatti a valvola il valore minimo del rapporto lw/dt è pari a 0.7 anziché 0.6 come nel caso dei
piatti forati.
• Valvole
Sono montate su fori del diametro di 40-50 mm. Il modello V1 della Glitsch ha il
foro da 39 mm.
• Velocità di flooding
Per valutare il diametro della colonna va valutata la velocità nell’area attiva ua = uF ϕ
prodotto tra la velocità in condizioni di flooding, uF, e il fattore di flooding ϕ:
ρ L − ρG
uF = cF ⋅
ρG
cF è dato da diagrammi in funzione di ρG e tp.
• Fattore di flooding: ϕ = m ϕ’
È funzione del diametro della colonna dt e della pressione operativa, attraverso il fattore ϕ’, riportato
in tabella, e della tendenza del sistema a schiumeggiare m.
• Area attiva
Nota la velocità nell’area attiva, ua, si calcola il contributo del gas all’area attiva
wG
A 'a =
ρG ⋅ u a
A questo primo termine va aggiunto il contributo del liquido
1.355 ⋅ z 1 ⋅ w L
A 'a' =
ρL ⋅ ϕ ⋅ cF
Si assume, come valore di primo tentativo, lw/dt pari al minimo ammissibile, ossia lw/dt = 0.7.
Quando questo rapporto vale 0.7 si ha
z 1 = 0.714 dt
π 2
Aa = 0.8244 At ossia A1a + A "a = 0.8244
⋅ dt
4
Si ottiene una equazione di secondo grado da cui si ricava dt.
Quando lw/dt è pari a 0.7 è anche Ad/At = 0.0878 e va quindi verificato che la sezione minima
richiesta per il discendente si ponga al di sotto di tale limite.
wL
A d ,min = dove u dm = ϕ ⋅ u *d = ϕ ⋅ 28.68 ⋅ t p ⋅ ρ L − ρ G
ρ L ⋅ u dm
E’ sufficiente che sia Ad,min ≤ 0.0878, perché in ogni caso non si può scendere col rapporto lw/dt
sotto a 0.7. Se Ad,min/At supera 0.0878 si itera la procedura con il nuovo valore di z1.
28
• numero delle valvole, nv, su valuta dalle:
l z − 0.2159
n v = n s ⋅ − 0 .8 con n s = 1 + 1 ⋅ n p
0.146 ⋅ n 0 .5 ⋅ p
p
ns = numero delle schiere (deve essere un intero).
np = numero passaggi
p = passo valvole
• Sgocciolamento
La sezione forata è data dal prodotto della sezione di passaggio di una valvola per il numero delle
valvole: per la valvola V1 è 1.185 10-3 m2.
Occorre che sia uh > uh.min. Il valore minimo della velocità di sgocciolamento è fornito in tabelle in
funzione della somma (h1 + hw) (battente sullo stramazzo + altezza dello stramazzo) e di ρ G ρ L
• Perdite di carico
Si calcola un valore relativo al solo passaggio del gas (piatto secco) e quindi si incrementa per
tenere conto della presenza del liquido.
Per il piatto secco si considera il valore più alto tra quelli calcolati dalle due relazioni:
sm ⋅ ρm u2 ⋅ ρ
∆h s = 1.35 ⋅ + 1.39 ⋅ 10 −9 ⋅ h G
ρL ρL
dove sm = spessore valvola (1.88 ÷ 6.35 mm) e ρm = densità del materiale di cui è costituita la
valvola (7800 kg/m3 per l’acciaio)
ρG
∆h s = k 2 ⋅ u 2h ⋅ dove k2 è funzione dello spessore della valvola
ρL
2
wL 3
Il termine che tiene conto della presenza del liquido è ∆h L = 2.54 ⋅ 10 −3 ⋅ + 0.4 ⋅ h w
ρ L ⋅ l w
Le perdite di carico totali sono ∆h =∆hs + ∆hL
Piatti a campanelle
Sono piatti di vecchia concezione e costosi. Non presentano problemi di sgocciolamento anche per
portate gassose molto basse.
29
• Perdite di carico: forati < valvole < campanelle anche se dipendono dal progetto
• Efficienza : è circa la stessa.
Piatti di tipo particolare
Il rendimento globale si può valutare direttamente da grafici (ad esempio dai diagrammi di
O’Connell) derivati dai dati di funzionamento di colonne reali.
Nei diagrammi di O’Connell
E0 = f (m ML µL/ρL) per l’assorbimento
E0 = f (α µL) per la distillazione
Il rendimento globale risulta generalmente più alto per la distillazione che per l’assorbimento.
I diagrammi valgono per idrocarburi e sottostimano il rendimento in caso di soluzioni acquose;
inoltre sono stati ricavati da dati riguardanti colonne di separazione progettate tra gli anni 1950 e
1960.
• Rendimento di Murphree (del vapore e/o del liquido)
Si considera l’arricchimento ottenuto sul piatto e lo si raffronta con quello che si sarebbe avuto in
condizioni di equilibrio:
y n − y n +1 x n −1 − x n
E MV = E ML =
y *n − y n +1 x n −1 − x *n
La definizione di rendimento di Murphree assume che sia il liquido sul piatto che la fase gassosa
che lo attraversa abbiano una composizione omogenea: questo non è mai vero per il liquido,
nemmeno in prima approssimazione. Quindi, nel rendimento di Murphree yn+1 e xn-1 si devono
intendere come composizioni medie della fase gassosa e del liquido.
• Rendimento puntuale
Si ipotizza che la fase gassosa sotto al piatto sia ben mescolata e che la fase gassosa che esce dal
N
E 0 = teorici
N effettivi
30
Si assume che la composizione del liquido vari in orizzontale sul
piatto, spostandosi verso lo stramazzo, ma non in verticale, ossia
yn all’interno dello strato di liquido sul piatto.
La bolla che sale e attraversa il liquido è a contatto con un liquido (in
xn-1 y quel punto) a composizione costante e che, quindi, all’equilibrio dà un
valore costante di y*.
xn
Nel caso della distillazione si ha il trasferimento di materia tra bolle
gassose e liquido:
Z y Z
k OG aP dy GM k OG aP Z
∫ GM
dz = ∫ y * −y
Si pone H OG =
k OG a ⋅ P
e si ha ∫ GM
dz =
H OG
= N OG
0 y n +1 0
y−y* y − y n +1
da cui = exp( − N OG ) e = 1 − exp( − N OG ) = E OG
y n −1 − y * y * −y n + 1
Quindi, se si conoscono delle espressioni per calcolare NOG, è possibile calcolare EOG.
1 1 S m ⋅ GM
= + dove =S fattore di stripping
N OG N G N L LM
I valori di NG e di NL si calcolano con espressioni diverse per ogni tipo di piatto.
• Mescolamento del liquido sul piatto
y − y n +1 x n −1 − x
E OG = E OL =
y * − y n +1 x n −1 − x *
Il rendimento di Murphree però è diverso da quello puntuale. In particolare è EMV = EOG solo se il
liquido sul piatto è perfettamente mescolato.
Se il liquido sul piatto non è affatto mescolato si ha:
LM m ⋅ GM
E MV = exp E OG − 1
G M m L M
con m pendenza della curva di equilibrio (m = dy/dx).
Il liquido reale non è né y dy y − y*
perfettamente miscelato né − ∫ = − ln = N OG
y n +1
y − y* y n +1 − y *
z 12 ⋅ ρ L µ L z 12
Pe = Re Sc = =
t L ⋅ µL ρL ⋅ DE t L ⋅ DE
perfettamente smescolato sul piatto. Il grado di mescolamento è funzione del numero di Péclet (Pe):
z1 = distanza tra i discendenti (lunghezza percorsa dal liquido);
DE = diffusività turbolenta, funzione del tipo di piatto e di variabili operative;
tL=Aa hL ρL /wL tempo di residenza del liquido sul piatto;
hL= f (hW, ua, ρG, Aa, z1, wL, ρL).
E MV
= f ( Pe, S, E OG )
31 E OG
Nella situazione reale di un piatto in cui il liquido sia solo parzialmente mescolato
• Trascinamento del liquido (presenza di schiuma)
In presenza di trascinamento del liquido (schiuma) il rendimento si riduce. Si può definire un
rendimento effettivo di Murphree, funzione della frazione di trascinamento e (solitamente < 5-
E MV
Et =
e
1+ E MV
1− e
10%):
• Rendimento globale
I singoli piatti della colonna presentano, in generale, rendimenti diversi tra loro. Tuttavia, se è
possibile assumere che la relazione di equilibrio e di lavoro siano rettilinee si può valutare il
rendimento globale sulla base del rendimento di Murphree effettivo.
ln[1 + E t (S − 1)]
E0 =
ln S
Questo approccio, inoltre, vale a rigore solo per sistemi binari; nel caso multicomponente si può
applicare ai componenti chiave. Il valore di m = dy*/dx si può valutare (puntualmente) con la
volatilità relativa, se α è circa costante.
αx dy * α
y* = m= =
1 + ( α − 1) x dx [1 + (α − 1)x ]2
• Rendimento dei piatti a valvole Glitsch
Per i piatti a valvole dalla Glitsch si può usare un diagramma che fornisce il rendimento globale in
funzione del fattore di flooding e della densità della fase gassosa. Il diagramma riporta valori del
rendimento anche superiori al 100%. Ciò è possibile, in base alla definizione di rendimento globale,
tenendo presente che la composizione del liquido sul piatto varia; al contrario il rendimento
puntuale non può mai superare il 100%.
32
ESTRAZIONE LIQUIDO-LIQUIDO
• Vantaggi • Svantaggi
Si può usare per componenti che presentano Richiede una successiva separazione
una volatilità relativa α circa unitaria dell’estratto per recuperare il solvente
Consuma meno energia della distillazione
Lavora a temperatura più bassa
È adatta a separare tracce di un componente
pesante
Ipotesi : 3 componenti
A A : soluto che voglio estrarre
B : componente insieme ad A
C : solvente, immiscibile (o poco miscibile) con B
x : composizione nel raffinato
y : composizione nell’estratto
yA
γ AR x A = γ AE y A γ AR x B = γ BE y B
xA
γ AR
C yA = k A x A kA =
B xB yB γ AE
y A x B k A γ AR γ BE
β= = =
La selettività β è definita come y B x A k B γ AE γ BR
γB
β≅
Nella fase raffinato c’è poco solvente C e quindi γAR≈γBR≈1 γA
La selettività β è analoga alla volatilità relativa α nella distillazione: più è alta meglio è.
F MS R ME
= =
S FM E RM
Tipologie di apparecchi
• Colonne senza agitazione meccanica
- Colonne a spruzzo: poco costose ma a bassa efficienza (mescolamento assiale)
- Colonne a riempimento: il riempimento è bagnato dalla fase continua.
L’efficienza è alta ma occorre una sezione maggiore
- Colonna a piatti forati: a differenza dei sistemi gas liquido si può disperdere sia la fase
leggera
che quella pesante.
34
• Colonne con agitazione meccanica
- Colonne a dischi rotanti: la rotazione dei piatti disperde la fase mentre gli statori fanno
circolare l’altra fase in controcorrente
- Colonna pulsata e colonna a piatti oscillanti: nella pulsata si muove il liquido, nell’altra i
piatti.
- Colonna Scheibel: zone agitate (senza riempimento) e di coalescenza (reti snebbianti)
- Colonne Oldshue-Rushton: con agitatori e frangiflutti, senza zona di coalescenza
FR a FEa
kRa = k Ea =
(1 − x ) im c mR (1 − y )im c mE
0
R 0 (1 − x ) im dx R 0 dx 1 1− x0
H= ∫ = ∫ + ln = H R N R = H OR N OR
FR a f (1 − x )( x − x i ) FR a f ( x − x i ) 2 1 − x f
E f (1 − y) im dy E f dy 1 1 − y0
H= ∫ = ∫ + ln = H E N E = H OE N OE
FE a 0 (1 − y)( y i − y) FE a 0 ( y i − y) 2 1 − y f
0
dove (1-x)im e (1-y)im sono medie logaritmiche di (1-x) e (1-y) calcolati nelle condizioni medie e
all’interfaccia, e cmR e cmE le concentrazioni medie del raffinato e dell’estratto .
0 0
(1 − x )*m dx dx
N OR =∫ ≅∫
f
(1 − x )( x − x i ) f x − x *
0 0
(1 − y ) dy R dy uR u
N OR
H = ∫ R = *m
OR = ≅∫ = ≅ R
aF(1 − y)(kyORi a−(1y )− x )f*myc*mR− y k OR a (1 − x )*m k OR a
f OR
E E uE u
con H OE = = = ≅ E
(1- aFOE k OE a (1 − y )*m c mE k OE a (1 − x ) *m k OE a
x)*m e (1-y)*m medie logaritmiche tra le composizioni della massa e quelle di equilibrio x* e y*.
35
Colonne a riempimento
Gli ugelli di distribuzione da 20-50 mm sono posti dentro al riempimento.
Occorre ridistribuire la fase dispersa ogni 3-5 m
Per la dimensione del riempimento deve essere dn<1/8 dt, ma occorre anche che sia dn>dnc
σ
d nc = 2.42 (67)
9∆ρ
• Velocità di flooding
Si calcola la velocità di flooding dalla (69):
ρ
ξ = c ( u cf + u df ) 2
a gµ c
ξ = f ( σ, ρ c , ∆ρ, a g , ε)
u D u DF VD
= = u
u C u CF f C σ, ρ , ∆ρ, K , Φ D
dp = V (72 )
uD
• Diametro delle gocce
uK u
= f ε, Φ D, D (71)
uD uC
Φ D ≅ 0.25 ÷ 0.33 Φ DF
uD
Φ DF = f ( ) (48)
uC
Per trovare uD dobbiamo conoscere uK.
Si fa riferimento alle relazioni (73) (74) e (75): l’influenza del diametro della colonna, dt, è
generalmente trascurabile, a meno che il suo valore sia molto piccolo.
uK
= f ( σ, ρ D , u t , d n , ∆ρ, d t )
ut
u t = f ( σ, ρ C , µ C , d p , ∆ρ) (51)(54 )(55)(56)
Si trova ut poi uk e quindi uD. Si verifica che uD/uDF < 0.5.
• Diametro della colonna
Nota uD si trova dt.
wD
At =
ρD u D
• Area interfacciale
6εΦ D
a=
dp
• Coefficiente di trasferimento in fase dispersa
Bisogna verificare se dp>dpt oppure dp<dpt.
36
d pt = f ( σ, ρ C , µ C , ∆ρ) (57 ) Diametro gocce per u = u t
5.76 ⋅ D D 0.001144 ⋅ u S
d pt < d pt ⇒ k D = (62 ) d pt > d pt ⇒ k D = (63)
dp u
1− D
uC
uS = uk (1 - ΦD) (47) dove us è la velocità di scorrimento
H = HE NE = HR NR
Colonne a piatti
Fori piccoli 3-6 mm; passo 10 – 20 mm. Va dispersa la fase più pulita per evitare ostruzioni dei fori.
• Velocità minima di passaggio nei fori
Il dimensionamento si basa su uhmin
d
u h min = f f , σ, d f , ρ D , ρ C (37 )
dh
df è il diametro del filetto fluido d f = f ( σ, d h , ∆ρ)
1/ 3
σ
Le relazioni per calcolare df sono differenti se dh<dpc o dh>dpc. d pc = 0.785 (34 )
g∆ρ
wD
Nota uhmin si trova Ah =
ρ D u h min
Ah
e quindi n h = πd 2 (va aumentata del 10% l’area che occorre per la foratura)
h
4
• Sezione del discendente
La velocità della fase continua nel discendente deve essere minore di ut, calcolata con le relazioni
(51) (54) (55) e (56) per gocce di fase dispersa del diametro piccolo (0.5 -1.5mm)
Si pone udisc= ut Ad = wc/ρcucdisc At = Aa+2Adisc
Il discendente deve lasciare libera per il cambio di direzione all’arrivo sul piatto una sezione almeno
pari (ma è meglio maggiore) di quella del discendente stesso.
37
• Distanza tra i piatti
Viene fissata ad almeno 0.5 m per consentire la pulizia. Occorre pure tenere conto che l’altezza
totale della zona occupata dalla fase leggera deve essere minore dell’altezza del discendente.
h leggera = h c + h d
h c = f (u cdisc , ρ C , ∆ρ) (81)
A 6σ
hd = hh + hσ h h = f u h , h , ∆ρ, ρ D (79) hσ = *
(80)
Aa d ∆ρ g
p
d * p = f ( σ, d h , ∆ρ, ρ D ) (33)
hh sono le perdite di carico nel foro, hσ quelle dovute alla tensione interfacciale e dp* è il diametro
della goccia che si forma passando nel foro a 108 m/h
• Altezza
Il calcolo dell’altezza si può fare in base al numero degli stadi, tenendo conto del rendimento,
oppure trattando la colonna come se fosse un apparecchio a contatto continuo.
(t p − h)
E OD = 1 − exp − k D a rendimento puntuale
u D
Posto S = m uD/uC, con m pendenza della retta di equilibrio, se si può assumere S costante:
1
E MD = [exp(SE OD ) − 1]
S
log[1 + (S − 1)E MD ]
EO =
log S
Oppure si può utilizzare direttamente
0.42
65804 t 0p.5 u D
EO =
σ uC
• Altro procedimento
6Φ D
a=
dp
ΦD si trova per tentativi dal diagramma a pag. 415. Occorre, preliminarmente, calcolare uD =
wD/ρDAh e ut con le equazioni (51), (54), (55) e (56). L’ascissa del diagramma è f (dp, µC, ρC, ∆ρ) e
quindi è nota: si va su una curva di Φ e si legge l’ordinata che è f (uS, µC, ρC, ∆ρ, Φ D). Noto il
valore dell’ordinata si ricava uS, il rapporto uS/ut (uS = ut quando Φ D=0) e uS = uD/Φ D: quando i due
valori di uS sono gli stessi ΦD è quello giusto.
kC e kD si calcolano con le relazioni (61), (62) e (63) già viste. Occorre però tener conto della
coalescenza delle gocce dopo ogni piatto.
38
k Dtot = k D + k Da
k Da = f (k Df , a p , n h , A a , t p , h leggera ) (83)
0.5
0.805 D C
k Df = (38)
k Θ f
2 ⋅ d 3p
Θf = (39) tempo di formazione della goccia
3 ⋅ u h ⋅ d 2h
3
a p = πd 2p superficie media della goccia
5
dove k è la costante d’equilibrio y = k x
Si calcolano poi HE oppure HR e NE oppure NR. L’altezza si valuta come H = HE NE = HR NR. Dato
il valore di H e fissato l’interpiatto tp si vede quanti piatti ci entrano.
Colonne a spruzzo
• Distributore fase dispersa
Si fissa dh < 8 mm (3-4mm). C’è una relazione tra il diametro delle gocce, dh, uh e le proprietà
fisiche.
• Diametro colonna
Va preso uC = 0.3-0.4 uCF (velocità di floading)
u CF = f (ρ C , µ C , d p , ∆ρ, R = u D u C ) (49)
• Coefficienti di trasferimento
6Φ D
a=
dp
k C = f (u S , Φ D , d p , µ C , ρ C , D C ) (61)
k D = f (u S , d p , µ C , µ D , D D ) (62 / 63)
ΦD: hold-up della fase dispersa.
ΦD e uS (velocità di scorrimento) sono legati tra loro, come visto per le colonne a piatti.
Anche in questo caso kD = kD + kD a occorre tenere conto della coalescenza (come per la
colonna a piatti).
k D a = f (k Df , a p , n h , A t , H ) (66)
Poiché H non è nota occorre fare un procedimento iterativo.
Nelle colonne a spruzzo c’è pure mescolamento assiale.
L’altezza va moltiplicata per un fattore Ψ=Heff/H (44) e (45).
Ψ = f(PeC = 2, PeD = 55, NOE, Heff/HOE).
39
Per ogni compartimento è richiesta una potenza di agitazione P = f(dr, Nn, ρm, µm).
ucf e ΦD si calcolano con le relazioni (46) e (48). Il floading si può avere anche se il rotore gira
troppo velocemente, con la relazione (90) si può trovare NF e fissare N=0.75NF. Occorre però
verificare che così facendo le gocce non siano troppo grosse.
Si calcolano kC e kD con le relazioni apposite (91 e non 93). Il valore di kOD va moltiplicato per un
coefficiente χ che tiene conto del mescolamento delle gocce, funzione di Pe (92) e (93).
Occorre pure tenere conto del mescolamento assiale nel calcolo di H (94), (95), (96) e (97).
Colonne pulsate
Tipicamente: fori 3 mm; area forata 23%, tp = 50 mm
Gli impulsi sono generati da una pompa alternativa (senza le valvole) o con un soffietto attaccato
alla colonna: la potenza fornita deve vincere il battente idrostatico, accelerare il liquido e vincere le
perdite di carico.
• Frequenza bassa: non tutta la fase riesce a passare nei fori (floading).
• Frequenza giusta: mixer-settler passaggio gocce e coalescenza.
• Frequenza alta: quasi emulsione, non si ha coalescenza (floading).
Generalmente l’ampiezza è di circa 30 mm e la frequenza di 1ciclo/s.
Si calcola Φ D con la solita (48), poi si valuta la velocità caratteristica con la (99). Le velocità di
floading uDF e uCF si calcolano con le (100) e (101), poi ci si mette al 60% del valore di floading.
Per i coefficienti ci sono relazioni valide solo per alcuni apparecchi in cui sono stati fatti
esperimenti.
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ESTRAZIONE CON FLUIDI SUPERCRITICI
Fluido con P e T > punto critico.
• Vantaggi nella separazione estratto-solvente (basta abbassare P).
• Vantaggi nella concentrazione molto bassa del solvente dopo la separazione.
• Vantaggi di diffusività del liquido nel solvente più alto.
I fluidi supercritici sono solventi molto buoni.
• Gli svantaggi sono che l’apparecchio lavora a P alta e talvolta anche a T alta.
Tipico solvente supercritico : CO2 Tc = 31.1°C Pc = 7.38 MPa ρ = 468 Kg/m3
La densità del solvente supercritico è simile a quella del liquido.
DISTILLAZIONE AZEOTROPICA
Si usa quando la volatilità relativa tra due composti è molto bassa. In altri casi si usa anche se i due
componenti formano un azeotropo. Si aggiunge un terzo componente che forma un azeotropo di
minima con uno dei due componenti in modo da separarlo facilmente dall’altro.
• Es.: separazione acqua-acido acetico (Tb = 100°C e 113.1°C)
I punti di ebollizione non sono tanto vicini, ma la volatilità relativa è bassa e la separazione
costosa. Si aggiunge butil-acetato che è poco solubile in acqua e forma un eteroazeotropo.
Aggiungendo butil-acetato in testa alla colonna di distillazione forma un azeotropo con tutta
l’acqua nell’alimentazione: l’azeotropo distilla in testa e l’acido acetico si separa facilmente sul
fondo. L’eteroazeotropo dopo condensazione smescola in due fasi, una acquosa e una di butil-
acetato. Il butil-acetato viene inviato in colonna come riflusso mentre l’acqua viene sottoposta a
stripping per eliminare le tracce di butil-acetato.
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bolle a 64.9°C e si separa facilmente dall’etanolo che bolle a 78.4°C: questo esce come residuo.
L’azeotropo si smescola: la fase ricca in benzene torna in colonna come riflusso, l’altra va
separata.
Distillazione azeotropica etanolo-acqua-benzene
DISTILLAZIONE ESTRATTIVA
Si aggiunge un terzo componente, il solvente, che varia le volatilità relative dei componenti
originari. Il solvente è poco volatile e non viene vaporizzato un gran che nella distillazione.
• Es.: la separazione del toluene (Tb = 110.8°C) da una paraffina di pari peso molecolare è
difficile, ma serve per recuperare il toluene da frazioni petrolifere. La separazione di una
miscela toluene-isottano (Tb = 99.3°C) è possibile ma difficile. Aggiungendo l’83% molare di
fenolo (Tb = 181.4°C) la volatilità relativa dell’isottano aumenta e la separazione toluene-
isottano è facile. Si separa isottano in testa e una miscela toluene-fenolo al fondo che viene
mandata a distillazione.
Distillazione estrattiva toluene-isottano-fenolo
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Nel caso più generale di aromatici e paraffinici.
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